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Veronesi Oreste, Universit degli studi di Padova, 2012

Storia medievale Appunti dalle lezioni di Cristina La Rocca

Veronesi Oreste, Universit degli studi di Padova, 2012

Storia Medievale mariacristina.larocca@unipd.it mercoled 10.30-12.30

storia.unipd.it didattica-materiali didattici password toystory 5/03/2012

Sacco di Roma 410 (Alto Medioevo): Il Sacco di Roma da parte di Alaricco.

Castello Medievale (Medio Medioevo): Castello ricostruito nel 1880

Peste nera 1348(Basso Medioevo).

La cultura contemporanea esamina il periodo medievale attraverso l'immagine stereotipata che l'Ottocento ha passato alla cultura contemporanea, quindi la nostra conoscenza stata potentemente filtrata e passata alla cultura comune attraverso l'immagine che ha riproposto.

La parola stessa Medioevo una convenzione linguistica ed un concetto che nasce e si sviluppa nel corso del tempo come un non-periodo. Perch Medioevo la traduzione di Media aetas, cio di et che sta in mezzo tra un prima, l'et romana, e un dopo che l'umanesimo, il XV sec. Quindi un corridoio che , idealmente, collegamento tra coloro che pensavano nel XV sec, direttamente con l'et antica. Quindi frapposizione fra questi due periodi che si volevano collegare l'uno con l'altro. Quindi l'idea stessa di questo materasso, conferisce una connotazione negativa (ci che ci distanzia da, o una connotazione neutrale, come un diaframma che separa la ripresa della cultura classica e il momento pi alto della civilt). Questa idea di Medioevo come non caratterizzato da niente di positivo, si enfatizza nel corso dei secoli successivi e abbiamo una serie di caratteristiche che nella storia successiva furono attribuite come esemplari, e quindi che furono nel corso del tempo evocate come caratteristiche di distanza. Per esempio nella riforma protesta, nella cultura protestante, il

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Medioevo divenne Il momento della supremazia del Papa, quindi di una corruzione del clero che permetteva ai cattolici protestanti di proiettare sull'et medievale questa caratteristica. Ma anche nell'illuminismo, visto come superamento della superstizione e della irrazionalit. Anche nel XIX secolo, quando il Medioevo diventa, per la prima volta, un momento idealmente positivo, non per questo la rivalutazione del romanticismo abbia affrontato l'et medievale come un'epoca caratterizzata da proprie caratteristiche. Infatti il romanticismo lo valut in una prospettiva nazionalista, vedendo nel Medioevo il momento delle origini della nazione. Quindi individuando degli elementi totalmente inventati, che avrebbero contraddistinto l'origine della Germani, Francia, Ing, trasferite indietro nel tempo. In sostanza la cultura contemporanea non ha bisogno del Medioevo, ma invece ha avuto bisogno del Medioevo inventato che si consolidato nei secoli e nell'immaginario collettivo. Volendo sintetizzare troveremo un'idea di medioevo come luogo altrove, dove pu succedere di tutto, sia in positivo, ma pi spesso in negativo a cui appartengono la fame, le pestilenze, l'abuso di potere, oltre che una idiota superstizione religiosa e la corruzione del clero. L'altrove positivo contraddistinto dai tornei, dai principi magnanimi, i cavalieri. Oppure Medioevo come premessa a, fenomeni pi importanti dei secoli successivi. Il Medioevo stato studiato come momento di preparazione del capitalismo, dello stato moderno, della borghesia, delle nuove forme associative. Oppure come momento delle radici, un vocabolo che ha in s una percentuale di pericolosit molto alta, quindi la fase costitutive delle identit nazionali dell'Ottocento, delle identit locali o cittadine. Creando nel contenitore Medioevo uno spazio ideale per collocare tradizioni inventate, speciali e tipiche di un luogo, quando non delle origini mitiche e, dal punto di vista politico, l'origine delle identit etniche.

6/03/2012

Manuali complementari a Bordone:

Alfio Cortonesi Rinaldo Comba (ottimo manuale)

PERIODIZZAZIONE

L'altomedioevo ha una serie di documenti molto modesta rispetto ai secoli successivi, solo da circa trent'anni queste fonti sono aumentate grazie al contributo dell'archeologia.

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L'idea di individuare un periodo che si colloca tra il presente e l'antico passato classico normalmente indicato nella prima volta in Historiarum ad inclinatione romanorum imperi decades dela met del XV di Flavio Biondo, in cui si individua come un periodo uniforme, caratterizzato dalla decadenza dell'impero romano siano i secoli tra il V e la fine del XV secolo. I due estremi di questo blocco cronologico, erano due avvenimenti che, di per s, indicavnao la fine di un percorso: sacco di Roma del 410 e fine dello Stato dal punto di vista pi generale dal punto di vista dei suoi organismi interni. Questa idea una delle idee che rimane anche nei secoli successivi: I secoli compresi al XV sono uguali, non c' nessun tipo di evoluzione, la Media Etas un periodo per cui il periodo declino sufficiente per descrivere tutto l'arco cronologico. Una delle acquisizioni recenti, invece, che in maniera del tutto convenzionale gli storici medievisti suddividono i mille anni del medioevo in tre parti, che designano tipi di fonti e tipi evidenze diverse. Questa ha delle differenze nazionali : Italia, Francia , Inghilterra utilizzano tardo antico, mentre la Germania Alto medioevo. Il tardo antico una espressione che emerge nella storiografia, dagli anni 80, Etichetta inventata da Peter Brown, che individua un momento a cavallo tra V-VI sec. Che scandisce dal punto di vista politico e dell'organizzazione e dal punto di vista culturale, la continuit con l'organizzazione romana, e in questa specifica interpretazione i regni romani barbarici fanno parte del tardo-antico. Naturalmente Francia, Italia ed Inghilterra hanno avuto una storia romana che le accomuna, mentre la Germania stata a lungo tempo all'esterno, e questo attccamento alla definizione altomedioevo, deriva dal fatto che per la storiografia tedesca, gli antenati dei tedesci i barbari entrano nella storia come protagonisti. L'altomedioevo invece condiviso, il momento in cui l0'occidente deve fare a meno della guida dell'impero d'Oriente, e quindi organizza autonomamente die proprio equilibri, quindi il momento in cui il rapporto tra le elite locali e il potere viene ad articolarsi in maniera specifica in diverse zone dell'Europa. La fine dell'Altomedioevo convenzionalmente identificata in un momento ampio che in Europa significa cose diverse. La battaglia di Estins, per gli inglesi con la fine dei regni anglosassoni e inizio domino normanno, mentre nel resto questa fine declinata dal punto di vista di nuove situazioni che compaio nel corso dell'XI sec. L'apparizione di nuove istituzioni che in Italia, Francia e Germania sono le istituzioni comunali, che prevedono una forma di gestione separata delle citt, in coordinamento con l'impero ma derivando da esso una serie di prerogative enfatizzate, specialmente nel caso italiano. Tutto ci ha a che fare con la rivendicazione di diritti pubblici che vengono concordati con l'autorit medievale. Per quanto riguarda la denominazione Tardo Medioevo, una definizione articolatasi nell'ultimo ventenn'io, in una lotta con i modernisti che denominano una categoria, early modern, che abbraccia tutto il XV secolo. Tuttavia sono caratterizzate dalla tendenza delle anticipazioni, in particolare dello stato. Il basso medioevo contiene in se due grandi fenomeno: sovrappopolamento nel XIII secolo, mancanza di risorse e nel XIV una grande crisi congiunturale, che vide per effetto della pestilenza, una drastica riduzione della popolazione e un riequilibrio delle risorse procapite. interessante osservare, come fa Sergi, che l'esperienza materiale e personale degli umanisti derivava dall'esperienza di questa crisi congiunturale quattrocentesca su cui gli umanisti proiettano tutto il medioevo. Il Basso Medioevo molto lontano dal punto di vista dei contenuti e delle cuse caratteristiche specifiche con il periodo precedente. Quindi la prima cosa da capire che l'astrazione Medioevo comprende delle suddivisioni visibili dal punto di vista della ricerca. Il problema dell'Altomedioevo che lo studio si orientato, dall'Ottocento, con una tendenza molto attualizzante, nazionalista, che ne ha pregiudicato la comprensione in generale. L'idea di Medioevo ha un suo fulgore nel corso dell'Ottocento e fino a vent'anni fa, sembrava il frutto di un interesse

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accademico e astratto rispetto a questo periodo. Da circa vent0anni si capito che questo interesse non aveva nulla di accademico ma derivava dalla volont politica delle singole nazioni, di identificare in un passato in cui roma non c'era pi, le caratteristiche specifiche di lingua, cultura che sarebbero state all'origine della nazione. Questo fenomeno fece si che concretamente in Germania si mettessero all'opera una serie di intellettuali interessati a comprendere e raccogliere le testimonianze autentiche dei tedeschi contemporanei. Il punto che queste testimonianze vennero datate e ribaltata all'indietro come testimonianze tradizionali, che facevano parte delle radici del popolo tedesco. Quindi quelle radici che erano state annacquate dal contatto con i romani che con la sparizione dei romani potevano emergere. Quindi si potesse identificare la storia delle nuove nazioni facendo ricorso all'et medioevale. In questo periodo i fratelli greem raccolgono le fiabe germaniche e contemporaneamente viene fondato il pi grande istituto di pubb delle fonti medievali che ha sede a Monaco e che si chiama Monumenta Germanie Historica. Germanie viene utilizzato per indicare l'europa nel suo complesso, affermando che la Germania nell'Ottocento e nell'Altomedioevo il cuore culturale e politico dell?Europa. Dal primo volume del 1826 il Monumenta ha dato luogo ad una serie molto importante di fonti che sono suddivise per categorie: antiquitates(tarda antichit), diplomata(diplomi regi altomedievali), epistolae, leges, scriptores(fonti letterarie), necrologia (libri memoriali attaccati alle tradizioni monastiche). Www.dmgh.de

Uno degli argomenti di moda nell'Ottocento quello di definire quali sono le caratteristiche altomedievali die germani, rispetto a quelle del resto della popolazione e a quelle dei romani. Queste si esprimono,a d esempio, in Storia del villaggio comunitario in Germania di Von Maurer, che pongono i germani che ha mantenuto intatta da Tacito la mancanza della propriet privata e a discendere da questa una serie di atteggiamenti e manifestazioni che pongono i germani come un popolo incorrotto in opposizione ad una civilt che conosce la propriet fondiaria romana, ed una societ infiacchita e che costituisce la parte marcia della societ che superata dalla potenza delle giovinezza del popolo die germani. Naturalmente questa idea, che dicotomizza due bacini culturali romani e germani, un aspetto importante per la storiografia che enfatizz sempre il diritto di chiamare cultura quella dei barbari e quindi sottolineare la storia dell'occidente come uno scontro tra due culture paritarie, la prima fondata sullo stato e la gerarchia e la seconda fondata sull'egualitarismo. Quindi i presupposti fondamentali per questa storiografia sono :

. europa si forma durante il medioevo . il medioevo germanico .quindi l'Europa una costruzione germanica

7/03/2012

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Le tradizioni nazionali in Europa hanno voluto enfatizzare all'interno del periodo medievale il momento del alto medioevo come momento fondativo della loro identit. L'idea tedesca si accompagn con la lettura dei testi altomedievali per sostanziare la diffusione delle popolazioni germaniche all'interno dell'Europa, creando la nozione che con la fine dlel'impero romano l'Europa sarebbe stata ringiovanita dalla nuova linfa delle popolazioni germaniche. In Germania l'idea prevalente non quella delle invasioni barbariche ma quella della migrazione dei popoli. Questo processo venne irrobustito dall'analisi dell'archeologia e delle metropoli. Una fonte scritta narrava le tappe dei popoli germanici dalla scandinavia al punto d'arrivo, allora gli archeologi cercavano le testimonianze materiali, le quali venivano poi ricondotte a quella popolazione. IN particolare Gustav Kossinna scrive sulla metotologia dell'archeologia degli insediamenti, che spieghi dal punto di vista etnico la migrazione dei germani. Questa diventa uno degli strumenti attraverso i quali gli archeologi propongono una serie di oggetti e di usi cculturali come figli dei germani e quindi diversi dai romani. Cosi vengono fuori le carte dove gli itinerari dei popoli barbarici vengono ad essere esplicitati attraverso i ritrovamenti archeologici. Ci fa presupporre che un gruppo che parte da un luogo sia identico a quello che arriva in un luogo e che quindi sia una migrazione di massa, che implica una assoluta imperniabilit dei singoli gruppi ai contesti che attraversano. Quindi ci prospettano la organizzazione delle popolazioni germaniche, come dei gruppi uniti da legami ideologici che compiono un viaggio senza meta e che riempiono di se tutta l'europa. DA questo punto di vista l'Eruopa altomedioevale il risultato di queste migrazione. SI forma cosi un accordo tra gli storici gli archeologi il governo tedesco, il concetto di Cittadinanza Tedesca, espresso in una legge del 1713. Questa permette di immaginare che tutti i discendenti delle popolazioni germaniche possano essere riconosciuti come cittadini tedeschi e che l'Europa nell'Altomedioevo era terra occupata dai tedeschi e quindi prospettare le conquiste delle truppe di Hitler, come delle riappropriazioni di terre originariamente occupate dai germani. Legge di cittadinanza rafforzata nel 1993.l'identificazione tra i popoli altomedievali e la cultura germanica permette di identificarlo come l'altomedioevo dell'europa.

L'Italia ha problemi ben diversi, che nell'Ottocento viene occupatra dagli austrici, identificati come gli invasori dell'Altomedioevo. IN particolare il problema si focalizza nel riconoscere il problema opposto, cio gli italiani coniano l'espressione di Invasioni Barbariche. Questo straniero viene ad occupare la cultura, la politica e la societ romana, di cui gli italiani vengono spossessati. Quindi il dibattito non ha come obiettivo quello di capire il Medioevo, ma si pone un'altra domanda: che fine hanno fatto i romani? La fine dei romani diventa al centro del dibattito degli storici e anche degli archeologi che nell'Ottocento tentano di sperimentare una dimensione medievale nell'archeologia. Le posizioni che si possono verificare in Italia sono sull'invasione dei Longobardi, che appare il primo vero momento di rottura della storia d'Italia. Manzoni nel suo Discorso su alcuni punti della storia longobardica in Italia, focalizza all'interno di questa problematica, due punti che diventano gli unici che la storiografia italiana inizia ad afrontare:

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1.

qual

la

condizione

giuridica

dei

vinti

romani

2. come bisogna giudicare l'azione del papa che nel 774 chiam degli altri stranieri, i franchi, per liberarsi dai longobardi?

Un'altra posizione anti-papale si rif a Carlo Troya nel 1841, che era un giurista napoletano che sottoline quali erano gli elementi di continuit tra l'ordinamento romano e quelli altomedievali, teorizzando dal punto di vista giuridico, la sopravvivenza sotterranea di alcuni istituti, come i municipia, che riapparirebbero soltanto in un secondo momento, cio in et comunale. Quindi le domande agli archeologi: quanti erano gli ivnasori, che fine hanno fatot i romani, c' uno stesso livello culturale con gli stranieri? Ma gli archeologi dopo 10 anni rispondono che non sono in grado perch non m possibile differenziare i romani dagli stranieri.

I casi pi normali sono quello francese e quello inglese, che ci mostrano il riconoscimento tra altomedioevo come il momento di origine vera dello stato del presente. Cio che i franchi sono gli antenati di francesi. Il dibattito molto pi spinto su quali sono le nuove e positive caratteristiche che i franchi e gli anglosassoni portano al vecchio ordinamento di roma. Interessante osservare come gli studi in Francia si focalizzino non sl punto di vista etnico, ma sul problema sociale, della gerarchia sociale, e da qui dipende la valutazione dell'et merovingia. Il dibattito incomincia poco prima della rivoluzione e qcon Recitd des temps merovingiens del 1840 Thierry sintetizza la discussione. Le domande sono:

1. qual il ruolo del re? 2. Quali sono gli antenati del terzo stato? 3. Qual' il ruolo dell'aristocrazia? Questo da l'idea quanto l'analisi delle fonti non si curasse se queste classificazioni sociali fossero presenti. Quello che era importante era trovare delle anticipazioni nell'altomedioevo. A ci si aggiunge una attenzione particolare all'antropologia fisica, sulla conformazione sui corpi degli antenati dei francesi, cercando di verificare se tra franchi e gallo romani vi fossero delle differenza misurabili. IN questo contesto i franchi vengono ad essere rappresenati come degli individui alti, con ossa grosse, capelli rossi e crani allungati e i francesi sarebbero derivati da una razza mista, frutto di popolazioni correlata reciprocamente. Quindi gli studi si focalizzano a trovare la presenza di elementi estranei alla popolazione franca. Quindi noi abbiamo una proposizione che l'invasioni germaniche hanno introdotto il principio alla base dell'esistenza delle nazioni. Si arriv ad un compromesso recuperando l'aggettivo teutonico in cui si prospettava una origine comune, che avrebbe rafforzato tutta la parte inglese e tedesca a svantaggio dei latini.

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13/03/2012 chiaro che la premessa volta a decostruire i luoghi comuni sul Medioevo e sull'Altomedioevo, in particolare, volta a dare due tipi di indicazioni: 1- La storia medievale fino ad un'epoca recente, anni 70 del 900, stata una disciplina che ha conosciuto, da un lato un grande impegno nell'edizione delle fonti, ma dall'altra parte, non ha saputo elaborare delle domande che superassero quelle ottocentesche. Quindi l'analisi del Medioevo risulta un'analisi che si radicalmente rinnovata a partire dagli anni 70. Nel momento in cui si constatato che le ricerche ottocentesche avevano tenuto conto, molto poco, delle fonti stesse.

2- La domanda su cui si basa la ricerca attuale cambiata: "Chi e quale pubblico le fonti scritte avevano come destinatario?". Ogni fonte scritta viene prodotta per uno specifico scopo, mentre nell'ottocento si pensava che lo scopo fosse quello di informare noi, gli storici. Le fonti della storia medievale sono prodotte per obiettivi e per un pubblico che non ha a che fare con l'obiettivo di informare gli storici. Quindi bisogna chiarire chi e perch le ha conservate. I testi Medievali e altomedievali derivano da manoscritti copiati e ricopiati, nel corso del tempo. Queste operazioni di copiatura non sono anch'esse, mai, delle operazione indolore. I filologi vanno alla ricerca del testo originario, avendo come scopo, quello di indivduarne un autore e una versione autentica. Per gli storici questo ragionamento non molto utile. Tutte le variazioni apportatead un testo sono significative alla versione di determinati fatti o determinate circostanze che interessa colui che copia il manoscritto. Cio gli errori, prendere una parola per un altra, costituiscono solo una minima parte delle varianti, mentre le varianti pi importanti sono quelle relative alle aggiunte, fatte in un solo manoscritto, parallelamente alle omissioni. Queste aggiunte e omissioni, per uno storico sono ugualmente significative, poich riguardano il problema di quale versione, in un luogo e periodo, si voluto dare di un lontano passato o di un fenomeno. Quindi pur avendo lo stesso materiale fisico, storici e filolofi trattano questa evidenza in due modi diversi. Questo diverso atteggiamento stato uno dei motori di avviamento di un processo di rinnovamento sugli studi sul medioevo. La considerazione dei testi per il pubblico e le loro varianti, ha permesso di avere un panorama molto pi articolato, del passato, delle vicende. Questo processo di approccio alle fonti si riflette anche sul modo con cui sono considerate le fonti materiali, fonti che ci danno un'iidea come specchio delle ambizioni, della volont di autopresentazione, che permettono di vedere l'analisi delle fonti scritte e materiali su uno stesso piano: della volont di presentare una versione dei fatti che confacente agli interessi di un gruppo. Tutto questo va all'interna di una corrente storiografica che si chiama de-costruzionismo, che si oppone al'idea illuministica che le fonti siano uno specchio fedele della realt.

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Parleremmo innanzitutto della societ tardo-antica poich lo stesso appellativo l'appellattivo con cui si designano un gruppo di secoli che designano un fenomeno che oggi viene chiamato la trasformazione del mondo romano. Il mondo romano costituisce il terreno anche geografico in cui questa trasformazione prende atto e considerare questi due secoli come momento ben distinto nella storia dell'uomo, permette di vedere in correlazione 3 fenomeni: trasformazioni della struttura dello stato romano; rapporto tra roma e barbari; conseguenze materiali della trasformazione provocata dall'ingresso di una religione di stato che appare oggi come il fenomeno pi importante per declinare di una serie di trasformazioni pi rilevanti del consiglio di necea, che riguardano la struttura della parentela e quindi il nodo fondamentale di riproduzione della societ nel corso del tempo, in secondo luogo il ruolo del potere pubblico nel disciplinare la vita di tutti i suoi sottoposti. Il tuolo cio della religione, non come un fatto esclusivamente privato e di natura apolitica, ma invece un ruolo di natura pubblica che segna anche le identit dei diversi popoli. QUindi una combinazione di elementi incontemporanea che fino agli anni 70 sono stati esaminati da 3 categorie di studiosi: storici dlel'et romana; storici del cristianesimo; storici altomedievisti. Quando queste categorie di studiosi si sono unite (in particolare lo storico Peter Brown) questo periodo storico, IVVI sec, ha assunto una valenza accademica e interpretativa che presuppone la conoscenza di tutti e tre gli aspetti.

Il concetto di trasformazione nel mondo romano ha ancitutto alla sua base l'idea di sistema-mondo. L'idea di sistema in cui l'impero romano costituisce il centro e i barbari la periferia e cio considerare i barbari e l'impero romano come facenti parte di un unico meccanismo, dove Roma effettua a partire dal secolo III, una carica di attrazione nei confronti dei barbari proponendo ai barbari i propri valori, le proprie modalit di scanzione delle gerarchie sociali, offrendole ai barbari come strumento di affermazione personale. In questo modo entrameb le etichette, le invasioni barbariche/le grandi migrazioni, vengono a perdere un loro specifico risultato perch le analisi delle fonti ha messo in risalto, quanto forte sia stato il potere attrattivo dell'ideologia romana nei confronti dei barbari, e quanto i barbari abbiano partecipato alla costruzione dell'et tardo-romana. L'esito non uguale alle sue premesse, ma quello che si mette in evidenza sono i fenomeno strutturali, che riguardano il progressivo ingresso dei barbari all'interno dello stato e del suo funzionamento. I cristianesimo fa da collante ideologico per questa trasformazione.

Per quanto riguarda le strutture dell'impero tardo-romano, dobbiamo osservare che a partire dal IV sec la struttura precedente viene ad essere profondamente modificata, sia dal punto di vista degli assetti istituzionali, sia dal punto di vista del funzionamento dello stato. Lo stato romano uno stato come lo intendiamo oggi: definito in base a tre caratteristiche --> estensione territoriale definita militarmente protetta; presenza della tassazione come strumento per pagare i funzionari dello stato e l'esercito. L'esito di questa trasformazione nel corso del settimo secolo sar una fondamentale scomparsa dello stato in questi termini. Nel cors del settimo secolo, assistiamo alla scomparsa della tassazione, scomparsa di una modalit romana di identificare i livelli gerarchici di occupazione con il livello sociale. Nel secolo settimo questo binomio tra magistratura pubblica ricorpeta e identit economica e sociale, si sgancia e fa si che i titoli dal punto di vista funzionariale, diventino indipendenti dalla rilevanza sociale degli individui. L'ulto punto riguarda l'esercito. Nel mondo romano articolato inizialmente come era l'esercito italiano fino ad una ventina di anni fa: di leva

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cio che tutti i maschi fino ad una certa et siano obbligati a dare allo stato un certo periodo della loro vita. Dal terzo secolo, nel mondo romano, la leva obbligatoria si accoppia un sistema di militari professionali, retribuiti per le loro prestazioni. L'esercito romano costituisce il luogo per eccellenza che fornendo ai barbari una posizione, conferisce ai barbari una modalit diretta di accesso alle risorse del mondo romano, e soprattutto ai valori di stabilit gerarchica. Da un sistema in cui l'esercito dello stato contraddistinto da alcuni elementi visibili a tutti (lo stato da le armi, uniformi, divise e quindi idenfiticazione chiara) nel settimo secolo avremmo invece una diffusa militarizzazione della societ, l'esercito dello stato non esiste pi, non vi una carriera specifica contrapposta a chi si dedica alla burocrazia, ma l'elemento militare diviene per ogni uomo libero una dei suoi principali doveri. DIventa un fatto di distinzione tra chi libero e chi non lo .

Dal punto di vista istituzionale, a partire da DIoclezioano (284-305) l'impero si divise in due parti: occidentale/orientale. Importante ricordare che nel IV secolo non nascono due imperi distinti. L'unit dell'impero rimane sempre una. La bipartizione si verific, non a livello di unit dell'amministrazione bens a livello di una compresenza di apparati amministrativi militari e soprattutto di sedi imperiali. Abbiamo un unico impero che organizza due diversi apparati burocratici, due diversi tipi di eserciti e una pluralit di sedi imperiali, disposte sia ad oriente che a occidente. Questa unitariet di fondo, fece si che quando nel 476 non venne pi eletto un imperatore in occidente, l'unit dell'impero non venne meno. SI continu a ritenere che l'impero continuasse ad esistere poich rappresentato dalla parte orientale. Il 476 una data che segna soltanto la mancata elezione di un altro imperatore in occidente, ma non ha rilevanza dal punto di vista dell'idea di impero e della sua continuit. Semplicemente non essendoci pi un autorit imperiale, chi doveva rivolgersi all0imperitore di rivolgeva a COstantinopoli.

Le due parti dell'impero erano profondamente dieverse. Un fattore importante che all'interno del mondo romano vi erano almeno due tipi di identit per ogni individuo: identit politica generale (cittadini romani), che si estendeva a tutti i territori dell'impero; identit locali. Queste doppie identit locali e sovranazionali sono due identit che sono compresenti e che segnano le diversit all'interno del territorio. lo segnano dal punto di vista economico e religioso. Alla base dell'identit sovranazionale vi era stato un provvedimento del 212, con il quale l'imperatore Caracalla aveva concesso la cittadinanza romana a tutti i liberi che risiedevano all'interno dell'impero. Con Diocleziano anche la carica imperiale subisce una trasformazione, nel senso autoritario e gerarchico che da la possibilit all'imperatore in vita di scegliere il suo successore. Il successore dell'imperatore viene designato o tra uno dei figli dell'imperatore o su una persona di fiducia e dal punto di vista formale, si tratta di inserire un elemento che prefigura la carica imperiale come una carica per cui non si deve pi combattere. Il designato assume un nome specifico che quello di Consrs Imperi, cio coluoi che sar l'imperatore successivo e che propone questa carica ulteriore come lemento di pacificazione e come elmento di concordia. Questo sistema da origine alla tetrarchia--> c' un imperatore ad oriente ed uno ad occidente e vi anche un consors imperi per entrambi. Questa suddivisione finisce per rapidamente e nel 395 le figure dei Consortes, vengono eliminate.

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Un altro aspetto importante della riforme di DIocleziano riguarda il rapporto tra le elite perifiche e le elite centrali. QUesto rapporto, che DIocleziano cerc di rafforzare, si esprime attraverso una riforma istituzionale che aumenta il numero delle province. Cio aumenta i luoghi in cui le elite locali possono rappresentarsi ed essere visibili. Questo aumento delle province di pari passo con una progressiva diminuzione del ruolo dell'Italia. Anche l'italia viene suddivisa in province e, a partire da DIocleziano, assoggettata dalla tassazione, rimasta esente fino a quel periodo. Le province furono assogettate in diocesi, che sono delle circoscrizioni amministrative che hanno al loro centro una citt e si tratta di un numero di citt molto ristretto rispetto ai capoluoghi di privincia. A loro volta sono organizzate in 4 prefetture che sono la gallia, l'italia e l'africa, l'oriente, l'illirico. La Galli, Africa e Italia formano la pars Occidentis, le altre due la PArs Orientis. L'illirico(mar adriatico) fu una zona sempre contesa, cio la posizione tra oriente e occidente fu disputata continuamente fino al X sec.

A capo delle prefetture vi era un personaggio, Prefetto al Pretorio, che era il verice della burocrazia. Sotto ai prefetti si sviluppavca una burocrazia che era una burocrazia di tipo civile che aveva questa una struttura piramidale, cio pi basso era il rango pi numeroso era il contingente della titolatura. Uno dei prncipi di differenziazione del mondo tardo antico fu la moltiplicazione delle figure della burocrazia. Fu un sistema che tendeva ad inglobare il maggior numero di persone possibili all'interno della macchina di funzionamente dello stato. Un totale che si stima di circa 30 000 unit di burocrati. Un altra novit parallela dell'ampliamento della burocrazia verso il basso, fu quella di separare le carriere civili dalle carriere militari. CHi incominciava una carriera civile poteva proseguire il suo cursus onorum, solo all'interno della burocrazia.

UN'altra trasformazione riguardo il vertie, l'Imperatore medesimo. L'imperatore ha nel corso del IV secolo, delle trasformazioni importanti che vedono la trasformazione dell'imperatore romano dei primi secoli, che era sostanzialmente una figura a cui il senato delegava il comandao dei poteri straordinati. L'imperatore fino al III non era mai stata una carica ereditaria, questa tendenza si afferma soltanto nella tarda antichit. Un altro aspetto importante riguarda la divinizzazione dell'imperatore, che attribuisce all'imperatore un culto specifico e la sua caratteristica quella che viene a essere impersonato per la prima volta da Costantino, che contemporaneamente anche il primo imperatore ad ammettere la liceit della rleigione cristiana. Sotto l'imperatore un altro aspetto che si rafforza un gruppo di funzionari che diremmo i fedelissimi del'imperatore. Il funzionario principale con il fatto di avere quotidianamente ocn l'imperatore e, anche questi, vienegono designati con dei titoli, il pi importante il magister officiorum, il principale dei ministeri dai quali questi officia dipende l'amministrazione dell'impero. parallelamente vi anche l'enfatizzazione dei luoghi frequentati dall'imperatore. IN questo periodo nasce l'idea di sacrum palazzium, come il luogo fisico in cui l'imperatore risiede e da cui promana tutta la sua luce. La stessa politica di allargare la romanit a livello paritario, provoca il fatto che i palazzia, apartire dal IV secolo si moltiplicano, deisignano il luogo in cui l'imperatore, anche temporaneamente, si ferma. Nel corso del secolo V il palazzium continua ad essere designato come tale anche se l'imperatore fisicamente da un altra parte. Ci si enfatizza a partire dall'et costantiniana quando si crea una stbaile capitale orientale a

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Costantinopoli, che viene inaugurata ufficialmente nel 330 e il nuovo appellattivo che viene dato a Costantinopoli quello di Nuova ROma, cio fotocopia dei ruoli e delle funzioni che roma ha in occidente. Cosa importante si assiste alla formazione di una duplicazione per quanto riguarda il senato. Per questo motivo le capitali dell'imepro, dalla fine del III sec, diventano itineranti. La scelta di un luogo in cui soggiornare stabilmente si orient a non privilegiare la residenza a ROma ma invece a trasferire la corte anche nelle zone pi calde, Treviri dal IV sec, Milano 285-402, Ravenna 402-476. Le date non hanno nulla a che fare con la presenza di un imperatore in oriente.

Nel mondo romano importante sottolineare la particolare conformazione delle elite. Elite non una parola che si utilizza come sinonimo di aristocrazia, le lites non identifichiamo un gruppo economico ma che invece individua anche le trasformazioni dei gruppi e quindi le possibilit di esprimese una propria identit. Quindi elites un concetto relativo. SI usa l'espressione elites coinvolgendo un maggiore numero di individui che non quelli limitati all'aristocrazia. SI tratta di lites urbane, con una propria residenza, e che vedono la propria citt come il luogo dove manifestare la propria eccellenza. Dal punto di vista economico le elites urbane sono fondiarie, cio delle plites che possiedono terra, normalmente, in un luogo prossimo alla citt. Queste lites hanno un sistema di riproduzione socialeattraverso un sistema patrilineare. Le donne nel mondo romano non passano il loro amtrimonio ai figlio poich esse hanno il gentilizio del proprio padre e la propriet delle donne viene cosiderata del Pater Famiglia. Questa struttura esplicita l'idea che ogni appartenente all'lites possa facilmente identificare il proprio antenato nel corso del tempo. La civilt romana infine una civilt urbana, cio articolata per citt e sono le citt che sono i centri di residenza delle magistrature politiche. Non tutte le citt sono uguali, vi sono infatti citt che sono sedi solo di magistrature locali, altre che sono sedi di magistrature pi importanti. Cio le citt nel mondo romano sono ordinate gerarchicamente, a seconda dell'importanza del funzionario statale che vi risiede. Questo processo non fatto a tavolino, cio stabilire la gerarchia delle citt, quindi quali diventano i luoghi pi importanti, un processo di grande competizione tra le citt. una competizione che nel mondo classico si effettua attraverso i propri monumenti pubblicio e, a raigone si parlato della citt tardo antica di "citt vetrina", cio ogni citt tardo-antica presenta visivamente, attraverso i suoi monumenti, statue, mura, il livello culturale patrimoniale, politico dei suoi abitanti. Nel IV secolo a questi elementi di monumentalizzazione si unit un elemento ulteriore, anche il possesso da parte di alcune citt di corpi di santi. Quindi la dimensione della rilevanza viene data anche dalla rilevanza dei santi che furono martirizzati e sepolti all'interno di una citt. Le citt sono quindi il luogo di manifestazione pubblica del potere, con funzione molto pratiche, sono i luoghi da cui si amministra la tassazione e sono i luoghi centrali dal punto di vista politico.

DAl IV secolo l'idea delle citt di sostanzia con l'idea di citt che possiedono anche una cinta muraria. Dal punto di vista generale le elites furono delle elites fondiarie, quindi delle elites che fondavano la propria supremazia sul possesso della terra. Pi terra si possedeva e pi alto era il valore sociale di un gruppo familiare.

