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SANTO GRAAL A ROMA: NUOVE CONFERME (3)

Incontro col ricercatore Alfredo M. Barbagallo


Il Santo Caliz di Valencia. Il terriccio sacro nel cimitero scozzese. Tommaso apo-
stolo il fil rouge della ricerca.

oncludiamo in questo numero la serie dedicata alle recenti

C ri cerche del nostro Barbagallo sul Santo Graal che hanno


sollevato grande interesse nella stampa mondiale, che sem-
bra essere più attenta di quella italiana su questo antico enigma.

Francesca Vajro - Siamo alla fine di questo viaggio che ricostruisce


la storia di un giacimento reliquiario cristiano di cui un elemento
si troverebbe deposto accanto alla tomba di Lorenzo diacono e
santo.
Alfredo M. Barbagallo - Sì, è così. Non è Alfredo Barbagallo che lo
dice, ma la stessa leggenda cristiana sui “Tesori della Chiesa” affidati a
Lorenzo; una testimonianza diffusa da Ambrogio, Agostino, Leone
Magno…

D. Nella puntata precedente lei ha accennato a “più Santi Graal”.


R. Confermo. Non vi è mai una realtà archeologica che consti di una
sola componente particolare, questo è intuitivo. Ma in questo caso la
ricerca sembrerebbe dar luogo ad un meccanismo di identificazione ab antiquo Due reperti importanti per
di almeno tre componenti materiali supreme. In questo spazio esteso di inter- la tesi sostenuta, en trambi
pretazione, per quanto possa sembrare incredibile, nello stesso “giacimento reli- presumibilmente risalen ti
quiario supremo” della Tomba di San Lorenzo reperiremmo – secondo la mia al tardo III secolo-primi del
IV, coll o c a ti nel Chiostro
lettura – una componente legata all’Ultima Cena, una alla Deposizione di Cristo d ella Basilica di San
ed infine una alla Resurrezione. Lorenzo fuori le Mura a
Ciò significa che saremmo di fronte ad una unità – come dire – sintattica e sin- Roma, l’uno sopra all’altro
tetica della esperienza cristiana e cristologica, come narrata dai Vangeli canonici;
interpretabile, naturalmente su Sopra: Tommaso Apostolo
(?) Frammento di bassori-
base archeo l ogi c a , come un lievo
“giacimento reliquiario” supre- A lato: sarcof a go con
mo, di postazione laurenziana. scena di Trionfo di dèi su
un carro tirato da elefanti
D. Come può prova re una
simile ipotesi?
R. Questa teoria ricostruttiva
valuterebbe nel Santo Caliz di
pietra calcedonia – attualmente
nel Duomo stesso di Valencia,
caro al cuore delle origini spa-
gnole – una suprema compo-
nente legata, come da antica
tradizione, alla circostanza o
D. Direttamente da Gregorio Ma gno?
R. Questo è uno dei punti più oscuri della ricerca.
Dalla citazione dell’Epistola a Costantina Augusta
imperatri ce, dove apprendiamo da Gregorio l’effra-
zione involontariamente sacrilega della Tomba di
Lorenzo da parte dei monaci di Pelagio II – e pro-
babilmente da Pelagio stesso – sembrerebbe di no.

D. Per cui ?
Per cui Gregorio trasferisce una Reliquia di grande
importanza, ma di cui – recluso al Celio dalla pesti-
lenza – percepisce solo genericamente l’importan-
za suprema. Una trasmissione concettuale che deve
pervenire alla tradizione successiva solamente dal
concorso di altre fonti possibili…

