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UNIVERSIT

A DEGLI STUDI DI
MESSINA
FACOLT

A DI SCIENZE MM.FF.NN.
Corso di Laurea in Matematica
TEOREMI FONDAMENTALI SUGLI
OPERATORI LINEARI E RICERCA
DELLE LORO APPLICAZIONI
Tesi di Laurea di:
Santi Caltabiano
Relatore:
Ch.ma Prof.ssa C. Vitanza
ANNO ACCADEMICO 1998-1999
Indice Generale
Introduzione 1
1 Nozioni e strumenti propedeutici 5
1.1 Nozioni di algebra lineare propedeutiche . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5
1.2 Nozioni topologiche propedeutiche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13
1.3 Cenni sugli spazi vettoriali topologici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 29
1.4 Teoria di base degli operatori lineari . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 44
2 Teoremi fondamentali sugli operatori lineari 69
2.1 Operatori a graco convesso. Operatori ani. Teorema di Deutsch-Singer 69
2.2 Criteri di continuita per operatori e funzionali lineari . . . . . . . . . . . 76
2.3 Criteri per operatori e funzionali lineari aperti . . . . . . . . . . . . . . . 86
2.4 Prolungamento per continuita ad operatori lineari. Teorema di Nachabin.
Teoremi di Hahn-Banach. Teoremi di separazione . . . . . . . . . . . . . 91
2.5 Spazio degli operatori lineari e continui . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 118
2.6 Anello degli operatori lineari e continui. Criteri sull'inversa di un operatore
lineare. Teorema di Banach. Metodo delle approssimazioni successive . . 126
i
2.7 Teorema della mappa aperta. Teorema dell'inversa continua. Teorema del
graco chiuso . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 137
2.8 Teorema di Banach-Steinhaus. Principio dell'uniforme limitatezza . . . . 146
2.9 Funzionali lineari e continui di uno spazio di Hilbert e teorema di
rappresentazione di Riesz . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 149
Bibliograa 154
Indice Analitico 155
ii
Introduzione
Un numero considerevole di procedimenti matematici concreti puo essere incluso
in uno schema astratto descritto con l'aiuto degli operatori lineari. Tra i problemi
di tal genere vanno annoverati in particolare, lo studio delle soluzioni di sistemi di
equazioni dierenziali, lo studio della convergenza delle serie di Fourier e dei polinomi
interpolabili, delle formule di quadrature meccaniche, la teoria degli integrali singolari,
eccetera. In questi casi lo studio del problema, in forma astratta, si riconduce solitamente
alla dimostrazione della convergenza di una successione di operatori lineari, o alla
dimostrazione della limitatezza di tali operatori, o ad altri problemi analoghi.
Nella presente trattazione ci proponiamo di esporre e di approfondire i principali
teoremi sugli operatori lineari. Di alcuni teoremi non diamo la dimostrazione originale,
in quanto nel corso del lavoro di tesi si e trovata una dimostrazione pi u attinente a
questo contesto, un esempio in questo senso e dato dalla dimostrazione del teorema
di rappresentazione di Riesz di un funzionale lineare e continuo. Facciamo inoltre
osservare che alcuni risultati sono stati estrapolati da un contesto di analisi multivoca
e precisamente dalla teoria delle multifunzione a graco convesso, per i quali e stato
necessario costruire la dimostrazione adatta al caso, esempi di tali risultati sono: il
teorema di Deutsch-Singer [4], criteri di continuita, criteri per mappe aperte, eccetera.
1
Elenchiamo qui di seguito i risultati pi u salienti presenti nella nostra trattazione:
teorema di Deutsch-Singer, teorema di Nachabin, teoremi di Hahn-Banach, teorema sugli
operatori lineari nel caso di nito dimensionalia, teorema di Banach per l'inversa di un
operatore lineare e continuo, teorema della mappa aperta in forma generale, teorema delle
due norme, teorema di Banach-Steinhaus, principio dell'uniforme limitatezza, teorema di
rappresentazione di Riesz.
Il capitolo uno e di carattere introduttivo. Vi sono esposte le nozioni algebriche e
topologiche propedeutiche, ed i fondamenti della teoria degli spazi vettoriali topologici e
della teoria degli operatori lineari. L'impostazione di tale capitolo e stata fatta ricalcando
l'impostazione di base data dal professore B. Ricceri nel corso di Analisi funzionale [1].
Il capitolo due e suddiviso in paragra. Nel primo paragrafo si mettono in evidenza
i legami che intercorrono tra gli operatori lineari, gli operatori ani e gli operatori a
graco convesso. Di particolare interesse e un risultato estrapolato da un contesto di
analisi multivoca e precisamente dal teorema di Deutsch-Singer [4], il quale aerma che
condizione necessaria e suciente anche un operatore denito tra spazi vettoriali reali
sia lineare e che sia a graco convesso e che si annulli nell'origine. Nel paragrafo due e nel
paragrafo tre sono esposti dei risultati riguardanti rispettivamente gli operatori lineari
continui e gli operatori lineari aperti; tali risultati giocano un ruolo fondamentale nella
presente trattazione, sono inoltre presenti interessanti conseguenze. La costruzione di
questi due paragra e stata fatta adoperando sia gli appunti di analisi funzionale [1] che
gli appunti di analisi superiore [2], pi u precisamente da questi ultimi si e sfruttata la
parte conclusiva del corso inerente la trattazione delle multifunzione a graco convesso.
Nel paragrafo quattro si e arontato il problema dell'estendibilita di un operatore lineare
2
e continuo. Sicuramente degni di attenzione sono il teorema di Nachabin ed i teoremi
di Hahn-Banach. Inoltre vengono esposti come applicazione notevole di questi ultimi
i cosidetti teoremi di separazione. Per la stesura di questo paragrafo si e utilizzato il
testo Kantarovic-Akilov [6]. Il paragrafo cinque e dedicato allo studio delle proprieta
dello spazio degli operatori lineari e continui e pi u precisamente si dimostra che tale
spazio e di Banach rispetto alla norma operatoriale se lo e lo spazio d'arrivo ed inoltre
si dimostra che se lo spazio vettoriale topologico di partenza ha dimensione nita ed
e di Hausdor allora lo spazio degli operatori lineari e continui coincide con lo spazio
degli operatori lineari ovvero ogni operatore lineare e continuo. Per la stesura di tale
paragrafo sono stati utilizzati gli appunti di analisi funzionale [1]. Nel paragrafo sei
si aronta il problema dell'invertibilita di un operatore lineare e continuo. Spicca tra
i risultati il noto teorema di Banach. Inoltre vengono esposti come conseguenza dei
teoremi inerenti la convergenza del cosiddetto metodo delle approssimazioni successive.
La trattazione esposta in questo paragrafo e stata fatta seguendo l'impronta del testo
Kantarovic-Akilov [6]. Il paragrafo sette e tra i pi u importanti se non il pi u importante
paragrafo della presente tesi. In esso e trattato il teorema della mappa aperta in forma
classica che costituisce uno dei capisaldi di tutta l'analisi funzionale. Le conseguenze
di questo teorema sono ragguardevoli essendo queste il teorema dell'inversa continua, il
teorema del graco chiuso ed il teorema delle due norme. Il tutto viene compendiato
grazie a l'aiuto di un lemma fondamentale nel cosiddetto teorema della mappa aperta
in forma generale. Per la costruzione di tale paragrafo si e fatto ricorso agli appunti
di analisi funzionale [1], agli appunti di analisi superiore [2] ed al testo H. Brezis
[5]. Nel paragrafo otto viene trattato il fondamentale teorema di Banach-Steinhaus e
3
come applicazione notevole di questo un altrettanto fondamentale teorema noto come
principio dell'uniforme limitatezza. Di quest'ultimo viene data un'applicazione notevole
riguardante la convergenza di una successione di operatori lineari. Per la costruzione di
tale paragrafo sono stati adoperati gli appunti di analisi funzionale [1], il testo H. Brezis
[5] ed il testo Kantarovic-Akilov [6]. Il capitolo nove conclude la tesi ed in esso viene
esposto il fondamentale teorema di rappresentazione di Riesz di un funzionale lineare e
continuo di uno spazio di Hilbert. Una prima applicazione di questo teorema consente di
individuare l'espressione analitica di un funzionale lineare nel caso dello spazio euclideo
n-dimensionale. Ed in conclusione facendo uso del noto Lemma di Ascoli si ottiene la
formula per la stima della distanza di un punto da un iperpiano dello spazio euclideo
reale n-dimensionale. La trattazione di questo paragrafo si appoggia sulla trattazione
degli spazi di Hilbert esposta nel corso di analisi funzionale [1].
4
Capitolo 1
Nozioni e strumenti propedeutici
1.1 Nozioni di algebra lineare propedeutiche
Proprieta 1.1.1
Sia E un IK-spazio vettoriale; siano A,BE due sottoinsiemi; sia r
0
2E
Ts: Valgono allora le seguenti aermazioni:
(c) Se A 6= ; e B 6= ; allora A\ B = ; , (r
0
+ A) \ (r
0
+ B) = ;
(,) Se A \ B 6= ; allora r
0
+ A\ B = (r
0
+ A) \ (r
0
+ B)
Denizione 1.1.1
Sia E un IK-spazio vettoriale e siano F e G s.sp.vett. di E. Diciamo allora che la somma
dei sottospazi F+G e somma diretta e scriviamo F G se ogni vettore della somma
F+G, si puo scrivere in modo unico come somma di un vettore di F e di un vettore di G.
Teorema 1.1.1
Sia E uno spazio vettoriale sul corpo IK e siano F e G due sottospazi vettoriali di E
Ts: F+G e somma diretta , F\G=fo
E
g
5
Denizione 1.1.2
Sia E un IK-spazio vettoriale e sia SE insieme, diciamo che S e una varita ane se:
9F E sottospazio vettoriale e x
0
2 E t.c. S = x
0
+ F
Banalmente i traslati di varieta ani sono varieta ani. Si osserva che i punti sono delle
varieta ani poiche li possiamo rigurdare come traslati del s.sp.vett. banale fo
E
g.
Proprieta 1.1.2
Sia E uno spazio vettoriale sul corpo IK; sia SE una varieta ane e siano quindi FE
un sottospazio vettoriale e r
0
2E t.c. S=r
0
+F
Ts: Valgono allora le seguenti aermazioni:
(c) S e un sottospazio vettoriale , o
E
2S
(,) 8G E sottospazio vettoriale e
0
2E t.c. S=
0
+G allora F=G
() 8
0
2 S allora S
0
=F
Denizione 1.1.3
Sia E un IK-spazio vettoriale e sia AE insieme, diciamo allora che A e convesso se:
`r + (1 `) 2 A 8r. 2 A e 8` 2 [0. 1]
Si verica facilmente che i punti sono convessi, che il prodotto di uno scalare per un
convesso e un convesso, che la somma di convessi e un convesso (e che quindi in particolare
il traslato di un convesso e un convesso) e che l'intersezione di convessi un convesso.
Denizione 1.1.4
Sia E un IK-spazio vettoriale e sia AE insieme, diciamo allora che A e equilibrato se:
`r 2 A 8r 2 A e 8` 2 IK con j`j 1
6
Ovviamente o
E
2 A. Si verica facilmente che il prodotto di uno scalare per un equilibrato
e un equilibrato, che l'intersezione e l'unione di equilibrati e un equilibrato.
Denizione 1.1.5
Sia E un IK-spazio vettoriale e sia AE un insieme, diciamo allora che A e
assolutamente convesso se e convesso ed equilibrato.
Denizione 1.1.6
Sia E un IK-spazio vettoriale e sia AE insieme, diciamo allora che A e simmetrico se:
A = A
Si osserva immediatamente che ogni insieme equilibrato e simmetrico.
Denizione 1.1.7
Sia E uno spazio vettoriale sul corpo IK; sia AE un sottoinsieme non vuoto e sia r
0
2E,
diciamo allora che A e radiale nel punto r
0
se:
8 2 E 9o 0 t.c. r
0
+ ` 2 A 8` 2 [0. o]
Chiamiamo nucleo radiale di A e lo denotiamo con A
0
l'insieme punti di E in cui A e
radiale. Ovviamente A
0
A. Inoltre se BE con AB allora evidentemente A
0
B
0
.
Proprieta 1.1.3
Sia E uno spazio vettoriale sul corpo IK; sia AE un sottoinsieme; sia r
0
2E
Ts: r
0
2 A
0
, 8 2 E 9j 0 t.c. r
0
+ ` 2 A 8` 2 [j. j]
Proprieta 1.1.4
Sia E uno spazio vettoriale su IK; sia AE con A
0
6= ;; siano r
0
2E e ` 2 IKn f0g
Ts: (`A + r
0
)
0
= `A
0
+ r
0
7
Proprieta 1.1.5
Sia E un IK-spazio vettoriale; sia r
0
2E; sia FE un s.sp.vett; sia AE radiale in r
0
Ts: Se r
0
2F allora A\F e radiale in r
0
in F
Proprieta 1.1.6
Sia E uno spazio vettoriale sul corpo IK; sia AE un sottoinsieme convesso con A
0
6= ;
Ts: A
0
e convesso e A
0
= (A
0
)
0
Denizione 1.1.8
Sia E un IK-spazio vettoriale sul corpo IK e sia AE un insieme non vuoto, diciamo allora
inviluppo lineare di A e lo denotiamo con :jc:(A), l'intersezione di tutti i s.sp.vett.
di E che contengono A, ovvero il pi u piccolo s.sp.vett. di E contenente l'insieme A.
Evidentemente l'inviluppo lineare di un sottospazio vettoriale coincide con se stesso.
Teorema 1.1.2
Sia E uno spazio vettoriale sul corpo IK e sia AE un sottoinsieme non vuoto
Ts: span(A)=f`
1
r
1
+ + `
n
r
n
: `
1
. . . . . `
n
2 IK e r
1
. . . . . r
n
2 Ag
Corollario 1.1.1
Sia E uno spazio vettoriale sul corpo IK e sia AE un sottoinsieme con A
0
6= ;
Ts: span(A)=E
Corollario 1.1.2
Sia E uno spazio vettoriale sul corpo IK e sia FE un sottospazio vettoriale con F
0
6= ;
Ts: F=E
8
Proprieta 1.1.7
Sia E uno spazio vettoriale sul corpo IK e siano A,BE sottoinsiemi non vuoti
Ts: :jc:(A [ B) = :jc:(A) + :jc:(B)
Denizione 1.1.9
Sia E un IK-spazio vettoriale e sia AE non vuoto, diciamo allora che A e linearmente
indipendente (brevemente l.i.) se ogni parte nita di A costituisce un insieme di vettori
l.i. cioe se r
1
. . . . . r
n
2A a due a due distinti e `
1
. . . . . `
a
2 IK t.c. `
1
r
1
+ +`
n
r
n
= o
E
allora necessariamente `
1
= . . . = `
n
= 0.
Teorema 1.1.3
Sia E uno spazio vettoriale sul corpo IK e sia AE un sottoinsieme non vuoto
Ts: A e linearmente indipendente , 8r 2 :jc:(A) ammette rappresentazione unica
Denizione 1.1.10
Sia E uno spazio vettoriale sul corpo IK e sia AE un sottoinsieme non vuoto, diciamo
allora che A e una base di Hamel per E se e linearmente indipendente e se span(A)=E.
Teorema 1.1.4 (Massimalita di una base di Hamel)
Sia E un IK-spazio vettoriale e sia DE un sottoinsieme l.i.
Ts: 9A E base di Hamel t.c. D A
Teorema 1.1.5
Sia E uno spazio vettoriale sul corpo IK e siano A,BE due basi di Hamel per E
Ts: cc:d(A) = cc:d(B)
Denizione 1.1.11
Sia E un IK-spazio vettoriale, per il teorema 1.1.4 tale spazio ammette almeno una
9
base di Hamel e per il teorema 1.1.5 tutte le basi di Hamel di E hanno la medesima
cardinalita. Tenendo conto della premessa fatta si denisce allora dimensione algebrica
di E e la si denota con di:(E), la cardinalita di una qualsiasi base di Hamel di E.
Facciamo osservare subito che di:(IK
n
) = n, infatti basta considerare le n n-uple
(1. 0. . . . . 0). . . . . (0. 0. . . . . 1) che costituiscono una base per IK
n
, detta base canonica.
Denizione 1.1.12
Sia E un IK-spazio vettoriale e sia SE una varieta ane, per la proprieta 1.1.2 il s.sp.
di cui S e il traslato e univocamente determinato e quindi ha senso dare la seguente
denizione. Si denisce dimensione algebrica di S e la si denota con di:(S), la
dimensione del s.sp. di cui S e il traslato. Equivalentemente ssato un qualunque r
0
2 S
allora per la proprieta 1.1.2 la dimensione di S e la dimensione del s.sp.vett. S r
0
.
Proprieta 1.1.8
Sia E un IK-spazio vettoriale; sia DE insieme l.i.
Ts: cc:d(D) di:(E)
Dim
Conseguenza immediata del teorema 1.1.4.
Lemma 1.1.1
Siano E ed F IK-spazi vettoriali; sia n 2 IN n f0g
Ts: di:(E) n , 9r
1
. . . . . r
n
2 E l.i.
Teorema 1.1.6
Siano E ed F IK-spazi vettoriali
Ts: Sono allora equivalenti:
10
(1) di:(E) = di:(F)
(2) 8m 2 IN 9r
1
. . . . . r
m
2 E l.i. , 9
1
. . . . .
m
2 F l.i.
Dim (1))(2)
Conseguenza immediata del lemma 1.1.1.
Dim (2))(1)
Proviamo che di:(E) di:(F). Si puo presentare il caso in cui di:(E) < +1 ed
il caso in cui di:(E) = +1. Se di:(E) < +1 ) 9n 2 IN t.c. di:(E) = n segue
allora dall'ipotesi e dal lemma 1.1.1 che di:(F) n = di:(E). Sia adesso il caso in
cui di:(E) = +1 e quindi comunque ssato m 2 IN esisteranno m vettori di E l.i.
segue allora dall'ipotesi e dal lemma 1.1.1 che di:(F) m 8m 2 IN cioe di:(F) = +1.
Analogamente scambiando il ruolo di E con quello di F si ottiene che di:(F) di:(E).
Denizione 1.1.13
Sia E uno spazio vettoriale sul corpo IK e siano F e G due sottospazi vettoriali di E.
Diciamo allora che F e G sono complementari se:
E = F G
Proprieta 1.1.9
Sia E uno spazio vettoriale sul corpo IK; sia FE un sottospazio vettoriale
Ts: 9G E sottospazio vettoriale complementare ad F
Denizione 1.1.14
Sia E IK-spazio vettoriale e sia j : E ! IR un funzionale (si ricorda che per una funzione
denita su uno sp.vett. a valori in IK si riserva il nome di funzionale). Diciamo che:
j e sub-additivo se j(r + ) j(r) + j() 8r. 2 E
11
j e positivamente omogeneo se j(`r) = `j(r) 8r 2 E e 8` 0.
j e assolutamente omogeneo se j(`r) = j`jj(r) 8r 2 E e 8` 2 IK
j e una seminorma se e sub-additivo e assolutamente omogeneo
j e una norma se e una seminorma e se j(r) = 0 , r = o
E
. Usualmente per
denotare il funzionale norma si riserva il simbolo k k
E
.
Proprieta 1.1.10
Sia E uno spazio vettoriale sul corpo IK e sia j : E ! IR una seminorma su E
Ts: j e non negativa ed inoltre jj(r) j()j j(r + ) 8r. 2 E
Denizione 1.1.15
Sia E uno spazio vettoriale sul corpo IK e sia AE un insieme radiale in o
E
. Fissato un
vettore r 2E consideriamol'insieme f` 0 : r 2 `Ag che e non vuoto per la radialita di
A in o
E
. Posto cio deniamo allora il seguente funzionale non negativo:
j
A
: E !IR con j
A
(r) := inff` 0 : r 2 `Ag 8r 2 E
che prende il nome di funzionale di Minkowsky associato ad A.
Proprieta 1.1.11
Sia E uno spazio vettoriale sul corpo IK e sia AE un insieme radiale in o
E
Ts: Valgono allora i seguenti fatti:
(c) j
A
e positivamente omogeneo
(,) Se A e equilibrato allora j
A
e assolutamente omogeneo
() Se A e convesso allora j
A
e sub-additivo
(o) Se A e assolutamente convesso allora j
A
e una seminorma
12
Proprieta 1.1.12
Sia E uno spazio vettoriale sul corpo IK e sia AE un insieme radiale in o
E
Ts: Valgono allora i seguenti fatti:
(c) A j
1
A
([0. 1])
(,) Se A e equilibrato o convesso allora j
1
A
([0. 1[) A
() Se A e convesso allora A
0
= j
1
A
([0. 1[)
Teorema 1.1.7
Sia E uno spazio vettoriale sul corpo IK; sia AE un insieme radiale in o
E
; sia j : E !IR
un funzionale positivamente omogeneo
Ts: jj(r)j 1 8r 2 A , jj(r)j j
A
(r) 8r 2E
Proprieta 1.1.13
Siano E ed F due IK-spazi vettoriali; siano XE e YF non vuoti; sia : X ! Y una
funzione; sia
0
2F e consideriamo c : X ! Y +
0
con c(r) = (r) +
0
8r 2 X
Ts: q:(c) = q:() + (o
E
.
0
)
Proprieta 1.1.14
Sia E uno spazio vettoriale su IK; siano A,BE sottoinsiemi non vuoti e sia ` 2 IKn f0g
Ts: maxfcc:d(A). cc:d(B)g cc:d(A + B) e cc:d(A) = cc:d(`A)
1.2 Nozioni topologiche propedeutiche
Diamo qui di seguito denizioni e proprieta di natura topologica, propedeutiche ai
ni della presente tesi. Per un resoconto pi u dettagliato si veda D.C. Demaria [3].
13
Denizione 1.2.1
Sia X un insieme non vuoto e siano t
1
e t
2
due topologie su X. Diciamo allora che la
topologia t
1
e meno ne o pi u grossolana della topologia t
2
e scriviamo t
1
t
2
se
vale l'inclusione t
1
t
2
. Diciamo che t
1
e t
2
sono equivalenti se t
1
= t
2
.
Denizione 1.2.2
Sia X uno spazio topologico; sia fr
n
g
n2IN
una successione ordinaria in X e sia 2X.
Diciamo allora che la successione fr
n
g
n2IN
converge a se:
8U X intorno di 9i 2 IN t.c. r
n
2 U 8n i
Si fa osservare che una successione puo avere pi u punti di convergenza cioe non e detto
che valga l'unicita del limite. Denotiamo allora con:
lim
n!1
r
n
l'insieme dei punti di convergenza della successione fr
n
g
n2IN
. La circostanza che 2
lim
n!1
r
n
si esprime anche con le scritture:
lim
n!1
r
n
= oppure = lim
n!1
r
n
facendo attenzione al fatto che questa e solo una simbologia, nel senso che se
1
.
2
2
lim
n!1
r
n
cioe sfruttando la notazione ora introdotta
1
= lim
n!1
r
n
=
2
, allora non e
detto che
1
=
2
poiche come suddetto il limite non e necessariamente unico.
Denizione 1.2.3
Diciamo che uno spazio topologico e di Hausdor se per ogni coppia di punti distinti
esistono due rispettivi intorni disgiunti. Banalmente sottospazi topologici di uno spazio
di Hausdor sono di Hausdor.
14
Teorema 1.2.1 (Unicita del limite in uno spazio di Hausdor)
Sia X uno spazio topologico di Hausdor e sia fr
n
g
n2IN
una successione ordinaria in X
Ts: se fr
n
g
n2IN
ammette limite in X allora questo e unico
Denizione 1.2.4
Sia T un insieme non vuoto; sia X uno spazio topologico di Hausdor; sia ff
n
g
n2IN
in X
T
e sia f 2 X
T
. Diciamo allora che la successione ff
n
g
n2IN
converge puntualmente ad f
se per ogni ssato t 2T la successione ff
n
(t)g
n2IN
converge al punto f(t).
Denizione 1.2.5
Sia X un insieme non vuoto e sia F una famiglia di parti di X. Diciamo allora che la
famiglia F e un ricoprimento di X se l'unione dei suoi membri e tutto X. Se G e una
sottofamiglia di F diciamo allora che e un sottoricoprimento di F se a sua volta e un
ricoprimento di X. Un ricoprimento si dice nito se contiene un numero nito di insiemi.
Nel caso in cui X e munito di una struttura topologica allora diremo che il ricoprimento
F e aperto se i suoi elementi sono degli aperti.
Denizione 1.2.6
Sia X uno spazio topologico, diciamo allora che X e compatto se ogni suo ricoprimento
aperto ammette un sottoricoprimento nito. Se AX e un insieme, diciamo allora che A
e compatto se e compatto nella relativizzazione ad esso della topologia di X. Si verica
facilmente che i punti di uno spazio topologico sono compatti.
Teorema 1.2.2
Sia (X,t) uno spazio topologico; sia AX un insieme
Ts: A e compatto , 8fA
i
g
i2I
in t t.c. A
[
i2I
A
i
9i
1
. . . . . i
n
2 I t.c. A
n
[
j=1
A
i
j
15
Proprieta 1.2.1
Sia X uno spazio topologico e sia AX un insieme
Ts: Valgono allora le seguenti aermazioni:
(c) Se X e compatto e A e chiuso allora A e compatto
(,) Se X e di Hausdor e A e compatto allora A e chiuso
Denizione 1.2.7
Diciamo che uno spazio topologico e o-compatto se si puo scrivere come unione al pi u
numerabile (cioe nita o numerabile) di compatti.
Denizione 1.2.8
Un sottoinsieme di uno spazio topologico si dice denso se la sua chiusura coincide con
l'intero spazio.
Teorema 1.2.3
Sia X uno spazio topologico e sia DX un sottoinsieme
Ts: D e denso , 8 X aperto non vuoto D\ 6= ;
Denizione 1.2.9
Sia X uno spazio topologico; sia r
0
2X e sia U una famiglia di intorni di r
0
, diciamo
allora che tale famiglia e una base o un sistema fondamentale di intorni di r
0
se:
8U X intorno di r
0
9V 2 U t.c. V U
Denizione 1.2.10
Diciamo che uno spazio topologico e I-numerabile se in ogni punto ammette una base
fondamentale di intorni al pi u numerabile. Il vantaggio principale che orono gli spazi
16
topologici I-numerabili e che si puo lavorare con successioni ordinare invece che con
successioni generalizzate, cioe si puo fare uso di criteri sequenziali.
Teorema 1.2.4
Sia X uno spazio topologico I-numerabile; sia AX sottoinsieme e sia r
0
2X
Ts: r
0
2 A , 9fr
n
g
n2IN
successione ordinaria in A convergente verso r
0
Corollario 1.2.1
Sia X uno spazio topologico I-numerabile; sia AX sottoinsieme
Ts: A e chiuso , Ogni successione ordinaria in A convergente ha limite in A
Denizione 1.2.11
Un sottoinsieme di uno spazio topologico si dice raro se la sua chiusura ha interno vuoto.
Denizione 1.2.12
Un sottoinsieme di uno spazio topologico si dice di I-categoria se si puo scrivere come
unione al pi u numerabile di insiemi rari. Banalmente l'insieme ; e di I-categoria. Diciamo
che un sottoinsieme di uno spazio topologico e di II-categoria se non e di I-categoria.
Essendo ; di I-categoria allora necessariamente ogni insieme di II-categoria e non vuoto.
Denizione 1.2.13
Diciamo che uno spazio topologico e di Baire se ogni aperto non vuoto e di II-categoria.
Denizione 1.2.14
Siano X ed Y due spazi topologici; sia f:X!Y una funzione e sia r
0
2X diciamo allora
che f e continua in r
0
se:
8V Y intorno di f(r
0
) 9U X intorno di r
0
t.c. f(U) V
17
Diciamo che f e continua se e continua in ogni punto di X. Si denota con C
0
(X. Y)
l'insieme di tutte le funzioni continue da X in Y. Si verica facilmente che restrizioni e
composizioni di funzioni continue sono ancora funzioni continue.
Teorema 1.2.5
Siano X ed Y due spazi topologici; sia f:X!Y una funzione e sia r
0
2X
Ts: f e continua in r
0
, 8VY intorno di f(x
0
) allora f
1
(V) e un intorno di r
0
Teorema 1.2.6
Siano X ed Y due spazi topologici; sia f:X!Y una funzione
Ts: Sono allora equivalenti:
(1) f e continua
(2) 8AY aperto allora f
1
(A) e aperto
(3) 8CY chiuso allora f
1
(C) e chiuso
Teorema 1.2.7
Siano X ed Y spazi topologici con X I-numerabile; sia f:X!Y una funzione e sia r
0
2X
Ts: f e continua in r
0
, 8fr
n
g
n2IN
in X t.c. lim
a!1
r
n
= r
0
allora lim
a!1
f(r
n
) = f(r
0
)
Proprieta 1.2.2
Siano X ed Y due spazi topologici; sia AX compatto; sia f:X!Y una funzione continua
Ts: f(A) e un compatto
Denizione 1.2.15
Siano X ed Y due spazi topologici; sia f:X!Y una funzione bigettiva, diciamo allora che f
e un omeomorsmo se e continua assieme alla sua inversa. In tal caso X ed Y si dicono
omeomor. Una proprieta 1 si dice topologica se e invariante per omeomorsmo (ad
18
esempio la compattezza). Si verica facilmente che l'inversa di un omeomorsmo e un
omeomorsmo e che la composizione di omeomorsmi e un omeomorsmo.
Denizione 1.2.16
Siano X ed Y due spazi topologici e sia f:X!Y una funzione. Diciamo allora che f e
aperta se e mappa di aperti. Analogamente diciamo che f e chiusa se e mappa di chiusi.
Teorema 1.2.8
Siano X ed Y due spazi topologici; sia f:X!Y una funzione biettiva e continua
Ts: Sono allora equivalenti:
(1) f e un omeomorsmo
(2) f e aperta
(3) f e chiusa
Teorema 1.2.9
Siano X ed Y due spazi topologici; sia f:X!Y una funzione
Ts: f e aperta , 8r
0
2X e 8U X intorno di r
0
allora f(U) e un intorno di f(r
0
)
Proprieta 1.2.3
Siano X ed Y due insiemi non vuoti; sia AX insieme; sia f:X!Y una funzione
Ts: f(A) = f 2 Y : f
1
() \ A 6= ;g e Y n f(Xn A) = f 2 Y : f
1
() Ag
Teorema 1.2.10
Siano (X,t
X
) ed (Y,t
Y
) due spazi topologici; sia f:X!Y una funzione
Ts: Sono allora equivalenti:
(1) f e aperta
(2) 8
0
2 Y. 8 2 t
X
t.c. f
1
(
0
)\ 6= ; 9V Y intorno di
0
t.c. f
1
()\ 6= ; 8 2 V
19
Dim (1))(2)
Sia 8
0
2 Y e 2 t
X
t.c. f
1
(
0
) \ 6= ; allora per la proprieta 1.2.3 scegliamo V=f().
Dim (2))(1)
Sia AX aperto e proviamo quindi che f(A) e intorno di ogni suo punto. Sia
0
2f(A)
segue allora dalla proprieta 1.2.3 che f
1
(
0
) \ A 6= ; segue allora dall'ipotesi che
9V Y intorno di
0
t.c. f
1
() \ 6= ; 8 2 V segue dalla proprieta 1.2.3 che Vf(A)
e pertanto essendo V un intorno di
0
allora anche f(A) lo e.
Teorema 1.2.11
Siano X ed Y spazi topologici; sia f:X!Y funzione chiusa t.c. f
1
() compatto 8 2 Y
Ts: 8K Y compatto allora f
1
(K) e compatto.
Dim
Sia fA
i
g
i2I
un ricopr. aperto di f
1
(K). Fissiamo un 2K ed osserviamo che in particolare
la famiglia fA
i
g
i2I
e un ricopr. aperto di f
1
() che e compatto per ipotesi e quindi:
9I
j
I nito t.c. f
1
()
[
i2I
A
i
(1.1)
poniamo B
j
:=
S
i2I
A
i
che e un aperto di X in quanto unione di aperti. Consideriamo
adesso l'insieme
j
:= Y n f(XnB
j
) che e un aperto essendo per ipotesi f chiusa. E quindi
al variare di in K otteniamo la famiglia di aperti f
j
g
j2K
di F che e un ricoprimento di
K, infatti preso ad arbitrio 2K allora per la 1.1 segue che f
1
() B
j
e quindi segue
dalla proprieta 1.2.3 che 2 Y n f(Xn B
j
) =:
j
. E quindi essendo K compatto allora:
9
1
. . . . .
n
2 K t.c. K
n
[
j=1

j
j
(1.2)
Vogliamo vericare che:
f
1
(K)
n
[
j=1
B
j
j
20
Sia r 2 f
1
(K) ) f(r) 2 K segue allora dalla 1.2 che 9j = 1. . . . . n t.c. f(r) 2
j
j
)
f(r) 2 Y n f(XnB
j
j
) ) f(r) 62 f(XnB
j
j
) ) r 62 X n B
j
j
) r 2 B
j
j
. E si conclude
essendo banalmente per costruzione fB
j
1
. . . . . B
jn
g un sottoricopr. nito di fA
i
g
i2I
.
Teorema 1.2.12
Sia X un insieme non vuoto e siano t
1
e t
2
due topologie su X
Ts: Sono allora equivalenti:
(1) t
1
t
2
(2) 8r
0
2X e 8U X t
1
-intorno di r
0
) U e un t
2
-intorno di r
0
(3) l'dentita id
X
: (X. t
2
) !(X. t
1
) e continua
Corollario 1.2.2
Sia X un insieme non vuoto e siano t
1
e t
2
due topologie su X
Ts: Sono allora equivalenti:
(1) t
1
= t
2
(2) 8r
0
2X e 8U X allora U e un t
1
-intorno di r
0
, U e un t
2
-intorno di r
0
(3) l'dentita id
X
: (X. t
2
) !(X. t
1
) e un omeomorsmo
Denizione 1.2.17
Sia X un insieme non vuoto e sia c una famiglia di parti di X. Si verica facilmente che
in generale data una famiglia di topologie su X allora l'intersezione di queste topologie
e ancora una topologia su X. Tenendo conto di quanto detto si denisce topologia
generata dalla famiglia c e la si denota con t
o
, l'intersezione di tutte le topologie su
X, contenenti la famiglia c (ovviamente di queste topologie ne esiste almeno una, poiche
basta considerare ad esempio la topologia discreta). E quindi per denizione t
o
altro non
21
e che la topologia meno ne su X contenente la famiglia c. Considerate le famiglie:
G :=
8
<
:
G X : 9A
1
. . . . . A
n
2 a t.c. G =
n
\
j=1
A
j
9
=
;
H :=
(
H X : 9fG
i
g
i2I
in G t.c. H =
[
i2I
G
i
)
si puo dimostrare che la topologia t
o
puo essere espressa nel seguente modo:
t
o
= f;. Xg [ H
Si osserva che nel caso in cui c e chiusa rispetto all'intersezione nita allora a=G e quindi
in tal caso i membri della topologia t
o
si riducono all'unione di membri della famiglia c.
Denizione 1.2.18
Siano X
1
. . . . . X
n
spazi topologici. Si considera allora sul prodotto cartesiano X
1
X
n
,
la topologia generata dalla famiglia:
fA
1
A
n
: A
i
X
i
aperto 8i = 1. . . . . ng
detta topologia prodotto. Si verica facilmente che la famiglia generante e chiusa
rispetto all'intersezione nita. Una proprieta 1 si dice produttiva se il prodotto di
spazi godenti della proprieta 1 e ancora uno spazio godente della proprieta 1.
Teorema 1.2.13
Siano X ed Y due spazi topologici; sia WXY e sia (r
0
.
0
) 2XY
Ts: W e un intorno di (r
0
.
0
) , 9U X e V Y risp. intorni di r
0
e
0
t.c. UVW
Teorema 1.2.14
Siano X ed Y due spazi topologici
Ts: Valgono allora le seguenti aermazioni:
22
(c) XY e di Hausdor , X ed Y sono di Hausdor
(,) XY e I-numerabile , X ed Y sono I-numerabili
Teorema 1.2.15
Siano X ed Y due spazi topologici di Hausdor; siano fr
n
g
n2IN
e f
n
g
n2IN
successioni
rispettivamente in X ed in Y convergenti
Ts: lim
n!1
(r
n
.
n
) =

