You are on page 1of 171

BIBLIOTECHE

FUNZIONI Le biblioteche attualmente rispondono, in varia misura, a tre distinte funzioni: - la raccolta e la conservazione dei libri; - luso pubblico della raccolta libraria; - la diffusione della cultura. Condizione funzionale subordinata, ma essenziale perch esistano un ordinata raccolta ed un possibile uso del materiale librario, la catalogazione dei libri . ELEMENTI EDILIZI Alle varie funzioni corrispondono distinti gruppi di elementi edilizi:
il reparto di conservazione , biblioteche popolari scolastiche rurali ecc. stabili o mobili (bibliobus)

composto da: magazzino librario; laboratori di legatoria e restauro; gabinetto fotografico;


-il reparto per il pubblico dei l e t t o r i , composto da:

biblioteca di sezione

deposito generale dei libri (pu essere un edificio separato)

biblioteca di sezione

sale di lettura; sale di informazioni; sale di prestito e distribuzione - i l r e p a r t o c u l t u r a l e , composto da: sale di conferenze e proiezioni; sale di mostra. Alla necessit della catalogazione corrispondono gli elementi edilizi di: - sale cataloghi - uffici. I servizi generali di una biblioteca comprendono: - centrale di riscaldamento e condizionamento - centrale elettrica; - servizi igienici ai vari reparti - servizi di guardaroba ai vari reparti; - posteggi esterni; - abitazione del personale di custodia.

BIBLIOTECA GENERALE direzione generale sale di lettura generali e speciali sale per conferenze e convegni speciali

biblioteca di sezione biblioteche specializzate ( universitarie, di istituti culturali ecc.) Fig. 1 - Organismo urbanistico di una biblioteca centrale con ramificazioni periferiche (sezioni distaccate nel territorio)

biblioteca di sezione

SCHEMI FUNZIONALI Dai rapporti tra sale di lettura e magazzino librario nascono i vari tipi di biblioteca: - biblioteche con sala-magazzino; - biblioteche con magazzino separato dalla sala di lettura; - biblioteche con magazzino-sala; - biblioteche di prestito (senza la sala di lettura). TIPI DI BIBLIOTECHE A questi tipi distributivi si sovrappongono, secondo la convenienza, le varie categorie di biblioteche che si classificano in diversi modi, in base a criteri diversi. Cos possiamo elencare: - in base ai tipi ed alle qualit dei prodotti librari: biblioteche generali; biblioteche specializzate; - in base allorganismo urbanistico: biblioteche accentrate; biblioteche decentrate;

A.P.I.C.E. S.r.l.

363a

Manuale dellArchitetto

BIBLIOTECHE
- in base alle categorie di lettori: biblioteche popolari; biblioteche scolastiche; biblioteche scientifiche: - in base alle possibilit di uso: biblioteche pubbliche; biblioteche private. Dallo schema della biblioteca generale accentrata (risolta in genere secondo io schema funzionale delle sale di lettura separate dal magazzino librario) si possono individuare i rapporti distributivi tra gli elementi e seguire le variazioni dei tipi di biblioteca in rapporto al numero dei lettori ed alla quantit dei libri. Bisogner tuttavia accennare che lo schema della biblioteca generale accentrata, pur essendo il pi diffuso, non lunico ammissibile; in alcuni Paesi si va facendo strada il principio del decentramento, che comporta schemi diversi dal primo e forse pi aderenti alle necessit della vita moderna. Nella fig. 1 indicato, ad esempio, lorganismo urbanistico di una biblioteca centrale, ma ramificata in branches libraries estese fino a raggiungere mediante sezioni distaccate stabili o mobili (bibliobus) gli estremi lembi del territorio comunale di una grande citt oppure di una provincia o di una regione. In quei Paesi si ritiene, non a torto, che la biblioteca decentrata sia un po efficace strumento per la diffusione della cultura: il libro che va a raggiungere il lettore e non viceversa. Ma, com ovvio, una siffatta organizzazione presuppone, oltre che ampia disponibilit di mezzi, quel concorde proposito di unificare. che nei Paesi di pi antica tradizione difficilissimo conseguire. REPARTO DI CONSERVAZIONE MAGAZZINO DEI LIBRI Requisiti. - Il magazzino deve poter offrire la massima compattezza nellimmagazzinamento dei libri compatibile con la facilit di accesso al materiale librario da parte del personale. Per corrispondere allaccrescimento continuo della raccolta e ad eventuali nuovi criteri di collocazione deve altres offrire la possibilit di ampliamenti e di adattamenti interni. Ampliamento. - Si pu ingrandire il magazzino librario, avendo ci previsto, sia estendendolo in superficie, sia sopraelevandolo, sia occupando locali gi costruiti a questo scopo ma destinati temporaneamente ad altro uso compatibile con una biblioteca: unulteriore possibilit quella di costruire magazzini ausiliari decentrati. Tipo edilizio. - Attualmente il magazzino librario , nella maggior parte dei casi, un corpo di fabbrica semplice con scaffalature metalliche parallele e sovrapposte; possiamo avere struttura portante o struttura indipendente secondoch i montanti della scaffalatura reggano anche i vari piani di calpestio del magazzino o viceversa siano sopportati da solai indipendenti. La struttura portante di gran lunga la pi usata. La disposizione e le dimensioni di un magazzino nascono dalle dimensioni dei libri e da quelle conseguenti delle scaffalature. Formati DIN Formati tradizionali A3 cm 29,7x42 2 in folio cm 30x45 A4 cm 21x29,7 4 in-quarto cm 22z30 A5 cm 14,8x21 8 in-ottavo cm 15x22 Percentualmente il 65%85% dei volumi di una biblioteca del formato in-ottavo (DIN A5) ed il 10%13% del formato in-quarto (DIN A4), che diventano i formati medi per calcolare la capacit ed i carichi di una scaffalatura e quindi del magazzino librario. Se consideriamo lo spessore dei libri su m 1 di palchetto stanno dai 15 ai 10 volumi medi, e quindi, per m di superficie frontale dello scaffale, avremo dai 45 ai 90 volumi. Scaffalature - Gli scaffali sono normalmente larghi m 1 (distanza tra i montanti); la loro altezza determinata dallo sbraccio normale delluomo perch possa accedere comodamente al palchetto pi alto, ed mediamente di m 2,25; la profondit, per contenere anche gli in-folio, normalmente di cm 30. Per uno scaffale unifronte avremo dunque sette palchetti sovrapposti e dai 105 ai 210 volumi. Gli scaffali, a struttura metallica, possono avere gli elementi verticali a parete piena sui quali agganciare i ripiani, ovvero montanti di varia sezione che sopportano i palchetti a spondine piene o forate tramite dispositivi (cremagliere) coperti da brevetti. Accesso agli scaffali. - I carrelli a ruote snodate di cui si servono i fattorini per ritirare e riporre i volumi sono, mediamente, di cm 100x40x100 e determinano le corsie minime per laccesso agli scaffali, larghe cm 6570. Trasversalmente allandamento degli scaffali si prevede una corsia centrale doppia di cm 120150 e lateralmente una corsia semplice . Con disposizioni di questo tipo si hanno, compresi i passaggi, 140 volumi circa per m di pavimento (fig. 2). Servizi verticali. - Verticalmente il magazzino libri servito da scale, ascensori e montacarichi per il personale ed i materiali pesanti (scaffalature, ecc.) e da montalibri per il trasporto dei libri in comunicazione con la sala di distribuzione e prestito. Oltre le scale di normale collegamento (ogni 25 m al massimo) sono da prevedere delle scale di sicurezza a tenuta di fuoco in vano proprio. Illuminazione. - La luce solare diretta non desiderabile, specialmente per le scaffalature pi vicine alle pareti esterne, e si consigliano quindi speciali accorgimenti per intercettare i raggi del sole.

A.P.I.C.E. S.r.l.

363b

Manuale dellArchitetto

BIBLIOTECHE
60 500-600 120 100100100100100100 60 150

130 130 130 130 130 130 130 130 A 30 70

225

225

225

comune si devono prevedere posti di studio per i lettori che hanno ritirato nella sala di distribuzione i volumi che li interessano, e che possono cercare ausilio solo in un limitato numero di volumi (enciclopedie, vocabolari, dizionari, atlanti) a disposizione. Si predispongononormalmente tavoli isolati o in file con posti a sedere individuali e i necessari spazi di accesso. E'essenziale, oltre al dimensionamento ed alla spaziatura esatta dei posti, la loro disposizione rispetto alla provenienza della luce naturale. Illuminazione. - Se illuminazione laterale, si dispongono tavoli semplici (posti a sedere da un solo lato) in file perpendicolari alla pareteilluminante, in modo che la luce provenga da sinistra (comodit di scrittura): ovviamente se l'illuminazione bilaterale si disporranno tavoli semplici su due file in senso inverso. Se l'illuminazione mista o solo dall'alto si possono disporre i posti di lettura a tavoli doppi (posti a sedere sui due lati opposti), salvando con opportuni accorgimenti l'isolamento del lettore. Con le dimensioni e le disposizioni consigliate l'area per lettore varia tra m 1,70 e m 4, mediamente m 2,503,00 (fig. 3). Rapporto di illuminazione. - E' consigliabile che il rapporto tra la superficie delle finestre e l'area del pavimento non scenda al disotto di 1/5 per illuminazione laterale, 1/61/7 se vi anche luce dall'alto.
150 150 150

225 B Fig. 2 - Scaffalature di un magazzino librario. A, pianta; B, sezione


90 60 90

60

60

60

Riscaldamento. - I libri chiedono temperatura e umidit relativa leggermente inferiori a quelle ideali per Io uomo: 15 e 60%. Dato che infine conta soprattutto la costanza nel tempo di queste condizioni ambientali consigliabile, per il magazzino librario, il condizionamento completo dell'aria. Microfotografia. - Tutto quanto stato detto sulle dimensioni dei libri, le scaffalature ed il magazzino librario nel suo complesso sempre attuale: anche auspicando che una sempremaggiore parte di materiale librario adatto venga conservato attraverso riproduzione microfotografica (microfilm, micro-schede), una parte dei libri andr pur sempre conservata in originale. Tuttavia giornali e riviste da una parte, libri rari e materiale di archivio dall'altra, saranno anche conservati o consultati nella loro riproduzione microfotografica.

REPARTO PER I LETTORI SALE DI LETTUFRA Le sale di lettura possono essere divise: - per categoria di lettori: sale per adulti; sale per ragazzi; - oppure: sale di lettura comune; sale di lettura riservate o di consultazione; - per tipi e qualit dei prodotti librari: lettura microfilm; emeroteca e saia delle riviste; manoscritti, incunaboli e rari; musica (audizione dischi, lettura musica); stampe ed atlanti; - per materia: nelle biblioteche specializzate. Se ne esamineranno i tipi principali e le disposizioni pi usuali. SALA DI LETTURA COMUNE Posti di studio. - Nelle sale di lettura

POSTI SINGOLI 200-220 75 60 75 TAVOLI SEMPLICI 100-150 60 60 100-110

100-150

140-150

200-220 70-75

TAVOLI DOPPI Fig. 3 - Posti di lettura e loro dimensioni

A.P.I.C.E. S.r.l.

364

Manuale dellArchitetto

BIBLIOTECA
SALE DI LETTURA SPECIALI Sala di consultazione. Posti di studio - Nelle sale di consultazione i posti di lettura devono essere situati accanto alle scaffalature che son necessarie per contenere i libri (a volte in quantit notevole) messi a disposizione dei lettori. Sorge quindi il problema, con le sue soluzioni, della salamagazzino in cui i lettori ed i libri, con le loro diverse esigenze, sono posti nello stesso ambiente. Potremo quindi avere: scaffalature addossate alle pareti perimetrali; scaffalature poste normalmente alle pareti perimetrale.
30 10 55 Fig. 6 - Portariviste 35 130 130 130 35 250 180 35 35 10 70 75 oppure 90 95 Fig. 7 - Leggio per riviste

Nel primo caso la capacit in libri della sala, necessariamente subordinata alla superficie di parete utilizzabile per gli scaffali, piuttosto limitata e comunque non suscettibile di accrescimento; si pu facilmente calcolare con i dati gi forniti. L'altezza degli ambienti potr essere multipla (doppia o tripla) degli scaffali, distribuendo quelli dei piani superiori con opportuni ballatoi e scale.
particolare A

Nel secondo caso la distanza tra gli scaffali non potr pi, ovviamente, essere quella adatta per i magazzini; necessario in questo caso permettere il comodo accesso dei lettori agli scaffali, e si raggiungono distanze di m 2,10 2,15 tra asse ed asse di scaffale normale. Una disposizione molto comoda quella cosiddetta a carrels (fig. 4) che alterna lungo le pareti gli scaffali ai tavoli doppi (normalmente 4 posti). Emeroteca. - L'emeroteca (sala dei quotidiani) e la sala delle riviste concedono la consultazione diretta delmateriale conservato ai lettori, cio giornali e riviste sciolte o anche rilegate. Per la lettura dei giornali e delle riviste di grande formato si adottano leggii a piano di appoggio inclinato, per la consultazione in piedi o seduti. Per contenere le riviste si usano scaffalature a ripiani sovrapposti orizzontali (cm 40 di profondit, cm 18 di distanza tra ripiani, circa 50 riviste per m verticale) o inclinati (cm 30 di profondit, cm22 di distanza tra ripiani, circa 40 riviste al m verticale) che permettono la visione delle copertine e delle testate; si usano anche particolari scaffali a tasche verticali. Si prevede altres un ambiente o uno spazio per i numeri arretrati di riviste e giornali non ancora rilegati. SALA DI DISTRI DISTRIBUBUZIONE E PRESTITO Conviene tenere distinte funzionalmente le due attivit, anche perch la distribuzione dovrebbe essere vicina alle sale di lettura mentre per la parte di prestito conveniente

max 180

40

90 105

TITOLO

560

250 75

120
TITOLO

A 250 300 250 300 35 Sala di consultazione A, nicchie per consultazione; B, carrels.

90 90 95 oppure 70 75

70 75

90 95

Fig. 8 - Leggio per giornali. In piedi e seduto Carte geografiche. Fig. 5 - Sezione schematica di sala di consultazione con scaffali disposti su due piani e direttamente accessibili ai lettori Si prevedono armadi per la conservazione, verticale o orizzontale, delle carte ed ampi tavoli (m 4,50 X 0,75) per la consultazione.

A.P.I.C.E. S.r.l.

365a

Manuale dellArchitetto

BIBLIOTECA
la vicinanza dell'ingresso. Normalmente un bancone per persone in piedi divide la parte degli impiegati (a contatto col magazzino) da quella del pubblico. Per i lettori si prevedono posti a sedere per l'attesa e, per la parte di prestito, tavoli con cartelle per moduli di richiesta e scaffali per posare i libri. Per la zona degli impiegati si prevedono scaffali per contenere, temporaneamente, i libri restituiti o prenotati per i giorni seguenti e schedari per annotare i libri in uscita o entrata. CATALOGAZIONE Sala cataloghi. - In essa vanno collocati, a disposizione del pubblico, i cataloghi della biblioteca. Generalmente nelle biblioteche italiane i cataloghi a disposizione dei lettori sono due: - il catalogo alfabetico per autori (ordinato in base ad un preciso codice o corpo di regole); - il catalogo alfabetico a soggetto (catalogo per materie, o reale, contenente le schede ordinate in ordinealfabetico della parola esprimente, il contenuto del libro, secondo regole e soggettario codificati). In altre biblioteche i due catologhi sono fusi in un catalogo-dizionario, dove autori, soggetti, titoli, forme stanno in un unico ordine alfabetico. Per i manoscritti, gli incunaboli, la musica esistono cataloghi ordinati secondo norme speciali. Infine un catalogo, fondamentale, che normalmente non a disposizione del pubblico, ma che invece forma il vero centro ordinativo di tutto il materiale librario, il catalogo reale sistematico in cui le schede sono ordinate rigidamente secondo una classificazione dello scibile (diffusa la classificazione decimale ); tale classificazione, nelle biblioteche moderne, corrisponde alla collocazione del libro per cui la stessa sigla individua un volume nel catalogo (cio lo classifica nel suo contenuto) e la sua posizione nel magazzino. Le schede dei cataloghi possono essere raccolte in schedari a libretto o a cassetta; pi comodi per la consultazione del, pubblico quelli a libretto, pi concentrati e di pi rapido aggiornamento quelli a cassetta. Si prevedono piani di appoggio adiacenti agli schedari per la consultazione e la compilazione delle richieste. Quanto alla capacit si tenga conto che 500 schede di misurainternazionale (mm 125 X 75) stanno in un cassetto di mm 135 X 350 e quindi 1 m verticale di schedario (pari a 50 cassetti circa) capace di 25000 schede. Si tende, nell'organizzazione delle biblioteche, ad accentrare la schedatura a stampa con distribuzione del catalogo alle biblioteche associate; in Italia in formazione il catalogo unico per la riproduzione meccanografica delle schede ed elenchi delle opere di tutto il patrimonio librarie, nazionale dal 1501 in poi. UFFICI E LABORATORI Gli uffici debbono comprendere: - la direzione, da porre a contatto con i lettori e con gli altri uffici; - l'amministrazione; - gli uffici di catalogazione, formati da; ricevimento e registrazione libri, schedature, catalogazione, da porre a contatto con la sala cataloghi e il magazzino, I laboratori potranno essere di vario genere (gabinetto, fotografica, di legatoria e restauro del libro, ecc.). Per le caratteristiche distributive, dimensionali e tecniche di questi ambienti si rimanda alle consuete regole e, in particolare, come per i musei, alle vigenti Norme per il collaudo e lesercizio degli impianti tecnici cheinteressano gli edifici pregevoli per arte o storia e quelli destinati a contenere biblioteche, archivi, musei, gallerie, collezioni ed oggetti di interesse culturale.

A.P.I.C.E. S.r.l.

365b

Manuale dellArchitetto

SALE DI SPETTACOLO
CINEMATOGRAFI
DATI GENERALI DI PROGETTO Capienza economicamente consigliabile per grandi citt: 2000 3000 posti. Capienza minima di sale speciali: 200 250 posti.
L L
30 20

40

asse di visibilit orizzontale

Superficie per spettatore: m 4,5 6 (prevedendo rapidi ricambi d'aria). Schermo standard: m 5,40 x 4,00 (cio da 1/5 a 1/6 della lunghezza sala P); rapporto R normale fra lunghezza L ed altezza H dello schermo: 0,75 (v. fig. 1). Schermo per cinemascope: L = 1,25 della lunghezza P R = 1/2,35 (sonoro ottico) R = 1/2,55 (sonoro magnetico) Schermo per superscope: L = 113 P R = 1,2 Schermo panoramico: L = 1,75 P R = 1/3 1/4 l continui esperimenti e tentativi effettuati oggi dai tecnici per portare le possibilit del cinema oltre il campo delle possibilit della televisione possono portare a notevoli variazioni sui dati su esposti. Si deve anche notare che la larghezza dello schermo sempre calcolata come la L dello schermo standard: ci perch i campi laterali non vengono considerati dai tecnici come campi di perfetta visione e pertanto vengono ignorati ai fini del calcolo della sala cinematografica. Distanza minima G fra schermo e prima fila di spettatori: G = 0,8 L, oppure G = H (altezza dello schermo standard). raccomandabile dare alla distanza G un valore 1,5 L. Considerando il caso pi frequente di G = H, il primo spettatore vede il margine superiore dello schermo sotto l'angolo di 45. errato toccare un'inclinazione di 60, ma talvolta la si raggiunge.
schermo panoramico L=10 G=0.8L (concessa) G=1.4L (raccomandata)

zona di perfetta visibilit

schermo standard L=5

P=5L (raccomandata) P=6L (concessa)

raccordo piano

1/2 B
arco parabolico con fuoco in F

raccordi rettilinei
125

250

1/3 P
cassa H=400 2/3 H 1/3 H 180

A
max 15 45 115 30

250

T 2 file 180 V max 3V 60 B

Fig. 1 - Esempio schematico di sala cinematografica. A, pianta; B, sezione con balconata

45

H=400

piano teorico piano effettivo

180

12 115

R=H=400

90

180

Buona visibilit in una sala cinematografica, in rapporto allo schermo

A.P.I.C.E. S.r.l.

366a

Manuale dellArchitetto

SALE DI SPETTACOLO
CINEMATOGRAFI
Distanza massima P fra schermo ed ultima fila di spettatori: 6 volte la larghezza dello schermo (raccomandata P = 5 L ) fig.1 A. Angolazione massima della visivisibilit: 120 rispetto al piano dello schermo, cio 30 rispetto alla normale allo schermo (raccomandata un'angolazione di 110, cio di 20 rispetto alla normale). Forma della sala: un dato oggi passibile di notevoli variazioni, in dipendenza dei nuovi sistemi di ripresa e di proiezione. Per gli schermi normali e per quelli speciali oggi in uso, si pu per dire che: 1) necessario evitare comunque sale rettangolari: ci per esigenze acustiche. 2) Le sale lunghe e strette non rispondono alle esigenze visive, oltre che a quelle acustiche. 3) Le sale troppo larghe determinano zone di pessima visibilit, oltre i 110 raccomandati pi sopra, oppure danno luogo a corridoi troppo ampi. 4) La forma migliore quella a ventaglio, che segua per i 110 gi citati. Inclinazione delle platee: teoricamente, per un'ottima visibilit, sarebbe necessario che uno spettatore di statura bassa potesse vedere lo schermo anche avendo davanti a s uno spettatore di statura alta. Ci urta contro evidente impossibilit. Si conviene che buona visibilit di una sala quella che permette allo spettatore di statura media di vedere lo schermo sfiorando con lo sguardo il capo dello spettatore posto due file pi avanti a lui. Il capo dello spettatore immediatamente pi davanti viene evitato con lo sfalsamento delle poltrone, indichiamo qui i dati per la costruzione della curva della platea. (figg. 1 e 2). Altezza dello schermo dal piano platea: m 1,80; angolo di visibilit verticale dello spettatore di prima fila: 45; altezza da terra dell'occhio dello spettatore: m 1,15; altezza fra occhio e sommit del capo: cm 12; interasse fra fila e fila m 0,90. Stabilita allora la posizione della prima fila di spettatori e della terza fila di spettatori, si segnano sull'asse della prima fila le distanze di m 1,15 e di cm 12. Congiungendo il bordo inferiore dello schermo con la sommit del capo del primo spettatore e prolungando la semiretta fino ad incontrare l'asse, della terza fila, si ha gi la posizione dell'occhio del terzo spettatore: la quota della platea in questo

A.P.I.C.E. S.r.l.

366b

Manuale dellArchitetto

SALE DI SPETTACOLO
CINEMATOGRAFI
punto si ottiene abbassandosi di m 1,15. Cos proseguendo si determina una curva che si abbassa lentamente e poi risale fino a toccare il piano teorico della platea e infine, lo supera. Disposizione delle poltrone in platea ed in balconata: il regolamento milanese prescrive che, a sedile abbassato, vi sia uno spazio di almeno cm 40 fra fila e fila e di cm 50 quando i sedili sono rialzati. La larghezza dei posti non deve essere inferiore a cm 45 con un massimo di cm 55, misurati fra l'interno dei braccioli. l sedili devono essere fissati al suolo, essere articolati e rialzarsi facilmente. Per quanto riguarda gli interassi fra le file si stabilisce che il minimo di cm 75 (con schienale in legno) e il massimo di cm 90 con poltrone imbottite (fig.3). Per ogni fila i posti non possono essere pi di 14 in platea e 15 in galleria e il blocco delle file non deve comprendere pi di 10 in platea e di 4 in galleria: i passaggi fra questi blocchi di posti deve essere di m 1 ; anche i passaggi laterali devono essere di almeno m 1 e devono dare su porte di almeno m 1,50. l corridoi devono avere larghezza minima di m 1,50. Balconate: hanno capacit solitamente compresa fra il 30 % ed il 50 % di quella della platea. Per determinarne il profilo, occorre tener conto di questi dati (v. fig. 1): 1) L'angolo di proiezione non deve superare i 15: consigliabile un angolo di 12; 2) I gradini della balconata devono essere allineati sulla semiretta A' che parallela ad A e ne dista m 2,50. 3) Lo spettatore in piedi, in fondo alla sala, deve sfiorare con lo sguardo il limite inferiore della balconata, se guarda il limite superiore dello schermo (linea T in fig. 1). 4) La sporgenza massima della balconata non deve superare 3 V, dove V laltezza netta da piano platea a intradosso balconata. 5) La pendenza delle balconate non deve dare luogo ad clementi intermedi fra i gradini delle poltrone. 6) La tangente dello sguardo deve sfiorare il capo dello spettatore della fla immediatamente davanti: ci a differenza di quanto prescritto per la visibilit in platea. Da un punto di vista statico le balconate danno luogo a problemi assai interessanti. La soluzione del problema statico della balconata solitamente si basa sugli schemi riportati in fig. 4. Riportiamo qui di seguito brani del regolamento di Milano riguardanti palchi, logge, uscite e scale. Il problema acustico: sale lunghe e strette, alti soffitti, sporgenze di gallerie eccessivamente lungo e strette, superfici concave concentranti ed ampie, ininterrotte superfici riflettenti, devono sempre essere evitate, poich dal loro uso derivano spesso inconvenienti acustici. Pertanto, precisando, il caso di tener presenti queste raccomandazioni: 1) Volume minimo compatibile con la richiesta capacit di posti e con le giuste proporzioni della sala. 2) Ampiezza della sala compresa tra il 50% e il 70% della sua lunghezza ed altezza del soffitto non maggiore del 40% della lunghezza. 3) Impiego di superfici non parallele: in particolare il pavimento non deve essere parallelo ad alcuna parte del soffitto, n le varie parti delle pareti laterali devono essere parallele alle loro parti opposte. 4) Impiego di superfici convesse piuttosto che concave. Parimenti le superfici delle pareti e del soffitto devono essere interrotte per poter diffondere il suono in tutte le direzioni. 5) Le caratteristiche di assorbimento della sala devono prevedere la stessa legge di smorzamento del suono tanto, nella direzione verticale che in quella orizzontale, da una parete laterale all'altra o dalla parete anteriore a quella posteriore. 6) Poltrone pesantemente imbottite e corsie di feltro nei passaggi. 7) Trattamento del retroscena tale da trasmettere in modo trascurabile il suono riflesso dal retroscena stesso verso la sala. 8) Proscenio rivestito di pesanti tappeti progettato per buone condizioni di visibilit dalla zona anteriore dei sedili. 9) Pareti della sala con efficienti materiali isolanti per evitare che i rumori estranei penetrino nella sala. 10) Cabina di proiezione trattata acusticamente con materiale antincendio e spioncini per la proiezione muniti di frangisuono acustici. 11) Tutta l'attrezzatura soggetta a vibrazioni o ronzio, come generatori, regolatori di voItaggio, attrezzature per il controllo dell'illuminazione, ecc. va isolata acusticamente dalla sala. max 14 file interasse 7590
interasse 4555

max 15 file

150
100 150 max 10 file

150
100 150

max 10 file

150 150 A Fig. 3 Disposizione dei posti in una sala cinematografica. A, in platea; B, in galleria. B

A B A C

B B A E D F G

C C D H

E Fig. 4 Schemi statici per la costruzione di balconate A, alla balconata calcolata a mensola si sovrappone sulla sezione dincastro una trave che agisca da forza verticale; B, il muro di sostegno dellincastro lo si fa lavorare come tirante; C, lo sbalzo compensato in parte da un momento, creato dallo spostamento del muro di sostegno, rispetto alla soluzione A; D, si crea una trave AD, appoggiata ai muri dambito, in modo da limitare molto lo sbalzo contemporaneamente si carica il lato BC, in modo da ricadere nel caso C, ma con una trave al posto del muro di sostegno; E, si aiuta la trave AD con due travi simmetricamente oblique, le quali diminuiscono il momento flettente della trave AD e limitano ancora lo sbalzo.

Palchi e logge: rei teatri e circhi gli ordini di palchi e logge normalmente non saranno pi di tre, muniti di non meno di due scale una per cadauno fianco con diretta uscita all'esterno. Ogni piano di piano e logge dovr essere servito da scale proprie. Qualora si richiedesse un numero maggiore di ordini di palchi e logge si dovr provvedere ad un conveniente aumento dei mezzi per sfollare il pubblico; le scale tutte, poi, dovranno avere dimensioni da consentire una rapida e comoda uscita degli spettatori, ad ogni caso larghezza mai inferiore a m 1,50 cadauna.

Laltezza netta dei corridoi in servizio dei palchi, logge o poltrone non dovr essere minore di quella dei palchi ed in ogni modo di almeno m 2,50. Nei cinematografi la sopraelevazione del pavimento della loggia sul piano di platea non sar inferiore a m 3,50, n superiori a m 6,00. Uscite: la larghezza complessiva delle uscite non deve essere inferiore a m 1 per ogni cento persone di capienza (quelle destinate allentrata saranno valutate per la met della loro luce effettiva). La luce di ciascuna porta non deve essere inferiore a m. 1,50 n superiore a m. 2,50. In nessun caso un locale potr avere meno di 3 uscite. Scale: nessuna delle scale di servizio del

pubblico deve avere larghezza minore di m. 1,50. vietato avvalersi del legno per la costruzione delle scale, salvoch pei mancorrenti. I gradini non potranno essere collocati in aggetto (strabalzo), ma saranno invece sostenuti alle due estremit, dovranno essere di pietra o di altro materiale resitente al fuoco. La larghezza dei gradini (pedata) non potr essere inferiore a cm. 30, n superiore a cm 35. Lelevazione fra in gradino e laltro (alzata) non potr essere maggiore di cm 17. Normalmente i rami di scale (rampe) non dovranno avere meno di tre gradini n pi di quindici.

A.P.I.C.E. S.r.l.

367

Manuale dellArchitetto

SALE DI SPETTACOLO
CINEMATOGRAFI
0.535 quando vengono impiegate due macchine di proiezione, gli assi ottici saranno equidistanti dalla mezzeria della sala min 0.10 proiettore min 1.00 estintore proiettore min 1.00 min 1.00 min 2.50 CABINA (altezza min. m 2.50) min 1.00 renza allo schermo, un buon equilibrio tra alte e basse frequenze, un'altezza di suono uniforme per tutta la sala ed un giusto equilibrio tra i passaggi musicali di tono alto e basso. Anche le scene con dialogo sussurrato daranno buoni effetti CABINE DI PROIEZIONE Estratto di regolamento Cabina - Deve essere costruita conmateriale incombustibile e deve essere preceduta da una anticabina. Tanto la cabina che l'anticabina, oltre all'essere esterne alla sala, non dovranno avere all'infuori delle finestrelle di spia e passaggio di raggi, alcuna comunicazione con ambienti frequentati dal pubblico; la cabina dovr misusportello a ghigliottina muro ad una testa

custodia film ANTICABINA tavolo avvolgimento film

tavolo

min 0.50

scaletta di accesso indipendente Fig. 5 - Cabina di proiezione regolamentare

12) Impianti per il condizionamento dell'aria del tipo a grande volume e piccola velocit dell'aria con condotti per l'aria provvisti di filtri acustici.
m 11.55 203 182 54 92 76 55 688 259 76

Se queste raccomandazioni verranno seguite, la sala che ne risulter dar un suono (prodotto con i moderni impianti a 2 vie) intelligibile, una buona ade264 20

molla di arresto min 180 min 150 finestrella

min 258

120 120 97 15 15 15 20 40 45 2040 45 20 52 55 45

min 140

rivestimento in legno o lamierino

61

162

203

cassetta pr. soccorso


w.c.

spia variabile proiettore

tavolo avvolgimento film


132

uscita di sicurezza

mm 127.5 guida in alluminio o ottone Fig. 7 - Spioncino di proiezione di tipo standard

depos. film GENERATORI

asse del doppio dissolvitore asse macchina asse lente porta a chiusura automatica quadro di amplificazione estintore CABINA Tutte le porte secondo le norme antincendio recipiente carbone caldo

182

scala a pioli canna di tiraggio

quadro controllo e distribuzione

sistema di ventilazione separato per le macchine con tubi posti direttamente sui portalampade chiusura in caso d'incendio

ventilazione generatori proiett. e w.c.

avviamento motori

m 2.403.00

finestrelle chiusure metalliche prescritte per gli incendi

spioncini

30

basamento in laterizio vuoto e calcestruzzo

Posizione e misure delle aperture dipendono dal tipo di macchina e dall'angolo di proiezione Fig. 6 - Cabina di proiezione di tipo p completo

rare nellinterno non meno di m 2,20 x 2,20 e dovr inoltre avere una sufficiente e buona ventilazione mediante prese d'aria possibilmente dallesterno. Le dimensioni della cabina dovranno essere proporzionate al numero, dimensione degli apparecchi che vi verranno collocati. La distanza fra i diversi apparecchi e gli apparecchi e le pareti laterali e posteriori della cabina sar tale che la circolazione del personale di servizio possa sempre effettuarsi con facilit; ad ogni modo lo spazio destinato alla circolazione non potr mai avere luce inferiore a un metro. Le finestre e finestrelle della cabina comprese quelle di spia, dovranno essere manovrabili collettivamente dall'anticabina. La scala di accesso conducente allanticabina dovr avere una luce non minore di m 0,50 e dovr essere di materiale incombustibile munita di

A.P.I.C.E. S.r.l.

368a

Manuale dellArchitetto

SALE DI SPETTACOLO
CINEMATOGRAFI
mancorrenti e collocata fuori della vista e del passaggio del pubblico; si potranno ammettere scale frattine purch in ferro. La porta della cabina aprir verso l'esterno e sar munita di semplice molla a scatto. Si dovr provvedere ad una buona aerazione eventilazione della cabina. Nel caso questo non possa essere ottenuto mediante finestre che diano allaperto, si installeranno degli estrattori daria per effetto dei quali latmosfera nell'interno della cabina in nessun caso abbia superare i 32. La cassa destinata a contenere i films dovr essere collocata nellanticabina essere fissata al suolo e costruita con materiale incombustibile (fig. 5). L'esempio riportato qui a fianco l'espressione minima della cabina, quale risulta dalla stretta applicazione del regolamento italiano; nelle sale pi evolute per le macchine da proiezione divengono tre (una di riserva) e tutti i servizi si completano e si estendono secondo la pianta e la sezione della fig. 6. Dati generali di progettazione - Riguardano elementi costruttivi come: Pareti - Buona regola costruire le pareti delle cabine in calcestruzzo da cm 20 oppure in mattoni pieni da cm 25. Si danno per casi di cabine costruite in forati con intonaci di buon spessore in malta di cemento. Le cabine pi moderne sono rivestite internamente (da quota m 1,20 in su) da materiali afonici e incombustibili nel qual caso i dati di cui sopra evidentemente variano. Anche i colori delle pareti sono determinati: con soffitto bianco, le pareti bene siano di colore neutro sopra m 1,20, mentre bene siano verde oliva sotto tale quota. Pavimento - La sezione delle solette deve tener conto dei notevoli pesi concentrati che deve sopportare. Sulla soletta in c .a. (voluta dai Vigili del fuoco) sar bene porre uno strato di almeno cm 6 di scorie o di materiale isolante non troppo elastico. Una cappa di cm 5 di cemento porter il pavimento in grs oppure potr essere semplicemente lisciata. Porte - Le porte saranno in ferro o rivestite da lamiera di ferro e saranno dipinte di nero con almeno due strati di vernice; devono resistere al fuoco per un'ora almeno; le porte si apriranno verso l'esterno e si chiuderanno automaticamente, con molle di richiamo. Maniglie e cerniere saranno in acciaio sempre per esigenze antincendio. Lo spioncino di protezione - Sar posto (v. fig. 1) in modo che il fascio luminoso che da esso fuoriesce passi almeno a m 2,50 sopra il piano inclinato dei gradini di balconata. Lateralmente allo spioncino di proiezione sulla destra (asseasse cm 53,5) sar posto lo spioncino di osservazione, il cui asse orizzontale dister dall'asse orizzontale dello spioncino di proiezione di cm 53,5. Le dimensioni dello spioncino di osservazione sono di cm 18 x 18. In fig. 7 riportata la sezione della spia di proiezione ove sono da notare le due lastre di vetro (leggermente inclinate rispettivamente per evitare riflessioni) e lo sportello ghigliottina, in ferro, scorrevole verticalmente su guide di alluminio o ottone.

A.P.I.C.E. S.r.l.

368b

Manuale dellArchitetto

SALE DI SPETTACOLO
TEATRI
Estratto dal regolamento Scale. - Nei teatri il palcoscenico avr almeno due scale, della luce non minore di m 1,30 cadauna; esse avranno inizio nel sottosuolo ed avranno sblocco, oltrech ai vari piani, anche a quello stradale e sul tetto; il vano racchiudente queste scale dovr essere esterno al palcoscenico e le aperture avranno porte resistenti al fuoco. Le loro pareti dovranno essere costruite in muratura piena, non ammettendosi il riempimento delloscheletro in cemento armato con mattoni forati. Nei cortili fiancheggianti sala o palcoscenico, s procurer di collocare delle scale metalliche fisse esterne, che consentano l'accesso ai vari piani del fabbricato ed anche al tetto. Scena. - Nel palcoscenico deve essere creato un ambiente separato costituente la scena propriamente detta. l muri che racchiudono la scena avranno, alla sommit. spessore non minore di m 0,40, saranno sopralzati a tagliafuoco e vi si dovr praticare solo il numero di porte strettamente indispensabili, munendole di serramenti resistenti al fuoco. Sulla scena propriamente detta di regola vietato collocare camerini, magazzini, ecc. e destinare qualsiasi parte ad altro uso che non sia la rappresentazione offerta al pubblico, coi relativi servizi indispensabili. L'innalzamento delle scene dovr avvenire senza ripiegature; nel caso questo non fosse possibile, ci si dovr avvalere delle scene cosidette parapettate . Tutte le parti della scena di legno o di altro materiale facilmente combustibile, saranno rese ininfiammabili coi noti mezzi. Il palcoscenico dovr avere uscite dirette che conducano all'aperto. l passaggi che servono ad accedere al posto del suggeritore ed all'orchestra dovranno essere disposti n modo da condurre rapidamente in salvo in caso d'incendio. Camerini e cameroni. - Nell'ambiente costituente la scena propri amante detta non potranno essere installati, fosse pure provvisoriamente, camerini di artisti o cameroni per le masse. Uguale disposizione vale per i pianerottoli delle scale anche nel caso questi siano assai ampi. Tanto icamerini che i cameroni dovranno essere
Trattiamo Jelle sale per l'opera lirica, per la prosa, per il variet. scena laterale spogliatoi attori coro balletto alto un piano aria e luce diretta

elevatore grande orchestra 80 persone piccola orchestra 3540 persone variet orchestra 410 persone disco rotante

3L ciclorama retroscena 1,30 2

mq 0.80/pers.

torre 2L

2 aria e luce diretta fossa orchestrale scena laterale spogliatoi attori coro balletto alto un piano

magazzino macchine superiori ballatoi di manovra 2H+2m Z H sipario tagliafuoco

elevatori Teatro d'opera: profondit 2 L ; larghezza 3 L; altezza non inferiore a 2 H + m 2, non superiore a 2 H + 1/3 H (L oscilla tra m 8 m 10 nei teatri) normali). Teatro di prosa: profondit 2 L; larghezza 3 L; altezza non inferiore a 2 H + m 1,50 (oscilla tra m 6 e m 9 nei teatri normali).

sala scenograf. magazzino 810 m

orchestra scena inferiore

magazzino

Fig. 8 - Pianta e sezione tipiche della zona palcoscenico

opportunamente ventilati da finestre prospicienti l'esterno e normalmente non dovranno essere collocati totalmente sotto il livello della strada. Se i camerini sono ritagliati in un ambiente vasto che ne contenga parecchi, le loro pareti dovranno essere di materiale incombustibile. vietata qualsiasi decorazione (tappezzeria in carta o in tessuto nei camerini e cameroni). Laboratori. - l laboratori per i pittori dovranno essere collocati nella parte superiore dell'edificio e quelli di sartoria, con le opportune cautele, anche ai piani intermedi. l laboratori o magazzani in diretta comunicazione col palcoscenico dovranno essere muniti di porte resistenti al fuoco. desiderabile, che nell'edificio comprendente un teatro, non esistano laboratori o magazzini adibiti ad esercizi ritenuti pericolosi dalla commissione di vigilanza. Laboratori per operai estranei all'esercizio del

teatro, e segnatamente per falegnami, dovranno essere costruiti con materiale incombustibile, e dovranno avere accesso direttamente dall'esterno. Magazzini. - Qualsiasi locale deve essere dotato di magazzini sufficienti ai bisogni delle rappresentazioni. Speciale cura dovr porsi nel provvedere alle chiusure di separazione fra essi e la scena. Codesti ambienti dovranno essere muniti di apparecchiautomatici a pioggia (doccioni o sprinklers). Elementi della composizione a) Ingressi, atrio, biglietterie, guardaroba, servizi, direzione del teatro, uscite di sicurezza, scale (per le dimensioni vedere i dati dei cinematografi). b) Ridotti, bar, servizi. c) Sala vera e propria, con posti di platea, di galleria, di balconate e palchi (per le dimensioni vedi quanto scritto per i cinematografi e pi avanti). d) Reparto del palcoscenico, comprendente il proscenio, il palco con bocca-

A.P.I.C.E. S.r.l.

369a

Manuale dellArchitetto

SALE DI SPETTACOLO
TEATRI
scena, il sottopalco, la zona di manovra delle scene, dotata di graticciata di manovra (fig. 8). e) Magazzini per deposito di scene (peso scenari: kg 25 35 per m), attrezzi e macchine, vestiari (con piccola stireria e sartoria), laboratoriodegli scenografi (una sala molto grande e due sale piccole), magazzino del trovarobe (nelle vicinanze del palcoscenico), magazzino elettricista. f) Camerini (superficie m 6 10, altezza m 2,50): almeno tre camerini avranno piccola anticamera e servizio singolo; tutti i camerini avranno un lavabo e, in gruppi di 10 12, un servizio. Legate ai camerini sono le 2 o 3 salette di prova degli attori principali, essenziali nei teatri per l'opera lirica. Occorrono anche due camerini per i registi dello spettacolo. g) Cameroni per le masse corali, per le comparse, per l'orchestra, per il corpo di ballo, sia per uomini che per donne. Si devono calcolare m 1,5 a persona, mentre per le comparse e i bambini si calcoli non pi di m 1,5 a persona. La sala di prova per il ballo deve riprodurre esattamente; il tipo e l'inclinazione del pavimento del palcoscenico. h) Locale di pronto soccorso, locale per il pompiere di servizio, con telefono. i) Locale per il parrucchiere-truccatore. l) Locale per lamministrazione. La platea. - Esaminiamone ora a parte gli elementi pi importanti e significativi; le dimensioni del boccascena sono determinate dalle condizioni di visibilit degli spettatori di prima fila della platea e dell'ultima fila di galleria. La prima non deve vedere al di sopra del fondale e l'ultima deve poterlo vedere per tutta la sua altezza (v. fig. 9). Il profilo della platea di un teatro si determini partendo da basi diverse da quelle indicate per i cinematografi. Infatti i punti d'attrazione sono i visi degli attori che sono posti pressappoco alla stessa altezza e hanno evidentemente piccola estensione. Il problema della visibilit quindi ancora pi grave che per i cinematografi dove lo schermo ha vaste dimensioni. Nascono da varie formule, studiate dal Nikolsky, dal Lachez, dal Ciocca e da molti altri, profili tanto rialzati da rendere problematica la costruzione dei corselli di attraversamento e dei corridoi perimetrali. Si
Z = distanza della prima poltrona Ls = larghezza della scena H = altezza della scena Hf = altezza del fondale Hp = H (Z + Ls) Z Hf H p

Hp

Ls Z Fig. -9 Relazioni fra gli elementi della scena e la prima fila di poltrone +60

-105

-100

-90

-75

-50

-20

+15

630

460

460

460

460

460

460

460

Fig. 10 Profilo di platea teatrale fissato su dati pratici

Fig. 11 - Schemi di palcoscenici a piani mobili A, piani a traslazione orizzontale; B, piani ruotanti combinati; C, settore ruotante; D, piani concentrici ruotanti; E, combinazione di piano ruotante su piano di traslazione orizzontale.

usa perci un profilo nato da esperienze pratiche, il quale, in media, d una variazione di quota per ogni fila di cm 5; naturalmente questo dislivello distribuito secondo rapporti variabili con la distanza dalla scena. In fig. 10 riportato un profilo di platea assai usato. Pino del palcoscenico. - Pu essere fisso e costituito da un'orditura parallela alla linea del boccascena ricoperta da tavole d'abete di almeno cm 4 di spessore. Il piano cos costruito ha pendenza dell'1 % verso il boccascena.Pu essere invece dotato di piani mobili a scorrimento laterale, sui quali si preparano le scene che man mano saranno presentate al pubblico. Questo sistema abbisogna di molto spazio lateralmente al boccascena. Pu essere anche dotato di piani elevabili a mezzo di scorrimento su guide, comandate da torchio idraulico: questo sistema abbisogna naturalmente di molto spazio sotto al palcoscenico.Un tipo mo-

derno di palcoscenico quello a piani rotanti, molto usati specie nei teatri di prosa e variet. Sono di vario tipo (v. fig. 11), ma tutti assimilabili a piani imperniati sul centro e chiusi verticalmente da pareti ed in, modo da creare settori, man mano presentabili al pubblico. Il sistema talvolta pi complicato; esistono infatti piani abbinati, portanti ciascuno mezza scena oppure piani ruotanti scorrevoli su binari, aventi cio due possibilit di moto. Siari metallici tagliafuoco: sono obbligatori nei teatri con pi di 800 posti ed hanno la funzione di separare il palcoscenico dalla platea in modo che l'eventuale incendio scoppiato nel primo non si propaghi alla platea e ne consenta lo sfollamento ordinato. Il sipario deve essere metallico, perfettamente aderente alla sagoma del boccascena, rigido tanto da resistere a differenze di pressione, scorrevole senza difficolt e cadente a gravit, senza cio dipendere dall'energia elettrica.

A.P.I.C.E. S.r.l.

369b

Manuale dellArchitetto

AUDITORI
Rispondenti a speciali esigenze acustiche e, quindi aventi forma e dimensioni speciali, gli auditori per concerti sinfonici e corali e per musica da camera (piccoli complessi fino a 20 orchestrali, quartetti, solisti ecc.) meritano un capitolo a s. C a p i e n z a . - Un problema importante quello della capienza: per la musica da camera sarebbero necessari locali relativamente piccoli, sia per tener fede allo speciale tipo di musica, che richiede ambienti raccolti, sia per guidare il suono con pi facilit, scegliendo le superfici assorbenti e riflettenti con particolare cura. Per i grandi concerti, invece, necessaria una capienza assai superiore: talvolta si risolto il problema della coesistenza, in un auditorio, delle due forme di spettacolo suddette con la costruzione di costose apparecchiature che diaframmano all'occorrenza la grande sala da concerto secondo le esigenze non solo del pubblico, ma anche del solista o del piccolo complesso. Per dare un esempio, il conservatorio di Lipsia ha 750 posti, quello di Parigi 850, l'auditorio di Stoccolma 1300 e quelli svizzeri di Lucerna e Zurigo circa 1100. Solo la sala Pleyel di Parigi, con 3000 posti, si stacca dalla media degli altri complessi del genere. L a f o r m a : dettata soprattutto dalle raffinate, notevoli e speciali esigenze acustiche di queste sale. In genere si creano sale a forma di ventaglio, simili a quelle viste per spettacoli d'altro genere, ma spesso le superfici si curvano secondo ellissi o parabole generatrici. I l p o d i o : le sue dimensioni sono dettate soprattutto da esigenze di carattere acustico, non potendosi concepire distanze fra le sorgenti sonore superiori ai 22 metri, limite oltre al quale entrano in giuoco fattori compiessi e non facilmente controllabili che determinano sovrapposizione di suoni di diversa provenienza. Una larghezza di m 20 gi un massimo ed una profondit di m 8 l'ideale. L a p l a t e a : sar inclinata pi di quanto si usa fare nei teatri, sempre per esigenze acustiche. Elementi della composizione di un grande complesso
13 11 10 10

5 4

17 15 16 8

7 6 14 13 12

4 5

Fig. 3 - Auditorio del conservatorio di Berlino (arch. Baumgarten) Complesso creato con rigidi concetti economici e quindi senza tutti gli accorgimenti necessari per una perfetta resa del suono delle orchestre. Spesso queste sale, se sono uniche, come in questo caso, sono diaframmabili, per la concentrazione dello spazio occupato dallorchestra e dal suo pubblico. 1, ingresso; 2, cassa; 3, hall; 4, salita ai servizi; 5, guardaroba; 6, orchestra; 7, proscenio; 8, ascensore degli strumenti; 9, prova orchestra; 10, solisti; 11, direttore di orchestra; 12, servizi artistici; 13, ingresso degli artisti; 14, guardaroba degli artisti; 15, servizi degli artisti (massa corali ed archestrali); 16, deposito strumenti; 17, alla scuola del conservatorio.

5 3 5

4 2

Fig. 4 - Auditorio di Stoccarda Pianta al livello della balconta della grande sala. Esempio tipico di grande complesso per concerti e per feste, banchetti ecc. Estensione resasi necessaria per questioni economiche. Si notino le diverse dimensioni delle tre sale, ciascuna adatta ad un tipo di concerto. 1, grande sala con 2000 posti; 2, sala con 750 posti; 3, sala con 400 posti; 4, ingresso; 5, foyer; 6, ristorante.

A.P.I.C.E. S.r.l.

370a

Manuale dellArchitetto

AUDITORI
a) ingressi, atrii, biglietterie, direzione, servizi, ridotti, bar: il tutto come nelle sale teatrali; b) sala per concerti sinfonici; c) sala per musica da camera; d) sale di prova per orchestra, in numero e dimensioni diverse; e) sala di prova per i cori; f) salette di prova per i piccoli complessi; g) sala per l'organo, elemento assai importante (almeno m 100, altezza almeno m 10) con alcuni locali minori per il motore dell'organo, acusticamente assai ben isolato.
2 2 2 3 3 3 2 1

2 4

Fig. 2 - Elementi a riverberazione variabile usati in Inghilterra. Fig. 1 - Tipo di pannelli usati dalla NBC per variare la riverberazione da secondi 0,65 a secondi 1,15. 1, intonaco lamato; 2, superficie trattata con isolanti; 3, cerniera; 4, pannelli; fonoassorbenti, scorrevoli su comando elettrico. 1, struttura muraria; 2, superficie cilindrica ricoperta da amianto con assorbimento 60%; 3, superficie ricoperta da intonaco con assorbimento 20%. Ruotando i cilindri (taluni usano anche delle semisfere) varia naturalmente il potere di assorbimento della superficie.

A.P.I.C.E. S.r.l.

370b

Manuale dellArchitetto

CENTRI RADIO TELEVISIONE


l centri di trasmissione della radio e della televisione sono complessi influenzati, nella loro organizzazione, da particolarissime necessit tecniche, in specie da quelle degli impianti elettrici e da quelle di natura acustica. Basti dire che, per facilit di accesso, i centri devono essere dislocati in zone vive delle citt ed invece per esigenze di silenziosit e di facilit di trasmissione dovrebbero esser posti alla periferia o addirittura in aperta campagna. Il problema acustico si articola su tre esigenze: isolamento dai rumori esterni, protezione dai rumori interni e perfetta resa del suono attraverso una forma studiata, degli studi di produzione ed attraverso i materiali che costituiscono le pareti degli studi stessi. I rumori esterni si combattono con doppi e tripli serramenti e con la costituzione degli studi in scatole isolate in ogni lato dalla struttura portante, (v. fig. 2) in modo che le vibrazioni esterne non si comunichino all'interno degli studi, secondo le previdenze tecniche che qualsiasi libro specializzato indica ed illustra. A questo proposito, sono in discussione gli edifici multipiani e gli edifici monopiani. l primi hanno strutture pi soggette alle vibrazioni, ma i secondi hanno maggiori superfici esposte ai rumori esterni, a parte il loro maggior costo. l rumori interni si combattono sia con l'adozione di materiali molto assorbenti, sia con l'adozione di segnali ottici al posto di quelli sonori. Il terzo aspetto del problema acustico ricalca quanto gi esaminato a proposito dei cinematografi e dei teatri: infatti la forma del locale ed i materiali che lo costituiscono sono massimi fattori di buona resa sonora. Si deve tener presente che il microfono ha caratteristiche nettamente diverse dall'orecchio umano, che fonde suoni diretti e suoni riflessi e li rende pieni e pastosi. Il microfono non risente di code sonore e trasmette quindi suoni secchi, non graditi. Per cui, allo scopo di non generare possibilit di sovrapposizioni molto sfasate e non continue, si preferisce far assorbire ogni suono prodotto dalle pareti. Il suono poi, viene arricchito e reso poi pastoso attraverso le sale eco . Secondo altre tendenze, il suono viene guidato con riflettori variabili in estensione e posizione reciproca, in modo che il microfono accolga il suono diretto di tutti gli strumenti, ovunque siano posti nella sala e venga sfruttata anche quella piccola coda sonora che il microfono in grado di rendere: sono queste le tendenze pi moderne.

12

13

VIA TEULADA
3 1 7 8 11 11 11 9 10 4 6 5 6 7 9 10 8 2

VIA DURAZZO

VIA CORTELLAZZO

Fig. 1 - Schema di un piano della sede RAI-TV di Roma 1 e 2, studi; 3, saletta degli annunci; 4, saletta di regia e degli annunci; 5, supervisore; 6 e 7, locali smistamento video ed audio; 8, controllo camere di ripresa; 9 e 10, regia audio e video; 11, zona degli uffici; 12, magazzino delle riprese esterne; 13, materiali ed addetti alla scenografia.

A.P.I.C.E. S.r.l.

371a

Manuale dellArchitetto

CENTRI RADIO TELEVISIONE


GLI ELEMENTI DELLA COMPOSIZIONE Solitamente un centro radiovisivo composto da: 1) direzione compartimentale, 2) agenzia postale per il pubblico, 3) ufficio abbonamenti, 4) sezione radiovisione, 5) sezione musica, 6) sezione prosa, 7) sezione dei servizi tecnici, 8) servizi generali, 9) complesso di locali per ospiti e di locali di emergenza. Ovviamente, l'estensione di queste aree funzione dell'importanza del centro. Per dare un'idea delle proporzioni di un centro, riportiamo le aree ed i locali richiesti nel bando di concorso per la costruzione della sede milanese della RAI. Direzione compartimentale. Deve essere facilmente accessibile dall'esterno e deve costituire il centro del complesso. Sar composta da uno studio per il direttore, uno per il vice direttore, da zone di attesa e ricevimento e da 8 locali per impiegati (m 25 ciascuno). U f f i c i o a b b o n a m e n t i . - Sar composto da 810 locali (media m 25), per impiegati e capi ufficio (circa 30 persone). Avr attesa e ricevimento. A g e n z i a p o s t a l e . - Avr 8 sportelli, zona per la scrittura e le informazioni oltre all'ufficio per il capo e ai servizi per gli impiegati, prevedibili in numero di 810. S e z i o n e r a d i o v i s i o n e . - Comprender: uno studio A (m 1000 con altezza locale da 8 a 10 metri); uno studio B (da 3000 a 4000 m con altezza locale di m 10); una centrale di amplificazione, possibilmente in vista degli studi (6070 m); una sala di regia e controllo (assolutamente in vista degli studi): una sala per spettatori invitati (in numero di 100); una sala per trasmissione film (m 4050); un laboratorio (m 50); 5 ambienti per i tecnici: un'attesa per gli esecutori; spogliatoi per camerini per artisti (6 uomini e 30 orchestrali, 30 generici donne e, 15 generici uomini; 6 donne); sale di truccatura (m 4050); un magazzino costumi: un magazzino attrezzi e lampade; servizi igienici. Sezione musica. Comprender: un auditorioteatro di 25003000 posti; un auditorio A, di m 15002000. (H locale m 810): un auditorio B, di m 600800. (H locale m 68). Detti auditori devono essere dotati di sala regia ed amplificazione. Inoltre sar da prevedere una sala per i conferenzieri; 3 cabine per annunciatori; 12 uffici per registi e maestri; un archivio musica, spogliatoi per orche strali (150 persone), per coristi (60 uomini e 40 donne), un guardaroba (150 uomini e 150 donne); zone di attesa per esecutori; servizi igienici. S e z i o n e p r o s a . - Sar composta da 3 studi, costituiti da una sala principale (m 600800, H = m 6) e da 23 sale minori, collegate ad un centro di re gia e controllo; una sala di lettura (m 6080); un archivio copioni; 810 uffici (media m 25): un guardaroba: un'attesa per esecutori; servizi per 50 persone fra uomini e donne. S e z i o n e t e c n i c a . - Composta da: locale per accumulatori e raddrizzatori (m 120); locali per amplifi-

A.P.I.C.E. S.r.l.

371b

Manuale dellArchitetto

CENTRI RADIO - TELEVISIONE


16 15 7 5 1 7 8 1 3 9 5 7 13 6 14 Fig. 3 - Dettaglio costruttivo in sezione di una finestra a triplo cristallo posta fra studio e saletta di regia di un complesso della NBC a New York. 1, strato di gomma di spessore di mm 6,5; 2, 1 telaio di legno; 3, strato di feltro; 4, 2 telaio di legno; 5, lana di roccia involta in tela perforata; 6, calcestruzzo alveolato; 7, cristalli. 6 4 2 3 7 7

13

4 10 11 12

11

12

Fig. 2 - Dettagli costruttivi dell'isolamento acustico negli studi di Radio Roma. 1, strato di feltro di mm 15 od altro isolante; 2, sughero per isolamento della struttura in legno; 3, struttura di legno di pino; 4, strato di feltro; 5, tondino di ferro rivestito di feltro a sostegno delle Perret del controsofitto; 6 intonaco interno; 7, tavelle Perret costituenti controsoffitto; 8, rivestimento di sughero; 9, intonaco interno; 10, zoccolino di legno; 11, pavimento in in linoleum; 12, massello di cemento; 13, sughero catramato; 14, tavolato; 15, struttura portante esterna; 16, struttura portante

catori (m 200); locale banco commutatori (m 120); locale centralino telefonico e di smistamento. Inoltre: ufficio per il funzionario di servizio, locale per la manutenzione (m 50); 5 uffici (media m 25); un magazzino tecnico (m 50); un laboratorio (m 50); spogliatoio ed attesa operatori tecnici (m 40); servizi igienici. Servizi generali. - Saranno composti da: centrale di riscaldamento e condizionamento, deposito, centrale telefonica, locali per sorveglianza notturna, depositi attrezzi di pulizia, controlli degli ingressi, ecc. Locali per ospiti. - 4 camere da letto per funzionari; appartamento per il capo degli uscieri; 10 locali di emergenza. Non bisogna dimenticare che conferenzieri, artisti e collaboratori sono sottoposti a snervanti prove; pertanto questi locali di emergenza non sono certo in numero eccessivo. Di tutti questi elementi della composizione, esaminiamo a parte il centro di produzione vero e proprio, iniziando da quello radiofonico. All'auditorio o studio, fin dal sorgere di questi organismi, stata posta vicina la sala di regia con amplifica-

zione, missaggio dei suoni e trattamento degli stessi (v. fig. 5). L'affinamento di questo sistema dato dall'autonomia degli auditori, ciascuno diretto dai suo regista e dai suoi tecnici. L'insieme delle unit di produzione dipende in questo caso da un supervi-

5 4

4 5

3 2

Fig. 4 - Sede della BBC di Londra. Uno dei pochi edifici concepiti esclusivamente per la ripresa televisiva. Il corpo di fabbrica ad andamento curvo, comprende per ora sette studi, disposti radialmente, con la possibilit di ampliamenti successivi disposti lungo la zona tratteggiata in disegno. 1, atrio (dal quale si accede ai camerini); 2, cortile centrale; 3, camerini; 4, studi (le zone scure tra gli studi comprendono i servizi tecnici ed alcuni disimpegni); 5, disimpegno esterno periferico.

sore dei programmi, il quale lavora fra pareti costituite da tripli o doppi cristalli, insieme all'annunciatore (v. fig. 3). La televisione ha esigenze speciali: assai pi complesse in genere, date dalla visibilit della scena. Il regista segue lo spettacolo sui monitors , schermi riceventi che fanno capo alle macchine da presa dislocate in modo da riprendere la scena sotto angoli diversi. Il regista sceglie il punto di vista migliore e lo mette in

onda. Da ci la vastit della sala di regia e la complessit del compito del regista. Gli auditori sono pi ampi dei precedenti e sono dotati di apparecchiature atte a presentare in una successione continua diverse scene gi preparate. Infatti gli studi televisivi sono assai vicini, per esigenze tecniche, agli studi di produzione cinematografica: quindi anche le zone destinate agli allestimenti scenici, alla preparazione degli artisti (trucco, costumi) sono uguali a quelle che servono le riprese

A.P.I.C.E. S.r.l.

372a

Manuale dellArchitetto

CENTRI RADIO - TELEVISIONE


sizione (uffici, locali per l'accoglimento del pubblico e per gli esecu5 tori) sono invece simili agli analoghi 7 elementi degli studi radio; c solo da osservare che, per le speciali esi1 genze di ripresa televisiva, bene 6 8 non ammettere un numeroso pubblico. Invece il caso di limitarsi ad un ristrettissimo numero di invitati 4 10 12 (solo 100 nel Centro milanese). Dal 9 punto di vista impiantistico, neces2 sario prevedere presso lo studio di 3 produzione i locali distinti per le ri13 11 prese audio e video , che vengono sincronizzate prima di essere trasmesse. Fig. 5 - Pianta di un complesso per la prosa Pertanto l'organismo costrutal centro milanese di corso Sempione. tivo presenta le stesse difficolt 1, auditorio A1; 2, auditorio A2; 3, auditorio A3; 4, saletta di un centro radiofonico, comdi regia; 5, auditorio B1; 6, auditorio B2; 7, auditorio B3; 8, saletta di regia; 9 e 10, salette degli annunciatori; plicate dalle notevoli dimensioni 11 e 12, tecnici; 13, regia. degli studi di ripresa televisiva. di film. Gli altri elementi della compoQuesti locali sono molto alti (necessitano infatti di un parco di la spade uguale a quello degli studi cinematografici) e molta esistenza l'aiuto di strutture intermedie di sostegno che ne limiterebbero assai le possibilit. Inoltre gli studi TV devono permettere la costruzione di vasti schermi per la proiezione in trasparente di paesaggi o scene riprese all'esterno. Una speciale sala destinata alla proiezione dei film veri e propri. Le idee che governano la progettazione di questi centri sono in continua evoluzione: la TV giovane e spesso ha dovuto adattare i suoi impianti in edifici gi esistenti. Non sono molti ancora i centri TV nati su progetto originale, seguendo concetti originali (v. fig. 4). Pertanto questa materia di studio attende ancora definizioni precise.

A.P.I.C.E. S.r.l.

372b

Manuale dellArchitetto

IMPIANTI SPORTIVI
GIUOCO DEL CALCIO
1.50 r=1.00

Campo di giuoco Linea mediana

Campo per destinazione

1.50 Area di rigore 5.50 7.32 11.00 40.32 18.30 Porta 9.15 Area di porta

9.15

16.50 5.50 16.50 Linea di fondo

Linea laterale

L 2.50 Fig. 1 - Pianta schematica di campo di calcio segnatura del campo; - - - - - - - - - margine oltre il quale possono trovarsi chiusini, prese, recinzione, ecc.; L ed I, lunghezza e larghezza del campo di giuoco (v. tab.) PREMESSA Per sport si intende la pratica metodica di esercizi allo scopo di irrobustire il corpo e svagare lo spirito. Molti degli sport praticati hanno bisogno di appositi impianti (stadi, campi sportivi, palestre, piscine) per lo svolgimento delle gare e degli allenamenti. Scopo delle presenti note quello di fornire notizie generali e dati sulla progettazione di tali impianti, limitatamente a quanto riguardala sola parte tecnico-sportiva della materia. GENERALIT Gli impianti sportivi possono essere coperti o scoperti: la maggior parte di essi costituita da: un'area dei giuochi: una zona per il pubblico: servizi per gli atleti e per il pubblico. Area dei giuochi: destinata a contenere le installazioni sportive previste: queste dipendono dalla, o dalle, specialit e dalla categoria per le quali deve essere omologato l'impianto. Nell'area dei giuochi non deve poter accedere il pubblico.. Zona per il pubblico: fornita o meno di gradinate, circonda completamente o in parte l'area dei giuochi, in, rapporto ai numero degli spettatori ed alla forma e dimensioni del terreno a disposizione. Pu anche mancare, come avviene, p. es., nelle palestre scolastiche ed in quelle destinate esclusivamente all'allenamento, Dove esiste, i percorsi del pubblico non debbono interferire con quelli degli atleti. Servizi: separati per gli atleti e per il pubblico, i regolamenti ne fissano, caso per caso, numero, requisiti, ubicazione. In particolare, i servizi per gli atleti debbono comunicare direttamente con l'area dei giuochi ed avere caratteristiche differenti a seconda dello sport ai quale sono destinati. Un impianto sportivo, per avere i migliori requisiti, dovrebbe essere destinato ad una sola attivit; invece. per motivi economici o particolari condizioni ambientali, occorre spesso realizzare impianti nei quali si possano praticare pi sport; ragioni tecnicosportive ed organizzative consigliano di limitare a due, in genere, le attivit da praticare nello stesso impianto: per es., atletica leggera e calcio, calcio e

A.P.I.C.E. S.r.l.

373a

Manuale dellArchitetto

IMPIANTI SPORTIVI
GIUOCO DEL CALCIO
ciclismo, ecc. In ogni caso un impianto sportivo razionale deve permettere: gli atleti, di praticare lo sport con ordine e regole stabilite, nelle migliori condizioni ambiente; al pubblico, se previsto, di seguire agevolmente gare ed allenamenti. La progettazione di un impianto sportivo ha lo scopo di realizzare un complesso omologabile ed agibile, che cio soddisfi alle esigenze citate. L'omologazione e la dichiarazione di agibilit sono di competenza, rispettivamente, delle Federazioni Sportive e del Prefetto: la prima ha carattere unicamente tecnico-sportivo; la seconda viene rilasciata a norma dell'art. 143 del Regolamento del T. U. della legge di P. S. (art. 9, pag. 9, circ. del Ministero dell'Interno n. 16 del 15 febbraio 1951). La costruzione, la manutenzione, la gestione degli impianti sportivi sono costose; quindi le caratteristiche degli stessi debbono essere stabilite in base ad effettive esigenze locali, tenuto conto della disponibilit finanziaria e del futuro indispensabile equilibrio di gestione. Fissate le caratteristiche di un impianto e cio destinazione, numero e specie delle installazioni sportive, numero degli spettatori, ecc., la sua progettazione, ispirata a criteri di giusta economia, deve rispondere a precise norme regolamentari. Nei riguardi dell'omologazione valgono i regolamenti federali che, come lo sport, sono in continua evoluzione: necessario, quindi, attenersi alle loro edizioni aggiornate. Per quanto si riferisce all'agibilit, sono in vigore le Norme di sicurezza per la costruzione, l'esercizio e la vigilanza dei teatri, cinematografi ed altri locali di spettacolo in genere , emanate dal Ministero dell'interno, Direzione Generale dei Servizi Antincendi (C. M. n. 16 del 15 febbraio 1951). Inoltre occorre tener conto dei regolamenti comunali, delle eventuali di P. S., ecc. CENNI SULLA SCELTA DELLE AREE Gli impianti sportivi sono legati al terreno pi di qualsiasi altra costruzione; l'area ad essi destinata, quindi, deve essere scelta dopo un accurato esame che tenga conto delle sottoelencate esigenze. Ubicazione: gli impianti sportivi, specie se allo aperto, devono sorgere in localit sane, alberate, tranquille, non battute dai venti, relativamente lontane dall'abitato e dalle sue direttrici di espansione per evitare nel limite del possibile che, trovandosi in breve tempo circondati da edifici, perdano la caratteristica di zona verde voluta dalla moderna Urbanistica. Collegamento con l'abitato: la notevole massa di persone che si interessa alle manifestazioni sportive deve poter affluire agevolmente agli impianti, circolando in modo rapido e sicuro. Occorre, quindi, un'adeguata rete stradale che colleghi l'abitato ai parcheggi, situati ad opportuna distanza dagli impianti stessi, Di qui, a piedi e al di fuori del traffico motorizzato, gli spettatori debbono poter affluire agli ingressi, seguendo percorsi stabiliti in modo da non creare ingorghi nella circolazione. In ogni caso necessario evitare che accessi ed uscite sbocchino su strade di grande traffico. Ampiezza: nella scelta dell'area occorre tenere presenti, oltre alle dimensioni del particolare impianto, quelle delle strade, piazzali e parcheggi relativi. A titolo di orientamento, si riportano le seguenti misure d'ingombro, valevoli per terreni di forma e dimensioni regolari: Campi sportivi di media capienza per atletica leggera, calcio, ciclismo su pista: m 30000 circa, esclusi strade, piazzali, parcheggi. Palestre e Piscine: m 4000 circa, tutto compreso. Orientamento: forma e dimensioni del terreno debbono consentire un razionale orientamento dell'impianto; questo dipende dalle esigenze dello sport che si intende praticare e dalle condizioni ambientali;l'argomento, pertanto, sar trattato caso per caso. Configurazione e natura del terreno: per non aumentare il costo degli impianti bisogna evitare, nei limiti del possibile, i movimenti di terra. A volte pu convenire di scegliere aree non pianeggianti per ricavare, ad es., economicamente le gradinate. La natura del terreno, oltre all'importanza generica comune a tutti i problemi costruttivi, ha quella particolare che deriva dalla necessit di creare speciali manti superficiali, erbosi o in terra stabilizzata. Disponibilit di acqua, fognafognatura. energia elettrica: l'innaffiamento delle varie installazioni, gli impianti igienico-sanitari, le pulizie periodiche, ecc., impongono un notevole quantitativo di acqua a disposizione. L'eventuale allagamento dei campi sportivi, dovuto alle piogge, non permette l'effettuazione delle manifestazioni; occorre, quindi, sistemare opportunamente il terreno e costruire un'adeguata rete di drenaggi e canalizzazioni per eliminare l'acqua in eccesso. La necessit di smaltire un'ingente quantit di acque, bianche e nere, rende indispensabili fognature idonee nei pressi degli impianti: a volte pu convenire di ubicare gli impianti stessi vicino ai corsi d'acqua per usufruirne sia per il prelievo di quella occorrente, sia per lo smaltimento di quella in eccesso. L'energia elettrica occorre per l'illuminazione, il riscaldamento, il funzionamento di eventuali pompe, ecc. ELEMENTI PER LA PROGET PROGETTATAZIONE La materia pu essere esposta parlando separatamente: delle varie parti che costituiscono gli impianti sportivi: degli impianti stessi, ciascuno in relazione alla attivit cui destinato. Si preferita la seconda maniera

A.P.I.C.E. S.r.l.

373b

Manuale dellArchitetto

IMPIANTI SPORTIVI
GIUOCO DEL CALCIO
perch d subito il quadro completo di un impianto sportivo. Inoltre si ritenuto opportuno iniziare l'esposizione parlando del giuoco del calcio, i cui impianti sono, fra i pi grandi, quelli che si prestano meglio ad una schematizzazione completa della materia. GIUOCO DEL CALCIO Al giuoco dei calcio sovraintende la Federazione Italiana Giuoco Calcio (F.I.G.C.). La regolamentazione tecnica vigente in materia la seguente: F.I.G.C. - Commissione Impianti Sportivi Norme per la omologazione dei campi di giuoco edite all'inizio della stagione 1949-50. F.I.G.C. - Bollettino Ufficiale n. 1 del 15 luglio 1952 - pag. 16: disposizione del Consiglio Nazionale delle Leghe del 12-13 giugno 1952. Ministero Interni - Direzione Generale Servizi Anticendi - Norme di sicurezza per la costruzione, l'esercizio e la vigilanza dei teatri, cinematografi ed altri locali di spettacolo in genere - C. M. n. 16 del 15 febbraio 1951. La F.I.G.C. consiglia di fornire gli impianti di nuova costruzione di quanto possa risultare utile alla preparazione atletica dei giuocatori; si arriva cos ai campi di atletica leggera e calcio, che saranno esaminati in seguito. Qui si tratta degli impianti per il solo giuoco del calcio. AREA DEI GIUOCHI costituita dal campo di calcio (fig. 1), formato dal campo di giuoco propriamente detto e dal campo per destinazione . Campo di giuoco: deve essere: piano, rigorosamente rettangolare ed orizzontale, con tolleranza di una pendenza massima dello 0,5 % nella direzione di uno degli assi del campo (v. eliminazione dell'acqua in eccesso); delimitato da una segnatura perimetrale fatta generalmente con gesso in polvere o latte di calce della larghezza di cm 10 12; la misurazione va riferita al bordo esterno della segnatura stessa.

