You are on page 1of 5

LETTERA APERTA DI ELMAR THALER, LANDESKOMMANDANT DEL SDTIROLER SCHTZENBUND, A PAOLO CAMPOSTRINI

Bolzano, 31 maggio 2013 Gentile dott. Campostrini, nel Suo commento pubblicato il 27 maggio 2013 sullAlto Adige critica aspramente la nostra manifestazione iatz! a Merano. Noto che, in precedenza, sono stati pubblicati tanti commenti ed articoli, esclusivamente positivi, sui media locali, nazionali ed internazionali, che danno piena prova dello spirito aperto e liberale che ha contraddistinto la manifestazione di Merano (Le vorrei far notare anche larticolo, molto equilibrato, pubblicato sullo stesso Alto Adige in data 15 maggio 2013). Non vorrei soffermarmi sulle uscite polemiche di due noti esponenti della sinistra tedesca, che, comera prevedibile, hanno usato i soliti toni allarmistici per il solo fatto che la manifestazione stata organizzata da noi Schtzen. Due uscite polemiche che sono frutto di ideologie che ormai appartengono al passato, e sostenute da due venerandi signori, portatori di interessi molto particolari e che, tra laltro, sono gi state smentite da Arnold Tribus, sicuramente non sospetto di essere un tifoso di noi Schtzen, in un belleditoriale nella Tageszeitung al quale mi vorrei rifare integralmente.

Non mi sarei invece aspettato questo Suo commento, cos negativo, in quanto La stimo come giornalista esperto che scrive in maniera equa ed equilibrata. Mi pare che Lei cerca di attribuirci delle intenzioni nazionaliste che invece non abbiamo, e non abbiamo mai avuto. In ogni caso, Le devo dar ragione su una cosa: a Merano i giovani erano presenti in migliaia. Invece secondo noi Lei sbaglia completamente, anzi, rischia di sconfinare in una inutile polemica, quando liquida frettolosamente la Libert da noi invocata a Merano come nazionalista. Si tratta di una libert che tanti dei nostri giovani (e con ci intendo anche i giovani del gruppo italiano) si prendono per porsi le domande che premono loro di pi: domande sulla propria identit, domande sul proprio futuro e sul futuro dei propri figli. Inoltre - ed anche questa una domanda pi che lecita - la domanda se lappartenenza ad uno Stato rimasto sempre estraneo alla nostra realt locale, nonostante gli ultimi 90 anni di (forzata) appartenenza, sia veramente la fine della storia (Francis Fukuyama). Come avrebbe visto se fosse stato presente a Merano, la nostra manifestazione era aperta a tutti, in particolare ci stava a cuore invitare anche il gruppo italiano, ed per questo che abbiamo affisso centinaia di manifesti anche in lingua italiana, provvedendo a fare tutti i comunicati stampa anche in italiano, rilasciando interviste a media locali ed nazionali italiani, invitando ripetutamente il gruppo italiano. In parte abbiamo avuto successo: assieme a italiani del Sudtirolo erano infatti presenti Trentini, Veneti, Friulani, Triestini, Sardi e Siciliani. Ma devo ammettere che avremmo voluto che ce ne fossero ancora di pi. Molti di pi. Perch allincontro di Merano - ed era un incontro, pi che una manifestazione noi Schtzen abbiamo volutamente rinunciato a sbilanciarci nelluna o nellaltra direzione, lasciando spazio a tutti gli invitati di presentare la propria visione e i propri valori, fornendo con ci un forum aperto alla discussione. Questa era la nostra intenzione e in questo siamo riusciti molto bene, portando in piazza per discutere di politica migliaia di persone che ripeto - avrebbero potuto essere ancor di pi. E stato un momento di democrazia vissuta che, - di questo sono sicuro - anche Lei si