lim
n!1
r
n
. lim
n!1

Denizione 1.2.19
Siano X ed Y due insiemi non vuoti, chiamiamo allora proiezione su X, la funzione:
:
X
: XY !X con :
X
(r. ) = r 8(r. ) 2 XY
Analogamente si denisce la proiezione su Y.
Proprieta 1.2.4
Siano X ed Y due spazi topologici
Ts: La proiezione :
X
e continua, aperta e surgettiva
Teorema 1.2.16
Siano X, Y e Z spazi topologici; siano f:X!Y e g:X!Z due funzioni e sia h:X! Y Z
con h(r) = (f(r). g(r)) 8r 2X
Ts: h e continua , f e g sono continue
Teorema 1.2.17 (della diagonale)
Siano X, Y, W e Z spazi topologici; siano f:X!W e g:Y!Z due funzioni e sia h:XY !
WZ con h(r. ) = (f(r). g()) 8(r. ) 2 X Y detta funzione diagonale
Ts: h e continua , f e g sono continue
23
Teorema 1.2.18
Siano X, Y e Z spazi topologici; sia f:XY !Z e una funzione continua
Ts: f e continua separatamente cioe ssati r 2X e 2Y allora f(r. ) e f(. ) sono continue
Teorema 1.2.19
Sia X spazio topologico; sia Y spazio topologico di Hausdor; sia f:X!Y continua
Ts: q:(f) e chiuso
Teorema 1.2.20
Siano X ed Y spazi topologici; sia f:X!Y una funzione a graco chiuso
Ts: f
1
() e chiuso 8 2Y
Denizione 1.2.20
Sia X un insieme non vuoto, e sia d : X X ! IR una funzione. Diciamo allora che d e
una metrica su X se soddisfa alle seguenti tre proprieta:
(1) d(r. ) = d(. r) 8r. 2X
(2) d(r. ) d(r. .) + d(.. ) 8r. . . 2X
(3) d(r. ) = 0 , r =
La coppia (X. d) prende il nome di spazio metrico. Si verifca facilmente che la metrica d
e una funzione non negativa. Se A X e un insieme non vuoto allora si verica facilmente
che la restrizione d
jAA
e una metrica su A e si chiama metrica indotta.
Denizione 1.2.21
Sia (X,d) uno spazio metrico. Fissati r
0
2X e : 0 allora l'insieme:
1(r
0
. :) := fr 2 X : d(r
0
. r) < :g
e detto sfera (aperta) di centro r
0
e raggio :.
24
Denizione 1.2.22
Sia (X,d) uno spazio metrico. La topologia generata dalla famiglia di sfere:
f1(r. :) : r 2 X e : 0g
e detta topologia indotta dalla metrica ed e la topologia che si considera su (X,d).
Se A X e un insieme non vuoto allora si dimostra facilmente che la topologia indotta
dalla metrica indotta su A coincide con la relativizzazione ad A della topologia di X.
Teorema 1.2.21
Sia (X,d) uno spazio metrico; sia UX insieme non vuoto e sia r
0
2X
Ts: U e un intorno di r
0
, 9: 0 t.c. 1(r
0
. :) U
Corollario 1.2.3
Sia (X,d) uno spazio metrico; sia AX insieme non vuoto
Ts: A e aperto , 9f:
a
g
a2A
in ]0. +1[ t.c. A=
[
a2A
1(r. :
a
)
Denizione 1.2.23
Sia (X,d) uno spazio metrico. Fissati r
0
2X e : 0 allora l'insieme:
1(r
0
. :) := fr 2 X : d(r
0
. r) :g
e detto sfera chiusa di centro r
0
e raggio :. Si verica facilmente che ogni sfera chiusa
e un chiuso. Ovviamente 1(r
0
. :) 1(r
0
. :) e passando alle chiusure si ha 1(r
0
. :)
1(r
0
. :), l'inclusione inversa non e sempre vera.
Denizione 1.2.24
Un sottoinsieme di uno spazio metrico si dice limitato se esiste una sfera che lo contiene.
25
Denizione 1.2.25
Sia (X,d) uno spazio metrico e siano r
0
2X e AX insieme non vuoto. Si denisce allora
distanza del punto r
0
dall'insieme A, il numero non negativo:
d(r
0
. A) := inf
a2A
d(r
0
. r)
Denizione 1.2.26
Sia (X,d) uno spazio metrico. Diciamo che una succ. fr
n
g
n2IN
in X e di Cauchy se:
8 0 9i 2 IN t.c. d(r
n
. r
m
) < 8n. m i
Si osserva immediatamente che equivalentemente una succ. fr
n
g
n2IN
e di Cauchy se:
8 0 9i 2 IN t.c. d(r
n+p
. r
n
) < 8n i e 8p 2 IN
Proprieta 1.2.5
Sia (X,d) uno spazio metrico; sia fr
n
g
n2IN
una successione ordinaria in X
Ts: Valgono allora le seguenti aermazioni:
(c) Se fr
n
g
n2IN
e convergente allora e di Cauchy
(,) Se fr
n
g
n2IN
e di Cauchy allora e limitata
() Se fr
n
g
n2IN
e convergente allora e limitata
Proprieta 1.2.6
Sia (X,d) uno spazio metrico; sia fr
n
g
n2IN
una successione ordinaria in X; sia fc
n
g
n2IN
una successione ordinaria in IR
+
:= [0. +1[ innitesima t.c. d(r
n+p
. r
n
) c
n
8n. p 2 IN
Ts: fr
n
g
n2IN
e una successione di Cauchy
Proprieta 1.2.7
Sia (X,d) uno spazio metrico
Ts: X e di Hausdor e I-numerabile
26
Denizione 1.2.27
Diciamo che uno spazio metrico e completo se ogni succ. di Cauchy e convergente.
Proprieta 1.2.8
Sia (X,d) uno spazio metrico; sia AX insieme
Ts: Valgono allora le seguenti aermazini:
(c) Se A e completo allora A e chiuso
(,) Se X e completo e A e chiuso allora A e completo
Teorema 1.2.22
Sia (X,d) uno spazio metrico completo
Ts: X e di Baire
Proprieta 1.2.9
Sia X uno spazio topologico; sia (Y,d) uno spazio metrico; sia r
0
2X; sia f:X!Y funzione
Ts: Se f e continua in r
0
allora f e limitata su un intorno di r
0
Denizione 1.2.28
Siano (X,d) e (Y,j) spazi metrici; sia f:X!Y funzione. Diciamo che f e lipschitziana se:
9L 0 t.c. j(f(r). f()) Ld(r. ) 8r. 2 X
la costante L prende il nome di costante di lipschitz.
Proprieta 1.2.10
Siano (X,d) e (Y,j) due spazi metrici e sia f:X!Y una funzione lipschitziana
Ts: f e continua
27
Denizione 1.2.29
Siano (X,d) e (Y,j) spazi metrici; sia f:X!Y funzione. Diciamo che f e un'isometria se:
j(f(r). f()) = d(r. ) 8r. 2 X
cioe f preserva le distanze- Nel caso in cui la f e anche surgettiva allora gli spazi X ed Y
si dicono isometrici. Banalmente un'isometria puo essere rigurdata come una funzione
lipschitziana con costante di lipschitz 1.
Proprieta 1.2.11
Siano (X,d) e (Y,j) due spazi metrici e sia f:X!Y un'isometria
Ts: Valgono allora i seguenti fatti:
(c) f e iniettiva
(,) f
1
: f(X) ! X e un'isometria
() f e un omeomorsmo tra X ed f(X)
(o) se f e surgettiva allora X ed Y sono omeomor
Proprieta 1.2.12
Sia X uno spazio topologico; sia r
0
; sia f : X !I C una funzione
Ts: f e continua in r
0
, 1cf e 1:f sono continue in r
0
Denizione 1.2.30
Sia X uno spazio topologico; sia f:X! IR una funzione. Diciamo allora che la funzione f
e semicontinua inferiormente (brevemente s.c.i.) se per ogni ` 2 IR il sottolivello:
fr 2 X : f(r) `g
e un chiuso. Banalmente se f e continua allora f e s.c.i..
28
Proprieta 1.2.13 (s.c.i dell'inviluppo superiore)
Sia X uno spazio topologico; sia ff
i
g
i2I
famiglia di funzioni denite da X in IR s.c.i.
Ts: La funzione f(r) := sup
i2I
f
i
(r) 8r 2X e s.c.i.
1.3 Cenni sugli spazi vettoriali topologici
Nella maggioranza dei casi in cui si considera uno spazio vettoriale concreto E, in
esso vi e gia una certa convergenza naturale che determina la topologia in E, la quale
in generale risula compatibile con le operazioni algebriche dello spazio. In questa tesi ci
interessa soprattutto il caso in cui tale topologia puo essere assegnata a mezzo di una
norma, cioe il caso in cui E e uno spazio normato. Noi tuttavia, considereremo dapprima
il caso pi u generale degli spazi vettoriali topologici. Cio e motivato, da una parte, dal
fatto che molte questioni relative agli spazi normati vengono risolti per via naturale gia
a questo livello generale. L'introduzione che qui oriamo alla teoria elementare degli
spazi vettoriali topologici persegue soltanto gli scopi necessari ai ni della presente tesi e
pertanto non pretende di essere integrale e completa. Per una esposizione pi u dettagliata
degli spazi vettoriali topologici si veda N. Bourbaki [7].
Denizione 1.3.1
Sia E un IK-spazio vettoriale; sia t una topologia su E e consideriamo le seguenti funzioni:
: : E E ! E con s(r. ) := r + 8 r. 2 E
j : IKE ! E con p(`. r) := `r 8 r 2 E e 8` 2 IK
Diciamo allora che t e una topologia vettoriale se le funzioni somma : e prodotto j,
sono continue. In tal caso si dice che E munito della topologia vettoriale t, e uno spazio
29
vettoriale topologico. Se F E e un s.sp.vett. allora si verica facilmente che la
relativizzazione ad esso della topologia vettoriale di E e ancora una topologia vettoriale.
Una particolarita degli spazi vettoriali topologici e che nella maggior parte dei casi i
procedimenti dimostrativi si possono semplicare mediante opportune traslazioni.
Teorema 1.3.1
Sia E uno spazio vettoriale topologico; sia 1 una proprieta topologica; sia AE insieme
godente della proprieta 1; siano r
0
2E e ` 2 IK
Ts: Gli insiemi r
0
+A e `A godono della proprieta 1
Dim
Consideriamo f:E!E con f(r) = r
0
+ r 8r 2E che e un omeomorsmo essendo E
uno spazio vettoriale topologico, e quindi essendo 1 una proprieta topologica, segue che
l'insieme f(A)=r
0
+A gode della proprieta 1. Analogamente si verica che l'insieme `A
gode della proprieta 1 infatti basta considerare l'operatore g:E!E con g(r) = `r 8r 2E.
Teorema 1.3.2
Sia E uno spazio vettoriale topologico; sia 1 una proprieta invariante per continuita e
produttiva; siano A,BE due sottoinsiemi godenti della proprieta 1
Ts: A+B gode della proprieta 1
Dim
Consideriamo f:E E !E con f(r. ) = r + 8(r. ) 2 E E che e continuo essendo E
uno spazio vettoriale topologico e quindi per la produttivita e l'invarianza rispetto alla
continuita della proprieta 1 segue che l'insieme f(AB)=A+B gode della proprieta 1.
Proprieta 1.3.1
Sia E uno spazio vettoriale topologico; sia UE; sia r
0
2E
30
Ts: U e intorno di r
0
, 9W E intorno di o
E
t.c. U =r
0
+ W
Corollario 1.3.1
Sia E uno spazio vettoriale topologico; sia r
0
2E e sia UE intorno di r
0
Ts: Ur
0
e un intorno di o
E
Proprieta 1.3.2
Sia E uno spazio vettoriale topologico; sia UE intorno di o
E
; sia ` 2 IK
Ts: `U e un intorno di o
E
Proprieta 1.3.3
Sia E uno spazio vettoriale topologico; sia UE intorno di o
E
Ts: U e radiale in o
E
Corollario 1.3.2
Sia E uno spazio vettoriale topologico; sia AE insieme
Ts: i:t(A) A
0
Dim
Conseguenza della proprieta 1.3.1, della proprieta 1.3.3 e della proprieta 1.1.4.
Corollario 1.3.3
Sia E uno spazio vettoriale topologico; sia AE un insieme aperto
Ts: A = A
0
Corollario 1.3.4
Sia E uno spazio vettoriale topologico; sia FE un s.sp.vett. con interno non vuoto
Ts: E=F
31
Dim
Conseguenza immediata del corollario 1.3.2 e del corollario 1.1.2.
Proprieta 1.3.4
Sia E uno spazio vettoriale topologico; sia UE intorno di o
E
Ts: 9VE intorno di o
E
t.c. V+VU
Teorema 1.3.3
Sia E uno spazio vettoriale topologico; sia F la famiglia degli intorni di o
E
equilibrati
Ts: F e una base fondamentale di intorni di o
E
Teorema 1.3.4
Sia E uno spazio vettoriale topologico; sia AE un sottoinsieme; sia H una base
fondamentale di intorni di o
E
Ts: A =
\
V2H
(A + V)
Corollario 1.3.5
Sia E uno spazio vettoriale topologico; sia WE intorno di o
E
Ts: W W + W
Proprieta 1.3.5
Sia E uno spazio vettoriale topologico; sia H una base fondamentale di intorni di o
E
Ts: Le famiglie fW + Wg
W2H
e fWg
W2H
sono basi fondamentali di intorni di o
E
Dim
Per la proprieta 1.3.4 segue immediatamente che la famiglia fW + Wg
W2H
e una base
fondamentale di intorni di o
E
, e da cio assieme al corollario 1.3.5 segue che anche la
famiglia fWg
W2H
e una base fondamentale di intorni di o
E
.
32
Proprieta 1.3.6
Sia E uno spazio vettoriale topologico di Hausdor; siano fr
n
g
n2IN
e f
n
g
n2IN
due
successioni in E convergenti; siano f`
n
g
n2IN
e fj
n
g
n2IN
due successioni in IK convergenti
Ts: lim
n!1
[`
n
r
n
+ j
n

n
] = lim
n!1
`
n
lim
n!1
r
n
+ lim
n!1
j
n
lim
n!1

n
Proprieta 1.3.7
Sia E uno spazio vettoriale topologico; sia AE insieme; sia r
0
2E e sia ` 2 IK
Ts: r
0
+ `A = r
0
+ `A e i:t(r
0
+ `A) = r
0
+ `i:t(A)
Proprieta 1.3.8
Sia X uno spazio topologico; sia E uno spazio vettoriale topologico
Ts: Valgono allora le seguenti aermazioni:
(c) 8f. g 2 C
0
(X. E) e 8` 2 C
0
(X. IK) allora f + g. `f 2 C
0
(X. E)
(,) C
0
(X. E) e un sottopazio vettoriale di E
X
Denizione 1.3.2
Sia E uno spazio vettoriale topologico di Hausdor; sia fr
n
g
n2IN
una succ. in E. Diciamo
allora serie associata ad fr
n
g
n2IN
la somma degli inniti termini di fr
n
g
n2IN
. Fissato
k 2 IN diciamo ridotta k-esima o somma parziale k-esima il vettore:
:
k
:=
k
X
n=1
r
n
La succ. f:
k
g
k2IN
e detta succ. delle ridotte associata alla serie data. Diciamo che la
serie e convergente se la succ. delle ridotte ad essa associata e convergente ed il limite
prende il nome di somma della serie.
Proprieta 1.3.9
Sia E uno spazio vettoriale topologico di Hausdor; sia fr
n
g
n2IN
una successione ordinaria
33
in E e supponiamo che la serie
P
1
n=1
r
n
sia convergente
Ts: La successione fr
n
g
n2IN
converge a o
E
Proprieta 1.3.10
Sia E uno spazio vettoriale topologico; sia FE un sottospazio vettoriale
Ts: F e un sottospazio vettoriale
Corollario 1.3.6
Sia E uno spazio vettoriale topologico; sia SE una varieta ane
Ts: S e una varieta ane
Dim
Conseguenza immediata della proprieta 1.3.7 e della proprieta 1.3.10.
Denizione 1.3.3
Sia E uno spazio vettoriale topologico e sia AE un insieme non vuoto, diciamo allora
chiusura lineare di A e la denotiamo con :jc:(A), l'intersezione di tutti i s.sp.vett.
chiusi di E che contengono A, ovvero il pi u piccolo s.sp.vett. chiuso di E contenente A.
Proprieta 1.3.11
Sia E uno spazio vettoriale sul corpo IK e sia AE un sottoinsieme non vuoto
Ts: :jc:(A) = :jc:(A)
Denizione 1.3.4
Sia E uno spazio vettoriale topologico. Diciamo che un insieme AE e limitato se:
8U E intorno di o
E
9` 0 t.c. A `U
Banalmente sottoinsiemi di limitati sono limitati.
34
Proprieta 1.3.12
Sia E uno spazio vettoriale topologico; siano A,BE insiemi limitati; sia r
0
2E; sia ` 2 IK
Ts: Gli insiemi fr
0
g, A+B, r
0
+A, `A, A \ B, A [ B sono limitati
Teorema 1.3.5
Sia E uno spazio vettoriale topologico; siano A,BE non vuoti con A compatto e B chiuso
Ts: A+B e chiuso
Teorema 1.3.6
Sia E uno spazio vettoriale topologico; sia VE un intorno di o
E
convesso; Sia j
V
:
E ![0. +1[ il funzionale di Minkowsky associato a V
Ts: Valgono allora i seguenti fatti:
(c) i:t(V) = j
1
V
([0. 1[)
(,) V = j
1
V
([0. 1])
() JV = j
1
V
(1)
Teorema 1.3.7
Sia E uno spazio vettoriale topologico; sia AE un insieme convesso con i:t(A) 6= ;
Ts: Valgono allora i seguenti fatti:
(c) A = i:t(A)
(,) i:t(A) = A
0
() A = A
0
Denizione 1.3.5
Diciamo che uno spazio vettoriale topologico E e localmente convesso se ammette una
base fondamentale di intorni o
E
convessi.
35
Teorema 1.3.8
Sia E uno spazio vettoriale topologico e sia UE un intorno di o
E
convesso
Ts: 9V E intorno di o
E
assolutamente convesso t.c. VU
Corollario 1.3.7
Sia E uno spazio vettoriale topologico localmente convesso
Ts: E ammette una base fond. di intorni di o
E
assolutamente convessi
Denizione 1.3.6
Sia E un IK-spazio vettoriale; sia j:E![0. +1[ una seminorma su E; siano r 2E e r 0.
Si denisce semisfera relativa alla seminorma j, di centro r
0
e raggio r l'insieme:
o(j. r
0
. r) := fr 2 1 : j(r r
0
) < rg
Proprieta 1.3.13
Sia E un IK-spazio vettoriale; sia j:E! [0. +1[ una seminorma su E; siano r
0
2E e r 0
Ts: Valgono allora le seguenti aermazioni:
(c) o(j. r
0
. r) = r
0
+ ro(j. o
E
. 1)
(,) o(j. o
E
. r) e un equilibrato
() o(j. r
0
. r) e un convesso
(o) 8
0
2 E 9j 0 t.c. o(j. r
0
. ) o(j.
0
. j)
Denizione 1.3.7
Sia E un IK-spazio vettoriale; sia fj
i
g
i2I
una famiglia di seminorme su E. Si denisce
topologia indotta dalla famiglia fj
i
g
i2I
, la topologia generata dalla famiglia:
fo(j
i
. r. r) : i 2 I. r 2 E. r 0g
36
Si puo vericare che tale topologia su E e vettoriale. Se F E e un sottospazio
vettoriale e consideriamo la famiglia di seminorme fj
ijF
g
i2I
, allora si verica facilmente
che la topologia indotta su F da tale famiglia, coincide con la relativizzazione ad F della
topologia di E. Diciamo che una famiglia di seminorme e meno ne di un'altra famiglia
di seminorme se la topologia da essa indotta e meno ne della topologia indotta dall'altra
famiglia. Diciamo che due famiglie di seminorme su E sono equivalenti se inducono alla
medesima topologia. Nel caso in cui la famiglia di seminorme sia costituita da una sola
seminorma j allora lo spazio si dice seminormato e lo si denota con la coppia (E. j). In
particolare se tale seminorma e pure una norma k k
E
allora lo spazio si dice normato.
Teorema 1.3.9
Sia E uno spazio vettoriale topologico; sia fj
i
g
i2I
una famiglia di seminorme su E
inducente la topologia di E; sia UE e sia r
0
2E
Ts: U e un intorno di r
0
, 9i
1
. . . . . i
n
2 I e r 0 t.c.
n
\
j=1
o(j
i
j
. r
0
. r) U
Denizione 1.3.8
Sia E uno spazio vettoriale sul corpo IK; sia fj
i
g
i2I
una famiglia di seminorme su E,
diciamo allora che tale famiglia e saturata se:
8i
1
. i
2
2 I 9i
3
2 I t.c. j
i
3
(r) maxfj
i
1
(r). j
i
2
(r)g 8r 2 E
Teorema 1.3.10
Sia E uno spazio vettoriale su IK; sia fj
i
g
i2I
una famiglia di seminorme su E
Ts: 9 una famiglia di seminorme su E saturata equivalente a fj
i
g
i2I
Teorema 1.3.11
Sia E uno spazio vettoriale topologico; sia fj
i
g
i2I
una famiglia saturata di seminorme su
37
E inducente la topologia di E; sia UE e sia r
0
2E
Ts: U e un intorno di r
0
, 9i 2 I e r 0 t.c. o(j
i
. r
0
. r) U
Proprieta 1.3.14
Sia E uno spazio vettoriale topologico; sia fj
i
g
i2I
una famiglia di seminorme su E
inducente la topologia di E
Ts: Le seminorme della famiglia fj
i
g
i2I
sono continue
Teorema 1.3.12
Sia (E. t) uno spazio vettoriale topologico
Ts: E e localmente convesso , 9fj
i
g
i2I
famiglia di seminorme su E inducente t
Teorema 1.3.13
Sia E uno spazio vettoriale topologico localmente convesso e sia quindi fj
i
g
i2I
una famiglia
di seminorme su E, inducente la topologia di E
Ts: E e di Hausdor , 8r 2 E n fo
E
g 9i 2 I t.c. j
i
(r) 0
Teorema 1.3.14
Sia E uno spazio vettoriale topologico localmente convesso e sia quindi fj
i
g
i2I
una famiglia
di seminorme su E, inducente la topologia di E; sia fr
n
g
n2IN
una succ. in E e sia r
0
2E
Ts: fr
n
g
n2IN
converge a r
0
, lim
n!1
j
i
(r
n
r
0
) = 0 8i 2 I
Teorema 1.3.15
Sia E uno spazio vettoriale topologico localmente convesso e sia quindi fj
i
g
i2I
una famiglia
di seminorme inducente la topologia vettoriale di E; sia AE un sottoinsieme
Ts: A e limitato , j
i
(A) e limitato in IR 8i2I
38
Corollario 1.3.8
Sia (E,j) uno spazio seminormato; sia AE un sottoinsieme
Ts: A e limitato , 9M 0 t.c. j(r) M 8r 2 A
Denizione 1.3.9
Sia (E,k k
E
) uno spazio normato e consideriamo la funzione:
d : E E ! [0. +1[ con d(r. ) = kr k
E
8r. 2 E
si verica facilmente che tale funzione e una metrica su E, che prende il nome di metrica
indotta dalla norma. Si evince dalle denizioni 1.2.22 e 1.3.7 che la topologia indotta
dalla metrica d coincide con quella indotta dalla norma k k
E
. E pertanto uno spazio
normato puo essere sempre riguardato come un particolare spazio metrico.
Denizione 1.3.10
Uno spazio normato di dice di Banach se e completo.
Teorema 1.3.16
Sia (E,k k
E
) uno spazio normato; sia fr
n
g
n2IN
una successione ordinaria in E e sia r
0
2E
Ts: fr
n
g
n2IN
converge a r
0
, lim
n!1
kr
n
r
0
k
E
= 0
Dim
Conseguenza immediata del teorema 1.3.14.
Proprieta 1.3.15
Sia (E,k k
E
) uno spazio normato; sia AE un sottoinsieme
Ts: A e limitato nel senso degli sp. vett. top. , A e limitato nel senso degli sp. metrici
Dim
Conseguenza immediata del corollario 1.3.8.
39
Proprieta 1.3.16
Sia (E,k k
E
) uno spazio normato e siano r
0
2E e : 0
Ts: 1(r
0
. :) = 1(r
0
. :)
Proprieta 1.3.17
Sia (E,k k
E
) uno spazio normato e siano r
0
.
0
2E e j. c 0
Ts: 1(r
0
. j) \ 1(
0
. c) 6= ; , j + c kr
0

0
k
E
Teorema 1.3.17
Sia E uno spazio vettoriale sul corpo IK; siano k k
1
e k k
2
due norme su E
Ts: Valgono allora i seguenti fatti:
(c) k k
1
e meno ne di k k
2
, 9 k0 t.c. krk
1
kkrk
2
8r 2E
(,) k k
1
e equivalente a k k
2
, 9 c,k0 t.c. ckrk
2
krk
1
kkrk
2
8r 2E
Teorema 1.3.18
Sia E uno spazio vettoriale sul corpo IK; siano k k
1
e k k
2
due norme su E equivalenti
Ts: E e k k
1
-di Banach , E e k k
2
-di Banach
Denizione 1.3.11
Siano (E
1
. k k
E
1
). . . . . (E
n
. k k
En
) n spazi normati, si deniscono allora sul prodotto
cartesiano E := E
1
E
n
i seguenti tre funzionali:
krk
1
:= max
1in
kr
i
k
E
i
8r = (r
1
. . . . . r
a
) 2 E
krk
2
:=
v
u
u
t
n
X
i=1
kr
i
k
2
E
i
8r = (r
1
. . . . . r
a
) 2 E
krk
3
:=
n
X
i=1
kr
i
k
E
i
8r = (r
1
. . . . . r
a
) 2 E
40
si verica agevolmente che tali funzionali sono tre norme sul prodotto E, dette norme
canoniche. Si verica inoltre facilmente che:
k k
1
k k
2
k k
3
nk k
1
nk k
2
nk k
3
e tale slza di disuguaglianze per il teorema 1.3.17 ci dice che le tre norme canoniche sono
equivalenti cioe inducono alla medesima topologia e si puo provare che tale topologia e
proprio la topologia prodotto su E. Inoltre per il teorema 1.3.18 e per il teorema 1.3.17
la slza di disuguaglianza ci dice che se lo spazio prodotto E e di Banach rispetto ad una
delle norme canoniche allora lo e anche rispetto alle altre due.
Teorema 1.3.19
Siano (E. k k
E
) ed (F. k k
F
) due spazi normati
Ts: EF e di Banach , E ed F sono di Banach
Denizione 1.3.12
Sia (E. k k
E
) uno spazio normato, diciamo allora che tale spazio e di tipo M se ogni
famiglia di sfere chiuse a due a due non disgiunte ha intersezione non vuota. Si puo
dimostrare che ogni spazio di tipo M e di Banach. Esempi di spazi di tipo M sono la
retta reale oppure lo spazio funzionale di misura 1
1
(1. . j) se la misura j e o-nita. Il
corpo I C rigurdato come spazio vettoriale reale (identicabile quindi con il piano IR
2
), non
e di tipo M poiche e facile costruire un sistema di tre cerchi sul piano, due qualunque
dei quali si intersecano, ma la cui intersezione comune e vuota. La maggior parte degli
spazi funzionali noti non e di tipo M. Per un approfondimento pi u dettagliato di tali
spazi si rimanda al Kantarovic-Akilov [6]. Da quanto detto si evince che la classe degli
spazi di tipo M e abbastanza ristretta.
41
Teorema 1.3.20 (di Kolmogorov)
Sia E uno spazio vettoriale topologico di Hausdor e supponiamo che esista VE intorno
di o
E
assolutamente convesso e limitato
Ts: Il funzionale di Minkowsky j
V
e una norma su E, inducente la topologia di E
Teorema 1.3.21 (di Heine-Pincherle-Borel)
Sia A IK
n
insieme
Ts: A e compatto , A e chiuso e limitato
Denizione 1.3.13
Sia (E,k k
E
) uno spazio normato e sia fr
n
g
n2IN
una successione in E, diciamo allora che
la serie ad essa associata converge assolutamente se converge la serie reale a termini
non negativi associata alla successione fkr
n
k
E
g
n2IN
.
Teorema 1.3.22
Sia (E,k k
E
) uno spazio di Banach; sia fr
n
g
n2IN
una successione ordinaria in E e
supponiamo che la serie ad essa associata converga assolutamente
Ts: La serie
1
X
n=1
r
n
e convergente
Denizione 1.3.14
Sia H un IK-spazio vettoriale. Diciamo allora che la funzione (. )
H
: H H ! IK e un
prodotto scalare o un prodotto interno, se soddisfa alle seguenti proprieta:
(1) (`r + j. .)
H
= `(r. )
H
+ j(. .)
H
8r. . . 2 H e 8`. j 2 IK
(2) (r. )
H
= (. r)
H
8r. 2 H
(3) (r. r)
H
0 8r 2 H
(4) (r. r)
H
= 0 , r = o
H
42
Lo spazio H munito del prodotto scalare si dice spazio pre-hilbertiano o spazio
a prodotto scalare e si indica con la coppia (H,(. )
H
). Dalle precedenti si verica
facilmente che vale anche la seguente proprieta:
(r. ` + j.)
H
= `(r. )
H
+ j(r. .)
H
8r. . . 2 H e 8`. j 2 IK
quindi il prodotto scalare e lineare rispetto alla prima variabile ma non lo e rispetto alla
seconda variabile. Si puo dimostrare che vale la seguente disuguaglianza:
j(r. )
H
j
q
(r. r)
H
q
(. )
H
detta disuguaglianza di Schwarz-Cauchy. Consideriamo adesso il funzionale:
k k
H
: H ! [0. +1[ con krk
H
:=
q
(r. r)
H
8r 2 H
allora facendo uso della disuguaglianza di Schwarz-Cauchy, si verica facilmente che tale
funzionale e una norma su H. La topologia che si considera su H e quella indotta dalla
norma appena introdotta, che e pertanto una topologia vettoriale. Uno spazio a prodotto
scalare si dice di Hilbert se e completo rispetto alla norma suddetta. Un esempio notevole
di prodotto scalare su IK
n
e dato dal prodotto scalare euclideo:
(r. )
IK
n
:=
n
X
i=1
r
i

i
8r = (r
1
. . . . . r
n
). = (
1
. . . . .
n
) 2 IK
n
infatti si verica facilmente che questo e un prodotto scalare. Si osserva inoltre che
la norma indotta dal prodotto scalare euclideo e una delle tre norme canoniche su IK
n
e precisamente quella euclidea. Essendo come noto il corpo IK completo, allora per il
teorema 1.3.19 segue che lo spazio IK
n
risulta essere completo rispetto ad ognuna delle
tre norme canoniche. E quindi dal ragionamento fatto si desume che lo spazio IK
n
munito
del prodotto scalare euclideo e uno spazio di Hilbert.
43
Proprieta 1.3.18
Sia H uno spazio a prodotto scalare
Ts: (. )
H
: H H ! IK e continuo
Denizione 1.3.15
Due vettori di uno spazio a prodotto scalare si dicono ortogonali se il loro prodotto
scalare nullo.
Denizione 1.3.16
Sia H uno spazio a prodotto scalare e sia AH un insieme non vuoto. Diciamo
complemento ortogonale di A e lo indichiamo con A
?
, l'insieme dei vettori di H
ortogonali ad ogni vettore di A. Si dimostra facilmente che A
?
e un s.sp.vett. chiuso.
Teorema 1.3.23 (fondamentale degli spazi di Hilbert)
Sia H uno spazio di Hilbert; sia FH un sottospazio vettoriale chiuso
Ts: H=FF
?
e F = (F
?
)
?
1.4 Teoria di base degli operatori lineari
Denizione 1.4.1
Siano E ed F IK-spazi vettoriali; sia T:E!F un operatore, diciamo che T e lineare se:
(1) T(r + ) = T(r) + T() 8r. 2 E
(2) T(cr) = cT(r) 8c 2 IK e 8r 2 E
Denotiamo con 1(E. F) l'insieme di tutti gli operatori lineari da E in F. Nel caso F = IK
si denota con E
0
:= 1(E. IK) e prende il nome di duale algebrico di E. Si osserva che
44
se E ed F sono due sp.vett. su I C allora in particolare E ed F saranno due sp.vett. su IR
e quindi se T:E!F e un operatore lineare con E ed F considerati come I C-sp.vett. allora
banalmente T sara un operatore lineare anche con E ed F considerati come IR-sp.vett..
Teorema 1.4.1
Siano E ed F due spazi vettoriali sul medesimo corpo IK; sia T:E!F un operatore
Ts: Sono allora equivalenti:
(1) T e lineare
(2) T(cr + ,) = cT(r) + ,T() 8c. , 2 IK e 8r. 2 E
(3) cT
1
(n) + ,T
1
() T
1
(cn + ,) 8c. , 2 IK e 8n. 2 T(E)
(4) gr(T) e un sottospazio vettoriale di EF
Proprieta 1.4.1
Siano E ed F due spazi vettoriali sul medesimo corpo IK
Ts: Valgono allora le seguenti aermazioni:
(c) 8S. T 2 1(E. F) e 8` 2 IK allora S + T. `S 2 1(E. F)
(,) 1(E. F) e un sottospazio vettoriale di F
E
Denizione 1.4.2
Siano E ed F IK-spazi vettoriali; sia T 2 1(E. F). Chiamiamo nucleo di T l'insieme:
1c:(T) := T
1
(o
F
) = fr 2 E : T(r) = o
F
g
Proprieta 1.4.2
Siano E ed F due spazi vettoriali sul corpo IK; sia T 2 1(E. F)
Ts: Valgono allora le seguenti aermazioni:
(c) T e iniettivo , 1c:(T) = fo
E
g
45
(,) 1c:(T) e un sottospazio vettoriale di E
() Preso
0
2T(E) e r
0
2 T
1
(
0
) allora T
1
(
0
) = r
0
+ 1c:(T)
(o) Preso
0
2T(E) allora T
1
(
0
) e una varieta ane di E
Proprieta 1.4.3
Siano E ed F due IK-spazi vettoriali; siano T
1
. . . . . T
n
2 1(E. F); siano c
1
. . . . . c
n
2 IK
Ts:
n
\
i=1
1c:(T
i
) 1c:

n
X
i=1
c
i
T
i
!
Proprieta 1.4.4
Siano E ed F due spazi vettoriali sul corpo IK; sia T 2 1(E. F)
Ts: T
1
(cn + ,) = cT
1
(n) + ,T
1
() 8c. , 2 IKn f0g e 8n. 2 T(E)
Dim
Fissati c. , 2 IK n f0g e n. 2 T(E), siano r 2 T
1
(n) e 2 T
1
() ed osserviamo che
T(cr + ,) = cT(r) + ,T() = cn + ,. Per la proprieta 1.4.2 segue che:
cT
1
(n) + ,T
1
() = c[r + 1c:(T)] + ,[ + 1c:(T)] =
= cr + c1c:(T) + , + ,1c:(T) =
= cr + , + 1c:(T) = T
1
(cn + ,)
Proprieta 1.4.5
Siano E, F e G IK-spazi vettoriali; siano S 2 1(E. F) e T 2 1(F. G)
Ts: T S 2 1(E. G) ed inoltre se T e iniettivo allora 1c:(S) = 1c:(T S)
Proprieta 1.4.6
Siano E ed F IK-spazi vettoriali; sia GE un s.sp.vett.; sia T 2 1(E. F)
Ts: T(G) e un sottospazio vettoriale di E
46
Proprieta 1.4.7
Siano E ed F IK-spazi vettoriali; sia GE un s.sp.vett.; sia T 2 1(E. F)
Ts: T
jG
: G ! F e un operatore lineare ed inoltre 1c:(T
jG
) = 1c:(T) \ G
Proprieta 1.4.8
Siano E ed F IK-spazi vettoriali; sia AE un insieme; sia T 2 1(E. F)
Ts: Valgono allora le seguenti aermazioni:
(c) Se A e convesso allora T(A) e convesso
(,) Se A e equilibrato allora T(A) e equilibrato
() Se A e assolutamente convesso allora T(A) e assolutamente convesso
Proprieta 1.4.9
Siano (E,k k
E
) (F,k k
F
) due spazi normati; sia ,: E !F un operatore lineare
Ts: , e un'isometria , k,(r)k
F
= krk
E
8r 2 E
Proprieta 1.4.10
Siano E ed F due spazi vettoriali sul corpo IK; sia AE t.c. :jc:(A)=E; sia T 2 1(E. F)
Ts: Se T e nullo su A allora T e identicamente nullo
Dim
Conseguenza della proprieta 1.4.2.
Corollario 1.4.1
Siano E ed F due IK-spazi vettoriali; sia AE con A
0
6= ;; sia T 2 1(E. F) non nullo
Ts: 9r
0
2A t.c. T(r
0
) 6= o
F
Dim
Supponiamo per assurdo che T sia nullo su A segue allora dal corollario 1.1.1 e dalla
proprieta 1.4.10 che T e identicamente nullo e siamo ad un assurdo.
47
Proprieta 1.4.11
Siano E ed F due spazi vettoriali sul corpo IK; sia AE un sottoinseme non vuoto; siano
S. T 2 1(E. F) t.c. S(r) = T(r) 8r 2 A
Ts: S(r) = T(r) 8r 2 :jc:(A)
Proprieta 1.4.12
Siano E ed F due IK-spazi vettoriali; sia AE insieme; sia T 2 1(E. F)
Ts: T(span(A))=span(T(A))
Proprieta 1.4.13
Siano E ed F IK-spazi vettoriali; sia AE insieme l.i.; sia T 2 1(E. F) iniettivo
Ts: T(A) e l.i.
Proprieta 1.4.14
Siano E ed F IK-spazi vettoriali; sia AE una base di Hamel; sia T 2 1(E. F) iniettivo
Ts: T(A) e una base di Hamel per T(E)
Dim
Conseguenza immediata della proprieta 1.4.13 e della proprieta 1.4.12.
Denizione 1.4.3
Siano E ed F due IK-spazi vettoriali e sia T 2 1(E. F). Diciamo allora che T e un
isomorsmo se e bigettivo. In tal caso E ed F si dicono isomor. Si verica facilmente
che l'inversa di un isomorf. e un isomorf. e che la composizione di isomorf. e un isomorf..
Denizione 1.4.4
Sia E uno spazio vettoriale sul corpo IK e sia F un sottospazio vettoriale di E. Deniamo
48
la seguente relazione su E che si verica facilmente essere di equivalenza:
8r. 2 E r , r 2 F
Tale relazione di equivalenza induce quindi ad una partizione di classi di elementi
equivalenti, denotiamo allora con E
F
l'insieme quoziente cioe la famiglia di tutte le
classi di equivalenza. Se in E
F
si considerano le seguenti operazioni:
(1) [r] + [] = [r + ] 8r. 2 E
(2) `[r] = [`r] 8r 2 E e 8` 2 IK
allora si prova che rispetto ad esse E
F
risulta essere un IK-spazio vettoriale. Detta [n] la
classe nulla allora si verica facilmente che [n] = [o
E
] = F. Deniamo inoltre l'operatore:

F
: E !E
F
con
F
(r) = [r] 8r 2 E
detto proiezione canonica.
Teorema 1.4.2
Sia E uno spazio vettoriale sul corpo IK; sia FE un sottospazio vettoriale
Ts: La proiezione canonica
F
soddisfa le seguenti proprieta:
(c)
F
e un operatore lineare
(,) 1c:(
F
) = F
() Se GE s.sp.vett. complem. ad F allora
FjG
: G !E
F
e un isomorsmo
Dim
Verichiamo la (c). Conseguenza immediata delle operazioni sullo spazio E
F
Verichiamo la (,). Sia r 2 1c:(
F
) ,
F
(r) = F , [r] = F , r 2 F.
Verichiamo la (). Per la proprieta 1.4.7 e per la (c) segue che
FjG
e lineare. Inoltre
49
sempre per la proprieta 1.4.7, per la (,) e per il fatto che F e G sono complementari
osserviamo che 1c:(
FjG
) = 1c:(
F
) \G = F\G = fo
E
g e quindi segue dalla proprieta
1.4.2 che
FjG
e iniettivo. Ci rimane da provare la suriettivita di
FjG
. Sia [r] 2 E
F
,
essendo F e G complementari allora r = + . per opportuni 2F e . 2 G ) r . =
2 F ) . 2 [r] ) [.] = [r] cioe
F
(.) = [r] come volevasi.
Teorema 1.4.3
Siano E ed F IK-spazi vettoriali; sia AE base di Hamel per E; sia f:A!F un'applicazione
Ts: 9!T:E!F operatore lineare t.c. T
jA
f ed inoltre:
(c) se f e iniettiva e f(A) e linearmente indipendente allora T e iniettivo
(,) se :jc:(f(A))=F allora T e surgettivo
() se f e iniettiva e f(A) e una base di Hamel per F allora T e un isomorsmo
Dim
Essendo A una base di Hamel per il teorema 1.1.3 segue che:
8r 2 E 9!r
a
1
. . . . . r
a
n
2 A con r
a
i
6= r
a
j
se i 6= j e 9`
x
1
. . . . . `
x
n
2 IK t.c. r =
n
X
i=1
`
a
i
r
a
i
(1.3)
scegliamo allora:
T : E !F con T(r) =
n
X
i=1
`
a
i
f(r
a
i
) 8r 2 E
che e ben posto per l'unicita di scrittura dei vettori di E assicurata dalla 1.3 e proviamo
quindi che e una buona scelta. Come prima cosa verichiamo che T e lineare:
T(cr + ,) = T
0
@
c
n
X
i=1
`
a
i
r
a
i
+ ,
m
X
j=1
`
j
j

j
j
1
A
= T
0
@
n
X
i=1
c`
a
i
r
a
i
+
m
X
j=1
,`
j
j

j
j
1
A
=
=
n
X
i=1
c`
a
i
f(r
a
i
) +
m
X
j=1
,`
j
j
f(r
j
j
) = c
n
X
i=1
`
a
i
f(r
a
i
) + ,
m
X
j=1
`
j
j
f(r
j
i
) =
= cT(r) + ,T() 8r. 2 E e 8c. , 2 IK
50
Il fatto che T(r)=f(r) 8r 2A e evidente, infatti ssato r 2A allora essendo un vettore
di A, necessariamente per l'unicita di scrittura l'unica rappresentazione che ammette e
r = 1r e quindi per costruzione T(r)=f(r). Verichiamo l'uncita di T, sia quindi S:E!F
un operatore lineare che ristretto ad A coincide con f e proviamo che coincide con T su
tutto E. Poiche T
jA
= f = S
jA
segue allora dalla proprieta 1.4.11 che S=T.
Verichiamo adesso la (c). Adoperiamo la proprieta 1.4.2. Sia r 2 1c:(T) allora:
o
F
= T(r) =
n
X
i=1
`
a
i
f(r
a
i
)
per l'iniettivita della f gli f(r
a
i
) sono a due a due distinti ed inoltre appartengono
all'insieme f(A), segue allora dalla lineare indipendenza di questo che `
a
1
= . . . = `
a
n
= 0
e pertanto per la 1.3 otteniamo che r = o
E
.
Verichiamo la (,). Per la proprieta 1.4.12 segue che:
T(E) = T(:jc:(A)) = :jc:(T(A)) = :jc:(f(A)) = F
Ovviamente la () e conseguenza immediata della (c) e della (,).
Corollario 1.4.2
Siano E ed F due spazi vettoriali sul corpo IK; sia DE l.i.; sia f:D!F un'applicazione
Ts: 9T:E!F operatore lineare t.c. T
jD
f
Dim
Per il teorema 1.1.4 9A E base di Hamel tale che D A. Fissato un qualunque
0
2F
consideriamo la funzione:
g : A !F con g(r) =
8
<
:
f(r) se r 2D

0
se r 2 An D
8r 2 A
segue allora dal teorema 1.4.3 che 9!T 2 1(E. F) t.c. T
jA
g e quindi T
jD
g
jD
f.
51
Corollario 1.4.3
Siano E ed F IK-spazi vettoriali; sia GE un s.sp.vett.; sia S:G!F un operatore lineare
Ts: 9T:E!F operatore lineare t.c. T
jG
S
Dim
Per il teorema 1.1.4 9A G base di Hamel per G. Per il corollario 1.4.2 9T:E!F
operatore lineare t.c. T
jA
S
jA
e quindi segue dalla proprieta 1.4.11 che T
jG
S.
Teorema 1.4.4
Siano E ed F due spazi vettoriali sul corpo IK
Ts: E ed F sono isomor , di:(E)=di:(F)
Dim )
Dobbiamo dimostrare che due rispettive basi di Hamel degli spazi vettoriali E ed F,
hanno la medesima cardinalita e cioe che tra le due basi esiste una biezione. Per ipotesi
9T:E!F operatore lineare e biunivoco e quindi detta A una base di Hamel per E, per la
proprieta 1.4.14 segue che T(A) e una base di Hamel per T(E)=F. E poiche banalmente
la restrizione T
jA
: A !T(A) e pure una biezione, per quanto suddetto si ha la tesi.
Dim (
Per ipotesi esiste una bigezione tra due basi di Hamel rispettivamente per E ed F e
pertanto segue di peso dal teorema 1.4.3 che tali spazi sono isomor.
Teorema 1.4.5
Sia E uno spazio vettoriale sul corpo IK e siano F,GE due s.sp.vett. complementari
Ts: di:(G) = di:(E
F
)
Dim
Conseguenza del teorema 1.4.2 e del teorema 1.4.4.
52
Teorema 1.4.6
Sia E un IK-spazio vettoriale; siano F,G,HE s.sp.vett. con G ed H complementari ad F
Ts: di:(G) = di:(H)
Dim
Segue dal teorema 1.4.5 che di:(G) = di:(E
F
) = di:(H).
Denizione 1.4.5
Sia E un IK-spazio vettoriale e sia FE un s.sp.vett., per la proprieta 1.1.9 tale sottospazio
ammette almeno un sottospazio complementare e per il teorema 1.4.6 tutti i sottospazi
complementari ad F hanno la medesima dimensione e quindi ha senso dare la seguente
denizione. Si denisce codimensione di F la dimensione di un qualsiasi s.sp.vett. di E
complementare ad F. Banalmente se F=E allora F ha codimensione 0 cioe la dimensione
di fo
E
g, mentre se F = fo
E
g allora la codimensione di F e di:(E).
Denizione 1.4.6
Sia E uno spazio vettoriale sul corpo IK; sia SE una varieta ane. Deniamo
codimensione della varieta ane S la codimensione del sottospazio vettoriale di cui
S e il traslato. Equivalentemente ssato un qualunque r
0
2 o allora per la proprieta
1.1.2 la codimensione di S e la codimensione del sottospazio S r
0
.
Proprieta 1.4.15
Sia E uno spazio vettoriale sul corpo IK; sia ,:E! IK un funzionale lineare
Ts: , e surgettivo oppure e identicamente nullo
Dim
Il corpo IK si puo riguardare come uno sp.vett. su se stesso ed evidentemente gli unici
53
s.sp. che ammette sono quello banale f0g e se stesso. E quindi poiche per la proprieta
1.4.6 , manda s.sp. in s.sp. allora puo accadere che ,(E) = f0g oppure che ,(E) = IK.
Proprieta 1.4.16
Sia E uno spazio vettoriale reale; sia AE equilibrato con A
0
6= ;; sia ,:E! IR un
funzionale lineare non identicamente nullo
Ts: 9r. 2A t.c. ,(r) < 0 e ,() 0
Dim
Conseguenza del corollario 1.4.1 e della linearita di ,.
Proprieta 1.4.17
Sia E un IK-spazio vettoriale con di:(E) 2
Ts: 8, 2 E
0
non e iniettivo
Dim
Sia ad arbitrio , 2 E
0
allora per la proprieta 1.4.15 segue che , e surgettivo oppure e
identicamente nullo. Scartiamo il caso in cui , e identicamente nullo poiche in tal caso
e banalmente non iniettivo. Sia quindi il caso in cui , e surgettivo e supponiamo per
assurdo che sia iniettivo e pertanto , risulta essere un isomorsmo tra E e IK e questo
per il teorema 1.4.4 equivale ad aermare che di:(E) = di:(IK) = 1 assurdo.
Proprieta 1.4.18
Sia E uno spazio vettoriale reale; sia r
0
2E; sia AE radiale in r
0
; sia , : E ! IR
funzionale lineare non identicamente nullo
Ts: ,(A) e un intorno di ,(r
0
) in IR
Dim
Per la proprieta 1.4.15 9 2 E t.c. ,() = 1. Per la proprieta 1.1.3 si ha che 9o
54
0 t.c. r
0
+ ` 2 A 8` 2 [o. o] applicando , otteniamo ,(r
0
) + `,() 2 ,(A) 8` 2
[o. o] ) ,(r
0
) + ` 2 ,(A) 8` 2 [o. o] ) [,(r
0
) o. ,(r
0
) + o] ,(A) e pertanto
essendo [,(r
0
) o. ,(r
0
) + o] un intorno di ,(r
0
) in IR allora lo e anche ,(A).
Corollario 1.4.4
Sia E uno spazio vettoriale reale; sia AE insieme; sia , : E ! IR funz. lineare non nullo
Ts: Se A
0
= A allora ,(A) e aperto in IR
Corollario 1.4.5
Sia E uno spazio vettoriale reale; sia AE insieme; sia , : E ! IR funz. lineare non nullo
Ts: Se A e convesso e A
0
6= ; allora ,(A
0
) e aperto in IR
Dim
Conseguenza della proprieta 1.1.6 e del corollario 1.4.4.
Corollario 1.4.6
Sia E uno spazio vettoriale topologico reale; sia , : E !IR funzionale lineare non nullo
Ts: , e aperto
Dim
Conseguenza del corollario 1.3.3 e del corollario 1.4.4.
Proprieta 1.4.19
Sia E uno spazio vettoriale reale; sia AE non vuoto; sia f:E! IR un funzionale lineare
Ts: sup
a2A
f(r) = inf
a2A
f(r)
Corollario 1.4.7
Sia E un IR-spazio vettoriale; sia AE non vuoto e simmetrico; sia f:E! IR lineare
Ts: sup
a2A
f(r) = inf
a2A
f(r)
55
Proprieta 1.4.20
Sia E un IR-spazio vettoriale; sia AE non vuoto e simmetrico; sia f:E! IR lineare
Ts: sup
a2A
f(r) = sup
a2A
jf(r)j e inf
a2A
f(r) = inf
a2A
jf(r)j
Proprieta 1.4.21
Sia E uno spazio vettoriale reale; sia AE non vuoto; sia f:E! IR un funzionale lineare
Ts: f e limitato inferiormente su A , f e limitato superiormente su A
Corollario 1.4.8
Sia E uno spazio vettoriale reale; sia AE sottoinsieme non vuoto e simmetrico; sia
f:E! IR un funzionale lineare limitato inferiormente su A o limitato superiormente su A
Ts: f e limitato
Proprieta 1.4.22
Sia E spazio vettoriale reale; sia AE non vuoto; sia r
0
2E; sia f:E!IR funzionale lineare
Ts: sup
a2a
0
+A
f(r) = f(r
0
) + sup
a2A
f(r) e inf
a2a0+A
f(r) = f(r
0
) + inf
a2A
f(r)
Corollario 1.4.9
Sia E spazio vettoriale reale; sia AE non vuoto; sia r
0
2E; sia f:E! IR funz. lineare
Ts: Valgono allora le seguenti aermazioni:
(c) Se f e limitato sup. (risp. inf.) su A allora f e limitato sup. (risp. inf.) su r
0
+ A
(,) Se f e limitato su A allora f e limitato su r
0
+ A
Teorema 1.4.7
Sia E spazio vettoriale reale; sia AE convesso con A
0
6= ;; sia f:E! IR funzionale lineare
Ts: sup
a2A0
f(r) = sup
a2A
f(r)
56
Dim
Per ipotesi A
0
6= ; ) 9r
0
2 A
0
consideriamo allora l'insieme B := Ax
0
che ovviamente
un convesso in quanto traslato di un convesso ed inoltre per la proprieta 1.1.4 si ha:
B
0
= (A r
0
)
0
= A
0
r
0
(1.4)
e poiche r
0
2 A
0
) o
E
2 B
0
) B
0
6= ;. Ci proponiamo di provare a monte la
tesi per tale insieme B. Poiche B
0
B allora banalmente sup
a2B0
f(r) sup
a2B
f(r).
Proviamo quindi la disuguaglianza inversa cioe che sup
a2B
f(r) sup
a2B0
f(r). Sia ad
arbitrio . 2B segue allora dalla proprieta 1.1.12 che j
B
(.) 1, distinguiamo allora i
due casi j
B
(.) < 1 e j
B
(.) = 1. Se j
B
(.) < 1 ) . 2 j
1
B
([0. 1[) segue allora dalla
proprieta 1.1.12 che . 2 B
0
e pertanto f(.) sup
a2B
0
f(r). Sia adesso il caso in cui
j
B
(.) := inff` 0 : . 2 `Bg = 1 e quindi per la II
a
proprieta dell'inf sicuramente:
9f`
a
g
n2IN
t.c. `
n
1. . 2 `
n
B 8n 2 IN e lim
n!1
`
n
= 1
poiche j
B
(.) = 1 ) j
B
(.) < `
n
8n 2 IN segue allora dalla positiva omogeneita del
funzionale di Minkowsky j
B
che j
B

:
An

< 1 8n 2 IN )
:
An
2 j
1
B
([0. 1[) 8n 2 IN segue
allora dalla proprieta 1.1.12 che
:
An
2 B
0
8n 2 IN e quindi per la linearita di f si ha:
1
`
n
f(.) = f

.
`
n

sup
a2B
0
f(r) 8n 2 IN
e pertanto passando al limite n che tende ad innito si ha f(.) sup
a2B
0
f(r). E quindi
in denitiva per l'arbitrarieta di . 2B abbiamo ottenuto che f(.) sup
a2B0
f(r) 8. 2 B
e passando al sup su B si ottiene quanto voluto. E pertanto:
sup
a2B
0
f(r) = sup
a2B
f(r) (1.5)
57
In denitiva per la linearita di f, per la 1.4, per la 1.5 e per la proprieta 1.4.22 si ha:
sup
a2A0
f(r) = f(r
0
) f(r
0
) + sup
a2A0
f(r) = f(r
0
) + f(r
0
) + sup
a2A0
f(r) =
= f(r
0
) + sup
a2A
0
a
0
f(r) = f(r
0
) + sup
a2B
0
f(r) = f(r
0
) + sup
a2B
f(r) =
= f(r
0
) + sup
a2Aa0
f(r) = f(r
0
) + f(r
0
) + sup
a2A
f(r) =
= f(r
0
) f(r
0
) + sup
a2A
f(r) = sup
a2A
f(r)
Denizione 1.4.7
Sia E un IK-spazio vettoriale; IE insieme. Diciamo allora che I e un iperpiano di E se:
9, : E ! IK funzionale lineare non nullo e 9` 2 IK t.c. I = ,
1
(`)
Ovviamente I E ed inoltre I 6= ;, poiche per la proprieta 1.4.15 , e surgettivo. Se I e
un iperpiano passante per l'origine allora evedentemente e il nucleo di un certo funzionale
lineare non identicamente nullo.
Proprieta 1.4.23
Sia E uno spazio vettoriale sul corpo IK; sia r
0
2E; sia c 2 IKnf0g; sia IE un iperpiano
Ts: Valgono allora i seguenti fatti:
(c) I e una varieta ane
(,) r
0
+ cI e un iperpiano
() Se I non passa per l'origine allora 8j 2 IKn f0g 9c 2 E
0
n fo
E
0 g t.c. I = c
1
(j)
Proprieta 1.4.24
Sia I C il corpo dei numeri complessi riguardato come IR-spazio vettoriale
Ts: 1c. 1: : I C ! IR sono funzionali lineari reali
58
Proprieta 1.4.25
Sia E uno spazio vettoriale sul corpo I C; sia ,:E!I C un funzionale lineare
Ts: 1c, e 1:, sono funzionali lineari reali
Dim
Conseguenza della proprieta 1.4.24 e dalla proprieta 1.4.5.
Proprieta 1.4.26
Sia E uno spazio vettoriale sul corpo I C; sia ,:E!I C un funzionale lineare complesso
Ts: ,(r) = 1c,(r) i1c,(ir) 8r 2E
Proprieta 1.4.27
Sia E un I C-spazio vettoriale; sia ,:E! I C funz. t.c. ,(r) = 1c,(r) i1c,(ir) 8r 2E
Ts: , e un funzionale lineare complesso , 1c, e un funzionale lineare reale
Corollario 1.4.10
Sia E uno spazio vettoriale sul corpo I C; sia :E! IR un funzionale reale e consideriamo
, :E! I C con ,(r) := (r) i(ir) 8r 2E
Ts: , e un funzionale lineare complesso , e un funzionale lineare reale
Proprieta 1.4.28
Sia E uno spazio vettoriale sul corpo I C; sia :E! IR un funzionale lineare reale e
consideriamo , :E! I C con ,(r) := (r) i(ir) 8r 2E; sia . 2 ,(E)
Ts: ,
1
(.) =
1
(1c(.)) \ (i
1
(1:(.)))
Corollario 1.4.11
Sia E uno spazio vettoriale sul corpo I C; sia IE un iperpiano reale
Ts: I \ (iI) e un iperpiano complesso
59
Dim
Essendo I un iperpiano reale, per denizione esiste : E ! IR funzionale lineare reale
non nullo e ` 2 IR tale che I =
1
(`), consideriamo allora , : E !I C con ,(r) :=
(r) i(ir) 8r 2 E che per il corollario 1.4.10 e un funzionale lineare complesso, ed e
banalmente non nullo. Segue allora dalla proprieta 1.4.28 che ,
1
(` + i`) = I \ (iI).
Teorema 1.4.8 (Caratterizzazione dei s.sp.vett. di codimensione uno)
Sia E uno spazio vettoriale sul corpo IK; sia FE un sottospazio vettoriale
Ts: Sono allora equivalenti:
(1) F ha codimensione 1
(2) 9, 2 E
0
n fo
E
0 g t.c. 1c:(,) = F
(3) F e un sottospazio proprio massimale di E
Dim (1))(2)
Dall'ipotesi e dal teorema 1.4.5 segue che di:(E
F
) = 1 e quindi per il teorema 1.4.4
9c : E
F
! IK funzionale lineare bigettivo. Scegliamo allora , := c
F
che e lineare per
la proprieta 1.4.5. Per il teorema 1.4.2 e per la proprieta 1.4.5 segue che F = 1c:(
F
) =
1c:(,). Sicuramente , e non nullo infatti se per assurdo fosse 1c:(,) =E allora si
avrebbe che F=E cioe F avrebbe codimensione 0 assurdo.
Dim (2))(3)
Ovviamente FE infatti se per assurdo F=E allora seguirebbe dall'ipotesi che 1c:(,) =E
assurdo. Dimostriamo adesso che F e un s.sp.vett. proprio massimale. Sia G E un
s.sp.vett. t.c. F G e proviamo quindi che F=G. Poche vale FG bisogna provare solo
che G F. Sia r 2 G e supponiamo per assurdo che r 62 F = 1c:(,) ) ,(r) 6= 0.
Poiche G E ) 9r
0
2 E n G si osserva allora banalmente che il funzionale lineare
60
, calcolato su r
0

,(a
0
)
,(a)
r vale zero e cioe tale vettore appartiene a 1c:(,)=F e poiche
FG allora appartiene anche a G. Il vettore r
0
lo possiamo scrivere come:
r
0
=
"
r
0

,(r
0
)
,(r)
r
#
+
,(r
0
)
,(r)
r
siamo quindi riusciti a scrivere r
0
come combinazione di due vettori di G e pertanto
essendo G un s.sp.vett. segue che r
0
2G e siamo ad un assurdo poiche r
0
2 E n G.
Dim (3))(1)
Per ipotesi 9r
0
2 E n F, consideriamo allora il s.sp.vett. G := :jc:(fr
0
g) che per
costruzione ha dimensione uno. Ovviamente F\G = fo
E
g segue allora dal teorema 1.1.1
che la somma F+G e diretta. Inoltre F+G e un s.sp.vett. di E che contiene propriamente
F e quindi per la massimalita di F deve necessariamente essere che F+G=E.
Corollario 1.4.12
Sia E uno spazio vettoriale sul corpo IK; sia FE un sottospazio vettoriale con
codimensione uno; sia r
0
2E e r
0
62F; sia ` 2 IKn f0g
Ts: 9c : E ! IK funzionale lineare non nullo t.c. 1c:(c) =F e c(r
0
) = `
Dim
Per il teorema 1.4.8 segue che 9, 2 E
0
n fo
E
0 g t.c. 1c:(,) = F. Osserviamo che
r
0
62 F = 1c:(,) e pertanto ,(r
0
) 6= 0 e quindi evidentemente basta scegliere c =
A
,(a0)
,.
Teorema 1.4.9 (Caratterizzazione delle varieta ani di codimensione uno)
Sia E uno spazio vettoriale sul corpo IK; sia SE una varieta ane
Ts: Sono allora equivalenti:
(1) S ha codimensione 1
(2) S e un iperpiano di E
61
(3) S e una varieta ane propria massimale di E
Dim (1))(2)
Fissato r
0
2S allora il s.sp.vett. Sr
0
ha codimensione 1 e quindi per il teorema 1.4.8
segue che Sr
0
e un iperpiano e pertanto segue dalla proprieta 1.4.23 che S e un iperpiano.
Dim (2))(3)
Fissiamo r
0
2S allora per la proprieta 1.4.23 Sr
0
e un iperpiano passante per o
E
ovvero
e il nucleo di un funzionale lineare non nullo e quindi segue dal teorema 1.4.8 che Sr
0
e un s.sp.vett. proprio massimale. Proviamo adesso che S e una varieta ane propria
massimale. Sia S
0
E una varieta ane t.c S S
0
e proviamo quindi che S = S
0
. Poiche
S
0
E e S S
0
) S
0
r
0
E e S r
0
S
0
r
0
e quindi essendo Sr
0
un s.sp.vett.
proprio massimale allora necessariamente deve essere che S r
0
= S
0
r
0
) S = S
0
.
Dim (3))(1)
Fissiamo r
0
2S e proviamo quindi che il s.sp.vett. Sr
0
ha codimensione 1 e per fare cio
adoperiamo il teorema 1.4.8 e dimostriamo che Sr
0
e un s.sp.vett. proprio massimale.
Sia FE s.sp.vett. t.c. S r
0
F ) S r
0
+ F e pertanto per la massimalita di S
deve necessariamente essere che S = r
0
+ F ) S r
0
= F come volevasi.
Corollario 1.4.13
Sia E uno spazio vettoriale topologico; sia IE un iperpiano
Ts: I e un insieme denso oppure e chiuso
Dim
Se I = E in tal caso I e denso in E, consideriamo quindi il caso in cui I E. Per il
corollario 1.3.6 I e una varieta ane ed inoltre vale sempre I I e quindi essendo per il
teorema 1.4.9 I una varieta ane propria massimale allora necessariamente I = I.
62
Teorema 1.4.10
Sia E uno spazio vettoriale su IK; siano ,
1
. . . . . ,
n
2 E
0
Ts: :jc:(f,
1
. . . . . ,
n
g) =
(
, 2 E
0
:
n
\
i=1
1c:(,
i
) 1c:(,)
)
Dim
Procediamo per doppia inclusione. Sia , 2 :jc:(f,
1
. . . . . ,
n
g) segue allora dalla
proprieta 1.4.3 che
T
n
i=1
1c:(,
i
) 1c:(,). Viceversa sia , 2 E
0
t.c.
T
n
i=1
1c:(,
i
)
1c:(,) e proviamo quindi che , 2 :jc:(f,
1
. . . . . ,
n
g). Procediamo con il metodo
induttivo e proviamo che l'asserto e vero per n=1. Per ipotesi abbiamo quindi che:
1c:(,
1
) 1c:(,) (1.6)
Escludendo il caso banale in cui ,
1
e identicamente nullo (cioe 1c:(,
1
)=E), poiche in
tal caso per la 1.6, lo sarebbe anche ,, possiamo allora considerare un r
0
2E tale che
,
1
(r
0
) 6= 0. Per la linearita si verica facilmente che per ogni r 2E il vettore r
,
1
(a)
,1(a0)
r
0
sta nel nucleo di ,
1
e quindi per la 1.6 sta anche nel nucleo di , e pertanto applicando
ad esso il funzionale ,, per la linerarita di questo si ottiene immediatamente che ,(r) =
,(a0)
,
1
(a
0
)
,
1
(r). E pertanto basta scegliere `
1
:=
,(a0)
,
1
(a
0
)
e si ottiene ,(r) = `
1
,
1
(r) 8r 2 E.
Supponiamo adesso che l'asserto sia vero per n=k e proviamo che e vero per n=k+1.
Poniamo F:=1c:(,
I+1
) che e quindi un s.sp.vett. e consideriamo:
c : F !IK con c = ,
jF
e c
i
: F !IK con c
i
= ,
ijF
8= 1. . . . k
che essendo restrizioni di funzionali lineari ad un sottospazio vettoriale, per la proprieta
1.4.7 sono anch'essi lineari. Per la proprieta 1.4.7 e per l'ipotesi osserviamo che:
k
\
i=1
1c:(c
i
) =
k
\
i=1
[F \ 1c:(,
i
)] = F \
k+1
\
i=1
1c:(,
i
) F \ 1c:(,) = 1c:(c)
63
segue allora dall'ipotesi induttiva che:
9`
1
. . . . . `
k
2 IK t.c. c(r) =
k
X
i=1
`
i
c
i
(r) 8r 2 F (1.7)
Consideriamo allora il funzionale:
: E !IK con (r) := ,(r)
k
X
i=1
`
i
,
i
(r) 8r 2 E (1.8)
che e lineare in quanto combinazione di funzionali lineari. A questo punto si osserva che:
1c:(,
k+1
) 1c:() (1.9)
infatti se r 2 1c:(,
k+1
) =:F allora per costruzione delle c
i
e per la 1.7 segue che:
(r) := ,(r)
k
X
i=1
`
i
,
i
(r) = c(r)
k
X
i=1
`
i
c
i
(r) = c(r) c(r) = 0
cioe r 2 1c:(). E quindi considerati i funzionali lineari e ,
k+1
, per la 1.9 si ricade
nel caso n=1 del ragionamento induttivo, che ci dice esiste `
k+1
2 IK t.c. = `
k+1
,
k+1
e quindi sostituendo la 1.8 si conclude che , =
P
k+1
i=1
`
i
,
i
cioe , 2 :jc:(f,
1
. . . . . ,
k+1
g).
Corollario 1.4.14
Sia E spazio vettoriale su IK; sia A E
0
insieme non vuoto
Ts:
\
,2A
1c:(,) =
\
,2cjoa(A)
1c:(,)
Dim
Poiche A :jc:(A) allora banalmente
T
,2cjoa(A)
1c:(,)
T
,2A
1c:(,). Verichiamo
quindi l'inclusione inversa. Per il teorema 1.1.2 osserviamo che:
8c 2 :jc:(A) 9,