1.50 FIANCO

7.32

0.12

2.44

PROSPETTO

PIANTA

0.12 Fig. 1a - Particolare delle porte Gli spigoli dei pali debbono essere smussati.

1.50

Tenuto conto delle prescrizioni regolamentari, le dimensioni dei campi di giuoco, da adottare caso per caso in base alla situazione contingente ed in vista di eventuali passaggi di categoria, saranno comprese fra le seguenti: Sono sottolineate le misure in cui l/L 0,6, rapporto minimo prescritto dalla F.I.G.C. fra la larghezza e la lunghezza dei campi di nuova costruzione (rapp. max = 0,7). Il campo di giuoco dello StadioOlimpico di Roma di m 70 x 105 (l/L = 0,666), misure valevoli per incontri internazionali. Campo per destinazione: non altro che la zona di rispetto che deve essere realizzata tutto intorno al campo di giuoco: la sua larghezza minima di m 1,50 lungo le linee laterali e di m 2,50 dietro quelle di fondo. Tale zona deve avere la stessa natura del campo di giuoco e, come questo, essere priva di qualunque cosa possa danneggiare i giuocatori
Lega Nazionale Serie A m Lega Nazionale Serie B m Lega Nazionale Serie C m Lega Interrogionale Promozione Regionale I divisione IIa divisione e Ragazzi
a

(scorie, pietre affioranti, chiusini, cordoli, ecc.). Natura dei terreni di giuoco: manti superficiali: il terreno per il giuoco del calcio deve avere buona coesione. granulazione idonea, costituzione naturale che impedisca la formazione di polvere, porosit adeguata, colore riposante. giusto grado di elasticit, resistenza al logorio provocato dai giuocatori. La costituzione in profondit delterreno interessa soprattutto agli effetti del drenaggio; la resistenza e l'e

65 x 105 60 x 100 55 x 100 55 x 100 50 x 100 50 x 100 45 x 90

lasticit dipendono specialmente dallo strato superficiale. L'elasticit si migliora con l'impiego di adatti manti; ecco perch la F.I.G.C. suggerisce che i campi di calcio abbiano superficie possibilmente erbosa. In Italia, per le condizioni ambiente e per l'attuale deficienza del numero di campi che porta all'uso continuo di quelli esistenti, il problema dei manti erbosi di particolare delicatezza. La sua risoluzione dipende dal tipo di erba impiegato e 68 x 105 70 x 105 70 x 110 dalla ferti60 x 105 63 x 105 65 x 105 lit del ter60 x 100 60 x 105 reno. Circa 60 x 100 60 x 105 l'erba (Fig. 55 x 100 60 x 100 105 2), l'espe55 x 100 60 x 100 rienza inse54 x 90 gna che i

A.P.I.C.E. S.r.l.

374a

Manuale dellArchitetto

IMPIANTI SPORTIVI
GIUOCO DEL CALCIO
soggetti migliori soro i pi rustici; fra questi le graminacee ed in particolare le agrostidi. Le graminacee sono di facile attecchimento, non hanno bisogno di eccessiva umidit n di terreni particolarmente fertili; si propagano in senso orizzontale, garantendo un buon tappeto erboso; per contro, sono a crescita relativamente lenta e, generalmente, di colore giallastro; consigliabile mescolarle con leguminose, di bel colore e di rapida crescita, ma pi delicate. La fertilit del terreno dipende dalla sua composizione chimica e costituzione fisica. Se quello in posto non ha i requisiti voluti, occorre formare uno strato superficiale adatto, mediante opportune miscele (v. drenaggio): nella formazione dei prati comuni basta, in genere, uno spessore di terreno di cm 20; per quelli dei campi di calcio, invece, occorrono almeno cm 30 perch le radici non invadano il drenaggio sottostante. L'impianto del prato si fa per talee per le graminacce ed a spaglio per le leguminose, prendendo preferibilmente semi nati sul posto perch, per gli altri, il necessario ambientamento ostacola la formazione di un buon manto. Per la concimazione si deve tener presente che i concimi azotati favoriscono la crescita delle graminacee i fosfati quella delle leguminose; nella formazione del prato bene favorire la crescita di queste ultime: in sede di manutenzione, invece, occorre curare lo sviluppo delle graminacee in quanto un eccesso di leguminose d un manto poco resistente e di difficile falciatura. La concimazione con stallatico da evitare; se mai, va fatta solo all'impianto del prato ed in profondit per evitare che sostanze organiche in superficie portino pericolose infezioni agii atleti. Quando non sia possibile ottenere un terreno idoneo, garantire un minimo di giornate di riposo al campo e disporre di una quantit sufficiente di acqua di innaffiamento, si consiglia di realizzare, invece dei manti erbosi, manti in terra stabilizzata (v. drenaggio).
A, graminacee (agrostide); B, leguminose (erba medica, trifoglio, lupinella). r, rizomi mediante i quali la pianta si espande invadendo sempre pi vaste estensioni di terreno; ra, radici con tubercoli contenenti il rizobio che permette alla pianta ed alle vicine di prosperare.

abolire il drenaggio e convogliare l'acqua di scorrimento superficiale insemplici canalette di, raccolta perimetrali. Il drenaggio che normalmente fino ad oggi stato ritenuto pi idoneo allo scopo quello a dreni paralleli, (fig. 3; v. anche campi di atletica leggera e calcio fig. 20) costituito da: uno strato superficiale nel quale l'acqua Filtra e si muove verticalmente: uno strato prosciugante intermedio nei quale l'acqua filtrata scorre nei dreni; no strato impermeabile sottostante. Si sa che il terreno sovrastante ai tubi perde la capacit di conservare l'acqua, acquistando quella di aerarsi e di consentire, perci, la vita dei semi e lo sviluppo delle radici; a loro volta i tubi, mantenendo nel loro interno una certa quantit di acqua, restituiscono al terreno superiore, per capillarit, l'umidit necessaria ad alimentare le radici stesse: la saracinesca di regolazione esalta le caratteristiche predette. Se il terreno in posto poco permeabile o poco fertile, comunque inadatto a formare lo strato superficiale, indispensabile crearne uno artificiale, costituito, p. es., dai seguenti materiali: silice granulare 70 % argilla 12 % calcare 6% humus 12 % La silice serve a dare porosit al terreno; l'argilla ed il calcare hanno funzione di legante e di coagulante; l'humus occorre per conservare l'umidit nel terreno stesso e, a mezzo dei suoi microrganismi, per elaborare la materia nutritiva dei manto erboso. Questo tipo di strato superficiale idoneo sia per i campi con manto erboso che per quelli in terra stabilizzata; l'humus indispensabile per i primi, pu convenire per i secondi. Naturalmente le percentuali date dovranno essere opportunamente variate di volta in volta, a seconda dei materiali a disposizione e delle condizioni ambiente, Il drenaggio non deve modificare la superficie del campo; l'acqua, invece, seguendo il percorso pi breve per giungere ai dreni, trascina con s particelle dello strato superficiale che, col tempo, si avvalla in corrispondenza dei

Eliminazione dell'acqua in eccesso; innaffiamento: l'acqua piovana non deve fermarsi sui campi, ma deve essere eliminata nel minor tempo possibile; in particolare, la F.I.G.C. stabilisce che almeno per le serie A e B, il terreno di giuoco abbia i requisiti necessari per riacquistare una normale efficienza entro mezz'ora dalla fine di una pioggia torrenziale. L'acqua d'infiltrazione si smaltisce rendendo molto permeabili i terreni e col drenaggio; quella di scorrimento superficiale mediante un'apposita rete di fognoli. Tali opere, che debbono assicurare lo smaltimento nel tempo stabilito della suddetta precipitazione a carattere eccezionale, risultano esuberanti per le normali piogge. tendendo a rendere arido il terreno. Inoltre, a meno di non ricorrere a quantitativi di acqua esorbitanti, annullano praticamente gli effetti dell'innaffiamento, necessario. in caso di insufficienza o mancanza di precipitazioni, a mantenere nel terreno il dovuto grado di umidit. Si pu ovviare all'inconveniente di opere esuberanti munendo lo scarico della rete di smaltimento di unasaracinesca di regolazione del deflusso dell'acqua dal campo. Per quanto esposto, si dovrebbe sempre costruire una rete regolabile di smaltimento delle acque; in pratica sar l'incidenza della spesa a far decidere, caso per caso, sulla convenienza o meno della costruzione della rete stessa; al limite, si potr

A.P.I.C.E. S.r.l.

374b

Manuale dellArchitetto

IMPIANTI SPORTIVI
GIUOCO DEL CALCIO
dreni stessi. Per ovviare all'inconveniente occorre che l'acqua filtri uniformemente in tutti i punti del campo; ci si ottiene: aumentando il numero dei dreni e diminuendone la sezione; proteggendo ciascun dreno con tavelle, lastre, ecc. Si consigliano dreni; distanti fra loro da m 5 a m 10; di diametro variabile da cm 10 b) per l'azione di compressione dei tacchetti dei calciatori, il terreno di giuoco tende a costiparsi in modo sensibile, cos che viene eliminata la leggera pendenza superficiale del campo ed impedito l'assorbimento delle acque e la crescita dell'erba. c) i dreni dopo un breve periodo di tempo si intasano. ficie piana con pendenze trasversali dai centro verso le linee perimetrali, si deve rimettere in posto il terreno di risulta, miscelato con i correttivi del caso (sabbia silicea, argilla, humus, ecc.) mediante accurate zappature meccaniche, e sistemare la superficie con le pendenze previste (0,5 % max), impiegando un rullo di peso nonsuperiore ai q 3,50. Si deve procedere quindi all'erpicatura ed alla rastrellatura del terreno, all'eliminazione dei sassi e delle radici ed, infine, alla semina. Attorno al terreno cos sistemato occorre costruire un fosso di profondit superiore a quella del cassonetto, fosso che, riempito di ghiaia, servir alla raccolta delle acque ed al loro convogliamento nella fognatura esterna. Prima di rimettere il terreno di risulta nei cassonetto, opportuno disporre sul fondo, sistemato come sopra detto, uno strato di alcuni centimetri di ghiaia in natura e ci qualunque sia la qualit del terreno sottostante, cio permeabile o impermeabile (argilloso). Allo scorrimento superficiale si provvede dando al terreno di giuoco una pendenza non superiore allo 0,5 % nella direzione di uno degli assi del campo: generalmente la linea di colmo coincide con quella longitudinale. L'acqua di scorrimento viene eliminata mediante una canalizzazione con chiusini distanti da m 20 a m 30 l'uno dall'altro, sistemati oltre la zona di rispetto regolamentare e con tutti gli accorgimenti atti a non provocare danno ai giuocatori. Le acque di scorrimento superficiale e di drenaggio potranno confluire in un unico collettore, il cui scarico sar munito della saracinesca di cui si parlato. L'innaffiamento indispensabile sia per i manti erbosi che per quelli in terra stabilizzata. Si gi detto che il quantitativo d'acqua occorrente notevole; infatti, per ogni innaffiamento giornaliero, si calcola un fabbisogno di: 8 10 l/m per i manti in terra stabilizzata

1, 5 0 m i n. s 1, 5 0 m i n. L 2,50 min. 2,50 min. ALLO SCARICO

Fig. 3 - Pianta schematica di drenaggio a dreni paralleli, s, saracinesca di regolazione del deflusso dell'acqua del campo.

a cm 20; aventi pendenze, in relazione a! diametro, tali da impedire l'intasamento e la formazione di fIora; sistemati ad una profondit di circa cm 60, cio ai disotto dello strato interessato dalle radici e, in ogni caso, a quota inferiore a quella di possibile gelo del terreno: aventi una portata pari all' afflusso meteorico ridotto (riferito alla pioggia torrenziale citata), detratta l'acqua che si elimina per scorrimento superficiale e quella necessaria a dare al terreno la dovuta umidit. La creazione di un drenaggio del tipo descritto (v. fig. 20) pu causare seri inconvenienti perch: a) in corrispondenza dei dreni, oltre alla gi rilevata tendenza del terreno ad avvallarsi, si ha uno sviluppo della vegetazione migliore che nelle altre zone del prato il quale, pertanto, non risulta uniforme;

Tenuto conto che trascorso un certo numero di anni conviene rigenerare sia il terreno di giuoco, sia l'impianto del prato e che: la presenza del drenaggio impedisce la semplicit e rapidit delle relative operazioni perch le arature successive verrebbero a mescolare la ghiaia col terreno; i dreni intasati non possono rigenerarsi rimuovendo soltanto la parte di terreno che li interessa perch si creerebbero discontinuit ed avvallamenti nel tappeto erboso; si consiglia di attenersi a quanto segue (fig. 4). Determinata la natura del terreno e stabiliti gli opportuni accorgimenti per renderlo di medio impasto, tendente a sciolto, si deve procedere allo splateamento di tutta l'area del campo per una profondit di n 0,30 0,40, ammucchiando il terreno di risulta ai bordi dell'area stessa. Sistemato il cassonetto, costipandone il fondo con opportune rullature, in modo da ottenere una super-

A.P.I.C.E. S.r.l.

375a

Manuale dellArchitetto

IMPIANTI SPORTIVI
GIUOCO DEL CALCIO
10 15 l/m per i manti erbosi. Considerando un campo di giuoco di m 70 x 105 pi il campo per destinazione minimo, aumentato di una striscia di cm 50 tutto intorno per tenere conto dello spazio occorrente ai chiusini ed alle prese d'acqua, si ha una superficie di m 8214 da innaffiare: occorrono quindi, in cifra tonda, per ogni innaffiamento: da 65000 a 82000 l per i manti in terra stabilizzata da 82000 a 123000 l per i manti erbosi. Qualora l'impianto idrico locale non garantisca tale quantitativo d'acqua, consigliabile rendersene indipendenti mediante la costruzione di pozzi idonei allo scopo; in ogni caso opportuno poter disporre di una vasca di riserva della capacit occorrente per un innaffiamento giornaliero. La rete di innaffiamento sar ad anello con bocche di presa del diametro di mm 20 22, uniformemente distribuite e distanti fra loro non pi di 35 10 m; l'acqua deve arrivare alle bocche con una pressione non inferiore alle 3,5 4 atmosfere (v. fig. 17). Recinzione: la F.I.G.C. stabilisce che il campo di calcio, dalla serie A alla Promozione, sia circoscritto da una rete metallica o da altro ostacolo, p. es., fossato, norma che pu a estendersi anche ai campi di l Divisione (fig. 5). Dalle prescrizioni della F.I.G.C. e del M. I. risultano le caratteristiche della rete, fra le quali l'altezza che, come per qualunque altro tipo di ostacolo, deve essere di almeno m 2,20, misurati dalla parte del pubblico; quindi, in caso di fossato, questo deve avere la profondit minima di m 2,20; si consiglia una larghezza superiore a m 2,00. La recinzione potr correre ai margini esterni del campo per destinazione, assumendo andamento rettilineo. Per motivi di visibilit da parte degli spettatori, non si consiglia tale andamento, al quale opportuno preferire quello curvilineo, oggi comunemente adottato. Infatti (v. fig. 5A) lo spettatore S1 situato, p. es., all'estremit di sinistra di una rete ad andamento rettilineo, non vede il corner all'estremit destra del campo di giuoco, perch la sua visuale disturbata dalla rete stessa e dallo spettatore che gli sta a fianco; lo stesso avviene, reciprocamente, per lo spettatore Sn all'estremit di destra. nei riguardi del corner alla sua sinistra. Un adatto andamento curvilineo elimina la seconda causa di disturbo e migliora l'intersezione visuale-rete (v. fig. 58); ovviamente, sostituendo la rete col fosso, si nelle migliori condizioni (v. fig. 5C). La curva descritta dallo spettatore generico in grado di vedere ugualmente bene, a parte la distanza, i due corner laterali si identifica praticamente con un arco di cerchio. Per L = m 110 e zona di rispetto di m 2,50 e m 1,50, si constatato che lo spettatore Sm, posto sull'asse trasversale del campo, vede ugualmente bene i due corner , purch sia alla distanza minima D = m 6,00 dalla

Campo di giuoco

1.50 min. Campo per destinazione 2.20

Zona per il pubblico

Segnatura laterale del campo di giuoco

PARTIC. A

Recinzione area dei giuochi 1.50 min. alla segnatura lat. del campo di giuoco Coperchio in ghisa o lamiera stampata

Manto superficiale in erba

Tubazione Mannesman Presa idrante Tubazione Mannesman Rubinetto di scarico

Ghiaia in natura Terra vegetale per impianto erboso PARTICOLARE A SEZIONE GENERICA

Profondit variabile Pozzetto alloggio idrante Tubo di scarico acqua residua Rinfianco laterizio collettore Collettore di raccolta 0.48 PARTICOLARE A SEZIONE SUL POZZETTO

Fig. 4 - Esempio di sistemazione del sottofondo in un campo di giuoco Lo smaltimento delle acque ottenuto senza ricorrere alla costruzione di una rete drenate.

A.P.I.C.E. S.r.l.

375b

Manuale dellArchitetto

IMPIANTI SPORTIVI
GIUOCO DEL CALCIO
d1 d1 d1

s1
Tratto di intersezione visuale - rete d1 R

sn
L Recinzione d1

Una pianta di area dei giuochi peri il calcio tracciata in base a quanto sopra esposto quella riportata nella fig. 6. A Orientamento: l'area dei giuochi deve essere orientata in modo che le due squadre in campo siano nelle stesse migliori condizioni. La causa principale di disturbo rappresentata dal sole che, evidentemente, dovr trovarsi di fianco aigiuocatori durante le partite; poich queste si svolgono normalmente nel pomeriggio, l'asse maggiore del campo di calcio dovr risultare in direzione Nord-Sud. Empiricamente, si assume un orientamento intermedio fra quello Nord-Sud e quello Nord-Nord OvestSud Sud-Est (fig. 7). Volendo, si pu ricavare l'orientamento esatto procedendo in modo analogo a quello adottato per risolvere i problemi dell'insolazione; naturalmente, occorre tener conto che la posizione del sole varia continuamente durante le partite e che queste si svolD

6,00

sm
Punto di intersezione visuale - rete L + + Visuale all'installazione pi vicina +

sn B

2,00 min.

2,00 min. Fig. 5 - Recinzione dell'area dei giuochi

A, recinzione in rete metallica ad andamento rettilineo; B, recinzione in rete metallica ad andamento curvilieno; C, recinzione con fosso; d 1, d2 - larghezza campo per destinazione; R = raggio arco di cerchio S 1, Sm ,S n. Per d1 = m 1,50; L = m 110; si ha R = m 363,61.

r=387

3.00 N r=387 A B

Recinzione r=387 (1.50+0.50) Campo per destinazione

2.00

r=387 PARTICOLARE A

(2.50+0.50) Fig. 6 - Esempio di pianta di area dei giuochi per solo calcio

C Fig. 6 - Orientamento dell'area dei giuochi e distribuzione del pubblico intorno all'area stessa Tenuto conto dell'orientamento e del fattore spettacolare, i settori preferiti sono, nell'ordine, A, B, C, D.

Naturalmente D diminuisce col diminuire di L; per L = m 105, D = m 5,70; per L = m 100, D = m 5,45; consigliabile tuttavia assumere sempre

D = m 6,00 per assorbire l'errore derivante dall'avere sostituito con un arco di cerchio l'andamento teorico della recinzione.

gono in ore diverse nel corso della stagione agonistica. L'orientamento, per, non deve dipendere soltanto dalla posizione del

A.P.I.C.E. S.r.l.

376a

Manuale dellArchitetto

IMPIANTI SPORTIVI
GIUOCO DEL CALCIO
sole; occorre tener conto della sua altezza per evitare ombre fastidiose e per decidere, in casi particolari, sulla possibilit di scostarsi o meno dall'orientamento teorico. Infatti, ad un campo convenientemente orientato, ma attraversato da zone d'ombra preferibile altro orientato meno bene, per senza ombre: se il terreno tale da non permettere l'adozione dell'orientamento calcolato, sar l'altezza del sole e la presenza di eventuali rilievi, alberi, ecc., a far decidere sull'opportunit o meno di realizzare l'impianto in quell'area. In caso di forti venti dominanti nella zona e quando non si possa ubicare l'impianto al riparo dagli stessi si pu prescindere dalla posizione del sole, disponendo l'asse longitudinale del campo normalmente alla direzione del vento di cui occorre diminuire gli effetti con l'impiego di appositi schermi (p. es. piantagioni di pini, pioppi, ecc., in pi file sfalsate). ZONA PER IL PUBBLICO compresa fra la recinzione dell'area dei giuochi e quella esterna dell'impianto. l cenni che seguono riguardano solo le principali avvertenze da seguire nell'applicazione delle Norme del M. I. Si deve tenere presente che lo studio della distribuzione e della circolazione del pubblico nella zona ad esso riservata, come quello della posizione degli accessi e delle uscite, della massima importanza agli effetti della razionalit di un impianto e del calcolo del tempo di sfollamento. Quest'ultimo deve risultare il minore possibile. Distribuzione del pubblico intorno al campo di calcio: il pubblico si distribuisce naturalmente nelle zone da cui pu vedere bene tutta l'area dei giuochi e dove meno disturbato dal sole. I posti migliori, e che si equivalgono dal punto di vista spettacolare, sono in corrispondenza dei lati lunghi; seguono quelli dietro le linee di fondo campo, anch'essi equivalenti. Tenuto conto pure della posizione del sole, il settore preferito, nel caso pi frequente di orientamento normale, quello rivolto ad Est perch consente al pubblico di avere il sole alle spalle: il peggiore quello dietro la linea di fondo rivolta a Sud (v. fig. 7). Il numero di spettatori far decidere se estendere o meno all'intero perimetro dell'area dei giuochi la zona destinata al pubblico. L'importanza dell'impianto e la disponibilit finanziaria consiglieranno se munirla o no di gradinate. Il numero di spettatori si calcola, nella fase di progettazione, in base al pubblico interessato e che quindi pu essere presente alle manifestazioni,tenuto conto che la vita di un impianto sportivo deve prevedersi di almeno alcuni decenni. Pubblico in piedi: se la zona per il pubblico pianeggiante, oltre alla terza fila di spettatori addossati alla rete non si ha pi una buona visibilit; quindi, per un campo di m 70 x 105, zona di rispetto di m 2 e m 3, rispettivamente lungo le segnature laterali e dietro le linee di fondo, recinzione ad andamento rettilineo estesa all'intero perimetro dell'area dei giuochi, si ha: N = 3 x 370/0,48 = 2310 spettatori, ove 370 lo sviluppo in metri della recinzione e 0,48 in metri la misura di ingombro laterale adottata perspet-

A.P.I.C.E. S.r.l.

376b

Manuale dellArchitetto

IMPIANTI SPORTIVI
GIUOCO DEL CALCIO
PIANEROTTOLO ANTISTANTE DI LARGHEZZA ECCESSIVA 0.60 1.50 2.50 SEZIONE B Cordolo esterno pista ALZATA TROPPO ALTA 6.30 10.45

2.75 0.80

SEZIONE A

1.50

20.00

Dati secondo i quali stata costruita la curva

0.12 0.80 0.92

VISUALE A m 14 SUL CENTRO CAMPO

cordolo esterno pista

SEZIONE C

Fig. 8 - Sezioni di gradinate. A e B, si riferiscono al caso di impianto di atletica leggera e calcio; C, in alto, profilo della gradinata la curva di visibilit; in basso, sezione della stessa gradinata che mostra come venga adattato il profilo stesso per spettatori seduti.

Si possono aumentare le file di spettatori, facendo, la zona per il pubblico a piano inclinato o a gradonata; in quest'ultimo caso valgono gli stessi

criteri che si adottano per la progettazione delle gradinate. Gradinate: sono previste generalmente per spettatori seduti.

In ogni caso il problema fondamentale da risolvere quello della visibilit: cio porre tutti gli spettatori in condizione di vedere l'intero campo.

A.P.I.C.E. S.r.l.

377a

Manuale dellArchitetto

IMPIANTI SPORTIVI
GIUOCO DEL CALCIO
Risolvere il problema della visibilit significa giungere alla definizione, in pianta e sezione, di una forma razionale di gradinata. Ovviamente il pubblico dei primo gradone il pi basso ed il pi vicino al campo quello in peggiori condizioni; quindi necessario mettere ciascuno spettatore di questo gradone in condizioni di vedere tutta la segnatura laterale dei campo stesso. Il problema gi stato implicitamente trattato parlando della recinzione dell'area dei giuochi; basta, pertanto, che il primo gradone sia parallelo ed a conveniente distanza dalla recinzione stessa. evidente che gli spettatori dei gradoni successivi, aumentando la distanza dalla segnatura laterale, vedranno sempre meglio tutti i punti del campo; naturalmente, occorre studiare una sezione delle gradinate tale che il pubblico di un gradone non ostacoli la visibilit di quello retrostante. Il profilo delle gradinate dovrebbe essere ricavato in base alla curva di visibilit relativa alla sezione pi sfavorita (fig. 8); ci comporta, per, difficolt costruttive non sempre compensate dal risultato pratico; occorre, inoltre, considerare che non si nelle stesse condizioni di un comune locale di spettacolo e che, anche nelle migliori condizioni di visibilit, non si pu impedire che il pubblico si muova o ti alzi trascinato dall'entusiasmo.

A.P.I.C.E. S.r.l.

377b

Manuale dellArchitetto

IMPIANTI SPORTIVI
GIUOCO DEL CALCIO
COPERTURA INCLINATA VERSO L'ALTO COPERTURA ORIZZONTALE ANDAMENTO DELLA COPERTURA CORRISPONDEMTE ALLA VISUALE A m 14 SUL CENTRO CAMPO 2.10-2.20 COPERTURA INCLINATA VERSO IL BASSO in questo caso non consente di vedere alla quota di m 14 sul centro del campo

11.85 0.80

cordolo esterno pista

1.50

21.60

Fig. 8 bis - Sezione di gradinata coperta

Pu convenire, quindi, di progettare gradoni di altezza costante, controllando la visibilit di ogni fila di spettatori fungo la sezione pi sfavorita. Per poter realizzare il voluto numero di gradoni senza arrivare ad eccessive altezze degli stessi e senza allontanare troppo la gradinata dal campo occorre partire da terra (v. fig. 8 sez. A); anzi, negli impianti di grande capienza, il primo gradone pu essere addirittura sotto il livello del campo stesso (v. fig. 8 sez. C). Cos facendo, per contro, si possono avere alzate dei primi gradoni troppo piccole: si ovvia facilmente all'inconveniente (v. fig. 8 sez. C, rampa bassa), ma la soluzione costosa;inoltre, gli spettatori pi bassi hanno la visibilit molto disturbata dalla recinzione, vedono male i giuocatori che risultano proiettati sulla massa di pubblico dirimpetto, non hanno la sensazione della profondit del campo. Sostituendo le comuni recinzioni con un fosso si supera il primo inconveniente; il secondo non esiste in caso di spettatori su un solo lato del campo: il terzo non eliminabile. Si tende, quindi, a sopraelevare il

primo gradone sul livello del terreno; questa soluzione costringe ad allontanare eccessivamente la gradinata dal campo: infatti, a parit di distanza di una gradinata bassa dai campo stesso, quella alta ha gi il secondo gradone di un'alzata proibitiva, oltre cm 60 (v. fig. 8 sez. B). Tale soluzione stata adottata in passato perch i progettisti si sono ispirati alle tribune degli ippodromi, impianti nati prima dei campi sportivi modernamente intesi. Negli ippodromi la soluzione giustificata dalle dimensioni dell'impianto e dalle particolari modalit di svolgimento delle manifestazioni che, fra l'altro, impongono l'esistenza di un ampio parterre fra tribuna e pista. Nei campi di calcio, come in tutti gli impianti sportivi in genere, evidente che allontanando il pubblico dall'area dei giuochi possibile. realizzare tribune di questo tipo; ma tale allontanamento dannoso perch: impedisce o limita la possibilit di seguire ed apprezzare lazionedell'atleta;

crea il parterre fra tribuna e recinzione che non ha scopo ed antieconomico, traducendosi in uno spreco di area (si pu obiettare che pu essere utilizzato per spettatori in piedi, ma (a soluzione non razionale); porta all'esecuzione di un'opera di cubatura, quindi di costo, maggiore della semplice gradinata: (anche qui si pu obiettare che !a cubatura in parola pu essere razionalmente utilizzata, ma di ci si parler trattando dei servizi). Inoltre, tali tribune vengono ancora generalmente progettate con un ampio pianerottolo antistante, al quale si accede per mezzo di scale laterali e dal quale si sale ai gradoni: a volte il pianerottolo minuto anche di scalette frontali per il deflusso del pubblico attraverso il parterre . L'esperienza insegna che parte degli spettatori riesce sempre a rimanere in piedi sulle scalette e, specialmente, sul pianerottolo che costituisce una comoda balconata sul campo; ne deriva che parte del pubblico seduto deve alzarsi per poter vedere qualcosa, anche se i gradoni sono stati ricavati secondo la curva di visibilit; inutile

A.P.I.C.E. S.r.l.

378a

Manuale dellArchitetto

IMPIANTI SPORTIVI
GIUOCO DEL CALCIO
quindi avere previsto posti a sedere che non possono essere utilizzati. Si arriva cos a soluzioni di tipo misto (v. fig. 8 sez. C). L'esperienza, inoltre, dimostra che il pubblico si distribuisce sulle gradinate occupando prima la zona centrale, quindi le successive, allargandosi fino a riempire tutti i gradoni (fig. 9A). Da ci deriva che facendo accedere gli spettatori dal basso, questi, per portarsi ai posti liberi, dovranno superare quelli gi occupati, con notevole disturbo del pubblico seduto; n vale obiettare che ai gradoni si accede attraverso apposite scalette, in quanto anche queste, non essendo nettamente separabili dai gradoni stessi, finiscono per servire da sedile. L'accesso e la circolazione del pubblico sulle gradinate devono, quindi, avvenire dall'alto (v. fig. 9B, 9C, 9D); si ha la cosidetta circolazione a pioggia , cio accesso e distribuzione dall'alto, uscita dal basso; naturale che tali tipo di circolazione sia un po' teorico, perch gli spettatori pi vicini al pianerottolo superiore preferiranno risalire qualche gradone ed uscire dalle scale di accesso piuttosto che scendere tutta la gradinata, specie se di una certa ampiezza; quindi, particolarmente negli impianti di grande capienza; gli accessi potranno trovarsi a 2/3 dellaltezza delle gradinate; con ci si tiene anche conto del fatto che non sempre tali impianti sono completamente pieni. Dallo studio della distribuzione del pubblico sui gradoni derivata la forma di gradinate a crescent (fig. 10): qui sorge un altro problema: conviene realizzare il crescent col sole alle spalle, cio dove sono i posti migliori ma pi costosi, o di fronte, dove accede pi pubblico perch i posti sono pi economici ? Le Norme del M. I. consentono una rampa continua anche di 20 gradoni; ci comporta scalette di smistamento di almeno 40 gradini che possono risultare pericolose. Si consiglia di non superare, in pratica, i 10 gradoni ed una pendenza della rampa di circa 30. Un gradone razionale dovrebbe avere la pedata di cm 80 - 90; tale misura, mentre contiene la larghezza della gradinata in limiti ragionevoli, consente agli spettatori di sedere senza essere eccessivamente disturbati; inoltre, rende abbastanza agevole lo smistarnento del pubblico lungo i gradoni stessi. In caso si preveda l'uso della gradinata per pubblico sia seduto che in piedi, la larghezza consigliata permette di adibire ogni gradone ad una fila di spettatori seduti, oppure a due di spettatori in piedi. Sulle gradinate si debbono prevedere opportuni frangifolla per evitare incidenti. Se si ha il primo gradone che parte da terra, la sua distanza dalla rete si aggirer sui m 1,20 1,50; ci, mentre diminuisce il disturbo che talerecinzione da alla visibilit, evita che qualche spettatore in piedi si addossi alla rete, disturbando quelli seduti retrostanti. In caso di fosso, il gradone dister dal parapetto quanto necessarioperch si possano poggiare comodamente i piedi in terra. Se si vuole che il primo ripiano consenta anche uno smistamento del pubblico davanti al primo gradone, il ripiano stesso potr essere allargato fino a m 1,00 1.20. La copertura delle gradinate incide notevolmente sul costo delle gradinate stesse, quasi raddoppiandolo, grosso modo; la sua realzzazione va decisa, quindi, in base ad una effettiva necessit. In genere si adotta uno sbalzo incli-

A.P.I.C.E. S.r.l.

378b

Manuale dellArchitetto

IMPIANTI SPORTIVI
GIUOCO DEL CALCIO

RECINZIONE AREA DEI GIUOCHI A DALL'INGRESSO 1/2 d dmax=20.00

RECINZIONE AREA DEI GIUOCHI

ASSE TRASVERSALE DEL CAMPO

ALL'USCITA B

DALL'INGRESSO

1/2 d

dmax=20.00

RECINZIONE AREA DEI GIUOCHI

ASSE TRASVERSALE DEL CAMPO

ALL'USCITA

DALL'INGRESSO 1/2 d dmax=20.00 1/2 d

RECINZIONE AREA DEI GIUOCHI

ASSE TRASVERSALE DEL CAMPO

ALL'USCITA

Fig. - Gradinate A, distribuzione naturale del pubblico sulle gradinate; B, piante di gradinate in base alla distribuzione naturale del pubblico; C, gradinate semplici, D, gradinate con la zona centrale riservata alle autorit, ecc. Non conveniente costruire scalette di smistamento del pubblico in corrispondenza dell'asse trasversale del campo, perch in tal modo si eliminano i posti migliori dal punto di vista spettacolare.

Per progettare un andamento corretto dello sbalzo occorre tenere presente che esso legato all'altezza libera (m 2,10 2,20) necessaria sul

pianerottolo superiore al passaggio degli spettatori, all'altezza mediadall'ochio dello spettatore in piedi che sosta sul pianerottolo stesso, alla vi-

suale da detto occhio alla quota di m 14 circa sul centro campo. evidente che, variando le dimensioni dell'impianto e l'altezza dellagra-

A.P.I.C.E. S.r.l.

379a

Manuale dellArchitetto

IMPIANTI SPORTIVI
GIUOCO DEL CALCIO
dinata, lo sbalzo potr essere inclinato in basso: sorge in questo caso il problema non facilmente risolvibile della eliminazione dell'acqua piovana; perci e per ragioni statiche si ricorre in genere allo sbalzo inclinato verso l'alto dotandolo, se necessario, di una veletta antistante. Uno sbalzo di lunghezza uguale a quello della gradinata pu nonproteggere un certo numero di gradoni bassi in caso di pioggia e vento; in genere, per non aumentare le difficolt di realizzazione, non se ne tiene conto. Concludendo, non possibile consigliare un tipo di gradinata ottimo per tutti i casi: si tratta di un problema costruttivo, quindi va scelta la soluzione pi vantaggiosa nel casoparticolare: p. es., per piccoli impianti con gradinate di pochi gradoni (4 6) si pu accettare anche l'accesso dal basso, quando l'impongano ragioni di spazio e di economia. SERVIZI l loro requisiti funzionati ed igienici sono fissati dalla F.I.G.C. e dalle Norme del M. I. Servizi per i giuocatori: sono costituiti essenzialmente dagli spogliatoi; questi possono essere situati: sotto le gradinate in edificio isolato. Comunque, devono essere bene separati dalla zona riservata al pubblico, in modo da impedire qualsiasi contatto del pubblico stesso con l'arbitro e con i giuocatori. Nel primo caso le gradinate devono avere dimensioni tali da poter contenere spogliatoi razionali percubatura, aerazione, illuminazione e da rendere possibile una netta separazione fra gli spogliatoi stessi ed i passaggi ed i locali destinati agli spettatori; nel secondo caso occorre riservare allo scopo un'area adeguata, protetta da un ostacolo dell'altezza minima di m 2,20 misurati dalla parte del pubblico (v. fig. 18). Gli spogliatoi devono essere costituiti da almeno un locale per ciascuna squadra e da un locale per l'arbitro ed i guardialinee, nettamente separati fra loro (figg. 11A e 11B). La comunicazione di ciascun locale con l'esterno non deve avveniredirettamente, ma attraverso un vano di ingresso. A ciascun locale deve essere annesso, in diretta comunicazione, un ambiente destinato ai servizi igienicosanitari.

A.P.I.C.E. S.r.l.

379b

Manuale dellArchitetto

IMPIANTI SPORTIVI
GIUOCO DEL CALCIO
trine debbano essere precedute daantilatrine dove possono installarsi gliorinatoi: tutti i vani debbono essere illuminati ed aerati direttamente. Si consiglia di non costruire spogliatoi con i servizi in comune, anche nei casi ammessi dalla F.I.G.C. Circa i massaggi, questi non debbono essere fatti negli spogliatoi perch le emanazioni delle sostanze usate allo scopo disturbano coloro che vi sostano; si deve prevedere al riguardo, quando occorra, un'apposita stanza bene arieggiata ed in diretta comunicazione con lo spogliatoio di ciascuna squadra. Il pronto soccorso, se previsto, deve essere facilmente accessibile anche dall'esterno. Nei grandi impianti, agli spogliatoi possono essere annessi anche magazzini, lavanderia e stireria ad uso dei giuocatori. Il collegamento spogliatoi-campo non deve interferire con i percorsi del pubblico e deve avere lo sbocco sul campo ad una distanza di almeno m 5 dalla recinzione dell'area dei giuochi. Tale collegamento pu avvenire attraverso un sottopassaggio oppure a livello del terreno; in questo secondo caso, la zona spogliatoi fa praticamente parte dell'area dei giuochi (v. figg. 18 e 19). Una terza soluzione rappresentata dal passaggio protetto (fig. 12), corridoio, con fianchi e copertura in lamiera, che unisce l'uscita degli spogliatoi coi campo; la stessa protezione in lamiera deve essere estesa alla rete di recinzione dell'area dei giuochi per una larghezza di almeno m 3 ai due lati del passaggio che porta in campo. Il passaggio protetto ormai sorpassato, in quanto presuppone tribune tipo ippodromo ; comunque, sconsigliabile per l'ostacolo che costituisce alla visibilit ed alla circolazione degli spettatori. Il sottopassaggio comporta una spesa che pu incidere anche notevolmente (terreno roccioso, falda freatica superficiale, ecc.) sul costo totale dellim-

ACCESSO USCITA

Fig. 10 - Stadio per atletica leggera e calcio con gradinate a forma "crescent" A, pianta; B,sezione trasversale.

A.P.I.C.E. S.r.l.

380

Manuale dellArchitetto

IMPIANTI SPORTIVI
GIUOCO DEL CALCIO
Servizi igienico-sanitari docce lavapiedi vasca dist. lavabi W.C. orinatoi Servizi igienico-sanitari doccia lavabo W.C. orinatoio Servizi igienico-sanitari docce lavapiedi vasca dist. lavabi W.C. orinatoi

Massaggi

Spogliatoio squadra

Spogliatoio arbitro e guardialinee

Spogliatoio squadra

Massaggi

Pronto soccorso

Vano d'ingresso

Magazzino lavanderia, ecc.

Arbitro e guardialinee mq. 8

Spogliatoio circa mq. 20

Ingresso

Spogliatoio circa mq. 20

ARBITRO E GUADIALINEE SQUADRA A . . . . . . . . . . . . . . . . SQUADRA B Fig. 11 - Spogliatoi per il giuoco del calcio A, schema distributivo generale; B, pianta schematica di spogliatoio minimo

La soluzione che conviene adottare, se possibile, quella di ricavare gli spogliatoi nell'area meno pregiata a Nord, situata dietro la linea di fondo. La protezione di detta zona data dalla stessa recinzione dell'area dei giuochi e la separazione dell'arbitro e dei giuocatori dal pubblico ottenuta con la notevole distanza che intercorre fra spogliatoi, percorso spogliatoi campo e spettatori. Con tale soluzione possono essere costruite gradinate basse, quindi poco costose. Un altro vantaggio dato dalla possibilit di ottenere l'accesso dei

giuocatori direttamente dall'esterno e lontano dagli ingressi per il pubblico. Servizi per il pubblico: sono costituiti essenzialmente dagli impianti igienico-sanitari e dal pronto soccorso, prescritti dalle Norme del M. I. che ne fissano numero, ubicaziorne, ecc. opportuno munire gli ingressi dei locali destinati ai servizi igienicosanitari di adatti schermi che impediscono di vederne l'interno. Nei grandi impianti vengono previsti bar, locali di rappresentanza, servizi postali, telefonici, ecc.; neipic-

coli, basta un bar, o solo un posto di ristoro. Le biglietterie dei grandi impianti bene siano ubicate lungo le linee di affluenza agli impianti stessi, a distanza tale da non creare ingorghi nella circolazione (figg. 13A e B). Servizi vari: ogni impianto sportivo deve avere magazzini o tettoie sufficienti a contenere l'attrezzatura mobile e quarto occorra alla manutenzione del campo. Non bisogna dimenticare. inoltre, i locali per le caldaie, il deposito del combustibile, il comando degli im-

A.P.I.C.E. S.r.l.

381a

Manuale dellArchitetto

IMPIANTI SPORTIVI
GIUOCO DEL CALCIO
pianti elettrici ed idraulici che, in taluni casi, assumono il carattere di vere e proprie centrali. Infine, negli impianti sportivi di una certa importanza, ed adeguatamente all'importanza stessa, occorre prevedere cabine telefoniche, cabine radio, sale di scrittura, posti idonei sulle gradinate per porre giornalisti e radiocronisti in condizione di assolvere nel modo migliore il loro compito. Come per la Stampa, altri posti riservati debbono essere messi a disposizione delle Autorit e degli invitati; per tali posti debbono prevedersi accessi e servizi separati da quelli del pubblico. RECINZIONE ESTERNA DELL'IMPIANTO vero che lo scopo che spinge a costruire i muri in parola quello di realizzare un diaframma impenetrabile agli sguardi di coloro che sostanoall'esterno dell'impianto ed insuperabile per chi intendesse entrarvi senza biglietto; ma, se pure tale diaframma efficace, anche costosissimo: inoltre, nel caso di gradinate, anche basse, inutile, perch queste, situate fra il campo e la recinzione esterna, impediscono di vedere il campo stesso. In base alle considerazioni esposte e ad altre di minor rilievo, il C.O.N.I. ha condotto da parecchi anni studi ed esperienze, concludendo che la migliore recinzione esterna quella in rete metallica e filo spinato con rampicanti, siepi, piante cespugliose che annullano praticamente la visibilit ed abbelliscono la recinzione stessa. Al massimo, ove sia opportuno,

Ha lo scopo di non consentire a chi non ne ha diritto l'accesso all'impianto. La F.I.G.C. stabilisce che debba essere costituita da un muro dell'altezza minima di m 3, misurati dal piano del terreno esterno adiacente. Per ragioni estetiche e per dare ai campi sportivi il carattere. di zona verde , bene che la recinzione esterna non sia il solito muro pieno e continuo, generalmente progettato. A prescindere da qualsiasi considerazione di carattere funzionale, estetico od urbanistico, il problema della recinzione esterna ha un importante contenuto economico perch il muro pieno comporta una spesa notevole che incide tanto pi su quella totale quanto pi l'impianto modesto.

A L L O

S T A D I O

Gruppo Biglietterie

Pubblico gi munito di di biglietto

Gruppo Biglietterie

2.20 3.00 LAMIERA RECINZIONE

A A
0.60

0.40

GIOCATORI B

B' PUBBLICO 2.50 0.80

A'

B B
Fig. 13 - Biglietterie. A, schema di flusso; B, pianta schematica di un gruppo di biglietterie

Fig. 12 - Passaggio protetto per i giuocatori A, vista assonometrica; B, schema del funzionamento delle due porte

A.P.I.C.E. S.r.l.

381b

Manuale dellArchitetto

IMPIANTI SPORTIVI
ATLETICA LEGGERA
AFFLUENZA E SMISTAMENTO DEL PUBBLICO Il pubblico deve affluire agevolmente all'impianto, come stato accennato parlando del collegamento fra l'abitato e gli impianti sportivi in generale. Qui si pu aggiungere che lungo i percorsi dai parcheggi agli ingressi gli spettatori potranno trovare le biglietterie, ubicate come gi detto. Inoltre, nella zona destinata al pubblico, gli spettatori debbono poter circolare per smistarsi razionalmente fino ai posti ai quali hanno diritto. ATLETICA LEGGERA L'atletica leggera, alla quale sovraintende la Federazione Italiana di Atletica Leggera (F.I.D.A.L.), comprende: corsa campestre; corsa e marcia su strada; corsa, marcia, salti e lanci su pista. Queste ultime specialit sono quelle che interessano il tecnico, in quanto si svolgono su installazioni la cui progettazione, costruzione e manutenzione richiedono particolare competenza. La regolamentazione tecnica la seguente: F.I.D.A.L. - Impianti di un campo di atletica leggera - ediz. 1949; F.I.D.A.L. - Regolamento tecnico per le gare di atletica - ediz. 1955; F.I.D.A.L. - Comunicato n. 34 del 22 maggio 1957 - Variazioni ed aggiunte al Regolamento tecnico ediz. 1955 disposte dalla I.A.A.F. (Committee the Rules and Records 3-4 dicembre 1956 - Melbourne); F.I.D.A.L. - Comunicato n. 152 del 27 giugno 1959 - Norme per le gare di salto; Ministero Interni - Direz. Gen. Serv. Antincendi - Norme di sicurezza per la costruzione, l'esercizio e la vigilanza dei teatri, cinematografi ed altri locali
CORSIA Segnatura
CORDA

0.30+s A s A

R N

110

Linea immaginaria lungo la quale si misura lo sviluppo della pista.

0.05 1.22

s 0.30 R r 0.10
CORDOLO INTERNO livello del terreno adiacente alla pista

I STRATO II STRATO MANTO SUPERIORE 0.05 7.57 pista a 6 corsie 7.67 Fig.14 - Pista podistica 0.05

0.05

R = r + s + 0,30 = raggio rispetto alla linea immaginaria lungo la quale si misura lo sviluppo della pista; S = m 400 = 2 R + 2 L = pista tipo; s, spessore del cordolo interno (max cm 5).

di spettacolo in genere - C. M. n. 16 del 15 febbraio 1951. AREA DEI GIUOCHI costituita dal campo di atletica leggera; questo formato da un insieme di installazioni - pista e pedane per salti e lanci - completo dei prescritti servizi. Pista atletica: serve per l'allenamento e lo svolgimento delle gare di corsa e marcia (fig. 14).

costituita da due diritture e due curve a tutto sesto (v. Impianti di un campo di atletica leggera - pag. 15: Regolamento tecnico - pag. 36). Si richiama l'attenzione su quanto segue: il verso della corsa e della marcia stabilito tenendo a sinistra il cordolo interno della pista; cio contrario al verso delle lancette dell'orologio: la larghezza delle corsie in cui la pista viene suddivisa parallelamente al suo asse longitudinale, mediante strisce bianche targhe cm 5, di m 1,22.

A.P.I.C.E. S.r.l.

382a

Manuale dellArchitetto

IMPIANTI SPORTIVI
ATLETICA LEGGERA
La striscia bianca alla destra di ciascuno corsia, nel verso della corsa, pu essere inclusa nella misurazione della larghezza della corsia stessa; quindi, una pista a 6 corsie, p. es., potr essere larga m 7,32 (1,22 x 6), oppure m 7,57 (1,22 x 6 + 0,05 x 5). Si pu avere il rettilineo, per le corse fino ai m 110 con ostacoli, con un numero di corsie differente da quello del resto della pista; per esempio, per motivi organizzativi, le piste a 4 corsie si realizzano anche con rettilineo a 6. La pista delimitata da due cordoli. Su quello esterno non esistono prescrizioni; per ragioni estetiche e costruttive si fa generalmente come quello interno. Questo, che serve anche a delimitare il percorso dell'atleta che corre in prima corsia, deve avere un'altezza di cm 5 rispetto all'adiacente livello della pista ed una larghezza di non pi di cm 5. l cordoli possono essere di pietra naturale o artificiale, mattoni, legno, ecc., ma sempre a spigoli arrotondati per evitare danno agli atleti. La faccia del cordolo interno rivolta verso la pista viene comunemente detta corda . Lo sviluppo della pista si misura lungo una linea immaginaria parallela alla corda e distante da essa cm 30. che rappresenta il percorso dell'atleta che corre in prima corsia. Per i primati di marcia lo sviluppo della pista deve essere compreso fra un minimo di m 350 ed un massimo di m 5000; la lunghezza di ciascuna delle due diritture fra un minimo di m 80 ed un massimo di m 120; quest'ultima norma, contenuta nel Regolamento internazionale, appare illogica e si ritiene opportuno che di essa non si tenga conto nella progettazione, tanto pi che sembra debba essere soppressa. Una pista dello sviluppo Sp = m 350 e lunghezza della dirittura Lp 80, ha un raggio delle curve Rp = m 30,24; con Sp = m 500 ed Lp = m 120, si ha Rp = m 41,38. Rp = m 30,24 pu essere ammesso per la marcia; inadatto per le corse, per le quali il raggio minimo razionale di m 38; in casi eccezionali, pu essere accettato anche un raggio minore, comunque non inferiore a m 35. Per motivi di carattere tecnicosportivo ed organizzativo Sp deve essere un numero intero esattamente definito, p. es., m 350, 400, 450, 500. Il valore di Sp comunemente adottato quello di m 400; per Sp = m 400 ed Rp = m 38, si ha Lp m 80,62. Le piste atletiche, come le pedane per i salti e per il lancio del giavellotto, sono installazioni in terra stabilizzata; allargomento si gi accennato parlando dei campi di calcio. Nei terreni di giuoco con manto erboso le doti di elasticit e compattezza chiede avere il terreno stesso sono in parte assicurate dal prato e dal suo apparato radicale; in quelli in terra stabilizzata. invece, dipendono totalmente dalla scelta dei materiali e dall'esecuzione dei lavori. Il problema della costituzione di tali manti si presenta in modo alquanto diverso, a seconda si tratti di campi di calcio, piste atletiche o pedane; infatti, i giuocatori e gli atleti - sottoponendo il terreno a sforzi diversi di compressione e taglio rendono necessaria una diversa costituzione del terreno stesso. Nei campi di calcio basta dare al terreno caratteristiche artificiali il pi possibile simili a quelle naturali dei manti erbosi; nelle piste e pedane necessario rendere minime le inevitabili deformazioni del terreno causate dall'azione degli atleti, affinch gli stessi possano dare il massimo rendimento. Allo scopo occorre un manto superficiale idoneo ed un sottofondo elastico e regolare, non soggetto a refluimenti, capace di conservare il dovuto grado

A.P.I.C.E. S.r.l.

382b

Manuale dellArchitetto

IMPIANTI SPORTIVI
ATLETICA LEGGERA
1.00 11.00 Fossa di arrivo

1.22

1.30

4.00

Asse di battuta per gare nazionali e internazionali 17.00 Fig. 15a - Pedana per i salti A, pianta salto triplo.

A
rie, necessario sospendere il lavoro, in attesa che l'assestamento naturale delle scorie stesse completi quelloottenuto con la rullatura. La costipazione delle scorie provocata con la sola rullatura d luogo a seri inconvenienti, perch il rullo ne comprime fortemente lo strato superficiale che tende a fare crosta ; dopo qualche tempo, per azione delle bagnature, delle piogge ed a causa della normale distensione delle scorie stesse, la crosta si allenta dando luogo acedimenti. L'eliminazione di tali cedimenti, come quello delle impurit e delle scorie aride che vengono in superficie, facile prima dello stendimento del manto; dopo, d luogo a rappezzature spesso visibili, comunque sempre avvertite dall'atleta. La necessit di sospendere il lavoro prima di procedere all'assestamento definitivo delle scorie tanto pi sentita, quanto pi le scorie stesse sono mediocri come qualit ed uniformit; la scoria di qualit migliore quella proveniente dalle officine di produzione del gas (distillazione del carbon fossile). Sulle scorie cos sistemate si stende, sempre col procedimento descritto, il manto superiore che si pu considerare formato da due strati: quello a contatto con le scorie serve di collegamento fra le scorie stesse e lo strato superficiale. Completata la pista si procede alla sua colorazione con apposita terra rossa, alta segnatura delle corsie (strisce in latte di calce, o materia pla-

Per quanto esposto ovvio concludere che la costruzione delle piste cosa molto delicata che bene affidare a ditte specializzate; tuttavia opportuno dare qualche cenno al riguardo. Eseguito lo scavo che deve contenere i materiali di cui formata la pista, si procede al livellamento ed al consolidamento del sottosuolo per mezzo di un'adeguata rullatura; se necessario, cio quando il terreno di posa eccessivamente argilloso, si eseguisce un adatto sottofondo di ghiaia in natura. Si deve provvedere anche al diserbamento del terreno sia a mano, sia con l'impiego di adatti erbicidi. Sul terreno cos preparato, si dispone: anzitutto un primo strato dello spessore di circa cm 12 di scorie di carbone della pezzatura massima di cm 5; poi un secondo strato dello spessore di circa cm 3 della stessa qualit di scorie, ma della pezzatura massima di cm 1,5; infine, un manto superiore di spessore variabile a seconda dei materiali impiegati (terre speciali, mattoni macinati, pozzolana, ecc.); come dato orientativo, si pu assumere quello di cm 3, finito, cio rullato. La pezzatura riportata soltanto indicativa, perch la natura della scoria ed il tipo di vaglio usato (a mano, vibratore. a griglia, a lamiera forata) influiscono sul risultato della vagliatura; , da notare che non conviene

impiegare come scoria fina solo quella di frantumazione, perch troppo arida; occorre aggiungervialmeno il 30 % di scoria naturalmente, fina che pi grassa. Il materiale suddetto va posto in opera a strati successivi; ogni strato deve essere abbondantemente bagnato e, dopo un'ora almeno dalla bagnatura, convenientemente rullato con rullo di q 1 1,5; prima di disporre su ogni strato quello superiore, la sua superficie deve essere raschiata in modo che gli strati successivi aderiscano perfettamente e non si verifichino scorrimenti. Ultimato lo stendimento delle sco0.05

15.00 consigliabile m 18 Fossa minima regolamentare 4.00

4.00

7.40 Fossa ampliata 5.00 Fig. 15b - Pedane per i salti Salto in alto: B, con fossa regolamentare: C, con fosse ampliata. 4.00

A.P.I.C.E. S.r.l.

383a

Manuale dellArchitetto

IMPIANTI SPORTIVI
ATLETICA LEGGERA
stica), alla messa in posto delle piastrine indicatrici. Il tipo di pista illustrato quello che finora ha dato i migliori risultati, ma anche il pi costoso, comportandol'impiego di terre speciali per la formazione del manto e la sua colorazione. Adottando materiali locali possono essere realizzati altri manti; per ogni tipo per si dovranno fissare, in base ad esperienze, gli spessori degli strati di scorie. da rilevare che non si mai parlato di drenaggio; infatti, le piste vengono adoperate principalmente dalla primavera all'autunno, periodo in cui in genere l'acqua difetta; quindi, per tenere insieme i materiali di cui le piste stesse sono formate, indispensabile ricorrere all'innaffiamento; questo deve servire anche a riempire i vuoti fra re scorie e la ghiaia in natura; la normale funzione dei vuoti stessi, dal punto di vista idraulico, di serbatoio di umidit. A questo punto indispensabile mettere in evidenza la necessit di porre in opera i cordoli a perfetto livello, e cos i vari strati della pista, allo scopo di ottenere per tutta la sua superficie uniformit di permeabilit e di rendimento. Si osserva che il manto superiore, per la sua costituzione, lascia passare solo un determinato volume d'acqua di filtrazione, volume pari all'incirca a quello dei vuoti citati; quindi, in caso di pioggia, il sottofondo avr naturalmente, per quel volume, una funzione drenante. L'acqua comunque non assorbita si elimina per scorrimento superficialeattraverso tagli praticati, ogni m 1,50 in media, nel cordolo interno della pista; allo scopo ammessa una pendenza massima trasversale del manto dell'1 %. Pedane per i salti: servono per l'allenamento e lo svolgimento delle gare di salto in alto, in lungo, triplo, con l'asta (fig. 15 a, b, c, d). Sono costituite da: una pista di rincorsa una fossa d'arrivo di forma e dimensioni appropriata a ciascun tipo di salto (v. Regolamento tecnico - pag. 53). La battuta, nei salti in lungo e triplo, si effettua su di un asse di battuta di legno, posto a conveniente distanza dalla fossa d'arrivo. Il salto con l'asta si effettua con l'aiuto di una cassetta di appoggio per l'asta di legno, rivestita in parte di lamiera, posta a contatto col bordo della fossa d'arrivo. Nessun accorgimento previsto per il salto in alto. La fossa d'arrivo non ha dimensioni stabilite a priori; per sono deducibili dalle prescrizioni regolamentari. In particolare la F.I.D.A.L. - stabilisce le seguenti lunghezze minime delle piste di rincorsa: m 40, salto in lungo, triplo e conl'asta m 15, salto in alto (raggio della pedana); - prescrive di portare, dove possibile, le lunghezze minime stesse a: m 45 nei salti in lungo, triplo, conl'asta m 18 nei salti in alto (raggio dellapedana); - consente di abbinare: salto in lungo e salto con l'asta salto triplo e salto in lungo; - adotta le seguenti distanze fra linea di battuta ed inizio della fossa: m 11 nel salto triplo (per le garenazionali ed internazionali m 12) m 4 nel salto in lungo maschile m 2 nel salto in lungo femminile; - prevede come dimensioni minime della fossa di arrivo: salto in lungo: m 4 (larghezza) x 5 (lunghezza) salto triplo: m 4 x 6 salto con l'asta: m 5 x 5 salto in alto: m 4 x 4. Si osserva: tenuto conto delle misure raggiunte nelle gare di salto in lungo, bene portare la lunghezza della fossa di arrivo a m 6 al minimo: la larghezza minima della pista di rincorsa (m 1,30) per i salti in lungo, triplo e con l'asta d all'atleta l'impressione di una certa limitazione nei

A.P.I.C.E. S.r.l.

383b

Manuale dellArchitetto

IMPIANTI SPORTIVI
ATLETICA LEGGERA
4.00 Linea di battuta Fossa di arrivo

1.30 min.

Asse di battuta

1.22

4.00

D
F

9.00 min.

Sabbia Manto superiore II Strato I Strato 0.20 Drenaggio Sommit cordolo Piano pista 0.10

0.50 : - 1.00 Altezza variabile

Terreno preparato

F
Fig. 15c - Pedane per i salti Salto in lungo; D, pianta; E, sezione longitudinale; F, particolare asse di battuta. 5.00

1.30 min.

Cassetta d'appoggio per l'asta

5.00

Sabbia Drenaggio

0.50:- 1.00 Altezza variabile

1.00 0.60 0.15 0.20

0.80

Fig. 15d - Pedana per i salti Salto con l'asta, pianta; H, sezione longitudinale; I, particolare cassetta d'appoggio

A.P.I.C.E. S.r.l.

384

Manuale dellArchitetto

IMPIANTI SPORTIVI
ATLETICA LEGGERA
0.05 4.00 Strisce di delimitazione segnate direttamente sul terreno 1.50 28 1.50 a1 4.00 60 0.07 2.135

X 4.00

R=8.00

X1 4.00

33.50 min. 36.50 max. a2 Manto superiore II strato I strato

0.07 0.10

Terreno preparato

a3

0.05 2.50 4.00 60 4.00

0.05 2.135 1.22 ~60 16-ogni 20 cm G

4.00

B 2.135

4.00

C
cerchio di ferro cordolo quota pedana 0.02 0.03 0.03 0.09 0.08 0.28 0.05 0.15 0.28 0.15 strato superficiale di malta di cemento e sabbia fratazzata massetto di cls armato con 16 ogni 20 cm massicciata puntoni 0.114 quota terr. esterno pedana = quota campo 0.10

4.00
Disco m 2.50 Martello m 2.135 16-ogni 20 cm 0.25 0.15 massetto di calcestruzzo armato Strato superficiale di malta di cemento e sabbia

4.00

massicciata

E Fig. 16 - Pedana per i lanci

A, giavellotto; a1, pedana sul terreno naturale; a2, pedana in terra stabilizzata; a3, sezione X-X1; B, disco; C, peso; D, sezione pedana getto del peso; E, sezione pedane disco e martello; F, martello; G, particolare armature pedane; H, particolare fermapiede per il getto del peso.

movimenti: inoltre causa di un logorio eccessivo della pista stessa; consigliabile quindi allargarla a m 1,50, meglio a m 2; per esigenze di spazio e spettacolari ( difficile, generalmente, realizzare

una pedana convenientemente ubicata ed orientata per ciascun tipo di salto) si pu prevedere una pedana unica per i salti in lungo, triplo e con l'asta, risultante dall'accostamento di tre pedane regolamentari di larghezza minima. Tele pedana com-

porta pure una certa economia che si pu aumentare riducendone la larghezza a m 3 ed abbinandola ad una per il salto in alto. evidente che il caso particolare detter la scelta delle dimensioni e del tipo di pedana da adottare.

A.P.I.C.E. S.r.l.

385a

Manuale dellArchitetto

IMPIANTI SPORTIVI
ATLETICA LEGGERA
Le piste di rincorsa sono costituite in modo analogo a quello delle piste atletiche. da tenere presente che le prime, sottoposte ad azioni pi violente ed intense delle seconde, richiedono tipi di miscele diverse da quelle adottate per le piste atletiche e modalit di esecuzione differenti, dovendo risultare pi consistenti. La fossa d'arrivo deve essere riempita di sabbia, con un opportuno drenaggio sottostante per lo smaltimento delle acque. La profondit della sabbia pu variare da cm 50 a m 1. Al posto della sabbia, per il salto con l'asta, si possono adoperare altri materiali (segatura, trucioli di legno, ecc.) Pista di rincorsa, battuta e fossa d'arrivo debbono costruttivamente formare un unico piano orizzontale ed essere allo stesso livello del terreno circostante; in sede organizzativa per i salti in alto e con lasta la fossa deve avere il piano darrivo ad un livello superiore di almeno cm 50.

A.P.I.C.E. S.r.l.

385b

Manuale dellArchitetto

IMPIANTI SPORTIVI
ATLETICA LEGGERA
La massima tolleranza consentita per l'inclinazione della pista di rincorsa di 1% nella direzione della corsa e di 1% in senso trasversale.
N DAL POZZO

la pedana dal terreno circostante, bordandola con un cordolo uguale a quello delle piste atletiche, sporgente di 3 5 cm sul livello del terreno
DALL'ACQUEDOTTO

pu essere previsti una sola installazione, salvo a munirla di volta in volta della gabbia di ferro di protezione prescritta per il lancio del martello.
RECINZIONE

SALTO CON L'ASTA E IN LUNGO

DISCO

SALTO IN ALTO

MARTELLO

TUBAZIONE INNAFFIAMENTO PESO IDRANTE IDRANTE GIAVELLOTTO

PESO

MARTELLO SALTO IN ALTO

DISCO

SALTO IN LUNGO E TRIPLO Fig. 17 - Pianta di un campo per atletica leggera con schema di impianto di innaffiamento.

Non possibile, per, tenere le pedane allo stesso livello del terreno circostante perch: questo, per lo smaltimento delle acque superficiali, pu avere una pendenza non compatibile con quella tollerata nelle piste di rincorsa; il rullaggio necessario alla manutenzione delle piste stesse pu provocare labbassamento della pedana che, in caso di pioggia, verrebbe invasa dall'acqua, rimanendo inutilizzata per molto tempo dopo la fine della precipitazione; in caso di manto erboso, il pi frequente, non sarebbe possibileimpedire l'invasione della pedana da parte dell'erba. necessario, quindi, sopraelevare

stesso ed, 2 3 cm su quello della pedana. Cos facendo, la parte superiore dell'erba, opportunamente falciata e livellata, si trover allo stesso piano della pedana e si sar ottemperato alle necessit tecniche ed alle norme regolamentari. Pedane per lanci: servono per l'allenamento e lo svolgimento delle gare di lancio del giavellotto, disco, martello, peso (fig. 16). Hanno forma e dimensioni appropriate a ciascun tipo di lancio (v. Regolamento tecnico - pag. 65). Le pedane per il getto del peso sono uguali a quelle per il lancio del martello: per i due attrezzi, quindi,

Una recente disposizione stabilisce che (a lunghezza della rincorsa nel lancio del giavellotto non debba superare i m 36,50 e raccomanda che non sia minore di m 33,50. Le pedane per i lanci del disco, martello e peso debbono risultare particolarmente solide; dopo le Olimpiadi di Melbourne stato deciso che vengano costruite in cemento o materiale similare. Tali pedane possono essere sistemate direttamente sul prato, ma ci causa inconvenienti simili a quelli accennati parlando delle pedane per i salti e, forse, maggiori perch il loro livello deve essere inferiore di cm 2 a quello del terreno circostante; si possono prevedere, pertanto, riquadri di

A.P.I.C.E. S.r.l.

386a

Manuale dellArchitetto

IMPIANTI SPORTIVI
ATLETICA LEGGERA
m 4x4 di terreno, appositamente preparato e mescolato con sostanze erbicide, entro i quali si inseriscono le pedane regolamentari; tali riquadri vengono bordati con cordoli del tipo gi descritto. La pedana per il lancio del giavellotto pu essere della stessa natura del terreno circostante, oppure di natura diversa; nel primo caso basta tracciare, di volta in volta, con gesso, o calce. le relative strisce di delimitazione, affondando nel terreno l'arco terminale che sar munito di punte adatte: nel secondo caso la costruzione della pista simile a quella delle pedane per salti. Ubicazione delle installazioni di atletica leggera: pista e pedane debbono essere disposte nell'area dei giuochi, in modo che su di esse possano svolgersi pi attivit contemporaneamente ed in ogni ora del giorno (fig. 17). Si soddisfa alla prima esigenza distribuendo le installazioni in relazione alle loro dimensioni ed a quelle dei settori di lancio, i percorsi degli atleti, ai margini di sicurezza, ecc. Per soddisfare alla seconda occorrono pi installazioni, diversamente orientate, per ogni specialit; quando ci non sia possibile non resta che orientare il maggior numero di pedane a Nord. Naturalmente bisogna tenere nel dovuto conto anche il fattore spettacolo. Particolare difficolt presenta la disposizione dei settori dei lanci che, date le loro dimensioni, difficilmente possono essere messi in modo da non investire le altre installazioni; ci rappresenta un inconveniente sia agli effetti dello svolgimento contemporaneo di pi attivit, sia nei riguardi della manutenzione, perch gli attrezzi rovinano cordoli e manti. Natura dei terreni di giuoco; manti superficiali: l'area dei giuochi, negli impianti di atletica leggera, costituita da un prato nel quale sono inserite piste e pedane; le caratteristiche di ciascun tipo di terreno e di manto sono quelle accennate parlando dei campi di calcio e delle installazioni di atletica leggera. Eliminazione dell'acqua in eccesso: innaffiamento: anche per questo argomento vale quanto gi esposto. Recinzione: mentre nei campi di calcio ha funzione di ostacolo vero e proprio, dovendo garantire l'impossibilit di qualunque contatto fra pubblico ed arbitro e giuocatori, qui ha solo valore di delimitazione dell'area dei giuochi. Allo scopo, pertanto, pu bastare una rete della altezza di circa m 1. Orientamento: vale quanto gi detto per i campi di calcio. Si osserva che negli impianti diatletica leggera non si hanno due squadre di giuocatori contrapposte, ma atleti che svolgono la loro attivit su installazioni ben definite e con orientamento proprio; quindi l'orientamento dell'area dei giuochi ha valore quasi esclusivamente dal punto di vista spettacolare. ZONA PER IL PUBBLICO Tutte le considerazioni fatte, parlando del giuoco del calcio, valgono per l'atletica leggera; da tener presente che, mentre nel primo deve essere garantita la visibilit della segnatura del campo da parte degli spettatori che si trovano nella sezione di gradinata pi sfavorita, nel secondo, gli spettatori stessi debbono poter vedere il cordolo dell'installazione pi vicina.

A.P.I.C.E. S.r.l.

386b

Manuale dellArchitetto

IMPIANTI SPORTIVI
ATLETICA LEGGERA E CALCIO
SERVIZI I loro requisiti sono stabiliti dal Regolamento della F.l.D.A.L. e dalle Norme del M.l. senza in tralciare lo svolgimento della manifestazione; il collegamento spogliatoi-campo, oppure zona di preriscaldamentocampo, deve avvenire al fuori dei dello sport. La regolamentazione tecnica da tenere presente quella menzionata parlando separatamente delle dueattivit. Lo stesso vale per i criteri generali
Recinzione interna

Recinzione esterna

Martello

Spogliatoi

Peso

Disco Campo di calcio Pista podistica a 6 corsie; sviluppo regolamentare m 400.

Ingresso Maratona e atleti Fig. 18 - Pianta schematica di impianto per atletica leggera e calcio.

Servizi per gli atleti: sono costituiti essenzialmente dagli spogliatoi che, come quelli per il giuoco del calcio, possono essere ubicati sotto le gradinate o in edificio a parte. l criteri di progettazione sono quelli gi esposti salvo quanto segue: gli spogliatoi per l'atletica leggera debbono essere divisi per sesso, sia nei riguardi degli atleti che dei giudici; la loro capienza, fissata dalla F.I.D.A.L. sempre notevole (almeno 80 atleti); in prossimit degli spogliatoi, e direttamente collegata ad essi, bene sistemare una zona di preriscaldamento , separata dal campo. In tale zona gli atleti, usufruendo di qualche installazione predisposta allo scopo, potranno esercitarsi e scaldare muscoli prima di essere chiamati in gara,

percorsi del pubblico, come nel giuoco del calcio. In questo caso, per, la distinzione dei percorsi ispirata al solo criterio di non creare in tralci nell'effettuazione delle gare. Per i seguenti argomenti: Servizi per il pubblico; servizi vari Recinzione pianto esterna dell'imdell'im-

di progettazione; necessario, per, aggiungere a quanto esposto le considerazioni che seguono. costituita di due parti che si inseriscono fra loro: il campo di atletica leggera e quello di calcio, ciascuno da omologare per la categoria prevista. Nella progettazione occorre evitare che la coesistenza di tante installazioni nella stessa area limiti le possibilit tecnico-sportive proprie ad ognuno di esse. Ubicazione delle installazioni di atletica leggera e del campo di calcio: le installazioni fondamentali sono la pista atletica ed il campo di calcio; questo ultimo, naturalmente, si dispone nell'interno dell'anello di pista (v. figg. 10 e 18). Pista atletica e campo di calcio: affinch il cordolo interno della pista sia tutto al di fuori del campo di giuoco

Affluenza e smistamento del pubblico vale integralmente quanto gi detto in proposito parlando del giuoco del calcio. ATLETICA LEGGERA E CALCIO Costituisce l'abbinamento cui si ricorre frequentemente nella pratica

A.P.I.C.E. S.r.l.

