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Classificazione delle aziende Lazienda di erogazione

Ragioneria Generale ed Applicata Sede di Fano

Pur esercitando tutte attivit di acquisizione, produzione, uso di beni economici, per la soddisfazione dei bisogni umani, le aziende possono avere oggetti specifici differenti classi sottoclassi
Gli elementi di differenziazione delle varie classi di aziende

Le tre classi di aziende sono accomunate dal fine generale= soddisfare i bisogni umani, ma si differenziano per le finalit immediate e per la struttura caratteristica.

La STRUTTURA DELLE AZIENDE composta da diversi elementi tra i quali si instaurano complesse e dinamiche relazioni di interdipendenza: Assetto istituzionale Combinazioni economiche Patrimonio Organismo personale Assetto organizzativo Assetto tecnico

Classificazione delle aziende rispetto al fine


DIRETTA

Aziende di produzione Aziende di erogazione Aziende composte

Perseguono la realizzazione del profitto attraverso il soddisfacimento dei bisogni umani

INDIRETTA
Perseguono il soddisfacimento dei bisogni umani attraverso reperimento/impiego delle risorse necessarie, senza scopo di lucro

Perseguono allo stesso tempo sia lobiettivo di soddisfare i bisogni umani che quello di perseguire un utile

Enti non profit

Operano in settori che non ricadono nellinteresse dello Stato e delle aziende di produzione Perseguono il soddisfacimento dei bisogni di soggetti umani esterni allente, senza scopo di lucro

Classificazione delle aziende rispetto allattivit svolta


SETTORE PRIMARIO SETTORE SECONDARIO SETTORE TERZIARIO SETTORE TERZIARIO AVANZATO

Classificazione delle aziende rispetto al luogo/articolazione strutturale


DIVISE INDIVISE

Classificazione delle aziende rispetto alle dimensioni

PICCOLE MEDIE GRANDI criteri quantitativi (n. dipendenti, fatturato, capitale investito) e/o criteri qualitativi
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Classificazione delle aziende rispetto al soggetto aziendale che le governa


INDIVIDUALI COLLETTIVE

SOCIET Di persone Soc. semplice S.n.c. S.a.s Di capitali Cooperative S.r.l. S.p.a S.a.p.a Mutualit prevalente Mutualit sussidiaria

in sisntesi

CLASSIFICAZIONE DELLE AZIENDE


TIPOLOGIE AZIENDALI produzione primario erogazione composte secondario terziario e terziario avanzato indivise medie Collettive (societ) grandi Di persone Di capitali

CRITERIO DI CLASSIFICAZIONE FINE ATTIVITA

LUOGO DIMESIONE SOGGETTI CHE LA GOVERNANO

divise piccole individuali

Cooperative

Approfondimento: Le piccole imprese nel contesto nazionale


Specializzazione nei settori leggeri, meno capital intensive Natura prevalentemente familiare (modello a propriet chiusa) Capacit di tenuta anche nei periodi recessivi e resistenza nel tempo Ragioni del successo da ricercare nel modello distrettuale: capitalismo reticolare fondato sullintegrazione produttiva, sociale, culturale Tendenza a sviluppare il legame con altre PI, pi che la dimensione Creazione di gruppi e distretti industriali per condividere competenze Distretti come bacino di competenze distintive e luogo di relazioni sociali Necessit di una razionalizzazione della struttura imprenditoriale italiana: di fronte alla forte concorrenza internazionale i distretti possono continuare a rappresentare un vantaggio competitivo se utilizzati come alternativa alla produzione di massa (soddisfazione di bisogni personalizzati) e se le imprese diventano pi grandi e strutturate.

