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Quindicinale

Anno XXX

11.03.2009
Numero

538
PERIODICO DI ATTUALITÀ DEI COMUNI DI ALANO DI PIAVE, QUERO, VAS, SEGUSINO

Consiglio Comunale di Alano - pag. 1


Carnevale 2009 - pag. 2/3/4
Dal Rio Grande Do Sul ad Alano - pag. 3
Un punto di ritrovo per i giovani - pag. 10
Angelina Dalla Favera: un secolo di vita - pag. 16
Chiuso in redazione il 02.03.2009
http://digilander.libero.it/tornado
Tassa pagata/Taxe Perçue/Ordinario Autorizzazione Tribunale BL n. 8 del 18/11/80 Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 - (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art.1, comma 1, DCB BL
1 cronaca

attualità
“Un anno per il Clima”
Feltre aderisce all’iniziativa del WWF
È gradito comunicare che nel corso dell'ultima Giunta che si è tenuta venerdì 20 febbraio il Comune di Feltre ha formaliz-
zato la propria adesione alla lodevole iniziativa “Un anno per il Clima” del WWF. Già in dicembre il Sindaco, Sen. Gian-
vittore Vaccari, ha ricevuto il referente WWF di Feltre per la consegna ufficiale del Calendario del Clima, strumento sim-
bolico con il quale l'Associazione ha inteso comunicare l'importanza strategica del 2009 nella lotta al cambiamento
climatico e fissare simbolicamente nell'agenda dei decisori politici nazionali e locali i passaggi istituzionali più importanti.
A luglio, infatti, in Italia si terrà il G8 ed a dicembre a Copenaghen si svolgerà la Conferenza ONU sul Clima. La campa-
gna “Un anno per il Clima” è finalizzata alla lotta ai cambiamenti climatici e più in generale all'adozione di politiche vir-
tuose che contribuiscano ad una maggiore tutela del nostro pianeta e ad un risparmio delle risorse energetiche. Su que-
sto fronte, l'Amministrazione è impegnata in diversi e concreti progetti già da tempo: in primis, nell'ambito delle iniziative
legate alla certificazione EMAS, il Comune si sta adoperando in una serie di audit energetici di alcuni edifici comunali - in
particolare il Centro Giovani e la Scuola
Elementare Vittorino da Feltre - al fine di
attuare i necessari interventi finalizzati
all'utilizzo di nuove tecnologie per il risparmio
energetico; secondariamente, ma certo di
non minore importanza, è l'intervento che in-
teressa lo stabile e la palestra della Scuola
media G. Rocca, intervento che prevede la
fornitura di calore e di energia elettrica
attraverso l'installazione di dispositivi per il
risparmio energetico. Inoltre, aderendo alla campagna del WWF, l'Amministrazione si impegna a spegnere un edifi-
cio pubblico - in questo caso il Castello di Alboino e la Torre del Castello - il giorno 28 marzo dalle ore 20.30 alle
ore 21.30, data proposta a livello nazionale dal WWF quale azione tangibile di impegno nel campo del risparmio
energetico.
http://www.wwf.it/oradellaterra/index.aspx
2 cronaca

Pieno sucesso per il Carnevale alanese, con 10 carri in concorso e un numeroso pubblico

Premiati “I funghetti del bosco incantato”,


“Moulin Rouge” e “Un mondo di pace”
di Silvio Forcellini
Ancora un successo per il Carnevale alanese. Moltissime persone, mascherate e non, hanno partecipato domeni-
ca 22 febbraio alla tradizionale sfilata dei carri allegorici organizzata dalle Pro Loco di Alano e di Fener in collabo-
razione con l’Amministrazione Comunale. L’allegro e variopinto corteo, partito quest’anno da Campo, ha toccato via
via tutte le località del Comune: dapprima Fener, poi Cuniol e Alano, infine Colmirano, dove si è svolta la premia-
zione. Qui i 10 carri in concorso hanno sfilato davanti alla giuria (composta da Ornella Carelle, Silverio Frassetto,
Luca Meneghin, Nicola Pisan, Giovanna Re, Mario Stefan e Simone Tintori), proponendo anche una piccola coreo-
grafia. Alla fine il premio per la migliore realizzazione è andato a “Moulin Rouge” di Alano (capocarro Andrea De
Faveri), mentre quello per l’idea più originale e simpatica se lo sono aggiudicati “I funghetti del bosco incantato”
di Alano (capocarro Barbara Tessaro). A “Un mondo di pace” della Parrocchia di Quero (capocarro Nicola Dalla
Piazza) la giuria ha assegnato il premio speciale “Giacomo Ciorla”, con la seguente motivazione: “per l’idea di fra-
tellanza che ha lanciato e che dovrebbe spingerci ad accomunarci tutti: un mondo senza distinzioni di razze e colo-
ri”. Un messaggio, anche, per un Carnevale del Basso Feltrino…nuovamente accomunato? Terminata la premia-
zione, gli “irriducibili”, come da copione, si sono diretti ad Uson per chiudere la festa, che si è protratta fino a sera
inoltrata con un menù a base di minestrone, polenta, cotechino e...vino in abbondanza. Tavole imbandite di ogni
ben di dio, approntate dai comitati locali o dalle Pro Loco, hanno accolto i partecipanti anche a ogni tappa interme-
dia. Alla sfilata alanese, oltre ai tre carri premiati, hanno partecipato anche: “Nati con la camicia” di Colmirano (ca-
pocarro Mario Licini), “Kung-fu Panda” di Alano (capocarro Massimo Licini), “Olimpo” di Segusino (capocarro Ro-
berto Montagner), “Vigor vita la ciunga che ti libera” della Casa di Riposo di Alano (capocarro Carmen De Zorzi), “Al
Polo Nord de Colmiran” di Colmirano (capocarro Bortolo Dal Bon), “Hanno ucciso l’Alitalia” di Alano (capocarro Giu-
liano Spilimbergo), “Gli aponieri” (Amerigo&Daniele, freschi reduci da una trasferta in Germania in Ape), più un car-
ro pullman per il trasporto delle mascherine guidato da Giovanni Carelle. Una nota a margine: per gli “dei” segusi-
nesi è terminato ad Alano un “tour de force” (e …“de ombre”) non da poco, avendo partecipato anche alle prece-
denti sfilate di Sernaglia, Segusino e Valdobbiadene. Al termine i presidenti delle due Pro Loco organizzatrici, Se-
rena Spada e Silverio Frassetto, non hanno potuto che esprimere tutta la loro soddisfazione per la buona riuscita
della manifestazione, grazie anche al prezioso apporto della Protezione Civile di Alano e alla festosa presenza della
Banda di Alano. Il Carnevale alanese ha avuto poi un’appendice, martedì 24 febbraio, con “Oggi Trippa”, consue-
to appuntamento per i buongustai proposto dalla Pro Loco di Fener in collaborazione con la Parrocchia. Una trenti-
na i partecipanti, che hanno potuto degustare un’ottima trippa preparata secondo un’antica ricetta di Cuniol. Un
“bravi”, al riguardo, a Silverio, Piero, Diana, Simone, Susanna e Toni per il consueto impeccabile servizio.

La foto di copertina: il Carnevale alanese


La copertina del Tornado ospita questa volta le foto dei dieci carri allegorici e del carro pullman che hanno allietato
il Carnevale alanese. Scatti realizzati in piazza ad Alano da un fotografo d’eccezione, Mauro Mazzocco, direttore di
questo giornale, impegnato “sul campo” come un umile cronista: uno scherzo di carnevale?

Ecco
Veronica e Alfredo!
(a.d.) I nostri abbonati Chiara Brandalise e Loris
Mazzocco di Vas sono orgogliosi di presentare ai
lettori del Tornado la loro secondogenita Veroni-
ca, che vediamo sorridente nella foto insieme al
cuginetto Alfredo, primogenito di Monica Zuc-
chetto e Marco Binotto. I lieti eventi, avvenuti a
distanza molto ravvicinata, risalgono al 3 giugno
2008 per la femminuccia e al 7 dello stesso mese
per il maschietto.
3 cronaca

Scatti di Carnevale
4 cronaca

asterisco

Il “Trio Badero”
(S.C.) Non si tratta di tre esponenti della
mafia americana degli anni '50, come il
cappello e la posa da duri potrebbe far
supporre, ma dei fratelli Mondin (Diego,
Dino e Loris) originari di Campo, ramo
della famiglia "BADERO".

La foto è stata scattata a fine dicembre al


Tegorzo in occasione della festa di laurea
del figlio di Diego, da anni residente nel
Canton Ticino e nostro affezionato
abbonato.
5 attualità

Donazioni di Sangue dal 1983


fino all'anno 2008 compreso

256
250
Nr. donazioni

214
183 186
200 189
165 165 175
147 115 155 141 153
150
116 151 151
130 108 134
100 88
111 94
90 85 86
73
50
83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 00 01 02 03 04 05 06 07 08

Anni

Donatori di Sangue Sezione "Bortolo Furlan" - Quero

143
129
110 150
100
Donatori

100
Nr.

14 18
5 1 6 4 50
29 33

0 Sezione “B. Furlan”


Attivi Non Attivi Temp. Sosp
Defin. Passato l’anno, si tirano le
Sospesi somme delle attività svolte
Maschi 100 110 5 14 e si mettono in fila i numeri
per avere un riscontro di
Donne 29 33 1 4
quanto finora fatto. Le
Totale 129 143 6 18 donazioni sono tornate a
salire, ma si potrebbe fare
200
Tot Tot
Tot di più. Con una media di
180 Si Si due donazioni all’anno per
Tot Tot Tot Tot
160 i maschi e una per le
Tot Si
140 Tot donne si potrebbe
Si Si Si
Si Si raggiungere quota 229
120 Si
senza difficoltà. Siamo
100
ancora lontani e questo
80 deve impegnare ogni
60 donatore a non
40 Pf Pf Pf Pf Pf Pf Pf Pf Pf dimenticarsi di andare al
centro prelievi. Un gesto
Altro

Altro

Altro

20
Altro

Altro

Altro
Altro

Altro

Altro

0
semplice, ma di enorme
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 importanza, come quello di
farsi promotori della
Tot 155 151 134 141 153 189 151 175 186
donazione di sangue nei
Si 121 115 103 116 128 160 115 145 160 confronti di chi ancora non
Pf 29 35 31 24 23 28 35 30 26 vi si è avvicinato.
Altro 5 1 0 1 2 2 1 0 0 CHI DONA, AMA!
A TE NON COSTA NULLA, PER NOI VUOL DIRE MOLTO. DONA IL TUO 5 X 1000 ALLA
ASSOCIAZIONE FELTRINA DONATORI VOLONTARI SANGUE 91007860256
GRAZIE PER LA TUA SCELTA
6 attualità

Aumentano gli iscritti stranieri alla scuola


italiana: un problema o un’opportunità?
segnalazione di Silvio Forcellini
Aumenta il numero di bambini e ragazzi stranieri che frequentano la scuola italiana. Significativi, a questo proposito,
anche i dati pubblicati nello scorso numero del Tornado sulle scuole di Alano, che vedono alla scuola dell’infanzia il
44,9% di iscritti che proviene da un paese straniero (31 su 69), alla scuola primaria il 40,2% (51 su 127), alla se-
condaria di primo grado il 33% (31 su 94). Questo fenomeno, in costante crescita, è un problema o un’opportunità?
Cerca di dare una risposta il seguente articolo di Maria Novella De Luca, apparso su “la Repubblica” del 14 febbraio
2009, in cui sono riportati i pareri di esperti in materia, quali pedagogisti, sociologi…