387a

Manuale dellArchitetto

IMPIANTI SPORTIVI
ATLETICA LEGGERA E CALCIO
di m 70 x 105 e del campo per destinazione regolamentare occorre che la pista stessa abbia uno sviluppo molto superiore a quello di m 400 comunemente adottato; infatti, necessaria una dirittura della lunghezza Lp di almeno m 105; assumendo Rp = m 38, si ha Sp = m 448,76 che, per le ragioni gi esposte, occorre portare a m 450, allungando, p. es., le diritture. Poich non sempre possibile, n conveniente, costruire una pista di tale sviluppo, stato stabilito di ridurre la zona di rispetto fra angoli del campo di calcio e cordolo interno, e solo fra questi, a m 1,50: con tale accorgimento, sempre nell'ipotesi di un campo di giuoco di m 70 x 105 ed adottando Lp = m 80, si ha Rp = m 39,02 ed Sp = m 405,36; per le note ragioni, occorre portare Sp a m 410, o allungando convenientemente Lp, o aumentando Rp, oppure operando contemporaneamente sulle due misure; in quest'ultima ipotesi si ottiene, p. es., Rp = m 39,05, Lp = m 82,32. Supponendo di voler inserire, sempre con m 1,50 di rispetto agli angoli, un campo di giuoco di m 70 x 105 in una pista con Sp = m 400, si ha Rp = m 40,17, Lp, = m 73,80. Nei due casi si ha un Rp ottimo, come l'esperienza ha dimostrato; nel secondo, per, Lp non consente i tentativi di primato di marcia, essendo inferiore ai m 80 disposti dalle norme vigenti; a tale proposito si tenga conto di quanto detto parlando delle piste nel capitolo Atletica leggera. Eccezionalmente, quando non sia possibile ottenere neppure la distanza minima di m 1,50 fra angoli del campo di calcio e cordolo interno, consentito costruire la parte di cordolo interessata dagli angoli stessi, in modo da poterla asportare durante le partite. Se non necessario adottare le misure di m 70 x 105, l'inserimento di un campo di dimensioni minori nell'anello di pista non presenta difficolt; p. es., una pista con Sp = m 400 esatti, Rp = m 38, Lp = m 80,62 pu contenere, senza ricorrere alcordolo mobile, in campo di m 68 x 105. Sistemata la pista atletica ed il campo di calcio, le pedane per salti e lanci troveranno la loro naturale ubicazione nelle zone appresso specificate, in ogni caso fuori del campo per destinazione e tenuto presente quanto stato detto sulla loro posizione reciproca. Pedane per salti in alto e lanci: bene che siano sistemate nelle lunette comprese fra le curve della pista e le linee di fondo campo. La F.I.D.A.L., consigliando di disporre le fosse di caduta verso le porte, ha tenuto presente ragioni spettacolari e costruttive. l settori dei lanci dovranno evitare le porte, a meno che queste non siano mobili; evidentemente, dovranno essere segnati sul campo di calcio: ci mentre permette al pubblico situato in corrispondenza dei lati lunghi di apprezzare nel modo migliore l'entit dei lanci stessi, provoca con gli attrezzi danni al prato che deve essere, quindi, particolarmente curato in sede di manutenzione. Nei campi di atletica leggera (v. fig. 18) in cui basta una sola pedana per ciascuna specialit, le installazioni occorrenti saranno disposte nella lunetta Sud; si ricorda che per il peso ed il martello pu essere prevista, in questo caso, una sola pedana. Pedane per i salti in lungo, triplo e con l'asta: potranno essere ubicate nella zona compresa fra i lati lunghi del campo di calcio e le diritture della pista, oppure fra queste e la recinzione dell'area dei giuochi, a seconda dello spazio a disposizione. Nei campi di atletica leggera, nei quali resta libera una lunetta, potranno essere disposte nella lunetta stessa (v. fig. 18). Nel fissare la posizione delle pedane occorre tenere presente, oltre alla necessit di non invadere il campo per destinazione, l'opportunit di lasciare una zona di rispetto di almeno m 2 fra pedane, cordoli della pista e recinzione dell'area dei giuochi; quando la delimitazione dell'area sia costituita da un fosso, la zona di rispetto deve essere convenientemente allargata.

A.P.I.C.E. S.r.l.

387b

Manuale dellArchitetto

IMPIANTI SPORTIVI
ATLETICA LEGGERA E CALCIO
ATLETICA LEGGERA E CALCIO Fosso di recinzione dell'area dei giuochi Allo scarico
0.00 0.02 0.04 +

Dall'acquedotto

Curva di livello

0.06 + 0.10 0.14 5% colmo colmo


1.5% 1.5%

0.18 0.22 0.18

colmo

colmo colmo

colmo 0.63 origine collettore

5% 0.14
[-0.98]

{-0.58}

(-0.24) [-0.93]

[-0.98]

[-0.94] [-0.96]

+ +

0.10
-0.83 1% -1.44 0.04 0.02 0.00 -1.41 -1.14 -1.04 -0.94

Proiezione cordolo esterno della pista Proiezione cordolo interno della pista

Pozzetto Chiusino Pozzetto con chiusino Saracinesca di regolazione Dreno Collettore Fogna raccolta acqua scorrimento superficiale

Allo scarico
+

Tubazione acqua Presa per innaffiamento

(-x,xx)

Quota colmo fra dreno e dreno

{-y,yy} Quota fondo dreno all'origine [-z,zz] Quota fondo dreno allo sbocco nel pozzetto -w,ww Quota colmo collettore al pozzetto

0.22

0.22

0.22
Terra vegetale

5%

Fori eliminazione Tubazione impianto acque innaffiamento


Cordolo interno

0.30

0.00

Ghiaia Ghiaia grossa Dreno Terreno di posa permeabilizzato sistemato Protezione del dreno Ghiaietto

Asse chiusini [-0.98]


1%

Reggicordolo -1.14 Terreno di posa sistemato

1.50% 1.50% {0.58} Mezzeria tra due dreni consecutivi

B
0.22 0.30 Asse longitudinale del campo 5% 0.06

0.22

0.375

0.75%

0.75% Mezzeria tra due dreni consecutivi Collettore

C
Fig. 19 - Esempio schematico di sistemazione superficiale del terreno, drenaggio, innaffiamento in un campo per atletica leggera e calcio

A, pianta (a sinistra superficiale, a destra alla quota dei dreni); B, sezione dreno D lungo l'asse longitudinale del campo; C, altro tipo di dreno della figura B, sezionato nello stesso punto; D, sezione lungo il dreno D fra il colmo ed il pozzetto (compreso); E, particolare del pozzetto con coperchio munito di chiusino

A.P.I.C.E. S.r.l.

388

Manuale dellArchitetto

IMPIANTI SPORTIVI
GIUOCO DEL RUGBY
Si pu dire infine che, normalmente, non vi sono difficolt perrealizzare le pedane dei salti in lungo, triplo e con l'asta con pista di rincorsa di m
Pubblico 3.25 Gradinata 1.00 15.00 2.50 Disco 3.00 5.03 2.00 Campo di calcio 1.20 1.00

ordine pratico ed economico il tipo di drenaggio gi esposto (fig. 19) viene limitato in genere al solo campo di calcio; nelle lunette, in cui ci si trova

disposizione per la tubazione dell'impianto di innaffiamento, che deve essere munita di almeno 12 prese equidistanti; in tal modo possibile innafPubblico

Atleti

Spogliatoi

Peso ed eventuale martello

2.50 3.00

2.50

Fig. 20 - Pianta schematica di piccolo impianto con campo di calcio ed alcune installazioni di atletica leggera.

45; non altrettanto avviene per il salto in alto con pedana di m 18 di raggio; infatti, considerando i complessi pistacampo di giuoco gi esaminati, si
pista con Sp = m 450 pista con Sp = m 410 pista con Sp = m 400 pista con Sp = m 400 Rp = m 38,00 Rp = m 39,05 Rp = m 40,17 Rp = m 38,00

nelle stesse condizioni dei campi di atletica leggera, pu bastare qualche tratto di dreno per il prato esistente fra le linee di fondo campo, la pista e
Lp = m 105,62 Lp = m 82,32 Lp = m 73,80 Lp = m 80,62 si hanno m 33,40 si hanno m 22,86 si hanno m 19,70 si hanno m 20,96

fiare prato, pedane e pista senza danneggiarne i manti superficiali con i tubi degli idranti. bene dotare la tubazione ad anello di alcune saracinesche per poter isolare tratti della tubazione stessa in caso di riparazioni. Recinzione interna: circa le sue caratteristiche generali, vale quanto gi detto in materia; per quanto riguarda le dimensioni della rete o del fosso, bisogna attenersi alle prescrizioni riguardanti il giuoco del calcio. Naturalmente, la recinzione deve comprendere tutte le installazioni dell'area dei giuochi e non essere limitata alla protezione del solo campo di calcio. Orientamento: in questi impianti l'orientamento deve essere fissato in base alle esigenze del giuoco del calcio.

hanno in corrispondenza dell'asse delle lunette le seguenti lunghezze a disposizione: Poich la lunghezza totale della pedana per il salto in alto di m 22 (raggio m 18 + lunghezza fossa m 4) si vede che, negli ultimi-due casi, necessario adottare pedane con raggio di m 15. Eliminazione dell'acqua in eccesso; innaffiamento: per motivi di

le pedane. Nella zona, a manto erboso, compresa fra la pista e la recinzione dell'area dei giuochi, si pu provvedere allo smaltimento dell'acqua in eccesso solo a mezzo scorrimento superficiale. Le acque di drenaggio e di scorrimento superficiale si convogliano in un collettore che conviene disporre parallelamente al cordolo interno della pista, verso il prato. conveniente adottare la stessa

A.P.I.C.E. S.r.l.

389a

Manuale dellArchitetto

IMPIANTI SPORTIVI
GIUOCO DEL RUGBY
SERVIZI Servizi per atleti e giuocatori: nei grandi impianti occorre prevederespogliatoi separati per l'atletica leggera ed il calcia, ciascuno con le caratteristiche specifiche viste. Siccome il criterio economico deve sempre essere tenuto presente, si pu, dato che le manifestazioni delle due attivit non sono in genere contemporanee, prevedere qualche spogliatoio in comune. Nei piccoli impianti, infine, si possono prevedere solo spogliatoi tipo calcio da usare per l'atletica leggera quando occorra. Il collegamento spogliatoi-area dei giuochi deve essere realizzato rispettando le norme riguardanti il giuoco del calcio. Per i seguenti argomenti: Natura dei terreni di giuoco, manti superficiali Servizi per il pubblico, servizi vari Recinzione esterna dell'impianto Affluenza e smistamento del pubblico vale quarto esposto in merito per l'atletica leggera e per il giuoco del calcio. GIUOCO DEL RUGBY Al giuoco del rugby sovraintende la Federazione Italiana Rugby (F.I.R.). I criteri generai; di progettazione di un impianto per il giuoco del rugby sono gli stessi di quelli esposti parlando del calcio e dellatletica leggera; pertanto, si rimanda agli argomenti trattati in quella sede. Nel caso particolare occorre naturalmente tenere presenti, oltre alle note Norme di sicurezza le prescrizioni tecniche contenute nelle Regole del giuoco del rugby edite dalla F.I.R. ediz. 1958). Da queste ultime si rileva che un impianto di rugby differisce da quello di calcio essenzialmente per quanto riguarda l'area dei giuochi e la sua recinzione. L'area dei giuochi (fig. 21) costituita dal terreno di giuoco e dalla zona di rispetto circostante. Il terreno di giuoco ha le stesse caratteristiche generali di un campo di calcio: formato dal campo di giuoco e dalle aree di meta. Le linee che delimitano il terreno di giuoco ed il campo di giuoco sono denominate: linee di pallone morto linee di meta linee laterali Il campo di giuoco compreso fra le linee laterali e le linee di meta; le sue dimensioni sono le seguenti: lunghezza: massima m 100 minima m 95 larghezza: massima m 68 minima m 66 Le aree di meta sono comprese fra le linee di meta e quelle di pallone morto: queste linee, fra loro parallele, sono segnate ad una distanza l'una dall'altra di: m 22 massimo m 12 minimo l prolungamenti delle linee laterali che chiudono lateralmente le aree di meta sono dette linee laterali di meta.

A.P.I.C.E. S.r.l.

389b

Manuale dellArchitetto

IMPIANTI SPORTIVI
GIUOCO DELLA PALLABASE E DELLA PALLACANESTRO
Linea laterale 22.00 10.00 5.00
27.43 da 2a a 3a Linea Faul 4.5 R=4 6.0 27.43 R=29

oltre m 4 Diritti PORTA Sbarra trasversale max m 68 min. m 66 linea di meta linea dei 22 metri linea dei 10 metri linea dei meta campo 3.00 max m 22 min m 12 5.64

0.60

0.9 da1a a 2 a 38.79 da R=2.75 38.79 da 13.72 Box del suggeritore da 3a a 1a 0.9

3.0

1.8 27.43 da 3a a case base 11.3 R=0.75 18.44 11.3 R=18.25

27.43 da casa base a 1a

max m 100 min. m 95

Linea laterale di meta Fig. 21 - Giuoco del rugby: pianta schematica dell'area dei giuochi.

Linea della rete d'arresto Linee basi-box battitore box ricevitore-linea faul pedana lanciatore-casa base Linee erba

Linee delle tribune o recinto 18.25 dalle linee basi o linea faul

Zona del prossimo battitore max m 68 min. m 66 Fig. 22 - Segnatura di un campo di pallabase

Il terreno di giuoco, pertanto, pu avere le seguenti dimensioni complessive: m 144 x 68 massimo m 119 x 66 minimo La zona di rispetto, intorno alla segnatura perimetrale del campo, deve avere le stesse caratteristiche del terreno di giuoco e la larghezza di almeno m 3,50. La recinzione, posta al margine esterno della zona di rispetto ed oltre la quale si trova la zona per il pubblico. ha solo funzione di delimitazione della area dei giuochi; infatti, la F.I.R. parta di barriera che pu essere costituita anche da una semplice staccionata. GIUOCO DELLA PALLABASE (BASEBALL) Al giuoco della pallabase sovraintende la Federazione Italiana Pallabase (F.I.P.B.). Il baseball ha un'area dei giuochi ed una segnatura del campo completamente diverse da quelle viste fin qui (fig. 22); ne deriva che un impianto per tale sport assume la forma caratteristica dello, Stadio di Cartagena (Colombia), riportato a pag. 24 dei Documenti di Architettura - Edificispor-

tivi ediz. Vallardi . Per, pur cambiando la forma del campo di giuoco ed il suo orientamento ( preferibile che l'asse casa base-seconda base, ossia l'assemaggiore, sia orientato verso Est-Nord Est), non cambiano i criteri generali di progettazione gi visti e valgono sempre le prescrizioni relative agli impianti spettacolari di cui alle Norme di sicurezza. Una descrizione, sia pure sommaria, dell'area dei giuochi sarebbe troppo complessa per essere fatta in questa sede; d'altra parte non vi nulla da aggiungere a quanto esposto nel Regolamento tecnico del giuoco del baseball pubblicato a cura della F.I.P.B. da notare soltanto che la pallabase pu essere giuocata anche negli impianti per il calcio, naturalmente provvedendo alla segnatura relativa ed alla messa in posto delle basi e della pedana del lanciatore che possono essere mobili. GIUOCO DELLA PALLA PALLACA CANENESTRO Al giuoco della pallacanestro sovraintende la Federazione Italiana Pallacanestro (F.I.P.)

Le partite possono essere giuocate all'aperto o in palestra. Il luogo ideale per gli incontri la palestra; all'aperto, a meno di non voler creare impianti di una certa importanza, molto facile trovare il modo di praticare la pallacanestro. Se si considerano le dimensioni ridotte dell'area dei giuochi ed il fatto che i campi possono essere semplicemente in terra battuta, si vede come allo scopo basti un qualsiasi spiazzo, cortile, angolo di giardino pubblico, ecc. Per gli impianti al coperto si rimanda al capitolo Palestre ; per quelli all'aperto valgono i criteri gi esposti, da applicare in relazione all'importanza dell'impianto da costruire, In ogni caso va rispettato il Regolamento tecnico della F.I.P. (ediz. 1959). Per gli impianti a carattere spettacolare occorre attenersi anche alleprescrizioni delle Norme di sicurezza . Ad integrazione di quanto stabilito nella regolamentazione suddetta, si riporta quanto occorre tenere presente nel caso particolare, sia per i campi in palestra che per quelli all'aperto. L'area dei giuochi costituita dal campo di pallacanestro, formato dal campo di giuoco e dalla zona di ri-

A.P.I.C.E. S.r.l.

390a

Manuale dellArchitetto

IMPIANTI SPORTIVI
GIUOCO DELLA PALLABASE E DELLA PALLACANESTRO
spetto circostante. Il campo di giuoco consta di una superficie rettangolare libera da ostacoli, avente le dimensioni di m 26 x 14 valide per tutte le categorie e obbligatorie per i Campionati di Divisione Nazionale (fig. 23). Sono ammesse variazioni fino a m 2 in pi o in meno nella lunghezza e fino a m 1 in pi o in meno nella larghezza, variazioni che debbono essere reciprocamente proporzionali. Inoltre, sono tollerati campi di dimensioni ridotte, limitatamente ad alcune categorie minori.

2.00 1.00 2.00 0.05 1.80 0.05

18.00

14.00

0.60

1.80

0.05 0.90 5.80 0.90 0.05 1.80

0.60

90 1.20 0.40

26.00 30.00

0.05

1.00

3.00 Fig. 23 - Campo di pallacanestro

3.00

A, pianta. La linea tratteggiata va segnata solo nel caso in cui lo spazio fra le linee delimitanti il campo ed il primo ostacolo sia < m 1.8, particolare dell'area di tiro libero.

A.P.I.C.E. S.r.l.

390b

Manuale dellArchitetto

IMPIANTI SPORTIVI
GIUOCO DELLA PALLAVOLO E DEL TENNIS
RISERVE GIUDICE DI LINEA 3.00 Zona di rispetto Linea di fondo 6.00 9.00 Linea centrale Zona d'attacco 2 arbitro RISERVE

SEGNA PUNTI

Il terreno di giuoco misura m 18 x 9 e deve essere libero da ogni ostacolo per un'altezza di almeno m 7 a partire dal suolo; delimitato da linee di cm 5 di larghezza; le misure si riferiscono all'esterno delle linee stesse. La zona di rispetto fra le suddette linee e qualsiasi ostacolo, o il pubblico, deve essere della larghezza minima di m 3 nei campi scoperti; pu essere ridotta a m 1 in palestra; raccomandabile per attenersi al minimo di m 3. La natura del terreno dei campi di pallavolo non fissata dal regolamento; si pu giuocare su qualsiasi terreno o tipo di pavimentazione, purch orizzontale e piano, salvo le solite pendenze per lo scolo delle acque. In particolare, sono ammessi i campi in terra battuta e con manto erboso;proibiti i fondi non consistenti ed inparticolare quelli sabbiosi. GIUOCO DEL TENNIS Al giuoco del tennis sovraintende la F.I.T. (Federazione Italiana Tennis). Questa sport pu essere praticatoall'aperto o in locale chiuso. Per gli impianti al coperto si rimanda al capitolo Palestre ; per quelli all'aperto valgono i soliti criteri, tenendo presente per che un impianto di tennis di una certa importanza deve comprendere pi campi di allenamento ed un campo di gara che costituisce un piccolo stadio a s stante; l'impianto pu essere completato da un campo coperto per svolgere attivit in qualsiasi stagione. l campi all'aperto vanno generalmente orientati come quelli di calcio, dato che l'affluenza maggiore si ha nelpomeriggio delle stagioni primaverile ed estiva. Le dimensioni regolamentari di un campo di tennis per il doppio sono di m 36,57 x 18,27; per i campi di gara , per, meglio adottare quelle di m 40,00 x 20,00 che, pur non essendo sanzionate dai regolamenti, sono riconosciute pi convenienti ed altrettanto regolari (fig. 25). l manti superficiali per i campi sui quali devono svolgersi gare importanti (campionati, tornei internazionali, ecc.) sono in terra stabilizzata (costituita

Zona di difesa

3.00

Area di battuta Linea laterale

Linea d'attacco 1.00 1 arbitro GIUDICE DI LINEA

3.00

3.00

6.00

3.00

3.00

6.00

3.00

18.00 Fig. 24 - Pianta area dei giuochi della pallavolo

Le misure ammesse e quelle tollerate risultano dalla seguente tabella di proporzionalit, (pag. 62 dei Regolamento tecnico ): Tabella di proporzionalit per le dimensioni del campo
Lunghezza m 28 m 27,50 m 27 m 26,50 m 26 m 25,50 m 25 m 24,50 m 24 m 23,50 m 23 m 22,50 m 22 m 21,50 m 21 Larghezza m 15 m 14,75 m 14,50 m 14,25 m 14 m 13,75 m 13,50 m 13,25 m 13 m 12,75 m 12,50 m 12,25 m 12 m 11,75 m 11,50

Misure valide per tutte le categorie e obbligatorie per i Campionati Divisione Nazionale

La natura del terreno dei campi all'aperto stata finora simile a quella delle installazioni di atletica leggera. Oggi si vanno generalizzando le pavimentazioni in mattonelle d'asfalto pressato, secondo quanto consiglia la F.I.P. Non sono ammessi manti erbosi. In palestra, vanno benissimo i pavimenti comunemente adottati (legno, linoleum, plasticato, ecc. Nei riguardi dei servizi per gli atleti, occorre prevedere spogliatoi divisi per sesso, delle caratteristiche accennate al capitolo Palestre . GIUOCO DELLA PALLAVOLO Al giuoco della pallavolo sovraintende la F.I.P.A.V. (Federazione Italiana Pallavolo). Valgono le considerazioni generali fatte parlando della pallacanestro. Per la progettazione degli impianti vanno tenute presenti, oltre le Norme di sicurezza , le prescrizioni delle Regole di giuoco ediz. F.I.P.A.V. 1958. L'area dei giuochi costituita dai terreno di giuoco e dalla zona di rispetto circostante (fig. 24).

Misure tollerate per le categorie minori

Il campo di giuoco delimitato con linee ben definite di cm 5 di larghezza; le misure si riferiscono ai bordo interno delle linee stesse. La zona di rispetto fra le linee di delimitazione ed il pubblico, o qualsiasi ostacolo esterno, deve avere la larghezza minima di m 2 nei campi di nuova costruzione ed in quelli esistenti che lo consentano.

A.P.I.C.E. S.r.l.

391a

Manuale dellArchitetto

IMPIANTI SPORTIVI
GIUOCO DELLA PALLAVOLO E DEL TENNIS
analogamente, per esempio, a quanto Linea centrale di servizio 3.65 descritto per le piste di Linea di lato del campo di doppio atletica) o in erba. Linea di lato di servizio I campi nei quali non 1.37 devono svolgersi in6.40 6.40 23.77 contri ufficiali, possono avere pavimenLinea di Linea di servizio 8.23 servizio tazione di legno, 12.79 18.27 asfalto, cemento o so10.97 Linea di fondo stanze analoghe. Rete Riguardo agli impianti 5.485 6.40 6.40 5.485 a carattere spettacolare, valgono sempre 1.37 i noti criteri e le pre0.915 scrizioni delle norme Linea di lato del campo di singolare Linea di fondo 3.65 di sicurezza. 36.57 Per la costruzione delle gradinate inFig. 25 - Giuoco del tennis: Pianta del campo. torno al campo di tennis necessaria tenere presente che quelle di testata devono avere il primo nistica o a quella di semplice addepugilato gradone a m 3 dal livello del campo; stramento (tipo palestra scolastica). scherma la costruzione deve essere realizzata in Una grande palestra per attivit agotennis modo da costituire con il muro di sonistica, con adeguate gradinate e Per la progettazione delle palestre stegno della gradinata il prescritto servizi per il pubblico, costituisce l'imsono da tenere presenti le prescrizioni sfondo del campo. pianto comunemente chiamato Parelative: Infine, come per gli altri sport praticati lazzo dello Sport. dai due sessi, gli spogliatoi devono Nelle palestre si possono praticare le a ciascuno degli sportivi l'impianto sar essere divisi ed avere le caratteristiche seguenti attivit: adibito; generali accennate nel capitolo Palestre . ai locali di spettacolo in luogo chiuso, quali risultano dalle Norme di sicuPALESTRE atletica pesante rezza pi volte citate. ginnastica Costituiscono l'impianto copertofondahockey e pattinaggio mentale. pallacanestro Possono essere adibite all'attivit agopallavolo

A.P.I.C.E. S.r.l.

391b

Manuale dellArchitetto

IMPIANTI SPORTIVI
PALESTRE
m9x9 Quadrato per il pugilato:
3.00 4.00

2.10

m 6,10 x 6,10 m 4,35 x 4,35 L'altezza libera sull'area in parola sar, in ogni caso, di almeno m 7; meglio m 8 per ragioni di cubatura e di sistemazione degli attrezzi. In sede di progettazione dell'area stessa necessario tenere presenti anche i seguenti argomenti: pavimento illuminazione naturale ed aerazione illuminazione artificiale riscaldamento

3.00

3.00

variabile

3.00

3.00

1.00

3.00

3.00

variabile rete

3.00

3.00

Il pavimento, oltre a non produrre polvere ed essere antisdrucciolevole, deve avere i seguenti requisiti:

A
linea di servizio linea di base rete posteriore

adatta elasticit resistenza all'usura minima sonorit facile pulizia colore gradevole e riposante. Il pavimento in legno si reputa il migliore; buono il linoleum-sughero, purch a grandi superfici e particolarmente curato nei giunti; da escludere il marmo ed il cemento perch poco elastici, freddi e sdrucciolevoli. Hanno dato ottimi risultati i pavimenti in parquet con le doghe interamente appoggiate su sottofondo dicalcestruzzo, perfettamente piano, nel quale si affogano i listelli di fissaggio del pavimento stesso. Economici sono risultati anche i pavimenti ottenuti spalmando vernicispeciali su un sottofondo opportunamente preparato; questi tipi sono protetti da brevetto e vengono posti in opera da ditte specializzate. Qualunque sia il tipo adottato, il pavimento deve essere sempre posato su un sottofondo perfettamente asciutto. In caso di impiego di vernici che limitino la pulizia del pavimento alla semplice lavatura, necessario scegliere quelle che, oltre agli indispensabili ottimi requisiti generali, abbiano la qualit di non dare superfici troppo brillanti; una superficie speculare,

3.00

7.30 - 8.50

9.75 - 10.40 11.50 - 12.20

9.75 - 10.40

7.30 - 8.50

3.00

6.40

5.485

6.40

6.40

5.485

6.40

Fig. 25 bis - Giuoco del tennis A, schemi di recinzione; B, altezze necessarie per tennis coperto.

Poich molti argomenti (finestre, pavimenti, rivestimento, pareti, ecc.) sono in comune ai due tipi di palestre, per attivit agonistica e di tipo scolastico, nei cenni che seguono tali argomenti sono trattati una volta sola. AREA DEI GIUOCHI Palestre per attivit agonistica: il costo elevato di tali impianti consiglia di dimensionare l'area dei giuochi in modo che in essa possa svolgersi il maggior numero possibile di attivit. Le misure di ingombro delle installazioni degli sport che si possonopraticare in palestra sono (fig. 26): Campo di hockey e pattinaggio: m 40 x 20 m 30 x 15 Campo di tennis:

m 40 x 20 (ideale) m 36,57 x 18,27 (regolamentare per il doppio) Campo di pallacanestro: m 30 x 18 (regolamentare consigliato) m 28 x 17 (regolamentare ammesso) Campo di pallavolo: m 24 x 15 (regolamentare consigliato) m 20x11 (ammesso ma non consigliato) Sala di scherma (2 coppie): m 16 x 12 (gara) m 14x9 (esercitazione) Quadrato per la lotta: m 11 x 11

A.P.I.C.E. S.r.l.

392a

Manuale dellArchitetto

IMPIANTI SPORTIVI
PALESTRE

2.00 2.00

4.00

2.00 2.00

Fig. 26 - Schemi per il dimensionamento dell'area dei giuochi delle palestre. 1, campo di hockey e pattinaggio; 2, campo di tennis (ideale); 3, campo di tennis (regolamentare per il doppio); 4, campo di pallacanestro (regolamentare consigliato); 5, campo di pallavolo (regolamentare consigliato); 6, quadrato per la lotta; 7, pedana di scherma; 8, quadrato per il pugilato; 9, zone di rispetto per due pedane di scherma affiancate.

p. es., non idonea al giuoco del tennis. praticamente impossibile realizzare una pavimentazione ottima per tutti gli sport; negli impianti di una certa importanza vengono impiegati perci pavimenti smontabili e sovrap-

ponibili. Il pavimento, infine, se delimitato da muri, si deve raccordare a sguscio con le pareti che debbono essere munite di una opportuna zoccolatura della altezza di m 2 2,50 (vernici speciali, marmo, litoceramica, pietra

dura levigata, ecc.); se la zoccolatura sporge dalle pareti, deve avere gli spigoli arrotondati. L'illuminazione naturale e l'aerazione si ottengono per mezzo di finestre della superficie complessiva di almeno 1/5 di quella del pavimento.

A.P.I.C.E. S.r.l.

392b

Manuale dellArchitetto

IMPIANTI SPORTIVI
PISCINE
L'illuminazione deve risultare diffusa in modo omogeneo; il ricambio dell'aria deve essere totale e rapido; si pu ottenere disponendo le finestre nella zona alta delle pareti. Non si consigliano le finestre di testata perch possono disturbare gli atleti; se indispensabili, debbono potersi occultare. Nel caso pi comune di palco di salita addossato ad una parete, un lato corto deve essere lasciato privo di finestre per potervi fissare funi e pertiche. Gli altri attrezzi fissi a muro saranno sistemati lungo le restanti pareti: allo scopo, l'altezza dei davanzali sul pavimento sar di almeno m 2,50; con ci si evita anche quell'alternarsi di luci ed ombre sul pavimento stesso, provocato da finestre troppo basse o da porte finestre, che causa di disturbo agli atleti. L'illuminazione artificiale deve assicurare a quota pavimento ed in ogni punto di esso,almeno120150 lux. Per il riscaldamento richiesta unatemperatura ambiente dai 12 ai 15. Palestre di tipo scolastico: la piantadell'area dei giuochi costituita da un rettangolo avente il lato minore di almeno m 12; solo in casi eccezionali e giustificati pub essere adottata una misura inferiore. La lunghezza del lato maggiore deve essere compresa fra il doppio ed il triplo di quella del lato minore . Da quanto sopra risulta che le dimensioni minime dell'area dei giuochi di una palestra di questo tipo possono oscillare fra m 12x24 e m 12x36. Poich il regolamento sulle palestre scolastiche vere e proprie non stato aggiornato da molto tempo, tali misure non rispondono pi alle esigenze della moderna tecnica sportiva, pertanto, sempre che sia possibile e salvo i casi eccezionali di cui sopra, conviene adottare ai loro posto quelle di: m 25x15,50: misure d'ingombro del campo di pallacanestro minimo, tollerato per le categorie minori; m 25x13,50: misurecome sopra, ma con zona di rispetto laterale ridotta a m 1. Circa l'altezza della palestra non consigliabile scendere sotto i m 6; si ricorda che sul campo di pallavolo occorre un'altezza libera di almeno m 7. Le misure proposte sono le minime razionali: naturalmente, quando sia necessario, possono essere scelte anche quelle delle palestre per attivit agonistica. Si tenga presente che si assegnano ad ogni atleta dai 6 agli 8 m; quindi un'area dei giuochi di m 25x13,50 pu ospitare fino a 4256 atleti. Per quanto riguarda pavimenti, aerazione, illuminazione e riscaldamento, valgono i criteri gi esposti. ZONA PER IL PUBBLICO Le prescrizioni delle Norme di sicurezza ed i cenni in materia esposti precedentemente sono sufficienti per la progettazione della zona per il pubblico nel caso particolare. opportuno, tuttavia, tener conto delle considerazioni che seguono. Palestre per attivit agonistica: nelle manifestazioni di pugilato gli incontri si svolgono in un quadrato ring - delle note dimensioni, sollevato da terra m 1,30 al massimo; il ring si mette al centro dell'area dei giuochi ed attorno vi si dispongono i posti per gli spettatori; da ci derivano due ordini di accorgimenti: la visibilit del quadrato deve essere assicurata sia agli spettatori dei posti di ring , sia a quelli delle gradinate retrostanti, tutti debbono vedere il bordo della piattaforma sul quale si trova il quadrato stesso, bordo che, in pianta, sporge dalle corde di almeno cm 60; le sedie che di volta in volta vengono trasportate, messe in posto e tolte, non debbono danneggiare il pavimento dell'area dei giuochi. In caso di impianto destinato anche al tennis necessario attenersi a quanto gi detto circa le gradinate di testata; cos, per la pallacanestro. Palestre di tipo scolastico; sono normalmente prive della zona per il pubblico. Quando sia indispensabile, si pub destinare allo scopo una zona disposta in corrispondenza di un lato lungo, ove potr prevedersi una gradinata di 2 o 3 gradoni al massimo. Al posto della zona citata si potr progettare una piccola galleria; in questo caso, per, occorre tenere presente che le gallerie: consentono, in genere, solo alla fila di spettatori seduti lungo il parapetto ed a quella in piedi retrostante di vedere tutta l'area dei giuochi; non debbono mai sporgere sull'area stessa, limitandone l'altezza; sono costose, anche per la necessit di prevedere adeguate scale di accesso. SERVIZI Si riporta solo quanto riguarda l'attivit sportiva perch, per il pubblico, valgono le prescrizioni delle Norme di sicurezza. Palestre per attivit agonistica: i servizi sono costituiti da: spogliatoi e relativi impianti igienicosanitari pronto soccorso magazzino alloggio del custode. Per la loro progettazione vanno tenuti presenti i criteri esposti parlando dell'atletica leggera e del calcio; in particolare: Gli spogliatoi debbono essere separati per istruttori ed atleti e per sesso. La loro superficie si calcola assegnando almeno m 1 a persona. Dagli spogliatoi si deve poter accedere sia alla palestra, sia, direttamente, agli impianti igienico-sanitari. Gli impianti igienico-sanitari sono costituiti da docce, lavabi, pediluvi, gabinetti, orinatoi. Si possono calcolare 1 doccia ed 1 gabinetto ogni 8 atleti; 1 lavabo ed 1 pediluvio ogni 16; i pediluvi non sono indispensabili. Docce e gabinetti debbono essere previsti in locali separati ma comunicanti; i gabinetti debbono essere preceduti da un antigabinetto dove possono sistemarsi gli orinatoi; tutti questi localidebbono essere illuminati ed arieggiati direttamente. Quando per ciascun sesso si abbiano pi spogliatoi gli impianti igienicosanitari possono essere in comune. Il pronto soccorso, obbligatorio per le prime cure in caso di malore odinfortunio, deve comunicare agevolmente con la palestra e con l'esterno per l'eventuale trasporto di barellati. II magazzino deve contenere tutti gli attrezzi mobili e deve aprirsi direttamente sulla palestra. Quando siano previsti pavimenti smontabili, sedie di ring, ecc., occorrono adeguati locali per la loro conservazione. L'alloggio del custode costituito in

A.P.I.C.E. S.r.l.

393a

Manuale dellArchitetto

IMPIANTI SPORTIVI
PISCINE
genere da camera, soggiorno, cucina e bagno. La sua ubicazione deve essere particolarmente studiata, perch il custode stesso possa disimpegnare facilmente ed efficientemente i suoi compiti. Palestre di tipo scolastico: i servizi sono gli stessi di cui sopra. Per le palestre scolastiche vere e proprie debbono prevedersi spogliatoi con relativi impianti igienico-sanitari e magazzino, poich per il pronto soccorso e l'alloggio del custode si utilizzano quelli della scuola. Possono anche essere utilizzati gli impianti igienico-sanitari della scuola stessa, quando siano situati in posizione adatta. Lo spogliatoio deve avere due porte per rendere indipendente l'entrata e l'uscita dei reparti. II pavimento, lavabile, deve essere raccordato a sguscio con le pareti: queste debbono essere rivestite sino all'altezza di almeno m 1,50 con materiale lavabile e resistente. Gli alunni debbono accedere alla palestra direttamente dallo spogliatoio, che deve essere preceduto da un atrio coperto se la palestra separata dallo edificio scolastico. Lo spogliatoio, inoltre, deve comunicare direttamente anche con il locale destinato agli impianti igienico-sanitari. Gli impianti igienico-sanitari comprendono un gruppo di 2 latrine, 6 orinatoi, 8 lavabi, attiguo ad un gruppo di almeno 10 docce. La superficie complessiva dei locali destinati agli impianti in parola deve essere di almeno m 60. I pavimenti, raccordati a sguscio con le pareti, debbono essere di materiale duro e lavabile e, per le docce, non sdrucciolevoli; le pareti per un altezza di almeno m 2 debbono essere rivestite di materiale lavabile e resistente. Per evidenti ragioni di praticit ed economia conviene che le palestre siano disposte in modo da utilizzare gli impianti igienici del complesso scolastico. Il magazzino attrezzi ed i locali accessori debbono avere una superficie complessiva di m 2030 con pavimento di materiale resistente. Anche il magazzino deve essere arieggiato ed illuminato direttamente. VARIE Palestre per attivit agonistica: uncomplesso razionale dovrebbe avere, attorno alla grande sala, locali minori destinati agli allenamenti di scherma, pugilato, sollevamento pesi, lotta: per la relativa progettazione necessario tenere presenti le misure di ingombro delle pedane, ring, ecc., gi fornite. Occorre tenere presente, anche, la convenienza di separare gli spogliatoi degli atleti che praticano ginnastica, pallacanestro, scherma, ecc. da quelli degli atleti che si dedicano al sollevamento pesi, lotta e pugilato: per questi bene prevedere, oltre ai normali servizi igienici, anche il bagno-vapore (sauna). Circa l'affluenza e lo smistamento del pubblico, valgono i criteri accennati, parlando degli impianti di atletica leggera, calcio, ecc. Palestre scolastiche vere e proprie: debbono avere un ingresso indipendente da quello della scuola. vietata la costruzione di pi palestre a colonna cos come la loro sistemazione ai piani superiori dell'edificio scolastico. Come ogni aula, la palestra deve essere provvista di impianto radio. Il Ministero della Pubblica Istruzione ha disposto che le esercitazioni di educazione fisico-sportiva avvengano il pi possibile all'aperto: necessario, quindi, riservare vicino alla palestra un'area bene esposta, sufficiente allo scopo. Tale accorgimento utilissimo anche per le palestre per attivit agonistica. PISCINE Per piscina si intende l'impianto sportivo destinato alla pratica agonistica ed alla diffusione degli sport natatori (nuoto, tuffi, pallanuoto) ai quali sovraintende la Federazione Italiana Nuoto F.I.N.). Una piscina pu essere scoperta o coperta. Il costo di realizzazione e di gestione di una piscina, specie se coperta, tale da escludere generalmente impianti destinati solo allo sport agonistico. Si hanno, quindi, piscine a carattere misto, sportivo e balneare, tanto pi che i due impieghi non si danneggiano a vicenda; anzi il carattere balneare, unitamente a quello spettacolare, favorisce la diffusione degli sport natatori. Naturalmente, in sede di progettazione e costruzione delle piscine, debbono essere osservate le prescrizioni del Regolamento tecnico della F.I.N. e delle note Norme di sicurezza per ottenere l'omologazione e l'agibilit dell'impianto. opportuno, in considerazione delle recenti prescrizioni emanate in materia, riportare quelle parti del Regolamento della F.I.N. e delle Norme di sicurezza che interessano progettisti e costruttori. STRALCIO DEL REGOLAMENTO TECNICO DELLA F.I.N. Il Regolamento tecnico della F.I.N. si rivolge ai dirigenti sportivi, specificando le prescrizioni per l'omologazione dell'impianto, l'organizzazione e lo svolgimento delle manifestazioni, ecc. Di tali prescrizioni si riportano solo quelle utili ai fini di una razionale progettazione.

A.P.I.C.E. S.r.l.

393b

Manuale dellArchitetto

IMPIANTI SPORTIVI
PISCINE
Campi di gare Le gare di nuoto, su percorso non superiore ai m 1500, si svolgono su campi di gara aperti o chiusi: i campi aperti sono quelli ottenuti limitando opportunamente un adatto specchio d'acqua (mare o lago); i campi chiusi sono costituiti dalle vasche natatorie. Tutti i campi di gara debbono essere perfettamente rettangolari ed avere uno specchio d'acqua tranquillo e privo di correnti. Alle testate, per una profondit minima di m 0,90, la parete rivolta verso lo specchio d'acqua deve essere perfettamente piana everticale allo scopo di assicurare una regolare virata. L'altezza della base di partenza dal pelo dell'acqua pu variare da un minimo di m 0,30 ad un massimo di m 0,75; nei campi aperti tale altezza non deve superare i m 1,50. Ogni campo di gara regolare deve essere diviso, mediante cordate di galleggianti tese da una testata all'altra, in corsie della larghezza minima di m 2 e massima di m 2,50, misura quest'ultima obbligatoria per le gare nazionali ed internazionali. Le corsie debbono essere numerate su entrambe le testate. l campi di gara destinati a riunioni a carattere nazionale ed internazionale devono essere omologati dalla F.I.N., che li classifica come segue: Campi di l categoria Lunghezza: m 33,33 50,00 100,00 Larghezza minima: m 18,00 Profondit minima: m 1,00 Profondit minima per una lunghezza di m 30 e per tutta la larghezza del campo: m 1,70. Devono essere provvisti di trampolini (m 1 e 3) piattaforme (m 5 e 10) e campo di pallanuoto secondo i requisiti di cui alle rispettive voci di seguito specificate. Devono essere dotati delle installazioni indispensabili agli atleti ed al pubblico, in modo da rispondere a tutte le esigenze sportive e spettacolari richieste da manifestazioni di grande importanza; infine, devono essere illuminati in modo da permettere anche di sera la perfetta visibilit di tutto il campo.
Delimitazione di fondo campo Linea di porta 20.00 Linea di met campo

Linea del fuori giuoco Linea dell'area di rigore

30.00 0.30 min 0.30 min.

0.30

0.075 h Rete segnata

0.30-0.60 min. 0.30

Fig. 27 - Campo di pallanuoto.

Sui campi di l categoria si potr effettuare qualsiasi manifestazione. Campi di Il categoria Lunghezza: m 25,00 33,33 50,00 100,00 Larghezza minima: m 10,00 Profondit minima: m 1,00. Sui campi di Il categoria, escluse le gare a carattere internazionale, si potr effettuare qualsiasi altra manifestazione compatibile con le possibilit del campo stesso. Sono ammessi, ferme restando le lunghezze di cui sopra, campi di nuoto della larghezza minima di m 8; non possono essere omologati, per, neppure come campi di lI categoria. Gare di nuoto Le gare di nuoto sono individuali o collettive (staffette). Le distanze riconosciute dal Regolamento della F.I.N., anche agli effetti dei primati, sono:

Gare individuali Maschili e femminili; stile libero: m 1002004008001500 dorso, rana, farfalla: m 100200 Il numero di concorrenti per ogni gara non pu essere superiore ad 8 per tutte le distanze. Gare collettive Maschili: stile libero; m 4 x 100; 4 x 200 stile misto: m 4 x 100 (dorso, rana, farfalla, stile libero) Femminili: stile libero: m 4 x 100 stile misto: m 4 x 100 (dorso, rana, farfalla, stile libero) Il numero massimo di squadre consentito nelle gare a staffetta di 8 per tutte le distanze. Primati La lunghezza della vasca natatoria, affinch i primati possano essere omologati, deve essere di m 50 per tutte le

A.P.I.C.E. S.r.l.

394a

Manuale dellArchitetto

IMPIANTI SPORTIVI
PISCINE
distanze. l primati possono essere conseguiti sia in acqua dolce che salata, sempre in assenza assoluta di correnti. Tuffi Trampolini Sono situati a m 1 e m 3 al disopra del livello dell'acqua. Debbono misurare almeno m 4 di lunghezza e m 0,50 di larghezza ed essere ricoperti per tutta la loro lunghezza da una stuoia di fibra di cocco; debbono essere installati con un ano golo di inclinazione non superiore a l sull'orizzontale. L'estremit del trampolino deve sporgere di almeno m 1,50 dal bordo della vasca. Solo i trampolini da m 3 sono usati nei Giuochi Olimpici e Campionati Continentali; nelle gare relative devono essere nuovi e muniti di fulcro mobile. La profondit dell'acqua deve essere; Trampolini da m 1: almeno m 3 in una fossa di almeno m 5,30 avanti e m 2,20 da ciascun lato della verticale passante dal punto di mezzo del bordo anteriore del trampolino. Trampolini da m 3: almeno m 3,50 in una fossa di almeno m 6,20 avanti e m 2,70 da ciascun lato della predetta verticale. La distanza minima da ogni ostacolo, misurata come sopra, sar: sere: Piattaforme da m 5: almeno m 3,80 in una fossa di almeno m 7 avanti e m 3 da ciascun lato della verticale passante dal punto di mezzo del bordo anteriore della piattaforma. Piattaforme da m 10: almeno m 4,50 in una fossa di almeno m 10,50 avanti e m 3 da ciascun lato della predetta verticale. La distanza minima da ogni ostacolo, misurata come sopra, sar: Si pu prevedere anche la piattaforma da m 7,50 con le stesse modalit tecniche previste per quella da m
Trompolini da Distanza dal muro posteriore Distanza dal muro anteriore Distanza dai muri laterali Distanza dal centro di un altro piattaforma Distanza verso l'alto m5 m 10

Trompolini da Distanza dal muro posteriore Distanza dal muro anteriore Distanza dai muri laterali Distanza dal centro di un altro trampolino Distanza verso l'alto

m1 m 1,50 m 7,50 m 2,50 m 2,00 m 4,60

m3 m 1,50 m9 m 3,50 m 2,50 m 4,60

Piattaforme Sono situate a m 5 e m 10 al disopra del livello dell'acqua. Debbono essere rigide, misurare non meno di m 2 di larghezza ed essere ricoperte da una stuoia di fibra di cocco. Le lunghezze minime sono di m 6 per le piattaforme da m 10, di m 5 per quelle da m 7,50 e m 5. L'estremit della piattaforma da m 10 deve sporgere di almeno m 1,50 dal bordo della vasca e di almeno m 0,75 dalla piattaforma immediatamente inferiore, la quale, a sua volta, deve sporgere dal bordo della vasca di almeno m 1,50. Le piattaforme devono essere munite di ringhiera ai lati e posteriormente. Vi si deve accedere a mezzo di una scala adeguata e non a mezzo di scalette mobili od inadatte e malsicure. La profondit dell'acqua deve es-

m 1,50 m 1,50 m 10,50 m 13,50 m 3,80 m 4,50 m 2,50 m 3,80 m 2,50 m 3,80

10. Pallanuoto Campi di giuoco (fig. 27) Il campo di pallanuoto un rettangolo i cui lati minori costituiscono le lince di porta .

A.P.I.C.E. S.r.l.

394b

Manuale dellArchitetto

IMPIANTI SPORTIVI
PISCINE
REPARTO DONNE 7

8 N

Piedi nudi 5

Piedi calzati

VASCA NATATORIA 25 x 16.80 3 2 10 9 11 1 Piedi nudi 2 3 4 Piedi calzati REPARTO UOMINI Fig. 28 - Pianta schematica di spogliatoi per piscine con cabine a rotazione. 1, ingresso; 2, biglietteria; 3, stampelle vuote; 4, cabine a rotazione; 5, spogliatoio collettivo; 6, stampelle piene; 7, passaggio obbligato; 8, entrata di servizio; 9, bar; 10, seanti; 11, zona pubblico a piedi calzati; 12, pronto soccorso. 5 6 8 7

La distanza fra le linee di porta compresa fra un massimo di m 30 ed un minimo di m 20. La larghezza del campo non pu superare i m 20 n scendere al disotto di m 8. La profondit dell'acqua non pu essere inferiore a m 1,20 (v. campi di llI categ.). Fra le linee di porta e la delimitazione di fondo campo deve esserci una distanza minima di m 0,30. La delimitazione di fondo campo pu essere costituita anche dai lati minori della vasca natatoria. I lati maggiori del campo di pallanuoto possono coincidere con quelli della vasca stessa, L'arbitro deve avere a disposizione,

per tutta la lunghezza dei campo, lo spazio necessario per seguire facilmente tutte le fasi dei giuoco. l giudici di porta dovranno avere un posto riservato sul prolungamento della linea di porta. Per decisione ufficiale della F.I.N. stabilito che la distanza fra la delimitazione del campo ed il pubblico non debba essere inferiore a m 2. l campi di pallanuoto sono classificati dalla F.T.N. come segue: Campi di l categoria Misure del campo: m 30 x 20 Profondit minima dell'acqua: m 1,70

Campi di Il categoria Misure del campo: m 27 x 18 Profondit minima dell'acqua: m 1,50 Campi di III categoria Misure dei campo m 24 x 15 Profondit minima dell'acqua: m 1,20 Per gli incontri internazionali il campo deve avere le dimensioni massime di m 30 x 20, oppure 30 x 20 yards, ed una profondit dell'acqua non inferiore a m 1,80. Per gli incontri femminili le dimensioni massime, sono di m 25 x 17. Porte Debbono essere fissate sulle linee di porta in modo che la traversa risulti a

A.P.I.C.E. S.r.l.

395a

Manuale dellArchitetto

IMPIANTI SPORTIVI
PISCINE
m 0,90 dal pelo dell'acqua quando la profondit di questa sia di almeno m 1,50, a m 2,40 dal fondo quando la profondit dell'acqua sia inferiore a m 1,50. La rete (floscia) deve essere attaccata alla traversa ed ai montanti in modo da chiudere solidamente la spazio della porta; la rete stessa, in alto, tenuta orizzontale per circa cm 30 prima di cadere obliquamente in basso dove fissata al telaio galleggiante ad una distanza di circa cm 50 60 dai montanti. Cos facendo si impedisce il rimbalzo della palla anche se questa, penetrando con violenza nella porta, colpisce un sostegno interno; nello stesso tempo, se la porta viene fissata al bordo interno della piscina, lo spazio tra la linea di porta ed il bordo stesso risulta tale da consentire un buonpiazzamento dei giuocatori ad ogni inizio o ripresa del giuoco. La misura minima di cm 30 che la profondit della porta verrebbe ad avere in caso di ostacolo posto a questa distanza dalla linea di fondo (v. campi di giuoco) trova giustificazione nelle dimensioni del pallone, la cui circonferenza compresa fra cm 68 e cm 71 ed il modo in cui viene il punto. Tale misura di cm 30 non razionale, per, agli effetti di un piazzamento regolare dei giuocatori sulla linea di porta; in particolare, nei tiri di rigore sono ostacolati i movimenti dei portiere che deve stare sulla linea stessa; il portiere, d'altra parte, pu aiutarsi nelle parate spingendosicontro la parete della vasca. Di conseguenza, consigliabile progettare la vasca in modo da avere sempre i cm 50 60 minimi sopra detti tra linea di porta e delimitazione di fondo campo. STRALCIO DELLE NORME DI SICUREZZA Gli argomenti trattati dalle Norme di sicurezza sono comuni, in parte, a quelli dello stralcio del Regolamento della F.I.N.; si riporta, perci, solo quanto non risulta, o differentemente trattato, nello stralcio stesso. Campi di gare Le pareti della vasca debbono essere perpendicolari e rivestite di materiale antisdrucciolevole di colore chiaro, da impiegarsi anche per il fondo della vasca stessa. Questa deve essere circondata da ogni lato da una banchina di larghezza non inferiore a m 1,50 di materiale antisdrucciolevole. Tuffi La profondit nella zona dei tuffi deve essere la seguente: Trampolini (altezza dal pelo dell'acqua da m 1 a m 3): almeno m 3,50 con larghezza della fossa sottostante di almeno m 7. Piattaforme (altezza dal pelodell'acqua da m 5 a m 10): almeno m 5 con larghezza della fossa sottostante di almeno m 8 e lunghezza di almeno m 18; alla fine dei m 18 occorre prevedere uno scivolo. Capacit in bagnanti delle vasche natatorie Deve essere calcolata in relazione o al volume dell'acqua, nella misura di m 3 per bagnante, o alla superficie dello specchio d'acqua, nella misura di m 2 per bagnante.

A.P.I.C.E. S.r.l.

395b

Manuale dellArchitetto

IMPIANTI SPORTIVI
PISCINE
Accesso alle vasche natatorle Dagli spogliatoi l'accesso alle vasche deve avvenire unicamente attraverso un passaggio obbligato munito di docce e 2ampilli che garantiscano la perfetta pulizia del bagnante. Impianti igienici Debbono comprendere almeno: 2 docce ogni 40 bagnanti 1 gabinetto e 2 orinatoi ogni 60 uomini 1 gabinetto ogni 30 donne II rapporto uomini-donne si pu valutare 4 a t. Solarium La sua superficie deve essere almeno doppia di quella dello specchio d'acqua. Servizio di salvataggio Deve essere disimpegnato da almeno 2 bagnini regolarmente abilitati dalla Sezione di salvamento della F.l.N. Agibilit subordinata all'osservanza delle Norme sanitarie stabilite dal medico provinciale, dalle quali deve risultare il sistema di depurazione dell'acqua ed il numero dei cicli giornalieri di rinnovo della medesima i ma . CONSIDERAZIONI A) Dalla classificazione dei campi di gara, dal numero massimo di concorrenti e di squadre consentite dalle gare di nuoto, dalla misura delle vasche fissata per i tentativi di primato, dal regolamento della pallanuoto, deriva che le vasche natatorie d m 50 x 20 (pari ad 8 corsie di m 2,50 ciascuna) sono idonee a qualsiasi manifestazione ed all'omologazione dei primati. Tuttavia la F.l.N.A. (Federation Internationale de Natation Amateur) prescrive che per le Olimpiadi ed i Campionati Continentali la vasca abbia la larghezza minima di m 22; ci per avere un'adeguata zona di rispetto in corrispondenza dei lati maggiori del campo di pallanuoto (m 30 x 20) in quanto la coincidenza dei lati maggiori stessi con quelli della vasca non consente un sicuro giudizio sull'uscita laterale del pallone. Anche motivi particolari trattati in seguito (eliminazione del moto ondoso, necessit di non mettere i nuotatori delle corsie di estremit in condizioni svantaggiose rispetto a quelli delle corsie centrali, ecc.) consigliano di aumentare la larghezza delle vasche; la vasca natatoria per i Giochi Olimpici del 1960 ha le dimensioni di m 50 x 25. Sempre in considerazione delle esigenze del giuoco della pallanuoto, le piscine costruite dal CONI in varie citt hanno le dimensioni di m 25 x 16,80; possibile, cosi, realizzare un campo di IIl categoria (m 24 x 15) con zone di rispetto laterali di cm 90 e distanza fra le linee di porta e di fondo campo di cm 50. B) Dalle prescrizioni del Regolamento della F.l.N relative alle Giurie, si rileva che l'arbitro e gli Ufficiali di Gara debbono disporre, intorno alla vasca, dello spazio necessario ad assolvere il loro compito . Di tale spazio. per, non data la larghezza: esiste in merito la sola decisione ufficiale della F.l.N. che stabilisce una distanza minima di m 2 fra bordi della vasca e pubblico negli incontri di pallanuoto. Le Norme di sicurezza esigono invece, intorno alla vasca stessa, una banchina di larghezza non inferiore a m 1,50. Conviene, quindi, attenersi alla misura di almeno m 2, con la quale si ottempera a tutte le prescrizioni. C) Per i tuffi le Norme di sicurezza danno disposizioni pi restrittive di quelle del Regolamento della F.l.N., imponendo una profondit minima di acqua di m 3,50 e m 5, a seconda si tratti di trampolini o di piattaforme. Per non precisano la lunghezza della fossa sotto i trampolini e, sia per questi che per le piattaforme, non stabiliscono come tale lunghezza debba essere misurata. Circa le sezioni trasversali della fossa dei tuffi e della vasca, oggi si adottano quelle di uguale profondit in ogni loro punto per non mettere in condizioni di svantaggio i nuotatori delle corsie d'estremit: naturalmente, lungo la sezione longitudinale la profondit dell'acqua pu variare . CENNI SUI CARRTTERI DISTRIBUTIVI DELLE PISCINE Una piscina costituita da: una o pi vasche solarium spogliatoi e relativi servizi igienici zona per il pubblico. servizi vari Complesso vasche, solarium, spogliatoi: la vasca o le vasche, gli spogliatoi ed il solarium sono le parti essenziali di una piscina. Si possono prevedere vasche con fossa dei tuffi vasche per soli tuffi separate da quelle adibite esclusivamente al nuoto ed alla pallanuoto, vasche scuola vaschette per bambini. La vasca, o le vasche, ed il solarium fanno parte di un'unica zona destinata, come gli spogliatoi, esclusivamente ai bagnanti: ma mentre nella zona vasche-solarium si hanno solo percorsi a piedi nudi negli spogliatoi sono previsti anche i percorsi a piedi calzati. P e r c o r s i : necessario separare i percorsi a piedi nudi da quelli a piedi calzati. Un esempio di percorsi razionali il seguente (Fig. 28): tutto il pubblico, bagnanti e non, accede ad un atrio nel quale si trovano le biglietterie ed il deposito valori: dall'atrio, i non bagnanti si recano nella zona ad essi destinata, senza interferire con i percorsi dei bagnanti: questi, invece, divisi per sesso, si avviano agli spogliatoi che sono preceduti da un locale dove i bagnanti ritirano gli appositi attaccapanni e dove, volendo, possono noleggiare la biancheria necessaria: dopo il ritiro degli attaccapanni vuoti i bagnanti accedono agli spogliatoi e qui finiscono i percorsi a piedi calzati. L'esperienza ha dimostrato che gli spogliatoi pi razionali sono quelli con cabine a rotazione dalle cabine, a piedi nudi, i bagnanti si recano alla zona vasche e solarium, trovando, prima del passaggio obbligato, un locale per la consegna degli attaccapanni con relativi indumenti. II passaggio obbligato, prescritto dalle Norme e che i bagnanti debbono attraversare per accedere alla zona predetta, ha lo scopo di garantire la perfetta pulizia dei bagnanti; tessi, eliminando sudore, polvere, ecc. dalle loro persone. II personale addetto alla custodia degli indumenti deve poter sorvegliare sia il passaggio obbligato, sia gli adiacenti servizi igienici. Poich ammesso il diretto rientro negli spogliatoi, necessario prevedere una porta di comunicazione fra zona vaschesolarium e corridoio delle cabine, sorvegliata dal predetto personale. Orientamento ed insolazione: la vasca con fossa dei tuffi, oppure quella per soli tuffi, deve essere orientata in modo che il sole non disturbi i tuffatori, cio deve avere trampolini e piattaforme rivolti a Nord. La zona vasche e solarium deve avere un'esposizione tale da essere investita dal sole, possibilmente, dall'alba al tramonto.

A.P.I.C.E. S.r.l.

396a

Manuale dellArchitetto

IMPIANTI SPORTIVI
PISCINE
L'edificio spogliatoi deve essere disposto, rispetto alla zona predetta, in modo da non costituire schermo ai raggi solari. V a r i e : dovunque siano previsti percorsi a piedi nudi necessaria una pavimentazione in materiale antisdrucciolevole. Non si consiglia di destinare a solarium arenili naturali o artificiali, perch richiedono un complicato sistema di passaggi obbligati, insufficienti daltronde ad evitare che parte della sabbia che i bagnanti hanno addosso finisca in vasca e quindi nelle tubazioni. Z o n a p e r i l p u b b l i c o : le piscine possono essere frequentate anche da pubblico non bagnante, per il quale occorre prevedere una zona idonea limportanza di tale zona, la necessit di munirla o meno di gradinate, ecc., dipendono dalle caratteristiche delle piscine che, a volte, possono assumere la fisionomia di veri e propri stadi per gli sport natatori. In ogni caso, la 20na per il pubblico deve essere progettata in base agli stessi criteri che si seguono per gli altri impianti sportivi. S e r v i z i v a r i : sono costituiti dal pronto soccorso, magazzini, servizi igienico-sanitari per il pubblico, bar, alloggio custode. Per la loro progettazione sono validi i criteri generali esposti parlando degli analoghi servizi degli altri impianti sportivi: in particolare: il pronto soccorso, accessibile facilmente dalIesterno deve essere ubicato in modo da servire ugualmente bene la zona vasche-solarium, quella per il pubblico e gli spogliatoi: il bar deve servire bagnanti e non bagnanti senza che i percorsi a piedi nudi interferiscano con quelli a piedi calzati. Adiacente al bar, con vista sulla vasca, pu prevedersi una zona con tavolini ed ombrelloni, che rappresenta il modo pi semplice e razionale di realizzare la zona per d il pubico. L'alloggio del custode deve trovarsi dove risulta pi agevole la sorveglianza di tutto l'impianto. DIMENSIONAMENTO DELE VASCHE E DEGLI SPOGLIATOI V a s c h e n a t a t o r i e : il loro dimensionamento, per quanto riguarda le esigenze sportive, deriva, ovviamente, dalle prescrizioni regolamentari. Nelle comuni piscine le dimensioni massime consigliabili sono quelle di m 50 x 25; non si consigliano le vasche di m 100, sia per limpressione che desta nel nuotatore uno specchio d'acqua di notevole lunghezza sia per il loro costo eccessivo e per la forte spesa di gestione nei riguardi dell'approvigionamento e della depurazione dell'acqua. Anche le vasche di m 50 x 25 comportano una spesa rilevante; quindi potranno essere adottate solo in caso di bene accertate esigenze sportive e balneari. Dalle varie prescrizioni regolamentari si deduce che i requisiti minimi che una vasca natatoria deve avere per essere omologabile ed agibile per il nuoto, tuffi e pallanuoto, sono i seguenti (fig. 30): dimensioni dello specchio dacqua: cm 25x16,80; pu contenere 6 corsie da m 2,50 ognuna ed il campo di pallanuoto di lII categoria (m 24 x 15), profondit m 1,20, la minima per il campo di pallanuoto suddetto. Tale profondit permette anche di ricavare un'adeguata zona a guado per i meno esperti ed i principianti Generalmente la zona a guado si estende per circa met della lunghezza dell'invaso: Ia pendenza del suo fondo non deve superare il 6% circa per impedire che i bagnanti in piedi scivolino. profonditd sotto i trampolini: m 3, 50 per almeno m ,20 avanti la verticale passante per il punto di mezzo del bordo anteriore del trampolino e per tutta la larghezza della fossa. Nella vasca citata: si possono avere varie combinazioni nella disposizione dei trampolini: da uno a tre da m 1, oppure un trampolino da m 1 ed uno da m 3, oppure due trampolini da m 1 ed uno da m 3; le traverse delle porte del campo di pallanuoto a causa della profondit minima dell'acqua, non risultano ad uguale altezza dal pelo dell'acqua stessa: non accettando tale soluzione, necessario portare la profondit minima dell'acqua a m 1,50: in tal caso occorre realizzare a parte una vasca per inesperti di m 25 oppure m 20 x 4 almeno, con profondit variabile da m 1 a m 1,20; la maggiore spesa che ne deriva compensata dalla migliore funzionalit del complesso e dalla possibilit di organizzare una scuola di nuoto. Come noto, i nuotatori delle corsie di estremit sono disturbati dalla vicinanza della parete laterale della vasca e dal moto ondoso; si pu attenuare l'inconveniente: lacsciando una opportuna zona di rispetto fra la segnatura esterna delle corsie destremit ed i lati lunghi della vasca; cio facendo la vasca pi larga di quanto comporti il numero di corsie progettate; sagomando il lato lungo della vasca secondo una curva con freccia massima in corrispondenza dellasse trasversale della vsca stessa; talee soluzione pi efficace della precedente, ma pi costosa (fig. 31). Le caratteristiche descritte hanno carattere sportivo e sono indipendenti dal numero di bagnanti, che deve essere calcolato come prescritto dalle Norme di sicurezza. Spogliatoi (v. figg. 28 e 29): il numero di cabine occorrenti si calcola tenendo presente che: il numero massimo di bagnanti che possono trovarsi contemporaneamente in vasca si ottiene dividendo per 2 la superficie dello specchio dacqua; il numero suddetto pu ritenersi i 2/3 di quello di coloro che frequentano giornalmente la piscina; i bagnanti, mentre affluiscono allimpianto scaghlionati nel tempo, escono pressoch contemporaneamente, causando una congestione notevole nella circolazione. Per tener conto della punta massima che si ha alluscita, si considera che una cabina possa servire circa 3 bagni/ora. Quindi le cabine occorrenti per una vasca delle caratteristiche gi illustrate, risultano da quanto segue: superficie della vasca: m 420 (m 16,80x25); bagnanti presenti contemporaneamnete in vasca: 210 al massimo; bagnanti che giornalmenyte frequentano la piscina: 3/2 210 = 315; cabine: 13 circa, considerando 8 ore di esercizio giornaliero. Poich si calcola che le donne siano 1/4 del totale, si hanno 3 cabine per donne e 10 cabine per uomini che, per miglior proporzionamento dellinsieme, si possono portare, rispetttivamente, a 4 e 12 oppure 5 e 15. Si pu anche prevedere per ciascun sesso uno spoglaitoio collettivo che: serva da polmone nei momenti di sovraffollamento; possa essere utilizzato per i componenti della Giuria in caso di manifestazioni. Stabilite le cabine occorrenti, si calcolano gli impianti igienico-sanitari relativi che, secondo le note Norme, debbono comprendere: 2 docce ogni 40 bagnanti 1 w. c. e 2 orinatoi ogni 60 uomini 1 w. c. ogni 30 donne.

A.P.I.C.E. S.r.l.

396b

Manuale dellArchitetto

IMPIANTI SPORTIVI
PISCINE
0,20 0,40 0,40 0,40 3,103,35

0,40 1,50 distanza rampini cm 20 0,50

1,80

0,30

1,55 1,70 0,30

panche

0,100,12

1,10 0,50

2,00 0,40 b2

0,40 0,30 1,90 0,20

0,50

A
0,30

b1

1,90

~365 0,90 panca 0,90 panca doccia 0,90 1,20 panca 1,20 panca 1,20 1,20 doccia

2,75+2,90

0,40 0,50

0,90 1,15

0,50 0,40

piedi nudi 1,20

piedi nudi

1,00 0,25 1,00

panca

panca

piedi calzati

D
0,40 1,501,85 1,20 1,20 1,20+3,45

0,95 1,75

piedi

calzati

piccola corridoio 1,20 0,90 1,20 4,00 2,00 tavolo consegna spogliatoio restituzione 2,40 e vestiario 0,50 collettivo 1,30 0,90 cabine 1,05 piccola piccola 0,90 105 105

media 1,05 0,90

grande 1,20 105

molto grande 1,20

media 1,05 1,20 1,20

grande 1,20

molto grande 1,35 1,20

rastellieri per cesti 0,60

0,90 1,05 1,05

banco consegna

A, panca spogliatoio. Panca e guardaroba insieme sistemate allaperto, difese dal vento, usate per campeggi e piscine allaperto; 8, ambienti di spogliatoio con armadietti e panche; b1, con panche isolate poste di fronte agli armadi (per ogni persona una lunghezza di sedie di cm 60 = 2 armadi); b2, armadi con sedie uno di fronte allaltro (lo spazio sotto ogni sedile preferibile rimanga libero; superficie per persona m 0,47); C, armadietti e panche. Di solito vengono usati per solo uomini; si consiglia una doccia ogni 250 armadietti; D, spogliatoi con armadietti. Di solito vengono usati per sole donne; E, spogliatoi singoli con doccia di dimensioni medie in fondo al passaggio. Le porte sono generalmente larghe cm. 60; F, spogliatoi singoli con doppia apertura; G, rastelleria e banco di consegna; H, guardaroba sorvegliato con spogliatoio collettivo. Larghezza per posto m 0,60. Tempo per svestirsi e vestirsi minuti 15. Spazio per persona m 0,30; I, dimensioni del vano doccia (individuale). Le docce degli stabilimenti di bagni sono di solito pi grandi di quelle in altre costruzioni. Per spiagge e piscine allaperto assegnare una doccia ogni 250 persone; L, dimensioni del vano spogliatoi. Panche larghe da m 0,300,40. Assegnare una cabina ogni 6 armadietti.

igienico-sanitari sono completati dal passaggio obbligato che, come gi detto, i bagnanti debbono attraversare per recarsi dagli spogliatoi alla vasca. 4 docce 3 w. c.............per 79 donne 8 Pertanto esso costituito da un corridoio 4 orinatoi 236 uomini 12 di larghezza, lunghezza e forma tali da 16 7 8 orinatoi 315 frequentatori consentire il passaggio di jn solo gli indispensabili lavabi. Gli impianti bagnante per volta e da non poter

Nel caso particolare, si hanno dunque: Agli impianti descritti occorre aggiungere

essere saltato ed avente una serie di docce sul soffitto e di zampilli orizzontali sulle pareti. allaltezza del bacino; il suo pavimento, pi basso di circa cm 30 di quello degli spogliatoi, deve formare il fondo di una vasca munita di acqua corrente per la pulizia dei piedi.

A.P.I.C.E. S.r.l.

397

Manuale dellArchitetto

IMPIANTI SPORTIVI
PISCINE
0.30 Y 2.50 2.50 X 2.50 16.80 2.50 2.50 2.50 12.00 25.00 Y 13.00 6.20 1.00 .0,30 5% zona a guado SEZIONE XX 1.80 scivolo 3.50 4.00 Trampolini 1.00 1.50 Livello acqua 4.20 4.90 3.50 SEZIONE YY 4.20 3.50 Scarichi 4.20 3.50 X 4.20 4.90

3.60

Assi trampolini

3.60

3.603.50 2.50

Fig. 30 - Schema di vasca natatoria avente i requisiti minimi per l'omologazione come campo di gara di II categoria e campo di pallanuoto di III categoria A, pianta; B, sezione X - X; C, sezione Y - Y.

CENNI COSTRUTTIVI SULLE VASCHE NATATORIE Le vasche, in muratura, o cemento armato, possono essere interrate oppure completamente o in parte fuori terra. Le vasche in cemento armato, specialmente quelle fuori terra, sono molto costose e soggette a fessurazioni; queste si verificano con maggiore frequenza nelle zone in cui si hanno forti sbalzi di temperatura. Spesso le fessurazioni non sono facilmente rilevabili dall'interno della vasca; necessario pertanto assicurarsi delle eventuali perdite, rendendo ispezionabili dall'esterno le pareti ed il fondo della vasca stessa; ci relativamente facile per le piscine completamente sopraelevate: molto costoso per quelle interrate completamente o in parte. In quest'ultimo caso pi conveniente predisporre un accurato drenaggio, munito di canaletti di spia, fra l'esterno della vasca ed il terrenocircostante. Questo drenaggio deverispondere alla sola funzione per la quale stato costruito, quindi normalmente deve essere asciutto; se i canaletti buttano acqua vuol dire che la vasca perde; in tal caso si provvede al suo svuotamento rapido per la ricerca delle lesioni e la loro riparazione. Con qualunque sistema sia co-

Le vasche possono essere lasciate anche senza uno speciale rivestimento interno; pu bastare una semplice intonacatura impermeabile convenientemente lisciata e verniciata. l rivestimenti comunemente usati sono quelli in piastrelle e tesserine, con le quali possibile ottenere impianti molto belli dal punto di vista estetico. Specialmente le tesserine, per, sono costose e di difficile messa in opera; inoltre le numerose giunzioni incidono sulla continuit del rivestimento. favorendo la formazione di alghe ed il distacco delle tesserine stesse. Tali rivestimenti, infine, hanno l'inconveniente di essere rigidi e perci soggetti anche per questo a distacco, non seguendo i cedimenti e gli spostamenti inevitabili nelle strutture; noncostituiscono, quindi, una protezione agli effetti della tenuta e comportano una continua manutenzione. CENNI SUL TRATTAMENTO E CIRCOLAZIONE DELL'ACQUA Comunque avvenga il prelevamento dell'acqua (lago, fiume, acquedotto, pozzi) questa deve essere immessa in vasca solo dopo essere stata resa perfettamente limpida, sterile e sterilizzante a mezzo filtri e cloro, che ancora lo sterilizzante pi usato e pi pratico. L'acqua in vasca viene mantenuta nelle condizioni volute a mezzocircolazione a ciclo chiuso, che si svolge attraverso: scarico di fondo, prefiltri, filtri, sterilizzatori, bocche di immissione in vasca. La durata del ciclo completo di depurazione di tutta la massa d'acqua pu essere di 12 o 24 ore. Nella circolazione dell'acqua non debbono verificarsi angoli morti che provocano lo sviluppo di flora batterica. Lo scarico di fondo deve garantire l'uscita completa dell'acqua e, quando occorra (pulizia durante l'esercizio, eventuali riparazioni), il rapido svuotamento della vasca in un massimo di 8 ore. Le bocche di immissione debbono essere ripartite sui due lati maggiori della vasca stessa, affinch la percentuale di cloro libera sia costante in tutta

16.80

Fig. 31 - Soluzione di pianta per attenuare l'incoveniente del moto ondoso nelle corsie di estremit Scarico cm 5

0.095

0.12 ferri armati

0.80 0.80 A

76 mm min. 62 mm Tubo ghisa B

Fig. 32 - Sezione di vasca in c.a. A, tipo di sfioratore

struita la vasca necessario che tutti gli spigoli (raccordi fra le pareti e fra queste ed il fondo, bordi, sfioratori, ecc.) siano arrotondati. Il canaletto lavapiedi che si vede in molte piscine lungo i bordi della vasca non ha dato buoni risultati in pratica e, pertanto, non consigliabile.

A.P.I.C.E. S.r.l.