D. Quali ?
R. Janice Bennett, nel suo splendido libro San
Lorenzo e il Santo Graal, cita la puntuale memoria
Stralcio della pagina del periodico spagnolo La Gaceta de los di epoca seicentesca di un San Donato Abate di
Negocios dedicata alle tesi di Barbagallo e di Janice Bennett sul Huesca – omonimo quindi, si badi, del Santo areti-
Santo Caliz (nella foto) no – che avrebbe preservato il sacro oggetto cristia-
alla memoria dell’Ultima Cena di Nostro n o. La data leggendaria di morte del poco noto Santo pirenai-
Signore Gesù Cristo (mi consenta la deno- co è il 574, non lontana quindi dall’investitura di Pelagio II
minazione che mi è cara ed abituale). Essa (579) e da qu ella successiva di Gregorio (590). Aggiungerò che
sarebbe la reliquia segnata dalla maggiore Don a to Aba te era – in tradizione – agostiniano originario di
aderenza ai valori storici segnalati, non sola- Ippon a , in Af ric a, la stessa celebre città di sant’Agostino. Ciò –
mente dall’immensa forza suggestiva dell’e- u n ito alla citazione agostiniana di Lorenzo e del suo martirio,
vento evangelico dell’Ultima Cena, ma dalla ed alla trad iz ione miraco listica propria del Sacro Cingolo (cin-
grande esperienza di Tradizione medioeva- tu ra ) , comune anche alla tradizione laurenziana – può spin-
le e moderna. gere all ’ ipo tesi di una prima origine agostiniana della presen-
za del Calice cristiano in relazione a San Lorenzo ed al III seco-
D. Il Santo Caliz sarebbe quindi effettiva- lo; elemento che vede la tradizione del Sacro Cingolo – di
mente il calice dell’Ultima Cena, preserva- epoca medioevale, letto in versione sia laurenziana che agosti-
to da Tommaso Apostolo in India e niana – risalire alle citazioni presenti
poi sepolto con san Lorenzo,a Roma? n el testo tardo antico (Pseudo
R. Esattamente; per quanto – natural- Giuseppe di Arimatea), del celebre
mente – sia possibile dimostrare da miracolo di Tommaso Apostolo che
una ricostruzione storica di sintesi. riceve la Cintura dalle mani della
Aggiungerò che in questa visione il Vergine all’atto dell’Assunzione.
Caliz risulterebbe materialmente tra-
sferito, sempre intorno al 590 (dopo il D. Si ritorna a Tommaso,il cerchio si
ritrovamento del “giacimento lauren- chiude...
ziano” da parte di Pelagio II), per R. In questa ipotesi, il Santo Caliz
mano del successore Gregorio Magno passa quindi nei secoli, sostanzial-
a Recaredo, sovrano visigoto, per la mente, dalle mani di Tommaso a
cristianizzazione – dal III Concilio di qu elle di Lorenzo ed infine di
Toledo – dell’intera Spagna; non in Gregorio. Il tutto attraverso la concet-
termini puntuali, naturalmente, ma tualità astratta ab antiquo di Agostino
nella citazione documentaria di doni stesso, e poi il ri trova m ento di
sac rali simbolici da Gregorio al Gerberto di Aurillac, poi Papa Pel a gio, e poi di Gregorio…
Visigoto. Silve s tro II (950 ca.-1003) Un’ipotesi che agghiaccia anche me,
suo interprete. Ma che conduce ad lisi dei cespugli – condotta già in epoca
uno straordinario sviluppo finale: settecentesca – dimostrerebbe l’esistenza
