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Sommario
Recensione/1 Istruzioni per leggere un libro Lettura Documentale Inattuale Recensione/2 La redazione di Finzioni 4 5 6 7 9 10 Recensione/3 I timidi e i prolissi Ernestvirgola sulla lettura Lettore-scrittore 5 regole per salvare la rivista Recensione/4 14 15 16 17 19 21

Editoriale
a lettura creativa un simpatico giochino di parole che sfrutta lormai abusato epiteto solitamente abbinato alla scrittura. Ma la lettura creativa anche un modo di intendere la letteratura e, di pi, la sua fruizione. Su Finzioni non ci scrivono dei professionisti ma, anche se fosse, non si porrebbero come tali: prima di essere giornalisti, studenti/studiosi, uomini di cultura o semplici cazzoni siamo lettori, come tutti. Gente che si legge dei gran libri perch sono belli, fanno trascorrere piacevolmente il tempo, fanno venire delle belle idee, cose cos. La lettura creativa quando si ribalta la gerarchia secondo la quale i libri, e tramite loro gli scrittori/angarioni, parlano e i lettori stanno zitti; un movimento contro la passivit storica del lettore che, invece, vuole dire la sua. Si appropria del libro e, letteralmente, gli fa dire quello che vuole. Le riviste di letteratura italiane, ci sembra, si dividono abbastanza nettamente in due frange: quelle scritte da scrittori e quelle scritte da lettori, e ognuna delle due fazioni si rivolge essenzialmente al proprio pubblico. Chi legge quattro libri al mese per divertimento, chi si fa prima due risate con Wodehouse e poi due coglioni cos con Baricco, chi si inquieta con Hoffman e si sorprende con Roald Dahl e ha brama continua di nuove idee, difficilmente si avventurer tra le diecimila battute e passa di Carmilla o nel crescente ermetismo di Nazione Indiana,

giusto per dirne due. Allo stesso modo un giovane o meno giovane scrittore intellettuale teorico italianista filologo acculturato professore freelance faticher a farsi due risate con le finte recensioni di Alessandro Romeo di RivistaInutile e sar restio a prendere consapevolezza del validissimo vademecum di Teflon, giusto per citare due ospiti di questo numero. Insomma, ognuno scrive per chi come lui (o quasi) e noi di Finzioni lo facciamo da ormai dodici numeri; ma ci sono tante altre persone, tanti progetti pi vecchi o pi giovani di noi che portano avanti la nostra stessa missione. Questo un numero collettivo in cui festeggiamo il nostro compleanno insieme a loro. Prima di iniziare ringraziamo allora chi ci ha fatto questo regalo e ha contribuito a creare il primo White Album dei lettori italiani: Rivista Inutile, Teflon, MilanoRomaTrani, Follelfo, La luna di traverso, Colla, Ernestvirgola .

La Redazione

Recensione/1
Montan Kapanesku,
di Simonetta Tolgolbito
el gigantesco mercato allaperto di Masaak Ljeni non esiste il danaro: lunica moneta la parola. I cittadini di Masaak Ljeni raccontano storie e pi le loro storie sono belle pi valore commerciale possiedono. Una storia pu valere un tappeto, un pane ai cereali, uno stivale in cuoio. Dopo poche - bellissime - pagine incontriamo la storia di Vladi Leitonanz, un viaggiatore solitario collezionista di bussole caduto in disgrazia per un amore non corrisposto da parte di un transessuale di nome Stuppenda. Il racconto commuove Mati, commerciante di stoffe, che gli regala delle scarpe in lana cotta. Saranno queste scarpe il fil rouge di tutto il romanzo. Il viaggio di Vladi Leitonanz non ci viene raccontato in maniera diretta, ma lo scopriamo passo dopo passo, parola dopo parola, dai racconti che gli altri settantacinque personaggi spargeranno tra i profumi e i colori del mercato di Masaak Ljeni. Un giorno, alla bancarella di Mati, arriva uno straniero avvolto in un mantello di lana scozzese. Lo straniero non si presenta, dice solo: . Presto capiamo che si tratta dellunica parola che in grado di dire, eppure anche lui deve raccontarci qualcosa di Leitonanz. E la svolta del libro. Il genio di Kapanescu sta nel riuscire a raccontarci la tragica storia damore tra Leitonanz e la principessa Ballandi descrivendo la sontuosa e onirica gestualit dello straniero. Per centodiciotto pagine Kapanescu inventa un nuo-

straniero, lamore non alla fine un segreto esso stesso? e lo straniero dice semplicemente: . Kapanescu (1876-1952) ci ha lasciato un baule pieno di manoscritti mai pubblicati prima di morire in un incidente aereo. Le quasi novecento pagine di questo romanzo ci parlano per la prima volta (in Italia) di lui e del suo straordinario mondo letterario. A novembre, sempre per Adepti, uscir la raccolta di poesie (unica sua opera pubblicata in vita) Bestia da rovina.

vo genere letterario, in cui la parola descrive il gesto che descrive un parola, in un cortocircuito narrativo senza precedenti: una strepitosa coreografia descrittiva alla fine della quale scopriamo che tutte le storie hanno un segreto. Mati, asciugandosi le lacrime con le stoffe del suo negozio, chieder: Ma dimmi,

Queste recensioni sono ovviamente finte e l'autore Alessandro Romeo, co-fondatore insieme ad amici di rivistainutile.it . Le puoi trovare anche qui: maciste.tumblr.com .

Istruzioni per leggere un libro


di ENRICO Mazzardi / TEFLON http://teflonrivista.wordpress.com/
i inizi col ben disporre animo e corpo ad una attivit di impegno fisico pressoch nullo, collocando una poltrona confortevole perpendicolarmente a una fonte luminosa. Sar opportuno fare un respiro profondo alzando le braccia fino al pi alto scaffale della libreria e lasciare scegliere un libro ai polpastrelli, oppure sottrarre alla polvere del comodino il volume che usualmente usate per addormentarvi. Avvisate le persone che frequentano la vostra casa del vostro nuovo impegno, possibilmente tramite vie non verbali: in caso di rumori molesti che minaccino la vostra attenzione, potrebbe bastare un colpetto di tosse ben assestato per richiamare il silenzio perduto. Le gambe dovranno essere gradevolmente accavallate, sovrapposte a formare una X; la mano sinistra regger il libro, mentre la destra far la spola tra la fronte e le pagine: indicativamente questa mano compir il viaggio che la porta a girare le pagine una volta ogni quattro o cinque minuti, quindi regolatevi di conseguenza, ch se le girerete troppo spesso insospettirete chi vi guarda. Dopo esservi persi in queste procedure, assumete un volto assorto e lievemente accigliato, corrugate un poco la fronte senza perdere lequilibrio ambiguo dellespressione: cos otterrete il volto del vero letto-

re, interessato alla propria attivit e impegnato nello sforzo di cogliere il significato profondo del testo. Una volta trovata la giusta espressione, tutti penseranno di trovarsi di fronte al pi temibile degli esperti in fatto di lettura. Solo ora siete pronti per leggere veramente, quindi, mantenendo le regole di postura sopraelencate, iniziate a scorrere con lo sguardo le righe cominciando da quella in alto a sinistra, percorrendo le file di lettere da sinistra verso destra. Se riuscite in tutto questo a trarre addirittura un senso dalle righe che state osservando con espressione tanto rapita, potrete lasciarvi andare ad un lieve sorriso, di quelli appena accennati, badando a non mostrare per i denti. Se qualcuno vi vedesse sorridere, in quel momento, vi invidier molto. Non tutti i libri sono interessanti, cos come non tutte le attivit lo sono. La lettura non fa eccezione: sorger spontanea, dopo venti minuti di pratica, la tentazione di saltare qualche riga. Non spaventatevi al presentarsi di questo pensiero, fingete di leggere come al solito, fate scorrere lo sguardo costante lungo le righe; a un tratto, se non sentite nessuno nella stanza che possa cogliere quanto state meditando di fare, saltate una riga. Per riuscirvi, vi baster rientrare con lo sguardo alla riga sottostante rispetto a quella che sarebbe stata la naturale destinazione. Nello sciagurato caso in

cui voi steste comprendendo il contenuto delle frasi, non spaventatevi qualora la frase nuova vi sembrasse lievemente incoerente e fuori luogo: considerate piuttosto il fatto che lautore non aveva previsto la vostra trovata di saltare una riga. Per sentirvi meno colpevoli, sappiate che certi lettori professionisti riescono a saltare addirittura pagine intere, ma prima di riuscire nellimpresa bisogna far pratica saltando gruppi di poche righe. Se la lettura sar concentrata in un periodo prossimo allorario di cena, probabilmente qualcuno interromper con insistenza il vostro lavoro intellettual-posturale per chiedervi ragguagli sul cibo. Questo un momento delicato per voi lettori: dovrete infatti fare sfoggio della recitazione di tutto il vostro corpo. Mano destra e gomito alzati, indice eretto, sopracciglia pi aggrottate che mai, e mormorio di qualche parola sottomessa (per comodit, lasciatevi suggerire le parole dalle righe che avete sottocchio). Il malcapitato penser quindi di avervi disturbato, si scuser e si defiler per almeno una decina di minuti. Avrete cos conquistato un po di pace, avrete creato unillusione, e il vostro corpo sar coronato dallaura del Vero Lettore Professionista.

