You are on page 1of 20

Eremi celestiniani candidati a patrimonio mondiale dellumanit

LEnte Parco Nazionale della Majella sta muovendo i primi passi verso il riconoscimento

A cura delle classi Prime D & F Scuola Media D. Pugliese ISTITUTO COMPRENSIVO n. 2 ORTONA Chieti Prof. ssa di Storia e Geografia Orlanda Sanvitale a.s. 2012 - 2013

Introduzione LEnte Parco Nazionale della Maiella ha mosso i primi passi per ottenere il riconoscimento degli Eremi celestiniani come patrimonio mondiale dellumanit da parte dellUnesco. Si formato cos il comitato ristretto che avr il compito di attuare tutte le procedure per il riconoscimento. Liniziativa, promossa inizialmente da Licio Di Biase, presidente dellAssociazione Roccacaramanico, ha trovato un importante momento di stimolo in occasione dellevento Roccacaramanico Festival del 11 agosto 2012, durante il quale stata auspicata la formalizzazione del progetto. Un forte input in questo senso si avuto con laggiudicazione di un bando della Fondazione Telecom con il progetto dal titolo Cultura e natura: leremitismo nella natura selvaggia del Parco della Majella.

http://youtu.be/7ERR2krCyrU S. Spirito a Maiella, S. Bartolomeo in Legio, S. Giovanni allOrfento, la Madonna dellAltare, S. Maria del Morrone, S. Onofrio del Morrone, Santa Croce del Morrone e Santo Spirito del Morrone: sono questi i luoghi sacri della meditazione di Celestino V e dei suoi primi seguaci. E la suggestivit di quei posti trova testimonianza nelle parole di Edoardo Micati che nel 1990 in Eremi e luoghi rupestri della Maiella e del Morrone scrisse:Fin dai tempi antichissimi culti e rituali di religiosit popolare, santuari rupestri, pievi, grotte animate da monaci itineranti, eremiti e fedeli hanno espresso ed esprimono il sacro legame delluomo con la natura ed hanno documentato e documentano che lAbruzzo terra di monachesimo, di eremi e di abbazie montane

Chi Celestino V? Gli Eremi, che fanno parte del complesso Maiella-Morrone, erano i luoghi di meditazione di fr Pietro del Morrone, un eremita che trascorse quasi tutta la sua esistenza tra le montagne impervie dellAbruzzo. Papa dal 5 luglio al 13 dicembre 1294, con il nome di Celestino V, fu l'ultimo caso della storia, prima di Benedetto XVI, di un papa che rinuncia al pontificato per vivere in preghiera e in meditazione con i suoi monaci. Celestino V prima parte su you tube http://youtu.be/zicHKdnjJ-c

Celestino V seconda parte su you tube http://youtu.be/078DJ4h5isQ

nota: Ecco quali sono gli step da seguire per il riconoscimento. Successivamente alla formalizzazione della costituzione del comitato, saranno avviate le procedure di preparazione della documentazione necessaria alliscrizione degli Eremi celestiniani nella lista propositiva italiana e contestualmente sar organizzato un incontro per la presentazione delliniziativa al territorio. Il processo per giungere allobiettivo finale complesso e pu richiedere tempi di attuazione lunghi.

Alla scoperta degli Eremi celestiniani nei monti dAbruzzo ... Noi delle prime classi D & F tempo prolungato Scuola Media Statale D. Pugliesi di Ortona ( Chieti) dellIstituto Comprensivo n. 2, siamo andati a scoprire alcuni di questi eremi celestiniani seguiteci

... molto spesso la strada per arrivare impervia ma i paesaggi mozzafiato ripagano della fatica

e i colori dell'autunno riscaldano i cuori gi a valle

L'Eremo di San Bartolomeo Leremo di San Bartolomeo stato edificato per volere di Pietro del Morrone, su una costruzione preesistente, prima del 1250. Alleremo si accede attraverso una scala scavata nella roccia, la Scala Santa, che porta ad una balconata rocciosa alla fine della quale si trova la chiesa. ( Giuseppe, prima f ) Dalla piccola terrazza si pu osservare un panorama meraviglioso dove si fondono l'azzurro del cielo, il grigio delle montagne e il verde dei prati e degli alberi.
Foto San Bartolomeo 17 di Riccardo, prima d