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14/03/2012

Nel mondo tardo romano le citt conservarono una loro fondamentale importanza, sia nelle sedi del potere politico, sia dal punto di vista edilizio. Tuttavia con una profonda differenza funzionale. Dal punto di vista delle risorse le citt romane dei primi III secoli, si erano affollate di statue e monumenti ed edifici pubblici, costruiti anche su iniziativa di privati. Quindi erano stati costruiti per celebrare la visibilit delle elites all'interno delle citt. A partire dal IV secoli, questa selva di monumenti, cominciarono a costituire una fonte di esborsi molto notevoli da parte dello stato. Infatti tutte le opere di restauro di questi monumenti non erano a carico del costruttore bens dalle finanze pubbliche. Inoltre c' la tendenza a non tener in vita questi edifici, questa tendenza si incocrocia con un'altra tendenza, che si spiega con l'accentizzazione delle gerarchie delle citt. Le citt che contano veramente sono pochissime, sono queste le capitali, o i centri urbani che fanno capo alle prefetture. SOno questi i centri dove risiedono le magistrature pi importanti. Tutte le citt di provincia costituiscono soltanto un arena politica per individui senza grandi rapporti sociali. Le citt di rango medio basso finirono con l'essere abbandonate dai loro stessi sponsor, non si registrano pi delle costanti donazioni ma invece ci si concentra a risiedere nei centri pi importanti. Da una parte c' un fenomeno di abbandono dei monumenti che cadono in disuso, perch nessuno li restaura. Dall'altra parte c' il convoliare delle nuove attivit edilizie in un numero pi ristretto di citt. Abbiamo anche una nuova forma di manifestazione dell'eccellenza che si manifesta nella costruzione da parte dei senatori pi ricchi di grandi residenze sub urbane dove l'aspetto prevalente quello di essere degli impianti di residenzialit riccamente decorata, dove trovano spazio delle sale di riunione che sono state interpretate come uno dei luoghi in cui il dominus della villa pu riunire attorno a se i suoi familiari e visibilmente manifestare la sua potenza. Le ville rurali rappresentano l'incremento della visibilit su un fronte diverso dal passato, si tratta di una visibilit privata, di singoli gruppi fmailiari che si mostrano, non in quanto rappresentanti dello stato, ma in quanto proprietari fondiari, persone localmente ricche.

Nelle citt dal Iv sec, una delle forme preminente di costruzione da parte degli abitanti della citt si rivolge alla costruzione o decorazione di ambienti mosaicati, normalmente interpretati come le prime chiese che sorgono all'interno delle comunit urbane. La caratteristica di questi mosaici di recare nella pavimentazione musiva i nomi degli sponsor con l'indicazione di quanto stato pagato o della ampiezza di mosaico. Le ecclesie diventano uno dei luoghi chiusi in cui le elites urbane trovano una loro forma di manifestazione e visibilit.

Un argomento che collega gli altri e che motiva molte trasformazioni che porteranno alla fine del mondo romano, collegato alla tassazione. La tassazione che dal tempo di DIocleziano trova un suo significativo aumento e anche una sostanziale revisione dal punto di vista del prelievo. con Diocleziano che vi una estesa riforma dal punto di vista della tassazione nella direzione

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dell'inasprimento e nella costruzione del prelievo fiscale. COn Diocleziano il sistema si organizza con un doppio prelievo (ANNONA) e colpisce tutti coloro che possiedono terra, la stragrande maggioranza. Questa tassazione si articola in una parte fissa, la capitazio, la tassa che ognuno paga la stessa cifra in quanto proprietario; un seconda tassa la iugation, in rapporto alla quantit della terra posseduta. Questa tassa cosi articolata colpi in maniera molto considerevole, con la capitazio, i piccoli proprietari fondiari che si ritrovavano a dover pagare la stessa cifra dei capitali fondiari. Nel corso del IV-V sec, ci fu un ampio fenomeno di evasione fiscale. Questa evasione venne a porsi inun modo diverso da quello immaginabile. Le evasione si manifest da parte dei piccoli proprietari che donarono la loro terra a un grande proprietario e diventarono cosi suoi dipendenti. In questo modo i piccoli prprietari perdevano il loro status di uomini liberi, ma il fatto che questo cambiamento contadini dipendenti/uomini liberi, li esonerasse dalla capitatio e dalla iugatio, risultava molto pi conveniente rispetto al fatto di dover pagare un affitto per pagare la terra. Abbiamo in questo fenomeno di evasione fiscale per la prima volta, la nascita di una figura che protegge le persone dallo stato. Mentre fino al IV secolo lo stato eara l'inquadramento mentale e culturale senza il quale nessuno avrebbe pensato di poter vivere, il fenomeno dell'evasione fiscale porta all'emergere di figure di proprietari fondiari che accogliendo al loro interno i piccoli proprietari, di fatto si presentano come individui che proteggono i contadini dalle vessazioni ingiuste dello stato. Queste figure hanno un nome, PAtronus, che gi nella sua stessa terminologia esplicita la protezione dal fisco che questi individui effettuano nei confronti degli strati inferiori. importante perch la nmascita dei patroni, rappresenta la prima manifestazione di un idea impensabile nel periodo precendete, che c' una alternativa allo stato. Cio che esistono delle funzioni di protezione che salvaguardano gli individui dalla voracit dello stato. Da questo periodo si inizia una serie infinita di lamentale su una tassazione esagerata, sulle vessazione delle tassazione e sulla voracit dello stato nei confronti dei piccoli proprietari. Lo stato nel IV secolo rinforza la tassazione attraverso altre due forme:

1- LITURGIE : forme di tassazione in quanto prevedono delle prestazioni di lavoro obbligatorie da parte di gruppi di residenti all'interno d un determinato territorio, per la manitenzione delle infrastrutture. Prestazioni pagate con i fondi della tassazione locale e urbana.

2- COEMPTIONES: vendite che i proprietari devono fare allo stato ad un prezzo pi basso di quello di mercato. Raprpesrntano una tassazione diretta che si effettua in particolari periodi dell'anno. I proprietari destinano una parte del raccolto allo stato ad un prezzo pi basso. Questi beni sono destinati a mantenere la burocrazia e l'esercito.

I Patroni diventano una categoria che si diffonde nella nomenclatura di Patronus e patronus una denominazione che non si riferisce ad una magistratura pubblica,ma invece un titolo privato che qualifica il ruolo di protettore dalle tasse che i pi grandi proprietari hanno assunto in questo periodo. La figura dei patroni riassunta nella protezione da parte dei pi deboli nell'idea che la dimensione privata costituisce una valida alternativa alla dimensione pubblica. Tra i primi patroni vi la categoria che pi facilmente pu evadere il fisco, coloro che devono redigere le liste delle

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entrate, i magistrati pubblici. Questi tipo di funzionari sono i primi a presentarsi come coloro che possono alterare gli elenchi e sono presentati come patroni. l'esito di questo processo una forte gerarchizzazione della societ che anche dal puntop di vista giuridico considera le persone, non in base all'uguaglianza di diritto, bens divide la popolaizone in due grandi categorie, gli onestiores (i pi onesti, i pi ricchi) e gli umiliores ( i pi umili). SOno due gruppi con diritti diseguali che prospettano una suddivisione della societ attraverso la variabile della ricchezza, della libert e della fama personale. Gli onestiores sono i senatori, i burocrati e gli alti gradi dell'esercito. Mentre gli umiliores sono tutti gli altri. QUesta differenza si vede in maniera lampante per quanto riguarda le multe e le pene che i due gruppi devono pagare rispetto ad una stessa colpa. Mentre gli onesiores conserva integra la dignit dell'uomo libero, quinid le multe sono in denaro, per le stesse colpe gli umiliores possono essere picchiati o mutilati. Pena che da questo momento individua i gruppi sociali inferioi, che non conservano la dignit del corpo integro.

I motivi di questa tassazione sono l'aumento della burocrazia e dell'esercito. L'aumento di queste due voci fa crescere la tassazione, sia in oriente che in occidente. A Costantinopoli viene messa una tassazione sull'aria respirata. Una delle caratteristiche dell'esercito tardo antico la sua separazione della carriera militare da quella burocratica e amministrativa. I senatori dalla fine del III sec vengono esclusi, non possono fare parte dei pi alti ranghi dell'esercito. L'esercito diventa un esercito professionale e il fatto stesso che imperatori come Diocleziano vengono dall'esercito ci fa osservare l'esercito romano come IL luogo che permette una accentuata mobilit sociale e permette lo svilupparsi di carriere verso l'alto. L'esercito durante il IV-V sec complica e articola la sua struttura in diversi gruppi: limitanei (stanziati sul limes, i confini) gruppi scelti che sono i commitatensen (coloro che sono amici fraterni dell'imperatore, i compagni d'arme dell'imperatore, coloro che formano il gruppo di militari fedelissimi e che costituiscono la sua milizia privata). L'esercito ha una composizione valutata attorno alle 500 000 persone, in crescita. Per fare il soldato non bisogna avere altri requisiti se non quello di essere disposti a combattere e combattere bene. Il valore dell'individuo separa un bravo soldato da un cattivo soldato. L'esercito non ha barriere, pu garantire una mobilit sociale reale. L'efficienza di un militare si misura nelle prestazioni individuali del militare e sar all'interno di questo valore che l'esercito romano sar il pi grande luogo di affermazione per i barbari.

21/03/2012

La "fine senza rumore" dell'Impero Occidentale una famosa affermazione di Momnigliano, che intendeva sottolineare come l'Oriente non ebbe nessuna conseguenza nel fronte di allarmismi e ne sul fronte di stupore. L'Impero rimaneva sempre intatto in quanto l'altra sede COstantinopoli continuava a funzionare. momigliano metteva in evidenza che Romolo Augusto era stato deposto da Odoacre, che aveva rinviato all'Imperatore d'Oriente i codicicli dell'elezione imperiale. Nessuno sapeva nel 476 che non si sarebbe piu stato un imperatore d'Occidente. Questa frase indica anche il particolare clima da cui il 476 era scaturito e che aveva portato ad una frammentazione ulteriore

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della

figura

stessa

del

potere

imperiale.

Quello

che

vedremmo

oggi

va

distinto:

- riconduzione sulle fonti - fatti che le fonti contemporanee mettono in evidenza Innanzitutto fino agli anni 60, il periodo tra V-VI sec stato trattato attraverso l'analisi di fonti piu tarde ai fatti e fonti che hanno una ben precisa categorizzazione. Esse sono prodotte da autori romani e quindi riproducono diverse reazioni nei confronti dei barbari, mentre non abbiamo nessuna fonte scritta da parte dei barbari. Tutte le fonti utilizzate per descrivere l'insediamento dei barbari sono fonti molto piu tarde, come di due, tre, quattro secoli successivi. La caratteristica di queste fonti quella di esplicitare un racconto narrativo (Libri decem historiaru,, Getica e Romana, Historia Longobardorum, Historia ecclesia gentis anglorum). I testi che sono stati utilizzati fino agli anni sessanta, sono tutti testi che hanno un aggettivo etnico. Libri decem Historiarum reca l'aggettivo franco, e viene prodotto alla fine della seconda met del VI. Questa fonte tratta le origini dei franchi, partendo dal III seco dopo cristo. Poi abbiamo Getica e Romana di Iordanes, che un goto che scrive alla fine del VI in un momento particolare, quando il regno dei goti in Italia finito, sconfitti dalle truppe imperiale, e Iordanes redige questa Getica indirizzandoli a Giustiniano. Poi c' la Historia Longobardorum di Paolo DIacono, che viene redatta nella seconda mett dell'VIII sec, quando il regno dei longobardi finisce e viene conquistato da Carolingi. L'ultima fonte narrativa la Historia eccleastiastica gentis Anglorum, scritta da un monaco, Beda, nella seconda met dell'VIII secolo e questo testo viene a celebrare la vittoria della cattolicit all'interno del regno degli Angli, dopo la sconfitta del clero irlandese, nel 748. Tutte queste fonti hanno caratteristiche molto precise, si presentano come saghe delle origini. SOno quinid noti con un nome tecnico, ORIGO GENTIUM (origine dei popoli). Questi testi hanno una caratteristica comune, presentano l'entrata dei popoli di cui trattano come un flusso unico migratorio che si spostano da un luogo e si recano in un altro, come una vera e propria migrazione di massa. Il modello a cui questi si rifanno quello dell'Esodo biblico. Questo schema, il popolo in marcia, la terra promessa, le prove da attrraversare, viene adottato per esprimere innanzitutto un paragone, quello della propria gente con Israele, cio di Franchi, Longobardi, Goti e anglosassoni come popolo eletto, che prediletto da Dio e per cui Dio ha scelto una determinata meta. infatti tratto comune di queste narrazioni che la loro redazione sia esplicitata proprio nel momento in cui la dominazione politica di questi popoli viene meno. Sono testi che valgono da biglietto id presentazione, al nuovo dominatore, per indicare di quali illustri tradizioni il popolo si fa portavoce, e quinid considerare di rispetto e di salvaguardia delle tradizioni del passato.Questi testi sono tutt'altro che delle cronache, ma sono dei testi che presentano una sedimentazione di tradizioni di vicende di equilibri politici, che sono utili alla rappresentazione finale del popolo eletto. Sono quindi dei testi non molto adatti per trarre informazioni sul IV-V-VI sec. Per comprendere quello che accadde, leggere questi testi e derivare le informazioni su fatti avvenuti 4-5 secoli prima improprio e per giungere ad avere una visione piu accurata bisogna ricorrere alle fonti del IV-V secolo. Bisogna quinid intrecciare dati di diversa natura: scritti--> cronache ananlistiche e dati archeologici.

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Prima di tutto, in tutte queste fonti, barbari e roma non sono i soli protagonisti, esistono gli Unni che viene ad essere utilizzata per spiegare gli spostamenti dei popoli da un luogo all'altro. Gli Unni sono a tutti gli effetti una conformazione politica che strutturata in vero antagonismo con l'Impero. una confederazione politica di nomadi che non patricano l'agricolutura, ma praticano l'allevamento e il saccheggio, per la loro soppravivenza. Il modello politico proposto dagli Unni, un impero non sedentario che nel corso del IV-V secolo ha un grandissimo successo. L'impero degli Unni si basa sull'abilit militare di combattenti a cavallo che sono diversissime origini etniche. Sono un esercito multietnico che accresce la sue file nela sua capacit di trattare e negoziare con Roma. La negoziazione con Roma un processo che si conclude alla fine della seconda met del V sec, ed impostata secondo un paradigma della negoziazione. Gli Unni dicono ai romani: se voi non ci date questi soldi noi attacchiamo le frontiere--> i romani pagano--> il capo degli unni distribuisce i soldi ricevuti ai soldati. ttila si diventa ricchi, questo uno dei motivi di attrazione dell'esercito Unno. Questo impone che questa non sia mai una pace definitiva. di al trattato precedente, segue una nuova minaccia di invasione, in questo processo si gioca una competizione tra due imperi che hanno due modelli totalmente diversi, uno di tipo territoriale e burocratica, l'altro di tipo personale e militare. Gli Unni, nelle trattazioni del IV-V, sono interpretati come una forza molto negativa, le fonti sono tutte romane, quasi una forza democniaca che assale di continuo e l'impero elo costringe a patteggiare in maniera costante. L'effetto di questo patteggiamenti , second queste fonti, l'espansione degli Unni fino alla battaglia del 451 dei Campi Catalaunici in cui vengono sconfitti. Queste fonti si basano sul principio che spiega gli spostamenti dei popoli attraverso delle sostituzioni : arrivnao gli Unni, gli altri si spostano.

importante il 451, perch quellla che era stata un forza temuta dai romani, con la morte di Attila, scompare. Gli Unni come popolo, dopo il 451 non sono pi menzionate dalle fonti. Significa che il valore politico della confederazione unna viene meno, quindi la sconfitta di Attila pone fine al progetto politico di rivaleggiare con Roma. MOrto lui questa costruzione si sgonfia e nessuno piu si dichiara unno.

L'esempio degli Unni importante. Tutte le formazioni etniche, non sono delle entit biologiche, non sono dei gruppi formati esclusivamente da individui che hanno un antenato comune, ma sono da intendere invece come delle vere e proprie etichette politiche. Nel corso del secondo-quinto secolo, si osserva che vi un grande numero di popoli che si perde, i cui nomi scompaiono dalle fonti. Vi un altrettanto grande numero di nomi che compaiono soltanto tardivamente. sempio piu eclatante quello dei Franchi, cio compaiono soltanto nel VI secolo, prima non ci sono mai. Pensando questi gruppi come gruppi biologici, pensare la sparizione dei nomi antichi pu essere solo l'estinzione fisica delle persone che le componevano. PI difficile spiegare la comparsa di nomi nuovi. Si lavorato sulle fonti antiche e tardo antiche per capire che cosa significassero questi nomi e quali tipi di etichetta essa rappresentassero, giungendo ad alcune conclusioni che sono molto importanti per l'evoluzione dello studio di questo periodo nel presente.

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Prima di tutto risultato evidente che i popoli cambiano nome, perch il nome rappresenta prima di tutto l'egemonia di un gruppo su un altro. Il momento in cui le fonti parlano di mutamenti di nome, questi momenti sono momenti in cui un gruppo di barbari ne assoggetta un altro. Il gruppo debole si sottomette a quello forte. Quindi i nomi cambiano e non cambiano del variare biologico, ma cambiano in rapporto agli scontri e agli incontri di gruppi diversi. Le etichette etniche sono etichette politiche e non biologiche. Quando noi abbiamo a che fare con queste etichette etniche occorre tenere presente che a partire dal IV sec ogni individuo aveva a disposizione diversi biglietti da visiti, da utilizzare nella maniera piu utile. l'esercito romano un barbaro poteva definirsi romano oppure definirsi della gens della propria madre o del proprio padre o del capo politico a cui faceva riferimento. Da questo punto di vista noi intenderemo queste etichette non come gruppi fissi e che hanno una loro identit biologica, ma come gruppi in continua trasformazione. I rapporti tra gruppi di barbari e IMpero si scandiscono con una data molto precisa, che cambia la politica dell'Impero. Possiamo vederlo nel caso del gruppo che chiamiamo Visigoti, ma che nelle fonti viene chiamato GOTI. I goti appaiono nelle fonti come federati dell'impero, come un gruppo di militari che combattono per l'impero nel 375, che difedono il limes e che chiedono di avere l'autorizzazione a passare il Danubio. In questo momento i GOTI sono spinti da Roma stessa ad adottare una sola religione, perch dicono le fonti, non possibile trattare copn il capo di un popolo non contraddistinto da una matrice religiosa unica. IN quel momento i Goti si definiscono ariani. I goti stanziati nella Tracia non hanno per dei mezzi sufficienti e quindi incominciano a saccheggiare i Balcnai. Questo atteggiamento viene interpretato da Roma come non consono allo status di federati e si arriva ad una battaglia campale dove i romani vengono sconfitti, con la battaglia di Adrianopoli del 378. Ora la politica aggressiva dei romani nei confronti dei federati finisce. Quindi la politica romana si impegna sulla negoziazione con lo sforzo molto accentuato di inglobare i barbari all'interno del mondo romano.

Nel frattempo, a questa linea di tendenza, la barbarizzazione dell'esercito tocca vertici accentuati. La barbarizzazione dell'esercito arriva fino a comprendere le piu alte cariche militari. Possiamo vedere in questo processo una linea di condotta che va sempre di pi ad affidare ai generali dell'esercito, spesso barbari, l'elezione per acclamazione dell'iperatore.

Il sommo comandante dell'esercito romano nel 392 un Franco, Arbogaste che uccide l'imperatore Valentiniano e fa nominare a Lione Flavio Eugenio, cancelliere imperiale. Quindi abbiamo un franco che fa uccidere un imperatore e ne fa eleggere un altro. Qual' il rapporto tra barbari e romani? Arbogaste utilizz la sua posizione per fare nominare un imperatore che fosse un proprio supporter. LA realt della fine del IV che c' un vero e proprio conflitto tra il potere militare e l'autorit imperiale. Questo porta al fatto che nel V secolo la carica imperiale perde l'IMperium, il comandao militare. L'Imperium, il comando militare, viene esercitato dal capo dell'esercito romano.La carica imperiale sempre piu svuotata della sua valenza militare (l'imperatore classico era prima di tutto capo dell'esercito).

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Questo si vedde alla morte di Teodosio quando vengono nominato Onorio in occidente e Arcadio in oriente. Colui che esercita il potere militare in occidente un vandalo Stilicone. ANche qui la carica militare fa si che il potere militare venga ad essere esercitato da un individuo che non ha nessun tipo di antenato romano, ma che romano in quanto capo dell'esercito.

26/03/2012

Tra 395 e 476 ci sono rimasti piu di 10 trattati che l'impero stabili con le varie organizzazioni di stampo barbarico. Queste organizzazioni hanno una denominazione etnica (franchi, goti etc) ma non hanno un contenuto come una matrice etnica di tipo bilogico che l'etnichetta etnica politica, culturale che raggruppa individui di orgiine bilogica anche del tutto diversa.

Dalla morte di Ezio 454 e il 476 si succedono ben 9 imperatori in occidente, proclamati dal amgister militum. La carica imperiale essendo nelle mani dell'esercito viene a non essere rinnovata nel 476, quando un generale romano Odoacre, rinuncia anominare un successore all'imperatore Romolo e rinvia a Costantinopoli le insegne imperiali. Costantinopoli resta l'unica sede imperiale e Odoacre si pone nei confronti dei latini in Italia con il titolo di Patricius Romanorum. Viene denominato dalle sue truppe Rex, che una valenza militare ma il cui significato concreto ancora ci sfugge. La cosa importante che Odoacre non svolse un'opera di rivoluzione o di non negoziazione con il senato, ma nei 13 anni di regno rfurono anni di pace e concordia.

La stessa situazione in altre zone. La rinuncia di rinnovare il titolo imperiale significa la presa d'atto dell'accrescimento del potere di alcuni generali in due aree imoprtanti: Dalmazia, dove assume dei poteri simili a Odoacre, il magister Milinum Giulio Nepote, che regna fino al 480; Gallia del Nord, si assiste all'espansione del potere di due generali romani, Egidio e il figlio Siagrio che cambiano il loro titolo in rex. Significa che alla fine, negli ultimi anni del V secolo, da un partenza di preminenza all'interno delle cariche dell'esercito, si passa a una supremazia effettuata su base personale. Questi due esempi fanno vedere come questo potere personale si fosse espanso con una totale indifferenza rispetto alle antiche circoscrizioni, ma esprimesse delle aree di fedelt personali. Quindi da parte di Odoacre la rinunci a nominare un imperatore in occidente, significa ad estendere la propria autorit in Gallia. Dalla fine del V sec, sia ssiste ad una regionalizzazione dei poteri dei singoli generali, con un tacito accordo di non ingerenza. C' una crescita di poteri individuali che inizialmente Costantinopoli cerca di amministrare. stato infatti sottolineato che i regni che si creano sono una delle invenzioni pi felici dello stato tardo romano.

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NelV secolo ai nomi delle province romane si sostituiscono dei regni che hanno un appellattivo etnico. C' una grande variet.: per esempio i Vandali che vengono autorizzati dall'imperatore Zenone a stanziarsi nell'africa settentrionale in corsica e in sardegna, i Visigoti che dal 418 erano stati autorizzati a stanziarsi nel rengo di Tolosa, ad altre ralt pi compatte, tra le quali quella di Odoacre che, inizialmente, unisce l'Italia ma anche l'Illirico quinid la Dalmazia.

Le

conseguenze

del

venir

meno

della

figura

imperiale

in

Occidente

quali

sono?

Roma aveva svolto una funzione di legittimazione di alcune realt esterne ai confini, oltre che di negoziazione con i barbari. Quindi la presenza di Roma aveva legittimato e tenuto a bada quelle popolazioni che stavano al di fuori del confine, con le quali roma aveva contatti commerciali e quindi che espandevano il modello romano anche a realt istituzionalmente estranee. Quando roma non c' pi, questa presenza fa si che questi gruppi entrino in contrasto gli uni con gli altri. I conflitti tra i barbari siano molto pi rilevanti che non tra i barbari e Roma. Da questo punto di vista questo momento vede la ristrutturazione dell'occidente, alla ricerca di un nuovo equilibrio. Il modello che viene seguito ancora il modello romano, con le cariche, la tassazione, un diretto rapporto tra il centro e i proprieari e con una continuit delle manifestazioni materiali della visibilit individuale e dei gruppi.

Walter Pol: I regni barbarici sono regni post-romani fondati da eserciti federati romani di origine largamente barbarica. Questo si differenzia dal manuale di Bordone e Sergi dove si tratta ancora in maniera molto demod dell'aggettivo della contrapposizione tra germani e romani e questa contrapposizione neglu studi degli ultimi 30 anni, tende a cogliere un fenomeno nel suo lungoperiodo. COme fu possibile che dei generali si trasformino in interlocutori politici? Per comprendere questo fenomeno si osservata la trasformazione della modalit di pagamento dei soldati. FIno al IV secolo per stipendiare i soldati si ricorreva all'Annona, ai proventi del fisco. Invece con il passaggio al V secolo questa forma di pagamento in natura, viene a sostituirsi con una dotazione permanente che si sostituisce alle semplice razioni alimentari. Si assegna ai barbari il prelivo di una quota del fisco da aprte dei proprieari. Questa quota prende il nome di Quarta o di terza. Nel V secolo i proprietari terrieri, anzich versare il 100% delle tasse alle casse dello stato, versono il 70% alle casse e il 30% direttamente ai barbari. Quindi la prima fase di insedimamento e mutamento, con i barbari viene a sostanziarsi con un versamento diretti dei proprietari, per sovvenzionare i barbari.

Non si tratta di espropriazioni, di invasioni, bens di una sorta di appendice ad una negoziazione costante con l'impero di oriente, che favorisce lo stanziamento di barbari in occidente ed evita

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sempre di permettere che i barbari si stanziano in oriente. Nel corso del VI sec questa assegnazione di tasse si trasforma nel prelievo diretto da parte dei barbari. Vuol dire che i barbari si presentano i contadini e chiedono una parte delle rendite della terra, si comportano come se fossero essi stessi i proprietari della terra. La caratteristica dell'accomodamento die abrbari la ereditariet personale di questo tipo di clausole, per cui un gruppo pu chiedere il pagamento delle tasse esuccesivamente sono i barbari stessi a chiedere le rendite. Nel VI sec abbiamo gruppi di barbari che possiedono terra, chiedendo ai contadini le rendite.

La rivisitazione di questo fenomeno nel lungo periodo ha scardinato le mappe in cui i gruppi di barbari partono dea a e arrivano a b. CIo il fneomeno delle grandi migrazioni, come teorizzato dalla archeologia tedesca, di momento di espansione di massa verso occidente, il punto che si completamente sgretolato, perch piuttosto questa ricostruzione presenta die piccoli nuclei di individui, appartenente all'esercito romano, che sviluppano prima l'autorit come generali romani, e poi come individui. Nel passaggio c' tutta una serie di collegamenti e fedelt che si giocano all'interno del mondo romano. La migrazione presentata dagli archeologi e accolta, p stata rivista non come esodo ma riapplicando anche a questo periodo la teoria delle migrazioni, cosi come teorizzata dai sociologi negli anni 70. Questa teoria suppone e stabilisce che le migrazioni degli individui non sono mai migrazioni di massa, ma sono piuttosto degli spostamenti, anche reversibili, che hanno alla loro base i fattori PULL e PUSH. CIo elementi attrattivi, nessuno si muove se non sa dove andr a finire. Il fattore PUll era stato praticato dagli ambasciatori e da tutto l'nestablishment nei confronti dei barbari. I fattori PUSH che spingono a muoversi e poi ad insediarsi, sono fatori che al dil dell'attrattivit spingono a lasciare la terra che si abita e il fattore push pi evidente il fatto che negli instbaili gruppi die barbari, non vi erano ne garanzie di stbailit sociale ne delle prospettive di arricchimento e valorizzazione delle personalit. Un ruolo importante dalle migrazioni viene giocato dai matrimoni inter-etnici. Una delle patriche pi attive da parte dei barbari nei contronti dei romani. Infatti tutti i generali che prendono il potere, come Stilicone, sposano una figlia dell'imperatore in carica. Il ruolo dei matrimoni un ruolo molto pi importante in questo periodo, perch permette ai figli di queste coppie miste di acquisire la legittimit romana. La circolazione delle donne in questo periodo una circolazione molto forte, anche come distanza territoriale, che permette di acquisire attraverso le donne delle legittimit romane di rappresentativit. L'obiettivo di spsoare la figlia dell'imperatore sta nel target di questi generali, che vedono nel matrimonio con la figlia dell'imperatore,uno dei loro tramiti di affermazione.

Uno degli esempi pi efficaci quello del regno di Teodorico, il primo esperimento in Italia di regno che ha delle fortissime ambizioni a ricostruire l'impero d'Occidente, attraverso tutte le strategie citate. SI unisce una strategia di espansione territoriale. Teodorico un generale che viene educato a costantinopoli, dall'imperatore, preso come "ostaggio". Nel 493 Teodorico viene mandato, da Zenone, a eliminare Odoacre. Zenone dice che Odoacre non ha fatto i dovuti giuramenti e quindi non pi una garanzia di fedelt all'interno dell'italia. L'invio di Teodorico prima di tutto un invio nella capitale, RAvenna. Lo stanziamento di Teodorico in itali nel 493, assume la stessa configurazione assunta dal titolo di Odoacre, rex. Nei confronti dell'imperatore patricius romanorum. L'espanzione politica di Teodorico una espansione che si effettua attraverso

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due canali: dare le figlie e sorelle e nipoli in sposa ai re circostanti, in modo che i loro figli abbiano con la famiglia di Teodorico un forte legame di sangue. L'altro fattore fu quello militare. Ha successo fino al 510, nel momento in cui l'imperatore d'Oriente lo sostiene. Teodorico utilizza tutti i simboli e tutte le caratteristiche di una autorit che militare e politica. Da questo punto di vista, Ravenna diventa una copia degli edifici e dello splendore di Costantinopoli.

Tuttavia l'abivalenza di Teodorico viene a manifestarsi attraverso diverse prove che ci fanno capire come l'autorizzazione ad entrare in italia, sviluppa all'interno della corte di Teodorico, delle ambizioni di tipo imperiali, che si possono vedere da diverse manifestazioni.

Per Teodorico abbiamo una fonte unico: tutta la corrispondenza burocratica redatta da Cassiodoro, prefetto pretorio. All'interno di quest'opera, VAria, sono raccolte tutte le lettere scritte per Teodorico e i suoi successori. Queste trattano principlmente l'efficacia politica di Teodorico, colui che fonda la sua fama politica come restauratore di citt. La politica di Teodorico anche accorta nella negoziazione con il senato di Roma, ci rimangono alcune lettere in cui si dice che alcuni rappresentanti del senato, non hanno speso fondi per restauto, iumpiegandoli per fini personali. Altre lettere ci dicono che alcuni senatori utilizzano persone dello stato per utilizzarli a fini personali.

Il regno di Teodorico che si prospetta come il rengo pi potente cade. Cade sul problema principale di questi regni barbarici. Che rapporto hanno i regni barbarici con l'imperatore? i regni barbari fungono da succursali autorizzate, quindi in teoria la successione del re dovrebbe essere una successione precedentemente negoziata con l'imperatore Bizantino. Nella societ che si viene a creare ci sono due linee di tendenza: da una parte c' una successione alla romana, cio il candidato prevalente il figlio; dall'altra c' una successione di merito, cio una successione che potenzialmente aprta tutti che vede alla morte del re succeddergli colui che viene identificato dall'aristocrazia come il suo rappresentante pi espressione del consneso e pi valente. L'aristocrazia italiana propensa a quella di merito, mentre del tutto normale che chi ha avuto un riconoscimento dall'imperatore, tenda a proporre come successore un proprio figlio. Il caso di Teodorico interessante perch nella propria discendenza, Teodorico aveva fallito un compito, non aveva un figlio maschio e nell'ultima parte della sua vita aveva fatto adottare un uomo che aveva il compito la figlia di teodorico e quindi di ereditare il titolo region attraverso un matrimonio, ma la sfortuna che eutarico muore primo di Teodorico. Amalassunta ha dei figli, ma pone il problema di come vengono gestite queste successioni, quali possibilit avevano gli individui e con quali range di soluzioni si poteva operare. La soluzione adottata quella di nominare Atalarico, il figlio di Amalasunta come re. Da questo punto di vista dsi instaura una prassi che pone il regno die goti da regno assolutamente fede all'imperatore a rengo che tende a fare ci che vuole.

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27/03/2012

L'esempio di Teodorico serve a introdurre il tema della sostanziale instabilit nella regalit barbarica e a focalizzare la nostra attenzione su quali sono le strategie che i re barbarici attivarono per trasformare l'instabilit in una maggiore persecuzione. Il carattere istituzionale dei singoli regni in cui si articol limpero d'occidente, non definita in maniera chiara e fu proprio in questo che i re barbarici cercarono di operare, sfruttando al meglio questo territorio cosi vago. Tutti i re babrarici basano il proprio potere sulla funzione di concottiero militare. Questa funzione militare resta alla base del potere regio. COme gi notato la funzione militare in contraddizione della distanizzazione del potere, pperch le capacit militari non necessariamente si trasmettono alla generazione successiva. D'altra parte la lezione romana, che il re non avevano imparato, comprendeva il fatto che il potere poteva essere trasmesso di padre in figlio e quindi la concezione dinastica della regalit che tutti i re altomedievlai cercarono molto ostinatamente di perseguire.

Queste due opzioni non vanno d'accordo, possiamo quindi vedere tutta la storia di questi regni, come il frutto di una intensa competizione per aspirare alla carica regia, da parte di vari pretendenti, che si contrappone ai tentavtivi di creare una famiglia regia, un nucleo parentale che ha tra le sue caratteristiche quella di detenere il titolo regio. Tuttavia non dobbiamo immaginare questo cambiamento strutturale come una inerte soppravvivenza di quello che succedeva prima. Ilcambiamento declinato all'interno di questa competizione tra aristocratici.

I re barbarici avevano pi bisogno dell'imperatore di avere un nucleo di supporto e da questo punto di vista avevano la tendenza a stabilire una sorta di barriera invalicabile tra le caratteristiche della propria famiglia e le altre famiglie aristocratiche, quindi di fare un gioco complicato di tenere un nucleo di fedelt ma anche di affermare con coerenza che come loro non c'era nessun altro. QUesto provoca, per esempio nei Goti, una serie di genealogie che propongono la famiglia degli anali come una famiglia che ha nei suoi antenati degli Dei. Possiamo dire che gli unici re che riuscirono a creare questa barriera, affermando la famiglia regia come speciale rispetto alle altre, fu la famiglia dei Merovingi. Tutti gli altri tentativi di dinastizzazione del potere non hanno un buon esito e quindi questi tentativi abortiscono e danno luogo a re che provengono da gruppi fmailiari diversi.