In fuga dalla classe mista


di Maria Novella De Luca

Chiedono classi italiane per bambini bianchi, fuggono dalle scuole multietniche dei loro quartieri e rivendicano per
i loro figli aule senza stranieri perché - dicono - «rallentano i processi di apprendimento». Accade a Roma, a
Torino, a Milano, a Prato, a Bolzano, a Vicenza: via dall’Esquilino, da San Salvario, da Porta Palazzo, sempre più
famiglie rifiutano di iscrivere i propri figli nelle scuole dei quartieri in cui vivono, zone ad alta densità di bimbi immi-
grati, un esercito di baby-allievi di 166 nazionalità diverse che ormai ha superato il 7% di tutti gli iscritti alla scuola
primaria, mentre sui banchi italiani studiano 574 mila ragazzi immigrati che diventeranno un milione nel 2011. Di-
sposti anche ad attraversare ogni giorno la città, i genitori migrano verso istituti di quartieri “più bianchi”, e a settem-
bre, quando suonerà la campanella dell’anno scolastico 2009/2010, l’Italia si ritroverà sempre più divisa tra vere e
proprie classi-apartheid di soli immigrati, e classi “selezionate” di soli bambini italiani.
«Sono paure irrazionali, gli studi sui livelli di apprendimento dimostrano che la presenza o meno di
immigrati non incide affatto sul rendimento di una classe», dice Benedetto Vertecchi, pedagogista di lungo
corso. Ma il problema è gigantesco, ed è scoppiato come una bomba nelle ultime settimane sui tavoli degli asses-
sorati alle Politiche educative e del ministero dell’Istruzione, del tutto impreparati ad accogliere una migrazione di
massa, dove tra due anni uno studente su 7 sarà figlio di immigrati. E mentre a Roma, nella scuola elementare Car-
lo Pisacane del quartiere Casilino, uno dei municipi della Capitale di più antico flusso migratorio, le mamme riunite
in comitato hanno minacciato di non iscrivere più i loro figli se i bimbi immigrati non verranno distribuiti anche in al-
tre scuole, sempre più Comuni, a partire da Vicenza, stanno istituendo “quote” massime di stranieri da inserire in
classe, per evitare appunto classi-ghetto o al contrario classi-elité. Ma il contagio si estende. I comitati di genitori
che chiedono classi “soltanto italiane” diventano sempre più numerosi.
«Sono amareggiato - commenta Vertecchi, che all’analisi e all’insegnamento dei processi didattici ha dedi-
cato gran parte dei suoi studi - perché in paesi dove l’offerta formativa è altissima, come la Svezia o la Norve-
gia, le classi multietniche sono una realtà da decenni, confrontarsi con bambini che parlano un’altra lingua
è un volano formidabile. Magari i ragazzini italiani riuscissero ad imparare il cinese, come i loro coetanei imparano
la nostra lingua... La verità è che i genitori hanno paura della diversità, e che i maestri stessi non sono affatto pre-
parati a gestire un universo infantile multilinguistico. Non siamo di fronte a un problema nuovo, i bambini stranieri
sono presenti nella scuola primaria già da vent' anni, e nulla è stato fatto. Ma finché erano pochi si potevano gestire
così, improvvisando: oggi che c’è una migrazione di massa le istituzioni non sanno più che fare».
Infatti. Nel 2011 gli allievi stranieri saranno oltre un milione, e la coabitazione a scuola rischia di di-
ventare ingovernabile. E se da una parte la Lega chiede l’attuazione delle famose “classi ponte” (una sorta di
classi “a parte” frequentate dai figli degli immigrati fino a che questi non abbiano imparato l’italiano), proposta boc-
ciata quasi all’unanimità dagli esperti, è vero che il fenomeno va gestito. «Ma la prima cosa da fare è intendersi
sui termini - chiarisce Milena Santerini, ordinario di pedagogia generale alla Cattolica di Milano - e distinguere tra
i bambini stranieri neo-arrivati, quelli residenti in Italia da tempo, e infine i ragazzi di cosiddetta seconda
generazione, cioè nati qui. Nella scuola primaria i nati in Italia sono ormai circa la metà del totale, e i neo-
arrivati circa il 10%. È chiaro che per i bimbi nati in Italia il problema linguistico non si pone, ed è pretestuoso
quindi aggrapparsi a questo elemento per chiedere “classi omogenee”.
Esiste invece un problema sociale, ed è legato al successo scolastico, che non ha nulla a che fare
con l’etnia o il colore della pelle, ma al gruppo cui si appartiene. È dimostrato che in Italia il rendimento dei
bambini si alza con l’alzarsi del titolo di studio dei genitori, che i figli di laureati riescono meglio nello studio. Ma
questa è la stessa differenza che sussiste tra due ragazzi italiani di due fasce sociali diverse. Sul fronte dei neo-
arrivati - continua la docente - il problema linguistico esiste, ma esistono anche, già adesso, gli strumenti per affron-
tarlo». A cominciare dai numeri, ossia da una distribuzione dei bimbi immigrati nelle classi che rispetti un bilancia-
mento con gli italiani «come già previsto da una circolare del ministro Moratti del 2006 e con l’inserimento dei bam-
bini neo-arrivati in laboratori, già presenti in molte scuole, che pur facendoli restare in classe con i loro coetanei,
senza cioè creare classi ghetto, li supporti nell’apprendimento dell’italiano». Milena Santerini cita un progetto finan-
ziato dalla Cariplo dal titolo “Interculture”, che ha dotato trenta scuole di Milano, Brescia e Mantova di laboratori lin-
guistici e progetti di integrazione con uno stanziamento per il primo anno di un milione di euro. «L' unica strada è
7 attualità

quella di accogliere le differenze - conclude Santerini - perché le classi omogenee non esistono e non esiste-
ranno mai. Ci sarà sempre il bambino più veloce e quello più timido, al di là dell’essere italiani o immigrati.
La verità è che gli stranieri amplificano la nostra paura della diversità».
Sarà l’inizio del prossimo anno scolastico a mostrarci se l’Italia si avvia alla creazione di classi-ghetto, e
quanto i tagli che assediano la scuola primaria decapitata del tempo pieno non provochino una fuga verso gli istituti
privati, che hanno già visto aumentare le iscrizioni. Alessandra Vincenti, sociologa e autrice insieme a Guido Mag-
gioni del libro “Nella scuola multiculturale” edito da Donzelli, sostiene che il problema deve essere rovesciato. «Già
oggi - afferma Vincenti - la scuola non raggiunge l’obiettivo di preparare studenti in linea con i parametri eu-
ropei, e questo avviene sia negli istituti “bianchi” che in quelli con forte presenza di immigrati. Mi sembra di
risentire gli stessi discorsi che venivano fatti negli anni Settanta quando in Italia si cominciò a parlare dell’inserimen-
to dei disabili, la cui presenza avrebbe rallentato il processo formativo degli altri. Non è stato così, si è visto anzi
che questi bimbi spesso rappresentano una ricchezza per il resto della classe. Certo, non bisogna ignorare il
problema - spiega la sociologa - sono d’accordo, ad esempio, con l’inserimento di piccoli gruppi di bimbi
stranieri in ogni classe, ma attenzione, non dimentichiamoci delle vere emergenze, come la dispersione
scolastica, che in alcune zone del paese è endemica. Siamo la nazione con il minor numero di diplomati in Eu-
ropa, parlo di scuola media superiore, non di università. E la mancanza di formazione si vede quando si parla di in-
tegrazione: spesso nelle scuole mi trovo di fronte ad assurdi progetti sulla diversità che mettono insieme bambini
disabili e bambini immigrati, come se l’essere straniero fosse appunto un handicap».
È la storia che si ripete, sottolinea Benedetto Vertecchi, che ricorda gli anni Cinquanta, quando i figli degli
emigranti meridionali trasferiti al Nord «venivano vissuti come analfabeti, emarginati, ma a differenza di oggi in
quegli anni la scuola funzionò come formidabile collante di culture e ceti sociali, facendo arrivare all’universi-
tà giovani che mai avrebbero potuto accedervi». Alessandra Vincenti invita a non sottovalutare quanto gli stranieri
puntino «sulla formazione dei figli, quanto credono nella conquista della scuola e del sapere, atteggiamento
che invece gli italiani hanno perso». Un fenomeno già ampiamente studiato nei paesi di immigrazione storica,
come gli Stati Uniti, dove alcuni gruppi di seconda generazione, in particolare gli asiatici, hanno già superato nel
rendimento scolastico i teenager americani.

lettere al tornado

Lettera aperta al sindaco di Segusino e, per conoscenza, al parroco di Segusino

La legge finanziaria riduce i contributi


a scuole materne e asili nido
di Filippo Arcelli
Egregio signor sindaco, sento il dovere come cittadino, notoriamente attento ai problemi del paese, di sottoporre
all’attenzione dell’Amministrazione che lei presiede il preoccupante ed urgente problema che rischia di precipitare
sulla già assai difficile situazione economica delle scuole materne paritarie e degli asili nido ad esse collegati non
solo di Segusino, ma dell’intera regione. I dati che pervengono dalla recente legge finanziaria ridurrebbero ulterior-
mente i già modesti contributi economici che da qualche anno vengono erogati alle scuole materne paritarie. Tagli
che graverebbero particolarmente sulle scuole materne, moltissime delle quali parrocchiali, rappresentando le stes-
se, a differenza degli altri ordini di scuola, ben il 55% delle scuole materne nazionali e più del 70% nel Veneto.
Questo significa che più di mezzo milione di bambini, di cui 86.000 solo nel Veneto, vengono sottratti total-
mente alle spese del Ministero della Pubblica Istruzione, si parla di circa 4.000 euro ad alunno, grazie alle iniziative
e al lavoro dei comitati di gestione, delle parrocchie, dei sempre più modesti contributi comunali e regionali, da al-
trettanto esigui trasferimenti statali, oltre ovviamente alle rette delle famiglie e, nel caso di Segusino, della preziosa
opere delle Suore Salesie.
Una decisione assolutamente incomprensibile che penalizza proprio quelle strutture scolastiche che con-
sentono alle casse dello Stato di risparmiare decine di migliaia di miliardi delle vecchie lire, essendo gli stipendi del
personale scolastico e l’intero costo delle strutture edilizie, compresa la loro gestione, totalmente a carico del priva-
to. Inoltre, non è solamente un mio personale giudizio il fatto che tali scuole svolgano un ruolo fondamentale nella
formazione dei nostri figli, per la passione che le insegnanti dedicano loro e per l’ispirazione cristiana che contrad-
distingue il loro intervento educativo, con la quale sopperiscono a stipendi ben inferiori a quelli statali.
Ritengo allora, signor sindaco, che sia un atto di grande responsabilità farsi carico da parte sua del proble-
ma, possibilmente contattando il comitato di gestione, il parroco, l’onorevole Armellin, presidente della F.I.S.M. pro-
vinciale ed eventualmente il sindaco di Valdobbidene, per promuovere iniziative comuni. Responsabilità ancor più
doverosa, dal momento che lei, come già ripetutamente le dissi in occasione della nostra recente controversia sulla
gestione del “caso Travaglio”, non è solo il sindaco di Segusino, ma rappresenta una lista di partito che gode del più
alto indice di consenso a livello provinciale, che è a capo della Provincia, che ha numerosi parlamentari locali e che
può vantare ben tre ministri nel governo nazionale. Distintamente.
P.S. La presenta lettera è stata scritta il 6 dicembre 2008: da allora è cambiato qualcosa?
8
LA PAGINA
cronaca

DELL’AUSER
A CURA DEL CIRCOLO “AL CAMINETTO” DI ALANO QUERO VAS – SEDE DI QUERO VIA ROMA, 29 – TEL E FAX 0439.787861

Febbraio tempo di carnevale e di festa


Due sono stati gli appuntamenti fissati in questo mese per il nostro Circolo presso la sala delle associazioni di Quero.
Il 14 sera un bel gruppo di ballerini, e non, ha partecipato al ballo in maschera, con la partecipazione di soci provenienti
anche dal Feltrino, attirati dalla musica del DJ Damiano. Crostoli, frittelle a volontà e un gruppo di educande (edizione
2008), che hanno dedicato a tutti una bella poesia, hanno animato la serata.
Il giorno 21, invece, con la festa di carnevale sono stati festeggiati i soci che hanno compiuto gli anni nei mesi di gennaio
e febbraio. (Nella foto Resegati, da sinistra:
Angelo Mariano Codemo, Diego Collavo,
Mariastella masocco, Celeste Roman, Maria
Cravin, Leda Pugiotto, Ivo Peraro). Dopo un
lauto pranzo a base di lasagne al forno,
frittelle, dolci e crostoli offerti dai festeggiati, si
è tenuta l'annuale assemblea dei soci,
presenti un centinaio, durante la quale la
Presidente, Anna Maria Dalla Favera, ha
ringraziato tutti i partecipanti ed i volontari che
collaborano per la riuscita delle attività del
Circolo, annunciando la concessione di due
contributi da 10 mila euro cadauno da parte
della Regione e della Fondazione Cariverona
e di uno da 1.400 euro da parte del BIM, con i
quali sarà possibile l'acquisto di un nuovo
pullmino Fiat Doblò, attrezzato per il trasporto
di disabili. La rappresentante dell'Auser
Provinciale ha espresso il suo compiacimento per la partecipazione dei soci alle nostre proposte. La nuova segretaria Co-
rona Mondin ha dato lettura della relazione delle attività svolte nel 2008 e del bilancio, ricordando le tante attività sociali,
ricreative e culturali. Come sempre il nostro impegno è rivolto soprattutto alle persone che hanno bisogno di essere ac-
compagnate per visite mediche nei centri ospedalieri, ricordando anche che i nostri soci sanno apprezzare una semplice
telefonata, una visita in casa o all'ospedale, anche un semplice sorriso. Nota dolente è notare la scarsa partecipazione
degli anziani del Comune di Vas, non solo alle nostre feste ma anche per quanto riguarda la richiesta di servizi del tra-
sporto solidale. Forse non riusciamo ad essere presenti? Eppure non mancano le informazioni ed i collegamenti che por-
tano a conoscenza delle nostre attività e dei nostri servizi. La festa è continuata con la lotteria sempre molto apprezzata e
che ci permette di utilizzare il ricavato per la solidarietà e per la gestione del pulmino.
A margine del momento di festa, un momento di raccoglimento è stato osservato per ricordare due socie prematuramente
scomparse: Maria Berton, vedova Bagnarol e Antonietta Mazzocco, vedova Susanetto, sempre partecipi alla vita del so-
dalizio. Due persone che hanno nella semplicità la loro caratteristica principale e che nella discrezione si sono fatte ap-
prezzare da quanti le hanno conosciute.
attualità

