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PARTI DEL DISCORSO E STRUTTURE RIMICHE IN UNA PERFORMANCE DI POESIA IMPROVVISATA CAMPIDANESE A VILLASIMIUS Paolo Bravi e Daniela Mereu1

Introduzione La poesia improvvisata sarda ha goduto, in anni recenti, di una certa considerazione da parte dellAccademia da un lato e da parte degli Enti pubblici dallaltro. I frutti di questo innalzamento nel livello dellattenzione sono da un lato una quantit di studi e di opere di divulgazione, di lavori discografici e cinematografici e di iniziative di promozione e di diffusione dedicati alla poesia estemporanea sarda2, dallaltro lato una mole di documenti audio e video di gare poetiche messi a disposizione del pubblico attraverso il portale della Regione Sardegna Sardegna Digital Library. Nella maggioranza dei casi, la documentazione della poesia improvvisata in queste iniziative adotta il modello tradizionale di rappresentazione della poesia, ed pertanto incardinata sulla centralit del testo verbale, con il corredo - ove possibile - della registrazione audio e (raramente) video delle performance di poesia. Anche per quanto riguarda la dimensione verbale, peraltro, solo occasionalmente lattenzione rivolta al messaggio linguistico oltrepassa la soglia della pura trascrizione dei testi. Limpegno nellambito dellanalisi linguistica / metrica / testuale come pure, salvo alcune eccezioni, nel campo della critica letteraria e dimpostazione estetica stato finora relativamente limitato. Lo scopo dellindagine qui presentata quello di offrire un primo contributo in
Lideazione del presente contributo frutto di un progetto e di un lavoro attuato in comune fra gli autori Paolo Bravi e Daniela Mereu. Tuttavia, ai fini della valutazione del contributo specifico offerto dai due autori, si precisa che la stesura dei paragrafi Introduzione, Etichettatura e analisi della distribuzione POS, Procedura di etichettatura per lanalisi rimica, Prospettive future e del rimario in appendice stata realizzata da Paolo Bravi e la stesura dei paragrafi Distribuzione globale, Incipit, Classi lessicali e posizione rimica stata realizzata da Daniela Mereu. Ci limitiamo qui a citare alcuni volumi recenti dedicati alla poesia campidanese (Zedda, 2008) e (Bravi, 2010), i documentari (Lutzu & Manconi, 2004) e (Mossa & Trentini, 2009), e linsieme di attivit promosse nellambito delle manifestazioni Musas e Terras (a cura dellAssociazione Culturale Su Bentu Estu Sinnai, 2002 e 2004) e del progetto INCONTRO (Sardegna Toscana Corsica, 2009/2010; website: http://www. incontrotransfrontaliero.com/).
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questa direzione. In particolare, sono oggetto di indagine alcuni aspetti della distribuzione delle parti del discorso (dora in avanti: POS [Part Of Speech]) nella struttura versale e luso delle rime in una performance di poesia registrata a Villasimius il 26 Novembre 20113. Etichettatura e analisi della distribuzione POS Lanalisi della distribuzione delle parti del discorso nellambito della struttura metrica un mezzo che fa emergere aspetti strutturali della composizione estemporanea che sfuggono per lo meno: rischiano di sfuggire - allanalisi del testo, e che permettono da un lato di individuare procedure in molti casi soggiacenti e inconsapevoli della creazione estemporanea, dallaltro di riconoscere elementi che caratterizzano lo stile dei singoli poeti, differenziandoli luno dallaltro. Letichettatura POS effettuata per la presente analisi si basa su un tagset che permette la distinzione delle parti del discorso considerate delle grammatiche tradizionali delle lingue romanze, pur con alcune significative differenze4.
La performance si sviluppata in due versadas e ha avuto come protagonisti alcuni versadoris e amatori locali (Augusto Casula, Giovanni Loi, Mario Loi, Ignazio Melis, Raffaele Portas), accompagnati dal chitarrista Efisio Frau. La trascrizione verbale delle due versadas disponibile in questo volume insieme alle schede biografiche dei poeti (vd. parte I).
4 Lelaborazione del tagset utilizzato per lannotazione POS opera di Daniela Mereu e Paolo Bravi. La sua elaborazione deriva da un compromesso fra esigenze di tipo diverso, e va considerato tenendo anche in considerazione il tipo di obiettivi cui esso mira come unopera in progress, suscettibile di futuri sviluppi. Nella forma qui utilizzata, il tagset rappresenta un adattamento alla lingua sarda e alle finalit sopra indicate del tagset per litaliano ideato e utilizzato da Marco Baroni (http://sslmit.unibo.it/~baroni/ collocazioni/itwac.tagset.txt) per il training del software per il POS tagging TreeTagger di Helmut Schmid (Schmid H., 1994); (Schmid, 1995), website: http://www.ims.unistuttgart.de/projekte/corplex/TreeTagger/). Gli adattamenti sono associati ad esigenze di vario tipo: [a] Caratteristiche della lingua sardo-campidanese, non del tutto assimilabili a quelle della lingua italiana; [b] Finalit delloperazione di annotazione: la finalit prevalente e immediata quella di consentire analisi relative alla struttura linguistica delle forme poetiche etichettate, la distribuzione delle POS allinterno dei versi e la valutazione di elementi stilistici ricorrenti di natura individuale o collettiva; [c] Esigenze di natura tecnica e procedurale, legate in particolare alla necessit di semplificazione delle operazioni svolte in maniera automatica; [d] Rispetto e adesione, entro i limiti delle finalit e dei criteri sopra elencati, alle categorizzazioni tradizionali utilizzate nella grammatica italiana (in particolare, prendendo in considerazione quanto indicato in 3

