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Bizantinistica

Rivista di Studi Bizantini e Slavi

SERIE SECONDA Anno VII - 2005

FONDAZIONE

CENTRO ITALIANO DI STUDI SULLALTO MEDIOEVO


SPOLETO

DANIELE ARNESANO

Il Copista del Digenis Akritas . Appunti su mani anonime salentine dei secoli XIII e XIV
Lintensa produzione libraria greca nel Salento medievale testimoniata dai manoscritti giunti fino a noi in quantit considerevole 1. Il tentativo di delineare la storia grafica salentina incontra la sua maggiore difficolt, oltre che nella variet delle manifestazioni grafiche, nella quantit di testimonianze da esaminare. Lindagine procede cos nellaltalenante complementariet tra lo studio analitico dei manoscritti e limprenscindibile esigenza di ordinarli in gruppi omogenei 2. Nelle pagine seguenti propongo lidentificazione di alcune mani, in forma di semplici appunti che dovrebbero contribuire a definire meglio il panorama grafico. Si tratta, ad eccezione del copista Giorgio di Aradeo 3, di mani anonime; soltanto per la prima, grazie al manoscritto pi importante del quale essa responsabile, ho formulato il nome convenzionale che d il titolo al presente lavoro. Tutte le mani esaminate rientrano nella temperie storico-grafica definita da Victor Gardthausen palaeographische Barockzeit, la quale incontr una particolare fortuna nellarea salentina durante i secoli XIII e XIV 4.

1 Si veda O. MAZZOTTA, Monaci e libri greci nel Salento medievale, Novoli, 1989 (Scriptorium, 2), pp. 63101 e D. ARNESANO, Il repertorio dei codici greci salentini di Oronzo Mazzotta. Aggiornamenti e integrazioni, in Tracce di storia. Studi in onore di monsignor Oronzo Mazzotta, a cura di M. SPEDICATO, Galatina, 2005, pp. 27-82. 2 Talvolta possibile attribuire due o pi manoscritti alla stessa mano; tra i casi pi recenti mi permetto di rinviare a D. ARNESANO, Il Copista del Dioscoride . Un anonimo salentino del secolo XIII, in Bollettino dei Classici, XXIV (2003), pp. 29-55. 3 Cfr. 10. 4 V. GARDTHAUSEN, Griechische Palaeographie, Leipzig, 1879, p. 197; A. JACOB, Les critures de Terre dOtrante, in La palographie grecque et byzantine (Paris, 21-25 octobre 1974), Paris, 1977 (Colloques internationaux du Centre National de la Recherche Scientifique, 559), pp. 269-281: 273-276.

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1. Propongo di indicare come Copista del Digenis Akritas lo scriba anonimo responsabile del Crypt. Z. a. XLIV (Gr. 59) 5, autorevole testimone del famoso poema epico, che ha giustamente stimolato una profonda riflessione negli studiosi della letteratura bizantina, in particolare come opera di frontiera 6: ha osservato Guglielmo Cavallo che la circolazione del Digenis Akritas in Terra dOtranto non si pu ritenere casuale, giacch lItalia meridionale, come lAnatolia, terra dorigine del poema, fu zona bizantina di frontiera 7. I ff. 1r-73r del codice criptense contengono la redazione pi completa del Digenis Akritas (sigla G) 8, i ff. 73v-79v contengono la versione c dello Spaneas 9. Il manoscritto, in carta occidentale non filigranata, stato vergato da una sola mano 10, ma vanno registrati due interventi di una coeva mano salentina ai ff. 13v e 35v.

5 A. ROCCHI, Codices Cryptenses seu Abbatiae cryptae Ferratae in Tusculano digesti et illustrati cura et studio D. A. Rocchi, hieromonachi basiliani bibliothecae custodis, Tusculani, 1883, pp. 469-470. 6 Per unintroduzione allopera si veda P. ODORICO, Digenis Akritas. Poema anonimo bizantino, Firenze, 1995, pp. XXI-LIII; pi in particolare cfr. E. MALTESE, Un eroe di frontiera, ibid., pp. IX-XVII: X. Tra gli interventi pi recenti si veda M. D. LAUXTERMANN, La poesia, in Lo Spazio Letterario del Medioevo, 3, Le culture circostanti, I, La cultura bizantina, a cura di G. CAVALLO, Roma, 2004, pp. 301-343: 306-307 e C. CUPANE, Il romanzo, ibid., pp. 407-453: 430-431, 449. 7 G. CAVALLO, Ai confini dellimpero. Appunti sulle culture di frontiera a Bisanzio, in corso di stampa negli atti del terzo convegno europeo di studi medievali. Ringrazio Guglielmo Cavallo per aver messo gentilmente a mia disposizione il dattiloscritto. 8 E. JEFFREYS, Digenis Akritis. Edited and Translated, Cambridge, 1998 (Cambridge Medieval Classics, 7); C. JOUANNO, Dignis Akritas, le hros des frontires. Une pope byzantine. Version de Grottaferrata, Turnhout, 1998; P. ODORICO, LAkrite. Lpope byzantine de Dignis Akritas, Toulouse, 2002; a queste edizioni rimando anche per lampia biliografia. Dal Crypt. Z. a. XLIV fu esemplato dal Rocchi lodierno Crypt. Z. a. LXXII (Gr. 382): S. LUC, Su origine e datazione del Crypt. B.b.VI (ff. 1-9). Appunti sulla collezione manoscritta greca di Grottaferrata, in Tra Oriente e Occidente. Scritture e libri greci fra le regioni orientali di Bisanzio e lItalia, a cura di L. PERRIA, Roma, 2003 (Testi e studi bizantino-neoellenici, 14), pp. 145-224: 211 n. 296. La versione pi antica del poema quella contenuta nello Scorial. Y IV 22 (sigla E): F. RIZZO NERVO, Dighens Akritis. Versione dellEscorial, Soveria Mannelli, 1996 (Medioevo Romanzo e Orientale. Testi, 3). 9 G. DANEZIS, Spaneas. Vorlage, Quellen, Versionen, Mnchen, 1987 (Miscellanea Byzantina Monacensia, 31), pp. 3, 163-170 (sigla G). Il codice criptense costituisce un ramo a se stante (appunto la versione c) della complessa tradizione manoscritta, insieme al pi recente Vat. gr. 1276 (ibid., sigla V): A. ACCONCIA LONGO - A. JACOB, Une anthologie salentine du XIVe sicle: le Vaticanus gr. 1276, in Rivista di Studi Bizantini e Neoellenici, XVII-XIX (1980-1982), pp. 149-228: 212-213 nr. 25. I rapporti fra i due testimoni sono stati chiariti da G. SPADARO, Due redazioni inedite dello Spaneas (Vat. gr. 1276 e Cryptensis Z.a. XLIV), in XVI. Internationaler Byzantinistenkongress (Wien, 4.-9. Oktober 1981). Akten, II/3 (= Jahrbuch der sterreichischen Byzantinistik, XXXII [1982]), pp. 277-288, tav. prima di p. 279 (f. 78r), cui si deve anche la corretta interpretazione di uninscriptio che caratterizza i due manoscritti: in essa si sottolinea una vicinanza fra Comneni e Normanni che, letta in chiave politica filo-normanna, consente di collocarne lorigine proprio in area salentina ed ipotizzare che dellimportazione dello Spaneas sia stato responsabile Nettario di Casole (ibid., p. 282). 10 A. JACOB, scheda in Codici greci dellItalia meridionale (Grottaferrata, Biblioteca del Monumento Nazionale, 31 marzo - 31 maggio 2000), a cura di P. CANART - S. LUC, Roma, 2000, p. 132 nr. 60, con uno specimen (f. 47v). Come ha notato lo studioso, nellultimo foglio (79v, rr. 7-22) una mano diversa (salentina e coeva) ha vergato un frammento di oroscopo. Altri specimina in M. PETTA, Codici greci della Puglia trasferiti in biblioteche italiane ed estere, in Bollettino della Badia Greca di Grottaferrata, XXVI (1972), pp. 85-129, tav. 1 dopo p. 112 (f. 20v), tav. 2 prima di p. 113 (f. 59v).

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Al Copista del Digenis Akritas va attribuita anche la Schedografia Par. gr. 2574 (Tav. I) 11. Numerosi manoscritti di contenuto schedografico furono prodotti nel Salento medievale, in gran parte ancora da studiare 12. In margine al testo del manoscritto parigino una mano pi tarda ha annotato delle glosse in lingua romanza con alfabeto greco 13. Il medesimo copista responsabile anche dei ff. 50v-92v dellAmbros. E 20 sup. 14. Si tratta di un codice membranaceo, in parte palinsesto, vergato da quattro copisti; il primo (ff. 1-22v, 29r50r) ed il secondo (ff. 23r-28v) hanno copiato la Liturgia di Giovanni Crisostomo e la Liturgia dei Presantificati 15. Il Copista del Digenis Akritas ha tra-

11 H. OMONT, Inventaire sommaire des manucrits grecs de la Bibliothque Nationale, Paris, 1886-1888 (ristampa Hildesheim-Zrich-New York, 2000), III, p. 7 (il catalogo di Omont ora consultabile in rete: http://www.bnf.fr/pages/zNavigat/frame/cataloguesnum.htm); il codice palinsesto: ALFRED JACOB, Notes sur les manuscrits grecs palimpsestes de la Bibliothque nationale, in Mlanges Julien Havet. Recueil de travaux drudition ddis la mmoire de Julien Havet (1853-1893), Paris, 1895, pp. 759-770: 767. Sulla schedografia si veda G. SCHIR, La schedografia a Bisanzio nei secoli XI-XII e la scuola dei SS. XL Martiri, in Bollettino della Badia Greca di Grottaferrata, XIII (1949), pp. 11-29; R. BROWNING, Il codice Marciano Gr. XI.31 e la schedografia bizantina, in Miscellanea Marciana di Studi Bessarionei, Padua, 1976 (Medioevo e Umanesimo, 24), pp. 21-34 (ristampato in Studies on Byzantine History, Literature and Education, London, 1977, nr. XVI). 12 Uneccezione il recente saggio di I. BASSHS, Tn nwn filolgwn palasmata. H sullog scedn to kdika Vaticanus Palatinus Gr. 92, in Ellhnik, LII (2002), pp. 37-68. Il Par. gr. 2574 stato attribuito al copista di una di queste schedografie, Nicola di Galatina, responsabile del Barb. gr. 102: H. GAMILLSCHEG, Zur handschriftlichen berlieferung byzantinischer Schulbcher, in Jahrbuch der sterreichischen Byzantinistik, XXVI (1977), pp. 211-230: 213-214; E. GAMILLSCHEG - D. HARLFINGER - H. HUNGER, Repertorium der griechischen Kopisten 800-1600, 2, Handschriften aus Bibliotheken Frankreichs und Nachtrge zu den Bibliotheken Grossbritanniens, Wien, 1989, nr. 446 = 3, Handschriften aus Bibliotheken Roms mit dem Vatikan, Wien, 1997, nr. 526. 13 mlax / lou bitznou. F. 45v (margine esterno): proslutov / lo pailegrnou; f. 47r (margine esterno): o Bibliografia sulle glosse dialettali salentine in D. ARNESANO, D. BALDI, Il palinsesto Laur. Plut. 57.36. Una nota storica sullassedio di Gallipoli e nuove testimonianze dialettali italo-meridionali, in Rivista di Studi Bizantini e Neoellenici, XLI (2004), pp. 113-139: note alle pp. 130-131. 14 D. MARTINI, D. BASSI, Catalogus codicum graecorum Bibliothecae Ambrosianae, Milano, 1906 (ristampa Hildesheim-New York, 1978), pp. 305-306. Ulteriore bibliografia presso http://www.ambrosiana.it. Come il Par. gr. 2574, anche questi fogli sono stati attribuiti a Nicola di Galatina: A. JACOB, Les annales dune famille sacerdotale grecque de Galatina dans lAmbrosianus C 7 sup. et la peste en Terre dOtrante la fin du moyen ge, in Bollettino Storico di Terra dOtranto, I (1991), pp. 23-51: 25. Mentre indiscutibile lidentit di mano fra il manoscritto parigino e i ff. 50v-92v di quello ambrosiano, mi permetto di non condividere la loro attribuzione al copista di Galatina, che a mio avviso torna ad essere responsabile della sola schedografia barberiniana. Per la diversit fra le due mani (beninteso, assai simili, ma non identificabili) si veda la fine di questo paragrafo: si rilevano le differenze pi significative fra la scrittura di Nicola di Galatina (citate in nota) e quella del nostro anonimo (descritta nel testo). 15 R. F. TAFT, A History of the Liturgy of St. John Chrysostom, IV, The Great Entrance, Roma, 1975 (Orientalia Christiana Analecta, 200), in particolare pp. 170, 249 e n. 147, pp. 263, 295 e n. 43, pp. 301, 420 (citato come Ambros. gr. 276); A. JACOB, Deux formules dimmixtion syro-palestiniennes et leur utilisation dans le rite byzantin de lItalie mridionale, in Vetera Christianorum, XIII (1976), pp. 29-64: 39; ID., La lettre patriarcale du Typicon de Casole et lvque Paul de Gallipoli, in Rivista di Studi Bizantini e Neoellenici, XXIV (1987), pp. 143-163: 162; R. F. TAFT, A History of the Liturgy of St. John Chrysostom, IV, The Diptychs, Roma, 1991 (Orientalia Christiana Analecta, 238), in particolare p. 139; ID., Byzantine Communion Rites II: Later Formulas and Rubrics in the Ritual of Clergy Communion, in Orientalia Christiana Periodica, LXVII (2001), pp. 275-352: 291 (Ambros. Gr. 276). Uno specimen della scrittura del primo copista in MAZZOTTA, Monaci e libri greci cit., tav. XXIII (f. 50r).

