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delle innumerevoli traversie con le autorit che costretto ad affrontare. Ne verr fuori, pi che un racconto di guerra, una specie di romanzo picaresco nel quale lastuzia dellinviato si contrappone allinflessibile culto giapponese dei regolamenti. Solo lostinazione e la consumata esperienza dellautentico avventuriero permetteranno a London di raggiungere prima Seul e poi il nord della Corea, mentre la maggior parte dei suoi colleghi langue a Tokyo tra cene ufficiali e la snervante attesa dei permessi. Alla fine, la tenacia verr premiata e London potr assistere, dalla fortezza di Wiju, a una grande battaglia sulle rive del fiume Yalu. Ma qui, per il reporter, in agguato una seconda sorpresa, una difficolt anche pi dif-
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La biografia
Oltre alle Corrispondenze di guerra di Jack London, a cura di Cristiano Spila (Nova Delphi Libri, pp. 189, e 9), appena uscita la biografia dello scrittore americano scritta da Daniel Dyer: Jack London (Mattioli 1885, pp. 174, e 19,90). Il volume, a cura di Franca Brea, contiene anche il testo di London Che cos la vita per me.
ficile da aggirare del culto giapponese del segreto militare. London scopre infatti che la caratteristica principale della guerra moderna, combattuta con i cannoni e altre armi a lunga gittata, consiste in una specie di annullamento perpetuo della sua visibilit e della decifrabilit di ci che accade. La morte ci che piomba a caso su un nemico lontanissimo. La tecnica, osserva il meravigliato London, sembra sia quella di sparare a ripetizione verso il paesaggio con una tale continuit che qualche colpo potrebbe giungere a segno. Molte sono le conseguenze errate che discendono da questa prima impressione, a partire dallidea di una guerra che, evolvendo in tal modo la sua tecnica, far sempre meno morti in futuro, occupandosi esclusivamente di occupare gli spazi del nemico come in un gioco da tavolo a grandezza naturale. Rimane il fatto che, in queste corrispondenze, London registra laurora di una gigantesca mutazione. Superata una certa soglia di progresso tecnologico, lo sguardo del singolo non pi lo strumento adatto a interpretare il senso dei fenomeni. Perde colpi ed incapace di orientarsi tra potenze e quantit che lo sovrastano. Smentendo ogni ragionevole previsione, la linea del fronte diventa il luogo in cui la guerra meno facile da osservare. Strano scherzo del destino: fare i conti con questo paradosso doveva toccare a London, il grande poeta dellesperienza come forma suprema di coscienza.
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