Per creare consenso nel V-VI sec c' un aumento dei rituali di scambio, adunanze periodiche dell'aristocrazia, convocate dal re, durante le quali il re scambia dei donativi. Fanno parte di questi rituali di scambio anche l'intensificazione nelle fonti delle occasioni del bachetto, dove il re

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dimostra la sua generosit. Nasce quindi l'idea che il re sia il proprietario ideale di un gruppo di beni materiali che prende il nome di tesoro. Il tesoro un insieme di oggetti che sono stati conquistati durante le campagne militari, un insieme di carte (diplomi) che testimoniano le propriet e le caratteristiche dei singoli re e di cui il re proprietario virtuale. Una delle caratteristiche del tesoro regio che gli oggetti circolano, vengono donati e restituiti, sono oggetti che incarnano il rapporto di fiducia del re verso colui che riceve l'oggetto. Possesso inalienabile, cio oggetti che pur passando di mano restnao sempre idealmente di propriet del re. Sono oggetti sottratti alla circolazione commerciale e conservano una propria e specifica identi. Quando nel VII secolo le carte testamentarie ricordano alcuni oggetti specifici con il nome del re che li ha donati.

Cosi come il re generoso nel donare, contemporaneamente il re deve essere terribile nel sottrarre. Se qualcuno colpevole di infedelt e viene meno al patto, la reazione regia deve essere quella di togliere tutti i beni dell'individuo. Questa nozione comprende al suo interno anche la terra. Cio una nuova nozione della terra fiscale. In et romana era la terra pubblica, che apparteneva a uso collettivo a tutti e che era appannaggio dello stato. Nei regni altomedievali esiste un proprietario matierle, che il re. Quando parliamo di terra pubblica nell'alto medievale, dobbiamo aggiungere alla parola fisco, la parola regio. Quindi la terra del fisco regio fa parte del tesoro, ed uno dei mezzi con cui il re si pone come l'arbitro delle salite sociali, donando, oppure delle discese, togliendo. La politica della carota e del bastone viene utilizzata in maniera molto intensa, anche se le confisce furono di quantit molto minore di quanto possiamo aspettarci.La tendenza alla moderazione, alla negoziazione, fa si che le confisce dei beni siano state effettuate solo in casi rari e molto gravi.

Le figlie del re fanno parte del tesoro, sono presentate come il primo elemento che caratterizza la grandezza del re e che pu essere inviato come dono, presso un altro regn.

ALlora, pi che considerare questa debolezza dei rengi medievlai, come il prodotto di conflitti esterni, la cosa che bisogna valutare il peso dei conflitti INTERNI, delle ambizioni degli altri goti, per i goti, che non erano d'accorco che si potessero produrre solo re in funzione dinastica. SI necessitava di un appoggio istituzionale esterno. Questo era l'appoggio fornito dall'imperatore, che agisce come arbitro, legittimando i re alto-medievlai. Viene utilizzato dai re come un supporto per la propria stbailit. Questo aspetto molto chiaro nelle fonti del VI sec.

Dall'altra parte, invece, possiamo vedere qual' il clima in cui questi regni in ocidente sono autorizzati a esprimere le proprie identit politiche. SI tratta di un periodo abbastanza lungo in cui l'impero d'oriente attraversa una crisi economica all'interno della quale si innestano propblemi di tipo religioso ocn una forte valenza politica, nelle citt e in particolare a Costantinopoli. UNa delle caratteristiche del cristianesimo quello di legare la lealt religiosa e la lealt politica.

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Nel 471 si assiste all'aparire di un nuovo gruppo territoriale che esprime gli imperatori d'oriente, e prende il nome di Isaurici, dall'asia minore. Il primo imperatore isaurico, Zenone, interropme un processo evolutivo, la presai di possesso da parte dei militari del potere imperiali, che se fosse continuato avrebbe avuto degli esiti simili all'occidente. Innanzitutto Zenone cerca di moderare gli esiti che erano stati disastrosi fino a quel momento, del concilio generale del 451, dove era stata bocciata una nuova versione del dogma Dottrina Monofisita, che si interrogava sulla natura di Cristo e proponeva che cristo avesse una sola natura. La mossa di Zenone fu quella di emanarae un editto, lHenotikon, cercando di smorzare le differenze tra ortodossi e monofisiti. L'esito raggiunto fu quello di sollevare una vibrata protesta della chiesa di Roma, che teneva a distinguere le due versioni e si apre uno scisma, una netta discordia tra chiesa di Roma e di Costantinopoli, che avr fine solo nel 519. Da questo momento l'impero d'oriente interviene in maniera saltuaria. Gli affari interni sono troppo forti perch l'imperatore si attivi a occuparsi dell'esterno. Alla morte di Zenone gli succede un anziano funzionario di corte, Anastasio, che deve fronteggiare tutta una serie di problemi che gli derivavano dall'eredit di Zenone.

Intanto all'inizio del VI sec, riprendono le ostilit con l'Impero Persiano. L'oggetto del contendere l'Armenia, regione importante per la costituzione dell'esercito bizantino, da cui si reclutano i soldati. Anche sul fronte balcanico, l'illirico oggetto di scorrerie da parte di nuovi gruppi, gli slavi i bulgari, gli avari. interessante vedere che porter alla comparsa sul panorame politico degli slavi, che non hanno un re, non sembrano avere un organizzazione militare, un gruppo che fino al XII sec non lasciano tracce scritte. Inoltre anastasio monofisita e quindi prosegue con la politica di ostilit nei confronti di Roma. Questa ostinazione provoca una serie di scontri all'interno di Costantinopoli. Scontri animati dall'aumento della pressione fiscale. perch la lotta contro i persiani impone nuove spese per l'esercito. IN questo periodo si mette una tassa sull'aria respirata.

Come si manifesta nelle citt orientali l'opposizione politica ? Bisanzio eredita un sistema articolato in gruppi che individuavano i sostenitori di diverse squadre che correvano l'una contro l'altra in gare dell'ippodromo. SI manifestafano anche nell'elezione dell'elettore. I gruppi di chiamavano Demi, ed erano quattro (azzurri, verdi, rossi, bianchi). Resti di questa orgnanizzazione vi sono a Roma nell'et di Teodorico, quando Verdi e Azzurri, nei ludi circensi sono il momento potenziale in cui le fazioni urbane possono ribellarsi. Questo momento un occasione di manifestare il proprio dissenso. Queste organizzazione a Bisanzio, derivavano dal fatto che a Costantipoli il popolo di radunava nell'ippodromo quando bisognava eleggere l'imperatore. Il popolo di Bisanzio, articolato in Verdi eAzzurri, poteva essere un oppositore o sostegno dell'imperatore. IN questo periodo la cerimonia imperiale vede Azzurri e Verdi costituire un termometro politico del consenso e le violenze di strada, sono all'ordine del giorno all'interno delle fonti. Le autorit le avevnao in quadrate affidandogli dei compiti funzionale, come la polizia o come la manutenzione delle mure. Li avevano collegati ad alcune funzioni all'interno della citt. Cionostante, i demi nel corso del VI sec, costituiscono un grave problema per la stabilit. Questi demi prendono una coloritura anche religiosa.

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Fino alla presa di potere di Giustiniano, quindi primo ventennio VI sec, Bisanzio resta un autorit lontana di cui c' necessi, si ricorre per chiedere legittimazione, ma che non interviene negli affari dell'Occidente. Quando sale al trono Giustiniano, la politica cambia, con un diretto intervento dell'Imperatore, per riconquistare le province occupate dai barbari. In questo intertempo, nasce anche la maggioranza dei regni barbarici e la caratteristica di tutti i regni ha una presentazione di tipo etnico. Come la spiega la storiografia? Prendiamo il caso dei Goti di Teodorico.

La caratteristica della societ Gota, quella di essere una societ dualistica, divisa su base etnica, dove i militari erano goti e i burocrati erano romani. QUindi una divisione entta in due parti. Intanto questa suddivisione giusta, dal punto di vista terminologico. CHi militare ha come appellattivo etnico il termine Goti, gli altri romani. Se per vediamo fisicamente chi che chiamato romano e chi goto, vediamo che vi sono delle persone con dei nomi goti, che appartengono alla categoria dei romani, e ci sono persone con nomi romani che appartengono ai goti. Da un esame attento delle fonti, si vede che non c' una corrispondenza univoca tra titolo etnico e nome degli individui. Noi ci aspetteremmo che le persone con un nome di origine gota intraprendano una carriera militare e le persone con nome di orginie romano, intraprendano carriera burocratica. Quello che invece vediamo che l'appellattivo Goto si riferisce, non all'identit etnica, ma un nome etnico per identificare i militari.

Questa bipartizione presentata come una bipartizione in nome di un unico concetot che unisce il funzionamento del regno dei goti, che quello dell'UTILITAS, la funzione che queste due componenti della societ hanno nel creare l'ordine e la pace. Quindi ognuno di questi due segmenti dellasociet, ha una propria utilitas. I militari combattono perch i burocrati possano lavorare. Al rovescio i burocrati lavorano perch i militari possano essere stipendiati.

Un altro punto caratteristico il diverso valore attribuito alla religione. SI dice che i goti in quanto goti, erano tutti ariani. Quindi nel dissidio religioso sta una caratteristica del fallimento di questi regni. Questo aspetto da valutare. Prima di tutto la confessione ariana dei goti, come fatto etnico, un aspetto che stato superato. la professione religiosa resta una professione largamente individuale, quindi nello stesso gruppo fmailiare ci sono ariani, cattolici, pagani, senza che questo sia avvertito come un elemento dissonante. Quello che certo che la famiglia di Teodorico, gli anali, rivendic per se stessa la identit religiosa ariana. Il regno dei goti in Italia fu uno dei pochi a esprimere un clero ariano e degli edifici di culto che erano riservati al clero ariano. Non per chiarissimo che cosa significasse essere ariani, in termini concreti. IN particolare gli studiosi che per esempio si sono soffermati sull'iconografia, hanno potuto verificare che dal punto di vista iconografico, le immagini sono totalmente identiche, quindi non c' al momento, nessuna differenza visibile nei comportamenti, nei rituali, che seguivano gli ariani o i cattolici. Questa differenza una differenza che viene molto enfatizzata soprattutto nei momenti di frizione, dove l'identit ariana viene ad essere presa come uno dei punti di differenza tra una compagine e un'altra. Dal punto di

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vista pratico potremmo pensare che l'essere ariano da parte di Teodorico, costituisse una sorta di impossibilit a dialogare con il clero cattolico, tuttavia non cosi. Il panagirista di Teodorico il vescovo di Pavia cattolico. L'essere ariano in un momento di accordo politico non significa quasi nulla. DA questo punto di vista la politica religiosa, una politica difficile da interpretare e lo schema religioso non una chiave universale. DIK fatto per negli ultimi anni della vita di Teodorico, la questione dell'arianesimo dei goti risorge nelle fonti. Nel momento in cui i rapporti con l'Oriente si vanno a deteriorarsi, allora l'immagine di Teodorico come nemico ariano superiore a quella del pi illustre re d'Occidente. lo strumento della religiosa PU essere giocato, ma ha una sua effettiva efficacia quando c' qualcos'altro che non funziona alla base. La fama fi Teodorico passata nella letteratura altomedievale quella di Rex Ereticus. Ci sono almeno 4 versioni del modo in cui teodorico kmor, morire in unc erto modo era significativo di come una persona aveva vissuto. Procopio lo fa morire di dissenteria, non una morte gloriosa, e quello che provoca la dissenteria un piatto di pesce che lo guarda con degli occhi che rassomigliano a quelli di Simmaco, uno die patrizi che Teodorico aveva condannato a morte. La seconda versione viene da Gregorio Magno, che ce lo rpesenta come il Rex Ereticus e si dice che c' un pescatore nell'isola di Stromboli e vede eruttare il vulcano pi forte del previsto e la motivaizone che Teodorico morto a ravenna ed precipitato nell'inferno. L'ultimo modo in cui Teodorico viene descritto quello di essersi dissolto mano a mano, come si dissolvevano i suoi ritratti e le sue statue all'interno dell'impero. Quindi una malattia molto lunga. interessante vedere come queste versioni stanno degli aspetti caratteristici di questa ambivalenza dei re barbarici nei confronit degli autori dei testi, della loro fede religiosa, del loro impegno edilizio. Questo momento molto importante perch all'interno di queste narrazione difficile comprendere, rapportare i testi, le descrizioni e le opinioni degli autori agganciarle alla realt. Cio di fronte a questi testi difficilmente capiremo a quelllo che successo davvero.

I Franchi sono l'unico dei regni occidentali che arriva da una partenza di V sec e arriva fino al X sec, comprendendo al loro interno anche l'esperienza Carolingia. La loro caratteristica che i Franchi sono l'unico regno su cui si riesce a creare, da parte di una famiglia quella dei Merovingi, una distanabissale tra le proprie caratteristiche e quelle dell'altra aristocrazia. caratterizzzato da una dinastia regia, la pi lunga dinastia regia mai esistita. L'idea di re fannullone non il fossile guida che ci pu permettere di comprendere la societ e la regalit franca.

Prima di tutto i franchi sono un gruppo nuovo, che non compare nelle fonti antiche e che compare nel secolo quarto come un nome, molto semplice, che significa gli uomini liberi. I franchi compaiono nelle fonti in maniera tardiva, come parte dell'esercito del generale romano Ezio, e sono stanziati nel territrio tra la Mosa e la Mosella, nella parte nord orientale della Francia. Nel 481 compare un individuo, Clodoveo, che ha il titolo di Rex Francorum e che a partire da questo momento, occupa un area territoriale che grossomodo coincidente con quella occupata da Siaprio.

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Da questo nucleo di partenza, i Franchi si espandono in modo costante attraverso dei successi di tipo militare. nel 496 i Franchi occupano l'Alamannia, nel 507 i regni di Tolosa , nel 534 il regno di Burgundi e il regno dei turingi.

2/04/2012

Giuseppe Sergi traccia la specificit dei franchi secondo una linea di incontro etnico. Secondo la scuola di Tabacco la caratteristica dellos viluppo del regno dei franchi sarebbe da collegarsi nel superalmento della dialettica romani-germani, che egli vedeva operante nel regno degli ostrogoti e l'elemento che avrebbe permesso di superare questa dialettica sarebbe costituito dallar elgione, la precoce conversione al cristianesimo, in particolare al cattolicesimo che in questa prospettiva avrebbe permesso di unificare le elites della gallia all'interno di una sola elites cattolica, questo con il favore dei vescovi, prima di tutto. Questo punto specifico, quello della dialettica su matrice etnica, quindi l'esistenza di costumi germanici, di cui i franchi sarebbero i portatori, il punto che stato messo in discussione, dalla ridiscussione su cosa significa l'etnicit nell'alto medioevo. Quello che si tende ora a mettere ine videnza il fatto della loro, i franchi, apparizione nelle fonti come federati dei romani, come un gruppo nuovo, il cui nome scaturisce in sguito ad un avvenimento, la traversata del fiume reno nel 406, che permette ai gruppi che compiono questa operazione, di concordare una unit politica sconosciuta prima. Quindi la confederazione dei franchi, gens che dal secolo V compare nelle fonti, un fatto di natura recente, che trova un nome nuovo ad un unione politica di gruppi diversi.

Una delle teorie che i franchi derivano da due gruppi che sono chiamait nelle fonti Chatti e Piratae Saxones, che decidono dandosi un unico leader politico, di attraversare il reno ed entrare nel mondo romano, negoziando il loro stanziamento. Franchi un nome molto semplice, significa "i liberi", quindi a differenza degli altri popoli, che nel corso del VII sec costruiscono la loro vicenda attraverso una migrazione dalla scandinavia al luogo di arrivo, i Franchi non hanno alle loro spalle una migrazione ne vera ne finta, e la prima fonte che cerca di equiparare questo glorioso passato degli altri popoli, passato biblioco, con quello die franchi, una fonte tarda del secolo VIII che si chiama Liber Historie Francorum, che ha per un andamento molto diverso dalle origini dei Goti o dei Longobardi. Essa fa derivare le origini dei franchi direttamente dalla guerra di Troia, dove con la fine di Troia Enea e Francione, il fratello, incominciano a intraprendere un lungo viagigo che approda alle porte di Roma.

Le caratteristiche die franchi sono anzitutto quella di una grande durevolezza nel tempo del loro regno. Infatti il regno dei franchi, dal punto di vista politico ha una sua forma di continuit, sin dalla fine dle secolo V fino alla piena et Carolingia, 888. Quindi al di la del cambiamento dle nome della dinastia da Merovingi a Carolingi, i franchi sono rispetto agli altri regni nazionali dell'occidente, la compagine pi forte e la compagine che nel corso del tempo riusc a consolidare una propria

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specifica

autorevolezza.

DA questo punto di vista questa durevolezza viene letta secondo due filoni di ricerca:

1- tende a studiare la specificit della regalit franca

2- tende a sottolineare il rapporto che la famiglia die Merovingi ebbe con l'aristocrazia e quindi la posizione della fmaiglia die Merovingi, come arbitro dei destini aristocratici. Una posizione che invece non fu mai raggiunta in maniera stbaile.

Il primo punto che caratterizza la regalit franca quella di essere il patrimonio immateriale di un solo gruppo fmailiare, quello che viene chiamato dalle fonti la famiglia Merovingia. Quest'ultima un gruppo familiare articolato che ha la sua prima manifestazione storica con un re, Childerico, che ci appare come diretto erede di Siagrio nell'area della Francia settentrionale (Suasson).

Da semplice capo militare alla fine del V sec i re merovingi sviluppano la regalit secondo delle precise linee di tendenza che tendono, da una aprte a dimostrare che il gruppo fmailiare die merovingi ha delle caratteristiche tali da non poter essere eguagliato da nessun altro gruppo fmailiare. All'inizio del VI secolo, nell'opera di Gregorio di Tur, si nota la tendenza apresentare la famiglia dei Merovingi come una famiglia che ha degli antenati divini, che vengono identificati in una bestia marina chiamata Quinotauro, che sarebbe improvvisamente appars dalle acque e si sarebbe unito con Basina, la madre di Childerico.

Questa idea, si sostanzia in alcune caratteristiche che la fmaiglia Merovingia persegue con grande determinazione. Possiamo vederle come strategie di lungo periodo:

1- trasmettere nel corso delle generazioni dei nomi interi e non delle semplici parti di nome. Nel senso che la famiglai Merovingia, dal lato maschile, trasmette di padre in figlio, alcuni nomi che diventano un patrimonio familiare: Childerico, CLotario, CLodoveo. L'aristocraiza, coloro che non fanno parte della fmaiglia, da il nome ai propri figli seguendo un altro criterio, direttamente proporzionale alla qualit dei matrimoni: ogni nome, come per esempio Liutperga e Ratchis,

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contiene un prefisso Luit e un suffisso perga. L'unione id una coppia ipotetica da luogo a dei figli che si possono chiamare LItchis e Ratperga. Questo uno dei motivi medievali sono dei nomi orribili. Questo riflette che la componente paterna e materna hanno un peso uguale nel determinare l'identit dei figli, perch le unioni aristocratiche, ell'alto medioevo, sono omogamiche, che mettono insieme degli individui dello stesso livello sociale. La famiglia merovingia trasmette nomi interi, unici,che vengono presentati come un patrimonio esclusivo della fmaiglia merovingia. Questo il diretto riflesso della diversissima politica matrimoniale che i re merovingi fanno rispetto all'aristocrazia. I re merovingi, infatti, hanno la caratteristica di non sposare delle donne che siano aristocratica, e dell'aristocrazia franca. La line adi tendenza quella o di praticare quella che si chiama ipogamia, sposarsi in basso, oppure quella di sposare le figlie di re lontani. Qual' il vantaggio? Prima di tutto evitare di sposare una donna aristocratica, significa non far nascere delle pretese competitive da aprte dei gruppi fmailiari locali. Secondo, pi difficile capire perch sposano delle serve o delle donne di altre nazioni. Prima di tutto uno dei punti che accomuna la serva e la principessa straniera di non avere dei parenti in loco, che possano agire con rivendicazioni alla successione. La lontanza fa molto la differenza, mentre la serv aha aprenti nullit. Un secondo punto che le accomuna la relativa facilit con cui ce ne si pu LIBERARE, cio la principessa straniera e la serve sono due soggetti da cui si pu divorziare facilmente che non da una donna aristocratica locale. Sempre per la questione die parenti in loco, che attiverebbero forme di rivalsa. Il divorzio un problema politico. Perch una delle caratteristiche che distinguono i merovingi dagli altri gruppi aristocratici la frequenza con cui i merovingi scartano le mogli e si prendono altre mogli. Questa modalit diversa dalle unioni aristocratiche erch le unioni aristocratiche sono unioni fra pari equindi interesse di tutte e due le aprti nona rrivare al divorzio, che significherebbe discorsia/lotta/conflitto. In questo modo i re merovingi affermano due istanze:

a. Il re merovingio si pu permettere di essere al di sopra dei conflitti aristocratici, con una strategia matrimoniale diversa.

b. Nel caso delle spose serve la categoria della regina viene ad essere identificata come quella di una persona che deve tutto al re, che deve al re tutto quello che possiede, quindi il re viene presentato come l'arbitro del destino della propria moglie.

2- Il re merovingio attraverso tutti i suoi figli, vuole esibire la propria speciale caratteristica di poter nutrire e allevare molti figli, di madri diverse e di dare fornire a ciascuno di essi un imprinting regio.NOn altrettante prolifiche sono le famiglie aristocratiche. Dimostrazione di superomismo, domistrare che la fmaiglia merovingia pu mettere al mondo molti pi figli di un aristocratico. Questi figli, inoltre, sono di madri diverse. Questa caratteristica del matrimonio il tenore della specificit del regno merovingio e di come si sviluppa la successione. COme gi detto,

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in tutto l'altomedioevo non ci sono dei figli speciali, chi nato per primo uguale all'ultimo. Come differenza di basa tra il regno dei franchi e gli altri, la competizione per la successione una competizione che si svolge DENTRO la famiglia, che vede di fronte a se diversi figli, che potenzialmente hanno lo stesso diritto di regnare. Mentre gli ostrogoti, per esempio, la competizione al regno tra il figlio del re precedente e l'aristocrazia. Questo significa che la dinastia merovingia ha una sua composizione territoriale molto diversa da quella degli altri regni. Il regno dei Franchi viene sempre concepito come una sola unit. ta compagine territoriale si articola in sottoregni che non hanno nessuna formalizzazione dal punto di vista del nome, ma che sono degli elenchi di citt che dipendono da figli diversi. Questo da luogo a delle entit territoriali che vengono ad essere il risultato di una spartizione tra uguali che non hanno per la minima durevolezza. Guardando le spartizionisi pu notare che i vari territori sono profondamente diverse anche a pochi anni di distanza. QUindi questi territori, la divisione del regno, un compromesso per tentare di mettere insieme la presenza di figli, il diritto di ciascuno a diventare re e la necessit di continuare a concepire il regno come una unit. Il regno die franchi fu unito con un solo re, soltanto in du emomenti, con CLodoveo, agli inizi, e con il re Dagoberto all'inizio del VII secolo. Questa unione era il frutto dell'eliminazione di tutti i candidati rimanenti, era il risultato dedll'eliminazione fisica.

Questa necessit di scalare tra se e l'aristocrazia una barriera di comportamenti, se elimina la competizione aristocratica per il titolo regio l'accende dentro la fmaiglia merovingia.

Da questo pnto di vista la storia dei merovingi una storia di altissima competizione tra fratelli e le fazioni armate di questi fratelli. Delle clientele che sono su base locale, che per si disfano e si riaccorpano a seconda delle opportunit. La storia del rengo dei franchi pu essere vista come una lunghissima FAIDA, che inizia con i discendenti di Clodoveo. una lottat ra fratelli per la prevalenza che trascina con se anche l'aristocraiza.

Fa parte di tutto ci la sepoltura funeraria. CHilderico scavata nel 1600 dal medico di corte di Luigi XIV Chifles, negli anni 90 da una equipe di archeologi. La sepoltura di Childerico era un tumulo al di sotto del quale vie era una camera funeraria con una sepoltura con un ricco corredo, circondata da sette fosse contenente diversi scheletri di giovani cavalli. All'interno del tumulo CHifles ritrov diversi oggetti che disegno molto egregiamente, nel momento in cui venivano regalati a Luigi XIV. Sono tutti oggetti che comprendono anche la solita fibula da militare romano. Dentro la tomba vi era anche un anello, anello sigillo, con l'immagine id un individuo non bellissimo, che ha dei lunghi capelli, un armatura e una lancia. Questa raffigurazione stata identificata come Chilrericus Rex, quindi il ritratto di Childerico.

Una delle caratteristiche del regno di Clodoveo quella di accettare dal punto di vista diplomatico il dialogo con i vescovi di Gallia. Dialogo che viene a essere sintetizzato da gregorio di Tur in un episodio che quello della conversione sul campo di battaglia, da parte di CLodove e la

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conversione, secondo Gregorio, direttamente da un paganesimo generico al cattolicesimo. Questa narrazione suddivisa in tre parti: prima parte--> 496 Clodoveo affronta una battaglia contro gli Alamanni, Clodoveo sta perdendo, quindi si rivolge al Dio cristiano dicendo "ho provato a invocare i miei dei con nessun risulotato, ora provo a invocare te" e la divinit a cui si rivolge una divinit che egli conosce dato che sua moglie Clotilde cattolica. Nella narrazione di Gregorio, appena formulata la richiesta, CLodoveo vince e la potenza del dio degli eserciti stata manifestata. Nella narrazione di Gregoio, Clodoveo torna a Suasson e trova ad aspettarlo Clotilde, che ha convocato l'arcivescovo di Rens, Re migio, che fa a Clodoveo un lungo seminario sulla dottrina cattolica. Gregorio dice che dopo il abttesimo, Clodoveo esce dalla cerimonia come nuovo Costantino, come un re che ha profondamente trasformato la sua natura di soldato, in un re con delle respondabilit istituzionali. emulando Costantino nella sua volont di convertirsi. Questo aspetto viene per contemporaneamente a permettere di inserire nella narrazione le lodi di colui che lo ha convertito. L'arcivescovo di Rens viene descritto come un uomo abile nella retorica e che aveva saputo convincere l'animo semplice di Clodoveo.

La conversione die franchi un'aspetto che pone i franchi su un piano diverso, ma anche un aspetto che mette i vescovi di Gallia, su un livello superiore a quello degli altri vescovi. Abbimo le letteree che i vescovi scrissero a Clodoveo per congratularsi della sua conversione. Ma abbiamo anche le lettere che scrissero tra di loro. Uno di questi scrive a Re Migio che la conversione di Clodoveo "Nostra Victorias est". Questa capacit di persuasione si esplicita in tutte le mosse che Clodoveo compie successivamente. Il favore dei vescovi di Gallia permette l'ampliamento del regno nei confronti dei Visigoti, chiamandolo come una giusta guerra di religione. Questo si affianca ad un tipo di manifestazione funeraria che cambia contesto, quindi Clodoveo si fa seppellire in una basilica, la basilica Apostolorum (RIFERIMENTO ALLA BASILICA IN CUI SONO SEPOLTI GLI IMPERATORI BIZANTINI), da lui costruita, in cui si fa seppellire con la moglie CLotilde. La chiesa dove fu sepolto oggi il Panthon che fu costruito sopra le rovine della chiesa della S.Genoveffa sopra la basilica Apostolorum.

A partire dal VI secolo una delle caratteristiche IDENTIFICATIVE della regalit dei franchi quella di porre il re come l'unico arbitro dei destini individuali. Questo si vede bene nella creazione di un gruppo di funzionari che sono di nomina regia che agiscono all'interno del contesto del palazzium, cio del luogo in cui il re risiede. Il palazzium sia l'edificio sia le persone che compongono la corte regia. Dal VI secolo vediamo comparire la denominazione de NUTRITI. UN gruppo di ragazzi, giovnai, figli dell'asristocrazia che trascorrono con il re, la parte del loro apprendistato militare, vengono educati alla fedelt al re. Nutriti nel senso 'proprio dlela parola. Il nome di nutriti poteva avere due esiti:

giovnai

ritornavano

alle

loro

terre

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- rimanevano all'interno del palazium e intraprendevnao un proprio cursus onorum. totale arbitrio dle re scegliere chi va e chi resta.

Le cariche che troviamo nelle fonti sono delle cariche che sono date dal re e possono essere revocate, quindi il vettore di fama o discesa. rticolate:

referendarius:

esazione

delle

imposte,

colui

che

ritira

le

tasse.

camerarius:

colui

che

ha

la

disponibilit

la

gestione

del

tesoro

regio

- cubicularius: Colui che su imitazione di una carica bizantina, responsbailie della vestis regia, il cameriere personale del Re, colui che ha l'onore di occuparsi della persona del re.

- maior domus: funzionario che ha la gestione del fisco regio, delle terra di propriet del re.

episcopus:

vescovo.

Si

parte

da

nutriti

si

arriva

diventare

vescovi.

Quello che chiaro dalle fonti del VI secolo e successivi che la scelta di diventare l'arbitro delle carriere individuali condiziona la politica. Prima di tutto i vescovi sono dislocati, assegnait a delle diocesi che non coincidono con il loro luogo di origine. L'unica fonte di sostengo il re. Quindi il re merovingio fu la causa prima dell'accordo dei re merovingi su un fatto, se era giusto o meno che i vescovi si sposassero o no. Quindi questa politica fa si che i re merovingi siano stati i pi strenui sostenitori del gruppo dei non sposati per diventare vescovi. per continuare a scegliere liberamente e impedire che si formassero dinastie locali. Il vescovo viene concepito come colui che ha completato il suo apprendistato al palazzium, sotto diversi aspetti: fedelt militare (nutritus), burocratico e amministrazione (referendarius9; sotto un aspetto del valore degli oggetti e dei contraltari sociali, del valore della persona del re. Nel VI sec cominciano ad apparire come ideologia del regno franco due poli emozionali opposti:

- il re colui che dispensa Amor: amore, quello che permette ai singoli di salire.

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- il re colui che dispensa Terror: esercitando la sua giustizia pu togliere.

SI ritrovnao in tuta la documentazione del VI.VII come caratteristica intrinseca. Parallelamente l'Amor e il terror sono due caratteristiche che sono anche interessanti dal punto di vista di chi non ha un grande background familiare, poich permettono a degli individui medi di fare carriera dentro il palazzo.

3/04/2012

La collocazione dei re in ambiti territorialei precisi, provoca un collocamento diretto tra i re e le elite loclai, che sono il suporto pi immediato. Quello che vediamo verificarsi nel VII secolo, la emersione dalle fonti di nomi di aree regionali, che non sono quindi veri e propri regni, ma sono denominazioni che vengono proposte, dal basso, che ci fanno vedere una articolazione territoriale della regalitm franca. All'inizio del VII secolo, vediamo, infatti, accanto alle denominazione generiche di homo francus, apparire denominazioni regionali specifiche, queste coincidono con delle aree territoriali che si andranno a consolidare dal VII secolo in avanti.

Le aree sono 4, partendo da Nord Est Austrasia, incentrata sulla citt di Metz. Neustria, incentrata sulla citt di Parigi. Burgundia, incentrata sulla citt di Lione e Acquitania sulla citt di Tolosa. una ripartizione che fa riferimento, nelle prime due, ad una semplice denominazione geografica (austrasia: terre poste a est- Neustria: terre poste a ovest). L'ultima qualificazione,a cquitania, ancora piu vaga, rigurada un tratto di territorio che arriva fino ai pirenei. Queste diventano denominazioni locali, che non avranno mai un re univoco, ma saranno piuttosto "le elites di austrasia desiderano un re per se".

All'interno della gallia il contatto con le corti regie ha sviluppato entit regionali, in stretto rapporto con la presenza fisica del re. NOn si pu mai parlare di regalit franca, senza parlare della strutturazione dell'aristocrazia che la sosteneva. Da questo punto di vista la caratteristica della regalit Merovingia, quella di sopravvivere pur all'interno di una competizione accesa tra i membri della famiglia. Fino all'inizio del VIII sec, non assistiamo a nessun tentativo di mettere in discussione la preminenza della famiglia merovingia, rispetto agli altri gruppi familiari. unto di vista dell'affermazione di alcuni principi, la regalit Merovingia si costruisce attraverso la formulazione di una ideologia che presenta il re come l'arbitro indiscusso delle carriere individuali, pubbliche e anche delle carriere religiose e, in terzo luogo, un aspetto che viene a controllare le

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carriere eclesiastiche, controllando le decisioni dei vescovi, in materia di organizzazione interna e anche di organizzazione spirituale. Infatti una delle prima manifestazioni religiose di Clodoveo, fu quella di riunire il primo concilio nel 511 a Orleans. Imitando gli imperatori romani acquisisce una responsabilit nei confronti dell'unit religiosa. La tradizione di convocazione dei Concilia episcopali una tradizione ininterrotta da Clodoveo in avanti. Un'altra caratteristica del re franco, che appare pi consistentemente nelle fonti franche e meno negli altir, quella di tentare di avere un controllo sui matrimoni aristocratici, porsi come arbitro ultimo delle alleanze aristocratiche, in modo da non favorire l'unione id due gruppi fmailiari troppo potenti.

Secondo la vecchia storiografia i merovingi erano re itineranti di corte regia in corte regia. Questa itineranza molto moderata poich ogni re insiste su un area territoriale precisa. In ogni caso raramente questi ambiti territoriali donarono al numero dei figli effettivamente prodotti, un territorio per ciascuno di essi. interessante vedere che dalla fine del VI sec. si inaugura una tradizione gravida di consegueze future. I candidati merovingi che perdono, non uccisi, sono trattati secondo una modalit poi molto cristallizzata. Ai candidati perdenti vengono rasati i capelli, quindi privati del carattere divino e militare, poi chiusi in un monastero a riflettere. Questa funzione di prigione diventer una delle strutture portanti dell'Europa Merovingia.