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scritto la Liturgia di Basilio e le pericopi evangeliche del mattino 16; il quarto copista responsabile delle epistole e delle pericopi evangeliche del tempo comune (ff. 93r-119v). Nel codice fattizio della Biblioteca del Monumento Nazionale di Grottaferrata indicato con la moderna segnatura Gr. 79 sono stati raccolti frammenti di manoscritti eterogenei. Il f. 28, isolato e coincidente con lantica segnatura A. d. XI, proviene da un codice palinsesto, contiene Salmi ed stato vergato dal Copista del Digenis Akritas 17. Il Copista del Digenis Akritas esibisce una minuscola nel testo nitida e leggibile, nel commento barocca e aggrovigliata; essa rivela una mano esperta e disinvolta, abituata ad unintensa attivit professionale. Come la maggior parte delle scritture salentine, essa non presenta peculiarit esclusive, bens unimpronta inconfondibile nella formulazione complessiva, nella concertazione di determinate opzioni grafiche. Si noti alpha maiuscolo con il corpo centrale ridotto ad un cerchietto o ad un piccolo triangolo 18, delta minuscolo con ansa protesa verso sinistra e spigolosa 19, la forma di zeta, lambda formato da due tratti quasi sempre dritti 20, sigma minuscolo con piccolo nucleo di forma circolare 21, tau alto con tratto orizzontale dritto e prolungato verso sinistra 22, phi in due tempi inclinato a sinistra 23, infine psi a forma di croce con boule allinizio del tratto orizzontale 24. 2. Nel Par. gr. 2574 va registrato lintervento di una seconda mano, che, collaborando con il Copista del Digenis Akritas, ha vergato i ff. 38r, 139v 140r (r. 12), 141r (rr. 16-21) (Tav. II). Essa senza dubbio identificabile con

16 P. J. FEDWICK, Bibliotheca Basiliana Universalis. A study of the Manuscript Tradition, Translations and Editions of the Works of Basil of Caesarea, IV.2, Turnhout, 1999 (Corpus Christianorum), p. 753. 17 Esso accuratamente descritto da LUC, Su origine e datazione cit., pp. 172-173, tav. 15 (f. 28v); cfr. anche E. CRISCI, I Palinsesti di Grottaferrata. Studio codicologico e paleografico, Napoli, 1990 (Pubblicazioni dellUniversit degli Studi di Cassino. Sezione di studi filologici, letterari, storici, artistici e geografici, 2), I, pp. 33 (descritto sotto la segnatura G. b. XXXVII), 137 (G. b. XXXVII b); si veda inoltre la descrizione disponibile presso http://palin.iccu.sbn.it (sotto la segnatura Gr. 79). 18 Nicola di Galatina esibisce lalpha en fer de lance: A. TURYN, Codices Graeci Vaticani saeculis XIII et XIV scripti annorumque notis instructi, Citt del Vaticano, 1964, tav. 43 (f. 18r), r. 17. 19 Questa forma non preferita n messa in evidenza da Nicola di Galatina. 20 Nicola di Galatina tende ad arrotondare il secondo tratto e a prolungarlo vistosamente sotto la lettera seguente: ibid., rr. 1, 3, 6, 10, 13. 21 Nicola di Galatina impiega un sigma di modulo maggiore e schiacciato: ibid., rr. 3, 4, 5. 22 Il tau alto, pi raro in Nicola di Galatina, non presenta questa caratteristica; il tratto orizzontale normalmente pi corto e talvolta ondulato: ibid., rr. 9, 14 dal basso. 23 Nicola di Galatina, che preferisce il phi a chiave di violino speculare e in legatura, esibisce un phi in due tempi verticale o inclinato a destra: ibid., rr. 8, 9. 24 Il tratto orizzontale concavo e privo di boule in Nicola di Galatina: ibid., r. 2 dal basso.

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quella responsabile dei ff. 1r-212v dellEtymologicum Gudianum Vindob. phil. gr. 158 25. I ff. 213r-237v, 239r-240v del codice viennese furono vergati dal Copista del Dioscoride e la mano anonima in questione si rivela prezioso trait dunion fra i due copisti, legandoli al medesimo periodo e alla stessa area dattivit 26. Poich nel manoscritto viennese la scrittura minuta, pi corsiva, eseguita pi rapidamente e con uno strumento dalla punta pi sottile, limpression densemble non suggerisce limmediata identificazione; tuttavia unosservazione pi accurata della grafia dei due manoscritti non lascia a mio avviso adito a dubbi. Tra le analogie si notino alpha maiuscolo con asta orizzontale anzich obliqua, la forma di beta maiuscolo, gamma alto ad uncino, la forma di csi, tau alto, phi in due tempi con il nucleo schiacciato, omega legato allaccento acuto, le legature alpha-zeta ed epsilon-phi (con epsilon a gancio), infine il compendio di kai. 3. Ad una stessa mano vanno attribuiti la Paracletica Veron. 134 27, lottoeco, canonario e triodio Ambros. G 5 sup. (ff. 1r-111r, 113r-252r) 28 e i ff. 356-365 dellOttob. gr. 1 (Tav. III) 29, menologio costituito da un nucleo originario del secolo XI-XII 30. Il codice ottoboniano circol probabilmente in

25 H. HUNGER, Katalog der griechischen Handschriften der sterreichischen Nationalbibliothek, I, Wien, 1961, p. 261. Il codice palinsesto ed descritto anche presso http://palin.iccu.sbn.it. Sulla tradizione manoscritta dellEtymologicum Gudianum si veda ora E. SCIARRA, Note sul codice Vat. Barb. gr. 70 e sulla tradizione manoscritta dellEtymologicum Gudianum, in Selecta colligere, 2, a cura di R. M. PICCIONE, Alessandria, 2005, in corso di stampa (con uno specimen del codice di Vienna). Ringrazio Elisabetta Sciarra per aver messo gentilmente a mia disposizione il dattiloscritto. 26 ARNESANO, Il Copista del Dioscoride cit., pp. 41-42, tav. IV (f. 227r). 27 E. MIONI, Catalogo di manoscritti greci esistenti nelle biblioteche italiane, Roma, 1964 (Indici e Cataloghi, XX), II, pp. 509-511. Il codice palinsesto: M. FORMENTIN, I palinsesti greci della Biblioteca Nazionale Marciana e della Capitolare di Verona, in Dptuca, II (1980-1981), pp. 146-186: 185-186; uno dei tre codices antiquiores un autorevole testimone della Vita di S. Spiridione: P. VAN DEN VEN, La lgende de S. Spyridon vque de Trimithonte, Louvain, 1953 (Bibliothque du Muson, 33), pp. 57*-59*, 157* (sigla V), tav. 1 (f. 31r); esso vergato in unantica minuscola a mio avviso assai vicina a scritture della scuola niliana; si confronti la grafia del Laur. 7.8, testimone delle Orazioni di Gregorio Nazianzeno prodotto in Calabria nel sec. X: scheda di M. C. VICARIO in Codici greci dellItalia meridionale cit., pp. 49-51 nr. 9 (con uno specimen). Altri specimina del manoscritto veronese in S. MARCHI, I Manoscritti della Biblioteca Capitolare di Verona. Catalogo descrittivo redatto da don Antonio Spagnolo, Verona, 1996, p. 219 (f. 29r); A. PIAZZI, Biblioteca Capitolare Verona, Fiesole, 1994, p. 98 tav. XLVIII (29r), p. 99 tav. XLIX (f. 34v). 28 MARTINI, BASSI, Catalogus codicum graecorum cit., p. 448; bibliografia presso http://www.ambrosiana.it. 29 E. FERON, F. BATTAGLINI, Codices manuscripti graeci Ottoboniani Bibliothecae Vaticanae, Romae, 1893, pp. 3-6; bibliografia in P. CANART, V. PERI, Sussidi bibliografici per i manoscritti greci della Biblioteca Vaticana, Citt del Vaticano, 1970 (Studi e Testi, 261), p. 181; M. BUONOCORE, Bibliografia dei fondi manoscritti della Biblioteca Vaticana (1968-1980), Citt del Vaticano, 1986, I (Studi e Testi, 318), p. 383; M. CERESA, Bibliografia dei fondi manoscritti della Biblioteca Vaticana (1981-1985), Citt del Vaticano, 1991 (Studi e Testi, 342), p. 142; ID., Bibliografia dei fondi manoscritti della Biblioteca Vaticana (1986-1990), Citt del Vaticano, 1998 (Studi e Testi, 379), p. 305. Rispetto agli studi precedenti, seguo la foliazione pi recente (a matita, al centro del recto di ogni foglio). 30 Questa parte antica del manoscritto fu vergata da due mani, per la seconda delle quali, in particolare,

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Basilicata o in Calabria, poich una rozza mano del sec. XV appose, nel mar delfv Andrav tv gine inferiore del f. 362v, la seguente firma: Eg a 31 gou Adriano ka Natalav . La scrittura dellanonimo monv to a molto simile a quella del Copista del Digenis Akritas e se ne differenzia, aldil della minore disinvoltura e scioltezza del copista, per la forma di poche lettere: beta maiuscolo con locchiello di unione delle due pance molto inclinato verso il basso (orizzontale invece nel Copista del Digenis Akritas), phi in due tempi inclinato a destra, psi con tratto orizzontale concavo. 4. Simile alla scrittura del Copista del Digenis Akritas anche quella dellanonimo responsabile del meneo Ambros. D 62 sup. 32 e dei fogli di guardia del canonario Ambros. D 65 sup. (ff. IV-2), acquistato a Soleto nel 1606 33. Il nucleo originario di questo manoscritto, attribuibile al sec. XI, a mio avviso di origine calabrese e presenta analogie con le scritture della scuola niliana 34. Come il copista di cui si detto al paragrafo precedente, lanonimo in

