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SINCRONIE

Rivista semestrale di letterature, teatro e sistemi di pensiero

Anno X, fascicolo 19, gennaio-giugno 2006

VECCHIARELLI EDITORE

SINCRONIE Rivista semestrale di letterature, teatro e sistemi di pensiero pubblicata con il contributo dellUniversit di Roma Tor Vergata

Direttore: Andrea Gareffi Comitato scientifico: Michael Caesar (Birmingham), Giorgio Cerboni Baiardi (Urbino), Arnaldo Bruni (Firenze), Paolo Cherchi (Chicago), Eugenio Coseriu (Tbingen), Jos Lambert (Leuven), Paul Larivaille (Parigi), Michel Lassithiotakis (Parigi), Marco Lucchesi (Rio de Janeiro), Nicholas Mann (Londra), Jean-Jacques Marchand (Losanna), Ulla Musarra-Schroeder (Nijmegen), Giuseppe Mazzotta (Yale), Nikolaos M. Panajotakis (Venezia), Walter Puchner (Atene), Francisco Rico (Barcellona), Ulrich Schulz-Buschhaus (Graz), Gianni Venturi (Firenze), Alfred Vincent (Sidney), Diego Zancani (Oxford), Gerasimos G. Zoras (Atene). Redattori: Nello Avella, Edo Bellingeri, Patrizio Barbaro , Claudia Chierichini, Giuseppe Frangi, Loretta Frattale, Heather Gardner, Cristiana Lardo, Annamaria Laserra, Tommaso Livoli, Raffaele Manica, Roberto Mosena, R. Nicola Papa Caminiti, Fabio Pierangeli, Maria Caterina Poznanski, Lucia Rodler, Roberta Rossini, Emiliano Sbaraglia, Varo Augusto Vecchiarelli. Segreteria di redazione: Cristina Ubaldini (responsabile), Simona Casciano, Simona De Luca, Francesca Magni, Ilaria Merlini, Tiziana Migliaccio, Fabrizio Patriarca. Redazione: Laboratorio di Scrittura e Lettura della Facolt di Lettere e Filosofia Universit di Roma Tor Vergata, via Columbia, 1 - 00133 Roma E-mail: rivistasincronie@yahoo.it

Amministrazione: Vecchiarelli Editore, Piazza dellOlmo, 27 - 00066 Manziana 06/99.67.42.20 (tel.) 06/99.67.45.91 (fax) E-Mail: vecchiarellieditore@inwind.it www.vecchiarellieditore.com Copyright 2002 Vecchiarelli Editore
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INDICE

INEDITI LETTERE DI GOVONI, ZAVATTINI, SPAGNOLETTI, MANZINI, SICILIANO A GIUSEPPE MAROTTA a cura di Cristiana Lardo Milano (e Napoli), da lontano Lettere IL VERO E IL VERISIMILE. VITA E ROMANZO NEL NOVECENTO a cura di Cristiana Lardo Introduzione Maria e Giovanni Pascoli fra storia e poesia di Francesca Florimbii Linabilit alla vita di una donna del Seicento. Artemisia Gentileschi di Francesca Magni Alberto Savinio, Narrate, uomini, la vostra storia di Susanna Bisi Alberto Savinio: la biografia come una conversazione di Antonella Usai Vita di Goethe di I. A. Chiusano di Emiliano Sbaraglia Pasolini e le altre vite di Enzo Siciliano di Cristina Ubaldini Memoria non peccato finch giova. Vita di Giovanni Comisso di Nico Naldini di Fabio Grossi p. 27 p. 33 p. 41 p. 49 p. 63 p. 75 p. 81 p. 13 p. 17

p. 91

Il romanzo di una vita. Il maestro di Regalpetra di Matteo Collura di Gianni Zambito La chiaroveggenza del gi vissuto. Melania G. Mazzucco, Lei cos amata di Tiziana Migliaccio Tra giallo, noir, epica e dramma: lunicit di Romanzo criminale di Alice Di Stefano
TESTIMONIANZE