la dottrina della transustanzione di essenze di origine orientale. Terriccio,
emanata dal citato Papa Silvestro II quindi… ecco perché l’ampo lla di
nell’Anno Mille nel suo De corpore Glastonbu ry risulta storicamente dispersa.
et sanguine Domini.
D. Come possiamo riassumere, allora,
D. Ma perché Pelagio non avrebbe questa intricata ricerca?
trasmesso con chiarezza un reper- R. La valutazione degli elementi comuni
to così “centrale” per l’intera dot- ricondurrebbe alle seguenti conclusioni:
trina cristiana? presenza e testimonianza di Blano a
R. Ripeto, perché posso immagina- Roma in occasione del ritrovamento del
re, come detto, che gliene mancasse “giaci m en to reliquiario” laurenziano;
il tempo. Dalla citazione gregoria- riconduzione al cimitero di Kingarth nel-
na, nel gruppo morirono tutti di l’isola di Bute del “terriccio” imbevuto del
contagio, in pochi giorni. Rimase sangue di Gesù Cristo, di origine primaria
un fascio immenso di citazioni n ella gra n de vicenda apo s tolica di
m i racolistiche e di attribuzioni Tommaso in India, così come riportato
apocrife, ricostruibili – almeno sino dall’apocrifo Passio Thomae; trasferimen-
Santa Maria Maddalena. Nelle a adesso – per deduzione. to finale di parte di questa componente
sue mani, l’Unguentario evan-
gelico. Opera di Piero della D. Ma cosa c’entra in tutto ciò materiale, dopo la morte di Blano a Bute
Francesca (1460) Arezzo, Cat- nel 590 stesso, (anno chiave di tutti questi
tedrale di San Donato Kingarth, di cui ha accennato in eventi) nella più accessibile Glastonbu ry,
un’altra puntata? nascita della leggenda della piantata sacra.
R. Kingarth, in Scozia, è un nome che ricorda Re Artù, la figura
mitica e mitologica. Priva di un reale riscontro cronologico, ma D. Quindi abbiamo un “giacimento
citata da Adamnano di Iona che data al 597 la sua morte in bat- reliquiario” raccolto dall’apostolo
taglia di difesa cristiana.
Tommaso, custodito da Lorenzo, poi
D. Re Artù connesso alla deposizione di Cristo? Come? trasmesso da Gregorio Ma gno quale
R. Abbiamo visto negli scorsi interventi il ruolo particolare di simbolo di evangelizzazione.
San Blano di Bute ed il rapporto di parentela che leggendaria- R. Sì, esattamente.
mente lo legava a King Arthur mac Aedan. Possiamo iniziare
una specifica ricerca sull’ipotesi che Blano muoia a Kingarth nel
590 stesso, dopo il suo viaggio a Roma, conducendo con sé la
Reliquia della Deposizione di Gesù Cristo; il “terri ccio sacro” che
riconduceva da Roma – che, una volta sparso nel cimitero di
Kingarth, impedì la sepoltura delle donne, la cui presenza avreb-
be rappresentato una mancanza di rispetto verso la reliquia –
non poteva quindi che essere per noi parte del “terri ccio” di
Tradizione sacra dalla Passio Thomae relativa alla morte di
Tommaso Apostolo in India; ri condotto, come visto, ad
Arretium (Arezzo). D’altronde, nel 1523 i Portoghesi trovarono
a Madras, sotto la “casa” di Tommaso, una giara carica di terric-
cio compattato posta nelle fondamenta stesse.