Lettura Documentale
questione di adattamento
di SALVATORE PIOMBINO / MILANOROMATRANI http://milanoromatrani.wordpress.com/
na delle principali necessit avvertite negli ultimi due decenni in ambito storicoletterario stata quella di definire e aggiornare canoni e caratteristiche della scrittura e della lettura, soprattutto in relazione al web e a quelli che conosciamo come i suoi strumenti 2.0. Ci hanno provato i Wu Ming in merito al canone letterario con il loro saggio-feticcio New Italian Epic ma stato il filosofo sans papier Maurizio Ferraris a centrare l'obbiettivo con il suo lavoro sull'ontologia dell'oggetto/documento nell'era digitale: Documentalit. Perch necessario lasciar tracce (Laterza, 2009) si tratta di un vero e proprio strumento-chiave pronto a estinguere il bisogno di ordine e definizione avvertito in diversi ambiti di interesse. La concezione dell'oggetto sociale elaborata da Ferraris apre a nuove riflessioni in merito alla lettura come atto di potere lontano dalla concezione semplicista e bidimensionale a cui si erroneamente tornati negli ultimi anni. Secondo la riflessione di Maurizio Ferraris l'oggetto sociale si pone a met strada fra la materialit dell'oggetto fisico (come un tavolo o un lago) e limmaterialit dell'oggetto irreale (come i numeri, le relazioni o i teoremi) diventando il simbolo del sovraccarico di tracce di cui andiamo lamentando la presenza. In un contesto sociale caratterizzato dalla insostenibile presenza di documenti di varia natura - scriveva-

mo qualche tempo fa su MilanoRomaTrani di racconti, ipertesti, post, status, note, tweets quali connotati assume l'atto della lettura? Oggi siamo tutti in grado di placare il desiderio preponderante e secolare di lasciare tracce grazie a internet ma guai a vedere in questa immediatezza e estrema accessibilit un'aberrazione o un imbarbarimento della scrittura. Occorre che il lettore prenda coscienza della registrazione (uno dei cardini principali della documentalit) come atto naturale e si allontani quanto pi possibile dalla spaventevole visione orwelliana di un grande occhio che tutti ci osserva e giudica. La lettura cosciente delle proprie potenzialit democratiche viene ad essere la soluzione primaria al problema. Non paura di affrontare il mare magnum di testi ma entusiasmo e dinamismo nell'utilizzo delle infinite potenzialit della lettura documentale. Oggi il lettore chiamato ad accettare la sfida interpretativa con pi testi - potenzialmente tendenti all'infinito e a sviluppare capacit creative che lo pongono al centro di una rete di stimoli con i quali costruire la propria formazione e la propria opinione. Occorre abbandonare le inutili etichette di lettore frettoloso e trascurato per ab-

bracciare una definizione che sia quindi dinamica, cosciente e attiva: i testi vengono "decostruiti" (Derrida il primo a usare questa definizione) non per smontarne la struttura e mostrarne la funzione (o disfunzione) bens per ricrearne di nuovi e compositi. Aggregati temporanei dalla grande carica immaginifica e dalle potenzialit praticamente infinite. Venendo a mancare una visione statica del testo qualcuno potrebbe gridare alla perdita del fine ultimo della lettura, all'impossibilit di completare l'atto finalizzato al raggiungimento di una qualche "altissima" verit. La straordinaria attualit di un approccio dinamico alla lettura sta proprio nel fatto di non avere bisogno di raggiungere verit alcuna (non c' catarsi scrive Bret Easton Ellis nel delirante finale di American Psycho) quanto piuttosto di un entusiastico (e segretamente escapistico) desiderio di stare al gioco del continuo scambio di ruoli: da lettore ad autore, da audience a voce sola e ancora...

Inattuale
Look up! look up! O citizen of London
di Gianluca Senis / FOLLELFO http://follelfo.wordpress.com/
a ragione dellirragionevolezza che si fa alla mia ragione, in tal modo debilita la mia ragione che a ragione mi lagno della vostra bellezza; cos immersa in mirabolante cantilena linguistica veniva Sofia attraversando il corridoio giallastro per giungere allo studio del padre. Il consiglio le era stato dato da unamica, che se hai come un tozzo in gola col cuore che ti sbatte l sotto, te dici quella frase e intanto ci pensi e vedi come ti passa tutto o almeno un po. Si era preparata da diverso tempo attraverso studi meticolosi, sopralluoghi furtivi, mappe topografiche e concettuali, esercizi di memoria visiva e studio delle superfici; e quella sera la libreria, appoggiata alla parete frontale rispetto allentrata dello studio nascondeva per lei ormai un unico affascinante segreto. Un massiccio scheletro di quercia scura variamente decorata sarrampicava al muro seguendo le ispirazioni di una razionalit sensualmente illusoria; il padre le raccont di aver trascorso pi di quarantanove tra giorni e notti nel tentativo di riordinare tutti i volumi in suo possesso secondo la pi autentica delle perfezioni possibili, ragionando circa categorie generiche e stilistiche, di spazio tempo travalicando dalla sociologia alla psicologia fino alle ricerche applicate del cromatismo; ed infine dopo tali profondi sforzi immaginifici

contatt un artigiano del luogo con la cui collaborazione diede forma ad una struttura talmente bizzarra ed articolata da sembrare la stessa creazione di Dedalo posta a cornice dellimmensa mole libresca. Sofia la osservava giornalmente, ed aveva imparato dapprima nomi e titoli di molti volumi di cultura e tempi dei pi disparati, affascinata dai raggi di luce che attraversando la sola ampia finestra dello studio ricadevano con lucentezza plumbea e spettrale su quellammasso organizzato che si ergeva immobile. Tuttavia, nel suo costante studio maniacale alla ricerca di una logica sottesa, il morbo della curiosit aveva iniziato a consumarla; in cima alla libreria era situata infatti una sezione che sembrava differire sostanzialmente dalla tramatura che caratterizzava il resto della scaffalatura, un ripiano non internamente suddiviso in cui era comunque possibile intravedere dei libri; tuttavia essi risultavano non riconoscibili, poich una lista di legno di alcuni centimetri copriva quasi interamente lo spazio tra la mensola d appoggio e la parte superiore della libreria. Come facilmente immaginabile, Sofia spost presto la sua attenzione dalle opere facilmente osservabili, cominciando a coltivare un indiscreto interesse per quanto poteva essere posto nella parte pi nascosta della libreria, e conseguentemente la ragion stessa di quella zona occulta. Fu perci naturale

cominciare a riflettere circa il modo migliore di svelarsi tale segreto, e risolto che n la piccola scaletta appoggiata nellangolo sinistro della stanza, n laiuto di alcuna sedia o altro oggetto potevano sollevarla cos tanto da poterla portare alla cima, non trov altra soluzione che tentare una difficoltosa scalata tra le fratture dell imponente mobile a scaffali. Ecco quindi che i suoi esercizi di osservazione e memorizzazione assunsero nuovo valore, nel tentativo di svelare un tragitto percorribile tra quella marea di carta variamente inchiostrata al fine di poter raggiungere la cima senza perdersi negli affascinanti suoi meandri. Entrando quella sera nello studio diede un ultimo sguardo dinsieme alla struttura; respirando forte si diresse verso langolo in basso a sinistra poich ritenne che le opere di cultura greca e latina fossero la base migliore da cui muovere le prime manovre, e con rapidit inizi ad aggrapparsi alle mensole, superando volumi di differenti colori e dimensioni, leggendo ammirata quanto di pi splendido natura umana mai offerse. Mosse poi veloce verso destra, e mentre la polvere ombreggiava i polpastrelli e sinfiltrava sotto il candore delle unghie, sorpass Bisanzio, poi viaggi presso i filosofi arabi ed arriv fino alla pi remota cultura orientale; poi improvvisamente vir verso sinistra e si abbass di qualche dozzina di centimetri per riposarsi tra le