p. 99 p. 111 p. 121

Conversazione con Vincenzo Consolo a cura di Domenico Calcaterra STUDI Una zuppa dantesca: lettura di Purg. XXXIII, 34-36 di Simone Cacurri La tecnica dellallusione nelle poesie di Andrew Marvell di Eleonora Persichetti Napoleon as celebrated in the words of poets di Jacques Misan-Montefiore Scipio Slataper: percorsi di un intellettuale di frontiera di Paola Cosentino A Caporetto: taccuini italiani di Raffaele Manica Attraversare lo schermo tra pagina e film di Eusebio Ciccotti RUBRICHE Nota filologica: Per una probabile ricostruzione estetica: le unghie di Laura di Ilaria Merlini

p. 141

p. 173 p. 181 p. 189 p. 199 p. 219 p. 239

p. 263

Nota antiquaria: Le utopie negative di Joseph Hall e di Eustache Le Noble di Marco Catucci Nota bibliografica: Prospettive pavesiane di Adriano Bussone Nota a margine: Teatro del mito, teatro della parola, teatro della poesia: la sfida di Giuseppe Conte di Irene Baccarini Toasts & Ramblers: Viaggiando con Leopardi: Lucio Felici di Fabio Pierangeli Il rosario nelle mani di Vanni Soave di Cristina Ubaldini RECENSIONI Francesco Biamonti: le parole, il silenzio, Atti del Convegno di San Biagio della Cima-Bordighera, 16-18 ottobre 2003, Genova, Il Melangolo, 2005 (Marco Debenedetti) Luigi Fontanella, Azul, Milano, Archinto, 2006 (Fabio Pierangeli) Georg Lakoff, Non pensare allelefante, Roma, Fusi Orari, 2006 (Maria Squarcione) Daniele Maria Pegorari (a cura di), Non disertando la lotta. Versi e prose civili di Mario Luzi, Palomar, Bari 2006 (Francesco Medici) Aurelio Picca, Via Volta della morte, Milano, Rizzoli, 2006 (Melania Tarquini)

p. 271

p. 279

p. 283

p. 289 p. 292

p. 299 p. 300 p. 301 p. 302 p. 304

Cristina Ubaldini PASOLINI E LE ALTRE VITE DI ENZO SICILIANO

Avevo un amico poeta. Amava scrivere versi disponendoli in forma di rosa. Fu ucciso di notte in una vigna. Enzo Siciliano, La principessa e lantiquario

Si scrive una biografia apparentemente per molte ragioni: certo per arricchire le conoscenze intorno ad un autore o per offrire un quadro storico alle sue opere, ma probabilmente lunico vero desiderio che muove ad un tale lavoro quello di entrare in contatto in qualche modo con tutto ci che sta dietro lopera e non riesce a raggiungerci, maggiormente, forse, con la vita delluomo o della donna che lhanno creata. La tentazione pi pericolosa nella quale pu indurre la composizione di una biografia proprio quella della appropriazione; chi narra la storia di un uomo sente subito il brivido del potere, la vertigine del dominio sul quel destino. Molto gioca in tutto ci limmedesimazione. Quellio narrante che non pu creare nulla, che deve limitarsi a dar conto di fatti gi decisi e svolti e conclusi, si proietta nella materia narrata, se ne nutre a tal punto che i confini rischiano di sciogliersi e le identit del biografo e del biografato di confondersi. La narrazione in questo caso porta con s il rischio terribile di farsi deformazione, di sconfinare nella mistificazione. Non infrequente che la vita raccontata venga usata come pretesto per una autobiografia o come manifesto di una ideologia. Cos, nella narrazione stessa che si devono trovare i rimedi, le difese, contro tali derive. Ma forse il caso di chiarire un po meglio i termini del problema biografia e della biografia letteraria pi nello specifico. Le parole di Stefano Jacomuzzi mi sembrano le pi adatte ad illustrarne lambiguit e la complessit, senza risolversi in un reciso giudizio:
Bisogna sapersi rassegnare: la biografia una raccolta pi o meno giudiziosa di frammenti collocati nellillusione di una unit che la stessa loro quantit, lo stesso loro allineamento nel tempo sembra del tutto autorizzare, garantendoci la validit dellinterpretazione. Sembra volersi porre a mezzaria: tra larbitrariet dellinvenzione e loggettivit della documentazione e contamina (si contamina) luna e laltra, perch luna percorsa dalla sua ansia di