L'eremo di San Giovanni Situato a 1227 metri di altezza in un luogo impervio, all'interno del comune di Caramanico, lEremo di San Giovanni sicuramente il pi inaccessibile degli eremi frequentati da Celestino V. Egli trascorse qui vari periodi di penitenza quasi ininterrottamente dal 1284 al 1293. Anche nei periodi di assenza del santo, leremo fu spesso abitato dai suoi discepoli. (Giuseppe, prima f) L eremo sorge sulle pareti di una valle laterale allOrfento, luogo ideale per pregare e ritirarsi in religiosa solitudine. (Anastasia, prima d) I nostri luoghi di culto rupestri generalmente sfruttavano ripari naturali.(Chiara, prima d) Nelleremo visibile ( Maria, prima d) uningegnosa opera di canalizzazione idraulica.

Foto 15 Giorgia Barone

L'eremo di Santo Spirito a Majella Lorigine potrebbe collocarsi nei secoli precedenti lanno mille e fu fatto ricostruire dopo un lungo periodo di abbandono da Pietro da Morrone. Rimase la culla della congregazione celestina fino al 1293.

FOTO 13 Classe prima D

Eremo di Sant' Onofrio sul Morrone

E' l'ultimo eremo costruito ed era qui che si trovava quando fu eletto Papa nel 1294. Inizialmente era costituito solo da una grotta dove Pietro da Morrone pregava e si riposava, poi fu ampliato fino a diventare com' oggi (classe prima F) Oggi sono andato a visitare l'eremo di Sant'Onofrio sul Morrone. Si trova sulla roccia nuda a circa 630 m di altezza e ci si arriva dopo una salita di circa venti minuti. Inizialmente era costituito solo da una grotta dove Pietro da Morrone pregava e si riposava, poi fu ampliato fino a diventare com' oggi. Ispira emozioni profonde e per il suo silenzio e per il fatto che un eremita sia potuto vivere qui, luogo ideale a contatto con la natura e con il suo Dio. ( Matteo C., prima f)