Santo Luc ha rilevato forti analogie con la scrittura di uno dei collaboratori del copista Luca cqamalv, responsabile del Vat. gr. 2025, che lo studioso ha localizzato in area lucana (pur non escludendo quella salentina): S. LUC, I copisti Luca cqamalv e Paolo tapeinv, in Archivio Storico per la Calabria e la Lucania, LXVIII (2001), pp. 149-173: 156. Come notato gi dallo studioso, salentini sono anche i ff. 1-2 e i ff. 366368, del sec. XIII. 31 LUC, I copisti Luca cqamalv cit., p. 157 e n. 24. 32 MARTINI, BASSI, Catalogus codicum graecorum cit., pp. 270-271. Precisamente i ff. 3r-168v. Si tratta di un palinsesto realizzato raschiando un manoscritto di contenuto giuridico: C. FERRINI, Notizie su alcuni manoscritti importanti per la storia del diritto greco-romano, in Byzantinische Zeitschrift, VI (1897), pp. 155-157: 155; cfr. anche http://palin.iccu.sbn.it. I fogli di guardia (ff. I, 169) provengono dallantico codice dal quale furono ricavati anche quelli dellAmbros. Q 57 sup. (ff. 221-223), sticherario vergato dal Copista del Dioscoride (ARNESANO, Il Copista del Dioscoride cit., pp. 42-43), e quelli del Ambros. G 36 sup. (ff. I-II, 189-190). Questultimo un salterio, acquistato a Galatone nel 1606, vergato in un artificioso stile di Reggio, assai simile a quello in cui vergato il codex unicus delle Lettere di Aristeneto, Vindob. phil. gr. 310, in margine al quale Palagano dOtranto, allievo di Nettario di Casole, verg un epigramma: A. JACOB, Une pigramme de Palaganus dOtrante dans lAristnte de Vienne et le problme de lOdysse de Heidelberg, in Rivista di Studi Bizantini e Neoellenici, XXV (1988), pp. 185-203: 186-189 e tav. I (f. 32r). Bibliografia sui tre manoscritti ambrosiani e sui fogli di guardia presso http://www.ambrosiana.it. 33 MARTINI, BASSI, Catalogus codicum graecorum cit., pp. 272-273; bibliografia presso http://www.ambrosiana.it. Precisamente i ff. IV-2; il f. IV (palinsesto, descritto presso http://palin.iccu.sbn.it) senza riscontro; i ff. 1-2 costituiscono un bifoglio. I ff. 3-55, 69, 92, 116, 149, 153, 171-172, 177-207 sono di restauro, vergati da un copista salentino del sec. XV-XVI; la mano presenta forti analogie con la scrittura di Roberto Maiorano di Melpignano, che nel 1496 ultim il codice aristotelico Vindob. phil. gr. 2 e nellanno 1500 parte del libro dore Neap. II A 35: di questultimo si veda la scheda di A. JACOB in Codici greci dellItalia meridionale cit., p. 151 nr. 74, con uno specimen; altri specimina in Mazzotta, Monaci e libri greci cit., tavv. XXIX-XXXI. 34 Un termine di confronto si trova ad esempio nel Vat. gr. 1506, ultimato nel 1024 da Atanasio: S. LUC, Scritture e libri della scuola niliana , in Scritture, libri e testi nelle aree provinciali di Bisanzio. Atti del seminario di Erice (18-25 settembre 1988), a cura di G. CAVALLO, G. DE GREGORIO - M. MANIACI, Spoleto, 1991 (Biblioteca del Centro per il collegamento degli studi medievali e umanistici nellUniversit di Perugia , 5), pp. 319-387: 349 e tav. 13b (f. 66r); GAMILLSCHEG, HARLFINGER, HUNGER, Repertorium der griechischen Kopisten 800-1600, 3, Handschriften aus Bibliotheken Roms mit dem Vatikan cit., nr. 8.

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questione non presenta lo stesso livello di competenza grafica del Copista del Digenis Akritas; il risultato complessivo modesto ed anzi proprio nel ductus incerto e talvolta quasi stentato risiede la diversit rispetto a questultimo. Le differenze sostanziali si riducono infatti al solo beta maiuscolo, con la pancia superiore sporgente e spigolosa rispetto a quella inferiore. 5. Per la realizzazione dellAmbros. G 5 sup., lanonimo di cui si detto al paragrafo 3 ricevette laiuto di un collaboratore, intervenuto ai ff. 111v112v, 252v-262v e nel margine inferiore del f. 86r. La sua mano va senzaltro identificata con quella che ha vergato i ff. 113r-163v dellAmbros. E 18 sup., contenente la Historia ecclesiastica attribuita a Basilio, alla quale sono intercalati altri testi di carattere liturgico, tra i quali ampi estratti della Protheoria di Nicola dAndida e la versificazione attribuita erroneamente a Psello (Tav. IV) 35. I ff. 1r-112r dellAmbros. E 18 sup. sono vergati in una minuscola calabrese del sec. XII 36, mentre salentina e attribuibile al sec. XIIIXIV la mano che intervenuta ai ff. Ir, IVv, 112v. Allanonimo dei due codici ambrosiani va attribuito anche il f. 107r del Barb. gr. 354, testimone delle Pandette di Antioco in carta occidentale non filigranata 37, al quale furono accorpati alcuni fogli vergati nel 1479 da Nicola Schinzari di Galatina 38. Infine, allanonimo copista va attribuito il foglio di guardia, proveniente da un libro liturgico membranaceo di mm 200 148, posto alla fine di una cinquecentina conservata presso la Biblioteca della Curia Vescovile di Nard (Tav. V) 39. La scrittura si distingue per la notevole abilit e scioltezza del copista, che fonde esecuzione rapida e risultato nitido. Leffetto complessivo

35 MARTINI, BASSI, Catalogus codicum graecorum cit., pp. 304-305; A. JACOB, Un opuscule didactique otrantais sur la Liturgie eucharistique. Ladaptation en vers, faussement attribue Psellos, de la Protheoria de Nicolas dAndida, in Rivista di Studi Bizantini e Neoellenici, XIV-XVI (1977-1979), pp. 161-178: 164-167, 176. Ulteriore bibliografia presso http://www.ambrosiana.it. 36 S. LUC, Lapporto dellItalia meridionale alla costituzione del fondo greco dellAmbrosiana, in Nuove ricerche sui manoscritti greci dellAmbrosiana. Atti del Convegno (Milano, 5-6 giugno 2003), a cura di C. M. MAZZUCCHI - C. PASINI, Milano, 2004, pp. 191-242: 224 nr. 1. 37 Bibliografia sul manoscritto in CANART - PERI, Sussidi bibliografici cit., p. 146; BUONOCORE, Bibliografia dei fondi manoscritti cit., I, p. 104; CERESA, Bibliografia dei fondi manoscritti della Biblioteca Vaticana (19811985) cit., p. 27; ID., Bibliografia dei fondi manoscritti della Biblioteca Vaticana (1986-1990) cit., p. 245. 38 JACOB, Les annales dune famille cit., pp. 29-31, 43-45, tav. III (f. 119r). 39 Ringrazio don Francesco Danieli, responsabile dellarchivio storico vescovile di Nard, per avermi gentilmente segnalato questo foglio di guardia. La cinquecentina, contenente Persio, protetta allinizio da un foglio di guardia proveniente da un libro liturgico latino a due colonne del sec. XIII-XIV ed coperta da una pergamena ricavata da un atto notarile latino. Il volume, privo di segnatura, fa parte di un folto gruppo di libri sottratti anni fa alla biblioteca, recentemente ritrovati e restituiti. Il fatto che il foglio vergato dal nostro anonimo si conservi a Nard appare indizio troppo debole per ipotizzare unattivit di copia dello scriba nella cittadina salentina.

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di una pagina barocca ma non confusa, propria di una mano che nella sua spontaneit tradisce la probabile consuetudine con la scrittura dei documenti. Si osservano un forte contrasto modulare, un notevole prolungamento delle aste, legature vistose, sovrapposizioni e seminclusioni, svolazzi ed arabeschi nei margini destro e inferiore della pagina. Si noti tra laltro la forma di beta maiuscolo, ny maiuscolo, la forma di csi, le legature alpha-sigma e doppiogamma, il compendio di kai. 6. Allopera di una stessa mano vanno attribuiti il Vat. Pii II gr. 15, noto come Etymologicum Reginense e come palinsesto dei Basilici 40, e il palinsesto Neap. ex. Vindob. gr. 15, contenente lAlessandra di Licofrone 41. A questo anonimo copista va attribuito anche il f. 75 (isolato) dellAmbros. G 53 sup. 42, codice della prima met del sec. XIV sul quale si torner pi avanti 43. La scrittura una minuscola informale, corsiva, leggermente inclinata a destra, poco appariscente rispetto ad altre manifestazioni della minuscola barocca otrantina. Tra le analogie si noti alpha en fer de lance, la forma di beta maiuscolo, my maiuscolo e my minuscolo molto corsivi, tau alto con tratto orizzontale corto e ondulato e ispessimento alla base del tratto verticale, phi in due tempi con il corpo centrale di forma quasi triangolare, le legature epsilon-pi, sigma-iota e tau-iota. 7. Il manoscritto Vallic. C 7 un codice membranaceo contenente il commento di Teofilatto di Bulgaria ai Vangeli ed databile allanno 1292 circa 44.

40 H. STEVENSON, Codices manuscripti graeci Reginae Svecorum et Pii PP. II Bibliothecae Vaticanae, Romae, 1888, pp. 141-142. Sul testo della strato superiore si veda SCIARRA, Note sul codice Vat. Barb. gr. 70 cit. e tav. 9; sul testo dello strato inferiore si veda V. CAPOCCI, Il Card. Giovanni Mercati e il testo inedito dei frammenti del libro 59 dei Basilici da lui preparato per ledizione (Cod. Vatic. fondo di Pio II gr. 15), in Rendiconti dellIstituto Lombardo. Classe di Lettere e Scienze Morali e Storiche, CVI (1972), pp. 495-517, tav. a p. 504 (f. 79r) e G. CAVALLO, La circolazione di testi giuridici in lingua greca nel Mezzogiorno medievale, in Scuole, diritto e societ nel Mezzogiorno medievale dItalia, a cura di M. BELLOMO, II, Catania, 1987 (Studi e Ricerche dei Quaderni Catanesi , 8), pp. 87-136, tav. a p. 121 (f. 20r). Ulteriore bibliografia: CANART, PERI, Sussidi bibliografici cit., p. 299; Buonocore, Bibliografia dei fondi manoscritti cit., I, p. 583; CERESA, Bibliografia dei fondi manoscritti della Biblioteca Vaticana (1981-1985) cit., p. 237; ID., Bibliografia dei fondi manoscritti della Biblioteca Vaticana (1986-1990) cit., p. 360. 41 E. MIONI, Catalogus codicum graecorum Bibliothecae Nationalis Neapolitanae, I.1, Roma, 1992 (Indici e cataloghi, n.s., VIII), pp. 24-25; http://palin.iccu.sbn.it, con specimina e bibliografia. 42 MARTINI, BASSI, Catalogus codicum graecorum cit., pp. 473-474; bibliografia presso www.ambrosiana.it. 43 Cfr. 15. 44 E. MARTINI, Catalogo di manoscritti greci esistenti nelle biblioteche italiane, Milano, 1893-1902; ristampa Roma, 1967 (Indici e Cataloghi, XIX), II, pp. 54-56; K. ALAND, Kurzgefasste Liste der Griechischen Handschriften des Neuen Testaments, Berlin-New York, 1994 (Arbeiten zur Neuetestamentlichen Textforschung, 1), p. 275 nr. l 933; A. JACOB, Une mention dUgento dans la Chronique de Skylitzs, in Revue des tudes byzantines, XXXV (1977), pp. 229-235: 233-234; PH. HOFFMANN, La dcoration du Parisinus graecus 2572,