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Cristina Ubaldini umane realt e laltra se ne giova per trovare chiavi e molle ed evitare le secche di un inaccettabile ma inevitabile determinismo.1

I due opposti modelli possono essere considerati la cosiddetta biografia scientifica (banalizzando, potremmo dire alla Strachey2), in cui si offrono solo alcuni selezionati omogenei dati della vita di un uomo, e la biografia romanzata (alla Maurois3), che insegue unessenza, che cerca di coagularsi in una immagine: niente di pi lontano e incomparabile. Insomma, la biografia letteraria non un genere letterario; comunemente riconosciuto una forma spuria4. una delle tante ibridazioni possibili che oscillano continuamente tra il vero e il verisimile: biografie storiche, biografie romanzate, biografie immaginarie, romanzi in forma di biografie certo che questo suo essere sempre qualcosa che rimanda ad altro rischia di farla diventare una maschera o unillusione. Solo quando riesce a eludere tutte le trappole del genere la biografia letteraria si realizza pienamente come tale. In quanto genere proteiforme, la sua forma non pu che essere la sua sostanza; le biografie standardizzate, quelle che pretendono di dar conto sempre delle stesse cose, secondo un modello generale (nascita, et della vita, rapporti interpersonali, opere, contesto storico, etc.) sono unaberrazione; non esiste, non pu esistere uno schema da applicare meccanicamente e secondo il quale condurre la ricostruzione di una vita (quello cronologico, ad esempio, che apparirebbe intuitivamente naturale, si rivela a volte una trappola deterministica). In assenza di una forma preordinata non si ha altro che il vuoto e non si pu fare altro che sperare di evocare una qualche verit da questo vuoto. In ogni caso fondamentale mi sembra la considerazione di Massimo Grillandi nel suo intervento pubblicato su Sigma5,
un buon biografo deve avere la seriet di ricerca e la preparazione dello storico, la potenza espressiva del narratore, le finezze dello scrittore e del letterato, lacume e la prontezza del giornalista, la sensibilit e lemotivit del poeta.

Sembrano parole scritte espressamente per Enzo Siciliano. Siciliano si cimentato in tutte le diverse dimensioni che la biografia contempla: il saggio biografico (Puccini), la biografia romanzata (Il risveglio della bionda sirena. Raphal e Mafai. Storia di un amore coniugale, dedicato alla coppia di artisti Mario Mafai e Antoinette Raphal),
S. Jacomuzzi, La Storia e le storie: elogio dellaneddoto, in Vendere le vite. La biografia letteraria, numero monografico di Sigma, XVII, 1984, p. 87. 2 Il suo capolavoro sono considerate la quattro biografie del cardinale H. E. Manning, di F. Nightingale, di Th. Arnold e del generale Ch. Gordon raccolte in Eminent Victorians (1918), cui seguita Queen Victoria nel 1921. 3 Andr Maurois considerato il creatore del genere biografia romanzata, in cui si mescolano erudizione e fantasticheria; prima fra tutte, pubblicata nel 1921, quella dedicata a Shelley, Ariel ou la vie de Shelley. 4 Si leggano i numerosi interventi raccolti nellappena citato Vendere le vite. La biografia letteraria. 5 M. Grillandi, In difesa del romanzo biografico, in Vendere le vite. La biografia letteraria, cit., p. 6.
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Pasolini e le altre vite di Siciliano