rassicuranti pagine della patristica medioevale. Di nuovo ripart orizzontalmente e con rinnovato entusiasmo sarrampic tra i testi pi importanti dellUmanesimo e del rinascimento, e sfuggendo le lusinghe del Barocco si diresse con cuore maggiormente palpitante verso la cultura cavalleresca; qui sost un poco per visualizzare il percorso che ancora le mancava e mentre sorrideva incantata, la punta di non so quale cavaliere saccan sull indice della mano sinistra tanto che per poco non la fece ricadere malamente al suolo. Ferita e dolorante si ripar tra gli amorosi canzonieri dei poeti italiani, ma, per non lasciarsi avvincere da tanta mollezza, super dun baleno il neoclassicismo europeo e siss diagonalmente trapassando i romantici fino a giungere allimponente raccolta enciclopedica dellintero scibile umano. Temendo di dovervi perdere troppo tempo, alzando la testa vide che poco mancava alla vetta; ma era pur vero che la parte ad essa pi prossima era quella meno conosciuta da Sofia, in quanto spesso male illuminata e difficilmente percepibile da terra. Di qua di l di gi di su si trasportava Sofia e fu lavanzata pi faticosa, pi terribile che si potesse immaginare: perdendosi per foreste illusorie, non trov che crudelt e freddezza cui chiedere conforto e mentre la sua fiducia veniva a mancare, le si schiudevano sentimenti di angoscia sino ad ora sconosciuti. Cos, quasi del tutto

inconsapevole, Sofia giunse dopo molto vagare ad appigliare la torturata mano a quella lista scura che celava il luogo pi proibito della libreria; rest incosciente ed esitante per alcuni istanti, ma facendosi forza e slanciando il piede destro riusc ad afferrare leggermente un libro piuttosto malandato. Il momento fu terrificante; la mensola su cui faceva appoggio si sfond velocemente, causando un incredibile crollo a catena di buona parte della struttura della libreria. Mentre fluttuava nel vuoto Sofia vedeva individui a gambe allaria appoggiati a nubi purpuree, schiere di soldati fronteggiarsi ferocemente, poeti in circolo divinizzare dinosauri di lamiera, prostitute e fanciulle ammiccare suadenti a giovani impomatati a cavallo dippopotami luccicanti, paesi diroccati attraversati da mostruose creature ancora fumanti, vascelli colare a picco nelle viscere della terra, divinit invidiose schernire scheletri e marionette, ragazzini impudenti rubare grigi parrucconi a giudici malfermi; e vide amici e nemici brindare oziosi, e vecchi sofferenti puntare il dito contro vecchi scontrosi e catene dindividui andare in processione senza termine alcuno Questo e molto altro vide Sofia finch una copertina rossa ondeggiando placidamente la raggiunse e le spense la luce degli occhi.

Recensione/2
Elenoire Sabregno, Molly
di Chiara Banana
ella Butte aux Cailles, quartiere parigino che sorge sulla sommit di una collina dalle parti di Place DItalie, vive Molly. Molly fa la barista, studia psicologia e vive con Benjamin, il suo ragazzo di sempre. La sera quando non lavora, va al cinema (la sua vera passione) o si perde in lunghe chiacchierate con sua nonna Letice. Una vita normale, insomma, se non fosse per un piccolo problema: Molly ha quarantasette vagine sparse per il corpo e da una di queste esce in continuazione musica country. Tutti conoscono questo piccolo segreto e nel piccolo mondo della Butte aux Cailles la accettano incondizionatamente. Benjamin, quello che pi da vicino ha a che fare con questa stranezza, anche colui il quale insegna a Molly larte di accettarsi per quello che . Nel primo capitolo le dice quasi in un sussurro: luomo fatto cos: combatte tutta una vita tra il desiderio di un amore unico e il desiderio di una vagonata di fica. E una questione matematica, logica e dimostrabile: io con te, sono luomo pi felice del mondo. Con il suo ultimo romanzo la Sabregno, facendo una leva ancora una volta sui contrasti, il nonsense, gli sprazzi di una scrittura sempre attenta a non essere retorica, si conferma una delle pi originali scrittrici francesi, forse lunica a saper trattare il tema della diversit senza dover ricorrere a stereotipi cos scontati da risultare contro-

producenti. A fare da sottofondo a questa brillante commedia del quotidiano c la musica country - grande passione della Sabregno con la forza dei suoi testi e del suo effetto catartico.

Queste recensioni sono ovviamente finte e l'autore Alessandro Romeo, co-fondatore insieme ad amici di rivistainutile.it . Le puoi trovare anche qui: maciste.tumblr.com .

La redazione di Finzioni
parla di Lettura Creativa
di LA REDAZIONE TUTTA

uando leggo mi faccio megaviaggi stile Paura e delirio a Las Vegas. Resto spesso invischiato in due argomenti che per me sono il massimo della masturbazione intellettuale: le cose che finiscono e lamore (che finisce). Il primo da paura, non basterebbe la bibliografia intera del Dalai Lama per spiegare limpermanenza. I monaci tibetani realizzano mandala di sabbia bellissimi e poi li distruggono. Io, se non mi viene restituito un libro dato in prestito, quasi mi metto a piangere. Come non bastasse ci innamoriamo di altri. Ci innamoriamo sempre di altri. Alexa non sapeva chi fosse Marquez, questo mi ha scosso, ed io stavo per volare a New York senza aver ancora letto John Fante. Chiedilo alla polvere, va bene, ma poi datti anche una risposta. In che altro modo si pu leggere se non creativamente? Questa una domanda retorica. Lalternativa leggere passivamente? Ed possibile? Se s, tanto vale guardare i reality show. Io invece mi realito show da solo. Alessandro Pollini

econdo Cesare Pavese essere innamorato un fatto personale che non riguarda loggetto amato*: che lamore sia ricambiato o no, si cercher sempre nei gesti e nelle parole dellaltro una corrispondenza che ci illuda di essere compresi e quindi meno soli. ma non c ragione, non c bisogno che i contenuti combacino. Un lettore appassionato come linnamorato di Pavese: un artigiano di mondi possibili. La sua lettura diviene creativa quando, a prescindere da ci che legge e consapevole della distanza inevitabile che corre tra intentio auctoris, intentio operis e intentio lectoris, il lettore riesce a riempire i vuoti di significato, cogliere analogie, intessere collegamenti, interpretare simboli. Un buon libro non esisterebbe se non ci fosse lui a riconoscerne la bellezza, a ritrovarsi tra le pagine. E riconoscersi tutto fuorch passivo, implica essersi letti faticosamente a fondo.

a lettura creativa improvvisazione allo stato puro. E' salire su un palcoscenico in mutande, tossendo su un microfono che sibila di fronte un pubblico armato di bottiglie rotte e verdura marcia. Il lettore creativo sa cavarsela in questa situazione mettendo insieme citazioni a casaccio e neologismi tratti da libri aperti due volte sull'autobus e poi finiti nel mausoleo di mobilio svedese su cui poggia il televisore a casa, perch la lettura creativa ti insegna a cogliere il massimo contenuto con il minimo sforzo possibile per stupire gli astanti quando scendi al bar a bere la solita Miscela Leone, il tutto facendo capire alla barista cinese che Wu Ming non ci che lei crede e che la Miscela Leone una volta la bevevano solo gli straccioni e non i radical-chic salutisti. Alex Grotto

* C.Pavese, Il mestiere di vivere, Einaudi.

