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Unanalisi sulla sopravvivenza dei manicomi giudiziari

PERCH BASAGLIA ANCORA ATTUALE


PIER ALDO ROVATTI
i solito, per tranquillizzare la nostra coscienza, pensiamo che lepoca dei manicomi sia ormai conclusa. Come se fosse uno ieri molto lontano, ricordiamo pionieri come Franco Basaglia il quale abbandon le stanze universitarie per andare a dirigere il manicomio di Gorizia: scoperchi un sottosuolo infernale e i suoi resoconti sono depositati in scritti e immagini che hanno fatto il giro del mondo, fino al documento-racconto che la televisione pubblica ha diffuso in prima serata pochi anni fa. Tuttavia, nella testa della gente, i manicomi sono ormai un capitolo finito e Basaglia, con la sua legge del 1978, dopo quasi un decennio di battaglie anti-istituzionali a Trieste, ne avrebbe sancito la definitiva estinzione. Certo non veniva chiuso il capitolo della salute mentale (anzi lo si apriva clamorosamente), ma i manicomi diventavano qualcosa come un brutto ricordo. LO PSICHIATRA Non cos. Non solo perch nel Franco mondo la realt manicomiale Basaglia continua a esistere, ma anche (1924-1980) perch nel nostro stesso Paese esha legato sa mantiene, nonostante tutto, lail suo nome ceranti sopravvivenze. Faccio soalla legge lo lesempio dei cosiddetti maniche ha abolito comi giudiziari (Opg): come si sa, i manicomi dovevano sparire entro questo mese, ma gi stata decisa una della pericolosit, scompaia maproroga e ormai si dubita molto gicamente. pi facile sospettare sulla loro conversione in comu- il contrario, e cio che la cultura nit protette. La scadenza non manicomiale possa trovare qui osservata ha comunque richia- un ulteriore terreno per diffonmato lattenzione sul tema della dersi, unificandosi a una quantit grande informazione: su questo di altri segnali che provengono stesso giornale apparso un re- dalla normale gestione della portage di Adriano Sofri che si pratica psichiatrica, nei reparti calato nellOpg di Barcellona Poz- ospedalieri dei Diagnosi e cura zo di Gotto (Messina), parlando e nella disseminazione gi esicon gli internati ed evocando di stente di comunit di conteninuovo limmagine dellinferno. mento del disturbo mentale. Credo che lattenzione agli Opg Sono cos riaffiorati alcuni aspetti cruciali, ferite istituziona- abbia comunque lanciato un alli e culturali lontane dallessere ri- larme che potrebbe propagarsi marginate: la connessione tra li- dentro lintera istituzione psidea di pericolosit sociale e chiatrica. Questo allarme si traquella di disturbo mentale, un no- duce in una drastica domanda: Ma si pu guarire, e come?. E soprattutto: Dove?. Forse guarire una parola che, nella sua eviNon mai stata dente esplicitezza, potrebbe porsuperata la cultura tarci fuori strada bloccandoci neldella pericolosit la coppia malattia-salute, quansociale legata do invece qui guarire non signifial disturbo mentale ca solo trovare la giusta diagnosi del disturbo e una soddisfacente risposta farmacologica. Ma vuol do terribile e persistente, eviden- dire soprattutto riemergere da te sopravvivenza di una questio- una condizione di non-soggettine mai sciolta nella sua barbarie vit a una condizione di soggetti, sociale e civile. Occorre per ve- liberi e dotati di diritti sociali. Una dere come l si perpetuata la car- condizione di risveglio pratico riera dellinternato: nella prigio- della nostra soggettivit che sane-manicomio si entra anche per rebbe lunico vero antidoto alla episodi minori (un furto, una lite cultura manicomiale ancora difviolenta) e poi ci si rimane sine fusa. Mentre questa cultura pur die, e magari l si muore (o si deci- sempre incline a difendere la sode di farla finita) attraverso una ciet dal disturbo mentale segresequela di conferme di persisten- gando i cosiddetti folli, la cultura te pericolosit. Perch accaduto del risveglio soggettivo va nella diquesto? Molto dipeso dallinca- rezione opposta: vorrebbe elimipacit di adeguarsi allo stato di nare ogni forma di contenzione e detenzione (e contenzione) e al- isolamento protettivo e restituire lobbligatoriet di un regime far- un corredo di soggettivit a chi ne macologico assai pesante e som- privo o ne stato privato. Non ministrato a semplice scopo se- forse proprio questa leredit che dativo. Di cura vera e propria non ci ha lasciato Basaglia? E cio, che c ombra, quindi niente riabilita- non basta chiudere i manicomi zione n terapeutica n sociale. per farla finita con la cultura maNulla che assomigli a una guari- nicomiale? Se cos, come credo, gione. Dato che ti ribelli, convin- allora dobbiamo constatare che il to di essere oggetto di uningiusti- messaggio stato ascoltato molto zia spaventosa, la tua ribellione parzialmente e solo localmente, e diventa la prova che sei ancora che adesso occorrerebbe una desocialmente pericoloso, e cos, cisa volont politica per compiedi due anni in due anni, la tua con- re il grosso del lavoro. Ho trovato molti e utili spunti in dizione di internato viene conferun libro appena pubblicato (Guamata. Si dir: per fortuna questi infer- rire si pu. Persone e disturbo nali manicomi giudiziari ce li stia- mentale di Izabel Marin e Silva mo lasciando alle spalle. In pro- Bon, introduzione di Roberto posito, tuttavia, corrono parecchi Mezzina, edizioni Alpha Beta Vere motivati dubbi. Nessuno sa an- lag di Merano), in cui si d conto cora bene che cosa debba essere con testimonianze e riflessioni di una struttura protetta, dove tali una ricerca condotta a Trieste sulstrutture sorgeranno, come vi si la recovery (che possiamo tradurarticoleranno il regime psichia- re con ripresa o riemersione trico e quello giudiziario, chi vi del soggetto). Questo libro apverr accolto oltre ai superstiti parso in una collana nella quale dei manicomi giudiziari. Se si pu era anche stata pubblicata la sceprevedere che in esse la psichia- neggiatura del film televisivo di tria (ma quale?) avr un ruolo Marco Turco che ho ricordato alprioritario, niente ci autorizza a linizio, Cera una volta la citt dei pensare che lelemento manico- matti. miale, e in sostanza il problema RIPRODUZIONE RISERVATA

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