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la messa in scena a met tra il fantasioso e il documentario di un fatto storico (Morte di Galeazzo Ciano), levocazione-finzione di una vita dartista, quella di Mozart, in chiave sentimentale (I bei momenti), e poi la coppia di scritti dedicati a Pasolini (Vita di Pasolini e il suo rovescio, Campo de Fiori). Vero e verisimile si sposano in queste opere in tutte le possibili variazioni di grado: possiamo considerarle come elementi di un unico quadro, ciascuno dei quali declinante a modo proprio il titolo di questa sezione. Con Puccini6 Siciliano realizza, come lo definisce lautore stesso, un saggio biografico. La fonte privilegiata sono ovviamente i carteggi e la struttura quella tradizionale in cui si delinea la vita del musicista attraverso periodizzazioni nelle quali si situa la composizione delle opere. Ma il tono non mai scontato, la partecipazione dellautore sempre viva e vivace; la voce narrante quella di un appassionato intenditore che non si limita a ricostruire freddamente i fatti, anzi, entra nelle discussioni critiche con entusiasmo, tratteggia con accenti lirici i personaggi delle opere e tenta di evocare il loro presentarsi allanima del musicista. Morte di Galeazzo Ciano7 invece un tentativo coraggioso e ben riuscito di scandaglio dellimpossibile. In una pice teatrale in cui sono ricostruiti con gli occhi dellimmaginazione gli ultimi giorni e le ultime ore di Galeazzo Ciano, quelli privatissimi, di cui la Storia ufficiale non potr mai dar conto, si cerca di rievocare i pensieri, i gesti, le parole che nessuno ha potuto ascoltare, ci di cui nessuno ha potuto essere testimone, se non i protagonisti che non ci sono pi. NellIntroduzione Siciliano manifesta la necessit di situare nel cerchio di una memoria espressiva persone ed eventi di una tragedia il cui significato ancora da ricondurre a ragione. Ecco: una memoria espressiva, forse il bandolo della matassa risiede in questo sintagma: bisogna raccontare superando i limiti della cronaca e salvare dal grigio del passato quel colore che ci parli ancora, in modo verisimile perch veridico. In fondo, nellarte il verisimile non se non verit che rimanda alla realt. Il testo teatrale il punto estremo di quella che potremmo definire proprio la messa in scena della biografia romanzata; in questo caso oltre ai fatti vanno portati in luce le parole pronunciate, i sospiri, i gesti, le espressioni; limmaginazione dellautore tutto, perch il biografo deve far vedere e sentire tutto. Qui come nella Vita di Pasolini, e lo vedremo, la morte il punto di osservazione della vita; pu sembrare banale e inevitabile (Alberto Savinio ci ha mostrato come questo sia efficacissimo8), ma non sempre cos; talvolta la vita stessa ad avere da dire tutto quel che c da dire. Come nel Risveglio della bionda sirena. Raphal e Mafai. Storia di un amore coniugale9. Di Mafai e Raphal raccontata la vita appassionata, leccesso di vitalit e determinazione di lei e leccesso di eros che dominava lui. Siciliano racconta la loro
Collana diretta da Indro Montanelli, Milano, Rizzoli, 1976. Torino, Einaudi, 1998. 8 Cfr. Albero Savinio, Narrate, uomini, la vostra storia, Milano, Adelphi, 1984 e i saggi di S. Bisi, Albero Savinio, Narrate, uomini, la vostra storia, supra, pp. 49-61 e A. Usai, Alberto Savinio: la biografia come una conversazione, infra, pp. 63-69. 9 Milano, Mondadori, 2004.
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storia damore e arte, di passioni e delusioni, di continua costante ricerca (vorrei dire della felicit) sulla scia dei carteggi, dei diari e dei racconti delle figlie. In questo caso egli sceglie un ruolo solo apparentemente facile, quello del narratore in qualche modo assente, del quasi redattore di fatti ascoltati. Nel secondo capitolo, a poche pagine dallinizio, intitolato Parentesi secca - volendo da saltare a piedi pari, Siciliano spiega:
Quello che sto scrivendo un romanzo vero - assai pi dal vero di quanto non siano di solito i romanzi, che per, se non fossero dal vero, avrebbero poco del romanzo. Il vero nel romanzo cosa cos aleatoria che naufraga nella fantasia, a cominciare, come diceva Didimo Chierico, dal cangiamento dei nomi. Devo dire che non ho cangiato niente. Qui sta il nocciolo della questione. (p. 33).

