You are on page 1of 4

SECONDA UNIVERSITA DEGLI STUDI DI NAPOLI

FACOLTA DI INGEGNERIA CORSO DI LAUREA IN INGEGNERIA CIVILE-EDILE Anno accademico 2012/2013

CORSO DI ARCHITETTURA TECNICA RELAZIONE "La molteplicit"

Lallievo: Michele A.L. Corvino Matricola: A12/806

"La molteplicit"

Michele Corvino A12/806

Il 6 giugno 1984 Italo Calvino viene invitato dall'Universit di Harvard a tenere un ciclo di lezioni, che tuttavia non si svolger a causa della morte dello scrittore avvenuta nel settembre del 1985. Il tema da lui scelto quello del nuovo millennio e di come affrontarlo. Decide cos di proporre sei parole chiave ("leggerezza", "rapidit", "esattezza", "visibilit", "molteplicit" e "coerenza"), ognuna legata ad un valore letterario fondamentale da portare con s nel nuovo secolo. L'ordine dei sei termini scelto da Calvino rispecchia l'importanza gerarchica che l'autore attribuisce ad ognuno di essi. Si comincia cos con l'analisi della leggerezza, che tratta di un modo per sfuggire alla realt e ricavarsi un cantuccio nel non visibile che possa contrapporsi alla pesantezza del vivere quotidiano, leggerezza dunque, come rifugio da un mondo pesante e monotono:
"Alla precariet dellesistenza della trib, siccit, malattie, influssi maligni lo sciamano rispondeva annullando il peso del suo corpo, trasportandosi in volo in un altro mondo, in un altro livello di percezione, dove poteva trovare le forze per modificare la realt"

La rapidit concettualmente deve essere frutto di due cose distinte: la precisione e la capacit di saper raccontare. E possibile essere rapidi solo quando si ha ben chiaro il proprio obbiettivo, ed possibile avere chiaro il proprio obbiettivo solo nel momento in cui si capito lo stesso con precisione. L'esattezza espressa sinteticamente in modo egregio dalle parole dell'autore stesso:
Esattezza vuol dire per me soprattutto tre cose: un disegno dellopera ben definito e ben calcolato; levocazione di immagini visuali nitide, incisive, memorabili; in italiano abbiamo un aggettivo che non esiste in inglese, icastico []; un linguaggio il pi preciso possibile come lessico e come resa delle sfumature del pensiero e dellimmaginazione.

In questa parte Calvino cita continuamente Leopardi, portandolo in un primo momento come confutante le tesi da lui espresse (essendo Leopardi il poeta dellinfinito/indefinito) in un secondo momento giungendo alla conclusione che per poter essere quello che il poeta era bisognava necessariamente partire da delle fondamenta che invece avessero molto a che fare con lesattezza e col finito; per poter affermare con decisione il gusto dellinfinito non si poteva che partire da presupposti certi, in una speculazione riflessiva che altrimenti non avrebbe potuto essere n logica o razionale. Per visibilit Calvino intende quella facolt umana del visualizzare per immagini tale capitolo si apre con i versi di Dante che tentano di spiegare che cos' l'immaginazione: per costui c' una specie di sorgente luminosa che sta in cielo e trasmette delle immagini ideali formate o secondo la logica intrinseca del mondo immaginario, o secondo il volere di Dio. il tutto concorre ad una perfezione duale che dalla mente arriva alla parola e dalla parola arriva alla mente verso una ricerca obbligata di immagini che portano la persona al di fuori del semplice vivere. Le lezioni che Calvino ha tenuto presso "l'Harvard University" parlano sostanzialmente di scelte, esse da applicarsi particolarmente in campo letterario ma che comunque tranquillamente trovano riscontro in ogni ambito, ed in un certo senso tale riscontro viene ad essere il fine di tale relazione.

"La molteplicit"

Michele Corvino A12/806

Sotto quest'ottica di scelta si trovano i motivi bench soggettivi per cui questa breve relazione parler di molteplicit. La parola molteplicit deriva dal latino multiplex, termine composto da "multus" che vuol dire molto e dal termine greco "plk" che vuol dire piega quindi il termine di per s indica qualcosa che mote volte, che di pi forme e qualit. In primo luogo motivo della mia scelta che l'autore sceglie come principale riferimento di tale lezione due ingegneri, che sono Carlo Emilio Gadda, e Robert Musil. Tali letterati sono permeati dunque di conoscenze tecniche che vengono ad essere preponderanti almeno come impostazione all'interno del loro apparato letterario. Emilio Gadda trova la sua coscienza di scrittore in un vagare all'infinito, con i suoi scritti rappresent sempre il mondo in tutta la sua complessit, descrivendolo come un aggrovigliato gomitolo evidenziando tutte le cause che contemporaneamente determinano l'avvenire di un fatto vedeva ogni cosa come il centro di una rete di relazioni che ogni volta non poteva fare a meno di descrivere facendo infinite divagazioni, infatti come possibile osservare dalle parole di Calvino:
"Gadda getta tutto se stesso nella pagina che scrive, con tutte le sue angosce e ossessioni, cosicch spesso il disegno si perde, i dettagli crescono fino a coprire tutto il quadro. - Da qualsiasi punto di partenza il discorso sallarga a comprendere orizzonti sempre pi vasti, e se potesse continuare a svilupparsi in ogni direzione arriverebbe ad abbracciare lintero universo. "