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Letichettatura riguarda le singole parole5 del testo. Ci significa che ciascuna parola nelle forme verbali composte o nelle locuzioni etichettata singolarmente. Per quanto riguarda le forme verbali, la categoria degli ausiliari (etichetta: AUX) e quella dei verbi servili / fraseologici / aspettuali (etichetta MOD) sono state distinte dalla categoria dei predicativi (etichetta VER). Letichettatura ha inoltre previsto la distinzione fra tipi diversi di forme verbali attraverso laggiunta di tag di secondo livello. La distinzione riguarda le forme verbali di modo finito (sub-etichetta :f; ad esempio, un verbo predicativo di modo finito, letichetta complessiva VER:f), il modo gerundio (sub-etichetta :g), infinito (sub-etichetta :i), participio (sub-etichetta :p). Un eventuale tag di terzo livello stato aggiunto per le forme con presenza di pronomi clitici (sub-sub-etichetta :cli). Gli aggettivi (etichetta ADJ) presentano un tag di secondo livello nel caso dei dimostrativi (sub-etichetta :dem), degli indefiniti (sub-etichetta :ind), dei possessivi (sub-etichetta :pos) e degli interrogativi (sub-etichetta :int). Gli stessi tag di secondo livello si ritrovano anche nei pronomi (etichetta PRO); in questo caso, altri tag distinguono i pronomi personali (sub-etichetta :per) e quelli relativi (sub-etichetta :rel). Contemplano suddivisioni interne anche le categorie degli articoli (etichetta ART), che prevede la distinzione fra determinativi (sub-etichetta :d) e indeterminativi (sub-etichetta :n) e quella degli avverbi (etichetta ADV), che prevede la distinzione degli avverbi terminanti in menti (sub-etichetta :menti) e degli avverbi di negazione (sub-etichetta :n). Categorie prive di articolazioni interne sono quelle delle congiunzioni (etichetta CON) e delle interiezioni (etichetta INT), mentre categorie specifiche riguardano la d- eufonica presente nel sardo-campidanese (es. cun d-unu fillu; etichetta EUF) e i numerali (che raggruppano le voci che esprimono un numero ordinale o cardinale; etichetta NUM). Infine, dalla categoria dei nomi (etichetta NOUN) stata isolata e distinta con tag specifico la categoria dei nomi propri (etichetta NPR).
(Serianni, 1989) e (Serianni, 2001) e, in maniera sostanzialmente analoga e uniforme, in varie grammatiche, pi o meno accurate, della lingua campidanese, in particolare, prendendo in considerazione quanto indicato in (Porru, 1811), per il suo valore storico, in (Blasco Ferrer, 1984) e (Blasco Ferrer, 1986) e, per i criteri utilizzati nella trascrizione ortografica, in (Cardia, et al., 2009). Infine, un valido supporto per lattuazione del tagset sono stati i dizionari della lingua italiana (Sabatini & Coletti, 2003) e (Devoto & Oli, 1990), contenenti per ogni lemma utili indicazioni grammaticali. Sotto il profilo procedurale, le parole sono state individuate come stringhe di testo separate da spazi o da segni di punteggiatura o da apostrofo.
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Lanalisi della distribuzione dei POS stata concentrata su tre aspetti. Il primo aspetto quello della distribuzione complessiva e prende in considerazione tutte le parole, a prescindere dalla loro collocazione allinterno dei versi. Il secondo e il terzo livello riguardano invece due posizioni di particolare rilievo nel verso, ossia lincipit e lestremit finale (cio la parola portatrice della rima). Distribuzione globale Attraverso lanalisi della distribuzione complessiva delle parti del discorso allinterno dei versi (vd. Figura 1) possiamo notare quali sono le categorie lessicali maggiormente presenti negli interventi poetici dei protagonisti delle versadas. In particolare, possibile osservare come ci sia una tendenza generale nei versadoris a un utilizzo pi intenso delle parti del discorso che si configurano come quelle pi rilevanti per la struttura frasale, ovvero i sostantivi e i verbi. A seguire, in una scala di frequenza, troviamo i pronomi, le preposizioni e gli avverbi e infine gli aggettivi, gli articoli e le congiunzioni. Ai fini della nostra specifica analisi bene sottolineare quanto la vastissima scelta di parole che permettono le classi aperte del nome e del verbo sia fondamentale per un improvvisatore chiamato a creare su versu in pochi minuti. La frequenza di queste due entit tuttavia da inserire in un quadro pi generale che prenda in considerazione la basicit di queste due classi di parola in rapporto allelenco che le grammatiche scolastiche tradizionali individuano per le parti del discorso6. Il carattere universale del nome e del verbo messo in luce da Jeek (2005, p. 99), la quale in proposito afferma che nelle lingue del mondo queste classi lessicali sono sempre attestate, a parte qualche rara e discussa eccezione7.