Qui, per questo romanzo vero, vale ci che scrive ancora Siciliano del trattamento delle fonti nella finzione totale del romanzo La principessa e lantiquario10: accadeva che le interpunzioni incerte, le virgole mal situate, le maiuscole casuali, mi commuovessero di pi che non la sicurezza dello stile, (p. 11). Come accada difficile dire, ma succede, talvolta, cos:
diedero immediatamente vita, le tre sorelle [Mafai], nella casa di Miriam, a un intreccio di racconti che stanavano la memoria da sotto la cenere spenta. Dimprovviso parlavano fra loro, come io non ci fossi - il romanzo cominciava a disegnarsi nelle loro parole, in certe risate che trasudavano ricordi. La distanza temporale si faceva immagine. (pp. 36-37).

Il resto poesia. Nei Bei momenti, romanzo in forma di biografia dedicato a W. A. Mozart, sono le passioni dellanima e dei sensi a dominare: pagine di diario, lettere, conversazioni scandagliate come fossero vere, fin nel pi profondo della memoria viva, intima; fin nel cuore dei cuori dei protagonisti. Un artista viene descritto e evocato attraverso i segni indelebili che ha lasciato nelle anime di chi lo ha accompagnato e gli stato accanto. Eppure in quei ricordi, nel loro riaffiorare alla memoria, si registra una sorta di frattura, la sensazione che questa biografia a pi voci debba registrare, come tutte le biografie, limpossibilit di impossessarsi del suo oggetto. Ogni testimone racconta la propria versione, incrociandola con le altre, senza poter mai giungere al centro di quellessenza quasi mistica che la vita del protaginista. Un caso a parte costituisce il volume Aberto Moravia. Vita, parole e idee di un romanziere11. Si tratta di una biografia in vita, di un ritratto dunque. Scrive Siciliano nella Introduzione
Una prima e incompiuta stesura di questo libro stata pubblicata nel 1971. Mi aveva sollecitato a scrivere Nico Naldini: doveva risultare un ritratto di
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Milano, Mondadori, 1998. Milano, Bompiani, 1982.

Pasolini e le altre vite di Siciliano Moravia al magnetofono, una biografia ricostruita attraverso una serie di conversazioni che avessero andamento casuale e sfiorassero particolari di vita non troppo conosciuti.

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Si tratta dunque di trascrizioni di conversazioni, non un disegno preciso, solo il tentativo di farsi, ancora una volta, testimone, di una vita; nulla di organico, se per organico intendiamo letterario, costruito, architettato con laffascinante intenzione demiurgica del biografo. Se condividiamo quello che scrive Lionello Sozzi12:
Il biografo mosso, lo voglia o no, dallambizione di far luce sulle oscure vicende in cui affonda la radice dei versi, di far vedere come la bellezza delle forme scaturisca dalle sorgenti del quotidiano. Ma la sua unimpresa disperata, continuamente ritentata, ad ogni pagina, e continuamente frustrata. come, ad ogni istante, voler far uso di una certa chiave per aprire una serratura che non la sua,

non ci apparir strano che il biografo si trovi ad essere ora un demiurgo, ora un alchimista. Forse, come alchimista delle vite, Siciliano costituisce in parte una eccezione. Ben consapevole di questo senso di frustrazione, egli per, come biografo e non come romanziere, non sembra essere andato in cerca intenzionalmente della propria materia. Il caso, il destino lo hanno voluto spesso testimone diretto e coprotagonista dei fatti raccontati, oppure testimone chiamato, come chiamati furono gli apostoli. Pasolini lo volle fortemente nel suo Vangelo secondo Matteo, lo disse: devi essere Simone. Era un segno, la vita lo avrebbe chiamato ancora e ancora a questo lavoro di testimonianza. Nella Vita di Pasolini il lavoro di biografo ha molto a che vedere col concetto di vero. Alfieri la guida. Sapegno aveva tenuto un corso su Alfieri. Avevo sostenuto lesame su Alfieri, ed ero tutto per Alfieri13,
A ventanni mi innamorai di Vittorio Alfieri. [] Di sicuro, Alfieri visse nello scrivere la propria Vita altra piet che non quella dellofferta rituale a ci che stato. La sua piet andava ad altro: andava a se stesso, se mai fosse riuscito a cogliere nellordine del proprio vissuto un merito, un sistema di continuit, il concretarsi di un carattere, la scintilla appunto del destino - che poi doveva essere quella del suo stile di poeta, sigillato nel cuore dei propri versi.14