LAZIENDA DI EROGAZIONE
Sistema socio-economico che produce beni/servizi per soddisfare i bisogni di: - persone allinterno dellazienda o che vi fanno capo (aziende di consumo: associazioni culturali, sportive, ecc.) - persone esterne (beneficiari) nellinteresse dei quali lazienda stata istituita ed opera (aziende di erogazione in senso stretto: enti morali di assistenza, beneficenza, di ricerca, ..) IL FINE DELLE AZIENDE DI EROGAZIONE NO MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO (differenza tra proventi e spese) SI REALIZZAZIONE DEI FINI ISTITUZIONALI (accrescere le risorse, accrescere i beni e i servizi messi a disposizione dei soggetti interessati) MA SEMPRE OPERANDO IN CONDIZIONI DI: EQUILIBRIO (PROVENTI = SPESE) EFFICIENZA (BASSI ONERI UNITARI/ALTI RENDIMENTI)
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I CICLI DI ATTIVITA DELLE AZIENDE DI EROGAZIONE CICLO OPERATIVO procedimento di PRODUZIONE procedimento di EROGAZIONE / CONSUMO

CICLO FINANZIARIO ENTRATE derivanti da: - persone interne - persone esterne - patrimonio - una combinazione delle precedenti USCITE - Per attivare i processi produttivi CICLO ECONOMICO RENDITE / PROVENTI SPESE / ONERI

Pareggio finanziario: E = U Avanzo finanziario: E > U Disavanzo finanziario: E < U

Equilibrio economico: Pr = Sp Avanzo economico: Pr > Sp Disavanzo economico: Pr < Sp


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Approfondimento: le imprese pubbliche


Nascita della grande impresa pubblica: costituzione dellIRI, 1933, ente creato dallo Stato nel periodo fascista per salvare settori industriali strategici Fase di intervento forte dello Stato delleconomia: allIRI si affiancano ENI, EFIM, ENEL (1962) gruppi di societ stabilmente collegate tra loro. Nel 1956 venne creato il ministero delle partecipazioni statali, emblema di una riprogettazione del sistema italiano imperniato sulla figura dellimpresa pubblica, estremo rimedio per difendere un sistema banca-industria molto complesso. Alla base del disegno delle partecipazioni statali non risiede una ideologia nazionalizzatrice, ma lobiettivo di risanare le imprese per poi riaffidarle ai privati. Golden age (1950-1973): negli anni del miracolo economico emerge il ruolo delle imprese pubbliche per la modernizzazione dello stato italiano Lattivit di salvataggio delle imprese private durata pi del previsto, senza raggiungere in pieno gli scopi. Vanno riconosciuti meriti (investimento in settori rischiosi, riduzione dello scarto tra Nord e Sud) e colpe (sforzi costosi e ritorni ridotti).
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.Negli anni 70 si assiste alla crisi delle grandi imprese, alcune delle quali riuscirono a sopravvivere solo grazie allaiuto pubblico. Lostinata difesa di certe realt economiche rispondeva al disegno di creare nel nostro territorio una lista di campioni nazionali (meccanica-Ansaldo, automobile-Fiat, chimica-Montedison). Mentre le grandi imprese pubbliche palesavano tutta la debolezza della loro crescita artificiosa le piccole imprese dimostrarono di saper rivestire un ruolo di forza trainante per leconomia italiana, concentrandosi in settori tradizionali ad alta intensit di lavoro, facendo della flessibilit un fattore di successo (sistemi a specializzazione flessibile). Negli anni 80 il governo avvi le prime politiche di riordino, ponendosi come obiettivo il sostegno delle grandi imprese, destinatarie di non poche agevolazioni. Il decennio anche contraddistinti dallesplosione del terziario.