Viviana Lisanti

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a lettura creativa entra nella mia vita con prepotenza ch'ero imberbe e imbambolato, forse settenne, intento ad addentrarmi nella medicina attraverso ricette del pediatra che suggerivano sciroppo per la tosse tre volte al d, ma tra quei solchi di biro ci si poteva leggere un mondo. Rinunciai ben presto all'idea di farmi medico, scornato -tra le altre cosedalla presa di coscienza che la mia calligrafia, ben leggibile, non mi avrebbe reso del tutto credibile e stimato. Qualche giorno fa il mio calzolaio, che parla una lingua che non pi spagnolo ma non ancora italiano, mi ha consegnato vecchie scarpe con tacco nuovo, ben risuolate, assieme ad un foglietto in cui rendeva conto dell'operato. Erano parole totalmente incomprensibili, ma questa foga di farsi capire, fossanche per spiegare quanta colla era stata utilizzata, mi ha fatto pensare che la lettura creativa -tanto utile coi pediatri- poteva tornare utile pure coi calzolai. E coi libri, mi suggeriscono. Matteo Bettoli

a lettura creativa la tua. E la mia. E siamo gi a due. Un po come quella storia degli elefanti sul filo: la lettura creativa dondola. Sospetto sia meno funambolica: non devi per forza leggere a testa in gi, se non questione di afflusso ematico. Puoi benissimo stare fermo immobile, respirare q.b. ma saltare le righe, ad esempio. Oppure decidere che certa gente di letteratura proprio si piglia con altra di secoli dopo e il mondo non cambia mai. Leggere un libro e trovarci un x senso: andare al supermercato fa incontrare la principessa azzurra, per dire, che lo scrittore proprio non ci era arrivato perch lui mentre lo scriveva, il pezzo del supermercato, pensava al consumismo galoppante che uccide lequo solidale. Chiudi il libro e il principio che ti rimasto lo stesso che ti ha dato Riccidoro e i tre orsi, la quale ti porta a spasso verso Lorenz (cerano orsi a parte le papere?), che si chiama Conrad come quellaltro che per era il cognome. Poi basta. Circoli. Voli pindarici di riciclo informativo emotivo, perci vitale. Aria. Tutto piuttosto creativo, pare. Licia Ambu

ettura creativa non strappare una pagina dal mezzo del libro e farne una barchetta o un origami come inavvertitamente la cosa potrebbe suggerire, ma, si designa in qualche modo il tirare fuori qualcosa da qualcosaltro. Immettere nel mondo qualsiasi manufatto anche vagamente artistico (una poesia, una canzone, un libro, naturalmente) vuol dire accettare che si stacchi completamente dallautore e diventi propriet altrui. Il prodotto di chi lo fruisce: un calesse senza cavalli, una nave senza capitano. il paradosso della creazione, che si traduce banalmente in trasformazione. Il prodotto dellestro individuale finisce per diventare un risultato collettivo, un palinsesto di interpretazioni seconde e terze e quinte che lo manipolano fino, in alcuni casi, a renderlo a malapena riconoscibile. Che meraviglia! Marina Pierri

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stato per primo Stephen King a descrivere, con una ventina danni di anticipo, il potenziale dirompente di quella cosa che oggi va sotto il nome di lettura creativa, sarebbe a dire lidea che noi lettori possiamo fare con i libri un po quello che ci pare. Dato alle stampe nel 1987, Misery racconta la storia di Annie Wilkes, una corpulenta ex infermiera che dissipa una quota oscenamente cospicua di capitale immaginativo per empatizzare con un personaggio fittizio Misery, appunto e che, nel momento in cui scopre che questi muore nellultimo episodio della saga romanzesca di cui protagonista, ne prende in ostaggio lautore obbligandolo dopo avergli amputato un piede e rescisso il pollice a resuscitare Misery nellennesimo nuovo episodio della saga. Non c bisogno di essere particolarmente creativi per intuire che il romanzo allegorizza la tirannia cui lAutore oggi sottoposto da un Lettore stanco di essere considerato lultimo anello della catena alimentare editoriale: blog, facebook, twitter, anobii e altre propaggini 2.0 sono in questo senso larma che chiunque di noi pu brandire contro un qualsiasi scrittore arrogandosi il diritto di decretarne la fortuna o le miserie. Il che, in fin dei conti, proprio come la storia raccontata in Misery, una discreta figata ma anche una cosa vagamente inquietante. Filippo Pennacchio

altro giorno avevo voglia di fare un giro, cos mi sono seduto sulla mia poltrona preferita, quella che ormai cha la conca del mio didietro, e ho iniziato a camminare tra la gente di Dublino. Ma una pioggia battente mi ha colto impreparato e mi sono riparato sotto un elce e dun tratto ero in un bosco. Neanche faccio a tempo a dire strano, che un barone giacobino mi afferra per i polsi invitandomi a camminare sui rami. Lho seguito tra la fronde fino a che non sparito in cielo. Al che ho proseguito la mia passeggiata per i boschi narrativi, ma il mio orientamento difettoso mi porta ai piedi di un castello avvolto nella nebbia. Provo a raggiungerlo ma non ce la fo, e allora cambio rotta e mi dirigo verso il mare, che mi ha sempre dato consolazione. Magra consolazione poich allorizzonte si staglia solo unindefinita linea dombra. Prendo il coraggio a due mani e salpo per un viaggio che se gli di vorranno mi riporter a casa, altrimenti chiss. Questi percorsi disegnano il cammino della mia lettura creativa. Io leggo. Io creo. Mondi. Altri. Vivo. In questi mondi. Un po. Ma che bello. Lo so, sono finzioni, ma mi sembra tutto cos vero. Ma che bello. Michele Marcon

sistono le storie. Esiste chi le scrive. Ed esiste chi le legge. E se ogni storia diversa da unaltra anche vero che ogni storia non nemmeno mai davvero uguale a se stessa. Perch c un impiccione che pu smussarla, muoverla, deformarla... insomma, pu farne ci che vuole: il lettore. Siamo lettori abbastanza creativi nella misura in cui decidiamo di usare le pagine degli Indifferenti di Moravia per fare il decoupage o friggere le patatine. E lo siamo tanto pi (creativi) se i libri di Federico Moccia ci paiono favolose e paradigmatiche (cit.) storie damore. [Ma ogni interpretazione davvero lecita?] La verit che esistono libri che anche per lo stesso lettore rischiano di non essere mai uguali a se stessi. per questo che molti di quelli che leggiamo e che amiamo alla follia non abbiamo poi il coraggio di riaprirli: rimangono l in bella vista, ci sembrano terribilmente sexy. A volte vorremmo riavvicinarci. Tuttavia temiamo, rileggendoli, di trovare un altro al loro posto. I libri sono un po delle canaglie. E anche un po come gli innamorati. Capita di innamorarsi di una canaglia; ma anche se lo sai, che puoi farci? Agnese Gualdrini

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l bravo scienziato quello che si appassiona e gusta il suo lavoro. Lha detto Linus Pauling, o forse no. Ad ogni modo se lavesse detto sarebbe vero. Tanta passione si riflette (dovrebbe) nel gusto di leggere la propria materia. Letteratura scientifica. Un mare sterminato, a volte nozionistico e noioso, ma fertile. Infatti gli esercizi di lettura creativa pi forti che io abbia mai potuto fare sono stati proprio questi: la lettura del lavoro altrui, che magari poco o nulla ha a che vedere col mio campo, a cui segue sempre un momento di rielaborazione pi o meno inconscia finch unintuizione arriva, normalmente a tarda notte o in un momento inopportuno, e indica una nuova strada da seguire. Pochi campi sono cos ricchi e poche letture, involontarie o meno, sono altrettanto foriere di novit: quella scientifica una lett(erat)ura estremamente creativa, nel senso proprio del termine. Fabio Paris

oi libri c un prima e un dopo. Prima sei un ragazzino, dopo sei un uomo e ti accendi una paglia nel letto, nudo, nascondendo un colpo di tosse. il momento in cui passi da studente a studioso. Quello il tuo momento fondamentale, liniziazione ad un cerimoniale sacro, fatto di lunghe conversazioni dopo cena con amici barbuti e occhialuti, di litigate con spocchiosetti che citano a memoria con lespressivit di un Giorgino e dal giorno in cui metti in mano a tuo cugino di quindici anni il suo primo, infinito, Conrad. Con la letteratura penso sia come coi cani, devi dimostrare di non aver paura. Devi focalizzarti su Kafka sul divano, sfondato di depressione, ai limiti della paranoia totale e dedito alla disfatta, che scrive gli Aforismi di Zrau, o Baudelaire: sifilitico, povero, strafatto e indebitato coi creditori, cos in paranoia da parlare sempre di fughe ma terrorizzato allidea di lasciare Parigi. Se vuoi davvero ascoltare questi signori, se vuoi davvero lasciarti andare nel loro mondo spegnendo il brusio della tua riverenza, creando uno scambio, facendo lettura creativa, che puoi riuscirci. Ray Banhoff

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Prendete un libro, anche noioso. Cominciate a leggerlo. Lattenzione non necessaria, ma un pizzico di trasporto renderanno le cose pi semplici. Arrivate almeno al secondo capitolo o, se privo di capitoli, non fermatevi fino a pagina 34. Se privo di pagina 34, be, un po di ingegno, ragazzi. Poi vi fermerete a riflettere sul perch quel personaggio ha un volto noto. Oppure sul perch un cuscino rosso vi ha ricordato quellaltro libro, quello che avete comprato mesi fa e che, ad oggi, non ha fatto altro che prendere polvere. Prendetelo in mano e ripartite dal punto 2. Presto o tardi riuscirete a finirne un paio e potrete facilmente dividerli in due gruppi. Nei libri del primo, arrivare alla fine sar stato liscio come lolio; in quelli del secondo, invece, sar stato difficilissimo sfogliare pagina dopo pagina senza pensare ai mille titoli che si vorr leggere dopo. Tornate in libreria o in biblioteca e siate certi di snobbare il primo gruppo. Nel secondo troverete solo i libri pi belli. Jacopo Donati