Possiamo agilmente rovesciare questa frase ed attribuirla a Enzo Siciliano, che stato nella Vita di Pasolini mosso dalla piet per lamico, mosso dallamore per la verit. E nel caso di Pasolini tutto rema contro le migliori intenzioni del meglio intenzionato biografo. La sua stata una vita che si fusa con lopera, una esistenza
L. Sozzi, Vite di poeti: amore e morte, in Vendere le vite. La biografia letteraria, cit., p. Campo de Fiori , Milano, Rizzoli, 1993, p. 66 14 Dalla Lectio Magistralis per la Laurea Honoris Causa ricevuta dallUniversit di Roma Tor Vergata il 2 marzo 2006, trascrizione pubblicata su La Repubblica, 3 marzo 2006, p. 55.
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che ha voluto essere mito, un destino macchiato e oltraggiato da una morte brutta e finta come un insulto supremo. Scrivere la vita di Pasolini significava restituire a quel destino la sua parte di verit. Come poteva riuscirci Siciliano? si rimedia alloltraggio solo con leleganza. E qui loltraggio ancor pi subdolo di quanto si possa credere; esso si fonda e si autolegittima criminosamente con quellopposto oltraggio che Pasolini stesso muoveva al cuore nero del mondo e della Storia. Un oltraggio, quello della sua uccisione, che si nasconde, infido, nella mistificazione. Pasolini era stato trasformato in uno stereotipo e doveva essere risarcito di una storia, di una immagine, di una misura che lui per primo, forse, aveva istigato a travalicare. Cos, paradossalmente, si dovevano ristabilire le misure, volutamente oltrepassate da tutti, solo col loro rispetto. Per raccontare un uomo tanto complesso, una figura cos estrema, una voce che ha voluto sempre essere alta (nel volume, nellintonazione, nel messaggio che portava) ci vuole una voce dimessa, a volte evanescente; la voce del testimone, di colui che conosce e sa, e non ha bisogno n voglia di denunce o di eccessi di lirismo, ma sente la necessit di narrare senza mai indulgere nel presuntuoso uso dellio. Nella Vita di Pasolini il rapporto tra narratore e materia si fa difficile, fragilissimo, rischioso quanto mai: per quanto si debba in qualche maniera mettere insieme la materia, sempre prima di tutto, bisogna ricostruire il pi fedelmente possibile. In questo caso, di romanzato non c nulla, neanche quando le informazioni non sono dirette e sono pi incerte, vale a dire per i primi anni della vita di Pasolini. Per il resto stato, piuttosto, necessario ripulire, restituire (restaurare, nel senso pi proprio e rispettoso del termine) con la massima cura: tanto, troppo, era gi stato detto. Anche questo letterario; il letterario (nella unica accezione in cui si possa intendere, e cio alta e nobile) si contrappone qui al romanzato (nellaccezione peggiore possibile di edulcorato) come forma di giustizia contro lingiuria della distorsione e della mistificazione compiute a pi livelli e per le pi disparate finalit. Chi ha ucciso Pasolini e perch? la versione di Pelosi convincente, provata e accettabile? proprio di recente la riapertura del processo ha dichiarato che non lo ; troppi particolari non tornano, troppi indizi sono dubbi, troppi aspetti della vicenda parlano un linguaggio sforzato. Siciliano lo aveva detto subito che quella morte sapeva troppo di finto; lomicidio di Pasolini era stato messo in scena, romanzato secondo un modello e un personaggio che la stessa vittima aveva ormai offerto di s; il modo migliore per rendere credibile qualcosa, si sa, mascherarlo a verisimile; ma la verit altrove. La maschera inflitta a Pasolini stata utilizzata come strumento di morte: la tesi fondamentale, il pensiero portante di questopera proprio quello di far luce su una morte che ha infangato una intera vita e una intera opera. E Siciliano ricostruisce quel fattaccio, quellomicidio, con la finezza dellindagatore, la lucidit dellinterprete, la raffinatezza del letterato. Quella morte stata costruita perch fosse perfettamente coerente con limmagine stereotipata che il mondo si era creato di Pasolini; era, come nei classici del giallo, troppo perfettamente pasoliniana per essere credibile. Tanto che anche le parole di una donna