Dal punto di vista territoriale l'espansione dei territori franchi si esaurisce rapidamente. Con la prima met del VI sec si concludono.

Un ultimo aspetto a proposito dei franchi la formazione di elite regionali non deve essere intesa secondo il vecchio schema etnico. Dal punto di vista della denominazione non ci fu nessuna componente dualistica, come quella vista nel regno dei goti. Dall'inizio del VI sec si parla di Gens Francorum. Questa comprende tutti coloro che sono sottoposti all'autorit politica del re Merovingio. Infatti il regno dei franchi il primo che si da una legislazione che conosciamo nella redazione dell'inizio di VI con il nome di Lex Salicha. Negli altri regni la legge sempre la Lex Romana ( codice teodosiano).

La Lex Salicha una delle innumerevoli manifestazioni della volont dei re Merovingi di comportarsi come un imperatore romano. Questa espressione di normativa nel regno dei franchi un filone che avvia una serie di corpus normativi del VII sec, che portano nomi etnici. da questo punto di vista questi mettono in evidenza la funzione dle testo che quella di aggiornare le norme allo stadio presente, togliendo le norme superflue.e di limitare la casistica di ci che viene normato a gli argomenti che possono essere fonte di conflitto sociale. Quindi del codice Teodosiano si riprendono gli argomenti che sono stati fonte di rimodulazione e permettere un punto fermo. Sono tutti redatti in latino e l'ordine delle loro clausole un ordine che fa supporre che queste

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norme

fossero

effettivamente

consultate

dai

giudici.

UN'altra caratteristica che la lingua politica di questi regni il latino con delle variazioni, ma che viene ad essere inteso come la lingua del potere, con cui il potere afferma le proprie regole.

Questa immagine di spremazia del re merovingio, una immagine che si riflette anche nella politica estera e vediamo bene che si riflette nel fatto che tutto le fonti di VI-VII sono dense dell'episodio: il re del regno X chiede al re die franchi di avere sua figlia in moglie, e il re dei franchi che prima accetta poi nega.

Una

politica

che

impedisce

dei

concorrenti

interni.

ANGLOSASSONI

Solo di recente, per colpa degli storici inglesi, inseriti nella storia dell'Europa altomedievale. La caratteristica con la quale la storiografia inglese ha approcciato il tema della fase altomedievale orientata a definire la storia di una nazione che non ha niente a che fare con il resto dell'Europa, che costituisce un caso unico, che costituisce una realt diversa e specifica. Fino a circa 20 anni fa, esisteva un gruppo agguerrito di storici inglesi che comunicavano solo tra di loro. Questa tendenza sempre forte ma si gradatamente ammorbidita e ora comunicano di pi.

Viene

quindi

messa

sul

tavolo

una

problematica

comune.

La Britannia ha una storia diversa poich qui assistiamo nel 410 al ritiro delle truppe romane, con l'imp Onorio, con un messaggio non incoraggiante dicendo: noi ce ne andiamo, difendetevi da soli. Questo abbandono coincide con una serie di trasformazioni importanti. Queste sono state enfatizzate e ridiscusse recentemente.

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C' una netta trasformazione sotto il profilo della persistenza della strutture amministrative romane, molto labili e difficili da identificare nel V-VI sec. Perch tra V-VII sec non abbiamo nessun tipo di record scritto. L'unica testimonianza scritta una fonte che si chiama Historia Brittorum di un monaco, Nennio, che p in realt un opera di stampo moraleggiante che ha un esordio seguente: "date le colpe dei britanni, dio si vendicato della iniquit e ci ha mandato gli anglosassoni che assumono come strumento di rappresentazione della furia di dio, una funzione diretta e positiva, facendo tabula rasa dei peccatori". QUesta fonte non ha obiettivi storiografici. Vengono elencati tutte le virtu mancate che contraddistinguono i britanni. Anche sotto il profilo della iscrizioni dal V secolo si conserva un corpus molto modesto che relativo alla parte occidentale e quindi al galles. Mentre l'abitudine alle iscrizioni scompare del tutto.

Un altro aspetto che viene a mancare l'organizzazione urbana all'interno delle citt. Tra V-VI sec c' una progressiva abbandono delle strutture di cumulatura e prog tendenza a edifici di legno anche in citt. Per questo l'archeologia britannica si sviluppata molto prima sull'altomedievo.

La prima fonte che abbiamoche tratta della migrazione, interpretando il dopo dele truppe romane, una fonte tarda, del XVIII sec. Anche questa opera di un monaco, Beda, che scrive per un re settentironale, Historia Ecclesiastica Gentes Anglorum. Queusta fonte databile attorno al 740 ca. Beda dedica la parte iniziale a narrare come i romani se ne sono andati e come sono stati sostituiti. Il paragrafo secondo, tende a presentare la comparsa di nuove popolazioni, prima come alleati dei romani, poi come invasori, dell'odierna scozia, i PIcti. E da altre popolazioni indigene dell'irlanda che si chiamano Scoti. Cio andati via l'esercito romano le popolazioni al di fuori del mondo romano tentano di occupare i territori della britagna. I britanni chiamano in aiuto, dei mercenari che hanno questi nomi: angli, sassoni e iuti. Sono mercenari, soldati che dovrebbero aiutare i britanni. Beda poi dice che questi durante le loro lotte vengono a conoscere le bellezze della britannia e chiamano un secondo contingente per razziare i britanni e occupare loro stessi l'isola. econda Beda si tratterebbe di un fenomeno in due step. Prima la conoscenza del luogo poi la'rrivo di un secondo contingente con la razzia.

I britanni sarebbero stati spinti verso ovest (galles) e gli anglosassoni del resto. Dando una strutturazione del territorio con una popolazione a preminenza britannica nell'occidente e una popolazione a prevalenza anglosassoni nel resto.

Innanzitutto i nomi angli, sassoni, iuti non hanno riscontri nelle fonti precendenti. Beda pasticcione quando tenta di identificare da quali parti questi vengano. (anglo saxson migration cerca) prendendo alla lettera il racconto di Beda, per non coerente, i luoghi di arrivo e di partenza, variano man mano vada avanti nel racconto. Quindi pare che Beda nons apesse da dove venissero e

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nemmeno se questi nomi erano solo nomi in uso nel suo tempo o fossero pi antichi. DI fatto questa confusione h afatto ritenere che queste denominazioni non siano delle denominaizoni di tre gruppi distinti dalla germania, ma delle denominazioni che sorgono in britannia dopo lo stanziamento. si tratta di uno stanziamento ridotto dal punto di vista numerico, poich i calcoli pi ottimistici sull'entit della migrazione, fanno pensare a un numero totale di 10 mila individui, quindi non molti.

Una delle novit che vediamo emergere all'interno il ritorno nei rituali funerari, all'incenerazione. molto difficile stabilire se questo ritorno sia una manifestazione religiosa, pagana, oppure se la pratica dell'incineraizone sia stata adottata in maniera estensiva anche dai romani. Dal punto di vista linguistico, le prime testimonianze relative al periodo anglosassone, sono tarde del secolo IX, e sono testimonianze che NON sono in latino, ma nella lingua antico-inglese, una lingua che richiede una conoscenza specifica. La lingua del potere dei regni una lingua che non il latino.

Un altra caratteristica evidente la sua conformazione politica, poich fino all'et Carolingia (IX sec) quella di una serie nutrita di piccoli regni molto instabili prevalentemente di natura militare che fino all'VIII-IX sec si combattono l'uno contro l'altro. Quindi la geografia del potere anglosassone molto variabile. una geografia che vede alternarsi un regno principale e una sorta di regni satelliti.

i due regni che si alternano sono quello EAST ANGLIA corrispondente, grosso modo, all'odierno Kent (parte sud orientale) e il regno di MERCIA, a nord di Londra. Successivamente il regno di East viene assorbito nel regno dell'Essex. Per questi sono circondati da un pulviscolo di altri regni che compaiono e scompaiono . una fissazione pi stabile si avr soltanto nel corso dell'et carolingia e l'affermazione di tre blocchi: settentrionale centrato su York, che si chiama Northumbria; Mercia; nel secolo IX si aggiunge il Wessex.

La struttura che si rivela pi tenace la struttura religiosa romana. Cio l'impianto delle diocesi, che continuano a essere documentate nel corso del V-VI-VII secolo. In particolare quella di Canterbury appare essere la sede che di gran lunga prevalente e importante delle altre. Quello che si pu sottolineare che la struttura insediativa romana scompare attorno alla met del V secolo, anche se gli archeologi fanno notare come la dissoluzione dell'habitat non abbia, secondo gli scavi, non corrisponda a una distruzione delle ripartizione del suolo per le coltivazioni. Viene fatto notare che queste, discontinuit fra siti occupati in epoca romana e siti in et anglosassone., meno grave di quellolc he sembrava nel passato, poich, seppur con nomi diversi, i siti di et anglosassone sono nelle vicinanze a quelli occupati in et romana.

Veronesi Oreste, Universit degli studi di Padova, 2012

Una fonte importante una lista di tributi, in antico inglese, che si chiama Tribal Hidage. Questa ldovrebbe risalire al settimo secolo e dovrebbeessere stata prodotta dal re di Mercia come elenco delle popolazioni a lui sottoposte e come elenco dei tributi cprevalentemente in natura, che queste popolazioni avrebbero dovuto versare alr e di Mercia. Quello che emerge da questa fonte, che i contrasti tra re avrebbero prodotto nel VII secolo, una sorta di seleziona naturale per cui le dinastie loclai si sarebbero sviluppate in autorit sovraregionali.

Un'altra caratteristica riguarda l'aspetto religioso, poich l'isola britannica oggetto di una serie di missioni cattoliche che vengono inviate direttamente da Roma e vengono inviate a Cantembury dal primo papa, con delle idee di superiorit sugli altri funzionari, cio Gregorio Magno. Questo interessante perch questa vicenda costituisce nel VI secolo la ripresa di un idea di santit sacrificale dove questi monaci sono pronti ad essere immolarsi per la loro fede e quindi vanno nel luogo pi pericoloso del mondo, la britannia

16/04/2012

RIASSETTI

LOCALI

DOPO

L'ET

GIUSTINIANEA

L'et giustianea costituisce la cornice all'interno della quale si sviluppa il concetto degli Slavi. necessario partire da Giustiniano e valutare le sue principali azioni, che hanno conseguenze in Oriente e Occidente. Giustiniano, con la sua azione, ha modificato la storia di entrambi. Bisogna fare un passo indietro per capire la novit di Giustiniano. Nel secolo precedente l'impero bizantino era entrato in una profonda crisi, determinata da lotte interne per il potere, che indeboliscono l'impero, dal punto di vistadelle sue frontiere( il confronto ocn i persiani). QUesta crisiha fatto si che si profondamente indebolita la societ imperiale bizantina e quindi la capoacit di intervento attivo in Occidente, dove si erano formati una serie di regni che riconoscevano l'autorit bizantina. Quindi un ruolo delegato all'imperatore di Bisanzio, di coordinamento nelle nuove dinamiche geopolitiche dell'occidente. Tuttavia la crisi indebolisce l'attivit bizantina in Occidente.

Con Giustiniano la situazione cambia. C' una svolta sinigficativa. Giustiniano, imperatore dal 527, propone ed elabora un progetto denominato "Restauratio imperi" il cui obiettivo quello di riaffermare l'autorit imperiale. Dal punto di vista del rapporto con i rengi barbari quello di tornare ad avere un ruolo di prima importanza, combattendo le elit locali che tentano di sottrarsi all'autorit di Bisanzio. Ad esempio cercano di gestire per se l'elezione del re. Un progetto di

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restaurazione

dell'attivit

imperiale,

nel

Mediterraneo.

QUesto progetto si fondava anche su un altro punto: Giustiniano proporr l'unit religiosa. L'interesse verso l'Occidente viene ulteriormente valorizzato con una lotta religiosa, per il ripristino dell'unit rleigiosa dell'impero.

Significativo dei problemi dei rapporti tra regni barbarici e autorit bizantina l'emissione delle monete che prima della crisi era evidetemente legata a Bisanzio ( usata come effigie l'imperatore bizantino) successivamente si vede un cambiamento radicale, in vista delle spimte autonomiste ( monete senza l'effige dell'imperatore di Bisanzio, ma i volti dei sovrani barbari).

Giustiniano inizi ad attuare il suo progetto. Il primo problema interno: prima di tutto il progetto riguarda il ruolo dell'imperatore in Oriente. L'assolut autorit che amministra in prima persona. La prima azione quella di imporre una fortissima imposizione fiscale. La tassazione estremamente importante, Giustiniano progetta di riattivare la macchina amministrativa dell'impero. SI parte dai funzionari pubblici, che per mantenere il proprio incarico dovevano pagare tasse imponenti. Questo nuovo approccio non ben voluto, quindi Giustiniano deve affrontare il malcontento che si esprime con una rivolta imponente nei primi anni del suo impero. una rivolta che riguarda le aree periferiche, ma che arriva a Boisanzio e si esprime attraverso le ribellioni dei Demi.I demi erano fazioni di tifoserie che trovavano il loro luogo naturale nell'ippodromo. Nella citt di bisanzio ernao 4 gruppi: azzurri, versi, rossi, bianchi. L'ippodromo era un luogo estremamente simbolico, in cui si poteva esprimere un opinione pubblica. Con il passare del tempo il fenomeno acquisisce caratteristiche singolari, diventando fazioni polticche che diventnao strumenti di lotta nei momenti di crisi.

Il malcontento si concentra nella capitale e i demi esprimono la disapprovazione nei confronti della politica fiscale di Giustiniano, il quale reagisce con la repressione. Questa rivolta della Nika del 532, viene repressa con il sangue. UN atteggiamento rpetuto successivamente. n

Altra grande creazione una imponente codificazione del diritto romano. Nasce il Corpus Iuris Civilis. Realizato tra il 528 e il 533 diviso in 4 parti:

codex

iustinianus digestum

(tutti (

gli

editti sentenze per lo

imperiali di studio

da

Adriano) giuristi)

institutiones

manuale

del

diritto)

Veronesi Oreste, Universit degli studi di Padova, 2012

novellae

sentenze

promulgate

dopo

il

533)

Quest'ultimo

circoler

in

Italia,

dopo

che

Giustiniano

occuper

il

regno

Goto.

Altro punto fondamentale della REstaurtatio IMperi, la politica ecclesiastica. L'imperatore prevedeva la riunificazione Occidente Oriente in nome dell'unit ecclesiastica. Questo non solo un problema che riguarda occidente, ma un problema enorme in Oriente in cui i conflitti dottrinali non si erano mai risolti. IN particolare la grande dottrina che aveva proseliti in Siria ed Egitto era quella del monotisismo. Questo problema ha una importanza notevole, perch le discrepanze nascondeva forte malcontento di alcune regioni dell'impero. Quando nel VII sec ci sar la grande invasione araba la Siria e l'Egitto apriranno le porte all'invasore per confermare la loro autonomia.

Giustiniano presiede i Concilia, ha potere decisionale, emana editti in materia ecclesiastica e nomina i vescovi. La lotta all'eresia riguarda in particolare il monotisismo. Giustiniano, quil, pi conciliante. Tuttavia questo atteggiamente non porta i risultati sperati. INfatti nel V Concillio ecumenico, tenta di risolvere la questione monotisismo, gi eresia dal concilio di Calcedonia nel 451. Giustiniano crede di risolvere giudicando eretica la teoria dei tre capitoli. Tuttavia questa soluzione ebbe un totale fallimento, provocando il malcontento delle chiese occidentali.

Giustiniano sferra un attacco poderoso contro i barbari e i suoi successi sono incredibili. Per far ci (sforzo economico, azione militare) procede con un trattato di pace con limpero persiano nel 532. Quindi si stabilisce la pace, a costo per di un imponente tributo. Questo stabilisce la stabilit della frontiera persiano, dirottando lo sforzo militare in altre zone. LA prima regione coinvolta l'Africa del Nord che viene attaccata dal comandante Belisario nel 533 e il regno Vandalo viene spazato via. UNa campagna notevole e rapida. L'Africa il ponte per l'Italia e la Sicilia viene occupata velocemnte, risalendo poi in Italia. Qui per la resistenza significativa. Scoppia la cosiddetta guerra greco-gotica che dura dal 535 al 553, ben descritta da Procopio di Cesarea. La campagna complessa. ALl'inizio i Goti si liberano del re Teodato che non aveva un grande seguito. Sostituito da Vitige, leader dei Goti, che si oppone all'azione doi conquista fino al 540, anno in cui con l'assedio di RAvenna viene sconfitta. RE Totila, sostituisce, ma anch'esso estremamente capce. RIesce a recuperare gran parte dell'Italia, fino a che l'esrcito bizantino manda un altro eserlcito guidato dal comandante NArsete. Nel 552 Totila viene sconfitto e nel 553 viene ucciso l'ultimo re goto, nel Vesuvio. L'Italia divente bizantina nel 553. Subito si tenta di organizzare la nuova provincia con la Prammatica Sanzione, con la quale

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Giustiniano

stabilisce

che

questa

regione

dipende

dal

diritto

romano.

Questo permette di interessarsi anche alla Spagna. VEngono spostate le flotta nella Spagna Mediterranea, recuperando le province Cartaginesis e Baetica ( parte meridionale della spagna).

Si tratta di uina sforzo militare notevole, sorretto da un imponente impegno per ilr ecupero di fondi. Il problema di questa conquista che indebol l'impero. Gi negli anni 70 del VI sec i domini spagnoli erano di nuovo in mano ai Visigoti. In particolare, poi, lo sforzo ha aperto altri fronti, in precedenza sempre contenutio. L'impero Sasanide era stato bloccato, con il tributo annuo, il problema pi grave si sviluppa suall frontiera balcanica, danubiana. La frontiera danubiana era sempre stata ocntenuta dalla pressione di gruppi generici (Unni) ma cede all'improvviso, perch lo sforzo verso Occidente lascia sguarnita questa frontiera. Proprio su questa frontiere ha avvio il progetto delle comunit slave.

L'ETNOGENESI

DEGLI

SLAVI

Il problema dell'etnogenesi degli slavi in verit ha molto a che vedere con il nazionalismo dell'800. Quindi l'etnogenesi degli slavi un tema caro nell'Ottocento ed fortemente connesso al mito degli Slavi come etnos unico da cui poi derivano tutti gli altri gruppi slavi.

Si pu definire un popolo slavo per un criterio linguistico, che consente di individuare un popolo Slavo. Slavi occidentali(rep ceca), orientali (russia) e meridionali(bosnia, iugoslavia), anche in questo caso si differenziano con un criterio di natura linguistica.

Partendo da Walter Pohl che sostiene che non mai esistito un popolo che si definiva Germani.Perch non esiste nelle fonti la coscienza di far parte di un grupo dei germnia. Tuttavia diventata molto importante quando nel XV sec stata scoperta una copia del De Germania di Tacito.

Invece per quanto riguarda il termine Sclavenes (slavi) ha una importanza nota nelle fonti sia interne che esterne. C' un utilizza ndell'etnonimo molto pi significativo, che come altri etnonimi viene utilizzato in modo generico e usato dai contemporanei per indicare numerosi popoli di cui non

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si avevano sufficienti informazioni. Quindi esisteva un popolo slavo? Esisteva una identit slava?

Gli Slavi compaiono insieme agli Avari e Antes, si tratta di gruppi delle steppe. Questi compaio nelle fonti, nel peridodo di Giustiniano, in particolare Procopio di Cesarea ci fornisce molte informazioni.

Durante il regno di Giustiniano l'azione degli SLavi limitata alla devastazione alla rapina. Nel regno di Maurizio, invece, e nel regno di Foca ed Eraclio, diventa molto pi pericolosa. Non ci si limita pi solo ala devastazione, si occupano i territori. Le fonti assumono sempre toni pi drammatici. La prima pressione degli slavi l'area del basso danubio, nell'aria della foce del danubio. La situazione nei regni successivi peggiora perch intervengono gli Avari che lavorano nell'area della Pannonia, che scatena reazioni a catena con conseguenze per l'occidente. Gli Avari si alleano con i Longobardi e distruggono il regno dei Gepidi. In particolare gli AVari occupano Sirnio. Questo apre un varco incredibile. Avari e Sclavenes cominciano a scendere e a colpire la Dalmazia.

Irrompono nelle fonti nella seconda met del VI sec gli Sclavenes. Gi nella prima met del VII sec hanno occupato l'intera diocesi romana dell'illirico. Diventando pericolosi anche per il regno Merovingio, in quanto si forma un rengo slavo all'interno della compagine araba che il cosiddetto regno di Samo, regno quasi mitico (probabilmente in Europa Centrale), che viene definito il primo regno slavo. Samo viene definito come franco, che riuscito a diventare leader degli slavi.

Nell'arco di un secolo gli Sclavenes, che compaiono all'inizio sporadicamente, occupano l'intera diocesi romana dell'illirico e sono minaccia per l'Occidente.

Si passa dalla totale assenza di notizie e nell'arco di un secolo vi una radicale trasformazione della zona con una significativa presenza slava. Ci colpivagli studiosi di origine slava durante l'Ottocento. IN particolare fu Herder, filosofo tedesco, che scrisse un saggio sulle idee della filosofia della storia dell'umanit, in cui esaltava gli slavi (nell'ambito dei discorsi nazionalistici), suggerendo l'importanza della lingua slava. Perch ci si accompagna alle origini di ogni coscenza slava. Quindi si sviluppa l'idea di una SLavia, un unico gruppo slavo iniziale che poi si estese e divise in diversi gruppi.

IN questo contesto di diffonde la questione dell'origine dei popoli slavi. La domanda a cui tentano

Veronesi Oreste, Universit degli studi di Padova, 2012

di ri rispondere gli slavisti quella di rispondere alla domanda sulle ragioni storica della coscenza slava. Il popolo slavo dunque inizia a essere studiato come una specifica nazionalit, quindi la nazionalit che si distingue per la lingua e una sua cultura (sempre continua nel tempo, visione romantica).

L'INVENZIONE

DEL

PROTOSLAVO

La prima grande tappa della riflessione dei linguisti il riconoscimento che le lingue slave sono indoeuropee. Ci fatto da Franz Bopp, che lo definisce nel 1833. CI le identifica con un origine in comune. Il problema dei linguisti che ci sono numerose lingue slave e quindi si procede a una ricostruzione di uno slavo comune. Si cercano le strutture comuni e si inventa una lingua. Questa lingua alla base degli studi dei linguisti. Si basa anche sulle prime apprestazioni scritte in paleo slavo, della seconda met del IX sec. Quindi per loro lo strumento perfetto per indagare la patria d'origine del popolo slavo. La lingua diventa lo strumento per studiare lo spostamento del popolo, per trovare i prestiti da altre lingue. La proto lingua, inoltre, a giusdizio dei linguisti, consentiva di retrodatare le origini dell'ethnos slavo. Si cercava di superare i limiti delle fonti scritte. LA concezione che gli slavi erano un popolo indoeuropeo, secondo i linguisti aveva un altro corollario, avevano gli antenati nella preistoria.

17/04/2012

Nella Genetica di Giordano si trova l'info secondo cui gli Sclavini e gli Anti altro non erano due popoli che erano originati da un pi ampio popolo dei Veneti, cio protoslavi, quindi era del tutto lecito andare a cercare le origini del popolo slavo nella preistoria. Tuttavia le fonti storiche che attestano la rpesenza di questi gruppi sono solo del VI sec.

IL

MODELLO

DEI

LINGUISTI

URHEIMAT

I linguisti si occupano della lingua e delle sue strutture. SI invent una lingua, che doveva essere

Veronesi Oreste, Universit degli studi di Padova, 2012

una lingua che studiavano gli slavi delle origini. Si pensava di poter capire le interferenze delle altre lingue, quinid capire geograficamente dove aveva inglobato termini estranei. Altro modo quello di studiare il nome dei fiumi e dei luoghi, che hanno origini umane; ci permete di capire fino a che punto gli slavi si erano spinti geograficamente.

Altro sistema quello di studiare il nome degli alberi, per capire queli sono i nomi di versione slava e quali nelle lingue slave dei prestiti. Cosi si cercava di capire l'area da cui provenivano gli slavi.

Quest'analisi consente di individuare la patria d'origine (Urheimat) cio nelle paludi del fiume Pripiat. Due ipotesi: paludi del fiume Pripiat e regioni in Volonia/Podolia. D'altra parte l'analisi del protoslavo consent di andare oltre la semplice definizione della patria di origine, permettendo di elaborare un modello con cui individuare gli spostamenti del popolo slavo.

F.

Curta

(archeologo)

molto

critico

nei

confronti

della

linguistica.

Si parte dal presupposto che lo slavo un dialetto indoeuropeo con valore intermedio tra baltico e iraniano. Secondo i linguisti del 2500 ac disgregazione della comunit linguistica indoeuropea, i protoslavi e proto baltici abbandonano la regione dell'alto don. Nel 1000 ac il protoslavo di distingue dal protobaltico e si sistemano nell urheimat.

GLI

ARCHEOLOGI

COME

AFFRONTARONO

LA

TEMATICA?

Tentano di dimostrare le teorie sviluppate dai linguisti. Il primo archeologoche fonda l'archeologia slava Lubor Niederle (1865-1944) entusiasta del modello dei linguisti. Il suo punto di vista molto legata alla visualizzazione del problema del territorio e del clima. La sua ricerca conferma le affermazioni di Procopio di Cesarea cio un organizzazione sociale cooperativa, democratica. QUesto secondo l'archeologo confermato dal contesto (palude) che porta ad un governo cooperativo. La palude inoltre valorizzava l'assenza di tracce della cultura materiale protoslava. Si giustificava poiil problema dell'emigrazione degli slavi (l'ostilit del contesto spinge a spostarsi).

Dopo niederle l'archeologia si pone di individuare i tratti specifici della cultura slava dopo l'incontro con la cultura romana, quindi si intende stabilire i tratti specifici della cultura protoslava. Qui si segue la lezione di Gustaf Kossinna (1858-1931) che si focalizza sulla ceramica. Si cercano

Veronesi Oreste, Universit degli studi di Padova, 2012

specifiche

ceramiche

che

possono

testimoniare

la

presenza

di

slavi.

Si sviluppa negli anni 30 del XX sec in reazione all'ideologia nazista, che riteneva la razza slava inferiore e che non poteva sviluppare una civilt, prima del contatto con la civilt germanica. In particolare alla fine degli anni 30,Carl Valentin Mueller, antropologo, fu inviato dai nazisti per confermare le teorie naziste, am non fu in grado di coinfermarle, anzi. Gli archeologi, in particolare Ivan Borkovsky, che parla di una cultura di tipo praghese reagisce, basandosi sulla ceramica. Borkovsky sostiene una tesi diversa da quella tedesca, considerando le ceramica trovata nei siti Boemi, affermando che dipendesse dalla cultura romana e non germanica.

Non si trattava di semplici discussioni archeologiche, il libro di Brokovsky venne CENSURATO. L'ipotesi viene ulteriormente sviluppata e la ceramica di tipo praghese viene trovata in altri siti, in particolare verso oriente.

Negli ultimi decenni con la caduta dell'Unione sovietica e la creazione di nuovi stati cade il grande mito dell'unicit dello slavo e si sviluppano nuovi miti di fondazione autoctoni.

L'alto medioevo diventa la culla delle origini dei paesi europei, e quindi la ricostruzione quella pi confacente alla situazione politica in cui gli studiosi scrivono.

Ultimamente

si

formata

una

diatriba

fra

archeologi

linguisti.

Tuttavia oggi pi di pertinenza degli archeologi. La visione tradizionale continua ad avere grande seguito. Tuttavia anche in questo ambito non potevano che non arrivare gli influssi delle trasformazioni nel concetto di etnicit. Quindi gi dagli anni sessanta, nella medievistica, c' stato un benvenuto dei nuovi paradigmi: volont soggettiva di appartenere ad un popolo, nessuna essenza etnica/linguistica/biologica.

Il primo grande innovatore Florin Curta con il testo The Makings of the Slave, 2001. Insegna in America ma di origini rumene (quindi non slave: i rumeni hanno posizioni ostili nei confronti degli slavi). Curta rifiuta il modello dei linguisti, ritenendo la materia non adatta a poter sviluppare il problema dell'etnogenesi degli slavi. Essendo lui legato al nuovo paradigma dell'etnicit la lingua cade nella sua analisi. Curta ipotizza che lo slavo sia una sorta di lingua franca che non parlavano

Veronesi Oreste, Universit degli studi di Padova, 2012

soltanto gli slavi, ma che parlavano i non slavi in un area diffusa che coincideva con l'0Europa centrale e sud orientale. Questa ipotesi un po debole.

Le critiche di Curta si rivolgono anche all'archeologia slava. del tutto inappropriato cercare nella ceramica la cultura slava.

Oltre a criticare Curta scardina un altro tassello dell'etnogenesi tradizionale degli slavi: interpretazione di Giordanes --> equiparazione slavi/veneti. Secondo curta la storia degli slavi fa fatta coincidere con le fonti, cio con il VI secolo.

18/04/2012

Quello che CUrta ha messo in rilievo il fatto che, lungo il Danubio, si sia prospettata una sagoma di una complessa entit etnica slava in formazione. Il dato archeologico indica processi di etnogenesi, dalla seconda met del VI secolo all'ombra delle fortificazioni di Giustiniano.

La domanda che Curta si pone consente di procedere nella riflessione: questa sagoma si pu dire slava? l'unica ceritifcazione che abbiamo, come dato archeologico, che ci sono trasformazioni in corso che sottendono alla nascita di un gruppo. Ma secondo Curta questo popolo non ha la coscenza di essere slava, per lui quest'ultima un invenzione greco-bizantina. In particolare evidente che l'etnonimo Sclavenes avviene in alcune fonti che vengono realizzate nei periodi di crisi,in cui i bizantini sono costretti ad interagire con i nuovi gruppi. Non si tratta di fonti che corrispondono a curiosit intellettuali, nei confronti dei nuovi gruppi.

Curta evidenzia che sono due gli etnomini che emergono: sclavenes ed Antes, che per lui sono etichette convenzionali dati dai bizantini, per identificare il rapporto con i bizantini da parte da altri gruppi. Gli antes sono quelli con cui si tratta, sclavenes popolo meno affidabili.

Ipotesi corollario di tutto il suo ragionamento.

Altre istanze pi generali presentate da Wlather Pohl:

Veronesi Oreste, Universit degli studi di Padova, 2012

Tenta di riflettere sul problem dell'etnogenesi slava, contestualizzando la specifit slava rispetto ai processi di etnogenesi dei popoli delle steppe e germanici, cerca quindi di comprendere le specificit di una prassi etnica che ha avuto una grande durevolezza.

Sottolinea come l'identit slava non ha affinit con l'identit gota, franca, o vandala, quest'ultime molto legate alle istituzioni politiche, il regno. Gli slavi non hanno dei regni, gli si attribuiscono istituzioni politiche decentralizzate.

Lega iol concetto di una etnicit durevole, nella fase dell'et avarica, cercando di capire in che modo gli slavi mantengano una loro entit nella compagine avara e come poi riescano a diffondersi, per poi, riemergere con forza con strutture pi evolute. Questa espansione slava non fu coordinata ed ebbe un carattere decentralizzato.

Nelle lingue slave non esistono termini che indicano autorit re etc. Questo come a conferma della teoria di Pohl, ripresa da Pierre Clastres del principio di organizzazione segmentata, che impedisce il consolidamento di una dominazione politica (stato).

23/04/2012

Prima di passare a vedere le trasformazioni dell'et longobarda, bisogna notare un fatto che corrobora quanto detto finora sull'identit etnica. Infatti, dopo il 522 con la fine della guerra grecogotica, i goti scompaiono totalmente. Non vi pi nessuno che dice di essere nazione gotorum. QUesto l'ennesima riprova che la fine politica del regno dei Goti fa si che l'etichetta Goto, non sia pi utilizzabile. La funzione dell'identit gota viene menoe e naturalmente non dobbiamo correlare questa sparizione con quella fisica delle persone che si dicevano gote. QUesti stessi aspetti sono visualizzati in maniera chiara in Guerre di Procopio e GEtica di Iordanes, che sono due fonti che trattano le guere gotiche. La fine dei goti non una fine biologica ma una fine politica dell'utilit di questo nome. La stessa considerazione possiamo farla per quanto riguarda la successiva tappa di trasformazione del territorio italiano, l'et longobarda.

Si tratta di un periodo che ha una durata considerevole, 568- 774, e si tratta di un periodo che vede

Veronesi Oreste, Universit degli studi di Padova, 2012

nella sostanza la disarticolazione del potere politico all'interno del territorio dell'italia che fino a quel momento era rimasto compatto. La migrazione dei longobardi nel 568 ha infatti dietro di se la fama, molto negativa a cquisita nell'800, di momento originale in cui l'unit del territorio italiano viene spezzata, creando delle zone discontinue tra di loro, che hanno due amministrazioni e due articolazioni, molto diverse.

La strutturazione politica dell'italia viene cosi a trovare una sua disarticolazione molto accentuata, che per quanto riguarda le fonti contemporanee a questi avvenimenti, sono di particolare reticenza e scarsit. Abbiamo infatti 3 fonti fondamentali e andando dal basso, la pi recente la Storia Longobardorum di Paolo DIacono, chierico del friuli, che scrive alla fine del secolo VIII, quando il rengo dei longobardi finito e viene ad essere conquistato dai Franchi- una sorta di biglietto di presentazione dei longobardi alla corte di Carlo MAgno, presentando la storia del regno come la storia di un popolo con sue tradizioni, istituzioni e origini. Paolo dice di avere preso molto delle sue notizie da una storia perduta di un chierico trentino, di cui non si resta traccia. QUando Paolo narra qualche avvenimento non riportato in altre fonti, si dice che lo avr copiato da quella fonte. La seconda fonte un testo che compare nei mnoscritti come preambolo all'editto di ROtari del 643 e datato all'inizio del VII sec e prende il nome di Origo gentis Langobardorum. un testo scritto a Pavia, quando il regno dei longobardi ha un suo primo assestamento, sia dal punto di vista territoriale sia dal punto di vista politico, quando i longobardi si danno stabilmente un re, Agiluffo, e quando la figlia di quest'ultimo, provvede a far redigere un testo in cui la storia dei longobardi mitizzata viene ad essere presentata come una trasformazione di un popolo (parva gens) chiamat Winnili, nel bacino dell'Elba che sconfiggendo i vandali diventnao un magna gens (grante popolo) che porta un nuovo nome: Longobardi. Questa leggenda delle origini tutt'altro che militare, in quanto il passaggio descritto dalla fonte come uno stratagemma creato dalle donne dei longobardi per le quali, per sembrare il proprio popolo composto d aun numero superiore di guerrieri, alla divinit Votan, decidono di presentarsi a Votan, raccogliendo i propri capelli sotto il mento. Longobardi deriverebbe da questo episodio che tut'altro che un evento bellico. La fonte pi antica riguardo alla presenza dei longobardi riguarda la Pannonia, ed una lettera scritta da Nicezio, il vescovo di Treviri, alla moglie del re dei Longobardi che conduce i Longobardi in Italia. Lettera datata intorno al 560. IN questa lettera si dice che la moglie franca di Alboino dovrebbere adoperarsi affinch Alboino, un re, dovrebbe convertirsi al cattolicesimo, cio utilizzare la stessa modalit di manifestazione del prorpio potere utilizzato dai franchi, e esorta la moglie franca di Alboino ad imitare sua nonna CLotilde quando ha convertito Clodoveo nel 486.