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La mano principale (Tav. VI) 45 la stessa che ha vergato il Par. gr. 1304, codice in carta italiana non filigranata 46. Questultimo contiene, tra laltro, parte dei Tria syntagmata di Nettario di Casole 47, parte del resoconto della discussione sul Purgatorio avvenuta a Casole fra il metropolita di Corf Giorgio Bardanes ed il francescano Bartolomeo 48 e, dello stesso Bardanes, una lettera ai sacerdoti di Nard su argomenti liturgici 49. La scrittura unesperta barocca otrantina della fine del secolo XIII, nella quale si noteranno alpha maiuscolo con il corpo di forma triangolare o a bandierina, la forma di beta maiuscolo, gamma minuscolo sbilanciato verso sinistra quando la lettera lega con la successiva (talvolta con occhiello), delta minuscolo con unampia ansa prolungata verso sinistra, tau con il tratto orizzontale assai prolungato sotto il rigo verso sinistra e terminante con una boucle quando la lettera in legatura (ad. es. in meta-), la legatura epsilon-pi con locchiello spostato verso sinistra, il compendio di -n a forma di = inclinato. 8. LAmbros. L 116 sup. un codice di carta non filigranata, contenente Iliade e vergato da un unico copista 50. Alla sua mano va attribuito il Par. Coisl. 190, codice misto di pergamena palinsesta e carta non filigranata, testimone del Commento ai Salmi di Niceta di Eraclea 51. Il Par. gr. 2773 un

schdographie otrantaise de la fin du XIIIe sicle (a. 1295-1296), in Mlanges de lcole Franaise de Rome. Moyen Age-Temps Modernes, 96 (1984), pp. 617-645: 628. 45 La seconda mano ha vergato i ff. 10r-52r: uno specimen in G. CAVALLO, La produzione libraria italo-greca, in Lo spazio letterario del Medioevo, 1, Il Medioevo latino, I, La produzione del testo, I, a cura di G. CAVALLO - C. LEONARDI - E. MENEST, Roma, 1992, tav. 27 (f. 35r). 46 OMONT, Inventaire sommaire cit., I, p. 294; M.-TH. LE LEANNEC-BAVAVEAS, Les papiers non filigrans mdivaux dans les manuscrits grecs de la Bibliothque Nationale de France, in Scriptorium, LIII (1999), pp. 275-324: 309, 313. Le dimensioni dei due manoscritti differiscono notevolmente (Vallic. C 7, mm 320 230; Par. gr. 1304, mm 210 150), ma non a caso; il manoscritto vallicelliano ha infatti dimensioni identiche ad altri due testimoni di grande formato del commento di Teofilatto ai Vangeli, il Vat. gr. 1221 e lAmbros. A 178 sup. (che tuttavia presentano unimpaginazione a due colonne); sullambrosiano cfr. LUC, Lapporto dellItalia meridionale cit., pp. 205-206. 47 J. M. HOECK - R. J. LOENERTZ, Nikolaos von Otranto Abt von Casole. Beitrge zur Geschichte der Ost. westichen Beziehungen unter Innocenz III und Friedrich, Ettal, 1965 (Studia Patristica et Byzantina, 11), p. 99 nr. 4 (sigla R), p. 103 (stemma). 48 M. RONCAGLIA, Georges Bardans mtropolite de Corfou et Barthlemy de lOrdre Franciscain, Roma, 1953 (Studi e testi francescani, 4), pp. 9, 37, 55 (sigla P), tav. 4 (ff. 4r, 4v). 49 HOECK - LOENERTZ, Nikolaos von Otranto cit., pp. 148, 207-209 nr. 17 (sigla P). 50 MARTINI - BASSI, Catalogus codicum graecorum cit., pp. 603-604; G. CAVALLO, Lo specchio omerico, in Mlanges de lcole Franaise de Rome. Moyen Age-Temps Modernes, CI (1989), pp. 609-627: 621, tav. 17; E. SCIARRA, La tradizione degli scholia iliadici in Terra dOtranto, Roma, 2005 (Supplemento a Bollettino dei Classici, 23), pp. 14-20, tav. 1. 51 OMONT, Inventaire sommaire cit., III, p. 150; R. DEVREESSE, Catalogue des manuscrits grecs, II, Le fonds Coslin, Paris, 1945, p. 164; FEDWICK, Bibliotheca Basiliana Universalis cit., p. 939 sigla k5611; J. DORIVAL, Les chanes exgtiques grecques sur les Psaumes, 3, Leuven, 1992 (Spicilegium Sacrum Lovaniense. tudes et documents, 45), pp. 505-508 nr. 23, pp. 516, 541, 542, 547, 548; J. IRIGOIN, Les cahiers des manuscrits grecs,

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codice palinsesto, contenente le Opere e i giorni di Esiodo 52 ed un epigramma schedografico per due allievi di Taranto 53; esso dovuto a tre copisti principali: il primo, identificabile con il nostro anonimo, responsabile del testo di Esiodo 54, agli altri due si deve il commento 55, disposto a pericopi alternate ai versi 56. La scrittura dellanonimo una minuscola barocca leggermente inclinata a destra, sciolta e corsiva, soprattutto nelle parti di commento. Si noti la forma di alpha e di beta maiuscoli, theta schiacciato con tratto orizzontale leggermente ondulato, my maiuscolo, la forma di csi, tau alto con tratto orizzontale corto e ondulato, phi quasi sempre in due tempi, omega aperto legato con laccento, la legatura epsilon-pi, la legatura epsilon-

in Recherches de codicologie compare. La composition du codex au Moyen ge, en Orient et en Occident. Communications prsentes la table ronde tenue lcole normale suprieure les 5 et 6 dcembre 1990, d. par PH. HOFFMANN, Paris, 1998, pp. 1-19: 12; LE LANNEC-BAVAVAS, Les papiers non filigrans cit., pp. 318320. Si noti che il supporto, le dimensioni e la mise en page sono identiche a quelle di un codice di contenuto analogo, il Vindob. Suppl. gr. 37, contenente le Orazioni di Gregorio di Nazianzo con il commento di Niceta di Eraclea e ultimato nel 1265 da Nicola di Gallipoli: D. ARNESANO - E. SCIARRA, Lattivit del copista Nicola di Gallipoli e la tradizione manoscritta dellIliade in Terra dOtranto, in Segno e Testo, I (2003), pp. 257-307: 258-261. 52 OMONT, Inventaire sommaire cit., III, p. 38; T. DE MARINIS, La biblioteca napoletana dei re dAragona, I, Verona, 1969, p. 80; JACOB, Notes sur les manuscrits grecs palimpsestes cit., p. 769; F. SOLMSEN, Hesiodi Theogonia Opera et Dies Scutum, Oxonii, 19903, p. XXIII (sigla F). 53 Edito da A. JACOB, Les annales du monastre de San Vito del Pizzo, prs de Tarente, daprs les notes marginales du Parisinus Gr. 1624, in Rivista di Studi Bizantini e Neoellenici, XXX (1993), pp. 123-153: 131-133. 54 Precisamente ff. 1r, 6r (rr. 1-13), 6v - 7v (r. 8), 7v (r. 18) - 9r (r. 4), 10r (rr. 9-12), 10v (rr. 8-ultimo), 11r (rr. 18-ultimo), 12v (rr. 6-14), 13v (rr. 16-ultimo), 15v (rr. 2-18), 15v (r. 23) - 16r (r. 3), 16v (rr. 12-17), 18r (rr. 7-12), 19v (rr. 6-12), 20v (rr. 10-14), 21v (rr. 1-6), 22r (rr. 5-10), 22v (r. 5) - 23r (r. 7), 24r (r. 17) 24v (r. 3), 25v (r. 18) - 26r (r. 4), 27r (rr. 4-12), 28r (rr. 1-7), 28v (rr. 17-22), 29r (r. 7) - 29v (r. 1), 30r (r. 23) - 30v (r. 7), 31v (r. 13) - 32r (r. 5), 33r, 33v (r. 10-ultimo), 34r (r. 15-ultimo), 35r (r. 7) - 35v (r. 3), 36r (rr. 12 - ultimo), 37r (r. 12) - 37v, 39r (r. 16) - 39v (r. 5), 40v (r. 9) - 41r (r. 9), 42r (r. 16) - 42v (r. 6), 43r (rr. 112), 44v (r. 7) - 45r (r. 7), 46r (r. 17) - 46v (r. 10), 47v (r. 11) - 48r (r. 4), 49r (r. 4) - 49v (r. 4), 50v (r. 7), 51r (r. 2), 52r - 52v (r. 3), 53r (r. 5) - 53v (r. 7), 54v (rr. 10-14), 56rv, 57v (rr. 9-17), 59v (rr. 6-ultimo), 60v (r. 19) - 61r (r. 7), 61v (r. 10) - 62r (r. 4), 65r-90r. 55 B: ff. 1v - 4v (r. 10), 5r (r. 8) - 5v, 7v (rr. 9-17), 10r (rr. 1-8), 10r (r. 13) - 10v (r. 7), 11r (rr. 1-17), 12v (rr. 15-ultimo), 14r - 15v (r. 2), 15v (rr. 18-22), 16r (rr. 4-ultimo), 16v (r. 22) - 18r (r. 6), 18r (r. 13) - 19v (r. 5), 19v (r. 13) - 20v (r. 9), 21v (r. 7) - 22r (r. 4), 22r (r. 11) - 22v (r. 4), 23r (r. 8) - 24r (r. 16), 34r (rr. 1-13), 34v - 35r (r. 6), 35v (r. 4) - 36r (r. 11), 36v - 37r (r. 11), 38r - 39r (r. 15), 39v (r. 6) - 40v (r. 8), 41r (r. 10) 42r (r. 15), 42v (rr. 7-ultimo), 43r (r. 13) - 44v (r. 6), 45r (r. 8) - 46r (r. 16), 46v (r. 11) - 47v (r. 10), 48r (r. 5) - 49r (r. 3), 49v (r. 5) - 50v (r. 6), 51r (r. 3) - 51v, 52v (r. 4) - 53r (r. 4), 53v (r. 8) - 54v (r. 9), 54v (r. 15) - 55v, 57r - 57v (r. 8), 57v (r. 18) - 59v (r. 5), 60r - 60v (r. 18), 61r (r. 8) - 61v (r. 9), 90v; C: ff. 4v (r. 11) 5r (r. 7), 6r (rr. 14-ultimo), 9r (r. 5) - 9v, 12r-12v (r. 5), 13r-13v (r. 15), 16v (rr. 1-11), 20v (r. 15) - 21r, 24v (r. 4) - 25v (r. 17), 26r (r. 5) - 27r (r. 3), 27r (r. 13) -27v, 28r (r. 8) - 28v (r. 16), 28v (r. 23) - 29r (r. 6), 29v (r. 2) - 30r (r. 22), 30v (r. 8) - 31v (r. 12), 32r (r. 6) - 32v, 33v (rr. 1-9). I ff. 62r (r. 5) - 64v, 91r-94r, 95r102r furono vergati da un quarto copista, i ff. ff. 102v-103v da varie mani secondarie; il f. 94v bianco. 56 Specimen in A. BRYER, Byzantine Agricultural Implements: the Evidence of Medieval Illustrations of Hesiods Works and Days, in Annual of the British School at Athens, LXXXI (1986), pp. 45-80: 55, 67, p. 63 fig. 12; lo stesso foglio (59v) riprodotto in G. DERENZINI, I disegni nei manoscritti delle Opere e Giorni di Esiodo: problemi della tradizione iconografica e testuale, in Arte profana e arte sacra a Bisanzio, a cura di A. IACOBINI - E. ZANINI, Roma, 1995 (Milion, 3), pp. 447-461: 448, 455 fig. 3.