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che ricorda a un anno di distanza di aver sentito Pasolini gridare quella terribile notte Siciliano le commenta cos:
Che fosse menzogna, o verit, quella sua testimonianza, non si poteva discutere. Erano le parole gi trascritte su un copione preparato nel giro di vari mesi, dettato dallaspirazione ingenua a sentirsi in qualche modo partecipe dun evento tagliato in grande dalla vita.15

era troppo pi grande di quella maschera, troppo pi grande era il suo nemico, di quellennesimo riccetto col quale avrebbe trascorso lultima nottata. Come scrive Massimo Grillandi,
biografare vuol dire scrivere sino in fondo una vita, comprenderla ed amarla, non privilegiarla; ma darla con tutta larte e lumanit di cui siamo capaci []. Del resto, ogni uomo ha necessit di comprensione e non di compassione, di verit vera e non di verit parziale o artefatta. Il resto, che molto abbondante, lasciamolo, in biografia come nel romanzo, nella penna.16

In questa ricostruzione non ci sono aneddoti, ci sono solo documenti e testimonianze. La vita di Pasolini viene ripercorsa minuziosamente - le circostanze della morte in primis, poi, pi tradizionalmente, dalla nascita alla morte - con estrema attenzione; nessuna tentazione artistica, nessun autocompiacimento; il linguaggio semplice, lineare; ogni capitolo una ricostruzione ampia non solo di una esistenza, ma (non potrebbe essere altrimenti) della storia di una societ e di una cultura. Il narratore fa un piccolo passo indietro e lascia che i fatti abbiano tutto lo spazio per manifestarsi nella loro complessit. Tutto quanto pu offrire nutrimento a questi quadri viene impiegato: testi letterari, opere critiche, lettere, interviste. Mai pedante, mai freddo o noioso, mai schematico: i fatti sembrano scorrere sotto la sua penna con estrema fluidit; e mai lirico o melodrammatico: una pagina autobiografica di Pasolini17 viene posta allavvio di questa lunga opera e subito superata
Lasciamo adesso la ricreazione fantastica e affettuosa della mitologia familiare. La sua musica resti come melodia in eco oltre quel che sto per raccontare.18

La figura di Pasolini viene restitutita della sua umanit e normalit - non il profeta, non la figura Christi, forse non nemmeno quello che lui stesso sentiva o pativa di essere. Ci vuole coraggio a scrivere in questo modo. Se il romanzato laberrazione che stata inflitta alla figura di un uomo, la Vita di Pasolini si fa cos, per necessit, negazione di un romanzo, sua confutazione.
E. Siciliano, Vita di Pasolini, Milano, Mondadori, 2005, p. 8. M. Grillandi, Op. cit., p. 10 17 Tratta da I parlanti, poi inserita in Ragazzi di vita. 18 E. Siciliano, Vita di Pasolini, cit., p. 32.
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Ma il narratore di questa vita non certo assente; per buona parte testimone oculare, parte in causa, comparsa e comprimario; un comprimario misurato, attento, discreto, onesto. Solo per un istante in Appendice, egli si mostra pienamente in luce come diretto interlocutore dello scrittore friulano,
quando lo conobbi era il 1956 [] lo incontrai nella sua casa romana di via Donna Olimpia: mi chiese cosa leggessi, e gli parlai di Ezra Pound. Avevo letto e riletto i Pisan Cantos. [] Ebbe una reazione furiosa: Pound razzista, fascista eccetera. Quel primo incontro fra noi due and male [],19

ma solo un modo per introdurre un altro incontro, quello che sarebbe avvenuto tra Pasolini e Pound:
Nelle rughe, nelle sclere del vecchio Pound cera lo sconvolgimento di un Occidente che si vedeva travolto dalle proprie stesse ragioni di vita, nella propria sapienza conoscitiva. E Pasolini gli stava di fronte: le sue domande specchiavano una medesima disperazione, la stessa apocalisse, lontani entrambi da qualsiasi connotazione di ideologia e politica, entrambi vivi come esorbitanti poeti fuori norma disobbedienti a qualunque galateo di sanit letteraria, fiduciosi che la Storia comunque andasse per i propri strani sentieri avanti [],20