Questa lettera interessante perch ci dice che i Longobardi non partirono tutti in massa, guidati da Alboino Mos, ma che invece negli anni precedenti avevano intrapreso contatti con il dominio Bizantino e che le trattative avevano portato ad un accordo con cui Bisanzio avrebbe concesso l'Italia ai Longobardi. QUesta lettera ci fa anche capire un aspetto maggiormente sottolinetato dalla storiografia italiana: l'importanza quasi nulla per i Longobardi delle'elemento religioso quale elemento di coesione politica. La storiografia italiana tende a presentare (anche in Sergi- Brodone) l'et longobarda come la prima vera rottura nella storia d'Italia, una rottura che si manifesta nella prospettiva nell'invasione di un popolo scarsamente romanizzato, che non ha contatti con i Bizantini e soprattutto di un popolo che ariano e non cattolico. Sulla diversit cattolici-ariani, tutta una serie

Veronesi Oreste, Universit degli studi di Padova, 2012

di studi ancora in parte visibili attualmente, vede i longobardi come la manifestazione di una germanicit originaria, che non ha alcun senso collocare nel contesto della met del VI sec. Tuttavia I RAPPORTI TRA I LONGOBARDI E I BIZANTINI, FINO AL 680, SONO MOLTO CONTROVERSI E CERTO SONO DETTATI DA TUTT'ALTRE RELAZIONI CHE NON QUELLE CHE I GOTI AVEVANO AVUTO CON I BIZANTINI. Nelle nostre fonti non si fa nessuna menzione di titoli concessi al re dei Longobardi e la dominazione dei longobardi in Italia quasi sempre il frutto di una contrapposizione di aprti che vede da un lato la parte bizantina e dall'altra la struttura di un regno che si costruisce con grande lentezza e che ha un suo assetto iniziale solo dopo 50 anni la calta di Abolino in italia.

Queste fonti ricordnao come specificit del regno dei longobardi la sua accentuata forma militare e la accentuata rivalit aristocratica. Infatti dopo la calata dei longobardi in Italia nel 568, lo stesso re Albolino viene ucciso da funzionari bizantini, e dopo un breve periodo di continuit la carica regia non viene pi rinnovata nel 10 anni successivi. Un lungo periodo molto simile alla fisionomia dei regni anglosassoni: formazione di entit militari che prendono il nome dai capi militari che conservano il nome romano di Dux. Questi danno luogo a dei ducati, cio delle aree molto pi indefinite di predomio militare. Una caratteristica distintiva che durante i secoli dei longobardi nel regno non si afferma mai una dinastia paragonabile a quella dei Merovingi. La forza dell'aristocrazia impedisce che fi romi una famiglia regia che abbia quindi delle caratteristiche totalmente lontaen edistanti dall'aristocrazia. La morte del re il titolo viene rimesso in palio e, potenzialmente, tutta laristocrazia u concorrere alla sua assegnazione. Solo alla fine dle VI sec i longobardi decidono di darsi collettivamente un re. Questo re, Authari, segue altri du eimportanti modefiche. Prima di tutto la scelta di una citt dell'italia settentrionale come sede regia. Pavia nella prossimit di Milano diventa il luogo di residenza pubblica del re e diventa, a partire dal VII sec, il luogo in cui si cristallizza la regalit longobarda. L'altro punto che, dice Diacono, con l'elezione di Authari, i duces donano al re una parte di terre pubbliche, dei loro dominii, affinch il re dei longobardi possa apparire un re che possiede un proprio patrimonio e un proprio fisco regio. Questo collegamento tra PAvia e un fisco regio, importante poich nel regno dei longobardi, essendo la carica elettiva, il fisco regio non legato, come nei Merovingi, ad un gruppo dinastico, qui il re pu provenire da un gruppo dinastico differente. Quindi in Italia questi elementi sono molto pi importanti e decisivi in quanto quanto il re viene eletto prende il possesso di queste caratteristiche.

UN altro aspetto importante il fatto che in questa situazione la morte del re un momento importante di ridiscussione degli equilibri e la carica regia il risultato di una elezione. Uno dei sistemi elaborato per non creare eccessivi conflitti, fu un aspetto relativo alla politica matrimoniale. assolutamente normale che la elezione alla carica regia del nuovo re venga preceduta dal matrimonio della vedova del re precedente. Un personaggio celebre a questo proposito Teodolinda, la quale spos prima Authari e alla sua morte spos Agiluffo, agendo da trmaite di continuit.

Veronesi Oreste, Universit degli studi di Padova, 2012

CARATTERISTICHE

1-la migrazione comporta una decisa modificazione sotto il profilo delle fonti. le fonti delle seconda met del VI e inizio VII, scompaiono completamente e non ancora chiaro se la scomparsa delle fonti documentarie sia il prodotto di un capovolgimento complessivo oppure se la documentazione di questo periodo sia stata perduta. Di fatto quando la documentazione ricompara all'inizio dell'VIII sec, questa compare in maniera numericamente molto notevole (50 volte superiore a quello degli altri corpora documentari nei regni contemporanei). Inoltre quando la documentazione ricompare, noi vediamo comparire un gruppo di notai che scrivono le carte che appaiono aver elaborato delle proprie forme distintive di scrittura delle carte per la loro validit, quindi non possiamo pensare che questa ricomparsa sia totalmente il frutto di un fatto ex novo. Le prime forme di documentazione scritta sono fonti che ci mostrano la eprsonalit regia come in una evoluzione da re militare a re giudice. Ua delle prime fonti non narrative il celebre Edictus Rothari del 643 che rappresenta un adattamento dle codice di Giustiniano alla realt politica italiana e dove il prologo del codice viene quasi integralmente copiato. L'aspetto giuridico uno degli aspetti pi enfatizzati e quindi la tradizione del re come re legislatore una tradizione che continua fino al regno di Prando, nel primo ventennio dell VIII sec. Quasi ognuno dei re che successe a rotari fino a Liutprando aggiunse norme specifiche e Liutprando a aprtire dal 810 aggiunse nuove rubriche quasi ogni anno.

Per quantor iguarda il significato dell'etnonimo longobardo, dobbiamo osservare che lo stesso termine, langobardus, viene a essere utilizzato nell'editto di Rotari NON in senso etnico, ma in senso territoriale. Sono longobardi coloro che risiedono all'interno del regno die longobardi. L'etnonimo escluso sono i Romani, temrine con cui si intende i bizantini. Questa bipartizione prosegue all'inizio dell VIII sec per indicare con romani le terre sottoposte all'esarca bizantino, poi le terre che sono poste sotto il controllo del papa a roma. Quindi nel corso del VII sec con l'appellativo di romani si indicano: i governati dall'esarca bizantino, gli abitanti di ROma ma anche tutti coloro che riconoscono l'autorit papale.

2- Situarsi in una localit geografica dove il centro del potere, roma, era di per s oggetto di profondi cambiamenti. Poich non possibile vedere le trasformazioni del regno senza vedere le parallele all'interno dell'Italia bizantina.

ITALIA

BIZANTINA

Dal 584 nominato un esarc,a un funzionario italiano, che si stbailisce a ravenna.Anche l'italia bizantina divisa in ducati, molto pi strutturati e organizzati che non i ducati di stampo militare nell'italia longobada. Qui il dux non autoproclamato dall'esercito ma nominato dall'interno

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dell'esercito romano, con nomina da costantinopoli. L'Italia non longobarda divisa con una forte militarizzazione del territorio in ducati che sono strutture territoriali di comando militare. Il ducato pi importante il ducato di Roma che comprende anche una parte del lazio e la tuscia meridionale. Un secondo esarcato quello che si trova a ravenna e che ha il comando sulla circoscrizione militare della romagna. Vi poi la pentapoli che collocata nel territorio delle marche e, a sud la puglia e la calabria e la costa della campania. Nell'italia del nord, rimangono due isole di dominazione bizantina, che sono la liguria fino all'inizio del VII sec e poi il Veneto orientale, compresa padova e treviso.

Quindi nell'italia bizantina due capitali: Ravenna ( sede dell'esarca e della metropoli ecclesiastica), ROma (sede del duca bizantino, sede del papa). Il fenomeno che vediamo dipanarsi nel corso del VI-VII-VIII sec, la lenta marcia del papa nei confronti del ruolo della propria figura, che lascia al duca bizantino spazi sempre pi limitati e invece allarga le proprie competenze, per quanto riguarda la gestione amministrativa, dei domini fiscali e la gestione della giustizia all'interno del ducato di Roma.

Gregorio Magno IL papa che si fa protagonista delle nuove aspirazioni che la carica apaple pu sottointendere in un contesto in cui la divisione politica dell'italia permette lo sviluppo di una politica e di un linguaggio specificatamente papale, come linguaggio politico. Questo utilizza la presenza dei longobardi per identificare un nemico religioso da sconfiggere e un nemico politico che pu essere fronteggiato attraverso il dispiegarsi di relazioni diplomatiche e di una superiorit intellettuale rispetto ai longobardi. Gregorio magno il primo papa che organizza la propria azione dispiegando quelle che lui stesso utilizza come specifiche peculiarit del vescovo di roma, che nessun altro vescovo potr mai emulare.

Gregorio viene da uno dei gruppi fmailiari senatori pi importanti della tarda antichit, la famiglia degli Anicii. Gregorio, inizlamente, ricopre la carica di Prefectus Urbi, cio di respon ssabilit della citt di roma, una carica che dopo di lui viene confermata al fratello Giovanni. QUindi una carica che attraverso la fmaiglia degli Anicii tenta la sua dinastizzazione. Gregorio da prefectus urbi ha delle responsabilit amministrative ma anche giurisduzionali su roma e sulla regione dell'italia meridionale e delle isole. A partire da Gregorio la carica di prefectus Urbi non viene pi rinnovata, perch attraverso Gregorio, la carica viene inglobata in quella papale.

UN fatto importante avviene alla fine dle pontificato di Greogrio nel 603,quando giungono a roma i ritratti dell'imperatore foca e sua moglie leonzia e il senato di roam si riunisce per acclamare l'elezione dei nuovi imperatori. Tuttavia il senato non ha il numeor legale. Allora per sopperire alla mancanza di partecipazione all'assemblea de senato i membri del clero romano vengono ammessi d'ufficio. COsi per la prima volta si svolge nel palazzo papale. Questo un secondo step di acquisizione di responsabilit pubbliche. Quindi dopo il 603 non si trova pi menzione del senato

Veronesi Oreste, Universit degli studi di Padova, 2012

come organo istituzionale. Quindi la definizione dei clarissimi, i senatori con diritto ereditario, si trasforma da un titolo istituzionale, membro del senato, ad un titolo puramente onorifico, che indica l'appartenenza alla classe sociale pi elevata.

A partire dalla figura di gregorio magno il papa a compiere delle importanti operazioni che hanno una valenza politica di forte stampo imperiale. La pace con i longobardi non viene trattata con l'esarca ma dal papa. Le elargizioni di cibo alla plebe di roma continuano e vengono impersonate dal papa cil quale preleva i propri possedimenti di grano dalla sicilia, che da questo momento incominciano ad avere il nome di Horrea Ecclesiae, granaio della chiesa.

24/04/2012

Il VII secolo , complessivamente, il primo momento autenticamente alto-medievale, dove le autorit locali cercano un loro equilibrio interno. Anche le parti dell'Occidente, comel'Italia meridionale, che siano in diretta dipendenza dei bizantini, cercano di ridefinire lapropria fisionomia. In questo contesto va inteso un fenomeno che quello della comparsa, nel Mediterraneo, degli Arabi.

Innanzitutto il fenomeno della conquista della parte meridionale del Mediterraneo e di una parte dell'impero persiano e bizantino da parte degli arabi, sembr anche ai contemporanei un fatto inspiegabile. Le fonti sono tutte incentrate sul tentativo di comprendere come l'espansione dell'Islam avesse potuto essere cosi rapida ed efficace. Le fonti descrivono come si evidenzino le differenze tra impero e religione impero e societ. Per comprendere lo sviluppo di questa forza dirompente, dobbiamo rapidamente fare un passo indietro e vedere cosa succede dalla parte bizantina e dalla questione sul controverso rapporto di bisanzio e i suoi vicini.

L'impero bizantino deve fronteggiare una serie di attacchi da parte dei suoi vicini, che si manifestano all'inizio del VII sec. Il pi importnte quello sferrato da Cosroe II, re persiano. IN contemporanea anche i barbari dei balcani attaccano l'impero da occidente. La soluzione presa per organizzare questo momento quello di abbattere l'imperatore precedente, FOca, e portare al trono un militare, Eraclio esarca di Cartagine.

IN questi anni Eraclio, sembrava ad essere riuscito a rimettere la situazione in una serie di conquiste

Veronesi Oreste, Universit degli studi di Padova, 2012

e rimodulazioni e tutti questi riassestamenti furono celebrati da Eraclio, anche sotto il profilo rituale. le province asiatiche vengono nuovamente riacquisite. Nel 630 Eraclio porta le reliquie della santa croce a Costantinopoli, celebrando in maniera ideale una guerra che aveva sempre pi assunto un carattere di accentuata contrapposizione. L'esito positivo della guerra fu interpretato come un trionfo dell'impero cattolico di Bisanzio sui pagani (questa parte orientale aveva un forte orientamento monofisita). Anche Costantinopoli era infine riuscita a resistere. QUindi ci viene utilizzato sotto il profilo religioso per dimostrare che la presa di posizione cattolica corretta e che Dio era con i bizantini. Sul fronte dei balcani l'attacco degli avari e degli slavi ha una risoluzione diversa. Invece di continuare a combattere, la parte della penisola balcanica viene semplicemente lasciata. Eraclio qui non rovescia la situazione e una parte della grecia viene occupata dagli slavi. Solo nella seconda met del VII sec, questa volta gli Slaveni, non sono pi delle truppe aggregate agli avari ma sono dei gruppi stanziali con donne e famiglie. Quindi a Salonicco, per ese, gli slavi si stanziarono come comunit dio prop fondiari e l'idea quindi che le basi della loro concentrazione dal punto di vista territoriale forse non erano troppo lontane da questa zona.

L'impero perde una parte della grecia. Perde completamente il controllo della provinci adell'illirico.

La coloritura religiosa che da Eraclio, fa riprendere in mano all'imperatore la Lexana questio delle diverse dottrine che avevano a che fare con l'identit della figura di cristo. Un problema di dientit regionale. Eraclio cerca di rimodulare questo problema e approva due nuove dottrine in monoenergismo, secondo cui cristo avrebbe avuto due natura ma una sola forza, e poi il monoteismo, che sosteneva l'esistenza in cristo di due nature ma un unica volont.Cercavnao una via di negoziazione che potesse fare rientrare anche le regioni monofisite all'interno dell'ortodossia. Tutte queste aumentano in maniera esponenziale la confusione dei contemporanei.

La conquista araba segn per siria, palestina, egitto, un distacco definitivo MA un distacco gi preparato attraverso le controversie dottrinaie, eprch queste tre regioni volevano presentare la propria questione dogmatica, come una interpretazione autentica perch locale.

Soltanto 6 anni dopo la ocnquista di Gerusalemme da parte di Eraclio nel 630, nel 636 a Yarmuk l'esercito bizantino venne sconfitto dagli arabi, segnando il crollo della dominazione bizantina e poi del'intera africa. IN 6 anni, l'impero bizantino costeetto a rinunciare a una parte cospicua dei suoi territori orientali, quindi anche l'africa settentrionale, IL granaio dell'impero d'occidente.

L'arabia era divisa in due grandi aree che erano caratterizzate da due strutturazioni economico-

Veronesi Oreste, Universit degli studi di Padova, 2012

sociali diversi. IN arabia felix, sud, un insediamente sedentario, a nord, uno stanziamento nomadico. Il tratto comune erano i contatti fra queste due zone e questa zona con il resto dell'oriente e occidente. contatto era un fattore di equilibrio. QUando viene meno le scosse sono forti negli equilibri politici di queste aree eprificriche dell'impero, che avevano trovato un proprio equilibrio rispetto all'impero.

Una delle influenze in questo territorio, era una influenza ebraica che aveva conosciuto una forte fase di diaspora sotto Adriano (prima met II sec d.c.) e aveva quindi permesso l'installazione all'interno della citt di Medina di una serie di gruppi giudaici. A medina questo insediamento aveva il suo polo principale. La Mecca il centro commerciale e religioso e tradizionale, Medina un centro commerciale ma con una colonia giudaic amolto pi influente. QUesta presenza fa diffondere l'idea di una divinit unica, che viene a porsi in maniera indipendente. In Arabia, infine, era diffuso anche il cristianesimo.

Maometto si pone, quindi, come una figura chiave in questo processo di identit etnica basata su profilo religioso, ma anche di fornire una forte dimensione religiosa a questo processo di etnogenesi. Per Maometto vi un problema, IL problema delle fonti. La storia che va dal 620-660, la prima fase di manifestazione ed espansione dell'Islam, rappresenta una storia sacra, che ha un significato simbolico esemplare, e che materia stessa di fede. Queste fonti del IX-X sec si presetano come compilate su fonti precedenti, perdute, ma non mai possibile capire se ci sia vero o meno. Si aggiunge una tradizione orale che, per, giunta fino a noi attravermo stream di comunicazione non facilmente valutabili. INfine viene considerato come fonte storica lo stesso Corano. Utilizzare queste fonti come fonti storiche una operazione rischiosa e anche complicata.

Infatti, lo stesso Corano esiste nella prima versione a noi nota in una versione NON contemproanea, una versione datata tra il 645-690. La stessa costruzione della moschea roccia, databile agli ultimi anni del VII sec, pongono la ifne del VII come momento importante di raggiunjta consapevolezza dell'identit islamica.

Le

informazioni

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Maometto

sono

velat

da

una

sorta

di

mitografia.

Maometto proveniva da La Mecca ed era un discendente di un ramo inferiore, del gruppo dei Quraysh, la trib che deteneva il potere sulla struttura economica. Appartenere ad un ramo inferiore fa pensare che l'estrazione sociale di Maometto fosse medio-bassa e la sua carriera cambia profondamente quando sposa una ricca vedova che gli permette di non poter pi lavorare e invece riflette sul proprio pensiero. La vicenda di MAometto impermeata su una serie di meditazioni, accompagnate da frequenti visioni. Dal matrimonio il suo compito quello di convertire il popolo a una religione rigidamente monoteista. Questa stessa impostazione ci fa vedere quanto importanti

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erano stati nello sviluppo di questa idea, le influenze giudaiche e cristiane, che aveva assorbito durante la sua esperienza di carovaniere nelle strade arabiche. Dopo il matrimonio l'impulso quello di manifestare, esteriormente, le sue convinzioni e quindi abbiamo una prima fase di predicazione. Quindi il credo di Maometto trova un opposizioneinterna in quanto minava gli itneressi del gruppo dominante. Per la predicazione iniziale non aveva dall'interno nessun valore eversivo. Questa carica religiosa si combina con una forte tensione escatologica cio di promettere che alla fine dle mondo vi sar una ricompensa che dio attribuir. Questa forte tensione fa si che le parti pi umili della societ, anche per contrapposizione, siano pi dalla parte di Maometto. Maometto, inolttre, diffonde la sua religione intonro ai suoi parenti pi vicini e l'unione degli strati bassi e dei parenti di maometto, viene a costituire l'ossatura centrale della prima comunit di Musulmani.

La comunit della mecca per espelle maometto e i suoi seguaci, che trovano un rifugio molto accogliente a Medina. Yathrib (medina) era in subbuglio per le lotte tra i vari clan giudaici che dominavano la citt. L'arrivo di un personaggio prestigfioso fece si che la sua presenza fosse intesa come un elmento di mediazione. SI giunge cosi, nel 622, al periodo chiamato EGIRA, cio alla fuga dei musulmani dalla Mecca e all'egira di Maometto viene a corrispondere una conversione degli abitanti di Medina con un atto formale che si chiama LE COSTITUZIONI DI MEDINA.

Da questo momento la dimenzione di maometto si sviluppa da quella si profeta per misurarsi con quella di Leader politico. Infatti comincia amanifestarsi anche, una versione, aggressiva dell'Islam, che utilizza le tradizionali tecniche di approviggionamento dei grupi nomadi, si inizia con lo stanziamento di razzie che si indirizzano nei confronti delle carovane che vanno alla Mecca. Maometto si pone a capo di queste razzie e trasforma la sua figura anche in quella di Leader militare. Da queste razzie si pu trovare il primo nucleo dell'idea di Jihad.

Con l'insedimaento a Medina, l'iniziale rigidit reologica viene ad ammorbidirsi, con alcune concessioni che gli permettono di ritornare a La Mecca. La prima concessione quella di consentire uno spazio sacro alla pietra nera, il simbolo religioso dei QUraysh e l'indicazione di pregare verso la Mecca e non pi verso Gerusalemme. Quindi il culto della pietra nera viene rivalutato e inserito nell'islam e la conquista si manifesta in questa creazione di una dottrina che rappresenta sinteticamente quella de gruppi dominanti. Nel 630 La Mecca viene inglobata nel dominio dell'islam. Da questo momento le conversioni all'islam si moltiplicano.

Si molto discusso su cosa abbia costituito la forza espansiva dell'Islam. Possiamo dire che quelle che sono identificate come le ragioni prevalenti sono ragioni che si incentrano sulla differenza di rapporto che si instaura con le popolazioni dominate:

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religione

semplice,

priva

di

complessi

dogmi

filosofici

no

complesso

contetto

uomo-dio

rappresentato

da

Cristo

discontinuit

fra

sfera

umana

sfera

divina:

il

dio

non

si

pu

raffigurare

Maometto,

Cristo

Mos:

profeti.

2/05/2012

7/05/2012

martinososo90@gmail.com

IL

LUNGO

SECOLO

VIII

(750

888

La prima caratteristica che la regalit viene legata molto di pi alla religione e in particolare alla religione cattolica. Naturalmente questo la rielaborazione nel lungo periodo, del successo dell'Islam che aveva portato a connettere in maniera inscindibile non solo la politica e la religione, ma principalmente le caratteristiche delle elites isamiche come gruppo religioso, che discriminava le possibilit di accesso al potere pubblico, la gerarchia dei doveri nei confronti dello stato e quindi una definizione dei doveri regiche non ha soltanto quello relativo all'amministrazione dello stato ma anche quelli di correggere e sorvegliare il comportamente privato dei propri sudditi. Questa nuova configurazione della regalit, in occidente ha due protagonisti, perch il terzo possibile (il regno visigoto) viene inglobato all'inizio dell'VIII secolo nella declinazione islamica: Longobardi e Franchi. Questi due sono protagonisti vincenti i franchi e perdenti i longobardi. Al ritorno della prima met dell'ottavo secolo, ne i franchi ne i longobardi sapevano come sarebbe andata a finire.

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DObbiamo innanzitutto osservare le caratteristiche del regno dei longobardi e poi quello die franchi, valutando la componente ideologica che si lega all'adesione al cattolicesimo.

Fama dei Longobardi stata quella del regno ariano, quindi tradizionalmente ostile alla cattolicit. Qui si tratta di precisare che l'ostilit nei confronti dei cattolici non rilevabile, piuttosto interessare notare come il amggiore rivale interno, al rengo longobardo, fosse il papato e non per ragioni religiose, bens per ragioni di espansionismo del potere papale. I papi, infatti, forgiano un loro linguaggio politico in cui i Longobardi sono detti "nefandissima gens", una gente di cui non si pu nemmeno nominare il nome. Vengono presentati come un gruppo ostile, mentre la competizione di tutt'altra natura. Proprio l'espansione dei longobardi all'interno dell'Italia, forniva al papa un prospettiva antitetica a quella delle sue ambizioni, ed era assolutamente contrario a questa prospettiva a quella di diventare un semplice vescovo del regno dei longobardi.

Occorre inserire la regalit lomngobarda e franca, all'interno di una steesa prospettiva, cio utilizzare la regalit cattolica come strumento di riordinamento del regno e come strumento di diretta intromissione da parte del potere regio nella regolamentazione dei comportamenti privati. Ovvero su alcuni punti importanti della dimensione privata, vale a dire il controllo dei matrimoni, il controllo quindi dei soggetti con cui ci si pu o meno sposare;in secondo luogo la trasmissione dei patrimoni fondiari, stabilendo quinidi, in assonanza con la chiesa cattolica, una linea comune di azione per definire la famiglia e il controllo delle azioni individuali al contempo sotto la sfera religiosa e pubblica, politica.

[Prologo di Lituprando, anno 1(713)]

Si lega al concetto che il re tale per volont di Dio, concetto da questo momenot molto seguito anche dai franchi, dal punto di vista teorico si trattava di mettere un paletto alla competizione fra i re e presentare l'autorit regia come decisione sovrana da parte dell'autorit divina. IN questo modo le leggi sono presentate come Verbum Dei.

Un altro aspetto interessa la constante ispirazione della regalit al testo biblico, che viene dall VIII sec, a diventar una sorta di testo che legittima la regalit dell'VIII sec e trover in et Carolingia la sua massima ispirazione. Il testo biblico diventa un testo a cui attingere esempi, in cui la regalit guerrira viene ad essere guidata dalla parola di DIo.

La parola di Dio trascende la legge e la legge viene messa per iscritto come un accordo tra il re e i

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rappresentanti delle autorit locali che vengono indicate come autorit di tipo regionale.

cosa significa la parola longobardi in questo contesto? NOn significa pi, come nel VI, il gruppo dei seguaci di Alboino di diversa orginie etnica che si erano insediati nel territorio, ma in questo contesto i Longobardi hanno invece come significato tutti coloro che sono sottoposti alla autorit regia, la dove si estende il dominio politico del re. IN questa circostanza, troviamo definiti con pi precisione chi sono i romani, colo che abitano nelle terre bizantine, dividendo dal punto di vista politico due grandi aree di pertinenza geopolitica.

[Eginardo,

Vita

di

Carlo,

SRG,

1]

IN questo secolo si comincia a scrivere die testi con la consapevolezza che diventeranno delle fonti di informaioni e quinid possiamo dire che dall'VIII secolo c' la consapevolezza di scrivere delle fonti di tipo storico.

Fonte generalmente utilizzata per descrivere la prostrazione fisica e morale dei merovingi. Mediamente adottata nei libri di testo, alla lettera.

Apre il testo la situazione del regno dei Franchi quando la famiglia di Carlo non aveva ancora il potere, bens quando la famiglia di Carlo, i pipinidi, aveva soltanto una carica pubblica, quella di maggiordomo.

SI comincia aspiegare cos' che ha motivato la decisione di papa Stefano II, perch Childerico III l'ultimo esponente die Merovingi, che nel corso del tempo, decaduta e che non offre altro che il vnao titolo di re (rex inutilis, invenzione carolingia).

Da una parte c' il re che porta solo il titolo, dall'altro i funzionari, i maggiordomi, che hanno il potere ma non il titolo. Il re sta seduto soltanto a rappresentare l'autorit regia, ma parla per bocca di altri (i pipinidi) che gli suggeriscono quello che deve dire. Ulteriore caratterizzazione del re merovingio che lui povero, sono i pipinidi che gli concedono della rendita, mantenendolo.

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Il re dei lunghi capelli diventa un re che non va dal parrucchiere, che viaggia come un contadino e che non rappresenta pi la regalit e soprattutto il potere e i doveri della regalit. QUESTA FONTE INTERESSANTE PER DUE ASPETTI:

1- dopo la sostizuzione die merovingi nel 751, il primo testo che rinomina i Merovingi (intorno all'820).

2-Questa ricostruzione una ricostruzione che tende a dire due concetti: il colpo di stato del 751, stata una cosa giusta, perch si sostituito nei fatti a reggere il titolo di re dei franchi, chi gi aveva il potere. Quindi rimesso insieme ci che con i merovingi era dissociato. Quindi che il colpo di stato stato un fatto doveroso. IN seconda battuta questo testo vuole anche dire un altra cosa. RImettendo sulla scena i Merovingi, vuole dire che se un re inutile pu essere abbattuto. Introduce la categoria di inutile non solo per valutare l'operato dei merovingi, ma per avvertire che l'agire dle re sempre sotto osservazione. Questa fonte di grandissimo interesse perch ci fa vedere un'uso delle fonti storiche e come la riscrittura dle passato, viene ad essere argomento di una profonda revisione che tende a presentare una versione ufficiale dei fatti.

Fino a cinquant0anni fa veniva preso ala lettera e quindi i Merovingi venivano presi come "re fannulloni", soltanto l'analisi dalla fonti prodotte durante l'VIII secolo ha potuto trasformare in maniera significativa questa immagine e trasformare questo avvicendamento dai Merovingi ai Pipinidi invece di un avvenimento politico di grande interesse in cui le domande sono diverse: come i pipinidi sono riusciti?

I due testi ci presentnao un aspetto in comune: l'influenza delle autorit religiose sul potere regio e contemporaneamente la nuova dimensione religiosa che viene ad essere fatta propria dalle elites. Prima di tutto, con l'VIII sec, noi abbiamo due fatti di natura diversa: da un lato viene perpetuatra un accordo con i bizantini e quinid la struttura del territorio all'interno del regno viene ad avere una sua stbailizzazione. La cosa pi rilevnate che dopo un silenzio di circa un secolo e mezzo, conil regno di Liutprando ricompaiono le carte scritte, le transazioni documentarie in latino, che testimoniano la nascita di un gruppo di esperti della scrittura, i notai, che non hanno confronti con il resto dell'europa altomedievale. In secondo luogo testimoniano la nascita di un gruppo particolare di documenti che si chiamano "donaizoni pro anima", cio delle transazioni a titolo formalmente gratuito in cui PRO ANIMA si dona della terra degli oggetti e i servi, a un ente ecclesiastico, spesso un monastero familiare, all'intenro del quale confluiscono questi beni fondiari. L'VIII secolo proprio il momento clu in cui vediamo impegnati i re longobardi, che fondano die monasteri. L'80% delle fondaizoni monastiche private sono fondazioni fatte da un padre che monaca la figlia nel monastero familiare. I monasteri familiari vengono ad essere delle emanazioni sacrali e una

Veronesi Oreste, Universit degli studi di Padova, 2012

investimento anche dal punto di vista fondiario. Da questo punto di vista i monasteri non sono da vedersi come una spogliazione di se bens come investimento perhc i monasteri sono in grado di attrarre altre donazioni. Si parla di "rete". La famiglia del fondatore acquisisce un prestigio sacrale che implica la volont di riconoscere una supremaizia di un gruppo familiare.

UN altro aspetto riguarda la trasformazione dell'esercito, che sisibile sia nel regno dei franchi sia nel regno dei longobardi. FIno a questo momento si andava all'esercito interpretando l'andare all'esercito come uno dei diritti degli uomini liberi, quindi andare all'esercito era una prerogativa di un gruppo ristretto di individui. Nelle fonti abbiamo segnali in direzione opposta: si comincia a parlare di compensazioni di ammende, di cifre che chi non vuole non andare all'esercito deve pagare. SI comincia a rpevedere che andare all'esercito non sia una cosa molto prestigioso e, secondo, si sancisce una cifra che chi NON vuole andare deve versare, una multa, sostanzialmente. COn queste somme di armano degli altri uomini. La caratteristica dell'esrctio altomedievale che la composizione aristocratica dell'esercito consente la partecipazione all'esercito ma l'armamento ognuno se lo deve procurare. Queste leggi di Astolfo sono interessanti perch alla met dell'VIII secolo, non solo si dice chi dovr pagare la multa ma anche fissando per scritto con quale armamento i singoli gruppi devono recarsi alla guerra, includendo i negoziantes, cio i mercanti, coloro che avevano dei beni non solo di natura mobile, ma nel frattempo avevano coistruito una propria identit di mercanti.

LA

CRISI

DI

BISANZIO

La polemica sulla rappresentazione della divinit e si pu parlare della negazione da parte dell'autorit bizantine della validit del culto delle immagini. QUesto aspetto andava a colpire direttamente i monasteri poic al loro interno si conservavano non solo le reliquie ma soprattutto le loro rappresentazioni. Attraveso il culto delle icone i monasteri accrescevnao i pellegrnaggi e le donazioni.

I monasteri nel mondo bizantino erano considerati deelle palle al piede per lo stato (non pagnao le tasse e non forniscono l'esercito). La politica quelal di minare il prestigio e l'autorit dei monasteri bizantini. Nel 730 vi la condanna ufficiale. Ci crea delle violentissime reazioni e segue una serie di avvenimenti a catena che vedono aprirsi questo conflittoestendersi in Occidente e in particolare con il papa di Roma, che dalla parte dei monasteri. Quindi ne deriva un contrasto forte fra papato e imperatore bizantino. Creano uno scontento enorme nei confronti dell'autorit di Bisanzio che cerca di imporre le proprie rgole e favoriscono la crescit dell'autorit del papa e l'espansione die longobardi nei territori prima bizantini. Questa polemica permette ai longobardi di allearsi con i bizantini italiani e far fronte comune. Le citt dell'emilia si sottomettono al re Liutprando. QUindi una prima espansione del territorio dei longobardi che si gioca negli interstizi della contrapposizione fra BIsanzio, l'imperatore e le terre bizantine locali.