Foto S. Onofrio 1-4 di Matteo, prima f

Segue unappendice TESTUALE

Testo n 1 Il monachesimo in Italia: dalle origini al XIV secolo Il monachesimo affonda le sue radici nelle lontane terre d'Egitto e di Palestina, dove nel IV secolo nacquero i primi grandi insediamenti monastici. La visita di insigni maestri come Sant'Atanasio e San Girolamo nella nostra penisola, dove peraltro esistevano gi alcune forme di vita ascetica, determin il diffondersi di una coscienza monastica pi definita che trov la sua massima sintetizzazione nella Regola di San Benedetto da Norcia (480-547). In essa vengono enunciati i concetti ed i principi che stanno alla base della creazione di una comunit autonoma composta da monaci al cui vertice l'Abate: il modello monastico proposto dalla Regola si diffuse in poco tempo in tutta Europa segnando l'inizio del monachesimo occidentale. L' invasione longobarda del 568 fu portatrice di distruzione alla quale andarono soggette moltissime fondazioni monastiche, tra cui anche Montecassino (577), monastero storico fondato dallo stesso San Benedetto. La lenta opera di conversione dei dominatori germanici, iniziata nel VII secolo da San Colombano, fondatore del monastero di Bobbio in Liguria, dette origine ad un fenomeno di rinascita che vide gli stessi sovrani e signori longobardi promuovere nuove fondazioni monastiche e ricostruire quelle distrutte, prodigandosi in donazioni e concessioni ed instaurando una sorta di simbiosi tra spirito religioso e potere politico-economico destinata a segnare profondamente la storia dell'alto Medioevo: risorse cos il prestigioso monastero di Montecassino (717), dove divenne Monaco il re longobardo Rachi, e si deve a tale fenomeno la nascita di potentissimi centri monastici, tra cui quello di Farfa in Sabina, i cui domini territoriali si espandevano nel Lazio e nelle Marche. La rinascita culturale dell'epoca carolingia, alla quale i monasteri parteciparono intensificando la preziosa attivit amanuense (di vitale importanza per la conservazione degli antichi scritti), fu seguita da un periodo di decadenza delle istituzioni religiose, sempre pi caratterizzate da una forte compenetrazione con il sistema feudale. La fondazione dell'Abbazia di Cluny in Francia (910) segn l'inizio della riforma del monachesimo europeo, poich dette vita ad un modello di organismo religioso accentrato ed unitario che ben presto venne adottato da numerosi monasteri. L'XI secolo fu contraddistinto dal risorgere di alcuni aspetti del paleomonachesimo del deserto e dal rilancio della vita eremitica contrapposta a quella cenobitica, considerata ormai troppo compromessa e distante dagli insegnamenti del padre fondatore: la povert, il lavoro manuale, la solitudine ed il radicalismo evangelico furono gli elementi su cui si bas la fondazione di nuovi ordini monastici riformati in tutto l'occidente. In questo contesto si inserisce l'esperienza eremitica di San Romualdo (952-1027): dopo un periodo di permanenza nel monastero di Sant'Apollinare in Classe (Ravenna) egli inizi una lunga serie di peregrinazioni dedicandosi alla predicazione itinerante e fondando eremi ovunque i luoghi naturali permettessero la conduzione di una vita solitaria e penitente. Mentre dall'Eremo di Camaldoli si diffondeva la concezione monastica romualdina basata sullo stretto rapporto tra eremo e cenobio, altre correnti eremitiche presenti nella penisola davano vita ad imporanti fondazioni, quali l'Abbazia di Grottaferrata e quella di Vallombrosa. Ma il movimento riformatore destinato a cambiare le sorti del monachesimo occidentale nacque a cavallo dei secoli XI-XII con la fondazione in Francia del Monastero di Cteaux (1098) ad opera di San Roberto di

Molesme, cui grande impulso dette nel 1112 San Bernardo: il nuovo ordinamento cistercense si basava sul ritorno alla puritas regolae originaria, scevra delle numerose aggiunte che nel corso dei secoli avevano appesantito i semplici dettami della Regola di San Benedetto e che, specie in materia rituale, furono operate dall'Ordine di Cluny. Nel giro di pochi decenni tale riforma trov consensi in tutta Europa ed in Italia lo stesso San Bernardo fond l'importante Abbazia di Chiaravalle a Milano, centro irradiatore del monachesimo cistercense nella penisola, dal quale dipesero numerose fondazioni, tra cui l'Abbazia di Chiaravalle di Fiastra di Tolentino. All'importante opera di organizzazione e di bonifica del territorio in campo agricolo si affianc il diffondersi di un definito stile architettonico basato sui concetti di austerit ed essenzialit delle forme. Con il declino del sistema feudale ed il sorgere dei primi comuni si evidenziarono una serie di fattori esprimenti il grave disagio dell'antico mondo monastico: l'esiguit numerica dei monaci, la decadenza disciplinare e l'isolamento contribuirono ad uno sfaldamento delle istituzioni monastiche e le abbazie con i loro possedimenti divennero preda degli ambiziosi signori locali e dei comuni, ai quali in molti casi furono assoggettate. Nonostante ci il XIII secolo vide nascere, accanto ai primi Ordini mendicanti (Francescani e Domenicani), nuovi movimenti monastici locali, come quello fondato da San Silvestro, diffusosi principalmente nelle Marche, e l'Ordine dei Celestini, legato alla figura di Papa Celestino V.

Con l'avvento dell'istituzione della commenda il mondo monastico sub un tracollo generale: essa prevedeva l'affidamento delle abbazie e dei loro possedimenti ad un Superiore estraneo (abate commendatario) con l'intento prioritario di porre fine ai contrasti interni ai vari monasteri ed alle difficolt con l'ambiente esterno. In alcuni casi tale procedura sort gli effetti sperati, ma fu per certo decisiva nel determinare la decadenza delle abbazie i cui abati commendatari, spesso appartenenti a potentissime famiglie italiane legate alla corte papale e, dunque, estranei per mentalit e formazione all'ambiente monastico, si limitarono a percepirne le rendite.

