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Federico II del Sacro Romano Impero

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Federico II

Ritratto di Federico II con il falco (dal De arte venandi cum avibus)

Imperatore dei Re di Re di Gerusalemme

Romani Sicilia

Regno

1220 - 1250 (S.R.I.) 1198 1250 (Sicilia) 1225 1228 (Gerus.) Ottone IV (S.R.I.) Enrico VI (Sicilia) Jolanda (Gerusalemme)

Predecessore

Successore

Enrico VII (S.R.I.) Corrado I (Sicilia) Corrado II (Gerusalemme)

Nome completo

Federico Hohenstaufen di Svevia Jesi, Marche, dicembre 1194 26

Nascita

Morte

Castel Fiorentino, Puglia, 13 dicembre 1250 Hohenstaufen Enrico VI Costanza d'Altavilla Costanza d'Aragona Jolanda di Brienne Isabella d'Inghilterra Bianca Lancia Enrico Corrado Margherita Costanza Manfredi

Casa reale Padre Madre Consorte

Figli

Duchi di Svevia Hohenstaufen

espandi Blasonatura Federico I (1050 - 1105)

espandi Figli Federico II (1105-1147) espandi Figli Federico III (1147-1152) espandi Figli Federico IV (1152-1167) Federico V (1167-1170) Federico VI (1170-1191) Corrado II (1191-1196) Filippo I (1196-1208) espandi Figli Federico VII (1212-1216) espandi Figli Enrico II (1216-1235) espandi Figli Corrado III (1235-1254) espandi Figli Corrado IV (1254-1268)

Regno di Sicilia Hohenstaufen

Enrico VI espandi Figli Federico II espandi Figli Corrado espandi Figli Corradino

Manfredi espandi Fi li
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Federi enstaufen di Svevia , o Federi I di Si ilia o Federi II del Sacro Romano Impero (Jesi, 26 di embre 1194 Fiorentino di Puglia, 13 di embre 1250), fu re di Si ilia, re di Gerusalemme, imperatore dei Romani, re d'Italia e re di Germania.

Popolarment e conosciuto con gli appellati i stp i ("meraviglia del mondo") o p Apli ("fanciullo di Puglia"), fu Sacro Romano Imperatore dal 1220 al 1250. Appartenente alla nobil e famiglia sveva degli Hohenstaufen, fu inoltre re di Germania, re d'Italia, re di Borgogna, re di Gerusalemme e, col nome di Federico I, Re di Sicilia dal 1198 al 1250.
Federico II era dotato di una personalit poliedrica e affascinante che, fin dalla sua epoca, ha polari ato l'attenzione degli storici e del popolo, producendo anche una lunga serie di miti e leggende popolari, nel bene e nel male. Il suo regno fu principalment e caratterizzato da una forte attivit legislativa e di innovazione tecnologica e culturale, volte ad unificare le terre ed i popoli, fortement e contrastata dalla Chiesa. Egli stesso apprezzabile letterato, fu convinto protettore di artisti e studiosi. La sua corte fu luogo di incontro fra le culture greca, latina, araba ed ebraica.

Indice
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1 Biografia o 1.1 La nascita o 1.2 Infanzia ed educazione o 1.3 La corona imper iale o 1.4 Confoederatio cum pr incipibus ecclesiasticis o 1.5 L'attivit nel Regno di Sicilia o 1.6 Feder ico II a Melfi o 1.7 La crociata e la scomunica da parte di Gregor io IX o 1.8 La lotta prosegue o 1.9 Il declino e la fine o 1.10 La morte a Fiorentino di Puglia 2 L'attivit legislativa 3 L'Universit 4 Lo Stupor Mundi o 4.1 Contr ibuto alle arti figurative o 4.2 Interessi scientifici 5 Ant enati e discendenti o 5.1 Albero genealogico o 5.2 Le mogli di Federico e i suoi figli legittimi e naturali 6 Fra mito e leggenda 7 Hanno detto di lui

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8 Note 9 Bibliografia 10 Voci correlate 11 Altri progetti 12 Collegamenti esterni

Biografia [modifica
La nascita [modifica

[1 Nascita di Federico II a Jesi, in una tenda, secondo una fantasiosa tradizione dovuta a [2 Ricordano Malispini

Federico nacque nel 1194 da Enrico VI, figlio di Federico I di Svevia, detto Barbarossa, e da Costanza d'Altavilla, figlia di Ruggero II il Normanno, a Jesi, nella Marca anconitana mentre l'imperatrice stava raggiungendo il marito a Palermo, incoronato appena il giorno prima, il giorno di Natale, re di Sicilia. Data l'et avanzata, nella popolazione vi era un diffuso scetticismo circa la gravidanza di Costanza e per questo motivo, fu allestito un baldacchino al cen tro della piazza di Jesi, dove l'imperatrice partor pubblicamente, al fine di fugare ogni dubbio sulla nascita dell'erede [4 . al trono.[3 Costanza fece battezzare il figlio imponendogli il nome matronimico di Costantino Non appena rimessasi dal parto, Costanza port il neonato a Foligno (citt dove Federico visse i suoi primi anni), affidandolo alla Duchessa di Urslingen, moglie di Corrado, uomo di fiducia dell'imperatore, per partire immediatamente alla volta della Sicilia e riprendere poss esso del "regno di famiglia", poc'anzi riconquistato dal marito. Con il nome di Costantino, nell'estate del 1196, il piccolo venne eletto Rex Romanorum dai principi tedeschi, durante la Dieta Imperiale di Francoforte. Qualche mese pi tardi, venuto il tempo della cerimonia battesimale, svoltasi nella Cattedrale di San Rufino in Assisi, il nome del futuro sovrano venne mutato dal padre[5 che decise l'assegnazione del nome "in aus icium cumulande  robitatis" di Federico Ruggero Costantino; "Federico" per indicarlo a futura guida dei principi germanici quale nipote di Federico Barbarossa, "Ruggero" per sottolineare la legittima pretesa alla corona del Regno di Sicilia quale discendente di Ruggero I e "Costantino" per accomunarsi alla Chiesa di Roma che nell'avo meso indicava la fonte della propria autorit terrena. Quella fu la seconda ed ultima occasione in cui Enrico VI vide il figlio.

Federico nasceva gi pret endent e di molte corone. Quella imperiale non era ereditaria, ma Federico era un valido candidato a re di Germania[6] che comprendeva anche le corone d'Italia e di Borgogna. Questi titoli assicuravano diritti e prestigio, ma non davano un potere effettivo, mancando in quegli stati una solida compagine istituzionale controllata dal sovrano. Tali corone davano pot ere solo se s i era forti, altrimenti sarebbe stato impossibile far valere i diritti regi sui feudatari e sui Comuni italiani. Inoltre per via materna aveva ereditato la corona di Sicilia, dove invece esisteva un apparato amministrativo ben strutturato a garantire che la volont del sovrano venisse applicata, secondo la tradizione di governo centralistico. L'unione del regno di Germania e di Sicilia non veniva vista di buon occhio n dai normanni, n dal papa, che con i territori che a vario titol o componevano lo Stato della Chiesa possedeva una striscia che avrebbe interrotto l'unit territoriale del grande regno, facendolo sentire di conseguenza accerchiato.