Le parti del discorso che in genere vengono indicate dalle grammatiche scolastiche per quanto riguarda litaliano sono: il nome, laggettivo, larticolo, il pronome, il verbo, lavverbio, la preposizione, la congiunzione e linteriezione. Tale inventario stato messo pi volte e da pi parti in discussione, sia a causa della non fondatezza dei criteri usati per la loro identificazione, sia perch tale schema non comune a tutte le lingue del mondo (Graffi, 1994, p. 42). Il riconoscimento delle classi grammaticali del nome e del verbo come universali stato sottolineato anche da (Graffi, 1994, p. 42).
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Figura 1. Distribuzione dei POS nellarco dellintera performance (Legenda. CA: Augusto Casula; LC: Giovanni Loi; LM: Mario Loi; MI: Ignazio Melis; PR: Raffaele Portas. Per ciascun poeta, le quattro colonne rappresentano i dati relativi a [da sin. a des.]: 1 verso di sterrina; 2 verso di sterrina; 1 verso di cobertantza; 2 verso di cobertanza).

Per quanto riguarda limpiego dei pronomi nelle versadas analizzate, dal grafico possibile notare come essi siano nel complesso molto utilizzati, con una frequenza maggiore nei versi delle cobertantzas. Il ricorso assiduo ai pronomi, attestata la preponderanza nel nostro corpus di quelli personali, appare connesso al loro valore deittico, funzionale alla natura della gara poetica, in quanto performance estemporanea. Pertanto, i numerosi riferimenti al contesto extralinguistico e in particolare ai protagonisti partecipanti alla gara sono necessari e indispensabili, soprattutto in quello che viene definito intrciu, ossia nel dialogo che si svolge in modo alterno tra il primo e il terzo poeta e tra il secondo e il quarto8.

Un essenziale glossario dei termini tecnici relativi alla poesia improvvisata campidanese presente in (Zedda & Pani, 2005, p. 32).