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L'azione di Bisanzio molto tenace e quindi l'imperatore Leone III tenza di provare una azione concreta, quindi delegittimare il papa, soprattutto nella gestione di una serie di propriet fondiare che l'imperatore cerca di confiscare. Abbiamo dall'VIII sec la creazioni di aziende agricole di propriet papale che prendono il nome di domusclae che inquadrano i contadini dipendenti anche come una milizia che deve rispondere agli ordini del papa.

La seconda risposta del papa pi di lungo periodo, quindi pi indisiva. Innanzitutto il papa controlla molto pi stbailmente roma e il suo territorio e pu cosi continuare in una delle sue missioni strocihe: sostituire se stesso con l'antica bitudine degli imperatori cio di sfamare la plebe di Roma. Quindi il popolo di Roma dipende dal papa sia in quanto capo politico si ain quanto capo militare. Questa ndefinizione viene definita come popolus peculiaris, che in contemporanea sia peculiare del papa, ma il peculius anche il gregge e quindi il gregge della chiesa e questa definizione pone il potere del papa su romain una prospettiva di ampliamento. Chiunque sia cristiano pu fare aprte del popolo peculiaris. Quindi Roma attraverso il conflitto con BIsanzio crea le basi per una sua dimensione universale.

Da questo punto di vista i Longobardi anno una politica molto paziente. Si ha un rapporto con il papato a MOlla, asegnato da fasi di avvicinamento, poi staccate da fasi di aggressivit

8/05/2012

Quello da notare che la differenza dei Franchi con i Longobardi di tipo geografico. Nell'italia dei longobardi c' il papa, nel regno dei franchi no, diventa un entit lontana che non rivale o interlocutore. Una invece delle DIFFERENZE che erano sottolineate nel passato non si rivela tale: il profilo religioso--> i longobardi erano altrettanto cattolici e quindi non il loro orientamento confessionale che fa la differenza.

La differenza di equilibrio politico, ma anche una differenza interna, nella trasformazione dell'esercito, che in entrambi i regni, trova una sua specifica forma di nuova struttura. Nel regno dei franchi l'esercito diventa formato dalle milizie private dei potenti, quindi la stessa sollecitazione nel regno dei longobardi presente nel regno dei franchi e in questo contesto questa mancanza di adesione alla chiamata alle armi viene supplita attraverso la convoncazione di un proprio esercito

Veronesi Oreste, Universit degli studi di Padova, 2012

personale. Dall'VIII secolo comincia a circolare nelle fonti la parola Vassus, cio luomo che segue il suo padrone in battaglia.

Nel regno dei longobardi le cose sono parzialmente diverse: non si accentua la milizia privata, ma il carattere dell'esercito come esercito publico, quindi le milizie rimangono sempre di diretta spettanza del re e fino alla fine dell VIII sec, con il conglobamente del regno dei longobardi in quello dei franchi, si forma un gruppo dei liberi del re, che vengono dotati dal re dei longobardi, di proprie particolari funzioni e diritti.

Per il regno die franchi importante perch dall'VIII sec la chiamata alle armi non si indirizza pi a tutto il territorio, ma soltanto alla aree interessate agli eventi bellici. L'Austrasia la zona nord orientale che confina con i Sassoni, i Turingi, cio con le popolazioni che avevnao continuato a manifestare una sorta di ostilit nei confronti dei franchi e con cui non si riuscivano a stailire die patti duraturi. Quindi tutte le fronti franche continuano a ripetere la rpesenza di Sassoni e al fatto che loro sono inaffidabili. Il risultato che l'esercito regio viene convocato molto frequentemente in Austrasia. Quindi l'aristocrazia quella che pi risente di questo fenomeno, dove la'aristocratizzazione dell'esercito da luogo ad un fenomeno molto rilevante: PROGRESSIVA ASCESA AD AMBIZIONI DI REGNO DA PARTE DEI MAGGIORDOMI DI AUSTRASIA (i pipinidi)

importante ricordare che i libri danno l'idea di una escalation fatale die pipinidi, verso il loro felice futuro. In realt non propriamente cosi, perch i pipinidi dalla loro coparsa nelle fonti nella met del VII sec, aspettano pi di cento anni prima di sostituirsi al re dei Merovingi. Questi 100 anni di attesa, sono il preciso segnali di una seire di pensanti difficolt nel raggiungere l'obiettivo e difficolt dovua due aspetti: 1 loclaizzazione iniziale del loro potere in Austrasia e non in Neustria, 2 un fatto di natura culturale, cio l'aristocrazia accettava l'egemonia di una famiglia, i merovingi, con una lung atradizione di regno allaespalle e che aveva costruito un vero e proprio mito delle origini. Nessun'altro quindi poteva essere degno di ricoprire il trono, se non i merovingi.

I pipinidi erano una famiglia aristocratica, come le altre. Per sintetizzare queste difficolt vediamo quali sono le tappe di questa turbolenta escalation:

- unione di Arnolfingi (arnoldo vescovo di Metz) e Pipinini (Pipino I di Rems): nel 657 il primo flop, il figlio di Pipino I , Grimoaldo tenta di destituire l'impero Merovingio e mette sul trono suo figlio, Childeberto l'adottato. Tuttavia l'aristocrazia reagisce e i due vengono uccisi. Nel 657 quindi fallisce il primo tentativo, segno della mancanza di qualit superiori e i un concenso generale.

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- 657-670: i Pipinini scompaiono dalla nostra documentazione, quindi dalla scena politica.

- 687: Pipino II, tre diverse modalit di creazione di consenso: 1) potenziamento dei propri legami con l'aristocrazia di Neustria 2) .. 3) partecipare in maniera costante ai processi organizzati a Parigi, quindi in Neustria: importante perch la sua presenza nella giuria fa si che i vincitori siano sempre degli Austrasiani. SI cerca di favorire l'ingresso di austrasiani in Neustria, punendo i nobili di Neustria. Procsso, quinid, non manifestantesi con guerra ma piuttosto una strategia di lungo periodo che porta la figura di Pipino che lo porta a porsi come l'arbitro dei destini politici del regno dei franchi. La fama e la grandezza raggiunta da Pipino viene rafforzata sul profilo militare, dal figlio Carlo Martello. Nei diplomi egli non si dichiara pi Domus di austrasia, ma Princeps Francorum, quindi il ""primo" fra tutti i franchi. Sotto il profilo propagandistico Carlo Martello il vincitore degli Arabi a Poitiers nel 732. Questa vittoria viene enfatizzata la sua figura come colui che ha sconfitto gli infedeli e quindi ha difeso la cristianit. Inoltre sconfigge i gruppi aristocratici meridionali e con Il bottino di guerra viene utilizzato per ricompesare chi nlo ah seguito in guerra. quindi si fa padre della ricchezza di molti individui ricompensati con terra e che si stanziano nella francia meridionale. FOrse la prima volta in cui vediamo il termine di Vassus acquisisce una ricompensa di tipo fondiario.

Carlo Martello maggiordomo e non si nomina nessun re Merovngio di appoggio. Il princeps francorum l'autorit con cui gli altir regni parlano. Tuttavia bisogna notare che Carlo Martello non fa il passo decisivo: non si nomina re dei Merovingi. Probabilmente la fine di Childebergo era ancora salda nella memoria dei pipinidi. Il vero passo in avantitra il 743-750 una enfatizzazione della famiglia dei Pipinidi con i figli come divensori della chiesa di Roma, attraverso due vie:

1- dal 744 raccolta delle lamentele di un monaco anglosassone, Bonifacio, monaco sassone che era molto intransigente e come tutti i monaci anglosassoni riteneva che l'unica fonte di regole giuste fosse il papa di roma. Tutto ci che non riguardava la parola del papa di Roma, erano per Bonifacio, definibili come eresie pagane. Se leggiamo le lettere di Bonifacio si nota la situazione della chiesa franca come un disastro assoluto che necessita di una riforma. L'idea quella di coinvolgere il papa Zaccaria in tutto questo. Bonifacio gli scrive chiedendo il permesso di riformare la chiesa franca e papa Zaccaria gliel'hanno dato. Queste lettere hannod ato il via al luogo comune dei "re fannulloni". Era esattamento quello che Pipino voleva mostrare. Se noi andiamo a vedere altri documenti paralleli, vediamo per, che i concili vescovili continuano, che normale che i vescovi si sposino e che provenendo da famiglie aristocratiche, bevevano e mangiavano. L'ideologia rigorista di Bonifacio serve perch la riforma della chiesa franca ebbe un esito felice per i pipinidi. NOn si tratt di una riforma dottrinaria o che ristrutturava gli ambiti di azione ma bens di una riforma che sostitu fisicamente i vescovi indegni con dei vescovi giudicati pi degni. NOn ci vuole molto a capire che i vescovi indegni ernao principalmente dei vescovi di famiglie rivali ai

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pipinidi.

La struttura della riforma utilizza la fama di Bonifacio per sostituire i vescovi indegni. La riforma della chiesa franca la via attraverso cui i PIpinidi accrescono di popolarit, colmando il vuoto di sacralit interna originale e sopratutto viene a creare un alleanza con il papato. Il passo si compie sostituendo alla attivit carismatica dei Merovingi, una dingit di tipo ecclesiastico ocn la protezione del papa e il placet di Bonifacio.

Un aspetto che dovete adeguatamente valutra anche quello che viene adottato in ogni gruppo fmailiare: il litigio. La progressione die PIpinidi verso la carica regia costellata dai conflitt tra due fratelli, Pipino III e Carlomanno, tra Carlo Magno e sua fratello Carlomanno...l'esito ha un solo vincitore. Nella fase di gestazione le due parti sono anch'esse in competizione. Quindi, per esempio, un terzo fratelo viene quasi subito eliminato, perch mandato in un monastero e tolto dala circolazione, anche se aveva manifestato al desiderio di partecipare al taglio della torta QUando Pipino III e carlomanno si spartiscono il regno e non nominano un re, Carlomanno ha una cristi mistica e quindi va a Roma e si autochiude in un monastero, ritirandosi a Montecassino manifestnado delle forti forme di pressione di convincimento anche materiale. Per rafforzare quest aidea anche il figlio di Carlomanno, Drogone, viene ucciso dai parenti del 753.

Quando si arriva al colpo di stato del 751, non si arriva come una liberazione dai re fannulloni, ma invece le fonti che annunciano questa sostituzione non mostrano una felicit di una vittoria finalmente arrivata, ma invece l'evento quasi passato sottosilenzio, si mette pi in evidenza una ambasceria che Pipino avrebbe mandato al Zaccaria. Ci viene a creare una sezione negli annli franchi che basta da s a giustificare ci che succede dopo.

Cosa segue al 751? UNa serie di rituali che tendono a colmare il vuoto di legittimit dell'azione die Pipinidi, rituali ecclesiastici, che vengono a sancire l'appoggio che la chiesa romana da a Pipino e che trasformano Pipino da aristocratico in una autorit che invece approvata e benedetta da Dio e dal papa. Questo rituale l'unzione cio un rituale di passaggio. L'unzione di riferimento l'uncizione dei sacerdoti. I pipinidi vengono unti come sacerdoti e acquistano attraverso questa solenne cerimonia una configurazione sacrale che da al re la responsabilit di essere sacerdote e avere una responsabilit morale. D'altra parte introduce nella regalit un nuovo elemento: a partireda questo momento non si fa un re se non c' un papa disposto a ungerlo.

Tutto questo sostegno del papa ha risulta avere un altro obiettivo: chiedere ai franchi un intervento in Italia nel sedare la peste dei Longobardi, quindi liberare l'Italia dal rivale pi potente per le'spansione del papato.

Veronesi Oreste, Universit degli studi di Padova, 2012

A partire dal 750 anche l'esarcato di Ravenna era stato conquistato dai Longobardi. Quindi il papa chiede che gli vengano restituiti i territori occupati dai Longobardi (anche s ein realt questi erano dell'impero bizantino). I territori conquistati non sono restituiti a Bisanzio ma al papa con un primo abbozzo di patrimonium sancti Petri.

Negli anni successivi vi furono altre crisi ma in particolare l'elaborazione, la continuit da parte papale dei concetti gi delineati (patrimonio di san pietro, popolo di roma come popolo peculiare e autorit erede del potere pubblico in italia). IN questo momento il papa si autorappresenta come il rappresentante della sancta dei ecclesia reipublicae romanorum= santa chiesa di dio dell'impero dei romani. Famoso il falso della donazione di COstantino, cio il "Costitum Costantini", un documento CREATO dalla cancelleria papale, in questo momneot, che racconta che al tempo del fatto raccontato, l'et di Costantino, e Costantino ha la lebbra. Allora Costantino fa un sogno, in cui gli appaiono due individui che si presentano come San Pietro e San Paolo, affermando che se vuole guarire doveva liberare il papa virgilio e mandarlo personalmente a trovare. Costantino lo fa e papa Virgilio gli risponde "come fai a sapere di avere veramente sognato pietro e paolo?" allora il papa tira fuori due icone e gliele fa vedere affermando che erano loro quelli che aveva sognato. A questo punto dona al papa una serie di terre molto estese all'interno dell'impero.

Un testo molto interessante (particolare il riferimento alle icone, sotto accusa da Bisanzio nell'VIII sec). In particolare questo sogno attribuisce alla fondazione die rapporti fra chiesa e impero una amplissima donazione di terra che viene a costituire la base legittima di propriet delle propriet del papa. Quindi Costantino gli avrebbe conferito una sorta di delega a sostituirlo in Occidente. UN FALSO, RICONOSCIUTO DAL XV SEC.

9/05/12

LE Il

RELAZIONI consolidamento di una dinastia e

FRANCO la genesi della

Repubblica di San

PAPALI Pietro.

Il progetto della repubblica di San pietro un progetto ambizioso, con velleit di governo su tutta l'italia bizantina.

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L'Italia all'inizio dell'VIII secolo molto frammentata: l'Itlaia del nord sotto l'autorit del regno longobardo (con in pi la Toscana). L'organizzazione in ducati. Il regno longobardo controlla la corsica e a fasi alterne il ducato di Benevento e di Poleto. L'altro grande protagonist a Bisanzio, tuttavia si tratta di un dominio problematico, perch siamo di fronte a un dominio formale non effettivo. L'autorit bizantina si esprime attraverso l'esarca,funzionario inviato da BIsanzio, che cambia ogni 7 anni e che formalmente dovrebbe avere il controllo sull'Itlaia bizantina, ma le forze autonomiste/loclaiste sono molto forti.

L'autorit bizantina in itlaia centrale molto fragile. La gesitone del potere, di fatto, delegata ad autorit locali, consentendo velleit autonomiste, in particolare a ROma, dove il duca ormano viene affiancoto dal vescovo di ROma, che cerca di far valere la sua posizione. La situazione rimane invariata fino agli inizi dell'VIII sec, entrando inc risi con l'elezione a Basileus di Leone III, che sviluppa il progetto di ritornare ad assumere un ruolo principale nella provinci aitlaiana, avviando un programma per recuperare l'autorit reale. Tenta di farlo attraverso una forte imposizione fiscale, tentando anche si omologare le chiese della sua provincia occidentale al nuovo corso che aveva imposto alla chiesa orientale, attravero la scelta dell'iconoclastia, il rifiuto del culto all'icona. Il suo progetto si scontrano con una forte reazione, nei confronti di questa nuova presenta bizantina, non tollerata dall'autorit locali e da Gregorio II, che accusa l'imperatore bizantino di eresia. Si crea una situazione di forte crisi, ci sono una serie di ribellioni a ROma, Ravenna, Perugia..gli esarchi vengono uccisi. L'instabilit viene raccolta dai Longobardi che pensano di poter sfruttare questo momento per poter iniziare una campagna di occupazione dei territori bizantini e quinid aver un ruolo di influenza sulla regione. Re Liutprando il primo a rivolgersi all'itlaia centrale con un azione militare che ha come obiettivo l'esarcato. Questo crea una situazione ambigua: molte citt sono interessate a questo nuovo corsoe quindi aprono le porte ai longobardi, ma il papato mostra forte diffidenza nei confronti che la regione diventi longobarda.

IN questa situazione il papa tenta una serie di trattative diplomatiche per arginare il rischio longobardo. Tuttaviua Liutprando tiene delle posizioni moderate, non vuole entrare in conflitto con il papa. QUindi la famosa donazione di Sutri, in cui Liutprando torna a donare un territorio conquistato al papa. Tuttavia gli attacchi dei longobardi proeguono. Liutprando arriva ad attaccare il ducato di ROma. La situazione entra in una fase critica con l'elezione a re di astolfo, che mira avere mire molto precise e infatti nel 751 occupa Ravenna, un colpo gravissimo, il cuore amministrativo-burocratico dei territori bizantini. NEl 752 attacca il ducato di ROma.

Veronesi Oreste, Universit degli studi di Padova, 2012

14/05/2012

Esiste una forte differenza tra il programma e le realizzazioni completate dei Carolingi durante la loro dominazione, lo sappiamo dai conti e da varie fonti che elencano gli obbiettivi del dominio di Carlo, in cui si parla di innovazioni e modernit tese a superare il vecchio e debole dominio passato. Ma abbiamo una sola vera novit: le fonti dei Carolingi pensate come carte scritte che diventeranno fonti storiche, documenti che lasceranno traccia di s, solo i programmi di questo potere, ma non risultati effettivi. Let carolingia quindi un periodo in cui necessario comparare fonti di vario tipo, come quelle archeologiche. Interessante che la conquista dei Franchi da parte dellItalia viene indicata come un processo veloce e poco ostacolato. Un progresso ampio, visto come volont di Dio, ma in realt altre fonti ci mostrano che la conquista di Carlo dellItalia fu fortemente ostacolata. Una rivolta molto famosa ebbe epicentro a Treviso, dove il duca Rotgaudo, con i duchi di Friuli e del Veneto, si ribella per far tornare Adelchi re, che intanto si era rifugiato presso il Basileo. La rivolta venne soffocata e i patrimoni fondiari dei nobili ribelli confiscati. Questa rivolta importante perch ci mostra come i nobili volevano tornare ai loro vecchi ruoli di prestigio nel Regno Longobardo. Quella sconfitta fu un monito per gli altri nobili italiani sul pericolo che attendeva chi sfidava i Franchi. I duchi longobardi furono poi sostituiti nei loro ruoli da funzionari franchi detti comites (conti). Ci furono anche piccole migrazioni di Franchi, e la carica di duca scomparve sostituita dal comes (conte), anche se non il conte per come la intendiamo noi, ovvero un titolo nobiliare ereditario, ma in et carolingia un funzionario pubblico che, allinizio, non ereditario, un funzionario che esercita i diritti pubblici (giudizio tribunalizzio, convocazione dellesercito, riscossione delle tasse) e fino alla met del IX secolo non ereditario, e alla fine del mandato il re nomina il nuovo conte tra gli uomini pi fedeli e membri dellaristocrazia del regno. Questi ufficiali pubblici in Italia furono seguiti da piccoli gruppi a cui venne data una parte di suolo pubblico affinch i conti potessero dimostrare ai locali la loro autorit. Anche i vescovi locali di et longobarda furono per la maggior parte sostituiti da vescovi di origine transalpina che ebbero molto da fare per affermarsi con il clero locale. Un incarico molto difficile anche se di grande pregio. I principali monasteri pubblici ebbero una sostituzione degli abati, i locali furono deportati in Francia, e sostituiti in Italia con chierici transalpini. Nel 781 Carlo nomin un vicer per i Longobardi, al fine di dargli un segno di attenzione e individualit: fu suo figlio Pipino. Il Papato rimase con il ducato di Roma, la Tuscia meridionale, il ducato di Perugia, e lItalia centrale. Gli altri territori dinteresse tra cui Ravenna e le Marche non furono mai riconosciute. Dal 774 il

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profilo politico del Papa fu molto ridimensionato e il Patrimonio di San Pietro fu solo un complesso di propriet fondiarie della Chiesa inserito nel dominio di Carlo Magno e non da considerarsi uno Stato e dovr rimanere tale per secoli. Nel sud dellItalia il duca di Benevento Arechi, genero di Desiderio, si proclam Principe dei Longobardi, dimostrando di voler portare avanti la tradizione del re di Pavia. Rimase molto sotto linflusso dellImpero Romano dOriente. Nella Venetia avvenne la fondazione di una nuova citt. La regione di Venetia era un ducato romano doriente, dava sul mare adriatico e non era mai stata sotto il dominio longobardo, anche se aveva trovato forme particolari di elezione dei propri rappresentanti: il Duca era eletto dal clero e dagli esponenti dellaristocrazia locale i Tribuni. Dopo la caduta dei Longobardi la Venetia fu un intermediario tra i Carolingi e lImpero Romano dOriente senza farsi inglobare. proprio nel IX secolo che acquisisce la sua forza e la sua indipendenza. Finch con la pace di Aquisgrana nel 812 fu assegnata alla subordinazione dellImpero dOriente. La sua modesta estensione fondiaria fa si che laristocrazia si formi tra i grandi proprietari di beni mobili. Cos lelite dominante mercantile, una cosa senza eguali in altri Stati del tempo.

LE

GUERRE

DI

CARLO

MAGNO:

La figura con cui Carlo influenz le narrative dellet carolingia e quelle successive molto importante, e dopo la sua morte nessuno ci volle credere e nel IX secolo girarono leggende sulla sua sopravvivenza e il suo ritorno. Carlo accentu la sua fama contemporanea, specialmente per le qualit militari che diedero grandi vantaggi e ricchezze allaristocrazia, e con i suoi successi militari arricch molto il popolo franco. La sua abilit enfatizzata nel modo in cui Carlo chiamava lesercito in alcune occasioni come le adunate di primavera, la sua abilit nel nuoto, nella caccia, per alimentare il cameratismo tra lui e i suoi uomini. Il primo oggetto delle campagne di Carlo fu la Sassonia, in passato soggetta a grandi opere di evangelizzazione. Sotto Carlo Magno si esplicit la conquista della Sassonia, fino ad allora omologata dal punto di vista religioso al regno dei Franchi. La Sassonia non aveva un potere centrale, era costituita da gruppi tribali che razziavano e ricattavano i territori Franchi. Carlo present la guerra ai Sassoni come una guerra di religione contro un popolo che, malgrado la diffusa conversione, fu indicato come pagani. Una propaganda molto forte, come la messa in pratica della conquista che si precis nellabbattimento dellalbero idolo Higdrasil, e alla deportazione in massa dei Sassoni che rifiutarono la conversione. Un altro monito per chi volesse opporsi allespansione franca. Si misero in atto pene molto severe per chiunque non si adattasse ai precetti cristiani, applicati anche con nuove strutture, diocesi e chiese, una rete di cristianizzazione identica alle altre in Europa. Cos la Sassonia fu divisa in maniera amministrativa e religiosa, e laristocrazia sassone convertita si adatt al sistema franco con la fondazione di monasteri famigliari e la fedelt al

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sovrano

dEuropa.

Pi a sud fu annessa ai Franchi la Baviera, una zona che, a differenza della Sassonia, aveva il suo duca, con una religiosit cristiana secolare che fu conquistata nel 794, unannessione giustificata con un tradimento famigliare del duca di Baviera Tassilione, che si rifiut di sottomettersi al cugino Carlo Magno. Ma Carlo eredit cos il conflitto con il Khanato degli Avari, che furono sconfitti nel 796, come per i Goti, dopo quella sconfitta il nome degli Avari dopo la loro assimilazione nel Regno dei Franchi, scomparve. Pi a nord Carlo ebbe un rapporto difficile con i Danesi, anchessi un gruppo di trib che nel IX secolo si davano alle scorrerie per mare e per terra. In questo caso la politica carolingia si limit a creare reti di fortezze che costituirono un confine politico che per non interruppe i rapporti commerciali con quelle regioni. Anche se i Franchi non conquistarono mai lInghilterra si ebbero diversi rapporti tra i Carolingi e i re Anglo- Sassoni, con scambi cordiali e commerciali. Con re Offa di Mercia il legame con i Franchi si intensific, poich Offa fu il primo a coniare monete con il suo nome e il suo volto sul modello di quelle di Carlo, e anche Offa, come i Carolingi, acquis il rito dellunzione. Inoltre Offa offr a Carlo sua figlia, non riusc il matrimonio ma mostr Carlo come arbitro delle vicende in tutta Europa. La zona dellAquitania era quella che pi tradizionalmente fuggiva la dominio franco, e con il divagare degli Arabi in Spagna, essa si mostr come una zona da controllare con molta pi forza rispetto a prima. Si configura cos la provincia militare della Marca di Spagna, con capitale Barcellona, con cui Carlo volle cercare di assimilare le nazionalit periferiche (Bretoni e Baschi per esempio) non sempre ostili ai Franchi, ma comunque da considerarsi pericolosi come gli Arabi. Vediamo cos il sistema di suddivisione dei territori franchi:

Marca: territorio di confine che ha il ruolo di combattere i nemici esterni, circoscrizioni militari di frontiera che, in caso di guerra, vedono un conte che prende il comando con il ruolo di marchio (traducibile come marchese, ma un generale di emergenza, nominato nel momento della mobilitazione dellesercito nella marca che, al risolversi della crisi, torna alle sue vecchie mansioni); Comitatus: al suo vertice ha il comes, ed il sistema pi diffuso, anche questa divisa in settori e il comes pi importante prende il comando delle truppe. Abbiamo cos una dominazione territoriale enorme che coincise con lespansione del mondo cristiano in Europa, rimanevano fuori solo le isole britanniche con rapporti diplomatici molto stretti con Carlo, e i domini dellImpero Romano dOriente.

LE

FONTI:

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C un impegno di intellettuali, di legislazioni e di signori nel produrre e nel conservare documenti scritti. Alla parola scritta riconosciuto un valore legittimale che viene molto accentuato nel IX secolo. Abbiamo produzioni storiografiche, una di tipo tradizionale, cronache, e gli Annali che recuperano le forme storiografiche del mondo imperiale romano, che raccontano anno per anno gli eventi di maggiore impatto. Gli Annali Franchi mostrano le cose pi importanti e molte sono riassunte dallitineranza regia, i movimenti del re sono i pi importanti, il monarca, soprattutto Carlo, il protagonista. laspetto che assimila di pi i Carolingi ai Merovingi, litineranza regia molto sviluppata e c la piena consapevolezza che il re deve essere pi in contatto con gli aristocratici. Inoltre laccordo tra cielo e terra, tra Dio e Imperatore, viene indicato come la concordanza tra le date importanti della religione e della politica. Ci sono anche molte fonti normative: sono due grandi fonti i Capitolari (norme decise dalle autorit laiche) e i Concilia (emanate dai vescovi), ma ricordiamo che i Concilia sono presieduti dal re dei Franchi e che sono condotti dagli stessi temi delle altre riunioni. Lautorit politica ha lo scopo di far rispettare le norme stabilite dai vescovi che si chiamano Ministerium, ovvero lorgano che deve dare le regole alla popolazione e assicurarsi che il re le rispetti e le faccia rispettare. Quindi il re carolingio deve agire da specchio per i suoi sudditi, dare lesempio per mostrare il comportamento da seguire. Quindi il potere regio sempre molto potente, ma il re deve stare attento perch sottoposto al giudizio dei vescovi. Ci sono documenti laudativi, e abbiamo fonti epistolari molto numerose.

Un problema fu la definizione dei laici, un argomento che fu scritto su vari trattati, definiti come coloro che si sposano e che devono provvedere alla riproduzione e alleducazione della comunit cristiana. Le fonti carolingie sono cos molto influenzate dal gioco politico: si riscrive il passato recente prima dellascesa dei Carolingi, una riscrittura che pone in evidenza la decadenza dei Merovingi e la necessit del colpo di Stato, inoltre si celano i conflitti tra i Carolingi e le tensioni con il Papa. Le lettere che ci sono pervenute, il Codex Carolinus, sono state selezionate da Carlo e indicano solo sintonia e cordialit, non possiamo sapere come furono le altre. LIMPERO DI CARLO:

Cos Carlo Magno conquist territori enormi, come nessuno aveva mai posseduto prima dalla caduta dellImpero dOccidente. Cos nell800 esso fu ufficializzato con lassegnazione da parte di Papa Leone III del titolo imperiale a Carlo Magno. Ma lui non utilizz il titolo di Imperator Romanorum, ma come Colui che governa lImpero dei Romani: Carolus rex Francorum, rex Longobardorum, Patricius

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Romanorum, Romanum gubernans imperium. Tutto per differenziarlo dallImperatore dOriente. Alcuni dicono che Carlo fosse scocciato di aver ricevuto quellinaspettato titolo, mentre le fonti papali dicono che ne fu entusiasta. Non si sa chi ha ragione, ma tutti dicono che il titolo di Carlo Imperatore non lo sottoponeva al Papa e al fatto che non comprometteva i rapporti con Costantinopoli. C da dire che allepoca Costantinopoli era retta dalla reggenza dellImperatrice Irene, quindi si dice che lincoronazione dellImperatore dOccidente fu resa possibile da questa mancanza di Imperatore di Costantinopoli. Carlo pose la sua capitale ad Aquisgrana, facendosi costruire un palazzo sul modello del Palatino di Costantinopoli e di Ravenna, con molte decorazioni prese dal palazzo di Teodorico. Ma come i Merovingi anche i Carolingi vedevano lImpero come una res famigliare. Carlo ebbe 4 figli e decise di concedere loro altrettanti regni, quindi lImperatore e i figli con i loro regni. Quando Carlo fu Imperatore ci fu il problema: a chi va la carica imperiale? Tra i figli ci deve essere uno con delle caratteristiche che lo rendano superiore agli altri. Carlo fu fortunato perch gli rimase un solo figlio e quindi la successione fu pacifica, ma tutti i successori di Carlo ebbero sempre questo problema e i figli esclusi si opposero sempre con grande ostilit, poich non cera una norma condivisa che identificasse una caratteristica premiale tra i figli. I Carolingi ebbero gi un sistema, i nomi derivati da un bacino onomastico regio comune ai Carolingi (Carolus e Pipino) e Ludovico e Lotario (scritti come Hlodovico derivato da Clodoveo e Hlotario, derivato da Clotario) di tradizione Merovingia. Chiamare un figlio con un nome del bacino onomastico materno signific, tra i Carolingi, decidere chi potesse accedere al trono regio, e indicare con nomi regali franchi decideva chi potesse ambire al trono. Gli altri figli furono posti in posizione di spicco ma in ambiti lontani dalla scena politica (come labate). Ma nonostante ci fu sempre possibile che anche gli esclusi si presentassero come riveli dei loro fratelli. Per esempio un nipote di Carlo Magno cerc di accecare uno dei fratelli in conflitto (Ludovico e Carlo), ma Carlo riusc sempre a uscire dal monastero e a crearsi un grande seguito. Tutto questo dimostr quanto fosse difficile domare o estinguere lardore di un Carolingio.

15/05/2012

L'et carolingia e il particolare il regno di Carlo Magno, si volle presentare come un tempo di assoluta innovazione e assoluta novit. Naturalmente impregiata sull'ispirazione diretta dei suoi precetti ai testi sacri, in particolare alla bibbia. Quindi andavano nella direzione di presentare i carolingi come una famiglia la cui autorit era stato approvato ufficialmente da Dio, attraverso i suoi vicari int erra, e tutta la propaganda carolingia tese a presentare la famiglia dei Carolingi come un elemento indispensabile nella societ contemporanea, come cio la famiglia che sola poteva garantire la stabilit aristocratica e garantire quindi la ricchezza dell'aristocrazia medesima. Anche

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se a noi pu sembrare una cosa astratta, proprio questo coincetto, la societ disciplinata secondo regole che si ispirano alla bibbia, fu la via attraverso la quale si dipanarono le numerose riforme attuate in et carolingi aper le quali possiamo definire tre parole chiave:

1-

Admonitio

2-

Corectio

3-

Stabilitas

Le tre parole chiave del vocaboilario politico dei testi politici. Admonitio significa ammonizione, deriva dal verbo ammonire. Per intesa, in tutta la documentazione pubblica carolingia, come il titolo dei provvedimenti che il re emana in funzione di decreti o norme per la regolamentazione della vita militare e culturale, sociale. Quindi, invece di precettum si usa admonitio. Vuol dire che questa parola, da ai preceti regi un valore di ammonizione dal punto di vista morale. Derivati direttamente da Admonitio l'obiettivo che si propone, cio quello della correctio, della correzione, dell'indirizzamento verso un obiettivo comune, dei comportamenti collettivi e individuali. SI sceglie un termine, derivato dal linguaggio degli ecclesiastici,c he vede il re e i vescovi uniti insieme nell'intento di correggere. Chi correggere, ovviamente, fa supporre al suo pubblico di conoscere la retta via. L'ultimo termine quella della Stabilitas, vale a dire che ogni individuo deve avere un suo punto di riferimento istituzionale, nello spazio. Quindi questo deriva che, a partire dai vescovi e dagli ufficiali pubblici, ma anche dai proprietari fondiari, ogni indidivudo descritto come un individuo che pu liberamente circolare solo in uno spazio determinato. QUindi i chieririci, i monaci, hanno tutti un proprio ente ecclesiastico di riferimento. ANche gli individui sono classificati in base alla loro diocesi di appartenenze, quindi la stabilitas fissa i punti di riferimento istituzionali, ma anche spazi ristretti della circolazione individuali. Tra i enmici pi grandi dei carolingi ci sono le cosiddette categorie dei Vagantes, coloro che non possiedono la stabilitas (i viaggiatori, i mercanti, i pirati), si pu pensare in particolare ai cosiddetti chieriri vagantes, coloro che sulla base della matrice irlandase, andavano per diffondere il loro credo e le loro idee sulla religione.

Quali

sono

doveri

specifici

dei

re

carolingi

che

arrogano

se

stessi?