Infanzia ed educazione [modifica]


Il 28 settembre 1197 Enrico VI mor e Costanza affid il figlio a Pietro di C elano conte della Marsica (fratello di Silvestro della Marsica che era stato Grande Ammiraglio di Guglielmo I il Malo, re di Sicilia) e Berardo di Laureto appartenente alla famiglia degli Altavilla conti di Conversano. Il 17 maggio del 1198 Costanza fece incoronare il figlio re di Sicilia a soli quattro anni. Costanza mor il 28 settembre dello stesso anno, dopo averlo posto sotto la tutela del nuovo papa, Innocenzo III, ed aver costituito a favore del papa un appannaggio di 30.000 talenti d'oro per l'educazione di Federico. Gualtiero di Palearia, vescovo di Troia, era a Palermo il vero tutore di Federico. Federico risiedeva nella reggia di Palermo, nel Castello della Favara, il Castello a Mare, seguendo Gentile di Manopello fratello di Gualtiero. Suo primo maestro fu frate Guglielmo Francesco, che ne rispondeva al vescovo Rinaldo di Capua, il quale informava costantement e il papa dei progressi scolastici, della crescita e della salute di Federico. Nell'ottobre 1199, Marcovaldo di Annweiler, per volere di Filippo di Svevia zio di Federico, s'impadron della Sicilia per averne la reggenza e prese su di s anche la custodia del giovane, sottraendolo a quella di Gualtiero di Palearia e, quindi, al tutoraggio di Innocenzo III, in apert o contrasto col Papa e con il suo paladino in Sicilia, Gualtieri III di Brienne; ciononostante, Marcovaldo non priv Federico della tutela dei suoi maestri. Il Papa accus Gualtiero di Palearia di tradiment o quando suo fratello Gentile di Manopello consegn Federico, assieme alla citt di Palermo, a Marcovaldo. Nel 1202 Gualtiero di Palearia guid una spedizione, unitamente a Diopoldo conte di Acerra, contro il pret endent e al trono Gualtieri di Brienne, il quale, dopo la mort e di Marcovaldo, consegn Federico al cont e Guglielmo di Capparone, successore alla reggenza di Marcovaldo. Diopoldo liber Federico da Capparone nel 1206 e lo riconsegn alla custodia di Gualtiero di Palearia. Guglielmo Francesco, Gentile di Manopello ed un imam musulmano, rimasto sconosciuto alla storia, furono istruttori di Federico sino al 1201, quando Guglielmo Francesco fu costretto ad abbandonare la Sicilia; torn ad essere il maestro di Federico dal 1206 al 1209, anno dell'emancipazione del giovane. Dal 1201 al 1206 Federico, sotto la tutela di Marcovaldo e poi di Guglielmo di Capparone, venne cresciuto dal popolo palermitano pi povero, autodidatta per ogni forma di cultura[7].

La corona imperiale [modifica]

Augustale di Federico II, 1231 circa Il 26 dicembre 1208 Federico comp il quattordicesimo anno di et e usc dalla tutela papale assumendo il potere nelle sue mani. Nel 1209 Ottone IV di Germania fu eletto imperatore del Sacro Romano Impero ma nel 1212 una fazione ribelle sostenuta da Innocenzo III, che aveva nel frattempo scomunicato Ottone, elesse Federico "re dei Romani" (il che equivaleva alla pre -nomina ad imperatore): Sigfrido III di Eppstein incoron Federico nel duomo di Magonza, ma la sua effettiva sovranit pot essere tale solo dal 27 luglio 1214 quando, nella battaglia di Bouvines, Filippo Augusto re di Francia, alleato di Federico, sbaragli Ottone IV alleato degli inglesi.[8 Il 12 luglio 1213 con la cosiddetta "Bolla d'Oro", (o "promessa di Eger"), Federico promise di mantenere la separazione fra Impero e Regno di Sicilia (vassallo del Pontefice) e di rinunciare ai diritti germanici in Italia (promessa gi di Ottone IV, mai mantenuta). Promise inoltre di intraprendere presto una crociata in Terra santa. L'11 novembre 1215 venne aperto da Innocenzo III il IV Concilio Lateranense (XII universale) cui anche Federico partecip. Finch fu in vita il suo protettore Innocenzo III, Federico evit di condurre una politica personale troppo pronunziata. Morto Innocenzo III e salito al soglio Onorio III (18 luglio 1216), papa di carattere meno deciso del predecessore, Federico fu incalzato dal nuovo papa a dare corso alla promessa di indire la crociata. Federico tergivers a lungo e nel 1220 fece nominare dalla Dieta di Francoforte il figlio Enrico "re di Germania". Il Pontefice ritenne che l'unico modo di impegnare Federico era quello di nominarlo imperatore, ed il 22 novembre 1220 Federico fu incoronato imperatore in San Pietro a Roma da Papa Onorio III. Federico non diede segno di voler abdicare dal Regno di Sicilia, ma mantenne la ferma intenzione di tenere separate le due corone. La Germania la lasciava al figlio, ma, in quanto imperatore, ne manteneva la suprema autorit . Essendo stato allevato in Sicilia probabile che si sentisse pi italo normanno che tedesco, ma soprattutto conosceva bene il potenziale del regno siciliano, con una fiorente agricoltura, citt grandi e buoni porti, oltre alla straordinaria posizione strategica al centro del Mediterraneo.

Confoederatio cum principibus ecclesiasticis [modifica

Il testo della Confoederatio cum  rinci ibus ecclesiasticis Il Trattato con i  rinci i della chiesa, o Confoederatio cum  rinci ibus ecclesiasticis, del 26 aprile 1220 fu emanato da Federico II come concessione ad alcuni vescovi tedeschi per avere la loro collaborazione all'elezione del figlio Enrico come Re di Germania. La Carta rappresenta una delle pi importanti fonti legislative del Sacro Romano Impero nel territorio tedesco. Con questo atto Federico II rinuncia ad un certo numero di privilegi reali in favore dei principivescovi. Fu un vero stravolgimento nell'equilibrio del potere, un nuovo disegno che doveva portare a maggiori vantaggi nel controllo di un territorio vasto e lontano. Fra i tanti diritti acquisiti, i vescovi assunsero quello di battere moneta, decretare tasse e costruire fortificazioni. Inoltre questi ottennero anche la possibilit di istituire tribunali nelle loro signorie e di ricevere l'assistenza del re o dell'imperatore per far rispettare i giudizi emanati nei territ ori in questione. La condanna da una corte ecclesiale significava automaticamente una condanna e una punizione da parte del Tribunale Reale o Imperiale. In pi, l'emanazione di una scomunica si traduceva automaticamente in una sentenza come fuorilegge da parte del tribunale del Re o dell'Imperatore. Il legame, quindi, fra il tribunale di Stato e quello locale del Principe Vescovo si sald indissolubilmente. L'emanazione di questa legge si ricollegava direttamente alla pi tarda Statutum in favorem  rinci um che sanciva simili diritti per i principi laici. Il potere dei signori si innalzava, ma cresceva anche la capacit di controllo sul territorio dell'impero e sulle citt . In questo modo, Federico II sacrific la centralit del potere per assicurarsi una maggiore tranquillit nella parte continentale dell'Impero stesso, in modo da poter rivolgere la sua attenzione sul fronte meridionale e mediterraneo.