1
. . . . . ,

2 A t.c. c 2 :jc:(f,

1
. . . . . ,

g)
e quindi per il teorema 1.4.10 segue che:
\
,2A
1c:(,)
n

\
i=1
1c:(,

i
) 1c:(c) 8c 2 :jc:(A)
passando all'intersezione su :jc:(A) otteniamo
T
,2A
1c:(,)
T
2cjoa(A)
1c:(c).
64
Denizione 1.4.8
Sia E un IK-spazio vettoriale; siano r
1
. . . . . r
n
2E e siano ,
1
. . . . . ,
n
2 E
0
. Diciamo che i
vettori r
1
. . . . . r
n
costituiscono un sistema biortogonale rispetto a ,
1
. . . . . ,
n
se:
,
i
(r
j
) =
8
<
:
0 se i6=j
1 se i=j
8i. j = 1. . . . . n
cioe ,
i
(r
j
) = o
ij
8i. j = 1. . . . . n dove ovviamente o
ij
e il delta di Kronecker.
Teorema 1.4.11
Sia E uno spazio vettoriale sul corpo IK; siano ,
1
. . . . . ,
n
2 E
0
Ts: ,
1
. . . . . ,
n
l.i. , 9r
1
. . . . . r
n
2E sistema biortogonale rispetto a ,
1
. . . . . ,
n
Dim )
L'esistenza del sistema biortogonale richiesta sara dimostrata per induzione.
Dimostriamo l'asserto nel caso n=2. Aermiamo e dimostriamo che:
9~ r 2 E t.c. ,
1
(~ r) 6= 0 e ,
2
(~ r) = 0 (1.10)
cioe che 1c:(,
2
) n 1c:(,
1
) 6= ;. Supponiamo per assurdo che 1c:(,
2
) n 1c:(,
1
) = ;
cioe 1c:(,
2
) 1c:(,
1
) segue allora dal teorema 1.4.10 che ,
1
2 :jc:(f,
2
g) e siamo
ad assurdo per la lineare indipendenza di ,
1
e ,
2
. E quindi resta vericata la 1.10,
allora evidentemente basta scegliere r
1
:=
~ a
,
1
(~ a)
infatti per la linearita di ,
1
e ,
2
si ha
che ,
1
(r
1
) = 1 e ,
2
(r
1
) = 0. In maniera identica scambiano il ruolo degl'indici 1 e 2 si
dimostra che 9r
2
2 E t.c. ,
1
(r
2
) = 0 e ,
2
(r
2
) = 1. E quindi in denitiva r
1
e r
2
formano
appunto il sistema biortogonale cercato. Supponiamo adesso che l'asserto sia vero per
n=k e dimostriamo che e vero per n=k+1. Evidentemente e suciente dimostrare che:
9~ r 2 E t.c. ,
1
(~ r) = . . . = ,
k
(~ r) = 0 e ,
k+1
(~ r) 6= 0
65
poiche in tal caso per la linearita dei ,
1
. . . . . ,
k
. ,
k+1
bastera scegliere r
k+1
:=
~ a
,
k+1
(~ a)
.
Supponiamo per assurdo che
T
k
i=1
1c:(,
i
) n 1c:(,
k+1
) = ; cioe
T
k
i=1
1c:(,
i
)
1c:(,
k+1
) segue allora dal teorema 1.4.10 che ,
k+1
2 :jc:(f,
1
. . . . . ,
k
g) e siamo ad
un assurdo per l'indipendenza lineare dei ,
1
. . . . . ,
k
. ,
k+1
.
Dim (
Siano j
1
. . . . . j
n
2 IK tali che j
1
,
1
+ + j
n
,
n
= o
E
0 cioe j
1
,
1
(r) + + j
n
,
n
(r) =
0 8r 2 E e quindi ssato ad arbitrio i = 1. . . . . n in corrispondenza ad r
i
otteniamo:
0 = j
1
,
1
(r
i
) + + j
i
,
i
(r
i
) + + j
n
,
n
(r
i
) = j
1
0 + + j
i
1 + + j
n
0 = j
i
Corollario 1.4.15
Sia E uno spazio vettoriale sul corpo IK; siano ,
1
. . . . . ,
n
2 E
0
linearmente indipendenti
e siano quindi r
1
. . . . . r
n
2E biortogonali rispetto ad essi
Ts: , =
n
X
i=1
,(r
i
),
i
8, 2 :jc:(f,
1
. . . . . ,
n
g)
Dim
Sia , 2 :jc:(f,
1
. . . . . ,
n
g) segue che 9`
1
. . . . . `
n
2 IK t.c. , =
P
n
i=1
`
i
,
i
e quidi ssato
un j = 1. . . . . n ed applicando , ad r
j
otteniamo ,(r
j
) =
P
n
i=1
`
i
,
i
(r
j
) = `
j
.
Teorema 1.4.12
Sia E uno spazio vettoriale sul corpo IK; siano r
1
. . . . . r
n
2E
Ts: r
1
. . . . . r
n
l.i. , 9,
1
. . . . . ,
n
2 E
0
t.c. r
1
. . . . . r
n
sono biortogonali rispetto ad essi
Dim )
Posto A:=fr
1
. . . . . r
n
g allora per ogni ssato i = 1. . . . . n consideriamo la funzione
f
i
: A ! IK con f
i
(r
j
) = o
ij
8j = 1. . . . . n e quindi in corrispondenza ad ssato i = 1. . . . . n
per il corollario 1.4.2 segue che 9,
i
: E ! IK lineare t.c. ,
ijA
= f
i
e quindi per costruzione
r
1
. . . . . r
n
costituiscono un sistema biortogonale rispetto a ,
1
. . . . . ,
n
.
66
Dim (
Siano `
1
. . . . . `
n
2 IK tali che `
1
r
1
+ + `
n
r
n
= o
E
e quindi ssato i = 1. . . . . n ed
applicando il funzionale lineare ,
i
otteniamo:
0 = ,
i
(`
1
r
1
+ + `
i
r
i
+ + `
n
r
n
) = `
1
,
i
(r
1
) + + `
i
,
i
(r
i
) + + `
n
,
i
(r
n
) =
= `
1
0 + + `
i
1 + + `
n
0 = `
i
Corollario 1.4.16
Sia E uno spazio vettoriale sul corpo IK; siano r
1
. . . . . r
n
2E linearmente indipendenti e
siano quindi ,
1
. . . . . ,
n
2 E
0
t.c. r
1
. . . . . r
n
sono biortogonali rispetto ad essi
Ts: r =
n
X
i=1
,
i
(r)r
i
8r 2 :jc:(fr
1
. . . . . r
n
g)
Dim
Sia r 2 :jc:(fr
1
. . . . . r
n
g) segue che 9`
1
. . . . . `
n
2 IK t.c. r =
P
n
i=1
`
i
r
i
e quindi ssato
un j = 1. . . . . n ed applicando ,
j
otteniamo ,
j
(r) =
P
n
i=1
`
i
,
j
(r
i
) = `
j
.
Teorema 1.4.13
Sia E uno spazio vettoriale sul corpo IK; sia n 2 IN n f0g
Ts: 9r
1
. . . . . r
n
2E l.i. , 9,
1
. . . . . ,
n
2 E
0
l.i.
Dim )
Conseguenza del teorema 1.4.11 e del teorema 1.4.12.
Teorema 1.4.14
Sia E uno spazio vettoriale sul corpo IK
Ts: di:(E) = di:(E
0
)
Dim
Conseguenza immediata del teorema 1.4.13 e del teorema 1.1.6.
67
Denizione 1.4.9
Sia E IK-spazio vettoriale e sia A E
0
non vuoto. Diciamo che A e totale su E se:
\
,2A
1c:(,) = fo
E
g
Teorema 1.4.15
Sia E uno spazio vettoriale sul corpo IK
Ts: E
0
e un sottospazio vettoriale totale su E
Dim
Sia r 2E t.c. ,(r) = 0 8, 2 E
0
. Per il teorema 1.1.4 9A E base di Hamel per E e quindi
9r
1
. . . . . r
n
2A a due a due distinti t.c. r 2 :jc:(fr
1
. . . . . r
n
g). Poiche r
1
. . . . . r
n
2A
allora sono l.i. segue allora dal teorema 1.4.12 che 9,
1
. . . . . ,
n
2 E
0
t.c. r
1
. . . . . r
n
sono
biortogonali rispetto ad essi. Per il corollario 1.4.16 segue che r = o
E
.
Teorema 1.4.16
Sia E un IK-spazio vettoriale di dimensione nita; sia F E
0
un s.sp.vett. totale su E
Ts: F = E
0
Dim
Per il teorema 1.4.14 di:(E
0
) < +1 ) di:(F) < +1 e pertanto esiste A F base di
Hamel per F con cardinalita nita. Essendo F totale su E allora per il corollario 1.4.14
anche l'insieme A e totale su E e quindi per il teorema 1.4.10 segue che E
0
= :jc:(A) = F.
68
Capitolo 2
Teoremi fondamentali sugli operatori
lineari
2.1 Operatori a graco convesso. Operatori ani.
Teorema di Deutsch-Singer
Nel teorema 1.4.1 abbiamo osservato che un operatore lineare e caratterizzato dal
fatto di avere il graco che e un sottospazio vettoriale. In questo paragrafo tratteremo gli
operatori a graco convesso e gli operatori ani che come vedremo hanno il graco che
e una varieta ane, e metteremo in evidenza i legami che intercorrono tra tali operatori
e gli operatori lineari.
Teorema 2.1.1
Siano E ed F due spazi vettoriali sul medesimo corpo IK; siano XE e YF insiemi
convessi e non vuoti; sia : X !Y una funzione
69
Ts: Sono allora equivalenti:
(1) q:() e convesso
(2) (`r
1
+ (1 `)r
2
) = `(r
1
) + (1 `)(r
2
) 8r
1
. r
2
2 X e 8` 2 [0. 1]
(3) `
1
(
1
) + (1 `)
1
(
2
)
1
(`
1
+ (1 `)
2
) 8
1
.
2
2 (X) e 8` 2 [0. 1]
Proprieta 2.1.1
Siano E ed F due spazi vettoriali sul medesimo corpo IK; siano XE e YF insiemi
convessi e non vuoti; sia : X ! Y una funzione a graco convesso; sia
0
2F e
consideriamo la funzione c : X ! Y +
0
con c(r) = (r) +
0
8r 2 X
Ts: c e a graco convesso
Dim
Conseguenza immediata della proprieta 1.1.13.
Teorema 2.1.2
Siano E ed F IK-spazi vettoriali; sia XE non vuoto e convesso; sia c : X ! F
un'applicazione a graco convesso e surgettiva
Ts: Valgono allora le seguenti aermazioni:
(c) cc:d(c
1
(
1
)) = cc:d(c
1
(
2
)) 8
1
.
2
2 F
(,) Se 9
0
2F t.c. c
1
(
0
) e un singoletto allora c e iniettiva
Dim
Verichiamo la (c). Fissati ad arbitrio
1
.
2
2 F, consideriamo il vettore
0
= 2
2

1
,
allora per il teorema 2.1.1 osserviamo che:
1
2
(c
1
(
1
) + c
1
(
0
)) =
1
2
c
1
(
1
) +
1
2
c
1
(
0
) =
1
2
c
1
(
1
) +

1
1
2

c
1
(
0
)
c
1

1
2

1
+

1
1
2

= c
1

1
2

1
+
1
2

= c
1
(
2
)
70
da cio, assieme alla proprieta 1.1.14 segue che:
cc:d

c
1
(
1
)

max
n
cc:d

c
1
(
1
)

. cc:d

c
1
(
0
)
o
cc:d

(c
1
(
1
) + c
1
(
0
))

=
= cc:d

1
2
(c
1
(
1
) + c
1
(
0
))

cc:d

c
1
(
2
)

Scambiando il ruolo di
1
con quello di
2
si ottiene la disuguaglianza inversa.
Verichiamo la (,). Siano r
1
. r
2
2X t.c. c(r
1
) = c(r
2
) e proviamo quindi che r
1
=
r
2
. Posto := c(r
1
) = c(r
2
) allora r
1
. r
2
2 c
1
(). Segue dalla (c) e dall'ipotesi
che cc:d(c
1
()) = cc:d (c
1
(
0
)) = 1 cioe c
1
() e un singoletto e pertanto essendo
r
1
. r
2
2 c
1
() allora necessariamente deve essere che r
1
= r
2
.
Il seguente risultato e un'estrapolazione di un risultato di teoria multivoca dovuto a
Deutsch-Singer [4].
Teorema 2.1.3 (di Deutsch-Singer)
Siano E ed F due spazi vettoriali reali; sia XE assolutamente convesso; sia c : X ! F
un'applicazione a graco convesso e supponiamo che c(o
E
) = o
F
Ts: Valgono allora i seguenti fatti:
(c) c(`r) = `c(r) 8r 2 X e 8` 2 IR t.c. `r 2 X
(,) c(r + ) = c(r) + c() 8r. 2 X t.c. r + 2 X
Dim
Verichiamo la (c). Fissati r 2X e ` 2 IR t.c. `r 2X si presentano i seguenti tre casi:
(i) 0 ` 1
(ii) 1 < `
(iii) ` < 0
71
Supponiamo che valga la (i). Per il teorema 2.1.1 segue che:
c(jr
0
+ (1 j)
0
) = jc(r
0
) + (1 j)c(
0
) 8r
0
.
0
2 X e 8j 2 [0. 1] (2.1)
E quindi dalla 2.1 e dall'ipotesi segue che:
c(`r) = c(`r + (1 `)o
E
) = `c(r) + (1 `)c(o
E
) = `c(r) + (1 `)o
F
= `c(r)
Supponiamo che valga la (ii). Per il caso (i) segue che:
c(`r) = `
1
`
c(`r) = `c

1
`
(`r)

= `c(r)
Supponiamo che valga la (iii). Facciamo osservare che:
c(r) = c(r) (2.2)
infatti dalla 2.1 in per r
0
= r.
0
= r e j =
1
2
e dall'ipotesi otteniamo:
1
2
c(r) +
1
2
c(r) =
1
2
c(r) +

1
1
2

c(r) = c

1
2
r +

1
1
2

(r)

=
= c

1
2
r +
1
2
(r)

= c

1
2
r
1
2
r

= c(o
E
) = o
F
E quindi per la (i), per la (ii) e per la 2.2 segue che:
c(`r) = c((`)(r)) = (`)c(r) = (`)(c(r)) = `c(r)
Verichiamo la (,). Fissati r. 2X t.c. r + 2X, per la (c) e per la 2.1 segue che:
c(r + ) = 2
1
2
c(r + ) = 2c

1
2
(r + )

= 2c

1
2
r +
1
2

=
= 2c

1
2
r +

1
1
2

= 2

1
2
c(r) +

1
1
2

c()

=
= 2

1
2
c(r) +
1
2
c()

= c(r) + c()
Ed il teorema e completamente dimostrato.
72
Corollario 2.1.1
Siano E ed F due spazi vettoriali reali; sia : E !F un operatore
Ts: e lineare , q:() e convesso e (o
E
) = o
F
Dim
Conseguenza immediata del teorema 2.1.3.
Corollario 2.1.2
Siano E ed F due spazi vettoriali reali; sia : E !F un operatore surgettivo
Ts: e un isomorsmo , q:() e convesso e
1
(o
F
) = fo
E
g
Dim
Conseguenza del corollario 2.1.1 e della proprieta 1.4.2.
Denizione 2.1.1
Siano E ed F due spazi vettoriali sul medesimo corpo IK; sia : E ! F un operatore,
diciamo allora che e un operatore ane se:
9T 2 1(E. F) e 9
0
2 F t.c. (r) = T(r) +
0
8r 2 E
cioe se e il traslato di un oper. lineare. Banalmente ogni oper. lineare e ane. Si evince
inoltre dalla denizione che tutte le proprieta di tipo algebrico o topologico invarianti per
traslazione, che sono valide per gli oper. lineari si possono estendere agli oper. ani.
Proprieta 2.1.2
Siano E ed F due spazi vettoriali sul medesimo corpo IK; sia : E ! F un operatore
ane e siano quindi T2 1(E,F) e
0
2F t.c. = T +
0
Ts: T = (o
E
) e
0
= (o
E
)
73
Corollario 2.1.3
Siano E ed F due IK-spazi vettoriali; sia : E !F un operatore ane
Ts: e lineare , (o
E
) = o
F
Teorema 2.1.4
Siano E ed F due spazi vettoriali sul medesimo corpo IK; sia : E ! F un operatore
Ts: Sono allora equivalenti:
(1) e ane
(2) q:() e una varieta ane
(3) (o
E
) e lineare
(4) `(r
1
) + (1 `)(r
2
) = (`r
1
+ (1 `)r
2
) 8r
1
. r
2
2 E e 8` 2 IK
(5) `
1
(
1
) + (1 `)
1
(
2
)
1
(`
1
+ (1 `)
2
) 8
1
.
2
2 (E) e 8` 2 IK
Dim (1))(2)
Conseguenza immediata del teorema 1.4.1 e della proprieta 1.1.13.
Dim (2))(3)
Facciamo uso del teorema 1.4.1 e dimostriamo quindi che q:( (o
E
)) e un s.sp.vett..
Osseviamo che banalmente (o
E
. (o
E
)) 2 q:()) e quindi poiche per la proprieta 1.1.13
q:( (o
E
)) = q:() (o
E
. (o
E
)) segue allora dall'ipotesi che q:( (o
E
)) e una
varieta ane che contiene (o
E
. o
F
) e pertanto dalla proprieta 1.1.2 segue la tesi.
Dim (3))(1)
Banalmente basta osservare che = [ (o
E
)] + (o
E
).
Dim (1))(4)
Di facile verica.
Dim (4),(5)
74
Di facile verica.
Dim (4))(3)
Poniamo T := (o
E
) e dimostriamo quindi che:
(c) T(`r) = `T(r) 8r 2 E e 8` 2 IK
(/) T(r
1
+ r
2
) = T(r
1
) + T(r
2
) 8r
1
. r
2
2 E
Verichiamo la (c). Segue dall'ipotesi che:
T(`r) = T(`r + (1 `)o
E
) = (`r + (1 `)o
E
) (o
E
) =
= `(r) + (1 `)(o
E
) (o
E
) = `(r) `(o
E
) =
= `[(r) (o
E
)] = `T(r) 8r 2 E e 8` 2 IK
Verichiamo la (/). Per la (c) e dall'ipotesi segue che:
T(r
1
+ r
2
) = 2
1
2
T(r
1
+ r
2
) = 2T

1
2
(r
1
+ r
2
)

= 2

1
2
r
1
+
1
2
r
2

2(o
E
) =
= 2

1
2
r
1
+

1
1
2

r
2

2(o
E
) = 2

1
2
(r
1
) +

1
1
2

(r
2
)

2(o
E
) =
= 2

1
2
(r
1
) +
1
2
(r
2
)

2(o
E
) = (r
1
) + (r
2
) 2(o
E
) =
= [(r
1
) (o
E
)] + [(r
2
) (o
E
)] = T(r
1
) + T(r
2
) 8r
1
. r
2
2 E
Corollario 2.1.4
Siano E ed F due spazi vettoriali su IK; sia : E ! F un operatore ane
Ts: e a graco convesso
Teorema 2.1.5
Siano E ed F due spazi vettoriali reali; sia : E !F un operatore
Ts: e ane , q:() e convesso
75
Dim )
Conseguenza immediata del corollario 2.1.4.
Dim (
Consideriamo l'operatore T = (o
E
) e dimostriamo che e lineare, seguira quindi dal
teorema 2.1.4 che e ane. Per ipotesi q:() e convesso e quindi segue dalla proprieta
2.1.1 che q:(T) e convesso. Inoltre osserviamo che T(o
E
) = (o
E
) (o
E
) = o
F
e quindi
segue dal corollario 2.1.1 che l'operatore T e lineare.
Corollario 2.1.5
Siano E ed F due spazi vettoriali reali; sia : E !F un operatore surgettivo
Ts: e una bigezione ane , q:() e convesso e 9
0
2F t.c.
1
(y
0
) e un singoletto
Dim
Conseguenza del teorema 2.1.5 e del teorema 2.1.2.
2.2 Criteri di continuita per operatori e funzionali
lineari
In questo paragrafo ci proponiamo di dare e di ricercare le condizioni anche un
operatore lineare sia continuo, a seconda degli spazi in cui esso e denito.
Teorema 2.2.1
Siano E ed F due spazi vettoriali topologici; sia r
0
2E; sia T2 1(E,F) continuo in r
0
Ts: T e continuo
Dim
Fissato un r 2E ed un intorno VF di T(r) dobbiamo provare che esiste UE intorno
76
di r tale che T(U)V. Per il corollario 1.3.1 l'insieme V T(r) e un intorno di o
F
e
per la proprieta 1.3.1 l'insieme [V T(r)] + T(r
0
) e un intorno di T(r
0
) e quindi per
la continuita di T in r
0
segue che 9WE intorno di r
0
t.c. T(W) [V T(r)] +
T(r
0
) ) T(W) T(r
0
) + T(r) V e per la linearita dell'operatore T segue che
T([Wr
0
] +r) V. E quindi evidentemente basta scegliere U := [Wr
0
] +r, essendo
questo per il corollario 1.3.1 e per la proprieta 1.3.1 un intorno di r.
Teorema 2.2.2
Siano E ed F due spazi vettoriali topologici; sia T 2 1(E. F) e supponiamo che 9AE
insieme con i:t(A) 6= ; t.c. T(A) e limitato
Ts: T e continuo
Dim
Preliminarmente facciamo osservare che esiste un intorno dell'origine in E che viene
trasformato da T in un limitato. Sia r
0
2 i:t(A) e consideriamo U:=A r
0
che
per il corollario 1.3.1 e un intorno di o
E
e poiche per la linearita di T si ha che
T(U)=T(A)T(r
0
) allora per la proprieta 1.3.12 segue che T(U) e un limitato di
F. Possiamo dimostrare adesso che T e continuo. Per il teorema 2.2.1 e sucienete
dimostrare che T e continuo nell'origine, sia quindi VE un intorno di o
F
e proviamo
che esiste WE intorno di o
E
tale che T(W)V. Per la limitatezza di T(U) 9` 0 t.c.
T(U) `V )
1
A
T(U)V e per la linearita di T segue che T(
1
A
U) e quindi scelto W:=
1
A
U
che per la proprieta 1.3.2 e un intorno di o
E
, si ha quanto voluto.
Corollario 2.2.1
Sia E uno spazio vettoriale topologico reale; sia , : E ! IR funz. lineare e supponiamo
che 9AE con i:t(A) 6= ; t.c. , e limitato inferiormente o superiormente su A
77
Ts: , e continuo
Dim
Mettiamoci nel caso in cui , e limitato superior. su A. Ci proponiamo di trovare un
intorno di o
E
su cui , e limitato seguira quindi dal teorema 2.2.2 la continuita di ,. Per
ipotesi 9r
0
2 i:t(A) consideriamo allora Ar
0
che per il corollario 1.3.1 e un intorno di
o
E
ed inoltre per il corollario 1.4.9, su di esso , e ancora limitato superior.. Per il teorema
1.3.3 si ha che 9U E intorno di o
E
equilibrato t.c. U Ar
0
. Ovviamente , e limitato
superior. anche su U segue allora dal corollario 1.4.8 che , e limitato su U, come volevasi.
Sia adesso il caso in cui , e limitato inferior. su A. Banalmente , e limitato superior.
su A e quindi per il caso gia trattato segue che , e continuo e pertanto segue dalla
proprieta 1.3.8 che , e continuo.
Proprieta 2.2.1
Siano E ed F due spazi vettoriali topologici; sia T 2 1(E. F) continuo
Ts: Per ogni sottoinsieme A limitato in E l'insieme T(A) e limitato in F
Dim
Sia AE limitato e proviamo quindi che T(A) e limitato. Preso quindi VF intorno di
o
F
, poiche per ipotesi T e continuo allora per il teorema 1.2.5 T
1
(V) e un intorno di o
E
e quindi essendo A limitato ) 9` 0 t.c. A `T
1
(V) e quindi applicando l'operatore
lineare T ad ambo i membri si ha T(A)T(`T
1
(V))=`T(T
1
(V)) `V.
Teorema 2.2.3
Siano E ed F due spazi vettoriali topologici; sia T 2 1(E. F); supponiamo che esista in E
un insieme limitato con interno non vuoto
Ts: Sono allora equivalenti:
78
(1) T e continuo
(2) Per ogni sottoinsieme A limitato in E l'insieme T(A) e limitato in F
(3) 9AE insieme con i:t(A) 6= ; t.c. T(A) e limitato
Dim (1))(2)
Conseguenza immediata della proprieta 2.2.1.
Dim (2))(3)
Per ipotesi 9A E limitato con i:t(A) 6= ; segue allora dall'ipotesi che T(A) e limitato.
Dim (3))(1)
Immediata per il teorema 2.2.2.
Teorema 2.2.4
Siano E ed F due spazi vettoriali topologici localmente convessi e siano quindi P
1
e P
2
due famiglie di seminorme rispettivamente su E ed F, inducenti le rispettive topologie di
E ed F; sia T 2 1(E. F)
Ts: T e continuo , 8j 2 P
2
9k 0 e 9j
1
. . . . . j
n
2 P
1
t.c. j(T(r)) k
n
X
i=1
j
i
(r) 8r 2E
Dim )
Assegniamo un'arbitraria seminorma j 2 P
2
e consideriamo la semisfera o(j. o
E
. 1) che e
un intorno di o
F
ed essendo per ipotesi T continuo allora per il teorema 1.2.5 segue che
T
1
(o(j. o
E
. 1)) e un intorno di o
E
e quindi per il teorema 1.3.9 si ha che:
9 0 e j
1
. . . . . j
n
2 P
1
t.c.
n
\
i=1
o(j
i
. r
0
. ) T
1
(o(j. o
E
. 1)) (2.3)
Consideriamo j
1
. . . . . j
n
e proviamo che assieme ad un'opportuna costante k sono le
seminorme richieste dalla tesi. Consideriamo un generico r 2E, ed osserviamo che essendo
79
per denizione le seminorme non negative, si possono allora vericare i seguenti due casi:
(a)
n
X
i=1
j
i
(r) = 0
(b)
n
X
i=1
j
i
(r) 0
Supponiamo che valga il caso (a) e quindi j
i
(r) = 0 8= 1. . . . . n, segue allora
dall'omegeneita delle seminorme che j
i
(rr) = 0 8i = 1. . . . . n e 8r 2IN ) rr 2
T
a
i=1
o(j
i
. o
E
. ) 8r 2 IN e quindi per la 2.3 segue che rr 2 T
1
(o(j. o
F
. 1)) 8r 2
IN ) j(T(rr)) < 1 8r 2 IN, segue dalla linearita di T e dalla omogeneita di j che
j(T(r)) <
1
r
8r 2 IN e quindi passando al limite per r! 1 otteniamo che j(T(r)) = 0.
E quindi in questo caso la tesi vale per ogni costante k 0. Supponiamo adesso che
valga il caso (b). In queste condizioni tenendo presente la linearita dell'operatore T
e l'omogeneita della seminorma j, la nostra tesi equivale a provare che esiste k 0
apportuno tale che j

a
k
P
n
i=1
j
i
(a)

1 cioe T

a
k
P
n
i=1
j
i
(a)

2 o(j. o
F
. 1) ovvero
a
k
P
n
i=1
j
i
(a)
2 T
1
(o(j. o
F
. 1)) e questo per la 2.3 e vero se
a
k
P
n
i=1
j
i
(a)
2
T
n
i=1
o(j
i
. o
E
. )
cioe se j
j

a
k
P
n
i=1
j
i
(a)

< 8j = 1. . . . n e per l'omogeneita delle j


j
questo e vero se e solo
se
j
j
(a)
k
P
n
i=1
j
i
(a)
< 8j = 1. . . . n ed anche tale aermazione sia vera, evidentemente basta
scegliere k 0 tale che
1
k
< .
Dim (
Per il teorema 2.2.1 e suciente a provare che T e continuo nell'origine. Sia VF un
intorno di o
F
e proviamo quindi che esiste UE intorno di o
E
t.c. T(U)V. Per il teorema
1.3.10 possiamo supporre che P
2
sia saturata e pertanto segue dal teorema 1.3.11 che:
9j 2 P
2
e 0 t.c. o(j. o
F
. ) V (2.4)
80
Per ipotesi in corrispondenza alla seminorma j si ha che:
9k 0 e j
1
. . . . . j
n
2 P
1
t.c. j(T(r)) k
n
X
i=1
j
i
(r) 8r 2 E (2.5)
scegliamo:
U :=
n
\
i=1
o

j
i
. o
E
.

nk

e proviamo che T(U) o(j. o


F
. ) seguira allora dalla 2.4 che T(U)V. Sia 2 T(U) )
9r 2 U t.c. = T(r). Poiche r 2 U ) j
i
(r) <
.
nk
8i = 1. . . . . n e quindi per la 2.5
segue che:
j() = j(T(r)) k
n
X
i=1
j
i
(r) < k
n
X
i=1

nk
=
kn
nk
=
cioe 2 o(j. o
F
. ) come volevasi.
Teorema 2.2.5
Siano (E,k k
E
) ed (F,k k
F
) due spazi normati; sia T 2 1(E. F)
Ts: Sono allora equivalenti:
(1) T e continuo
(2) 9k 0 t.c. kT(r)k
F
kkrk
E
8r 2E
(3) T e lipschitziano
Dim(1))(2)
Conseguenza immediata del teorema 2.2.4.
Dim(2))(3)
Conseguenza della linearita di T e dell'ipotesi.
Dim(3))(1)
Conseguenza della proprieta 1.2.10.
81
Teorema 2.2.6
Sia E spazio vettoriale topologico; sia F spazio vettoriale topologico localmente convesso e
sia quindi fj
i
g
i2I
famiglia di seminorme su F inducente la topologia di F; sia T 2 1(E. F)
Ts: T e continuo , 9f
i
g
i2I
in F t.c. j
i
(
i
) limitato in IR e i:t(T
1
(
i
)) 6= ; 8i 2 I
Dim )
Fissato un i2I, scegliamo
i
:= o(j
i
. o
F
. 1). Per costruzione j
i
() < 1 8 2
i
) j
i
(
i
)
limitato in IR. L'insieme T
1
(
i
) e non vuoto, poiche almeno o
E
2 T
1
(
i
), inoltre
essendo T continuo allora T
1
(
i
) e un aperto e quindi i:t(T
1
(
i
)) = T
1
(
i
) 6= ;.
Dim (
Teniamo presente che per il teorema 1.3.10 e lecito supporre che la famiglia di seminorme
inducente la topologia di F sia saturata. Per il teorema 2.2.1 e suciente dimostrare che
l'operatore T e continuo nell'origine, sia quindi VE un intorno di o
F
e proviamo che
esiste UE intorno o
E
tale che T(U)V. Per la proprieta 1.3.5 segue che:
9W F intorno di o
F
equilibrato t.c. W + W V (2.6)
Per il teorema 1.3.11 segue che:
9i 2 I e 0 t.c. o(j
i
. o
F
. ) W (2.7)
Per ipotesi j
i
(
i
) e limitato e quindi 9M 0 t.c. j
i
(r) < M 8r 2
i
cioe
i

o(j
i
. o
F
. M), per la proprieta 1.3.13, per la 2.7 osserviamo che:

i
o(j
i
. o
F
. M) = o

j
i
. o
F
.
M

=
M

o(j
i
. o
F
. )
M

W (2.8)
Per ipotesi 9r
0
2 i:t(T
1
(
i
)) segue allora dal corollario 1.3.1 che T
1
(
i
) r
0
e un
intorno di o
E
. Per la proprieta 1.3.3 W e radiale in o
F
e quindi sicuramente:
90 < ` 1 t.c. `

M
T(r
0
) 2 W (2.9)
82
Scegliamo:
U := `

M
(T
1
(
i
) r
0
) = `

M
T
1
(
i
) `

M
r
0
che per la proprieta 1.3.2 e un intorno di o
E
. E quindi in denitiva per la 2.6, per la 2.8,
per la 2.9 e per la linearita di T si ha:
T(U) = `

M
T(T
1
(
i
)) `

M
T(r
0
) `

M

i
`

M
T(r
0
) `W + W W + W V
Corollario 2.2.2
Sia E uno spazio vettoriale topologico; sia (F,j) uno spazio seminormato; sia T 2 1(E. F)
Ts: T e continuo , 9 F limitato t.c. i:t(T
1
()) 6= ;
Dim
Conseguenza immediata del teorema 2.2.6 e del teorema 1.3.15.
Teorema 2.2.7
Sia E uno spazio vettoriale topologico; sia , : E ! IK un funzionale lineare non nullo e
supponiamo che 9` 2 IK t.c. ,
1
(`) e chiuso
Ts: , e continuo
Dim
Facciamo uso del corollario 2.2.2. Scegliamo := fj 2 IK : jjj < 1g che e banalmente
limitato. Evidentemente 1c:(,) e un chiuso infatti ssato r
0
2 ,
1
(`) allora per la
proprieta 1.4.2 segue che ,
1
(`) = r
0
+1c:(,) ) 1c:(,) = ,
1
(`)r
0
e quindi per il
teorema 1.3.1 segue che 1c:(,) e chiuso. Osserviamo che ,
1
() = fr 2 E : j,(r)j < 1g
e quindi 1c:(,) ,
1
(). Per la proprieta 1.4.15 9r
0
2 E t.c. ,(r
0
) = 1 ) r
0
62
,
1
() ) r
0
62 1c:(,) che e chiuso e pertanto segue che r
0
non e di aderenza per
1c:(,) e da questo assieme alla proprieta 1.3.1 ed al teorema 1.3.3 segue che:
9U E intorno di o
E
equilibrato t.c. (r
0
+ U) \ 1c:(,) = ; (2.10)
83
Ci proponiamo di provare che U ,
1
() da cui seguira che ,
1
() e un intorno di o
E
e che quindi i:t(,
1
()) 6= ;. Sia r 2U e supponiamo per assurdo che r 62 ,
1
() )
j,(r)j 1. Consideriamo allora il vettore:

0
= r
0

1
,(r)
r
essendo U equilibrato allora
0
2 r
0
+U ed inoltre per la linearita di , segue che
0
2
1c:(,) e quindi
0
2 (r
0
+ U) \ 1c:(,) in contraddizione con la 2.10.
Teorema 2.2.8
Sia (E,t) spazio vettoriale topologico di Hausdor; sia F spazio vettoriale topologico
localmente convesso e o-compatto; sia T 2 1(E. F) chiuso e t.c. T
1
() compatto 8 2 F
Ts: 8t
0
topologia vettoriale su E t.c. t t
0
e (E,t
0
) e di Baire allora T e t
0
-continuo
Dim
Per il teorema 1.3.12 9fj
i
g
i2I
famiglia di seminorme su E inducente la topologia di F. Per
ipotesi esiste fK
n
g
n2IN
famiglia di compatti di F che ricopre F, osserviamo allora che:
E = T
1
(F) = T
1

[
n2IN
K
n
!
=
[
n2IN
T
1
(K
n
) (2.11)
Fissato n2 IN allora per il teorema 1.2.11 l'insieme T
1
(K
n
) e un compatto ed essendo
per ipotesi E di Hausdor allora per la proprieta 1.2.1 T
1
(K
n
) e un chiuso e poiche
t t
0
allora e anche t
0
-chiuso. Inoltre osserviamo che ssato i2I e un n2 IN per la
proprieta 1.2.2 e per la proprieta 1.3.14 segue che j
i
(K
n
) e compatto in IR e quindi per
il teorema 1.3.21 e in particolare limitato. Per ipotesi E e t
0
-di Baire e quindi per la
2.11 deve necessariamente esistere un n 2 IN t.c. i:t
t
0 (T
1
(K
n
)) 6= ;. Per ogni i2I
poniamo
i
= K
n
, si ottiene cos una famiglia f
i
g
i2I
in F t.c. j
i
(
i
) limitato in IR e
i:t
t
0 (T
1
(
i
)) 6= ; 8i 2 I segue allora dal teorema 2.2.6 che T e t
0
-continuo.
84
Denizione 2.2.1
Siano E ed F spazi vettoriali topologici, denotiamo allora con L(E,F) l'insieme di tutti
gli operatori lineari e continui da E in F. Per la proprieta 1.4.1 e per la proprieta 1.3.8
l'insieme L(E,F) e un s.sp.vett. di F
E
. Nel caso particolare in cui F=IK allora L(E,F)
usualmente si denota con il simbolo E

, e prende il nome di duale topologico di E.


