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SPAZIO Spazio come dimensione teorica della conoscenza.

LO SPAZIO UN CONCETTO ASTRATTO RIFERITO AI PROCESSI DI ACQUISIZIONE DELLA CONOSCENZA. Lo spazio un concetto astratto riferito a processi di acquisizione della conoscenza. appunto una dimensione teorica della conoscenza,uno strumento x conoscere, x costruire un discorso intorno ad una realt che vogliamo osservare. Es di spazio come dimensione teorica della conoscenza lo spazio cartesiano: modello formalizzato e semplificato che rappresenta lo spazio secondo 2 coordinate, rappresentate da due assi Es di spazio cartesiano la curva dei costi di trasporto, in cui il costo del trasporto aumenta con l'aumentare della distanza. Questa rappresentazione grafica di un modello, in questo caso descrive quest'aumento del costo del tempo, in questo caso pi che del tempo si parla di distanza e quindi dello spazio. In geografia ci muoviamo utilizzando 2 vettori della conoscenza: lo spazio e il tempo. Questi determinano il modo di costruire conoscenza e il discorso geografico sulla realt che noi andiamo ad osservare. Principalmente cmq lo spazio 1 vettore,1 strumento che mi serve per fare un discorso intorno ad una certa realt. Dallo spazio cartesiano si passa allo spazio tridimensionale fino allo spazio quadri dimensionale quello che appunto inserisce un quarto vettore, il vettore tempo.

La definizione di spazio potrebbe anche essere di: dimensione essenziale e ineliminabile dellesistenza di un soggetto e della conoscenza soggettiva perch localizzata. cio un qualcosa che fortemente e fisicamente legato all'esistenza dell'uomo. Poniamo al centro dell'attenzione sempre un soggetto. Quindi fondamentalmente studiamo l'uomo e le sue rappresentazioni geografiche sulla superficie terrestre, cio nello spazio, perch lo spazio la dimensione teorica della conoscenza, che non necessariamente coincide con la superficie terrestre, ma pu coincidere anche con la superficie extra terrestre.(es geopolitica o geoeconomia dello spazio o la realt virtuale in cui l'uomo si muove.) Conoscenza soggettiva relativa agli oggetti e alla loro posizione origine, perch cmq fa sempre riferimento al soggetto, anche nel momento in cui si cerca di oggettivarla. Soggettiva perch fa riferimento al soggetto e perch il soggetto che conosce e che si vuole porre in relazione a qualche cosa,1 realt esterna che vuole studiare, cmq lui localizzato. In questo caso significa anche posizionato. Localizzata nello spazio, sul territorio Qualsiasi conoscenza oggettiva carica di relativit nel contesto geografico, in quanto noi siamo posizionati. Posizione: rende noi relativi nella conoscenza degli oggetti. significa che io individuo, studio una realt esterna presente (esil sistema di imprese), ma sono posizionato, nel senso che sono inserito in un preciso e specifico contesto socio culturale economico, in un dato tempo della storia. Ci significa che porto con me tutta una serie di conoscenze che influiscono su ci che io andr a tradurre, come conoscenza, e quindi come discorso. Di conseguenza, non esiste una sola realt, ma + realt, perch + sono i soggetti che analizzano una determinata realt, e perch ognuno relativo rispetto agli altri e rispetto alle singole realt. Lo spazio essendo uno strumento concettuale si evoluto e quindi siamo passati dall'idea di uno spazio assoluto, ossia un contenitore dove ogni corpo ha una posizione assoluta ed unica, (all'interno di uno spazio era possibile individuare un oggetto unico ed indipendente dagli altri oggetti, ed era possibile farlo grazie all'uso di coordinate che permettevano di individuare quel e quel solo oggetto in quel determinato spazio) ad una di Spazio relativo: Cosa significa spazio relativo? significa che abbiamo uno spazio, all'interno degli elementi, dei fenomeni e cominciamo a guardare a questi e a selezionarli. Quindi facciamo una scelta x analizzare una certa realt, consideriamo le propriet di ciascun fenomeno o oggetto e poi la loro posizione, la posizione di quell'oggetto in relazione a tutti quegli altri oggetti, in relazione al sistema nel suo insieme. Spazio relativo che quindi si focalizza sui fenomeni di uno spazio, delle sue propriet e sulla loro posizione.