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Recensione/3
Ed Mendoza, Foe catches
di Edo Raudo
Puttane, bourbon, troie. Puttane nere, bianche, meticce, quasi sempre ubriache. Puttane in festa, tristi, a lutto, puttane tragiche. Ma soprattutto puttane ovunque, a ogni angolo della strada, nei cessi, sopra una poltrona. E poi troie. Troie che combattono, che salgono le scale, che ammazzano per una cotoletta, troie che bucano le gomme di una bici. Troie che scavalcano muri, controvento. Troie controvoglia, controcorrente, controtendenza. Troie trans, busone, acchiappafantasmi. Troie con la giacchetta, troie affezionate al locale di Peppo. Troie che partono per lAmazzonia, che tornano dallAmazzonia, che suonano le congas in un posticino che conosco. Troie bianche che si fingono nere, troie alluscita A e troie alluscita B. Un letto pieno di troie allinizio del capitolo 2, uno vuoto al capitolo 8. Ma le troie sono sotto al letto! Bellissimo. In mezzo c il bourbon e un detective, Foe, che cerca di ricostruire i tasselli di una faccenda intricata. Tutto ha inizio una sera di Novembre a Detroit, quando una giovane puttana viva viene trovata allinterno di una giovane troia morta. Com possibile? Chi ha compiuto lefferato crimine? La giovane puttana viva centra qualcosa? Foe si muove a stento, in mezzo ai fumi dellalcol che gli rallentano i riflessi e gli annebbiano la vista. Eppure sar proprio il suo stato di semicoscienza a indicargli la strada giusta, perch nel mondo di Ed Mendoza proprio lirrazionalit a farla da padrona, lintuito dello sciamano, la magia nera, il dubbio risolto facendo tintinnare i nocciuoli di pesca in un contenitore di sabbia ricoperto di capelli tagliati

di una vedova zoppa. Non c dubbio che Foe Catches sia il capolavoro di Ed Mendoza: un libro in cui la fitta selva di richiami metaletterari, metalinguistici e metametafisici trova una precisa collocazione stilistica, una lucentezza intransigente che colloca Mendoza nellolimpo degli scrittori noir di tutti i tempi del mondo.

Queste recensioni sono ovviamente finte e l'autore Alessandro Romeo, co-fondatore insieme ad amici di rivistainutile.it . Le puoi trovare anche qui: maciste.tumblr.com .

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I timidi e i prolissi
di Stefano Peloso / COLLA http://www.collacolla.com/
i capitato di ritrovarmi in un focus group sulla lettura. Mi sono lasciato adescare dalla promessa di ricchi premi e cotillons, lo ammetto, ma anche dalla curiosit di scoprire cosa fosse esattamente un focus group sulla lettura. Le regole del gioco, alla fine, erano queste: dieci lettori forti dai 15 libri annui in su, secondo le pi recenti definizioni a confrontare le proprie abitudini e i propri vizi in materia di lettura, in un salottino borghese e austero, moderati e condotti da due ricercatrici. La prima cosa che ho notato stato laspetto dei presenti. Erano tutte persone normali, nonostante si trattasse di lettori forti; avrebbe potuto essere una rimpatriata di excompagni delle medie. Parlando, poi, per, qualcosaltro mi balzato allocchio. Tra noi dieci presenti, due macro-categorie ho individuato. Da una parte i timidi, al limite dellautismo, immobili cercando di dissimulare la propria presenza, silenziosi ad osservare, avari negli interventi ma sempre precisi e puntuali. Dallaltra parte i prolissi, quelli che tenevano banco, avevano la loro da dire su qualsiasi argomento e un pensiero pronto da esprimere in ogni occasione. Non che lo facessero a sproposito, per. Tutto ci che dicevano era comunque ragionato, concreto, strutturato ed espresso forbitamente. Allora mi sono domandato: un caso che su dieci lettori forti, tutti rientrino senza esclusione in questi due gruppi, i timidi e i prolissi? E guarda caso in unequilibrata

divisione di cinque dei primi e cinque dei secondi? Facendo un passo molto azzardato e logicamente scorretto, posso immaginare ogni lettore forte del mondo in una di queste due categorie? Ma soprattutto, come legge un timido e come legge un prolisso? A sentire i miei compagni di focus group, senzaltro il prolisso onnivoro e vorace. un lettore fortissimo e si butta su qualsiasi cosa gli capiti a tiro. Legge pi cose contemporaneamente, le confronta tra loro ed sempre affamato di nuove parole. Non si d pace se non ha almeno un libro sempre con s. Che siano saggi, poesia o narrativa poco importa. Quello che conta invece la qualit della scrittura: fondamentale. Per raramente al prolisso capita di leggere qualcosa che non lo soddisfi, perch per natura si circonda di lettori con cui parla molto di libri e scambia opinioni e suggerimenti per nuove letture. Il timido invece tutto lopposto, almeno apparentemente. Segue con attenzione i discorsi, ma interviene solo raramente. Non sente la necessit di condividere le sue letture, ma un ottimo ascoltatore e quando incontra un prolisso assorbe silenzioso tutto quello che pu. Si esprime, a volte, ma sempre coinciso e in ununica tirata: difficile trascinarlo in un vero e proprio dibattito articolato. Il timido legge tendenzialmente narrativa e poesia, ama il suono delle parole e va in visibilio per la scrittura di qualit. Per molto pi riflessivo di un prolisso ed ha la capacit di sopravvivere senza libri per periodi relati-

vamente lunghi, anche se quando non ha nulla da leggere sottomano prova una sensazione di disagio che non riesce a spiegarsi. Sul rapporto con il libro-oggetto per, devo ammetterlo, sono rimasto spiazzato. Mi aspettavo s un amore verso la carta stampata, ma credevo ne avrei visto due espressioni molto diverse. Invece il feticismo per il libro resta universale: tutti e dieci i lettori forti facevano emergere la carnalit e lintimit del loro rapporto con le pagine. Alla fine, tutti ammettevano di sentire il bisogno di possedere i libri che amano, in maniera quasi morbosa. Di una cosa sono certo da quel giorno: i lettori forti, timidi, prolissi o altro che siano, non sono disposti a rinunciare al libro stampato, allodore della carta, alle piccole imperfezioni, ai segni del tempo e dellaffettuosa incuria sulle pagine, sulla rilegatura; non sono disposti a rinunciare a qualcosa di bello e ingombrante come la carta.

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Ernestvirgola parla della lettura creativa


ovvero di fumetti senza data di scadenza
di Sara Pavan / ERNESTVIRGOLA www.ernestvirgola.blogspot.com
rnestvirgola una piccola etichetta indipendente che si occupa principalmente di fumetti. La lettura del fumetto di per se creativa perch lascia a chi legge il compito di colmare gli spazi bianchi tra una vignetta e laltra. Labilit del fumettista quella di rendere gli spazi bianchi il pi possibile non ambigui. Insomma si guida il lettore come tenendolo per mano. Se questo sembra un andare contro il concetto stesso di lettura creativa importante precisare che, se la narrazione a fumetti una narrazione matura, i vincoli posti dal fumettista sono gli stessi posti dallo scrittore di prosa. Il fatto che esista una vicenda chiara non vieta che la stessa vicenda possa essere aperta a pi interpretazioni. La narrazione a fumetti uccide la lettura creativa solo quando usa mezzucci come le didascalie. Le didascalie sono come la pornografia, svelano il trucco del prestigiatore togliendo ogni magia al racconto. Ernestvirgola, anche se il primo a non riuscire nellintento, per labolizione della didascalia e di quei dialoghi che dicono le emozioni, i fatti e i pensieri. Il fumetto unarte piuttosto giovane, nata insieme al cinema ma cresciuta in modo pi lento. A lungo relegato al rango di semplice intrattenimento, lettura da toilette

o roba per bambini, in Italia inizia solo oggi a essere considerato un mezzo di comunicazione degno dello stesso rispetto della letteratura o del cinema dautore. Una narrazione matura quella che attraverso gli eventi, a volte piccoli pezzi del quotidiano, fa intuire al lettore i rapporti che intercorrono tra i personaggi senza doverli esplicitare: proprio come succede nella vita vera, in cui si in grado di cogliere lo stato danimo di qualcuno dai suoi atteggiamenti. Per proprio perch di narrazione si tratta, anche se a fumetti, per preservare la comprensibilit stessa dellopera, non si pu ridurre il tutto ad una semplice trascrizione della realt. Si tratta piuttosto di selezionare gli eventi, tradurli in sequenze di immagini, compilando nel frattempo i dialoghi perch il tutto risulti verosimile. Cos si sfrutter lo specifico del fumetto e non si otterr solo la brutta copia di un libro o di un film bens unopera che entra in risonanza con lesperienza e lemotivit di chi legge. Il vero problema ora si sposta sul lettore che trovandosi di fronte a un fumetto spesso e volentieri non si predispone a una lettura interpretativa come se si trovasse davanti a unopera in prosa o in poesia. Pretende lui per primo che tutto gli sia dato esplicitamente, in particolare