Unione dei Comuni di Quero e Vas - Biblioteca Commissione Centro Culturale - Pro Loco di Quero

Parata di Personaggi
Spettacolo di cabaret
con Sergio Ricci
accompagnato da Chitarrista Spaghetto
Sabato 28 marzo ore 20,45
Centro Culturale di Quero (ex Cinema Prealpi)
Sergio Ricci imitatore, comico, attore, noto per la sua interpretazione di Tony
Corallo con la canzone Lauretta mia nelle trasmissioni di Carlo Conti e per le sue partecipazioni ai film di Giorgio
Panariello e Leonardo Pieraccioni, proporrà uno spettacolo di esilaranti imitazioni di cantanti, politici, sportivi e
personaggi del momento.
Ingresso € 10,00 – Ridotto € 5,00
INFO Biblioteca di Quero tel. 0439 787097 Martedì 9,00-13,00 Giovedì e Sabato 14,30-18,30 E mail biblioteca.quero@feltrino.bl.it
Biblioteca di Vas tel. 0439 780270 Mercoledì 14,30-18,30 Venerdì 14,30-16,30 E mail biblioteca.vas@feltrino.bl.it
9 lettere al tornado

Allocchi e avvoltoi
di Martino Durighello
Sedicenne affetta da diabete muore per coma ipoinsulinico. I
genitori le avevano sospeso l’insulina su consiglio di una
“guaritrice”.
Da giornali e TV
Siamo nel XXI secolo o ancora nel Medioevo? Il calendario dice 2009, ma io penso sia un errore; oppure bisogna ri-
conoscere che, più progrediamo nelle scienze e nelle tecniche, più la gente rimbecillisce. I truffati da maghi, cartoman-
ti, guaritori (e chi più ne ha più ne metta), aumentano di giorno in giorno; e non solo tra gli analfabeti (che ormai sono
molto pochi), ma tra le persone cosiddette “colte”, diplomati e laureati (!?). Che avesse ragione mio padre quando di-
ceva che uno, più studia e più instupidisce? Mi vien quasi da crederlo!
Ma come si può, come, dico: a quale minimo livello mentale, a quale quoziente intellettivo deve scendere un individuo
per farsi abbindolare dai vari Marchi, Nobile, Do Nascimiento? Quanta stupidità è necessaria perché uno possa crede-
re che un cialtrone qualunque sia in grado di operare (non nel senso di lavorare, operare proprio chirurgicamente) sen-
za bisturi, senza necessità di anestetici,senza lasciare cicatrici, usando soltanto le sue “magiche” dita? Quale grado di
imbecillità occorre per pensare (veramente “pensare” è una parola troppo grossa:presume una facoltà cerebrale della
quale sinceramente…) che un sacchettino di sale (sale comune, quello da cucina) possa guarire da un tumore o far
vincere milioni e pagare quell’etto di cloruro di sodio migliaia di euro. Pazienza se si trattasse di una povera vecchietta
arteriosclerotica “che va a messa tutte le mattine” e si fa abbindolare da qualche simpatico (o simpatica) giovane dai
modi gentili. Poverina, fa pena. L’avvoltoio approfitta di una … farfalla che ha le ali tarpate.
Ma raramente è così! Gli allocchi sono molto spesso persone che “sanno”, che discutono di tutto e di tutti: di politica, di
scienza, (di sport, anche!); che sanno giudicare (pro o contro) ogni nuova legge varata del Parlamento (senza averne
letto il testo, ovviamente!), che assolvono o condannano senza possibilità di replica, accusati, omicidi, ladri, camorristi,
gente che non centra, prima che i giudici emettano il loro giudizio; che ti guardano dall’alto in basso e ti considerano un
pezzente mentale perché credi in Dio: «Ma guarda questo qui che crede ancora alle favole dei preti! E io pensavo che
fosse una persona intelligente!»
E tu? Tu a quali favole credi? Allocco! Tu credi a quelle dei ciarlatani e delle megere. E paghi. Non i dieci, quindici euro
per una messa in sufragio dei tuoi defunti, ma migliaia di euro e rovini te stesso (anche economicamente) e la tua fa-
miglia!
Personalmente non ho niente contro l’agnostico intelligente e colto che conosce Bibbia, Dottrina Cristiana (e non solo),
Encicliche papali anche meglio di me. Crede o non crede a ragion veduta, giusta o sbagliata che sia. Ma come posso
rispettare colui che afferma di non credere in niente (senza saper nemmeno di che si tratta: come il bambino che rifiuta
il cibo “che non gli piace”, ma che non ha mai assaggiato; solo perché non lo conosce!) e se si vanta della sua igno-
ranza: «Ah, io di cose di religione non me ne intendo, non mi interessano »: A te interessano i cialtroni, a quelli credi! E
discuti e sputi sentenze su morale, sesso, matrimonio, transessuali, pedofilia, aborto…
E di diritti, naturalmente!
«Perché no! Ognuno è libero di fare quello che vuole! Ognuno è padrone della sua vita…»
Davvero? E quanto l’hai pagata, tu, la “tua vita”?. Non è tua, babbeo; non ne puoi fare quello che vuoi:
ti è stata data: gratis! Tu ne sei solo il depositario. E attento: può darsi che un giorno tu ne debba rendere conto, quan-
do dovrai restituirla: intanto rispettala. La tua, e quella degli altri.
Babbei, allocchi che si fidano e si affidano ad avvoltoi e sciacalli. Dovrebbero essere puniti. Severamente. Questi e an-
che quelli. Mi torna in mente Pinocchio. Quello del libro, sì “Le avventure di Pinocchio”, uno dei libri più geniali che sia-
no mai stati scritti, ricco di pensieri e verità profondi. Tutti “conosciamo” la storia di Pinocchio! Ma quanti l’hanno letta?
Credo che Pinocchio sia, insieme al Vangelo, il libro più famoso del mondo e il meno letto. Eppure è un grande libro.
Per ragazzi? Non solo. Come tanti grandi libri si può leggere da giovani, addirittura da bambini; in quanto al capire, lo
si capisce solo da adulti. Bene! Mi viene in mente Pinocchio quando nella città di Acchiappacitrulli va a denunciare il
furto delle monete regalategli da Mangiafuoco. Il giudice lo condanna a quattro mesi di prigione per essersi fatto truffa-
re dalla volpe e dal gatto.
Ecco, bisognerebbe fare sempre così: condannare gli allocchi che si fanno truffare (stupidità e imbecillità “volontarie”
devono essere punite; o no?)
Ma allora nessuno più denuncerebbe le truffe (già: ma anche ora coloro che denunciano sono una minima parte). E’
vero: ma basta stabilire due pene: una per chi denuncia la truffa subita e un’altra, doppia, per chi non denuncia, in
quanto alla stupidità si deve aggiungere … l’apologia di reato!
E i truffatori? Anche quelli, anche quelli! Ma, di solito, quelli non vengono puniti perché “loro” hanno i soldi che gli han-
no dato i babbei e con quelli possono pagarsi fior di avvocati (che pure dovrebbero essere condannati), specialisti nel
tirarla per le lunghe e i processi durano anni e anni, finchè il reato cade in prescrizione.
E … evviva la giustizia
asterisco
10 lettere al tornado

UN PUNTO DI RITROVO PER I GIOVANI!!!


Si espande per Quero, Alano di Piave e Vas un nuovo urlo: il Punto Giovani è aperto e procede con molto successo!
La stanza che ci è stata affidata all’interno della Casa delle Associazioni ha finalmente cominciato ad essere quel pun-
to di riferimento e luogo di accoglienza per i giovani del Basso Feltrino che ne sentivano la necessità. Dopo un duro la-
voro che ci ha impegnati a restaurare, dipingere con colori sfavillanti e ammobiliare il nostro spazio, rendendolo più ac-
cogliente, abbiamo iniziato a dicembre a trovarci regolarmente il giovedì e il sabato pomeriggio. L’idea di una stanza
per i giovani adolescenti, per i quali le attività e le proposte di intrattenimento scarseggiano nel territorio, nasce dal
progetto “Te Quero Mucho”. Lo scopo è quello di creare un punto di ritrovo e di proporre delle attività alternative ai gio-
vani del posto, in uno spazio sano e accogliente. Con l’originale progetto “Te Quero Mucho” erano state organizzate
diverse esperienze, tra cui, le più interessanti, ci avevano portati a trascorrere una giornata a Padova e un weekend a
Lignano, riproposto l’estate scorsa dopo il successo dell’anno precedente. Ora, il Punto Giovani si propone di portare
avanti la filosofia del “Te Quero Mucho”, cercando di appassionare e divertire le future generazioni. Con il passare del
tempo, la nostra piccola ma accogliente stanza si arricchisce di personalità, creatività e cultura: le pareti, già colorate,
si trasformano in tele su cui disegnare e dipingere, un mazzo di carte o un gioco da tavolo si trasformano in
un’occasione speciale per stare insieme e divertirsi, una tazza di cioccolata calda in un modo per costruire solidarie-
tà… Durante le vacanze di Natale e in occasione del Carnevale, infatti, abbiamo cercato, distribuendo cioccolata calda
e torte, di raccogliere offerte da destinare all’Unità operativa di pediatria dell’Ospedale di Feltre per realizzare progetti
che permettano ai degenti di partecipare a laboratori creativi e artistici. Il progetto prevede anche la possibilità di far in-
tegrare i pazienti con classi di bambini al di fuori di questa realtà. L’iniziativa è riuscita bene e la cittadinanza ha dimo-
strato interesse per il nostro Punto Giovani e la nostra raccolta di fondi. A questo proposito, volevamo esprimere un
ringraziamento speciale all’Associazione Pro Loco di Quero che ha contribuito alla buona riuscita della nostra iniziativa,
garantendo mezzi e sostentamento. Un grazie particolare va anche al Gruppo Alpini di Vas e alla Pro Loco di Alano di
Piave, che ci hanno dato la possibilità di mettere in atto la nostra proposta anche in questi paesi. Per riuscire ad attua-
re praticamente le nostre attività, abbiamo deciso di partecipare qualche mese fa al bando regionale GPS (Giovani
Produttori di Significati) dell’area Junior con un progetto che abbiamo chiamato Gap! da cui nascerà il gruppo Colla:
Giovani Che Si Uniscono: se il nostro progetto sarà ritenuto meritevole e riusciremo a piazzarci in una buona posizione
in graduatoria, avremo la possibilità di realizzare corsi in un territorio, che, come evidenziano la tesi di una delle opera-
trici del gruppo: Agnese Spezia e il piano di zona, scarseggia di possibilità ed attività per i giovani. Tra le proposte che
abbiamo suggerito: un corso di fonico con organizzazione di un evento musicale, un corso di batteria, di chitarra e di
percussioni, un corso di giocoleria, uno di grafica e realizzazione di un giornalino, un laboratorio di fumetti, uno di moni-
li e perline e un cineforum di cartoni animati giapponesi. E’ previsto anche un cineforum tra aprile e maggio su alcuni
film proposti da noi con la possibilità di vederli al nuovo centro culturale di Quero. Invitiamo quindi tutti i ragazzi e i
giovani del Basso Feltrino interessati a partecipare alle nostre attività ad unirsi al nostro gruppo!
Il divertimento è assicurato!!
Per contattarci chiamate il 0439 788531 tutti i giovedì e tutti i sabati dalle 15.00 alle 18.00!!!

cronaca

40° di matrimonio per


Giandomenico e Leonora
Il 28 dicembre 2008 Giandomenico Pisan e Leonora, di Alano di
Piave, hanno festeggiato il 40° anniversario di matrimonio circondati
da tutti i loro cari.