SPAZIO RELAZIONALE dal precedente, perch pone l'attenzione sulle relazioni che vi sono nello spazio tra i diversi fenomeni che noi vogliamo osservare. Quello precedente guardava ai vari fenomeni, alle caratteristiche e alla posizione che questi avevano nello spazio, ed era per questo relativo. Quello relazionale fa riferimento alle relazioni che nello spazio si collocano e si strutturano. Si collocano significa che hanno una loro precisa posizione che individuabile. Assumere la dimensione spazio temporale implica come conseguenza immediata e necessaria lassunzione delle relazioni che nello spazio si collocano e strutturano. (Esempio: citt con le loro funzioni e dintorni) Il fatto che si strutturino fa riferimento a un particolare pensiero, cio allo strutturalismo. L'idea che cmq la realt osservabile pu essere intesa come una struttura cio come un insieme di elementi in relazione fra di loro che si evolvono nel tempo.

Dunque analizziamo lo spazio come relazionale cio le relazioni fra elementi, le relazioni fra imprese in un territorio xes. Oppure le loro funzioni (politica economica) rispetto allintorno (Interland). Guardare alle relazioni fra i diversi fenomeni e non alle singole funzioni, implica cercare di partire da una realt semplificata, perch si cerca di semplificarla perch cmq si ha l'obiettivo di individuare le generalit utili ai fini di descrivere quella particolare realt. Il fine ultimo dello strutturalismo quello di individuare dei principi generali che regolano la realt. Ci possono essere pi realt , ma in realt tutte fanno riferimento a principi comuni. Infatti si parlato di modernizzazione, si incomincia a introdurre l'idea che la realt possa essere descritta studiata attraverso modelli che ci permettono di leggere in maniera molto pi semplice la complessit che noi abbiamo di fronte. E questo perch, perch cmq cpartiamo dal presupposto che esistano dei principi generali validi xtutte le realt che osserviamo. Quindi sistemi di imprese, parti del mondo dovrebbero secondo questa concezione rispondere a regole generali. Il fatto che le imprese si collochino sul territorio in determinate posizioni rispetto ad altre fa s che possiamo indicare o cercare di indicare e di individuare dei principi generali. Perch introduciamo la dimensione spaziale? Per individuare generalit utili ai fini dellanalisi dellorganizzazione territoriale. Lindividuazione delle generalit avviene attraverso luso di modelli. Lo spazio non geograficamente/storicamente predefinito: pu essere definito diversamente nel corso delle indagini geografiche: Caratteristiche dello spazio relazionale a) spazio oggettivo/soggettivo: essendo la conoscenza relativa origine/posizione, lo spazio oggettivo conosciuto in modo soggettivo e relativo; soggettivo: perch la conoscenza relativa, fa riferimento al singolo individuo che si appresta a conoscere una determinata realt. Quindi soggettivo perch fa riferimento al soggetto che conosce. cmq oggettivo perch facciamo riferimento a dei modelli che ci aiutino ad individuare dei principi generali alla base di tutte le logiche territoriali, e le logiche poste alla base delle diverse manifestazioni geografiche. Oggettivo perch cmq pur non esistendo uno spazio di per s assoluto esistono cmq dei principi generali a cui fare riferimento. spazio della produzione: simultaneamente possono esistere tipi di spazio, gli uni dagli altri sia oggettivamente sia soggettivamente, che possono entrare in conflitto tra loro; Un'altra definizione di spazio pu essere lo spazio della produzione, in questo caso si fa riferimento alla produzione industriale e a seconda dei tipi di produzione che noi vogliamo analizzare avremo spazi della produzione. Anche questi sono sia soggettivamente ed oggettivamente individuabili. spazio delle trasformazioni tecnologiche: si guarda allo sviluppo della tecnologia, come si diffonde nello spazio sul territorio quali sono le differenze ma spt quali sono i principi che regolano le manifestazioni geografiche dello sviluppo tecnologico. spazio come potere/vincolo. facciamo riferimento allo spazio politico, come potere, o anche come vincolo (come impedimenti allo sviluppo di una certa attivit) ma pu essere inteso anche come opportunit. un insieme di vincoli d'opportunit, e a seconda delle capacit tecnologiche della cultura disposizione pu essere dominato oppure viceversa.

b)

c)

d)

Potere = oggi lo spazio della produzione sempre pi velocizzato/telematizzato/dematerializzato ma sempre pi potere che vincolo (es. produzione software). Vincolo = es il confronto tra capitale (mobile)/lavoro (territorializzato). Il differenziale di mobilit spaziale a danno del lavoro, qui inteso come vincolo localizzato costo sul territorio. Nel caso del lavoro lo spazio un vincolo o un'opportunit dipende dalle imprese. Ci sono imprese che rimanendo sul territorio possono avere un vincolo ad es fiscale, con costi tali x cui lasciare la propria impresa localizzata in quella regione pu essere un costo eccessivo. Oggi le imprese cercano spazi nei quali questi vincoli siano opportunit spt dal punto di vista fiscale. Ed ecco che delocalizzano la propria produzione e vanno in paesi che da questo punto di vista portano vantaggi.