attraverso il linguaggio verbale. Ma il fumetto non solo parola, anche immagine. Ed proprio dalla combinazione di questi due elementi in ciascuna vignetta, e dalla sequenza delle singole vignette che nasce la narrazione. Purtroppo il lettore medio ancora poco educato alla lettura delle immagini e tende per lo pi a considerare il disegno accessorio al racconto verbale. Nei film, attraverso la durata delle inquadrature e altri escamotage, lo sguardo dello spettatore si focalizza facilmente sui dettagli pi importanti anche senza il sostegno del dialogo. Nel fumetto tutto questo pi difficile da ottenere. Si sempre sul filo del rasoio: si corre il rischio da un lato di cadere nella banalizzazione del racconto, dallaltro di risultare incomprensibili. Sembrer assurdo ma questa immaturit del mezzo espressivo una grazia per chi fa fumetti adesso perch, a parte qualche grande classico, la storia del fumetto ancora tutta da scrivere. Ernestvirgola non sar mai qualcosa di memorabile, ma rivolgendo al mondo del fumetto uno sguardo pi ampio, il sapere che si allinizio di qualcosa di nuovo induce uno stato di ebbrezza in chi vi prende parte. Magari alcuni dei fumettisti di questi anni diventeranno quello che sono stati Giotto o Caravaggio

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per la storia dellarte, e le loro opere godranno dello stesso rispetto con cui si trattano i libri dei grandi romanzieri russi. Insomma si spera in storie a fumetti che siano in gra-

do di portare un messaggio che non si esaurisca in una lettura univoca (proprio come i grandi classici della letteratura!) bens un messaggio capace di germogliare anche sul terreno fertile della lettura creativa di chi questi anni zero non li ha vissuti ma li studier sui libri.

Lettore-scrittore
Per sempre Ri-Legati
di Francesca Alacevich
eggendo non cerchiamo idee nuove, ma pensieri gi da noi pensati, che acquistano sulla pagina un suggello di conferma. Ci colpiscono degli altri parole

che risuonano in una zona gi nostra che gi viviamo- e facendola vibrare ci permettono di cogliere nuovi spunti dentro di noi1.

Cosa spinge leggere? La voglia di ascoltare chi ha qualcosa da dire in modo talmente prepotente da arrivare a pubblicarlo. Un misto tra rispetto per chi scalpita tanto, per

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chi vuole raggiungerci ad ogni costo rompendo le barriere tradizionali spazio-tempo, ed avida curiosit. Noi lettori siamo spinti da una Missione scegliamo, frugando tra i dorsi colorati o sbiaditi, fiutando gli arzigogoli inchiostri, con chi avviare la sinergica terapia. Ma ora che per la prima volta li ho messi per iscritto, ho capito una cosa di cui non mi ero mai resa conto prima2. Noi lettori siamo dunque i guaritori degli scrittori! (), il sogno cosmico la rappresentazione del mio cervello. Ogni oggetto attratto in me. Io creo trasfiguro invento. Non accetto nulla di fuori. Non posso pi tollerare nulla di estraneo. N credo che di una qualunque natura o di una qualunque cosa io possa arricchirmi; perch non v cosa n creatura che nellapprossimarsi ai miei sensi non si dissolva per fondersi nella mia vita profonda. (). Nato per esprimere, non mai come ora fui una potenza di espressione in continua opera (). Non considero la parola come un mezzo di scambio. Mi sembra di non poter adoperare quel che Ugo Foscolo chiama linguaggio itinerario. Lo studio lo studio lo studio mi ha reso tal maestro chio so esprimere linesprimibile e che supero nel mio stile di scrittore tutti gli uomini che scrissero in tutti i secoli3. B insomma facciamo del nostro meglio Lo scrittore trova nel lettore il suo interlocutore privilegiato, quello che riscatta la superficialit dei rapporti umani. Prima finge di scrivere esclusivamente per s. Quando uno tiene un diario vuol dire che d importanza alla sua vita. Questo sarebbe giusto. Soltanto che luomo non deve dare importanza alla sua vita nel senso sbagliato, come di solito succede4. Nel diventare parola della mia vita interiore, non soltanto di fronte agli uomini ma anche nella solitariet del mio diario, ho un regolatore segreto del mio pensare: non soltanto dal punto di vista formalmente estetico o logico, ma soprattutto riguardo al contenuto5. Voi scrittori liberate parole tra le ciglia dei lettori. un leale incontro. Si decide di fidarsi solo cos, allacciati insieme, si affrontano mirabili imprese. Ma siamo tutti viaggiatori in quella che John Bunjan chiama la desolazione di questo mondo; tutti viaggiamo con il nostro asinello e il massimo che possiamo aspettarci del nostro viaggio di trovare un amico sincero. Davvero fortunato il viaggiatore che ne trova pi di uno. Viaggiamo dunque per trovarli: essi sono il fine e la ricompensa per la vita, essi ci aiutano a preservare la

nostra dignit: e, quando siamo soli, siamo soltanto pi vicini a chi assente. Ogni libro , se letto in profondit, una lettera circolare agli amici di colui che lo scrive. Essi solo possono comprender il significato e trovarvi messaggi privati, testimonianze damore ed espressioni di gratitudine lasciate cadere qua e l, ad ogni occasione. Il pubblico soltanto un generoso mecenate che si accolla le spese postali6. Forse dunque la capacit di ricevere scosse che fa di me una scrittrice. Posso azzardare la spiegazione che a ogni scossa nel mio caso segue immediatamente il desiderio di spiegarla. Lo sento, il colpo, ma non pi, come credevo da bambina, un colpo sferrato da un nemico nascosto dietro lovatta della vita quotidiana; o diventer la spiegazione di un altro ordine; il segno di qualcosa di reale che si cela dietro le apparenze; e sono io che lo rendo reale esprimendolo in parole. Solo con lesprimerlo in parole gli conferisco unit; e questa unit significa che ha perduto il potere di farmi male; mi d una grande gioia, forse perch cos facendo tengo lontano il dolore, rimettere insieme i frammenti. Questo forse il piacere pi intenso che io conosca. lebbrezza che provo quando scrivendo mi sembra di scoprire i collegamenti precisi; di rendere vera una scena; di dare coerenza a un personaggio. Di qui nasce potrei dire una filosofia; o comunque unidea che ho sempre avuto; che dietro lovatta si celi un disegno; che noi tutti noi esseri umani rientriamo nel disegno; che il mondo intero unopera darte; che noi siamo parte di quellopera darte. L Amleto, o un quartetto di Beethoven, la verit su questa massa immane che chiamiamo mondo. Ma non esiste nessuno Shakespeare, non esiste nessun Beethoven; sicuramente non esiste nessun Dio; noi siamo le parole; noi siamo la musica; noi siamo la realt. E io lo vedo, tutto questo, quando subisco una scossa7. Quanto a me, la composizione di una poesia avviene in modo che se non me lo mostrasse lesperienza mai avrei creduto. Muovendomi intorno a uninforme situazione suggestiva, mugolo a me stesso un pensiero, incarnato in un ritmo aperto, sempre lo stesso. Le diverse parole e i diversi legami colorano la nuova concentrazione musicale individuandola. E il pi fatto. Non resta ora che ritornare su questi due, tre, quattro versi, quasi sempre gi a questo stadio definiti e iniziali e tormentarli, interrogarli, adattare loro svariati sviluppi, finch capito su quello giusto8.
1 PAVESE, CESARE, Il mestiere di vivere, 3 dicembre 1938, Torino, Einaudi, 1952, p.130. 2 WOOLF, VIRGINIA, Momenti di essere, Milano, La Tartaruga edizioni, 1993, p.90.

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3 DANNUNZIO, GABRIELE, Cento e cento e cento e cento pagine del libro segreto di Gabriele dAnnunzio tentato di morire, ed. Mondadori, Milano 1977, pp.239-240. 4 EBNER, FERDINAND, La parola la via, 26 dicembre 1918, ed. cit., p.58. 5 EBNER, FERDINAND, La parola la via, 1 settembre 1918, ed. cit., p.128.