L'attivit nel Regno di Sicilia [modifica


Federico pot dedicarsi a consolidare le istituzioni nel Regno di Sicilia, indicendo due grandi assise a Capua e a Messina (1220-1221). In quelle occasioni rivendic che ogni diritto regio confiscato in passato a vario titolo dai feudatari venisse immediatamente reintegrato al sovrano. Introdusse inoltre il diritto romano, nell'accezione giustinianea rielaborata dall'Universit di Bologna su impulso di suo nonno il Barbarossa. A Napoli fond l'Universit nel 1224, dalla quale sarebbe uscito il ceto di funzionari in grado di servirlo, senza che i suoi fedeli dovessero recarsi fino a Bologna per studiare. Favor anche l'antica e gloriosa scuola medica salernitana.[9 Il tentativo di Federico di accentrare l'amministrazione del Regno e ridurre il potere de i feudatari locali (soprattutto ordinando la distruzione delle fortificazioni che potessero rappresentare un

potenziale pericolo per il potere centrale) incontr molte resistenze, tra queste principalmente quella del conte di Bojano, Tommaso da Celano, la cui contea, unita con i possedimenti originali in Marsica, rappresentava il feudo di maggiore estensione del regno. Il conte Tommaso si rifiut di smantellare i castelli come ordinato dallo svevo e organizz la resistenza presso le fortificazioni di Ovindoli e Celano in Marsica, Civita di Bojano e Roccamandolfi in Molise, dove affront a partire dal 1220 la forza d'urto dell'esercito imperiale. Le prime tre citt caddero nel giro del primo anno di guerra, mentre Roccamandolfi, dove il da Celano aveva lasciato alla guida della resistenza la moglie Giuditta, si arrese all'assedio nel 1223 dopo essere stato danneggiato ma non preso. Il castello del capoluogo della contea, Bojano, venne demanializzato e ricostruito; Ovindoli e Celano furono distrutte, Roccamandolfi dovette essere ricostruita pi a valle lasciando il castello alla rovina; Tommaso da Celano, non avendo in seguito rispettato i termini della resa, fu espropriato della contea che cess di essere la spina nel fianco nei possedimenti normannidi Federico.

Federico II a Melfi [modifica

Il Castello di Melfi dove Federico II promulg le costituzioni Per a rofondire, vedi la voce Costituzioni di Melfi. Giunto da Policoro, l'imperatore approd a Melfi, venendo accolto calorosamente dalla popolazione locale e pernott nel castello costruito dai suoi ascendenti normanni, apportandone in seguito alcune restaurazioni. Sulla cinta muraria del feudo (precisamente sulla Porta Venosina) fece apporre una lapide che glorificava la grandezza della citt , anche se anni dopo fu sostituita dal principe Giovanni Caracciolo con quella visibile al giorno d'oggi. Nella localit melfitana (ma anche a Lagopesole, Palazzo San Gervasio e Monticchio), Federico II trascorre il suo tempo libero, dedicandosi alla caccia con il falcone, poich le zone boschive del Vulture erano particolarmente ideali per il suo passatempo preferito. Nel castello Federico II, con l'ausilio del suo fidato notaio Pier delle Vigne, eman le Constitutiones Augustales (note anche come Costituzioni di Melfi), codice legislativo del regno di Sicilia, fondato sul diritto romano e normanno, tra le pi grandi opere della storia del diritto. Le costituzioni miravano a limitare i poteri e i privilegi delle locali famiglie nobiliari e dei prelati, facendo tornare il potere nelle mani dell'imperatore e a rendere partecipi anche le donne per quanto riguardava la successione dei feudi. Ne doveva nascere uno Stato centralizzato, burocratico e tendenzialmente livellatore, con caratteristiche che gli storici hanno reputato "moderne"[10 .  Il sovrano svevo sfrutt il castello anche come tesoreria regia e come prigione, poich vi imprigion due cardinali e vari vescovi francesi e tedeschi che appoggiarono la decisione del Papa di destituirlo. Nel 1232 vi ospit il marchese di Monferrato e sua nipote Bianca Lancia, che ben presto diverr sua moglie e da cui ebbe il figlio Manfredi, che nascer a Venosa.

La crociata e la scomunica da parte di Gregorio IX [modifica

Federico incontra il sultano ayyubide al-Malik al-Kamil, codice miniato Negli anni seguenti Federico si dedic a riordinare il regno di Sicilia, eludendo le continue richieste del papa Onorio III di intraprendere la crociata. Per dilazionare ulteriormente il suo impegno, Federico stipul con Onorio III il trattato di San Germano (luglio 1225), con il quale si impegnava ad organizzare la crociata entro l'estate del 1227, pena la scomunica. In realt il vero obiettivo di Federico era l'unione fra regno di Sicilia ed Impero nonch l'estensione del potere im periale all'Italia. In questo disegno rientr il suo tentativo di recuperare all'impero la marca di Ancona ed il ducato di Spoleto, rientranti nella sovranit papale. Inoltre in Sicilia procedette all'occupazione di cinque vescovadi con sede vacante, alla confisca dei beni ecclesiali e alla cacciata dei legati pontifici che si erano col recati per la nomina dei vescovi, pretendendo di provvedere direttamente alle nomine. Il papa era molto adirato con Federico sia perch non aveva adempito ai patti di tenere separati impero e regno di Sicilia, perch non rispettava la libert del clero nei suoi te rritori intromettendosi sistematicamente nell'elezione dei vescovi e perch non partiva per la crociata: durante la fallimentare crociata del 1217-1221 (la quinta) Federico si era ben guardato da aiutare i crociati, avendo pi a cuore la pace con il sultano d'Egitto i cui territori erano cos vicini alla Sicilia e con il quale era in rapporti di amicizia diplomatica. Nel frattempo, per le mire di controllo sull'Italia di Federico, era risorta nel nord Italia la Lega Lombarda: nell'aprile 1226 Federico convoc la Dieta di Cremona con il pretesto di preparare la crociata ed estirpare le dilaganti eresie ma questa non pot avere luogo per l'opposizione Lega Lombarda, che imped l'acceso ai delegati mentre Federico non aveva al nord forze sufficienti per contrastare la Lega. Nel 1227 il 9 settembre, pressato dal successore di Onorio, papa Gregorio IX, e sotto la minaccia di scomunica,[11 ! onor la promessa fatta al predecessore partendo per la quinta Crociata, ma una pestilenza scoppiata durante il viaggio in mare che falcidi i suoi crociati lo costrinse a rientrare ad Otranto: lui stesso si ammal e dovette ritirarsi a Pozzuoli per rimettersi in sesto. Gregorio IX interpret questo comportamento come un pretesto e, conformemente al trattato di San Germano, lo

scomunic a Bitonto il 29 dello stesso mese. A nulla valse una lettera di giustificazioni inviata al papa da Federico nel novembre e la scomunica fu confermata il 23 marzo 1228. Dopo la rinuncia dell'anno precedent e, Federico II, seppur scomunicato, part da Brindisi Il 28 giugno 1228 per la sesta Crociata, nominando Rinaldo, ex Duca di Spoleto, suo sostituto in Italia durante l'assenza. Federico ottenne il successo grazie ad un accordo con il sultano ayyubide al Mali al amil, nipote di Saladino: Gerusalemme venne ceduta ma smantellata e indifendibile. Questa soluzione aveva evitato la battaglia ed aveva sollevato Federico dall'incombenza della crociata, ma consegnava alla cristianit una vittoria effimera e in balia dei musulmani. Federico s i incoron re di Gerusalemme (in quanto erede del trono per aver sposato nel 1225, dopo la mort e della prima moglie, Jolanda di Brienne regina di Gerusalemme) nella basilica del Santo Sepolcro, il 18 marzo 1229.[12] Jolanda di Brienne era morta ad Andria nell'aprile del 1228 in seguito al parto di Corrado IV, perci l'incoronazione di Federico II a re di Gerusalemme fu celebrata con la sposa gi defunta. Durante l'assenza di Federico, Rinaldo tent di recuperare con le armi il ducato di Spoleto mentre truppe germaniche scesero in Sicilia. Il Papa assold altre truppe per contrastarle, bandendo la paradossale crociata contro Federico II, ed i territori di Federico subirono l'invasione dell e medesime. Federico non ebbe vita facile in Italia dopo la crociata, molte citt appoggiarono il Papa, Andria invece, citt natale di suo figlio Corrado, lo accolse e su porta Sant'Andrea, una delle port e della citt fu scolpita la celebre frase dell'imperatore: Andria fidelis, nostri affixa medullis; absit, quod Federicus sit tui muneris iners, Andria, vale, felix omnisque gravaminos expers. La citt di Andria fu liberata per sempre dal peso gravoso delle tasse e l'Imperatore la ricompenso con la costruzione di Castel del Mont e. Intanto Federico riusc ad avere ragione delle forze papali ma ritenne opportuno, per quel moment o, riconciliarsi con il papa e con la Pace di Ceprano del 23 luglio 1230 Federico promise di rinunciare alle violazioni che avevano determinato la scomunica, di restituire i beni sottratti ai monasteri ed alle chiese e di riconoscere il vassallaggio della Sicilia al papa. D'altro canto il papa non poteva non tener conto dell'obiettivo ottenuto da Federico in Terra santa ed il 28 agosto successivo ritir scomunica: il 1 settembre papa ed imperatore si incontrarono ad Anagni. Nella diatriba fra papa ed imperatore intanto si erano inserite le citt della Lega Lombarda ed era ripresa la secolare divisione fra guelfi (Lega Lombarda, alleati del Papa) e ghibellini (dalla parte dell'Imperatore).[13] Nel 1231 Federico convoc una Dieta a Ravenna dalla quale fece riaffermare l'autorit imperiale sui Comuni ma ci non ebbe alcuna influenza sugli eventi successivi.