Prima di tutto la situazione con cui la famiglia era giunta al potere, fa si che si effettui un controllo molto pi stretto delle pratiche aristocratiche, messe sotto una acuta lente di osservazione. Sul fronte dei monasteir privati, in et carolingia, si ha un crollo del 90% delle fondazioni dei monasteri privati, etichettati attraverso la categoria di "iniziative" prese spontaneamente dalla aristocrazia che

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quindi non hanno l'avvallo istituzionale. I monasteri cambiano quindi fisionomia. Nell'VIII secolo sono indipendenti, gestiti dalla famiglia fondatrice. COn l'et carolingia, tutto questo scompare nel senso che questi monasteri, vengono sottoposti alla autorit di un monastero controllato direttamente dal potere regio e diventano delle sue dipendenze. Quindi abbiamo una divisione fra i monasteri creati sulle terre del fisco regio. Le famiglie che non si assoggettano a questo sistema vengono i loro monasteri a scomparire del tutto. Nessuno pi dona terre a questi monasteri non cordinati, quindi spariscono. Questa concentrazione si effettua perch i monasteri regi sono controllati dal potere imperiale attraverso un istituto che si chiama TUITIO, che significa che l'imperatore prende i monasteri pubblici sotto la sua protezione, nel significato che ha ancora per noi: essere difesi, ma anche essere controllati. In particolare comprende l'approvazione o la proposta della nomina dell'abate che deve guidare i monasteri.

Un secondo punto riguarda il culto dei santi. Uno degli effetti della proliferazione di questi monasteri era stato il proliferare di santi di famiglia, le cui azioni mirabili si manifestavano come azioni che si manifestavano in miracoli sulla tomba del defunto. L'accordo del papa e dei carolingi previde invece che vi fosse una sola categoria di santi accettabili, che erano i santi sottoposti dal papa di roma, che aveva a sua disposizione un grande bacino di nomi e di resti fisici nelle catacombe romane. Nella prima et carolingia vi infati un grande traffico di reliquie che migrano da Roma verso la Francia o i territori settentrionali dell'impero. Si crea un nuovo genere letterario che descrive questi spostamenti da roma, che si chiama TRANSATIO. Queste Translationes divengono gli strumenti attraverso i quali coloro che promuovono gli spostamenti delle reliquie con l'accordo del papa, promuovono sia l'efficacia di santi stranieri e li presentnao come santi che proprio perch hanno una loro approvazione, si mettono in diretta coimpetizione con i poveri santi locali promossi in precedenza. Questo processo di trasfeimrnto dei santi di roma, volto a presentare i santi locali, aristocratici, come santi finti, che non sono in grado di fare miraocli, quindi di delegittimare dal profondo tutte le risorse di regalit che le famiglie aristocratiche avevano costruito. C' uno scarto enorme tra i santi venerati nell'VIII e nel IX. Nel IX sono tutti sanit di prima generazione, che avevano delle proprie narrazioni che risalivano al IV-V secolo.

Il risultato che, nonostante il periodo carolingio si presenti come un periodo in cui i precetti religiosi governano la politica, l'et carolingia un et in cui non esiste la sperimentazione diretta della sacralit, non ci sono nuove vite di santi, non ci sono individui promossi sul campo come nuovi santi ma si recupernao solo i vecchi santi papali. La societ carolingia quella che propaganda un esperienza istituzionale del sacro.

Solo in una zona ci sono promozione e, non a caso, la Sassonia in cui la cristianizzazione istituzionale forma recente.

UN ultimo punto quello che inferisce alla dimensione labile del confine tra pubblico e privato,

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poich in et carolingia il privato tende a essere presentato come un fatto che deve essere controllaot pubblicamente, attraverso l'esecuzione di alcuni precetti e di alcuni rituali che devono essere seguiti collettivamente. Prima di tutti i matrimoni. Il matrimonio si suppone e si attua l'idea che io re debba controllare le unioni aristocratiche. Il matrimonio a partire dall'et carolingia, diventa un matrimonio e basta, anche quando si vedovi si continua a essere sposati. L'idea quindi che il matrimonia abbia una sua valenza cristiana e che quindi debba essere inserito all'interno di un rituale cristiano. In secondo luogo si definisce con precesione con chi non ci si pu sposare, definendo quindi dei gradi chiamati di INCESTO, cio di matrimonio vietato. Questi sono gradi di parentela che vanno fino al settimo grado. Queste costituiscono un ennesima prova da parte dei carolingi di normare la vita e di lasciare delle finestre aperte per le pratiche che non si assimilano a queste. Succede che potendosi sposare una sola volta viene impedito, per regola ferrea il divorzio. Per dicendo che non ci si pu sposare fra consanguinesi fino al settimo grado, succede che molti che vogliono divorziare di aver sposato, non sapenod, una propria consanguinea al sesto o settimo grado di parentela.

La prescittivit e la rigidit, nei confronti delle norme e dei comportamenti, deve sempre scontrarsi con la necessit di negoziare con gli aristocratici le alleanze e la struttura del potere die carolingi.

I carolingi hanno bisogno del supporto aristocratico ma questa necessit, nell'et di carlo, presentata alla rovescia: senza i carolingi gli aristocratici non esisterebbero. Proprio per questo una delle pi grosse fratture con l'epoca precedente, il cmabiamento della politica matrimoniale dei carolingi. I carolingi si sposano all'interno del regno dei franchi e scelgono la propria moglie da un gruppo ristretto di famiglie che sono ubicate in zone strategicamente utili per la diffusione del potere. Per esempio la terza moglie di carlo che muore a 22 anni dopo 10 figli, di una fmaiglia dell'Amalagna, dove Carlo ha bisogno di supporto politico. Pi importante che fine fanno le figlie die carolingi. Importante perch nella distribuzione della res familiaris, le donne non sono escluse e il matrimonio della figlia del re pu portare a dei diritti da parte dell'eventuale marito. Carlo adotta una politica totalmente diversa da quella Merovingi a e ce la dice Eginardo, affermando che carlo amava talmente le sue figlie che lui le volle sempre tenere per se, non dandole mai in sposa a nessuno. Tra i figli di Edigarda rimane in vita soltanto Ludovico il Pio, mentre gli altri muoiono prima del apdre. QUindi Ludovico mantiene l'unicit del titolo.

Nelle narrazioni sull'et carolingia si diffonde molto sulla efficacia della struttura amministrative impiantata in et carolingia e anche questa parte della struttura amministrativa deriva dall'impegno dche gli storici del diritto dell'800 hanno messo nello studiare la macchina burocratica carolingia. In realt non una macchina ne molto complessa ne le sue strutture sono particolarmente sofisticate. Manca un sistema di circoscrizioni territoriali uniforme e manca un cordinamento efficace con il centro poich molti regni hanno una loro struttura autonoma. L'impero il frutto dell'aggregazione di realt che hanno passati di rpestigio molto diversi.

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Il palazzium, termine che descrive sia il luogo fisico che ospita la corte imperiale sia lo spostamento del re da un luogo all'altro. Quindi il palazzium sia come luogo sia com einsieme di persone, documenti, oggetti. Contemporaneamente il palazzium la sede fisica itinerante di una serie di infrastrutture che servono alla gestione della base fondiaria del fisco regio. Questa struttura utilizza cme in et merovingia,il fisco regio come un bacino di terra che pu essere donato. Da quesot punto di vista il fisco regio una parte fondamentale come in et merovingia, del tesoro del re. Carlo pose la sua sede ad Acquisgrana e nell'ultima parte della sua vita, tese a restare ad aquisgrana pi che a circolare. Quindi negli ultimi anni della vita di carlo, dall'800 in avanti, il palazzo di Acquisgrana diventa la sede verso la quale ci si reca. Quindi Aquisgrana diventa il luogo dove si cimentano le alleanze tra gli individui e dove i legami personali vengono rinnovati periodicamente. Gli spazi presentano anche dei luoghi che possono essere frequentati soltanto in det occasioni, oppure soltanto da determinate persone. In questo contesto nasce l'idea che il piano pi elevato, il solarium ,sia un luogo ad eccesso riservcato, che prevede una frequentazione eleitaria.

Da questo punto di vista il palazzo uno dei luoghi politicamente significativi dell'amministrazione carolingia che si dipan in maniera rozza anche sul territorio. Vi sono dei funzionari di nomina regia che si chiamano CONTI, con il compinto di amministrare la giustizia, di convocare l'esercito, di riscuotere un modesto numero di imposte indirette. Due parole in pi sui MISSI, che sono uno strumento importante di controllo. In et carolingi ala distanza fa una grande differenza e, spesso, pu generare degli abusi da parte degli ufficiali pubblici. Viene creato un gradino intermedio tra il re e i conti, di sorveglianti che si chiamano MISSI, cio inviati. QUesti missi hanno un compito di controllare che i conti eseguano il loro mandato rispettando le regole. In un primo tempo la categoria dei missi una categoria che non ha una zona fissa di riferimento. I missi sono quindi missi in quanto tali e una volta l aloro destinazione pu essere itlaia, un l'altra la sassonia etc. Questo per impedire che si crei una collaborazione tra i missi e i conti. Questa specificaizone viene a cadere con la fine dle regno di Carlo, in cui si agisce in maniera opposta: si nominao personalit locali come missi nel luogo in cui gi risiedono. Questa funzione diventa, cosi, una funzione che perde moltissimo valore.

Nell'et carolingia si crea un numero molto limitato di gruppi familiari, detti aristocrazia imperiale, che sono pi ricchi, che sono i pi diretti collaboratori dal punto di vist apolitico con cui, da ui si sceglie la moglie dle re, normalmente, e che detengono in line adi massima le cariche istituzionali. C' al di sotto del re una fascia molto limitata di individui e gruppi che possiede tutte le caratteristiche di ricchezza e prestigio per ricoprire le cariche amministrative. Questa aristocrazia imperiale ha una caratteristica fondamentlae. I propri beni fondiari sono sparsi all'interno di pi regni e, norlmaente, viene dislocata nelle localit periferiche con delle assegnazioni ulteriori di terra. QUindi una aristocrazia con una prorpia base fondiaria e proprio consistenti mezzi fondiari nelle loclait in cui si esercitano le funzioni pubbliche. L'aristocrazia imperiale mantiene molto alto il prestigio di coloro che sono personalmente pi vicini al centro.

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Questa caratteristica della scarsit di bacino all'interno del quale scegliere gli ufficiali pubblici, si accompagna con una politica che tende a presentare gli ufficiali pubblici come totlamente soggetti alla volont del re. in questo contesto che parleremo di un aspetto noto: IMMUNIT. Una delle caratteristiche con cui i carolingi organizzarono i rapporti tra gli ecclesiastici e i conti. L'immunit una caratteristica che viene ad essere valorizzata in et carolingia, per limitare il potere dei conti. CIo per definire,a ll'interno di una circoscrizione territoriale, delle zone in cui il conte non pu entrare. Cio definire aree tabu in cui l'ordine regio gli vieta di avere accesso. Queste aree sono normalmente le aree di propriet dei monasteri regi. Carlo e successori concedono ai monasteri regi dei diplomi di immunit in cui si dice che nessun conte potr entrare nelle loro terre. Questa immunit quindi di tipo negativo: chi NON pu entrare all'interno di un territorio e chi deve obbedire.

Nella storiografia tradizionale l'immunit viene raccordata al fenomeno della dissoluzione dello stato. Perch vista come una azione da parte del re di auto implosione come se il re donasse agli enti immunitari delle prerogative pubbliche. La storiografia attuale vede che concepita all'opposto come una prova di forza da parte del te. La prospettiva quella di veere i monasteri come casse di risonanza del potere regio. Proprio in questa prospettiva avvenne una seconda delle grandi novit che quella della IMPOSIZIONE A TUTTI I MONASTERI DELLA STESSA REGOLA: le molteplici regole monastiche dei secoli VI-VII-VIII vennero dichiarate illegittime e furono sostituite dall'adiozine di una sola reogla comune, quella romana di Benedetto. Quindi tutte le altre regole furono eliminate e si procedette a una ristrutturazione che vide la riscrittura della regola di Benedetto attraverso auna attualizzazione. Ad esempio la regola di Benedetto diceva che quando suona la campana tutti i monaci devono lasciare ci che fanno e correre in chiesa a pregare. La regola carolingia dice che quando suona la cmpana tutti sono obbligati a lasciare quello che stanno facendo, ma se stanno parlando con un potente, baster una presenza mentale all'interno della chiesa. Altro, la regola di benedetto diceva che in chiesa bisogna stare zitti, quella carolingi adice che se si sta parlando con un potente baster un silenzio interiore. Significa che la regola di benedetto viene a essere modificata attraverso il rapporto organico che i monasteri hanno con la societ carolingia, perch l'accordo con i potenti la condizione sine qua non per riprodurre i monasteri nel corso del tempo. I monaci nuovi non sono pi monaci adulti, ma sono invece dei bambini che vengono donati dalle aristocrazie ai monasteri, norlmanete il primo figlio, che impara dai 6-7 anni a fare il monaco. Quindi il reclutamento dei monaci di bambini che studiano come fare i monaci dalla pi tenera et e che imparano a pensare tutti nello stesso modo.

I monasteri contraddicono uno dei luoghi comuni sulla ricchezza e la povett nel mondo cristiano. normale sentir dire che un ente ricco deve essere per forza dissoluto, quindi che ricchezza sinonimo di non seguire i precetti cristiani. Nell'alto medioevo esattamnte il contrario. Un monastero ricco testimonia la sua efficacia, testimonia il favore che l'aristocrazia dimostra nei suoi

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confronti donando figli e terra. Quindi un monastero ricco un monastero affidabile. Le comunit dinastiche hanno un ruolo fondamentale all'interno di questa macchina dello stato e hanno una fondalmentale valenza per quanto riguarda il valore esemplare che i monaci rivendicano rispetto al clero secolare. Vengono fissate in et carolingia regole molto strette per quanto riguarda la mobilit dei monaci e si stabiliscono le basi per la moderna clausura. CHi entra in un monastero NON pu pi cambiare idea, quando si entra non si esce pi.

Questa uniformazione segue a tutta un'altra serie di uniformazioni fatte all'insegna dell'idea che una sia la versione corretta dei gfatti. Quindi questa idea procede anche per altri settori. dell'et carolingia l'attuale revisione della Bibbia e dei testi sacri emendati e corretti e depurati delle parti ritenute contrastanti e omogeneizzati in un unico testo valido, consultabile senza commettere errori. Un altro punto l'uniformazione del calendario, definendo con precisione un calendario liturgico unifrome per tutto l'impero, cosia da garantire quela consonanza di cui si diceva. QUesto aspetto segue l'omogeneizzazione del culto dei santi.

L'ultimo aspetto l'uniformazione della scrittura, prendendo il nome di MINUSCOLA CAROLINA. che costituisce il vettore di comunicazione da una parte all'altra dell'impero in tutta la sua grandezza e viene a essere insegnata in tutti i centri scrittori dell'impero.

16/05/2012

Gli ultimi anni della vita di Carlo erano consistiti in una residenza, quasi stabile, a Aquisgrana con un itineranza imperiale molto meno accentuata. QUesti anni avevano contribuito a creare un gruppo di sostegno politico, intorno all'imperatore, che comprendeva anche le figlie di Carlo Magno, tenute senza marito, e ad altri personaggi che costituivano dei veri e propri cortigiani di Carlo, che avevano fatto un nucleo di consiglieri e di fedeli molto vicini al re.

Quando Carlo muore, anche se l'unico figlio rimasto era quello che avrebbe dovuto succedergli, la ricerca recente ha appurato alcuni fatti strani rispetto al comportamento di Ludovico. Ludovico, re di aquitania, contrariamente a quanto ci potremmo aspettare, alla morte di Carlo, Ludovico non va al suo funerale, ma ad Aquisgrana solo un mese dopo. Il contesto delineatosi nel palazzo vedeva come successore, non Ludovico, ma il cugino Wala. l'attesa di trenta giorni strategica per organizzare il ritorno ad aquisgrana e agire in maniera molto rapida una politica di ripresa del palazzo di aquisgrana e rinnovato controllo della situazione locale, quindi per questo la successione di Ludovico al padre tutt'latro che indolore.

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Quando Ludovico arriva ad Aquisgrana, il primo che si mette avanti per incontrarlo Wala, che gli si sottomette e a Wala seguono gli altri membri del palazzo. La prima cosa che fa insediandosi quello ci cambiare radiclamente questo gruppo di consgilieri, questi vengono mandati lontano in monasteri. Le sue sorelle vengono tacciate di essere delle prostitute, quindi allontanate e Wala ed Adalardo vengono spediti al monastero di Corbie. Il regno di Ludovico incomncia con una grande epurazione.

L'accentuazione dell'elemento penitenziale e religioso la caratteristica del regno di Ludovico, oltre che il fato che, come tutti i figli di padri potenti, Ludovico deve forzatamente impostare la propria politica in maniera da non fare rimpiangere Carlo, cercando di dare un segno chiaro della differenza tra lui e il padre.

Innanzitutto Ludovico si circonda di persone che vengono dall'aquitania, consiglieri reclutati tra i suoi fedeli. Bisogna citare Bego, nominato conte di Parigi, il suo arciconsigliere Elisacar e il monaco Benedetto di Aniane, protagonista della riforma monastica. Altri due consiglieri sono Ebo che viene nominato vescovo di Rems, la citt pi importante dell'AUstrasia e Ilduino che diventa cappellano di palazzo. Nei primi tre anni del suo impero Ludovico presidia Aquisgrana e ha il chiaro obiettivo di rimpadronirsi della situazione complessiva a palazzo. Durante questi anni la cancelleria lavora ad un ritmo forsennatoe questo implica che gli enti che devno farsi confermare le donazioni, devono andare a Aquisgrana, fisicamente accolti dall'imperatore. La quantit di lavoro che vediamo per il primo anno uguale alla cancelleria di carlo in dieci anni. C' una volont di ribadire la posizione di autorit ma anche il riscontro da parte delle autorit interessate. QUesta intensa attivit di diplomi anche la prova della volont da parte di Ludovico di stabilire legami anche con parti dell'impero spoglie da questi. Quindi creare reti di relazioni personali.

Tra 816-17 si tengono due grandi concilia ad aquisgrana, il cui il secondo, Benedetto di Annani impone la regola di Benedetto a tutti i monasteri,a ccentuando il ruolo dei monasteri come centir di preghiera.Proponendo i monaci come i principali interlocutori con l'aldil. IN questo periodo viene accentuato il ruolo monastico per intercedere le anime dei defunti. In questo periodo non esiste il purgatorio, ma solo il paradiso e l'inferno. Dall'inferno si pu uscire, mentre dal XII sec si rimane all'intferno. A promuovere lo spostamento la preghiera di intercessione, che deve essere fatta a intervalli regolari, anniversari dellla morte e i monaci si presentnao come coloro che conoscono le regole per permettere questo transito, perch i monaci, a differenza dei familiari, i monaci si ricordano le date giuste.

Il governo di Ludovico lungo e molto autorevole ed solo nella seconda parte, dall'828, che si

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cominciano a presentare delle forti difficolt che sono ancora dovute a problemi familiari,privati. Ludovico si present come un imperatore "moralizzante" che avrebbe dovuto improntare la sua politica all'insegna del controllo morale del'operato dei suoi sudditi, e cheaccentua il versante penitenziale del re. Questo, per, in parziale contraddizione nella pratica, poich Ludovico ha 3 figli dalla prima moglei, che quando prende il potere, sono gi adulti, che quindi fanno pressione per avanzare e poi si sposa una seconda volta, che da luogo ad un altro figlio maschio chiamato Carlo. Questa denominazione fa temere i fratelli per questo nuovo rivale. Le fonti di et di Ludovico, riflettono questa volont di moralizzare e la critica che viene rivolta aLudovico di essere un continua fonte di scandali per la societ. Tanto pi forte la vena di moralizzare dell'imperatore, tanto pi facile trovare delle falle.

Di Ludovico ci sono giunte 3 biografie, con orientamenti diversi. UNa ha toni entusiasti, le altre due mettono in connessione il tempo della chiesa con il tempo presente, accentuando la presenza di eventi atmosferici negativi. Quinid una di queste sottolinea il clima, per indicare che le cose non vanno bene, in senso ampio. Quindi queste manifestazioni atmosferiche sono la manifestazione di un equilibrio che si infranto. Queste biografie esprimono diversi punti di vista delle aristocrazie locali, che hanno un giudizio molto diverso.

UN aspett da sottolineare quello che sotto l'impero di Ludovico, aquisi prestigio l'episcopato franco, che cercarono di esercitare un ruolo sempre pi rilevante. Fu l'episcopato franco, i vescovdi di orleans e Rems, ad elaborare una teoria per cui la funzione del sovrano definita come MINISTERIUM, ciop un servizio cristiano che affidava al re una responsabilit morale nei confronit dei pi deboli, che il sovrnao era chiamato a difendere. QUindi i vesvovi franchi si pongono come le guide materiali dell'agire dell'imperatore. Nel 829, nel concilio di parigi, si afferma che due sono i poteri sui quali si regge il mondo: la sacra autorit dei vescovi e il potere del re, di cui quello dei sacerdoti ha una responsabilit maggiore in quanto dovranno rendere conto a Dio degllo stesso re.

Anche gli onores, cio le funzioni pubbliche, cio l'ufficio comitale, vengono presentati come ministeria, cio servizi profondamente pervasi da questo dovere morale. QUesta la via attraverso la quale si afferma che s eun ufficiale pubblico non si comporta secondo i criteri degni del proprio ministerium, esso dovr essere destituito. Quindi questo apparato teorico si scontra con la pratica e cio con l'ostilit dei gruppi dei familiari che vedono la loro stabilit potenzialmente minacciata da norme di questo genere.

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nicol

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Ludovico spese la vita a cercare di orgnaizzare la successione, plancando i figli che gli stavano sul fianco e che volevano sapere che fine avrebbero fatto. A partire dall'817 Ludovico inizia ad emanare disposizione per la successione, la cui la prima nota con il nome di ORDINATIO IMPERII all'interno della quale si ribadisce che l'impero non pu che essere uno, quinid uno l'imperatore. La scelta vienne fatta nei termini del figlio maggiore. Quindi Lotario viene definito successore e co-imperatore. In particolare viene nominato Consors Imperii, stessa definizione per definire chi sta a Occidente e chi a Oriente, prima della caduta dell'impero romano. A lui viene data la rersponsabilit della chiesa di Roma. I fratelli vengono destinati alla aquitania e alla baviera.

Nell'818 Ludovico si sposa di nuovo e nasco Carlo, quindi nell'829 costretto a rivedere il vecchio decreto, dividendo il regno in 4, riservando la parte centrale (aquisgrana, "la pi nobile parte del regno") al nuovo figlio. Da questo mommento si scatena un pandemonio perch gli altri tre fratelli non accettano.

Bisogna notare che l'assegnazione di Lotario segna un cambiamento rispetto al passato, anche sotto il profilo delle politiche intraprese dai singoli re. QUi ogni re radicato in un contesto preciso e ognuno di questi nel momento in cui in carica nella zona cerca, vigorosamente, di creare delle piattaforme di consenso, che sono prima di tutto alleanze locali, rafforzando il legame tra re locale e aristocrazia locale, che non il legame che caratterizz l'impero di Carlo. Quii figli hanno l'obiettivo di creare per se delle forze di supporto. Questo anche dovuto al fatto che il contesto del regno di ludovico molto diverso dal punto di vista della caratteristica dell'imperatore. Carlo magno stato un re che passa alla storia come il padre dell'europa., perch aveva fatto tantissime guerre e tantissimi territori da distribuire. Ludovico, invece, non fa piu campagne di espansione teritoriale e quindi ha molto meno da dare, dunque i meccanismi della politica cambiano. I singoli re devono localmente dimostrare di avere bisogno delle loro aristocrazie. Quindi cessando le cmapagne militari, anche gli interessi dei proprietari fondiari si radicano maggiormente localmente e quindi c' una politica molto pi locale e non espansiva.

Questo restringimento viene a essere uno dei problemi principali di questa indecisione di Ludovico nello spartire le terre : una nuova spartizione implica lo spostamento di certi gruppi aristocratici. Quindi logico che i tre anziani fratelli abbiano disperatamente cercato di mantenere la posizione aquisita. Questa situazione sia generazionale ma anche locale vs potere imperiale.

Questo conflitto ha anche una suo crudo versante militare: i tre figli si alleano contro il padre sconfigendolo nel 833 a Colmar. Nello stesso anno Lotario depone il padre e viene riconosciuto come univco imperatore, obbligando Ludovico a una cerimonia pubblica di umiliazione, durante la

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quale i vescovi accusano Ludovico di avere scandalizzato la societ cristiana. Viene fatto spogliare delle vesti imperiali e vestito con l'abito del penitente. Tuttavia l'accordo tra gli altri figli non completo perch Lotario continua a rivendicare la sua superiorit e nel giro di un anno Ludovico nuovamente riabilitato a Metz, e i tre figli vengono rispediti ognuno nei luoghi di pertinenza in una versione da esilio. Lotario viene rimandato in Italia con la proibizione di tornare a AQuisgrana etc. Ribadire questa ripartizione fa capire che Ludovico intende destinare la Optima Pars Regni Francorum ancora aCarlo.

21/05/2012 Parentesi: il conflitto ideologico tra Franchi e Costantinopolitani riguard liconoclastia, mentre Irene aboliva il culto delle immagini il Papa, con il sostegno dei Franchi, lo sostenevano come manifestazione dellintermediazione tra Dio e i suoi intermediari in terra. Dal punto di vista militare il conflitto tra il Sacro Romano Impero e lImpero Romano dOriente avvenne soprattutto in sud Italia. LA DIVISIONE DELLIMPERO CAROLINGIO

Alla morte di Ludovico nell840 la guerra riprese in forma aperta tra i suoi tre figli regnanti. Termin solo dopo che Lotario I Imperatore e re dItalia, sostenitore potente e forte dellunit imperiale, fu sconfitto da Carlo il Calvo e Ludovico II il Germanico nella battaglia di Fontenoy nell841. Nell834 Lotario I fece un patto con i Veneziani trattando i loro margini di azione mercantile, diverse esenzioni dalle tasse e i vari rapporti tra lImpero Carolingio e il Ducato di Venezia i cui membri si mostrarono come dei mercantes autorizzati; fu allora che avvenne il trasporto della salma di San Marco Evangelista da Gerusalemme a Venezia che cos si distinse anche dallutilizzo di un santo patrono diverso da quelli Carolingi e da quelli Imperiali. Fu allora che i Veneziani si distaccarono dallautorit dellImpero Romano dOriente. Lotario una figura molto interessante, sempre dipinto con toni forti, che accentuano la sua deprecazione, e nessuna entit statale moderna lo rivendica come avo, nemmeno lItalia in cui esercit un governo speciale e presente. Ludovico il Pio fu protagonista di tre biografie contemporanee, ma dalla sua morte questo genere letterario scomparve, a causa dellimbarazzo tra i letterati su chi dei tre sovrani sostenere. La gloria regia viene lodata con un nuovo genere: i sogni politici alto medievali, sono viaggi nellaldil prodotti in vari monasteri carolingi che hanno come oggetto visioni dellaltro mondo di vari monaci. Sono di solito storie di tipo politico: il monaco vede i Carolingi allInferno e uno dei candidati al Paradiso, i nemici politici dannati, oppure i monaci narrano di avere delle visioni in cui i santi reclamano le loro propriet fondiarie e vanno a rivendicarle uccidendo gli usurpatori. una letteratura che si sostanzia nelle conseguenze della guerra fratricida, che non loda pi i sovrani, ma li critica sulla base di un futuro incerto, e che fu purtroppo doloroso.

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Il trattato di Verdun dell843 fu letto come latto che sanc la fine dellImpero Unito. Anche se, in realt, lImpero Carolingio era gi lunione di vari regni che sottostavano allautorit dellImperatore, la novit che i tre fratelli mantennero unautorit pari, anche se Lotario mantenne il titolo di Imperatore e una supremazia soltanto morale. Inoltre furono poste le dinastie, ogni re franco sarebbe stato succeduto solo da suo figlio, quindi i confini dei regni rimasero stabili. LImpero fu diviso in tre parti: occidente a Carlo, oriente a Ludovico (dette Francia occidentale e Francia orientale), la parte centrale che comprendeva lItalia, la Svizzera, Aquisgrana and a Lotario Imperatore. Da adesso lImpero non si estende pi a tutto lOccidente, lImperatore ha vera autorit solo nei suoi territori che vanno dal Mare del Nord al Rodano, dalle Alpi al sud di Roma. La parte pi a nord non rimase sempre tanto stabile, ma lItalia rimase sempre legata allautorit imperiale. Ludovico ebbe le terre a est del Reno, mentre Carlo il Calvo le terre a ovest del territorio di Lotario fino allAtlantico. Questo accord segno le varie fedelt aristocratiche nelle varie zone dEuropa. un frazionamento politico macro regionali, frutto dello stazionamento dellaristocrazia, dei suoi interessi fondiari e politici. Quindi fu il risultato di orientamenti privati e culturali dellaristocrazia. Fino ad allora si era detto che senza i Carolingi non ci sarebbe laristocrazia, ma dall841 si invert il concetto, da allora si sostenne che senza il supporto aristocratico non ci sarebbero i Carolingi. Da met del IX secolo comparve una formula particolare: i Carolingi dicevano di essere Rex gratia Dei re per grazia di Dio, ma dal IX secolo apparvero formule che attribuivano alla volont divina per le unioni coniugali comes gratia Dei con la figura della comitissa (moglie del conte), un segno che il titolo di conte sia sempre meno una carica delegata dallalto, ma come una carica delegata da Dio, e quindi il conte diventa un titolo ereditario, poich dato dal Signore ad una determinata famiglia, un titolo di funzionario pubblico che diventa un titolo nobiliare che designa uneredit di sangue di uno specifico gruppo famigliare; il ruolo regio diventa cos sempre meno rilevante. Un esempio la firma del nobile Bosone, marito di una Carolingia, Ego Boso gratia Dei id quod sum (Io Bosone per grazia di Dio ci che sono). IL REGNO DITALIA

Morto Lotario I il regno dItalia e la corona imperiale passarono a suo figlio Ludovico II, che gi nell844 era re dei Longobardi. In questo periodo c la differenziazione tra i vari regni, tramonta lomogeneit passata. Ludovico II ricevette il titolo imperiale a Roma e si concentr sui domini italici, lasciando perdere la parte dOltralpe, cosicch Ludovico si tir fuori dalle faide per quelle terre tra i suoi zii. Ludovico II fu definito da Incmaro vescovo di Reims lImperatore dItalia; quindi Ludovico II fu un sovrano italiano che interpret con impegno la sua funzione concentrando la consolidazione carolingia in Italia. Lo fece creando una cancelleria imperiale dItalia composta da soli membri italiani, soprattutto dellItalia settentrionale. I suoi principali supporti furono soprattutto in Italia. La cancelleria era a Pavia, quindi cera il riferimento alle origini longobarde del

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regno, ed da Ludovico II che il titolo di re ha la sua oscillazione tra Rex Longobardorum e Rex Italiae; interessante il recupero delle tradizioni longobarde e la sua vicinanza nella pianura padana, in cui Ludovico ristabilisce la rete dei monasteri. C anche la riformazione di unaristocrazia imperiale solo italiana: erano pochi ma potentissimi gruppi famigliari (i Supponidi, i duchi di Spoleto, di Tuscia, i marchesi del Friuli, di Ivrea, famiglie di origini transalpine ma con interessi e basi in Italia). La caratteristica di questa nuova aristocrazia italiana si manifesta in una variazione dei diplomi. Una caratteristica enfatizzata di Ludovico II la ristrutturazione della corte imperiale e la modalit con cui lImperatore conferisce i suoi privilegi: nella vecchia metodologia c lImperatore che dona ad un soggetto una specifica terra o dei diritti o altro, in pratica una donazione diretta; con Ludovico II questa modalit del re generoso viene arricchita da un intermediario, quindi c lImperatore che su consiglio di un soggetto dona allabate o al vescovo o ad altri. C quindi una terza figura che fa da cuscino tra coloro che sono benificati dalla donazione imperiale e il sovrano, quindi per arrivare allImperatore si passa per un nucleo molto limitato di consiglieri, e la prima a smistare queste relazioni dellImperatore sua moglie che prima non compariva mai come figura politica tra i Carolingi. la figura dei Consigliari Regis, essi sono i portavoce delle richieste fatte dal basso. Presentare la figura dellImperatore come uno che non si pu vedere un modo per enfatizzare la sua figura e la rilevanza dei pochi che lo circondano. A partire dalla met del IX secolo in tutta lEuropa carolingia, ma soprattutto in Italia, la figura della regina ha una nuova e spiccata rilevanza. Prima di allora era solo la moglie dellImperatore e fonte della sua prole. Con Angelberga, moglie di Ludovico II, c una nuova forza, poich sull80% dei diplomi di Ludovico c il suo nome come intermediario. detta dulcissima coniux o pulcrissima coniux (dolcissima e bellissima moglie), ma con Angelberga emerge anche una denominazione tardo antica che indicava il successore: la consors regni o consors imperii, ma che ha una differenza dal passato, prima era il figlio, un parente o comunque il successore dellImperatore, sempre di genere maschile, ora intende lappellativo consors come moglie, la moglie del sovrano che regge contemporaneamente con lui il potere. Da allora, soprattutto in Italia, il passaggio di genere di termine indica che la regina ha delle responsabilit che trascendono il ruolo femminile, ha responsabilit anche politiche. in questo periodo che compare il trattato De ordine palatii del vescovo Incmaro di Reims, in cui si afferma che la regina deve gestire il tesoro regio, presenziare alla sua ripartizione, in pratica di assegnare a ciascuno il proprio compito, il proprio ruolo, e il re e la regina sono anche la rappresentazione della famiglia, e deve essere lesempio di tutte le altre famiglie. Il palazzo quindi la casa del re e della regina, oltre che il luogo dellunit politica. Incmaro scrive anche una preghiera per il momento in cui una donna diventa regina e cambia il suo status. Un altro aspetto importante la messa per scritto, nel regno di Lotario, un elenco di terre pubbliche, un dotalicium, date alla regina, la sua risorsa politica ed economica. Questo cambiamento si realizza molto pi in Italia che negli altri due regni franchi. Lo si vede maggiormente quando Ottone I riprende lImpero e le fa dei documenti riguardando lItalia chiamandola consurs imperii, ma in altri documenti detta solo dulcissima coniux.