Dal sito web- http://www.bancamarche.it/abbazie/pagine/monachesimo.htm

Testo n. 2

Lordine dei Celestini Fondata da san Pier Celestino, la congregazione che da lui si nomina, si stabil nella seconda mret del secolo XIII nellAbruzzo con centro a S. Spirito del Morrone; fu approvata da Urbano IV nel 1264 e da Gregorio X nel 1274. Conobbe subito una forte espansione nel regno di Napoli. Allinizio del XV secolo la Congregazione contava in Italia un centinaio di Monasteri ... La decadenza della Congregazione nel 600 e la sua scomparsa definitiva sia in Italia sia in Francia nel 1807-1810, che la allontanava dallinteressamento degli storici moderni della Chiesa, spiegano la mancanza di una vera e propria storia dei Celestini. per, necessario distinguere nettamente gli studi sul fondatore della Congregazione, papa dal 5 luglio al 13 dicembre del 1294, dalle ricerche sulla sua famiglia monastica. Nel primo caso la bibliografia notevole rimane limpressione che nellinsieme la storia della congregazione celestina non abbia compiuto notevoli progressi in questi ultimi trentanni.

Dal sito:

books.google.it/books?isbn=8834307542

Dove va la storiografia monastica in Europa?: temi e metodi di ricerca per lo studio della vita monastica e regolare in et medievale alle soglie del terzo millennio, Giancarlo Andenna 2001 - Pagina 443

Testo n 3 Pietro Celestino

Descrizione storica degli ordini religiosi, Volume 1, Per cura del Cav Luigi Cibrario Stabilimento tipografico Fontana, 1845 Trascrizione delle pagg 285, 286, 287, 288.

I Celestini riconoscono come loro patriarca Pietro Celestino, nato in Puglia nel 1215, o, come altri vogliono, nel 1221 di genitori non distinti ma virtuosi i quali, bench aggravati da numerose figliolanze, pure lo misero alle scuole; ma bentosto si conobbe che Pier Celestino era per indole inclinato alla solitudine. A ventanni si era gi ritirato sopra una montagna, dove sera costruita una celletta. Vi fu scoperto, e costretto dandare a Roma, dove ricevette gli ordini sacri. Nel 1246 Nel 1246 torn nellAbruzzo, e pass cinque anni in una caverna sul monte Morroni, vicino a Sulmona, patria dOvidio. Nel 1251 si trasfer sul monte Maiello, dove si giunse a due altri solitari per darsi insieme con loro agli esercizi di piet. In quella solitudine gli vennero discepoli, ed egli si occupava con loro nel lavoro manuale, e nel trascrivere codici. Non mangiare carne, digiunava ogni giorno, eccettuata la domenica, e dormiva sulla terra, non avendo che una pietra per capezzale. Faceva quattro quaresime allanno, durante le quali egli rimaneva affatto solo. Negli altri tempi udiva sempre quelli che venivano a consultarlo, salvo nei giorni di mercoled e venerd. Tuttavia infastidito dalle visite troppo frequenti che gli facevano, torn sul monte Morroni, e vi costrusse un monastero pe suoi discepoli, ai quali di la regola di S. Benedetto, che era vissuto una volta nelle stesse contrade, e nel 1274 chiedette a Gregorio X la confermazione del suo ordine. In poco tempo il novello istituto sampli mirabilmente, fino a contare 36 monasteri, che comprendevano 600 religiosi. Il Papa Nicol IV essendo morto nel 1292, la sedia apostolica rimase vacante quasi due anni. I cardinali radunati a Perugia non potendo accordarsi intorno allelezione di un cardinale in sommo potentefice, furono unanimi nel designare finalmente il nostro santo solitario, che chiamavasi Pietro di Morroni dal luogo della sua residenza. Avutone sentore, Pietro si di alla fuga; ma fu arrestato per via, e ricondotto a Morroni.