Desiderio di Giandomenico è presentare ai lettori gli amati nipotini


Marta e Marco, ritratti nella foto con i nonni.
11
12 COME ERAVAMO

Quero: la Filodrammatica Locale


di Marcello meneghin – da http://altratecnicabis.freetools.it/
Una attività giovanile organizzata dalla parrocchia era la locale filodrammatica avente attori esclusivamente
appartenenti al sesso maschile. Si concludeva sempre con la recita nella sala dell'asilo dei drammi classici come Le
due orfanelle, La nemica, La cieca di Sorrento ecc. cui assistevano tutte le autorità civili e
religiose e moltissimi spettatori. Lascio immaginare la qualità della recitazione di artisti
improvvisati come erano i ragazzi (tutti maschi) prescelti, i quali, opportunamente travestiti,
dovevano svolgere anche i ruoli femminili essendo assolutamente da evitare lo scandalo
che avrebbe allora rappresentato la contemporanea presenza di ragazzi e ragazze. Mi viene
alla mente un avvenimento che ha piacevolmente scosso l'ambiente piuttosto stantio di
quegli anni. Nella scena in corso di recita, Bruno dava un tragico annuncio a Lino (i due
nomi riportati sono veri: Lino era il nostro barbiere, un giovane con la gamba dritta per un
incidente subito in bicicletta come racconterò più avanti, mentre Bruno, che stà trascorrendo
la sua vecchiaia nella locale casa di riposo, potrebbe forse ricordare l'episodio!): "E'
successa una cosa grave: è morto il conte Anselmo!" Poiché il copione studiato da Lino
prevedeva che egli avesse ribattuto con una non meglio precisata "espressione di stupore"
Lino pensò bene di reagire alla ferale notizia con quella che era di gran lunga la frase più
usata a Quero per dimostrare meraviglia e quindi disse: " e ostia! ". Lascio immaginare quali
furono i commenti di preti e suore presenti in prima fila a pochi metri dal proscenio!
Nelle foto a fianco: Lino e Bruno
Quello raccontato è un episodio molto semplice, banale, come tutto ciò che caratterizzava la
vita paesana di quei tempi e la faceva trascorrere in serenità non essendo affatto
bombardata da televisione, giornali e altri mezzi di comunicazione che vivono oggi
essenzialmente sui delitti, gli stupri, le guerre, ed in genere sulle notizie deteriori sempre più
morbosamente richieste da tutti, giovani compresi, rendendo ancora più cupi questi nostri giorni.
Erano quelli gli avvenimenti che riempivano
piacevolmente e a lungo la conversazione del
paese tanto da restare fissi nella mente ed essere
ricordati completi di particolari dettagliati anche a
distanza di oltre 60 anni.
Lo spettacolo teatrale era, per fortuna, completato
da brevi comiche recitate e spesso anche create ex
novo da Toni che aveva una innata comicità ed una
tale bravura di recitazione da riuscire, da solo, a
risollevare le sorti dell'intera rappresentazione
teatrale.

Toni, il terzo da sinistra, è quì emigrante in


Belgio, assieme, alla sua destra, a Giovanni e a
Meto, fratello di Lino che dopo alcuni anni farà il
parrucchiere a Segusino

Toni, il terzo da sinistra in basso con il cartello


in mano, è quì con i coscritti 1921 alla visita di
leva

Toni, l'attore comico di cui sopra, era un tipo


veramente burlone che ne sapeva inventare ogni
minuto una di nuova. Una volta eravamo a
prendere il caffè dalla barista che, non volendo
citare con il suo vero nome, significativamente
chiamerò Barbara. La Barbara, era convinta che
l'utile della sua attività dipendesse principalmente
dal numero di cucchiaini di zucchero che i suoi
avventori mettevano nella tazzina. Ad evitare
evidenti sprechi era lei ad effettuare l'operazione di
addolcimento. In tal modo era sicura di mettere un
solo cucchiaino in ogni caffè, raramente due, però dava ad intendere a tutti la sua piccola mania. Il Toni quel giorno,
visto che la Barbara aveva messo un solo cucchiaino ne richiese un secondo il che cominciò a infastidire Barbara la
quale vedeva in tal modo sfumare il suo utile. Il grave fu quando chiese: per favore, un altro cucchiaino. La Barbara lo
aggiunse assai a malincuore. Ma quando ne richiese un quarto poco mancò che non le venisse un infarto. Arrivata la
quarta aggiunta di zucchero Toni disse: "Ti prego Barbara non mescolare la tazzina perché il caffè mi piace amaro!".
L'episodio, assolutamente vero, dà una chiara indicazione dell'arguzia del personaggio, e della sua spontanea rapidità
nell'associare le sue originali trovate con gli avvenimenti.
Una volta ci trovavamo in gruppo sul ciglio della strada quando si fermò una macchina tedesca e, nel chiedere qual'era
la direzione giusta per arrivare a Pederobba pronunciò storpiando alla tedesca: Petteroppa? Tra tutti il più lesto ad
intervenire fu Toni che, facendoci ridere tutti, con la sua solita arguzia disse: Apfanti!
Da segnalare l'abitudine radicata in Toni di scegliere questo o quel personaggio per farne il bersaglio della sua
irresistibile comicità. Tra tutti va ricordato Nani, sarto-barbiere presso il quale eravamo soliti riunirci in molti, sopratutto
13 COME ERAVAMO

il sabato, non solo e non tanto per attendere il nostro turno di taglio capelli o barba ma altresì per intavolare divertenti
discussioni sugli avvenimenti della settimana appena trascorsa. Nani vi interveniva spesso contribuendo con la sua
sapiente esperienza di vita a renderle ancora più interessanti. Si potrebbe senz'altro sostenere che il tempo
d'anticamera passato dal barbiere costituisse allora un passatempo piacevole e al tempo stesso istruttivo che potrebbe
benissimo reggere il confronto con il tempo che ai nostri giorni passiamo davanti al televisore assistendo a trasmissioni
troppo spesso di una banalità sconcertante. Da questa consuetudine di trasformare il locale in salotto da
conversazione ed altresì per la cura e meticolosità che Nani metteva nello svolgimento del suo lavoro, derivava, nelle
varie operazioni, una certa lentezza che gli abituali clienti, per le considerazioni di cui sopra, nemmeno rilevavano. Non
era così per Toni costantemente occupato a trovare, come detto, dei motivi di comicità. Una volta, forse per la forza
dell'abitudine, a Toni che gli aveva richiesto di tagliargli barba e capelli, Nani ebbe la malaugurata idea di domandare
se desiderava avere per primo il taglio della barba oppure quello dei capelli. Questa l'immediata reazione: è meglio
tagliare per primi i capelli perché, in caso contrario la barba fà tempo a ricrescere!
Durante l'ultimo anno di guerra Toni, un pò più anziano di noi, era partigiano in montagna dove aveva assunto il nome
di battaglia "Bill" ma scendeva spesso in paese e ci raccontava gli episodi comici
che vi organizzava. Ci trovavamo riuniti ad ascoltarlo in tanti quando l'amico Mario
Z. incominciò a lamentarsi di un forte mal di denti. Toni, estratta dalla tasca una
pistola, infilato il caricatore e fatta aprire la bocca di Mario, la introdusse
appoggiandone la canna contro il dente dolorante. "Adesso ti faccio sparire dente e
dolore!", urlò. Lo spavento provato da Mario al vedere l'arma carica infilata in
bocca da un inesperto come giudicava fosse Toni fù così grande da fargli
immediatamente passare il mal di denti!
Le recite nella sala parrocchiale dell'asilo, erano comunque molto gradite e tutta la
popolazione vi partecipava in massa. Balza anche qui agli occhi la differenza
rispetto alla situazione attuale che vede i teatri, pur se tenuti da complessi di
recitazione di prim'ordine, con pubblico così scarso che per sopravvivere le
compagnie devono essere sovvenzionate dallo Stato. Questo inconveniente è da
attribuirsi alla falsa cultura attuale propinata dalla televisione ed in genere dai
mezzi di informazione moderni i quali spingono la gioventù ad assistere soltanto a
spettacoli banali e poco istruttivi.
Toni, a sinistra, col fratello Ennio alla festa degli alpini

attualità

OR G A N I Z ZA
Un corso di TEDESCO A QUERO
PRESSO LA SCUOLA PRIMARIA DI QUERO
il lunedì e il mercoledì
I° Livello – II° Livello - III° Livello
Inizio Corso 16 marzo 2009 – ore 19.30/21.30
IL CORSO SARA’ ATTIVATO CON UN MINIMO DI 15 ISCRIZIONI
Deutsch macht Spass! Wir lernen zusammen, sprechen und singen.. aber nur auf
Deutsch! kommst du mit? Wir warten auf dich in der Schule in Quero!

PER INFORMAZIONI E ISCRIZIONI


Segreteria Scuola Media di Quero C.T.P. (Tel. 0439/787111)
DAL LUNEDI’ AL SABATO ORE 8.00 – 13.30
VENERDI’ POMERIGGIO ORE 15.00 – 17.30
14 asterisco

Un anno di neve
Segnalazione di Claudio Dal Pos
Quattro temerari escursionisti sono andati, il 16 febbraio, ad effettuare un giro invernale. Partendo da Schievenin poi
Forcella San Daniele, Due valli, Malga Cinespa, Fontana Secca, stalle Col Spadarot, Valdumela, Due valli, Schievenin
incontrando tanta neve come da tanto non se ne riscontrava. Un innevamento abbondante, compatto e incontaminato
con panorami particolarmente suggestivi. Le foto riportano istantanee di Malga Fontanasecca e Cinespa.

cronaca

Per un bicchier di vino…


Zuffa al Caffè Centrale di Quero il 15 febbraio scorso
(M.M.) Le cronache provinciali vi hanno dato
parecchio risalto, ma riprendiamo egualmente la
notizia di quanto accaduto la sera del 15 febbraio
scorso al Caffè Centrale di Quero, teatro di uno
scontro fra i clienti dell’esercizio pubblico: da una
parte un gruppo di extracomunitari, alticci e in vena di
provocazioni, dall’altra alcuni giovani avventori che
non hanno sopportato l’atteggiamento dei primi. Tutto
sembra essere nato, stando alle dichiarazioni di
Andrea Serra, il titolare, dal suo rifiuto di continuare a
servire alcoolici ai giovani extracomunitari,
visibilmente provati da precedenti bevute. Invece di
darsi pace e prendere la via di casa, questi avventori
hanno infastidito i presenti, assumendo atteggiamenti che ne hanno provocato la reazione. Fatto sta che dalle parole si è
passati alle mani e Andrea ha fatto chiudere il locale. La zuffa è continuata all’esterno, con danneggiamenti anche alle
auto in sosta. Molti i danni, sia alle cose che alle persone, dentro e fuori il locale, registrati dalle forze dell’ordine interve-
nute con una pattuglia mobile da Feltre. Per qualcuno è scattata anche qualche denuncia.
15 lettere al tornado

Quero, il 15 febbraio grave aggressione


al Caffè Centrale per abuso di alcol
a cura del Gruppo di Minoranza “Insieme per Quero”
Noi rappresentanti del Gruppo di Minoranza “Insieme per Quero” proviamo
sconcerto per quanto accaduto domenica 15 febbraio al Caffè Centrale in piaz-
za Marconi a Quero e diamo la nostra completa solidarietà al gestore Andrea
Serra. Pur in una situazione, come quella di Quero, in cui la criminalità e
gli eventi di criminalità diffusa sono minimi, il problema legato all'abuso
dell'alcol sia nei giovani sia nella popolazione adulta sta assumendo pro-
porzioni di allarme sociale. Se da un lato la popolazione è profondamente
preoccupata, dall’altro le iniziative assunte da tutti i Comuni bellunesi attraverso
la videosorveglianza, con una spesa superiore ai 6 milioni di euro, anche in
questo caso ha dimostrato la totale inutilità come deterrente; non a caso le nu-
merose telecamere poste in piazza Marconi non hanno impedito questo enne-
simo reato ai danni d’un operatore commerciale. Nell'autunno 2008 noi, come
minoranza, avevamo chiesta all'Amministrazione Zanolla di dare un segnale forte contro l'abuso di alcool invitando il sin-
daco a trovare un accordo con le associazioni locali in modo tale che, sia durante le numerose iniziative, da loro sostenu-
te, sia nelle manifestazioni promosse dal Comune, l'alcol fosse bandito a sostegno d’una campagna di sensibilizza-
zione nei confronti di tutti i cittadini, ma la maggioranza Zanolla non ha voluto accettare tale proposta. L'assenza di
responsabilità della gestione del territorio da parte dei Comuni e la campagna anti civica e xenofoba della Lega ha porta-
to nella notte tra lunedì e martedì alla comparsa in piazza Marconi e in via Dante di scritte contro i carabinieri. Se l'abuso
dell'alcol fosse un problema legato solo agli stranieri la soluzione sarebbe alla portata di mano, ma drammatica-
mente la realtà è un’altra, è questa una piaga sociale legata ad una società che non dà alcuna prospettiva e nessun i-
deale né ai giovani né agli adulti, per essere debellata ha bisogno della responsabilità e collaborazione di tutti gli organi
preposti e dei cittadini stessi che non devono sottovalutare l'impatto che droga ed alcol stanno avendo proprio nei con-
fronti delle nuove generazioni.