D. Per cui?
R. La Tradizione di Glastonbu ry, ricondotta a Giuseppe di
Arimatea, parla dell’ampolla dispersa contenente il sangue
Scozia, Kingarth, Isola di Bute. Il cimitero di San
benedetto della Deposizione, raccolto da Giuseppe stesso, e lì Blano fu divi so in due zone di sepoltura per uomini
condotto. Ma anche della piantata sacra fatta fiorire miracolosa- e donne affinché la presenza di queste ultime non
mente in zona dal Santo stesso, ed ancora esistente. Bene, l’ana- “offendesse” la reliquia del “terri ccio sacro”
solenne, evidenziata dal celebre “dito”
evangelico e l’altra un corteo solenne
di elefanti indiani, entrambe ricondu-
cibili a ll’antica e celebre leggenda cri-
stiana sulla predicazione e martirio di
Tommaso Apostolo in India (vedi le
foto a pagina 49).
Mo s a i co cosmatesco pavi- D. Se consideriamo valida questa
mentale (Roma, Basilica di rico s truzione, qual è il prossimo
San Lorenzo fuori le Mura,
dal 1217 ca). La componen- passo da fare?
te cen trale è andata perduta R. Tutta la mia ricerca è partita tre anni
a causa del bombardamen- fa dal Calice medioevale nella Basilica
to del luglio 1943. In alto a superiore. Sarebbe forse auspicabile la
sinistra si vede il Calice for- creazione di una Commissione
tunatamente sopravvissuto
(visibile cerchiato nel parti- Internazionale di Studio – di cui potrei
colare a destra) anche non far parte – che esamini l’in-
tera questione, con particolare atten-
D. In questo giacimento vi era anche il Calice vitreo di San zione alla città di Arikamedu indiano-tomi-
Lorenzo, che si trova in Vaticano? stica, all’insula aretina del Colcitrone ed alle
Catacombe di San Lorenzo a Roma. Fatto
R. Sì. Anche considerando la tradizione prima di Arculfo, questo, poi si vedrà. Non spetta a me decide-
che nel suo De Locis Sanctis (VII secolo) parla di una pre- re. Credo sia interesse di tutti esaminare tutto
senza suprema situata a Gerusalemme connessa all’Ultima ciò, e capire se Barbagallo abbia ragione o
Cena, ma anche alla Cena Resurrezionale. La sua importan- torto.
za cristiana, nella com-
ponente romana, sareb- D. E chi dovrebbe occuparsene?
be talmente assoluta, da R. Desidero rispondere con molta chiarezza:
risultare sconvolgente ad la Chiesa Cattolica di Roma, attraverso le
ogni lettura. Accanto ad proprie competenze scientifico-culturali in
essa, la Stele Eucaristica ambito internazionale; ma credo sia soprat-
epigrafica di San tutto Suo ambito e – se posso parlare da cri-
Lorenzo, databile al VI stiano – Suo sacro dovere. È evidente che
secolo, e quindi coeva al senza l’impegno della Chiesa una ricerca su
Calice di Vetro col suo questa ipotesi diverrebbe pressoché impossi-
chiaro significato sacrale bile. Ma ho fiducia nel futuro, nella Chiesa e
cristiano. in Dio.
D. E il Santo Graal? [FINE]
R. Il gra n de percorso Stele Eucaristica del VI secolo, con soprag-
medioevale dei Pellegrini gi u n te cosmatesche (Basilica di San BIBLIOGRAFIA
sulla via Tiburtina, con- Lorenzo fuori le Mura, Roma) Da Bra G., Guida della Basilica di S. Lorenzo fuori le
trollato dall’Ordine Templare, determinerà nei secoli la Mura, Scuola Tipografica Pio X, Roma 1938.
nascita di questa straordinaria componente poetica. Ma la Faldi Guglielmi C., Basilica di S. Lorenzo al Verano,
sua origine prima è questa: il Santo Graal è l’intero giaci- San Lorenzo al Verano, Roma 2005.
mento reliquiario laurenziano; i “Tesori della Chiesa”. Gregorovius F. , Storia di Roma nel Med i oevo,
Stoccarda 1859-1857, trad. it. Einaudi 1973.
D. Ma l’origine tomistica – ossia, da Tommaso Apostolo – Hulsen C., Le Chiese di Roma nel Medioevo, Olschki,
dell’intera vicenda può avere lasciato tracce dirette? Firenze 1927.
Hutton E., The Cosmati, Routledge & Kegan Paul,
R. Sì. Infatti interpreto in senso tomistico due eccezionali Londra 1950.
componenti – un frammento di bassorilievo ed un sarcofa- Lava gnino E., L’Arte Medioevale, UTET, Torino 1960.
go, entrambi databili al primo IV secolo. Essi, secondo me, Martina S., La Basilica Patriarcale di S. Lorenzo e i suoi
rappresentano l’una il Santo in una posizione dubitativa e Santi, San Lorenzo al Verano, Roma 2005.

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