Molti sono negli antichi tempi gli esempi di uomini che fuggivano lo splendore delle pi eminenti dignit, come si fuggirebbe ogni gran male; e in queste pagine ne abbiamo ricordate pi di uno; nonch infiniti altri ce ne fornirebbe la storia della religione cattolica, se i limiti dellopera presente ci consentissero di riferirli. Il re di Napoli e dUngheria con un gran numero di cardinali aspettavano il santo solitario su quella alpestre solitudine di Morroni, e grande fu la meraviglia al vedere il nuovo pontefice vecchio, pallido, estenuato, con una barba lunga e incolta che andava s di mala voglia a sedersi allapice dellapostolato. Fu condotto a Aquila dove per umilt volle entrare cavalcando un asino, come Ges Cristo a Gerusalemme. Fu consacrato e pigli il nome di Celestino V, nome che rimase ai suoi discepoli, i qualiprima chiamasi Eremiti di San Damiano. Ma il santo solitario conobbe ben presto con quanta ragione egli, ignaro degli affari del mondo, aveva cercato di sottrarsi a quel supremo grandissimo uffizio. Imperocch altro era il condurre una comunit di monaci, altro il reggere la navicella di Pietro fra le tempeste di questo mondo. Epper in termini di quattro mesi di pontificato diede il primo esempio dabdicare il papato, e ripigliati i suoi abiti di monaco, domand a tutti i cardinali perdono delle colpe commesse, e ripigli la via di Morroni, senza aver messo piede in Roma. Dante giudic stortamente quella risoluzione, riputandola causata da mancamento di cuore, ed era invece leffetto di una severa giustizia che in unanima pura e santa, librando le proprie forze e paragonandole con gli ostacoli da superare, le trovava minori al bisogno, in un tempo massimamente nel quale in Francia, per abbassare la Chiesa, gi cominciavano i principi e i ministri dei principia mettere innanzi dottrine duna giurisprudenza che vedevano fondere sui libri sacri, mentre i libri sacri insegnavano tutto il contrario; e di fatto, quanto spinoso dovesse riuscire il sommo pontefice, lo mostrarono poco dipoi le persecuzioni che ebbe a patire da Filippo il Bello Papa Bonifacio VIII, e la brutta scena dAvignone in cui, come dice Dante, si vide nel vicario suo Cristo esser casso. Le visite numerose che Celestino riceveva nel suo monastero fecero temere al suo successore (e in ci dimostr forse troppa prudenza) che si cercasse di abusare della sua semplicit per fargli ritrattare labdicazione, e dar causa ad uno scisma nella chiesa. In conseguenza il nuovo pontefice preg il re di Napoli di mandargli Celestino a Roma. Questi,avutone indizio, simbarc per fuggire al di l dellAdriatico, e rassicurare per tal guisa il Papa; ma essendo stato costretto il legno su cui era salito a gittar lancora in un piccolo porto della Capitanata, vi fu arrestato, condotto ad Anagni e rinchiuso nella cittadella. Celestino visse ancora 10 mesi nella prigione senza mandare mai un lamento, dandosi con due suoi discepoli ad esercizi devoti. Egli diceva sovente in tuon di scherzo: io non ho desiderato mai altro al mondo che una cella, ed ecco che me ne fu data una. Il giorno di Pentecoste del 1296, dopo daver sentito la messa con gran fervore, disse alle guardie che lo custodivano che morrebbe prima del finir della settimana. Gli salt

