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Memorie Le sue Corrispondenze dal conflitto russo-giapponese

Jack London in guerra sconfisse la burocrazia


di EMANUELE TREVI
arto per Hearst, scrive Jack London a un amico nei primi giorni di gennaio del 1904. Il suo ventottesimo compleanno imminente, e da pochi mesi ha pubblicato Il popolo degli abissi e Il richiamo della foresta. Quanto ad Hearst, proprio lui, William Randolph Hearst, il modello di Charles Foster Kane in Quarto potere di Orson Welles. La destinazione del viaggio il Giappone, che con lattacco a Port Arthur sta per infliggere alla Russia la prima di una serie di pesanti umiliazioni culminate, a maggio del 1905, con la vittoria navale di Tsushima. Nessuno poteva saperlo ma quella guerra, combattuta per il controllo di Corea e Manciuria, inaugurava di fatto il secolo pi sanguinoso della storia umana. Per il momento, Hearst vuole il miglior reporter sulla piazza per render conto degli avvenimenti su uno dei suoi giornali, il San Francisco Examiner. E ingaggia London, strappandolo alla concorrenza con lofferta economica migliore. Finora inedite in italiano, le Corrispondenze di guerra di London si possono ora leggere in unottima edizione curata da Cristiano Spila (Nova Delphi Libri). London si butta nella nuova avventura come in tutte le altre della sua vita cos romanzesca. Ha la tempra del cavaliere errante, e linnominabile infelicit che da sempre lo rode, e che finir per sconfiggerlo, non gli sottrae n il coraggio, n la capacit di fare di ogni luogo del mondo, fosse pure uno sperduto villaggio coreano, la sua casa. Ma c un ostacolo che n London n il suo potente editore si aspettavano: la cortese ma inflessibile burocrazia dellesercito giapponese, che imbriglia ogni iniziativa dei giornalisti stranieri, tenendoli accortamente lontani dalle operazioni di guerra. E censurando ferocemente tutte le notizie, in nome di un segreto militare che si estende anche ai particolari pi insignificanti. Non a caso, la prima corrispondenza inviata da London, ancora in cerca di un mezzo per raggiungere la Corea dal Giappone, il comico resoconto delle disavventure giudiziarie causate da qualche innocente fotografia. E altre volte si lamenter del fatto che, invece di raccontare la guerra, cos difficile da raggiungere, costretto a render conto, in mancanza di meglio,

Jack London (1876-1916) (Foto di Hulton Archive / Getty Images)

delle innumerevoli traversie con le autorit che costretto ad affrontare. Ne verr fuori, pi che un racconto di guerra, una specie di romanzo picaresco nel quale lastuzia dellinviato si contrappone allinflessibile culto giapponese dei regolamenti. Solo lostinazione e la consumata esperienza dellautentico avventuriero permetteranno a London di raggiungere prima Seul e poi il nord della Corea, mentre la maggior parte dei suoi colleghi langue a Tokyo tra cene ufficiali e la snervante attesa dei permessi. Alla fine, la tenacia verr premiata e London potr assistere, dalla fortezza di Wiju, a una grande battaglia sulle rive del fiume Yalu. Ma qui, per il reporter, in agguato una seconda sorpresa, una difficolt anche pi dif-

Novit

La biografia
Oltre alle Corrispondenze di guerra di Jack London, a cura di Cristiano Spila (Nova Delphi Libri, pp. 189, e 9), appena uscita la biografia dello scrittore americano scritta da Daniel Dyer: Jack London (Mattioli 1885, pp. 174, e 19,90). Il volume, a cura di Franca Brea, contiene anche il testo di London Che cos la vita per me.

ficile da aggirare del culto giapponese del segreto militare. London scopre infatti che la caratteristica principale della guerra moderna, combattuta con i cannoni e altre armi a lunga gittata, consiste in una specie di annullamento perpetuo della sua visibilit e della decifrabilit di ci che accade. La morte ci che piomba a caso su un nemico lontanissimo. La tecnica, osserva il meravigliato London, sembra sia quella di sparare a ripetizione verso il paesaggio con una tale continuit che qualche colpo potrebbe giungere a segno. Molte sono le conseguenze errate che discendono da questa prima impressione, a partire dallidea di una guerra che, evolvendo in tal modo la sua tecnica, far sempre meno morti in futuro, occupandosi esclusivamente di occupare gli spazi del nemico come in un gioco da tavolo a grandezza naturale. Rimane il fatto che, in queste corrispondenze, London registra laurora di una gigantesca mutazione. Superata una certa soglia di progresso tecnologico, lo sguardo del singolo non pi lo strumento adatto a interpretare il senso dei fenomeni. Perde colpi ed incapace di orientarsi tra potenze e quantit che lo sovrastano. Smentendo ogni ragionevole previsione, la linea del fronte diventa il luogo in cui la guerra meno facile da osservare. Strano scherzo del destino: fare i conti con questo paradosso doveva toccare a London, il grande poeta dellesperienza come forma suprema di coscienza.
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