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Ma ci furono anche moltissimi rapporti tra Ludovico II con il Papato, rapporti tesi dal divorzio non legittimo di suo fratello Lotario II. Ludovico ebbe un connubio con i Papi Niccol I Giovanni II, un connubio politico con Ludovico e sua moglie. Il sud Italia erano ancora indipendenti il ducato di Benevento e il dominio diretto dellImpero Romano dOriente in Sicilia e altri luoghi. Ma nel sud si articolarono anche autonomie locali di matrice longobarda tra cui il Principato di Salerno e il comune indipendente di Capua. Una frammentazione che fu aggravata nell840 dalla comparsa dei pirati saraceni, pericolosi perch anche mercenari usati dagli Italici per combattersi tra loro.

22/05/2012

L'obiettivo di queste leziojni sull'ultima parte dell'et carolingia quella di mettere in risalto quali furono i problemi interni e anche quale fu il peso delle novit esterne, cio delle cosiddette seconde invasioni. A partire dagli anni cinquanta l'impostazione che vedeva gli effetti di lunga durata di eventi militari, vede una riduzione contestuale della rilevanza oggettiva di questi fenomeni. Tuttavia se queste seconde invasioni non possono essere da sole, le ragioni delle trasformazioni, questo fenomeno fu utilizzato internamente, cio le invasioni divenero lo spunto di una accesa critica politica interna ai governanti carolingi che furono accusati di non riuscire a organizzare una difesa efficace e quindi furono messi in croce proprio sul tema della difesa dell'impero.

Quello che bisogna sottolineare che attorno all'840, quando i saraceni invadono Benevento e l'italia meridionale, questa occasione costitu per l'imperatore Ludovico II un momento in cui egli pot ritentare di rioccupare l'Italia meridionale e fare in modo di presentarsi come difensore della cristianit contro i pirati arabi, organizzazndop una spedizione militare in italia meridionale e quindi aproffittando di questo tipo di incursioni per ristabilire il potere carolingio in itala meridionale. Tuttavia il tentativo, che si reiter una seconda volta alla fine della sua vita, fece anche risaltare il fatto che le autorit locali preferivano affrontare il rischio dei raid saraceni da soli piuttosto che consentire all'imperatore carolingio di intervenire direttamente nei loro affari e quindi utilizzare questo pretesto per imporre una egemonia carolingia che le autorit meridionali avevano evitato. Questo si vede nel 871 quando Ludovico II accorre in difesa di Benevento. Nella reazione del duca di Benevento Adelchi che fa imprigionali Ludovico II, non avendo alcuna intenzione di farsi

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difendere

dall'esterno.

Da questo punto di vista la scomparsa di Ludovico II nel 875 apr una situazione molto complicata che lasci momentaneamente un vuoto di potere nella linea di discendenza dell'imperatore, perch nonostante i suoi sforzi Ludovico aveva fallito nella suamissione, di avere un figlio maschio. QUindi nonostante lo sforzo di riorganizzazione burocratica e dei poteri della regina, questi non furono sufficienti per coprire un vuoto di potere che minava dalle basi le consuetudini.

Fu il papa a prendere le redini della situazione convocando una sinodo a Ravenna che decise di dare la corona imperiale allo zio di Ludovico II, carlo il Calvo. Questa soluzione, preceduta da una serie di patti e accordi, vide l'arrivo in Italia di Carlo il Calvo, la sua incoronazione nel 877, ma dovette contrastarsi con un fatto imprevisto. Di ritorno in francia fu assalito da un morbo, morendo in fretta sulle alpi, creando degli enormi problemi di gestione del corpo dell'imperatore.

A partire dall'875 c' una serie di avvenimenti che possiamo inserire nella casualit. UN aspetto che parlando di storia bisogna tenere in considerazione. Dall'875 fino al 888, con la morte dell'ultimo dei Carolingi, la casualit fuun fattore importante poich si verificarono una serie di morti a breve distanza di tutti i carolingi disponibili, di parte paterna, che in pochissimo tempo fecero restare come candidato possibile solo uno, Carlo il Grosso con il problema che era un figlio che era stato fatto re di Alamannia, si era gi fatto nominare re d'Italia nel 879 e nell 881 con la sua incoronazione sembrava che fosse in grado di riorganizzare l'unit dell'impero. Quidi l'880-1 viene visto dalle fonti, specialmente negli annali, come un anno di rinascita, di possibile ripresa. Questo si vede nell'attivit nuziale di Carlo il Grosso il quale viene sollecitato a una attivit di produzione di carte intensa, come se lapossibilit di riunificare ci che era diviso, avesse in qualche modo una su aattrattiva. Carlo il Grosso fu una figura, nella realt, molto pi effimera. poich il suo regno dur pochissimo. Lui stesso si ammal e nel 888 fu deposto, accusato di essere re inutile, eprch non riusciva ad organizzare.In particolare perch nell'888 erano accaduti due fatti iportanti: Parigi aveva cominciato ad essere la meta di Raid e stanziamento pi stabile dei vichinghi; alla deposoizione di Carlo il Grosso non segue un vuoto, ma la nomina di Oddone conte di parigi a re dei franchi. Quest'utlima ci fa vedere due cose: Carlo il Grosso venne accusato seguendo lo stesso paradigma che usarono i Carolingi, accusato di essere un re inutile. Vediamo nella sostituzione di Carlo il Grosso che possiamo rilevare in maniera pi generale: rafforzamento delle autorit comitali sul territorio e quindi dell'utilizzo da parte dei Cnti della loro funzione pubblica per prendere il posto dei Carolingi. IN secondo luogo come i frangenti di emergenza possano essere usati per scartare un re e proporne un altro.

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Le lotte per la carica imperiale videro entrare all'interno della competizione anche dei candidati che non erano di parte carolingia, ma che potevano vantare degli attentati carolingi, ma soprattutto quello che pi interessante vedere come gli appelli dei re alla difesa contro le invasioni esterne andarono formalmente deserti, perch la difesa si era nel frattmepo organizzata molto di pi su base locale, comitale. Con la morte di Carlo il Grosso si incontrano due linee:

1- L'ambito d'azione dell'attivit politica che diventa un ambito di azione regionale, quindi si assiste nel giro di una cinquantina di anni al potenziamento di figure che hanno prima di tutto una rete di relazioni territoriale e neanche troppo esteso. Quindi la fine dell'impero carolingio fu l'occasione in cui questi leader locali possono emergere. Questa regionalizzazione degli ambiti e degli orizzonti politic, costitu la fine del concetto di aristocrazia imperiale. Si rafforza viceversa l'elite locale. Questa stessa regionalizzazione coinvolge anche l'orizzonte poltico del papato, che dalla seconda met del IX sec, restringe la propria azione politica a livello locale e si concentra nelle faccende che riguardano l'area del centro italia. Molto significativo una delle occasioni mancate dal papato per trovare di nuovo un suo orizzonte di respiro internazionale. Si tratta di una serie di decreti che prendono il nome di Decretarum Pseudo Isidoriane, che il clero della chiesa franca aveva creato e fatto circolare per diminuire il potere degli arcivescovi del regno dei franchi. Queste negarono che i metropoliti avessero autorit per soverchiare il potere papale. Ma queste carte false hanno una circolazione limitata. DOcumenti di questi genere il papa avrebbe potuto far ribadire i vincoli di subordinazione dei vescovi nei confronti dei viscovo di Roma. Il papato di roma non ebbe mai conoscenza del Decretali e quindi la mancanza di rapporti internazionali fece sfuggire questa occasione di riaffermazione.

La deposizione di Carlo il Grosso un momento molto importante che denuncia la crisi interna del rapporto tra aristocrazia e potere centrale e denuncia anche il fatto che l'aristocrazia pronta a entrare in azione e quindi a candidare se stessa come efficacie sostituto dei carolingi.

Il primo punto da sottolineare che le seconde invasioni non sono una caratteristica nuova della fine del IX sec, poich fin dalla fine dell'VIII sec, soprattutto sulla costa dell'attuale inghilterra si erano verificati, soprattutto a danno dei monasteri, delle occasionali operazioni di ruberie da parte di navi che le fonti individuano come navi di Nordmanni. L'accanimento contro i monasteri non religioso, ma deriva dal fatto che i monasteri erano i luoghi pi semplici in cui i pirati potevano trovare quello che volevano: collezioni di oggetti, di manoscritti, cio di oggetti di prestigio. Cronologicamente, questi attacchi non sono un fenomeno specifico dell'et tardo carolingia, mache incomincia agli albori del regno. Sostanzialmente diverso il modo in cui queste presenze esterne vengono presentate e il modo in cui si tratta con questi "invasori".

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Il modo con cui Carlo Magno e Ludovico il Pio avevano gestito i rapporti con questi era molto tradizionale, cio quello di inviare delle ambascerie e di scendere a patti, anche con la promessa di pagare dei tributi. UN'altra strada tentata era ancora pi tradizionale, cio quella di far comprendere ai vichinghi la bont di essere inseriri all'interno di un sistema che avrebbe compreso la conversione al cristianesimo. Ludovico il Pio, soprattutto, tent di coinvolgere questi capi vichinghi. Il problema era che l'autorit stessa di questi capi non era sufficientemente affermata da poter permettere di proporsi ai loro uomini come leader affidabili in quanto cristiani. I tentativi tradizionali fallirono, poich questi principi convertiti non riuscirono poi a stabilire una salda leadership. Il fenomeno delle seconde invasioni viene quindi, rispetto all'inizio, ad assumere delle proporzioni che muta nel corso del IX sec, accentuandosi nella seconda parte del secolo. Da un lato cambia, da parte degli assalitori, la strategia di assalto e dall'altra una situazione interna aquisce la rilevanza di queste presenze.

Si assiste in tutta l'Europa di anche un altro gruppo, gli Ungari, che compie raid in italia settentrionale. Abbimo tre fronti d'invasioniche progressivamente minano da un lato la sicurezza interan delle frontiere carolinge e dall'altro minano il sistema stesso nella sua composizione. Questo fenomeno ha quindi un arco cronologico tra il 750 e il 950 e si caratterizza a partire dalla seconda met del IX sec, con un mutamento per quanto riguarda le tecniche di aggressione, poich soltanto con la seconda met del IX secolo che i Raid dei vichinghi, non assumono pi la forma di raid di bottino e ritorno, ma si configurano come degli attacchi che seguono ad uno stanziamento permanente in loco, degli assalitori. Per far ci c' la necessit di legami locali, questi sono le autorit comitali, che vogliono utilizzare i vichinghi a proprio vantaggio, contro il centro del potere. L'alleanza tra funzionari locali e invasori uno dei punti chiave. Lo dimostra anche il fatto che sulla ifne del IX sec si stabiliscono dei luoghi precisi in cui i nordmanni possono essere stanziatie in cui possono cambiare la loro fisionomia da pirati a una fiosonomia ufficiale di mercanti, che commerciano sotto l'obrello istituzionale.

Molti si sono chiesti come mai l'impero carolingio, impero della conquista, in questi frangenti non dimostr nessuna particolare capacit di reagire a degli attacchi che erano tutto sommato modesti e non di entit pari al dispendio di energie di Carlo, contro i Sassoni o i Longobardi. NOn va pensata una superiorit numerica o a una loro superiorit delle tecniche militari. Questa non esisteva e anzi la superiorit tecnologica da parte carolingia era affermata. Il punto pi importante che complessivamente l'impero carolingio non era preparato a difendersi contro questo tipo di aggressioni. Come ha detto MIcheal Mccormick i carolingi trasformarono la guerra in una liturgia, che richiedeva prima di tutto un sacco di tempo per essere organizzato, per muovere quindi le truppe dal luogo di cordinamento all'azione di battaglie. Per esempio ogni campagna militare doveva essere rpeceduta da una serie di veglie, digikuni, di rpeghiere, che i comandanti militari e i

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vescovi indirizzavano a Dio per essere sostenuti. La cosa risiede anche nela composizione dell'esercito la cui sostanziale formazione non era molto cambiata dalla fine del secolo VII, vale a dire del fenomeno di aristocratizzazione dell'esercito, cio che era diventato un onere per la stragrande maggioranza dei proprietari fondiari, e che all'esercito andavano i fedeli dei grandi signori. La stessa politica carolingia aveva spnto la sedentariezzazione delle aristocrazie e la caratterizzazione aristocratica, quindi gli interessi dell'aristocrazia erano molto pi incardinati nella gestione della terra, dei propri dipendenti e quinid non prevedevano. I vassalli nel IX sec sono disponibili solo alcuni giorni della settimana per fare la guerra, quindi c' questa disponibilit a tempo determinato, facendoci vedere come la guerra fosse un fatto non prioritario. La cavalleria carolingia era utilizzabile soltanto in alcuni periodi e oltretutto con un costo di mantenimento molto elevato. Quindi anche questa forza d'impatto era limitata e inadatta ad affrontare nel lungo periodo assalti di questo genere.

Il fattore pi importante fu l'individuazione di una serie di carenze strutturali dell'impero carolingio, come macchina complessiva. Ma nemmeno restringere l'efficacia dirompente di questi assalti, come un fatto di pura natura militare, ma invece osservare complessivamente quali erano le falle nell'organizzazione nello stato carolingio nel suo omplesso. Prima di tutto dal punto di vista delle risorse lo stato carolingio mancava di un gruppo sostanzioso di finanze. Mancava di una efficace sistema di tassazione, l'unica tassazione introdotta era una tassa che rientra negli anni di Ludovico il Pio e che non ha a che fare con le risorse dello stato, ma a che fare con la parte ecclesiastica. Questa tassa diretta porta il nome di DECIMA, cio l'unica iposta diretta che vediamo valere, che costituita da un decimo delle rendime fondiarie di ogni proprietario fondiario. Una tassa anche molto esosa, ma a achi va? a cosa serve? La decima ha come obiettivo quello di sostene il clero regolare nell'ambito di una diocesi, quuindi il compito di una decima di permettere ai vescovi di restaurare le chiese andate in rovina, mantenere il clero delle chiese vescovili, manutenzione dei Pauperes e delle vedove, coloro che sono protetti dai vescovi in quanti creature border line. Inoltre la decima serve a tutto ci che necessario alla chiesa per potersi diffondere ed espandere sul territorio.

UN'altra mancanza la presenza di fortficazioni estese. POi la mancanza di un esercito permanente, mentre a partire dai regnir omano barbarici l'esercito molto di pi un occupazione dell'aristocrazia. La contrapposizione inoltre tra la vastit del territorio e quella che stata chiamata l'ATOMIZZAZIONE DELLA VITA SOCIALE. cio il mancato rapporto tra la compresenza di un territorio da difendere e gestire molto ampio, e invece una presenza di societ locali con degli scambi e tradizioni molto divese, contraddistinte da gruppi sociali che si muovono poco.

Un'altro aspetto sottolineato che guardandno alle fasce pi basse, non gliene fregasse nulla dell'invasione.

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Il punto fondamentale quindi la difesa locale, che a partire da questo momento viene infatti molto rafforzata e che rappresenta l'unica frontiera della difesa in et carolingia. A partire dalla seconda met del IX sec abbiamo le prime menzioni di ufficiali pubblici di conti che si fanno promotori di fortificazioni che servono prima di tutto alla difesa dei gruppi residenti in un determinato luogo. Le prime menzioni riguardano il dispiegarsi dell'attivit di mansionario che si manifestnao quindi nell'organizzazione di infrastrutture per riparare le popolazioni. Queste infrastrutture nel IX sec sono temporanee, costruite con materiali deperibili, non pensate per rimanere punti di riferimento stabili. Sono dei ripari atraverso il quale i funzionari pubblici difendono la popolazione. Da questo punto di vista le invasioni esterne possono essere senz'altro messe come uno dei fattori che provoc la nascita di un fenomeno di lunghissima durata nel medioevo tutto, fino al XIII ecolo, cio l'INCASTELLAMENTO., espressione inventata da PIerre Toubert, con il quale design complessivamente il fenomeno di oprigin, sviluppo e decremento della costruzione di edifici fortificati, insieme al loro uso e la loro funzione nel territorio dell'Europa medievale. Trae le mosse da una facile constatazione: quando le invasioni vichinghe cessano intorno al 950, i castelli continuanono ad essere costruiti

23/05/2012 EMERGENZE PARALLELE ALLE SECONDE INVASIONI:

Con la frammentazione dellImpero, le forti crisi e lemersione del potere locale il popolo vide che i proprietari e i funzionari pubblici erano i suoi veri protettori; per questa ragione, dopo la fine di Carlo il Grosso, si vide ununiforme creazione di piccole autorit locali, piccoli funzionari pubblici che difendono le loro popolazioni e rendono ereditaria la loro carica. Lautorit imperiale non pi necessaria perch ogni famiglia abbastanza ricca e potente pu proclamarsi ad autorit locale. Le seconde invasioni oggi sono considerate uno degli elementi della situazione dei Carolingi, e non il motivo della loro caduta, furono solo lelemento che mise in evidenza la debolezza del sistema politico del Sacro Romano Impero. interessante vedere luso che gli enti ecclesiastici e gli ufficiali pubblici fecero dal punto di vista della scrittura di questi eventi. Siamo abituati a vedere i nemici esterni come responsabili dello sfacelo dellordine, un uso strumentale degli invasori fatto dalle fonti monastiche e dalle narrative prodotte dagli ufficiali pubblici, tutti che presentarono le seconde invasioni come fenomeni invadenti e violenti al punto da necessitare delle misure di difesa draconiane. Nei documenti delle abazie e degli episcopati si caratterizzano due elementi: i mali cristiani (Saraceni e Pagani) e coloro che si oppongono allespansione dei monasteri, avvolte gli stessi funzionari pubblici, fattori esterni ed interni pericolosi che spingono alle misure drastiche. DOPO CARLO IL GROSSO: IL DESTINO DELLIMPERO

Dalla morte di Carlo il Grosso inizi il secolo di ferro caratterizzato da innumerevoli tentativi di

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conquistare il titolo di Imperatore, una competizione a livello europeo. Limportante era mantenere lImperatore come erede della giustizia e della sovranit carolingia, un ruolo importantissimo per laristocrazia, tutti i rituali furono mantenuti, sia per inaugurazione che per laristocrazia imperiale. Il Papato doveva valorizzare il momento dellelezione imperiale. Il problema che non ci sono pi eredi maschi legittimi dei Carolingi, e cos inizi la competizione di pi candidati che, per ottenere il potere, cercarono di opporsi con le armi. Si cerc di andare avanti senza i Carolingi, ma questo tentativo diede ai nuovi e brevi Imperatori un deficit di legittimit, anche per via della loro natura locale (sono detti appunto reguli, parodie dei re), il loro disprezzo era accentuato dal fatto che la loro fama non andava oltre un territorio molto limitato. Consideriamo anche lenorme divaricazione che arriva a dividere Francia, Germania e Italia, il loro sviluppo diversificato uno dei punti che rese difficile il dialogo tra queste realt. Una differenza importante quella che venne a crearsi tra il regno dei Franchi orientali e quello dei Franchi occidentali. In Francia, dopo la deposizione di Carlo il Grosso, Oddone, duce di Parigi ed eroe dellassedio danese a Parigi, viene eletto re dei Franchi. Ma Oddone aveva un dominio piccolissimo rispetto a quello complessivo dei Franchi occidentali, certo aveva Parigi, ma configurava il titolo di rex Francorum come un titolo territorialmente molto limitato. Il processo con cui il re dei Franchi diverr re di Francia sar quello di riaffermazione di re dei Franchi su tutto il territorio originario, con alleanze e vassallaggi con tutte le altre realt. Ma i Robertini, famiglia di Oddone, entr in conflitto con i Capetingi, eredi dei Carolingi, e fu proprio il Capetingio re di Francia Carlo il Semplice che mise fine alle seconde invasioni: diede al capo vichingo Rollone la terra che divenne Normandia, da allora diventata circoscrizione nominale e ducato vassallo del re di Francia. Questa soluzione che comprende la conversione al Cristianesimo dei Vichinghi di Rollone permette di trasformare i Normanni nei difensori delle terre prima razziate. Il regno si era cos dissociato in unit minori che avevano spesso a capo un ufficiale pubblico il cui titolo influenzava la denominazione tra comitato e ducato. Alcune provincie rimasero con la circoscrizione carolingia, mentre altre come la Borgogna furono il risultato del processo comitale. Complessivamente la Francia fu unatomizzazione del potere pubblico in cui il potere diretto del re ristretto alla sua base fondiaria prevalente. Molto diverso il caso della Germania che si caratterizza per la presenza di circoscrizioni amministrative, come la Francia, detti ducati. Ma questi sono molto pi basati su questioni etniche, e i poteri ducali sono molto pi stabili e durevoli, e molto pi coordinati luno con laltro; diversa anche lincidenza delle seconde invasioni tra Francia e Germania, in cui le seconde invasioni erano state viste molto meno come mezzo per laffermazione dei locali, quindi il potere centrale fu pi forte. Quindi i membri del potere imperiale pi longevi erano espressioni tedesche, tra cui Arnolfo di Carinzia, discendente illegittimo di Ludovico il Germanico, e in seguito Corrado di Franconia, a cui succedette Enrico I di Sassonia, antenato e iniziatore della dinastia Sassone Ottonica, cos la Sassonia divenne il territorio centrale e fonte della dinastia imperiale. LItalia stata pi complessa per vari motivi: lelezione dellImperatore avveniva a Roma,e quindi la presenza del Papa rendeva appetibile per i candidati al trono imperiale il desiderio di divenire re dItalia. In Italia ci sono vari candidati locali che si battono tra di loro per il soglio imperiale, uno dei pi interessanti il marchese di Friuli Berengario in contrasto con il marchese centrale Guido di Spoleto. Berengario ebbe un successo grazie al consenso dei nobili del nord ovest, e proprio lui rafforzer la capacit del re e poi dellImperatore di concedere dei possessi del confisco regio a dei

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privati, accentuando la possibilit di donare parti di terre pubbliche e di presentare lImperatore come lunico in grado di farlo. Finch Berengario pot permetterselo i nobili nord occidentali furono suoi grati clienti, ma quando Berengario divenne Imperatore nell891 pens di poter sospendere queste donazioni: fu abbandonato e assassinato dal suo figlioccio a Verona. In Italia il valore pubblico e del titolo pubblico rest per elevatissimo. Vediamo i diversi livelli di intervento pubblico nellattivit legislativa: in Francia non abbiamo pi in questepoca delle aggiunte, cos il re ha poco potere fuori dal suo terreno, mentre in Italia lautorit del re sul fornte giudiziario esponenzialmente pi grande che in precedenza.

28/05/2012

FORME

DI

POTERE,

FORME

DI

POSSESSO

FONDIARIO

Fino adesso il discoso sull'et carolingia si basato sugli avvicendamenti e la trasformazione della struttura dello stato e del potere regio. ora scenderemo , vedremo come funzionavano le forme di soggezione e quindi le forme di potere non da parte del'autorit regia ma che implicavano il funzionamento complessivo della societ carolingia. Quindi i due argomenti "le forme di potere e di possesso fondiario" sono due asetti da considerare insieme, poich nell'alto medioevo ogni forma di potere correlata al possesso o alla propriet fondiaria. non esiste forma di autorit di preminenza sociale che non sia basata sulla propriet fondiaria. La regola che non esiste autorit e prestigio se non si ha terra in propriet.

IMportante, prima di tutto, guardare la forma che il possesso e la gestione dei beni fondiari aveva acquisito nel corso del IX e del X secolo. importante, innanzitutto, ricordare una distinzione che abbiamo giocato di differenza tra propriet e possesso. COn propriet si indicano tutti quei beni che sono stati acquistati, scabiati ricevuti in eredit o attraverso donazioni e avere un bene in propriet significa che questi beni possono essere trasmessi in eredit a loro volta, possono essere donati o possono essere venduti. Una limitazione si pu riscontrare per gli enti ecclesiastici che non potevano vendere i propri beni, ne potevano acquisirli. Diverso il concetto di possesso, che implica dei diritti che sono limitato all'usufrutto del bene, impedendone la vendita o il dono. Non sono ereditari, ma possono essere ereditabili.

Da queste due diverse condizioni bisogna mettere in rilievo che sono due diverse condizioni di tipo

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giuridico, ma che nella forma materiale di presentazione, di fatto, si comportano nello stesso modo. Questa distinzione importante per capire le forme di potere concreto che si attuano nell'altomedioevo, ma anche per comprendere quanto la geografia del possesso sia un aspetto determinante.

Innanzitutto tra IX e X secolo vi una discreta quantit di ampliamento delle superfici coltivabili. In una societ con uno sviluppo tecnologico molto basso come quella altomedioevo, lo sviluppo dei dissodamenti, viene ad essere correlato con l'aumento della forza lavoro dispobile. C' una correlazione tra l'estensione delle superfici coltivabili e l'incremento degli impiegati nel lavoro. Il trend demografico di et carolingia sembra essere positivo. In questo contesto vediamo che nel corso dell VIII sec si hanno notizie di dissodamenti di terreni incolti, che hanno delle formule specifiche, come COMPREHENSIONES, CAPTURAE, che indicano la conquista agraria di territori, prima non coltivati. Il problema che resta da stabilire quale entit sia stata ad oerare, e quindi di quale entit sia stato l'aumento demografico. Ci sono delle differenze da zona a zona. Ampi dissodamenti sono testimoniati in una zona, relativamente, periferica del regno franco,c ome la zona padana dell'Italia. Gli enti ecclesiastici furono in prima fila in queste opere di dissodamento. Da notare che le opere intraprese dai monasteri avvengono quando i monasteri vengono beneficati da parte del potere pubblico di zone del fisco regio, fino a quel momento incolte. Sono le donazioni agli enti ecclesiastici che fanno cambiare destinazione a molte delle terre pubbliche. Possiamo dire che la dove vi erano porzioni consistenti di fisco regio, vediamo, in primo luogo, la sua trasformazione da foresta a luoghi agricoli. I dissodamenti, per, non erano un fenomeno individuale, ma erano tenuti rigidamente sotto controllo dai grandi proprietari e dal potere pubblico, che dovevano dare la propria autorizzazione in caso di messa a coltura di terre pubbliche. In qualche caso le terre dissodate, andarono in POSSESSO ai dissodatori, che come dice Carlo il Calvo nel 964, con la loro fatica le hanno trasformate da deserto a terra abitabile. Quello da sottolineare che da parte dell'autorit pubblica, questa autorizzazione non era sempre concessa, ne le autorit pubbliche, vedevano la sparizione della foresta come un fatto positivo, perch la diminuzione dell'incolto veniva interpretata come una diminuzione di alcune attivvit che erano sostanziali nel definire le attivit regie, tra cui la caccia. Se abbiamo diversi atteggiamenti da parte del potere pubblico, quindi abbiamo due capitolari. Uno dell'et di Carlo magno che stbailisce che gli uomini dipendenti dal pubblico devono ricevere in possesso delle porzioni di foresta da mettere in cultura, il capitulare DE VILLIS del IX secolo afferma che "se vi sono dspazi da dissodare, siano dissodati, ma non si permetta che i campi guadagnino terreno a spese dei boschi".

In sostanza le autorit pubbliche non sentivano l'attivit del dissodamento come una necessit o come un progresso prioritario. Quindi abbiamo in contrasto il valore della caccia e una considerazione molto realistica relativa alla modestia della tecnologia disponibile, che rappresentano due aspetti complessivi e che ci impediscono di pensare che i dissodamenti di et carolingia si siano manifestati in forme molto estese, in rado di aggredire i terreni pi difficili. Il punto che con l'et carolingia, noi siamo agli inizi di un processo secolare che durer fino al XIII

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sec che si avvia iniziando a capovolgere un tredn che fino a quel momento era stato sfavorevole.

Quello che bisogna vedere la caratteristica del sitema del possesso fondiario attraverso il sistema di gestione e di coltivazione che contemporaneamente implica una distribuzione della propriet e del possesso molto diversa da quella che era stata immaginata, pensata come una versione altomedievale dei grandi latifondi che esistevano nel nuovo mondo. La cosa che stata assodata dimostra che questo non il modello della propriet fondiaria dell'altomedioevo. Parliamo di un modello di gestione e distribuzione agraria. Le aziende agricole di et carolingia hanno due nomi che sono pi frequenti, il primo in area franca e tedesca, il secondo in territorio italiano: VILLA e CURTIS (parola che indica un modesto spazio con una recinzione che viene a ampliarsi di significato e a comprendere le grandi aziende nel loro insieme). Queste aziende agricole chiamate Curtis o Villa, erano estremamente varia sia nelle dimensioni sia nella caratteristiche. Nelle zone francesi, in particolare quelle attorno parigi, la struttura era formata da terre pi o meno continue, ma in Italia e Germania, queste terre erano anche molto lontane. Qundi erano ubicate sul territorio all'interno di aree diverse, ma anche in territori di villaggi diversi. Quindi i due tipi di economia si intrecciavano.

L'aristocrazia possedeva in opiena propriet, decine di curtes, che erano poste, talvolta, anche a grande distanza le une dalle altre. Non solo i beni si una singola curtis sono lontani, ma le curtes stesse lo sono. Questo fenomeno era particolarmente rilevante, per quanto riguardata i beni e le aziende di propriet dei grandi enti ecclesiastici che non potevano praticare un economia di mercato, ma potevano soltanto ricevere le donazioni. Perch il vero proprietario non il singolo abate, ma DIo in persona, oppure il santo a cui intitolato il monastero. Quindi pi disperso era il patrimonio monastico, pi ricco era un monastero o un ente episcopale, e pi questa dispersione implicava la grandezza del monastero stesso.

Questa dispersione sul territorio ha messo molto in discussione l'idea, di Pirenne, che si trattasse di un economia chiusa, che prodiuce solo per la propria sussistenza. Quindi l'economia della curtis, non un economia chiusa, ma necessita di un grado abbastanza elevato di raccordo tra una parte e l'altra delle unit in cui erano articolate le curtis. Questa circolarit produsse dei mercati interni in cui si scabiavano i beni prodotti nelle curtes diverse, e conosciamo diverse forme di coordinamento, di proprietari diversi e iniziative, di scambio, regolari, su precisa iniziativa degli enti monastici. Possediamo quindi degli inventari di beni, che si chiamano politici, dove si fa vedere anche quali sono i rapporti economici tra un monastero e l'altro. Soprattutto in italia evidente la maggiore rilevanza di questi mercati verso la citt. L'economia curtense si produce anche per vendere le derrate alimentari a chi non produce, cio gli abitanti della citt.

Questo modello un modello organizzativo che trova le sue prime manifestazioni nelle terre di propriet regia, nella zona attorno a parigi epoi si diffonde, man mano che la conquista dei territori

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tende a diffondere anche un modello di tipo meridionale, della propriet fondiaria. Le terre, dal punto di vista della gestione agraria, sono individuate all'interno della stessa curtis, con due nomi diversi: gestione diretta, colui che il proprietario PARS DOMINICA; una seconda parte formata dalle terre date in concessione, in affittoa dei contadini perch questi lavorassero queste terre e il nome di queste terre quello di PARS MASSARICIA. Questo sistema non era del tutto nuovo e si era sviluppato in maniera lenta per rispondere a un fatto oggettivo, cio il progressivo venir meno di schiavi e braccia lavorative che era la conseguenza del trend demografico negativo, che aveva caratterizzato il periodo fino all'inizio del IX secolo. Ci implicava una riduzione della parte da dare in coltivazione agli schiavi, e la ricerca di cordinarsi con degli affittuari. Questo sistema raggiunge una grande compattezza organizzativa. Noi troviamo nel corso del IX e X secolo, l'affermarsi di questa gestione a livello europeo. Questo sistema viene ad avere una sua provapoich, come gi osservato, anche sotto il profilo insediativo al pattern per case sparse si sostituisce un modello insediativo molto pi accentrato, che ha una chiara esplicita gerarchia sociale all'interno degl i stessi villaggi. Questo modello pi visibile nelle zone della Francia settentrionale, mentre in zone come l'italia si afferma in maniera tardiva. Quindi quello che caratteristico del sistema curtense, lo stretto legame che esiste tra le due sezioni dell'azienda. la prima parte il dominicum. Il dominicum viene gestito dal proprietario fondiario, utilizzando le forze die propri schiavi che egli non retribuisce ma che mantiene integralmente. Le terre del dominicum sono quindi coltivate prevalentemente dagli schiavi del proprietario fondiario. A esse si uniscono anche delle altre prestazioni che sono di lavoro coatto, obbligatorie, che con il passare del tempo hanno preso nella latteratura la denominazione di corve, che sono fornite dagli affittuari che lavorano quindi sulla parte massaricia. Queste prestazioni, nel li nguaggio altomedievale si chiamano OPERE o ANGARIE. Molto occasionalmente queste prestazioni si integrano con della mano d'opera salariata. La parte dominica comprende una gestione quasi a costo zero. Dal punto di vista delle prestazioni dei concessionari, degli affittuari, le prestazioni erano diverse a seconda della condizione giuridica dei concessionari stessi. Dipende se gli affittuari erano dei liberi oppure dei servi. COn il passare del tempo, nel corsol del X secolo, vediamo affermarsi nella documentazione scritta una differenza della natura del manso lavorato dai singoli concessionari. ABbiamo una divisione in mansi liberi se il loro concessionario erano originariamente libero o viceversa dei mansi servili. Quindi c' una differenza tra terre servili e terre libere. I liberi danno prestazioni cadenzate dedicate a momenti importanti del calendario agricolo. nelle zone dove la cultura scritta maggiormente diffusa, questo tipo di prestazioni viene messa anche per iscritto, e questa una modalit attraverso la quale i concessionari cercano di limitare i poteri del proprietario fondiario. Le prestazioni dei liberi, accompagnato dall'elenco degli attrezzi che devono portare, rilevnao che i liberi, normalmente, hanno un equipaggiamento superiore, rispetto al patrimonio posseduto dagli schiavi. I servi quindi erano obbligati anch'essi a fornire delle corve, con la differenza che i servi devono fornire delle corve pi pesanti, talvolta anche met del loro termpo deve essere dedicato al dominicum e l'entit della rpestazione e il luogo non era normalmente nemmno fissato per scritto, quindi le prestazioni sono delle prestazioni molto pi soggette all'aritrio e all'autorit e alla decisione del padrone della terra stessa. Quindi se la schiavit di corpo, terminata, si riconosce l0'essenza umana degli schiavi, dal punto di vista della condizione di vita la presenza di numerosi servi ci fa intravedere una condizione di vita e lavoro molto dura e pesante.

Veronesi Oreste, Universit degli studi di Padova, 2012

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