La lotta prosegue [ modifica]

Federico concede benefici ai Cavalieri Teutonici, affresco nella Universit di Marburg. Nel successivo periodo di pace e distensione Federico approfitt per sistemare alcune questioni giuridiche nei suoi regni, con particolare riguardo a quello siculo. Il rinnovato accordo fra il papa e Federico venne utile a quest'ultimo allorch nel 1234 suo figlio Enrico si ribell al padre: rivoltosi al papa, Federico ottenne la scomunica contro il figlio, lo fece arrest are e lo tenne prigioniero fino alla morte, avvenuta nel 1242. Alla corona tedesca venne allora associato l'altro figlio Corrado IV (che non riusc neppure lui a governare in pace per l'opposizione dei nobili che gli misero davanti una serie di antir). Nel maggio dello stesso anno alcuni violenti tumulti, organizzati da famiglie ostili a Gregorio IX, costrinsero quest'ultimo a fuggire in Umbria. Federico, cui faceva molto comodo politicamente apparire come il difensore della Chiesa, accorse in armi, sconfisse i ribelli a Viterbo (ottobre 1237) e ristabil Gregorio sul trono romano (1238). Tuttavia egli non era venuto meno ai suoi propositi di sottomettere l'Italia all'impero germanico, favorendo l'instaurarsi di signorie ghibelline a lui amiche (la pi potente fu quella dei Da Romano che governava su Padova, Vicenza, Verona e Treviso. Nel novembre 1237 Federico colse una notevole vittoria sulla Lega Lombarda a Cortenuova, conquistando il Carroccio che invi in omaggio al papa. L'anno successivo il figlio Enzo (o Enzio) spos Adelasia di Torres, vedova di Ubaldo Visconti, giudice di Torres e Gallura e Federico lo nomin Re di Sardegna. Ci non poteva essere accettato dal papa, visto che la Sardegna era stata promessa in successione al papa dalla stessa Adelasia. Alle rimostranze del pontefice Federico rispose nel marzo 1239 tentando di sollevargli contro la curia ed il papa lo scomunic, indicendo anche un concilio a Roma per la Pasqua del 1241. Federico, per impedire lo svolgimento del Concilio che avrebbe confermato solennemente la sua scomunica, blocc le vie di terra per Roma e fece catturare i cardinali stranieri giunti via mare (grazie ai fedeli pisani), dalla flotta comandata dal figlio Enzo con una battaglia navale avvenuta presso l'isola del Giglio. Le truppe imperiali giunsero alle porte di Roma, ma il 22 agosto 1241 l'anziano papa Gregorio IX mor[14 " e Federico, dichiarando diplomaticamente che lui combatteva il papa ma non la Chiesa (egli era sempre sotto scomunica), si ritir in Sicilia. Fu eletto papa Goffredo Castiglioni, che prese il nome di Celestino IV ma che mor subito dopo. La prigionia di due cardinali catturati da Federico e l'incombente minacc ia delle sue truppe alle porte di Roma provocarono una vacanza al soglio pontificio di un anno e mezzo, periodo durante il quale si svolsero frenetiche trattative. Infine il conclave si tenne ad Anagni e fu eletto il genovese Sinibaldo

Fieschi che prese il nome di Innocenzo IV. Il 31 marzo 1244 fu stilata in Laterano una bozza di accordo fra Federico ed Innocenzo IV che prevedeva, in cambio del ritiro della scomunica, la restituzione di tutte le terre pontificie occupate dall'imperatore, ma nulla diceva sulle pretese imperiali in Lombardia. L'accordo non fu mai ratificato.

Il declino e la fine [modifica#

La disfatta di Vittoria, presso Parma (1248) Papa Innocenzo IV decise che l'assoggettamento della Lombardia all'impero non poteva essere accettato: avrebbe significato l'accerchiamento dei domini pontifici da parte dell'imperatore. Perci decise di indire un Concilio per confermare la scomunica a Fed erico e far nominare un altro imperatore, rivolgendosi ai suoi nemici che in Germania erano numerosi. Giunto a Lione[15 $ svolse un'intensa attivit diplomatica presso i nobili tedeschi ed indisse un Concilio che si apr il 28 giugno 1245. Lione, sebbene formalmente in Borgogna, quindi di propriet dell'imperatore, era fuori dal tiro di Federico ed era sotto protezione del re di Francia. Il concilio conferm la scomunica a Federico, lo depose, sciogliendo sudditi e vassalli dall'obbligo di fedelt , ed invit i nobili elettori tedeschi a proclamare un altro imperatore, bandendo cont ro Federico una nuova crociata. Non tutta la Cristianit per accett quanto deliberato nel concilio, che si era tenuto in condizioni non troppo chiare. Il papa aveva finto fino all'ultimo di voler patteggiare con Federico e molti si domandarono se fosse giusto un provvedimento cos grave contro l'imperatore in un momento in cui nuove minacce si affacciavano all'orizzonte (l'offensiva mongola). L'imperatore sub il gravissimo colpo che ne appan n il prestigio e dal 1245 gli eventi iniziarono a precipitare. Gli Elettori tedeschi trovarono il nuovo imperatore (in realt "re di Roma", titolo che preludeva alla nomina di imperatore) in Enrico Raspe, margravio di Turingia, che il 5 agosto 1246 sconfisse nella battaglia di Nidda il figlio di Federico Corrado (tuttavia, l'anno successivo, il Raspe mor). Nel 1248 Federico sub una grave sconfitta nei pressi di Parma e l'anno seguente il figlio Enzo, battuto a Fossalta fu preso prigioniero dai bolognesi che lo tennero tale fino alla sua morte ( 1272). Poco dopo Federico sub il tradimento (o credette di subirlo) di uno dei suoi pi fidati consiglieri, Pier delle Vigne (celebre in un passo dell'Inferno di Dante[16%). Gli ultimi anni di Federico furono tristi: ammalato, ossessionato dal tradimento, in preda a ombre di rovesci politici e militari, visse lontano da quella figura di signore sereno e magnanimo che aveva tenuto.

La vittoria militare del figlio Corrado sul successore di Raspe, Guglielmo d'Olanda avvenuta nel 1250, non port ad alcunch per Federico il quale nello stesso anno mor a causa di un attacco di dissenteria. Nel suo testamento nominava suo successore il figlio Corrado, ma il papa non solo non riconobbe il testamento ma scomunic pure Corrado (che mor quattro anni dopo di malaria, nel vano tentativo di ricuperare a s il regno di Sicilia).