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Un dato evidente ma difficilmente interpretabile, almeno per il momento, appare la maggiore presenza di aggettivi nelle sterrinas e di avverbi nelle cobertantzas. Tuttavia, allo stato attuale, data lesiguit del corpus in analisi, non da escludere che tale fenomeno sia frutto della casualit. Una sottocategoria lessicale che merita unattenzione particolare quella dei nomi propri, la pi consistente tra quelle meno rappresentate nel grafico. In termini generali, il ricorso ai nomi propri nella poesia orale improvvisata sembra essere legato almeno a due motivazioni di carattere funzionale: 1) la possibilit che i nomi propri, sia di persona che di luogo, offrono di far rima con parole della cobertantza9. Ci che ci spinge ad affermare tale ipotesi luso frequente nelle sterrinas da parte dei poeti improvvisatori campidanesi di aneddoti storici, religiosi o citazioni letterarie contenenti nomi propri utili per rimare le parole della cobertantza. 2) La componente agonistica10: i poeti durante lo scontro poetico rivolgono battute agli avversari citandone i nomi, generalmente in tono allocutivo, in quelle che vengono definite sterrinas dirette, nelle quali vengono messe in risalto in modo veritiero o ironico le abilit dialettiche dei loro colleghi sul palco. In altre parole, i nomi propri, in questa seconda prospettiva, sono funzionali al dialogo diretto tra gli improvvisatori. La sfida, elemento costitutivo della gara poetica campidanese, tuttavia non esclusiva di tale pratica ma sembra essere una costante delle culture orali (Ong, 1982, pp. 73-75). Dai risultati generali di cui si dato conto si pu intravedere una tendenza comune a tutti i poeti alladozione di alcune parti del discorso piuttosto che altre. Nonostante ci, ci proponiamo ora di focalizzare la nostra attenzione sui singoli versadoris, per i quali possibile notare la predilezione di alcune categorie lessicali rispetto ad altre. In particolare notiamo: - un largo impiego dei verbi nel secondo verso di cobertantza da parte di Augusto Casula;

I nomi propri, in base ai dati in nostro possesso, appaiono maggiormente presenti nelle sterrinas, anche se per lesiguit del corpus questo fatto non pu essere assunto come assoluto. Per un approfondimento dei meccanismi caratterizzanti la controversia poetica si rimanda in particolare a (Bravi, 2010, pp. 357-362).
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- la presenza abbondante dei pronomi nei secondi versi di cobertantza dello stesso Augusto Casula; - il ricorso frequente alle congiunzioni nel secondo verso di sterrina e nel secondo di cobertantza nei versus di Mario Loi; - alla poesia di Mario Loi legato anche il maggiore numero di avverbi nel secondo verso di cobertantza; - la quantit maggiore di sostantivi utilizzata da un poeta in una singola tipologia di verso da attribuire a Raffaele Portas nei suoi primi versi di cobertantza, ai quali seguono i secondi versi della stessa sezione poetica di Giovanni Loi; - infine, unultima valutazione che si evince dal grafico lampio uso di preposizioni nel primo verso delle cobertantzas create da Ignazio Melis. Di questi fenomeni allo stato attuale non si in grado di dare adeguatamente conto, se non in termini di una anomalia nella distribuzione dei POS di particolari poeti rispetto agli altri, e dunque un indizio per future analisi volte alla caratterizzazione stilistica dei vari poeti. Incipit Dopo aver mostrato un panorama generale sulla distribuzione complessiva delle categorie lessicali allinterno delle versadas oggetto del nostro studio, ora concentreremo il nostro interesse, avvalendoci di un grafico analogo al precedente ma relativo ai dati emersi dallanalisi POS per ci che riguarda la posizione iniziale dei versi (Figura 2). In primo luogo va osservata una presenza considerevole di congiunzioni nellincipit dei versi. Un dato significativo, che potrebbe essere considerato una vera e propria peculiarit stilistica, limpiego da parte di Mario Loi di un numero cospicuo di congiunzioni allinizio dei secondi versi di sterrina e cobertantza, che quindi sembrerebbero utilizzate come connettivi testuali, poich svolgono funzione di raccordo tra le varie parti del testo, contribuendo alla pianificazione sintattica del discorso (Serianni, 1989, p. 361). Il fenomeno emerso pu essere considerato una vera e propria tendenza generale in quanto quasi tutti i livelli riguardanti questo specifico impiego sono elevati. Altra parte del discorso usata per introdurre il verso la preposizione, copiosamente rappresentata nel grafico, per il ruolo che essa ha nel definire le relazioni sintattiche tra i costituenti frasali.

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Figura 2. Distribuzione dei POS nelle prime parole di ciascun verso (Legenda: vd. didascalia Figura 1).

Quanto ai pronomi, in posizione iniziale essi appaiono rappresentati in misura maggiore nella cobertantza con un picco significativo nel primo verso di Mario Loi. Analogamente a quanto si detto per la distribuzione generale delle parole nei versi, anche nellincipit prevalgono i pronomi personali per la loro funzione deittica di cui si parlato nel paragrafo precedente. Vi poi una rilevante ma non significativa presenza dei verbi in posizione iniziale. Limpiego della categoria verbale riservata, infatti, nella maggior parte dei casi allestremit dei versi per via delle potenzialit di rima che essa offre11. Tra le parti del discorso meno usate emerge che la categoria dei nomi propri sfruttata da alcuni poeti in modo almeno degno di nota12.
11 Tale aspetto trattato nel paragrafo dedicato a Classi lessicali e posizione rimica, infra.