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Gli anni 90 sono segnati dai notevoli processi di privatizzazione del patrimonio pubblico sia industriale che bancario: molti enti pubblici vennero trasformati in societ per azioni, affidandone la propriet al ministero del Tesoro (L. 474/92); alcune imprese vennero cedute in pi tranches: Imi, Ina, Eni, Telecom, Autostrade, Banca Nazionale del Lavoro, ponendo fine alla triste vicenda dellIri, struttura polisettoriale allargatasi con un tale grado di diversificazione da renderne impossibili la gestione e lorganizzazione, soppressa il 31 dicembre 2003 trasferendo le poche societ ancora conservate sotto il controllo pubblico direttamente al Ministero Tesoro (53% di Alitalia) o a societ possedute dal Ministero Tesoro (il 99,5% della RAI posseduta dalla RAI Holding, di propriet del Ministero del Tesoro).

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Laccelerazione nel processo di dismissione delle partecipazioni statali trova la sua principale giustificazione nelle pressioni esercitate a livello europeo. Al 1 settembre 2004, il Ministero dellEconomia e del Tesoro possiede una partecipazione totalitaria nellAnas Spa, nelle Ferrovie dello Stato, nella Rai Holding; quella nella Cassa depositi e prestiti scesa al 70% (ceduto il 30% a 65 Fondazioni bancarie. Partecipazioni importanti sono inoltre possedute in Alitalia Spa (62,33%), in Poste Italiane (65%), in Enel (50,63%), in Finmeccanica Spa (32,30%), in Eni Spa (20,32%). Esistono poi partecipazioni simboliche in Seat Spa (0,1%) e in Telecom Italia Spa (0,1%). titive.

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Accuse mosse allo Stato: aver mancato di un respiro strategico e aver seguito una logica di salvataggio a tutti i costi, con politiche di rilancio limitate ad una distribuzione a pioggia di finanziamenti agevolati e di contributi a fondo perduto, favorendo, con comportamenti collusivi, la permanenza di grandi imprese in condizioni di inefficienza; conduzione disorganica nella fase della ristrutturazione delle imprese divenute pubbliche, e della successiva fase della loro dismissione, mirante a renderle di nuovo ai privati; le mal gestite privatizzazioni hanno indebolito il sistema economico nazionale, trasformando oligopoli pubblici in oligopoli privati. E tuttavia impensabile una totale privatizzazione delleconomia; selezionate le imprese da mantenere sotto il controllo pubblico e definita la missione strategica, gli sforzi dovrebbero essere volti a inserire nellorganizzazione meccanismi di mercato, in modo che la deburocratizzazione restituisca la flessibilit organizzativa e gestionale necessaria alle imprese per essere longeve e compe
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Azienda pubblica
Finalit generali dellistituto azienda pubblica (dallo Stato alle sue articolazioni in istituti pubblici territoriali) = bene comune, progresso sociale e spirituale dei suoi membri Finalit economiche immediate = appagamento dei bisogni pubblici delle persone pertinenti alla collettivit politica territoriale mediante la produzione di beni e (soprattutto) di servizi pubblici e mediante il consumo degli stessi (aziende composte pubbliche) + soddisfazione interessi economici non istituzionali (es. dei fornitori) Caratteri fondamentali = la produzione e il consumo non il mezzo ma il fine; non si configurano conferenti di capitale proprio assimilabili a quelli delle imprese
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Azienda familiare
Finalit generali dellistituto famiglia = di ordine sociale, etico e religioso genera, alleva, educa e assiste le persone Finalit economiche immediate = appagamento dei bisogni delle persone che la compongono (interessi economici istituzionali) + soddisfacimento di attese economiche di persone e societ non membri dellistituto (interessi economici non istituzionali) Caratteri fondamentali = svolgimento di processi di consumo e di gestione patrimoniale (redditi di lavoro e di gestione del patrimonio, consumi, investimenti, negoziazioni di credito e di rischi particolari)

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Testi/Parti del Programma di riferimento 1) M. Paoloni, P. Paoloni, Introduzione ed orientamento allo studio delle Aziende, Giappichelli, To, 2009, Cap. 3. 2) P. Paoloni (a cura di), Introduzione alla contabilit generale e al bilancio di esercizio, Cedam, Padova, 1997, Cap. 1 p. 9-17.

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