Denizione 2.2.2
Siano (E,k k
E
) ed (F,k k
F
) spazi normati, vogliamo allora vericare che L(E,F) si puo
riguardare come spazio normato. Fissato un T2 L(E,F) per il teorema 2.2.5 segue che:
9k 0 t.c. kT(r)k
F
kkrk
E
8r 2 E (2.12)
e quindi:
kT(r)k
F
krk
E
k 8r 2 E n fo
E
g
passando al sup otteniamo la quantita:
j
T
:= sup
a2Enf0
E
g
kT(r)k
F
krk
E
k
e pertanto il numero j
T
per costruzione e il pi u piccolo valore che puo assumere la costante
k anche sia valida la relazione 2.12 ovvero sempre per il teorema 2.2.5 j
T
e la pi u piccola
costante di lipschitz, per l'operatore lineare e continuo T. Si verica facilmente che:
j
T
:= sup
a2Enf0
E
g
kT(r)k
F
krk
E
= sup
kak
E
1
kT(r)k
F
= sup
kak
E
=1
kT(r)k
F
Inoltre si verica agevolmente che al variare di T in L(E,F) le quantita j
T
costituisce
una norma su L(E,F) che denotiamo con k k
L(E,F)
, che prende il nome di norma
operatoriale.
85
2.3 Criteri per operatori e funzionali lineari aperti
In questo paragrafo ci proponiamo di dare e di ricercare le condizioni anche un
operatore lineare sia aperto, a seconda degli spazi in cui esso e denito.
Teorema 2.3.1
Siano E ed F due spazi vettoriali topologici; sia T:E!F un operatore lineare
Ts: T e aperto ,8U E intorno di o
E
allora T(U) e un intorno di o
F
Dim )
Conseguenza immediata del teorema 1.2.9.
Dim (
Preso AE aperto dobbiamo provare che T(A) e intorno di ogni suo punto. Sia quindi

0
2T(A) ) 9r
0
2A t.c.
0
= T(r
0
). Poiche r
0
2A allora essendo A aperto ) che
A e intorno di r
0
e quindi segue dalla proprieta 1.3.1 che esiste UE intorno di o
E
t.c.
r
0
+U = A, per la linearita di T si ha T(A)=T(r
0
)+T(U)=
0
+T(U) e poiche per ipotesi
T(U) e un intorno di o
F
segue allora dalla proprieta 1.3.1 segue che T(A) e intorno di
0
.
Teorema 2.3.2
Siano E ed F due spazi vettoriali topologici; sia T:E!F un operatore lineare; supponiamo
che 9A E limitato t.c. i:t(T(A)) 6= ;
Ts: T e aperto
Dim
Preliminarmente facciamo osservare che esiste un limitato di E che viene trasformato da
T in un intorno di o
F
. Poiche i:t(T(A)) 6= ; ) 9r
0
2 A t.c. T(A) e intorno di T(r
0
)
segue allora dal corollario 1.3.1 e dalla linearita di T che T(A) T(r
0
) = T(A r
0
)
e un intorno di o
F
. Scegliamo allora V:=Ar
0
che per la proprieta 1.3.12 e limitato.
86
Possiamo dimostrare adesso che T e aperto. Facciamo uso del teorema 2.3.1 e proviamo
che T trasforma intorni dell'origine in intorni dell'origine. Sia quindi UE un intorno di
o
E
. Per la limitatezza di V in corrispondenza ad U si ha che 9` 0 t.c. V `U)
1
A
VU
e quindi applicando l'operatore T, tenendo conto della sua linearita otteniamo:
1
`
T(V) T(U) (2.13)
Essendo T(V) intorno di o
F
, per la proprieta 1.3.2 segue che
1
A
T(V) e un intorno di o
F
e
quindi per la 2.13 anche T(U) e un intorno di o
F
.
Teorema 2.3.3
Siano E ed F due spazi vettoriali topologici e supponiamo che esista un sottoinsieme di
E limitato con interno non vuoto sia T:E!F un operatore lineare
Ts: T e aperto , 9A E limitato t.c. i:t(T(A)) 6= ;
Dim )
Per ipotesi esiste AE limitato con i:t(A) 6= ;. Poiche i:t(A) A allora:
T(i:t(A)) T(A) (2.14)
Osserviamo che i:t(A) e un aperto ed e non vuoto per ipotesi e quindi essendo T aperto
segue che T(i:t(A)) e un aperto non vuoto e pertanto passando all'interno nella 2.14
otteniamo ; 6= T(i:t(A)) i:t(T(A)) ) i:t(T(A)) 6= ;.
Dim (
Conseguenza immediata del teorema 2.3.2.
Teorema 2.3.4
Sia E uno spazio vettoriale topologico localmente convesso e sia quindi fj
i
g
i2I
una famiglia
87
di seminorme su E, inducente la topologia di E; sia F uno spazio vettoriale topologico;
sia T:E!F operatore lineare
Ts: T e aperto , 9f
i
g
i2I
famiglia in E t.c. j
i
(
i
) limitato in IR e i:t(T(
i
)) 6= ; 8i 2 I
Dim )
Fissato i2I, scegliamo
i
:= o(j
i
. o
E
. 1). Per costruzione j
i
(r) < 1 8r 2
i
cioe j
i
(
i
) e
limitato in IR ed inoltre l'insieme T(
i
) e non vuoto, poiche almeno o
F
2 T(
i
). Essendo
per ipotesi T aperto allora T(
i
) e un aperto e quindi i:t(T(
i
)) = T(
i
) 6= ;.
Dim (
Per provare che T e aperto, facciamo uso del teorema 2.3.1 e proviamo quindi che
trasforma intorni dell'origine in intorni dell'origine. Facciamo osservare che per il teorema
1.3.10 non e restrittivo supporre che la famiglia di seminorme fj
i
g
i2I
sia saturata. Sia
quindi UE un arbitrario intorno di o
E
, segue allora dal teorema 1.3.11 che:
9 0 e i 2 I t.c. o(j
i
. o
E
. ) U (2.15)
Essendo per ipotesi j
i
(
i
) limitato in IR ) 9j 0 t.c. j
i
(r) < j 8r 2
i
cioe:

i
o(j
i
. o
E
. j) (2.16)
Inoltre per ipotesi i:t(T(
i
)) 6= ; ) 9
0
2 i:t(T(
i
)) ) T(
i
) intorno di
0
segue
allora dal corollario 1.3.1 che T(
i
)
0
e un intorno di o
E
. Poiche
0
2 i:t(T(
i
))
T(
i
) ) 9r
0
2
i
t.c.
0
= T(r
0
). Per la proprieta 1.3.13 segue che:
9` 0 t.c. o(j
i
. r
0
. j) o(j
i
. o
E
. `) (2.17)
E quindi per 2.15, 2.16, 2.17 e per la proprieta 1.3.13, si osserva che:

i
r
0
o(j
i
. o
E
. j) r
0
= o(j
i
. r
0
. j) o(j
i
. o
E
. `) =
= o

j
i
. o
E
.
`

!
=
`

o(j
i
. o
E
. )
`

U
88
e pertanto applicando l'operatore lineare T otteniamo che T(
i
)
0

A
.
T(U) e quindi
essendo T(
i
)
0
un intorno di o
F
segue che
A
.
T(U) e un intorno di o
F
, segue allora
dalla proprieta 1.3.2 che T(U) e un intorno di o
F
.
Teorema 2.3.5
Sia (E,t
E
) uno spazio vettoriale topologico e supponiamo che esista in E un insieme
limitato con interno non vuoto; sia (F,t
F
) uno spazio vettoriale topologico; sia T:E!F
operatore lineare e supponiamo che 9 : E ! F operatore surgettivo e chiuso tale che:
(c) 9
0
2 F t.c.
1
(
0
) e limitato
(,)
1
() T
1
() 8 2 F
Ts: T e aperto
Dim
Per ipotesi esiste AE limitato con i:t(A) 6= ;, allora ssato r
0
2 i:t(A) poniamo U:=
i:t(A)r
0
che per il corollario 1.3.1 e per la proprieta 1.3.12 e un intorno aperto e limitato
di o
E
. Poiche per l'ipotesi (c) la bra
1
(
0
) e un limitato allora in corrispondenza
dell'intorno U di o
E
9` 0 t.c.
1
(
0
) `U e quindi posto := `U per il teorema
1.3.1 e per la proprieta 1.3.12 e un aperto limitato ed e tale che
1
(
0
) . Ci
proponiamo di dimostrare che i:t(T()) 6= ; e quindi seguira dal teorema 2.3.2 che T e
aperto. Consideriamo W := F n (E n ) che e aperto essendo per ipotesi chiuso ed e
non vuoto poiche per la proprieta 1.2.3 almeno
0
2 W. Verichiamo adesso che:
W T() (2.18)
Sia 2 W segue allora dalla proprieta 1.2.3 che
1
() e poiche per l'ipotesi
(,)
1
() T
1
() allora
1
() \T
1
() e quindi essendo per la suriettivita di
l'insieme
1
() 6= ; segue che \T
1
() 6= ; ) 9. 2 \T
1
() ) = T(.) 2 T().
89
E quindi in conclusione essendo W un aperto non vuoto di F allora passando all'interno
nella 2.18 otteniamo ; 6= W i:t(T()) ) i:t(T()) 6= ; come volevasi.
Teorema 2.3.6
Sia E uno spazio vettoriale topologico localmente convesso e o-compatto; sia (F,t) uno
spazio vettoriale topologico di Hausdor; sia T:E!F lineare continuo e surgettivo
Ts: 8t
0
topologia vettoriale su F t.c. t t
0
e (F,t
0
) e di Baire allora T e t
0
-aperto
Dim
Per il teorema 1.3.12 esiste fj
i
g
i2I
famiglia di seminorme su E, inducente la topologia di
E. Per ipotesi esiste fK
n
g
n2IN
famiglia di compatti di E che ricopre E e quindi:
F = T(E) = T

[
n2IN
K
n
!
=
[
n2IN
T(K
n
) (2.19)
Fissato n2 IN allora per la proprieta 1.2.2 l'insieme T(K
n
) e un compatto ed essendo per
ipotesi F di Hausdor allora per la proprieta 1.2.1, T(K
n
) e un chiuso e poiche t t
0
allora e anche t
0
-chiuso. Inoltre osserviamo che ssato i2I e un n 2 IN per la proprieta
1.2.2 e per la proprieta 1.3.14 segue che j
i
(K
n
) e compatto in IR e quindi per il teorema
1.3.21 e in particolare limitato. Per ipotesi F e t
0
-di Baire e quindi dalla 2.19 segue che
esiste n 2 IN t.c. i:t
t
0 (T(K
n
)) 6= ;. Per ogni i2I poniamo
i
= K
n
, si ottiene cos una
famiglia f
i
g
i2I
in E tale che j
i
(
i
) limitato in IR e i:t
t
0 (T(
i
) 6= ; 8i 2 I segue allora
dal teorema 2.3.4 che T e t
0
-aperto.
90
2.4 Prolungamento per continuita ad operatori
lineari. Teorema di Nachabin. Teoremi di Hahn-
Banach. Teoremi di separazione
Teorema 2.4.1
Siano (E. k k
E
) ed (F. k k
F
) spazi normati; sia E non vuoto; sia U 2 F

continuo
Ts: Sono allora equivalenti:
(1) 9!T : :jc:() ! F operatore lineare e continuo t.c. T
j
U
(2) 9k 0 t.c.

n
X
i=1
`
i
U(r
i
)

F
k

n
X
i=1
`
i
r
i

E
8r
1
. . . . . r
n
2 e 8`
1
. . . . . `
n
2 IK
Dim (1))(2)
Per comodita poniamo G := :jc:(). Fissati ad arbitrio r
1
. . . . . r
n
2 e `
1
. . . . . `
n
2 IK
allora per la linearita di T e per il teorema 2.2.5 segue che:

n
X
i=1
`
i
U(r
i
)

F
=

n
X
i=1
`
i
T(r
i
)

F
=

n
X
i=1
`
i
r
i
!

F
kTk
L(G,F)

n
X
i=1
`
i
r
i

E
e quindi posto k := kTk
L(G,F)
si ha quanto voluto.
Dim (2))(1)
Per comodita poniamo G := :jc:(). Per il teorema 1.1.4 9A G base di Hamel per G
ed ovviamente A . E quindi teniamo presente che preso ad arbitrio r 2G allora:
9r
a
1
. . . . . r
a
n
2 A e 9`
a
1
. . . . . `
a
n
2 IK t.c. r =
n
X
i=1
`
a
i
r
a
i
(2.20)
Se consideriamo U
jA
allora per il teorema 1.4.3 segue che:
9T : G ! F operatore lineare t.c. T(r) = U(r) 8r 2 A (2.21)
91
Verichiamo che T e un prolungamento di U, cioe che T coincide con U su tutto . Sia
r 2 allora per la 2.20, per la linearita, per la 2.21 e dall'ipotesi osserviamo che:
kT(r) U(r)k
F
=

n
X
i=1
`
a
i
r
a
i
!
U(r)

F
=

n
X
i=1
`
a
i
T(r
a
i
) U(r)

F
=
=

n
X
i=1
`
a
i
U(r
a
i
) U(r)

F
k

n
X
i=1
`
a
i
r
a
i
r

E
=
= kkr rk
E
= kko
E
k
E
= k0 = 0
e quindi kT(r) U(r)k
F
= 0 ) T(r) U(r) = o
F
) T(r) = U(r). Verichiamo che
T e continuo. Per la 2.20, per la linearita di T, per la 2.21 e dall'ipotesi segue che:
kT(r)k
F
=

n
X
i=1
`
a
i
r
a
i
!

F
=

n
X
i=1
`
a
i
T(r
a
i
)

F
=

n
X
i=1
`
a
i
U(r
a
i
)

n
X
i=1
`
a
i
r
a
i

E
= kkrk
E
8r 2 G
segue allora dal teorema 2.2.5 che T e continuo. Ci rimane da vericare l'unicita
dell'operatore lineare T. Supponiamo quindi che 9S 2 L(G. F) t.c. S
j
U essendo
T
j
U e S
j
U ) T
j
S
j
segue allora dalla proprieta 1.4.11 che T S.
Teorema 2.4.2
Sia (E. k k
E
) uno spazio normato; sia (F. k k
F
) uno spazio di Banach; sia GE un
sottospazio vettoriale; sia S:G!F un operatore lineare e continuo
Ts: 9!T : G ! F operatore lineare e continuo t.c. T
jG
S e kTk
L(G,F)
= kSk
L(G,F)
Dim
Fissato r 2 G allora per il teorema 1.2.4 esiste f
a
n
g
n2IN
in G convergente ad r. Per la
proprieta 1.2.5 la successione f
a
n
g
n2IN
e di Cauchy e quindi per la linearita di S e per il
teorema 2.2.5 osserviamo che:
kS(
a
n
) S(
a
m
)k
F
= kS(
a
n

a
m
)k
F
kSk
L(G,F)
k
a
n

a
m
k
E
8n. m 2 IN
92
segue allora immediatamente che fS(
a
n
)g
n2IN
e una succ. di Cauchy in F che e completo
per ipotesi e quindi 9lim
n!1
S(
a
n
). Verichiamo che tale limite non dipende dalla scelta
della succ. in G convergente ad r. Siano quindi f
a
n
g
n2IN
e f.
a
n
g
n2IN
due succ. in G
convergenti ad r, osserviamo allora per la linearita di S e per il teorema 2.2.5 che:
kS(
a
n
) S(.
a
n
)k
F
= kS(
a
n
.
a
n
)k
F
kSk
L(G,F)
k
a
n
.
a
n
k
E
8n 2 IN
di conseguenza passando al limite per n ! 1 otteniamo lim
n!1
kS(
a
n
) S(.
a
n
)k
F
= 0
e questo per il teorema 1.3.16 signica che lim
n!1
[S(
a
n
) S(.
a
n
)] = o
F
abbiamo gia
osservato che esiste il limite della successione fS(
a
n
)g
n2IN
ed analogamente si verica che
esiste il limite della successione fS(.
a
n
)g
n2IN
e quindi per la proprieta 1.3.6 vale che il
limite della somma e uguale alla somma dei limiti e pertanto segue che lim
n!1
S(
a
n
) =
lim
n!1
S(.
a
n
) come volevasi. Consideriamo allora l'operatore:
T : G ! F con T(r) := lim
n!1
S(
a
n
) 8r 2 G (2.22)
che per quanto suddetto risulta essere ben posto. Verichiamo la linearita di T. Siano
r. 2 G e `. j 2 IK segue allora della linearita di S e dalla proprieta 1.3.6 che:
T(`r + j) = lim
n!1
S(`
a
n
+ j
j
n
) = lim
n!1
[`S(
a
n
) + jS(
j
n
] =
= ` lim
n!1
S(
a
n
) + j lim
n!1
S(
j
n
) = `T(r) + jT()
Verichiamo che T e continuo. Essendo S continuo allora per il teorema 2.2.5 segue che
kS(
a
n
)k
F
kSk
L(G,F)
k
a
n
k
E
8n 2 IN e 8r 2 G e quindi per la proprieta 1.3.14 e per il
teorema 1.2.7 passando al limite per n ! 1 otteniamo:
kT(r)k
F
kSk
L(G,F)
krk
E
8r 2 G (2.23)
segue dal teorema 2.2.5 che l'operatore T e continuo. Verichiamo adesso che T e un
prolungamento di S. Fissato r 2G, essendo S continuo segue allora dal teorema 1.2.7
93
che lim
n!1
S(
a
n
) = S(r) e pertanto dalla 2.22 e dal teorema 1.2.1 segue che T(r) =
S(r). Verichiamo adesso che kTk
L(G,F)
= kSk
L(G,F)
. Dalla 2.23 in particolare sulla sfera
unitaria si ha che kT(r)k
F
kSk
L(G,F)
8r 2 G con krk
E
1 e quindi passando al sup a
norma di denizione si ha kTk
L(G,F)
kSk
L(G,F)
. La diseguaglianza inversa e immediata,
infatti avendo gia osservato che T e un prolungamento di S allora si ha che:
kTk
L(G,F)
:= sup
a2Gnf0
E
g
kT(r)k
F
krk
E
sup
a2Gnf0
E
g
kT(r)k
F
krk
E
= sup
a2Gnf0
E
g
kS(r)k
F
krk
E
=: kSk
L(G,F)
Inne dobbiamo vericare l'unicita del prolungamento T. Supponiamo quindi che esista
U : G ! F operatore lineare e continuo tale che U
jG
S. Fissato r 2 G allora per il
teorema 1.2.7 osserviamo che lim
n!1
S(
a
n
) = lim
n!1
U(
a
n
) = U(r) e pertanto dalla 2.22
e dal teorema 1.2.1 segue che T(r) = U(r).
Corollario 2.4.1
Sia (E. k k
E
) uno spazio normato; sia (F. k k
F
) uno spazio di Banach; sia
E un sottoinsieme non vuoto; sia U: !F un operatore continuo t.c.
9k 0 t.c. k
P
n
i=1
`
i
U(r
i
)k
F
k k
P
n
i=1
`
i
r
i
k
E
8r
1
. . . . . r
n
2 e 8`
1
. . . . . `
n
2 IK
Ts: 9T : :jc:() !F operatore lineare e continuo t.c. T
j
U
Il risultato seguente dovuto al matematico Nachabin [6], ci assicura che un operatore
lineare e continuo denito su un s.sp.vett. di un dato spazio normato ed a valori in uno
spazio di tipo M ammette un prolungamento lineare e continuo che preserva la norma.
Tuttavia ci si accorge che tale teorema presenta scarsi riscontri vista la ristrettezza della
classe degli spazi di tipo M. Un esempio di tale inconveniente si ottiene considerando
come spazio di arrivo il corpo I C, che come gia osservato in precedenza non e di tipo M e
quindi in tal caso il teorema di Nachabin non puo essere applicato, ma la tesi continua a
valere grazie al teorema di Hahn-Banach per gli spazi normati, che e trattato di seguito.
94
Lemma 2.4.1
Siano (E. k k
E
) ed (F. k k
F
) due spazi normati; sia GE un s.sp.vett. proprio; sia quindi
r
0
2 E n G e poniamo W := :jc:(G[fr
0
g); sia S:G!F un operatore lineare e continuo
Ts: Sono allora equivalenti:
(1) 9T : W ! F operatore lineare e continuo t.c. T
jG
S e kTk
L(W,F)
= kSk
L(G,F)
(2) La famiglia B := f1

S(r). kSk
L(G,F)
kr
0
rk
E

: r 2 Gg ha intersezione non vuota


Dim (1))(2)
Poniamo
0
= T(r
0
) allora dall'ipotesi e per il teorema 2.2.5 osserviamo che:
k
0
S(r)k
F
= kT(r
0
) T(r)k
F
= kT(r
0
r)k
F
kTk
L(W,F)
kr
0
rk
E
=
= kSk
L(G,F)
kr
0
rk
E
8r 2 G
cioe
0
2 1

S(r). kSk
L(G,F)
kr
0
rk
E

8r 2 G ovvero
0
2 \
12B
1 ) \
12B
1 6= ;.
Dim (2))(1)
Poiche r
0
62 G segue che G\fr
0
g = ; e quindi essendo G un sottospazio vettoriale allora
necessariamente deve essere che G \ :jc:(fr
0
g) = fo
E
g segue allora dal teorema 1.1.1
che W = G:jc:(fr
0
g) e quindi ogni vettore di W si puo esprimere univocamente come
somma di un vettore di G e uno di :jc:(fr
0
g) cioe:
8r 2 W 9!
a
2 G e 9!`
a
2 IK t.c. r =
a
+ `
a
r
0
(2.24)
Per ipotesi
T
12B
1 6= ; e quindi:
9
0
2 E t.c. k
0
S(r)k
F
kSk
L(G,F)
kr
0
rk
E
8r 2 G (2.25)
Consideriamo allora l'operatore:
T : W ! F t.c. con T(r) = S(
a
) + `
a

0
8r 2 W
95
che ovviamente e ben posto per l'univocita di rappresentazione 2.24. Verichiamo che T
e lineare. Siano r. 2W e `. j 2 IK e quindi per l'univocita di rappresentazione 2.24 e
per la linearita di S segue che:
T(`r + j) = T(`(
a
+ `
a
r
0
) + j(
j
+ `
j
r
0
)) = T(`
a
+ ``
a
r
0
+ j
j
+ j`
j
r
0
) =
= T((`
a
+ j
j
) + (``
a
+ j`
j
)r
0
) = S(`
a
+ j
j
) + (``
a
+ j`
j
)
0
=
= `S(
a
) + jS(
j
) + ``
a

0
+ j`
j

0
= `[S(
a
) + `
a

0
] + j[S(
j
) + `
j

0
] =
= `T(r) + jT()
Verichiamo la continuita di T e per fare cio dimostriamo che:
kT(r)k
F
kSk
L(G,F)
krk
E
8r 2 W (2.26)
e quindi seguira dal teorema 2.2.5 che T e continuo. Fissato r 2W allora per la 2.24 e
del tipo r =
a
+ `
a
r
0
per opportuni
a
2G e `
a
2 IK, consideriamo allora il caso in cui
`
a
= 0 ed il caso in cui `
a
6= 0. Se `
a
= 0 allora per il teorema 2.2.5 segue che:
kT(r)k
F
= kS(
a
) + `
a

0
k
F
= kS(
a
)k
F
kSk
L(G,F)
k
a
k
E
=
= kSk
L(G,F)
k
a
+ `
a

0
k
E
= kSk
L(G,F)
krk
E
Se `
a
6= 0 allora per la linearita di S, per la 2.25 e per il teorema 2.2.5 segue che:
kT(r)k
F
= kS(
a
) + `
a

0
k
F
= j`
a
j

S(
a
)
`
a
+
0

F
= j`
a
j

a
`
a

+
0

F
=
= j`
a
j

0
S

a
`
a

F
j`
a
j

r
0

a
`
a

E
=
= j`
a
jkSk
L(G,F)

r
0
+

a
`
a

E
= kSk
L(G,F)
k`
a
r
0
+
a
k
E
=
= kSk
L(G,F)
krk
E
Proviamo che T e un prolungamento di S. Sia r 2G e quindi per la 2.24 e del tipo
r =
a
+`
a
r
0
per opportuni
a
2G e `
a
2 IK ed osservando che banalmente r = r +0r
0
96
allora per l'unicita di rappresentazione deve necessariamente essere che `
a
= 0 e quindi:
T(r) = S(
a
) + 0
0
= S(
a
) = S(
a
+ 0r
0
) = S(r)
Ci rimane da provare che kTk
L(W,F)
= kSk
L(G,F)
. Dalla 2.26 in particolare sulla sfera
unitaria si ha che kT(r)k
F
kSk
L(G,F)
8r 2 W con krk
E
1 e quindi passando al sup
sulla sfera unitaria a norma di denizione si ha kTk
L(W,F)
kSk
L(G,F)
. Viceversa avendo
gia osservato che T e un prolungamento di S si ha allora che:
kTk
L(W,F)
:= sup
a2Wnf0
E
g
kT(r)k
F
krk
E
sup
a2Gnf0
E
g
kT(r)k
F
krk
E
= sup
a2Gnf0
E
g
kS(r)k
F
krk
E
=: kSk
L(G,F)
Teorema 2.4.3 (di Nachabin)
Sia (E. k k
E
) uno spazio normato; sia (F. k k
F
) uno spazio normato di tipo M; sia GE
un sottospazio vettoriale; sia S:G!F un operatore lineare e continuo
Ts: 9T : E ! F operatore lineare e continuo t.c. T
jG
S e kTk
L(E,F)
= kSk
L(G,F)
Dim
Consideriamo la famiglia:
A := fU 2 L(G
U
. F) : G
U
E s.sp.vett. G G
U
. U
jG
= S. kUk
L(G
U
,F)
= kSk
L(G,F)
g
che ovviamente e non vuota poiche almeno S2 A. Introduciamo in A la seguente relazione
che si verica facilmente essere di ordine parziale:
8U. V 2 A U V , G
U
G
V
e V
jG
U
= U
Vogliamo vericare che A con questo ordinamento ammette elemento massimale e quindi
facendo uso del lemma di Zorn dobbiamo provare che ogni catena ammette maggiorante.
Sia C una catena in A e proviamo quindi che ammette maggiorante. Poniamo
~
G
~
U
:=
[
U2C
G
U
97
poiche di due s.sp.vett. qualsiasi che intervengono nell'unione in questione uno e
necessariamente contenuto nell'altro, allora si desume agevolmente da cio che
~
G
~
U
e un
s.sp.vett.. Consideriamo:
~
U :
~
G
~
U
! F con
~
U(r) = U(r) 8r 2
~
G
~
U
e 8U 2C
Verichiamo che
~
U e ben posto. Supponiamo che 9U. V 2 C t.c.9r 2 G
U
\ G
V
e proviamo
quindi che U(r) = V(r). Poiche U. V 2 C allora U V oppure V U cioe V e un
prolungamento di U oppure U e un prolungamento di V e quindi necessariamente deve
essere che U(r) = V(r).

E altrettanto immediato stabilire che
~
U 2 A ed inoltre e evidente
che
~
U e un prolungamento di qualunque U2 C cioe che U
~
U 8U 2 C. Sono quindi
soddisfatte le ipotesi del lemma di Zorn e pertanto 9T 2 Aelemento massimale. Vogliamo
provare che T e proprio l'operatore promesso dalla tesi e quindi evidentemente bisogna
provare che G
T
= E. Supponiamo per assurdo che 9r
0
2 E n G
T
6= ; consideriamo
allora il s.sp.vett. G
V
:= :jc:(G
T
[ fr
0
g) ed ovviamente G
T
G
V
per il fatto che
r
0
62 G
T
. Ci proponiamo di costruire un prolungamento di T, denito su G
V
e che sta
in A, e per fare cio adoperiamo il lemma 2.4.1. Fissato r 2 G
T
poniamo per comodita

a
:= T(r) e r
a
:= kTk
L(G
T
,F)
kr
0
rk
E
. Consideriamo la famiglia di sfere chiuse di F
B := f1(
a
. r
a
) : r 2 G
T
g e proviamo quindi che ha intersezione non vuota e poiche
F e uno spazio di tipo M, e suciente provare che i membri di B sono a due a due
non disgiunti. Presi r. 2 G
T
facciamo vedere quindi che 1(
a
. r
a
) \ 1(
j
. r
j
) 6= ;.
Osserviamo che:
r
a
+ r
j
= kTk
L(G
T
,F)
kr
0
rk
E
+kTk
L(G
T
,F)
kr
0
k
E
=
= kTk
L(G
T
,F)
(kr
0
rk
E
+kr
0
k
E
)
kTk
L(G
T
,F)
k(r
0
r) (r
0
)k
E
=
98
= kTk
L(G
T
,F)
kr k
E
kT(r )k
F
=
= kT(r) T()k
F
= k
a

j
k
F
cioe la somma dei raggi non e minore della distanza tra i centri delle sfere, di conseguenza
per la proprieta 1.3.17 le sfere 1(
a
. r
a
) e 1(
j
. r
j
) hanno intersezione non vuota. Segue
allora dal lemma 2.4.1 che
9V : G
V
!F operatore lineare e continuo t.c. V
jG
T
T e kVk
L(G
V
,F)
= kTk
L(G
T
,F)
Osserviamo che V2 A infatti essendo G G
T
e V
jG
T
T allora V
jG
T
jG
= S ed
inoltre kVk
L(G
V
,F)
= kTk
L(G
T
,F)
= kSk
L(G,F)
. Poiche V
jG
T
T ) T V e quindi per la
massimalita di T deve necessariamente essere che T=V segue che G
T
= G
V
e siamo ad
un assurdo poiche G
T
era contenuto propriamente in G
V
. Ed il teorema e dimostrato.
Trattiamo adesso i fondamentali teoremi di Hahn-Banach [6] sul prolungamento dei
funzionali lineari e continui. Tali teoremi hanno numerose applicazioni nella teoria degli
spazi vettoriali topologici e normati.
Lemma 2.4.2
Sia E uno spazio vettoriale su IR; sia FE un sottospazio vettoriale proprio; sia r
0
2EnF
e poniamo W:=:jc:(F [ fr
0
g); sia ,:F! IR un funzionale lineare; sia j : E ! IR un
funzionale sub-additivo e positivamente omogeneo t.c. ,(r) j(r) 8r 2F
Ts: 9. : W ! IR lineare t.c. .
jF
, e .(r) j(r) 8r 2W
Dim
Osserviamo che:
,() +,(.) = ,( +.) j( +.) = j( r
0
+r
0
+.) j( r
0
) +j(r
0
+.) 8. . 2 F
99
e quindi:
,() j( r
0
) j(r
0
+ .) ,(.) 8. . 2 F
cioe A:=f,() j( r
0
) : 2 Fg e B:=fj(r
0
+ .) ,(.) : . 2 Fg sono sottoinsiemi
di IR separati nel senso dell'Analisi I, e quindi per l'assioma della completezza esiste un
elemento separatore che separa A e B cioe:
9r 2 IR t.c. ,() j( r
0
) r j(r
0
+ .) ,(.) 8. . 2 F (2.27)
Osserviamo che r
0
62F e quindi essendo F un s.sp.vett., tutta la retta passante per l'origine
e per il punto r
0
non e contenuta in F, eccetto l'origine, cioe F \ :jc:(fr
0
g) = fo
E
g e
quindi essendo banalmente W = F +:jc:(fr
0
g), segue allora dal teorema 1.1.1 che ogni
ssato r 2W si puo scrive in modo unico come r =
a
+ `
a
r
0
per un opportuno
a
2F
ed un opportuno `
a
2 IR, deniamo allora il funzionale:
.: W ! IR con .(r) = ,(
a
) + r`
a
8r 2 W
ovviamente tale . e ben posta per l'unicita di scrittura di ogni r 2W. Vogliamo vericare
che tale . e il funzionale promesso nella tesi. Verichiamo che . e lineare. Fissati n. 2W
e `. j 2 IR, per costruzione della . e per la linearita della f, si ha:
.(`n + j) = .(`(
&
+ `
&
r
0
) + j((

+ `

r
0
)) = .(`
&
+ ``
&
r
0
+ j

+ j`

r
0
) =
= .(`
&
+ j

+ (``
&
+ j`

)r
0
) = ,(``
&
+ j`

) + r(``
&
+ j`

) =
= . . . = `[,(
&
) + `
&
r
0
] + j[,(

) + `

r
0
] = `.(n) + j.()
Verichiamo che . ristretta ad F coincide con ,. Fissato un arbitrario r 2F allora per
l'unicita di rappresentazione necessariamente deve essere che r = r + 0r
0
e pertanto
.(r) = ,(r) + r0 = ,(r). Per nire verichiamo che .(r) j(r) 8r 2W. Fissiamo un
100
r 2W che e quindi del tipo r =
a
+`
a
r
0
per opportuni
a
2F e `
a
2 IR, e distinguiamo
i seguenti tre casi: `
a
= 0. `
a
0 e `
a
< 0. Nel caso `
a
= 0 allora r =
a
+0r
0
=
a
2F
e quindi segue dall'ipotesi che .(r) = ,(r) j(r). Nel caso `
a
0, osserviamo che
.(r) j(r) se e solo se ,(
a
) +r`
a
j(
a
+`
a
r
0
), per la linearita di , e per la positiva
omogeneita di j, dividendo ambo i membri per `
a
0 si ha ,

j
A

+ r j

j
A
+ r
0

cioe r j

j
A
+ r
0

j
A

e quest'ultima segue dalla 2.27, per


j
A
2F in luogo di z.
Nel caso `
a
< 0, osserviamo che .(r) j(r) se e solo se ,(
a
) +r`
a
j(
a
+`
a
r
0
), per
la linearita di f e per la positiva omogeneita di j, dividendo ambo i membri per `
a
0
si ha ,

j
A

r j

j
A
r
0

cioe ,

j
A

j
A
r
0

r e quest'ultima segue
dalla 2.27, per
j
A
2F in luogo di y. Come volevasi dimostrare.
Teorema 2.4.4 (di Hahn-Banach)
Sia E uno spazio vettoriale su IR; sia FE s.sp.vett.; sia ,:F! IR un funzionale lineare; sia
j : E ! IR un funzionale subadditivo e positivamente omogeneo t.c. ,(r) j(r) 8r 2F
Ts: 9. : E ! IR lineare t.c. .
jF
, e .(r) j(r) 8r 2E
Dim
Assegnato un funzionale lineare c 2 E
0
allora denoteremo in seguito con Dom(c) il
dominio di c, che e quindi un sottospazio vettoriale di E. Consideriamo la famiglia:
E := fc 2 E
0
: F Dom(c). c
jF
= , e c(r) j(r) 8r 2 Dom(c)g
che e non vuota poiche almeno , 2 E. Introduciamo in E la seguente relazione:
c
1
c
2
, Dom(c
1
) Dom(c
2
) e c
2jDom(1)
= c
1
si prova facilmente che tale relazione e una relazione di ordinamento parziale. Vogliamo
vericare che (E. ) ammette elemento massimale e quindi facendo uso del lemma di Zorn
101
dobbiamo provare che ogni catena ammette maggiorante. Sia C una catena arbitraria in
E e proviamo quindi che C ammette maggiorante. Consideriamo l'insieme:
W :=
[
2C
Dom(c)
dimostriamo allora che tale insieme assieme ad un opportuno funzionale lineare costituisce
un elemento di E e che e il maggiorante della catena C cercato. Verichiamo che W e un
s.sp.vett. di E. Siano `. j 2 IR e r. 2W) 9c
1
. c
2
2 C t.c. r 2 Dom(c
1
) e 2 Dom(c
2
)
ed ovviamente Dom(c
1
). Dom(c
2
) W ed inoltre essendo c
1
e c
2
confrontabili in quanto
elementi della catena C, allora Dom(c
1
) Dom(c
2
) oppure che Dom(c
2
) Dom(c
1
),
supponiamo ad esempio che Dom(c
1
) Dom(c
2
) ) x. y 2 Dom(c
2
) ed essendo
Dom(c
2
) un s.sp.vett. allora `r + j 2 Dom(c
2
) W come volevasi. Deniamo quindi
il funzionale:
h : W ! IR con h(r) = c(r) 8r 2 Dom(c) e 8c 2 C
che e certamente ben denito dal momento che se esistono c
1
. c
2
2 C tali che Dom(c
1
) e
Dom(c
2
) contengono un r 2W, allora per la confrontabilita di c
1
e c
2
dovra essere che
Dom(c
1
) contiene Dom(c
2
) o viceversa, supponiamo ad esempio che Dom(c
1
) Dom(c
2
)
allora per come e stata denita la relazione d'ordine dovra essere c
2jDom(
1
)
= c
1
e quindi
essendo r 2 Dom(c
1
) Dom(c
2
) ) c
1
(r) = c
2
(r). Il funzionale h2 E, infatti per
costruzione FW, h e lineare, h ristretta ad F coincide con , e sempre per lo stesso
motivo h e maggiorato su W da j. Ci rimane da vericare che h e un maggiorante per
la catene C. Consideriamo un arbitrario c 2 C e quindi per costruzione deve essere
Dom(c) W e h
jDom()
= c ) c h ) h maggiorante per la catena C. Per il
lemma di Zorn possiamo dunque aermare che E ammette elemento massimale . 2 E.
Verichiamo che Dom(.) = E e che quindi . e il funzionale lineare promesso nella tesi.
102
Supponaimo per assurdo che 9r
0
2 E n Dom(.) allora detto
~
W := :jc:(Dom(.) [fr
0
g)
si ha chiaramente che Dom(.)
~
W, siamo quindi nelle ipotesi del lemma 2.4.2, che
ci assicura che 9~ , :
~
W ! IR lineare t.c. ~ ,
jDom(.)
coincide con . e che su tutto
~
W e
maggiorato da j e quindi . , e per la massimalita di . deve essere , = . )
~
W =
Dom(.) che e un assurdo poiche Dom(.)
~
W.
Teorema 2.4.5 (di Hahn-Banach nella forma analitica classica)
Sia E uno spazio vettoriale su IK; sia FE un sottospazio vettoriale; sia ,:F! IK un
funzionale lineare; sia j : E ! IR una seminorma t.c. j,(r)j j(r) 8r 2F
Ts: 9. : E ! IK lineare t.c. .
jF
, e j.(r)j j(r) 8r 2E
Dim
Distinguiamo rispettivamente il caso in cui IK = IR ed il caso in cui IK = I C. Nel caso
IK = IR osserviamo che vale sempre ,(r) j,(r)j j(r) 8r 2 F e quindi evidentemente
sono vericate le ipotesi del teorema 2.4.4 che ci dice che:
9j : E ! IR lineare t.c. j
jF
= , e j(r) j(r) 8r 2 E
segue allora da questa, dalla linearita di j e dall'omogeneita di j, che:
j(r) = j(r) j(r) = j(r) j(r) 8r 2 E
e quindi j(r) j(r) j(r) 8r 2 E ) jj(r)j j(r) 8r 2E e si ha la tesi. Sia
adesso il caso in cui IK = I C. In tale situazione consideriamo il funzionale := 1c, che
e lineare per la proprieta 1.4.25, ed inoltre osserviamo che:
j(r)j = j1c,(r)j j,(r)j j(r) 8r 2 F
siamo ricaduti nel caso precedente cioe nel caso IK = IR e quindi possiamo sfruttare il
risultato gia ottenuto e pertanto esiste c : E ! IR funzionale lineare t.c. c
jF
= e
103
jc(r)j j(r) 8r 2 E, consideriamo allora il funzionale complesso:
. : E ! I C con .(r) := c(r) ic(ir) 8r 2 E
che per il corollario 1.4.10 e lineare ed inoltre ristretto ad F coincide con ,, infatti per la
proprieta 1.4.26 segue che:
.(r) = c(r) ic(ir) = (r) i(ir) = 1c,(r) i1c,(ir) = ,(r) 8r 2 F
Ci rimane da vericare che . e maggiorato da j su tutto lo spazio E. Si ricorda che dato
un numero complesso . 2 I C lo possiamo scrivere come . = j.jc
i0
= j.j(cos o +i sino) dove
o e l'argomento principale del complesso z. Ed inoltre si ricorda che jc
:
j = c
1c(:)
8. 2 I C.
Fissato ad arbitrio r 2E allora per quanto detto .(r) = c
i0
j.(r)j e quindi:
j.(r)j = c
i0
.(r) = .

