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1.

Descrizione cristallina Il luogo della protesta un microcosmo cristallino nel cuore della citt, o una nuova galassia minima apparsa allimprovviso. Arrivando da via San Faustino, verso la fine, quando una leggera svolta a sinistra introduce alla piazzetta laterale della chiesa, per chi alza lo sguardo, appare come il braccio di unaltissima gru di un azzurro pieno, che risalta come un fulmine ad arco nella notte viola. Lungo questo arco lampeggiano a intermittenza scintille bianco-azzurre, in tutto simili a certi tipi di piccole stelle (stelle che in citt non sono mai visibili). Affinando lo sguardo si noter che queste scintille promanano da corpi oscuri, la cui figura indeterminata, che siedono sullarco secondo una disposizione aleatoria. Questa apparizione raddoppiata in basso, al livello della superficie, dal blu elettrico delle sirene della polizia che sbarra laccesso allarea del cantiere, tracciando la linea di confine che garantisce come inavvicinabile la radice dellapparizione. Di modo che si viene a creare una grande spaziatura in basso, tutto attorno allarco, suggerendo sommessamente che cadere significherebbe allora cadere nel vuoto. E ai bordi di questo vuoto, accalcata lungo il confine tracciato dalle sirene, una massa indistinta di corpi, di colore complessivamente grigio-verde, e anche bruno, accampata e danzante al suono di tamburi. 2. Protesta orizzontale/Protesta verticale Tutto ci costituisce in tutto e per tutto una costellazione. E precisamente una costellazione di senso, entro la quale, coerentemente con una teoria del caosmos, laltro piove sideralmente nelle maglie del quotidiano costituito, scompaginando la disposizione topologica degli elementi e costruendo nuove relazioni e un campo di forze completamente nuovo. Innanzitutto dunque si dovr considerare lo sviluppo delle forme di protesta in senso non pi semplicemente superficiale, ma la prepotente irruzione della dislocazione alto/basso nella protesta. Prima degli ultimi anni, la protesta (e soprattutto la rivolta che potrebbe sempre venirne) principalmente giocata in senso orizzontale, topologico se non addirittura toponomastico: significa incidere concretamente con la fissazione dei limiti e delle barriere negli spazi di percorrenza della citt, abbattendone alcuni per erigerne di nuovi, cos da introdurre variazioni di senso, deviazioni e delir nello scorrere stabilito dello spaziotempo cittadino; non solo, si tratta di occupare, rinominandoli, spazi di superficie concretamente esperibili, vivibili, percorribili in lungo e in largo nonch abitabili. Lo scontro si svolge dunque in senso essenzialmente orizzontale, e, soprattutto, si sviluppa sotto lo sguardo panottico delle telecamere, che, sempre puntate verso il terreno, osservano dallalto verso il basso, controllando lo scorrere della citt per correggerne, almeno fantasticamente, le anomalie, o, per lo meno, rendendole riconoscibili. Al contrario, la protesta sviluppata verticalmente, da un lato occupa e anzi, inventa, spazi non nominabili e non vivibili (un tetto, unantenna, una gru); dallaltro, e proprio perci, trova impreparati gli occhi, costringendo ad alzare lo sguardo verso unapparizione, piuttosto che offrire una pura presentazione, trasforma la presenza fruibile in una presenza rimandata, invita a scrutare una lontananza siderale, nella quale pu darsi che appaiano immagini incarnate di disperazione-redenzione, o almeno luci che segnalano-rinviano la loro presenza. Costringe di volta in volta a compiere il movimento del capo che permette allo sguardo di sollevarsi. 3. Il movimento prospettico Se la protesta per definizione forma dazione non convenzionale che rompe la routine quotidiana, questo tipo di protesta rompe altrettanto le abitudini spaziali e percettive, istituendo una geometria vivente e un insieme di rapporti prospettici volti a definire una nuova costellazione entro la quale pu apparire il senso un nuovo senso di giustizia. Anzi, di Giustizia: se vedere il Bene, o almeno cominciare a risalirlo, una questione di movimento prospettico, laddove la societ dello spettacolo installa lo sguardo direttamente, cosa che per ogni filosofia stata da sempre impossibile, che la negazione stessa della filosofia o lo scacco che rimanda incessantemente alla decisione di significare, o meglio, di sensizzare, appunto con il rischio di restare invischiati nella separazione che ogni decisione comporta. Si tratta di mettere in moto la rotazione, anche innaturale,