SCALA
La scala serve per individuare: la precisa posizione di un oggetto; la giusta dimensione di uno spazio. es di scala la mappa stradale Si distinguono due tipi scale: la scala cartografica: riferita alla sola dimensione del piano, apparente semplicit; la scala geografica: cio la dimensione spazio temporale e altri valori che fanno riferimento al reale.

necessario aver chiaro i vari rapporti di scala, perch a seconda della scala da cui osserviamo una data realt, cambieranno tutta una serie di variabili, e cos anche i risultati dellanalisi.

Nota:
la rappresentazione cartografica riproduce solo una parte degli oggetti esistenti in natura; la riproduzione della realt proporzionata al crescere del denominatore della scala: differenti scale differenti caratteristiche; la scelta dipende dai fini perseguiti. Ha due significati: a) b) quantit additiva :scala come massa (es. economie di scala: efficienza che deriva dal produrre grandi quantit di beni in certi luoghi e in certi modelli): quantit frazionaria come rapporto (es. cartografia).: a seconda del denominatore cambier la scala e dunque la rappresentazione della realt.

TERRITORIO
1 significato: elemento costituente lo Stato sovrano, insieme alla popolazione e alla sovranit. (nella costituzione).il territorio riconosciuto a livello politico istituzionale come un elemento determinante l'azione collettiva dell'uomo che si stabilisce su un determinato territorio. Una definizione pi specifica dal punto di vista geografico : 1 definizione: uno spazio specifico organizzato da una societ nel corso della storia e trasformato per effetto della tecnologia, delleconomia, della politica. Quindi: uno spazio specifico: cioi abbiamo spazi ma decidiamo di guardare ad uno spazio, di dargli un contorno e di vedere come questo organizzato dall'uomo, uomo inteso come collettivit o societ. Quindi si riconosce che il territorio uno spazio specifico, organizzato, quindi ha una sua struttura particolare, organizzato dall'uomo che quindi lo determina in un certo modo nel corso della storia, cio nel tempo. Quindi come questa struttura di questo spazio muta nel tempo. E muta principalmente x effetto della cultura di quella collettivit, quindi della tecnologia che la collettivit pu applicare in quel determinato momento, in quel determinato spazio. Dell'economia quindi dello sviluppo economico della collettivit, della politica, della religione. La geografia dunque guarda allo spazio come spazio specifico e organizzato e alla sua evoluzione temporale. Spazio e Tempo sono due categorie concettuali per la conoscenza. 2 definizione: uno spazio trasformato sostanziato da elaborazioni di vario tipo storicizzate; economiche; tecnologiche; politiche;

queste elaborazioni sovrimposte ai caratteri fisici dello spazio, e filtrate dalle culture individuali e sociali che hanno come effetto di creare nuove discontinuit. L'ambiente fisico esiste, la geografia umana pur ponendo l'uomo al centro della sua analisi riconosce l'esistenza dell'ambiente fisico perch studia le manifestazioni geografiche sul territorio. E li riconosce come vincolo o come opportunit per l'azione umana, che si caratterizza per una serie di elaborazioni che incidono sullo spazio specifico e anche sull'ambiente fisico e creano delle nuove organizzazioni. () pensiamo ad uno spazio originario con condizioni originari proprie. Per stratificazioni successive, che la storia deposita e concretizza, si accumulano trasformazioni () discontinuit, relazioni e organizzazioni. discontinuit;: significa che ci sono precedenti in una diversa cultura e non diverso periodo storico delle realt di territorio preponderanti che con lo sviluppo della tecnologia della cultura, quindi con il passare del tempo quelle aree dominanti sono diventate subordinate. Quindi si creano delle discontinuit nell'evoluzione di un territorio e di un sistema territoriale. ad esempio guardando ad un sistema territoriale di imprese nel tempo potremo vedere che differenti sistemi territoriali di imprese si saranno evoluti in maniera non univoca. organizzazioni; relazioni; che sostanziano il territorio Es. la regione come sistema territoriale.