addosso poco distante una grossa febbre e dimand lestrema unzione; a malgrado della straordinaria sua debolezza non consent che si mettesse neppure un po di paglia sulle tavole che gli servivano da letto. In fine il sabbato 19 di maggio rendette lo spirito a Dio,nel mentre che finiva il versetto omnis spiritus laudet dominum ed era in et di 75 anni. Il Papa gli fece solenni funerali a Roma: il corpo del santo fu trasportato ad Aquila, e sepolto nella chiesa dei Celestini. Clemente V lo annover tra i santi nel 1316. Lordine dei Celestini si propag assai dopo la morte del santo fondatore, e giunse ad avere 96 monasteri in Italia e 21 in Francia. Capo dordine era la badia di santo Spirito a Sulmona. Le altre case portavano il titolo di briorali erasi un solo monastero nei Paesi Bassi a Hevrl vicino a Lovanio:nella loro chiesa eransi i sepolcri degli antichi principi dArschot e di Croy. Questi religiosi furono nel 1552 stabiliti a Parigi nella casa che avevano occupato i primi carmelitani venuti dalloriente con S. Luigi. I carmelitani avevano nel 1500 abbandonato quel proprio stabilimento per trasferirsi sulla piazza Haubert. I primi celestini di Parigi in numero di 6, erano poverissimi. Per buona sorte i segretari del re stabilirono nella loro confraternita, e davano, permettendo il re, ciascun mese al convento una borsa uguale a quella che ricevevano essi medesimi per loro onorarii. Il re Carlo V, detto il saggio, concep molta affezione per quei religiosi, volle proteggerli, ed in certa guisa rifondarli. Egli conferm il dono della borsa di cui abbiamo parlato, vi aggiunse 200 lire di rendita, con dono di 10.000 lire, che il legname necessario per costruire unaltra chiesa, e fece murare per quei religiosi una casa nei giardini del palazzo di San Polo, in fine li privilegi in molte guise, e Carlo VI, suo successore, estese siffatti privilegi agli altri monasteri dello stesso ordine in Francia. Quando ad un ballo dato dal duca DOrleans a suo fratello il re Carlo VI le fiamme sappresero agli abiti del re mascherato da selvaggio, si ch poco manc non soccombesse, il duca a guisa despiazione edific nella chiesa dei Celestini la magnifica cappella divenuta dOrleans, sotto laltare della quale volle essere seppellito in abiti di religioso celestino. Era allora fra gli altri pregiudizi anche quello che un abito religioso messo indosso dopo morto facesse ottenere pi agevolmente la remissione dei peccati. In quella cappella vedevasi il sepolcro di un principino della casa dOrleans, sul quale leggevasi questi due versi: hic situs est teneris raptus Valesius annis ut rosa quae subitis imbribus icta cadit dopo la chiesa di S. Dionigi, quella dei Celestini era la pi ricca dei monasteri funebri. Questordine fu soppresso in Francia nel 1778 da Pio VI ad istanza del famoso cardinale di Lomenie, arcivescovo di Tolosa, molto amico agli ordini religiosi e chiamato perci dai parigini col soprannome di Antimoine.

Questo prelato che simpicci malamente in molti affari temporali, merit poi la giusta censura della santa sede. La bolla di soppressione era concepita in termini cos severi che il priore dei celestini di Amiens ne mor di dolore. Nondimeno conviene soggiungere che quando furono soppressi erano molto lontani dallo attenersi allantica regolare osservanza . I Celestini primitivi non mangiavano carne fuorch in caso di malattia, cantavano mattutino alle 2 del mattino, durante la quaresima e lavvento non usavano ova ne latte. Vestivano di bianco con un cappuccio ed uno scapolare nero, ed usavano camicia di sargia.

Dal sito: http://books.google.it/books/about/Descrizione_storica_degli_ordini_religio.html?id=4 BRPAAAAYAAJ&redir_esc=y Title, Descrizione storica degli ordini religiosi, Volume 1, Luigi Cibrario Pagg. 285 286 287 288 ..

Vedi anche il nostro blog didattico: 1) 2) 3)

http://blogtrotters2012terzaeffe.blogspot.it/2013/04/gli-eremi-celestiniani-le-ricerche.html

http://blogtrotters2012terzaeffe.blogspot.it/2013/03/monasteria-visita-al-monastero-dei.html

http://blogtrotters2012terzaeffe.blogspot.it/2013/03/monasteria-il-libro-del-mese.html

FINE

Nota: Questo breve e-textbook stato realizzato dalla prof.ssa Orlanda Sanvitale a scopo didattico e senza alcun fine di lucro ( classe L4 DOL 2012-2013, Modulo T09 ). Pu essere utilizzato e modificato, purch vi sia sempre citazione della fonte e delle fonti con cui stato costruito il testo e purch non vi sia scopo di lucro.

You might also like