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rho ad asso di picche con il nucleo della seconda lettera schiacciato, epsilon-sigma con i nuclei delle due lettere spesso di forma oblunga, epsilon-csi, la legatura molto frequente omicron-ypsilon-sigma e quella phi-theta, infine larticolo to, formato da tau sovrapposto alla legatura omicron-ypsilon e con il tratto orizzontale legato allaccento. 9. Allopera di una stessa mano sono attribuibili tre manoscritti. Il primo il Laur. 5.36, codice in carta italiana primitiva contenente i Tria syntagmata di Nettario di Casole in greco e latino e la redazione completa del resoconto della discussione sul Purgatorio fra Giorgio Bardanes e Bartolomeo 57. Il secondo manoscritto il codice di Karlsruhe, Badische Landesbibliothek, Ettenheim-Mnster 6 58, contenente tra laltro la Liturgia di Giovanni Crisostomo con la traduzione latina di Leone Toscano e la Liturgia di Basilio con la traduzione latina di Nicola dOtranto 59. Il terzo manoscritto il Laur. 32.20, testimone dellAlessandra di Licofrone in carta filigranata databile ai primi anni del sec. XIV 60. Questultimo dato conferma la datazione del codice di Karlsruhe alla fine del sec. XIII proposta dagli studiosi 61, senza poter ora escludere i primi anni del secolo successivo. Nel manoscritto di Karlsruhe il copista esibisce una minuscola pi controllata rispetto al testimone dei Tria

57 A. M. BANDINI, Catalogus Codicum manuscriptorum Bibliothecae Medicae Laurentianae, Florentiae, 1764-1770, I, pp. 60-62; HOECK - LOENERTZ, Nikolaos von Otranto cit., p. 77 n. 45, pp. 97, 99, 101-103 (sigla L1); RONCAGLIA, Georges Bardans cit., pp. 9, 35, 37, 55 (sigla L), tav. 3 (ff. 6v, 7r); G. DE GREGORIO, Tardo Medioevo grecolatino: manoscritti bilingui dOriente e dOccidente, in Libri, documenti, epigrafi medievali: possibilit di studi comparativi. Atti del Convegno internazionale di studio dellAssociazione Italiana dei Paleografi e Diplomatisti (Bari, 2-5 ottobre 2000), a cura di F. MAGISTRALE - C. DRAGO - P. FIORETTI, Spoleto, 2002, pp. 17-135: 102 e n. 178, 103, tav. XVII (f. 8r). 58 K. PREISENDANZ, Die Handschriften des Klosters Ettenheim-Mnster. Neudruck mit bibliographischen Nachtrgen, Wiesbaden, 19732 (Die Handschriften der badischen Landesbibliothek in Karlsruhe, 9), p. 9; HOECK LOENERTZ, Nikolaos von Otranto cit., pp. 77-82; i due studiosi avevano gi notato lanalogia paleografica fra i due manoscritti (p. 77 n. 45). 59 A. JACOB, La traduction de la Liturgie de Saint Jean Crisostome par Lon Toscano, in Orientalia Christiana Periodica, XXXII (1966), pp. 111-162: 116-117, 128; ID., La traduction de la Liturgie de Saint Basile par Nicolas dOtrante, in Bulletin de lInstitut Historique Belge de Rome, XXXVIII (1967), pp. 49-107; FEDWICK, Bibliotheca Basiliana Universalis cit., p. 675, sigla k3387; DE GREGORIO, Tardo Medioevo grecolatino cit., pp. 98, 104-106 (con ulteriore bibliografia), tavv. XVIII-XIX. 60 BANDINI, Catalogus Codicum manuscriptorum cit., II, col. 173; E. B. FRYDE, Greek Manuscripts in the Private Library of the Medici, 1469-1510, The National Library of Wales-Aberystwyth, 1996, II, pp. 539, 781; G. CAVALLO, Libri greci e resistenza etnica in Terra dOtranto, in Libri e lettori nel mondo bizantino. Guida storica e critica, a cura di G. CAVALLO, Roma-Bari, 1990 (Biblioteca Universale Laterza, 325), pp. 155-178, pp. 223-227: 226 n. 73. La filigrana del tipo Cercle, come Briquet 2915 (a. 1305). I ff. 1-2, 83-101 sono di restauro umanistico: P. ELEUTERI, Francesco Filelfo copista e possessore di codici greci, in Paleografia e codicologia greca. Atti del II Colloquio internazionale (Berlino - Wolfenbttel, 17-21 ottobre 1983), a cura di D. HARLFINGER - G. PRATO, Alessandria, 1991 (Biblioteca di Scrittura e Civilt, 3), pp. 163-179: 167-168; A. PEROSA, Un commento inedito all Ambra del Poliziano, Roma, 1994 (Humanistica, 15), p. 112. 61 Lo status quaestionis in DE GREGORIO, Tardo Medioevo grecolatino cit., pp. 105-106 n. 86.

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syntagmata, che invece caratterizzato da una grafia pi barocca, in ragione della diversa tipologia testuale 62. La capacit del copista di adattare la propria scrittura al tipo di testo risulta pi evidente nel Laur. 32.20, nel quale il kalligrafen del codice di Karlsruhe ed il tacugrafen del codice dei Tria syntagmata convivono nella stessa pagina, rispettivamente per i versi di Licofrone e per il relativo commento (Tavv. VII-VIII) 63. Nella versione pi barocca, la scrittura si presenta ricca di sovrapposizioni e seminclusioni, a forte contrasto modulare (soprattutto fra lettere oblunghe e lettere schiacciate); tra le opzioni grafiche si noti la forma di beta maiuscolo, alpha maiuscolo molto inclinato verso il basso, delta minuscolo con ansa vistosamente prolungata verso sinistra, epsilon maiuscolo di grande modulo con il tratto mediano sporgente, theta oblungo con il tratto sinistro dritto e quello destro arcuato, kappa maiuscolo di grande modulo compresso lateralmente, kappa minuscolo in legatura con lettera precedente con il primo tratto raddoppiato e occhiellato, la forma di csi, phi in due tempi con il nucleo schiacciato ed il tratto verticale poco sporgente verso il basso, la legatura alpha-phi, la legatura omicron-ypsilon compressa lateralmente, alpha minuscolo sovrapposto alla lettera precedente con il tratto finale prolungato verso il basso, il compendio di kai. Si noti infine che la particolare abbreviazione della preposizione par con il tratto mediano di epsilon orizzontale anzich inclinato, notata da Andr Jacob nel codice di Karlsruhe 64, presente anche nel Laur. 5.36 65 e nel Laur. 32.20 66. 10. Il Par. gr. 2572 fu ultimato nel 1295/6 da Giorgio, protopapa e figlio del prete Leone di Aradeo, che vi copi una Schedografia, decorandone il te-

62 Cfr. DE GREGORIO, Tardo Medioevo grecolatino cit., p. 105. Lo studioso, inoltre, nota che la confezione libraria differisce tra i due manoscritti giacch in quello di Karlsruhe non solo impiegata la pergamena, ma vi anche apposta una decorazione di buon livello; pi in generale, il volume di contenuto liturgico si caratterizza per un aspetto meno dimesso e pi elegante e omogeneo rispetto al libro da lavoro recante i rudimenti fondamentali nella quotidiana battaglia dottrinaria contro i vicini cattolici (ibid., n. 184). 63 Come noto, era propria dei copisti salentini pi abili la capacit di modificare la grafia in base al testo copiato (anzitutto nel rapporto fra Grundtext e commento); cfr. A. JACOB, Un copiste du monastre de Casole: le hiromoine Thomas, in Rivista di Studi Bizantini e Neoellenici, XXVI (1989), pp. 203-210: 207-208: Les manuscrits liturgiques de la fin du XIIIe et du dbut du XIVe sicle offrent un aspect beaucoup moins tarabiscot que les manuscrits profanes contemporains et [qu]ils ne renferment gure dextravances calligraphiques. Les spcialistes apuliens de livres philosophiques, grammaticaux ou littraires cherchent du reste bannir les fioritures de toute sorte et adopter un style plus dpouill lorsquils transcrivent des textes destins lusage liturgique . 64 JACOB, Une mention dUgento cit., p. 233 n. 23. 65 Ad es. f. 5r, r. 4 dal basso. 66 Ad es. f. 6v, r. 14 e, dal basso, rr. 9, 10, 11; f. 60v, r. 10.

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sto con iniziali ornate in stile salentino 67. Alla mano di Giorgio di Aradeo vanno attribuiti i ff. 121v (r. 3) - 135r del Vat. gr. 1408, codice in carta filigranata databile ai primi anni del sec. XIV, contenente i Progymnasmata di Aftonio, decorato con inziali identiche a quelle della schedografia parigina (Tav. IX) 68. A questo copista vanno anche attribuiti i ff. 1r-6r (r. 21) del Par. gr. 2970, manoscritto in carta filigranata contenente la Retorica e il De inventione di Ermogene 69. La scrittura di Giorgio di Aradeo uno degli esempi pi rappresentativi della minuscola barocca otrantina. Essa attir lattenzione di Herbert Hunger, il quale dapprima vi scorse linfluenza della FettaugenMode 70, successivamente, in base ad una pi corretta impostazione storicografica, la colloc tra le scritture librarie intrise di elementi della tradizione documentaria 71. Tra le analogie grafiche (le quali, bene ricordarlo, dimostrano lidentit di mano grazie non alla loro singolarit ma alla loro compresenza) si notino alpha en fer de lance, alpha minuscolo con il nucleo di forma triangolare, la forma di beta maiuscolo, gamma alto con il tatto orizzontale leggermente incurvato verso lalto, pi e tau minuscolo con boule appesa allattacco del tratto orizzontale, phi a chiave di violino speculare con

67 Scheda di PH. HOFFMANN in CH. ASTRUC et al., Les manuscrits grecs dats des XIIIe et XIVe sicles conservs dans les bibliothques de France, I, XIIIe sicle, Paris, 1989, pp. 64-67, nr. 27, tavv. 67-69 (ff. 27r, 38r, 120v); GAMILLSCHEG - HARLFINGER - HUNGER, Repertorium der griechischen Kopisten 800-1600, 2, Handschriften aus Bibliotheken Frankreichs und Nachtrge zu den Bibliotheken Grossbritanniens cit., nr. 100. Sulla decorazione: HOFFMANN, La dcoration du Parisinus graecus 2572 cit.; ID., Aspetti della cultura bizantina in Aradeo dal XIII al XVII secolo, in Paesi e figure del vecchio Salento, a. c. di A. DE BERNART, III, Galatina, 1989, pp. 65-88 (ambedue i contributi sono corredati di numerosi specimina). 68 Inventarium codicum Vaticanorum Graecorum 993-2160, II, Vaticani graeci 1194-1523 [Biblioteca Apostolica Vaticana, Sala Cons. Mss. 323], ff. 380v-381r; la filigrana del tipo Lettres assembles, come Briquet 9510 (a. 1305: ARNESANO, Il Copista del Dioscoride cit., p. 48 n. 137); il f. 135v bianco. Per il testo cfr. H. RABE, Aphtonius. Progymnasmata, Lipsiae, 1926, p. XXXII (sigla Vw). I ff. 136r-224v sono attribuibili a varie mani del secolo XV-XVI (i ff. 150v-152v sono bianchi): cfr. E. MIONI, LAntologia greca da Massimo Planude a Marco Musuro, in Scritti in onore di Carlo Diano, Bologna, 1975, pp. 263-309: 293 e n. 62, 294. Il codice appartenne a Fulvio Orsini: P. DE NOLHAC, La bibliothque de Fulvio Orsini, Paris, 1887 (ristampa Genve, 1976), p. 340 nr. 56. 69 OMONT, Inventaire sommaire cit., III, p. 76. Il codice composito. I ff. 1-79 sono dei primi anni del sec. XIV (la filigrana del tipo Lettres assembles, come Briquet 9513); i ff. 16v-28v, 30r-51v, 52v-79v furono vergati da una mano attiva nella cerchia di Droso di Aradeo, la quale appose inoltre delle annotazioni marginali nel resto del manoscritto: D. ARNESANO, Aristotele in Terra dOtranto. I manoscritti fra XIII e XIV secolo, in Segno e Testo, IV (2006), in corso di stampa, 5 (con uno specimen); i ff. 80-100, contenenti la Batracomiomachia, furono vergati da Nettario di Casole, copista della met del sec. XV: A. JACOB, Deux copies salentines de linscription bizantine de la cathdrale de Bari (Ambrosianus B 39 sup. et Laurentianus 59, 45), in Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken, LXXIII (1993), pp. 1-18: 8. 70 H. HUNGER, Die Sogenannte Fettaugen-Mode in griechischen Handschriften des 13. und 14. Jahrhunderts, in Byzantinische Forschungen, IV (1972), pp. 105-113 (ristampato in Byzantinistische Grundlagenforschung, London, 1973, nr. II): 110, tav. VII (f. 49v). 71 H. HUNGER, Elemente der byzantinischen Urkundenschrift in literarischen Handschriften des 12. und 13. Jahrhunerts, in Rmische Historische Mitteilungen, XXXVII (1995), pp. 27-40: 34-35, tav. 23 (f. 27r); cfr. anche ARNESANO, Il Copista del Dioscoride cit., p. 46 n. 124.