6 STEVENSON, ROBERT L., Viaggio nelle Cvennes in compagnia di un asino, ed. Ibis, Pavia, 1993, pp. 19-20. 7 WOOLF, VIRGINIA, Momenti di essere, ed. La Tartaruga, Milano, 1993, pp. 91, 92. 8 PAVESE, CESARE, Il mestiere di vivere, 15 dicembre 1935, ed. Einaudi, Torino, 1973, p.23.

Le 5 regole per salvare


una rivista letteraria che va sulla Luna che sta di Traverso
di La Luna di Traverso http://www.lalunaditraverso.com/
n principio viene il Bando. A tema. Non libero. Dio sa cosa ci arriverebbe, altrimenti. Poi vengono i racconti. Il Verbo inizia cos. da dieci anni che inizia cos, il Verbo. Il nostro, eh! Non quello l. Quello l, obiettivamente, iniziato un po prima. Verbo numero 2: Leggere. Lidea quella di separare il materiale commestibile da quello un po commestibile e da quello francamente immangiabile. La nostra Missione, con la M maiuscola. Sincronizziamo i cervelli (wow!): ciascun membro e ciascuna membra si legge tutto quanto. Esatto. Lho proprio detto: TUTTO QUANTO. Davvero, lo giuro. E siamo gi al Verbo numero 3: Griglia. Con la G maiuscola.

Direte: Cio, che vuol dire? Che vi vien fame dopo aver letto tot racconti? Ovviamente no. Cio s, ma in questo caso no. Innanzitutto dovreste ragionare sullimportanza del numero 3: un numero primo di Mersenne, di Fermat, di Sophie Germain, il quarto numero di Fibonacci e pure un asteroide. Nella smorfia napoletana un gatto! Per cui, chi lha detto che non potrebbe essere un numero importantissimo anche per la Luna? Infatti, non lha detto nessuno. E allora io vi dico che il Verbo 3 super importante. S. una vera (vera davvero, addirittura la facciamo in Word: i potenti mezzi della tecnologia!) tabella! S, ce la tiriamo un po e facciamo come nelle grandi aziende o nei grandi uffici di comunicazione che intabellano tutto, anche la media dei passi fatti per andare in bagno

e il numero dei pistacchi mangiati in pausa pistacchio. Ci mettiamo i racconti, li scegliamo proprio l, nella tabella. Io li commento. Ci scrivo quello che penso sui racconti e non mi appello a nessuna censura. Bella o brutta. Questione di onest. Ovviamente. Verbo numero 4: Riunirsi. Stasera siamo a casa della Federica. Quasi dimenticavo: io sono il Segretario. Non colpa mia: hanno scelto loro di chiamarmi cos. A me spetta lincombenza di redigere (con modalit stilistiche del tutto personali, sintende) il verbale della riunione. Per questo ho portato con me il registratore (di quelli vecchia maniera, che vanno ancora ad audiocassette e cigolano). Niente taccuino, n penna. Appunti ne ho presi abbastanza quando frequentavo lUniversit.

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Il dibattito ribolle. Ci siamo arenati su un racconto. Non riusciamo a decidere se scartarlo oppure no. La Federica ne convinta. Lo difende a spada tratta. Mena fendenti che nemmeno Daltanious, o uno degli altri robottoni giapponesi che hanno la spada come Arma Finale. Ci vede cose che, evidentemente, agli altri sfuggono. Me compreso. Trovo le sue argomentazioni ineccepibili e convincenti. il racconto che non mi convince. Non mi piace, mi sembra banale e maldestro. Per nessuno alza alcuna barricata. Primo, perch non nel nostro modo di pensare. E poi possiamo sempre sbagliarci. Siamo fra le creature pi perfettibili che esistano. Un po di scetticismo non guasta, ovviamente. Ognuno dice la sua. Motivando. Adducendo pezze giustificative. Attingendo alla propria esperienza di lettore. Aggrappandosi ai propri gusti. Accapigliandosi con gli altri, se necessario. La bellezza della discussione sta nella eterogeneit dei contendenti. Siamo universi a s stanti. Abbiamo un vissuto diverso. E, naturalmente, letture diverse, che ci portiamo appresso nei nostri zaini mentali. Alla fine, raggiungiamo un compromesso. S al racconto, ma... Per lo devi spiegare, Fede devi dire per quale (deviata e perversa) ragione ti piace cos tanto! E va bene. Ti sfido: scrivo una rubrica e te lo dimostro! Guarda che ti minaccio: faccio un sondaggio sul nostro sito, eh! Sfida accettata. Vedremo chi lavr vinta ma, si mangia o no? Ovviamente! Verbo numero 5: Pazzeggiare. No, non un neologismo. Esiste davvero, lo dice anche lo Zingarelli: esprimere la propria gioia in modo chiassoso e stravagante. Spengo il registratore. La parte seria della serata finisce in archivio. Comincia il pazzeggio vero e proprio. Lunico e solo motivo reale che ci spinge allaggregazione. Arriviamo fino a mezzanotte, alluna. E tu come stai e tu coshai fatto e tu coshai letto. Poi leviamo le ancore. Ciascuno a casa sua. Qualcuno di noi scambia due parole in strada, intanto che si va alla macchina. Limmenso Pirandello una volta disse che la vita o la si scrive, o la si vive. Secondo noi, si pu anche leggere. Anzi, si deve.

La rivista letteraria La Luna Di Traverso edita dalla Casa editrice Monte Universit Parma con il contributo dellArchivio Giovani Artisti di Parma e Provincia, struttura dellAssessorato al Benessere e alla Creativit Giovanile del Comune di Parma, nasce nel novembre del 2001 a Parma e, ad oggi, ha all'attivo luscita di 25 numeri tematici. Lobiettivo della Luna quello di creare, nelle proprie pagine, un luogo dincontro tra nuovi, giovani scrittori, nel quale essi possano sperimentarsi e confrontarsi, dare vita ad uno spazio mirato dove vedere finalmente pubblicati i propri scritti. La rivista vuole porsi dunque come territorio desercizio letterario, momento di dialogo culturale, aperto alle diverse forme di linguaggio artistico e come proposta e possibilit di crescita e miglioramento delle potenzialit narrative dei giovani scrittori. Seguendo questi obiettivi la Redazione della rivista lancia quadrimestralmente concorsi letterari-fotografici a tema, volti alla raccolta di racconti, fotografie e illustrazioni inediti. Infatti, i redattori della Luna hanno sentito lesigenza di aprirsi a nuove forme espressive, abbinando la narrativa alla fotografia e all'illustrazione, intesa come una forma di racconto. Nel 2006 esce l'antologia I Lunatici (Mup editore), una selezione di quindici autori, tra i tanti che hanno potuto raccontare storie sulle pagine della rivista, e dal 2009 La Luna Di Traverso parte integrante dell'iniziativa Born to Write, inserita all'interno di Italia Creativa.

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Recensione/4
Mito Manera, 45 grado
di Pietro Bar Maurizio
io non so come dire. C questo Mahashi Gula, un indiano di trentotto anni, che inclinato di quarantacinque gradi. Fa tutto inclinato di quarantacinque gradi: sta seduto, sta in piedi, mangia, esce con gli amici, va al lavoro, fa allamore. La questione del baricentro, avete presente, no, (che non deve uscire dai piedi, tanto per capirci)? Ecco, niente, con lui non vale. E poi il bello che pure la casa e gli oggetti di tutti i giorni sono inclinati di quarantacinque gradi. A un certo punto arrivano gli alieni e distruggono il mondo, ma Mahashi Gula si salva, perch si d il caso che questi alieni abbiano un raggio laser che non riesce a distruggere tutto ci che inclinato di quarantacinque gradi. E quindi in tutto il mondo restano Mahashi Gula, la sua casa, e le squadre da disegno (quelle 45-45, non quelle 3060). E sar proprio con le squadre da disegno che Mahashi Gula sconfigger gli alieni, tirandogliele dietro. Poi mentre c questa guerra terrificante, Gula contro tutti, subentra la voce dellautore, che si dice talmente perplesso dalla storia che non riesce proprio proprio a continuare. Dice: Sgafanz, sbidump, BANG! Gula distrusse la falange D75. Ci fu unesplosione immensa e per un attimo fu come se il mondo tirasse un sospiro di sollievo. E in tutto questo io, Mito Manera, sono perplesso: ditemi, che storia ho scritto? Scrivete qui: mitomanera@gmail.it.

Sa che non me nero accorto?. Ma come?! E che alla fine sei talmente perplesso che nemmeno ti incazzi... Quando ho letto che la Adepti inaugurava una nuova collana Pop non posso nascondervi che ho esultato. Per adesso, boh. Sono perplesso. Oppure... no vabb, dai. Non ha senso. Magari unaltra volta. O magari... naaaaa.