La morte a Fiorentino di Puglia [modifica&


Federico cadde probabilmente vittima di un'infezione intestinale dovuta a malattie trascurate, durante un soggiorno in Puglia; secondo Guido Bonatti, invece, fu avvelenato. Egli, difatti, qualche tempo prima aveva scoperto un complotto, in cui fu coinvolto lo stesso medico di corte. Le sue condizioni apparvero immediatamente gravi, tanto che si rinunci a portarlo nel pi fornito Palatium di Lucera (FG), e la corte dovette riparare nella domus di Fiorentino, un borgo fortificato nell'agro dell'odierna Torremaggiore. Leggenda vuole che a Federico fosse stata predetta dall'astrologo di corte, Michele Scoto, la morte sub flore, ragione per la quale pare egli abbia sempre evitato di recarsi a Firenze. Allorch l'imperatore fu informato del nome del borgo in cui, infermo, era condotto per concedergli conforto e riposo, Castel Fiorentino per l'appunto, Federi co, sempre secondo la leggenda, comprese ed accett la prossimit della fine.

Il sarcofago di Federico II nella Cattedrale di Palermo.

L'imperatore, sentendosi in punto di morte, volle indossare il saio cistercense e dettare cos le sue ultime volont nelle poche ore di lucidit . Il testamento, dettato in fiorentino a lla presenza dei massimi rappresentanti dell'Impero, reca la data del 17 dicembre 1250. La sua fine fu rapida e sorprese i contemporanei, tanto che alcuni cronisti anti -imperiali diedero adito alla voce, storicamente infondata, secondo cui l'imperatore era stato ucciso da Manfredi, il figlio illegittimo che in effetti gli successe in Sicilia. Una miniatura raffigura persino il principe mentre soffoca col cuscino il padre morente. La salma di Federico fu sommariamente imbalsamata, esposta per qualche giorno e trasportata a Palermo, per essere tumulata nel Duomo, entro il sepolcro di porfido, come voleva la tradizione normanno-sveva, accanto alla madre Costanza d'Altavilla, al padre Enrico VI e al nonno Ruggero II. Recentemente il sepolcro stato riaperto. Federico giace sul fondo sotto altre due spoglie ( Pietro III di Aragona e una donna sconosciuta). La tomba era stata gi ispezionata nel tardo XVIII secolo. Ne risulta che l'imperatore sia stato inumato con il globo dorato, la spada, calzari di seta, una dalmatica ricamata con iscrizioni cufiche e una corona a cuffia. Il corpo, nel Settecento, era mummificato e in

buone condizioni di conservazione. La tomba imperiale custodita nella Cattedrale era destinata in origine al nonno Ruggero II che l'aveva voluta come suo sarcofago per il Duomo di Cefal. Il sepolcro inoltre reca i simboli dei quattro evangelisti e la corona regia.

L'attivit legislativa [modifica'

Statua di Federico II all'ingresso del Palazzo Reale di Napoli Si dice che Federico conoscesse ben nove lingue e che fosse un governante molto moderno per i suoi tempi, visto che favor la scienza e profess punti di vista piuttosto avanzati in economia. Abol i dazi interni ed i freni alle importazioni all'interno del suo impero. Federico condusse una intensa attivit legislativa: a Capua e a Catania nel 1220, a Messina nel 1221, a Melfi nel 1224, a Siracusa nel 1227 e a San Germano nel 1229, ma soltanto ad agosto del 1231, nel corso di una fastosa cerimonia tenutasi a Melfi, ne promulg la raccolta organica ed armonizzata secondo le sue direttive, avvalendosi di un gruppo di giuristi quali Roffredo di Benevento, Pier delle Vigne, l'arcivescovo Giacomo di Capua ed Andrea Bonello da Barletta. Questo corpo organico, preso lungamente a modello come base per la fondazione di uno stato moderno, passato alla storia col nome di Costituzioni di Melfi o Melfitane anche se il titolo originale Constitutiones Regni Utriusque Siciliae rende pi esplicita la volont di Federico di riorganizzare il suo stato, il Regno di Sicilia: quest'ultimo, infatti, fu ripartito in undici distretti territoriali detti giustizierati, poich erano governati da funzionari di propria nomina, i giustizieri, che rispondevano del loro operato in campo amministrativo, penale e religioso ad un loro superiore, il maestro giustiziere, referente diretto dell'imperatore che stava al vertice di questa struttura gerarchica di tipo piramidale. Tra il 1243 e il 1246 Federico II trascorse le stagioni invernali a Grosseto, approfittando del clima mite e delle aree umide attorno alla citt per praticare la caccia, suo passatempo preferito. La permanenza nella citt maremmana indusse l'imperatore a concedere il riconoscimento imperiale al libero comune di Grosseto.

L'Universit [modifica(

Il 5 giugno 1224, all'et di trent'anni, Federico istitu con editto formale, a Napoli, la prima universitas studiorum statale e laica della storia d'Occidente, in contrapp osizione all'ateneo di Bologna, nato come aggregazione privata di studenti e docenti e poi finito sotto il controllo papale.[17) L'universit , polarizzata intorno allo studium di diritto e retorica, contribu all'affermazione di Napoli quale capitale della scienza giuridica. Napoli non era ancora la capitale del Regno, ma Federico la scelse per la sua posizione strategica ed il suo gi forte ruolo di polo culturale ed intellettuale di quei tempi.[18)

Lo Stupor Mundi [modifica0

Castel del Monte ad Andria Federico fu chiamato ai suoi tempi Stu1 or Mundi (Meraviglia del Mondo) e Puer Apuliae (Fanciullo della Puglia). Il secondo appellativo deriva dal fatto che egli amava molto la Puglia, ed in particolar modo il Tavoliere, Foggia e la sua provincia. A Foggia ad esempio, aveva fatto costruire un magnifico Palatium, edificato da Bartolomeo da Foggia, su cui vi era un'iscrizione (oggi conservata nel Portale di Federico) che recitava: Hoc fieri iussit Federicus Cesar ut urbs sit Fogia regalis sede inclita imp(er) ialis (Ci comand Federico Cesare che fosse fatto affinch la citt di Foggia divenisse reale e inclita sede imperiale). Federico aveva per sparso castelli e palazzi imperiali in tutta la regione, amata anche per le possibilit di esercitarvi l'arte venatoria, alla quale era appassionato: tra questi, il Castello di Lucera, che affid ai Saraceni deportati dalla Sicilia,[192 e Castel del Monte, dichiarato Patrimonio dell'Umanit dall'UNESCO ad Andria.