398a

Manuale dellArchitetto

IMPIANTI SPORTIVI
PISCINE
la massa d'acqua. Con la circolazione a ciclo chiuso, l'immissione totale di acqua nuova in vasca viene fatta periodicamente, p. es. una volta al mese. previo svuotamento completo e pulizia generaledell'invaso: naturalmente, durante il ciclo, occorre integrare le perdite che subisce l'acqua in circolazione (sfioratori, evaporazione, perdite varie). In corrispondenza di ciascuno dei lati maggiori della vasca deve essere realizzato uno sfioratore, al duplice scopo di mantenere l'acqua al livello voluto e di schiumare l'acqua stessa di tutto il grasso e le impurit che vengono a galla. L'acqua proveniente dallo sfioratore e dai chiusini della banchina che circonda la vasca non deve interferire con la circolazione a ciclo chiuso, ma deve essere convogliata direttamente in fogna. Si consiglia di realizzare sfioratori con sezione a chiocciola, la pi idonea a diminuire il moto ondoso e ad impedire il ritorno in vasca dell'acqua di rifiuto. Nel caso di vasca alimentata con acqua marina, la circolazione risulta semplificata in quanto dallo scarico di fondo l'acqua ritorna direttamente al mare. Occorre tenere presente per che l'acqua di mare richiede tubazionispeciali e che il suo prelievo deve essere fatto in punti igienicamente idonei. Il locale destinato a macchinario per il trattamento e la circolazionedell'acqua deve essere facilmente accessibile dall'esterno, per rendere agevole l'eventuale sostituzione di parti del macchinario stesso; la sua ubicazione deve consentire di ridurre al massimo lo sviluppo delle tubazioni. CENNI SULLE PISCINE COPERTE La costruzione delle piscine coperte molto onerosa sia per !e caratteristiche generali dell'opera, sia per il costo degli impianti tecnologici indispensabili. Inoltre, dai dati forniti da una lunga esperienza in materia, risulta, che le spese di gestione delle piscine coperte (specie per quanto concerne il riscaldamento e il condizionamento) sono molto elevate. In questo caso, quindi, occorre pi che mai: decidere la costruzione dellopera in base ad effettive esigenze locali; scegliere caratteristiche tali che, pur consentendo un'adeguata attivit sportiva, non portino ad un eccessivo disavanzo di gestione. Da quanto sopra risulta evidente la necessit di contenere in limiti ragionevoli le dimensioni dell'impianto e la tendenza a prevedere un certo sviluppo di vetrate Intendendo che le funzioni di una piscina coperta siano prevalentemente tecniche, cio di preparazione stilistica e d allenamento, non sono consigliabili le vasche di m 50 e m 33,33, nonch piattaforme per i tuffi invece, si possono adottare: vasche da m 25 x 10 a m 25 x 16,80 al massimo: trampolini per i tuffi da m 1 e da m 3. Per quanto riguarda il pubblico, tenuto conto delle misure consigliate per la vasca e per i trampolini; della necessit che le gradinate risultino vicine alle corsie d'estremit, cosa che comporta una curva di visibilit molto accentuata e quindi un'altezza notevole delle gradinate stesse anche per una capienza modesta; del costo di gestione (riscaldamento e condizionamento) sempre elevato in relazione al volume dell'ambiente; del fatto che il numero di spettatori in una piscina coperta, anche quando si sostengono spese ingenti per realizzare le relative installazioni, necessariamente limitato; si deduce che la funzione spettacolare deve essere contenuta in limiti modesti, essendo antieconomica sia nei riguardi della costruzione che dello spettacolo. Circa il riscaldamento occorre tenere presenti i seguenti dati orientativi: temperatura dellacqua : minima 22; temperatura della sala vasca: superiore di 2-3 a quella dell'acqua; temperatura spogliatoi ed ambienti-frequentati dal pubblico: 18. Si ricorda, infine, la necessit di evitare la condensazione e conseguente stillicidio, dovuti al contatto fra il vapore che inevitabilmente si forma in piscina e le pareti ed il soffitto della sala vasca.

A.P.I.C.E. S.r.l.

398b

Manuale dellArchitetto

OSPEDALI
Caratteri dellOspedale moderno. - Lospedale moderno non viene pi concepito come una semplice istituzione di beneficenza pubblica per i malati poveri, ma viene considerato come il fulcro della attivit assistenziale sanitaria nella zona dinfluenza che gli compete. Infatti, oltre al compito di ricovero e cura, esso pu assumere numerose altre essenziali funzioni: sociale e preventiva, di educazione igienica, didattica e di preparazione del personale, di ricerca scientifica. L'ospedale in genere destinato all'accoglimento dei malati acuti, in modo da sfruttare adeguatamente i complessi e costosi impianti ed il numero dei posti letto con una pi intensa rotazione, data la bassa durata media di degenza. Dovrebbero perD ISTITUTI DI CURA

OSPEDALI GENERALI SPECIALIZZATI

INFERMIERE
INFERM. PER ACUTI CONVALESCENZIARI

I cat.

II cat. III cat.

I cat.

II cat. III cat.

(>720) (>240720) (36240)

(>240) (>120240) (36120)

CRONICARI

Fig. 2 - Distinzione degli istituti di cura tanto essere indirizzati verso specifiche istituzioni i convalescenti, i cronici non recuperabili, i vecchi poveri semi-validi, ecc. Secondo le pi moderne concezioni, particolarmente importantedovrebbe essere l'azione preventiva e
D

sociale dell'ospedale, imperniata sul criterio della prevenzione delle malattie e della conservazione parziale di un capitale umano con il contributo della collettivit. Organizzazione territoriale. - Le
D C D

C B
D

B
D

C
D

C C
D

A
D

C
D

B
D

C
D

C
D

Fig. 1 - Schema di organizzazione territoriale dell'assistenza ospedaliera


A, ospedale 1cat., centro del sistema sanitario (1000 p.I.); B, ospedale 2cat., satellite (450-500 p.I.); C, ospedale 3 cat., satellite minore (120-200 p.I.); D, centro di sanit o istituzione similiare; - - - - zona di influenza per cure generiche.

A.P.I.C.E. S.r.l.

399a

Manuale dellArchitetto

OSPEDALI
funzioni di ogni ospedale devono essere inquadrate in una pi vasta concezione di assistenza sanitaria territoriale: ogni singolo organismo ospedaliero di un dato territorio (provincia o regione) deve far parte di una rete di istituzioni ospedaliere ed assistenziali di varia entit e natura: aventi ognuna un proprio ruolo ed agenti in stretto collegamento (pianificazione ospedaliera). Detta rete dovrebbe essere delineata insieme con il piano urbanistico provinciale o regionale dalle autorit responsabili tecniche e sanitarie (fig. 1). All'estero, uno dei pi piccoli organismi rappresentato dal Centro di sanit, avente molteplici funzioni di accertamento e prevenzione delle malattie, specialmente sociali, veneree e dell'infanzia, di educazione igienica, di assistenza sociale, ecc., in collegamento con lospedale. Legislazione. - In Italia la materia disciplinata, per quanto riguardal'organizzazione ospedaliera, dalle Norme generali per l'ordinamento dei servizi sanitari e del personale sanitario degli ospedali . R. D. 30 settembre 1938 n. 1631 e, per quanto si riferisce ai criteri direttivi e funzionali, alla composizione ed alla costruzione degli ospedali, dalle , Istruzioni per le costruzioni ospedaliere - Decreto 20 luglio 1939. Attualmente sono in preparazione, per altro, nuovi provvedimenti legislativi per adeguare lordinamento ospedaliero e la progettazione dei nosocomi ai crescenti progressi della tecnica assistenziale. Distinzione degli istituti di cura. - Questi si distinguono in ospedali ed infermerie. Gli ospedali sono quegli istituti che provvedono alle cure medicochirurgiche, ostetrico-ginecologiche, pediatriche e specializzate. Si defniscono ospedali generali quando sono destinati a curare le malattie di medicina, di chirurgia, di ostetricia e ginecologia, di pediatria e di tutte o alcune specialit. Si chiamano ospedali specializzati quando sono destinati a curare i soli infermi di malattie definite, rientranti nel novero delle specialit ufficialmente riconosciute (fig. 2). Classificazione degli ospedali. - fondata sulla media giornaliera delle degenze e sull'entit dei reparti e servizi (art. 6 delle Norme sui servizi sanitari, integrato dalla prescrizione del par. 5 delle Istruzioni);per gli ospedali di nuova costruzione, il numero dei posti letto deve esseresuperiore del 20% al numero medio delle degenze per l'assegnazione alle varie a a a categorie (1 , 2 e 3 ). Ospedali di 1 cat.: Generali: oltre 720 posti letto Specializzati: oltre 240 posti letto Ospedali di 2 cat.: Generali: oltre 240 fino a 720 posti letto Specializzati: oltre 120 fino a 240 posti letto Ospedali di 3 cat.: Generali: da 36 fino a 240 letto Specializzati: da 36 fino a posti letto Infermerie.~ Sono istituzioni che ricoverano ammalati non richiedenti cure specializzate o interventi chirurgici di particolare importanza. Si distinguono in: Infermerie per malati acuti, per le cure pi urgenti, per interventi. Infermerie per convalescenti, o convalescenziari. Infermerie per cronici, o cronicari. Organizzazione interna. - l locali di degenza di un organismo ospedaliero si devono raggruppare in sezioni, divisioni e reparti. La sezione lunit funzionale ospedaliera (denominata anche unit di degenza o di assistenza), dotata di un gruppo di sale di degenza con un insieme organico di servizi e di personale per l'assistenza immediata dei malati. Nel caso usuale di malati acuti pu contenere fino a 30 letti; pu tuttavia scendere anche a 15 letti nelle degenze di speciaa a a

lit. La divisione costituisce l'unit fondamentale ospedaliera, con un proprio e completo servizio assistenziale sanitario ed infermieristico; retta da un medico primario, coadiuvato da pi aiuti ed assistenti. Pu essere composta da due o pi sezioni fino ad un max di 120 p. I. in medicina e chirurgia, e di 90 p. I. nelle specialit. Il reparto rappresenta il settore ospedaliero dove si eseguono determinate e specifiche cure (ad es. reparto di medicina generale). E costituito da una o pi divisioni. Per l'ostetriciaginecologia, la pediatria ed altre specialit dell'ospedale generale esso pu essere costituito da una sola sezione. Principali notizie statistiche. Secondo le statistiche ufficiali la situazione degli lstituti di cura in ltalia nel 1958 era documentata dalla seguente tabella:

posti 120

Regioni

Posti letto disponibili al 31-12-1958 Posti Ospedali Ospedali letto generali specia- Totale per lizzati 1000 ab. 15550 297 10016 32666 3542 22336 8127 17079 109613 5918 16948 3154 11168 3059 40247 6863 6110 596 1775 15344 9419 2734 177357 1711 50 2744 4318 350 1066 1370 1192 12801 310 872 2950 4132 3218 966 4184 2081 442 23640 17261 347 12760 36984 3892 23402 9497 18271 122414 6228 17820 3154 14118 3059 44379 10081 7076 596 1775 19528 11500 3176 200997 4,6 3,4 7,6 5,3 5,0 6,0 7,6 5,0 5,5 4,5 5,4 3,8 3,8 1,8 3,9 2,1 2,1 0,9 0,9 1,7 2,4 2,3 3,9

Italia Sett. Piemonte Valle d'Aosta Liguria Lombardia Trentino A.A. Veneto Venzia Giulia Emilia Totale Italia Centr. Marche Toscana Umbria Lazio Abruzzi-Molise Totale Italia Merid. Campania Puglia Lucania Calabria Totale Italia Insulare Sicilia Sardegna
Tot. Generale

A.P.I.C.E. S.r.l.

399b

Manuale dellArchitetto

OSPEDALI
Sono esclusi dalla precedente tabella i posti letto sanatoriali (~ 43000) e neuropsichiatrici (~ 90000) e quelli delle case di cura private (56000). Nei riguardi del numero degli istituti di cura le statistiche ufficiali il 31/12/1954 documentavano la presenza di 1066 ospedali generali, 129 ospedali specializzati, 127 ospedalisanatoriali, 17 preventori vigilati, 78 ospedali neuropsichiatrici, 871 case di cura private. I valori desiderabili di detto coefficiente sono funzione sia della natura e della struttura sociale della zona sia del ruolo e dell'entit dell'ospedale. In genere si ritengono opportuni 2 2,5 p. I. per 1000 ab. nelle zone agricoloa artigiane e con ospedali di 3 cat., 4 6 per cittadine o centri mediamente urbanizzati, o industrializzati e con a ospedali di 2 cat., 8 9 per centri a a urbani densi e con ospedali di 2 e 1 cat. ELEMENTI PER LA PROGET PROGETTATAZIONE Elementi programmatici. - Accertamento preliminare del ruolo dell'ospedale in rapporto al piano di organizzazione sanitaria territoriale (provinciale o regionale) predisposto dalle autorit. Raccolta di elementi statistici, igienici, epidemiologici e noOspedale Ospedale 2 cat. 3 cat. (~ 450 p.I.) (~ 120 p.I.) 3% 26% 41% 12% 12% 6%

FORME MORBOSE

Osservazione 3% Medicina 24% Chirurgia * 39% Ostretricia 13% Pediatria 11% Specialit 4% Contagiosi 6% * con traumatologia ed urologia

sologici, costruttivi, economici e sociali della zona d'influenza assegnata. Elaborazione, d'accordo con i sanitari, gli igienisti e gli amministratori, del programma del futuro ospedale: forme e grado di assistenza, concetti igienico-funzionali, caratteristiche ambientali pi o meno Criteri igienico-funzionali. - Diricercate dell'organismo, pianofinanstribuzione accurata dei vari centri di ziario di gestione, ecc. attivit che costituiscono l'organismo Basi fondamentali del programma: Superfici Cubature Fabbisogno di posti letto. m/p.I. m/p.I. Derivato dalle indagini sulla Stanze di minimo 6,00 19,20 6,40 21 22 zona d'influenza: natura e strut- degenza { conveniente 17 20 54 66 tura sociale della popolazione, Sezione di degenza 20 24 66 80 entit e densit della stessa, Divisione di degenza stato sanitario, incremento me- Reparto di degenza 23 28 75 92 dio demografico e migratorio, di chirurgico Ospedale intero da degenza media nei ricoveri esigrande a piccolo 45 60 145 200 stenti, previsione di aumento Ospedale intero, da dell'afflusso all'ospedale nuovo, grande a piccolo, superifici e cubature lorde 52 70 180 250 condizioni della viabilit, ecc.
N Servizio tecnologico Magazzini Alloggi O E

Distinzione delle forme morbose e loro consistenza. - Dipendono in linea generale dal ruolo e dall'entit dell'ospedale. In genere, per un ospedale di a 1 cat. posto al centro di un territorio sanitario aumenta la percentuale di posti letto specializzati per l'affluenza dei relativi ammalati da una zona d'ina fluenza pi vasta; per gli ospedali di 2 a cat. di media consistenza e di 3 cat. sembrano attendibili i valori dell'allegata tabella, desunti da studi sperimentali e pratici. I posti letto per gli ammalati a pagamento non devono essere superiori ad un decimo della capacit del reparto cui sono annessi (par. 9 delle Istruzioni).

Servizio mortuario e necroscopico

Servizio religioso

Reparto operatorio

DEGENZE

X Diagnostica X Terapia Laboratori clinici Cure fisiche

S-E S Fig. 4 - Settore di orientamento consentito dalle norme

Centro Pronto trasfus. soccorso

Osservazione Accettazione

Direz. sanitaria Econom. Biblioteca Amministrazione Ingresso principale

Ambulatori Consultazioni

L_ > 22,5 H Donatori Infortunati Ammalati Personale Visitatori Fornitori Ambulatoriali Fig. 5 - Distanza tra corpi di fabbrica ospedalieri

Fig. 3 - Schema dei collegamenti funzionali tra i centri di attivit dell'ospedale generale

A.P.I.C.E. S.r.l.

400a

Manuale dellArchitetto

OSPEDALI
ospedaliero. Studio dei collegamenti interni tra questi centri per assicurare un funzionamento razionale sia dal punto di vista assistenziale-sanitario sia da quello tecnico-economico. lmpostazione di una maglia interna di comunicazioni verticali ed orizzontali che consenta l'indipendenza dei reparti e delle sezioni, nonch dei servizi generali e tecnici, la distinzione dei sessi, la riduzione al minimo dei percorsi, l'esclusione di incroci e controritorni o sovrapposizioni, la discriminazione fra traffici puri ed impuri, ecc., mantenendo per altro la massima compattezza strutturale dell'edificio (fig. 3). Sistemi proposti per il riscaldamento, la ventilazione, la provvista dell'acqua, la rimozione e lo smaltimento dei rifiuti solidi e liquidi. Area edilizia. - La scelta influenzata da fattori climatici (esposizione e soleggiamento, ventilazione, nebulosit, umidit relativa, ecc.), da fattori tellurici (terreno sciolto ed asciutto, falda idrica distante dalle fondazioni, ecc.), da fattori locali (viabilit, collegamenti con la zona urbana, ecc.). Ampiezza minima m 75 per p. I., comprensivi di 15-20 m da destinare a giardino, parco o terrazzo. Per l'ospedale del tipo a blocco conveniente aumentare a 100 m per p. l.; di pi per gli ospedali ramificati o misti. prevedere area per futuri ampliamenti. Orientamento. - Prescritto dalle norme ufficiali, per l'esposizione della facciata delle degenze, il settore che va da Sud-Est a Sud, a meno di necessaria protezione da venti dominanti (fig. 4). Distanza tra i corpi di fabbrica. - Preferibilmente sistemare a parco la zona antistante la facciata delle degenze del blocco. Per i tipi costruttivi ramificati tener presente la distanza igienicamente conveniente (fig. 5). Numero del piani. - Il numero massimo di piani consentito di 7 fuori terra, salvo deroga ministeriale. Possibilit di diverse interpretazioni nei riguardi del livello del terreno: attendibili le soluzioni della fig. 6 . Capacit massima monoblocco: 750 p. I., salvo deroga ministeriale. Capacit massima poliblocco: 1500 p. I., salvo deroga ministeriale. Superfici e cubature per ospedale generato. Possono darsi solamente cifre di largo orientamento, valevoli per costruzioni medie di decorosa economia:

A.P.I.C.E. S.r.l.

400b

Manuale dellArchitetto

OSPEDALI
Piano 6 " " 7 piani f.t. " " " 5 4 3 2 1 7 piani f.t. Piano 6 " " " " " 5 4 3 2 1 7 piani f.t. Piano 6 " " " " " 5 4 3 2 1 Ingr. princ.
Spese div. 2% Riscald. man. 6% Alimentazione 16% medicamenti 16% Ammortam. 4% curante 27%

PERSONALE
servizi generali 17%

P. rialzato Semicant.

Ingr. princ. P. rialzato Semicant. Semicant.

Ingr. princ. P. rialzato Semicant. Semicant.

TECNICA MEDICALE
esami radiolog. 7% analisi 5%

Fig. 6 - Soluzioni attendibili per il numero dei piani nei riguardi del livello del terreno

Fig. 7 - Diagramma riassuntivo delle incidenze relative delle varie attivit ospedaliere sul costo totale di gestione

Per ospedali policlinici, di ricerca ed insegnamento possono raggiungersi cubature lorde di 290 m/p.I. Costo di costruzione. - Per una valutazione di massima, utile nella fase d'impostazione del progetto, si pu adottare il criterio del costo a posto letto; entro determinati limiti, in Italia detto costo pu stimarsi da L. 2000000 a L. 2800000 per ospedali generali rispettivamente grandi e piccoli. Cifre maggiori si hanno perospedali specializzati e policlinici. Un'altra valutazione pu effettuarsi applicando un costo a m vuoto per pieno, maggiorato rispetto ai comuni indici locali a causa della cospicua entit degli impianti fissi, al volume complessivo dell'edificio. Nei riguardi delle incidenze delle varie categorie di lavori sulla totale spesa di costruzione di un ospedale potrebbe essere aleatorio dare delle cifre standard, tenuto conto dell'estrema diversit dei casi pratici. Tuttavia, con riferimento ad entit medie, a terreni di media consistenza e configurazione, a situazioni locali normali, si pu adottare la seguente valutazione di largo orientamento: Scavi e riporti Fondazioni Strutture in c. a. Murature est,. ed int. Coperture ed impermeabili Intonaci est. ed int. Rivestimenti est. ed int. Pavimenti Lavori in marmo Infissi esterni ed interni 0,8 % 2,5 22,0 8,2 2,6 4,6 4,2 8,4 2,4 12,5

Opere in ferro e da latton., 1,1 Opere da pittore 2,5 Sistemaz. esterne e fognat. 2,0 Assistenza muraria impianti 1,2 Totale 75,0 % Impianto centrale termica e riscaldamento 7,8 % Impianto ventilazione e condizionatori 2 idrico-termico-sanitario 5,2 cucina e frigo 2,9 lavanderia 18

disinfezione e incenerim. 0,6 elettrico 2,3 telef. e segnali 0,7 elevatori 2,5 Totale 25,0 % In linea generale possono anche darsi le seguenti cifre globali per i due principali raggruppamenti di lavori: Lavori murari ed affini, compresi infissi 7279 % Impianti tecnologici 2821 % Costo di gestione.- costituito da
USCITA FUNERALI

INGRESSO CONTAGIOSI
AREA INFETTA Stabulari Contagiosi Disinfez. Lavander.

Edificio mortuario

Centrale termica Magazzino

Speciali

Specialit Chirurgia generale Medicina Paganti Cucina generale

INGRESSO VIVERI E MATERIALI

Alloggio suore Specialit Speciali Chirurgia g. Laboratori clinici Osservazione Direzione Amminist. Farmacia Ambulatori Chiesa Radiologia Medicina Cure fisiche Specialit Alloggio personale

Accettazione Pronto soccorso

INGRESSO PRINCIPALE Fig. 8 - Disposizione planimetrica schematica di un ospedale a padiglioni con i principali collegamenti

A.P.I.C.E. S.r.l.

401a

Manuale dellArchitetto

OSPEDALI
elementi variamente consistenti in dipendenza delle condizioni economiche locali e della struttura organizzativa dell'ospedale. Da dati ufficiali apparsi nella rivista Techniques hospitalires si desunto il diagramma della fig. 7. rappresentante le incidenze di ciascun raggruppamento di attivit ospedi2liera sul costo complessivo della gestione. SISTEMI EDILIZI A sviluppo orizzontale estensivo. - Sistema caratterizzato da un grande numero di edifici staccati e variamente disposti in un'area alquanto estesa (collegati eventualmente da porticati o gallerie), destinati ciascuno al ricovero di una data specie di ammalati o ad un singolo servizio diagnostico, terapeutico, generale , tecnologico, ecc.; comunemente inteso come ospedale a padiglioni (fig. 8). Inconvenienti: grande fabbisogno di area, maggiore spesa di costruzione per i semicantinati ed i tetti, necessit di complessa ed estesa rete di strade e di condutture, notevole dispersione di calore nelle tubazioni dei fluidi riscaldanti, appesantimento dei servizi e forte speri di gestione, eccessivodisagio per i malati per gli spostamenti dai padiglioni di degenza a quelli di cura, ecc. Valido fino a circa 25 anni fa, viene ora riservato, con notevoli adeguamenti ai nuovi criteri, per alcuni tipi di ospedali specializzati (ad es. ospedale psichiatrico) o di infermerie (ad es. convalescenziari). A sviluppo verticale intensivo. - Sistema caratterizzato da un organismo costruttivo pi o meno compatto, nel quale sono concentrati i reparti di degenza, i servizi di diagnostica e di cura, i servizi amministrativi e tecnologici, ecc. in piani sovrapposti. in modo da sostituire ai disagevoli e lunghi percorsi orizzontali i pi comodi e rapidi percorsi verticali; comunemente inteso come ospedale a blocco . Vantaggi rispetto al sistema esteso: minore fabbisogno di area, minore spesa di costruzione, ridotta spesa per l'impianto delle reti di condutture e di strade, minori disperdimenti di calore nei condotti dei fluidi riscaldati ecomomia, maggiore facilit di controllo e sorveglianza, minor spese per la manutenzione, ecc.

A.P.I.C.E. S.r.l.

401b

Manuale dellArchitetto

OSPEDALI

F G

I H

L
Fig. 9 - Principali schemi planimetrici impiegati per gli ospedali esistenti
A, a T; B, a T con ala retrostante C, a doppio T; D, rettangolare; E, a doppio T con ala retrostante ruotata; F, ramificato con propaggini; G, ramificato con propaggini a pochi piani; H, ad H con edifici pi bassi circostanti (tipo Nuovo Ospedale San Giovanni, Roma), I, a blocchi paralleli con collegamenti trasversali (tipo Basilea); L, a blocchi paralleli con fronte di degenza a pettine tipo Ospedale Sud, Stoccolma).

A.P.I.C.E. S.r.l.

402

Manuale dellArchitetto

OSPEDALI

Fig. 9 - Principali schemi planimetrici impiegati per gli ospedali esistenti


M, a due blocchi a doppio T collegati e con propaggini laterali pi basse (tipo Vercelli); N, a monoblocco centrale con piastra ramificata ai piani pi bassi (tipo Ospedale di Bolzano); O, a due V molto aperte collegate ai vertici da propaggini ai piani pi bassi (tipo Ospedale Glostrup, Copenhagen); P, a due blocchi a T collegati e con propaggini alle estremit e posteriormente a quote minori (tipo Policlinico di Siena).

A.P.I.C.E. S.r.l.

403

Manuale dellArchitetto

OSPEDALI

dei fluidi riscaldanti, sensibile ecoPediatria Ostetricia nomia di personale, maggiore Chirurgia facilit di controllo e sorveglianza, Medicina minori spese per la manutenTraumatologia Paganti Otorin. Oftalm. zione, ecc. Svantaggi (per altro Ginecologia Chirurgia non determinanti): talora eccesMedicina sivo addensamento di malati e di Traumatologia servizi, relativa separazione tra le INGRESSO MEDICI Otorin. Oftalm. FORNIT. VISITAT. varie forme morbose, forte sviDermosif. (uomo) luppo di scale ed elevatori, estese Dermosif. (donna) proiezioni d'ombra nelle zone reUrologia trostanti ai blocco multipiano delle Osservaz. (uomo) Suore Osservaz. (donna) degenze, ecc. Amministr. Sale da parto Forme planimetriche dipendenti, Anal. Direz. Operativo Lavanderia Accettazione Lavanderia Radiologia in linea generale, dalla natura Gall. imp. Galleria pura Cure fisiche Accettaz. Pronto soccorso INGRESSO SERVIZIO dell'ospedale e particolarmente Cucine dalla sua capacit complessiva (fig. 9). Infermieri Autorimessa A sviluppo semiestensivo o misto. Isolamento Ambulatori - Sistema caratterizzato dalla diInfermieri Offic. magazzini viveri Anal. patolog. sposizione sull'area ospedaliera di INGRESSO MALATI un certo numero di blocchi di Fig. 10 - Esempio di schema distributivo per ospedale di media capacit (Osp. Civ. Catanzaro, arch. S. Greco) degenza di media altezza, contenenti ciascuno un gruppo di forme affini collettivit esterna che gli ammalati inOspedale Cornell, Ospedale Bellevue ed (ad es. forme chirurgiche), collegati oriz- terni: pronto soccorso con sale di interOspedale Bethesda negli U.S.A., Citt zontalmente con altri blocchi pure mode- venti, accettazione, ambulatori, centro Ospedaliera di Lilla in Francia, ecc. ratamente elevati, nei quali sono concentrasfusionale, laboratori di analisi, radiotraci molteplici servizi ospedalieri; comu- diagnostica e radioterapia, cure fisiche, ORGANIZZAZIONE FUN ZIOnemente denominato ospedale misto, ecc. e talvolta anche i reparti operatori. NALE DI UN OSPE DALE A oppure ospedale a poliblocco. Tipico Lateralmente od in mezzo a questa BLOCCO esempio in Italia il Nuovo Ospedale Mag- piastra viene disposto il grande blocco Elementi funzionati dell'ospedaliere. - A giore di Milano. delle degenze, per fettamente collegato norma del paragr. 7 delle Istruzioni gli Forme intermedie. - Oltre ai sistemi fon- con essa mediante le comunicazioni elementi funzionali di un ospedale sono: damentali precedentemente accennati, verticali ai punti nodali opportuni. La a) Servizi generali: amministrazione, divengono talvolta adot tate alcune disposi- piastra pu essere sviluppata in estenrezione, biblioteca, economato, farzioni caratterizzate dalla concen trazione sione con corpi mul tipli, come nell'Omacia, cucina, lavande ria, centrale di quasi tutti i posti letto e di pochi servizi, spedale di Saint-L ed in alcuni ospedali termica, alloggi del personale, locali prevalentemente diagnostici e curativi, in americani, oppure essere preferibilper l'assistenza religiosa, reparto un grande blocco principale, attorno al mente realizzata mediante un insieme di anatomo-patologico, stazione di disinquale sono variamente disseminati i padi- ramificazioni costruttive dipartentisi dalla fezione, forno di incenerimento dei glioni destinati ai servizi generali, tecno- base del blocco e razio nalmente collerifiuti. logici, funebri e religiosi, o ai reparti gate con esso e tra di loro, per la pi b) Servizi di cura: ambulatori, pronto speciali. Esempio tipico l'Ospedale Pa- efficace funzionalit e chiarezza distrisoccorso, laboratori per esami clinici, steur a Colmar. butiva del complesso. locali per radio-diagno stica, radioteOspedali con piastra. - Attualmente tende Centri medici e citt ospedaliere. rapia e cure fisiche diverse, reparto ad affermarsi un'impostazione costruttiva Grandi organismi di varia struttura e operatorio, gruppo da parto. che, pur appartenendo concettualmente complessit, costituiti da agglomerati inc) Servizi di accettazione, bonifica e real tipo a blocco, presenta la caratteristica tensi di edifici alquanto elevati, desti nati, parto di osservazione. di prevedere al piano terreno, molto oltre che al ricovero ed alla cura degli d) Locali di degenza, comprendenti tutte esteso in rapporto al vero e proprio ammalati, anche alla ricerca Scientifica, le sezioni e le divisioni di degenza. blocco multipiano, tutti i servizi di diagno- all'insegnamento Uni versitario ed alla In linea generale la sistemazione normalstica e di cura che interessano sia la specializzazione del personale. Esempi: mente adottata per i predetti elementi

A.P.I.C.E. S.r.l.

404a

Manuale dellArchitetto

OSPEDALI
quella di distribuire nei vari piani delle ali principali di un blocco i reparti o le divisioni di degenza, di ubicare i servizi generali nei piani pi bassi e semicantinati dello stesso blocco (sulla stessa verticale delle degenze o in posizione adiacente) in modo che i collegamenti relativi siano quanto pi svelti possibile, e di organizzare i gruppi di cura e diagnostica nelle parti retrostanti alle vere e proprie ali di degenza, in maniera da ren derli accessibili per una via interna agevole ai ricoverati di tutti i reparti, o di quelli ad essi strettamente pertinenti (fig. 10). Agli elementi sopraelencati da aggiungere il Centro trasfusionale, oggi necessario in ogni ospedale, con locali per attesa, visita, prelievi, labo ratorio, emoteca, servizi accessori, ecc. Principi basilari di organizzazione. - Indipendenza dei reparti, delle divisioni e delle sezioni di degenza, nonch dei singoli elementi funzionali. Distinzione dei sessi. Distinzione dei percorsi puri, impuri, infetti. Sviluppo rapido e razionale dei collegamenti tra i vari centri di attivit. Assoluta mancanza di incroci e promiscuit fra traffici di diversa natura. Traffici principali dell'ospedale e loro natura: Ammalati in accettazione (1). Infortunati per il pronto soccorso (2). Ambulatoriali (3). Personale medico, infermieristico ed ausilia rio (4). Personale impiegatizio (5). Visitatori e pubblico in genere (6). Viveri e vivande (7). Biancheria pulita (8). Biancheria sporca (9). Biancheria infetta (10). Salme verso il servizio mortuario (11), Degenti e personale verso il servizio religio so (1 2). Approvvigionamento di materiali (13). Rimozione rifiuti solidi (14). Traffici inerenti ai contagiosi (15). Da considerare puri (l), (2). (3). (4). (5), (6). (7), (8), (12). (13); impuri (9), (11), (14); infetti (10), (15). Distinzioni e raggruppamenti dei traffici, consiglia bili o ammissibili, in linea di orientamento, per la buona ed igienica funzionalit dell'ospedale: Nelle sezioni biancheria sporca e rifiuti (deposito) vivande in arrivo e loro smistamento (cucinetta di sezione) biancheria pulita in arrivo (guardaroba di piano) visitatori (ascensore) ammalati (montalettighe) personale (ascensore)

Nelle divisioni di piano

ammalati dall'accettazione all'osserva zione ammalati dall'osservazione alle divisioni di degenza Nei corridoi degenti interni verso i reparti di diagnostica e cure fisiche dei piani esterni dagli ambulatori verso i reparti di diagnostica e cure fisiche inferiori visitatori verso le divisioni di degenza divisioni di degenza personale impiegatizio e pubblico verso i servizi amministrativi

A.P.I.C.E. S.r.l.

404b

Manuale dellArchitetto

OSPEDALI
Nelle gallerie di servizio vivande, biancheria pulita, approvvigionamenti biancheria sporca, rifiuti solidi, salme biancheria infetta, rifiuti infetti impiegati, pubblico in genere. visitatori, personale medico, all'atrio generale personale infermiere ed ausiliario agli spogliatoi centrali ammalati all'accettazione infortunati al pronto soccorso malati esterni agli ambulatori donatori al centro trasfus personale tecnico dei servizi generali agli spogliatoi centrali dei singoli servizi viveri alla cucina approvvigionamenti ai magazzini, alla farmacia ecc. contagiosi al reparto pertinente salme dal reparto anatomo-patologico i ammalati, personale, ambulatoriali, pubblico, visitatori, impiegati impiegati (ingresso principale sul recinto) viveri, approvvigionamenti, ecc. (ingresso di servizio) contagiosi (ingresso riservato) cortei funebri (uscita riservata)

All'esterno del blocco

Criterio generale per i traffici ospedalieri:che le sezioni di degenza siano attraversate nel loro in terno dalle colonne dei traffici inerenti ai servizi pi specifici per l'assistenza immediata (vivande, biancheria sporca e rifiuti) e che le divisioni di piano siano attraversate nelle loro zone centrali (meglio contiguamente) dalle colonne dei traffici di carattere pi generale (montalettighe e scale, ascensori personale e visitatori, montabiancheria, ecc.). Dette colonne di traffico sboccheranno in basso nel piano dei servizi,direttamente nelle zone di ricezione o di spedizione dei servizi corrispondenti, oppure in adatti locali in collegamento con le predette zone. Tra le molteplici esigenze particolari , indispensabile
DEGENTI

FISIOTERAPIA

RADIOLOGIA

LABORATORI ELETTROCARD. METAB. BASALE FARMAC. MORGUE AUTOPS. USCITA

All'esterno del recinto ospedaliero

AMBULATORIALI ASSISTITI DAL CENTRO DI SANITA' Fig. 11 - Schema dei traffici relativi ai servizi di diagnosi e terapia in un ospedale generale (U.S.P.H.S.)

PIANI 3-4-5-6-7-8

Degenze Oculist.

Sanatorio

PIANO 2 Oper

Reparto operat. Traumat. Sanatorio Parti Degenze Urolog.

PIANO 1 Chirurg. Ambulatorio Suore Abitaz. Radiolog. 1 Radiologia 2 Ammissioni 3 Cucina Stomatol. Ambul. Refettorio Abitaz. Farmac. 1 Don. san. Atrio Direz. sanit. Pronto socc. 2 3 Magazz. Lavand. 5 Cent. ter. 6 Abitaz. Morgue PIANO INFERNOTTO Atrio visite Lab. an. PIANO TERRA Cure fis. Amministrazione Osserv. Allogg. Oncolog. Cucina Cappella Inferm. 4 Guardaroba Rep. operat. centraliz.

Accett. Lavand.

Cobaltoterapia Morgue Autop. Spogliat. Magazzini

Incen.

1 INGRESSO AMBULATORIO 2 3 " " PRINCIPALE SECONDARIO Fig. 13 - Esempio di schema funzionale dei traffici interni ospedalieri (Ospedale Civile di Bolzano - arch. E. Rossi)

1 INGRESSO AMBULATORI CURE FISICHE 2 3 4 5 6 " " " " " PRONTO SOCC. ACCETTAZIONE PRINCIPALE CUCINA CENTRALE TERMICA USCITA FUNERALI

Fig. 12 - Esempio di schema funzionale dei traffici interni ospedalieri (Istituto Maternit, Sao Paulo)

A.P.I.C.E. S.r.l.

405

Manuale dellArchitetto

OSPEDALI
W.C. C.B. Guardia Deposito inferm. Lav. s.p. B.S.
W. C. W. C. D. Servizio Bagno Smal. medicinale infermiere W. C. D. D. W.C.

Ant. Lav.

Bagno

Ant.

Lav. pers.

Scala di servizio

Cucinetta

Soggiorno refettorio

4 letti 6 letti 6 letti 6 letti 6 letti

1 letto

1 letto isolato

Lav. w. c.

M.V. Fig. 14 Rappresentazione schematica di una sezione standard di 30 p.l.

sabile citare i collegamenti indipendenti dei reparti di diagnostica e di cure fisiche con la degenza da una parte e gli ambulatori dallaltra, secondo la disposizione della figura 11. Schemi funzionali dei traffici. La buona funzionalit interna di un blocco ospedaliero pu rendersi evidente attraverso una rappresentazione schematica del genere di figg. 12 e 13 OSPEDALE GENERALE: LOCALI DI DEGENZA Sezione ospedaliera. Rappresenta lunit funzionale ospedaliera ed costituita da un certo numero di stanza per i degenti e di locali per i servizi, disimpegnati da un corridoio (figg. 14 e 15). Con riferimento alle sezioni di medicina o di chirurgia, definita standard , possono riassumersi le principali caratteristiche generali della sezione: a) Capacit di posti letto. Cifra massima 30 posti per malati acuti. Tendenza verso la sezione di 25 letti,parti-

colarmente allestero. Negli ospedali molto piccoli detta entit dovr ridursi, per la necessit di suddividere nelle varie forme morbose la capacitcomplessiva. b) Disposizione planimetrica. A parit di capacit della sezione, essa dipende dalla maggiore o minore capacit delle sale di degenza e dalladozione o meno del corpo di fabbrica prevalentemente doppio. Si hanno molti esempi esteri con corpi multipli e con stanze di degenza a basso numero di letti, con esposizione opposte (Est-Ovest, Sud-Nord). In Italia si prescrive ladozione di un corpo costruttivo temperatamente doppio, e cio con il corridoio avente da un lato la fila delle stanze di degenza esposte verso i migliori orientamenti tra Sud e Sud-Est e dallaltro i gruppi dei servizi disposti a giusti intervalli, per consentire la buona areazione ed illuminazione naturale del corridoio stesso. c) Organizzazione interna. Occorre distinguere nella sezione tre nuclei di

diversa funzione: degenze e soggiorno, servizi, circolazioni e disimpegni. Per un ottimo grado di utilizzazione larea netta complessiva di detti tre nuclei non deve superare determinati limiti, ed ognuno di essi, inoltre, deve essere ben proporzionato rispetto agli altri. Per la citata disposizione ad andamento longitudinale larea netta complessiva pu variare dai 16 m/p.l. ai 22 m/p.l. Per quanto riguarda il proporzionamento si possono dare, a titolo di largo orientamento le seguenti percentuali: Degenza e soggiorno 4851% Servizi 2025% Circol. e disimpegni 2530% Sviluppo corridoio: da m 1,2 a m 2 per posto letto. Larghezza corridoio: minima m 2,00, consigliabile almeno m 2,30. Distanza camera di degenza (centro) e smaltitoio m 15. Distanza camera di degenza (centro) e locali di servizio m 25.

3,50 montacar. viveri e biancher. pulita 3,40 lavag. stov. 5,80 cucinetta di piano cadaveri bianch. sp. montalettig. 4,60 ascensore 3,00

w.c. malati
isolato bagno isolato
bianch. sporca.

5,00

460 2,50 14,60 7,50

visita infermeria bagno

w.c. malati w.c. infermieri

smarritoio

soggiorno

caposala

soggiorno

guardar.

2,10

2,10 2,10 2,10 2,10

2,10 2,10 2,10 2,10

2,10 2,10 2,10 4240

2,10 2,10 2,10 2,10

2,10 2,10 2,10 2,10

Fig. 15 Rappresentazione costruttiva di una sezione ospedaliera standard con centralizzazione della cucinetta e della caduta b.s. (arch. E. Rossi)

A.P.I.C.E. S.r.l.

406a

Manuale dellArchitetto

OSPEDALI
d) Stanze di degenza. Da adottare camere di degenza da 1 a 6 letti, salvo casi particolari. Le norme fissano per le sale di degenza da 2 a 6 letti per superficie minima di 6,00 m per p.l., e per la stanza ad 1 letto unestensione minima di 9,00 m. Essendo anche prescritta laltezza netta minima di m 3,20 le corrispondenti cubature unitarie minime risultano m 19,20 e m28,80. l numero di letti pi conveniente per la stanza di degenza legato a molteplici fattori, tra cui particolarmente il tipo e la natura dellospedale e la stessa capacit della sezione. La stanza a 6 letti risponde adeguatamente alle esigenze sanitarie ed economicamente la pi indicata. La stanza a 4 letti risponde meglio della precedente alle esigenze sanitarie e del conforto dellammalato, e si pu considerare adeguatamente conveniente dal punto di vista economico. Le stanze a 3 letti ed a 2 letti, rivolte ad un maggiore conforto del malato, sono meno convenienti economicamente nella costruzione (necessit di na larghezza di m 3,403,50) e nella gestione. La stanza ad 1 letto serve principalmente per il malato grave, fastidioso, ecc. da isolare opportunamente; ladozione di almeno una camera ad 1 letto per la sezione espressamente prescritta dalle Istruzioni (figg. 16 e 17). e) Servizi di sezione. Secondo le norme italiane gli ambienti complementari di cui deve essere dotata una sezione sono i seguenti: Locali di servizio. Si possono comprendere sotto questa voce generica due essenziali locali: La stanza

A.P.I.C.E. S.r.l.

406b

Manuale dellArchitetto

OSPEDALI
di guardia delle infermiere (12 m ) e la stanza di disbrigo o di lavoro medicale delle infermiere (16 ml). Latrine per i ricoverati, in propor6,006,30 0,65 0,95 0,80 6,006,10 0,95 0,80 0,95 0,90
Per sei letti Profondit consigliabile m 6,10, massima 6,30. Larghezza consigliabile da m 6,00 a m 6,30 e talvolta m 6,50. Finestra e porta centrali.
2

zione di 1 latrina ogni 15 letti uomini e di 1 latrina ogni 10 letti donne. Le latrine devono essere aerate ed illuminate direttamente e precedute
3,50

da un'antilatrina pur essa aerata ed illuminata dall'esterno; per ottenere ci la posizione preferibile del gruppo dei servizi igienici in una zona d'angolo (fig. 18). Dimensioni minime di ogni vano di latrina m 0,90x1,60. Una latrina separata per il personale, preceduta da un'antilatrina. Un locale per lo smaltitoio (6 8 m). Bagni per i ricoverati, in proporzione di 1 bagno ogni 15 letti, con bid. In ogni locale da bagno preferibile sistemare una sola vasca; consigliabile che la vasca sia situata nella zona centrale della stanza e libera da ogni lato (6 10 m, a seconda del sistema adottato), (fig. 19). Un locale di pulizia con lavabi in proporzione di 1 getto d'acqua ogni 5 malati (quando i lavabi non siano ubicati nelle stanze di degenza). Un deposito per la biancheria sporca, la spazzatura, i rifiuti di medicazione, gli arnesi di pulizia. Consigliabile munire detto locale di montacarichi sezionale. Opportuna, quando possibile, la distinzione in due locali rispettivamente per biancheria sporca insieme con rifiuti di medicatura utilizzabili e per spazzature insieme con arnesi di pulizia (5 8 m). Una cucinetta per riscaldare e distribuire il vitto proveniente dalla cucina centrale e per preparare le pozioni speciali per i malati. consiglia2,05 6,10 2,00 2,05

6,006,10

Per tre letti Profondit consigliabile m 6,10, massima 6,30. Larghezza consigliabile da m 3,40 a m 3,50. Finestra e porta laterali.

6,006,30

3,50

4,25

4,25

Per quattro letti Profondit consigliabile m 4,25, massima 4,50. Larghezza consigliabile da m 6,00 a m 6,30 Finestra e porta centrali.

Per due letti Profondit consigliabile m 4,25, massima 4,50. Larghezza consigliabile da m 3,40 a m 3,50. Finestra e porta laterali.

3,45 2,05 0,70 0,95 0,70 4,80 0,95 1,40 2,05

3,45 1,40

1,50

Stanza di degenza - tipo tedesche (ing. Lewicki) Migliore sistemazione dei letti con capezzale verso le pareti divisorie trasversali. Distanza tra letto e parete divisoria m 0,10-0,30. Distanza tra i letti m 0,80-0,90. Finestra in asse con la porta. Larghezza porta m 1,20-1,40. Rapporto superficie finestrata - superficie pavimento da 1/4 a 1/7.

A.P.I.C.E. S.r.l.

407a

Manuale dellArchitetto

OSPEDALI
bile munire detto locale di montavivande sezionate (12 20 m, a seconda del sistema di distribuzione delle vivande). Divisione ospedaliera. - Normalmente ha la configurazione di un piano di degenza con due sezioni. I locali della divisione, comuni alle due sezioni, vengono sistemati contiguamente ai nuclei elevatori di disimpegno nella zona centrale del piano: un locale di sosta e pulizia per il personale infermiere (14 16 m); un locale per guardaroba ed ufficio per la caposala. Conviene munire questo locale di montabiancheria per la b. p. (16 18 m): una camera di visita medica e di medicazione (16 20 m); un laboratorio per le ricerche cliniche pi urgenti (16 20 m); una camera di riposo per il medico interno, provvista di servizi igienici. Altri locali complementari: una camera per il primario ed una per gli aiuti ed assistenti, con servizi igienici; un locale di attesa per il pubblico con servizi igienici; un parlatorio: un deposito lettighe; un box di controllo di piano. Due sezioni possono collegarsi con un blocco di locali di servizio in comune, ivi compresi locali di soggiorno e refezione, che vanno calcolati ad almeno m 1,20 per p. I.

A.P.I.C.E. S.r.l.

407b

Manuale dellArchitetto

OSPEDALI
B canaletta d'illuminazione

SEZIONE A-A canaletta porta cavi

canaletta d'illuminazione placca (deviat., puls. campanello pr. corr., pr. cuffia radio)

B PIANTA SEZIONE B-B Fig. 17 - Dettagli degenza tipo a 6 letti (Istituti Ospedalieri di Verona, arch. E. Rossi)

OSPEDALE GENERALE: SERVIZI DI ACCATTAZIONE Accettazione medica ed anagraanagrafica. - Contigua a un apposito vestibolo d'ingresso ammalati barellati (preferibilmente separato dall'atrio principale). Locali mediamente necessari: attesa ammalati con servizi igienici, visita medica, registrazione anagrafica, locali per la bonifica dell'accettato (svestizione bagno e disinfez., vestizione). Collegamento con la stazione di disinfezione e con la fardelleria (deposito degli abiti civili). Locali complementari: ambienti per il medico di guardia, per il personale infermiere, deposito lettighe. Degenze di osservazione. - Collegate da una parte con la predetta accettazione e dall'altra con i nuclei interni di comunicazioni verticali verso le degenze comuni dei vari piani del blocco ospedaliero. Devono essere distinte per sesso e per et. Capacit usuale dal 2 al 4 per cento dei posti letto ospedalieri. Preferibili stanze a 2 letti e ad 1 letto. Organizzazione interna improntata al funzionamento di una sezione di degenza.

OSPEDALE GENERALL: SERVIZI DI CURA DIAGNOSTICA Pronto Soccorso. - Contiguo ad

W.C.

W.C.

ANTITAL.

LAVABI

W.C.

un vestibolo dingresso, separato dall'atrio principale dell'ospedaleCollegamenti indispensabili con l'osservazione e con il reparto operatorio. Locali mediamente necessari attesa con servizi igienici, sala visita e medicazione stanza per il medico di servizio, stanza per il per sonate, deposito delle lettighe, locale per la Pubblica Sicurezza, servizi igienici ed accessori. Locali consigliabili: sala di radioscopia, saletta di sosta temporanea, cabina per il telefono. Negli ospedali grandi gruppo operatorio d'urgenza. Ambulatori. - Complesso ambulatoriale separato dai traffici interni ospedalieri e collegato riservatamente con i reparti di diagnostica e di cure fisiche. Composizione variabile con il tipo e l'entit dell'ospedale. Con riferimento ad un tipo medio, locali necessari: sale di attesa distinte per sesso e, per quanto possibile, per gruppi di specialit, saletta d'inchiesta e schedario, sale di visita, sale di cura, stanze per i sanitari, stanza per il personale infermieristico depositi, servizi: igienici. Locali consigliabili: servizi sociale, locale per il custode, locale cassa. Specialit per piccoli ospedali me-

CORRIDOIO Fig. 18 - Conveniente sistemazione di un gruppo di servizi igienici in una sezione

CORRIDOIO Fig. 19 - Posizioni consigliabili della vasca in un locale da bagno.

A.P.I.C.E. S.r.l.

408a

Manuale dellArchitetto

OSPEDALI
dicina, chirurgia, ostetricia, pediatria, odontoiatria. Laboratori centrali per esami clinici. - Eseguono le ricerche e le analisi necessarie per il completamento degli elementi per la diagnosi medica del malato, oltre ad assolvere alcuni compiti sussidiari. Composizione alquanto variabile secondo il tipo e l'entit dell'ospedale. Per un ospedale di tipo medio, locali necessari: sala di chimica clinica e biochimica, sala di batteriologia e microscopia, sala di sierologia, sala di istologia, eventualmente sala di ematologia, locali o comparti per i termostati, per le bilance, per le centrifughe, per i frigoriferi, locale per preparazione e sterilizzazione colture (cucina), locale per lavatura vetrerie con accanto il deposito delle stesse, stanza per metabolismo basale ed elettrocardiografia, stanza per i medici, stanza per ilpersonale, eventuale cassa, spogliatoi eservizi igienici. Ai laboratori collegato lo stabulario (in giardino o in terrazzo), da suddividere in due zone: l'una per l'allevamento degli animali da esperimento e l'altra per il loro deposito dopo iltrattamento e per il servizio di autopsia. Locali per radiologia e radioradioterapia (figg. 20 e 21). - Composizione molto variabile con il tipo e l'entit dell'ospedale. Per un ospedale piccolo ci si limita ad unamodesta unit di radiodiagnostica, mentre per un ospedale grande si apprestano una o pi unit di radiodiagnostica ed unita di radioterapia, di radioumterapia, di isotopi radioattivi. Eventuali attrezzature molto specializzate: telecobaltoterapia, betatrone, ecc. Tutti questi ultimi gruppi, pur appartenendo concettualmente alle cure fisiche, vengono abbinati al reparto di radiologia per l'affinit della materia. Unit di rodiodiognostica. - costituita da un gruppo di localicomprendenti una o due sale di diagnostica e gli accessori caratteristici. Collegamenti diretti della sala di radiodiagnostica (sup. minima m 25) con la sala di attesa mediante almeno due spogliatoi, con la camera oscura, con un piccolo vano per latrina, eventualmente con la stanza del radiologo. Altri locali necessari per una media installazione: saletta di esame dei radiogrammi connegatoscopi, deposito delle lastre ed archivio, cucinetta per le pappe speciali, stanza per assistenti, stanza per il personale tecnico, deposito materiali vari, servizi igienici per il pubblico e per il personale, eventuale cassa per ambulatoriali. Dimensionamento medio: m 0,60 1,20 per p. I. Unit di roentgenteropia. - Locali necessari, con riferimento alle attrezzature moderne a monoblocco , per una media installazione: sale di applicazione delle radiazioni (terapiasuperficiale, terapia profonda), cabina comando con dispositivo di visione con vetro anti-X, stanza di riposo per il malato con servizio igienico e spogliatoio, stanza per ufficio e schedario, sala di attesa, depositi biancheria, servizi igienici per il pubblico e per il personale. Unit di rodiumterapia. - Con sala unica e box separati per i lettini di trattamento, oppure con salette separate con lettini di trattamento e con annessi spogliatoi. Altri locali necessari: sala per la manipolazioni preparati (aghi, piastre, ecc.). locale per la loro conservazione con cassaforte, sala di attesa, depositi, servizi igienici per il pubblico e per il personale.

A.P.I.C.E. S.r.l.

408b

Manuale dellArchitetto

OSPEDALI
usciere inform. cucinetta visita radiologo radiografia sp.generale com. DALLA DEGENZA camera osc. repar. umid. terapia profonda trasfor. coman. terapia superf. sosta w.c.

radiografia tras. viscerale essic. sp. sp. com.

attesa barelle assistenti attesa sala ginnastica cure fisiche cure elettriche rip.

segreteria archivio

Fig. 20- Tipo di reparto radiologico con corridoio centrale (Ospedale di Torino, arch. E. Rossi)

barelle sp. sp. terapia profonda

attesa uom.somm. pappe plesioterapia sp. sp.

somm. pappe sp. sp. sp. sp.

attesa donne

barelle sp. sp. stratigrafo sp. sp.

terapia profonda

radiolog. neurolog. CORRIDOIO DI riposo caposala tecnico donne riposo uomini ufficio pappe

telepontoradiolog. neurolog. generatore scopia SERVIZIO archiv. lavagg. essiccaz. radiologia ossea sviluppo caricam. aspiraz. forzata

negatoscopia

Fig. 21 - Tipo di reparto radiologico con corridoio di servizio per il personale (Ospedale Maggiore di Vercelli, arch. E. Rossi)

Unit di isotopi per diagnostico e terapia. - Locali necessari per una composizione di tipo medio: ambiente per laboratorio radiochimico, !ala per la somministrazione delle soluzioni e per le misurazioni, corridoio di intervallo tra le due predette stanze, sala d'attesa, depositi, servizi igienici per il pubblico e per il personale. Unit speciali. - Particolarmente impiegato nei grandi ospedali il servizio di telecobaltoterapia, di cui gli ambienti caratteristici sono la sala di irradiazione con l'apparecchiatura apposita ed il lettino di trattamento, e il locale dei comandi e di osservazione, separato con parete protetta e munita di vetri speciali e di interfonico. Locali per fisioterapia (fig. 22). - Composizione alquanto variabile con

il tipo e l'entit dell'ospedale. Per un ospedale piccolo si istituiscono di solito uno o due ambienti per idroterapia e per radiazioni infrarosse ed ultraviolette o per diatermia; per un ospedale grande si appresta un vero e proprio reparto con le pi moderne e perfezionate attrezzature di cure fisiche. Per una composizione di tipo medio conveniente la ripartizione in comparti per le principali specialit, ognuno con saletta di trattamento (eventualmente con diversi box), spogliatoi e servizi igienici, saletta di riposo. Locali comuni: attesa per il pubblico, stanza per i medici, stanza per il personale, ufficio di registrazione con schedario, depositi biancheria, eventuale cassa, servizi igienici per il pubblico e per il personale. Comparti principali:

a) ldroterapia (bagni normali, bagni medicati, fanghi, ecc.). b) Termoterapia (bagni luce, forni Bier, diatermia, marconiterapia, ecc.). c) Attinoterapia (infrarossi, ultravioletti, finsenterapia, ecc.,). d) Elettroterapia. e) Pneumoterapia (inalazioni aerosoliche).

A.P.I.C.E. S.r.l.

409a

Manuale dellArchitetto

OSPEDALI
IDROTERAPIA NOVOCLEAN. BAGNI ELETTR. immissione aria calda SOLE CO2 quadro elet.

PREPAR. FANGO

Fangoter. Fangoter.

inferm terapista servizi sauna ginnastica uom. uom. don. don. VACUUMTERAP. FORNI BIER MASSOTERAP. Fig. 22 - Tipo di reparto fisioterapico (Ospedale Maggiore di Vercelli)

W.C. DONNE

W.C. UOMINI

A.P.I.C.E. S.r.l.

409b

Manuale dellArchitetto

OSPEDALI
f) Meccanoterapia ed ortopedia. g) Ginnastica medica. h) Massoterapia (massaggi). i) Radarterapia (microonde). l Crioterapia (freddo). m) Vacuumterapia (vuoto). n) lonoterapia (ionizzazione). o) Ergoterapia (terapia lavorativa artigianale).
anestesia osservatori rifiuti SALA OPERATORIA impuro armamentario deposito mat. medicazione

puro sterilizzazione chirurghi preparazione personale vestizione personale

Reparto operatorio. - l criteri distributivi relativi ai reparti operatori variano a seconda del tipo e della capacit dell'ospedale e delle concezioni organizzative prevalenti nei singoli paesi. Nei piccoli ospedali il reparto operatorio viene predisposto, in posizione appartata, allo stesso piano della divisione di chirurgia generale. Per i medi ed i grandi ospedali si possono seguire due vie: a) dotare ogni divisione di chirurgia o di specialit chirurgica di un proprio gruppo operatorio: b) concentrare tutti i gruppi in un unico piano, talvolta l'ultimo del blocco delle degenze. Si possono avere pertanto varie disposizioni planimetriche in razionale accordo con i criteri di impianto e di organizzazione prescelti. Si comprende che per i piccoli ospedali convenga adottare disposizioni semplici e di concezione lineare, pur sufficienti ed idonee per le normali operazioni, mentre per gli altri tipi le disposizioni planimetriche presenteranno maggiore consistenza e complessit. Dimensionamento medio m 3,003,50 per p. I. di degenza chirurgica. Ambienti per un gruppo operatorio (secondo le norme italiane): a) Sala operatoria (m5,00x5,50; m 5,00x6,00). b) Stanza di sterilizzazione (125 m). c) Stanza per armamentario od equivalente armadio a muro per il deposito dei ferri chirurgici (12 m). d) Stanza di preparazione dei chirurghi (1518 m). e) Stanza di vestizione del personale (12 m) f) Stanza di preparazione del malato

rianimazione sosta temporanea

materiali

spogliatoi servizi igienici preparazione operando chirurg. alla dalla degenza degenza person. spogliatoi servizi igienici

Fig. 23 - Schema indicativo di massima dei collegamenti in un gruppo operatorio

(1220 m) g) Stanza di anestesia (1215 m). h) Una o pi stanze di decenza temporanea degli operati. i) Deposito per il materiale di medicazione (68 m). Per gli ospedali di 2 e 3 cat. alcuni locali possono riunirsi: ad esempio, stanza per armamentario e deposito materiale di medicazione, oppure stanza di preparazione del malato e per l'anestesia. Locali integrativi: una sala per gessature con deposito stecche e bende, una sala di radiodiagnostica con camera oscura, una stanza di attesa parenti. spogliatoi e servizi igienici dei chirurghi e degli infermieri, una stanzetta per suora caposala, ecc. Schemi funzionali (figg. 23 e 24). - La distribuzione dei locali di un complesso operatorio con i relativi collegamenti deve essere improntata alla maggiore possibilit di discriminazione tra i seguenti percorsi: e) Operando dall'unit di degenza alla sala operatoria. b) Personale medico dagli spogliatoi alla stanza di preparazione e poi alla sala operatoria. c) Personale infermiere dagli
a a

spogliatoi alla stanza di vestizione e poi alla sala operatoria. d) Personale ausiliario e tecnico dagli spogliatoi agli impianti di sterilizzazione, ecc. e) Studenti ed osservatori dall'esterno ai dispositivi divisione. Disposizioni planimetriche tipiche. Alquanto varia la misura con la quale vengono seguiti i criteri della completa discriminazione dei traffici, anche perch questa risulta difficile a realizzarsi con schemi semplici e che tengano conto della necessit di finestratura in ogni locale. Le disposizioni pi moderne e pi complesse sono prevalentemente dirette ad una maggiore discriminazione, lasciando in secondo piano le esigenze di una normale finestratura in tutti gli ambienti. Possono negli ospedali esistenti individuarsi molteplici tipi di disposizioni planimetriche (fig. 25). Illuminazione della sala operatoria. - Indispensabile l'impiego di illuminazione artificiale, realizzata mediante uri sistema di illuminazione generale diffusa di circa 200 lux ed un'illuminazione locale sul campo operatorio usualmente di 9000 lux e che pu arrivare anche a 20000 lux. Per evitare che la testa ed il corpo del chirurgo, intercettando i raggi della lampada, generino zone d'ombra sul

A.P.I.C.E. S.r.l.

410a

Manuale dellArchitetto

OSPEDALI
LABORATORIO SALE OPERATORIE SERVIZIO E LAVAGGIO STERILIZZAZIONE AUSILIARIA

ANESTESIA

LAVABI

SOPRINTENDENTE

STRUMENTARIO DEP. LETTIGHE

SPOGLIATOI CHIRURGHI Chirurghi Infermieri

STERILIZZAZIONE CENTRALE

Pazienti

SPOGLIATOI INFERMIERI

Fig. 24 - Schema funzionale dei traffici di un gruppo operatorio secondo l'U.S.P.H.S.

lampadina centrale; dette lampade si denominano scialitiche. Diversi tipi d'installazione: Lampada scialitica (installata al disopra del tavolo operatorio). Lampada superscialitica (posta al di sopra di un velario piano assorbente i raggi calorifici). lampada superscialitica traslabile lungo guide apposite. Dispositivi orientabili a riflettori sospesi. Disposizioni con soffitto a volta con inserimento di riflettori lungo una corona circolare (tipo Clinica ortopedica di Roma).

Disposizioni con soffitto a volta ovoidale o sferica con inserimento su tutta la superficie di numerosi riflettori, la cui accensione pu essere regolata a gruppi in modo da avere raggi di voluta inclinazione sul campo operatorio (volta Blin). Disposizioni con soffitto a volta con superfici di diversa curvatura riflettenti e diffondenti i raggi indiretti di un proiettore posto in opportuna cavit (tipo Waiter). Dispositivi di sicurezza: Circuiti per luce normale e per forza motrice separati dal resto dell'o-

spedale. Sistema di illuminazione di soccorso per mezzo di batterie di accumulatori ad inserimento automatico, che alimentano lampadine sussidiarie nella lampada scialitica o filamenti appositi nella lampada stessa. Alimentazione di corrente per forza motrice a mezzo di un gruppo elettrogeno di emergenza. Condizionamento dell'aria. - Ormai universalmente adottato in tutti i reparti operatori. Condizioni mi-

A.P.I.C.E. S.r.l.

410b

Manuale dellArchitetto

OSPEDALI
l
preparazione operando anestesia preparazione chirurghi sporco sala operatoria sterilizz. puro armam. depos. medic.

b c

h f g

spogliatoi servizi infermieri

vestizione personale

spogliatoi servizi chirurghi

capos. guard.

postoperato

b.s. rifiuti servizi igienici

preparazione preparazione chirurghi operando anestesia

sporco sala operatoria sterilizz. puro sala operatoria

preparazione chirurghi

preparazione operando anestesia

SALA OPERAT. lavabi chirurghi narcosi

sterilizz.

SALA OPERAT. lavabi chirurghi narcosi gessat.

spogliatoi servizi infermieri

vestizione personale

spogliatoi servizi chirurghi

capos. guard.

armam. depos. medic.

vestibolo

postoperato

serv. postoperato ig.

strument. servizi otorinolaringoiatra

medicazione

SALA interv. OPER. sterilizz. gessati racc. e lavaggi ferri SALA OPERATORIA SALA OPERATORIA narcosi spogliat. medici attesa uomini risvegl. sterilizz. armament. w.c. uom. risvegl.

SALA lavabi OPER. sterilizz. endosco.

narcosi spogliat. personale attesa donne w.c. don.

prepar. chirurg. anestesia vestiz. chirurg. spogl. chirurg. preparaz. operando vestizione vestizione assistenti infermieri spogliatoi spogliatoi assistenti infermieri preparaz. operando preparaz. personale anestesia

prepar. chirurg.

vestiz. chirurg. spogl. chirurg.

F
Fig. 25 - Disposizioni planimetriche tipiche ipiegate in alcuni ospedali esistenti.

A, tipo longitudinale (un gruppo); B, tipo longitudinale (due gruppi); C, tipo trasversale; D, tipo a forma di T; E, tipo a forma raccolta (Forlanini); a, vestibolo, b, chirurgo primario; c, spogl. chirurghi; d, servizi igienici; e sala operatoria settica; f, sterilizzazione e armamentario; g, sala operatoria asettica; h, preparazione chirurghi; i, preparazione malati; l, ingresso reparto; F, tipo concentrato a cellule sterili completamente chiuso (Ospedale di Lilla).

A.P.I.C.E. S.r.l.

411

Manuale dellArchitetto

OSPEDALI

SALA OPERAZIONI ASETTICHE SCALA

LAVAGGIO FERRI PREPARAZIONI MEDICAZIONI

SALA OPERAZIONI ASETTICHE SCALA

STERILIZZAZIONE LATO PULITO

USCITA OPERATORIA SCALA

CAMERA OSCURA SALA RADIOLOGIA

LAVABI CHIRURGIA ANESTESIA AMBIENTE FILTRO SCALA LAVABI SALA CHIRURGHI DOC. CHIRURGHI W.C. ANESTESIA OPERAZIONI SETTICHE

USCITA OPERATORIA SCALA

INGRESSO

G'

e g

Fig. 25 - Disposizioni Planimetriche tipiche impiegate i n alcuni ospedali esistenti G, tipo concentrato a cellule sterili con sale operatorie finestrate (Ospedale Boucicaut, Parigi); G', sezione trasversale di G; H, tipo concentrato con corridoio di servizio ed una sala operatoria finestrata (Dalloz e Forget); a, deposito materiali; b, disimpegno di isolamento; c, deposito gesso; d, accesso al corridoio di servizio; e, stanza di anestesia; f, sala gessi; g, lavabi chirurghi; h, sala operatoria; i, stanza di sterilizzazione (lato materiale sterile); I, pulizia strumenti e deposito materiale sterile. H

A.P.I.C.E. S.r.l.

412

Manuale dellArchitetto

OSPEDALI
4.65 2.05 4.50 4.30 4.50 2.05 4.67

PREPARAZIONE MALATI

STERILIZZAZIONE

PREPARAZIONE MALATI

6.15

PREPARAZIONE MEDICI SPOGLIATOIO PRIMARIO

SALA OPERATORIA

SALA OPERATORIA

PREPARAZIONE MEDICI SPOGLIATOIO PRIMARIO 0.67

4.50

3.80

3.60

2.85 CORRIDOIO DI SERVIZIO

3.60

3.67

4.50

4.30 2.15 2.15

4.50 Immissione aria condizionata

2.05

4.67

90 STERILIZZAZIONE Quadro comandi elettrici Arrivo corrente trifase 0.95

Rivestimento opalina da cm 5 dal pavimento a cm 3 dal soffitto Lampada germicida Lampada a fluorescenza

Bocchetta aspirazione

90

PREPARAZIONE MALATI

Televisione Forza Corrente

0.90

0.35 0.65 0.40

1.00 Scarico acqua Scarico condensa Arrivo vapore Arrivo acqua Sterilizzatrice a focolare Passaggio ferri usati Lavelli 1.20 Coassiale Televisione Forza 1.05 Lampada scialitica 0.25 0.70 0.75 0.50 Corrente SALA OPERATORIA 0.95 0.50 0.55 Ossigeno vuoto Protossido

Negatoscopio

6.15

PREPARAZIONE MEDICI

2.85 Arrivo acqua calda Scarico acqua Arrivo acqua fredda

3.60 3.67

0.12 SPOGLIATOIO PRIMARIO 4.50

Fig. 25 - Disposizioni planimetriche tipiche impiegate in alcuni ospedali esistenti. I. Sale operatorie con corridoio di servizio; I'. Particolare (Istituti Ospedalieri di Verona).

I'

croclimatiche convenienti nella sala operatoria: temperatura aria 25 C, grado; igrometrico 50% - 60, U. R., ricambio d'aria fino a 12 volte all'ora, disinfezione dell'aria prima dell'immissione nella sala. Eventuale riscaldamento integrativo con radiatori ad acqua calda o con serpentini radianti al soffitto, con circuito di tubazioni separato dal resto

dell'impianto ospedaliero (fig. 26). Gruppo da parto. - Ubicazione allo stesso piano, in posizioneappartata, della divisione o sezione diostetricia. Si prevedono di solito una sala da parto e due stanze di travaglio per ogni 20 letti di ostetricia. Nel caso di due sale da parto, una pu essere attrezzata anche per in-

terventi operatori; bene quindi prevedere una saletta di sterilizzazione tra le due sale. Ambienti complementari: spogliatoi e servizi igienici ostetrico e personale, stanza di guardia infermiere, depositi biancheria, locale pulizia neonati. La distribuzione dei locali nel gruppo da parto pu essere improntata, in linea di orientamento, allo

A.P.I.C.E. S.r.l.

413a

Manuale dellArchitetto

OSPEDALI
schema della fig. 27. OSPEDALE GENERALE: SERVIZI GENERALI Portinerie ed ingressi. - Per ragioni di convenienza economica, specie negli ospedali di minore entit, occorre limitare il pi possibile il numero degli ingressi sul recinto vero e proprio dell'area ospedaliera. Con riferimento ad un tipo medio si potranno istituire: un ingresso principale, preferibilmente distinto in due parti, delle quali una per gli ammalati in accettazione e gli infortunati per il pronto soccorso, e l'altra per il personale, i visitatori, gli ambulatoriali, ecc.; un ingresso di servizio per i viveri, i materiali e le suppellettili, ecc.; un'uscita per i funerali; un ingresso separato per i malati contagiosi. Nel blocco costruttivo dell'ospedale, invece, gli accessi possono essere opportunamente distribuiti secondo i vari servizi ed i vari gruppi di elevatori. L'atrio principale sar in genere riservato all'accesso del personale, dei visitatori, degli i impiegati, del pubblico in genere e qualche volta all'ammalato non barellato in accettazione. Intorno a detto atrio dovranno essere istituiti il locale per il custode, l'ufficio informazioni, il centralino telefonico e, per le

A.P.I.C.E. S.r.l.

413b

Manuale dellArchitetto

OSPEDALI

2 1 3 8

Fig. 26 - Sezione assonometrica di una sala di operazioni. 1. Tavolo operatorio automatico; 2. Superscialitica automatica ruotante; 3. Apertura per gli strumenti ed il materiale di medicazioni sterilizzati; 4. Apertura per il ritorno degli strumenti sporchi; 5. Espulsione dell'aria viziata; 6. Presa d'aria; 7. Porta dell'installazione di disinfezione dell'aria; 8. Mattonelle di gres ceramico su sottofondo di malta cementizia, con al disotto i tubi riscaldanti.

grandi installazioni, il posto di raccolta segnaletica dei servizi tecnici e degli impianti. Amministrazione, Direzione, EconoEconomato, Biblioteca. - Costituiscono un complesso di locali da sistemare in zona contigua all'atrio principale d'ingresso al blocco (fig. 28), locali necessari per un ospedale medio: Amministrazione:direzione amm.va (eventuale), segreteria, contabilit, ammissione, specialit, archivio e copisteria, ufficio tecnico. Alcune volte sono necessari gli ambienti per la presidenza: attesa, sala presidente, salottino, sala consiglio, servizi igienici. Direzione sanitaria (gravitante verso l'interno): direzione, attesa, segreteria, uffici ispettori, ecc. Economato: ufficio economo, ufficio economato con cassa. Biblioteca: sala di schedari, sala di lettura, museo. Servizio sociale: attesa, locale di ricevi-

mento, stanza assistente sociale con schedario ed archivio. Archivio per la raccolta delle cartelle cliniche, preferibilmente tra l'amministrazione e la direzione sanitaria, con eventuale servizio meccanografico ed ufficio copia o riproduzione. Farmacia - Accessibile al personaledall'interno dell'ospedale (Fig. 29). Ospedali piccoli: due o tre locali, Ospedali grandi: raggruppamento di locali in 4 zone: a) magazzini e servizi (in collegamento con l'ingresso materiali): b) preparazioni e confezioni (spedizione med. solidi e liquidi,laboratorio galenico, locali per preparati ipodermici); c) analisi di controllo e prep. campioni (prove merceologiche, tossicologiche; prep. soluzioni titolate, ecc.); d) uffici e contabilit.

Cucina generale. - Normalmente adottato il sistema centralizzato con l'integrazione di una cucina speciale dietetica. Mediamente adottato il sistema della cucina centrale di massa e delle cucine sussidiarie di piano. Non conveniente il sistema decentrato. Ubicazione tale da consentire agevoli e rapidi percorsi delle vivande, sia in direzione orizzontale sia in direzione verticale, per lo smistamento nelle varie cucinette di sezione. Usuale la sistemazione nei piani semicantinati del blocco, sia in diretta corrispondenza verticale con i locali di degenza, sia modicamente discosta da detta verticale. Possibile anche la sistemazione all'ultimo piano del blocco, presentante il vantaggio dell'eliminazione degli eventuali odori, ma lo svantaggio del trasporto verticale delle derrate.