E in effetti questo il punto: si resta perplessi. Anche perch il libro finisce a pagina 78, con la frase che ho appena citato e ti chiedi: ma perch? Ma fai sul serio? E poi perch 45 gradO? E il plurale? Ho letto su Pulp unintervista a Manera in cui gli veniva chiesto il perch del titolo al singolare. Manera ha risposto:

Queste recensioni sono ovviamente finte e l'autore Alessandro Romeo, co-fondatore insieme ad amici di rivistainutile.it . Le puoi trovare anche qui: maciste.tumblr.com .

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Contributi da:
Jacopo Cirillo non mai riuscito a spiegare a sua nonna cosa fa nella vita. Prima per colpa della semiotica, adesso per colpa di una casa editrice. Ha cofondato questa rivista solo per poterle dire: faccio il co-fondatore di una rivista. E anche, ma secondariamente, per poter dire quello che gli pare sui libri che legge. Carlo Zuffa nelle ultime due decadi non ha raggiunto traguardi degni di nota e ritiene che la sua infanzia sia stata traviata dal finale di Marcellino Pane e Vino. Ora, di notte nel buio della sua cameretta, studia piani segreti per i COBRA, i quali gentilmente gli hanno concesso un p di tempo libero per co-fondare Finzioni. Licia Ambu pensa che avere una sola personalit sia uno spreco di spazio. In fase di definizione a ciclo continuo, ama in ordine sparso (e intercambiabile) un sacco di cose. Attualmente la posizione pi quotata per guardare il mondo le sembra a testa in gi. Matteo Bettoli nasce in epoca reaganiana su un carro di bovini, dal quale eredita la passione per la dinamicit. A 21 anni controlla i principali media di casa: 3 televisioni, 2 computer, labbonamento allEspresso e la radio ricevuta in regalo per la cresima. Decide allora di trasferirsi. Studia a Bologna. Passa diverse giornate in Sud Africa, Austria e Belgio. L'acronino di questi tre paesi SAAB, che non a caso produce automobili brutte ed sull'orlo del fallimento. Abita a Roma e si sveglia presto. Jacopo Donati studia Filosofia estetica a Bologna. La sua carriera universitaria gli permetter, al massimo, di suonare lorganetto per strada: conscio di ci, per non pensarci, passa buona parte del suo tempo a scrivere, a leggere e a inseguire innumerevoli passioni che, per lo pi, svaniscono nel giro di pochi giorni lasciando il posto a nuove manie. Alex Grotto la conseguenza di un'adolescenza sbagliata fatta di TV spazzatura, fumetti spinti e musica sgangherata. Un eterno precario del buon gusto che ancora non sa come trasformare la sua colta apatia in denaro e affitti pagati, ma cerca di ovviare al problema abitando in una stanza rancida di provincia e scrivendo di musica su Vitaminic. E' sovrappeso, si veste malissimo ed ha occhiali grandi per darsi un tono che non pu permettersi. Agnese Gualdrini, 27 anni, laureata in Filosofia nel lontano 2005. Da ormai un anno vive e lavora a Roma in una casa editrice con un non ben definito ruolo di giano bifronte (saltella tra lufficio diritti esteri e la valutazione degli innumerevoli dattiloscritti che ogni giorno invadono la posta). Adora il caff amaro, il lungotevere, i libri di Natalia Ginzburg e cantare anche se violentemente stonata. Sono Davide La Rosa e faccio i fumetti anche se non so disegnare (so che questa cosa potrebbe far strabuzzare lo strabuzzabile ma avrei potuto fare il chirurgo senza saper nulla di medicina). Sono nato il 23 giugno del 1980 e un giorno morir ma non so darvi una data precisa. Una volta morto, comunque, voglio essere caramellato. Vabb non c' molto altro da dire su di me. Chi volesse leggere i miei fumetti pu trovarli qui: http://www. lario3.splinder.com/ Viviana Lisanti laureata in scienze storiche e studia cultura editoriale allUniversit Statale di Milano. Momentaneamente si guadagna da vivere spacciandosi per grafica nonostante non possa vantare alcuna conoscenza in merito. Nessuno finora se ne ancora accorto, quando verr smascherata sar costretta a far fruttare una laurea a detta di molti inutile.

n. 12 / Aprile 2010 redazione@finzionimagazine.it www.finzionimagazine.it

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Edoardo Lucatti. Edo. Ode. Deo. Un essere flesso nelledibile, nella lirica e in un soprannaturale deodorante. Performer di incauta protervia, aruspice della significazione e calciapalle di poca morale. Seminte per alcuni, semita per altri, una piccola fucina di omaggi al vostro personale sconcerto teoretico. Michele Marcon ama cos irrazionalmente le lettere da aver avuto la leggerezza di confessare in famiglia una certa velleit letteraria. Il giorno dopo il padre si presenta a casa con una maglietta del Milan autografa: Allo scrittore Michele, Kak. Nonostante incertezze sullautenticit, Michele si sente fregato: gli tocca diventare uno scrittore, non pi un affare privato. Per ora un abile lettore, ma la cosa triste che tifa Juve praticamente dalla nascita. Andrea Meregalli un pensatore di quasi venticinque anni. In questo istante medesimo si arrovella su quesiti del tipo: Cosa far da grande?. Assiduo frequentatore di autostrade nonch massimo esperto in campo internazionale di prodotti quali friggitrici, scalda patate, piastre per panini e salamandre, ama molto abbinare correttamente i boxer con le calze. Passa buona parte della sua giornata a leggere le scritte oscene sulle porte dei cessi nei centri commerciali. Fabio Paris nasce impagliato, e cos finir, per evitare che gli amici ballino sulla sua tomba. Zingaro, in accezione monicelliana, ha studiato chimica, seguendo la sua passione per la geopolitica. Ora vive facendo linviato da Pittsburgh per Finzioni e spacciandosi per esperto di nanotecnologie. Filippo Pennacchio, gi in tenera et plagiato dalla figura di Lee Harvey Oswald, a tuttoggi suo eroe personale, vive a Milano, dove studia, fa la spesa alla Pam, frequenta concerti di dubbio gusto e beve dei gran birroni. Quando non sa che fare, ammortizza i propri desideri nel sapere, manco fosse un personaggio delilliano, leggendo libri dalle cinquecento pagine e oltre. Di conseguenza, alle volte si annoia tantissimo.

Alessandro Pollini sta sviluppando le proprie capacit medianiche con l'obiettivo di essere invitato a Misteri e conoscere Ruggeri e Bossari con la faccia cattiva. Un giorno diventer anche un templare cos sposer la figlia di Giacobbo e passeranno la luna di miele in Egitto saltellando allegramente tra le piramidi. Marina Pierri ha 28 anni e vive a Milano, dopo dieci gloriosi anni passati a studiare/lavorare/fare radio/ fare la dj in quel di Bologna. Si occupa a tempo pieno del portale musicale Vitaminic.it ma scrive anche su Rolling Stone, PIG Magazine e Blow Up. Ascolta una media di tre nuovi dischi al giorno, legge, guarda un sacco di film e serie televisive americane. Simone Rossi vive e scrive e suona alla Casa del Cuculo, un posto dove ci piove dentro (cit.). Sta volentieri senza scarpe e fa un po fatica ad arrivare a fine mese. Una volta stato in Etiopia, poi tornato e ha scritto La luna girata strana (Zandeg). Un'altra volta si messo davanti a internet e ha detto: Ciao internet, ho scritto un (altro) libro. Se me lo finanzi in anticipo me lo pubblico da solo. Ha funzionato: nato sbriciolu(na)glio. A questo punto dovresti andare su simonerossi.tumblr.com per vedere come continua. Greta Travagliati, semiotica appassionata di arte, Proust e culturalizzazione della merce. Si interessa di tendenze e chincaglierie del contemporaneo anche se avrebbe preferito vivere nell800. Attualmente vive a Milano dove lavora in un centro ricerche e dove spera aprano presto Starbucks colorati, una pasticceria turca ed un centro di gravit permanente a forma di pera. Maria Giovanna Ziccardi, laureata in giurisprudenza a Trento nel lontano 2008, sotto una nevicata epocale, ha una spiccata vocazione per i lavori non pagati. Si barcamena tra case editrici, udienze e cronaca locale. Pensa che la matematica sia alla base del declino della civilt moderna e crede che chi capace di fare la conversione euro-lira sia dotato di capacit divinatorie. Ama leggere e scrivere, ma non leggere quello che ha scritto.

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