augura che possa ripetersi, soprattutto tenendo conto che viviamo un momento storico dove gran parte dei cittadini italiani ha perso ogni fiducia (e, temo, ogni interesse) nella politica. Noi comunque continueremo ed andremo avanti sulla strada del dialogo aperto a tutti. Ebbene, Lei ci definisce come sudtirolesi che tirano indietro. Francamente, mi pare proprio il contrario: noi Schtzen tiriamo in avanti, facendo del nostro meglio per dare spazio allincontro di diverse idee e valori, in un ambiente pacifico, ricco di diverse culture, gioioso. Certo, anche folcloristico - tradizionale, che un valore ed una ricchezza che ci appartiene. I nostri costumi possono piacere o non piacere, ma - e sono sicuro che anche su questo La trovo daccordo - sono parte della nostra comune identit. Il fatto che i giovani riscoprano la loro identit e, con ci, riscoprano anche il fascino del costume non La dovrebbe spaventare. E una cosa naturale e bella e non diretta contro nessuno. Lei si preoccupa che la scuola autonomistica (ammetto che il termine mi sembra un po strano) e la cultura abbiano fallito. Mi permetta la domanda: per quale motivo dovrebbero aver fallito? Perch la giovent riscopre le proprie radici? Perch la giovent fa domande pi che lecite? Perch la giovent si preoccupa del futuro della nostra terra? Dove sta in tutto ci il fallimento? Al contrario, credo che la cultura e la scuola autonomistica abbiano avuto un grande successo, un successo migliore rispetto ad altre regioni europee, dove non vi una giovent cos sensibile ai problemi del proprio territorio. Lei afferma che a Merano non cera cultura. Le consiglio veramente di riconsiderare questa affermazione. A Merano cerano 300 rappresentanti di gruppi culturali tirolesi, tibetani, catalani, scozzesi, fiamminghi, veneti, friulani. Francamente, mi sembra che nella nostra provincia non si sia vista recentemente pi cultura di cos, parlando di cultura popolare (e ammetto che non intendevamo organizzare un festival dellopera classica o un festival gradito a certi intellettuali). A meno che secondo Lei la cultura tradizionale dei popoli non debba considerarsi cultura. Ove cos fosse, sarebbe molto

grave. Sono state le ideologie estremiste a liquidare le culture tradizionali in tal modo; attualmente, ne vediamo uno degli esempi pi brutali e ripugnanti in Tibet, dove la Cina cerca di sterminare la cultura tibetana. Lei afferma anche che a Merano non si discuteva, ma si andava a slogan e boccali di birra. Ma sicuro di avere partecipato alla nostra manifestazione? Certo che non mancavano gli stand con birra e salsicce, certo che non mancava la musica, moderna e tradizionale, cos come non mancava la danza. Ma non si andava a slogan facili e birra, si discuteva. Ogni tanto anche con emozione, ma sempre rispettando i valori e le posizioni dellaltro. E non crede che in tempi come questi, dove la gente non ne pu pi dei soliti rappresentanti di una casta politica discreditata, sia necessario qualcosa di innovativo affinch i nostri giovani non perdano completamente ogni interesse nella politica? Lei teme che i nostri giovani non abbiano idea dei lunghi processi politici, giuridici, diplomatici e culturali che hanno prodotto questa autonomia. Al contrario: se avesse interrogato qualunque giovane presente a Merano, sarebbe stato molto sorpreso. Sono pi che sicuro che tutti erano a conoscenza del fatto che lo Stato italiano per decenni ci ha negato i pi elementari diritti di minoranza. Ma avrebbe anche sentito che lautonomia ci ha portato tanti vantaggi e avrebbe sentito che il futuro del Sudtirolo dovr essere creato di comune accordo tra tutti e tre gruppi linguistici di questa terra. Peccato che Lei non abbia partecipato, avrebbe avuto tante soddisfazioni e tante delle sue paure sarebbero sparite. Lei ci critica asserendo che non studiamo (ma a che si riferisce? Bisogna essere laureati per potersi esprimere su questioni politiche? Mi pare proprio assurdo ma comunque Le assicuro che cerano molti laureati a Merano, se questo che La preoccupa), che non leggiamo Le assicuro, stiamo leggendo molto attentamente e Le devo anche confessare che molto di ci che leggiamo non ci piace. Ed per questo che continueremo le nostre attivit, sperando di aver ancora pi successo in futuro.

Ecco il punto dove volevo arrivare: solo insieme a tutta la comunit sudtirolese, italiana, tedesca e ladina, riusciremo a crearci un futuro nostro, libero da vincoli di uno Stato lontano e straniero. Solo insieme riusciremo a tirare avanti, per usare le Sue parole. Perci La vorrei calorosamente invitare a venirci a trovare alla prossima occasione per discutere con noi. Vedr che le sue paure non sono fondate. Vorrei estendere linvito anche allOnorevole Palermo, che sul suo blog ha elogiato il Suo commento. Certo, la cultura che possiamo offrire noi non sar la cultura dellopera classica o di qualche circolo per intellettuali, ma sar la cultura popolare della nostra terra. Certo, una piazza a Merano non paragonabile ai salotti romani che adesso frequenta lOnorevole Palermo (e neanche al palazzo dellEURAC, tanto prestigioso e costoso). Ma sarebbe un posto dove si incontra la gente di tutte le et, di tutti i gruppi linguistici e di tutte le classi sociali. La aspettiamo a braccia aperte. Cordialmente Elmar Thaler Landeskommandant

You might also like