c
i0
r

= c

c
i0
r

c
i0
r

c
i0
r

=
=

c
i0

j(r) = c
1c(i0)
j(r) = c
0
j(r) = 1j(r) = j(r)
Corollario 2.4.2
Sia E uno spazio vettoriale su IK; sia FE un sottospazio vettoriale; sia AE radiale in o
E
e assolutamente convesso; sia ,:F! IK un funzionale lineare t.c. j,(r)j 1 8r 2 A \ F
Ts: 9. : E ! IK lineare t.c. .
jF
, e j.(r)j 1 8r 2A
Dim
Per il corollario 1.1.11 il funzionale di Minkowsky j
A
e una seminorma. Per la proprieta
1.1.5 l'insieme A\F e radiale in o
E
in F (non in E) allora se andiamo a considerare in
F il funzionale di Minkowsky j
A\F
: F ! IR, questo altro non e per denizione che il
funzionale di Minkowsky in E associato ad A, ristretto F cioe in simboli j
A\F
= j
AjF
. Per
ipotesi j,(r)j 1 8r 2 A \ F e per la proprieta 1.1.5 questo equivale ad aermare che
104
j,(r)j j
A
(r) 8r 2 F, sono quindi soddisfatte le ipotesi del teorema 2.4.5, che ci assicura
che esiste un funzionale lineare . : E ! IK tale che .
jF
= , e j.(r)j j
A
(r) 8r 2 E e
quindi per la proprieta 1.1.5 quest'ultima aermazione e equivalente a j.(r)j 1 8r 2 A.
Corollario 2.4.3
Sia E un IK-spazio vettoriale; sia j : E ! IR una seminorma; sia r
0
2 E n fo
E
g
Ts: 9. : E ! IK lineare t.c. .(r
0
) = j(r
0
) e j.(r)j j(r) 8r 2E
Dim
Andiamo a considerare la retta che unisce r
0
e o
E
cioe consideriamo F := :jc:(fr
0
g) che
e un s.sp.vett. di E. Facciamo osservare che ogni vettore r 2F si puo scrivere in modo
unico come r = `
a
r
0
per un opportuno `
a
2 IK. Andiamo adesso a denire il funzionale:
, : F ! IK t.c. ,(r) = `
a
j(r
0
) 8r 2 F
che e chiaramente lineare. Facciamo osservare che ,(r
0
) = 1j(r
0
) = j(r
0
). Tenendo
conto della denizione di , e del fatto che j e una seminorma si ha:
j,(r)j = j`
a
j(r
0
)j = j`
a
jj(r
0
) = j(`
a
r
0
) = j(r) 8r 2 F
e quindi il modulo di , e maggiorato sulla retta F da una seminorma j, segue allora dal
teorema 2.4.5 che esiste . : E ! IK funzionale lineare t.c. .
jF
= , e j.(r)j j(r) 8r 2
E. Ed ovviamente .(r
0
) = j(r
0
) essendo .
jF
= , e ,(r
0
) = j(r
0
).
Teorema 2.4.6 (di Hahn-Banach in forma geometrica)
Sia E uno spazio vettoriale topologico; sia SE una vartieta ane; sia AE un
sottoinsieme non vuoto aperto e convesso t.c. A \ S = ;
Ts: 9H E iperpiano chiuso t.c. SH e A\ H = ;
105
Dim
Facciamo osservare che un iperpiano H di E tale che H\A = ;, deve essere chiuso infatti
se per assurdo non lo fosse allora necessariamente per il corollario 1.4.13 dovrebbe essere
denso e quindi per il teorema 1.2.3 si avrebbe che H \ A 6= ; assurdo. Sia dapprima E
uno spazio vettoriale topologico reale. Fissato r
0
2A consideriamo l'insieme V:=Ar
0
che e un aperto per il teorema 1.3.1 ed inoltre per costruzione o
E
2V e quindi V e un
intorno di o
E
aperto e convesso. Poniamo inoltre T:=Sr
0
che ovviamente e ancora una
varieta ane e per la proprieta 1.1.1 segue che:
V \ T = ; (2.28)
Nel caso considerato proviamo a monte l'asserto per i traslati V e T. Consideriamo il
funzionale di Minkowsky j
V
associato a V che per la proprieta 1.1.11 e per la proprieta
1.1.11 risulta essere rispettivamente positivamente omogeneo e sub-additivo. Fissato

0
2T allora per la proprieta 1.1.2 l'insieme T
0
e un sottospazio vettoriale di E,
consideriamo allora il sottospazio vettoriale F := :jc:((T
0
) [ f
0
g). Poiche o
E
2 V
allora per la 2.28 segue che o
E
62 T e quindi
0
62 T
0
infatti se per assurdo
0
2
T
0
allora essendo T
0
un sottospazio vettoriale si avrebbe che
0
2 T
0
e
quindi o
E
=
0

0
2
0
+ T
0
= T e siamo ad un assurdo. Quindi
0
62 T
0
e
pertanto essendo T
0
un sottospazio vettoriale deve necessariamente essere che (T

0
)) \ :jc:(f
0
g) = fo
E
g e quindi per il teorema 1.1.1 e per la proprieta 1.1.7 segue che
F = (T
0
) :jc:(f
0
g) e questo per denizione signica che il sottospazio T
0
ha
codimensione 1 in F segue allora dal corollario 1.4.12 che:
9c : F ! IR funzionale lineare non nullo t.c. 1c:(c) = T
0
e c(
0
) = 1 (2.29)
Vogliamo provare che c(r) j
V
(r) 8r 2 F. Sia r 2 F = (T
0
):jc:(f
0
g) ) 9!
a
2
106
T
0
e 9!`
a
2 IR t.c. r =
a
+`
a

0
, dobbiamo provare che c(
a
+`
a

0
) j
V
(
a
+`
a

0
) e
questo per la linearita di c equivale a provare che c(
a
) +`
a
c(
0
) j
V
(
a
+`
a

0
) ovvero
essendo
a
2 T
0
= 1c:(c) e c(
0
) = 1 che `
a
j
V
(
a
+`
a

0
), se `
a
0 allora essendo
per denizione il funzionale j
V
non negativo, tale disuguaglianza e evidente, mentre se
`
a
0 essa per la positiva omogeneita di j
V
e equivalente a j
V

j
A
+
0

1 e tale
disuguaglianza per il teorema 1.3.6 e vera se e solo se
j
A
+
0
62 V e questa e sicuramente
vera, infatti essendo T
0
un s.sp.vett. allora
j
A

2 T
0
)
0
+
j
A

2 T e quindi per
la 2.28
0
+
j
A
62 V. Siamo allora nelle ipotesi del teorema 2.4.4 che ci assicura che:
9, : E ! IR lineare t.c. ,
jF
c e ,(r) j
V
(r) 8r 2 E (2.30)
Ovviamente , e non nullo infatti ,(
0
) = c(
0
) = 1 6= 0. Consideriamo quindi l'iperpiano
reale
~
I := ,
1
(1) e verichiamo che contiene T ed e disgiunto da V.

E evidente che T
~
I
infatti per la 2.29, e per la proprieta 1.4.7 e per la proprieta 1.4.2 segue che:
T =
0
+ T
0
=
0
+ 1c:(c)
0
+ 1c:(,) = ,
1
(1) =:
~
I

E altrettanto evidente che V\


~
I = ; infatti se r 2V allora per il teorema 1.3.6 segue che
j
V
(r) < 1 e quindi segue dalla 2.30 che ,(r) < 1 e pertanto r 62
~
I. Trasliamo adesso ad
A ed S quanto ottenuto per V e T. Consideriamo I :=
~
I + r
0
che per la proprieta 1.4.23
e ancora un iperpiano, verichiamo quindi che tale iperpiano contiene S ed e disgiunto
da A. Poiche T
~
I ) S r
0

~
I ) S
~
I + r
0
) S I. Poiche V \
~
I = ; )
(Ar
0
) \
~
I = ; segue allora dalla proprieta 1.1.1 che A\ (
~
I + r
0
) = ; ) A \ I = ;. E
quindi l'asserto resta dimostrato nel caso IK = IR. Sia adesso il caso in cui E e uno spazio
vettoriale topologico complesso. Fissato r
0
2S poniamo
~
S = S r
0
che per la proprieta
1.1.2 e un s.sp.vett.. Poniamo inoltre
~
A := A r
0
che e un aperto per il teorema 1.3.1
107
ed e un convesso in quanto traslato di un convesso. Per la proprieta 1.1.1 segue che:
~
A\
~
S = ; (2.31)
Nel caso considerato proviamo a monte l'asserto per i traslati
~
S e
~
A. Se consideriamo E
come spazio reale ed
~
S come sottospazio reale allora a seguito di quanto dimostrato:
9I E iperpiano reale t.c.
~
S I e
~
A \ I = ; (2.32)
Consideriamo allora
~
H := I \ (iI) che per il corollario 1.4.11 e un iperpiano complesso e
verichiamo quindi che contiene
~
S e che e disgiunto da
~
A. Per la 2.32 ed osservando che
~
S e un s.sp.vett. segue che:
~
S = i
~
S iI (2.33)
E quindi dalla 2.32 e dalla 2.33 segue che
~
S
~
H. Essendo
~
H := I \ (iI) I allora a
fortiori per la 2.32 segue che
~
A \
~
H = ;. Trasliamo adesso ad A ed S quanto ottenuto
per
~
A e
~
S. Consideriamo H :=
~
H + r
0
che per la proprieta 1.4.23 e ancora un iperpiano
e verichiamo che contiene S ed e disgiunto da A. Poiche
~
S
~
H ) S r
0

~
H ) S
~
H + r
0
) S H. Poiche
~
A \
~
H = ; ) (A r
0
) \
~
H = ; segue allora dalla proprieta
1.1.1 che A \ (
~
H + r
0
) = ; ) A \ H = ;. Ed il teorema e dimostrato.
Teorema 2.4.7 (di Hahn-Banach per gli spazi localmente convessi)
Sia E spazio vettoriale topologico localmente convesso; sia FE s.sp.vett.; sia , 2 F

Ts: 9. 2 E

t.c. .
jF
,
Dim
Per ottenere la tesi adoperiamo il corollario 2.4.2 e quindi vogliamo costruire un insieme
A assolutamente convesso e radiale in o
E
t.c. j,(r)j 1 8r 2 A \ F. Consideriamo
l'insieme fr 2 F : j,(r)j 1g che per la continuita di , e un intorno di o
E
in F e
108
quindi e del tipo V \ F = fr 2 F : j,(r)j 1g con V opportuno intorno di o
E
in E.
Per il corollario 1.3.7 esiste WE intorno assolutamente convesso di o
E
contenuto in V,
scegliamo allora A:=W. E quindi A e un intorno assolutamente convesso di o
E
e per la
proprieta 1.3.3 e pure radiale in o
E
ed e t.c. j,(r)j 1 8r 2 A \ F. Ci troviamo allora
nelle ipotesi del corollario 2.4.2 e quindi:
9. : E !IK lineare t.c. .
jF
= , e j.(r)j 1 8r 2 A
ed essendo . limitato in un intorno dell'origine per il teorema 2.2.2 segue che . e continuo.
Teorema 2.4.8 (di Hahn-Banach per gli spazi normati)
Sia E uno spazio normato; sia FE un sottospazio vettoriale; sia , 2 F

Ts: 9. 2 E

t.c. .
jF
, e k.k
E
= k,k
F

Dim
Per il teorema 2.2.5 segue che j,(r)j k,k
F
krk
E
8r 2 F e quindi il modulo del
funzionale , e maggiorato su F dalla norma k,k
F
k k
E
(banalmente il prodotto di una
norma per una costante positiva e ancora una norma), segue allora dal teorema 2.4.5 che:
9. : E ! IK lineare t.c. .
jF
= , e j.(r)j k,k
F
krk
E
8r 2 E (2.34)
per il teorema 2.2.5 il funzionale . e anche continuo. Ci rimane da provare che k.k
E
=
k,k
F
. Per la 2.34 sulla sfera unitaria si ha j.(r)j k,k
F
8r 2 E con krk
E
= 1 e
quindi passando al sup otteniamo k.k
E
k,k
F
. Viceversa osserviamo che:
k,k
F
:= sup
x2Fnf0
E
g
j,(r)j
krk
E
= sup
x2Fnf0
E
g
j.(r)j
krk
E
sup
x2Enf0
E
g
j.(r)j
krk
E
=: k.k
E

Teorema 2.4.9
Sia E uno spazio normato; sia r
0
2 E n fo
E
g
109
Ts: 9. 2 E

t.c. .(r
0
) = kr
0
k
E
e k.k
E
= 1
Dim
Per il corollario 2.4.3 segue che:
9. 2 E
0
t.c. .(r
0
) = kr
0
k
E
e j.(r)j krk
E
8r 2 E (2.35)
per il teorema 2.2.5 il funzionale . e anche continuo. Ci rimane da provare che k.k
E
= 1.
Dalla 2.35 sulla sfera unitaria si ha che j.(r)j 1 8r 2 1(o
E
. 1) e quindi passando al sup
sulla sfera unitaria otteniamo k.k
E
1. Viceversa sempre per la 2.35 osserviamo che:
1 =
kr
0
k
E
kr
0
k
E
=
j.(r
0
)j
kr
0
k
E
k.k
E

Concludiamo il presente paragrafo con i cosiddetti teoremi di separazione [6] che


rappresentono un'applizazione notevole dei teoremi di Hahn-Banach. Tali teoremi
trovano numerose applicazioni nell'analisi convessa e nell'economia matematica.
Denizione 2.4.1
Sia E uno spazio vettoriale reale; siano A,BE insiemi non vuoti; sia f:E! IR un
funzionale lineare non nullo, sia ` 2 IR e consideriamo I := f
1
(`). Diciamo allora
che l'iperpiano I che prende il nome di iperpiano separatore, separa A e B se:
f(r) ` f() 8r 2 A e 8 2 B
Diciamo che l'iperpiano I separa strettamente A e B se:
9c 0 t.c. f(r) ` c < ` + c f() 8r 2 A e 8 2 B
Proprieta 2.4.1
Sia E uno spazio vettoriale reale; siano A,BE due insiemi non vuoti
110
Ts: Valgono allora le seguenti aermazioni:
(c) 9I E iperp. che separa A e B , 9f 2 E
0
n fo
E
0 g t.c. sup
a2A
f(r) inf
a2B
f(r)
(,) 9I E iperp. che separa strett. A e B , 9f 2 E
0
n fo
E
0 g t.c. sup
a2A
f(r) < inf
a2B
f(r)
Proprieta 2.4.2
Sia E uno spazio vettoriale topologico reale; siano A,BE due insiemi non vuoti
Ts: Valgono allora le seguenti aermazioni:
(c) 9I E iperp. chiuso che separa A e B , 9f 2 E

n fo
E
g t.c. sup
a2A
f(r) inf
a2B
f(r)
(,) 9I E iperp. chiuso che separa strett. A e B ,9f 2 E

nfo
E
g t.c. sup
a2A
f(r) < inf
a2B
f(r)
Proprieta 2.4.3
Sia E uno spazio vettoriale topologico reale; siano A,BE due insiemi non vuoti; sia I
E iperpiano che separa A e B
Ts: Se i:t(A) 6= ; o i:t(B) 6= ; allora I e chiuso
Dim
Supponiamo che i:t(A) 6= ;. Poiche I e un iperpiano che separa A e B allora esiste
f 2 E
0
n fo
E
0 g e ` 2 IK tale che I = f
1
(`) e f(r) ` f() 8r 2 A e 8 2 B ) f(r)
` 8r 2 A cioe f e limitata superiormente su A, segue allora dal corollario 2.2.1 che f e
continuo. Analogamente si procede nel caso i:t(B) 6= ;.
Lemma 2.4.3
Sia E uno spazio vettoriale reale; sia AE convesso, A
0
6= ; e o
E
62 A
0
Ts: 9f : E ! IR funzionale lineare, f6 0 t.c. f(r) 0 8r 2A
Dim
Per la proprieta 1.1.6 l'insieme A
0
e un convesso. Poiche A
0
6= ; ) 9r
0
2 A
0
consideriamo allora l'insieme V := r
0
A
0
che e un convesso in quanto traslato di
111
un convesso ed inoltre r
0
62V infatti se per assurdo r
0
2 V ) r
0
2 r
0
A
0
) o
E
2 A
0
assurdo. Inoltre per la proprieta 1.1.4 e la proprieta 1.1.6 osserviamo che:
V
0
= (r
0
A
0
)
0
= r
0
(A
0
)
0
= r
0
A
0
e poiche r
0
2 A
0
) o
E
2 V
0
) V radiale in o
E
. E quindi in denitiva l'insieme
V e convesso e radiale in o
E
. Possiamo allora considerare il funzionale di Minkowsky
j
V
: E ! [0. +1[ associato a V che per la proprieta 1.1.11 e positivamente omogeneo
e subadditivo. Consideriamo F := :jc:(fr
0
g) che e un sottospazio vettoriale di E.
Facciamo osservare che ogni vettore r 2F si puo scrivere in modo unico come r = `
a
r
0
per un opportuno `
a
2 IK. Andiamo adesso a denire il funzionale:
, : F !IK t.c. ,(r) = `
a
j
V
(r
0
) 8r 2 F
che e chiaramente un funzionale lineare. Proviamo che il funzionale , e maggiorato sulla
retta F dal funzionale di Minkowsky associato a V cioe che ,(r) j
V
(r) 8r 2 F. Fissato
un arbitrario r 2F allora puo accadere che `
a
0 oppure che `
a
0. Nel caso `
a
0
allora essendo per denizione il funzionale di Minkowsky non negativo si ha:
,(r) = `
a
j
V
(r
0
) j
V
(r
0
)
Nel caso `
a
0 segue subito dalla denizione di , e dalla positiva omogeneita di j
V
che:
,(r) = `
a
j
V
(r
0
) = j
V
(`
a
r
0
) = j
V
(r)
E quindi essendo il funzionale lineare , maggiorato sulla retta F dal funzionale j
V
subadditivo e positivamente omogeneo allora per il teorema 2.4.4 si ha:
9. : E ! IR lineare t.c. .
jF
, e .(r) j
V
(r) 8r 2 E (2.36)
112
Teniamo presente che per la proprieta 1.1.12 V contiene l'insieme dei punti in cui j
V
e
strettamente minore di 1 e quindi essendo r
0
62 V allora necessariamente j
V
(r
0
) 1 e
poiche per la 2.36 .(r
0
) = ,(r
0
) = j
V
(r
0
) segue che:
.(r
0
) 1 (2.37)
e questa in particolare ci dice che . non e identicamente nullo. Per la proprieta 1.1.12
V e contenuto nell'insieme dei punti in cui il funzionale di Minkowsky associato a V e
minore o uguale ad 1 e quindi dalla 2.36 segue che .(r) j
V
(r) 1 8r 2 V e poiche
V :=r
0
A
0
= fr
0
r : r 2 A
0
g si ha:
.(r
0
r) 1 8r 2 A
0
(2.38)
segue allora dalla linearita di ., dalla 2.37 e dalla 2.38 che:
.(r) = .(r r
0
+ r
0
) = .(r r
0
) .(r
0
) =
= .(r
0
r) .(r
0
) 1 1 = 0 8r 2 A
0
e quindi scegliamo f:=. che e un funzionale lineare non nullo t.c. f(r) 0 8r 2 A
0
cioe sup
a2A
0
f(r) 0, segue dal teorema 1.4.7 che sup
a2A
f(r) 0 cioe f(r) 0 8r 2 A.
Teorema 2.4.10 (di separazione in forma algebrica)
Sia E uno spazio vettoriale reale; siano A,BE insiemi convessi con A
0
6= ; e B non vuoto
Ts: 9I E iperpiano che separa A e B , A
0
\ B = ;
Dim )
Per la proprieta 2.4.1 segue che:
9f : E ! IR funzionale lineare. f 6 0 t.c. sup
a2A
f(r) inf
a2B
f(r) (2.39)
113
Supponiamo per assurdo che A
0
\ B = ; 9n 2 A
0
\ B ) n 2 A
0
e n 2 B. Poiche
n 2 A
0
) f(n) 2 f(A
0
) ed essendo per il corollario 1.4.5 f(A
0
) un aperto di IR segue che
f(A
0
) e un intorno di f(n) e quindi 9c 0 t.c. ]f(n) c. f(n) + c[ f(A
0
) segue:

f(n)
c
2
. f(n) +
c
2

]f(n) c. f(n) + c[ f(A


0
) (2.40)
e quindi per la 2.40, per la 2.39 ed osservando inoltre che A
0
A, si ha:
f(n) < f(n) +
c
2
sup
a2A
0
f(r) sup
a2A
f(r) inf
a2B
f(r)
e questo evidentemente ci dice che f(n) 62 f(B) ) n 62 B assurdo.
Dim (
Consideriamo A
0
B che e un convesso in quanto somma algebrica di convessi, ci
proponiamo allora di vericare che per tale insieme valgono le ipotesi del lemma 2.4.3. Il
nucleo radiale di A
0
B e non vuoto infatti per ipotesi 9r 2 A
0
e 9 2B, allora per la
proprieta 1.1.6 e per la proprieta 1.1.4 osserviamo che:
r 2 A
0
= (A
0
)
0
= (A
0
)
0
(A
0
B)
0
e quindi (A
0
B)
0
6= ;. Per ipotesi A
0
\ B = ; ) o
E
62 A
0
B e quindi essendo
(A
0
B)
0
A
0
B ) o
E
62 (A
0
B)
0
. E quindi A
0
B e un convesso con nucleo
radiale non vuoto e non contenente o
E
, segue allora dal lemma 2.4.3 che esiste f : E !IR
funzionale lineare non nullo t.c f(.) 0 8. 2 A
0
B segue che f(r ) 0 8r 2
A
0
e 8y 2 B e per la linearita di f segue che f(r) f() 0 8r 2 A
0
e 8y 2 B ) f(r)
f() 8r 2 A
0
e 8y 2 B ) sup
a2A0
f(r) inf
a2B
f(r) segue allora dal teorema 1.4.7 che
sup
a2A
f(r) inf
a2B
f(r) e da questo per la proprieta 2.4.1 otteniamo la tesi.
Teorema 2.4.11 (di separazione in forma topologica)
Sia E spazio vettoriale topologico reale; siano A,BE convessi con i:t(A) 6= ; e B 6= ;
114
Ts: 9I E iperpiano chiuso che separa A e B , i:t(A) \ B = ;
Dim
Conseguenza del teorema 1.3.7, del teorema 2.4.10 e della proprieta 2.4.3.
Teorema 2.4.12 (di stretta separazione)
Sia E uno spazio vettoriale topologico reale localmente convesso; siano A,BE
sottoinsiemi convessi e non vuoti
Ts: 9I E iperpiano chiuso che separa strettamente A e B , o
E
62 B A
Dim )
Dobbiamo provare che esiste un intorno di o
E
che non interseca B A. Per la proprieta
2.4.2 esiste f:E! IR lineare e continuo non nullo t.c. sup
a2A
f(r) < inf
a2B
f(r) e questo
come sappiamo signica che:
9c 0 t.c. f(r) + c f() 8r 2 A e 8 2 B (2.41)
Andiamo adesso a considerare l'insieme V := f
1
(] 1. c[) = fr 2 E : f(r) < cg che per
la continuita di f e un aperto ed inoltre osserviamo che o
E
2V poiche per la linearita di f
si ha che f(o
E
) = 0 < c. E quindi V e un intorno aperto di o
E
ed ovviamente non interseca
BA infatti per la 2.41 e per la linearita di f osserviamo che c f(r) 8r 2 A e 8 2 B
e quindi in BA la f e maggiore o uguale a c e pertanto essendo per costruzione V l'insieme
dei punti di E in cui f e strettamente minore di c allora necessariamente V\(BA) = ;.
Dim (
Consideriamo B A che e un convesso essendo somma algebrica di convessi. Poiche
o
E
62 B A allora esiste V intorno di o
E
che per il corollario 1.3.7 possiamo supporre
assolutamente convesso t.c. V\(BA) = ;. Ovviamente essendo V\(BA) = ; allora
a fortiori i:t(V) \ (B A) = ;. Segue allora dal teorema 2.4.11 che esiste un iperpiano
115
chiuso che separa V e B A e questo per la proprieta 2.4.2 equivale ad aermare che
esiste f:E! IR lineare e continuo non nullo tale che sup
a2V
f(r) inf
a2BA
f(r) cioe
f(r) f( .) 8r 2 V 8 2 B e 8. 2 A e quindi per la linearita di f segue che:
f(r) f() f(.) 8r 2 V 8 2 B e 8. 2 A (2.42)
poiche in particolare Ve radiale e simmetrico segue allora dalla proprieta 1.4.16 che 9r 2V
t.c. f(r) 0, e quindi posto c := f(r) dalla 2.42 segue che c f() f(.) 8 2 B e 8. 2
A ) c +f(.) f() 8 2 B e 8. 2 A e questo signica che c +sup
a2A
f(r) inf
a2B
f(r)
cioe sup
a2A
f(r) < inf
a2B
f(r) e quindi per la proprieta 2.4.2 otteniamo la tesi.
Corollario 2.4.4
Sia E uno spazio vettoriale topologico reale localmente convesso; siano A,BE
sottoinsiemi convessi, disgiunti e non vuoti con A compatto e B chiuso
Ts: 9I E iperpiano chiuso che separa strettamente A e B
Dim
Per la proprieta 1.3.5 BA e un chiuso ed inoltre per ipotesi A\B = ; ) o
E
62 BA.
In denitiva o
E
62 B A = B A e quindi per il teorema 2.4.12 si ha la tesi.
Corollario 2.4.5
Sia E uno spazio vettoriale topologico reale localmente convesso; sia AE un sottoinsieme
convesso, chiuso e non vuoto; sia r
0
2 E n A
Ts: 9I E iperpiano chiuso che separa strettamente A ed il singoletto fr
0
g
Dim
Il singoletto fr
0
g e compatto e convesso ed essendo r
0
2 E n A allora fr
0
g \ A = ; e
quindi applicando di peso il corollario 2.4.4 si ha la tesi.
116
Corollario 2.4.6
Sia E uno spazio vettoriale topologico localmente convesso; sia AE un sottoinsieme
assolutamente convesso, chiuso e non vuoto; sia r
0
2 E n A
Ts: 9c : E ! IK funzionale lineare continuo t.c. jc(r)j < 1 8r 2 A e 1cc(r
0
) 1
Dim
Per il corollario 2.4.5 e per la proprieta 2.4.2 segue che:
9f : E ! IR funzionale lineare continuo. f 6 0 t.c. sup
a2A
f(r) < f(r
0
) (2.43)
Per l'assioma della completezza:
9c 0 t.c. 0 < c < f(r
0
) sup
a2A
f(r) (2.44)
Osserviamo che:
f(r
0
) c sup
a2A
f(r) f(o
E
) = 0
Consideriamo allora il funzionale:
c : E ! IK con c(r) :=
f(r) if(ir)
f(r
0
) c
8r 2 E
che per il corollario 1.4.10 e per la proprieta 1.4.1 e lineare ed inoltre per la proprieta
1.2.12 e continuo. Si osserva subito che
1cc(r
0
) =
f(r
0
)
f(r
0
) c
1
Per la linearita di c, per la 2.43 e per la 2.44 segue che:
jc(r)j = c
0
c(r) = c

c
0
r

=
f

c
0
r

f(r
0
) c

sup
a2A
f(r)
f(r
0
) c
<
f(r
0
) c
f(r
0
) c
= 1 8r 2 A
Corollario 2.4.7
Sia E uno spazio vettoriale topologico localmente convesso; sia FE un s.sp.vett. chiuso
117
Ts: 9c : E ! IK funzionale lineare continuo non nullo t.c. c(r) = 0 8r 2 F
Dim
Banalmente F e assolutamente convesso ed inoltre essendo essendo F un sottospazio
proprio allora 9r
0
2 E n F e quindi per il corollario 2.4.6 segue che:
9c 2 E

t.c. jc(r)j < 1 8r 2 F e 1cc(r


0
) 1 (2.45)
Poiche 1cc(r
0
) 1 allora 1cc(r
0
) 6= 0 segue che c(r
0
) 6= 0 e pertanto c non e
identicamente nullo. Per la proprieta 1.4.6 il funzionale c trasforma sottospazi vettoriali
in sottospazi vettoriale e quindi puo accadere che c(F)=IK oppure che c(F)=f0g, ma per
la 1.4.9 c e limitato su F e quindi deve necessariamente essere che c(F)=f0g.
2.5 Spazio degli operatori lineari e continui
Nella denizione 2.2.1 e stato introdotto lo spazio degli operatori lineari e continui.
Vogliano adesso dare i risultati pi u salienti inerenti il suddetto spazio. Per linearizzare la
trattazione dimostriamo dapprima alcune semplici proprieta.
Proprieta 2.5.1
Sia E uno spazio vettoriale; sia F uno spazio vettoriale topologico; sia T 2 F
E
; sia
fT
n
g
n2IN
una succ. di operatori lineari in F
E
convergenti puntualmente a T
Ts: T e lineare
Dim
Conseguenza della linearita dei T
n
e della proprieta 1.3.6.
Proprieta 2.5.2
Siano (E,k k
E
) ed (F,k k
F
) spazi normati; sia T2 F
E
; sia fT
n
g
n2IN
in L(E,F) limitata
118
Ts: Valgono allora le seguenti aermazi:
(c) Se fT
n
g
n2IN
converge a T in L(E,F) allora essa converge punt. a T
(,) Se fT
n
g
n2IN
e di Cauchy in L(E,F) allora fT
n
(r)g
n2IN
e di Cauchy in F 8r 2F
() Se fT
n
g
n2IN
converge punt. a T allora T2 L(E,F) e kTk
L(E,F)
liminf
n!1
kT
n
k
L(E,F)
(o) Se fT
n
g
n2IN
e di Cauchy in L(E,F) e converge punt. a T allora T2 L(E,F) e fT
n
g
n2IN
converge a T in L(E,F).
(c) Se T2 L(E,F) allora D =
n
r 2 E : lim
n!1
T
n
(r) = T(r)
o
e chiuso
Dim
Per quanto riguarda la (c) e la (,) basta esplicitatre la nozione di convergenza rispetto
alla norma operatoriale k k
L(E,F)
.
Verichiamo la (). Per la proprieta 2.5.1 T e lineare. Proviamo che T e continuo.
Per ipotesi 9M 0 t.c. kT
n
k
L(E,F)
M 8n 2 IN da questa e dal teorema 2.2.5 segue
che kT
n
(r)k
F
Mkrk
E
8r 2 E e 8n 2 IN per la proprieta 1.3.14 e per il teorema
1.2.7 passando al limite per n ! 1 otteniamo kT(r)k
F
Mkrk
E
8r 2 E e quindi
segue dal teorema 2.2.5 che T e continuo. Verichiamo la disuguaglianza della tesi.
Essendo i T
n
continui per il teorema 2.2.5 sulla sfera unitaria si ha che kT
n
(r)k
F

kT
n
k
L(E,F)
8r 2 E con krk
E
1 e 8n 2 IN e pertanto passando al minimo limite per
n ! 1 e successivamente passando al sup sulla sfera unitaria otteniamo quanto voluto.
Verichiamo la (o). Segue dalla () che T e lineare e continuo. Ci rimande da provare
che fT
n
g
n2IN
converge verso T in L(E,F) e quindi ssato un 0 dobbiamo provare che
9i 2 IN t.c. kT
n
Tk
L(E,F)
8n i. Per ipotesi fT
n
g
n2IN
e di Cauchy e quindi in
corrispondenza ad , esplicitando al solito la denizione di norma opertoriale si ha:
9i 2 IN t.c.
kT
n
(r) T
m
(r)k
F
krk
E
8r 2 E n fo
E
g e 8n. m i
119
per la continuita della norma, tenendo sso n e facendo il limite per m! 1, e
successivamente passando al sup su E n fo
E
g otteniamo quanto voluto.
Verichiamo la (c). Facciamo uso del corollario 1.2.1 e quindi presa una succ. fr
k
g
k2IN
in D convergente ad un r 2E proviamo che r 2D. Dobbiamo provare che la succ.
fT
n
(r)g
n2IN
converge a T(r) e quindi ssiamo un c 0 dobbiamo provare che 9i 2 IN
t.c. kT
n
(r) T(r)k
F
c 8n i. Per ipotesi la succ. fT
n
g
n2IN
e limitata e quindi:
9M 0 t.c. kT
n
k
L(E,F)
M 8n 2 IN (2.46)
Osserviamo che:
kT
n
(r) T(r)k
F
= kT
n
(r) T
n
(r
k
) + T
n
(r
k
) T(r
k
) + T(r
k
) T(r)k
F
(2.47)
kT
n
(r) T
n
(r
k
)k
F
+kT
n
(r
k
) T(r
k
)k
F
+kT(r
k
) T(r)k
F
=
= kT
n
(r r
k
)k
F
+kT
n
(r
k
) T(r
k
)k
F
+kT(r
k
r)k
F
8n. k 2 IN
Andiamo a maggiorare separatamente le tre quantita. Essendo i T
n
continui, per il
teorema 2.2.5 e per la 2.46 segue che:
kT
n
(r r
k
)k
F
kT
n
k
L(E,F)
kr r
k
k
E
Mkr r
k
k
E
8n. k 2 IN (2.48)
poiche per ogni k 2 IN r
k
2 D ) che per ogni k 2 IN la successionefT
n
(r
k
)g
n2IN
e
convergente verso T(r
k
) e quindi in corrispondenza della quantita
c
2
0 si ha che:
8k 2 IN 9i
k
2 IN t.c. kT
n
(r
k
) T(r
k
)k
c
2
8n i
k
(2.49)
Per ipotesi T 2 L(E. F), e quindi segue dal teorema 2.2.5 che:
kT(r r
k
)k
F
kTk
L(E,F)
kr r
k
k
E
8k 2 IN (2.50)
120
E quindi maggiorando la 2.47 con 2.48, 2.49 e 2.50 si ha:
kT
n
(r) T(r)k
F
Mkr r
k
k
E
+
c
2
+kTk
L(E,F)
kr r
k
k
E
= (2.51)
= (M+kTk
L(E,F)
)kr r
k
k
E
+
c
2
8k 2 IN e 8n i
k
poniamo la C:=M+kTk
L(E,F)
e osserviamo che la successione fr
k
g
k2IN
e convergente ad
r e quindi in corrispondenza della quantita
c
2C
0:
9
~
k 2 IN t.c. kr r
k
k
E

c
2C
8
~
k k
e da quasta possiamo maggiorare la 2.51 e otteniamo:
kT
n
(r) T(r)k
F
C
c
2C
+
c
2
= c 8k
~
k e 8n i
k
ssato un k
~
k evidentemente basta scegliere i := i
k
ed otteniamo quanto voluto.
Teorema 2.5.1
Sia (E,k k
E
) uno spazio normato e sia (F,k k
F
) uno spazio di Banach
Ts: (L(E. F). k k
LE,F
) e di Banach
Dim
Sia fT
n
g
n2IN
una succ. di Cauchy in L(E,F), e dimostriamo quindi che converge ad un
operatore di L(E,F). Per la proprieta 1.2.5 fT
n
g
n2IN
e limitata. Segue dalla proprieta
2.5.2 che per ogni ssato r 2E la succ. fT
n
(r)g
n2IN
e di Cauchy in F che e per ipotesi
completo e quindi esiste un vettore di F che indichiamo con T(r) che e il limite di tale
succ.. E pertanto resta denito l'operatore T : E ! F che ad ogni r 2E associa il limite
T(r) della succ. fT
n
(r)g
n2IN
. L'operatore T e ben denito, poiche lo spazio d'arrivo F
e di Hausdor e quindi in esso vale l'unicita del limite. Quindi per costruzione la succ.
fT
n
g
n2IN
converge puntualmente a T, e pertanto segue direttamente dalla proprieta 2.5.2
che T2 L(E,F) e che fT
n
g
n2IN
converge a T nello spazio normato L(E,F).
121
Corollario 2.5.1
Sia (E,k k
E
) uno spazio normato
Ts: E

e di Banach
Teorema 2.5.2
Sia E uno spazio vettoriale topologico localmente convesso di Hausdor e E 6= fo
E
g
Ts: E

e un sottospazio totale di E non banale


Dim
Preliminarmente facciamo osservare che:
8r 2 E n fo
E
g 9. 2 E

t.c. .(r) 6= 0 (2.52)