A.P.I.C.E. S.r.l.

414a

Manuale dellArchitetto

OSPEDALI
l locali e i comparti necessari costituiscono numerosi raggruppamenti di determinata funzione, dei quali la discriminazione tanto pi evidente quanto maggiore la capacit dell'ospedale. Per un ospedale di media entit si possono prevedere: Ingresso viveri, controllo e registrazione. Magazzini, dispensa e frigoriferi. Preparazione viveri (con comparti per carne, pesce, verdure). Grande ambiente per cottura, friggitoria, ecc. (banco principale, pentole a vapore, friggitrici, forni, arrosti, pasticceria. ecc.). Cucine speciali (del latte, del caff, fredda, dietetica, ecc.). Preparazione e distribuzione vivande. Lavaggio e deposito stoviglie, lavaggio e sosta carrelli. Locali per uffici e sorveglianza, depositi vari. Refettorio per il personale di cucina; refettori per il personale (contigui alla cucina). Spogliatoi e servizi igienici per ilpersonale di cucina. l vari raggruppamenti, con i locali o comparti relativi debbono essere planimetricamente disposti in modo da consentire lo svolgimento delle successive operazioni secondo un ciclo fondamentale continuo senza incroci o controritorni, cui si innestano altre piccole operazioni complementari (fig. 30). Il ciclo fondamentale quello che si svolge dall'ingresso dei viveri fino alla distribuzione delle vivande

d b a c

Fig. 27 - Schema tipo di un gruppo da parto a, spogliatoi medici; b, servizio igienico; c, stanza di lavaggio; d, sala da parto; e, substerilizzazione; f, stanza di travaglio o parto; di emergenza; g, deposito materiale sterile; h, spogliatoio infermiere; i, guardia ostetrica; l, stanza di travaglio.

A.P.I.C.E. S.r.l.

414b

Manuale dellArchitetto

OSPEDALI
DEGENZA

ARCHIVI MEDICI

SERVIZIO SOCIALE

DIREZ. SANITAR.

DIREZIONE AMMINISTRAT.

PERSONALE MEDICO RIUNIONI CONFERENZE BIBLIOTECA SERV. IGIENICI

ACCETTAZIONE CASSA SERV. IGIENICI ATRIO ATTESA INFORM. PARLAT. CONTABILITA' TELEFONI

AMMALATI PERSONALE VISITATORI Fig. 28 - Schema funzionale dei servizi amministrativi in un ospedale generale (U.S.P.H.S.) FARMACIA magazz. DONATORI DEL SANGUE liofilizzazione sierologia lettini donatori prelievo ristoro donatori sosta donatori cucina direzione visita bibliot. segret. segret. w.c. donne w.c. uomini lavag. laborat. galenici chimico fiale e pastig. ricette special. direttore farmacia contabilit specialit consegna farmacia

lavag. serv. steril. igien. cab. sterile emotec. frigo

Fig. 29 - Servizio farmacia e centro trasfusionale nell'Ospedale Maggiore di Vercelli (arch. E. Rossi)

ed alla loro immissione nei relativi montacarichi, verso le cucinette di sezione ed i refettori. Esso pu essere diverso nel tratto terminale, in funzione del sistema di distribuzione adottato: nella zona di preparazione delle vivande possono essere approntati i recipienti per le minestre, per i secondi, per il pane, ecc., che vengono immessi nei carrelli trasportatori, oppure possono essere addirittura preparati i singoli vassoi con le porzioni per ogni degente, che vengono situati negli appositi carrelli. Un ciclo complementare rappre

sentato dal percorso delle stoviglie e dei recipienti di ritorno dalle cucinette di sezione o dai refettori verso i locali di lavaggio, e cleposito. Nei riguardi del dimensionamento, le cifre che generalmente citano possono essere attendibili solo se si precisa il
2

raggruppamento di locali cui si riferiscono. Esse variano inoltre secondo il sistema adottato e la capacit dell'ospedale. Per locali di cottura ed annessi si hanno i seguenti dati: Ward: ospedale di 1000 letti 0,325 200 p.I. 2,40

m/p.I. Per tutto il complesso dei locali interessanti la cucina, compresi i refettori per il personale e gli impiegati, possono riferirsi le seguenti cifre del l'U.S.P.H.S. per i piccoli ospedali:

Superfici complessive in m per p.I.: 25 p.I. 50 p.I. 100 p.I. 1 50 p.I. 3,81 3,76 3,29 2,69

Coefficienti medi di orientamento attendibili per !'Italia, per il complesso dei locali con i magazzini derrate: Ospedale di100 letti: 2,502,80 m/p.I. 200 1,602,10 300 1,401,90 800 1,201,40 L Lavanderia e servizi complementari. Ubicazione preferibile nel piano semicantinato del blocco, in zona discosta rispetto alla verticale delle degenze. Negli ospedali di non grande entit talvolta inevitabile, per ragioni di spazio, usufruire dei semican tinati delle degenze: in tal caso occorre usare accorgimenti d'isolamento acustico o interporre un piano di servizi generali. Configurazione planimetrica tale che si possa stabilire un ciclo continuo e non eccessivamente sviluppato tra i punti di ricezione della b.s. proveniente dalle superiori sezioni di degenza ed il punto di rinvio della b. p. verso i guardaroba di piano (fig. 31). Il ciclo pu svolgersi interamente in un piano, oppure in due piani con cernita e lavorazione umida in un piano inferiore e trattamento secco con guardaroba al piano superiore. Per gli altri materiali (rifiuti, ecc.) adeguato accostamento dei punti di ricezione ai rispettivi locali di trattamento.

A.P.I.C.E. S.r.l.

415a

Manuale dellArchitetto

OSPEDALI

ARRIVO VIVERI

MAGAZZINI

FRIGORIFERI

DISPENSA

DEPOSITI VARI

Superfici in m per posto letto secondo Senkingwerke Comparti della cucina ALLE CUCINETTE DI SEZIONE
M.V.

CONTROLLO REGISTRAZ.

PREPARAZIONE VIVERI

VIVANDE PREPARAZ.

GRANDE LOCALE DI COTTURA


M.V.

AI REFET. PERSON. VIVANDE DISTRIBUZ.

CUCINE SPECIALI

LAVAG.

DEPOSITO

ALLE CUCINETTE DI SEZIONE

Locale di cottura cibi Cucina fredda Preparazione carni Frigoriferi Preparaz. verdure Lavature stoviglie Dispense e distribuz. Depositi giornal. e varie Totale superfici per posto letto in m

Capacit dell'ospedale (posti-letto) 100300 400800 9001500 0,36 0,28 0,20 0,10 0,08 0,06 0,125 0,06 0,06 0,06 0,05 0,04 0,125 0,06 0,06 0,13 0,10 0,08 0,12 0,09 0,05 0,10 0,085 0,07 1,12 0,805 0,62

RIENTRO RECIPIENTI E STOVIGLIE Fig. 30 - Schema indicativo di massima dei principali cicli di funzionamento di una cucina centrale

Ronzani: ospedali piccoli 1,20, ospedali medi 0,80, ospedali grandi 0,60 m/p.l.

A.P.I.C.E. S.r.l.

415b

Manuale dellArchitetto

OSPEDALI
Lavanderia. - I locali ed i camparti necessari costituiscono molteplici c. b. dai depositi di sezione vasche ammoll. idroestratt. raggruppamenti, ciascuno con destiratura - piegatura terminata funzione, la cui discrimicernita LAVORAZIONE UMIDA ricezione nazione tanto pi evidente quanto b. sporca riordino maggiore l'importanza dello ospeessiccazione dale: lisciviatrici lavatr. risciacq. Consegna e ricezione b. s. dai depositi di sezione Cernita e raggruppamento. c. b. Grande ambiente per lavoradeposito distribuzione bianch. pulita zione umida (vasche di ammollamento, lisciviatrici con tino, ai guardaroba di piano lavatrici-risciacquatrici, idroeM. B. strattori centrifughi). confezione guardaroba generale Comparto degli essiccatoi ad aria calda (usualmente a carrelli). Stiratura, piegatura e ram- Fig. 31 - Schema indicativo di massima del ciclo di funzionamento di una lavanderia ospedaliera con guardaroba mendo. Deposito e distribuzione. Apparecchiature di disinfezione poste a cavallo di un muro Guardaroba generale e confezione. divisorio tra detto ambiente ed il comparto ricezione o cernita Depositi detersivi ed attrezzi. della lavanderia ospedaliera. Gli effetti disinfettati possono cos Uffici dirigenti e contabilit. essere immessi nel normale ciclo di trattamento. Spogliatoi e servizi igienici per il personale. Elementi fondamentali: filtro per il personale tra l'esterno e Eventuale stenditoio coperto. l'ambiente infetto, o tra l'interno della lavanderia e lo stesso ambiente, con servizio igienico proprio (Fig. 32). La sistemazione dei predetti comparti o locali deve consentire lo svolgimento regolare del ciclo funzionale secondo le varie Apparecchiature usuali per una stazione di disinfezione ospesuccessive fasi della lavorazione. Le macchine e le apparec- daliera: chiature relative saranno quindi disposte nel senso della succes- a) Stufa di disinfezione orizzontale, a vapore fluente o sotto sione continua delle operazioni. pressione da 0,7 ad 1 atm. (115120C). Nei riguardi del dimensionamento ci si basa per la previsione b) Vasca metallica per bollitura con soluzioni di liscivia di effetti delle attrezzature sulla produzione giornaliera di b. s., rapporinsudiciati da pus, feci, urine, ecc. Caratterizzata da un tata a cinque giorni di lavorazione la settimana, e considerando diaframma pescante nel liquido in corrispondenza del muro una giornata lavorativa da 6 ad 8 ore. In Italia pu una divisorio, che assicura il passaggio della biancheria attraproduzione media di 1,52 kg/g per degente all'estero di 57 verso la soluzione disinfettante. kg/g per degente. c) Vasca per disinfezione chimica, con le identiche caratteristiPer la previsione della superficie netta occupata dalla lavandeche della precedente, con rivestimento interno di legno. ria con guardaroba si pu mediamente assumere un coeffi- d) Camera alla formaldeide, per la disinfezione dei materiali ciente variante da 0,5 a 0,8 m per ogni kg di b. s. da trattare per i quali non sono adatti i trattamenti ad umido. La giornalmente. Coefficienti medi attendibili per l'Italia: formaldeide prodotta da un apparecchio con soluzione di formalina riscaldata da vapore acqueo. Temperatura inOspedale di 100 letti: 1,70 2,25 m/p.l. terna ottimale 40C. Arredamento con scaffali ed ombrello 200 1 ,45 2,00 girevole con ganci. 300 1,25 1,80 Tutte le predette apparecchiature sono munite di sportelli o 800 0,90 1,30 porte sia verso l'ambiente infetto che verso il locale ricezione o cernita, che non vengono mai aperti contemporaneamente Materasseria. - Le esigenze di questo servizio sono massime (fig. 33). con l'adozione di materassi di lana, minime con quelli di Altri locali accessori: deposito mezzi di disinfezione, locale per gommapiuma. Per il trattamento dei materassi di lana, dopo il servizio di disinfezione, disinfestazione degli ambienti ospedadisinfezione, occorrono locali o comparti per disfacimento lieri e delle suppellettili ingombranti. materassi, lavaggio, disidratazione e asciugatura lana, carda- Forno d'incenerimento. - Per la sua funzione (distruzione di tura lana, rifacimento materassi, deposito e distribuzione (in spazzature e rifiuti di medicazione talvolta infetti, di carogne di comune con la lavanderia). animali di esperimento, ecc.) preferibile l'abbinamento alla stazione di disinfezione. Elementi fondamentali: ambiente per il Stazione di disinfezione, - Ubicazione e configurazione tali che forno, ambiente per la pulizia e la disinfezione dei bottini e dei l'ambiente cosiddetto infetto possa ricevere per via riservata carrelli, servizi igienici. tutto la b. i. proveniente dai reparto contagiosi ed una quota di b. s. dei reparti comuni che per qualche ragione si ritenga di Centrale termica e servizi annessi. - Ubicazione usuale al piano dover disinfettare. seminterrato del blocco, in modo da consentire un economico

A.P.I.C.E. S.r.l.

416a

Manuale dellArchitetto

OSPEDALI

AMBIENTE INFETTO

DISINFEZ. (in uscita) VESTIZIONE W.C. SPOGLIATOIO INGRESSO PERSONALE Fig. 32 - Tipo di filtro del personale per una stazione di disinfezione rifornimento dei fluidi per tutto l'organismo costruttivo, e particolarmente per i servizi di disinfezione lavanderia e di cucina. Preferibile una posizione discosta dalla verticale delle degenze. Per grandi ospedali si istituisce talvolta una centrale termica in fabbricato a s stante; aumentano per i problemi relativi ai collegamenti delle tubazioni. Occorre studiare accuratamente lo sbocco del camino in rapporto alla direzione dei venti predominanti ed alla posizione dei corpo di fabbrica delle degenze. Compiti essenziali del servizio di centrale termica, in linea di larga massima: a) Alimentazione di vapore per le apparecchiature della disinfezione-lavanderia, della cucina generale, della sterilizzazione del materiale chirurgico, ecc. b) Alimentazione dacqua calda per i servizi igienico-sanitari biancheria sporca

del fabbricato, per i locali di cura, per i servizi di lavanderia, di cucina, ecc. c) Riscaldamento invernale ordinario (con acqua calda diretta, con acqua calda prodotta da scambiatori di calore, ecc.), con circuiti separati per il reparto operatorio (ad eventuale integrazione del condizionamento) e per alcune degenze particolari. d) Riscaldamento sussidiario estivo-autunnale per il reparto operatorio (idem c.s.) e per alcune degenze particolari. e) Collegamento con l'impianto di condizionamento dell'aria. Per gli edifici ospedalieri, anche per quelli di 3 cat., conveniente l'adozione, quale fluido primario, del vapore a media pressione sulle 5-6 atmosfere in centrale, in base a complessive valutazioni tecniche ed economiche e tenuto conto di alcuni servizi tecnologici che richiedono dalle due alle quattro atm. per il loro funzionamento. Per i grandi complessi viene anche impiegata, come fluido primario, l'acqua surriscaldata a 180C. l fluidi dei circuiti secondari vengono prodotti dai vari apparecchi di trasformazione, quali boliers (serbatoi di acqua calda), scambiatori di calore a controcorrente, ecc. I vari locali o comparti di una centrale termica corrispondono in genere alle esigenze gi elencate: Grande locale per le caldaie a vapore e serbatoi di condensa.

a biancheria infetta AMBIENTE INFETTO filtro PERSONALE Fig. 33 - Schema indicativo del complesso abbinato disinfezione-lavanderia a, stufa di disinfezione a vapore; b, vasca ellittica per bollitura; c, vasca chimica; d, camera alla formaldeide. b c d LAVANDERIA RICEZIONE CERNITA LAVORAZIONE UMIDA

A.P.I.C.E. S.r.l.

416b

Manuale dellArchitetto

OSPEDALI
ARRIVO SALME

Comparto per gli scambiatori di calore, con collettori e deviatori, ecc. Comparto per i boliers, con collettori e deviatori. ecc. Comparto per le elettropompe di circolazione ed i quadri elettrici. Deposito combustibile (esterno ed interrato se per nafta). Magazzini ed ufficio dirigente. Spogliatoi e servizi igienici. Nei riguardi del dimensionamento possono aversi i seguenti dati di massima: locale di caldaie e vani complementari: 2 0,40,6 m /p.I. Complesso di centrale termica da grandi ospedali a piccoli: 0,8 1,25 m/p.I. Servizi annessi. - Alla centrale termica vengono abbinate usualmente alcune installazioni affini: a) Centrale elettrica, con cabina per trasformatori se l'energia viene addotta dall'esterno ad alta tensione. Complesso quadri di comando e controllo della rete elettrica ospedaliera. b) Locale batterie di accumulatori per l'illuminazione di soccorso del reparto operatorio e di alcune lampade dell'ospedale. c) Locale gruppi elettrogeni di emergenza sia per luce sia per forza motrice. d) Centralina di condizionamento dell'aria, pi o meno completa a seconda del sistema prescelto per l'impianto. e) Centralina per la distribuzione dei gas medicali (con entrata agevole per il trasporto delle bom bole). Ai servizi industriali descritti vengono abbinati anche i locali e le officine per la manutenzione del fabbricato e dei suoi impianti ed apparecchi: locale muratori e manovali, locale pittori ed imbianchini, locale vetrai, officina meccanica (meccanici, fabbri, idraulici), falegnameria, locale elettricisti, ecc. Gravitano di solito sul complesso industriale anche le autorimesse per le autoambulanze e le macchine in dotazione dell'ospedale. Alloggi per Il personale. - In linea generale si distinguono: Alloggi per il personale medica (palazzine). Alloggi per il personale infermiere (padiglione per gli infermieri generici; padiglione a molti piani distinti per caposale, infermiere professionali, ser venti). Scuola Convitto Infermiere. nei grandi ospedali: fabbricato a molti piani suddi-

RICEZIONE SALME

GUARDIA NECROFORI

OSSERVAZIONE

SERVIZI IGIENICI DEPOSITO BIANCHERIA UFFICIO NECROFORI

DEPOSITO LOCULI FRIGORIFERI

RISCONTRO DIAGNOSTICO

DEPOSITO CASSE E ATTREZZI

VESTIZIONE E INCASSAMENTO

DOLENTI

ESPOSIZIONE FERETRI

SERVIZI IGIENICI

ATTESA

ATRIO PREPAR. FUNERALI

SERVIZI RELIGIOSI DEFUNTI

USCITA CORTEI FUNEBRI Fig. 34 - Schema indicativo di massima del ciclo di funzionamento di un reparto mortuario

viso funzionalmente in Scuola professionale e Convitto. In quest'ultimo separazione tra caposale, infermiere diplomate e allieve. Alloggio Suore. Preferibilmente situato agli ultimi piani del blocco ospedaliero, collegato agevolmente con tutte le degenze ed i servizi generali. Alloggio del cappellano (per ospedali medi e grandi presso il complesso religioso). Alloggi per personale vario, quali operai specializzati, custodi, autisti (in genere in appartamentini presso i rispettivi servizi). Locali per l'assistenza religiosa. - In genere si istituiscono i seguenti elementi per detta assistenza: Cappella per i servizi religiosi dei malati e del personale, dimensionata secondo un coefficiente di m 0,52 per ogni persona seduta, con sagrestia ed archivio. Oratorio per le Suore nell'apposito alloggio. Cappella separata per i servizi religiosi dei defunti (presso il servizio mortuario). Reparto mortuario e anatomopatologico. - Costituito da due servizi

strettamente connessi, che possono svolgersi in modo autonomo purch la sezione mortuaria sia collegata per via breve e riservata con quella del riscontro diagnostico sui deceduti. Ubicazione preferibile al piano semicantinato del blocco (o, eventualmente, al piano terreno), con sbocco su un piazzale per la composizione dei corteo funebre, defilato alla vista e provvisto di un'uscita apposita sul recinto ospedaliero. Disposizione dei locali in una successione corrispondente ad un razionale sviluppo del ciclo di operazioni dall'arrivo delle salme dalla degenza (cala feretri) all'uscita dei feretri sul piazzale (fig. 34). Locali indispensabili per il servizio mortuario di un ospedale di media entit: Locale di ricezione salme (eventuale). Locale di osservazione per 24 ore. Locale di deposito salme contiguo al comparto o armadio dei loculi frigoriferi. Locale di vestizione ed incassamento, con accanto il deposito casse ed attrezzi, in collegamento con la sezione di riscontro diagnostico. Locale per i necrofori con spogliatoi e servizi igienici.

A.P.I.C.E. S.r.l.

417a

Manuale dellArchitetto

OSPEDALI
Locale per ufficio e registrazione. Stanza di esposizione feretro. Camera ardente per le salme dei paganti (eventuale). Ambiente per i dolenti. Cappella per i servizi religiosi dei defunti. Attesa pubblico con servizi igienici. Per i piccoli ospedali alcuni ambienti possono essere in comune (osservazione e deposito; locale per i necrofori ed ufficio registrazione, ecc.). Locali necessari per un servizio anatomo-patolo gico per un ospedale medio: Sala di riscontro diagnostico con spogliatoi e servizi igienici per i periti settori. Saletta per inchiesta giudiziaria (eventuale). Museo dei preparati anatomici. Studio dell'anatomo-patologo. Laboratori di isto-patologia con annessi. Servizi igienici e spogliatoi personale. Ovviamente, per un ospedale piccolo tali locali potranno ridursi alla sala del riscontro diagnostico, agli spogliatoi e servizi igienici e ad una stanza per il personale. Nei riguardi del dimensionamento, si possono avere i seguenti dati di larga massima: 100 p.l. Servizio mortuario con cappella m /p.I. Servizio anatomopatol. m (p.I.) 1,80 1,40 1,30 0,90 200 p.l. 300 p.l. 800 p.l. OSPEDALE GENERALE: REPARTI SPECIALIZZATI Reparto ostetrico-ginecologico. - Nei grandi e medi ospedali si presenta la possibilit di unit se parate per l'ostetricia e la ginecologia; nei piccoli ospedali si ha solamente la sezione ostetrica. Nei grandi ospedali conveniente l'organizza zione in due divisioni di piano, rispettivamente di ostetricia (con gruppo da parto) e di ginecologia (con gruppo operatorio). Nei medi ospedali, in linea di massima, sufficiente una divisione con due sezioni, di ostetricia e di ginecologia. Consistenza variabile a seconda delle usanze del le nazioni e delle regioni: in media dal 10 al 20% dei posti letto ospedalieri. In U.S.A. si prevedono per un ospedale di 100 posti letto 20 letti di ostetricia, per un ospedale di 200 posti letto 35 letti di ostetricia. Ambientazione di tipo chirurgico nella divisio ne o sezione ginecologica: stanze a 6 o 4 letti, ab bondanza di camere a 1 e 2 letti con servizi igienici propri per isolamento, uno o pi locali di medicazione, gruppo operatorio. Organizzazione mista nella divisione o sezione ostetrica: a) nucleo gestanti sane, con disposizione ed ar redamento meno ospedalieri, con soggiorni e stanze di lavoro, ecc.;

0,80

0,55

0,45

0,35

A.P.I.C.E. S.r.l.

417b

Manuale dellArchitetto

OSPEDALI
b) nucleo puerpere sane, con stanze a 6 o 4 letti; c) nuclei isolate, con stanze ad 1 letto e a 2 letti con servizi igienici propri (gestanti tubercolotiche, ammalate di febbre puerperale. luetiche in fase contagiante, ecc.); d) nuclei neonati, con disposizione variabile secondo le abitudini locali; e) servizi particolari, quali il lactarium ed un locale per pulizia, fasciatura e pesatura dei neonati. CORRIDOIO culle sospetti (10 %): 2 Condizioni microclimatiche per la nursery ambiente culle normali: t=20, U.R. 50%; ambiente culle prematuri con incubatrici: t - 2528C, U. R. 65 70%. Lactorium. - Gruppo di ambienti per la prepa razione delle pappe lattee a disposizione del reparto ostetrico e del reparto pediatrico (vedi sezione lat tanti). Reparto pediatrico. - destinato al ricovero ed alla cura dei bambini ammalati di forme per lo pi mediche o chirurgiche da 0 a 12-14 anni. Ubicazione preferibile all'ultimo piano del bloc co di degenza per beneficiare di ampie terrazze a livello. Proporzione di posti letto dal 5 al 15 % della capacit complessiva dell'ospedale, dal grande al piccolo, e conseguentemente organizzazione del re parto secondo una divisione od una sezione. Raggruppamento dei posti letto in nuclei distin ti per quanto possibile: a) lattanti (da 0 a 9-12 mesi); b) divezzi e seconda infanzia fino all'et di 5 anni (stanze promiscue nei riguardi dei sessi);
4.75 1.68 2.90

B Fig. 35 - Schema di una "nursery" del tipo a comparto per neonati tra due stanze di degenza. A, pianta; B, sezione. Distribuzione dei posti letto: in una sezione con meno di 30 letti si possono avere le seguenti distinzioni: Gestanti sane 46 letti Puerpere sane 820 letti Isolate 23letti instanze singole Disposizioni per i neonati. - Si hanno in genere tre sistemi: a) neonati in culle presso i letti delle madri (reciproco disturbo, irregolarit di poppate, possi bilit di infezioni da parte dei visitatori - buoni rap porti affettivi tra madre e figlio, minori apprensioni della madre); b) neonati concentrati in male apposite, denominate nurseries (necessit di attraversamento corridoi per le poppate, possibilit di infezioni tra i bambini, traumi per le madri - facilit di sorveglianza da parte del personale e di visione da parte dei visitatori); c) neonati suddivisi in spe ciali salette a pareti vetrate situate tra le stanze di degenza delle madri (fig. 35); buon compromesso tra le diverse esigenze per ovviare agli inconvenienti dei sistemi c) e b). Esempio di nursery, a concentrazione di neonati: tipo dello U.S.P.H.S. raggruppante i neo nati normali, i prematuri, i sospetti (fig. 36). Consistenza delle culle per i neonati. Esempio dell'U.S.P.H.S. per 20 letti di ostetricia: culle normali: 19 culle culle per prematuri: 6
5.03
r

m n

i h g

t o q i i s p

F e d c u a

b s

Fig. 37 - Esempio di lactarium (formula room) secondo lo U.S.P.H.S.


a,scrivania; b,sedia; c,cestino per la carta di rifiuto; d,frigorifero; e,lavabo con comando a ginocchio; f,bancone alto m 0,91; g,armadietti sotto il bancone; h,quadretto per affissione; i,lavandino; l,piastra riscaldante a due elementi; m,recipiente per rifiuti medicali; n,sterilizzatrice a pressione di tipo rettangolare; o,carrello per il latte; p,tramezzatura di divisione alta m 1,52; q,sostegno per libro di registrazioni; r,apparecchio elettrico per lavaggio poppatoi; s,porta olandese; t,porta di accesso; u,attacco per telefono.

c) bambini oltre i 5 anni e fino a 12-14 anni; d) bambine oltre i 5 anni e fino a 12-14 anni. Criterio fondamentale per il reparto pediatrico la maggiore separazione possibile tra i piccoli rico verati, sia per la facilit di trasmissione di malattie, sia per l'eventuale sviluppo di forme infettive in incubazione all'atto dell'ingresso nel reparto. Pertanto d'uopo, specialmente per i lattanti, prevedere camerette individuali e camere comuni fornite di box vetrati di vario tipo a seconda delle esigenze: com pletamente chiusi, aperti sul lato anteriore, con tra mezzature a mezzaltezza, ecc. Con qualsiasi siste ma indispensabile l'adozione

A.P.I.C.E. S.r.l.

418a

Manuale dellArchitetto

OSPEDALI
di ampie vetrature interne per la facilit di sorveglianza, per la visione dei bambini da parte dei parenti, e per diminuire il senso d'isolamento nei bambini stessi. Nuclei importanti sono quello per i prematuri (nati al di fuori del reparto ostetrico dell'ospedale) e quello per igastroenterici (ad aria condizionata a 2425 C). Locali specifici per il reparto pediatrico: Stanza di visita dei parenti, divisa in due zone da un tramezzo vetrato, l'una dalla parte dell'ingresso e l'altra dalla parte delle degenze. Stanza per l'allattamento da parte delle madri ambulanti, posta all'inizio del nucleo dei lattanti. Aule scolastiche per i pi grandicelli. Cucinetta per il latte e le pappe o lactarium; nell'ospedale generale deve servire anche per il re parto ostetrico. Necessaria la distinzione in almeno due parti: l'una per il deposito e il lavaggio dei biberons sporchi, l'altra per la preparazione delle pozioni e diete lattee, l'imbottigliamento e la sterilizzazione dei biberons e dei poppatoi (fig. 37). Coefficienti minimi prescritti: superficie unita ria nelle stanze 2 2 di degenza m 4 per posto letto: cubatura unitaria m 12,80. Reparto d'isolamenti per contagiosi. - A norma del paragr. 8 delle istruzioni tutti gli ospedali devono disporre di ambienti per l'isolamento dei malati infettivi, per un contingente 12.65 4.75 2.95 4.75 ragguagliabile al 6 % della capacit. Se il fabbisogno cos calcolato supera il numero di 30 p.I., si dovr provvedere alla costruzione di un apposito reparto, preferibilmenteseparato dal corpo di fabbrica dei malati comuni. Quando il fabbisogno oltrepassa i 60 p.l. si pu prov vedere con un ospedale separato per contagiosi. Ubicazione del reparto quando contenuto nel bloccoospedaliero: preferibilmente in un'ala del piano rialzato con possibilit di collegamento diretto, breve e riservato con la stazione di disinfezione ed il forno d'incenerimento. Secondo il paragr. 14 delle istruzioni sarebbe necessaria la distinzione del reparto in settori destinati ciascuno ad una singola malattia infettiva: questi settori dovrebbero essere almeno tre. Questa disposizione non si presta per ad un'adeguata flessibilit dell'organismo nei rispetti della grande variabilit stagionale delle punte delle varie forme

visita e trattamento

guardia neonati lavoro infermiere neonati

corridoio

filtro

neonati

lavoro infermiere

prematuri

guardia visita e trattamento


4.75 2.95 2.34 18.75

prematuri neonati sospetti


2.31 3.53

neonati sospetti

2.31

Fig. 36 - Tipo di "nursery" per un ospedale di 200 letti (U.S.P.H.S.)

A.P.I.C.E. S.r.l.

418b

Manuale dellArchitetto

OSPEDALI
civili, disinfezione in uscita, vestizione con camici da lavoro. Adozione di aperture vetrate nei tramezzi e nelle porte delle stanze di degenza. Adozione di ballatoi esterni lungo le camere di degenza per la visione degli ammalati da parte dei parenti. Nei reparti pi consistenti: adozione di un apposito gruppo di bonifica per i dimessi. Particolari del settore: ambiente di smaltitoio disinfezione per padelle e sputacchiere, locali per intubazione e tracheotomia nel settore difterici. porte e finestre con reti per gli insetti. Prescrizione di camere ad 1 , 2, 3, 4 letti. Coefficienti prescritti per le camere di degenza: superficie minima m 7,00 per p. I.; altezza netta minima m 3,50; superficie finestrata > 1/5 della superficie del pavimento. OSPEDALI SPECIALIZZATI Istituti di maternit ed ospedali ostetrico-ginecologici. - Compiti degli istituti di maternit sono prevalentemente il ricovero e l'assistenza ostetrica delle madri e la prima assistenza ai loro neonati, mentre ulteriori compiti degli ospedali ostetricoginecologici

BALCONE VISITATORI

filtro personale

CORRIDOIO Fig. 38 - Tipo di "comparto di isolamento" per unit di contagiosi infettive, dovendo un settore restare in funzione anche con pochi ammalati di una stessa malattia. Per altro, essa in un certo senso compatibile con una cospicua capacit del reparto, ma risulta indubbiamente antieconomica quando il numero dei p. I. esiguo, come avviene per i piccoli e medi ospedali, per il gran numero di servizi speciali da includere in ogni in singolo settore e per la anzidetta carenza di flessibilt. In considerazione di ci, si preferisce in genere adottare la disposizione a comporti d'isolamento . composti da due camere a vario numero di letti (1, 2, 3) aventi nella zona intermedia i rispettivi servizi igienici ed in comune una zona filtro per il personale (figg. 38 e 39). Il reparto sar cos formato da una serie pi o meno estesa di siffatti comparti, ciascuno da destinare ad una singola malattia infettiva, e sar provvisto comunque dei dispositivi prescritti di bonifica e di profilassi (fig. 40). Accesso al reparto con locali di visita e bonifica dell'ammalato, con attiguo un piccolo vano per la disinfezione del medico; preferibilmente locali di visita e bonifica in doppio. Adozione in ogni settore o reparto (meglio verso la zona d'ingresso) di un particolare ambiente d'osservazione ad 1 letto, raggiungibile attraverso un locale filtro per il personale e comunicante con una stanzetta spogliatoio, bagno. latrina (fig. 41). Accesso al settore o reparto attraverso un gruppo di ambienti per la bonifica del personale, in genere in numero di tre: svestizione degli abiti

BALCONE VISITATORI

CORRIDOIO

Fig. 39 - Tipo di "comparto di isolamento" con servizi tutti aerati e illuminati direttamente

A.P.I.C.E. S.r.l.

419a

Manuale dellArchitetto

OSPEDALI
BALLATOIO scala visitat. bonifica spogliatoio att. medici VISITATORI

bonifica dimessi in uscita

scala pura

lavabianch.ggio infetta

visita caposala cucina guardapulita roba picc. interv. inferm. guard. w.c.

scala impura serviz. bagno

Fig. 40 - Reparto contagiosi dell'Ospedale Maggiore di Vercelli (arch. E. Rossi)

giche. Ubicazione preferibile, pur in zona apportata e tranquilla, non molto lontana dall'agglomerato residenziale. Capacit conveniente: non superiore ai 120 posti letto. a Secondo le norme ufficiali, per la 1 a e 2 cat., devono distinguersi all'interno dell'organismo le seguenti unit funzionati: Sezione per gestanti sane. Sezione per puerpere sane. Sezione d'isolamento per gestanti tubercolotiche. Sezione completamente separata per ammalate di febbre puerperale. Sezione per luetiche in fase contagiante. Sezione per gestanti celate. Caratteristiche generati dell'istituto di maternit: maggiore superficie delle camere di degenza se queste contengono anche le culle, sviluppo dei servizi di disinfezione; maggiore necessit di personale; collegamento diretto tra le sezioni isolate e l'ambiente cosiddetto infetto della stazione di disinfezione. Installazioni specifiche dell'istituto di maternit: gruppo da parto, sala opera-

toria, consultori pre e post-natali, servizio di assistenza sociale. La costituzione delle sezioni segue i criteri indicati per il reparto ostetrico dell'ospedale generale. In particolare sono prescritti un locale di visita ed uno di medicazione per ogni sezione, locali di soggiorno e di lavoro per la sezione gestanti, uno o pi locali per pulizia, fasciatura e pesatura dei neonati per la sezione puerpere. Necessit di nuclei o nurseries speciali per i neonati prematuri ed i neonati sospetti. Caratteristiche generali degli ospedali ostetricoginecologici in pi degli istituti di maternit : istituzione di sezioni per le ammalate ginecologiche con sale di degenza comuni e con abbondanza di stanze a 1-2 letti; ampia previsione di camere d'isolamento con servizi propri: se si raggiungono almeno 12-15 letti per te isolate conviene organizzare una sezione isolate, eventualmente con proprio gruppo operatorio. In linea generale occorre un reparto operatorio costituito da due gruppi, uno per asettiche ed uno per

settiche. Sviluppo dei servizi di radiologia e di roentgenterapia e di radiumterapia, particolarmente se esiste la sezione per carcinomi. O s p e d a l i p e d i a t r i c i . - Compiti degli ospedali pediatrici sono prevalentemente il ricovero e la cura dei bambini ammalati fino a 12-14 anni. La cura riguarda le forme morbose di medicina, di chirurgia e di specialit almeno di ortopedia, otorinolaringoiatria ed oftalmoiatria, quando per ognuna di queste si possano raggiungere i 30 p.I. Ubicazione preferibile in una zona alla periferia dell'agglomerato urbano, fornita di vasto parco o giardino. Necessario il collegamento con ambulatori e consultori disseminati nell'area cittadina. Capacit conveniente dai 120 ai 250 p. I.; coefficiente di afflusso da applicare alla zona d'influenza, in linea di largo orientamento, da 0,3 a 0,6 per 1000 abitanti.

A.P.I.C.E. S.r.l.

419b

Manuale dellArchitetto

OSPEDALI
chiusi (tipo Pirquet) disposti in fila in grandi stanze di degenza. Attigui i locali per la pulizia, fasciatura e pesatura e per i bagnetti: 1 ogni 4 culle. Abbinati alla sezione lattanti possono essere i nuclei per i prematuri e per i gastroenterici. Sezione per divezzi e seconda infanzia - Pu essere a destinazione promiscua nei riguardi del sessi fino a 5 anni di et. Consigliabili stanze comuni con tramezzature di separazione vetrate in modo da formare box aperti sul davanti od anche chiudibili, e camerette individuali. Sezioni per bambini o per bambine fino a 12-14 anni. Consigliabili stanze comuni con tramezzi vetrati di separazione tra i letti alti m 2,00 e camerette individuali per gravi. Caratteristiche generali degli ospedali pediatrici. Forte impiego di personale: estesa adozione di pareti vetrate tra le stanze di degenza e tra il corridoio e le stanze; accurato studio dei colori ed allestimento di figurazioni tipiche nelle zone libere delle pareti dei corridoi e delle stanze di degenza e soggiorno-refettorio: adozione di ampie terrazze a livello e di zone aggiardinate per la cura d'aria e lo svago dei bambini; adozione di aule scolastiche per i pi grandicelli, ecc. Caratteristiche specifiche dell'ospedale pediatrico. Previsione di dormitori per le madri nello stesso corpo di fabbrica dei lattanti: istituzione di camere di allattamento rene sezioni per lattanti; organizzazione tipica della cucina del latte per i lattanti e gli altri bambini a dieta lattea, oltre che per i consultori; adozione di stanze di visita dei parenti ad ogni piano con i dispositivi di salvaguardia precedentemente citati, ecc. Ospedali per contagiosi. Sono organismi destinati all'isolamento, al ricovero ed alla cura di malati di forme contagiose. Ubicazione preferibile. alla periferia della citt. Capacit conveniente dai 150 ai 250 p. I. per un adeguato proporzionamento dei settori; capacit pi elevate possono sovraccaricare i compiti gi gravosi, date le numerosissimeesigenze di un istituto del genere. Superficie complessiva per posto letto superiore ai 100 m per la necessit di eventuali baraccamenti per,epidemie. Criteri adottati: d'isolamento usualmente

CORRIDOIO

Fig. 41 - Stanza di osservazione per unit di contagiosi

Oltre alle citate forme morbose, occorre prevedere il reparto d'isolamento per gli affetti da malattie contagiose. In genere questo reparto viene destinato ai bambini, ricoverati che siano riscontrati infetti, ma vi sono esempi di ospedali pediatrici con reparti infettivi per esterni. Necessit di una sezione di osservazione e contumacia, anche se contro la sua istituzione si obbietta il derivante ritardo dell'inizio della cura vera epropria. Criterio fondamentale organizzativo: massima suddivisione tra i bambini per la prevenzione della trasmissione delle malattie tra i bambini stessi, pur assicurando nello, stesso tempo la maggiore possibilit di sorveglianza e l'attenuazione del senso di solitudine dei bambini isolati (ad es. con limpiego di pareti e tramezzature completamente vetrate). Raggruppamento dei p. I., in distinti reparti. ciascuno suddiviso in sezioni per lattanti. divezzi e seconda infanzia fino all'et di 5 anni, bambini oltre 5 anni fino a 12-14 anni, bambine oltre 5 anni fino a 12-14 anni. Sezione per lattanti - Consigliabili box individuali, oppure box speciali

a) Isolamento individuale, che assegna ad ogni malato la sua camera, con attigui i locali dei servizi igienici e dei servizi per il personale (filtro e disbrigo). Massima flessibilit funzionale dell'organismo, maggiore spesa di impianto e di gestione degli altri tipi a parit di posti letto, affidamento sulla estrema specializzazione di personale esperto, b) Isolamento collettivo, adottato nei vecchi ospedali a padiglioni, ciascuno dei quali ospitava in grandi corsie una singola malattia infettiva. c) Isolamento misto, che comprende varie gradazioni; in sintesi raggruppa in speciali unit per contagiosi , malati affini in camere con il massimo di 4 letti separati da tramezzature vetrate. In Italia le norme ufficiali prescrivono l'adozione di un certo numero di unit, denominate settori , ciascuna destinata ad ospitare una singola malattia infettiva. Come noto, il sistema presenta una certa rigidit funzionale nei riguardi della variabilit stagionale delle punte delle diverse malattie contagiose. Nell'ospedale per contagiosi tale rigidit pu temperarsi meglio che nel reparto di un ospedale generale: i vari settori possono ben svilupparsi nei piani di un blocco, - mentre al piano d'ingresso possono disporsi un certo numero di comparti d'isolamento , che hanno la funzione, oltre che di osservazione era e propria, di assorbire le minori manifestazioni di una data forma infettiva, senza obbligare ad aprire per esse un grande settore stagno. Comunque, anche l'intero organismo ospedaliero pu essere organiz-

A.P.I.C.E. S.r.l.

420a

Manuale dellArchitetto

OSPEDALI
zato con sezioni di degenza a comparti d'isolamento; in questo caso bene munire ciascuna sezione dei normali dispositivi di bonifica degli ammalati e di filtro per il personale, in modo da poterla far funzionare da settore nel caso di una forte manifestazione di una data forma infettiva. Anche nel tipo costruttivo a blocco devono essere delimitate nettamente due zone: l'una non infetta e l'altra infetta. La prima comprende i servizi dingresso del pubblico, dei visitatori e del personale, gli uffici amministrativi e direttivi, gli alloggi del personale e la maggior parte dei servizi generali tecnologici (cucina. rnagazzini, centrale termica, officine, ecc ). La seconda comprende tutti i settori o i comparti di degenza, i servizi di cura e diagnosi, ecc., ed in genere i servizi aventi contatto diretto o indiretto con i malati. Qualsiasi passaggio tra le dite zone deve avvenire attraverso i dispositivi di filtro, di bonifica. ecc. Particolari condizioni richiede il servizio, di disinfezione e lavanderia, che deve essere posto a cavallo della superficie di separazione tra le due zone predette, in modo che alla prima appartengano la cernita e l'ambiente di lavatura, ed alla seconda l'ambiente cosiddetto infetto della stazione di disinfezione, che riceve tutta la biancheria sporca del degenti. Abbinato alla stazione di disinfezione deve essere il forno d'incenerimento dei rifiuti. Caratteristiche specifiche dell'ospedale per contagiosi. - Accettazione malati con due gruppi di visita e bonifica funzionanti alternativamente;creazione di ballatoi esterni correnti lungo la facciata dalle camere di degenza per la visione dei degenti da parte dei visitatori. Qualunque sia il sistema d'isolamento adottato nell'organizzazionegenerale dell'organismo, occorre provvedere ad istituire al piano rialzato e con ingressi propri dall'esterno almeno due settori per alto contagio . ESIGENZE IGIENICO-AMBIENTALI CD IMPIANTI OSPEDALIERI Ventilazione, - Rispetto agli ambienti comuni si presenta pi impegnativo il problemi di mantenere unmicroclima favorevole, specialmente negli ambienti di degenza ed in alcuni servizi. per le maggiori possibilit di viziatura dell'aria. Da questo punto di vista la cubatura unitaria, fissata dalle Istruzioni in un minimo di m 19,20 per gli adulti, dovrebbe essere pari ad almeno m 25,00, ammettendo un ricambio d'aria di 2 volte all'ora. Tenuto conto dei vari fattori climatici, strutturali, economici, impiantistici, ecc. e dell'attuale situazione costruttiva ospedaliera, in Italia le concezioni si orientano verso la regolazione della ventilazione naturale e sussidiaria per mezzo di dispositivi tecnici (visistas, feritoie sotto i davanzali) nelle finestrature e nelle pareti interne delle sale di degenza, incombinazione con il riscaldamento. In linea generale sono riscontrate buone le seguenti condizioni (Parvis): Inverno: temp. ambiente 21C. movimento aria 0,10 m/sec., grado igrometrico 40. Estate: temp, ambiente 22 24C, movimento aria 0,20 0,30 m/sec., grado igrometrico 50. Per gli ambienti di servizio con sovraccarico di produzione di gas ed odori si ammette, mantenendo la finestratura esterna, la necessit di aspiratori sussidiari. Per particolari reparti o servizi infine sono indicati, a seconda dei casi, il condizionamento dell'aria o la termoventilazione. Riscaldamento. - Concorre, insieme con l'aerazione, ad assicurare l'idoneo grado di benessere ai degenti ed al personale, In linea generale. le temperature dell'aria, per i normali valori del movimento dell'aria e del grado igrometrico. che possono essere richieste nei capitolatiprogramma per gli impianti sono: Stanze di degenza 20 22C Locali latrine, antilatrine e lavabi 17C Bagni e locali di medicazione 22C Sale di attesa, soggiorni, uffici, stanze di lavoro e di guardia infermiere, spogliatoi, guardaroba, laboratori, ecc. 18C Corridoi e scale 15 16C Locali di servizi impuri 16C Sale operatorie 25C Sale di radiologia 20C Sale di consultazione 20C Sistemi di riscaldamento centralizzati. Sistema ad acqua calda (termosifone), generalmente a circolazione meccanica per mezzo di pompe centrifughe, con radiatori ad elementi lisci ad evitare il deposito delle polveri e facilitare le pulizie, posti sotto il davanzale delle finestre. Sistema ad elementi radianti, preferibilmente al soffitto, che permette una temperatura ambiente inferiore di 2 3C alla temperatura richiesta per gli ambienti riscaldati a convezione temperatura conveniente nei serpentini 40 45C. La termoventilazione (ad aria calda) conveniente, nei grandi ambienti a funzionamento discontinuo (aule di lezioni e conferenze, sale di riunione, ecc.), ed necessaria nei servizi di lavanderia, di cucina, ecc. per l'eliminazione delle fumane. Condizionamento dell'aria. Per reparti, servizi o ambienti nei quali si sommano le necessit tecniche con quelle terapeutiche, funzionati, igienicoprevenitive, ecc. si ammette indispensabile l'impiego dell'aria condizionata, con l'intesa per di limitare per quanto possibile l'adozione di ambienti privi di qualsiasi finestratura diretta. Secondo le pi recenti conclusioni sul dibattuto argomento si riterrebbe necessario il condizionamento dell'aria nei seguenti servizi: Reparto operatoria. Gruppo da parto. Sezione prematuri. Nucleo bambini gastroenterici. Camere per allergici. Camere per piretoterapia e ossigenoterapia. Lo si riterrebbe consigliabile per ospedali medi e grandi nei seguenti servizi:

A.P.I.C.E. S.r.l.

420b

Manuale dellArchitetto

OSPEDALI
Reparto radiologico. Camere per colpiti da choc e sindromi tireotossiche. Camere per aerosolterapia. Camere per cardiaci, Corridoi e scale Illuminazione . - Per quanto riguarda l'illuminazione naturale vigono con maggiori restrizioni i criteri generali fondamentali, adottati per gli ambienti comuni; nell'ospedale sono particolarmente da realizzare le esigenze di appropriata visione in tutti i punti dellambiente, di gradevole effetto psicologico, di prevenzione della infezione crociata per mezzo dell'azione inattivatrice della luce sui germi da aerodiffusione. Secondo le normeufficiali, dal punto pi interno della stanza di degenza deve essere visibile unadeguato settore della volta celeste. Le stesse norme fissano un rapporto minimo area finestra - area pavimento solo per le stanze di degenza per i contagiosi: 1/5. Per le sale di degenza comuni appaiono consigliabili i valori da 1/4 ad i 1/7. Nei riguardi dell'Illuminazione artificiale il sistema pi indicato quello di un'illuminazione generale indiretta o semidiretta e di un'illuminazione localizzata sulle testate dei letti, mediante lampade a muro schermate a flusso costante verso l'alto e flusso regolabile a volont verso il basso sulla superficie dei letti. Altri dispositivi per le sale di degenza: lampada per l'illuminazione notturna incassata nelle pareti in basso, lampada portatile per l'esame obbiettivo del malato. Valori normalmente adottati, in Italia per l'illuminamento generale medio degli ambienti ospedalieri (in questi ultimi anni con tendenza all'aumento): Stanze di degenza (anche per flusso indiretto delle lampade di testata) 30 50 lux Stanze di soggiorno refettori, uffici, ecc. 50 80 Corridoi, passaggi e scale 15 25 Bagni e w. c. 5 30 Sale di visita e medicazione, laboratori 80 100 Stanze secondarie di deposito 10 20 Sale operatorie e da parto 200 Stanze di servizio e lavoro infermiere 50
Sala pronto soccorso

ILLUMINAMENTO IN LUX generale 54 540 540 215 323 161 323 215 215 323 215 215 540 540 108 108 323 54 215 323 323 323 108 108 540

Stanze di vista Cucina centrale e cucinanette Laboratori Lavanderia Biblioteca Vestiboli Morgue Sala autopsia Stanza di guardia infermiere Nurseries Sala da parto Uffici Sala di radiologia Camera oscura Farmacia Stanze di degenza Stanze di servizio, pulizia, ecc. Soggiorni Stanze di lavoro medicale inferm.
Stanze di trattamenti

effetti psicologici e fisiologici fino alla realizzazione di una efficace cromoteLocalizzato ropia. Consigliabile in genere una opportuna graduazione di luci ed ambre e di tinte diverse, con combinazioni di toni caldi e freddi; preferibili per le 2150 (tavolo) sale di degenza il giallo pallido e la tonalit chiara di azzurro. per i refettori il color pesca o rosa, per le sale di 5401080 operazioni ed i servizi chirurgici il (zone di esame verde-bleu a tinta opaca. Per le stanze e di lavoro) 215 (presse e della pediatria adozione di colori chiari mangani) e vivaci con figurazioni tipiche. In linea generale possono usarsi all'occorrenza tinte attive, tra le quali il rosa e il giallo, 2150 (tavolo) tinte passive, tra le quali il verde (freddo e riposante) e l'azzurro 323 (scrivania) (sedativo e serenante). Per i servizi 540 (tavolo visita) 2150 (tavolo da parto) funebri indicato il viola.
540 (tavolo) 215 (lettura a letto) 540 (tavolo)
2000 (tavolo operatorio)

e cure Latrine e lavabi Magazzini-depositi Sala operatoria

Difesa termica. - Conveniente adozione di muri esterni a doppia parete con intercapedine preferibilmente riempita di materiale termicamente isolante. Evitare le finestrature a tutta parete, conservando tratti di muro in corrispondenza delle pareti trasversali delle sale di degenza cui sono attestati i letti. Adozione di frangisole orizzontali e di ,atri atermici alle finestre, o di doppie finestre nei climi pi freddi. Difesa dai rumori. - Anzitutto giova ubicare l'edificio in un appezzamento recintato con cortina di alberi o siepi, alquanto alte per l'attenuazione dei rumori esterni. ed esporre la facciata delle degenze su un ampio parco alberato o sgombro da servizi, smistando tutto il traffico di 1 ingresso, ambulatoriale, dei visitatori, ecc., nella parte retrostante al blocco delle degenze, Studio accurato dei normali accorgimenti costruttivi per evitare la trasmissione delle vibrazioni attraverso le strutture e gli impianti e dei rumori aerei prodotti all'interno; adozione di tramezzi a doppia parete con intercapedine ripiena di isolante. Educazione dei personale e buon controllo e smistamento interno dei visitatori. Il grado di rumorosit (senza ritmo) non dovrebbe superare negli ospedali i 45 db: l'isolamento acustico dovrebbe realizzare un'attenuazione non inferiore ai seguenti valori: 1) Attraverso il pavimento,

Locali servizio chirurgico e post-operati Sal terapia fisica Sala terapia occupazionale Sale di attesa

323 161 323 108

323 (lettura)

Locali per servizi tecnologici 60 Sale di degenza (di notte) 0,5 Per illuminamenti localizzati: Tavolo operatorio 900012000 Tavoli, di laboratori e di visita 200 500 Letto dellammalato (esame obbiettivo) 100 l livelli d'illuminazione raccomandati in U.S.A. sono in genere alquanto pi elevati. Secondo l'U.S. P.H.S. sono raccomandabili i valori della tabella. Colore nell'ospedale. - necessario un attento studio dei colori da condurre assieme con quello dell'illuminazione, in vista dei pi gradevoli

A.P.I.C.E. S.r.l.

421a

Manuale dellArchitetto

OSPEDALI
sopra e sotto: a) per disturbi trasmessi per via area 55 db b) per calpestio 25 db 2) Attraverso muri divisori: tra ambienti interni o fra esterno ed interno 55 db. Difesa dall'umidit. - Particolare importanza acquista nel monoblocco ospedaliero la difesa dalla umidit di origine tellurica per la riconosciuta convenienza di istituire un piano semicantinato e talvolta due. Oltre ai normali provvedimenti per la protezione dal livello di capillarit dell'eventuale falda idrica, appare consigliabile l'adozione di un tipo di intercapedine molto aperta, generata da un muretto di contenimento a livello del davanzale con soprastante terreno a scarpataaggiardinata, in modo da consentire, oltre l'isolamento dal terreno, una adeguata insolazione dei semicantinati. Approvvigionamento idrico. La dotazione idrica giornaliera perposto letto, fissata dalle norme italiane in un minimo di 100 litri, deve essere in pratica alquanto pi elevata, anche in funzione del tipo di ospedale. Per un ospedale generale dei tipo medio sarebbero infatti necessari 300 400 litri. Norme francesi richiedenti una dotazione media di 500 litri, escluso il servizio di lavanderia. L'approvvigionamento idrico pu essere fornito dalla rete dell'acquedotto cittadino o da risorse locali (pozzi); in entrambi i casi sono da prevedere serbatoi di compenso e di riserva. Se la pressione non si stima sufficiente per l'elevata altezza del blocco ospedaliero, si ricorre ad autoclavi o a serbatoi alla sommitdell'edificio alimentati mediante pompe. Capacit dei serbatoi di riserva corrispondente al consumo totale di una giornata. Variabilit del consumo orario: in genere si ha un massimo dalle ore 7 alle 8.30, un altro massimo meno elevato dalle 18 alle 19 ed un piccolo rialzo verso le 13-14. Rete di distribuzione a gabbia per ottenere la sicurezza dell'alimentazione in caso di guasto in un punto qualsiasi della rete interna. Produzione e distribuzione acqua calda. - Tenuto conto della necessaria istituzione di una centrate termica, il sistema di produzione preferito quello indiretto mediante apparecchi accumulatori (boilers) a serpentini, che possono essere situati nella centrale stessa o alla base dei vari blocchi costruttivi che compongono l'ospedale. In genere d'uso produrre l'acqua a 60C, ma occorre notare che sarebbe preferibile un sistema che fornisse acqua calda a circa 75 80C, per i servizi di cucina, lavanderia, locali preparazione chirurghi, ecc., ed acqua tiepida a per i lavabi, i bagni, le stanze di pulizia personale, ecc. Consumo giornaliero prevedibile di acqua calda mediamente 60 80 litri/posto letto. Rete di acqua calda con circuiti di ritorno per impedire il raffreddamento nelle tubature ed avere sempre la acqua alla data temperatura ai rubinetti di attingimento. Servizio del vapore. - In linea generale le caldaie della centraletermica saranno a vapore, anche nei piccoli e, medi impianti; per i grandi impianti pu usarsi anche l'acqua surriscaldata. l servizi del vapore possono riassumersi come segue: Produzione indiretta di acqua calda e di acqua tiepida. Alimentazione degli apparecchi scambiatori di calore per l'impianto di riscaldamento a termosifone o a pannelli radianti. Alimentazione diretta delle apparecchiature della cucina della lavanderia, della stazione di disinfezione, della sterilizzazione nei reparti operatori. Alimentazione diretta di alcune apparecchiature dei servizi di sezione o di piano, e dei laboratori. Collegamento con l'impianto di condizionamento dell'aria. Apparecchi igienico-sanitari e condutture di scarico. - Nei riguardi delle apparecchiature, occorre esigere che esse siano della migliore qualit. Per i lavabi, ilavandini, gli acquai, i vasi da cesso, i bid da prescrivere l'impiego della porcellana dura vetrificata , mentre per le vasche da bagno, i vuotatoi, gli orinatoi, ed in genere per gli apparecchi di grande mole possono essere convenienti il gres porcellanato e la ghisa smaltata e porcellanata. Caratteristiche essenziali ai fini ospedalieri dei vari apparecchi: Lavabi. - Forma solitamente rettangolare a bordi arrotondati, dimensioni, da cm 70 x 50 a cm 60 x 45, bordo staccato dalla parete. Sprovvisti di tappo di chiusura. Gruppo a miscela a, due rubinetti da 1/2 ". Per il servizio dei malati devono essere del tipo ad acqua grondante e scarico libero. Particolarmente impiegati (salette di prep. chirurghi, sale di visita e medicazione, ecc.) sono i cosiddetti lavabi clinici con bacino ovolare e scarico libero, con gruppo a miscela da 3/4 " comandato da dispositivo a ginocchio o a gomito, con bocchino per getto pieno o a doccetta. Vasi. - Solitamente ad ospirazione per i malati, o caduto per i servizi . Preferibilmente senza sedile ribaltabile e talvolta con il bordo riscaldabile. Adeguata proporzione di tipi a feci visibili. Forma ellissoidale con maggiore diametro nel senso anteroposteriore, altezza normalmente a non pi di m 0,30 0,35 sul piano dei pavimento, ed a non pi di m 0,50 nei reparti chirurgici ed ostetrici, dimensioni in pianta m 0,60 x 0,35, orlo o bordo superiore leggermente insellato nel punto di appoggio. Preferibile il dispositivo a flussometro per il lavaggio dei vasi. Bid. - Preferibilmente del tipo con getti a pioggia da fori laterali. Dimensioni usuali cm 65 x 39 x 38. Lavapiedi. - Bacinelle di forma rettangolare, dimensioni in pianta cm 40 x 50, munite o no di poggiapiedi.

A.P.I.C.E. S.r.l.

421b

Manuale dellArchitetto

OSPEDALI
Vuototoi. - Con griglia mobile e preferibilmente con lavandino per il risciacquo dei vasi. Orinatoi. - Preferibilmente a tutt'altezza, con pedana pure in gres porcellanato: rubinetto di lavaggio continuo a cappuccio; dimensioni usuali cm 110 x 50 x 20. Vasche da bagno. - Generalmente in ghisa porcellanata. da rivestire. Gruppo a miscela a 4 rubinetti da 3/4 ", doccia a telefono, scarico a levetta. Dimensioni della vasca m 1,70 x 0,70. Acquai per cucinette. - Preferibilmente a doppio scomparto, con rubinetti per acqua calda (almeno 75) e per acqua fredda, per immersione e per risciacquo delle stoviglie. Dimensioni usuali cm 90 x 50, con scolapiatti di cm 65. Idranti a mura per lavaggio da 3/4". - Con rosone a muro, chiave asportabile e tappo di chiusura con catenella di sicurezza, forcella portagomma, tubo di gomma del 3/4", lancia di lavaggio di ottone cromato. Valvole a pavimento, con griglia in acciaio inossidabile, diametro mm. 130, scatola sifonata in bronzo. Particolarmente importanti si presentano i problemi tecnici relativi alle diramazioni ed alle colonne di scarico. Avvertenze fondamentali sono: Abbassamento della quota normale del solaio nei locali dei servizi igienici. Sistemazione dei collettori delle batterie di latrine in vani facilmente ispezionabili. Sistemazione delle colonne di scarico in apposite canalette lasciate nella struttura (comuni ad altri cavi e tubazioni). Ampio impiego dei dispositivi di ventilazione secondaria. Prolungamento delle colonne di scarico e di ventilazione al di sopra della copertura per almeno m 2.00. Adozione di tutti gli accorgimenti per evitare la produzione e la trasmissione di rumori. Distribuzione gas. - indispensabile in tutti quei locali ove siano necessarie l'istantaneit del riscaldamento e la rapida elevazione della temperatura (laboratori clinici e scientifici, sale di medicazione, cucinette, ecc.). Specialmente nei piccoli ospedali il gas pu essere convenientemente impiegato per molti servizi, tra i quali principalmente quello di cucina (banco di cucina). Installazioni frigorifere. Hanno compiti sempre pi importanti nell'organismo ospedaliero. Oltre alla produzione del freddo per ilcondizionamento d'aria o per il semplice rinfrescamento degli ambienti, icompiti essenziali sono: Conservazione delle derrate alimentari (celle frigorifere precedute da anticelle nelle cucine centrali). Fabbricazione del ghiaccio, in blocchi nella cucina centrale, ed in cubetli o triturato nelle cucinette di sezione. Conservazione di alcune speciali colture, di virus e vaccini (nei laboratori clinici e scientifici). Conservazione dei cadaveri (in appositi loculi presso il servizio mortuario e autoptico). Crioterapia (nei reparti di terapia fisica). Ibernazione (nelle sale operatorie). Distribuzione gas terapeutici. Vantaggiosa la centralizzazione nei medi e grandi ospedali, particolarmente in quelli specializzati; i gas medicali (ossigeno, protossido d'azoto, CO2. ecc.) possono essere distribuiti mediante tubazioni di rame sgrassato diramantisi da una centrale sita nel piano semicantinato e facenti capo ad apposite prese poste in alcune stanze di degenza (chirurgia, maternit, ecc.), nelle stanze per post-operati (rianimazione), nelle sale di anestesia ed operatorie, ecc. Centrale in genere costituita da due rampe di bombole (una in servizio, l'altra di riserva e successivo impiego), con una prima decompressione in centrale stessa. Le prese possono essere individuali a flussometro (consentono il collegamento con le maschere, le tende, le incubatrici, ecc.) e rapide (consentono, con un semplice inserimento, il collegamento con gli apparecchi di ossigenoterapia gi provvisti di flussometro). Distribuzione aria compressa e vuoto. - Nei grandi ospedali conveniente la centralizzazione dell'aria compressa (aerosolizzazione,impiego per speciali apparecchi medicali e di laboratorio, ecc.) e del vuoto (aspirazione nelle sale di operazione, sale di medicazione, ecc.). Distribuzione acqua distillata. Nei grandi ospedali pu essere conveniente la centralizzazione e la distribuzione mediante una o pi colonne con diramazioni ad ogni piano in locali di servizio medicale, nei laboratori, ecc. Impianti elettrici. - Nell'eventualit che la societ distributrice non possa erogare la potenza necessaria a B. T., necessaria una cabina di trasformazione con apparecchiature per A.T. e B T. In ogni caso da richiedere un cavo preferenziale. Gli impianti elettrici interni hanno origine da appositi quadri generali, da cui si dipartono le linee montanti atte ad alimentare i quadri secondari di distribuzione, sia per luce che per prese motrici, nei vari piani dell'ospedale, una linea indipendente per l'alimentazione dei motori degli ascensori, altre linee indipendenti per i motori della centrale termica, della lavanderia, della cucina compreso il frigorifero, della radiologia, ecc. Saranno perci da distinguere i circuiti per l'illuminazione ed i circuiti per forza motrice a corrente alternata monofase da 220 V ed a corrente trifase. Nei riguardi dell'illuminazioneartificiale si ricordano i dispositivi di soccorso consistenti in: Un circuito d'illuminazione di soccorso per i corridoi, gli anditi, le scale, le stanze di degenza ed altri locali essenziali, per il caso d'interruzione improvvisa della corrente, con batterie di accumulatori. Questo circuito pu servire anche per la luce notturna. Un circuito d'illuminazione di soccorso per il gruppo operatorio (lampade scialitiche), con batterie di accumulatori riservate, Un gruppo elettrogeno di emergenza per la utilizzazione ridotta delle lampade ed egli apparecchi. Impianti elevatori, - Quando i locali ospedalieri si distribuiscono in pi di tre piani fuori terra obbligatorio l'impianto degli apparecchi elevatori, costituiti da montalettighe, ascensori e montacarichi.

A.P.I.C.E. S.r.l.

422a

Manuale dellArchitetto

OSPEDALI
Caratteristiche particolari delle varie attrezzature: Montalettighe. - Portata utile netta sui 630 kg oppure 1000 kg, dimensioni nette cabina minime m 1,20 x 2,30. usuali m 1,30 x 2,50. Velocit di marcia per ospedale normale 0,30 0,40 m/sec. Macchinario preferibilmente in alto. Ingresso dal lato pi corto. Il tipo unificato da kg 630 presenta dimensioni cabina m 1,18 x 2,24 con vano di corsa m 1,80 x 2,60. Ascensori. - Portata corrispondente a kg 75 per persona: dimensioni nette cabina per il persona le m 1,00 x 1,00, per i visitatori m 1,20x 1,20. velocit di marcia 0.80 m/sec. Tipo unificato da kg 325: dimensioni cabina m 1,18 x 0,80 con vano corsa m 1,50 x 1,30. Montacarichi. - Se per persone e merci, come alcune volte si preferisce particolarmente per i carrelli con le vivande accompagnati dal personale, la portata sar di kg 450 e le dimensioni nette della cabina saranno usualmente m 1,00 x 1,50: se per sole merci, come nel caso del calabiancheria o del montabiancheria, Ia portata ordinariamente di kg 100, le dimensioni m 0,90 x 0,90 oppure 0,80 x 0,80, la velocit di marcia 0,50 m/sec. Impianti ed attrezzature var i e . - Oltre ai precedenti impianti, sono necessarie nell'organismo ospedaliero numerose installazioni ed attrezzature, sia fisse che mobili, che molto contribuiscono al perfetto e regolare funzionamento dell'insieme. Si ricordano sinteticamente: c) Impianto di segnalazioni luminose per chiamate integrate da leggeri ronzanti (sistema generico. sistema selettivo, ecc.) facenti capo alla stanza di guardia delle infermiere. b) Impianto di ricerca personale (con segnalazioni luminose e leggeri ronzanti nei corridoi, negli atri, ecc. collegamenti radio, ecc.) facente capo ad un apposito posto centrale di controllo, abbinato al centralino telefonico. c) Impianti telefonici, costituiti di norma da un centralino telefonico posto nella zona d'ingresso principale. servito da una o pi linee urbane esterne, e da un adeguato numero di linee interne. Pu far parte di questi impianti il sistema di chiamate mediante microfoni a disposizione dei malati con un unico ricevitore posto nella stanza di guardia infermiere o della caposala di turno. d) Impianto delle trasmissioni radio-televisive. Ricevitore centrale dall'esterno, situato nel descritto posto di controllo, in collegamento con altoparlanti (preferibili nei corridoi. nei soggiorni, nelle gallerie di cura, ecc.) e con le cuffie singole o i piccoli altoparlanti presso ogni letto dei malati. Attrezzatura per l'emissione locale. con trasmissioni di programmi per i degenti e di comunicazioni ed ordini per il personale. e) Impianto di orologi elettrici. Ubicazione di orologi a quadrante o a lettura nei corridoi, nei locali di servizio, nelle stanze di medicazione. nelle sale operatorie, ecc., collegati ad un orologio regolatore centrale, munito di dispositivo di rimessa dell'ora in caso di interruzione della corrente. f) Impianto di posta pneumatica. Conveniente in un grande complesso ospedaliero. g) Attrezzature antincendio - Avvisatori ottici ed acustici con rete elettrica di segnalazione a distanza dell'elevazione di temperatura, termometri a distanza. Canalizzazioni per tubi flessibili e lance con prese unificate. Accorgimenti costruttivi circa i corridoi e le scale per l'evacuazione rapida dei malati. h) Difesa dalle scariche elettriche atmosferiche. Impiego dei normali sistemi a gabbia con punte metalliche corte, oppure del tipo a collare radioattivo e nastri di rame. Prese a terra convenientemente inumidite. i) Trasporti orizzontali. - Barelle m 2,30 x 0,60, lettighe o lettini mobili m 1,80 x 0,60, carrelli interni per b.p. m 1,00 x 0,55, carrelli porta sacco per biancheria sporca circolari con diametro di circa 40 cm, carrelli interni per b.s. m 0,80 x 0,50, carrelli porta vivande autoriscaldanti m 1,10 0,65, m 0,75 x 0,45. l) Trasporti esterni, - Autoambulanze, macchine, carrelli autotrasportatori. Previsione di impianto per il lavaggio e la disinfezione. Convogliamento e smaltim e n t o r i f i u t i l i q u i d i . Dalla base dei corpi di fabbrica ospedalieri ha origine un'apposita rete di fognoli nell'area ospedaliera, che raccoglie le acque di scarico dei servizi igienici, dei servizi tecnologici, dei laboratori, ecc. e le acque di lavaggio dei pavimenti di alcuni ambienti e delle corti. Consigliabile che ci avvenga con l'ausilio di vari pozzetti di raccolta ed ispezione, il, modo da poter isolare in caso di necessit i singoli blocchi o le colonne senza compromettere il funzionamento di gran parte della rete. Opportuna una rete separata delle acque pluviali, specie se le acque luride abbiano necessit di essere sottoposte a preventivi trattamenti prima dello scarico. In linea generale, per un ospedale comune, quando la fognatura cittadina sia in buone condizioni e dia garanzia di innocuo smaltimento, la rete interna dell'ospedale pu scaricarsi liberamente in essa: Soltanto per le acque del reparto per contagiosi necessaria una preventiva disinfezione. Se non esiste la fognatura cittadina, o questa non offre sufficienti garanzie, occorrer ricorrere ai processi di chiarificazione e di ossidazione biologica: dipender dalle caratteristiche del recipiente terminale l'estensione parziale o totale di detti processi. Particolare importanza assume la disinfezione finale delle acque trattate nel caso dei reparti per contagiosi o degli ospedali d'isolamento: si consiglia in genere l'immissione di 20 30 gr di cloro attivo per m di liquame con sola ritenuta di materie grossolane, 10 15 gr per m di liquame chiarificato mediante fosse lmhoff, 2 3 gr per m di liquame depurato biologicamente. Per i liquami Provenienti da ospedali per tubercolotici dette quantit devono essere raddoppiate (Puntoni). La disinfezione deve essere effettuata in una vasca di contatto con possibilit di permanenza di 2 ore. Rimozione e smaltimento rif i u t i s o l i d i , - La rimozione dei rifiuti soldi (spazzature, immondizie, rifiuti di alimenti, rifiuti delle medicazioni) avviene normalmente mediante sacchi o bottini a chiusura ermetica attraverso i montacarichi dei depositi di sezione Tolte le eventuali: parti da riutilizzare (bende, garze, alimenta per gli, animali, previo apposito trattamento, tutto il resto dovrebbe essere inviato al forno di incenerimento. A questo devono essere senzaltro diretti, rifiuti solidi dei reparti ed ospedali per contagiosi e sanatoriali.

A.P.I.C.E. S.r.l.

422b

Manuale dellArchitetto

OSPEDALI
MOBILI SANITARI

LETTI Per adulti cm 190 x 90 cm 195 x 90 Per fanciulli cm 170 x 80

ARMADIETTI SPOGL. cm (35+35+35)x32 Per sale di degenza

cm (35+35+35)x32 Per camici personale

cm 40 x 55 Per bambini cm 150 x 70 CULLE COMODINI Per divezzi fino a 2 anni cm 110 x 60 ARMADI VETR. cm 100x40 ARMADI GUARDAROBA

cm. 80 x 50 cm 40 x 40 cm 40 x 32 tipo comune comuni cm 60 x 25 a due vani

cm 90x40 Per 1 letto cm 80x45

cm 65x36

cm 55x36

Per 2 letti cm 120x45

SEDIE

con braccioli sgabello

Per 3 letti cm 150x45 CARRELLI

Per guardaroba generale cm 200x45

POLTRONE DIVANI a 4 posti a 2 posti TAVOLI cm 100 x 70 cm 70 x 50 cm 80 x 50 cm 70 x 50 SEDIA A RUOTE cm 120 x 80 cm 90 x 80 cm 75 x 75 BARRELLE E LETTIGHE Barrella su carrello cm 230x60 cm 180x60 Lettiga a 3 posti Portasacco Per biancheria sporca a cassone per galleria cm 40 cm 90x60 a cassone cm 80x50 Portavivande Per biancheria pulita cm 100x55 Portarifiuti cm 35 cm 110x65 cm 75x45

divano-letto

Portarifiuti a cassone cm 120x70

ATTREZZATURE MEDICO CHIRURGICHE


LETTINO VISITA TAVOLI OPERATORI APPARECCHIO DI X-TERAPIA PROFONDA APPARECCHIO DI X-TERAPIA SUPERFICIALE BANCONE CENTRALE LABOR. ortopedico BANCONE CENTRALE CON VETRO

chirurgico TAVOLO CISTOSCOPIA

CARRELLO ANESTESIA TAVOLO DA PARTO TAVOLO ANATOMICO

BANCONE A MURO CON CAPPA TAVOLO DA MICROSCOPIA TAVOLO CENTRALE CON LAVANDINI

VASCA SAGOMATA IDROTERAPIA

APPARECCHIO RADIOGRAFIA

BANCONE A MURO LABOR.

A.P.I.C.E. S.r.l.