spesso innaturale della testa, di raddoppiare e redimere in una seconda costrizione la prima costrizione a restare kyklo tas kefalas ypo tou desmou adynatous periagein, impossibilitati a rotare la testa a causa delle catene, akinetous tas kefalas, teste prive di movimento, al fondo della caverna. Ma il movimento del capo che linizio di ogni pensiero comporta altrettanto vestibolare: lespansione e il raffinamento delle sensazioni vestibolari, che linizio del sentirsi pensare, ovvero, il piacere proprio della prospettiva in movimento, uguale alla vertigine di chi salito. Dunque, allo stesso tempo, piacere dellequilibrio eretto, di colui che fosse costretto ad alzarsi, a camminare e levare lo sguardo alla luce. Chiss cosa succede quando si torna gi... 4. Lorizzonte Il movimento prospettico non semplicemente quello di un soggetto che muta di posizione, che consegue una nuova disposizione per conseguire un nuovo riguardo, ma al contempo linscindibile prossimit e reciprocit degli sguardi che si intrecciano, dei pi, dal basso verso lalto, e di coloro che sono saliti, dallalto verso il basso. Il microcosmo in analisi si viene a costituire innanzitutto con la fissazione di un punto di fuga ben preciso, verso il quale tutte le differenti prospettive convergono, senza risolversi in esso, ma continuando a vagare proprio perch l non vi alcuna presenza, se non un infinito rimando che differisce la visione. Cos il nuovo micropaesaggio urbano, questa sezione di citt sensizzata, si fa orizzonte, e chi supera la curva per entrare nella piazzetta a fianco della chiesa, entra in un orizzonte. Il punto di fuga non riassume in s gli sguardi, ma li attira senza castrarli, lasciandoli vagare nellaperto. Questo appunto lalto tasso di rarefazione atmosferica che permette lapparire del senso. E dallaltra parte, per chi sta in alto, c il macropaesaggio, la prospettiva da dove la citt bellissima, la dominanza dello sguardo su grandi vastit, lampio respiro del grande stile, e soprattutto, lamor vacui: bello, l sotto tutto vuoto dichiarano gli occupanti. 5. Epoch Non siamo n in terra, n in cielo, ma in medio dichiara uno degli occupanti. Rarefazione atmosferica, aria adatta alla leggerezza del senso, e dunque, innanzitutto stato di sospensione. Sospensione forzata dei lavori in corso, mai mostrati, ma solo supposti, immaginati, doppiamente sospesi. Sospensione del giudizio, non-giudicabilit provvisoria, sospensione del processo di espulsione, o espulsione dal processo, espulsione, anticipata e rovesciata verso lalto, dal giudizio. La protesta verticale la protesta per eccellenza: sospende. Sospensione dei soggetti e sospensione della separazione, sospensione del trasporto pubblico Epecho: possedere, dominare, rivolgere il pensiero o lo sguardo, attendere, trattenere, aspettare, sospendere. Epochesis: il modo in cui le stelle sono appese al firmamento. Corpi in sospensione spazio-temporale, ma che forse solo in virt della leggerezza del senso che lasciano apparire sono per la prima volta, letteralmente pesanti. 6. Caduta Speriamo che non cadano. Significa allora, ancora, sospensione della caduta, attesa della caduta, timore o presentimento o prossimit della caduta: illusione che non siano gi, essendo saliti, soggettivit esplose, in caduta libera. La protesta verticale sussurra incessantemente il peso dei corpi, costringe a pesare i corpi a distanza, a soppesare le condizioni dellimpatto. I corpi bidimensionalizzati, misurati, schedati, riacquistano ponderanza: il peso dei corpi che pendono in alto a costringere nuovamente a pe(n)sare. La massima aspirazione per un corpo: avere un peso specifico. Il peso specifico come esibizione di una specializzazione originaria, quella del sentir-si del movimento vestibolare, movenza.

Salire in cima per far alzare la testa e con essa gli sguardi significa stilitismo. Stilitismo non una prassi ascetica senza essere al contempo la ripetizione del movimento originale delluscita dalla caverna. Nei grandi stiliti (pochissimi per la verit) si riscontra costantemente la tensione ambivalente dellalto e del basso, che il concatenamento colonna-elevazione-giustizia....

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