Fissiamo un qualunque r 2 E n fo
E
g. Per il teorema 1.3.12 9G famiglia di seminorme su E
inducente la topologia di E che per la proprieta 1.3.14 sono pure continue. Per il teorema
1.3.13 9j 2 G t.c. j(r) 0 e quindi per il corollario 2.4.3 segue che 9. 2 E
0
t.c. .(r) =
j(r) 0 ed e maggiorato in modulo da j su tutto E e questo ci dice che il funzionale
. e continuo, infatti per la proprieta 1.2.9 la semniorma j e sicuramente limitata su un
intorno dell'origine e quindi anche . e limitato su tale intorno e pertanto per il teorema
2.2.2 si ottiene quanto voluto. Essendo per ipotesi E 6= fo
E
g la 2.52 ci dice imediatamente
che E

6= fo
E
g. Proviamo che E

e totale su E. Sia r 2E t.c. ,(r) = 0 8, 2 E

, allora
per la 2.52 deve necessariamente essere che r = o
E
.
Lemma 2.5.1
Sia E uno spazio vettoriale topologico di Hausdor con di:(E)=n
Ts: Esiste una norma su E inducente la topologia di E
Dim
122
Facciamo uso del teorema 1.3.20 e dimostriamo quindi che esiste un intorno dell'origine
assolutamente convesso e limitato. Consideriamo IK
n
munito della norma canonica:
k(`
1
. . . . . `
n
)k
IK
n
:=
n
X
i=1
j`
i
j 8(`
1
. . . . . `
n
) 2 IK
n
Sia r
1
. .... r
n
2E una base di Hamel per E e consideriamo l'operatore:
: IK
n
! E con (`
1
. . . . . `
n
) :=
n
X
i=1
`
i
r
i
8(`
1
. . . . . `
n
) 2 IK
n
che si verica facilmente essere lineare. Verichiamo che e continuo. Fissato un
r 2E a tale scopo dimostriamo preliminarmente che l'operatore f : IK ! E con
f(`) := `r 8` 2 IK e continuo. Consideriamo la funzione g : IK ! IK E con
g(`) := (`. r) 8` 2 IK che e continua per il teorema 1.2.16. Consideriamo inoltre
l'operatore continuo prodotto j : IK E ! E con j(`. r) := `r 8(`. r) 2 IK E. Si
osserva allora che f = j g e quindi f e continuo in quanto composizione di funzioni
continue. Per ogni ssato i = 1. . . . . n consideriamo l'operatore f
i
: IK ! E con
f(`) := `r
i
8` 2 IK che per quanto suddetto e continuo e andiamo a denire l'operatore
h : IK
n
! E
n
con h(`
1
. . . . . `
n
) := (f
1
(`
1
). . . . . f
n
(`
n
)) 8(`
1
. . . . . `
n
) 2 IK
n
che e continuo
per il teorema 1.2.17 e quindi se consideriamo l'operatore continuo somma : : E
n
!E
con :(r
1
. . . . . r
n
) :=
P
n
i=1
r
i
8(r
1
. . . . . r
a
) 2 IK
n
allora risulta evidente che := : h
e pertanto e continuo in quanto composizione di funzioni continue. Poniamo A :=
1(o
IK
n
. 1) che e quindi un limitato di IK
n
. Ci proponaimo di dimostrare che (A) e un
intorno di o
1
limitato e assolotamente convesso. Per la proprieta 2.2.1 e per la proprieta
1.4.8 segue che (A) e limitato e assolutamente convesso. Chiaramente o
E
2 (A), infatti
o
IK
n
2A segue allora dalla linearita di che (o
IK
n
) = o
E
) o
E
2 (A). Ci rimane
da dimostrare che (A) e un intorno di o
E
e quindi dobbiamo dimostrare che 9V E
123
intorno di o
E
t.c. V (A). Consideriamo la frontiera JA che e un chiuso ed e pure
limitato essendo A limitato ed inoltre tenendo conto dell proprieta 1.3.16 osserviamo che:
JA = Ani:t(A) = 1(o
IK
n
. 1) n 1(o
IK
n
. 1) =
(
(`
1
. . . . . `
n
) 2 IK
n
:
n
X
i=1
j`
i
j = 1
)
Per il teorema 1.3.21 la frontiera JA e un compatto e quindi essendo l'operatore
continuo, segue allora dalla proprieta 1.2.2 che l'insieme (JA) e un compatto.
Banalmente il vettore o
E
62 (JA) poiche per denizione (JA) = f
P
n
i=1
`
i
r
i
:
(`
1
. . . . . `
n
) 2 IK
n
t.c.
P
n
i=1
j`
i
j = 1g e quindi essendo per ipotesi E di Hausdor allora:
8r 2 (JA) 9U
a
int. aperto di r e 9V
a
int. di o
E
equil. t.c. U
a
\ V
a
= ;
Se andiamo a considerare la famiglia fU
a
g
a2(0A)
, questa e chiaramente per costruzione
un ricoprimento aperto di (JA) che e compatto e quindi:
9
1
. . . . .
m
2 (JA) t.c. (JA)
m
[
i=1
U
j
i
(2.53)
Poniamo V =
T
n
i=1
V
j
i
che e quindi un intorno equilibrato di o
E
ed ha la proprieta che
non interseca il trasformato della frontiera di A cioe:
V \ (JA) = ; (2.54)
infatti per costruzione si ha V
j
i
\U
j
i
= ; 8i = 1. . . . . m ) V\U
j
i
= ; 8i = 1. . . . . m )
V \
S
m
i=1
U
j
i
= ; e quindi per la 2.53 si ha la 2.54. A questo punto vogliamo fare vedere
che V (A). Supponiamo per assurdo che 9r
0
2V t.c. r
0
62 (A). Tale vettore r
0
avra
una sua rappresentazione rispetto alla base di Hamel r
1
. . . . . r
n
, cioe:
9`
1
. . . . . `
n
2 IK t.c. r
0
=
n
X
i=1
`
i
r
i
124
Si osserva che essendo r
0
62 (A) allora necessariamente:
n
X
i=1
j`
i
j 1 (2.55)
Vogliamo trovare una contraddizione con la 2.54, cioe vogliamo trovare un punto 2E
t.c. 2V e 2 (JA). Andiamo a costruire tale punto. Scegliamo:
:=
n
X
i=1
`
i
P
n
j=1
j`
j
j
r
i
e ovvio che

P
n
i=1
A
i
P
n
j=1
jA
j
j

= 1 e quindi 2 (JA). Osserviamo adesso che:


:=
n
X
i=1
`
i
P
n
j=1
j`
j
j
r
i
=
1
P
n
j=1
j`
j
j
n
X
i=1
`
i
r
i
=
1
P
n
j=1
j`
j
j
r
0
per la 2.55 e ricordando che r
0
2V e che V e equilibrato si ha che 2V. E quindi
2 V \ (JA) che come suddetto e una contraddizione da cui segue che V (A).
Teorema 2.5.3
Sia E uno spazio vettoriale topologico di Hausdor di dimensione nita
Ts: L(E. F) = 1(E. F)
Dim
Dobbiamo dimostrare che 1(E. F) L(E. F) e a tale proposito vogliamo fare osservare
preliminarmente che ogni funzionale lineare su E e continuo. Per il lemma 2.5.1 in
particolare lo spazio E e localmente convesso segue allora dal teorema 2.5.2 che E

e
un sottospazio totale su E e pertanto segue dal teorema 1.4.16 che E
0
= E

. Fissiamo
un qualunque T2 1(E. F) e siano r
1
. . . . . r
n
2 E una base di Hamel per E allora per il
teorema 1.4.12 sappiamo che esistono ,
1
. . . . . ,
n
funzionali lineari su E che per quanto
suddetto sono pure continui che ammettono r
1
. . . . . r
n
come sistema biortogonale. Per il
125
corollario 1.4.16 e per la linearita di T osserviamo che:
T(r) = T

n
X
i=1
,
i
(r)r
i
!
=
n
X
i=1
,
i
(r)T(r
i
) 8r 2 E
e pertanto segue dalla proprieta 1.3.8 che T2 L(E. F).
2.6 Anello degli operatori lineari e continui. Criteri
sull'inversa di un operatore lineare. Teorema
di Banach. Metodo delle approssimazioni
successive
Denizione 2.6.1
Sia (E,k k
E
) uno spazio normato. Presi S,T2 L(E,E) allora per la proprieta 1.4.5
segue che ST,TS2 L(E,E). Per comodita scriveremo ST in luogo di ST. Si verica
allora immediatamente che lo spazio L(E,E) munito dell'operazione usuale di somma tra
operatori lineari e dell'operazione di prodotto denita dalla composizione risulta essere
un anello cioe (L(E,E),+,) e un anello. Osserviamo che banalmente id
E
e un operatore
lineare e continuo e che per denizione Tid
E
= id
E
T = T e quindi evidentemente id
E
e l'elemento unitario di L(E,E) che pertanto risulta essere un anello unitario. Fissato
T2 L(E,E) e n 2 IN n f0g denotiamo allora con T
n
il prodotto n volte di T e per
convenzione poniamo T
0
= id
E
. Fissato T2 L(E,E) e m. n 2 IN n f0g da quanto detto
segue immediatamente che T
m
T
n
= T
m+n
.
Proprieta 2.6.1
126
Sia (E,k k
E
), (F,k k
F
) e (G,k k
G
) tre spazi normati; siano S2 L(E,F) e T2 L(F,G)
Ts: kT Sk
L(E,G)
kTk
L(F,G)
kSk
L(E,F)
Proprieta 2.6.2
Siano (E,k k
E
) uno spazio normato; sia T2 L(E,E); sia n2 IN
Ts: kT
n
k
L(E,E)
kTk
n
L(E,E)
Dim
Conseguenza immediata della proprieta 2.6.1 e del principio d'induzione.
Teorema 2.6.1
Sia (E,k k
E
) uno spazio di Banach; sia T2 L(E,E) e poniamo c
T
= inf
n2INnf0g
n
q
kT
n
k
L(E,E)
Ts: 9 lim
n!1
n
q
kT
n
k
L(E,E)
= c
T
e se c
T
< 1 allora
1
X
n=0
T
n
e convergente in (L(E,E),k k
L(E,E)
)
Dim
Fissato un c 0 dobbiamo provare che:
9i 2 IN t.c. c
T
c <
n
q
kT
n
k
L(E,E)
< c
T
+ c 8n i
Per la seconda proprieta dell'estremo inferiore in corrispondenza ad c 0 segue che:
9m 2 INn f0g t.c.
m
q
kT
m
k
L(E,E)
< c
T
+
c
2
(2.56)
Poniamo:
M := maxfkT
0
k
L(E,E)
. kTk
L(E,E)
. . . . . kT
m1
k
L(E,E)
g
Sappiamo che:
8n m 9k
n
. l
n
interi con k
n
1 e 0 l
n
m1 t.c. n = k
n
m + l
n
(2.57)
127
si fa osservare che per costruzione la successione fl
n
g
n2IN
e limitata. Per la 2.57, per la
proprieta 2.6.1, per la proprieta 2.6.2 e per la 2.56 osserviamo che:
n
q
kT
n
k
L(E,E)
=
n
q
kT
knm+ln
k
L(E,E)
=
n
q
kT
knm
T
ln
k
L(E,E)
(2.58)

n
q
kT
knm
k
L(E,E)
kT
ln
k
L(E,E)
=
n
q
kT
knm
k
L(E,E)
n
q
kT
ln
k
L(E,E)
=
= kT
knm
k
1
n
L(E,E)
kT
ln
k
1
n
L(E,E)
= k(T
m
)
kn
k
1
n
L(E,E)
kT
ln
k
1
n
L(E,E)

kT
m
k
k
n
n
L(E,E)
M
1
n
<

c
T
+
c
2
k
n
m
n
M
1
n
=

c
T
+
c
2
nl
n
n
M
1
n
8n m
Banalmente:
lim
n!1

c
T
+
c
2
nln
n
M
1
n
= lim
n!1

c
T
+
c
2
nln
n
lim
n!1
M
1
n
=

c
T
+
c
2

1 = c
T
+
c
2
e quindi in corrispondenza alla quantita
c
2
0 si ha che:
9i

2 IN t.c.

c
T
+
c
2

c
2
<

c
T
+
c
2
nln
n
M
1
n
<

c
T
+
c
2

+
c
2
8n i

segue:

c
T
+
c
2
nln
n
M
1
n
< c
T
+ c 8n i

(2.59)
In denitiva posto i := maxfm. i

g per la 2.58 e per la 2.59 otteniamo che:


c
T
c < c
T
= inf
n2INnf0g
n
q
kT
n
k
L(E,E)

n
q
kT
n
k
L(E,E)

c
T
+
c
2
nln
n
M
1
n
<
< c
T
+ c 8n i
come volevasi. Supponiamo adesso che c
T
< 1 segue allora dal criterio della radice che
la serie reale a termini non negativi
P
1
n=0
kT
n
k
L(E,E)
e convergente e quindi dal teorema
2.5.1 e dal teorema 1.3.22 segue che la serie
P
1
n=0
T
n
e convergente.
Corollario 2.6.1
Sia (E,k k
E
) uno spazio di Banach; sia T2 L(E,E)
128
Ts:
1
X
n=0
T
n
e convergente in (L(E,E),k k
L(E,E)
) , 9m 2 INn f0g t.c. kT
m
k
L(E,E)
< 1
Dim )
Per il teorema 1.3.16 e per la proprieta 1.3.9 segue che lim
n!1
kT
n
k
L(E,E)
= 0 e quindi in
corrispondenza ad 1 si ha che esiste i 2 IN n f0g tale che 1 < kT
n
k
L(E,E)
< 1 8n i
e pertanto per un qualunque m i si ottiene la tesi.
Dim (
Tenendo conto dell'ipotesi osserviamo che:
inf
n2INnf0g
n
q
kT
n
k
L(E,E)

m
q
kT
m
k
L(E,E)
<
m
p
1 = 1
e quindi per il teorema 2.6.1 segue la tesi.
Arontiamo il problema dell'inversione di un operatore lineare.
Teorema 2.6.2
Siano (E,k k
E
) e (F,k k
F
) due spazi normati; sia T2 1(E,F) surgettivo
Ts: 9T
1
2 L(F. E) , 9k 0 t.c. kkrk
E
kT(r)k
F
8r 2 E
Dim )
Preso un k 0 tale che kT
1
k
L(F,E)

1
k
allora per il teorema 2.2.5 segue che:
kkrk
E
= kkT
1
(T(r))k
E
kkT
1
k
L(F,E)
kT(r)k
F
kT(r)k
F
8r 2 E
Dim (
Ovviamente T e biunivoco infatti per ipotesi e surgettivo ed inoltre:
kT(r
1
) T(r
1
)k
F
= kT(r
1
r
1
)k
F
kkr
1
r
2
k
E
0 8r
1
. r
2
2 E con r
1
6= r
2
e quindi e anche iniettivo. Ci rimane da provare che T
1
e continuo. Dall'ipotesi si ha:
kT
1
()k
E
=
1
k
kkT
1
()k
E

1
k
kT(T
1
())k
F
=
1
k
kk
F
8 2 F
129
e quindi applicando il teorema 2.2.5 otteniamo la continuita di T
1
.
Teorema 2.6.3 (di Banach)
Sia (E,k k
E
) uno spazio di Banach; sia T2 L(E,E)
Ts: Valgono allora le seguenti aermazioni:
(c) Se 9m 2 IN t.c. kT
m
k
L(E,E)
< 1 allora 9(id
E
T)
1
2 L(E. E) e (id
E
T)
1
=
1
X
n=0
T
n
(,) Se kTk
L(E,E)
< 1 allora k(id
E
T)
1
k
L(E,E)

1
1 kTk
L(E,E)
Dim
Verichiamo la (c). Per il corollario 2.6.1 esiste S 2 L(E. E) t.c.
P
1
n=0
T
n
= S. Vogliamo
provare che l'operatore somma S e l'inverso di id
E
T cioe che S=(id
E
T)
1
e quindi
dobbiamo provare che S(id
E
T) = (id
E
T)S = id
E
. Osserviamo che:
S(id
E
T) =

1
X
n=0
T
n
!
(id
E
T) = (id
E
+ T + + T
n
+ )(id
E
T) =
= (id
E
+ T + + T
n
+ ) (T + T
2
+ + T
n+1
+ ) = id
E
Analogamente si dimostra che (id
E
T)S = id
E
.
Verichiamo la (,). Essendo kTk
L(E,E)
< 1 allora sappiamo che la serie geometrica:
1
X
n=0
kTk
n
L(E,E)
=
1
1 kTk
L(E,E)
(2.60)
Per la (c), per il teorema 1.2.7, per la proprieta 2.6.2 e per la 2.60 segue che:
k(id
E
T)
1
k
L(E,E)
=

1
X
n=0
T
n

L(E,E)
=

lim
k!1
k
X
n=0
T
n

L(E,E)
= lim
k!1

k
X
n=0
T
n

L(E,E)

lim
k!1
k
X
n=0
kT
n
k
L(E,E)
lim
k!1
k
X
n=0
kTk
n
L(E,E)
=
1
X
n=0
kTk
n
L(E,E)
=
=
1
1 kTk
L(E,E)
130
Il teorema di Banach mostra che un operatore id
E
T che dierisce poco
dall'operatore identita id
E
che ha inverso continuo (id
1
E
= id
E
), ha esso stesso un inverso
continuo. Questo fatto e suscettibile di generalizzazione.
Teorema 2.6.4
Siano (E,k k
E
) ed (F,k k
F
) due spazi di Banach; siano S,T2 L(E,F) e supponiamo che
9S
1
2 L(F,E) e che kS
1
k
L(F,E)
kTk
L(E,F)
< 1
Ts: Valgono allora i seguenti due fatti:
(c) 9(S + T)
1
2 L(F. E)
(,) k(S + T)
1
k
L(F,E)

kS
1
k
L(F,E)
1 kS
1
Tk
L(E,E)

kS
1
k
L(F,E)
1 kS
1
k
L(F,E)
kTk
L(E,F)
Dim
Verichiamo la (c). Consideriamo l'operatore:
U = S
1
(S + T) = id
E
+ S
1
T (2.61)
per costruzione U2 L(E,E). Per la proprieta 2.6.1 e per l'ipotesi osserviamo che:
k S
1
Tk
L(E,E)
= kS
1
Tk
L(E,E)
kS
1
k
L(F,E)
kTk
L(E,F)
< 1
allora dal teorema 2.6.3 segue che:
9U
1
2 L(E. E) t.c. kU
1
k
L(F,E)

1
1 kS
1
Tk
L(E,E)
(2.62)
Consideriamo l'operatore:
V = U
1
S
1
(2.63)
che per costruzione appartiene a L(F,E), e dimostriamo quindi che:
V = (S + T)
1
(2.64)
131
cioe che (S + T)V = id
F
e che V(S + T) = id
E
. Per la 2.61 e per la 2.63 segue che:
(S + T)V = id
F
(S + T)V = SS
1
(S + T)V = SUV = SUU
1
S
1
= SS
1
= id
F
Per la 2.63 e per la 2.61 segue che:
V(S + T) = U
1
S
1
(S + T) = U
1
U = id
E
Verichiamo la (,). Per la 2.64, per la 2.63, per la proprieta 2.6.1 e per la 2.62 segue che:
k(S + T)
1
k
L(F,E)
= kVk
L(F,E)
= kU
1
S
1
k
L(F,E)
(2.65)
kU
1
k
L(E,E)
kS
1
k
L(F,E)

kS
1
k
L(F,E)
1 kS
1
Tk
L(E,E)
Per la proprieta 2.6.1 segue che kS
1
Tk
L(E,E)
kS
1
k
L(F,E)
kTk
L(E,F)
) 1
kS
1
k
L(F,E)
kTk
L(E,F)
1kS
1
Tk
L(E,E)
e quindi passando al reciproco e successivamente
maggiorando la 2.65 si ottiene la catena di disuguaglianze promessa dalla tesi.
Denizione 2.6.2
Sia (E,k k
E
) uno spazio normato; sia T2 L(E,E) e consideriamo l'equazione:
r T(r) = (2.66)
dove r. 2E con assegnato ed r e l'elemento cercato. Uno dei metodi pi u diusi di
ricerca delle soluzioni dell'equazione 2.66 e il cosiddetto metodo delle approssimazioni
successive, il quale consiste nel costruire, prendendo un elemento arbitrario r
0
2E detto
approssimazione iniziale, una successione fr
n
g
n2IN
con:
r
1
:= + T(r
0
)
r
2
:= + T(r
1
)
132
r
3
:= + T(r
2
)
.
.
.
.
.
.
r
n+1
:= + T(r
n
)
dette soluzioni approssimate. Se si riesce a costruire una successione fr
n
g
n2IN
di
soluzioni approssimative convergente ad un certo r

2E allora evidentemente tale r

e
soluzione dell'equazione 2.66, infatti per costruzione:
r
n+1
= + T(r
n
)
e quindi per il teorema 1.2.7 passando al limite per n ! 1 si ottiene:
r

= + T(r

)
In tal caso si dice che il metodo delle approssimazioni successive per l'equazione 2.66
iniziato dall'elemento r
0
converge verso la soluzione dell'equazione 2.66.
Proprieta 2.6.3
Sia (E,kk
E
) uno spazio di Banach; sia T2 L(E,E); consideriamo l'equazione rT(r) =
dove r. 2E con assegnato ed r e l'elemento incognito; sia r
0
2E
Ts: Valgono allora le seguenti aermazioni:
(c) Se fr
n
g
n2IN
e la successione ordinaria di soluzioni approssimative che inizia da r
0
allora r
n
=
n1
X
k=0
T
k
() + T
n
(r
0
) 8n 2 INn f0g
(,) Se r
0
e una soluzione dell'eq. data e fr
n
g
n2IN
e la successione ordinaria di soluzioni
approssimative che inizia da r
0
allora r
n
= r
0
8n 2 IN
() Se r
0
e una soluzione dell'eq. data allora r
0
=
n1
X
k=0
T
k
() + T
n
(r
0
) 8n 2 IN n f0g
Dim
133
Verichiamo la (c). Procediamo per induzione. L'asserto e vero per n=1, infatti:
r
1
= + T(r
0
) = T
0
() + T(r
0
)
Verichiamo che l'asserto e vero per n=2. Per la linearita di T segue che:
r
2
= + T(r
1
) = + T( + T(r
0
)) = + T() + T(T(r
0
)) =
= T
0
() + T() + T
2
(r
0
) =
21
X
k=0
T
k
() + T
2
(r
0
)
Supponiamo adesso che l'asserto sia vero per n e dimostriamo che e vero anche per n+1.
Per l'ipotesi induttiva e per la linearita di T segue che:
r
n+1
= + T(r
n
) = + T

n1
X
k=0
T
k
() + T
n
(r
0
)
!
= +
n1
X
k=0
T(T
k
()) + T(T
n
(r
0
)) =
= T
0
() +
n1
X
k=0
T
k+1
() + T
n+1
(r
0
) = T
0
() +
n
X
k=1
T
k
() + T
n+1
(r
0
) =
=
n
X
k=0
T
k
() + T
n+1
(r
0
)
Verichiamo la (,). Tenuto conto del fatto che r
0
e soluzione e di conseguenza:
T(r
0
) = r
0
(2.67)
procediamo per induzione. Dimostriamo l'asserto nel caso n=1. Per la 2.67 segue che:
r
1
= + T(r
0
) = + r
0
= r
0
Dimostriamo l'asserto nel caso n=2. Per il caso n=1 e per la 2.67 segue che:
r
2
= + T(r
1
) = + T(r
0
) = + r
0
= r
0
Supponiamo adesso che l'asserto sia vero per n=k e dimostriamo che e vero anche per
n=k+1. Per l'ipotesi induttiva e per la 2.67 segue che:
r
k+1
= + T(r
k
) = + T(r
0
) = + r
0
= r
0
Verichiamo la (). Conseguenza immediata della (c) e dalla (,).
134
Teorema 2.6.5
Sia (E,kk
E
) uno spazio di Banach; sia T2 L(E,E); consideriamo l'equazione rT(r) =
dove r. 2E con assegnato ed r e l'elemento incognito
Ts: Valgonoa allora le seguenti aermazioni:
(c) Se 9m 2 IN t.c. kT
m
k
L(E,E)
< 1 allora quale che si r
0
2E approssimazione iniziale, il
metodo delle approssimazioni successive converge verso l'unica soluzione r

2E ed
inoltre vale la stima kr

r
n
k
E
k(id
E
T)
1
k
L(E,E)
kT
n
k
L(E,E)
kr
1
r
0
k
E
8n 2 IN
(,) Se kTk
L(E,E)
< 1 allora kr

r
n
k
E

kTk
n
L(E,E)
1 kTk
L(E,E)
kr
1
r
0
k
E
8n 2 IN
Dim
Verichiamo la (c). Evidentemente l'insieme delle soluzioni dell'equazione:
r T(r) = (2.68)
e (id
E
1)
1
(). Per il teorema 2.6.3 segue che:
9(id
E
T)
1
2 L(E. E) e (id
E
T)
1
=
1
X
n=0
T
n
(2.69)
poiche id
E
T ammette inversa allora e biunivoco e quindi l'insieme (id
E
1)
1
() e un
singoletto cioe l'equazione 2.68 ammette soluzione unica. E quindi posto:
r

:= (id
E
T)
1
()
che per quanto detto risulta essere soluzione unica dell'equazione 2.68. Dobbiamo
dimostrare che la succ. delle soluzione approssimative fr
n
g
n2IN
converge verso r

.
Per il corollario 2.6.1 la serie
P
1
n=0
T
n
e convergente, segue dalla proprieta 1.3.9 che
la successione fT
n
g
n2IN
converge all'operatore nullo, segue dalla proprieta 2.5.2 che la
successione fT
n
g
n2IN
converge puntualmente all'operatore nullo e quindi in particolare:
lim
n!1
T
n
(r
0
) = o
E
(2.70)
135
E quindi per la 2.69, per la 2.70, per la proprieta 1.3.6 e per la proprieta 2.6.3 segue che:
r

= (id
E
T)
1
() =
1
X
k=0
T
k
() = lim
n!1
n1
X
k=0
T
k
() = lim
n!1
n1
X
k=0
T
k
() + o
E
=
= lim
n!1
n1
X
k=0
T
k
() + lim
n!1
T
n
(r
0
) = lim
n!1

n1
X
k=0
T
k
() + T
n
(r
0
)
!
= lim
n!1
r
n
Ci rimande da dimostrare la stima promessa nella tesi. Per la proprieta 2.6.3 e per il
teorema 2.2.5 segue che:
kr

r
n
k
E
=

n1
X
k=0
T
k
() + T
n
(r

)
!

n1
X
k=0
T
k
() + T
n
(r
0
)
!

E
= (2.71)
= kT
n
(r

) T
n
(r
0
)k
E
= kT
n
(r

r
0
)k
E

kT
n
k
L(E,E)
kr

r
0
k
E
Posto ~ r := r

r
0
, per la linearita di T, per il teorema 2.2.5 e tenuto conto del fatto che
r

e soluzione dell'equazione 2.68, osserviamo che:


(id
E
T)(~ r) = id
E
(~ r) + T(~ r) = ~ r + T(~ r) = r

r
0
T(r

r
0
) =
= r

r
0
T(r

) + T(r
0
) = (r

T(r

)) + T(r
0
) r
0
=
= + T(r
0
) r
0
= r
1
r
0
segue che:
~ r = (id
E
T)
1
(r
1
r
0
) (2.72)
E quindi in conclusione per la 2.71, per la 2.72 e per il teorema 2.2.5 otteniamo che:
kr

r
n
k
E
kT
n
k
L(E,E)
k~ rk
E
= kT
n
k
L(E,E)
k(id
E
T)
1
(r
1
r
0
)k
E

kT
n
k
L(E,E)
k(id
E
T)
1
k
L(E,E)
kr
1
r
0
k
E
Verichiamo la (,). Conseguenzza della (c), del teorema 2.6.3 e della proprieta 2.6.2.
136
2.7 Teorema della mappa aperta. Teorema
dell'inversa continua. Teorema del graco chiuso
Trattiamo adesso il fondamentale teorema della mappa aperta dovuto al matematico
polacco Stefan Banach [8] nella sua forma pi u classica, che costituisce uno dei capisaldi di
tutta l'analisi funzionale lineare. Propedeutici alla dimostrazione del teorema suddetto
sono i seguenti due lemmi.
Lemma 2.7.1
Siano E ed F due spazi vettoriali topologici; sia T:E!F un operatore lineare t.c. T(E)
di II-categoria; sia VE un intorno di o
E
Ts: T(V) e un intorno di o
F
Dim
Per ipotesi V e un intorno di o
E
e quindi per la proprieta 1.3.5 segue che:
9W E intorno di o
E
equilibrato t.c. W + W V (2.73)
Consideriamo la succ. di insiemi fnWg
n2IN
. Vogliamo allora fare vedere che:
E =
[
n2IN
nW (2.74)
Chiaramente l'inclusione
S
n2IN
nW E e ovvia. Viceversa sia r 2E, poiche W e un
intorno di o
E
allora per la proprieta 1.3.3 W e radiale in o
E
) 9o 0 t.c. `r 2W
8` 2 [0. o] e quindi preso n 2 IN t.c.
1
n
< o segue che:
r = n
r
n
2 nW
[
n2IN
nW
137
E pertanto dalla 2.74 e per la linearita di T si ha:
T(E) = T

[
n2IN
nW
!
=
[
n2IN
nT(W)
e questo signica che T(E) e unione dei membri della succ. fnT(W)g
n2IN
. Per ipotesi
il codominio di T e di II-categoria in F cioe T(E) non e unione numerabile di una succ.
di insiemi rari ) che 9n 2 IN t.c. l'insieme nT(W) non e raro e questo per la proprieta
1.3.7 equivale a dire che l'insieme T(W) non e raro cioe i:t(T(W)) 6= ;. Osserviamo che
banalmente T(W) interseca l'interno della chiusura di T(W) infatti essendo i:t(T(W))
T(W) allora T(W) \ i:t(T(W)) = i:t(T(W)) 6= ; e quindi ricordando che per una
proprieta nota di topologia che ci dice che se un aperto interseca la chiusura di un
insieme allora interseca anche l'insieme, segue che T(W) \ int(T(W)) 6= ;. Sia quindi

0
2 T(W) \ int(T(W)) )
0
2 T(W) e
0
2 i:t(T(W)). Poiche
0
2 i:t(T(W)) )
che T(W)
0
e intorno di o
F
. Per la linearita di T e per la 2.73 osserviamo che:
T(W)
0
T(W) T(W) = T(WW) = T(W + W) T(V)
allora passando alle chiusure per la proprieta 1.3.7 otteniamo che T(W)
0
T(V) e
pertanto essendo T(W)
0
un intorno di o
F
segue che T(V) e intorno di o
F
.
Lemma 2.7.2
Sia E uno spazio di Banach; sia F uno spazi normato; sia T:E!F un operatore lineare a
graco chiuso t.c. T(1(o
E
. 1)) e intorno di o
F
Ts: T(1(o
E
. 1)) e intorno di o
F
Dim
Per ipotesi T(1(o
E
. 1)) e un intorno di o
F
e quindi:
9o 0 t.c. 1(o
F
. o) T(1(o
E
. 1)) (2.75)
138
Il nostro scopo e fare vedere che T(1(o
E
. 1)) e un intorno di o
F
e quindi dobbiamo trovare
una opportuna sfera centrata in o
F
contenuta in T(1(o
E
. 1)), ci proponiamo allora di
provare che 1

o
F
.
c
2

T(1(o
E
. 1)). Prendiamo un arbitrario vettore 2 1

o
F
.
c
2

e
facciamo vedere quindi che 2 T(B(o
E
. 1)) e per fare cio ci proponiamo di costruire per
induzione una successione ordinaria fr
n
g
nIN
in E che soddisfa alle seguenti due proprieta:
(c) kr
n
k
E

1
2
n
8n 2 IN
(,)


n
X
i=1
T(r
i
)

o
2
n+1
8n 2 IN
Per la linearita di T, per la proprieta 1.3.13 e per la proprieta 1.3.7, moltiplicano ambo
i membri della 2.75 per
1
2

si ha:
1

o
F
.
o
2
a
!
T

o
E
.
1
2
a

(2.76)
Dalla 2.76 per n=1 si ha 1

o
F
.
c
2

o
E
.
1
2

) 2 T

o
E
.
1
2

segue che ogni


intorno di interseca l'insieme T

o
E
.
1
2

e quindi in particolare questo interseca la


sfera (chiusa) 1

.
c
4

e pertanto:
9r
1
2 1

o
E
.
1
2

t.c. k T(r
1
)k
F

o
4
segue che il vettore T(r
1
) 2 1

o
F
.
c
4

e poiche per la 2.76 con n=2 si ha


1

o
F
.
c
4

o
E
.
1
4

) T(r
1
) 2 T

o
E
.
1
4

e quindi con un discorso


identico al precedente, in corrispondenza della quantita
c
8
0 si ha che:
9r
2
2 1

o
E
.
1
4

t.c. k T(r
1
) T(r
2
)k
F

o
8
segue che il vettore T(r
1
) T(r
2
) 2 1

o
F
.
c
8

e poiche per la 2.76 con n=3 si


ha 1

o
F
.
c
8

o
E
.
1
8

) T(r
1
) T(r
2
) 2 T

o
E
.
1
8

e quindi in
139
corrispondenza della quantita
c
16
0 si ha che:
9r
3
2 1

o
E
.
1
8

t.c. k T(r
1
) T(r
2
) T(r
3
)k
F

o
16
Supponiamo quindi che l'asserto sia vero per n1 con n3 (poiche per n=1,2,3
l'abbiamo provato direttamente) e dimostriamo che e vero per n. L'ipotesi induttiva
e k
P
n1
i=1
T(r
i
)k
F

c
2
n
) che
P
n1
i=1
T(r
i
) 2 1

o
F
.
c
2
n

e quindi per il solito


discorso, in corrispondenza della quantita
c
2
n+1
0 si ha che:
9r
n
2 1

o
E
.
1
2
n

t.c.


n
X
i=1
T(r
i
)

o
2
n+1
E quindi per induzione abbiamo costruito la successione fr
n
g
n2N
in E suddetta,
soddisfacente alle proprieta (c) e (,). Per ogni ssato n2 IN poniamo .
n
:=
P
n
i=1
r
i
e otteniamo cos una successione f.
n
g
n2IN
in E. Per la sub-additivita della norma, per la
(c) e ricordando che come noto le ridotte della serie geometrica costituiscono una succ.
crescente e che quindi possono essere maggiorati con la somma della serie, si ha che:
k.
n+p
.
n
k
E
=

n+p
X
i=1
r
i

n
X
i=1
r
i

E
=

n+p
X
i=n+1
r
i

n+p
X
i=n+1
kr
i
k
E

n+p
X
i=n+1
1
2
i
=
=
n+p
X
i=0
1
2
i

n
X
i=0
1
2
i

1
1
1
2

n
X
i=0
1
2
i
=
1
1
1
2

1
2

n+1
1
1
2
=
=
1 1 +

1
2

n+1
1
1
2
=

1
2

n+1
1
2
=
1
2
n
8n. p 2 IN
e questo essendo la succ. f
1
2
n
g
n2IN
innitesima, per la proprieta 1.2.6 ci dice proprio
che f.
n
g
n2IN
e di Cauchy in E che e di Banach per ipotesi e quindi esiste ~ . 2E t.c.
lim
n1
.
n
= ~ .. Osserviamo che ~ . 2 1(o
E
. 1) infatti:
k.
n
k
E
=

n
X
i=1
r
i

n
X
i=1
kr
i
k
E

n
X
i=1
1
2
i
= 1+
n
X
i=0
1
2
i
1+
1
1
1
2
= 1+2 = 1 8n 2 IN
140
e questo ci dice che la successione f.
n
g
n2IN
convergente a ~ ., dimora nella sfera unitaria
chiusa 1(o
E
. 1) che e un chiuso e quindi necessariamente per il corollario 1.2.1 deve essere
che il vettore ~ . 2 1(o
E
. 1). Adesso per la linearita di T e per la (,), osserviamo che:
k T(.
n
)k
F
=

a
X
i=1
r
i
!