423

Manuale dellArchitetto

OSPEDALI
IMPIANTI SANITARI E TECNOLOGICI IDROESTRATTORE CENTRIFUGO LAVABI per malati per servizi LISCIVIATRICE CON TINO MANGANO DA STIRO

per chirurghi VASI BIDET DOCCIA VUOTATOIO ESSICCATOIO A CARRELLI VASCA DA BAGNO LAVANDINO per aspirazione a caduta GENERATORE DI FLUIDO TERMICO

CAMERA ALLA FORMALDEIDE

STUFA DI DISINFEZIONE A VAPORE

BANCO DA CUCINA

LAVATRICE RISCIACQUATRICE

TINOZZA ELLITTICA PENTOLE A VAPORE FRIGGITRICE FORNO A GAS PENTOLINE A VAPORE TRATTI INDICATIVI AMMALATI M.L. VISITATORI A.V. PERSONALE A.P. AMBULATORIALI A.A. Simboli ed ingombri usualmente adottati nel progetto di un edificio ospedaliero BIANCHERIA INFETTA C.B.I. BIANCHERIA SPORCA C.B.S. BIANCHERIA PULITA M.B.P.

TRAFFICI ORIZZONTALI E VERTICALI ELEVATORI (sagome nelle minime) TRATTI INDICATIVI VIVANDE M.V. Carrello con accompagnatore ELEVATORI (sagome nelle minime)

A.P.I.C.E. S.r.l.

424

Manuale dellArchitetto

CHIESE

La chiesa per i cattolici luogo di culto e di insegnamento religioso: centro dell'atto di fede l'altare ove si celebra il Sacrificio Divino, mentre il pulpito e l'ambone sono gli elementi dai quali viene l'insegnamento religioso. La chiesa, che nel susseguirsi dei secoli stata espressa in varie forme di architettura, da un punto di vista funzionale ha mantenuto integro il suo organismo distributivo. Per la sua semplicit concettuale, la chiesa delle origini la migliore espressione di insegnamento per lo studio della chiesa contemporanea. Nella progettazione di una chiesa occorre conoscere l'esatta destinazione in base all'Autorit Ecclesiastica che la presieder. Le chiese si distinguono in: cattedrali - se accolgono la cattedra del Vescovo e gli stalli del Capitolo della Diocesi; collegiate - se servite da un Capitolo di Canonici; conventuali - se annesse ad un convento; parrocchiali - quando, oltre agli scopi spirituali e morali assolvono compiti amministrativi, sociali ed assistenziali; chiese filiali o succursali - se dipendono da una chiesa parrocchiale per l'uso dei fedeli lontani; cappelle - se destinate all'uso particolare di una comunit o di un privato. Nel dimensionamento di una chiesa, in genere, si pu calcolare che: 2/10 dei fedeli resta in piedi 1/10 siede in panche 7/10 si serve di seggiole. L'area occupata per fedele risulta pertanto: m 0,25 per persona in piedi

uffici parrocchiali canonica


s s

T Sc Op Sc

convento coro S Op

P campanile B 1 battistero

campanile

Fig. 2 - Tipi di chiese 1, parrocchiale; 2, cattdrale (ampio presbiterio per le sacre ordinazioni); 3, conventuale (coro protetto); S, sagrestia; P, pulpito; T, trono o cattedra vescovile; Sc, scanni; B, fonte battesimale.
Dimensioni per una progettazione di grande massima N. abitanti Superficie coperta in m Area lorda per un complesso
parrocchiale

Superficie totale S media=8000 m S media=1400 m S media=400 m/n. piani 0,931,03/n. abit.

500010000 "" "" 20003000

m 1,01,5/n. abit. m 0,100,20/n. abit. m 0,03/n. abit.

Chiesa - sagrestia . . . Canonica - uffici - locali riunione Chiese succursali . . . . .

* Da aumentarsi ini funzione di una completa attrezzatura sportiva. (v. "Impianti sportivi").

cattedra episcopale

tabernacolo

tabernacolo olii scari credenza

epistulae sagrestia

abside

coro

altare santuario ambone per espistola ambone per vangelo

coro santuario cornu evangelii pulpito leggio sedili cornu

nave confessionali cappella fonte battesimale

nave

area perimetrale

atrio ambulacro

nartece atrio portico reliquario Fig. 3 - Relazione tra i vari elementi della chiesa

campanile posiz. variab.

stazioni della via crucis

Fig. 1 - Pianta della chiesa di San Clemente a Roma (secolo XII)

A.P.I.C.E. S.r.l.

425

Manuale dellArchitetto

CHIESE
IL COMPLESSO PARROCCHIALE NEL QUARTIERE QUARTIERE RESIDENZIALE II suo dimensionamento varia in funzione del numero dei fedeli sotto la sua giurisdizione. In genere considerando una densit mediavariabile, tra i 250 350 abitanti per ettaro, la zona di influenza di una parrocchia dovrebbe essere circoscritta da un raggio non superiore ai 500 metri, per cui l'assi stenza parrocchiale viene assicurata per un numero di anime variabile dalle 5000 alle 10000. Le 15000 anime (soluzione tipo per la pianificazione parrocchiale di Milano) da considerarsi un caso limite per le grandi citt, per le quali il vero optimum sarebbe una chiesa ogni 12000 anime, pari a due unit scolastiche di 20 aule e 4 asili. Elementi di un complesso parrocchiale Nella sua espressione massima una parrocchia pu comprendere: o) chiesa con battistero, sagrestia e campanile; b) canonica con abitazione del parroco: studio privato, ampio soggiorno, cucina tinello, 24 locali letto, 12 stanze per foresteria, alloggio domestica con servizi separati; appartamenti singoli per coadiutori (schema c.s. ma ridotto): appartamento del sagrestano con famiglia: c) uffici parrocchiali -minimo 2 locali pi archivio parrocchiale; d) locali di Azione Cattolica per uomini, donne, giovent maschile e femminile, per riunioni quali conferenze di San Vincenzo od altri enti assistenziali; e) centro sociale cattolico con biblioteca e sale di lettura, sale di riunioni capaci di circa 50 persone, sale di ricreazione con bar e televisione per le famiglie del quartiere, aule per attivit culturale di gruppo, nonch per lavori manuali; f) salone per adunanze, per proiezioni cinematografiche ed eventuale palcoscenico (capienza non superiore ai 600 posti per parrocchie sulle 12000anime); g) aule catechistiche per tutto il ciclo scolastico elementare per 2030 alunni ciascuno; h) oratorio maschile con locali diricreazione e sport, campi di giuoco all'aperto suddivisi in due gruppi: giovani e ragazze: . I) oratorio femminile con eventuali aule per studi complementari di educazione femminile: I) asilo misto con eventuale unitaresidenza delle suore addette (entit in funzione alle esigenze del quartiere e dell'ordine religioso). NUMERO DEI FEDELI DA CONSICONSIDERARSI PRESENTI IN UNA CHIESA (Dati Indicativi di larga massima).
110 95

LE PARTI DELLA CHIESA Il santuario nella concezione pi attuale comprende il presbiterio ed il coro. Il presbiterio il recinto dove si erige l'altare maggiore. Il coro la parte dove si raccoglie il clero per recitare l'Ufficio Divino ed assistere alle funzioni. Nel coro nessun laico dovrebbe essere ammesso durante l'ufficiatura divina e di questo sarebbe bene tenere conto nella progettazione della chiesa, onde creare, sui lati del presbiterio, ampie aree o coretti elevati destinati alle Associazioni di Azione Cattolica. Il presbiterio deve essere abbastanza ampio per garantire una facilit di movimenti nelle diverse celebrazioni, L'altare (v. fig. 5) formato da una sola lastra orizzontale (mensa) di marmo opietra poggiante su sostegni (stipiti). La mensa deve essere alta cm 90100 dal piano della predella, la larghezza e profondit sono in funzione dell'importanza della chiesa. Nella mensa va incastrata la pietra sacra contenente le reliquie (v. fig. 7)qualora si tratti degli altari laterali, poichl'altare maggiore viene normalmenteconsacrato dal Vescovo nella cerimonia della consacrazione della chiesa. n.abitanti 7 n.abitanti per quartieri adiacenti a citt N= 10 2 x abitanti (per paesi in campagna N= 5 inferiori ai 5000 abitanti con unica chiesa) per quartieri isolati N= 190300
40 60

2025 2027 80 7577 1318

C 95170 2110 A
95100

Fig. 5 - Altare A,pianta; B, prospetto; C sezione trasversale sul presbiterio.

35 50

17
6

15

16 14 12 9 9 9 9 9 10

13 180 3238 11 110 70 110 3032


5060

3 4 1 2

7 8

3238 Fig. 4 - Schema di complesso parrocchiale 42 3238 1,chiesa; 2,fonte battesimale; 3,sagrestia; 4campanile; 5,sagrato; 6,canonica; 11, salone adunanze (cinema teatro); 12 oratorio maschile; 13, asilo; 14, orato7,uffici parrocchiali; 8,locali di associario femminile; 15, asilo; 16, residenza suore; 17, giuoco asilo. zione cattoliche; 9,aule catechistiche; 10,

A.P.I.C.E. S.r.l.

426

Manuale dellArchitetto

CHIESE
L'altare (alta ara) deve essere poLa credenza deve trovarsi dal sto in alto: a ci si provvede con la lato dell'Epistola e pu limitarsi 3 predella che si eleva dal paviad un semplice tavolo le cui di5 mento formando dei gradini semmensioni non dovrebbero essere pre in numero dispari (v. fig. 6). inferiori a cm 100 di lunghezza e L'altare pu essere anche addoscm 40 di profondit. sato alla parete di fondo. La II sedile per il celebrante va Chiesa, inoltre, non fissa quale 10 1416 collocato dal lato dell 'Epistola. debba essere la posizione del saLa cattedra vescovile viene in cerdote all'altare rispetto ai po polo genere collocata dal lato del per cui pure da tenere in consi30 Vangelo. derazione il ritorno all'altare Fig. 7 Pianta a sezione della pietra sacra versum populum-in tal caso occorre affrontare il problema della ~360 sistemazione del tabernacolo. II tabernacolo custodisce l'Eucari3035 2530 4045 stia e le sue dimensioni sono in 140180 funzione della capacit richiesta. 3540 3540 Nell'espressione minima deve con4045 6570 tenere un calice, un ostensorio ed 45 una o pi pissidi (v. fig. 8). Oltre all'altare debbono trovare ~26 posto nel presbiterio: la credenza il sedile per il celebrante e per i mini~50 stri nelle funzioni solenni, e nelle chiese cattedrali o abbaziali, la Fig. 8 Dimensioni dei tabernacoli cattedra vescovile. II pulpito fu introdotto verso il XII-XIII secolo col sorgere degli ordini dei predicatori. Nelle antiche chiese basilicali il Vangelo e lEpistola venivano letti dai rispettivi amboni mentre il Vescovo pronunciava il sermone da un trono eretto dietro laltare o dal lato del Vangelo. Attualmente il pulpito viene riservato per le grandi chiese essendo stato in genere adottato il semplice leggio (v. fig. 10). La larghezza minima di un pulpito di cm 80100; sia il pulpito che il leggio debbono avere un piano inclinato per i libri ed una luce per la lettura. 90 75 La navata lo spazio riservato ai fedeli. Nella progettazione di essa si debbono sempre tenere in considerazione sia il fattore di visibilit rispetto allaltare che il fattore acustico. Dal punto di vista acustico una pianta semicircolare o poligonale richiederebbe laltare nel centro focale e non nel centro di curvatura: pareti concave molto estese portano svantaggi: vantaggiose invece le pareti convesse con piccole o grandi curvature. Realizzabile la pianta centrale a 5 o 7 lati in cui per sono da evitare gli angoli tra gli 80 e 100. Pure sconsigliabile acusticamente il cubo od il corridoiomentre sempre valida la regola: larghezza = 1/2 o 2/3 della lunghezza.

10

20

90

Fig. 10 Pulpito

85100
3238 1216 2 23 3642 913

I banchi (v. fig. 11) per i fedeli non dovrebbero superare i 57 posti considerando cm 50 per posto.
1619

1518 1

7980 4346

Fig. 11 Banco con inginocchiatoio

A.P.I.C.E. S.r.l.

427a

Manuale dellArchitetto

CHIESE
Il locale che accoglie lorgano deve avere un altezza tale da permettere un area libera al disopra delle canne di almeno m 11,50. Lo spazio da riservare ai cantori va dimensionato in modo da garantire la migtiore sistemazione degli nelle chiese piccole: 1 registro per 200300 m stessi rispetto al maestro ga medie: 1 300400 m rantendo per tutti la visibilit grandi: 1 400500 m necessaria. In diretta comuni cazione col presbiterio deve H trovarsi la sagrestia dove vengono conservati i paramenti e I 8085 100110 R suppellettili sacri e dove il clero V R si raccoglie per prepararsi alle V cerimonie. La superficie di essa A pu in linea di massima essere A B D 250280 calcolata da un 1/5 a 1/20 di D 85 85 8085 quella della chiesa. Nella sua Fig. 13 Tipi di sospensioni per campane minima epressione essa pu A, sospensione con l'asse passante per l'anello del comporsi di un unico ambiente 2 x R ; Vmax = 3,1 P; Hmax= 1,55 P); in cui debbono trovare posto: battacchio (D = 2,5 un banco per paramenti sacri 2xR ; dalle dimensioni minime di m B, sospensione a ceppo rialzato (D = 1,8 1,502 00, largo circa cm 90; Vmax = 1,5 P; Hmax= 0,25 P); P, peso campana. un armadio profondo cm 8590 per i piviali, le casule (o 7577 4555 20 6567 8590 pianete) ed altri paramenti; B un armadio largo al minimo cm 150 profondo cm 6570 per le dalmatiche ed altre pia2538 nete; 25 170 un armadio profondo cm 65 per i paramenti minori; 220250 un armadio profondo cm 40 per la conservazione dei vari arredi sacri. A Logicamente lo sviluppo dei 30 mobili in funzione dell importanza della chiesa. Nella sagreFig. 12 Confessionale 140 125 stia occorre poi almeno un A, pianta; lavabo, un piccolo altare ed il B sezione longitudinale; sacrario cio lavello con scolo C, sezione trasversale. diretto nel terreno. Per la comNella pianta a sinistra soluzione aperta posizione interna della chiesa schermata, a destra soluzione chiusa con bene tenere presente i colori battente. D C dei paramenti che sono in funzione della liturgia romana II fonte battesimale pu esFig. 14 Dimensioni di arredi e paramenti A,armadio di sagrestia per piviali e casule (pianete); bianco (purita) rosso (passione sere di qualunque forma. B, armadio per dalmatiche; C,dalmatica; D,pianeta e carita) verde (speranza) viola La vasca bene sia divisa gotica; E,calice; F,ostensorio (rito romano); G, pis(penitenza) nero (lutto). in due parti non coI confessionali debbono essere facilmente visibili ma nello stesso tempo in luogoriservato. Dato che il sacerdote siede nel confessionale per lunghi pe riodi lo spazio a Iui destinato deve essere accu ratamente dimensionato e possibilmente ventila to. Inoltre la posizione delle grate deveesattamente cadere sulla mezzeria della sedia del confessore inoltre il sedile per lo stesso deve essere variabile in altezza esufficientemente largo e profondo. Non lontano dal presbiterio dovrebbe trovarsi la cantoria, per quanto per ragioni di acustica la si colloca spesso sopra la porta di ingresso. Il dimensionamento di una cantoria e in funzione della importanza dell organo; la grandezza dell organo logicamente in funzione della chiesa. In genere si calcola: municanti: in una viene conservata l acqua battesimale, laltra deve ricevere lacqua che servita per ii Battesimo che attraverso il sacrario (piccolo pozzo rivestito di muratura ai lati) deve essere direttamente dispersa nel terreno.
side per la conservazione delle particole (un diametro di cm 16 permette la raccolta di 500600 particole); H,patena. ~15

1113 4580

150160 1525

1015

2230

2545

A.P.I.C.E. S.r.l.

427b

Manuale dellArchitetto

CIMITERI
ELEMENTI GENERALI PER LA 0,60 0,60 0,60 0,60 PROGETTAZIONE Nozioni di polizia mortuaria. 1,50 -I cimiteri sono i luoghi dove vengono 0,80 0,80 0,80 0,80 1,80 sepolti i cadaveri umani perch subi0,50 scano i processi di decomposizione e di mineralizzazione fuori del contatto con i 2,00 1,50 0,60 viventi. L'uso dei cimiteri veri e propri, 1,00 situati fuori delle mura cittadine, si pu dire abbia avuto inizio verso la met del sec. XVIII, quando si cominci ad impe- 2,40 1,80 1,40 dire il seppellimento delle salme nelle 1,50 chiese e nelle loro adiacenze, uso che 0,60 B era perdurato per molti secoli. A In Italia la materia disciplinata attualmente dagli art, 337-343 del T.U. delle Fig.1 Superfici di occupazione delle sepolture ad inumazione. A, adulti; B fanciulli. leggi sanitarie 27 luglio 1934 n. 1265 e dal Regolamento di polizia mortuaria in tutto il corpo iniziando la decomposimento di un cimitero deve essere preceapprovato con R.D. 21 dicembre 1942 zione: nel secondo, molto pi lungo duto da uno studio tecnicourbanistico n. 1880. In essi vengono chiaramente (6-7 anni fino a 10 anni), si attua ed igienico dellarea da prescegliere, indicate le numerose prescrizioni d'ilossidazione delle sostanze prodotte a eseguito a cura di unapposita Commisgiene mortuaria intese a salvaguardare mezzo dell'attivita-biochimica dei batteri sione provinciale. Lart. 86 del Reg. di la salute pubblica: particolare imporaerobi, completandosi la rnineralizzapolizia mortuaria indica i requisiti fondatanza assumono le norme per il periodo zione. Per tale ragione la sepoltura per mentali sullubicazione dellarea (lontana di osservazione dei cadaveri, le precauinumazione viene concessa per un pedai centri abitati, collegata da facili vie di zioni per i morti di malattie riodo di dieci anni (rinnovabile), ai fini comunicazione, a non meno di 200 infettivo-diffusive, le disposizioni sul serdi un necessario avvicendamento in metri di distanza dalle case cittadine vizio dei cimiteri, sui sistemi di sepoltura, spazi limitati quali sono i cimiteri. periferiche, preferibilmente a valle delsulla costruzione ed infine sulla soppresLa tumulazione consiste nel disporre il labitato e sottovento rispetto ad esso nei sione dei cimiteri (il terreno di un cimiferetro (doppia cassa di cui quella inriguardi dei venti predominanti nella tero soppresso non pu essere destinato terna di metallo) in nicchie o loculi zona) sui caratteri fisico-meccanici del ad altro uso se non siano trascorsi alseparati, scavati nella roccia o costruiti suole per la sua idoneita all'inumazione, meno 15 anni). in muratura. II processo sulla salma sulla profondit e direzione della falda F o r m e d i s e p o l t u r e . -La destinacomincia in un primo tempo, come freatica. zione dei cadaveri ha avuto nel tempo nell'inumazione, con la putrefazione, II quarto comma dell'art. 338 del T. U., varie forme a seconda della natura e ma successivamente, per la mancanza riguardante la facolt di deroga condelle usanze dei popoli; si citano l'abbandi ossigeno, la mineralizzazione viene cessa al Prefetto nei riguardi della didono in luoghi deserti o su rupi, la molto rallentata: questo fatto per non stanza dei cimiteri dall'abitato, stato tumulazione in grossi monumenti porta in linea generale conseguenze modificato dall'art. 1 della Legge 17 (dolmen), I'imbalsamazione ed il deponocive perch le concessioni di loculi ottobre 1957: sito dentro adatte costruzioni, I'immerper tumulazioni sono trentennali o per Pu altres il Prefetto, su motivata risione in lago o in mare, ecc. Attualpetue. Qualche pericolo rappresenchiesta del Consiglio Comunale, delibemente, salvo poche eccezioni, le forme tato dalla possibilit che la pressione dei rata a maggioranza assolluta dei consisi possono sostanzialmente ridurre a tre gas rompa la cassa di metallo lungo le glieri in carica, e previo conforme pacategorie, e cio all'inumazione, alla saldature; contemplato per l'uso di rere del Consiglio Provinciale di Sanit, tumulazione ed alla cremazione. speciali apparechi con materiale atto a quando non vi si oppongano ragioni Per inumazione si intende il seppellifissare i gas della putrefazione igieniche e sussistano gravi e giustificati mento nel terreno della salma contenuta La cremazione consiste nella bruciatura motivi, ridurre l'ampiezza della zona di in una cassa di legno dolce, la quale del cadavere con diversi procedimenti, rispetto di un cimitero, delimitandone il impedisce in un primo tempo la disperseguita dalla raccolta delle ceneri in perimetro in relazione alla situazione dei sione delle materie ed assicura una certa apposita urna. luoghi, purch nei centri abitati con poriserva d'aria per i batteri aerobi che Scelta della localit adatta polazione superiore ai 20000 ab. il accelerano la decomposizione, mentre per un cimitero. raggio della zona non risulti inferiore ai in un secondo tempo, consumandosi, A norma dell'art. 337 del T. U. delle m 100 ed almeno ai m 50 per gli altri favorisce il contatto con il terreno. II leggi sanitarie ogni Comune deve avere Comuni . processo si svolge in due periodi succesaImeno un cimitero a sistema di inumasivi: nel primo, della durata di circa 4 zione: i piccoli Comuni possono avere mesi, i batteri della putrefazione ed altri insieme un cimitero consorziale quando saprofiti aerobi ed anaerobi, partendo siano contermini dalle vie gastro-intestinali, si diffondono II progetto di costruzione o di amplia-

A.P.I.C.E. S.r.l.

428a

Manuale dellArchitetto

CIMITERI
Natura del terreno. -L'impianto o l'ampliamento di un cimitero, anche a norma del regolamento, si fonda sul sistema di inumazione. Pertanto assume importanza determinante la struttura fisico-meccanica del terreno: esso deve avere normali caratteristiche medie per permettere lo svolgimento del processo di decomposizione e di successiva mineralizzazione delle salme in un periodo massimo di 10 anni. Dovr essere sciolto ed asciutto in giusto grado fino alla profondit di m 2,50, in modo da avere una mo dica permeabilit all'aria per favorire l'azione dei batteri aerobi ed all'acqua per non essere sottoposto a dilavamenti a causa delle acque superficiali. In un terreno troppo impermeabile e umido si andrebbe incontro infatti alla cosiddetta saponificazione dei cadaveri (adipocera): in un terreno troppo secco e ventilato o molto avido di acqua si verificherebbe il processo della mummificazione: in un terreno eccessivamente ghiaioso le acque superficiali, infiltrandosi facilmente, trascinerebbero nella falda sottostante le sostanze in decomposizione. Comunque, vi e anche una certa graduazione nei requisiti a seconda delle varie stratificazioni del suolo sopra, attorno e sotto la salma. Altro elemento che pu influenzare il regolare svolgersi del processo la distanza della falda freatica dal piano di appoggio della salma: per un'adeguata sicurezza occorre che il livello della zona di assorbimento capillare non arrivi ad una distanza inferiore a m 0,50 da detto piano: inoltre la falda idrica deve avere direzione tale che non possa alimentare eventualmente pozzi o sorgenti dell'abitato. Le condizioni sopra illustrate possono essere artificialmente realizzate con opere di colmata e di taglio con terreni estranei, con opportune opere di drenaggio profondo, con opere di sbarramento atte a deviare la direzione di movimento della falda, ecc. II piano di appoggio della salma fissato dal Reg. in m 2,00 di profondit, in modo che per un terreno adatto lo spessore dello strato possa impedire ai gas della putrefazione, come anche agli insetti ed ai vermi, di risalire allesterno, e che attorno alla salma si mantenga una temperatura non soggetta alle variazioni giornaliere. Decentramento dei cimiteri. Quando il centro abitato presenta un grande sviluppo, non risulta pi conveniente un solo cimitero accentrato, sia per la grande distanza dai quartieri pi lontani, sia per un certo appesantimento dei suoi servizi. Ordinariamente si consiglia che un cimitero non debba superare l'estensione di 70 ettari. II problema del decentramento, tuttavia non facile a risolversi nel quadro della composizione urbanistica di una citt a grande espansione, che mira naturalmente ad assorbire ed ingrandire i cimiteri finitimi. Infatti la moltiplicazione di tali isole nel territorio comunale, circondate dalle relative zone di rispetto, con i conseguenti deprezzamenti dei terreni circostanti nei riguardi edificativi, rappresenta un grande ostacolo per l'economia complessiva cittadina. Si indica quale razionale soluzione la sistemazione o creazione di recinti cemeteriali di forma allungata, disposti parallelamente alle direttrici radiali della citt ad adeguata distanza dal nu cleo urbano, e circondati dalle zone di verde destinate a restare intermedie tra aggregato intensivo urbano e futuri quartieri autosufficienti o satelliti. Superficie occorrente per un c i m i t e r o . -L'ampiezza dell'area da assegnare ad un cimitero si fonda essenzialmente sulla superficie dei campi di inumazione, la quale deve essere sufficiente per tutti i ,seppellimenti richiesti in base alle statistiche di popolazione e di mortalit del Comune. L'estensione degli altri tipi di sepoltura dipende da fattori locali. da aggiungere successivamente l'area occupata dai viali e giardini e dalle costruzioni cemeteriali. Per il calcolo dell'area dei campi d'inumazione viene assunta la media annuale dei morti dell'ultimo decennio ricavata dalle statistiche di mortalit del Comune: tenuto conto del periodo di 10 anni ritenuto sufficiente, a terreno adeguato perch siano completati i processi di mineralizzazione delle salme, I'area in questione dovr essere almeno 10 volte pi estesa dello spazio necessario per il numero presunto dei morti da seppellire in ciascun anno. La superficie occupata sul terreno da una singola fossa viene calcolata in modo diverso per gli adulti e per i fanciulli al disotto dei 10 anni. Per le salme di adulti lo scavo nella parte pi profonda deve avere le dimensioni di m 1,80 x 0,80, mentre le fosse de vono distare almeno m 0,60 I'una dall'altra da ogni lato, tenuto conto di una leggera scarpa si calcola una superficie di m 3,50 per posto. Per i fanciulli le fosse devono avere le dimensioni di m 1,50 x 0,50 e distare almeno m 0,50 dalle altre da ogni lato, con una superficie in media di m 2,00 per salma (fig. 1). Si ammette una ripartizione di 73 adulti e 27 bambini per ogni 100 morti. L'area netta d'inumazione dovr inoltre essere maggiorata in funzione della divisione in riquadri con formazioni binarie (fosse su due file), ternarie (fosse su tre file), quaternarie (fosse su quattro file), e quindi della necessit di vialetti di ripartizione. Per ricavare i coefficienti di maggiorazione possono in genere servire gli schemi della fig. 2, compilati, come d'uso, sulle dimensioni tipiche dei posti m 2,40 x 1,40 e m 2,00 x 1,00. Devesi ancora calcolare una maggiore assegnazione di terrreno per leventualit di epidemie, equivalente ad un sesto dellarea totale occorrente per le inumazioni ordinarie (art. 88 Reg.) Dovranno infine aggiungersi larea per le sepolture private, larea destinata alle costruzioni necessarie al funzionamento del cimitero e quella occupata da viali principali, strade, giardini, ecc.. La superficie per le sepolture private dipende da molti fattori locali, quali le usanze della popolazione, il censo dei

A.P.I.C.E. S.r.l.

428b

Manuale dellArchitetto

CIMITERI

ADULTI formazione binaria 16,00 14,00

FANCIULLI 12,00 10,00

6,80 4,80

4,00 6,00

Area unitaria m 108,80:20 = m 5,44; coefficiente di maggiore = 0,62

Area unitaria m 72,00:20 = m 3,60; coefficiente di maggiore = 0,80

formazione ternaria

9,20 7,20

6,00 8,00

Area unitaria m 147,20:30 = m 4,91; coefficiente di maggiore = 0,46

Area unitaria m 96,00:30 = m 3,20; coefficiente di maggiore = 0,60

formazione quaternaria

11,60 9,60

8,0010,00

Area unitaria m 185,60:40 = m 4,64; coefficiente di maggiore = 0,38

Area unitaria m 120,00:40 = m 3,00; coefficiente di maggiore = 0,50

Fig. 2 - Superfici di terreno per fosse comuni per i vari tipi di riquadri, con vialetti di ripartizione di m 2,00. Dimensioni secondo il Reg. vigente.

A.P.I.C.E. S.r.l.

429

Manuale dellArchitetto

CIMITERI
cittadini, l'entit ed il carattere delcimitero, ecc.; attualmente si nota uncontinuo aumento della tendenza alla tumulazione. Generalmente per una citt di 100000 ab. si possono prevedere 5000 sepolture private occupanti in media m 6 ciascuna. L'area riservata alle costruzioni, alle strade, ai viali ed ai giardini si calcola per circa 1/4 dell'area totale di seppellimento. Superficie occorrente per un cimitero di una citt cattolica di 100000 abitanti con mortalit annua del 15 a) Area d'inumazione per adulti 2 0,73x1500x3,50x10 m 38325 b) Area d'inumazione per fanciulli 0,27x1500x2,00x10 8100 c) Area per vialetti secondari di ripartizione, supposta una formazione binaria con vialetti di m 2,00 per adulti 38325x0,62 23761 per fanciulli 8100 x 0,80 6480 d) Area riservata in caso di epidemie 1/6(a+b)-1/6x46425 7737 e) Area per sepolture private in edicole colombari, ecc. 5000x6 30000 f) Area riservata per viali principali, edifici vari, spazi a verde 1/4(a+b+c+e)=1/4x10666626666 g) Reparto contagiosi ed indecomposti (a corpo) 4000 h) Reparti per non cattolici (a corpo) 20000 minor numero di sepolture private, si richiedono una minore monumentalit ed un pi modesto sviluppo di edifici accessori, ecc. ELEMENTI DELLA COMPOSIZIONE Edifici comuni, - Sono quelli che si ritengono indispensabili, pur con una razionale graduazione di consistenza e di sviluppo a seconda dell'entit, al funzionamento tecnico, igienico ed amministrativo dei cimiteri. Recinzione. - L'area del cimitero deve essere recinta mediante un muro alto non meno di m 2,50 dal piano esterno di campagna, sul quale possono appoggiarsi lapidi, edicole ed altri monumenti funebri. Ingressi ed abitazioni. - Per il piccolo cimitero basta un cancello per pedoni e veicoli sorvegliato da un custode con abitazione: nei medi e grandi impianti occorre distinguere l'ingresso carrozzabile per i cortei funebri e l'ingresso per i pedoni, sorvegliati da uno o due posti di custodia. Abitazioni del custode, del direttore ed eventualmente degli ispettori e dei vigili. Per reparti confessionali non cattolici sono prescritti ingressi distinti. Uffici. - Direzione: ufficio direttore, salotto, attesa. Ispettorato: ispettore, vice-ispettori, locale per il pubblico. Amministrazione: capo ufficio, segreteria, cassa, ecc. Ufficio tecnico: capo ufficio, disegnatori, assistenti, controllo progetti e bozzetti. Servizi igienici per il personale ed il pubblico. Locale di pronto soccorso. - Per eventuali disgrazie o malori in cui occorressero visitatori e parenti. Deposito di osservazione (qualora il Comune non disponga di un apposito obitorio). - adibito ad ospitare le salme delle seguenti persone per il prescritto periodo di osservazione di 24 ore (art. 11 Reg.): a) morte in abitazioni anguste o povere che siano inadatte o nelle quali sia pericoloso il mantenere le salme per il periodo prescritto; b) morte in seguito a qualsiasi accidente sulla pubblica via o in luogo pubblico; c) ignote, cui debba farsi esposizione al pubblico per il riconoscimento. Per le prime due categorie i locali devono consentire l'assistenza da parte dei parenti: per tutte occorrono dei collegamenti tali da far avvertire dal custode ogni eventuale manifestazione di vita. Ambienti ampiamente ventilati e freschi, pavimenti impermeabili e con pendenza verso chiusini appositi, rivestimenti lavabili alle pareti. Camera mortuaria. - Serve al temporaneo deposito di tutti i feretri, quando passato il periodo di osservazione, in attesa di essere sepolti o cremati. Pu eccezionalmente funzionare da deposito di osservazione in mancanza di questo e dell'obitorio comunale. Ampiezza derivante dal numero dei decessi giornalieri, tenendo conto di un margine di sicurezza per punte di mortalit eccezionale. Ambiente con pareti rivestite di marmo o altro materiale lavabile fino all'altezza di m 1,50, con pavimento liscio e impermeabile disposto in modo da assicurare il facile scolo delle acque di lavaggio, di cui deve essere anche assicurato il facile ed innocuo smaltimento. Per i grandi cimiteri bene prevedere una camera mortuaria, come anche un deposito di osservazione, per i deceduti di malattie infettivo-diffusive. Sola per le autopsie con annessi. Locale ampiamente illuminato ed aerato, con al centro un tavolo anatomico in gres ceramico, in marmo, in ardesia, in pietra artificiale o in metallo, provvisto di adatta canalizzazione per l'allontanamento dei liquidi cadaverici e delle acque di lavaggio, e di mezzi per il loro rapido ed innocuo smaltimento. Chiesa o cappella, - adibita alla benedizione dei feretri ed alle funzioni religiose in onore dei defunti. bene che abbia un comodo accesso, per consentire l'inoltro dei carri funebri fino al piano della sala. Locali

Totale....... m 165069 In cifra tonda quindi sono necessari, come superficie minima per un cimitero a carattere fortemente intensivo, m 1,65 per ogni abitante. In linea generale si prevedono m 2,20 - 1,90 per ab, per citt superiori ai 100000 ab., m 1,80 - 1,60 per citt intorno ai 100000 ab. e m 1,50 - 1,40 per cittadine di circa 10000 abitanti, per il fatto che per i centri minori vengono maggiormente usate le formazioni ternarie e quaternarie, viene ordinariamente impiegato un

A.P.I.C.E. S.r.l.

430a

Manuale dellArchitetto

CIMITERI
annessi: sagrestia ed uno o pi locali per soggiorno di un sacerdote. Il complesso delle sepolture. - La composizione dei campi di sepoltura propriamente detti deve presentare distinti reparti per cattolici, israelitici, acattolici e per le salme indecomposte all'atto dell'esumazione al cessare del periodo di concessione. l tipi di sepoltura possono cos riassumersi: Fosse comuni. - A sistema d'inumazione secondo schemi binario, ternario e quaternario. Ogni fossa deve essere contraddistinta da un cippo portante un numero progressivo e l'indicazione dell'anno di seppellimento. consentito un piccolo monumento o lastra con dimensioni in pianta massime m 1 x 2 e di varia altezza. Colombari. - Sono costituiti da un insieme di loculi disposti in portici, in gallerie sotterranee e semisotterranee, in templi, ecc. per tumulazioni singole. l loculi possono essere disposti nel senso della profondit (di punta) o nel senso longitudinale (di fascia); le loro dimensioni dovrebbero aggirarsi su m 2,15 x 0,78 x 0,75. Ogni feretro (con duplice cassa, l'una di legno e l'altra di metallo) deve essere situato in loculo distinto, scavato in roccia compatta o costruito con buona opera muraria, intonacato all'interno con cemento e chiuso ermeticamente con muratura o lastra di pietra. Secondo il vigente regolamento, lo spessore delle pareti delle nicchie e dei loculi in muratura ordinaria deve essere al minimo di cm 40, mentre per le solette ed i tramezzi delle costruzioni in cemento armato deve essere al minimo di cm 10 (art. 55 Reg.). La chiusura bene sia eseguita con muratura di mattoni con antistante lastra marmorea di cm 3 di spessore, posta in opera in modo da lasciare una intercapedine di circa cm 5. L'altezza delle pareti contenenti i loculi non dovrebbe superare i m 3,00. Edicole o cappelle private. - Sono piccole costruzioni occupanti una superficie di circa m 6,00 e contenenti numerosi loculi per tumulazione sia fuori terra sia in cripta. La cappella privata sar dotata di un altare per cerimonie funebri. Sono destinate a sepolcreti di famiglia e presentano le pi svariate manifestazioni di architettura funeraria. Tomba di famiglia - un tipo di sepoltura perpetua a spesa limitata; consiste in una sepoltura privata, in genere in cripta sotterranea, con superficie leggermente pi ampia del normale, sopra la quale viene eretto un piccolo monumento architettonico o scultoreo. Stele. - Rappresenta la forma pi economica di sepoltura privata, consistendo in un semplice elemento lapideo posto alla sommit del tumulo di terra. Ossario. - il luogo destinato ad accogliere le ossa provenienti dalle esumazioni. Appare superato ormai l'ossario comune, costituito da uno o pi vaninterrati, generalmente posti sotto la chiesa. Attualmente si preferisce l'adozione di speciali colombari a cellette sotterranei o fuori terra, calcolati per ospitare le urne ossario per un periodo di circa 50 anni. Normalmente le urne hanno le dimensioni di m 0,20 x 0,20 x 0,60 (basandosi sulla lunghezza media del femore di cm 55 circa), e vanno disposte di testa nelle cellette delle pareti. Per una citt di 100000 abitanti, con mortalit annua del 15 % sar necessaria pertanto un'estensione di m 3000 che, con una parete alta m 3,00, richieder uno sviluppo lineare di m 1000. Edifici speciali. - Nei grandi cimiteri vengono istituiti alcuni speciali edifici che hanno funzioni celebrative o sono inerenti a particolari forme di trattamento dei cadaveri. Famedio. - costituito da una costruzione improntata architettonicamente a tempio votivo e destinata alle sepolture di cittadini illustri e benemeriti. Crematorio. - La pratica della cremazione all'estero molto pi sviluppata che in Italia, dove soltanto i cimiteri pi importanti (circa 40) contengono l'edificio del Crematorio. Il procedimento consiste nell'incenerimento del cadavere col minoredispendio e con la maggiore salvaguardia dell'abitato dalle esalazioni sgradevoli; pertanto devesi svolgere in uno speciale complesso posto entro il recinto del cimitero e dotato di impianti e servizi particolari. l forni d'incenerimento sono generalmente del tipo a combustione (preferibili a quelli a distillazione) e si dividono in due categorie: quelli nei quali il cadavere incenerito dalla fiamma sviluppata da un focolare a legna (tipo Gorini) oppure da una miscela di gas proveniente da un gasogeno e di aria in corrente attivata (tipo Venini), e quelli nei quali l'incenerimento avviene mediante l'aria portata ad altissima temperatura (1000C), di solito forniti di recuperatori di calore (tipo Siemens). La cremazione si pu svolgere in un locale situato a piano terreno del tempio crematorio, collegato con la sala delle cerimonie funebri attraverso un piccolo ambiente che serve ad impedire la vista diretta dell'operazione,oppure nel seminterrato adottando il sistema di calare nascostamente la salma dal catafalco sito nella sala delle cerimonie e di rinviare le ceneri dopo l'operazione, ci che reputato essere il procedimento migliore. Le ceneri vengono raccolte accuratamente e deposte in apposite urne (m 0,20 x 0,20 x 0,30) che vengono suggellate e collocate nelle cellette di speciali colombari, di solito situati in porticati interni ed esterni al tempio. Locali mediamente necessari in un tempio crematorio: Peristilio d'ingresso per il pubblico, da cui si possa accedere ai porticati delle cellette con le urne. Sala delle cerimonie in onore della salma. Ambienti per il deposito, il riconoscimento, la preparazione e la collocazione della salma sul carrello. Ambiente per il forno d'incenerimento con annessi. Locali per il pubblico, per i ministri del culto, per gli uffici, ecc., con i relativi servizi igienici.

A.P.I.C.E. S.r.l.

430b

Manuale dellArchitetto

CIMITERI
vivai di fiori e piccoli arbusti. Magazzini e depositi per il materiale residuo della demolizione di vecchie tombe. Locali per giardinieri, operai, guardiani, affossatori, consistenti in spogliatoi servizi igienici, refettori con cucina centrale. Gruppi di servizi igienici per il pubblico, dislocati con la massima discrezione lungo il perimetro del cimitero a distanze regolari. Approvvigionamento idrico. - Particolare importanza assume la rete di approvvigionamento idrico, sia per l'alimentazione delle fontanelle per bere, sia per l'alimentazione delle vaschette per le lattine ed i vasi da fiori e delle prese per l'innaffiamento dei giardini e delle aiuole. Percorso massimo consigliato, per le fontanelle e vaschette m 50. Convenienza di un serbatoio di carico e di riserva.

A.P.I.C.E. S.r.l.

430c

Manuale dellArchitetto

MATTATOI
ELEMENTI GENERALI PER LA PROGETTAZIONE G e n e r a l i t . - l mattatoi o macelli sono stabilimenti pubblici o privati nei quali si procede con metodi razionali alla macellazione degli animali le cui carni sono destinate all'alimentazione umana, e nei quali dette carni possono essere conservate od esposte per la vendita. Compiti complementari sono il deposito o la lavorazione dei sottoprodotti, il trattamento risanatore di alcune specie di carni consumabili sotto condizione, la denaturazione o la distruzione di animali infetti e di carni infette o avariate. L'arrivo degli animali pu avvenire da zone lontane per ferrovia, o da zone agricole di forte produzione di bestiame mediante autotrasporti, ed alcune volte anche a piedi. Presso grossi centri urbani si trova attualmente spesso abbinato al mattatoio il mercato del bestiame, con economica unificazione di alcuni servizi. I criteri moderni tendono piuttosto al raccorciamento del cosiddetto circuito della carne viva , cio del viaggio del bestiame, nei rispetti dell'altro circuito della carne morta , cio del viaggio delle carni macellate. Si tende infatti a stabilire il mattatoio al centro di una zona agricola di forte produzione zootecnica e ad inviare ai grossi centri di consumo le carni macellate mediante adatti trasporti frigoriferi. Distinzioni e classificazioni. - Una prima distinzione da fare tra macello pubblico e macello privato. I macelli pubblici sono di propriet comunale e vengono in linea ordinaria gestiti dalla stessa amministrazione; sono posti sotto la direzione di veterinari comunali. Sono necessari per centri con popolazione superiore ai 6000 ab., mentre per quelli con popolazione minore consigliata l'istituzione di macelli consorziali. l macelli privati sono quelli annessi a stabilimenti per la lavorazione industriale delle carni insaccate, in scatola, in conserva, ecc. Da tempo si auspicato che detti macelli potessero provvedere anche all'immissione di carne fresca al consumo normale. Altre distinzioni sono tra macello di consumo (approntamento della carne per un centro abitato contiguo), macello di produzione e spedizione (approntamento della carne per grossi centri urbani lontani e conseguenti trasporti frigoriferi), macello di consumo e di spedizione (approntamento della carne sufficiente per un centro vicino e della carne per un centro urbano lontano), ecc. Non data una classificazione ufficiale dei mattatoi. In linea d'orientamento, tuttavia, essa potrebbe essere delineata in funzione dell'entit e dei procedimenti di lavorazione impiegati, con il presupposto che una graduazione dei vari tipi di mattatoi, fondata esplicitamente sulla potenzialit (numero di utenti serviti oppure quantit di carne netta prodotta per anno), possa corrispondere ad una reale progressione dei sistemi di lavoro e dei procedimenti di mattazione. Fattori numerici in giuoco sono pertanto l'entit della popolazione servita e la produzione annua di carne netta. Dato che il primo elemento (dipendente dal consumo specifico di carne) molto variabile da regione a regione e da provincia a provincia, la classificazione si pu ragionevolmente impostare sulla produzione annua netta, integrata eventualmente dal numero di utenti basato sul consumo medio specifico, che in Italia attualmente ha superato i 22 kg/ab. anno. Mattatoio di piccola entit. - Da 130 a 300 t di carne netta prodotta per anno. Da 6000 a 15000 utenti circa. Mattatoio di media entit. - Da oltre 300 fino a 2000 t di carne netta per anno. Da oltre 15000 a 100000 ab. circa. Mattatoio di notevole entit. - Oltre 2000 t di carne netta per anno. Oltre 100000 utenti circa. A ciascun tipo di mattatoio cos definito nella sua entit numerica dovranno armonicamente corrispondere organismi modesti o rilevanti, con procedimenti di lavorazione dall'artigianale al semindustriale ed all'industriale, in modo da realizzare sempre il miglior grado di utilizzazione del complesso costruzione - impianti di lavorazione . Da tener presente che, qualunque sia l'entit del mattatoio, occorrono sempre basilari attrezzature igieniche e sanitarie, e che, per quanto sviluppato dal punto di vista industriale e commerciale, il mattatoio non dovr mai perdere il precipuo carattere di organismo sanitario a tutela della alimentazione e della salute pubblica. S c e l t a d e l l ' a r e a . - Criteri fondamentali: Localit asciutta e ben ventilata con terreno sciolto ed aerato. In genere preferibile una giacitura orizzontale o in lieve pendio, con un'area di forma rettangolare. Tenuto conto dei progressi delle tecniche di lavorazione e di trattamento, l'ubicazione potrebbe essere alla periferia del centro abitato in zona non troppo eccentrica, salvo l'accennato riavvicinamento del mattatoio ai centri di produzione del bestiame. Per un mattatoio importante necessita di un raccordo ferroviario; per tutti necessita di un buon sistema viario con possibilit di distinzione tra le vie di afflusso del bestiame dal contado o delle carni foranee (macellate altrove) e le vie di smistamento delle carni macellate localmente verso i centri abitati di consumo. Posizione dell'area idonea per un facile e razionale smaltimento dei rifiuti liquidi, sia con la immissione nella rete di fognatura esistente, sia con lo scarico in un fiume, in un lago, ecc., previa un'adeguata depurazione. Congruo approvvigionamento idrico e sufficiente pressione nella rete dell'acquedotto. D i m e n s i o n a m e n t o . - l criteri pi usualmente impiegati si basano sull'entit delta popolazione interessata (popolazione compresa nella zona di influenza, incremento previsto in 40-50 anni, ulteriore popolazione servita in altri centri, popolazione stagionale), e si riferiscono piuttosto alle disposizioni planimetriche tradizionali, cio in orizzontale. La pi nota la formula dello Schwartz:
Popolazione Area in m per abitante fino a 10000ab. 0,86 da 10000 a 20000 ab. 0,55 da 20000 a 30000 ab. 0,45

A.P.I.C.E. S.r.l.

431a

Manuale dellArchitetto

MATTATOI
da 30000 a 50000 ab. da 50000 a 100000 ab. oltre 100000 ab. 0,34 0,25 0,18

Suini Equini

28% 2%

(disinfezione dei veicoli, concimaia, stazione di depurazione delle acque luride). 11) Servizi generali tecnici (approvvigionamento idrico, centrale termica e distribuzione acqua calda e vapore, centrale del freddo, impianti di aria, compressa, impianti telefonici ed elettrici, officine).

Recenti norme francesi indicano i seguenti valori per i tipi di mattatoio maggiormente concentrati: mattatoio di piccola entit: da 0,40 a 0,60 m/ab. mattatoio di media entit da: 0,25 a 0,40 m/ab. mattatoio di notevole entit: da 0,15 a 0,25 m/ab. l criteri moderni si basano pure sul consumo medio di carne per settimana: le norme francesi richiedono una superficie coperta da 0,10 a 0,20 m, a seconda della importanza del macello, per ogni kg di carne netta preparata per settimana, ed una superficie complessiva di almeno quattro volte quella coperta dai fabbricati. O r i e n t a m e n t o . - Particolarmente importante per i locali di abbattimento e lavorazione, le cui facciate finestrate, per quanto possibile, dovrebbero essere rivolte verso il settore tra Nord-Est e Nord-Ovest. L e g i s l a z i o n e . - In Italia la materia regolata principalmente dal R. D. 20 dicembre 1928, n. 3298 Regolamento per la vigilanza igienica delle carni . L'organizzazione di produzione e vendita all'ingrosso delle carni stata anche compresa nella Legge 25 marzo 1959, n. 125, e nel relativo Regolamento 10 giugno 1959. Nozioni utili per l ' o r gan i z z a z i o n e . - A titolo di orientamento possono darsi alcuni essenziali elementi indicativi per la previsione dei quantitativi delle diverse specie di carni da produrre, per il dimensionamento dei diversi comparti di mattazione, dei locali di prerefrigerazione e conservazione delle carni, ecc. Percentuali medie delle diverse specie di carni abitualmente consumate: Bestiame bovino adulto 43 % Vitelli 18 % Ovini e caprini 9%

Pesi medi ammissibili per le carni di ciascuna specie di animali: Bovini adulti Vitelli Ovini Suini Equini 275 kg 60 kg 16 kg 70 kg 200 kg

Quinto quarto. - L'insieme dei sottoprodotti alimentari (frattaglie) e dei sottoprodotti industriali (pelli, corna, ossa, unghie, sangue, setole, ecc.) provenienti dalla macellazione dell'animale prende comunemente la denominazione di quinto quarto . Nella pratica commerciale ed industriale delle carni, infatti, si considera che da ogni animale macellato si ricavino quattro quarti (da due mezzane), che costituiscono il peso netto dell'animale macellato, pi un cosiddetto quinto quarto formato da tutto quello che rimane dalla macellazione. Elementi costitutivi del m a t t a t o i o . - Ai fini didattici gli elementi funzionati di un mattatoio possono essere riuniti nei seguenti raggruppamenti corrispondenti a determinate funzioni affini: 1) Scalo bestiame, tettoia 1 visita pesa e dazio, servizi di custodia. 2) Stalle di sosta. 3) Compartimenti di macellazione. 4) Reparto frigorifero e mercato carni. 5) Fecaio e tripperie. 6) Macello contumaciale. 7) Locali accessori (ispezione carni foranee, vendita carni bassa macelleria, depositi e lavorazioni sottoprodotti industriali). 8) Servizi amministrativi e direttivi, alloggi, laboratori, spogliatoi e servizi igienici per il personale. 9) Locali per il pubblico. 10) Servizi sanitari complementari
a

Immissione di carni foranee in 23 grandi comuni italiani nel 1952.


Totale Consumo N. Comune tot. carne quintali 1 2 3 4 5 6 7 8 9 Alessandria Ancona Bari Bergamo Bologna Cremona Ferrara Firenze Genova 13741 19806 33282 1486 90000 65203 42945 142918 155499 442409 35282 120000 47000 23712 18834 13268 16418 429485 21691 203628 74579 70636 28100 2109922 carni importanti quintali 2326 4207 5626 788 20000 8751 6537 86074 61794 325716 8319 47148 7000 1795 966 1078 947 234815 4664 74520 43471 27588 6100 980230 Percentuale delle carni importate rispetto al cosumo totale 17% 21% 17% 53% 22% 13% 15% 60% 40% 74% 24% 39% 15% 8% 5% 8% 6% 55% 21% 37% 58% 39% 22% 46%

10 Milano 11 Modena 12 Napoli 13 Padova 14 Parma 15 Pavia 16 Perugia 17 Ravenna 18 Roma 19 Taranto 20 Torino 21 Trieste 22 Venezia 23 Verona TOTALE

A.P.I.C.E. S.r.l.

431b

Manuale dellArchitetto

MATTATOI
ORGANIZZAZIONE FUN ZIONALE E TIPI COSTRUTTIVI C r i t e r i d i s t r i b u t i v i . - La sistemazione degli elementi funzionali di un mattatoio nel piano generale subordinata alla formula fondamentale di assicurare lo svolgimento razionale dei cicli relativi ai vari traffici in modo tale da evitare incroci o contatti tra il bestiame vivo, le carcasse macellate, gli avanzi, i pancioni e gli intestini, i sottoprodotti industriali, ecc. Il ciclo principale senza dubbio quello costituito dal percorso degli animali vivi dall'ingresso e prima visita alle stalle di sosta, e indi alle sale di mattazione, e dal trasporto delle carcasse da queste sale fino ai frigoriferi ed agli ambienti di vendita e carico verso l'uscita. Questo ciclo, obbediente al criterio della cosiddetta marcia in avanti , deve svolgersi in maniera assolutamente lineare e non deve consentire che la carne macellata abbia contatti con l'animale vivo e con altri traffici impuri (fig. 1). l traffici complementari che si articolano sul suddescritto ciclo principale
arrivo bestiame controllo

sono essenzialmente i seguenti: Carni : a) Trasporto dei pancioni ed intestini dei grossi bovini e vitelli al fegato e poi alla tripperia, delle testine e degli zampi alla tripperia. b) Trasporto degli avanzi, ritagli, ecc. al forno di incenerimento presso il macello contumaciale. c) Trasporto delle carni sospette, malate ed in contestazione presso i singoli comparti del macello contumaciale. d) Trasporto dei sottoprodotti industriali ai locali di deposito o di lavorazione. e) Trasporto di alcune categorie di carni indicate nel regolamento direttamente alla bassa macelleria.

1 visita pesa dazio

stalle infetti

stalle sospetti

stalle di sosta

concimaia

abbattimento squartamento

abbattimento

abbattimento

f) Trasporto delle carni ammesse al consumo condizionato dal macello contumaciale al locale di vendita per bassa macelleria. g) Arrivo delle carni foranee ed immissione alla ispezione in apposito locale. Materiali: h) Trasporto del letame di stalla alla concimaia. i) Trasporto dei materiali del fegato ad un'eventuale fossa di raccolta per il prelevamento da parte di una ditta, oppure ad una fossa di digestione, qualora non si adottino i sistemi a dilavamento con acqua in biezione. Animali : I) Smistamento degli animali infetti o sospetti, dei capi macellati d'urgenza, a dalla zona di ingresso di 1 visita verso il macello contumaciale.

autopsia

carni sospette o contestate

deposito refrigerato

i s p e z i o n e s a n i t a r i a

dissang. scuoiam. eviscer. taglio pesatura bollatura

sottoprod. industriali

2
sottoprod. tripperia

ispezione ed esame batter. non ammiss. ammissibili al consumo al consumo consumo condizionato incenerimento digestore risanamento s1 depositi industriali o agricoli i1 vendita bassa macelleria r1

prerefrigerazione divisione in quarti refrigerazione

sottoprod. alimentari

mercato carni

Il nucleo fondamentale delle disposizioni planimetriche di un mattatoio carico e uscita carni-controlli rappresentato dal complesso stallepadiglioni di mattazione-frigo. In geFig. 1 - Schema funzionale di massima di un mattatotio, con riferimento al ciclo del bestiame bovino adulto nere le stalle stanno in asse con: relativi 1, trattamento di risanamento; sterilizzazione, insaccatura, refrigerazione; 2, pelli, unghie, ossa, corna, padiglioni o compartimenti di macellasangue, ecc.; 3, pancioni, intestini, testine, zampi, ecc.; 4, cervello, fegato, milza, ecc.; 5, il presente zione, con una certa distinzione tra le schema tiene conto del funzionamento tradizionale con prerefrigerazione (+5 +10) e successiva varie specie di animali: bufalini, bovini refrigerazione; con laffermarsi dei nuovi metodi di refrigerazione rapida (0 +3) al alto grado (adulti, vitelloni, vitelli), ovini e caprini, igrometrico e forte ricambio daria, esso dovr essere modificato in conformit.

A.P.I.C.E. S.r.l.

432a

Manuale dellArchitetto

MATTATOI
suini, equini. l padiglioni di mattazione, secondo i criteri pi moderni, vengono collegati a squadra con il grande fabbricato dei frigoriferi, in modo da costituire un unico complesso costruttivo e da evitare cosi il passaggio all'aperto delle carni macellate prima di entrare nei frigoriferi (come si faceva fino a pochi anni or sono, sia pure attraverso gallerie coperte). Si riportano di seguito alcuni schemi planimetrici di esemplificazione per alcuni tipi di mattatoi pubblici, dove sono indicate chiaramente le ubicazioni preferibili dei vari raggruppamenti funzionati. Essi si riferiscono a disposizioni planimetriche in orizzontale, senza specificazione dei procedimenti interni di macellazione e lavorazione, che possono essere del tipo tradizionale o che possono essere improntati a pi progrediti criteri di semi-industrializzazione. L'impostazione generale dipende in maniera sensibile dall'orientamento del nucleo fondamentale sopraccennato rispetto all'ingresso principale del mattatoio e, nel caso di due aperture, rispetto a quella di uscita delle carni ed ingresso del pubblico; si potranno avere pertanto il sistema longitudinale, in cui l'entrata del bestiame nelle stalle in linea o quasi con l'uscita delle carni, e il sistema trasversale, nel quale il percorso fondamentale presenta un angolo retto in relazione al carico ed all'uscita delle carni (figg. 2 e 3). P r o c e d i m e n t i d i lav o r a z i o n e . - Verso la met del secolo scorso ad opera dei tedeschi, in contrapposizione al sistema usato in Francia del concentramento in un unico organismo costruttivo delle numerosissime macellerie individuali (boucheries), sorsero i primi mattatoi che ebbero in vista anzitutto l'esigenza della continua sorveglianza sanitaria delle operazioni di macellazione e quindi la necessit di riunione in una grande sala dei cosiddetti posti di macellazione individuali ; detti posti, in ognuno dei quali venivano effettuate tutte le operazioni su di un animale, dall'uccisione alla divisione in mezzane, risultavano visibili da ogni parte e venivano usati a rotazione dai vari macellai per i propri animali. Questo sistema a posti individuali o tedesco durato fino ai nostri tempi ed tuttora impiegato. Esso si riferisce particolarmente alla macellazione del bestiame grosso. In questi ultimi tempi si verificata una notevole evoluzione dei procedimenti di lavorazione nei mattatoi pubblici secondo criteri semi-industriali, che esercitano una certa influenza anche sulle foro disposizioni costruttive. Ovviamente l'applicazione dei criteri semi-industriali, nonch dei nuovi sistemi di lavoro a squadre specializzate, si rende tanto pi conveniente quanto maggiore l'entit del mattatoio; comunque, essa pu essere razionalmente graduata secondo i vari tipi. Principale caratteristica dei moderni procedimenti di mattazione la lavorazione in serie, anzich a posti individuali. Per i mattatoi pubblici si ritiene pi adatta la lavorazione in serie a catena semicontinua o semi-industriale; con essa si tende a costituire un certo numero di posti di lavorazione diramantisi da un'unica linea sulla quale procedono i capi gi abbattuti e dissanguati in posti sistemati anteriormente. Nella seguente fig. 4 viene raffigurato un tipo di procedimento consigliato dalla norme tecniche francesi (istruzioni della Sottocommissione per la costruzione dei mattatoi). In esso risultano centralizzati l'abbattimento ed il dissanguamento, mentre il successivo scuoiamento di ogni capo pu avvenire in uno dei tratti intermedi della catena semicontinua. Distaccate sono le operazioni di eviscerazione finale le quali vengono Concentrate in unico posto, precedente a sua volta due operazioni di taglio delle carcasse. Questo procedimento di lavorazione esige evidentemente l'esecuzione da parte di operai specializzati, ciascuno adibito ad una particolare operazione lungo la catena, contrariamente al sistema tradizionale secondo il quale ogni macellaio operava compiutamente sul proprio animale. Con una serie di tal genere si possono lavorare da 120 a 190 bovini adulti in otto ore.

A.P.I.C.E. S.r.l.

432b

Manuale dellArchitetto

MATTATOI
6c 10 2' 5 3' 3'' 4 7 3''' 6a zona bestiame zona carni 1 A 6c 10 2' 5 3' 3'' 4 7 3''' 6a zona bestiame zona carni 1 C zona sanitaria 7 9 8 1 D 2'' 2''' 6b 4 6d 10 3' 3'' 3''' zona sanitaria 7 9 8 1 6c 6d B 2'' 2''' 6b 4 6d 10 3' 3'' 3''' 5 6c 6d

2' 2'' 2'''

6b

6a

zona bestiame zona carni zona sanitaria

2' 2'' 2'''

6b

6a

zona bestiame zona carni zona sanitaria

Fig. 2 - A, schema planimetrico di un mattatoio di piccola entit a tre compartimenti. Sistema longitudinale; B, schema planimetrico di un mattatoio di piccola entit a tre compartimenti. Sistema trasversale; C, schema planimetrico di un mattaio di media entit. Sistema longitudinale; D, schema a planimetrico di un mattatoio di media entit. Sistema trasversale; 1, ricenzione bestiame; controllo 1 a , visita, pesa, dazio, ecc.; 2 , stalla di sosta bestiame grosso: 2, bestiame minuto; 2, suini; 3, compartimento di macellazione bestiame grosso; 3, bestiame minuto; 3, suini, 4, reparto frigorifero; 5, fecaio e tripperia; 6a, macello contumaciale; 6b, disinfezione veicoli; 6c, concimaia; 6d, stazione di depurazione delle acque residue; 7, locali accessori del macello; 8, servizi amministrativi, direttivi, laboratori; 9, locali per il pubblico; 10, servizi generali tecnici. 1' recipiente di dissanguamento 1 DISSANGUAMENTO griglia di sgocciolamento 6b 3' 10 7 3'' 4 3''' 6a SCUOIAMENTO

6d

6c

cassa di abbattimento VARIANTE

2' 5

2''

2'''

caditoia pelli SCUOIAMENTO caditoia pelli

caditoia pelli

caditoia pelli

Fig. 3 - Schema planimetrico di massima di un mattatoio pubblico di notevole importanza, con arrivo del bestiame per ferrovia e per strada tavolo di eviscerazione ordinaria. EVISCERAZIONE a 1, ricezione bestiame, controllo, 1 visita, pesa, dazio, ecc.; 1 , E TAGLIO scalo ferrovario bestiame; 2, stalla di sosta bestiame grosso; 2 , bestiame minuto; 2, suini; 3, compartimento di macellazione bestiame grosso; 3, suini; 4, reparto frigorifero; 5, fecaio e Fig. 4 - Procedimento di lavorazione semi-industriale secondo le "Istruzioni" francesi tripperia; 6a, macello contumaciale; 6b, disinfezione veicoli; 6c,concimaia; 6d, stazione di depurazione delle acque residue; 7, locali accessori del macello; 8, servizi amministrativi, direttivi, laboratori, ecc., 9, locali per il pubblico; 10, servili tecnici.

area preparazione carcasse

sequestri deposito refrigerato divisione in mezzene ispez. sanit.

reparto sanitario INGRESSO BESTIAME

dissanguamento morte lavaggio

AL CONSUMO tripperia
deposito B.M.

stalle di sosta depos. pelli


deposito sangue

1 visita sanitaria

Fig. 5 - Schema completo di macellazione semi-industriale (ing. G. Scaccia Scarafoni)

A.P.I.C.E. S.r.l.

433

Manuale dellArchitetto

MATTATOI
X Y

RACCORDO FERROVIARIO

BESTIAME INDOMITO
STAZIONE DI DEPURAZIONE RIFIUTI LIQUIDI
CONCIMAIA

SCALO

SCALO BESTIAME
CONTROLLO 1 VISITA PESA, ECC. INGRESSO BESTIAME PER VIA ORDINARIA

RECINTO BESTIAME INDOMITO


STALLA BESTIAME GROSSO STALLA BESTIAME MINUTO STALLA SUINI STALLA EQUINI

DEPOSITO SOTTOPRODOTTI INDUSTRIALI

COMPART. DI MATTAZ. BESTIAME VUOTAMENTO INDOMITO INTERIORA

COMPARTIM. DI MATTAZ. BESTIAME GROSSO

COMPART. DI MATTAZ. BESTIAME MINUTO

COMPART. DI MATTAZ. SUINI

COMPART. DI MATTAZ. EQUINI

MACELLO CONTUMACIALE

CARNI FORANEE

REPARTO FRIGORIFERO (SALE DI ESPOSIZIONE E VENDITA E SERVIZI TECNICI AL PIANO RIALZATO)

DISINFEZIONE VEICOLI

INGRESSO CARNI FORANEE

SERVIZI GENERALI

SERVIZI DI CONTROLLO, DIREZ. AMMINISTRAZIONE, ALLOG.,

LOCALI PER IL PUBBLICO

CARICHI CARNI X Fig. 6 - Schema di massima di un mattatoio di notevole entit a carattere semi-industriale

USCITA VEICOLI INGRESSO VEICOLI PER IL CARICO CARNI

FRIGORIFERI DIREZIONE E ALLOGGI CONTROLLO E AMMINISTRAZIONE FRIGORIFERI SALE DI ESP. E VENDITA COMPARTIM. DI MATTAZ. TRIPPERIA PASSAG. SOPRAEL. STALLA DI SOSTA CONCIMAIA

B
PERCORSO SOTTOPRODOTTI INDUSTRIALI

PERCORSO CARNI SOSPETTE O SEQUESTRATE

LOCALI PER IL PUBBLICO


LABORATORI DI ANALISI MACELLO CONTUMACIALE

CONTROLLO 1 VISITA PESA, ECC.

Tipi costruttivi semi-industriali. - I procedimenti di mattazione semi industriali possono applicarsi in linea generale a tutti i tipi di mattatoio; tuttavia, indubbio che il miglior grado di utilizzazione dell'intero

complesso si otterr solamente comune sufficiente rispondenza della struttura e dell'ambiente di lavoro alle pi progredite esigenze del funzionamento. Gi per un macello di media entit, nel

quale siano impiegati i procedimenti semi-industriali, sembra conveniente l'adozione della struttura a due piani, intendendo con ci l'esistenza di un piano sottostante ai compartimenti di matta-

A.P.I.C.E. S.r.l.

434a

Manuale dellArchitetto

MATTATOI

zione, dove possano venire smistati per gravit i sottoprodotti industriali, alcuni sottoprodotti alimentari, le carni sequestrate perch malsane o sospette, gli avanzi di macellazione. ecc. Nello stesso piano inferiore (semicantinato o terreno a seconda della giacitura del suolo) vengono in genere situate la tripperia e la budelleria del bestiame grosso, ed alcune volte la lavorazione di qualche sottoprodotto, quali il sangue (centrifugazione) ed il grasso (fusione). Gli altri sottoprodotti (pelli, ossa, unghie, corna, ecc.) dopo la caduta vengono in genere avviati ai depositi. Attraverso speciali condotti di caduta protetti da valvole pervengono al piano inferiore anche i pacchetti di carni sequestrate da avviare al macello contumaciale.

Detto piano sottostante ai compartimenti di mattazione pu ricavarsi come piano terreno in un'area a sensibile pendo mediante adatta scarpata in corrispondenza dell'inizio dei compartimenti stessi, oppure pu essere determinato da una larga trincea scavata in un terreno a giacitura orizzontale. Nel primo caso la zona corrispondente al fabbricato frigorifero, cui sono collegati i compartimenti di mattazione, pu servire da galleria d'esposizione e vendita e per il carico delle carni sui mezzi di trasporto; nel secondo caso essa pu, anche parzialmente, servire ad ospitare le centrali termica e frigorifera, gli spogliatoi, le docce ed i servizi igienici del personale, ecc. Nello schema planimetrico delle fig. 6 possono chiaramente individuarsi le po-

sizioni relative dei vari elementi funzionali ed i principali cicli, tra i quali quello fondamentale che comprende l'arrivo degli animali, il controllo e la visita con possibilit di pronto smistamento dei bestiame sospetto o infetto al vicino macello contumaciale, la stabulazione, la macellazione e la messa a punto delle carcasse, la prerefrigerazione e l'eventuale divisione in quarti, la conservazione, !'esposizione e vendita, il carico e l'uscita delle carni in trasporti frigoriferi, ciclo interamente svolgentesi con il noto criterio della marcia in avanti. Da notare particolarmente le due correnti di

A.P.I.C.E. S.r.l.

434b

Manuale dellArchitetto

MATTATOI
Y
6 7

5c

a 2 2 2

b e f

PIANTA

2 4

SEZIONE XY

Fig. 7 - Schema di mattatoio tipo C (di notevole importanza) a carattere semi-industriale, secondo le "Istruzioni" francesi

Zona tratteggiata = zona impura: - - - - - - circuito del bestiame e della carne; circolazione dei veicoli; 1, ricezione del bestiame e stabulazione; 2, compartimenti di macellazione; 3, repartofrigorifero; 4, trattamento del -quinto quarto-; a, vuotamento e prima pulizia delle interiora, tripperia, budelleria; b, depositi diversi: pelli, grassi, ecc.; 5, reparto sanitario; c, macello contumaciale; d, concimaia; e, stazione di depurazione delle acque luride; f, disinfezione dei veicoli; 6, servizi generali industriali; 7, locali amministrativi.

Tipi costruttivi Industriali. - Dal punto di vista organizzativo questi complessi comportano diverse catene di lavorazione in serie continua, distinte per specie di animali e si sviluppano il pi delle volte verticalmente per pi piani. Nei paesi a grande produzione zootecnica essi sono connessi ai reparti per la congelazione delle carni per la successiva esportazione, ed ai grandistabilimenti per la lavorazione industriale delle carni. In Italia essi sono annessi agli stabilimenti per la produzione delle carni insaccate, in scatola, ecc., ma si auspica che essi possano servire da macelli di produzione e spedizione, da istituirsi al centro di zone agricole di forte produzione zootecnica. Tali macelli, denominati anche macelli agricoli, possono essere organizzati con metodi industriali sia come attrezzature che come compiti specifici, tra i quali l'utilizzazione razionale e completa dei sottoprodotti e l'immagazzinamento stagionale delle carni. Nel procedimento di lavorazione continua l'animale, e poi la carcassa, segue una linea completamente continua dall'uccisione alla conservazione in frigorifero, dalla quale prendono origine tutti gli altri circuiti secondari (fig. 8). ELEMENTI FUNZIONALI DEL MATTATOIO

traffico che nella disposizione a due piani vengono a svilupparsi parallelamente nel piano inferiore in modo da non incrociarsi tra di esse n col ciclo principale: il percorso dei sottoprodotti industriali (pelli, ossa, unghie, corna, setole, sangue, ecc.), i quali vengono smistati verso i locali di deposito ed eventualmente di prima lavorazione, e quello delle carni sequestrate perch
sequestri deposito refrigerato AL CONSUMO

malsane o sospette e in contestazione, delle carni da risanare mediante speciali trattamenti termici, degli avanzi di macellazione e delle carni cisticercate (panicate) da bonificare con il freddo, ecc. verso i pertinenti comparti del macello contumaciale o la cella frigorifera a bassissima temperatura (- 20 C).

Scalo bestiame, tettoia 1 visita, pesa, dazio, uffici d controllo. Nei mattatoi importanti e dove il bestiame arriva per ferrovia, tutto questo complesso dislocato in posizione opposta a quella dell'ingresso principale del mattatoio (da cui avviene l'uscita delle carni). Negli altri mattatoi esso
reparto sanitario 1 visita sanitaria lavaggio INGRESSO BESTIAME

area preparazione carcasse ispez. sanitar.

dissanguamento morte

stalle di sosta

tripperia

deposito bassa m.

deposito pelli

deposito sangue

Fig. 8 - Schema di procedimento industriale di mattazione a catena completamente continua (ing. G. Scaccia Scarafoni)

A.P.I.C.E. S.r.l.

435a

Manuale dellArchitetto

MATTATOI
pu, in linea generale, essere situato sullo stesso lato dell'uscita delle carni, in posizione discosta; gli uffici di controllo fanno parte allora dei fabbricati per i servizi amministrativi. Lo scalo bestiame costituito da piazzali sopraelevati forniti di attrezzature di contenimento e riparo, atte ad accogliere gli animali provenienti per ferrovia o con autoveicoli: da queste aree le diverse specie di animali vengono avviate, mediante adatte rampe, alle corrispondenti tettoie di prima visita veterinaria, nei pressi delle quali situato ordinariamente l'ufficio di controllo daziario con antistante pesa a ponte. Adiacenti sono gli uffici del veterinario al servizio, di registrazione, dei vigili sanitari, ecc., con servizi igienici. Il complesso controllato dal servizio d'ingresso con locale per il custode e relativo alloggio. Stalle di sosta. - Costituzione interna che non differisce di molto da quella adottata nei complessi agricoli. Distinzione per specie di animali nei mattatoi importanti, con recinto speciale per il bestiame indomito; opportuni raggruppamenti in quelli minori, tenendo presente la necessit di stabulazioni separate per i suini e per gli equini. Nei riguardi del dimensionamento, si reputa che esso debba proporzionarsi alla punta massima di macellazione in un giorno; infatti prescritta, dopo l'arrivo, una sosta di 24 ore con modesta alimentazione. In linea di larga massima potranno prevedersi complessivamente 5-6 m per capo bovino adulto, con disposizioni ad una fila o a due file groppa a groppa. Per gli stabbioli del bestiame minuto si danno in generale le seguenti indicazioni: superficie utile 5 m per 6 vitelli, 6 m per 10 ovini, superficie massima degli stabioli m 12,00, larghezza

A.P.I.C.E. S.r.l.