Narcotest (articolo tratto da “Il Gazzettino” di venerdì 27 febbraio 2009)


Da oggi la polizia locale dell’Unione Sette Ville, prima nel Feltrino e nell'intero Bellunese, avrà in dotazione il nuovo
“narcotest” con il quale potrà sottoporre gli automobilisti che riterrà opportuno ad un test antidroga. Il nuovo strumento
è arrivato da pochi giorni e fa parte della complessa campagna per la sicurezza che l'Unione Sette Ville ha avviato da
alcuni anni partendo dalla videosorveglianza. Come spiega il vicepresidente dell’Unione, Bruno Zanolla, «le strategie
messe in atto fino ad oggi per combattere la criminalità hanno portato ad un esito più che positivo facendo letteralmen-
te precipitare il numero dei reati commessi… Dopo una ricerca sul mercato - spiega Zanolla - abbiamo individuato una
apparecchiatura simile a quella per effettuare l'alcoltest. Così abbiamo deciso di acquistarla e darla in dotazione alla
nostra polizia locale. La spesa sostenuta per l'acquisto è stata di 5 mila euro. Ci è sembrato quantomeno doveroso
attrezzarci con questo strumento che sicuramente consente di individuare quegli automobilisti davvero pericolosi per
l’altrui incolumità perché a volte si multa chi ha bevuto un bicchiere di vino mentre chi è sotto l'effetto di sostanze
stupefacenti riesce a farla franca». Per la guida sotto l'effetto di stupefacenti il codice della strada prevede la sanzione
uguale a quella per chi guida in stato di ebbrezza…

Com’è evidente dall’articolo del 27 febbraio, il problema sta diventando grave anche se la spesa di 5 mila euro destinata
ad un apparecchio, che sarà utilizzato pochissimo, rimane uno spreco e tale somma sarebbe stata più opportuno destina-
re a sostegno delle famiglie che hanno perso il posto di lavoro. Nell’articolo vogliamo evidenziare la frase detta dal sinda-
co Zanolla, “perché a volte si multa chi ha bevuto un bicchiere di vino”, riconfermando ancora una volta la tolleranza
nei confronti del bicchiere di vino, il quale non solo ha e sta rovinando intere famiglie, e chi ha avuto un alcolizzato in
casa lo sa benissimo, ma è una delle cause di troppi incidenti e crimini. E’ per questo che noi del Gruppo di Minoranza
di Quero, in data 28 Febbraio, abbiamo presentato al sindaco Bruno Zanolla la richiesta del seguente ordine del
giorno:
“Visto la nuova dotazione del “narcotest” da parte dell’Unione Sette Ville. Visto l’abuso sempre crescente dell’utilizzo di
droghe tra i giovani. Visto la diffusione anche tra i minorenni di sostanze alcooliche. Concordando completamente con la
necessità che proprio i politici in prima persona diano l’esempio. Si richiede a lei in qualità di Sindaco del Comune di Que-
ro di portare come ordine del giorno, nel prossimo consiglio utile, le seguenti proposte:
1. che tutti i consiglieri si sottopongano al “narcotest;
2. che tutti i consiglieri si sottopongano agli esami ematici per accertare l’uso di droghe e l’abuso di alcoolici;
3. che tutti i dati derivanti dagli esami siano resi pubblici;
4. che in tutte le manifestazioni legati all’attività amministrativa, come inaugurazioni d’opere pubbliche ecc. (nei “rin-
freschi”), sia abolito l’uso dell’alcool;
5. che durante le prossime iniziative legate alle elezioni di giugno le liste rinunciano, durante le proprie manifesta-
zioni promozionali, alla somministrazione di bevande alcooliche.
Ritenendo fondamentale che proprio i politici diano l’esempio in prima persona alla massima coerenza. Se invece proprio
i politici, sindaci, assessori e consiglieri diventassero esempi negativi di tali abusi, qualsiasi cittadino italiano ed extraco-
munitario sarebbe legittimato non solo ad abusare di droghe ed alcool ma a commettere qualsiasi altro atto illegale a tali
sostanze legato”.
16 cronaca
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18 attualità

Un libro al giorno… la biblioteca ti fa bene


Anche le Biblioteche Comunali di Alano di Piave, Quero e Vas e
i medici di base dei tre comuni hanno aderito all’iniziativa un
libro al giorno…la biblioteca ti fa bene.
Nelle sale d’attesa di tutti gli ambulatori troverete pertanto
prossimamente uno scaffale con libri messi a disposizione dalle
biblioteche e potrete:
x leggere qualche pagina
x portare il libro a casa e riportarlo alla visita medica
successiva
x prestarlo ad un amico
x portarlo a casa e riportarlo in biblioteca, dove troverete
tanti altri libri

Per l’avvio dell’iniziativa


DOMENICA 15 MARZO
apertura straordinaria delle biblioteche bellunesi
che hanno aderito al progetto. Ecco gli orari delle biblioteche del Basso Feltrino:
Biblioteca di Quero dalle 15,00 alle 18,00 - Biblioteca di Vas dalle 10,00 alle 12,00
Non mancate di fare un giro!
Intanto la Biblioteca di Alano starà traslocando in Via Ugo Bartolomei per consentire i lavori di
ristrutturazione della sede. Quindi,
a partire da lunedì 23 marzo, troverete la biblioteca di Alano in Villa Cinespa
e sarà aperta con gli stessi orari: il lunedì dalle 14.30 alle 17.30, il mercoledì dalle 9 alle 12 e dalle
14.30 alle 17.30 e il venerdì dalle 14.30 alle 18.30.
Buone letture con “un libro al giorno” e con la tua biblioteca!

Un sito da visitare:http://www.settimorizzotto.it/
19 attualità

“Esploratori” feneresi in...Cinespa e Domador

Domenica 22 febbraio, un manipolo di eroici “esploratori” feneresi (Gianluca


Tolaini, Mario Santangelo e Gigi Zago, scortato dal fido “Dolfo”, bassotto
tedesco a pelo raso) è salito a piedi sulle montagne alanesi per sincerarsi
della situazione venutasi a creare a causa della gran quantità di neve caduta
in questi mesi. Le foto scattate da Gigi Zago sono eloquenti in tal senso:
ricoperte di neve, vediamo sia la casera di Domador (prima foto) che quella
di Cinespa (seconda foto). Va detto, a proposito di quest’ultima, che
rappresenta un pregevole esempio di ristrutturazione: chi non la ricorda, solo
qualche anno fa, in stato di completo abbandono? Il merito va tutto ai sette
privati che si sono impegnati nel ripristino: oltre ai citati Gianluca, Mario e
Gigi, ricordiamo anche Doimo Codemo, Giovanni Lubian, Galliano Melchiori e
Antonio Pultrone. Qui a fianco, invece, una foto, sempre di Gigi, scattata alla
“pendana” di Domador per documentare l’altezza raggiunta dal manto
nevoso. Il bastoncino, “immortalato” per avere un raffronto attendibile, misura
120 centimetri; pertanto si può dire che la neve superi i 2 metri.
Silvio Forcellini
20 CALCIO

lettere al tornado
21 cronaca

1915-18 – Al fronte con Paolo Monelli


Sabato 7 marzo, alle ore 16.30, nella Sala degli stemmi del Palazzo Municipale è stato presentato, per iniziativa della
Città di Feltre, in collaborazione con la sezione di Feltre dell’ANA, il libro di Luca Girotto “1915-18 – Al fronte con Pao-
lo Monelli, i luoghi e i volti de ‘Le scarpe al sole”,
nel corso di un incontro introdotto da William Faccini
già Vicepresidente della stessa sezione ed ex direttore
di “Alpini … sempre”.
Luca Girotto, quarantacinquenne di professione
primario otorinolaringoiatra dell’Ospedale civile di
Borgo Valsugana, ha sempre coniugato la passione
per l’alpinismo con quella per la storia locale. In
particolare, ha condotto anni di ricerche relative alla
Grande Guerra, accumulando un’ampia
documentazione bibliografica ed iconografica su
questa materia, che gli ha permesso di dedicarsi alla
ricostruzione degli eventi bellici svoltisi fra il 1915 ed il 1918 sul fronte fra la Valsugana, il Lagorai e la Val Cismon,
pubblicando svariati articoli su riviste a carattere storico, curando volumi e diari sull’argomento e dando alla stampe al-
cuni testi importanti in materia. Fra questi, ricordiamo “1915-1918: la lunga trincea (1995), “1914-1918: Tra le rocce, il
vento e la neve” (1996), “Diario di guerra 1917” (1998), “Casi da guera del ‘14-‘18” (2000), e, più recentemente,
“Sull’aspre cime del Monte Cauriol” (2007), “Guida alla mostra permanente della Grande Guerra in Valsugana” (2007),
ed altri ancora. L’ultima sua fatica letteraria si rifà a “Le scarpe al sole”, l’opera prima di Paolo Monelli pubblicata nel
1921 e più volte rieditata fino ad oggi, ambientata in buona parte nella Valsugana del 1915 e sui monti circostanti du-
rante le aspre battaglie del Lagorai (1916) e dell’Ortigara (1917). Come nota lo stesso Girotto “un cruccio, particolar-
mente sentito dagli appassionati di memorie di guerra, aveva sempre accompagnato la lettura di questo capolavoro
della memorialistica bellica italiana: perché un autore così pignolo, rigoroso e puntuale, abilissimo nell’uso della mac-
china fotografica come in quello della penna, non arricchì mai le svariate ristampe ed edizioni successive del suo capo-
lavoro con una qualsivoglia iconografia?” A novant’anni dalla conclusione della Grande Guerra i quesiti sopra richiama-
ti parevano destinati ormai a rimanere senza risposta. Finchè, nel corso del 2007, il triestino-tesino Giuseppe Ielen e lo
stesso Girotto, riuscirono ad avviare una collaborazione con la biblioteca statale A. Baldini di Roma, articolazione del
Ministero dei Beni Culturali, per una razionale organizzazione del “fondo fotografico Monelli” ivi costituito nel corso de-
gli anni ’80 e ’90 relativamente alla Grande Guerra. La poca o nulla conoscenza dell’area geografica oggetto delle im-
magini, come le scarse informazioni disponibili sul conflitto in queste zone, avevano peraltro complicato la precisa i-
dentificazione di personaggi e luoghi immortalati dal giovane sottotenente appena giunto al fronte. La collaborazione a
distanza, fatta di ricerche archivistiche e di ricognizioni sul terreno, ha permesso innanzitutto una riscoperta ed il riordi-
no ragionato del “fondo fotografico Monelli” per la parte relativa alla Grande Guerra, con la didascalizzazione corretta
di tutte le immagini disponibili relativamente a geografia, personaggi, epoca ed eventi. Da questo seme è poi nata
l’iniziativa della mostra fotografica “1915-1918 al fronte con Paolo Monelli - Valsugana, Lagorai, Ortigara. – I luoghi ed i
volti di “Le scarpe al sole”, che raccoglie una selezione di quasi 240 immagini tra le più significative della quasi mille
della raccolta monelliana. A completamento naturale del perco rso collaborativo è giunto infine il catalogo della mostra,
che ha costituito la base della conferenza del 7 marzo.

asterisco
22 lettere al tornado

Villa Cinespa - Alano di Piave

Erboristeria & S a l u t e
3^ lezione: Primavera & Prevenzione
La nostra salute è un bene fondamentale che dipende essenzialmente dalla qualità
della nostra alimentazione, da una corretta prevenzione, dallo stress e dall’inqui-
namento ambientale.

Martedì 24 Marzo - ore 20,30


presso Villa Cinespa - Alano di Piave
¾ Allergie primaverili
¾ Dermatiti
¾ Acne
¾ Depurazione
¾ Ipercolesterolemia

La lezione è gratuita ed aperta a tutti !!!