Questo dato si spiega con quanto detto in precedenza relativamente alla funzione che i nomi propri assumono nello scontro dialettico. Inoltre, sebbene lutilizzo dei

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Procedura di etichettatura per lanalisi rimica Lanalisi della struttura delle rime stata effettuata grazie alla predisposizione di un software appositamente dedicato. Il rilevamento automatico delle serie di parole in rima presenta difficolt di varia natura13. In primo luogo, esse derivano dalla corrispondenza non completa fra le forme ortografiche previste da (Cardia, et al., 2009) e la realizzazione fonetica (vedi esempi infra). In secondo luogo, esse derivano dal fatto che talvolta la pronuncia locale rende isofoniche terminazioni di rima che nella grafia risultano non identiche. In terzo luogo, sono talvolta presenti rime imperfette, in linea teorica non ammesse nella poesia campidanese. Per tali ragioni, lindicazione della rima stata realizzata con alcuni accorgimenti che permettono lindividuazione automatica del legame pur in assenza di una perfetta identit grafica delle terminazioni di rima. Il rimario speciale riportato in appendice al presente articolo riporta le parole in rima nella forma trascritta sulla base di tali accorgimenti e permette in tal modo di rilevare il livello nel quale presente una discrepanza fra la forma fonica e quella ortografica14. La codifica di tali discrepanze tiene in considerazione la distinzione tra isofonia e isografia (Cirese, 1988). Sulla base di tale distinzione, possono essere individuati tre tipi di situazioni differenti. Nel primo caso, la relazione di identit riguarda sia la forma fonica sia la forma grafica della rima; nel secondo caso, lidentit fonica non corrisponde alla identit grafica, secondo il modello ortografico proposto in (Cardia, et al., 2009); nel terzo caso, la rima acusticamente (oltre che graficamente) imperfetta15. Di seguito sono presentati, con alcuni esempi di supporto, i diversi casi, e sono indicate le soluzioni utilizzate per la codifica delle rime.
nomi propri allinizio del verso sia presente esso minoritario rispetto al loro utilizzo in posizione finale e quindi rimica.
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Per una trattazione dettagliata della questione si rimanda a (Cirese, 1988, p. 373).

Lespressione rimario speciale desunta da Alberto Mario Cirese, il quale distingue il rimario convenzionale, che raggruppa i versi in base alla relazione avere la stessa terminazione da quello speciale, che deve invece raggruppare i versi in base al fatto che [] essi sono collocati in posizioni tali che, secondo certi schemi metrici, essi dovrebbero rimare tra loro (Cirese, 1988, p. 395).
15 Il quarto tipo che deriva dalla combinazione dei due fattori, ossia quello di unidentit grafica cui non corrisponde identit fonica (in sigla: -ISOFONIA/+ISOGRAFIA) cio le rime dette per locchio (vd. Beltrami, 1991, p. 218-219) non stato qui contemplato in quanto non sono emersi casi di questo tipo nel repertorio analizzato.

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Tipo I: +ISOFONIA / + ISOGRAFIA In questi casi, si scelto di conservare la trascrizione della parola secondo lo standard ortografico adottato, anche nei casi in cui la pronuncia risulti diversa dalla grafia (ex.: ['andaDa ]> andat, in rima con [kum'mandaDa] > cumandat), in quanto nessun pregiudizio per lanalisi rimica discende dalla discrepanza fra grafia standard e pronuncia effettiva. Tipo II: +ISOFONIA / -ISOGRAFIA In questo caso, occorre distinguere tre situazioni differenti. Cancellazione [x] fono soppresso rispetto alla trascrizione ortografica e/o alla pronuncia standard (ex.: ['sona] > sona[t], in rima con bona; [repen'ti)a] > repenti[n]a, in rima con mia) Inserimento {x} fono presente nella pronuncia e assente nella trascrizione ortografica standard (ex.: ['Esti] > est{i}, in rima con celesti, ['pruzu] > prus{u}, in rima con abusu, confusu e tu%us{u}; ['anti] > ant{i}, in rima con ananti) Sostituzione [x]{y} fono y sostitutivo del fono x, rispetto alla pronuncia standard e alla trascrizione ortografica (ex.: [ri'zortu] > riso[l]{r}tu -per risoltu-, in rima con mortu) Tipo III: -ISOFONIA / -ISOGRAFIA Come per il caso precedente, anche per il terzo tipo si distinguono tre situazioni diverse. Cancellazione $x fono assente nella trascrizione ortografica e nella pronuncia e in difetto rispetto alla rima stabilita (ex.: [E'zatta] > esa$lt$ra, in rima con altra e scaltra) ($ si riferisce al carattere immediatamente seguente) Inserimento %x fono presente nella trascrizione ortografica e nella pronuncia e in esubero rispetto alla rima stabilita (ex.: [kom'mertSu] > comm%rciu, in rima con bciu; [trat'tEnni] > traten%ni, in rima con beni; [inno'tSentis] > innocenti%s, in rima con assenti e continenti) ($ si riferisce al carattere immediatamente seguente) Sostituzione $x%y fono y sostitutivo del fono x, in sostituzione rispetto alla rima stabilita (ex.: [inter'rogu] > interro$g%bu, in rima con lobu) ($ si riferisce al carattere immediatamente seguente)