5 4 Particolare del folio 16 rect3 del trattato e arte venandi cum avi us
L'appellativo di Stup3r Mundi, invece, deriva dalla sua inestinguibile curiosit intellettuale, un eclettismo che lo port ad approfondire la filosofia, l'astrologia (consigliere molto ascoltato fu l'astrologo Guido Bonatti), la matematica (ebbe corrispondenza e fu in amicizia con il matematico pisano Leonardo Fibonacc i, scopritore della famosa successione numerica che porta il suo nome che 5 gli dedic il suo Li er quadrat3rum ), l'algebra, la medicina e le scienze naturali (impiant a Palermo persino uno zoo, famoso ai suoi tempi, per il numero di animali esotici che 5 cont eneva); scrisse anche un libro, un manuale sull'arte della falconeria, il De arte venandi cum avi us ("L'art e della caccia con gli uccelli"), di cui molte copie illustrate nel XIII e XIV secolo ancora sopravvivono. Il De arte venandi un trattato nato innanzitutto dall'osservazione, che non ha nulla delle enciclopedie zoologiche fino ad allora redatte (i bestiari intrisi di mitologia, teologia e superstizione). In esso i problemi di ornitologia, di allevament o, di addestramento e di caccia sono trattati con attenzione al principio dell'osservazione diretta e dell'esperienza, con assoluto spirito di indipendenza rispetto alla trattatistica precedente, per questo rappresenta un fondamentale passo verso la scienza "moderna". Gli appellativi con i quali viene ricordato Federico II sono spesso interpretati erroneament e. Ad esempio, Puer Apuliae fu un titolo mai accettato dallo Svevo, esso non indicava un amore per la Puglia come regione (Apulia deve intendersi Italia Meridionale), ma aveva un int ento spregiativo. Gli fu attribuito dagli intellettuali tedeschi durante la lotta per il titolo imperiale con Ottone di Brunswick per potrebbe essere tradotto come ragazzino dell'Italia meridionale. Quanto a Stup3r Mundi un titolo che non c'entra niente con le opere di Federico II e fu appellativo attribuitogli appena nato[senza f6nte]. Alla sua corte soggiornarono uomini di gran cultura di quei tempi quali Michele Scoto, che tradusse alcune opere di Aristotele, Maestro Teodoro, un arabo cristiano, e Juda ben Salomon C ohen, grande enciclopedista ebreo. Contribu ad innovare la letteratura italiana ed in questo senso ebbe importanza fondamentale la Scuola siciliana che ingentil il volgare siculo-pugliese con il provenzale, ed i cui moduli espressivi e tematiche dominanti furono successivament e ripresi dalla lirica della Scuola toscana. Gli sono inoltre attribuite quattro canzoni. Appassionato della cultura araba, fece tradurre molte opere da quella lingua e fu quasi sempre in ottimi rapporti con gli esponenti di quella cultura al punto da guadagnarsi il soprannome (fra i tanti) di "sultano battezzato".

Contributo alle arti figurative [modifica]

Busto di Federico II, Castello di Barletta

Disegno di Federico II, dalla Torre di Capua (tratto da Paul Kntel, Bildatlas der Deutschen Geschichte, Bielefeld und Leipzig, 1895) Federico II, essendo un generoso mecenate, ospit alla sua corte numerosi artisti che ebbero probabilmente modo di spostarsi con lui nei suoi soggiorni in Germania (a pi riprese tra il1212 e il 1226): ci fu infatti un contatto con le novit del gotico tedesco, che proprio in quegli anni produceva opere di rinnovato naturalismo come il San Giorgio a cavallo del Duomo di Bamberga (ante 1237, alto 267 cm), dove era raffigurato uno pseudo ritratto onorario dell'Imperatore stesso riprendendo l'iconografia delle statue equestri antiche. Inoltre Federico II invit nel sud -Italia i cistercensi gi nel 1224, i quali diffusero il loro sobrio stile gotico nell'architettura (abbazia di Murgo, dal 1224, e le abbazie laziali di Fossanova e Casamari che probabilmente costituiscono i primi esempi di applicazione italiana dello stile gotico).

Oltre alla ricezione delle novit gotiche Federico promosse anche attivamente il recupero di modelli classici, sia riusando opere antiche, sia facendone fare di nuove secondo i canoni romani: per esempio le monete auree da lui fatte coniare (gli augustali) presentano il suo ritratto idealizzato di profilo, e numerosi sono i rilievi che ricordano la ritrattistica imperiale romana (al gi citato Duomo di Bamberga, alla distrutta Porta di Capua, eccetera). In queste opere si nota una robustezza che ricorda l'arte romana provinciale, una fluente plasticit, come nei realistici panneggi, e gli intenti ritrattistici. Tra i rilievi superstiti della Porta di Capua esiste anche un Busto di imperatore: se si trattasse delle vere fattezze del sovrano saremmo di fronte al primo 7 ritratto pervenutoci dell'art e post-classica, un primato altrimenti stabilito dal Ritratto di Carlo d'Angi di Arnolfo di Cambio[20]. La seconda corrent e predominante all'epoca di Federico, dopo8 quella classicista, fu quella naturalistica. Lo stesso Federico II nel De arte venandi cum avi us scriveva come si dovesse rappresentare le cose che esistono cos come sono (ea quae sunt sicut sunt), un suggerimento che si pu per esempio riscontrare nell'originalissimo capitello attribuito a Bartolomeo da Foggia e conservato al Metropolitan Museum di New York (1229 circa). In questa opera quattro testine spuntano dagli angoli, ma la loro raffigurazione cos realistica (nelle scavature degli zigomi, nell e rughe, nelle imperfezioni fisiche) da sembrare un calco da maschera mortuaria. I frequenti movimenti di Federico, seguito dalla corte e dagli artisti, permisero la diffusione di uno stile sovraregionale, con opere di sorprendent e similarit stilistica anche in aree molto distanti, come testimoniano, per esempio, gli ingressi di alcuni cast elli fredericiani: i leoni scolpiti nel settentrionale castello dell'Imperatore di Prato sono identici a quelli di Cast el del Monte in Puglia. Fu probabilment e con Federico II che arriv in Toscana Nicola Pisano, citato nei documenti pi antichi come Nicola de Apulia, alla cui corte avrebbe potuto trovare la sintesi tra gli stimoli classici e transalpini che caratterizzarono la sua rivoluzione figurativa. Dal punto di vista architettonico promosse una sintesi tra le tendenze europee e quelle arabo musulmane. I suoi castelli evidenziarono soluzioni innovative, quali torri sporgenti e feritoie. Tra gli esempi pi significativi ci sono l'ottagonale Castel del Monte, impreziosito da elementi anticipatori del gotico, e la cinta muraria di Lucera, dotata di ben ventiquattro torri sporgenti[21].

Interessi scientif ici [modifica]


Federico II ebbe una illimitata sete di conoscenza. Con orrore dei suoi cont emporanei, non credeva a tutto ci che non poteva essere spiegato con la ragione. Proib l'ordalia, nella convinzione che in un duello il pi forte avrebbe sempre vinto, che fosse colpevole o innocente. Molte sue leggi continuano ad avere influenza anche oggi, come la proibizione di essere contemporaneament e medici e farmacisti. In questo modo si sconfissero i ciarlatani che diagnosticavano finte malattie per vendere costose medicine. Secondo il monaco Salimbene de Adam Federico II condusse diversi crudeli esperimenti sulle persone, tra i quali l'esperimento di privazione del linguaggio. Un gruppo di bambini orfani venne affidato alla cure di balie a cui era proibito nel modo pi assoluto rivolgerli la parola, nell'intento di scoprire quale fosse il linguaggio naturale che avrebbero parlato. Gli sperimentatori si aspettavano che i bambini avrebbero parlato il Latino o il Greco o l'Arabo. I bambini, per, morirono tutti molt o presto.