In fo rmaz ion i pr ess o Er bo r ist eria A r mo n ia Que ro - T e l. 04 39 7 884 43
Organizzazione: Circolo ARCI “Spaziorizoma” Alano di Piave - Ass. “Insieme con Te” Via Nazionale 74 a Quero

attualità

A Santa Giustina e Serravella di Cesio


incontri su inquinamento atmosferico e salute
di Silvio Forcellini
Segnaliamo, organizzati dall’associazione di volontariato
“ConfiniComuni” di Santa Giustina, una serie di interes-
santi incontri sul tema “Inquinamento atmosferico e
salute” che si terranno a Santa Giustina e a Serravella di
Cesiomaggiore.
Venerdì 13 marzo, alle ore 20.30 presso la sala polifun-
zionale di piazza Maggiore a Santa Giustina, conferenze
di Morando Soffritti, direttore scientifico dell’istituto Ra-
mazzini di Bologna, su “Inquinamento atmosferico e ri-
schi cancerogeni: un grande problema di sanità pub-
blica” e di Guido Trento, consigliere regionale del Veneto
e membro della commissione Sanità su “I dati epidemio-
logici riguardanti l’area feltrina”.
Sabato 14 marzo, presso il Museo Etnografico della pro-
vincia di Belluno a Serravella di Cesiomaggiore (in colla-
borazione con il Comitato Chimicafree di Cesiomaggiore),
alle ore 17.00 conferenza di Morando Soffritti su “Pestici-
di e rischi cancerogeni”; alle ore 18.00 tavola rotonda su
“Ambiente e salute in Valbelluna”: prospettive di pre-
venzione” con gli interventi di Rodolfo Bassan, dirigente
del Servizio Sistemi Ambientali dell’Arpav di Belluno; Gui-
do Trento; Morando Soffritti; Evandro Bertelle, medico di
Medicina generale e membro dell’associazione “Confini-
Comuni”; Franco Maria Zambotto, direttore Uoc di Pneu-
motisiologia dell’Ulss n.2 di Feltre; Luigi Cazzola, direttore
del Dipartimento di prevenzione dell’Ulss n.2 di Feltre.
23 asterisco

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24 lettere al tornado

A proposito della questione nucleare


di Marcello Meneghin
Vorrei dire la mia modesta opinione sull’argomento “Il nucleare… a che serve?” apparso nel n. 536 del Tornado.
Tutte perfette e condivisibili le considerazioni riportate ma, secondo mè, manca un argomento di base: i numeri. Non si
parla minimamente dell’enorme (ripeto enorme) quantità di energia elettrica che necessita al nostro paese. Noi non
abbiamo bisogno di produrre con l’eolico od il solare un 10 - 20 % dell’attuale fabbisogno italiano ma abbiamo bisogno
di un 300% dell’attuale volume energetico e questo per poter fermare tutti gli impianti oggi funzionanti a gas o a gasolio
che inquinano l’aria,
abbiamo bisogno di auto
elettriche, di alimentare le
nostre industrie senza
dover acquistare
dall’estero enormi
quantitativi di energia
elettrica.
La cosa è confermata
anche nell’articolo citato:
nel trafiletto evidenziato a
pag. 31 l’articolista
quando parla di impianto
solare termodinamico cita
una potenza di 64
MEGAWATT, invece
quando cita l’energia
nucleare parla di
GIGAWATT. Questa è la
differenza sostanziale.
Non servono o servono
poco i megawatt, quelli
che servono sono i
gigawatt.
Nella planimetria allegata sono indicate le centrali nucleari che circondano l’Italia. Da esse noi compriamo quantitativi
enormi di energia. Una centrale si trova a soli 110 Km da Trieste e mi auguro non sia costruita e gestita col “filo di fer-
ro” come era Cernobil.
Dicevo che le considerazioni dell’articolo sono pienamente condivisibili: il nucleare presenta aspetti molto preoccupanti
che vanno dalla pericolosità degli impianti alla difficoltà di smaltimento delle scorie. Ma allora che fare? Forse riempire
la bellissima Italia di milioni di elichette e milioni di pannelli solari che richiedono enormi spese di manutenzione per
produrre una percentuale minima dell’energia che ci serve? In alcune nazioni si sta facendo proprio così e si danno
grandi incentivi per la produzione di energia cosiddetta pulita. Ricordiamo che solo l’incentivo statale è il motore che
muove questo genere di impianti ma ci si stà già accorgendo che il prezzo non vale la candela. Noi in Italia abbiamo
bisogno non di milioni di piccoli impianti ma di una sola decina di mega impianti in grado di produrre tutta l’energia che
ci serve facendoci cessare la dipendenza dal petrolio che soffoca la nostra economia e inquina l’aria. Certamente il nu-
cleare è pericoloso ed allora che fare? Non resta che fermare il tutto e cioè rinunciare agli elettrodomestici e tornare
come un tempo a lavare i panni nella roggia di S.Valentino, stirare col ferro a carbonella e girare in bicicletta. Spe-
gniamo anche i telefonini e la televisione e, soprattutto, fermiamo tutte le industrie che hanno bisogno di tanta energia
elettrica. È chiaro che questa non è la strada ed allora cosa facciamo? Continuiamo a comprare all’estero energia pro-
dotta con i mezzi più pericolosi ed inquinanti, illudendoci che abbiamo contribuito alla salvaguardia del mondo intero
evitando di costruire da noi le centrali nucleari.
MOSTRE
Il manuale didattico giocoso
“Tuttotondo” è il frutto di 10 anni di
esperienza sul campo, tra laboratori,
mostre e progetti scolastici realizzati
con le scuole primarie e dell’infanzia.
A Feltre dal 9 marzo al 21 marzo la
mostra Tuttotondo sarà visitabile con
possibilità di prenotare le visite delle
classi interessate in orario conforme
a quello di apertura al pubblico della
biblioteca (da lunedì a venerdì dalle
14.00 alle 18.00, martedì, mercoledì,
venerdì e sabato dalle 9.00 alle
12.00).
Per informazioni ed iscrizioni, è
possibile rivolgersi alla Biblioteca
civica di Feltre: telefono
0439/885244-294,
sito Internet www.comune.feltre.bl.it,
email biblioteca@comune.feltre.bl.it.
25
26 lettere al tornado

Ancora sull’antenna montana di Valdobbiadene


Giusto un vecchio adagio del giornalismo diceva che per interessare il lettore
bisognava avere la miglior impaginazione, il miglior titolo, il miglior articolo;
dopo di che ci vorrebbe anche una notizia corrispondente sotto. Fedele a
questo principio vado alla notizia (impaginazione e titolo lascio la
responsabilità alla redazione) che per la verità, si riassume in una domanda:
Dove va la Valdobbiadene dei nostri giorni governata da Amministratori
Pubblici incapaci di lasciar fuori la propaganda quando analizzano la
“questione”?
La “questione-giusta” che ci fa comprendere lo spessore culturale (qui inteso
come quel minimo sapere giuridico-amministrativo indispensabile per
governare una Comunità) che aleggia nei piani alti del Palazzo Municipale di
Piazza Marconi è data dalla questione legata all’antenna montana. Una
questione che per come è stata affrontata da tanto l’impressione che sia
(ahinoi) lo specchio fedele “anche” del libero pensiero che troneggia tra i
componenti la Giunta Comunale. Dopo aver ragionato (veda il lettore l’articolo
pubblicato su “Il Tornado” n° 531 del 23 ottobre 2008 e sull' Endimione del
mese di Novembre 2008) su “certe incoerenze”, assunte dai componenti la
Giunta Comunale, per altro mai smentite dai pubblici amministratori
protagonisti di questa poco edificante vicenda, con questo articolo analizziamo la questione alla luce del
pronunciamento della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici che in data 23 ottobre 2008 comunica al
Sindaco di Valdobbiadene quanto segue: “tale struttura (l’antenna montana) per la sua configurazione e l’impatto visivo
che genera nel contesto, inevitabilmente risulta incompatibile con il luogo ove è collocata”, pertanto “ordina la
sospensione dei lavori ai sensi dell’art. 150 del D.L.g.s. 42/2004 e successive modifiche ed integrazioni”. Al che il
lettore si chiederà: ma la Soprintendenza non poteva pensarci prima ad inviare questa comunicazione dal momento
che l’antenna è già stata innalzata? La risposta purtroppo è negativa, visto che il Comune di Valdobbiadene non aveva
né interessato, né invitato (semplice dimenticanza?) la Soprintendenza alla decisiva Conferenza di Servizio convocata
per il 13 giugno 2008. Quella decisiva Conferenza di Servizio vedeva presenti invece le seguenti realtà: ARPAV, ULSS
n° 8, ENEL, il Comune di Valdobbiadene al gran completo, con i funzionari degli uffici ambiente, lavori pubblici, polizia,
commissione edilizia, che esprimevano nell’occasione parere favorevole a quanto richiesto da Klasse Uno. Grazie a
questo parere favorevole di lì a qualche giorno, il 20 giugno 2008, veniva rilasciata l’autorizzazione per lo spostamento
dell’impianto radioelettrico e per l’installazione di una cabina elettrica a servizio dell’antenna montana. L’aver
“dimenticato” di convocare la Soprintendenza al tavolo della Conferenza di Servizio del 13.6.2008 è risultato nei fatti un
errore amministrativo molto grave, che peraltro si inquadra dentro un contesto ancor più grave, dal momento che altre
significative “dimenticanze” sono da addebitare a chi ha responsabilità pubbliche: Sindaco Pier Giorgio Davì, Vice
Sindaco GianAntonio Bortolin e Assessori Comunali. “Dimenticanze” ed errori che purtroppo si inquadrano dentro un
contesto pubblico che va oltre i Signori Amministratori citati. Qui infatti non possiamo dimenticare il ruolo svolto dai
Funzionari degli uffici pubblici che a vari livelli di responsabilità hanno gestito (evidentemente male, anzi malissimo)
tutto il procedimento amministrativo. E questi errori, che a ben vedere si dimostrano essere il “frutto” prodotto
dagli Amministratori e Funzionari Pubblici, verranno profumatamente pagati dai Cittadini Contribuenti di
Valdobbiadene.
“Dimenticanze ed errori” che ci fanno ben comprendere quanto calzanti fossero le considerazioni rilasciate in data 21
ottobre 2008 dal dottor Guglielmo Monti (un alto Funzionario dello Stato, che fino a pochi mesi fa e per 17 anni, ha
guidato la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici delle Province di Venezia, Padova, Belluno e
Treviso, insomma un uomo che la nostra realtà la conosce bene):
“L’azione dei politici locali andrebbe inquadrata e controllata da autorità meno legate alle contingenze politiche,
soprattutto in settori come la tutela e la programmazione paesaggistici”;
“L’opinione pubblica veneta ha acquisito maggiore sensibilità rispetto alla salvaguardia del territorio, ma a
parole. Nei fatti non ancora.”
Grazie e arrivederci. Gianantonio Geronazzo
(*) = le autorevoli parole del dr. Monti sono state riprese da una sua intervista pubblicata domenica 21 settembre 2008
sull’”Azione”, il settimanale della Diocesi di Vittorio Veneto.
cronaca
Giovanni Corrado
neo ingegnere
Da Valdobbiadene ci è giunta la notizia che GIOVANNI CORRADO,
figlio di Franco e Tessaro Rosamaria, ha conseguito il 24 Novembre
2008, presso l'Università degli Studi di Padova, la laurea in
Ingegneria Gestionale.
Titolo della tesi:
"Analisi economico-finanziaria di un caso aziendale con riferimento
al distretto in cui è inserito".
Relatore: Ch.ma Prof.ssa Chiara Verbano.
Le più grandi congratulazioni al Neo Dottore!
27 cronaca

SUCCESSO A ZURIGO DEI CANTALAORA


Sabato 21 febbraio per il 30° anniversario della C.A.VE.S.
Il Gruppo Cantalaora ha realizzato uno dei propri obiettivi: portare lo spettacolo “Migranti: storie, canti e immagini
dell’emigrazione Feltrina” (oltre settanta repliche in tutto il Triveneto) all’estero, fra gli stessi emigranti veneti ormai
insediatisi da tempo nel nuovo paese. L’occasione
è stata offerta dal Convegno promosso della
C.A.VE.S.–Confederazione Associazioni Venete in
Svizzera e dalla Regione Veneto sul tema “Il Voto
degli italiani all’estero”, tenutosi all’Hotel Spirgarten
di Zurigo Altstetten sabato scorso 21 febbraio. Lo
spettacolo è stato allestito al termine del convegno,
che celebrava anche il trentennale della C.A.VE.S
e di una cena conviviale cui hanno partecipato tutti
i rappresentanti delle associazioni venete.
L’esibizione è stata seguita con grande
partecipazione, soprattutto nei passaggi che
riguardavano le esperienze di emigrazione in terra
svizzera e sostenuta da ripetuti applausi. Non sono
pochi gli emigranti che alla fine hanno sentito il
bisogno di trasmettere le loro personali esperienze
migratorie ai componenti del gruppo, senza
nascondere la nostalgia ancora viva dopo tanti anni per il proprio paese di provenienza. I Cantalaora si apprestano
ora a continuare la loro tournée internazionale con una nuova replica dello spettacolo programmata venerdì 8
maggio in Lussemburgo, a Dudelange, cittadina che nei primi trent’anni del secolo scorso ha ospitato oltre quat-
tromila lavoratori feltrini. L’iniziativa è organizzata dalla Comunità Montana Feltrina in collaborazione al Centre de
Documentation sur les Migrations Humaines, nell’ambito del gemellaggio con la Città di Feltre. È stata precedeuta
dall’allestimento della mostra fotostorica “Con la Valigia in mano”, (inaugurata il 13 febbraio scorso nello stesso cen-
tro studi presso la Gare Usines di Dudelange), mostra che ha ispirato la realizzazione anche dello spettacolo Migran-
ti. Ma già contatti sono in corso per esportare questa rappresentazione teatral-musicale anche in altre località euro-
pee ed oltreoceano.