In contrapposizione a tale stile troviamo Musil che alla ricerca di soluzioni singole e semplici di con una scrittura scorrevole e controllata, che esprimeva il rapporto tra l'esattezza matematica e l'approssimazione degli eventi umani; anch'egli per, sebbene sembri capire la molteplicit dei codici senza farsi coinvolgere, si perde e non e non riesce cos a dare una struttura generale all'opera, infatti come possibile leggere:
" Parlare dei problemi matematici che non consentono una soluzione generale ma piuttosto soluzioni singole che, combinate, savvicinano alla soluzione generale. Avrebbe potuto aggiungere che tale gli appariva anche il problema della vita umana. Ci che si suol chiamare un periodo - senza sapere se si debba intendere secoli, millenni, o gli anni fra la scuola e i nipotini - quellampia disordinata fiumana di situazioni, sarebbe allora un susseguirsi a casaccio di tentativi di soluzione, insufficienti e, se presi singolarmente, anche sbagliati, dai quali, se luma nit li sapesse riassumere, potrebbe infine risultare la soluzione esatta e totale." (Luomo senza qualit, vol. I, parte II, cap. 83).

Come abbiamo potuto osservare si passa sicuramente da un antipodo all'altro dalla visione quasi infinita di Gadda a quella quasi infinitesima di Musil, tali espressioni si uniscono e si completano ponendo un particolare accento sul fatto che l'una inesistente senza l'altra. Andando ad analizzare tali concetti possiamo assimilare alla visione infinita un disegno in un enorme scala di rappresentazione quale che sia anche una cartina geografica dove possiamo osservare la totalit magari ampliando ancor di pi con una mappa stellare in grado di contenere il nostro intero sistema solare, poi a ritroso torniamo indietro, dalla mappa galattica via via al nostro stato, paese fino a rivedere in terza persona noi stessi che in una stanza leggiamo questa relazione. Il vero punto della situazione riportare questi due concetti seppur opposti in una visione unitaria pi vicina a ci che a noi interessa.

"La molteplicit"

Michele Corvino A12/806

Proviamo a trovare il luogo di unione di tale antitesi all'interno del nostro progetto dove trover utile sottolineare le scale di rappresentazione siamo chiaramente partiti da una visione "globale" difatti il primo elaborato richiestoci stato trovare in un luogo da noi scelto, un pezzo di terra per fare ci siamo quindi partiti dalla nostra galassia, per poi avvicinarci sempre di pi ed arrivare ad un lotto di Trentola Ducenta e portarne una stampa 1:400 dopo di che abbiamo continuato progettando all'interno di tale lotto un villino piazzato all'interno di tale terreno scendendo in un pi alto dettaglio 1:200 successivamente abbiamo studiato come fosse stato articolato lo sviluppo interno di tale villino con tanto di arredamento spostandoci quindi nel dettaglio 1:100 per poi iniziare a preoccuparci, di come il nostro villino dovesse venire alla luce sul come dovesse essere, e quali soluzioni strutturali fossero state usate, quindi ci siamo soffermati sui prospetti e sulle sezioni 1:50. Successivamente ci siamo resi conto di come tutto ci fosse insufficiente a definire un villino cos abbiamo iniziato a scendere sempre pi verso l'infinitesimo analizzando i particolari costruttivi da portare in scala da 1:5 a 2:1 da quest'ultima fase, arriviamo al punto in cui non solo non pi necessario ridurre le scale di rappresentazione, bens, per soddisfare le nostre esigenze progettuali dobbiamo addirittura ingrandire. Volendo si potrebbe continuare alla ricerca di un dettaglio sempre maggiore utilizzando scale microscopiche magari cercando l'isotropia dei materiali utilizzati o magari andando a studiare quei nano materiali tanto utili ed in voga in questo periodo. Ho scelto di parlare principalmente di molteplicit volendola relazionare al progetto che in queste settimane ci ha tanto messo alla prova avendo riscontrato immediatamente dalle parole dell'autore un legame tra il pratico progettare e tale concetto. Il rivedersi in un continuo muoversi tra infinito ed infinitesimo alla ricerca di quelle associazioni che avessero portato il progetto in un almeno discreto legame tra la grande e la piccola scala. Ci naturalmente non toglie l'importanza delle rimanenti lezioni, sebbene vagamente trattate dalla leggerezza ovvero dalla ricerca di un luogo ideale nel nostro io per quanto riguarda la progettazione la rapidit intesa come fulmineo rapportarsi tra obiettivi e il compierli, l'esattezza creando nitide associazioni mentali di ci che abbiamo intorno (anche se solo a livello progettuale), la visibilit intesa come immaginazione e previsione degli eventi che circondano il progettare magari pensando al relazionarsi tra la pianta e il prospetto e infine la molteplicit intesa come la sfida progettuale con infinite sfaccettature da affrontare in scala da 1:400 per arrivare a 2:1 e non solo.

You might also like