435b

Manuale dellArchitetto

MATTATOI
scuoiatura, ecc. Questo apparecchio permette, mediante opportuno dispositivo automatico, il riaccostarsi delle mezzane ed il loro trasferimento ai ganci dei carrelli sistemati nella guidovia aerea, per il trasporto delle carni ai frigoriferi ed oltre. All'estremit del compartimento, prima dell'ingresso nelle anticelle, situata la pesa automatica aerea. Attrezzatura mobile: bacinelle per il sangue, carrello per frattaglie (sottoprodotti alimentari), carrello per sottoprodotti industriali, cassa avanzi e rifiuti, cassette speciali per carni malsane e sequestrate, ecc., oltre ai particolari utensili da lavoro. Usuali metodi di abbattimento: con pistola a bolzone fisso, sistema a 2 elettrodi, enervazione o recisiorie del midollo allungato. Nei mattatoi con lavorazione semiindustriale ciascun animale viene condotto attraverso un passaggio obbligato ad una cassa di abbattimento , dalla quale viene ribaltato sul pavimento dopo l'uccisione. Indi sollevamento mediante un adatto dispositivo ed immissione nella guidovia tubolare sopra la vasca di dissanguamento, e di qui, dopo eventuale taglio della testa e dei piedi, percorrimento della descritta catena semicontinua con destinazione frigoriferi. Compartimento per il bestiame minuto. In genere per questa specie di animali nei metodi tradizionali si usano tavoli di abbattimento e sgozzatura, seguiti da numerosi rami di uncinaie davanti alle quali

MACELLAZIONI FRIGORIGERO

REPARTO ACCESSORI REPARTO SANITARIO

FRIGORIGERO

DEPOSITI 1 VISITA STALLE DI SOSTA SERVIZI

SERVIZI AMMINISTRATIVI

GENERALI

Fig. 9- Schema distributivo e funzionale di macello di tipo industriale (ing. G. Scaccia Scarafoni)

corridoi m 1,00, altezza delle separa- Ditte installatrici: ordinariamente per zioni m 1,20. Per i suini superficie utile ogni posto si ha un tratto di guidovia 2 m 1 per capo, superficie massima degli aerea (birotaia, monorotaia, tubolare) stabbioli m 20,00, larghezza corridoi m nel senso della profondit, raccordato 1,00, altezza delle separazioni m 1,20, mediante scambio fisso ad una o pi porte a duplice sviluppo. guidovie aeree che corrono lungo il Compartimenti di macellazione. - Per un corridoio. Queste guidovie si prolunmattatoio importante sono convenienti le gano fino alle celle frigorifere ed alle seguenti distinzioni: bufalini, bovini adulti, sale di esposizione e vendita, e talvolta vitelloni, ovini e caprini, suini, equini; i anche fino alla pensilina di carico delle vitelli vengono aggregati talvolta ai vitel- carni. loni, talvolta agli ovini. Per un mattatoio Fa parte dell'attrezzatura fissa del posto di entit minore sono normalmente adot- individuale l'argano di sollevamento (a tate le distinzioni tra bestiame grosso, mano o elettrico), che a mezzo di funi di bestiame minuto, suini; sempre a parte gli acciaio solleva o abbassa il cosiddetto eventuali equini. gambiere, alla cui estremit viene apCompartimento per il bestiame bovino peso l'animale a zampe divaricate dopo adulto. - Forma usualmente rettangolare l'uccisione ed il dissanguamento per le con due navate e corridoio centrale, o successive operazioni di sventramento, con una navata e corridoio laterale. spogliatoi posti di macellazione vitelli uncinaia Navate distinte trasversalmente in posto di scarico funi uncinaia guidovie aeree posti di macellazione individuali di circa m 3,00 di larghezza e m 6,00 di profondit. Numero dei posti basato sulla punta massima di capi da 6.00 abbattere in un giorno, sulla giornata lavorativa di sette od otto ore, e sulla previsione della durata di 1.50 un'intera macellazione da valutarsi 5.00 mediamente e prudenzialmente da 6.00 6.00 50 a 60 minuti a seconda delle usanze locali. Per una punta massima di 80 bovini in una giornata di 1.40 1,00 6.00 otto ore si dovranno prevedere, ad esempio, da 10 a 12 posti individuali. 42.90 0.40 Attrezzatura fissa dell'Intera sala di servizio sanitario deposito attrezzi posti di macellazione vitelli macellazione variabile secondo le

posti di macellazione bovini travi di sostegno gambiere

17.00 6.00

1.90 6.00 3.00 3.00 3.00 1.90 6.70

posti di macellazione bovini

Fig. 10 - Pianta di un compartimento di mattazione bovini secondo il sistema a posti individuali

A.P.I.C.E. S.r.l.

436

Manuale dellArchitetto

MATTATOI
Reparto frigorifero con mercato carni. - Le carcasse preparate e divise in mezzane nei compartimenti di mattazione vengono immediatamente trasportate lungo le guidovie aeree nei frigoriferi, oppure, nel caso di pronta immissione al consumo, nei grandi ambienti di esposizione e vendita, sboccanti in banchine di carico coperte da pensiline, dove si accostano gli automezzi refrigerati. Il sistema tradizionale quello di introdurre le mezzane nei cosiddetti locali di prerefrigerazione, dove le carni iniziano la maturazione con un primo raffreddamento a + 5 10 C, con una sosta di almeno 24 ore e preferibilmente di 48 ore. Dalle sale di prerefrigerazione le carni, eventualmente suddivise in quarti, vengono trasportate nelle adiacenti celle refrigerate di conservazione con temperatura ambiente tra 0 e + 2 C. Secondo i moderni criteri si tende ad immettere immediatamente le carni in una galleria di refrigerazione rapida (opportunamente divisibile in settori) con temperatura tra 0 e + 3 C, con fortissimo grado igrometrico 85 95 % e con ricircolazione d'aria pari a 60 80 volte all'ora. In tal modo si ottengono una stabilizzazione della flora microbica iniziale, un impedimento allo sviluppo di muffe, una maggiore uniformit di raffreddamento tra parti profonde e superficiali delle carni, ed un minore calo per evaporazione. .

leva di manovra 1.40

passerella per il personale 0.90 1.00 1.25 0.55 Fig. 11 - Tipo di cassa di abbattimento per bovini adulti. Lunghezza netta m 2.70 3.00 (Istruzione - francesi) 1.50 1.10

scorrono appositi paranchi per via aerea. Il trasporto delle carni avviene sempre per mezzo di guidovie centrali. Dimensionamento basato su una durata prudenziale di una operazione per vitello di circa mezzora, e per ovino e caprino di circa 20 minuti. Pu adottarsi il sistema in serie a catena semicontinua con quattro file di guidovie ed uncinale; in una giornata lavorativa di otto ore possono trattarsi da 240 a 480 vitelli e da 480 a 960 ovini.

minuti; per il dimensionamento pu tuttavia considerarsi che l'operazione su un suino pu cominciare dopo circa 5 minuti dallinizio della precedente. l sistemi moderni non si differenziano molto dal descritto schema tradizionale, adottante gi una certa lavorazione in serie; tuttavia aumentano notevolmente il rendimento con l'adozione di una completa catena semicontinua su guidovie aeree subito dopo l'abbattimento (480 suini mattati in otto ore).

Compartimento per i suini. - Secondo la tecnica tradizionale la parte anteriore Compartimento per equini. - Aldel padiglione (verso le stalle) sopraequanto appartato rispetto agli altri. Calevata di m 0,50 rispetto alla rimanente, ratteristiche identiche a quelle dei boed destinata alle operazioni di abbattivini adulti, ma con trattamento evenmento, scottatura e depilazione dei suini; tuale delle parti sul posto o allontanaa questa zona i suini accedono da un mento rapido dei pancioni ed intestini. certo numero di rimessini, che stanno in collegamento, mediante un passaggio obbligato con una o pi aperture d'ingresso, con apposite trappole di stordiPERSONALE 7 8 mento o abbattimento , le quali subito dopo ribaltano l'animale sul pavimento. Indi sollevamento mediante gru, dissanguamento in vaschetta apposita, immer2 3 3 3 4 sione nella vasca di scottatura(~ 60 C), estrazione e deposizione sui bancali di depilazione ad elementi tubolari zincati. La rimanente parte della sala adiBOVINI 1 5 bita al trasporto mediante gambierini su 6 guidovie, alla spaccatura e pulitura, alla visita sanitaria, alla pesatura ed all'invio ai frigoriferi. Lungo le pareti di questa 0 1 2 4 6 8 10 zona sono di solito disposti i servizi di tripperia dei suini, con lavandini e vaFig. 12 - Schema costruttivo di una catena di lavorazione semi-industriale sche di scottatura; preferibile il raggruppamento in un ambiente delimitato. 1, cassa di abbattimento; 2, vasca di dissanguamento; 3, posti di scuoiamento ed evisceraDurata completa di un'operazione su zione; 4, posti di taglio; 5, pesa aerea; 6, tavolo per ispezione visceri; 7, canna di caduta pelli; 8, canna di caduta sequestri. un suino valutabile mediamente in 20

A.P.I.C.E. S.r.l.

437a

Manuale dellArchitetto

MATTATOI
Dimensionamento delle celle, attrezzate con guidovie di sostegno dei carrelli di appendimento e con gabbie ad uso dei singoli macellai, corrispondente ad una conservazione della produzione per almeno una settimana. Si assegnano ordinariamente 200 kg/m per i bovini adulti, 150 per i suini, 100 per gli ovini e caprini. bene che nel reparto frigorifero si osservi per le celle una certa suddivisione in unit separate, anche per le variabili entit stagionali delle macellazioni di diverse specie di animati. Preferibilmente separata dovrebbe essere la cella per la conservazione delle carni foranee, collegata da un lato con il locale di ricevimento ed ispezione e dall'altro con un'apposita zona della sala di esposizione e vendita. Salone di esposizione e vendita (mercato corni). - L'antico ambiente di vendita, costituito da una normale tettoia, viene oggi sostituito da un grande locale chiuso a sviluppo longitudinale, comunicante lungo un lato con le celle ed anticelle, e lungo il lato opposto con le banchine di carico. Detto salone deve essere ad aria condizionata, con una temperatura ambiente preferibilmente di 8 10 C per evitare il riscaldamento delle carni esposte. attrezzato con guidovie aeree lungo le quali scorrono i carrelli con le mezzane o i quarti. Negli ordinari mattatoi di consumo le carni vengono prelevate mediante automezzi refrigerati; le banchine sono pertanto conformate in modo da favorire l'accostamento dei veicoli e l'introduzione delle carni. F e c a i o . - Nelle disposizioni in orizzontale il fecaio (che serve allo svuotamento dei pancioni e degli intestini prevalentemente dei bovini) viene situato in posizione appartata, anche se non troppo discosta dal compartimento del bestiame grosso; i visceri pervengono al fecaio mediante carrelli a mano a cassa ribaltabile. bene disporre parte del fecaio sopraelevata di circa m 1,00 1,20 rispetto al piano generale, in modo da poter effettuare lo svuotamento dall'alto entro appositi carrelli esterni che possono trasportare il contenuto stomacale in una vasca di temporaneo deposito, in una fossa di digestione, ecc. Un sistema pi perfezionato invece quello di versare il contenuto in sottostanti cunicoli, dove esso trascinato da potenti getti d'acqua a forte pressione che lo diluiscono e lo spingono attraverso pettini di ferro, completanti l'opera di spappolamento prima dello smaltimento; il sistema per sovraccarica notevolmente l'impianto di depurazione. Nelle disposizioni a due o pi piani, con le tripperie sottostanti alle sale di mattazione, necessario svuotare i visceri prima di immetterli nelle canne di caduta verso detti locali di tripperia; il fecaio prende cos la veste di comparto per vuotamento e primo lavaggio visceri , e trover qui di posto in una zona appartata tra due sale di mattazione (ad es. bovini e vitellonivitelli) in collegamento con i tavoli di deposito ed ispezione visceri. Il contenuto cadr direttamente in appositi grossi recipienti su carrelli, che lo trasporteranno alle usuali vasche di deposito o di digestione. Tripperie e budellerie. Nelle disposizioni in orizzontale questi servizi vengono situati accanto al fecaio, mentre nelle strutture a due piani trovano posto direttamente sotto le sale di mattazione dei bovini. Le tripperie degli ovini (pi raramente) e dei suini (sempre) vengono sistemate nei compartimenti relativi. Vengono attrezzate con vasche a vapore per la scottatura e cottura delle trippe ed eventualmente dei piedi e delle testine, con tavoli esagonali o rettangolari di deposito e lavorazione, con vaschette di lavaggio e tavolette disposte lungo le pareti, eventualmente con apparecchi lavatrippe mossi da motori elettrici. Alimentazione di vapore, d'acqua fredda e acqua calda, d'aria compressa per i budelli. Per il dimensionamento si pu prevedere il trattamento di un quantitativo medio di frattaglie pari a circa un decimo della produzione di carne bovina.

A.P.I.C.E. S.r.l.

437b

Manuale dellArchitetto

MATTATOI
Macello contumaciale. - Rappresenta un fondamentale elemento di salvaguardia igienica e sanitaria, in quanto provvede all'isolamento, alla ma cellazione ed alla distruzione di animali infetti, alla distruzione o denaturazione di carni malsane, allo accertamento di carni sospette, al risanamento di dette carni e di quelle leggermente svariate non vendibili allo stato crudo, al ricovero d'osserva zione di animali sospetti ed alla loro macellazione, all'esame degli animali macellati d'urgenza altrove, ecc. In vista di tali molteplici funzioni, sono da distinguere essenzialmente due comparti, per ognuno dei quali sono da prevedere in linea generale: Comparto infetti: stalla d'isolamento, posti di squartamento, locale per forno d'incenerimento (per la distruzione di animali interi la cui lavora zione potrebbe riuscire pericolosa per gli operai), locale per il digestore (apparecchiatura a vapore che permette di trasformare le carni in prodotti innocui commerciabili quali grassi e polveri di carne), lo cale di deposito delle carni molto svariate od infette e degli avanzi di macellazione, locale per la disinfezione degli arnesi, ambiente filtro per la bonifica dei lavoranti con servizi igienici. b) Comparto sospetti: stalla di osservazione, posti di macellazione, locale animali macellati d'urgenza, locale per il deposito delle carni sospette prove nienti dalle sale di macellazione per ordine del veterinario, fornito di armadi frigoriferi per le carni in attesa di accertamenti, locale per l'autopsia per il giudizio sugli animali squartati o sulle carni, lo cali per la sterilizzazione e la cottura delle carni destinate alla bassa macelleria, per la salatura ed insaccatura delle carni, specialmente parassitate da cisticerchi (panicate), per la bonifica delle carni panicate mediante il freddo (-20C), locali per spogliatoi e servizi igienici per i lavoranti. Dal locale di autopsia o d'ispezione gli animali macellati e le carni ritenuti infetti devono poter essere immessi, attraverso un passaggio normal mente chiuso, nei locali del forno d'incenerimento o del digestore (sardigna). Locali accessori del macello. - Secondo le pi comuni accezioni vengono compresi i seguenti elementi: a) Locale per l'ispezione delle carni foronee. Ubicazione preferibile ad una estremit del salone di esposizione e vendita del fabbricato frigorifero, in modo da poter introdurre le carni, dopo l'esito favorevole dell'ispezione, nel retrostante deposito frigorifero o nella zona di esposizione e vendita ad esse riservati. Dimensionamento in rapporto all'afflusso di dette carni macellate in mattatoi di produzione finitimi, con tendenza costante all'aumento. b) Locale per le carni di bassa macelleria. - La sua ubicazione pu essere Alquanto varia (ad una estremit terminale del fabbricato frigorifero in modo da avere un retrostante deposito refrigerato, in un fabbricato accessorio contenente altri servizi, ecc.); comunque, deve essere tale che vi giun gano agevolmente le carni destinate alla bassa macelleria e le carni risanate mediante sterilizzazione e cottura e che vi acceda facilmente il pubblico dalla zona d'ingresso del mattatoio. c) Locali per deposito e lavorazione dei sottoprodotti industriali. - Sono adibiti alla conservazione temporanea dei sottoprodotti industriali della macellazione, in attesa del loro prelievo da parte di ditte industriali: pelli, setole, unghie, corna, ossa, sangue, grassi, ecc. Nei piccoli e medi macelli i locali servono in genere per il deposito e si prov vede solo alla salagione delle pelli da inviare alle concerie, ed eventualmente alla fusione dei grassi ed alla centrifugazione del sangue. Nei grandi mat tatoi pu organizzarsi la completa lavorazione dei sottoprodotti. Fa parte concettualmente dei depositi la conservazione degli organi per la fabbricazione dei prodotti opoterapici in armadi frigoriferi a -20C. Servizi amministrativi e direttivi, alloggi, laboratori, servizi personale. - Sono di regola raggruppati in fabbricato apposito presso l'ingresso principale del mattatoio, nella zona del pubblico e delle carni. In genere si ha una struttura a due piani con la seguente distribuzione: Piano terreno: uffici amministrativi, uffici veterinari, ufficio ispettori, ufficio vigili sanitari, ufficio direttore, attesa, servizi igienici, locale di custodia. Piano primo: alloggio per il direttore, laboratori dei veterinari per le indagini batteriologiche e dei parassiti. Talvolta questi laboratori vengono pre feribilmente situati nel piano superiore del macello contumaciale. Nel caso che l'ingresso sia unico, come pu accadere per i piccoli mattatoi, il complesso di 1 ingresso precedentemente descritto (custode, dazio, veterinario di guardia, ecc.) pu essere conglobato in questo fabbricato. Possono inoltre essere contenuti in esso gli spogliatoi con docce e servizi igienici per i lavoranti ed operai: per i mattatoi importanti preferibile la loro ubicazione in un corpo laterale vicino alle sale di mattazione, oppure, nei tipi a due piani, nel piano semicantinato del nucleo costruttivo sale di mattazione - frigo. Locali per Il pubblico. - In genere formano un fabbricato disposto simmetricamente al precedente nella zona del pubblico e delle carni antistante le banchine di carico delle carni. Si sviluppano preferibilmente a piano terreno, ma anche un secondo piano pu essere talvolta necessario. Si hanno di solito i seguenti servizi: sala contrattazioni con eventuali salette riservate, sala bar o ristorante (con cucina), cabine telefoniche, servizi igienici e, nei mattatoi importanti, ufficio bancario ed ufficio te legrafico. Da prevedere nella zona del pubblico qualche rimessa, un parcheggio macchine ed un parcheggio autotreni con eventuale piccola officina, un posteg gio biciclette, ecc. Servizi sanitari complementari. - Fanno parte concettualmente del cosiddetto reparto sanitario (insieme con il macello contumaciale), e molto spes so possono essere concentrati in un'intera zona impura del macello: Locali per la disinfezione dei veicoli, situati in modo da poter accogliere prontamente i veicoli che hanno scaricato animali infetti e da poter ser vire in condizioni normali alle ordinarie operazioni di lavaggio e disinfezione dei mezzi di trasporto. Concimaia, posta normalmente nella zona retrostante alle stalle per ricevere le materie stercorarie e letterecce provenienti dalla stabulazione. Stazione di trattamento delle acque luride, necessaria per la particolare natura delle acque di scarico dei mattatoi, ricche di sostanze organiche e di solidi in sospensione; dipender dalle condizioni

A.P.I.C.E. S.r.l.

438a

Manuale dellArchitetto

MATTATOI

della fognatura cittadina e dal sistema di smaltimento finale (fiume, lago, mare, impianto municipale di depurazione) se limitare i trattamenti alla fase pre liminare ed alla decantazione, oppure integrarli con la coagulazione ed estenderli all'ossidazione biologica. Sistema completo elettivo: eliminazione delle materie grossolane gi all'estremit delle sale di mattazione (pozzetti di trattenuta), griglia tura, dissabbiatura, digrassaggio, decantazione e coagulazione con solfato di alluminio, ossidazione con letti percolatori ad alto rendimento con ricircolazione, sedimentazione finale: essiccamento dei fanghi. Servizi generali tecnici. - Tra i servizi pi importanti si segnalano: Approvvigionamento idrico. - Dotazione idrica mediamente necessaria 500 litri giornalieri per ogni capo abbattuto senza distinzione di specie. Necessi t di un serbatoio sopraelevato per la riserva e per assicurare la pressione sufficiente per le lance di lavaggio delle sale di mattazione e delle tripperie. Rete idrica alimentata completamente con acqua potabile, salvo la rete d'innaffiamento delle strade e dei giardini che pu essere alimentata con altre acque. Formata con anelli principali e secondari in modo da evitare qualsiasi pericolo di interruzione dell'afflusso. Necessari numerosi idranti nelle sale di mattazione, nelle tripperie, ecc. con dotazione di tubi metallici flessibili e lance. Rete d'acqua calda pure ad anelli e dipartentesi da appositi boilers accumulatori a serpentini, con numerose prese nelle sale di mattazione (una presa per ogni posto o per ogni due posti), nelle tripperie, nei locali per le docce, ecc. Convogliamento dei rifiuti liquidi. - Il problema viene risolto con un sistema di canalette a pavimento con superiori griglie per la raccolta delle acque di lavaggio nelle sale di mattazione, nelle tripperie e negli altri locali del mattatoio nei tipi

ad un piano, e con un sistema di ampi scarichi a pavimento collegati a sottostanti tubazioni di rac colta nei tipi a due piani. All'uscita dei comparti menti di mattazione bene istituire appositi pozzetti di trattenuta per le sostanze grossolane, con chiusura idraulica; detti pozzetti sono collegati con i condotti della rete di fognatura interna del mattatoio, i quali si riuniscono alla fine in un unico collettore sfociante nella stazione di depurazione. Per le acque pluviali di norma istituire una rete stradale separata, il cui collettore non viene colle gato al predetto impianto, ma pu essere dopo raccordato al suo affluente finale. Smaltimento dei rifiuti solidi. Le destinazioni dei numerosi rifiuti solidi sono diverse a seconda della loro particolare natura e degli usi locali. In linea generale si pu prevedere: Materie stercorarie e letterecce delle stalle verso la concimaia. Rifiuti di spazzature comuni verso le celle zimotermiche. Avanzi di macellazione, residui voluminosi verso le celle zimotermiche. Rifiuti ed avanzi di macellazione infetti o sospetti verso il digestore od il forno d'incenerimento. Rifiuti del fecaio verso: fossa di deposito e di successivo prelevamento da parte di ditte, celle zimotermiche, vasca di sgocciolamento per il suc cessivo invio alla concimaia. Vapore. - Viene prodotto in genere da apposite caldaie tipo Marina o semifisse orizzontali, e serve ad alimentare i boilers-accumulatori per la produ zione di acqua calda, le vasche di scottatura e i lavatrippe automatici delle tripperie, le vasche di scottatura dei suini, le pentole di cottura e gli sterilizzatori dell'impianto di risanamento carni, i digestori della sardigna, gli scambiatori di calore per l'impianto di riscaldamento fabbricati uf-

fici e pubblico, ecc. Le caldaie, i boilers, le elettropompe ed i relativi quadri elettrici vengono riuniti in unapposita centrale termica. Freddo. - Per la produzione del freddo viene istituita un'attrezzatura centralizzata, dotata di compressori ed accessori, situata in un locale accanto alla centrale termica. Entrambe possono essere riunite in un fabbricato a s stante, oppure possono essere situate nel piano semicantinato del nucleo costruttivo sale di mattazione-frigoriferi. La distribuzione del freddo nel locali del frigorifero si orienta verso il sistema a ventilazione con ra pida ricircolazione d'aria. In appositi vani delle gallerie di refrigerazione sono sistemati gli apparecchi condizionatori, alimentati dalla centrale, attraverso i quali l'aria circolante viene inviata alle intercapedini forate disposte lungo le pareti o lungo il soffitto, oppure a grandi bocchette di diffusione. Aria compressa. - Nei grandi mattatoi la sua produzione pu essere centralizzata; la rete avr le sue diramazioni principali nelle sale di mattazione degli ovini, nelle tripperie, ecc. Nei medi e piccoli impianti preferibile l'istituzione di compressori autonomi su carrelli. Eliminazione fumane . - Questo impianto necessario nei locali dove si producono intensi fumi di vapore e cio nelle tripperie. Esso viene in genere realizzato mediante aerotermi opportunamente disposti lungo le pareti e relativi dispositivi d'aspirazione.

A.P.I.C.E. S.r.l.

438b

Manuale dellArchitetto

MATTATOI

24.50 3 1

6.50

28.50

Fig. 14 - Tipo di compartimento di macellazione per suini, secondo la tecnica tradizionale (Ditta Giordana Garello, prof. ing. E. Castiglia, 1929). 1, posto di scarico; 2, spogliatioi; 3, macellazioni isolate; 4, caldaie; 5, posti di macellazione suini; 6, tripperia suina; 7, rimessini. VITELLI - OVINI dissanguamento SUINI dissanguamento

trappola di abbattimento abbattimento 2 posti scottatura Fig. 13 - Schema di procedimento di mattazione semi-industriale per vitelli ed ovini. Produzione minima: 240 vitelli in 8 ore, 480 ovini in 8 ore raschiatura

passaggio alla fiamma canne di caduta canna di caduta lavaggio e pulitura scuoiamento eviscerazione lavaggio trippe ai frigoriferi taglio

eviscerazione

Fig. 15 - Schema di procedimento di mattazione semi-industriale per suini. Produzione: 480 capi in 8 ore. ("Istruzioni" - francesi).

A.P.I.C.E. S.r.l.

439

Manuale dellArchitetto

CENTRALI DEL LATTE


Caratteristiche igieniche ed approvvigionamento del latte. - Come noto, il latte rappresenta uno degli alimenti di pi alto valore nutritivo e di pi agevole digeribilit, particolarmente adatto per gli organismi in fase di crescenza e per i vecchi ed i malati. Sarebbe da auspicare pertanto che il suo consumo fosse rilevante; se ci accade per molti paesi esteri, come la Finlandia e la Svezia con circa 280 litri per abitante e per anno, la Svizzera con circa 250 litri, ecc., lo stesso non pu dirsi per l'Italia dove il consumo estremamente basso, potendosi stimare attualmente sui 48 litri per abitante e per anno. Se da molteplici punti di vista il latte presenta dei fattori impareggiabili, per contro esso sin dal momento della produzione fino all'utilizzazione soggetto sia a facile deperibilit che a contaminazione: ci pu arrecare serie conseguenze sanitarie specialmente nei riguardi delle affezioni a carico del tubo gastro-enterico, della trasmissione delle infezioni tifo-paratifiche, della brucellosi e della tubercolosi bovina, ecc., quando non vengano tempestivamente adottati provvedimenti; di prevenzione, controllo e risanamento. Pertanto prescritto un severo controllo igienico sull'intero ciclo dalla produzione alla raccolta, alla lavorazione ed alla distribuzione del latte, e la sorveglianza generalmente affidata agli uffici sanitari comunali. Concetto basilare che la genuinit e la salubrit dell'alimento devono essere assicurate nella misura pi ampia nella sede della produzione (salute degli animali, igiene del personale e degli utensili, igiene degli ambienti, razionale mungitura e raccolta del atte, ecc.), indipendentemente dai futuri trattamenti di risanamento delle apposite centrali. La sorveglianza in questione va quindi iniziata nelle fattorie e nelle stalle e dintorni. In effetti, il vigente Regolamento italiano per la vigilanza igienica del lette, approvato con R. D. 8 maggio 1929, dedica i primi capitoli alle prescrizioni igieniche per la costruzione dei ricoveri degli animali e dei locali annessi, ai criteri che devono garantire la sanit degli animali lattiferi , alle indicazioni per la salute del personale addetto alle vaccherie ed alle latterie, alle modalit di mungitura e di trasporto del latte,
PRODUZIONE

Non controllata o scarsamente controllata

Pi o meno rigorosamente controllata

Raccolta

Filtrazione alla stalla

Filtrazione alla stalla

Filtrazione alla stalla

Filtrazione alla stalla

Raccolta

Refrigerazione Raccolta Refrigerazione Centro alla stalla e trasporto alla stalla raccolta

Filtrazione alla produzione Raffreddamento alla produzione Imbidonamento alla produzione Imbottigliamento alla produzione

Imbidonamento

Raccolta e trasporto

Filtrazione Refrigerazione

Trasporto Centro smistamento Controllo

Filtrazione

Operazioni di centralizzazione Trasporto Trasporto latteria

Selezione latteria

Controllo sanitario

Filtrazione

Risanamento con il calore

Raffreddamento

Filtrazione latteria Risanamento in latteria Refrigerazione latteria Imbidonamento Imbottigliamento Trasporto

Trasporto

Vendita girovaga

Spacci di vendita

di zona

di quartiere

comunali

consorziali

cooperativi intermediari

CONSUMATORE Fig. 1 - Ciclo delle varie fasi del commercio e dell'industria del latte (Patrizi e Ciani)

ecc. Il vero e proprio approvvigionamento del latte alimentare per uso diretto (in gran parte quello di vacca) contempla le operazioni successive alla mungitura, che sono diverse a seconda del sistema adottato nella zona, a sua volta dipendente dalle caratteristiche e dalla molteplicit delle aziende rurali, dalla rete viabile, dalla grandezza e natura dei centri abitati da servire, ecc. In linea esemplificativa possono citarsi come particolarmente usati in Italia questi

sistemi (Fig. 1): 1) Produzione e consegna diretta al consumatore (con filtrazione e refrigerazione del latte in apposito locale adiacente alla stalla). 2) Produzione, trasporto e consegna agli spacci di vendita (con filtrazione, refrigerazione ed imbidonamento alla fattoria, trasporto agli spacci, imbottigliamento e vendita). 3) Produzione, trasporto ai centridi raccolta, trasporto e consegna agli

A.P.I.C.E. S.r.l.

440a

Manuale dellArchitetto

CENTRALI DEL LATTE


spacci di vendita (con filtrazione erefrigerazione, imbidonamento o imbottigliamento nei centri di raccolta, trasporto agli spacci di vendita e distribuzione). 4) Produzione, trasporto ai centri di raccolta, trasporto alla centrali del latte, consegna agli spacci di vendita (con Filtrazione, refrigerazione ed imbidonamento ai centri di raccolta, trattamenti termici ed imbottigliamento alla centrale del latte, trasporto agli spacci di vendita e distribuzione). La centrale del latte fa quindi parte del sistema pi completo, costituendo uno stabilimento autorizzato per la raccolta del latte destinato al consumo locale di un dato centro, per assicurarne la genuinit sottoporlo ad un trattamento che ne garantisca la salubrit, e condizionarlo per la vendita al consumatore in modo da escludere ogni menomazione e contaminazione. In altri termini questo stabilimento dovrebbe assicurare la fornitura di un latte privo di germi patogeni ed igienicamente rispondente, di struttura fisico-chimica non molto differente da quella originaria, di composizione uniforme ed in condizioni di buona serbevolezza. Per realizzare i predetti risultati la centrale del latte deve possedere spiccate caratteristiche igieniche ed industriali, e quindi attrezzature dotate dei pi moderni automatismi, personale molto esperto sia del funzionamento degli apparecchi che degli elementi, di prevenzione delle infezioni, tecniche di lavorazione aggiornate secondo i pi recenti concetti, ecc.: nello stesso tempo essa rappresenta una azienda commerciale che deve fornire il latte ad un prezzo modico. Tutte queste esigenze non possono essere soddisfatte che con adeguati; quantitativi da trattare; infatti; a legge 16 giugno 1938 n. 851, riguardante i limpianto delle nuove centrali, non ne consente l'istituzione l dove non si abbia un consumo giornaliero di almeno 100 ettolitri. E da notare tuttavia che da vario tempo vanno sorgendo anche impianti intermedi, detti Centri di pastorizzazione , a causa della necessit di provvedere con la massima tempestivit ad un trattamento del latte per assicurarne la non deperibilit per un certo periodo. Il latte trattato dalle centrali comunemente denominato pastorizzato, essendo la pastorizzazione il procedimento usuale di risanamento, mentre il latte non trattato costituisce il latte naturale o comune. inoltre da segnalare il latte crudo o latte certificato, cio il latte che pu consumarsi crudo in quanto la produzione, la raccolta ed il trasporto sono sottoposti a rigorosissimi controlli sanitari ed a disposizioni di carattere igienico particolarmente restrittive nelle cosiddette vaccherie modello. Esistono molti altri tipi di latte trattato, dei quali alcuni gi sperimentati come il latte ossigenato, utilizzante l'azione conservatrice dell'ossigeno odell'acqua ossigenata, ed altri di recente affermazione, quali i latti sterilizzati commerciabili a distanza e per lungo tempo in scatole o bottiglie. Tra essi si segnalano il latte autoclavata, cio sterilizzato in autoclave a 120 - 40 C, ed il latte uperizzato, cio sterilizzato a mezzo di immissione di vapore a 150170 C. infine da ricordare il latte che viene destinato all'industria per la fabbricazione del vari tipi di latte evaporato, condensato, in polvere, in pani, ecc. ed alla produzione del burro, delformaggio, ecc.

A.P.I.C.E. S.r.l.

440b

Manuale dellArchitetto

CENTRALI DEL LATTE


Elementi per la progettazione di una centrale. - Il progetto della centrale deve essere preceduto da studi preliminari sulla zona di produzione del latte e sull'organizzazione dell'approvvigionamento relativo alla centrate, e da ricerche sulla zona di consumo per poter determinare il fabbisogno di latte da sottoporre ai trattamenti prima della distribuzione. Questi studi devono essere eseguiti con accuratezza, tenendo conto della natura industriale e commerciale della centrale. Gli altri elementi che successivamente occorre fissare e discutere sono: 1) Ubicazione. - Lo stabilimento non pu essere situato troppo al centro dell'abitato per la sua natura industriale e per evitare la penetrazione degli autocarri provenienti dalla campagna, ma nemmeno troppo lontano in quanto occorre distribuire il latte frazionato in bottiglie e bidoni agli spacci di vendita cittadini. Una buona posizione all'immediata periferia nella zona di convergenza dei vari percorsi provenienti dalla produzione e dai centri di raccolta. 2) Quantitativo medio e massimo di latte da trattare; 3) Scelta dei trattamenti termici ed attrezzature relative; 4) Procedimenti di lavaggio, di imbottigliamento ed attrezzature relative; 5) Servizi tecnici della centrale (acqua, elettricit, riscaldamento, freddo, scarichi, ecc.). 6) Costo alla costruzione e della gestione, e capitale disponibile. La conoscenza dei predetti elementi permette di progettare la disposizione planimetrica pi conveniente in relazione sia al migliore inserimento nella rete viabile cittadina, sia al pi razionale svolgimento del ciclo funzionante interno attraverso le molteplici installazioni, dall'arrivo del latte dalla campagna alla partenza del latte verso i quartieri cittadini. Organizzazione funzionale. - Il latte arriva dalla campagna (fattorie o centri di raccolta) normalmente mediante autocarri che trasportano i bidoni di capacit da 20 a 50 litri; questi vengono scaricati su unadatta banchina, facente parte del fabbricato, nella zona di ricezione bidoni, dove vengono prelevati i campioni per gli esami chimici e batteriologici per ogni partita in arrivo.Il latte non riscontrato idoneo viene destinato allo sfruttamento industriale.
13 11 10 17 12 8 8 15 3 14 16

3 2 9 5 4 19 18

8 7 6

Fig. 2 - Schema di un impianto di "uperizzazione" del latte

1, ingresso del latte; 2, apparecchio di disaerazione; 3, separazione di schiuma; 4, condensatore; 4, ingresso dellacqua fredda; 6, pompa del condensato; 7, pompa a vuoto; 8, pompa del latte; 9, tubo di riscaldamento; 10, ingresso del vapore con regolatore di pressione; 11, epuratore del vapore; 12, serbatoi di condensazione; 13, uperizzatore; 14, vaso despansione; 15, refrigerante del latte; 16, serbatoio di deposito del latte; 17, ingresso dellacqua di raffreddamento; 18, serbatoio di recupero del calore; 19, uscita dellacqua calda. Dalla banchina i bidoni con trasportatori a rulli sono convogliati verso lo scarico nelle bilance; dopo la pesatura il latte viene raccolto in vasche di ricevimento dalle quali mediante elettropompe viene inviato nella zona dei trattamenti di riscaldamento. l bidoni vuoti sono avviati, sempre con trasportatore a rulli, all'apparecchio di lavatura e disinfezione bidoni, e dopo questa operazione ritornano in una susseguente zona della stessa banchina, dove vengono ritirati dagli automezzi della campagna. Prima di essere sottoposto ai veri e propri trattamenti termici il latte potr essere temporaneamente raccolto in serbatoi refrigerati; in ogni caso dovr subire una filtrazione preliminare per togliere le grosse impurit, come peli e paglia, ed una filtrazione minuta, la quale viene eseguita mediante le cosiddette pulitrici abbinate agli apparecchi di risanamento. Nelle grandi centrali alimentate da un vasto territorio con intensa produzione di latte in fattorie modernamente attrezzate, collegate con razionali centri di raccolta, il latte arriva alla banchina con autocisterne (dopo essere stato filtrato e raffreddato nelle stesse fattorie o negli stessi centri di raccolta); in tal caso, dopo la pesatura ed il prelevamento dei campioni, viene scaricato mediante apposita attrezzatura ed avviato direttamente ai serbatoi di sosta del reparto dei trattamenti termici. I procedimenti per il risanamento del latte possono essere di vario tipo; il sistema elettivo per quello della pastorizzazione, in quanto con essa generalmente si realizza la distruzione della flora batterica patogena e di molta parte dei microbi saprofiti senza che si alteri notevolmente la struttura fisico-chimica del latte e con una perdita minima di vitamine ed enzimi. In linea alquanto sintetica i procedimenti impiegati sono i seguenti: a) Pastorizzazione bassa, con trattamento del latte a circa 63 per la durata di 30 minuti. Essa altera poco le propriet del latte, distrugge tutti i patogeni, riduce la carica batterica fino al 99,5% e conserva una parte della flora acidogena: quest'ultimo fatto importante in quanto favorisce la coagulazione del latte, se tenuto a

A.P.I.C.E. S.r.l.

441a

Manuale dellArchitetto

CENTRALI DEL LATTE


lungo in ambiente ordinario, la quale non pericolosa per la salute ed facilmente rilevabile. a) Pastorizzazione alta, con trattamento del latte alla temperatura di 85C per pochi minuti. Essa altera alcune propriet del latte, distrugge tutti i patogeni, distrugge tutti i batteri acidificanti, mentre conserva i proteolitici; questo fatto origina la tendenza alla putrefazione anzich alla coagulazione, con maggiore pericolo per la salute. c) Pastorizzazione a strati sottili o stassanizzozione, dal nome del suo ideatore Stassano, consistente nel riscaldamento del latte a strati sottilissimi in apparecchi tubolari a pressione, alla temperatura di 75C per 15 secondi. Con questo sistema non vi sono alterazioni nel latte, vengono distrutti tutti i microbi patogeni e la carica batterica viene ridotta fino al 99,9% I predetti procedimenti sono molto usati specialmente in Italia ed in Francia, pur avendo avuto nel tempo fasi alterne d'impiego; attualmente si nota una certa tendenza verso la pastorizzazione alta, per quanto la stassanizzazione venga anch'essa adottata in molte centrali. Nei paesi di lingua inglese, particolarmente Inghilterra e Stati Uniti, invece adottata con risultati che si dicono superiori a tutti gli altri sistemi, la cosiddetta pastorizzazione H.T.S.T. (high temperature, short time) o pastorizzazione rapida ad alta temperatura, con trattamento termico a 71-72C per almeno 15 secondi. Gli apparecchi pastorizzatori possono essere essenzialmente di due tipi: l'apparecchio a piastre, in cui il latte circola sulle facce delle piastre riscaldate mediante acqua calda o vapore, e l'apparecchio tubolare, in cui il latte circola in tubi attorno ai quali viene convogliata l'acqua calda. ll sistema Stassano consente che il latte circoli sotto pressione nell'intercapedine larga 1 mm di due tubi di rame contenuti uno nell'altro e riscaldati all'interno ed all esterno con vapore. Negli apparecchi pi recenti si usa l'acciaio inossidabile e l'intercapedine ha una larghezza di 0,6-0,8 mm. l moderni pastorizzatori includono nel loro insieme anche le fasi di preriscaldamento del latte e di raffreddamento dello stesso dopo il trattamento di riscaldamento. La sezione di preriscaldamento determina una notevole economia per il recupero di calore consentito dalla cessione di calore del latte caldo gi trattato al latte freddo che arriva; il latte preriscaldato viene inviato alla pulitrice per poi ritornare alle piastre di riscaldamento. la sezione di raffreddamento serve a portare il latte in uscita ad una temperatura inferiore a +10C. ordinariamente 45C, in modo da favorire la sua conservazione per le successive fasi fino all'utilizzazione: il fluido refrigerante normalmente usato l'acqua refrigerata a + 1,52C. Il latte raffreddato passa poi ai serbatoi di raccolta refrigerati, e da questi, attraverso un sistema meccanico a caduta, viene convogliato all'attrezzatura di riempimento delle bottiglie per il consumo minuto. Se si tratta di rifornire collettivit (alberghi, ospedali, ecc.) o spacci di consumo locale, saranno usati anche bidoni di forma speciale con ugello di mescita. La zona di riempimento delle bottiglie rappresenta il punto di contatto con il ciclo complementare delle bottiglie usate per la distribuzione in citt. Esse infatti seguono il seguente percorso: scarico sulla banchina, lavatura e disinfezione, convogliamento mediante trasportatori agli apparecchi di riempimento e di capsulamento automatico, collocazione nei cestelli gi puliti su un'altra linea, prelevamento dei campioni, attesa in celle frigorifere, consegna e carico negli automezzi di citt. In sintesi si ha sempre un traffico principale dallentrata del latte proveniente dalla campagna alluscita di esso verso la citt; a questo percorso fondamentale, svolgentesi attraverso le varie operazioni sul latte, si innestano all'inizio il ciclo dei bidoni della campagna ed il percorso dei prelievi, ed alla fine il ciclo delle bottiglie della distribuzione in citt, e quello dei cestelli. Ovviamente sono anche da aggiungere le varie alimentazioni di vapore, di acqua calda, di fluidi refrigeranti, ecc., facenti capo alle molteplici apparecchiature. Altri tipi di trattamento centralizzato del latte. - Il metodo della pastorizzazione attualmente il trattamento elettivo nelle centrali del latte: non si deve dimenticare tuttavia che esistono altri metodi in via di sperimentazione o che sono stati applicati con successo specialmente all'estero. Tra questi meritano particolare considerazione il procedimento denominato uperizzazione, consistente nella iniezione di vapore surriscaldato nel latte allo scopo di stabilizzarne le qualit organolettiche e contemporaneamente di sterilizzarlo, ed il procedimento della sterilizzazione. Luperizzazione del latte, a detta di alcuni igienisti, rappresenta un indubbio miglioramento sulla pastorizzazione.

A.P.I.C.E. S.r.l.

441b

Manuale dellArchitetto

CENTRALI DEL LATTE


Il relativo ciclo di funzionamento (Soc. Alpura) consta delle seguenti fasi (fig. 2): Depurazione meccanica, per filtrazione o centrifugazione, ed eventuale raffreddamento. Riscaldamento alla temperatura di 50C ed eliminazione, sotto vuoto, dell'aria e dei gas ed odori. Elevazione alla temperatura di 75C ed immissione nell'uperizzatore, dove il latte raggiunge la temperatura di 150C per una frazione di secondo (O",75) mediante l'iniezione nel flusso del latte di vapore surriscaldato, previamente depurato da ogni impurit. Passaggio del latte trattato in un vaso d'espansione con brusco abbassarsi della temperatura al livello d'ingresso nell'uperizzatore. Raffreddamento in un refrigerante tubolare ad acqua ed immagazzinamento in serbatoio di deposito. Il procedimento della sterilizzazione, che presentava nel passato l'inconveniente dell'alterazione delle qualit organolettiche e nutritive del latte, per mezzo dei moderni sistemi e tecniche ha risolto brillantemente il problema di conservare al latte sterilizzato le propriet e le caratteristiche originali, ed pertanto in continuo sviluppo. Locali costitutivi di una centrale. - La struttura edilizia di una centrale deve adeguarsi alla possibilit di realizzazione dei procedimenti dianzi accennati; pertanto essa sar aderente al carattere di stabilimento industriale, con larghi spazi e grandi altezze per l'agevole collocazione dei ballatoi per la sorveglianza delle operazioni e la circolazione del personale, delle piattaforme per il sostegno dei serbatoi del latte refrigerato, ecc. Generalmente anche conveniente un piano semicantinato, totale o parziale, per i servizi generali tecnici, per gli spogliatoi ed i refettori del personale. ecc., ma molte volte la centrale organizzata su un solo piano. Le diverse zone funzionali sono sempre ben delimitate da pareti laterali al fine di evitare qualsiasi promiscuit di personale e di servizi. Il complesso edilizio ordinariamente formato da tre gruppi di fabbricati: l'edificio della centrale vera e propria. La palazzina del custode e servizi annessi di sorveglianza, le autorimesse con i servizi accessori, quali la pulizia e la disinfezione degli automezzi. bene che il complesso sia recintato, lasciando ampio spazio attorno al fabbricato della centrale, per consentire una PARTENZA BIDONI VUOTI LATO CAMPAGNA ARRIVO LATTE IN BIDONI

8 7 5 6 26 9

29

1 3 4

2 22

23

27

11

10

24

12 28 15 16 17 18

25

29

29 19 20

13 LATO CITTA'

21

ARRIVO PARTENZA BOTTIGLIE SPORCHE BOTTIGLIE PIENE Fig. 3 - Schema indicativo di massima di una centrale del latte di media entit 1, banchina scarico bidoni pieni; 2, prelievo campioni; 3, scaricatori automatici del latte; 4, bilance; 5, vasche di ricevimento; 6, serbatoi refrigerati per latte in arrivo; 7, lavabidoni; 8, banchina carico bidoni vuoti; 9, pulitrici: 10, apparecchi pastorizzatori; 11, centralina di regolazione automatica per i pastorizzatori; 12, serbatoi refrigerati di raccolta del latte trattato; 13, banchina scarico bottiglie sporche; 14, lavacestelli; 15, lavabottiglie; 16, riempitrice; 17, capsulatrice; 18, piattaforma di arrestro e riempimento dei cestelli; 19, anticella frigorifera; 20, cella frigorifera; 21, banchina carico cestelli con bottiglie piene; 22, laboratori di analisi; 23, direzione, amministrazione ecc.; 24, servizi del personale; 25, magazzini materiale; 26, centrale termica; 27, apparecchiature per la pulizia delle attrezzature e produzione aria compressa; 28, centrale del freddo; 29, trasportatori automatici. larga libert di manovra e di circolazione agli automezzi: anche nel recinto conviene avere due aperture separate per gli automezzi della campagna e per quelli della citt. Circa la disposizione planimetrica della centrale occorre osservare che molteplici e diverse sono le realizzazioni di fabbricati del genere, influenzate alcune volte dalla posizione urbanistica dei punti di arrivo dalla campagna e di partenza per la distribuzione quando il fabbricato della centrale d direttamente sulla strada; ci ha minore influenza quando il fabbricato ha un'adeguata area circostante. La disposizione planimetrica dipende comunque dall'ubicazione delle zone di ricevimento e di spedizione in rapporto all'intero perimetro. Se per le piccole centrali usato talvolta raggruppare queste operazioni da un solo lato (vedi piccole centrali adottate negli Stati Uniti), per le medie e grandi centrali senza dubbio indispensabile ubicare dette zone a due estremi distanti della pianta, solitamente

A.P.I.C.E. S.r.l.

442a

Manuale dellArchitetto

CENTRALI DEL LATTE


rettangolare. Tra queste due zone i cicli di funzionamento interno potranno avere svariati andamenti; a titolo di orientamento conviene prendere in considerazione uno schema indicativo adatto particolarmente alle medie centrali, del quale si presenta un esempio nella fig. 3. Nel predetto schema possono riscontrarsi le seguenti differenti zone, con locali od attrezzature inerenti: a) Zona di ricezione del latte: banchina di scarico bidoni, prelievi per analisi, dispositivo automatico di rovesciamento, bilance, vasche di ricevimento, elettropompe, eventuali serbatoi di deposito temporaneo. Trasportatore a rulli dalla banchina alle bilance, che continua con i bidoni sporchi verso l'apparecchio di lavatura e disinfezione bidoni, e poi verso la banchina di rinvio dei bidoni vuoti alla campagna. b) Zona di trattamento e raccolta del latte : attrezzature di pastorizzazione con preriscaldamento e raffreddamento, pulitrici a filtro o centrifughe, stazioni regolatrici automatiche, serbatoi di raccolta del latte pastorizzato refrigerati (in alto). c) Zona di ricezione, lavaggio e riempimento bottiglie: banchina per lo scarico dei cestelli con le bottiglie sporche, trasportatore a rulli verso lattrezzatura di lavatura e disinfezione bottiglie con smistamento dei cestelli verso il lavacestelli, trasportatore a nastro delle bottiglie pulite verso la macchina riempitrice e quindi alla capsulatrice, piattaforma di arresto con il ritorno dei cestelli puliti che vengono riempiti con le bottiglie piene ad opera del personale oppure automaticamente, trasportatore a rulli verso la zona di temporaneo deposito o di conservazione del latte. Ciclo accessorio: bidoni vuoti, lavatura e disinfezione bidoni, riempimento, invio ai frigoriferi. d) Zone di deposito temporaneo e conservazione, consegna: anticella frigorifera per bottiglie e bidoni pronti per la partenza, celle frigorifere per conservazione bottiglie e bidoni, locale di sorveglianza e prelievo campioni, banchina di carico sugli automezzi per la citt. e) Zona della direzione e dei laboratori: uffici di direzione ed amministrazione, laboratori di analisi chimiche e batteriologiche, spogliatoi e servizi del personale, magazzini del materiale (bidoni e bottiglie), ecc. f) Zona dei servizi tecnici: centrale termica per la produzione di vapore ed acqua calda, locali per le attrezzature di pulizia straordinaria degli apparecchi a piastre e per la produzione di aria compressa per le stazioni regolatrici automatiche, centrale del freddo per la produzione di acqua refrigerata e per la refrigerazione dei serbatoi e delle celle. Lo schema funzionale sopra descritto appare improntato al criterio di stabilire nella disposizione planimetrica i cosiddetti lato campagna e lato citt, ossia di concentrare lungo i due lati minori della pianta, solitamente rettangolare, rispettivamente le operazioni riguardanti l'arrivo del latte ed il ritorno dei bidoni verso il contado e le operazioni attinenti all'arrivo delle bottiglie sporche ed alla partenza di quelle piene verso la citt. Alcune volte si preferisce adottare un'altra disposizione, istituendo due banchine lungo i due lati maggiori dell'edificio e destinando l'una alle cosiddette operazioni sporche (arrivo del latte dalla campagna ed arrivo delle bottiglie sporche dalla citt) e l'altra alle cosiddette operazioni pulite (partenza dei bidoni puliti verso la campagna e partenza delle bottiglie piene verso la citt). Tra le due banchine il lavoro della centrale si svolge essenzialmente per movimenti lungo linee parallele da una banchina allaltra: su alcune linee vengono trasportati i bidoni pieni, che successivamente vengono vuotati, puliti e rispediti alla campagna; su altre linee parallele scorrono le bottiglie vuote e sporche provenienti dalla citt, le quali vengono successivamente pulite, sterilizzate, riempite, capsulate e rispedite verso la citt.

A.P.I.C.E. S.r.l.

442b

Manuale dellArchitetto

CENTRALI DEL LATTE


BOTTIGLIE DI LATTE PASTORIZZATO

5 7 8

10 11 9

12

13

BOTTIGLIE BIDONI BIDONI SPORCHE PIENI PULITI Fig. 4 Pianta tipo di una centrale del latte di media entit (5500 litri all'ora), secondo l'O.M.S. 1, generatori di vapore; 2, compressori; 3, celle rifrigerate; 4, banchina di carico; 5, pastorizzatori; 6, macchine riempitrici; 7, uffici; 8, serbatoi refrigerati; 9, vasca di pesatura; 10, macchine lavabottiglie; 11, lavabidoni; 12, banchina di ricezione del latte; 13 banchina di ricezione bottiglie.

Non sempre tuttavia sono strettamente osservate le distinzioni tra lato citt e lato campagna , o tra banchina sporca e banchina pulita ; nelle medie e piccole centrali talvolta dato vedere concentrate su di un lato la maggior parte delle suddette operazioni (fig. 4). Nei riguardi delle suddescritte distribuzioni pianimetriche occorre accennare che esse possono venire modificate in seguito ad alcune recenti innovazioni, consistenti nell'impiego di recipienti di carta paraffinata o rivestita di tipiche resine sintetiche e dotati di una particolare forma per meglio utilizzare lo spazio nei mezzi di trasporto, in sostituzione delle bottiglie. Questo sistema presenterebbe vari vantaggi, quali il risparmio delle operazioni di ricarico nelle latterie e di scarico in centrale, di lavatura e disinfezione bottiglie, ecc., il minor peso nei trasporti, la migliore conservazione delle propriet del latte a causa dell'opacit dei recipienti. La nuova centrale del latte di Milano, progettata dall'Ufficio Tecnico del Comune ed entrata in funzione nel 1957, una de!le pi moderne e razionali attualmente esistenti. Il nuovo stabilimento, con edifici per la lavorazione e per i reparti ausiliari, sorto su un'area di 35110 m. Il complesso della lavorazione del latte, degli uffici e dei laboratori consiste in un fabbricato a pianta

rettangolare coperto con pensilline inclinate sorrette da travi e pilastri di minimo ingombro e nel quale sono individuabili un piano rialzato completo ed un primo piano ed un sotterraneo parziali. Il piano rialzato comprende le attrezzature per la ricezione del latte, per la lavatura dei bidoni, per la lavatura e sterilizzazione delle bottiglie, per l'imbottigliamento, capsulamento e incestellamento delle bottiglie piene, le celle frigorifere, la partenza delle bottiglie, alcuni laboratori ed uffici. Il piano superiore comprende i serbatoi di accumulo e sosta latte crudo, gli impianti di pastorizzazione con sistema Stassano, i serbatoi di sosta latte pastorizzato, gli impianti di presterilizzazione latte con relativi serbatoi, altri laboratori ed uffici. Negli ambienti sotterranei sono allocati i serbatoi di ricevimento latte crudo, la centrale termica, la centrale frigorifera, i servizi del personale. ecc. Tutto l'edificio circondato da un'ampia banchina coperta da pensilina a sbalzo, per il carico e scarico dei materiali e per il ricevimento del latte. Lo schema lavorativo segue il criterio dei movimenti paralleli tra due banchine opposte, la banchina degli arrivi (sporca) dal lato Sud e la banchine delle partenze (pulita) dal lato Nord. Gli impianti di salubrizzazione del latte adottano prevalentemente il sistema Stas-

sano (4 gruppi con una produzione singola di 10000 l/ora) con apparecchiatura a piastra per il preriscaldanento ed il raffreddamento. Essi possono funzionare in collegamento ad apparecchi omogeneizzatori; la produzione contemporanea di latte pastorizzato normale e di latte pastorizzato omogeneizzato resa possibile da un doppio circuito di tubazioni indipendenti, che permette il convogliamento dei due tipi differenti di latte separatamente ai serbatoi di raccolta ed all'imbottigliamento. Esiste inoltre un impianto completo di sterilizzazione del latte in bottiglie, preceduto da presterilizzazione, deodorazione blanda e omogeneizzazione. Una delle caratteristiche preminenti della nuova centrale che il ciclo di lavorazione si compie, dal ricevimento all'imbottigliamento, attraverso impianti e tubazioni che in nessun punto consentono il contatto dell'ambiente e dell'uomo con il latte, realizzando cos la massima sicurezza igienicosanitaria. La produzione complessiva giornaliera in, due turni di lavoro di 450000 bottiglie per un totale di 350000 litri di latte. Il costo totale dello stabilimento stato di Lire 1700000000.

A.P.I.C.E. S.r.l.

443

Manuale dellArchitetto

CENTRALI DEL LATTE


15 A 9 M

17 14 A 7 A 18 I 16 L 13 G A F 12 6 6 3 N 7 O 4 8 F

19

C D 20 B 11 21 10 A 5 5 2 M

Fig. 5 - Centrale del latte di Milano. Pianta piano rialzato.


1, banchina ricevimento latte in bidoni; 2, laboratorio chimico di analisi; 3, salonne di ricevimento latte e lavaggio bidoni; 4, banchina di ricevimento latte in autobotti; 5, uffici fornitori latte; 6, ufficio tecnico; 7, sala riempimento bidoni; 8, passarella reparto compressori; 9, banchina carico bidoni; 10, banchina resa vuoti; 11, sala di accumulo materiali resi vuoti; 12, reparto imbottigliamento - sezione lavaggio materiali sporchi; 13, reparto imbottigliamento - sezione riempimento, capsulamento ed incestellamento; 14, cella frigorifera; 15, banchina distribuzione; 16, reparto sterilizzazione; 17, ufficio distribuzione; 18, ingresso; 19, infermeria; 20, magazzino; 21, sala accesso ai sotterranei; A, trasportatore a catena per cestelli; B, decestellatrice automatica per bottiglie vuote; C, impianto di lavatura e sterilizzazione bottiglie; D, impianto di lavatura cestelli; E, controllo bottiglie; F, gruppo di riempimento e capsulamento bottiglie; G, incestellatrice automatica per bottiglie piene; H, apparecchi Sturza per la sterilizzazione del latte imbottigliato; I, piano dincestellamento bottiglie latte sterilizzato; L, gruppo di riempimento e tappatura bottiglie latte sterilizzato; M, trasportatore a catena per bidoni; N, stazione svuotamento bidoni; O, impianto lavaggio, sterilizzazione ed asciugatura bidoni.

12

13 11

14 15 8 7 5 4

10

Fig. 6 - Centrale del latte di Milano. Sezione.


1, banchina resa vuoti; 2, nastro trasportatore cestelli; 3, decestellatrice automatica per bottiglie vuote; 4, impianto di lavaggio cestelli; 5, impianto di lavaggio e sterilizzazione bottiglie; 6, controllo bottiglie; 7, gruppo di riempimento e tappatura bottiglie; 8, incestelllatrice automatica per bottiglie piene; 9, cella frigorifera; 10, banchina di distribuzione; 11, ammezzato, 12, serbatoi di accumulo e sosta latte crudo. 13, impianto di pastorizzazione sistema Stassano ; 14, serbatoi di accumulo e sosta latte pastorizzato; 15, passarella

A.P.I.C.E. S.r.l.

444

Manuale dellArchitetto

CENTRALI DEL LATTE

15 16 E C

12

11

13

10 8 6

9 7

17 18

14 19 20

4 5

21 2 1

Fig. 7 - Centrale del latte di Milano. Pianta I piano 1, laboratorio microbiologico; 2, laboratorio chimico di analisi ed esperimentazione; 3, ufficio personale; 4, ufficio acquisti; 5, ufficio coordinamento; 6, ingresso; 7, centralino telefonico; 8, ufficio ispettori di stabilimento; 9, capo servizio tecnico-sanitario; 10, segreteria; 11, presidenza e sala riunioni; 12, direzione generale; 13, reparto pastorizzazione; 14, passarella panoramica; 15, archivio; 16, ufficio servizi vari; 17, ufficio propaganda; 18, ingresso; 19, ufficio contabilit generale; 20, ufficio capo contabile; 21, ufficio cassa e contabilit clienti; A, serbatoi di accumulo e sosta latte crudo; B, impianti di pastorizzazione sistema Stassano; C, serbatoi di accumulo e sosta latte pastorizzato; D, impianti di presterilizzazione; E, serbatori latte presterilizzato. D 5 6 10 11 9 7 8

C1 E B A C C2 C3

C4 C5

Fig. 8 - Centrale del latte di Milano. Schema di pastorizzazione. 1, arrivo del latte crudo; 2, latte crudo tra la pompa del latte e la sezione al recupero; 3, latte crudo preriscaldato prima della filtrazione; 4, latte crudo preriscaldato dopo la filtrazione; 5, latte crudo preriscaldato tra la sezione di recupero 11 e lomogeneizzazione; 6, latte crudo preriscaldato dopo lomogeneizzazione; 7, latte crudo preriscaldato prima della stassanizzazione; 8, latte stassanizzato tra gli elementi Stassano e la valvola di derivazione del flusso; 9, latte stassanizzato tra la valvola di derivazione del flusso e la sezione di recupero; 10, uscita latte stassanizzato, refrigerio; 11, rientro in ciclo latte non complementare pastorizzato; A, vasca livello costante; B, pompa del latte; C, scambiatore di calore a piastre; c 1, sezione refrigerante ad acqua gelida; c 2, sezione refrigerante ad acqua di pozzo; c 3, sezione ricupero calore 1, c 4, sezione ricupero calore 11; c 5, sezione regolazione temperatura; D, valvola per la derivazione automatica del flusso; E, filtro del latte; F, pannello strumenti; G, elementi Stassano.

A.P.I.C.E. S.r.l.

445

Manuale dellArchitetto

COSTRUZIONI RURALI
Le costruzioni rurali comprendono i fabbricati e manufatti utili all'esercizio dell'azienda agraria. Limitandoci ai fabbricati li classificheremo: - fabbricati per l'abitazione di persone; - fabbricati per il ricovero di animali; - fabbricati per il deposito e conservazione di prodotti ed attrezzature; - fabbricati accessori. CENNI GENERALI L'agricoltura in genere, ma in special modo quella italiana sta attraversando un periodo di transizione da un'attivit di tipo tradizionale ad una di tipo industriale. Si cerca di diminuire e ridurre la mano d'opera. Se nelle grandi aziende, che si volgono sempre di pi ad una produzione specializzata (carne, latte, cereali, frutta. ecc ) e che utilizzano sempre pi il mezzo meccanico ci sta gi avvenendo, il problema rimane grave per le piccole e medie aziende. Questi assillanti problemi economici generano nuove tendenze e tecniche agricole che si rivelano talora utili, talora non economiche. Le nuove concezioni comportano un continuo riesame delle costruzioni agricole. Scompare la tradizionale tipologia dei fabbricati rurali: nei contempo edifici funzionati e rispondenti a reali utilizzazioni fino a ieri, sono oggi superati. necessaria per il progettista la costante consulenza e collaborazione del tecnico agrario. Assume molta importanza che ogni costruzione nuova o risistemata, sia progettata secondo un piano organizzato e con un piano finanziario ben preciso. Il costo delle costruzioni deve rimanere basso. Si cercher di utilizzare materiali che richiedano poca manutenzione e che possono essere reimpiegati. Si adotteranno costruzioni che possano avere, senza grandi spese di trasformazione diversi successivi impieghi, a seconda delle necessit aziendali, strutture prefabbricate e smontabili, coperture in materiali leggeri e riutilizzabili (cerrento amianto, lamiera) divisioni interne mobil, e sottili, riduzione serramenti, utilizzazione di materie plastiche, ecc. Da questi pochi, cenni risulta chiaro come sia difficile una trattazione precisa di una materia cos fluida. Ci limiteremo a fornire dati il pi possibile certi di questo momento. La trattazione che segue fa sempre specifico riferimento allo schema generale. Accanto allo schema teorico vogliamo qui presentare alcuni tipi di schemi reali di aziende agrarie. un elenco evidentemente incompleto per il numero elevatissimo di tipi aziendali in cui si differenziata l'azienda rurale nei vari paesi, a causa di fattori, ambientali, di tipi di conduzione agraria, di distribuzione fondiaria, ecc., ma che pu far vedere come i collegamenti espressi nello schema precedente vengano realizzati.
PRODUZIONE vino DEPOSITO TRASFORMAZIONE VENDITA

d
olio ortag. frutta legna cereali tuberi paglia

e p o i t i
dep. fieno dep. insilato dep. foraggio fresco dep. mangimi vari dep. concime sementi concimi attrezzi macchine trattori carburanti abitazioni Fig. 1 - Schema generale teorico dell'azienda agricola anim.cortile ovini equini reddito allevamento suini prep. mangimi ingrasso stalle latte carne vendibile prodotti vari vendibili

foraggi

sala mungitura letame camere elaborazione latte latte vend.

acquisti dall'esterno officina meccanica carburanti e vari

fienile

porcile

concimaia tettoia carri dep. prep. mangimi stalla bovini portico stalla

abbeveratoio portico

scuderia polli

concimaia forno rustico coloni

aia granai casa fittabile

LEGENDA
case di abitazione box e isolame. bovini

suini

ovini

case coloniche Fig. 3 - Schema distributivo di corte lombarda

Fig. 2 - Progetto azienda agricola da 20 ha

stalle bovini

depositi attrezzi tettoia granai fienili depositi faraggi stalla ricovero bovini ingrasso aia pollai rustici scuderia e bovini lavoro stalla lattifere case salariati

pollami e animali da cortile

stalla bovine latte sale mungitura camere latte cantine vini depositi frutta recinto

porcili

scuderie

sili

mungitura dep. latte

portico

ovili

concimaia

Aziende svedese

Fig. 5 - Cascina piemontese da 60 ha

A.P.I.C.E. S.r.l.

446

Manuale dellArchitetto

COSTRUZIONI RURALI
FABBRICATI PER LABITAZIONE DI PERSONE
FABBRICATI PER L'ABITAZIONE DI PERSONE Tendono a liberarsi dalla molteplicit di compiti loro attribuiti un tempo e tendono ad assumere una pi chiara fisionomia di abitazioni pure e semplici. Solo quando la casa rurale conserva il tradizionale compito di casa colonica si presenta come un edificio bifunzionale, costituito dall'abitazione del colono e dai locali strumentali. Questi fabbricati possono essere cos classificati: case tempporanee Fabbricati case per salariati per l'abitacase per- case per contadini zione manenti abitanti in borgate case coloniche CRITERI GENERALI DI PROGETTAZIONE Ubicazione ed orientamento. - Si tenga presente: - direzione falda idrica - scolo acque piovane - razionale smaltimento rifiuti - soleggiamento - direzione venti dominanti - camere abitazione e soggiorno orientate sempre Sud-Sud Est. Eliminazione dei rifiuti Con pozzi neri; con fosse settiche; con fognatura sfociante in fossa raccolta della concimaia. CASE TEMPORANEE Servono a dare alloggio a gruppi di braccianti (mietitori, mondariso) oppure ad intere famiglie di operai avventizi. Dovranno comprendere:

Fig. 18 - Alloggio -tipo abbinabile di una casetta per soci di una cooperativa agricola a Conde-sur-Vire (Francia).
Il sottotetto esistente al disopra dei locali accessori (cantina, cucina e bagno) accessibile e serve come deposito. Ad ogni alloggio sono ammessi m 1000 di terreno con un pollaio ed una conigliera.

mero di camere necessario ad ogni famiglia. Pertanto il raggruppamento degli alloggi deve permettere un facile scambio di vani a seconda dell'entit dei nuclei familiari. Questo genere di Fig. 6 - Casa per braccianti stagionali a Firebaugh (California) abitazioni si avvia sempre di pi ad locali dormitorio divisi per sesso, cu- assomigliare alle abitazioni cittadine. cina, refettorio, servizi igienici, letti a Negli esempi migliori dal punto di vista cuccette, (eventualmente sovrapposti) dell'igiene e delle comodit ogni casetta prevedere armadietti, individuali, for- comprende due o al massimo quattro mazione di un angolo soggiorno. alloggi su uno o due piani, ogni alloggio indipendente e corredato di serCostruzione CASE SALARIATI vizi. Materiali - tradizionali: pietra, mattoni. Servono per lavoratori a contratto fisso Negli alloggi raggruppati a schiera, Fondazioni - fondazioni isolanti con per due o pi anni. pu essere utile che taluni servizi (forno, materiale impermeabile. Difficile prevedere con esattezza il nu- lavatoi, ecc.) siano raggruppati, in un Muri - se di pietra spessore min. cm 40, fabbricato a parte di uso comune. Da A se di mattoni cm 30. evitare l'uso comune di latrine e bagni. Muri divisori - in laterizi, spessore cm 15. Intonaci - malta di calce o cemento. 8 7 6 Zoccolo - cemento lisciato od altro ma3 4 teriale purch lavabile. 5 B Travature - legno, ferro; cemento ar1 1 1 2 mato. Fig. 9 - Abitazione a due piani per salariati fissi Pavimento - in mattonelle (graniglia o con servizi completi (Francia) grs o in mattonelle laterizio). 1. camera; 2, soggiorno; 3, cucina; 4, wc; 5, Finestre - sezione netta non inferiore a eventuale wc; 6, granaio; 7, lavanderia: 8, le1/10 della superficie del pavimento. gnaia Altezza locali - non meno di m 3, per C zone montane pu essere ridotta CASE PER CONTADINI 260280. ABITANTI IN BORGATE Difesa umidit del suolo. - InterposiQueste case non hanno carattere zione tra fondazioni e strutture sovraspiccatamente-rurale quando sorgono stanti di uno strato di materiale isolante. Fig. 7- Due tipi di alloggi per un villaggio di operai agricoli in borghi di servizio destinati ad appogSe non esistono cantine, il pavimento nell'Herault in Francia (arch. Bossu, Debarre e Trudon 1948) giare le unit coloniche sparse. Hanno piano terra sia sopraelevato dal piano Nel caso pi semplice gli alloggi sono abbinati come vedesi in A; una specifica destinazione rurale campagna di cm 3050 poggiante su volendo aggiungere due camere da letto o due locali sottotetto, si quando servono a dare alloggio aiconcostruire sul pianterreno A il primo piano B. Volendo realizzare riempimento di ghiaia, pietrisco, o me- pu alloggi grandi, ma su un solo piano si fa uso della soluzione C. Le tadini residenti in borghi residenziali. scale esterne ai fabbricati servono per scendere alla cantina. glio su vespaio aerato.

A.P.I.C.E. S.r.l.

447a

Manuale dellArchitetto

COSTRUZIONI RURALI
FABBRICATI PER LABITAZIONE DI PERSONE

Fig. 11- Piazza di una delle cassette della borgata S. Cataldo


A quasi tutte le casette annessa una stalla. Il tipo maggiore comprende tre poste, un magazzino ed una tettoia. Il lotto di terreno assegnato a ciascuna casetta di circa m 800 di cui 1/4 occupato dalla costruzione.

Fig. 10 - Casa Borgo "La Martella" Piante del pianterreno di due alloggi diversamente orientati
Gli alloggi constano di un tinello, tre camere da letto, armadio a muro, bagno e locali di deposito; gli annessi sono costituiti da una stalla per tre capi e da pollaio, fienile e tettoia. Ogni alloggio dispone di un cortile-aia e di un appezzamento di terreno di m 700 circa.

A.P.I.C.E. S.r.l.

447b

Manuale dellArchitetto

COSTRUZIONI RURALI
FABBRICATI PER LABITAZIONE DI PERSONE
CASE COLONICHE Numerosissimi sono i tipi di case coloniche: ci limitiamo a dare criteri generali e fornire alcuni esempi. Camere da letto. Il numero dovrebbe essere uguale a 3/4 delle persone adulte componenti la famiglia. Camere indipendenti di superficie media m 15, altezza camera m 2,80 3. Cucina . La cucina rappresenta il centro della casa colonica. Deve avere possibilit di rapida comunicazione con tutto il complesso aziendale e di sorveglianza dellesterno. In talune zone la cucina viene separata dal soggiorno. Generalmente per ci non avviene e lo spazio di riposo viene ricavato nello stesso locale a lato della zona di pi intenso traffico. opportuno differenziare, o separare i servizi accessori della cucina (locale cottura, acquaio, dispensa, forno, ecc.) La cucina nella casa colonica deve essere la pi ampia possibile. Per il dimensionamento della cucina si pu usare la seguente formula empirica: S= 20+1,50 (N-4) dove S= superficie in m N= numero abitanti
0 5

C 5 4 3 2 1

5
0 5

Fig. 14 Ente Colonizzazione Delta Padano. Fig. 15 Ente Colonizzazione Delta Padano. Casa colonica di tipo piccolo. Casa colonica di tipo medio. A, pianta piano terra; B, pianta primo piano; A, pianta piano terra; B, pianta primo piano; C, fronte N.O. C, fronte N.O. 2 2

Fig. 12 Casa per ortolani - Chioggia (arch. P. L. Giordani) 1, cantina; 2, pranzo; 3, cucina; 4, bagno; 5, camere letto. Nel sottotetto ricavato un deposito.

Fig. 16 Casa rurale a S. Ilario d'Enza 1, stalle; 2, cantine; 3, ricovero macchine; 4, cucina; 5 soggiorno. Al piano superiore del corpo di fabbrica a sinistra sono sistemate le camere da letto con w.c. 10,50 4,60 20,50

10,00 8,74 2,96 12,31

Fig. 13 Uno dei tipi di case rurali scudiati dall'Ente Colonizzazione Delta Padano Si sono previsti per ora soltanto un alloggio per 910 persone pari a 4,55,5 unit lavorative, una stalla per 10 capi grossi bovini, un portico ed una concimaia si rimandato ad un secondo tempo e possibilmente all'iniziativa degli assegnatari la costruzione delle tettoie, dei siti, dei pollai e dei proservizi in genere. Fig. 17 Case ETFAS in Sardegna

Fig. 18 Casa Ente Maremma (tipo Bottaccia)

A.P.I.C.E. S.r.l.