Antenati e discendenti [modifica]


Albero genealogico [modifica]

Federico Sacro Impero

Trisnonno paterno: Federico I di Bisnonno Svevia paterno: Federico II Trisnonna duca di Svevia paterna: Agnese di Nonno paterno: Waiblingen Federico I del Sacro Trisnonno Romano Impero paterno: Enr ico IX di Bisnonna Baviera paterna: Giuditta di Trisnonna Baviera paterna: Wulfhild di Padre: Sasson i a Enrico VI del Sacro Romano Impero Trisnonno paterno: Bisnonno Stefano I di paterno: Mcon Rinaldo III di Trisnonna Borgogna paterna: B eatrice di Lorena Nonna paterna: II del Beatrice di Trisnonno Romano Borgogna paterno: Simone I, Duca di Bisnonna Lorena paterna: Agata di Lorena Trisnonna paterna: Adelaide di Lovanio Trisnonno materno: Tancred i Bisnonno d'A lt av ill a materno: Ruggero I di Trisnonna Sicilia materna: Muriella di Nonno materno: Normandia Ruggero II di Madre: Trisnonno S i c ili a Costanza d'Altavilla materno: Manfredi Del Bisnonna Vasto materna: Adelasia del Trisnonna Vasto materna: Agnese di Vermandois Nonna materna: Bisnonno Trisnonno

Beatrice di Rethel

materno: Gunther Rethel

Bisnonna materna: Beatrice Namur

materno: di Eudes di Vitry Trisnonna materna: Matilda Trisnonno materno: Goffredo I conte di Namur di Trisnonna materna: Ermesinda di Lussemburgo

Le mogli di Federico e i suoi figli legittimi e naturali [modifica9

Federico e Isabella d'Inghilterra Federico ebbe diverse mogli e molteplici relazioni. La prima moglie fu Costanza d'Aragona e - come ogni grande regnante - l'unione fu frutto di un preciso progetto diplomatico del tutore imperiale papa Innocenzo III. Costanza, infatti, era gi alle seconde nozze ed era di circa dieci anni pi anziana del quasi quindicenne Federico. Spentasi Costanza, Federico, probabilmente adottando la medesima politica e mantenendo l'avallo papale, si un in matrimonio prima con Jolanda (o Isabella) di Brienne e poi, morta questa, con Isabella d'Inghilterra. Ma fu Bianca Lancia probabilmente il vero amore dell'imperatore. Di Bianca, appartenente alla famiglia dei Lancia (o Lanza), molto in vista nella corte di Federico, non sono rimaste notizi e storiche e la stessa sincerit del sentimento dell'imperatore fu messa spesse volte in discussione da alcuni critici. Comunque certo che da questa unione, forse tramutata in matrimonio negli ultimi anni di vita, nacque a Venosa Manfredi di Sicilia, il figlio prediletto di Federico.

Matrimoni o unioni Costanza d'Aragona (1184c. - 1222), o=o Messina, 15 agosto 1209 Adelaide di Urslingen Maria di Antiochia Nome sconosciuto Richina di Wolfs'oden Isabella di Brienne (1212 - 1228), o=o Brindisi, 9 novembre 1225

Figli 1. Enrico VII (1211 - 1242) 1. Enzo di Sardegna (c1220 - 1272) 2. Caterina da Marano (?- ?) 1. Federico di Antiochia (c1224 - 1256) 1. Biancofiore di Svevia (1226 - 1279) 1. Margherita di Svevia (1227 - 1298) 1. Margherita, morta appena nata (+ 1227) 2. Corrado IV di Germania (1228 - 1254) 1. Costanza (Anna) di Sicilia (1230 - 1307) 2. Manfredi di Sicilia (1232 - 1266) 3. Violante di Svevia (1233 - 1264) 1. 2. 3. 4. Margherita di Sicilia (1237 - 1270) Enrico Carlotto di Sicilia (1238 - 1253) Federico di Sicilia (1239 - ?) figlia (1241 - 1241)

Bianca Lancia (1213 - 1246), o Lanza

Isabella d'Inghilt erra Palermo, luglio 1235

(1214

1241),

o=o

Nome sconosciuto Nome sconosciuto Nome sconosciuto Nome sconosciuto

1. Selvaggia di Staufen (+ 1244) 1. Riccardo di Chieti (+ 1249) 1. Gherardo 1. Federico di Pettorana

Fra mito e leggenda [modifica]


Qui
con qua dentro 'l secondo Federico pi di mille giaccio:

(parole di Farinata degli Uberti a proposito del girone degli eretici o degli epicurei, Dante Alighieri, Inf. X 118-119)

La intensa attivit politica e militare, l'innovazione portata nella sua legislazione del Regno di Sicilia, l'interesse per scienze e letteratura fecero di Federico un personaggio mitico, talvolta attirando una serie di leggende che in parte resistettero alla sua scomparsa. L'amicizia praticata nei

confronti degli arabi (ebbe a lungo una Guardia personale costituita da guerrieri arabi, e lui stesso parlava correntemente tale lingua) unitamente alla lotta contro il papa Gregorio IX, che arriv perfino a definirlo anticipatore dell'Anticristo, fecero crescere attorno a lui un alone di mistero e di leggende. I ghibellini vedevano in lui il Reparator Orbis, il sovrano illuminato che avrebbe punito i preti indegni e restaurato la purezza della Chiesa. La propaganda guelfa invece lo defin come un ateo, un eretico epicureo che avrebbe sostenuto come le religioni fossero tutte delle imposture (Dante stesso lo cit nel girone degli eretici vicino a Farinata degli Uberti), o addirittura come un convertito all'Islam. Fu forse il suo essere stato definito l'Anticristo (o il suo anticipatore, secondo la tradizione profetica derivata da Gioacchino da Fiore) a dare origine, dopo la sua morte, alla leggenda di una profezia secondo la quale egli sarebbe ritornato dopo mille anni. Federico fu definito l'Anticristo anche in virt di una leggenda medievale che sosteneva che questo sarebbe nato da ll'unione fra una vecchia monaca ed un frate: infatti il padre Enrico VI era un uomo molto religioso ed in giovent aveva pensato di intraprendere la vita monastica mentre Costanza d'Altavilla aveva 40 anni quando partor Federico e, prima del matrimonio, contratto all'et di 32 anni, era vissuta in un convento.

Manfredi soffoca il padre, secondo una leggenda accreditata dal VIllani Naturalmente la sua morte non poteva non dar origine a leggende. Si narra che una volta fu fatta all'Imperatore Federico II una profezia riguardante la sua morte: egli sarebbe deceduto in un paese contenente la parola "fiore". Per questo Federico II evit di frequentare Florentia ( Firenze), ma non sapeva che nell'agro dell'odierna Torremaggiore, si ergeva un borgo di origine bizantina, chiamato appunto Castel Fiorentino; le sue rovine, affioranti da una collina detta dello Sterparone (m. 2 05), ancora testimoniano la presenza di alcuni locali, di una torre di avvistamento e della Domus (palazzo nobiliare) all'interno della quale mor Federico il 13 dicembre 1250. Si noti che la tale collina ricorda molto, per orientamento e "stile", quella d i Lucera (in cui aveva un vero e proprio castello, la zecca, e dove mise i saraceni che facevano parte della sua guardia privata). In quel luogo ebbe fine la sua vita, in qualche modo realizzand o la profezia iniziale che sempre lo accompagn. Inutile aggiungere che l'Imperatore non sapeva che quel borgo si chiamasseCastel Fiorentino. La stessa leggenda racconta pure che, secondo la profezia, egli non solo sarebbe morto appuntosub flore, ma anche nei pressi di una porta di ferro. Secondo la tradizione Federico, riavutosi leggermente dal torpore, chiese alle guardie che lo vegliavano dove si trovasse e dove portasse una porta chiusa che stava vedendo dal proprio letto. Quando la guardia gli rispos e che si trovava a Castel Fiorentino e che quella porta, murata dall'altra parte, non era che un vecchio portone di ferro, l'imperatore sospir: Ecco che giunta dunque la mia ora, ed entr in agonia.

Hanno detto di lui [modifica]


y

Fra Salimbene de Adam, nella sua Chronica, una delle fonti storiche pi interessanti per il secolo XIII, parla anche delle opere da lui scritte, andate tutte perdute.