attualità

Pari Opportunità: entro 20/3


concorso scritture al femminile
E' un concorso di scritture al femminile quello proposto dal Comune di Casciana
Terme in provincia di Pisa; si intitola "Quello che ti vorrei dire ...", lettere di donne
che raccontano esperienze, situazioni, episodi reali o immaginari.
Le persone interessate dovranno inviare entro il 20 marzo 2009 i propri elaborati che
potranno essere presentati sia in formato cartaceo che su supporto magnetico Cd
rom. La partecipazione è gratuita.
L’indirizzo cui inviare i testi è il seguente:
“Concorso - Quello che ti vorrei dire ... - Casciana Terme 2009"
presso Comune di Casciana Terme,
Viale Regina Margherita, 9 - 56034 Casciana Terme (Pi).
Il bando è il modulo di iscrizione al concorso sono disponibili on line nel sito
dell’amministrazione comunale: http://www.comune.cascianaterme.pi.it
Per ulteriori informazioni rivolgersi all’Ufficio Relazioni con il Pubblico - Sig.ra Acerbi Cinzia - tel. 0587/644424 -
protocollo@comune.cascianaterme.pi.it - www.comune.cascianaterme.pi.it

Ministero della Pubblica Istruzione


Istituto Comprensivo dell'Infanzia, Primaria e Secondaria di 1° grado di Quero
Centro Territoriale Permanente per l’istruzione e la formazione in età adulta di Quero
Via Nazionale, n. 35/B - 32030 - QUERO (Belluno) - Tel. 0439/787111 – fax 0439/787851 - Codice fiscale 82004030258
e-mail mediaquero@libero.it

CORSI PER ADULTI - ANNO SCOLASTICO 2008/09


Il Centro Territoriale Permanente per l’istruzione e la formazione in età adulta di Quero con sede presso l’Istituto
Comprensivo di Quero, comunica che il corso di TEDESCO per adulti avrà inizio lunedì 16 marzo 2009 dalle ore
19.30 alle ore 21,30 presso la scuola primaria di Quero.
Il corso è strutturato in 25 ore e viene chiesto un contributo spese di € 35,00.-
Sono aperte le iscrizioni anche per i CORSI DI SPAGNOLO per adulti con inizio verso la terza settimana di marzo
2009 (calendario da definire). Contributo spese di € 30,00.-
Per informazioni e iscrizioni – SEGRETERIA CTP (Maria Angela) SCUOLA MEDIA QUERO - TEL 0439/787111
28 cronaca

asterisco

La favola del colibrì


Quel giorno in cui il più piccolo tra gli uccelli insegnò agli altri
animali che: “Insieme si può…”
Un giorno nella foresta scoppiò un grande incendio. Di fronte all’avanzare delle
fiamme, tutti gli animali scapparono terrorizzati mentre il fuoco distruggeva ogni cosa
senza pietà. Leoni, zebre, elefanti, rinoceronti, gazzelle e tanti altri animali cercarono
rifugio nelle acque del grande fiume, ma ormai l’incendio stava per arrivare anche lì.
Mentre tutti discutevano animatamente sul da farsi, un piccolissimo colibrì si tuffò nelle
acque del fiume e, dopo aver preso nel becco una goccia d’acqua, incurante del gran
caldo, la lasciò cadere sopra la foresta invasa dal fumo. Il fuoco non se ne accorse
neppure e proseguì la sua corsa sospinto dal vento. Il colibrì, però, non si perse
d’animo e continuò a tuffarsi per raccogliere ogni volta una piccola goccia d’acqua che
lasciava cadere sulle fiamme. La cosa non passò inosservata e ad un certo punto il
leone lo chiamò e gli chiese: “Cosa stai facendo?”. L’uccellino gli rispose: “Cerco di
spegnere l’incendio!”. Il leone si mise a ridere: “Tu così piccolo pretendi di fermare le
fiamme?” e assieme a tutti gli altri animali incominciò a prenderlo in giro. Ma l’uccellino,
incurante delle risate e delle critiche, si gettò nuovamente nel fiume per raccogliere
un’altra goccia d’acqua. A quella vista un elefantino, che fino a quel momento era
rimasto al riparo tra le zampe della madre, immerse la sua proboscide nel fiume e,
dopo aver aspirato quanta più acqua possibile, la spruzzò su un cespuglio che stava
ormai per essere divorato dal fuoco. Anche un giovane pellicano, lasciati i suoi genitori al centro del fiume, si riempì il
grande becco d’acqua e, preso il volo, la lasciò cadere come una cascata su di un albero minacciato dalle fiamme.
Contagiati da quegli esempi, tutti i cuccioli d’animale si prodigarono insieme per spegnere l’incendio che ormai aveva
raggiunto le rive del fiume. Dimenticando vecchi rancori e divisioni millenarie, il cucciolo del leone e dell’antilope, quello
della scimmia e del leopardo, quello dell’aquila dal collo bianco e della lepre lottarono fianco a fianco per fermare la corsa
del fuoco. A quella vista gli adulti smisero di deriderli e, pieni di vergogna, incominciarono a dar manforte ai loro figli. Con
l’arrivo di forze fresche, bene organizzate dal re leone, quando le ombre della sera calarono sulla savana, l’incendio
poteva dirsi ormai domato. Sporchi e stanchi, ma salvi, tutti gli animali si radunarono per festeggiare insieme la vittoria sul
fuoco. Il leone chiamò il piccolo colibrì e gli disse: “Oggi abbiamo imparato che la cosa più importante non è essere
grandi e forti ma pieni di coraggio e di generosità. Oggi tu ci hai insegnato che anche una goccia d’acqua può essere
importante e che «insieme si può» spegnere un grande incendio. D’ora in poi tu diventerai il simbolo del nostro impegno
a costruire un mondo migliore, dove ci sia posto per tutti, la violenza sia bandita, la parola guerra cancellata, la morte per
fame solo un brutto ricordo”.
Tratto da: http://www.365giorni.org/colibri/?page_id=3

Il Mercatino
Bicicletta donna city bike,
con marce, mai usata
prezzo interessante
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29 lettere al tornado

cronaca
Auguri Tarsilla
Domenica 0.02.2009 la
querese Tarsilla Mondin
Schievenin ha
festeggiato 80
primavere, attorniata da
tutta la sua famiglia,
pranzando al ristorante
“Al Molin” di Alano.
Erano presenti anche le
due sorelle: Lina e
Elena, che vediamo in
foto con la festeggiata.
Cari auguri di cuore dai
tuoi figli Miranda,
Wilmer e Mirka.

sabato (e domenica) ATTENZIONE: Non si tratta di una crociera a lume di candela, ma di una
antica festa popolare, quindi va richiesto ai partecipanti un po’ di spirito di
11-12 luglio adattamento per poter godere appieno della serata
a VENEZIA per la Dopo cena, ripresa della crocierina per il ‘cuore’ della Laguna, e quando la città più
romantica del mondo comincia ad accendersi di mille e mille luci, la motonave si
posizionerà sul bacino di San Marco, trovando un posto felice per la vista dei

Festa del ‘fuochi’ o attraccando al lato Giardini, in ogni caso nella posizione migliore
possibile per regalare ai partecipanti la più suggestiva delle serate.
Le quote comprendono:

REDENTORE x
x
Pullman Gran Turismo (salvo ritrovo in loco)
Crocierina sulla Motonave riservata secondo programma
con una piccola crociera tra le isole della Laguna x CENA IN RISTORANTE a BURANO (Bevande comprese)
x Bevande al bar della motonave: minerale, aranciata, coca, birra, vino
e MUSICA VENEZIANA DAL VIVO bianco e rosso, grappino ed anguria
€ 120 dal Trentino A.A. e dal Bellunese x MUSICA VENEZIANA DAL VIVO
x Assistenza in Pullman ed a bordo della motonave da parte del
€ 115 dal Trevigiano personale Grizzly Viaggi e Assicurazione rct
€ 105 direttamente a Punta Sabbioni CENA DI PESCE, bevande comprese
Pullman Gran Turismo per arrivare a PUNTA SABBIONI verso le 17,30 - Menu: Aperitivo, Antipasto (sarde in saor), Risotto ai frutti di mare, Frittura di
18,00. Imbarco sulla Motonave e partenza per una piccola crociera nella pesce “Laguna”, Insalatina, Dolci di Burano (Buranei), Vino, Minerale, Caffè
Laguna di VENEZIA, costeggiando le isole principali. Sosta a BURANO,
passeggiata tra i vicoli multicolori. N.B: la cena verrà servita al tavolo in un
prestigioso locale di Burano in due turni: 1° dalle 19,15 alle 20,15 e 2°
dalle 20,30 alle 21,30.
informazioni e prenotazioni:
BELLUNO 0437 - 942726 AGORDO 0437- 640030
FELTRE 0437- 2222 PERGINE Vals. 0461- 534820
MOGLIANO 041 - 5936239 CONEGLIANO 0438 - 21156
30 lettere al tornado