448

Manuale dellArchitetto

COSTRUZIONI RURALI
FABBRICATI PER IL RICOVERO ANIMALI
ALLEVAMENTO CON STALLA DEL TIPO TRADIZIONALE E RECINTO ALL'APERTO PER IL PASSEGGIO Edifici costituenti gli strumenti per attuare il razionale box vitelli stalla a poste fissa allevamento e l'utilizzazione degli animali e dei e toro prodotti da essi derivanti. sala mungitura Si dividono in fabbricati: per bovini; zona fienile per equini; recinto alimen. per ovini;

FABBRICATI DESTINATI AL RICOVERO DEGLI ANIMALI

Le cunette per l'eliminazione delle orine siano facilmente putibili ed i pozzetti di raccolta muniti di chiusura ermetica. Nelle stalle per vacche da latte siano previsti locali separati per la mungitura, lavaggio e deposito bidoni, per conservazione del latte per servizi mungitori. Larghezza delle poste Animali adulti................... m 1,001,30 Vitelli................................ 0 ,801,00 Lunghezza poste Normale...............................m 1,802,30 All'americana (zona defecazione per suini; esclusa)............................ 1,5O 1,75 per animali da cortile. mangiatoie e corsie alimentazione Le stalle non devono comunicare con porte con locali di abitaFABBRICATI PER BOVINI (STALLE) Fig. 23 - Tipo E zione. Le finestre o porte della stalla sulla stessa facciata deIn base al sistema di allevamento su classificano Superficie netta ricovero m 510/capo vono distare almeno m 3 da aperture di locali di abitazione. come segue: STALLE PER BOVINI DA: Superficie netta recinto m 2030/capo Se la stalla contigua alla casa, fra i due fabbricati va fatto Lunghezza mangiatoia esterna a tettoia per capo m 0,600,85 un muro tagliafuoco che li separi interamente, e si prolunghi Superficie utile coperta= m 510/capo latte di m 1,50 oltre il tetto. ingrasso
di tipo tradizionale a poste fisse al chiuso con corsie di aliment. tipo mangiat. contro muro A B E F G H di tipo misto tradizionale recinto stabulaz. libera a recinti e ricoveri coperti

ALLEVAMENTO A STABULAZIONI LIBERA A RECINTI E RICOVERI COPERTI


recinto ricovero mangiatoia corsia alimentazione

Cubatura minima per capo da assegnare alle stalle In zona di montagna m 10/capo adulto da ingrasso. In clima caldo m 24/capo adulto da ingrasso. In clima temperato m 15/ capo adulto da ingrasso. Per vacche lattifere, aumento volume 30 40%. Pendenza della posta ordinaria Pavimenti in calcestrutto o laterizio 515 %..Pavimenti in piestra o selciato 2030 %. Nel caso di poste all'americana (di cui si vedr in seguito) la pendenza della zona di defecazione (separata dalla posta) sar del 5060 % . Dati tecnici sulle poste e mangiatoie. - Il piano della posta deve essere sopraelevato di cm 15 25 sul piano di campagna, per mezzo di vespaio. La posta pu essere pavimentata in laterizi pieni di coltello o di forati ricoperti di calcestruzzo o in calcestruzzo granuloso, in biocchetti di legno, o in speciali tavelloni di cotto rigati, in gomma. Misure dei box Per toro e per partorienti... m 3,00 x 3,50 Per vitelli m 26/capo.... m 3,00 x 3,00 5,00x5,00 (questi ultimi non sono per animali singoli). Misure delle corsie di servizio Per stalle semplici..........m 1,40 1,80 Per stalle doppie............ 1,702,20 Misuradellacorsia(pedonale) di alimentazione .....................0,801,20 Porte delle stalle Le porte di accesso alla stalla vanno regolate: a) per il passaggio di un carro agricolo............................... m 1,702,20 b) per il passaggio di animali 1 capo adulto............... 1,201,50 1 coppia aggiogata......... 2,002,40

Superficie utile coperta = m 510/capo Superficie all'aperto escluso tettoia alimen. = m 2030/capo ricovero recinto corsia alimentazione

Fig. 24 - Tipo F

SCHEMI DI DISPOSIZIONE DEGLI ANIMALI NEI TIPI DI STALLE AL CHIUSO


~ 1,00 ~ 1,90

Fig. 25 - Tipo G
Superficie come tipo precedente recinto ricovero recinto

1,802,20 Fig. 19 - Tipo A Tradizionale ad una sola fila, con corsia di alimentazione corridoio di servizio. ~1,802,20 0,25 ~1,00 ~1,90 ~1,802,20 ~1,00 ricovero corsia alimentazione

Fig. 26 - Tipo H
Valgono anche per questo caso le superfici come anzidetto per i tipi E, F e G. Le stalle-ricovero a stabulazione libera devono avere una altezza non inferiore a m 3, per permettere la pulizia meccanica.

mico e l'illuminazione. La facilit di lavaggio abbondante e pulizia di tutta la stalla. Le comunicazioni colla camera di preparazione dei mangimi, coi fienile, col silo, con la concimaia. Creare poste isolate per gli animali ~1,802,20 ~1,802,20 ammalati. ~1,25 ~1,501,80 ~1,501,80 Box separati per le vacche partorienti, per il toro, per i vitelli. Prevedere un impianto di abbeveraFig. 21 - Tipo C. Tradizionale testa a testa con corsia centrale di alimentazione. mento con tazzette fisse alle poste. ~1,00 l davanzali delle finestre devono essere a quota superiore a m 1,60 per evitare le correnti d'aria fredda sugli animali. Tutte le parti in ferro (strutture, serramenti, elementi separatori delle ~0,601,00 poste, prese d'aria, ecc.) consigliabile siano ~1,20 ~1,90 zincate per evitare la forte corrosione. L'impianto elettrico, sia difeso dalla corrosionie. Le corsie di passaggio animali abbiano pavimento rugoso ~1,802,20 ~1,90 onde evitare cadute. necessario evitare spigoli vivi ed ogni parte sporgente. Le pareti siano rivestite per un'altezza di m 2, da ~0,80 intonaco impermeabile o piastrelle smaltate. ~1,501,80 Il pavimento sia impermeabile (calcestruzzo bacciardato, in gres, gomma ecc.). Fig. 22 - Tipo D. Multipla. Sopra la stalla non prevedere camere di abitaLarghezza posta: per animali adulti........m 1,001,30 zione, nel caso esistano il solaio deve essere impermeabile ai gas. per vitelli....................m 0,801,00 la mangiatoia sia di cemento lavabile. Per questo tipo di stalla l'altezza utile : La stalla sia intonacata e tinteggiata di azzurro da un minimo di m 2,20 per montagna ad un massimo di m 3,60 contro le mosche.

Fig. 20 - Tipo B. Tradizionale a doppia fila, groppa a groppa Curare l'aerazione e ventilazione, l'isolamento tercon corridoio di servizio centrale e corsie di alimentazione.

CRITERI DI PROGETTAZIONE

mattoni incementati allineati o a spina di pesce cm 4 calcestruzzo granuloso

laterizi forati

A
mangiatoia

sottofondo asfalto calcestruzzo

posta fossetta sottofondo corsia posta

fossetta asfalto calcestruzzo

corsia

B
Fig. 27 - A, due schemi di formazione poste; B, schema di canaletto. Unione tra la posta e la corsia

A.P.I.C.E. S.r.l.

449

Manuale dellArchitetto

COSTRUZIONI RURALI
FABBRICATI PER IL RICOVERO ANIMALI
Ventilazione delle s t a l l e . - La ventilazione avviene in modo naturale attraverso ampie finestre. Si consigliano finestre a vasistas o a bilico. Ottimo il tipo finestra-aeratore a entrata aria doppio flusso (Gerlach). Un valvola di regolazione buon tipo di finestra per stalle pu F i g . 3 3 S c h e m a di ventilazione secondo essere quello rappresentato nella il sistema King fig. 35. Non essendo generalmente uscite aria viziata sufficiente l'aerazione normale si ricorre a diversi sistemi di ventilazione, allo scopo di poter regoaria pura lare la temperatura sui 15-20 C. Il ricambio d'aria pu essere calcolato da un minimo di m 30/h/ F i g . 3 4 - A , s c h e m a d i v e n t i l a z i o n e s e c o n d o il sistema Rutherford; B, schema di capo in climi freddi a m 60/h/ di ventilazione a convenzione capo. 1, canna di camino isolata con doppia Il ricambio d'aria si pu otteparentina in legno riepmpita di lana di vetro nere con condotti di aerazione. I e rivestita internamente di cartone catramato. sistemi possono essere tre: - sistema King aerazione supplementare - sistema Rutheford - sistema a convenzione. Eliminazione delle o r i n e . - L eliminazione del liquame di scolo delle poste avviene convogliandolo entro una cunetta intonacata con cemento lisciato, posta al fondo della posta, Una pendenza forte facilita lo smaltimento, ma per stalle lunghe determina un abbassamento eccessivo del fondo che pu risultare pericoloso per gli animali. Le cunetta devono avere sezione ampia, raccordata dolcemente al pavimento. Nelle grandi stalle, le cunette sono quasi sempre coperte con griglie mobili in laterizio o calcestruzzo e quindi possono avere elevate pendenze. lnconveniente delle cunette coperte la difficolt di pulizia. Per l'eliminazione all'esterno delle orine si praticano due sistemi: a) facendo sfociare in canaletto, a pendenza progressiva. in un unico sifone esterno alla stalla; b) raccogliendo ogni m 6 8, lungo il canaletto, il liquame in piccoli condotti trasversali che scaricano in una fogna longitudiuscita aria impura

larghezza posta 100 130

1,60

1,60 0,25 1,10

0,650,70

canaletto continuo a sezione curva facilmente pulibile con il forcone

mattoni forati
~1,00 0,80 0,90 2,00 2,30

~0,25 ~1,30

Fig. 28 - Sezione di stalla semplice a posta lunga


~1,00 ~0,80

Fig. 29 - Sezione di posta all'americana con zona di defecazione ribassata

1,40

mangiatoia
0,35

A B

1 animale
~1,20 0,20 0,350,45 0,30 ~0,25

2,00 2,30

0,65

Fig. 30 - A, stalle di vecchio tipo (senza corsia di alimentazione); B, schema di rastrelliera La rastrelliera ha la funzione di impedire la la dispersione del foraggio sulla lettiera.
acqua catena a collare scorrevole abbeveratoio a tazza

aerazione supplementare

Fig. 35 - Tipo di finestra per stalla

~0,70 ~1,05

flusso superiore flusso inferiore

Fig. 36 - Finestra per stalla tipo Gerlach

griglia
~0,20

catena fissa mangiatoia

fianco lamiera valvola regolabile

Fig. 31 - Schema di attacco alla mangiatoia con abbeveratoio

Fig. 37 - Esempio di presa d'aria a parete

leva di richiamo alla valvola per pressione del muso animale

montanti generali rastrelliera

A
ogni 10+12 m

scarico

B
5+6 m 5+6 m

alimentazione

Fig. 32 - Abbeveratoio a tazza automatico a pressione

Fig. 38 - A, schema ubicazione camini stalle semplci; B, schemi ubicazione camini stalle doppie

A.P.I.C.E. S.r.l.

450a

Manuale dellArchitetto

COSTRUZIONI RURALI
FABBRICATI PER IL RICOVERO ANIMALI
vento vento aria viziata

sifone fogna A canaletto pozzetto raccolta concimaia sifone B

gocciolatoio per la condensazione

F Fiig g.. 4 40 0-A A,, s sc ch he em ma ad dii c ca an na alle etttto oa ap pe er rtto op pe er rs stta alllla as se em mp plliic ce e B B,, s sc ch he em ma ad dii c ca an na alle etttto oa ap pe er rtto op pe er rs stta alllla ad do op pp piia a

aria viziata

B
griglia in ghisa

A
pozzetto raccolta

canaletto

~0,40 ~0,35

pozzetti ispezionabili fogna

al pozzetto concimaia strato impermeabile A

A tubo flessibile tubo girevole stalla pozzetto d'ispezione B pozzetto depuratore cuffia

pozzetto a sifone concimaia

pozzetto a sifone fogna pompa liquame concimaia dep. liquame concimaia B pozzetto di raccolta concimaia
5 + 6m

canaletti a pi della posta

F Fiig g.. 4 42 2-A A,, s sc ch he em ma ad dii s se em mp plliic ce ep po oz zz ze etttto o iin nc ca allc ce es sttr ru uz zz zo op pe er rr ra ac cc co olltta ap pa ar rz ziia alle e.. Le tubazioni possono essere di cemento, di eternit, meglio ancora di gres; B, schema generale dello scarico dei liquidi delle stalle con pozzetto depuratore. Si raccomanda di usare sempre sezioni sovrabbondanti.

F Fiig g.. 4 41 1-A A,, e es se em mp piio od dii ffo og gn na as se em mp plliic ce ee es stte er rn na a;; B B,, e es se em mp piio od dii ffo og gn na ad do op pp piia ae es stte er rn na a

nale con pozzetti a sifone nel punto di immissione. Questa fogna scaricher poi in un pozzetto di raccolta accanto alla

concima e separato da altro pozzetto, destinato alla raccolta dello scolo della concimaia stessa.

La fogna pu essere: interna, esterna (semplice o doppia).

A.P.I.C.E. S.r.l.

450b

Manuale dellArchitetto

COSTRUZIONI RURALI
FABBRICATI PER IL RICOVERO ANIMALI
TETTOIE ALIMENTAZIONE PER STABULAZIONE ALL'APERTO copertura in cemento amianto strutture ogni 1.802.20 1.701.80 posta 0.400.50 rastrelliera in legno mangiatoia corsia di alimentaz. 6 8 6 6 6 7 10 3 0.600.70 1.501.70 Fig. 43 - Un esempio di semplice tettoia in struttura di legno Fig. 46 - Schema del processo di trasporto a ciclo continuo del latte proveniente dalla mungitura presso la posta 4 2 5 11 1

0.13 0.18 0.70 0.40 0.15 p= 15% 0.95 Fig. 44 - Esempio di sezione di una mangiatoia

1, rubinetto per lavaggio tettarelle; 2, valvola di sicurezza; 3, serbatoio del vuoto; 4, vuotametro; 5, scatola di controllo control box ; 6, rubinetti presatori pulse tap ; 7, valvolina condensa; 8, rubinetto aria per lavaggio tubazioni; 9, interruttore per motore; 10, interrutore attacco corrente per control box ; 11, presa di corrente per filo a terra per control box .

0.00 0.96 0.84 3 2.00 0.84 3 0.96 2.00 3.00

0.90
1.50

2 1.70

0.15

2.50 2

0.30 0.91 0.45 tubo 2" 1 2 2 30 34

0.85 2.37 2.50 0.90 3

Fig. 45- Sezione di abbeveratoio in c.a. (specialmente usato per stabulazione all'aperto) 2 2 2.37

Mungitura meccanica Presenta notevole risparmio di tempo e di fatica rispetto all'antico sistema a mano. Viene praticato in quattro modi: a) alla posta, che viene dotata di attacchi per l'impianto del vuoto necessario alla Mungitura e condotti per il trasporto latte. l dispositivi meccanici sono collocati in apposito locale; b) alla posta, mediante dispositivi montati su carrelli mobili; c) in apposite sale di mungitura, a cui si fanno affluire due volte al giorno le bovine a stabulazione fissa, con notevole miglioramento delle condizioni igieniche, degli animali, cos costretti ad un movimento salubre; d) in apposite sale, per bovine a stabulazione libera all'aperto, con creazione di un ciclo di mungitura-alimentazione, distribuito come risulta dai vari esempi prodotti. La sala di mungitura. - La sala di mungitura sta assumento una grande importanza specialmente nella allevamenti all'aperto, dove viene a costituire il perno di tutto il sistema di allevamento. Caratteristiche sala di mungitura. Posizione generalmente baricentrica rispetto ai ricoveri. Zona attesa vacche

Fig. 48 - Sala di mungitura a 2 poste in tandem 1, fossa mungiotore; 2, poste; 3, piano inclinato accesso animali 4, locale attrezzature.

3 0.00

3 2.00

5.50 4 3.50

2 2 3 2 0.00 -45 -40 0.00 1.70 1.80 1.70

34

Fig. 47 - Esempi di sale di mungitura A, pianta; B, sezione. 1, fossa mungiotore; 2, poste; 3, piano inclinato accesso animali

Fig. 49 - Sala di mungitura a 4 poste ad U 1, fossa mungiotore; 2, poste; 3, piano inclinato accesso animali; 4, locale attrezzature.

A.P.I.C.E. S.r.l.

451a

Manuale dellArchitetto

COSTRUZIONI RURALI
FABBRICATI PER IL RICOVERO ANIMALI
ancora da mungere ampia onde evitare incidenti (2 4 m/capo). Possibilit di suddividere le bestie in gruppi successivi. Adduzione esterna del bestiame con percorsi obbligati non pi larghi di m 1. Circolazione entrata ed uscita a senso unico. Porte entrata ed uscita non > m 1 . Corridoi circolazione interna animali non pi larghi di m 1. Poste mungitura allo stesso piano corridoio con apertura e chiusura comandata dalla fossa mungitore. Fossa mungitore ribassata circa cm 50
SALA DI MUNGITURA pulsatore vuoto SALA RACCOLTA LATTE

pompa a vuoto

filtro

gruppo mung. latte

vasca refrig.

Fig. 50 - Sezione di sala mungitura con trasporto automatico del latte

dal piano poste. Rivestitura pareti e pavimento materiale facilmente lavabile. Eliminazione parti sporgenti e spigoli vivi.

Locale per raccolta latte e lavaggio fusti separato dalla sala. Servizi spogliatoio e wc mungitori. Impianto acqua calda generale.

A.P.I.C.E. S.r.l.

451b

Manuale dellArchitetto

COSTRUZIONI RURALI
FABBRICATI PER IL RICOVERO ANIMALI
mungitori dep. spogl.

5.10

sala macch. lavaggi

2 5.10 2 2.40 2.40 1 2 zona coperta corrid. uscita soffitto a camera d'aria recinto zona attesa (coperta) mangiatoia cancello zona coperta

recinto

zona coperta 2.00 recinto mangiatoia Fig. 54 - Schema di funzionamento di una stalla a stabulazione libera con sala mungitura centralizzata e funzionamento automatico (ing. G.Cappa Bava). Si esamina qui la met dell'insieme. ESEMPI DI STALLE DEI VARI TIPI
8

ricoveri coperti mangiatoia

Fig. 51 - Particolari costruttivi di sale per mungitura. Stazioni Sperimentali di Agricoltura Engineering nel Nord America 1, fossa mungitore; 2, poste; 3, accesso animali.

3 1
6

6 7 3

6 2

2
6 6

Fig. 52 - Stalla tradizionale per 6 animali. 1, ricovero bovini; 2, erbaio, mesticaio, trinc Agricoltura Engineering nel Nord America

Fig. 55 - Stalla tipo B 1, vacche; 2, manze; 3, toro; 4, vitelli da latte; 5, vitelli slattati; 6, corsia di alimentazione; 7, passaggio carrabile; 8, silo.
5 9 10 6

1 1

3 7 8

12 11 5

Fig. 57 - Schema di stalla tradizionale con annnessi. Disposizione testa a testa (Tipo C) 1, concime coperte; 2, vitelli; 3, vitellini, 4, vacche; 5, carro di foraggiamento su rotaia; 6, prep. alimenti; 7, 30 vacche; 8, carro per allontanemento letame; 9, linea aerea trasporto latte; 10, silo; 11, latteria; 12, fienile.

A.P.I.C.E. S.r.l.

452

Manuale dellArchitetto

COSTRUZIONI RURALI
FABBRICATI PER IL RICOVERO ANIMALI

2 1 27.50 4

2 2

3 1

73.25 Fig. 58 - Esempio di stalla del Tipo D a poste multiple 1, poste per lattifere (totale 176 capi); 2, recinto vitelli; 3, corsia di alimenntazione; 4, corsia di servizio.

Fig. 56 - Esempio del tipo F 1, recinto coperto; 2, sala mungitura; 3, deposito latte. N 8.25

7.68 pagliaio o fienile 1.68 6.70 griglia

prep. mangimi

zona parto

mangiatoia fissa

area di riposo

grigliato

sala mungitura

recinto 2

abbeveratoio

101.00 Fig. 59 - Esempio di stalla tradizionale a due file Tipo G Grande complesso in costruzione nell'azienda a Gariga (Piacenza) per la stabulazione libera di 70 capi grossi e 20 vitelli (Morteo - Comansider). Sono visibili i pilastri in c.a. e le strutture portanti in acciaio; al centro la sala per mungitura a 6 stalli. Nella zona di alimentazione gli animali appoggiano su un pavimmento grigliato con sottostante cunicolo di raccolta delle deiezioni.

6 7

8 9 Fig. 57 - Schema planimetrico di stalla libera predisposto dalla Stazione di Sperimentazione per l'Indiana, USA. 1, zona di riposo; 2, zona destinata all'alimentazione; 3, rastrelliera per fieno; 4, recinto scoperto pavimento; 5, zona attesa; 6, stalle per partorienti; 7, vitelli; 8, sala mungitura; 9, latte; 10, silo.

A.P.I.C.E. S.r.l.

453

Manuale dellArchitetto

COSTRUZIONI RURALI
FABBRICATI PER IL RICOVERO ANIMALI
12 12 13 7 6 10 11
4,20

9,00
11

22,70

8,50

4,50

4,90

4 4 6
aspor-

4,20

4,35 4,50

4 2 2

5
4,54 4,80

20,00 5,50

8 9

5,50

1
18,60

10

Fig 63 Esempio del tipo G. Azienda a Viarolo di Golese (Parma)


Si rappresenta una delle due stalle costruite nella medesima azienda. In una stalla tradizionale di recente costruzione della quale si vedono le due file pilastri che delimitavano la corsia centrale, la trasformazione avvenuta adattando a corsia carrabile di alimentazione (sopra) quella che era una fila di poste, a zona centrale di alimentazione quella che era la corsia centrale, a zona di riposo (sotto) quella che era unaltra fila di poste. 1, recinti tori; 2, tori; 3, corsia carrabile di alimentazione; 4, poste; 5, cunetta; 6, porticato; 7, mungitura; 8. latte; 9, macchine; 10, recinti vitelli.
29,00 1 18,00 18,00 29,00 1

Fig. 61 - Planimetria di una stalla libera ne Michigan con struttura in pali di legno.
1, zona di riposo; 2, maternit (recinzioni tabili); 3, sala mungitura; 4, stanza latte; 5, ingresso invernale; 6, ingresso estivo; 7, recinto scoperto pavimentato; 8, mangiatoia per insilato; 9, bestiame giovane; 10, area alimentazione; 11, deposito fieno; 12, sili; 13, stanza per racclta insilati.

20

2 3

13

19

1
12

5 9 6

10

6,00 11 24,00 1

18

Fig. 64 - Progetto ideato dall'Ispettorato Agrario di Milano e messo gratuitamente a disposizione degli interessati. Progetto per stalla all'aperto per 100 bovine da latte Tipo H.
1, recinto; 2, ricovero; 3, corsia carraia per alimentazione; 4, mungitura.
17,00

17,00 aeratore scarico paglia scarico foraggio razione giornaliera di fieno vetro retinato

8,00

5,40

5,40 0,10

III
pav. terra abbeveratoi automatici lettiera permanete

IV B
17,00 pav. terra

pav. 0,40 cemen.

pav. cemen.

I
3 12 4 6 7 5

Fig. 62 - Esempio del tipo G. Progetto per stalla all'aperto per bovini da ingrasso, o da allevamento (capacit 80 capi, per climi freddi)
1, recinti coperti; 2, deposito foraggio e paglia; 3, recinto esterno pavimentato; 4, recinto esterno erboso; 5, mangiatoia esterna per insilato ed erba; 6, tramoggia esterna di alimentazione per mangimi; 7, mangiatoia interna foraggi secchi con rastrelliera; 8, silo; 9. carro erba accostato alla tramoggia; 10, cisterna per deiezione e lavaggi; 11, botola per prelievo liquame; 12, abbeveratoi automatici; 13, rastrelliera fissa trasversale recinti interni; 14, recinto esterno accesso locale di controllo; 15, locale controllo e pulizia aniamli; 16, bilancia controllo peso individuale; 17, cancello di accesso al recinto; 18, staccionata recinti esterni in legno di castagno; 19, muro frontale ai recinti interni; 20, corridoio di servizio recinti interni; 21, ufficio.

II

Fig. 65 - Stalla aperta per 80 lattifere. Tipo H


1, pensilina cons. latte; 2, camera del latte; 3, lav. bidoni; 4, fossa mungitore; 5, infermeria; 6, box; 7, recinto toro.

A.P.I.C.E. S.r.l.

454

Manuale dellArchitetto

COSTRUZIONI RURALI
FABBRICATI PER IL RICOVERO ANIMALI
FABBRICATI PER EQUINI Comprendono i locali, destinati, al ricovero degli equini (scuderie). Le scuderie nell azienda agraria hanno sviIuppo molto limitato), essendosi da ritenere l'allevamento dei cavalli, e specie di quelli di razza, un'organizzazione specializzata, fine a se stessa. Il caso che si pu verifcare in seno alla fattoria, pi frequentemente quello della scuderia per pochi capi, da lavoro. Queste scuderie sono ad una sola fiIa di posti, o raramente a doppia fila. Dimensionamento delle poste e annessi possono essere le seguenti:
lunghezza della posta compresa la mangiatoia........................ larghezza posta/capo............. larghezza c.s. nel caso di separatori (battifianchi) fissi (a seconda del tipo e del pregio degli animali) larghezza corsia di servizio............ volume d'aria per capo................ altezza mangiatoia dal suolo........ altezza del fondo mangiatoia dal suolo....................................... larghezza................................. Rastrelliera lunghezza sbarre....................... larghezza................................. distanza tra fondo rastrelliera e orlo superiore mangiatoia larghezza utile delle porte........... box per fattrici........................... m 2,753,00 1,401,700

0,50
0,30 mensole

1,00

Fig. 68 - A particolare di posta per scuderia con primo tratto orizzontale; B particolare di rstrelliera, mangiatoia ed attacco ad anello scorrevole. rastrelliera portabiada

m m m

1,503,00 1,702,20 2040 1,01,20 0,800,90 0,500,60 0,500,70 0,400,60 0,400,50 1,201,40 1216

0,600,80 (per qualche caso anche m 0,801,00 per razze di grossa taglia); per i montoni la superficie alquanto superiore (m 1,502,00). ll volume risulta di circa m 13/capo (pu ridursi specie in zore di montagna). L'arredamento dell'ovile si riduce a semplici rastrelliere (per foraggio fresco o secco) di legno, semplici o doppie, da disporsi le prime parallelamente, le seconde perpendicolarmente ai muri perimetrali, le rastreIIiere sono spesso combinate con greppie (per mangimi minuti). Si calcola: che occorrano m 0,50 di lunghezza di greppia per ogni capo; che la rastrelleria abbia unaltezza di m 1,40 dal pavimento; che la greppia abbia una larghezza di m 0,25 una profondit di m 0,15 e che il suo orlo abbia unaltezza di m 0,300,50 dal pavimento, a seconda della taglia delle pecore. Se le rastrelliere sono semplici basta uno spazio di m 2 (in senso perpendicolare); se sono doppie, fra l'una e l'altra rastrelliera occorrono almeno m 4. Gli ovili-tettoia possono essere formati da costruzioni semplici e recinte con muretti, steccati, incannucciati, ecc.; possono realizzarsi, se il clima asciutto o piuttosto caldo, come nell'Agro Pontino, in Puglia, Sardegna, ecc., mediante porticati in muratura, aperti da uno o da tre lati, ma chiusi dalla parte dei venti pi freddi dominanti (generalmente venti settentrionali).

Fig. 69 - Mangiatoia metallica e rastrelliera in tubo per scuderie (animali di pregio). 3,00

mungitoio

tettoia

cortile m 230
pastore attrezzi

Cunette di scolo. - Debbono essere impermeabili (generalmente di calcestruzzo di cemento, intonacato a cemento), facilmente pulibili con spigoli arrotondati: valgono le norme speciali indicate per le stalle. Pozzetti di raccolta (ai quali fanno capo le fogne che raccolgono , liquidi delle cunette). Sono di calcestruzzo o di muratura debbono essere intonacati a cemento avere gli spigoli, arrotondati, essere coperti a volta, o con soletta di cemento armato, essere munita di chiusino di pietra (preferibilmente doppio) e forniti di chiusura idraulica (sifone). La capacit del pozzetto deve essere di m 0,50,8 per ogni capo adulto. Attacco degli animali. generalmente fatto con fune a catena piuttosto lunga, fissata ad un anello sistemato al disopra della mangiatoia; per soggetti vivaci si preferisce lattacco corto, dal basso con anello scorrevole o con contrappeso di ricupero. Per animali di pregio, giumente incinte, ecc., si usa sopprimere l'attacco, rinchiudendo lanimale in box della superficie di
mangiatoia selleria camera guardiano

tettoia
0 10 20

Fig. 70 - A, battifianco fisso in legno od in tubo metallico; B, battifianco mobile in legno. superficie di m 1216, ottenuti con divisori di legno o di ferro, od anche in muratura, rivestita di legno: quest'ultima, alta m 1,251,50 munita di sovrastante cancellata alta m 1 circa (altezza totale m 2,25 2,50 circa). Il pavimento dei box (mattoni di coltello) ha opportune pendenze verso l'esterno. Valgono per le scuderie tutti gli accorgimenti e le norme igieniche usati per le stalle bovini. Si raccomanda in special modo di evitare ogni possibile elemento sporgente ed ogni spigolo vivo. FABBRICATI PER OVINI(OVILI) richiesto ambiente asciutto, non ventilato e non troppo caldo. Il pavimento pu essere in calcestruzzo, asfalto, sollevato dal piano di campagna di cm. 2030. Pu essere costituito semplicemente da uno strato di terra battuta alto cm. 2025. Talvolta costituito da un graticciato in legno rialzato da terra. Si creano in altri casi delle poste rialzate continue contro i muri ed il resto si lascia senza lettiera. Il tetto pu essere in struttura leggera, coperto con eternit, lamiera, cartone catramato. Per i muri sufficiente uno spessore di cm 12 con pilastrini di rinforzo. Le finestre possono essere senza serramento (la chiusura eventuale si attua con mezzi di fortuna). molto importante per gli ovili il recinto per la sosta all'aperto. L'orientamento migliore Est-Ovest. Dagli esempi seguenti risulta la approssimativa classificazione degli ovili in : - ovili a ricovero chiuso: - ovili a tettoia. La superficie utile per capo si pu ritenere m

Fig. 71 - Esempio di ovile-tettoia a pianta chiusa


caseificio cucina

OVILE 400 PECORE portico 0 10 Fig. 72 - Ovile con portico ed annessi

19,60
camera cucina caseificio

pastori 8,00 mungitoio OVILE

OVILE 0 10

selleria

poste

mangimi

Fig. 73 - Ovile con abitazione, caseificio ed annessi

mangimi

box

1,20

Fig. 66 - A, scuderia semplice per pochi capi; B, schema di scuderia doppia selleria

2,00

A
infermeria

3,80+4,20

0,40 Fig. 74 - A, rastrelliera in legno con greppia (per ovini); B, passaggio ristretto per ovini.

3,80+4,20

Fig. 67 - Scuderia per animali di pregio A, scuderia a box; B pianta schematica di box

A.P.I.C.E. S.r.l.

455

Manuale dellArchitetto

COSTRUZIONI RURALI
FABBRICATI PER IL RICOVERO ANIMALI
FABBRICATI PER SUINI (PORCILI) Si dividono in porcili di ingrasso o di allevamento. I porcili di allevamento richiedono maggiori requisiti igienici (aria, luce, spazio). R e q u i s i t i f o n d a m e n t a l i . - Il porcile deve essere molto asciutto, il pavimento impermeabile su vespaio ventilato, o su tavelloni. Deve essere soleggiato, luminoso, molto aerato. Ottimo l'orientamento Nord-Sud, temperatura interna 12 16 C, per i lattonzoli da 24 a 18 C a seconda dell'et. Per evitare alla scrofa temperature molto alte si fa uso per i lattonzoli (v. fig. 82) di una lampada a raggi infrarossi. Occorre un ricambio di Irta fresca di m 25/capo/ora. Il pavimento dev'essere costituito da materiali facili da pulire e disinfettare, zoccolo di raccordo alle pareti, le quali devono essere intonacate a cemento o piastrellate. Pendenza delle poste 3 7 %. Stallo diviso in due parti: una di stabulazione sopraelevata di cm 1 5, ed una per alimentazione e defecazione. Pavimento in calcestruzzo granuloso o mattoni di coltello o pianelloni di cotto forato rigati. Dimensioni: m 2,00/capo ingrasso m 2,00 4,00/capo da riproduzione m 3,00 5,00/scrofa con lattonzoli Lunghezza del truogolo per capo m 0,40 0,50. Larghezza corsie servizio m 100 1,50. Nel caso che le zone di stabulazione e defecazione siano distinte le superfici vanno raddoppiate. Ogni stalletto deve avere a disposizione un recinto all'aperto o cortiletto cintato, possibilmente pavimentato. Distanza dei porcili dalle case di abitazione m 15 20. Zone di recinto aperto superficie per capo m1,50 3,00. Altezza dei porcili m 2,00 2,70. Portine di accesso dai recinti m 0,70 0,90.

1.90 1.00 0.00


1.20 1.00

1.10 0.10
2.00

2.10 1.20 0.00

3%

0.70 2 3 2.50 1.40 2.10 1.10

2.00 1.00

2.50

Fig. 77 - Porcilaia di ripo danese ad una fila di stalli (5 o 10 capi a stallo) 1, corsia di servizio; 2, zona di alimentazione e di riposo; 3, zona di deiezioni. 2.10 1.10 0.00

0.40 Fig. 75 - Porcilaia di tipo tradizionale ad una fila di stalli (5 o 10 capi a stallo) 1, corsia di servizio; 2, zona di alimentazione e deiezioni; 3, zona di riposo.

1.10

2.10

1.80

2.10

1.10

1.00

2.50
2.00

4.505.00

2.50

Fig. 76 - Porcilaia di tipo tradizionale a due file di stalli

Fig. 78 - Porcilaia di tipo danese a due file di stalli

A.P.I.C.E. S.r.l.

456a

Manuale dellArchitetto

COSTRUZIONI RURALI
FABBRICATI PER IL RICOVERO ANIMALI
305 305 4 4 1 2 3 4 4 1 2 3 4 4 4 4 6.80
215

6.80 4 3.80

PIANTA

Fig. 79 Sezione e porzione centrale di pianta per un porcile per un elevato numero di capi (Ingham) Complesso (28 stalletti) eventualmente prolungabile da ambo i lati; 1, ingresso carrabile; 2, camera miscela e cottura mangime; 3, caldaia; 4, stalletti; 5, corsia; 6, scolina; 7, pesatrice; 8, deposito alimentari.

truogolo corsia di servizio

sportellone oscillante in struttura tubolare in posizione di pulizia del truogolo zona di stabulazione zona di alimentazione SEZIONE 2.70

Fig. 80 - Particolare dello sportellone oscillante del truogolo

4 2.10 1 2

1.80

1 4

1.30 0.70 1.90

1.80

0.85 0.65 1.30 Fig. 83 - Stallo da parto di tipo classico 1, scrofa; 2, lattonzoli; 3, truogolo; 4, lampada a raggi infrarossi. Fig. 81 - Porcilaia a pianta esagonale per 200 suini all'ingrasso 1, truogolo principale; 2, zona di stabulazione; 3, zona di defecazione 4, truogolo supplementare; 5, pozzone nero. Nello schema in basso una composizione di quattro porcilaie a pianta esagonale con magazzino centralizzato per la conservazione e preparazione dei mangimi. L'alimentazione semiautomatica.

Fig. 82 - Stallo da parto di tipo inglese 1, scrofa; 2, lattonzoli; 3, truogolo; 4, lampada a raggi infrarossi.

A.P.I.C.E. S.r.l.

456b

Manuale dellArchitetto

COSTRUZIONI RURALI
FABBRICATI PER IL RICOVERO ANIMALI
FABBRICATI PER ANIMALI 0.40 0.30 0.30 DA CORTILE E DI 2 PICCOLO ALLEVAMENTO 4 0.34 Si suddividono in: 1 0.40 - Pollai per gallinacei (polli, tacchini, 0.06 2 B faraone). C 5 0.34 1 - Recinti aperti con ricoveri copertoaperto per oche ed anatre (con va- 0.06 3 schetta per bagno). 6 2 0.40 2 1 - Conigliere. - Colombaie. 7 0.30 3 2 A POLLAI Di piccolo allevamento, di formatraFig. 87- Nido trappola A, sezione; B, lato pollaio; C, lato corridoio di servizio 8 dizionale o di grande allevamento 1, nido trappola; 2, abbeveratoio e mangiatoie; 3, muro divisorio 2 (fissi o mobili), ad 1, a 2 o pi piani in legno, in eternit su struttura in 23.50 legno, in muratura, metallici (americani). 9 4,20 10 Requisiti importanti: 3 4 5 6 7 8 - illuminazione sufficiente; B - aerazione artificiale mediante ae1 1 1 1 1 2 2 2 ratori a valvola regolabile; Fig. 90 - Pollaio per grande allevamento A,pianta, B,sezione. 28.00 - pavimento: battuto di cemento con 1, recinti esterni; 2, box per 60 capi adulti; 3, corridoio di servizio; 4, pulcinaia 100200 capi; 5, incubatrice; 6, desovrastante strato di sabbia o terra Fig. 88 - Pollaio per grande allevamento pisito uova; 7, preparazione mangimi; 8, mangimi. 1, box per 100 ovaiole completo di posatoi e 15 nidi; 2, box fine; per 100 pollastre; 3, lavaggio; 4, preparazione mangimi; 5, desola rete metallica, per zone calde, - finestre insolazione: ampie, espoposito mangimi; 6, deposito uova; 7, selezione uova; 8, incubatricce; 9, batterie calde; 10, batterie fredde. con vetri per zone fredde, apribili a ste a mezzogiorno con chiusura in vasistas; - pareti: coibenti, intonacate a cemento. Si usano: eternit, tavelloni elegno; 2.50 2 4 5 1 - superficie calcolabile: m 0,100,15 6.00 /capo se da pollaio serve solo dadorA B mitorio; 5.00 m 0,3540/capo se viene usato Fig. 84 - A, abbeveratoio; B, mangiatoia 6.00 3 1 6.00 1 5.00 1 2 5.00 Fig 85 - Posatoi 6.00 1.00 35 35 38 Fig. 86 - Nidi semplici B A 4.00 6 3.00 Fig. 89 - Pollaio 9.00
0.70 1.50 0.80

come dormitorio e razzolamento; m 0,16 di nido ogni 45 galline, se i nidi sono nel pollalo come di frequente; B 1 A 4 A

1 2.50

B
A, pianta; B, sezione. 1, nangimi; 2, preparazione mangimi; 3, locale per gabbie al chiuso; 4, tettoia per gabbie all'aperto.

A, pianta; B, sezione. 1, corridoio di servizio; 2, nidi trappola; abbeveratoi, mangiatoie; 3, posatoi; 4, parchetto di cemento; 5, parchetto erboso; 6, aeratore.

Conigliera

A.P.I.C.E. S.r.l.

457a

Manuale dellArchitetto

COSTRUZIONI RURALI
FABBRICATI PER IL RICOVERO ANIMALI
- temperatura interno pollaio consigliabile 15C. - se i polli sono lasciati razzolare devono avere a disposizione recinti esterni m 1020 capo, cinti con rete metallica alta m 2,00 a maglie rade. Siepi intorno ai recinti per riparo dal sole possibilmente ombreggiati da alberi, che potrebbero essere quelli di un frutteto. Fondo in parte erboso, in parte sassoso, con zone a sabbia, cenere, ecc., con abbeveratoio a vaschetta oppure a trougolo, anche in quelli chiusi. Se possibile abbinare il pollaio al forno per avere caldo di inverno. Aperture per entrate m 0,20 x 0,30. Esistono pollai mobili e pollai fissi. Alcuni tipi prefabbricati in lamiera sono prodotti in America. deve essere di almeno m 0,50; - gli sportelli delle gabbie saranno solo posti superiormente; - le pareti delle gabbie saranno in rete metallica; - spazio utile per un maschio m 0,50 x CONIGLIERE 0,80; Per le conigliere bene rispettare al- - spazio utile per una femmina m 0,50 cune norme fondamentali: x 1,00: - il pavimento deve essere rialzato da - necessit di nidi a parte: terra di almeno m 0,500,60 e costi- - massima pulizia e ricambi frequenti di tuito da stecche di legno distanziate lettiera per evitare epidemie. 12 cm; - l'altezza utile dell'interno delle gabbie

A.P.I.C.E. S.r.l.

457b

Manuale dellArchitetto

COSTRUZIONI RURALI
FABBRICATI PER IL DEPOSITO E LA CONSERVAZIONE DI PRODOTTI ED ATTREZZATURE
FABBRICATI PER IL DEPOSITO E LA CONSERVAZIONE DI PRODOTTI ED ATTREZ ZATURE Questi fabbricati si suddividono in: - deposito attrezzature; - deposito prodotti da reimpiegare; - deposito prodotti da smerciare. Caratteristiche generali La tendenza moderna di considerare questi fabbricati uno strumento della stessa natura economica di quelli usati per la lavorazione del terreno. Ne deriva che tali fabbricati devono rispondere ai seguenti requisiti : polivalenza annuale degli edifici; leggerezza di costruzione; recuperabilit; basso costo ; prefabbricazione; standardizzazione. La costruzione che meglio risponde alle pi varie trasformazioni l'hangar. Hangar metallici Ne esistono in commercio numerosissimi tipi. Vantaggi: leggerezza; standardizzazione; possibilit grandi luci; recuperabilit; montaggio rapido; Svantaggi: necessaria grande manutenzione; necessit basamenti in calcestruzzo alto per evitare contatto con il terreno, o nel caso che sia usato come ricovero animali contatto con il letame. - (vedi strutture in ferro) Hangar di legno Non molto usati nel nostro Paese per l'alto costo del legname, sono molto usati nei Paesi nordici ed anglosassoni, che hanno portato la tecnica della costruzione in legno ad un alto grado di perfezione. - (vedi strutture in legno) Hangar in cemento armato Questo tipo, economico di manutenzione e incombustibile, con le nuove tecniche di costruzione del c.a. d ottimi risultati che gli permettono di essere in concorrenza e per alcuni versi preferito alle strutture metalliche. l tipi di tettoie unificate, in cemento armato od in metalli, si montano rapidamente, come una macchina. Tettoie e pensiline possono realizzarsi anche con laterizio armato (a falde piane od a volta ribassata). - (vedi strutture c. a.) FABBRICATI PER DEPOSITO ATTREZZATURE O f f i c i n a . - Requisiti generali: - ottima illuminazione diurna e notturna, assenza di umidit; - ampiezza considerevole con grandi porte scorrevoli per permettere l'entrata alle macchine agricole, che sono sempre di considerevole mole: - Finestre alte per avere possibilit di appoggiare ai muri banchi di lavorazione ed attrezzature: - pavimento in calcestruzzo o in gres, facilmente lavabile; - collegamenti con la rimessa trattori, con il magazzino ricambi, con il deposito macchine agricole; - possibilit di ampliamento. A seconda dell'importanza dell'azienda necessario in officina provvedere a varie operazioni che comportano diverse installazioni; citiamo le principali: - fossa per riparazioni: - paranco di sollevamento; - banco meccanico con morsa; - banco falegnameria; - trapano; - tornio; - molla a smeriglio; - forgia; - incudine; - compressore; - sega. D e p o s i t o t r a t t o r i . - Ha le caratteristiche di una comune autorimessa. Deve essere chiuso per evitare furti o manomissioni, protetto dal freddo. Pavimento in calcestruzzo, rialzato sul piano di campagna, con rampa di accesso, ampie porte scorrevoli, ben illuminato ed aerato. Se l'azienda dotata di pi di una trattrice raccomandabile che ogni trattrice abbia il suo box. Se il deposito trattori ampio e fornito di banchi di lavoro pu sostituire in certi casi l'officina. Dimensioni trattore:
grande potenza (50 70 HP) 350 x 210 media potenza (20 40 HP) 320 x 200 piccola potenza (10 15 HP) 220 x 130

Ricovero macchine agricole. - Generalmente costituito da una tettoia aperta, dimensionata secondo il fabbisogno dell'azienda, chiuso da parete dalla parte dei venti dominanti. L'altezza in molti casi sufficiente di m 2,50 2,80. Se deve ospitare mietitrebbie, elevatori ecc. necessita di h= 3,5. Gli accessi devono essere disposti sul lato lungo del fabbricato e se il ricovero chiuso le porte devono essere grandi e scorrevoli. Diamo una tabella delle dimensioni delle principali macchine: D e p o s i t o c o m b u s t i b i l i . - Fabbricato da disporsi lontano dagli altri, onde evitare pericoli di incendio. Generalmente si risolve interrando il serbatoio, e fornendolo di pompa di sollevamento.
Larghezza Lunghezza m 2,13 2,75 grand. 1,83 2,44 1,52 2,28 2,44 2,74 2,13 1,83 0,61 1,52 2,28 3,35 3,20 2,44 2,13 2,13 3,00 2,13 3,20 0,45 m 4,87 4,26 variab. 1,52 6,00 2,13 2,13 1,22 3,20 4,87 1,83 2,13 2,74 3,65 1,52 3,65 7,92 3,65 4,26 2,13 3,65 1,52 1,52

Macchina Automobile Legatrice Mietitrebbie Seminatrice del mais Sgranatoio del mais Coltivatrice (ad una fila) Coltivatrice (a due file) Erpice a dischi (singolo) Caricatore di fieno Spandiconcime Falciatrice Aratro Aratro (polivomere) Aratro (da scasso) Rastrello
Rastrello (a scarico laterale) Trebbiatrice (cilindro cm 66)

Trattore Carrello Erpice a dischi (a tandem) Trinciaforaggi Seminatrice (8 file) Erpice (sezione)

A.P.I.C.E. S.r.l.

458a

Manuale dellArchitetto

COSTRUZIONI RURALI
FABBRICATI PER IL DEPOSITO E LA CONSERVAZIONE DI PRODOTTI ED ATTREZZATURE
3 4 2 1 2 3 11 11

10

4 7 6 8

5 6 7

5 9

Fig. 92 - Officina di una cascina ad Alessandria 1, trapano; 2, tornio; 3, forgia; 4, incudine; 5, saldatrice; 6, mola; 7, banco; 8, fossa; 9, sega verticale; 10, piallatrice; 11, banchi falegname.

Fig. 93 - Pianta di un'officina meccanica per media azienda (G. Stefanelli) 1, motore di 1 HP; 2, banco; 3, attrezzi da giardino; 4, mola; 5, porta a vetri scorrevoli; 6, forgia; 7, incudine; 8, bancone con morsa; 9, attrezzi

6 7 8 2 2 7

3 5 11 10 5 15 16

14 9

Fig. 94 - Pianta di un'officina agricola aziendale 1, macchine utensili; 2, locali di lavoro; 3, saldatura; 4, fucina; 5, generatore di corrente; 6, docce e wc; 7, magazzino macchine.

Fig. 95 - Officina meccanica aziendale (Brasile) Attrezzature: 1, morsa; 2, forgia; 3, incudine; 4, mola; 5, trapano; 6, banco da lavoro (parte meccanica); 7, armadietto; 8, banco da falegname; 9, armadietto per falegnameria; 10, armadio (selleria ed elettricit); 11, armadio; 12, rastrelleria; 13, ventilatore; 14; portautensili per banco da lavoro; 15, tettoia; 16, autorimessa con fossa per le riparzioni.

9 15

10 11 12 0 5 10 13 3
5 4

2 1

14

Fig. 96 - Pianta di un centro di meccanizzazione 1, magazzino; 2, deposito carburante; 3, ufficio; 4, servizi igienici; 5, pronto soccorso; 6, automezzi; 7, attrezzi e macchine, 8; impalcato per attrezzi e macchine; 9, trebbie, elevatori; 10, trattori e motori; 11, falegnameria; 12, magazzino pezzi di ricambio; 13, officina; 14, serbatoi acqua con aeromotore-pompa; 15, piattaforma per lavaggio macchine.

A.P.I.C.E. S.r.l.

458b

Manuale dellArchitetto

COSTRUZIONI RURALI
FABBRICATI PER IL DEPOSITO E LA CONSERVAZIONE DI PRODOTTI ED ATTREZZATURE
FABBRICATI PER DEPOSITI PRODOTTI DA REIMPIEGARE Si suddividono in: depositi fieno e paglia deposito foraggi depositi mangimi secchi depositi barbabitole da zucchero sili deposito letame (concimaie) Depositi fieno e paglia. - Sistemati un tempo in fienile sovrastante la stalla, o in porticati, o in molte zone all'aperto. Si preferisce oggi collocarli sotto tettoie a struttura leggera del tipo di quelli prima elencati. L'uso dell'imballaggio del fieno e paglia ha ridotto di molto lo spazio necessario. Peso/m del fieno sciolto kg 80100. Peso/m dei fieno in balle kg 300450. Dimensioni tipo balla fieno 90 x 36 x 46 Peso balla di fieno 4050. Produzione fieno 10O q/ha. Deposito mangimi. - Sono dei magazzini ben aerati ed asciutti, posti in prossimit delle zone di preparazione degli alimenti del bestiame. Deposito barbabietole da zucchero. - Sono costituiti da fosse in c.a. di dimensioni variabili a seconda del fabbisogno aziendale munite di pavimentazione impermeabile, con inclinazione del 610 %, di pozzetto di raccolta degli spurghi, coperte da tettoie, devono essere facilmente accessibili per le operazioni di carico e svuotamento. Silo. - Serve a conservare vari tipi di foraggi parzialmente essiccati o meglio freschi. Vantaggi: riduzione del periodo di sosta dei foraggi nei campi per essiccare; maggior resa (3035 kg di prodotto contro 2025 kg di fieno per ogni quintale di foraggio verde): minor perdita di sostanze proteiche, riduzione pericolo di incendio, ecc. l sili devono essere ubicati in posizione comoda sia per il carico dei prodotti, sia per la distribuzione del foraggio alle zone di alimentazione. Si preferisce collocarli esternamente in testa o al centro del fabbricato ospitante il bestiame a contatto diretto con la zona di preparazione mangime. Si tenga presente che per caricare. il foraggio con gli elevatori a nastro, occorre prevedere di fronte alla zona di caricamento uno spazio libero di manovra, di raggio pari all'altezza dei sili. Esistono vari tipi di sili: - tipo cremasco; - tipo americano; - tipo GBS - tipo americano, sistema Harvestore, ciclo continuo; - tipo finlandese; - tipo interrato. Tipo cremasco. - Si basa sul principio di insilare il foraggio parzialmente essiccato, comprimerlo con un coperchio in c. a. Per ridurre l'aria interposta evitare la dispersione di CO, che rallenta le fermentazioni, con chiusura a quasi perfetta tenuta. Sono costruzioni cilindriche generalmente costruiti in c. a. con coperchio pure in c. a. sollevabile con verricello. l sili hanno generalmente le seguenti caratteristiche: - diametro m 3,505,50 - h = 3,04 volte il diametro - capacit 2501000 q di foraggio - peso coperchio 60140 q. Tipo americano. - Il foraggio viene insilato allo stato fresco, con caricamento automatico, non viene effettuata compressione, lo scarico si fa attraverso aperture comunicanti con l'apposito condotto di scarico. La conservazione dovuta al CO sviluppata dai foraggi che in questo tipo necessario siano ricchi di sostanze zuccherine. Sono costruiti sia in c. a., sia in struttura completamente metallica, sia in legno. Diametro 36 m; h= 815 m. Tipo GBS. - In questo tipo la funzione di insilamanto e conservazione unita a quella di essiccamento mediante motore a ventola in basso, che area il prodotto dal basso allalto, avvalendosi della penetrazione dellaria nella massa, assestata da un albero verticale rotante e da un tamburo calettato su detto albero, che scorrendo sull'asse, crea un costante spazio a pozzo, per la ventilazione e lo scarico. Dimensioni simili al silo tipo americano. Tipo americano, sistema Horvestore. - Questo si sistema impernia la raccolta, la conservazione e di stribuzione di tutti i foraggi sulla funzione di un perfetto contenitore a tenuta stagna. lI contenitore una torre cilindrica, costituita da lamiere di acciaio smaltato al cobalto irrigidita da strutture verticali ed orizzontali. Il foraggio, dopo un semiappassimento sul campo, viene trinciato ed introdotto con un caricatore pneumatico nella torre. La conservazione avviene in ambiente privo di ossigeno e d ottimi risultati. L'estrazione dell'insilato si ottiene con un apposito estrattore a fresa che scarica il prodotto direttamente su un nastro trasportatore svolgentesi lungo la mangiatoia. Il ciclo di carico e scarico continuo, completamente automatico, con una forte riduzione di mano d'opera. Tipo finlandese. - Sono sili che richiedono un preventivo trattamento del foraggio fresco con soluzione acida. Diamo un esempio di silo acido che ha le seguenti caratteristiche: interrato per 2/3, pianta circolare, realizzato in muratura, intonacato internamente a cemento su armatura di rete metallica, fondo in cemento armato, chiusura ermetica, pozzetto raccolta colaticcio. -Tipo interrato. - il pi semplice ed economico sistema di insilaggio, consistente nell'immagazzinare il foraggio in fosse dalle pareti rese impermeabili e ricoprendolo con uno strato di terra onde evitare il contatto dell'aria.

1.10 12.20

0.85 0.20 5.48

2.00

5.48

Fig. 97 Silo tipo cremasco 1, verricello; 2, protezione amovibile verricello; 3, funi; 4, sicurezza; 5, coperchio in c.a.; 6, botole per l'introduzione e l'estrazione del foraggio; 7, canali per lo scarico dell'insilato.

0.76 renditori

aerazione 1.60 0.08 griglia pozzo di scarico aperture con sportelli vetro cemento 0.70 1.00 1.40 PIANTA 5.00 Fig. 99 Pianta e sezione di silo, con doppio condotto di scarico, in c.a. di tipo americano. 2.10 12.25 scarico dell'insilato 0.70

SEZIONE

A.P.I.C.E. S.r.l.

459

Manuale dellArchitetto

PROGETTAZIONE RURALI
FABBRICATI PER IL DEPOSITO E LA CONSERVAZIONE DI PRODOTTI ED ATTREZZATURE
0.50 1.00

3.20 2.40

2.92

2.40 0.40 5.23

0.147

2.70 terra di compressione strato di paglia Fig. 100 Silo tipo G B S (dimensioni simili al silo americano) A, insilamento, B, essiccamento; C, estrazione. 1.40

1.20 3.50 strato di paglia

foraggio C 0.14 2.40 0.15

2.40

0.14

Fig. 102 - Doppio silo seminterrato in cemento armato con tettoia. A, pianta sopra il piano di campagna; B, pianta sotto il piano di compagna; C, sezione longitudinale. 10 10 8 9 3% 7 10

10

3% 10

10

6 9 4 2 5 9

6 Fig. 101 - Schema di un centro ad impostazione radiale con sistema di trasporti cocleari (tipo Harvestore) 1, sili; 2, coclea e camera di mescolazione e convogliamento; 3, coclea di sollevamento; 4, coclea di distibuzione; 5, area di caricamento; 6, coclea di alimentazione della mangiatoia; 7, magiatoie; 8, fontanile; 9, recinto per 100 capi m 1330 circa; 10, tettoie di ricovero m 4 circa.

pozzetto di raccolta Fig. 103 - Silo acido cilindrico seminterrato (Giuliani-Pestellini). Tipo finlandese.

A.P.I.C.E. S.r.l.

460

Manuale dellArchitetto

COSTRUZIONI RURALI
FABBRICATI PER IL DEPOSITO E LA CONSERVAZIONE DI PRODOTTI ED ATTREZZATURE
La concimaia un deposito per letame attrezzato per la migliore conservazione e maturazione dello stesso. Le concimaie si possono suddividere nei seguenti tipi:
a fossa , con pozzetto per colaticcio e con irrorazione aperte a pozzetto
l l 3n n=6+12 capi l
P P

2n n=12+18 capi l l l l n=24+30 capi 3,00 + 3,50 3%

2l

1,20

semplice platea rettangolare platea a settore o anulare con vasca laterale e platea rettangolare con vasca centrale e platea rettangolare idem, con platea multipla doppia multipla

1,5n

n=18+24 capi

1,2n

2 l

2 l

A l

a platea a maceratoio

l l 2 l n

l n=30+36 capi

12,00+14,00

5,00

chiuse

a cella a silo

2 l

Per migliorare il letame si pu prevedere: a) separazione delle direzioni liquide (nei pozzetti) da quelle solide (nelle concimaie); b) ammassamento del letame per favorire la fermentazione; c) raccolta del colaticcio in pozzetto apposito (separato dalla fogna orine) e suo reimpiego mediante irrorazione periodica della massa di letame. d) protezione dalla diluizione prodotta dalla pioggia mediante tettoia. Concimaie di dimensioni eccessive sono da evitare; preferibile frazionare in due o tre parti la superficie occorrente. La larghezza non deve superare m 67. Il caricamento con benna frontale sistemata sul trattore determina l'uso sempre pi ampio delle concimaie con rampa d'accesso, che permettono di effettuare comodamente l'operazione di svuotamento. La distanza delle concimaie dalle case di abitazione non deve essere minore di m 15. Deve essere pure rispettata debita distanza, atta ad evitare l'inquinamento, dai serbatoi d'acqua e pozzi. Preferibile l'esposizione a Nord rispetto agli altri fabbricati. Per le capacit si pu calcolare un minimo di platea per capo di m 46 variabile da montagna (minimo) a pianura. La capacit del pozzetto delle orine sar di circa m 0,500.60/capo. Nel caso di concimaie, con maceratoio, si pu calcolare per il maceratolo una capacit di m 1,5/capo. Concimaia a fossa e pozzetto. - Sono costituite da una fossa di profondit di circa m 1, di larghezza non superiore a m 6 e di lunghezza proporzionale al carico di stalla. L'esempio mostra una moderna concimaia a fossa con pozzetto per colaticcio. Copertura, impianto di caricamento con vagoncini e monorotaia a rampa d'accesso per la vuotatura. Il fondo della fossa deve essere molto robusto: la rampa pu eliminarsi in zone collinari, costruendo la concimaia a mezza costa (in tali casi si pu anche aumentare alquanto la profondit della fossa stessa). Concimaia a platea e pozzetto. - Questo tipo di concimaia consta di: - platea cinta da muretto su cui si accatasta il letame; - pozzetto adiacente alla stalla od affiancato alla platea nel quale fa capo la fogna convogliante le urine di stalla; - di un pozzetto pi piccolo per il colaticcio de!la platea. Diamo alcuni schemi dei principali tipi a platea, dove I funzione di n= numero capi adulti. Concimaia a platea e maceratoio . Ha di fianco alla platea una vasca a tenuta dove si tiene immerso nelle deiezioni liquide della stalla per 15 giorni il letame. Le faticose operazioni di spostamento ed estrazione del letame hanno ridotto l'uso di questi tipi. Concimaie a cella. - Sono basate sul principio di accelerare la fermentazione del letame, facendola avvenire in ambiente chiuso con circolazione d'aria, controllata attraverso apposite aperture. Sono realizzate con camerette in muratura a chiusura ermetica, ricoperte internamente di laterizi forati, che assicurano una lenta circolazione d'aria.

PIANTA

Fig. 104 - Concimaie a platea

1,90 0,50

0,30

0,60

0,65 0,15 1,60 1,90 PIANTA

pendenza 3%
1,20

SEZIONE A-B 0 5 Fig. 107 - Concimaia con platea rettangolare e maceratoio laterale a due sezioni

pelo libero

0,55
0,10

1,68

0,15

SEZIONE Fig. 105 - Tipo di vasca per le urine separata dal pozzetto del liquame della concimaia

m 1,00 A 0 5 B

Fig. 106 - Schema di concimaia a fossa con carrello monorotaia, rampa di accesso e pozzetto di racccolta del colaticcio.

C Fig. 108 - Concimaia a cella doppia (tipo Beccari) a, vista anteriore; b, pianta e vista superiore; c, sezione verticale con vista delle portelle anteriori e superiori metalliche

A.P.I.C.E. S.r.l.

461

Manuale dellArchitetto

COSTRUZIONE RURALI
FABBRICATI PER IL DEPOSITO E LA CONSERVAZIONNE DI PRODOTTI ED ATTREZZATURE
DEPOSITO PRODOTTI DA SMERCIARE Costituiscono l'insieme dei fabbricati atti a conservare i prodotti della terra per un certo periodo di tempo, in attesa che gli stessi vengano venduti oppure in determinati casi (uva, olive) a permettere le necessarie trasformazioni e lavorazioni dei prodotti stessi. Fabbricati per le uve ed il vino Fino a non molti anni addietro ogni piccola azienda produttrice di uve era dotata di locale seminterrato o sotterraneo dove avveniva la trasformazione di uva in vino. L'uso di vendere direttamente l'uva alle industrie enologiche ha di molto ridotto l'uso di tali locali, che servono ormai soltanto alla produzione di vino di uso familiare. Per la trasformazione dell'uva in vino occorrono i seguenti locali; 1) tettoia di ricevimento e pesatura uva; 2) locale di cernita e pigiatura uva; 3) locale di torchiatura vinacce; 4) locale per la fermentazione tumultuosa, cio locale contenente i tini nel quale avviene la trasformazione di zucchero in alcool. Tale locale richiede una temperatura n inferiore a 10 n superiore a 35. Nelle regioni fredde, esposizione a Sud, protezione dai venti freddi, ed eventuale riscaldamento. Nei paesi meridionali esposizione a Nord, ben ventilata e protetta dal calore solare; 5) locale per la fermentazione lenta (cantina di elaborazione). Tale locale deve essere fresco, orientato a Nord, ben ventilato; 6) locale per la conservazione del vino. Dev'essere a temperatura il pi possibile costante, ventilazione efficace, scarsa illuminazione. Fabbricati per la lavorazione olearia Le stesse considerazioni prima esposte per la lavorazione delle uve valgono anche in questo caso. Ci limitiamo ad un elenco dei locali necessari per la lavorazione delle olive: 1) locale di ricevimento, controllo e lavatura; 2) magazzino (olivaio) dove le olive vengono immagazzinate o su stuoie sovrapposte monta e su castelli, o in strati non > di 15 cm sul pavimento. Nel I caso occorre m 1 di pavimento ogni 5 q di olive immagazzinate, nel 2 caso m 1,4 1,5/q; 3) frantoio dove avviene la spremitura delle olive, deve avere unatemperatura di 10 15, ben illuminato, con pavimento facilmente lavabile, muri rivestiti, piuttosto ampio in relazione alle macchine; 4) camera delle presse; 5) camera separazione (chiaratoio), dove avviene la separazione dell'olio
16 15 17 14

PIANO PRIMO

9 1 2 3 4 5 7 7

9 4 5 13 4 8 10 6 11

PIANO TERRA
12

Fig. 110 - Fabbricato per la raccolta e conservazione refrigerata di frutta 1, ingressi; 2, disimpegni; 3, direzione; 4, montacarichi; 5, raccolta classificazione e imballaggio della frutta; 6, macchine frigorifere; 7, celle frigorifere; 8, ricevimento frutta; 9, spedizione, 10, pompe; 11, vendita del ghiaccio; 12, spogliatoio; 13, trasformatore; 14, sterilizzazione delle marmellate; 15, preparazione delle marmellate; 16, deposito del ghiaccio; 17, evaporatore.

5.90 0.45
3

9.25

PIANTA 6.80

4.30

12.40

7.80

SEZIONE Fig. 111 - Deposito frigorifero per frutta 1, sala macchine; 2, celle; 3, anticelle.

Fig. 109 - Schema tipico di fabbricato per oleificio 1, chiaritoio; 2, frantoio e strettoio; 3, oliario; 4, ripostiglio; 5, elevatore; 6, frullino; 7, tettoia.

A.P.I.C.E. S.r.l.

462a

Manuale dellArchitetto

COSTRUZIONE RURALI
FABBRICATI PER IL DEPOSITO E LA CONSERVAZIONNE DI PRODOTTI ED ATTREZZATURE
dalle impurit; 6) magazzino (oleario), dove l'olio sottoposto ad ulteriori decantazioni, scarsa illuminazione, ben aerato, protetto dal freddo. 7) deposito sanse e loro lavorazioni (frullino). Vi si lavorano i residuati della spremitura delle olive (sanse), A tali locali principali si aggiungano altri locali ,accessori, ove sono collocati attrezzature, depositi, lavaggi recipienti, ecc. Depositi per la conservazione della frutta Nelle piccole aziende la frutta viene conservata in locali freschi ma non umidi, dotati di buona ventilazione. Nelle grandi aziende si tende a costituire veri e propri magazzini dotati di impianto di refrigerazione. Caratteristiche generali : ampio piazzole manovra autotreni; piano sopraelevato per facilitare operazioni e scarico, protetto dapensiline; massimo isolamento soffitto e pareti ottenuto generalmente con lastre di sughero; - evitare il pi possibile i contatti tra la parete isolante e te pareti esterne di chiusura. onde eliminare dispersioni; - celle frigorifere con anticelle: possibilit di graduare temperatura nelle varie celle; - ricambio aria nelle celle mediante aspirazione. Depositi cereali Generalmente ricavati ai piani superiori della casa colonica, in stanze con buona aerazione, solai atti a sostenere elevati carichi. Pavimenti e pareti rivestiti (fino a m 1,50) con materiali facilmente lavabili e disinfettabili. Si ricorre attualmente a sili prefabbricati in lamiera d'acciaio,facilmente smontabili. Tal, sin vengono caricati e, scaricati con lo stesso dispositivo: una vite senza fine, applicata variamente sul silo, secondo l'operazione da svolgere. All'interno un dispositivo agitatore impedisce alla massa di cereale sempre piuttosto umida al momento dell'insilamento, di aggrumarsi e deteriorarsi. Depositi tuberi (patate, barbabietole, ecc.) Sono ricavati generalmente in locali interrati o seminterrati. Devono essere freschi. aerati minimamente illuminati, temperatura l 3. Vengono talvolta (vedi esempio) creati degli appositi fabbricati, ben isolati, datati in alcuni casi d'impianto di umidificazione eventilazione.

A.P.I.C.E. S.r.l.

462b

Manuale dellArchitetto

COSTRUZIONI RURALI
FABBRICATI ACCESSORI
FABBRICATI ACCESSORI I fabbricati accessori sono: fieno Essicatoi cereali Forno da pane ordinarie Serre industriali letti caldi (riscaldati artificialmente) Locale di disinfestazione bestiame. relativa dell'aria che di norma non dovrebbe passare l'85%. A questa prima fase, che ha soprattutto lo scopo di arrestare l'aumento di temperatura al disotto dei 40, senza pertanto dar luogo a intensi processi di fermentazione, segue una seconda fase in cui i periodi ed i tempi di ventilazione tenEssiccatoi per cereali. - Lo stesso principio che si applica per il fieno viene applicato per l'essiccazione del grano, mais, segala, ecc. In questi essiccatoi la platea formata da una rete a maglie fine, continua che riceve aria calda dal basso con lo stesso sistema sopracitato. Forno da pane. - Indispensabile nelle

Essiccazione del fieno mediante ventilaA A zione artificiale. Viene praticata entro fienili adatti, dove l'erba semiappassita riceve forti correnti di aria fredda, alternate con altre di B aria leggermente riscaldata a 15C. La volta a botte Fig. 114Schemi di circolazione impianto calorifero nei letti caldi pratica di questo sistema suggerita cinerario A, allo stesso livello; B, a due diversi livelli. dalla necessit di conservare specialmente l'abbondante produzione di erba Fig. 112 - Un esempio di forno semplice di terreni fortemente irrigui, migliorandone nello stesso tempo le condizioni e le qualit vitaminiche. L'erba semi appassita (con un tenore di Fig. 115 - Tipo di letto caldo con riscaldamento a termosifone umidit variabile dal 35 al 40%) viene caricata fino ad un'altezza di circa m 3 dono a ridursi, in rapporto al grado di case coloniche isolate. Per agglomerati sulla platea appositamente sistemata a essiccazione raggiunto dall'erba. di case coloniche o di salariati generalrastrelliera. In base ad altre indagini eseguite per mente si ricorre ad un forno unico. Tale rastrelliera costituita da un certo molti anni nello Stato della Virginia, formato da una platea di cottura di numero di liste di legno distanti fra loro stato possibile accertare, mediante ac- tavelloni di laterizio, di una sovrastante da 6 ad 8 cm e mantenute sollevate dal curate prove di alimentazione com- volta a bacino, in mattoni, da unosporpavimento per un'altezza di circa cm piute, il valore foraggero dell'erba es- tello metallico che chiude la bocca del 1820. siccata in fienile, rispetto a quello otte- forno e da un sottostante cinerario. La parte centrate di detta sovrastruttura nuto da altri sistemi di conservazione. Serre. - Costruzioni per colture speciali, risulta longitudinalmente attraversata Attraverso tali prove sarebbe risultato atte a fornire speciali condizioni di temdal canale di conduzione e di distribu- un netto vantaggio del sistema diessic- peratura, luce e umidit, per le quali zione della corrente di aria ventilante. cazione in fienile nell'incremento della riesce possibile coltivare piante non Infine, solidamente allogato nella estre- produzione del latte, del 4%, e ci a adatte al clima della localit, anticipare mit pi alta di detto canale di ventila- conferma delle favorevoli caratteristi- fioritura, sviluppo ecc. zione, il complesso motore-ventilatore, che bromatologiche dell'erba essic- Si dividono in serre per coltivare, per costituito da un motore elettrico di po- cata. forzare, di tipo familiare o indutenza variabile dai 3 ai 10 730 730 730 HP, secondo la superficie della piattaforma di caingresso rico, che va da 40 a 200 bagno ovini m circa, l'altezza del cumulo di erba ed il suo 12 723.4 730 723.4 pozzo peso per m. La ventilazione che SEZIONE insoglio suini filtro prende inizio non appena (bagno) 2190 completata la formazione del mucchio - si svolge platea docce secondo fasi distinte: la 361 bovini e suini prima prosegue ininterrottamente per almeno 12 PROSPETTO Fig. 116 - Fabbricato accessorio: locale disinfestazione bestiame 280 ore, indipendentemente Fig. 113 - Sezione e prospetto di una serra a tre navate in struttura metallica dal contenuto di umidit

A.P.I.C.E. S.r.l.

463a

Manuale dellArchitetto

COSTRUZIONI RURALI
FABBRICATI ACCESSORI
striale.Possono essere fisse o mobili. Si distinguono in fredde, quelle in cui il riscaldamento affidato ai raggi solari (da 0 a 10), calde (da 10 a max 40) quelle dotate d'impianto di riscaldamento. Caratteristica della serra la copertura a vetri, a due spioventi o ad una sola falda. Le prime vengono orientate con l'asse longitudinale Nord-Sud, (o di poco deviato), quelle a una sola falda con la superficie vetrata disposta a Sud. La struttura delle serre semplice. Su muri di spessore di cm 2040, viene impiantata l'ossatura portante di regola in ferro. Pendenze falde 4060%. Particolari cure per l'allontanamento dell'acqua di condensazione e per la tenuta all'acqua dei vetri. Per evitare eccessive condensazioni, si suole proteggere i vetri con stuoie. Letti caldi. - Buoni effetti si possono ottenere per mezzo della fermentazione del letame. Si hanno in questo caso i letti caldi. Possono esservi letti caldi elettrici, mediante fili di resistenza isolati ed 'interrati ed anche letti caldi riscaldati a termosifone (v. fig. 115), per regioni molto fredde. Locale per la disinfestazione del bestiame. - Tali fabbricati sono usati per l'eliminazione dei parassiti esterni degli animali, che vengono introdotti in bagni di soluzioni antiparassitarie. Nell'esempio accluso si sono costituite tre piscine di diversa profondit e dimensione, che ospitano differenti tipi di animali. Una pompa ed un serbatoio centrale completano l'attrezzatura.

A.P.I.C.E. S.r.l.

463b

Manuale dellArchitetto

You might also like