F
=


a
X
i=1
T(r
i
)

o
2
n+1
8n 2 IN
e questo ci dice che passando al limite per n ! 1 la succ. fT(.
n
)g
n2IN
converge ad .
Consideriamo adesso la succ. f(.
n
. T(.
n
))g
n2IN
che per costruzione dimora in q:(T) ed
inoltre per il teorema 1.2.15 converge a (~ .. ), ed essendo per ipotesi q:(T) chiuso segue
allora dal corollario 1.2.1 che (~ .. ) 2 q:(T) cioe = T(~ .) e pertanto essendo ~ . 2 1(o
E
. 1)
allora 2 T(1(o
E
. 1)) come volevasi.
Teorema 2.7.1 (della mappa aperta)
Siano E ed F spazi di Banach; sia T:E!F un operatore lineare a graco chiuso e suriettivo
Ts: T e aperto
Dim
Per il teorema 1.2.22 la spazio F=T(E) e di Baire e quindi in particolare e di II-categoria,
segue allora dal lemma 2.7.1 che T(1(o
E
. 1)) e un intorno di o
F
e quindi per lemma 2.7.2
anche T(1(o
E
. 1)) e un intorno di o
F
e si conclude per il teorema 2.3.2 che T e aperto.
Vediamo adesso alcune conseguenze notevoli del teorema della mappa aperta.
Teorema 2.7.2 (dell'inversa continua)
Siano E ed F due spazi di Banach; sia T:E!F un operatore lineare continuo e bigettivo
Ts: T e un omeomorsmo lineare
Dim
141
Per il teorema 1.2.19 segue che T e a graco chiuso, segue allora dal teorema 2.7.1 che T
e aperto, e quindi per il teorema 1.2.8 si conclude che T e un omeomorsmo.
Teorema 2.7.3 (delle due norme)
Sia E uno spazio vettoriale sul corpo IK e siano k k
1
e k k
2
due norme su E che lo
rendono completo e tali che k k
1
meno ne di k k
2
Ts: Le due norme k k
1
, k k
2
sono equivalenti
Dim
Facciamo uso del corollario 1.2.2 e dimostriamo quindi che l'operatore identita id
E
:
(E. k k
2
) ! (E. k k
1
) e un omeomorsmo. Teniamo presente che banalmente l'operatore
id
E
e lineare e bigettivo. Per ipotesi k k
1
e meno ne di k k
2
e questo per il teorema
1.2.12 equivale ad aermare che l'operatore identita id
E
e continuo, siamo allora nelle
ipotesi del teorema 2.7.2 che ci assicura che id
E
e un omeomorsmo.
Un'importante conseguenza del teorema dell'inversa continua e il seguente teorema
detto del graco chiuso, che e un'altra pietra miliare dell'analisi funzionale lineare.
Teorema 2.7.4 (del graco chiuso)
Siano E ed F due spazi di Banach; sia T:E!F un operatore lineare a graco chiuso
Ts: T e continuo
Dim
Consideriamo sullo spazio EF la norma canonica:
k(r. )k
EF
:= maxfkrk
E
. kk
F
g 8(r. ) 2 E F
Essendo per ipotesi E ed F di Banach segue allora dal teorema 1.3.19 che lo spazio
prodotto (E F. k k
EF
) e di Banach. Poniamo G := q:(T) che per il teorema 1.4.1 e un
142
s.sp.vett. di EF ed e chiuso per ipotesi e quindi per la proprieta 1.2.8 e anche completo.
Consideriamo adesso la proiezione su E :
E
: E F ! E con :
E
(r. ) = r 8(r. ) 2 E F
che e continua per la proprieta 1.2.4 e poniamo := :
EjG
che e banalmente un operatore
lineare e bigettivo ed inoltre e continuo essendo la restrizione di una funzione continua. E
quindi segue dal teorema 2.7.2 che l'operatore
1
: E ! G con
1
(r) = (r. T(r)) 8r 2
E e un operatore lineare e continuo. E pertanto dal teorema 2.2.5 e tenendo inoltre
presente la costruzione della norma k k
G
:= k k
EFjG
segue che:
kT(r)k
F
maxfkrk
E
. kT(r)k
F
g = k(r. T(r))k
G
= k
1
(r)k
G

k
1
k
L(E,G)
krk
E
8r 2 E
e quindi per il teorema 2.2.5 si conclude che T e continuo.
Lemma 2.7.3
Siano E ed F due spazi vettoriali topologici; sia : E !F funzione surgettiva, a graco
convesso, aperta e
1
() chiuso 8 2F
Ts: q:() e chiuso
Dim
Dobbiamo dimostrare che q:() e chiuso, e per fare cio dimostriamo che il suo
complementare e un aperto, cioe che e intorno di ogni suo punto. Sia (r
0
.
0
) 2
E F n q:() ) r
0
62
1
(
0
). Per il teorema 2.1.1 segue che:
`
1
(
1
) + (1 `)
1
(
2
)
1
(`
1
+ (1 `)
2
) 8
1
.
2
2 F e 8` 2 [0. 1] (2.77)
Aermiamo e proviamo che:
9. 2
1
(
0
) t.c.
r
0
+ .
2
62
1
(
0
) (2.78)
143
Supponiamo per assurdo che:
r
0
+ r
2
2
1
(
0
) 8r 2
1
(
0
) (2.79)
ssato r

2
1
(
0
) allora
a
0
+a

2
2
1
(
0
) ed ancora riapplicando la 2.79 si ha
a
0
2
+
a
0
+a

4
2
1
(
0
) cioe
3a
0
+a

4
2
1
(
0
) ed ancora riapplicando la 2.79 si ha
a
0
2
+
3a
0
+a

8
2

1
(
0
) cioe
7a0+a

8
2
1
(
0
) e quindi iterando il ragionamento si costruisce la succ.
n
(2
n
1)a
0
+a

2
n
o
n2IN
che per costruzione sta in
1
(
0
), e per la continuita della somma e del
prodotto converge verso r
0
. E pertanto poiche per ipotesi
1
(
0
) e chiuso, si conclude
che r
0
2
1
(
0
) e si perviene ad un assurdo. Essendo per ipotesi
1
(
0
) un chiuso allora
per la 2.78 il vettore
a
0
+:
2
non e di aderenza per
1
(
0
) e quindi segue dall proprieta
1.3.5 che esiste UE intorno di o
E
aperto ed equilibrato tale che:

r
0
+ .
2
+ U + U

\
1
(
0
) = ; (2.80)
Consideriamo l'insieme .+U, che e un intorno aperto di . che interseca
1
(
0
) (poiche
. 2 (. + U) \
1
(
0
)) e quindi essendo per ipotesi aperta, segue allora dal teorema
1.2.10, che 9V F intorno di
0
tale che:

1
() \ (. + U) 6= ; 8 2 V (2.81)
Consideriamo adesso l'insieme W := (r
0
+U) (2
0
\ ) che e ovviamente un intorno di
(r
0
.
0
), ci proponiamo allora di provare che W E Fnq:() e che quindi E Fnq:()
e intorno di (r
0
.
0
). Supponiamo per assurdo che 9(r. ) 2 W\ q:() e quindi:
r 2
1
() con r = r
0
+ n e = 2
0
. per opportuni n 2 U e 2 V (2.82)
poiche 2V allora per la 2.81 si che:
9n 2
1
() t.c. n = . + ~ n per un opportuno ~ u 2 U (2.83)
144
Per la 2.77 e per la 2.82, si osserva che:
r + n
2
=
r
2
+
n
2
2
1
2

1
() +
1
2

1
()
1

+
2

=
1
(
0
)
Ed ancora per la 2.82, per la 2.83 e tenendo inoltre presente che U e equilibrato si ha:
r + n
2
=
r
0
+ n + . + ~ n
2
=
r
0
+ .
2
+
n
2
+
~ n
2
2
r
0
+ .
2
+ U + U
per cui
a+&
2
2

a0+:
2
+ U + U

\
1
(
0
) e si perviene ad un assurdo per la 2.80.
Teorema 2.7.5 (Teorema della mappa aperta in forma generale)
Siano E ed F due spazi di Banach; sia T:E!F un operatore lineare suriettivo
Ts: Sono allora equivalenti:
(1) T e continuo
(2) q:(T) e chiuso
(3) T e aperto e T
1
() chiuso 8 2F
Dim (1))(2)
Conseguenza immediata del teorema 1.2.19.
Dim (2))(1)
Conseguenza immediata del teorema 2.7.4.
Dim (2))(3)
Conseguenza immediata del teorema 2.7.1 e del teorema 1.2.20.
Dim (3))(2)
Essendo per ipotesi T lineare, allora per il teorema 1.4.1 gr(T) e un s.sp.vett. e quindi
in particolare convesso. E pertanto applicando di peso il lemma 2.7.3 si ha la tesi.
145
2.8 Teorema di Banach-Steinhaus. Principio
dell'uniforme limitatezza
Lemma 2.8.1 (di Osgood)
Sia X uno spazio topologico; sia ff
i
g
i2I
una famiglia di funzione da X in IR, s.c.i. e
supponiamo inoltre che l'insieme A:=

r 2 X : sup
i2I
f
i
(r) < +1

sia di II-categiria in X
Ts: 9 X aperto non vuoto t.c. sup
a2
sup
i2I
f
i
(r) < +1
Dim
Fissato n2 IN consideriamo l'insieme A
n
:= fr 2 X : sup
i2I
f
i
(r) ng che per la proprieta
1.2.13 e un chiuso. Si verica facilmente che A =
S
n2IN
A
n
e quindi essendo A di II-
categoria in X allora 9n 2 IN t.c. i:t(A
n
) 6= ; e poiche A
n
= A
n
) i:t(A
n
) 6= ;.
Scegliamo allora := i:t(A
n
) e si ha sup
i2I
f
i
(r) n 8r 2 := i:t(A
n
) A
n
e questo
signica che sup
a2
sup
i2I
f
i
(r) n < +1.
Teorema 2.8.1 (di Banach-Steinhaus)
Siano E ed F due spazi normati; sia H L(E,F) non vuoto e supponiamo che l'insieme
A:=

r 2 E : sup
T2H
kT(r)k
F
< +1

sia di II-categiria in E
Ts: H e limitato in L(E,F)
Dim
Dobbiamo provare che esiste K 0 tale che kTk
L(E,F)
K 8T 2 H. Consideriamo
la famiglia di funzioni reali fkT()k
F
g
T2H
che sono continue essendo composizione di
funizoni continue segue allora dal lemma 2.8.1 che:
9 E aperto non vuoto t.c. M := sup
a2
sup
T2H
kT(r)k
F
= sup
T2H
sup
a2
kT(r)k
F
< +1
Poiche e non vuoto 9r
0
2 ed essendo aperto allora sicuramente esiste o 0 tale
146
che 1(r
0
. o) . Per la linearita di T e per la proprieta 1.3.13 segue che:
kTk
L(E,F)
= sup
a21(0
E
,1)
kTk
F
=
1
o
sup
a21(0
E
,1)
kT(r
0
+ or) T(r
0
)k
F
=
=
1
o
sup
j21(a0,c)
kT() T(r
0
)k
F

1
o
sup
j21(a0,c)
kT()k
F
+
kT(r
0
)k
F
o

1
o
sup
j2
kT()k
F
+
kT(r
0
)k
F
o

M
o
+
M
o
=
2M
o
8T 2 H
e quindi posto K:=
2M
c
si ottiene quanto voluto.
Teorema 2.8.2 (Principio dell'uniforme limitatezza)
Siano E uno spazio di Banach; sia F uno spazio normato; sia H L(E,F) non vuoto
Ts: H e limitato in L(E,F) , H(r) = fT(r) : T 2 Hg e limitato in F 8r 2E
Dim )
Per ipotesi 9M 0 t.c. kTk
L(1,1)
M 8T 2 H e quindi per il teorema 2.2.5 segue che
kT(r)k
F
Mkrk
E
8r 2 E e T 2 H e questa ci dice chiaramente che per ogni ssato
r 2E, l'insieme H(r) e limitato in F.
Dim (
Per ipotesi H(r) e limitato in F 8r 2 E cioe sup
T2H
kT(r)k
F
< +1 8r 2 E e quindi
fr 2 E : sup
T2H
kTk
F
< +1g = E e pertanto essendo E per il teorema 1.2.22 uno spazio
di Baire e quindi di II-categ. allora per il teorema 2.8.1 segue che H e limitato in L(E. F).
Teorema 2.8.3
Sia E uno spazio di Banach; sia F uno spazio normato; sia T 2 F
E
; sia fT
n
g
n2IN
in L(E,F)
Ts: Sono allora equivalenti:
(1) La successione fT
n
g
n2IN
converge puntualmente in E verso l'operatore T
(2) D =
n
r 2 E : lim
n!1
T
n
(r) = T(r)
o
e denso, fT
n
g
n2IN
e limitata, T 2 L(E,F)
147
Dim (1))(2)
Banalmente D=E. Proviamo che fT
n
g
n2IN
e limitata e per fare cio adoperiamo il teorema
2.8.2. Poniamo H := fT
n
: n 2 INg e ssiamo un r 2E e proviamo quindi che H(r) :=
fT
n
(r) : n 2 INg e limitato in F. Per ipotesi fT
n
(r)g
n2IN
e converge e di conseguenza per
la proprieta 1.2.5 e pure limitata e questo signica proprio che l'insieme H(r) e limitato
in F. Segue dalla proprieta 2.5.2 che T 2 L(E,F).
Dim (2))(1)
Per ipotesi l'insieme D e denso e per la proprieta 2.5.2 e chiuso e quindi la tesi.
Corollario 2.8.1
Siano E ed F due spazi di Banach; sia fT
n
g
n2IN
una successione ordinaria in L(E,F)
Ts: Sono allora equivalenti:
(1) 9T 2L(E, F) t.c. fT
n
g
n2IN
converge puntualmente in E verso T
(2) D = fr 2 E : fT
n
(r)g
n2IN
convergenteg e denso e fT
n
g
n2IN
e limitata
Dim (1))(2)
Conseguenza immediata del teorema 2.8.3.
Dim (2))(1)
Per la linearita dei T
n
e per la proprieta 1.3.6 segue che D e un s.sp.vett. di E. Per
ipotesi per ogni r 2D la succ. fT
n
(r)g
n2IN
converge ad un vettore di F che per comodita
indichiamo con S(r). Nasce cos l'operatore S:D!F che per costruzione e il limite
puntuale della succ. fT
njD
g
n2IN
e quindi per la proprieta 2.5.2 segue che S 2 L(D. F).
Per il teorema 2.4.2 9T 2 L(E. F) t.c. T
jD
= S. E quindi in denitiva la succ. fT
n
g
n2IN
e
limitata e per costruzione l'insieme degli r 2E t.c. fT
n
(r)g
n2IN
converge a T(r) e l'insieme
D segue allora direttamente dal Teorema 2.8.3 che fT
n
g
n2IN
converge puntualmente a T.
148
2.9 Funzionali lineari e continui di uno spazio di
Hilbert e teorema di rappresentazione di Riesz
Proprieta 2.9.1
Sia H uno spazio a prodotto scalare; sia
0
2H e consideriamo il funzionale ,() = (.
0
)
H
Ts: , 2 H

e k,k
H
= k
0
k
H
Dim
La linearita di , segue dalla denizione 1.3.14 poiche la (1) ci dice per l'appunto che il
prodotto scalare e lineare rispetto alla prima variabile. Per la proprieta 1.3.18 e per il
teorema 1.2.18 segue che , e continuo. Ci rimane da provare che k,k
H
= k
0
k
H
. Se

0
= o
H
allora l'uguaglianza e banalmente vera, consideriamo quindi il caso
0
6= o
H
.
Proviamo che k,k
H
k
0
k
H
. Per la disuguaglianza di Cauchy-Schwarz segue che:
j,(r)j = j(r.
0
)
H
j
q
(r. r)
H
q
(
0
.
0
)
H
= krk
H
k
0
k
H
k
0
k
H
8r 2 H con krk
H
1
e quindi passando al sup sulla sfera unitaria a norma di denizione otteniamo proprio
la disugaglianza suddetta. Viceversa proviamo che k
0
k
H
k,k
H
. Per il teorema 2.2.5
segue che j,(r)j k,k
H
krk
H
8r 2 H e da questa per la linearita del funzionale , in
corrispondenza del versore r :=
j0
kj
0
k
H
otteniamo quanto voluto.
Nelle applicazioni della teoria generale riveste grande importanza la conoscenza
della forma generale dei funzionali lineari negli spazi concreti. Per forma generale dei
funzionali lineari di una data classe (il pi u delle volte si considera la classe di tutti i
funzionali lineari e continui in un dato spazio) si intende un'espressione analitica che
contiene parametri di vario genere (numeri, vettori, funzioni, ecc.) la quale, per valori
ssati dei parametri, da un funzionale della classe data; inoltre i funzionali cos ottenuti
149
esauriscono tutti i funzionali considerati. Qui di seguito e riportato uno dei pi u noti
teoremi di rappresentazione dovuto al matematico ungherese Frederic Riesz.
Teorema 2.9.1 (di rappresentazione Riesz)
Sia H uno spazio di Hilbert; sia , 2 H

Ts: 9!
0
2 H t.c. ,() = (.
0
)
H
Dim
Se , = o
H
allora banalmente basta scegliere
0
= o
H
. Supponiamo che , 6= o
H
. Poniamo
F:=1c:(,) che per la proprieta 1.4.2 e un sottospazio vettoriale di H ed e chiuso per
la continuita di , segue allora dal teorema 1.3.23 che H = F F
?
e quindi essendo per
il teorema 1.4.8 F di codimensione 1 allora necessariamente F
?
deve avere dimensione 1
cioe 9. 2 H n fo
H
g t.c. F
?
= :jc:(f.g). Consideriamo il funzionale c() := (. .)
H
che
per la proprieta 2.9.1 e lineare e continuo. Si osserva che:
1c:(c) 1c:(,) (2.84)
infatti se r 2 1c:(c) ) c(r) = (r. .)
H
= 0 ) (r. `.)
H
= 0 8` 2 IK ) (r. )
H
=
0 8 2 :jc:(f.g) = F
?
) r 2 (F
?
)
?
segue dal teorema 1.3.23 che r 2 F := 1c:(,).
E quindi poiche vale la 2.84 allora per il teorema 1.4.10 segue che:
9c 2 IK t.c. ,(r) = cc(r) = c(r. .)
H
= (r. c.)
H
8r 2 H
e pertanto basta scegliere
0
:= c.. Ci rimane da provare l'unicita del vettore
rappresentante
0
di ,. Sia
1
2 H tale che ,() = (.
1
)
H
e proviamo quindi che

0
=
1
. Poiche ,(r) = (r.
0
)
H
e ,(r) = (r.
1
)
H
8r 2 H ) (r.
0
)
H
= (r.
1
)
H
8r 2
H ) (r.
0

1
)
H
= 0 8r 2 H )
0

1
2 H
?
= fo
H
g )
0

1
= o
H
)
0
=
1
.
150
Teorema 2.9.2 (Identicaz. di uno sp. di Hilbert reale con il suo duale)
Sia H un IR-spazio di Hilbert e consideriamo l'operatore : (H. k k
H
) ! (H

. k k

H
)
tale che ad ogni ssato 2 H fa corrispondere il funzionale reale lineare e continuo
() : H ! IR con ()() := (. )
H
Ts: e un'isometria lineare surgettiva
Dim
La suriettivita di e immediata conseguenza del teorema 2.9.1. Verichiamo che e
lineare. Nella denzione 1.3.14 abbiamo osservato che in generale la funzione prodotto
scalare non e lineare rispetto alla seconda variabile, ma per ipotesi H e uno sp. a prodotto
scalare reale (cioe IK = IR), e pertanto in tal caso la funzione prodotto scalare e lineare
anche rispetto alla seconda variabile, per il fatto che il coniugato di un numero reale e se
stesso. Siano `. j 2 IR e
1
.
2
2 H si ha allora che:
(`
1
+j
2
)(r) = (r. `
1
+j
2
)
H
= `(r.
1
)
H
+j(r.
2
)
H
= `(
1
)(r)+j(
2
)(r) 8r 2 H
Ci rimane da provare che e un'isometria. Per la proprieta 2.9.1 segue che:
k()k
H
= k(. )
H
k
H
= kk
H
8 2 H
segue allora dalla proprieta 1.4.9 che e un'isometria.
Teorema 2.9.3
Posto H := IK
n
munito del prodotto scalare euclideo (r. )
H
:=
P
n
i=1
r
i

i
8r =
(r
1
. . . . . r
n
). = (
1
. . . . .
n
) 2 H; sia , : H ! IK un funzionale lineare
Ts: Valgono allora le seguenti due aermazioni:
(c) 9!a
1
. . . . . a
n
2 IK t.c. ,(r
1
. . . . . r
n
) = a
1
r
1
+ + ar
n
8(r
1
. . . . . r
n
) 2H
(,) k,k
H
=
q
ja
1
j
2
+ +ja
n
j
2
151
Dim
Verichiamo la (c). Per il teorema 2.5.3 il funzionale lineare , e continuo e pertanto
segue direttamente dal teorema 2.9.1 che 9!(c
1
. . . . . c
n
) 2 IK tale che:
,(r
1
. . . . . r
n
) = (r
1
. . . . . r
a
. c
1
. . . . . c
n
)
H
= r
1
c
1
+ + r
n
c
n
8 2 (r
1
. . . . . r
n
) 2 H
e quindi evidentemente per ottenere quanto voluto basta scegliere a
i
:= c
i
8i = 1. . . . n.
Verichiamo la (,). Segue allora direttamente dalla proprieta 2.9.1 che:
k,k
H
= k(c
1
. . . . . c
n
)k
H
=
q
jc
1
j
2
+ +jc
n
j
2
e quindi per ottenere quanto voluto basta osservare che:
ja
i
j
2
= a
i
a
i
= c
i
c
i
= c
i
c
i
= jc
i
j
2
8i = 1. . . . . n
Lemma 2.9.1 (di Ascoli)
Sia (E,k k
E
) uno spazio normato reale; sia , 2 E

n fo
1
g; sia ` 2 IR e sia r
0
2E
Ts: d(r
0
. ,
1
(`))=
j,(r
0
) `j
k,k
E

Dim
Proviamo che:
j,(r
0
) `j
k,k
E

inf
a2,
1
(A)
kr r
0
k
E
(2.85)
Per la linearita di ,, e per il teorema 2.2.5 segue che:
j,(r
0
) `j
k,k
E

=
j,(r
0
) ,(r)j
k,k
E

=
j,(r
0
r)j
k,k
E

kr
0
rk
E
8r 2 ,
1
(`)
e quindi passando all'inf su ,
1
(`) otteniamo la 2.85. Viceversa proviamo che:
inf
a2,
1
(A)
kr r
0
k
E

j,(r
0
) `j
k,k
E

(2.86)
152
Fissato un arbitrario c 0 allora per la II
a
proprieta del sup si ha che 9. 2 E con k.k
E
=
1 t.c. j,(.)j k,k
E
c moltiplicando ambo i membri per

,(a
0
)A
,(:)

otteniamo:
j,(r
0
) `j (k,k
E
c)

,(r
0
) `
,(.)
.

e quindi posto:

0
:= r
0

,(r
0
) `
,(.)
.
otteniamo che j,(r
0
) `j (k,k
E
c)kr
0

0
k
E
e quindi in denitiva osservando che
banalmente per costruzione
0
2 ,
1
(`) si ha che:
inf
a2,
1
(A)
kr r
0
k
E
kr
0

0
k
E
<
j,(r
0
) `j
k,k
E
c
e questa per l'arbitrarieta di c 0 ci da la 2.86.
Teorema 2.9.4 (Distanza di un punto da un iperpiano reale)
Siano a
1
. . . . . a
n
. ` 2 IR non tutti nulli e consideriamo l'iperpiano : : a
1
r
1
+ +a
n
r
n
= `;
sia r
0
= (r
0
1
. . . . . r
0
n
) 2 IR
n
Ts: d(r
0
. :) =
ja
1
r
0
1
+ + a
n
r
0
n
`j
q
ja
1
j
2
+ +ja
n
j
2
Dim
Sia E:= IR
n
munito del prodotto scalare euclideo. Consideriamo il funzionale lineare:
, : E ! IR con ,(r
1
. . . . . r
n
) := a
1
r
1
+ + a
n
r
n
8(r
1
. . . . . r
n
) 2 E
che e continuo per il teorema 2.5.3 ed inoltre per denizione ,
1
(`) = : segue allora dal
lemma 2.9.1 e dal teorema 2.9.3 che:
d(r
0
. :) =
j,(r
0
) `j
k,k
E

=
ja
1
r
0
1
+ + a
n
r
0
n
`j
q
ja
1
j
2
+ +ja
n
j
2
153
Bibliografia
[1] B. Ricceri, Appunti di analisi funzionale, Messina, a.a. 1995/96
[2] B. Ricceri, Appunti di analisi superiore, Messina, a.a. 1996/97
[3] D.C. Demaria, Topologia generale, vol.2, Editrice Tirrena, Torino (1971)
[4] F. Deutsch, I. Singer, On single-valuedness of convex set-valued Maps, Kluwer
Academic Publishers. Printed in the Netherlands (1993), 97-103.
[5] H. Brezis, Analisi funzionale. Teoria e applicazioni, Editore Liguori, Napoli (1986)
[6] Leonid V. Kantarovi

c, Gleb P. Akilov, Analisi funzionale, Editori Riuniti,


Roma (1980)
[7] N. Bourbaki, Espaces vectoriels topologiques, Paris (1955)
[8] S. Banach, Theorie des operations lineaires, Warszawa (1932)
154
Indice Analitico
A
anello degli operatori lineari e continui,
126
approssimazione iniziale, 132
B
base canonica, 9
base di Hamel, 9
base fondamentale di intorni, 16
C
C.N.S anche un funzionale lineare
sia combianazione lineare di
assegnati funzionali lineari, 62
caratterizzazione degli operatori ani, 74
caratterizzazione degli operatori lineari,
45
caratterizzazione dei sottospazi vettoriali
con codimensione uno, 60
caratterizzazione dell'inversa di
un operatore lineare e continuo,
129
caratterizzazione di varieta ani con
codimensione uno, 61
caratterizzazione operatori a graco
convesso, 69
chiusura lineare, 34
codimensione di un s.sp.vett., 53
codimensione di una varieta ane, 53
complemento ortogonale, 44
continuita degli operatori lineari a valori
in spazi localmente convessi, 81
continuita degli operatori lineari a volori
in uno spazio seminormato, 83
continuita degli operatori lineari tra spazi
localmente convessi, 79
continuita degli operatori lineari tra spazi
normati, 81
continuita degli operatori lineari tra spazi
vettoriali topologici, 77
155
continuita dei funzionali lineari su uno
spazio vettoriale topologico, 77
continuita degli operatori lineari nel caso
di nito dimensionalita, 125
convergenza assoluta di una serie, 42
convergenza di una serie, 33
convergenza di una successione, 14
convergenza puntuale, 15
costante di lipschitz, 27
criterio sequenziale della continuita, 18
D
dimensione di una varieta ane, 10
dimensione di uno spazio vettoriale, 9
distanza di un punto da un insieme, 26
disuguaglianza di Cauchy-Schwarz, 42
duale algebrico, 44
duale topologico, 85
F
famiglia di seminorme saturate, 37
funzionale assolutamente omogeneo, 11
funzionale di Minkowsky, 12
funzionale lineare, 44
funzionale positivamente omogeneo, 11
funzionale sub-additivo, 11
funzione aperta, 19
funzione chiusa, 19
funzione continua, 17
funzione lipschitziana, 27
funzione proiezione, 23
funzione s.c.i., 28
I
insieme assolutamente convesso, 7
insieme compatto, 15
insieme convesso, 6
insieme dei punti di convergenza, 14
insieme denso, 16
insieme di I-categoria, 17
insieme di II-categoria, 17
insieme equilibrato, 6
insieme limitato nel senso degli spazi
metrici, 25
insieme limitato nel senso degli spazi
vettoriali topologici, 34
insieme linearmente indipendente, 9
insieme radiale, 7
insieme raro, 17
156
insieme simmetrico, 7
insieme totale, 68
inviluppo lineare, 8
iperpiani separatori, 110
iperpiano, 58
isometria, 28
isomorsmo, 48
L
lemma di Ascoli, 152
lemma di Osgood, 146
M
metodo delle appross. successive, 132
metrica, 24
metrica indotta, 24
metrica indotta dalla norma, 39
N
norma, 11
norma indotta dal prodotto scalare, 42
norma operatoriale, 85
norme canoniche, 40
nucleo di un operatore lineare, 45
nucleo radiale, 7
O
omeomorsmo, 18
operatore ane, 73
operatore lineare, 44
P
principio dell'uniforme limitatezza, 147
prodotto interno, 42
prodotto scalare, 42
prodotto scalare euclideo, 42
proiezione, 23
proiezione canonica, 48
proprieta degli insiemi limitati, 35
proprieta del funzionale di Minkowsky,
12, 13
proprieta del nucleo di un operatore
lineare, 45
proprieta delle isometrie, 28
proprieta delle semisfere, 36
proprieta delle successioni limitate di
operatori lineari, 118
proprieta delle varieta ani, 6
proprieta produttiva, 22
proprieta topologica, 18
157
R
ricoprimento, 15
ricoprimento aperto, 15
ricoprimento nito, 15
ridotta, 33
S
seminorma, 11
semisfera, 36
serie, 33
sfera aperta, 24
sfera chiusa, 25
sistema biortogonale, 65
sistema fondamentale di intorni, 16
soluzioni approssimate, 132
somma di una serie, 33
somma diretta di sottospazi, 5
somma parziale k-esima, 33
sottoricoprimento, 15
sottospazi complementari, 11
span, 8
span, 34
spazi o-compatti, 16
spazi a prodotto scalare, 42
spazi compatti, 15
spazi completi, 27
spazi di Baire, 17
spazi di Banach, 39
spazi di Hausdor, 14
spazi di Hilbert, 42
spazi di tipo M, 41
spazi I-numerabili, 16
spazi isometrici, 28
spazi isomor, 48
spazi localmente convessi, 35
spazi metrici, 24
spazi normati, 36
spazi omeomor, 18
spazi pre-hilbertiani, 42
spazi quoziente, 48
spazi seminormati, 36
spazi vettoriali topologici, 29
spazio L(E,F), 85
spazio E

, 85
spazio E
0
, 44
spazio C
0
(X. Y), 17
spazio 1(E,F), 44
158
successione convergente, 14
successione di Cauchy, 26
T
teorema del graco chiuso, 142
teorema dell'inversa continua, 141
teorema della diagonale, 23
teorema della mappa aperta, 141
teorema della mappa aperta in forma
generale, 145
teorema delle due norme, 142
teorema di Banach, 130
teorema di Banach-Steinhaus, 146
teorema di Deutsch-Singer, 71
teorema di Hahn-Banach, 101
teorema di Hahn-Banach in forma
geometrica, 105
teorema di Hahn-Banach nella forma
analitica classica, 103
teorema di Hahn-Banach per gli spazi
localmente convessi, 108
teorema di Hahn-Banach per gli spazi
normati, 109
teorema di Heine-Pincherle-Borel, 42
teorema di Kolmogorov, 42
teorema di Nachabin, 97
teorema di rappresentazione di Riesz, 150
teorema di separazione in forma
algebrica, 113
teorema di separazione in forma
topologica, 114
teorema di stretta separazione, 115
teorema di unicita del limite, 15
teorema fondamentale degli spazi di
Hilbert, 44
topologia generata, 21
topologia indotta da una famiglia di
seminorme, 36
topologia indotta dalla metrica, 25
topologia meno ne, 14
topologia pi u grossolana, 14
topologia prodotto, 22
topologia vettoriale, 29
topologie equivalenti, 14
V
varieta ane, 6
vettori ortogonali, 44
159

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