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il nucleo di piccolo modulo ed il tratto verticale molto prolungato sotto il rigo, la legatura epsilon-pi, le inclusioni di ny o sigma in omicron, il compendio di kai, il compendio di -n a forma di = molto allungato. Si noti infine, nel manoscritto Vat. gr. 1408, il chi monocondiliare decorato che dallultimo rigo si estende nel margine inferiore, identico a quelli esibiti nel Par. gr. 2572 72: labile copista di Aradeo porta alle estreme conseguenze le dinamiche intime della palaeographische Barockzeit: la trasformazione dellespediente cancelleresco in vezzo librario, della scrittura in disegno, della lettera in immagine. 11. I ff. 1r-121v (r. 3) del Vat. gr. 1408, esaminato nel paragrafo precedente, furono vergati da una mano (Tav. X, Fig. 1) che collabor con Giorgio di Aradeo, alla quale vanno attribuiti i ff. 9-50 del Vat. gr. 2296, codice costituito da sezioni eterogenee 73. Ai ff. 9-50 del manoscritto vaticano, provenienti da un salterio membranaceo di piccole dimensioni 74, va aggiunto il Vindob. phil. gr. 49, codice cartaceo contenente Iliade (Tav. X, Fig. 2) 75. Lanonimo collaboratore di Giorgio realizza con disinvoltura una minuscola regolare e chiara, pi posata nel salterio, pi sciolta e barocca nei testimoni di Aftonio e di Omero, in ragione della diversa tipologia testuale. Si noti epsilon maiuscolo di piccolo modulo inclinato a sinistra, theta in due tempi inclinato a sinistra o a destra e talvolta con il tratto orizzontale sporgente fino a toccare la lettera seguente, ny maiuscolo, pi e tau minuscolo con trattino di ispessimento allinizio del tratto orizzontale, tau alto con tratto orizzontale convesso 76, phi in due tempi con il nucleo a forma di piccolo triangolo ed il

ASTRUC et al., Les manuscrits grecs dats cit., tav. 68 (f. 38r). I. COZZA LUZI, Inventarium codicum Graecorum Bibliothecae Vaticanae a 1501 ad 2402 [Biblioteca Apostolica Vaticana, Sala Cons. Mss. 324], f. 229rv. Bibliografia in CANART - PERI, Sussidi bibliografici cit., p. 700; BUONOCORE, Bibliografia dei fondi manoscritti cit., II (Studi e Testi, 319), p. 970. Cfr. anche S. LILLA, I manoscritti Vaticani Greci. Lineamenti di una storia del fondo, Citt del Vaticano, 2004 (Studi e Testi, 415), p. 103. Tra le varie parti che costituiscono il codice c un eucologio (ff. 172-179), studiato da A. JACOB, Fragments liturgiques byzantins de Terre dOtrante, in Bulletin de lInstitut Historique Belge de Rome, XLIII (1973), pp. 345-376: 368-373. 74 A. RAHLFS, Verzeichnis der griechischen Handschriften des Alten Testaments, Berlin, 1914, p. 274, sigla 1804; JACOB, Fragments liturgiques byzantins cit., p. 368, tav. IX. 75 HUNGER, Katalog der griechischen Handschriften cit., pp. 171-172; SCIARRA, La tradizione degli scholia iliadici cit., pp. 50-54, tav. 13 (f. 69v); nel margine esterno del f. 14r un lettore ha vergato il testo di una preghiera alla Vergine in lingua romanza: R. DISTILO, Scripta letteraria greco-romanza. Appunti per due nuovi testi in quartine di alessandrini, in Cultura Neolatina, XLVI (1986), pp. 79-99 (ristampato in Miscellanea di studi in onore di Aurelio Roncaglia a cinquantanni dalla sua laurea, Modena, 1989, II, pp. 515-535), con uno specimen. 76 Molto raramente il tratto orizzontale corto e ondulato: si osservi lidentica sequenza -ata in Vat. gr. 1408, f. 38r, r. 4 dal basso e Vat. gr. 2296, f. 20r (JACOB, Fragments liturgiques byzantins cit., tav. IX), r. 9.
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tratto verticale prolungato sotto rigo, psi con il tratto orizzontale dritto e allinizio piegato ad angolo retto verso lalto, la legatura alpha-theta con il nucleo di alpha ridotto ad un cerchietto 77, la legatura di gamma maiuscolo, di sigma e di tau con eta maiuscolo, il compendio di kai. 12. Ho gi avuto modo di segnalare lidentit del copista responsabile di due manoscritti aristotelici, il Laur. 72.19 (ff. 1r-59v), contenente Analitici primi con il commento di Giovanni Filopono, ed il Magd. Coll. gr. 15 (ff. 9r10v, 13r-81r), contenente il trattato Sullinterpretazione con il commento di Michele Psello 78. I due manoscritti facevano parte di unedizione dellOrganon e furono prodotti forse su commissione; ambedue sono assai curati nella mise en page, nella decorazione e nella scrittura. Allo stesso copista va attribuito anche il Par. gr. 1255, manoscritto membranaceo di buona qualit, codex unicus del Dialogo contro i Giudei di Nettario di Casole 79, ed il f. 7v del gi citato Par. gr. 2970 80. La scrittura dellanonimo copista mostra unincipiente rigidit del ductus, tipica di certe manifestazioni della minuscola barocca otrantina degli inizi del sec. XIV. Nitida e leggibile anche nelle parti di commento, essa caratterizzata da moderato contrasto modulare, scarsezza di legature e da un generale schiacciamento; landamento curvilineo ulteriormente addolcito dallondulamento di alcuni tratti, soprattutto quelli orizzontali di gamma alto, tau e psi. Analogie pi specifiche sono la predilezione di alpha minuscolo, beta maiuscolo di piccolo modulo, theta aperto anche quando non in legatura con la lettera precedente, la forma di csi, le legature alphaphi, pi-iota, sigma-phi, tau-iota. Si noti il doppio lambda con il tratto finale del secondo prolungato ad abbracciare dal basso la lettera successiva. Tra le

Ad es. Vat. gr. 1408, f. 39r, r. 6; Vat. gr. 2296, f. 15r, r. 10. ARNESANO, Il Copista del Dioscoride cit., p. 29 n. 3; ID., Aristotele in Terra dOtranto cit. 4. Descrizione rispettivamente di D. HARLFINGER in Aristoteles graecus. Die griechischen Manuskripte des Aristoteles, hrsg. von P. MORAUX, Berlin-New York, 1976 (Peripatoi, 8), pp. 252-253 e di I. HUTTER, Corpus der Byzantinischen Miniaturenhandschriften, 5, Stuttgart, 1997, 1, pp. 90-92, 2, p. 170 figg. 393-395 (ff. 63v, 66v, 36v), p. 171 fig. 396 (f. 69v); digitalizzazione integrale a colori presso http://image.ox.ac.uk/show?collection=magdalen&manuscript=msgr15. I manoscritti sono ambedue cartacei e presentano identiche dimensioni; il codice di Oxford in carta non filigranata (ibid., 5.1, p. 90), quello di Firenze di carta filigranata databile ai primi anni del sec. XIV (HARLFINGER in Aristoteles graecus cit., p. 252). 79 OMONT, Inventaire sommaire cit., I, p. 277; HOECK, LOENERTZ, Nikolaos von Otranto cit., p. 35 n. 31; A. KLZER, Disputationes Graecae contra Iudaeos. Untersuchungen zur byzantinischen antijdischen Dialogliteratur und ihrem Judenbild, Stuttgart-Leipzig, 1999 (Byzantinisches Archiv, 18), p. 192; DE GREGORIO, Tardo Medioevo grecolatino cit., p. 99 n. 175. Il binione finale del codice (ff. 102-105) proviene da un manoscritto a due colonne del sec. XII, contenente le omelie di anonimo sul battesimo di Cristo e Santo Stefano: F. HALKIN, Manuscrits grecs de Paris. Inventaire hagiographique, Bruxelles, 1968 (Subsidia Hagiographica, 44), p. 151. 80 Cfr. 10.
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lettere schiacciate si distinguono delta maiuscolo, sigma, phi a chiave di violino speculare e omega. 13. Augusta Acconcia Longo e Andr Jacob hanno notato lanalogia paleografica e codicologica fra lantologia salentina Vat. gr. 1276 81 e il miscellaneo Par. gr. 1087 82, contenente tra laltro il Credo niceno con scolii 83, i primi versi dellOreste 84, il commento dello Ps.-Nonno alle orazioni IV e V di Gregorio di Nazianzo 85, alcuni libri del Vecchio Testamento 86 ed una redazione breve degli Homerocentra 87. Ambedue i manoscritti sono in carta filigranata databile ai primi anni del sec. XIV 88. In particolare, credo si possa identificare il copista dei ff. 49r-50r del manoscritto parigino 89 con quello responsabile dei ff. 13r-18v (r. 4), 19r (rr. 1-9), 21r-48r, 49v-50r, 51v-63v, 82r101r (r. 8), 102r-131v (r. 9), 135r-164v (r. 20), 175r-180v del codice vaticano 90. Allanonimo copista vanno a mio avviso attribuiti anche i ff. 33r-39r

81 ACCONCIA LONGO - JACOB, Une anthologie salentine cit., p. 154; ulteriore bibliografia in BUONOCORE, Bibliografia dei fondi manoscritti cit., II, p. 886; CERESA, Bibliografia dei fondi manoscritti della Biblioteca Vaticana (1981-1985) cit., p. 374; ID., Bibliografia dei fondi manoscritti della Biblioteca Vaticana (1986-1990) cit., p. 444. 82 OMONT, Inventaire sommaire cit., I, pp. 217-218. G. CAVALLO, La cultura italo-greca nella produzione libraria, in I Bizantini in Italia, a cura di G. PUGLIESE CARRATELLI, Milano, 1982, pp. 495-608: 605. 83 Ff. 25r-48v: HALKIN, Manuscrits grecs de Paris cit., p. 110. 84 Ff. 49r-50r: A. TURYN, The Byzantine Manuscript Tradition of the Tragedies of Euripides, Urbana, 1957 (Illinois Studies in Language and Literature, 43) (ristampa Roma, 1970 [Studia Philologica, 16]), p. 353; J. IRIGOIN, La tradition manuscrite des tragiques grecs dans lItalie mridionale au XIIIe sicle et dans les premires annes du XIVe sicle, in Bisanzio e lItalia. Raccolta di studi in onore di Agostino Pertusi, Milano, 1982, pp. 132-143 (ristampato in La tradition des textes grecs. Pour une critique historique, Paris, 2003, pp. 537-552 nr. 32), pp. 133, 139, 140. 85 Ff. 56r-81v: J. MOSSAY, Repertorium Nazianzenum. Orationes. Textus Graecus, 1, Codices Galliae, Paderborn-Mnchen-Wien-Zrich, 1981 (Studien zur Geschichte und Kultur des Altertums. Neue Folge. 2. Reihe: Forschungen zu Gregor von Nazianz, 1), p. 82. 86 Ff. 88r-100v, 132r-161v: RAHLFS, Verzeichnis der griechischen Handschriften cit., p. 209, sigla 583. 87 Ff. 120r-131v: A.-L. REY, Un manuscrit de la Renaissance contenant les Homerocentra: Le Palat. gr. 326 complt par des sections du recueil factice Vallic. F 16, in Scritture, libri e testi cit., pp. 603-616: 607. 88 Per le filigrane del Vat. gr. 1276 cfr. ACCONCIA LONGO - JACOB, Une anthologie salentine cit., 1982, pp. 153-154; per le filigrane del Par. gr. 1087 cfr. J. IRIGOIN, Les filigranes de Fabriano (noms de papetiers) dans les manuscrits grecs du dbut du XIVe sicle, in Scriptorium, XII (1958), pp. 44-50: 46 e n. 5, 47; ID., La tradition manuscrite cit., p. 135. 89 Ai ff. 119v (rr. 20-ultimo) e 131v (rr. 19-ultimo) vanno registrati due interventi di una mano salentina del sec. XV. 90 Specimen in H. FOLLIERI, Codices Graeci Bibliothecae Vaticanae selecti, temporum locorumque ordine digesti, commentariis et transcriptionibus instructi, Citt del Vaticano, 1969 (Exempla scripturarum, 4), tav. 62 (f. 33v). Nellintero manoscritto si osservano variazioni nel modulo della scrittura, nella corsivit, nello spessore del tratto e nel colore dellinchiostro, spesso legate al cambiamento del testo. La distinzione qui proposta della mano anonima dalle altre intervenute nel codice (che, aldil degli interventi estemporanei, sono una, al massimo due) resta beninteso problematica, in quanto non mancano fra loro analogie significative (tanto che si sarebbe tentati di ipotizzare un solo copista principale, autore non solo di unantologia testuale ma anche di uno zibaldone grafico). Ci tuttavia non inficia affatto lidentificazione con la mano intervenuta nel manoscritto parigino e, come, si vedr subito, in un altro vaticano.