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Classi lessicali e posizione rimica La posizione finale dei versi si configura come quella riservata alla parola portatrice di rima, pertanto la collocazione delle classi di parole nelle estremit dei versi verr presa in considerazione in rapporto alle rime di cui i poeti si servono. La categoria lessicale pi usata nella posizione terminale del verso quella nominale, elemento tuttaltro che inatteso viste le numerose possibilit di rima connesse al numero di sostantivi a cui un poeta pu ricorrere16. La conoscenza di un notevole numero di nomi accresce le potenzialit di variatio allinterno del rimario di ogni improvvisatore e questo uno dei requisiti che, secondo i cultori della poesia, un buon poeta dovrebbe possedere. Nello specifico, in tal modo il poeta ha la possibilit di attingere a un archivio personale di rime che gli consente di non essere ripetitivo e allo stesso tempo di non essere eccessivamente legato alle parole presenti nella cobertantza. Le stesse motivazioni possono essere usate per spiegare lutilizzazione della sottocategoria dei nomi propri nella parte finale del verso. Alla predominanza del sostantivo, in posizione terminale, segue la presenza dei verbi; anche in questo caso tale risultato previsto e connesso alle relazioni rimiche. Le terminazioni desinenziali dei verbi permettono di avere un massiccio numero di uscite di rima (alcuni esempi estratti dal rimario speciale consultabile nellappendice sono: -ai, desinenza dellinfinito, e -au, desinenza del participio passato) e una vastissima scelta di parole a cui fare ricorso. La potenzialit dei verbi come parole in rima osservabile nel grafico in Figura 3 in cui luscita -ai, in una scala da 0 a 14 viene utilizzata 14 volte con ben 13 verbi differenti. Per quanto riguarda luscita del participio passato -au essa viene sfruttata dai poeti ben otto volte con altrettante parole differenti. Insomma, quando i poeti ricorrono alla rima -au, poich si tratta della desinenza del participio passato, essi possono fare affidamento su un inventario variegato di verbi. In entrambi i casi (-ai e -au) si nota che lindice di eterogeneit di parole usate elevato. Oltre alle esigenze di tipo rimico, tuttavia, la presenza del verbo nella posizione terminale del verso pu essere interpretato anche come carattere morfosintattico proprio nel sardo, il cui uso come sottolinea Loi Corvetto (1983, p. 139) alternativo, ma non costante.
Per valutare in maniera esauriente la presenza dellelevato numero di sostantivi in posizione rimica necessario comparare i dati ottenuti nella particolare performance esaminata con quelli relativi alle percentuali medie di sostantivi riscontrabile nel parlato e, in generale, nellambito della poesia in sardo, tenendo altres presenti i fattori di tipo sintattico che governano la composizione degli enunciati. Tali dati, tuttavia, non sono attualmente disponibili per quanto riguarda la lingua sardo-campidanese.
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Figura 3. Colonne in grigio: distribuzione delle uscite di rima (numero di occorrenze > 4); linee in nero al centro delle colonne: numero di parole diverse utilizzate per la rima.