e la sua figura torna nellombra. Lo sa che necessario raggiungere un equilibrio tra i fatti e le opere, tra gli uomini e gli scritti e sa anche che non si pu mai fare del primo dei due aspetti la causa dellaltro; vita e opera e poi vita che vuole essere opera. In questo caso non ci si pu accontentare di leggere lopera per quello che in s, dato che, evidentemente essa manifestazione, realizzazione, prefigurazione, specchio, doppio, di una vita21. Perch c un ulteriore rischio: che la restituzione si faccia apologia. Un rischio evitato agilmente anche nei momenti pi delicati; quelli delle denunce e dei procedimenti penali. Se una vita unopera (e come potrebbe non esserlo in questo caso!) su cui si accanita unermeneutica deviante e a cui sono stati imposti modelli grotteschi, essa si presta, proprio in qualit di opera, ad una interpretazione che le renda giustizia. E qui, forse, potremmo concedere a Sozzi qualcosa, un po di pi: di frustrazione (tutta relativa allesito della ricostruzione biografica, e non al suo autore) ne rimane sempre; perch, poi, togliere e distruggere la maschera sarebbe la soluzione? rendere giustizia fino in fondo, ovvio, non mai possibile: perch la verit assoluta non concede di essere raggiunta. Pensiamola cos, allora: questo libro ha potuto fare molto, ha fatto tutto il possibile: si offre al mondo, non solo come tentativo di rendere una certa giusta verit, ma - molto di pi! - come pegno di pace.
Pasolini: la vita, la poesia, in Ivi, p. 469. Ivi, p. 470. 21 Petrolio il simbolo di quella vita; e la vita e la morte di Pasolini si legano a quel libro.
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Non resta ora che concludere la nostra piccola rassegna delle vite di Siciliano con Campo de Fiori, laltra faccia, il controcanto della Vita di Pasolini, il lato privato; che inizia cos: Nel ricordo, mi sembra stesse facendosi notte. il pomeriggio del 5 novembre 1975, i funerali di Pasolini. In questo libro c tutta lumanit di un rapporto di amicizia; le descrizioni sono pi partecipate e colorite, lo stile meno trattenuto. la storia di un gruppo di amici e sodali, la storia di una generazione, di un tempo. Lautore, stato tanto attento a non comparire nella Vita, quanto presente e partecipe in queste pagine (una vera e propria memoria romanzata). Si gioca su due piani: il viaggio verso Casarsa per un incontro dedicato a Petrolio occasione di ricordare e rivivere fatti e momenti ormai passati, la geografia di oggi aiuta a ripercorrere le altre geografie di ieri. Qui pu finalmente dire io:
Era il 1955. Su Nuovi Argomenti fu stampato Le ceneri di Gramsci. Lo lessi e me ne innamorai. [] Lo leggevo non sul lato dellideologia, ma sul lato della passione. La lente di Pasolini mi sembrava tutta rivolta al soggettivo, e tale lho sempre considerata. (p. 61)

e mettersi tra i personaggi, tra gli interlocutori del protagonista:


leggerai Petrolio [] La sua volont aveva il lampo freddo dellacciaio. Ma, nel suo dire quelle parole, era stato investito dal dolcissimo bagliore destasi che gli si accendeva negli occhi quando poteva dirsi soddisfatto senza riserve da qualcosa di suo

e parlare del suo Pier Paolo: Ma Pier Paolo ci insegnava comunque che bisognava giocare dattacco (p. 38); Fare la rivista con Pier Paolo significava cercare fra le buste di ignoti che arrivavano in redazione (la sede romana della Garzanti) un po doro perduto o nascosto (p. 115),
Ma era Pier Paolo il mago - riduceva le persone alla sostanza del loro essere, piegandole con una forza di cui si avvertiva il soffio quando taceva, o se investiva del proprio talento pedagogico quanto veniva dicendo. A quel punto lo si assecondava. (p. 146).

raccontandone la grandezza tutta umana con le parole dellamico caro.

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