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del Vat. gr. 1912, membranacei e contenenti brani delle Omelie di Filagato da Cerami 91, nonch il f. 7r del gi citato Par. gr. 2970 92. La scrittura di questo copista, come quella dellanonimo esaminato al pragrafo precedente, rappresenta una fase tarda della palaeographische Barockzeit in Terra dOtranto, caratterizzata da artificiosit, un certo irrigidimento ed un effetto disegnato pi che scritto. Ne prova anche il deludente risultato estetico dimostrato dal copista nei fogli vergati pi corsivamente, allorch le mani duecentesche, anche nel tacugrafen, mantenevano un apprezzabile livello qualitativo. Fra le numerose analogie che accomunano i tre manoscritti in questione si noti la forma di beta maiuscolo e di delta minuscolo, theta oblungo con tratto orizzontale sporgente e boule allestremit iniziale, theta aperto, phi con tratto verticale poco o affatto prolungato sotto rigo, la legatura alpha-phi con alpha en fer de lance molto inclinato verso il basso, le legature alpha-phi ed alpha-chi con il nucleo della prima lettera ridotto ad un cerchietto isolato, quella di gamma minuscolo vistosamente spostato verso sinistra 93, epsilon-pi, le legature di iota raddoppiato con lettera precedente (rho, sigma). 14. Nella realizzazione sia del Par. gr. 1087 che del Vat. gr. 1276 il copista di cui si appena detto ricevette la collaborazione di un altro anonimo, responsabile dei ff. 1r-22v, 25r-48v, 50v-119v (r. 19), 120r-131v (r. 18), 132r-178v del parigino e dei ff. 1r-12r, 64r-66r, 67r-81v, 101r (r. 8) - 101v, 131v (r. 10) - 134r, 164v (r. 20) - 165r, 167r-174v del vaticano 94. Egli dunque collabor con il copista di cui si detto nel paragrafo precedente nella realizzazione tanto del manoscritto parigino quanto di quello vaticano. La grafia, non priva di unartificiosa rigidit, testimonia il passaggio dalla fase barocca della scrittura salentina a quella del ritorno ad una minuscola pi sobria, minuta, priva delle forme pi appariscenti. Si noti, tra laltro, alpha en fer de lance con il corpo della lettera molto inclinato, beta maiuscolo con la pancia inferiore sporgente, epsilon maiuscolo di piccolo modulo in un tempo solo inclinato verso sinistra, epsilon maiuscolo di grande modulo talvolta con

91 Si tratta di un codice composito, accuratamente descritto da P. CANART, Codices Vaticani Graeci. Codices 1745-1962, I, Codicum enarrationes, Citt del Vaticano, 1970, pp. 651-664: 657. Bibliografia in CANART - PERI, Sussidi bibliografici cit., p. 658; BUONOCORE, Bibliografia dei fondi manoscritti della Biblioteca Vaticana (19681980) cit., II, p. 941; CERESA, Bibliografia dei fondi manoscritti della Biblioteca Vaticana (1981-1985) cit., p. 405; ID., Bibliografia dei fondi manoscritti della Biblioteca Vaticana (1986-1990) cit., p. 453. 92 Cfr. 10. 93 Per il Vat. gr. 1912, cfr. ad es. f. 34v, rr. 2, 8 e 10 dal basso. 94 Specimen in R. DEVREESSE, Les manuscrits grecs de lItalie mridionale (histoire, classement, palographie), Citt del Vaticano, 1955 (Studi e Testi, 183), tav. VIIb (f. 168r).

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un tratto perpendicolare a quello mediano (questultimo prolungato a toccare la lettera successiva), la forma di theta aperto, di csi, phi a chiave di violino speculare con locchiello di forma oblunga, la legatura rho-omicron a staffa, la particolare legatura tau-iota 95. 15. I fogli ff. 1-2, 4-74, 76-154 del gi citato Ambros. G 53 sup. provengono dallo stesso codice al quale appartenevano i ff. 1-25, 30-41 dellAmbros. P 75 sup. 96. Il manoscritto originario, in carta filigranata databile fra il 1328 ed il 1340, conteneva le Omelie di Filagato da Cerami e fu vergato da ununica mano 97. Questultima responsabile anche del Laur. San Marco 692, nel quale copi le Omelie di Basilio ed il Commento al Cantico dei Cantici di Gregorio di Nissa (Tav. XI) 98. Il manoscritto laurenziano, cartaceo, presenta dimensioni e filigrana identiche a quelle del codice di Filaga-

95 Vat. gr. 1276, DEVREESSE, Les manuscrits grecs cit., tav. VIIb, r. 2 dal basso; Par. gr. 1087, ad es. f. 81v, r. 1, r. 13 dal basso. 96 Cfr. 6. Descrizione in MARTINI, BASSI, Catalogus codicum graecorum cit., rispettivamente pp. 473-474, 712-714. Ulteriore bibliografia presso www.ambrosiana.it. 97 C. PASINI, Inventario agiografico dei manoscritti greci dellAmbrosiana, Bruxelles, 2003 (Subsidia Hagiographica, 84), pp. 104-107: 104; G. ROSSI TAIBBI, Sulla tradizione manoscritta dellomiliario di Filagato da Cerami, Palermo, 1965 (Istituto siciliano di studi bizantini e neoellenici. Quaderni, 1), p. 65 (sigla Am); LUC, Lapporto dellItalia meridionale cit., p. 206. Precisamente, nellAmbros. G 53 sup. la mano ha vergato i ff. 1v-2v, 4r-72v, 78r-79v, 84r-87v, 91r-128v, 139r-154v; dei numerosi fogli lasciati bianchi dal copista (74rv, 76r-77v, 80r-83v, 88r-90v, 138v) alcuni (129r-138r) sono stati sfruttati da una tarda mano salentina, la quale ha inoltre inserito e vergato il f. 3rv (che, in seguito a restauro, oggi costituisce un bifoglio artificiale col f. 2) e un ternione (ff. 133-138) la cui filigrana databile alla met del sec. XV (PASINI, Inventario agiografico cit., p. 104). Al f. 73rv altre mani tarde hanno vergato dei testi in caratteri greci e in lingua volgare. NellAmbros. P 75 sup. il copista anonimo ha vergato i ff. 1r-25v, 30r-32v, lasciando bianchi i ff. 33r-41v, successivamente utilizzati in parte (ff. 33r-39r) dalla stessa mano tarda intervenuta nellAmbros. G 53 sup. (la quale ha inoltre inserito e vergato il binione costituito dai ff. 26-29, la cui filigrana databile alla seconda met del sec. XV: cfr. PASINI, Inventario agiografico cit., p. 604), in parte (ff. 39v-41v) da altre mani tarde (che hanno inoltre aggiunto e vergato il f. 42, isolato), fra le quali larciprete galatinese Nicola Schinzari: JACOB, Les annales dune famille cit., p. 29; A. JACOB, La tradizione scrittoria a Galatina dal XIII al XVI secolo, in Bollettino Storico di Terra dOtranto, III (1993), pp. 41-51: 47; alcuni di questi testi sono in caratteri greci e in lingua volgare: R. DISTILO, Testi greco-romanzi del Salento. Una lettera, un contratto e alcune annotazioni dellultimo arciprete greco di Galatina, in Bollettino Storico di Terra dOtranto, II (1992), pp. 65-76. 98 E. ROSTAGNO - N. FESTA, Indice dei codici greci laurenziani non compresi nel catalogo del Bandini, in Studi Italiani di Filologia Classica, I (1893), pp. 131-232: 192; H. LANGERBECK, Gregorii Nysseni in Canticum canticorum, Leyde, 1960 (Greogorii Nysseni opera, 6), pp. XXXVIII, XLVI; F. DNZL, Gregor von Nyssa. In Canticum canticorum homiliae / Homilien zum Hohenlied, Freiburg, 1994 (Fontes Christiani, 16), I, p. 91 n. 298. Lanonimo responsabile precisamente dei ff. ff. 1r-87v, 89r-156v; il f. 88 bianco; i ff. 157r-158v si devono ad un secondo copista. Ai ff. IIv-IIIv una mano secondaria ha vergato una predica in caratteri greci e in lingua volgare: O. PARLANGELI, La predica salentina in caratteri greci, in Romanica. Festschrift fr G. Rohlfs, Halle, 1958, pp. 336-360 (ristampato in Storia linguistica e storia politica nellItalia meridionale, Firenze, 1960, pp. 143-173), pp. 338-341 tavv. 1-3 (ff. IIv-IIIv); ai ff. IVr, Ir si trovano annotazioni varie, mentre al f. IVv la stessa mano che ha vergato il testo dialettale ha apposto unannotazione che ricorda la battaglia di Copertino (a. 1352): R. FRANCHINI, La Battaglia di Copertino, in appendice a Parlangeli, La predica salentina cit., pp. 360-361.