Sembra opportuno ribadire come tutte le classi di parole maggiormente impiegate alla fine del verso siano i nomi, gli aggettivi, i verbi e gli avverbi, ovvero le quattro classi aperte, per definizione quelle a cui si possono sempre aggiungere nuovi membri (Graffi & Scalise, 2002, p. 116), pertanto le pi numerose. (Vd. Fig. 4). Sebbene la classe dei pronomi non sia tra le pi rappresentate, il riferimento a questa categoria lessicale ci permette di entrare nel merito di un interessante fenomeno riguardante le relazioni rimiche, presente nelle gare poetiche in questione in due casi differenti. Due legami di rima connessi alla categoria pronominale risultano particolarmente degni di nota: luscita in -ui e in -ei17. Per ci che concerne -ui, notiamo che nel testo, nonostante esso ricorra in posizione finale numerose volte (per la precisione otto), gli elementi lessicali con tale terminazione sono relativamente pochi; infatti, dal rimario speciale si evince che le parole con tale uscita usate nelle performance analizzate sono solo quattro (aflui, conclui, fui, tui). Limpiego dei tre verbi terminanti in -ui pu essere spiegato con la preziosa possibilit che essi offrono di rimare
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Si vedano il grafico in Figura 3 e il rimario speciale in appendice.

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Figura 4. Distribuzione dei POS nelle parole in rima (Legenda: vd. didascalia Figura 1).

con il pronome di seconda persona singolare, tui, ampiamente adoperato in questo tipo di controversia poetica per la sua funzione deittica. Tale ipotesi dimostrata dal confronto tra la trascrizione verbale delle versadas e il rimario speciale: da questa comparazione infatti emerge che i tre verbi con luscita -ui, collocati nella parte finale dei versi della sterrina, rimano tutti col pronome tui, utilizzato invece nelle cobertantzas. Considerando che lordine di composizione del mutetu sempre cobertantza-sterrina (Bravi, 2010, p. 333) possiamo affermare che la scelta dei verbi in -ui strettamente subordinata a quella del pronome personale di seconda persona. Analogamente a quanto affermato per il pronome tui, anche per lelemento pronominale mei valgono le medesime considerazioni. Dal grafico in Figura 3 si evince che anche la rima -ei gode di un ampio utilizzo. Tuttavia, anche in questo secondo caso, altres evidente che le parole contenenti tale terminazione non siano affatto numerose. Procedendo secondo il metodo gi adottato per tui emerge un fenomeno esattamente analogo a quello precedentemente indicato, in quanto tutte le parole che terminano con -ei (Bellei, crei, e[st]{i}, sei) sono utilizzate allestremit dei versi della sterrina per rimare con mei, presente invece nella cobertantza. Pertanto, anche in questo caso si ha la priorit del pronome rispetto alle altre parole con la stessa uscita.

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Prospettive future Le analisi qui presentate sono il primo frutto di un pi ampio progetto di analisi linguistica su testi di poesia orale in sardo. Come tali, hanno un carattere esplorativo e, data lesiguit del corpus, permettono allo stato attuale solo osservazioni di portata limitata e conclusioni provvisorie. La possibilit di utilizzare il software sviluppato nellambito della presente ricerca su altri documenti trascritti con applicazione delle stesse procedure rende per agevole una futura estensione del corpus di analisi. Letichettatura POS qui applicata con una procedura con supervisione verr utilizzata per il perfezionamento dei parametri applicati ai fini delletichettatura automatica POS della lingua sardocampidanese. In prospettiva, dunque, analisi di questo tipo potranno essere effettuate con impiego progressivamente minore di supervisione e, una volta raggiunto un livello di accuratezza delletichettatura soddisfacente, potranno essere effettuate in maniera completamente automatica. Il raggiungimento di questo obiettivo ultimo peraltro, non a immediata portata di mano comporter da un lato la possibilit di ampliare in grande misura il corpus di analisi, dallaltro la possibilit di mettere a disposizione uno strumento di analisi utilizzabile in altri ambiti dellanalisi linguistica. Bibliografia Beltrami, P. G. (1991). La metrica italiana. Bologna: Il Mulino. Bravi, P. (2010). A sa moda campidanesa. Pratiche, poetiche e voci degli improvvisatori nella Sardegna meridionale. Nuoro: ISRE. Blasco Ferrer, E. (1984). Storia linguistica della Sardegna. Tbingen: Niemeyer. Blasco Ferrer, E. (1986). La lingua sarda contemporanea. Grammatica del logudorese e del campidanese. Cagliari: Edizioni della Torre. Devoto, G., & Oli,G. (1990). Il dizionario della lingua italiana. Firenze: Le Monnier. Cardia, A., Cherchi, S., Dess, N., Madrigale, M., Madrigale, M., Maxia, F., et al. (2009). Arrgulas po ortografia, fontica, morfologia e fueddriu de sa Norma Campidanesa de sa Lngua Sarda. Quartu S. E., IT: Alfa Editrice. Cirese, A. M. (1988). Ragioni metriche. Versificazione e tradizioni orali. Palermo: Sellerio.