Il vituperato Cadorna
di Martino Durighello
Vorrei spezzare una lancia in favore del vituperato Cadorna. Contro di lui se ne sono dette e ridette e si continua a
dirne tante da farlo apparire un vero criminale, crudele, ottuso, ignorante. Che Cadorna fosse uno stinco di santo,
questo no, ma non era nemmeno il mostro che si vuol far credere. Almeno non più di tanti altri.
È vero che era autoritario oltre misura; è vero che mandava al massacro migliaia di soldati senza nemmeno chiedersi
se ciò era proprio l’unica cosa che si poteva e si doveva fare; è vero che non aveva alcuna considerazione per i soldati
e che non li amava, che, per lui, erano solo “carne da macello”; è vero che per tenere in mano la situazione non
sapeva far altro che ordinare decimazioni, fucilazioni e siluramenti, senza nemmeno sognarsi di indagare se certi
comportamenti erano proprio viltà davanti al nemico o semplicemente umana impossibilità di agire diversamente. Ma
tutto questo era nell’ordine delle cose e nelle mentalità di quasi tutti gli alti papaveri dell’esercito italiano.
Insomma era comportamento normale, obbediente ai canoni delle tecniche di guerra del tempo: sistemi strategici,
tattici, e di governo del personale. Cioè di guerra ottocentesca.
Inoltre Cadorna non accettava interferenze da parte di chicchessia: non dai collaboratori, che non aveva (aveva solo
subalterni) né intromissioni; nemmeno del Governo. Tracotante e assolutamente incapace di riconoscere e ammettere
i propri errori, “silurava” anche quei comandanti che, dimostrandosi troppo…gagliardi potevano dargli ombra. Credeva
cecamente in ciò che faceva e non lo sfiorava minimamente l’idea che si potesse condurre una guerra in modo diverso
dal suo: logoramento del nemico e attacco frontale per conquistare il terreno palmo a palmo. Ma, poiché nessuno lo
amava e lo stimava, perché, né Governo, né Re, né Consiglio di Guerra pensò mai a sostituirlo? Il problema era “con
chi”, visto e considerato che nessuno appariva all’altezza del compito. Non, almeno, più di lui. Erano tutti generali
promossi a tavolino, per anzianità e non per esperienza: lo avevano abbondantemente dimostrato le guerre africane
(Eritrea, Somalia, Libia). Ora, nessun atleta, di qualunque sport, può pretendere di diventare un campione, senza
allenamento. E tanto meno può fare miracoli un allenatore privo di esperienza. Tra tanti inetti il migliore sembrava
proprio lui, il Cadorna... Beato l’orbo nel paese dei ciechi!
La più grave lacuna dei nostri ufficiali superiori (tolta qualche mosca rara) era, oltre ai molti difetti già attribuiti al
Cadorna, (dei quali, quindi, non era il solo depositario) consisteva nella prosopopea e nella vanagloria che impedivano
loro di studiare e conoscere il terreno delle operazioni, che, in guerra, è cosa fondamentale. Gli episodi testimoniati
sono molti, ma basti citare ad esempio quel generale, “abilissimo” nell’ordinare assalti alla baionetta e fucilazioni, ma
così “esperto” da scambiare una lattrina per un fortino (E. Lussu: - Un anno sull’Altopiano); o quell’altro Generale che,
dopo aver comandato ben dieci assalti al Son Pàuses con l’unico risultato di coprire il terreno di cadaveri, trovandosi
“silurato” per il fallimento dell’impresa, chiese al suo capitano dove mai fosse quel c. di Son Pàuses (P. Jahier: Con me
e con gli alpini); o il Colonnello Tarditi, del quale i soldati canticchiavano:
Caro Signor Tarditi, / al Fanis ci vada lei / invece di guardarlo / con il binocolo da Vervei!
e che, avendo rimproverato il tenente Venier per il mancato saluto si sente rispondere: «Signor Colonnello, io sto di
casa lassù (sul Castelletto della Tofana) dove non ho mai avuto l’onore di incontrarla!» (L. Viazzi: - Le aquile delle
Tofane)
Cadorna no; Cadorna studia e conosce il territorio anche di persona.
Ad Alano fino agli anni cinquanta del secolo scorso, più di una persona ricordava che nel maggio del 1917 si vide il
generale Cadorna con altri alti ufficiali in piazza (che allora era solo uno slargo con erba ai lati). Anche mio padre,
all’epoca giovane di non ancora 17 anni, essendo nato nel novecento del 1900, mi ripeteva spesso l’episodio.
Lì, nel bel mezzo della strada il generale studiava la carta topografica che gli reggeva il suo segretario, Generale Gatti,
e, agitando il suo bastone indicava il Monfenera, il Tomba, la Valle del Piave e le propaggini del Grappa e disse,
secondo quanto riferito dallo stesso Gatti e riportato dal Generale Rodolfo Corselli nella sua monumentale “Storia della
Grande Guerra”: «Il Grappa deve riuscire imprendibile. Deve essere fortissimo da ogni parte. In caso di disgrazia per
l’Italia io verrò a piantarmi qui. Laggiù Asiago e le Melette; qui il Grappa… e il Monte Tomba e il Monfenera, poi il
Montello e la Piave. In caso di disgrazia, ripeto, questa è la linea che occuperemo». (Da d. m. d. Alano di Piave, etc.)
E così avvenne. Lo riconobbe anche A. Diaz nel bollettino del 15/12/17: «La lotta furiosa che fu combattuta con
disperata tenacia dalle nostre truppe sui Salaroli, Col dell’Orso, Val Calcino, Porte di Salton… Le Termopoli d’Italia».
Cadorna non credeva nella guerra di movimento, pensava impossibile una strategia di sfondamento:
«E’ (questa) una guerra dove l’effetto di qualunque genialità è scomparso, perché l’attuazione di qualunque idea
geniale si basa sulla rapidità di manovra e questa s’infrange contro ogni buon sistema di trincee e reticolati» (lettera ai
famigliari)
E lui di genialità ne aveva pronta! Caporetto gli diede torto (in parte). E il Piave, ragione! Ragione gli dà anche la
Storia. Tutti i grandi condottieri e conquistatori, fin dall’antichità, che adottarono la strategia della rapidità, fallirono:
Alessandro Magno, Ciro, Serse, Brenno, Annibale, Attila, Gengis Khan, Tamerlano, Carlo VIII, Napoleone, Hitler:
conquistarono in poco tempo vasti territori e li persero in altrettanto tempo breve.
Così fu anche nel 1917. La rapida manovra di Caporetto ebbe facile successo, nell’immediato; ma poi?
Ogni conquista, anche piccola, anche apparentemente insignificante, va consolidata e difesa; (e questo richiede
tempo) o è destinata a fallire. Cadorna non era un genio, ma queste cose le sapeva: se sbaglia quando afferma che
ogni manovra rapida s’infrange contro “una buona difesa” organizzata (ma Caporetto fu una buona difesa?). Però,
prima o dopo avrà ragione di chi alle spalle non si ritrova che il vuoto.
Del resto Caporetto non fu un errore di Cadorna, bensì, se non proprio tradimento, faciloneria di chi (leggi Badoglio)
invece di informare il Comando Supremo delle “voci” di un imminente e robusto attacco nemico, abbandonò il suo
posto e se ne andò a spasso nelle retrovie, tentando poi inutilmente, di correre, ma troppo tardi, ai ripari (…e così si
guadagnò fama di eroe!) Tale trascuratezza fu pure aggravata dalla disobbedienza del Generale Di Robilant che,
invece di ritirarsi eseguendo l’ordine di Cadorna, tergiversò finchè fu troppo tardi e quella che poteva essere una ritirata
strategica, divenne una fuga disastrosa.
31 lettere al tornado

Di Caporetto Cadorna fu responsabile, certo; ma fino ad un certo punto. Dei sei ufficiali superiori messi sotto inchiesta,
l’unico che riuscì a cavarsela, anzi, ad essere medagliato e promosso, fu Badoglio che ne era, forse il vero
responsabile. Ma Badoglio era come una boa: sempre a galla! Lo fu dopo Caporetto (divenne braccio destro di Diaz);
lo fu con Mussolini (Maresciallo dell’Impero); lo fu dopo la caduta del Duce (Capo del Governo del Re in esilio)…
Cadorna, invece, con una certa lungimirante strategia, aveva previsto quanto poi accadde. In seguito alla Rivoluzione
Bolscevica e al conseguente abbandono della lotta da parte della Russia, i tedeschi rinunciarono ad inseguire l’esercito
russo in ritirata, non avendo particolari interessi sul fronte orientale e si riversarono sul fronte italiano, dove i loro alleati
austroungarici, logorati dalle lunghe battaglie e dalla continua pressione operata dal Cadorna contro le loro difese,
erano allo stremo. La ventata d’ossigeno dell’esercito germanico e non il tradimento (se non gli errori di cui è stato
detto sopra) provocò la rotta di Caporetto. Cadorna aveva subodorato questa possibilità fin dal maggio del 1917 ed era
corso ai ripari.
E’ già in quella primavera fervevano i lavori che preparavano la difesa sul Monfenera e sul Tomba. Non sembra perciò
del tutto veritiera la testimonianza del Colonnello Del Fabbro, né quella del Generale Venturi (Cfr. nota 15 a pagina 69
de “La Stretta Finale”). Esse contrastano con quanto affermano i Generali Gatti e Corselli (citati qui sopra).
E quel Colonnello del Genio che non sapeva perché sul Monfenera (e sul Tomba) doveva fare quanto stava facendo,
era lui in difetto e non chi gli aveva dato quell’ordine! Dopo Caporetto, contro chi voleva appostarsi sul Tagliamento,
contro chi voleva attestarsi sul Po, contro gli alleati (particolarmente i francesi che nicchiavano e dai quali, a ragione
non si fidava), Cadorna si fermò come aveva previsto e predisposto sulla linea Grappa-Tomba-Monfenera- Montello-
Piave. Ma venne il “siluro”, quel “siluro” che tanto spesso, troppo, aveva usato e abusato con i suoi subalterni.
Lo sostituì Armando Diaz, una mezza tacca, pressoché sconosciuto.
Che fece costui?
Oltre alla patata bollente (la rotta precipitosa) si ritrovò tra le mani anche forchetta e coltello per pelarla (le difese
predisposte da Cadorna). E gli fu gioco relativamente agevole resistere, prima, e contrattaccare poi. Non che gli si
debbano negare dei meriti. Diaz seppe in un momento estremamente difficile, rincuorare un esercito amareggiato e
sfasciato, riorganizzarlo, ridargli vigore e fiducia, creare quell’entusiasmo e quell’unità umana e d’intenti che portò
l’Italia alla vittoria contro un nemico ormai esausto, ma non domo. Risultati che forse Cadorna, col suo carattere
esasperante e autoritario, forse non sarebbe riuscito ad ottenere. E si mise al fianco un certo Badoglio che, a parte
tutto il resto, abilità strategiche e tattiche sicuramente ne aveva. In conclusione: Diaz passerà alla storia come l’uomo
di Vittorio Veneto, mentre Cadorna rimane l’uomo di Caporetto.
Anche questo insegna la Storia, magistra vitae: che non sempre meriti e demeriti vengono equamente distribuiti.

Domenica 29 marzo anello nell’area del castello di Zumelle


Escursione facile. Ritrovo in piazza a Lentiai alle 8. Trasferimento in auto in località Tiago (15 minuti). Percorso:
Tiago (407) – strada per i Rui – prati di Castron (647) – pian di Castron (933) – sosta in casera aperta esclusivamente
per noi – Praderadego (910) con sosta all’antica osteria “Vin e pit” – si scende prima per strada asfaltata e poi per
carrareccia fino alla località Nabie – chiesetta di san Donato – visita facoltativa al castello di Zumelle – Tiago (407).
Pranzo al sacco. Ritorno alle auto previsto per le 14. Dislivello complessivo circa 550 metri.

Lunedì 13 aprile 2009 monte Cimone (da Caldonazzo)


Escursione di media difficoltà. Ritrovo a Feltre (Foro Boario) alle ore 7,30. Trasferimento in auto a Caldonazzo
(circa un’ora). Percorso: dopo aver percorso un tratto dell’antica strada che collegava Rovereto a Caldonazzo (489), si
sale al monte Cimone (1.525). Quindi si percorre la dorsale fino al monte rovere. Pranzo al sacco. Ritorno alle auto
verso le 15. Dislivello complessivo 1.000 metri.

ESCURSIONI SUCCESSIVE
Ven. 1, Sab. 2 e Dom. 3/05 – Pania della croce (Alpi Apuane) con pullman
Dom. 17/05 – traversata da Milies al passo di san Boldo
Sab. 20 e dom. 21/06 – rifugio Cà Runcash (Alpi Retiche)
I programmi e le foto delle escursioni sono disponibili anche sul sito www.bassofeltrino.it
Informazioni ed adesioni: 0439.56391 (Edy Ballerin); 0439.776111 (Fulvio Mondin); 349.1977428 dopo le 17
(Luciana Facchin); 340.3070804 (Lia Zanella).
e.mail: escursionismosenzaconfin@tin.it. O escsenza.confini@libero.it
Gli organizzatori declinano ogni responsabilità in caso di incidenti prima, durante e dopo le escursioni.
32 lettere al tornado

A Belluno la Family Card


di Roberto Forcellini
Carissimi tutti, è con immensa soddisfazione che vi annuncio la presentazione
della *family card* del Comune capoluogo della mia provincia.
Il 27 febbraio, con inizio alle ore 11,00 ho avuto l'onore ed il piacere, insieme al
mio instancabile braccio destro Gianrico Levis (Coordinatore Comunale per Bel-
luno) di partecipare alla conferenza stampa indetta dal Comune di Belluno, svol-
tasi in sala giunta di Palazzo Rosso. All'incontro di presentazione, oltre a noi due,
erano presenti: il sindaco Avv. Antonio Prade, l'assessore alle politiche per la
famiglia dr. Marco Da Rin Zanco, la
dirigente dei servizi sociali del comune di
BL dr.ssa Anna Favero, il delegato
provinciale dell'ASCOM Andrea Dal Pont, i
cronisti de "il Gazzettino", "Corriere delle
Alpi", "Corriere del Veneto" (Corriere della
Sera) e gli operatori di "Telebelluno" ed
"Antenna 3 Nordest". Non mi dilungo nella
cronaca ma vi allego l'immagine
dell'adesivo che sarà posto all'entrata dei
negozi convenzionati, più il link del
Gazzettino. Cliccando sul link qui sotto
entrate nella prima pagina della cronaca
locale de IL GAZZETTINO dove trovate l'anticipazione del servizio interno. A _pagina III_ trovate l'articolone a noi de-
dicato. Il notiziario su Antenna 3 (cronaca di Belluno) ha dedicato un servizio a questo evento.
Roberto Forcellini, Coordinatore provinciale ANFN x BL
http://carta.ilgazzettino.it/LeggiGiornale.php?TipoVisualizzazione=1&GiornoPagina=28&MesePagina=2&AnnoPagina=
2009&CodSigla=BL&NumPagina=1
MOUNTAIN BIKE

La
soluzione!
Ecco la foto con ripresa frontale
dei protagonisti del piccolo
concorso lanciato qualche
numero fa, con una
inquadratura che qui
riproponiamo. Gli attori sono gli
alanesi Antonio Mondin e
Gianni Mondin.

Per informazioni: Stefano Favaro, maestro Mtb, 3472271589; Antonio Mondin, accompagnatore Mtb, 3396105652
www.freedomonbike.it – info@freedomonbike.it

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