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to 99. La scrittura si inserisce fra le tarde manifestazioni della minuscola barocca, caratterizzate da rigidit ed artificiosit; in questo caso si aggiunge la modesta disinvoltura del copista, con il risultato di una grafia sclerotizzata e rozza. Tra le altre analogie si noti alpha maiuscolo con il corpo centrale ridotto ad una piccola concentrazione dinchiostro e con il tratto obliquo ampio ed arcuato, theta aperto con ampio occhiello, lambda quasi perfettamente bilineare, le legature alpha-gamma con gamma allungato verso sinistra, epsilonpi a ponte, epsilon-sigma con un vistoso epsilon a pera, il compendio di kai. 16. Allopera di un medesimo copista vanno attribuiti lAnastasimon Crypt. D. g. VIII (Gr. 151) 100 e parte dellHorologion Crypt. G. a. VI (Gr. 298) 101. I due codici, palinsesti, provengono dal monastero di S. Elia e S. Anastasio di Carbone, come lascia supporre la presenza dei numeri romani XXXVI nel primo (f. 1r) e XXXX (sic) nel secondo (f. IIv) 102. Tale circostanza confermata dal fatto che lanonimo copista a mio avviso responsabile anche di alcuni interventi nel noto Eucologio di Carbone (Vat. gr. 2005) 103, vergato fra il 1194 ed il 1195 da una mano di formazione grafica salentina 104. Lidentificazione da parte di Andr Jacob dellarchimandrita Giona, menzionato nellanafora, con il monaco messo a capo del monastero da

99 Si tratta del tipo Lettres et monogrammes, come Briquet 9732 (a. 1340). Ho riscontrato questa filigrana in un altro testimone del Commento al Cantico dei Cantici di Gregorio di Nissa, il Par. gr. 1002 (sul quale cfr. LANGERBECK, Gregorii Nysseni cit., pp. XLV-XLVI; DNZL, Gregor von Nyssa cit., p. 91 [sigla P]). 100 ROCCHI, Codices Cryptenses cit., p. 370; CRISCI, I Palinsesti di Grottaferrata cit., pp. 38-39, 156-158, 284, tavv. 69-70 (ff. 69v, 186r). 101 ROCCHI, Codices Cryptenses cit., pp. 215-216. Si tratta precisamente dei ff. 8r-32v, 277r-293r; il resto del manoscritto stato vergato da un secondo copista salentino (ff. 1r-7v, 33r-276v, 293v-301v). Ai ff. 291v-293r il nostro anonimo ha trascritto una formula confessionale in caratteri greci e lingua volgare: R. DISTILO, Tradizioni greco-romanze dellItalia meridionale, I, Appunti sulla scripta siciliana del cod. Crypt. G. a. VI, II, Per le glosse del cod. Crypt. Z. a. IV, in Cultura Neolatina, XLV (1985), pp. 171-200 (ristampato come Appunti sulla scripta dei codici Crypt. G. a. VI e Z. a. IV in Kta Latnon. Prove di filologia greco-romanza, Roma, 1990 [Seminario Romanzo, 3], pp. 43-81): 171-184. Alcuni fogli del codice sono palinsesti: CRISCI, I Palinsesti di Grottaferrata cit., pp. 26-27, 107. 102 LUC, Su origine e datazione cit., p. 189. 103 S. PARENTI, Una descrizione delleucologio di Carbone (Vaticano gr. 2005), in Ecclesia Orans, XVIII (2001), pp. 397-417. Bibliografia in CANART - PERI, Sussidi bibliografici cit., p. 669; BUONOCORE, Bibliografia dei fondi manoscritti della Biblioteca Vaticana (1968-1980) cit., II, p. 949; CERESA, Bibliografia dei fondi manoscritti della Biblioteca Vaticana (1981-1985) cit., p. 410. Il manoscritto in parte bis rescriptus; il codex antiquissimus un salterio bilingue e digrafico greco-latino, vergato per la parte latina in beneventana barese: Bibliografia dei manoscritti in scrittura beneventana, Roma, 1, 1993 -, sigla VGR 2005. 104 A. JACOB, Une date prcise pour lEuchologe de Carbone: 1194-1195, in Archivio Storico per la Calabria e la Lucania, LXIII (1995), pp. 97-114: 103, 104-107, tavv. 1-2 (ff. 35r, 72v). Gli interventi sono ai ff. 5v (rr. 1-7), 19r (r. 8), 19v (rr. 4-ultimo), 20r (r. 6), 20r (r. 19) - 21v, 24r (rr. 6-17), 25r (rr. 14-17) e riguardano in particolare una formula salentina di ampliamento della commemorazione dei defunti e laggiunta di una particolare formula cristologica: A. JACOB, pidmies et liturgie en Terre dOtrante dans la seconde moiti du XI-

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Innocenzo VI nel 1361, ha consentito di datare questi interventi alla seconda met del sec. XIV 105. A questo periodo vanno dunque attribuiti anche i due codici criptensi, che con la loro provenienza confermano la presenza di un copista di formazione grafica salentina nel monastero di S. Elia e S. Anastasio di Carbone. La scrittura dellanonimo, come quella esaminata al paragrafo precedente, appartiene alla fase pi tarda della palaeographische Barockzeit, ma presenta un ductus pi fluido ed un tracciato arrotondato. Il nitore e la regolarit della catena grafica sono ritmati dallingrandimento improvviso di alcune lettere, che costituiscono anche le analogie pi evidenti: gamma, epsilon, tau e csi. Si noti anche beta maiuscolo di piccolo modulo, theta aperto e schiacciato, le legature alpha-sigma ed epsilon-rho. 17. Il codice Vat. gr. 2325 costituito da sezioni eterogenee 106. Come ha osservato Andr Jacob, i ff. 42-65 appartenevano originariamente allattuale lezionario palinsesto Vallic. D 62 107, come anche i ff. 15-18 dellOttob. gr. 393 108. Alla stessa mano va attribuito anche il canonario cartaceo Ambros. E 47 sup., databile in base alle filigrane agli ultimi anni del sec. XIV e aquistato nel 1606 a Melpignano (Tav. XII) 109. Il codice ambrosiano, che con laltro

Ve sicle, in Helikon, XXXI-XXXII (1991-1992), pp. 93-126: 105 (sigla V), 108, 111-112 nrr. 5-6; ID., Deux formules dimmixtion cit., pp. 34-35. Uno specimen in ID., Une date prcise cit., tav. 3 (f. 21r). 105 JACOB, pidmies et liturgie cit., pp. 115-117; ID., Une date prcise cit., tav. 3 (f. 21r; il nome di Giona citato al r. 5 dal basso). 106 COZZA LUZI, Inventarium codicum Graecorum cit., f. 235r. Bibliografia: CANART - PERI, Sussidi bibliografici cit., p. 702; BUONOCORE, Bibliografia dei fondi manoscritti della Biblioteca Vaticana (1968-1980) cit., II, p. 971; CERESA, Bibliografia dei fondi manoscritti della Biblioteca Vaticana (1986-1990), p. 460. Cfr. anche LILLA, I manoscritti Vaticani Greci cit., pp. 89, 107, 108. 107 JACOB, Fragments liturgiques byzantins cit., pp. 357-358, tav. V (f. 54r). Sul manoscritto vallicelliano cfr. MARTINI, Catalogo di manoscritti greci cit., pp. 95-96. Il manoscritto fu probabilmente utilizzato a Galatone: M. PETTA, Manoscritti liturgici greci nelle chiese di Galatone, in Studi di storia pugliese in onore di Giuseppe Chiarelli, II, Galatina, 1973, pp. 685-706: 694. Ho gi avuto modo di confermare questa ipotesi, segnalando la presenza, nello strato inferiore del codice, di un documento greco relativo probabilmente a questa cittadina (ARNESANO, Il Copista del Dioscoride cit., p. 31 e n. 16). 108 JACOB, Fragments liturgiques byzantins cit., pp. 357-358, tav. VI (f. 15r). Il resto del manoscritto un sinassario palinsesto, nello strato inferiore del quale si leggono le Pandette di Antioco Monaco vergate in una minuscola tipo Scilitze: S. LUC, I Normanni e la rinascita del sec. XII, in Archivio Storico per la Calabria e la Lucania, LX (1993), pp. 1-91: 47-48 e n. 187, tav. 15 (f. 98v). Descrizione del manoscritto ottoboniano in FERON, F. BATTAGLINI, Codices manuscripti graeci cit., pp. 205-207; bibliografia in CANART - PERI, Sussidi bibliografici cit., p. 217; BUONOCORE, Bibliografia dei fondi manoscritti della Biblioteca Vaticana (1968-1980) cit., I, p. 397; CERESA, Bibliografia dei fondi manoscritti della Biblioteca Vaticana (1986-1990) cit., p. 308. 109 MARTINI - BASSI, Catalogus codicum graecorum cit., p. 317; LUC, Lapporto dellItalia meridionale cit., p. 200; bibliografia presso www.ambrosiana.it. Le filigrane sono del tipo Cloche (cfr. bifoglio 5/6), simile a Briquet 3967 (a. 1392); tipo Cercle (cfr. bifoglio 26/27), simile a Briquet 3220 (a. 1382); tipo Tte de boeuf (cfr. bifoglio 84/87), simile a Briquet 14632 (a. 1389). I ff. I-II, 174 sono antiche carte di guardia vergate in una minuscola tradizionale salentina del sec. XII. Il binione costituito dai ff. 170-173 stato aggiunto e vergato da una mano salentina del secolo XV.

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manoscritto condivide anche dimensioni, mise en page e decorazione, consente dunque di attribuire con maggior sicurezza i membra disiecta del lezionario alla fine del sec. XIV. La datazione tarda confermata dalla scarsezza di elementi barocchi nella scrittura, una minuscola dal tracciato spezzato, rozza ed irregolare che, sullo scorcio della temperie grafica barocca, testimonia leffetto del generale ritorno alla sobriet anche nel filone calligrafico o, come in questo caso, con pretese calligrafiche. Si noti la forma di zeta e di csi, pi e tau minuscoli con boule appesa allattacco del tratto orizzontale, omega con accento circonflesso attaccato al tratto orizzontale di tau alto precedente, la sovrapposizione di tau su omicron.

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INDICE DEI MANOSCRITTI CITATI

CITT DEL VATICANO BIBLIOTECA APOSTOLICA VATICANA Barb. gr. 102 354 Ottob. gr. 1 393 Pii II gr. 15 Vat. gr. 1221 1276 1408 1506 1912 2005 2025 2296 2325 ESCORIAL REAL BIBLIOTECA Scorial. Y IV 22 FIRENZE BIBLIOTECA MEDICEA LAURENZIANA Plut. 5.36 pp. 145, 144 7.8 p. 139 n. 27
DEL

p. 137 n. 12 p. 141 p. 139, tav. III p. 154 p. 142 p. 143 n. 46 p. 136 n. 9, p. 150 e n. 88, pp. 151, 152 n. 95 pp. 147, 148 e n. 76, p. 149 n. 77, tavv. IX, X fig. 1 p. 140 n. 34 p. 151 e n. 93 p. 153 pp. 139-140 n. 30 p. 148 e n. 76, p. 149 n. 77 p. 152

MONASTERIO p. 136 n. 8

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32.20 72.19 San Marco 692 GROTTAFERRATA

pp. 145, 146, tavv. VII-VIII p. 149 p. 152, tav. XI

BIBLIOTECA DEL MONUMENTO NAZIONALE Crypt. A. d. XI (Gr. G. a. VI (Gr. D. g. VIII (Gr. Z. a. XLIV (Gr. Z. a. LXXII (Gr. KARLSRUHE BADISCHE LANDESBIBLIOTHEK E. M. 6 MILANO BIBLIOTECA AMBROSIANA Ambros. A 178 sup. D 62 sup. D 65 sup. E 18 sup. E 20 sup. E 47 sup. G 5 sup. G 36 sup. G 53 sup. L 116 sup. P 75 sup. Q 57 sup. NAPOLI

79) 298) 151) 59) 382)

p. p. p. p. p.

138 e n. 17 153 153 136 e n. 8 136 n. 8

p. 145

p. 143 n. 46 p. 140 p. 140 p. 141, tav. IV p. 137 p. 154, tav. XII pp. 139, 141 p. 140 n. 32 pp. 142, 152 e n. 97 p. 143 p. 152 e n. 97 p. 140 n. 32

BIBLIOTECA NAZ. VITTORIO EMANUELE III II A 35 p. 140 n. 33 ex Vindob. gr. 15 p. 142

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NARD BIBLIOTECA DELLA CURIA VESCOVILE Cinquecentina s.n. p. 141, tav. V OXFORD MAGDALEN COLLEGE gr. 15 PARIS BIBLIOTHQUE NATIONALE Coisl. 190 Par. gr. 1002 1087 1255 1304 2572 2574 2773 2970 ROMA BIBLIOTECA VALLICELLIANA Vallic. C7 D 62 VERONA BIBLIOTECA CAPITOLARE 134

p. 149

p. 143 p. 153 n. 99 p. 150 e n. 88, pp. 151, 152 n. 95 p. 149 p. 143 e n. 46 pp. 146, 148 p. 137 e nn. 12, 14, p. 138, tavv. I-II p. 143 pp. 147, 149, 151

pp. 142, 143 n. 46, tav. VI p. 154

p. 139

WIEN STERREICHISCHE NATIONALBIBLIOTHEK Phil. gr. 2 p. 140 n. 33 49 p. 148, tav. X fig. 2 158 p. 139 310 p. 140 n. 32 Suppl. gr. 37 pp. 143-144 n. 51

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