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APPENDICE Rimario speciale (versadas Villasimius, 26 Novembre 2011) RIME ADA ADAS ADI AGAS AGU AI PAROLE IN RIMA

acabada | apicada | indicada | serrada cuadas | stradas calamidadi | dificoltadi | edadi pagas | propagas divagu | pagu campai | cunfessai | cuntratai | fai | mai | nai | onorai | parai |piscai | preparai | satai | sparai | spassiai AIS arribais | cantais ALAS apalas | iscial%las ALI geniali | mali ALTRA altra | esa$lt$ra ALTRU altru | scaltru ALVU calvu | salvu ANCUS biancus | stancus NGIUS arrngius | istrngius ANI cani | mergiani | pani | Pani ANNA canna | manna ANNUS annus | dannus ANTA acanta | santa | Villasanta ANTI ananti | ant{i} | cantanti | canti | cumandanti | galanti | innanti | tanti ANTZA sostantza | sperantza | usantza ANU Campidanu | cristianu | segrestanu | stranu ANUS cristianus | lontanus | manus ARDA sarda | tarda ARIS esemplaris | paris ARMAS afa$r$m%n%nas | armas ARTI arti | parti ATIS agatis | ma[r]tis ATU agatu | aguatu AU amascau | ascurtau | cantau | cassau | disarmau | initziau | negau | pecau AUSA causa | pausa

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CIU EDA EDDI EDDU EI EIS ELI ELLANT ELLIS EMA EMPRI NDIU ENI ENIS ENSU ENTI ENTIS ENTRU ENTU ENTZA ERA ERRA ESA ESTA ETA ETU ETUS ETZU EU IAS IBAT BILI IBU ICI IDA IDU IGAS GULU

bciu | cum%rciu meda | scheda istabeddi | peddi capeddu | dubieddu | fueddu | Marieddu | pitzeddu Bellei | crei | e[st]{i} | mei | sei leis | peis Arrafieli | feli debellant | intabellant imbellis | Mel{l}is | sbellis dilema | poema | problema | sistema otempri | sempri intndiu | ofndiu beni | susteni | traten%ni benis | tenis Defensu | pensu assenti | continenti | cumenti | genti | innocenti | presenti innocentis | veramenti$s argument$ru | rientru argumentu | atentu | lamentu | stentu assentza | sententza manera | sincera guerra | terra difesa | pretesa festa | notesta dereta | poeta | scupeta bratzetu | diletu | inchietu | perfetu | rispetu diletus | dispetus | guetus | mutetus | perfetus amaletzu | avetzu deu | seu mias | poesias arribat | proibat incredbili | possbili arribu | proibu aici | arrici | spici guida | vida fidu | sbuidu frigas | rigas pergulu | spgulu

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ILI LLIA ILLU IMI IMIS INCI INIS NNIA IRI IRU ISSU ISTU ITIS IU IXI OBU ODDI OGU OI OLIS OLU OMPIT MPIU ONA NGIU ONI ONIS ONTU ORA ORI ORIT ORTI ORTU ORU OSA OSTA OSU OTU

fusili | stili famllia | meravllia cocodrillu | conillu | fillu | pillu esprimi | timi esprimis | timis binci | cunvinci finis | tostoinis ln{n}ia | Snnia bessiri | uniri respiru | tiru fissu | issu Cristu | resistu amitis | citis miu | partoriu Arixi | pedrixi interro$b%gu | lobu Loddi | moddi arrogu | giogu | interrogu | logu Carroi | eroi | Loi | oi | proi bolis | consolis consolu | solu interrompit | lompit interrmpiu | lmpiu bona | sona[t] bisngiu | testimngiu caboni | pensioni | Sansoni | solutzioni leonis | paragonis contu | prontu dimora | diora | Eleonora | ora cassadori | terrori colorit | pegiorit forti | sorti mortu | riso[l]{r}tu coru | improru | insoru cosa | sposa nosta | risposta%s gosu | nosu connotu | totu

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OTUS OU UA CIA UDI UDU UI UMBA UNA UNUS URU USTU USU

capotus | furriotus bo{u} | nou cua | tua cartcia | fidcia acudi | gioventudi | saludi | vertudi agiudu | scudu aflui | conclui | fui | tui atumba | tumba colliun$a%u | fortuna comunus | nisciunus assiguru | duru | incuru | maturu | procuru | puru | siguru Augustu | giustu abusu | acusu | confusu | delusu | prus{u} | scusu | usu

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