Tra queste, si segnalano i XII scelera Friderici imperatoris, opera che doveva avere carattere polemico, essendo servita anche come opuscolo di propaganda anti-imperiale, dopo la sconfitta di Vittoria nel 1248. Nella Chronica Federico II dipinto come uomo avaro, che combatt la Chiesa solo perch voleva impadronirsi dei beni ecclesiastici. E la stessa Chronica ricca di aneddoti - per lo pi negativi - riguardanti episodi della vita di questo imperatore.
y

Dante Alighieri (autore tutt'altro che insensibile alle leggende) nella sua Commedia menziona Federico II ben cinque volte: tre nell'Inferno, una nel Purgatorio ed una nel Paradiso:

Inferno

Qui con qua dentro e 'l cardinale .

pi

di 'l

mille secondo

giaccio: Federico,

(Divina Commedia, Inf. X (eretici ed epicurei) 119-120, Farinata degli Uberti)

Io son colui che tenni ambo le chiavi


del cor di Federigo, e che le volsi, serrando e dissertando, s soavi e l'infiammati infiammar s Augusto, che' lieti onor tornaro in tristi lutti. (Divina Commedia, Inf. XIII 58-60, 68-69, Pier della Vigne)

ma dentro tutte piombo e gravi tanto, che Federico le mettea di paglia.


(Divina Commedia, Inf. XXIII 65-66)

(Qui Dant e riprende una leggenda secondo la quale Federico II sottoponeva a tortura i rei di lesa maest, coprendoli di piombo e facendoglielo fondere addosso.) Purgatorio

In sul paese ch'Adige e solea valore e cortesia prima che Federigo avesse briga:

Po

riga, trovarsi

( Divina Commedia, Purg. XVI 115-117, Marco Lombardo)

Paradiso

Quest' la luce della gran Costanza


che del secondo vento di gener il terzo e l'ultima possanza. Soave

( Divina Commedia, Par. III 118-120, Piccarda Donati)

(Qui Dant e si riferisce al fatto che Federico fu il terzo ed ultimo imperatore svevo (soave).)

Note [modifica]
1. ^ Hubert Houben, Federico II. Imperatore, uomo, mito, 2009, Il Mulino, Bologna, ISBN 9788815133380 (p. 16) 2. ^ Ricordano Malispini, in Istoria fiorentina, LXXVI, colloca il parto in un padiglione nel mezzo di una piazza di Palermo. La tradizione del padiglione anche in Giovanni Villani, Nova Cronica, VI, 16 3. ^ "Quando la 'mperatrice Costanza era grossa di Federigo, s'avea sospetto in Cicilia e per tutto il reame di Puglia, che per la sua grande etade potesse esser grossa; per la qual cosa quando venne a partorire fece t endere un padiglione in su la piazza e mand bando che qua l donna volesse v'andasse a vederla; e molte ve n'andarono e vidono, e per cess il sospetto". Giovanni Villani, Nova Cronica, VI, 16 4. ^ Probabilmente, quale discendente dell'imperatore romano Costantino, ella ritenne di esercitare il diritto agalmonico imperiale estendendo il proprio titolo dinastico al figlio e facendolo prevalere su quello del padre 5. ^ che probabilmente voleva ripristinare la priorit della casata paterna in applicazione della legge salica 6. ^ Il titolo di re di Germania era elettivo e spettava ai canditati al titolo di imperatore, anch'esso elettivo prima dell'incoronazione papale 7. ^ Masson, Federico II di Svevia. Rusconi. 8. ^ Da questa battaglia gli storici datano l'unit nazionale francese. 9. ^ Cardini-Montesano, Storia Medievale, 2006, pag.285: "Federico si dette quindi a un'azione di consolidamento delle istituzioni del regno di Sicilia, indicendo due grandi assise del regno, a Capua e a Messina (1220-1221), durante le quali ordin che tutti i diritti regi confiscati in passato dai feudatari fossero immediatamente reintegrati. Introdusse il diritto romano, fond l'Universit di Napoli (1224) per disporre di un ceto di funzionar i fedeli istruiti all'int erno dei confini (altrimenti i suoi sudditi avrebbero dovuto andare fino a Bologna per studiare) e favor lo "Studio" medico di Salerno." 10. ^ Cardini-Montesano, Storia Medievale, 2006, pag. 287 @: "Le "Costituzioni di Melfi" (cos dette dalla sede imperiale da cui vennero emanate) o Li er Augustalis . Si tratta di leggi che dimostravano come Federico avesse appreso appieno la lezione bizantina e tenesse nel massimo conto la tradizione normanna: esse miravano difatti a costituire uno Stat o centralizzato, burocratico, tendenzialment e livellatore, insomma gi avviato a concezioni che molti hanno reputato "moderne"."La fondazione della citt dell'aquila nel 1230 rientra nel disegno di questa politica antifeudale, vennero abbattute decine di rocche baronali, per costruire una citt rispondente prima di tutti all'imperatore. 11. ^ Cardini-Mont esano, Storia Medievale, 2006, pag. 286: "Due erano i principali motivi di attrito fra l'imperatore e il pontefice. Anzitutto, Federico non aveva mai adempiuto agli obblighi che si era assunto in ordine alla separazione tra impero e regno di Sicilia; secondo, egli aveva promesso al clero dei suoi domini una libert che, nella pratica, era ben lontano da concedere: per esempio non esitava a intromettersi sistematicament e nell elezioni episcopali cercando di favorire persone a lui fedeli o di ostacolare nomine di suoi avversari."

12. ^ Cardini-Montesano, Storia Medievale, 2006, pag. 286: "Coglieva poi l'occasione per rinsaldare i suoi rapporti di amicizia con il sultano. Difatti, con al-Malik al-Kamil stipul un trattato in base al quale Gerusalemme gli veniva di nuovo ceduta: ma con le mura smant ellate e con l'esclusione dell'area della moschea di Umar (ritenuta dai cristiani il Tempio di Salomone) che era un luogo santo musulmano. E fu in Gerusalemme che egli cinse solennement e la corona di quel regno (1229), nonostant e l'opposizione del clero locale e di quasi tutti i feudatari. Poi rimase alcuni mesi in Terrasanta, cercando -senza peraltro riuscirci- di metter ordine nell'ormai tragica situazione del regno." 13. ^ Fra le famiglie pi fedeli alla scelta ghibellina vanno ricordati gli Ordelaffi, signori di Forl, citt che Federico ricompens per gli aiuti che ne ebbe con la concessione di notevoli privilegi e con la concessione a riportare l'aquila imperiale nello stemma. 14. ^ "Colui che rifiut la pace e le trattative e solo int ese alla discordia, non doveva oltrepassare i confini dell'agosto (augustus ) vendicatore: egli che oper a offesa dell'Augusto". (Elogio funebre di papa Gregorio pronunciato da Federico II) 15. ^ Per eludere la sorveglianza delle truppe imperiali che stazionavano pericolosamente vicino a Viterbo, Innocenzo si rec travestito a Civitavecchia ove si imbarc su galere genovesi, transit da Genova, sua patria originaria, e quindi giunse a Lione, citt sotto il controllo del re di Francia 16. ^ Inferno - Canto tredicesimo 17. ^ Fu tuttavia Federico che invi all'Universit di Bologna e ad altre Universit le opere del filosofo arabo Averro, che lui stesso aveva fatto tradurre. 18. ^ L'universit fredericiana, che non ha mai interrotto la sua attivit, stata intitolata al suo fondatore nel 1987, assumendo la denominazione di Universit degli studi di Napoli "Federico II", allorch iniziarono i lavori per l'istituzione della Seconda universit degli studi di Napoli, dallo scorporo della prima facolt di Medicina e chirurgia della prima, decretata nel 1989 e attuata nel 1991. 19. ^ Cosa che non piacque per nulla al papa Gregorio IX 20. ^ Pierluigi De Vecchi ed Elda C erchiari, I tempi dell'arte, volume 1, Bompiani, Milano 1999. 21. ^ Le Muse, De Agostini, Novara, Vol.IV, pag.478

Bibliografia [modifica]
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