Il territorio anche una Risorsa: risorsa come:

contesto: un territorio che non soggetto ad usura. possiamo utilizzare le risorse di quel territorio, ma se si rispettano i cosiddetti cicli di ritorno continuer ad esserci. Il territorio non consente lestrazione/consumo delle risorse intese come m.p. (produzione). Se la risorsa contesto viene usata e non restituita il territorio si deteriora e perde qualit di contesto; giacimento: es le risorse minerarie possiamo continuare ad operare fin quando non ce ne sar pi, perch i cicli di ritorno sono talmente lunghi che impossibile che una risorsa ritorna livelli precedenti al nostro utilizzo consente il prelievo della risorsa senza restituzione.

questo importante perch fa riferimento al concetto della rendita. La rendita un classico esempio Valore: Le risorse del territorio hanno un valore in termini di contesto. : spt nel suolo urbano fa riferimento alla rendita. Il processo di valutazione della risorsa imperfetto perch non tiene conto del prelievo di valore in termini di deterioramento. Rendita: il valore- contesto della terra, del territorio che si occupa, spt nel suolo urbano ma anche in quello agricolo. Quindi la rendita rappresenta il valore del territorio nello spazio urbano. un valore soggettivo che dipende dalla percezione che noi si d, e dal valore atteso che noi diamo ad un determinato bene, in questo caso il territorio.

AMBIENTE
Lambiente indica la porzione di spazio circostante con la quali gli esseri viventi interagiscono. Dunque un soggetto all'interno di uno spazio, l'ambiente quello spazio circostante, lo spazio pi prossimo al soggetto che immaginiamo posizionato e quindi con un proprio atteggiamento rispetto a quest'ambiente (lo spazio esterno). In modo pi specifico: lambiente, ci che circonda un soggetto, si colloca allinterno dello spazio con propri connotati territoriali. dunque, una possibile definizione generale : lo spazio delle relazioni per il vivente.

REGIONE La geografia studia le discontinuit del territorio, dove le discontinuit possono essere considerate: - dato originario dello spazio fisico; - appartenenti al territorio ma diversi dallo spazio fisico; - non rilevanti nello spazio economico.

La geo studia lo spazio quindi anche quello trasformato quindi il territorio, quindi studia le discontinuit stesse che il territorio ha e che rappresentano l'evolversi dell'azione umana nel corso del tempo. Queste discontinuit possono essere considerate come un dato originario dello spazio fisico, qualcosa che esiste a prescindere dell'uomo, come appartenenti al territorio ma diversi dallo spazio fisico o come non rilevanti per lo spazio economico (cio non rilevanti ai fini della nostra analisi geo economica o anche economica).

Lo spazio economico non ha la discontinuit e confini.: Per la teoria economica neoclassica dellequilibrio generale lo spazio : - Uguale a un punto; - uno spazio infinito; - irrilevante. es classico la rappresentazione del mercato: il mercato x la teoria economica il punto d'incontro fra la domanda e l'offerta.Ma il mercato pu essere anche definito come spazio infinito o irrilevante ai fini dell'analisi economica (in quel determinato momento dello spazio non abbiamo bisogno perch non c'interessa analizzare nell analisi o nell'offerta). Quindi fondamentale che x analizzare lattivit economica attraverso la teoria economica che questa non fa riferimento allo spazio o lo fa solo nel momento in cui guarda alla domanda e allofferta, nel punto in cui queste si incontrano. La geo economica invece guarda alla realt e guarda come lattivit economica umana si sostanzia sul territorio e come rispetto al territorio si organizza. La geografia, spt quella economica, guarda quindi al territorio guarda alle sue discontinuit (prodotte dalla collettivit umana sullo spazio specifico trasformato nel tempo sul territorio), e vede che il territorio si organizza in regioni.

Dunque, che cos la regione? un prodotto dellorganizzazione territoriale, politica ed economica. La prima definizione :

1definizione: La Regione un tratto di territorio individuato in s e distinto dal territorio in base a certi caratteri discriminanti. Nota: individuato INDIVIDUAZIONE: di caratteri discriminanti, cio trasformazioni che nel tempo hanno distinto quel tratto particolare di territorio ( es i confini politici delle regioni italiane)

la societ si identifica con il territorio che diviene componente della societ; la societ assume la dimensione spaziale attraverso il territorio; la societ trasforma il territorio.

distinto DISTINZIONE: es. confini politico amministrativi. caratteri discriminanti TRASFORMAZIONI:

il territorio soggetto trasformazioni fisiche/naturali (come suolo); il territorio soggetto a trasformazioni politiche ed economiche (come territorio).

Evoluzione del concetto di regione Il concetto di regione e i paradigmi tesi a individuarlo sono mutati nel tempo in corrispondenza allevoluzione del pensiero geografico e dellorganizzazione territoriale della societ:
Regione Soggetto di studio Elementi Ordine spaziale Parole chiave Societ Formale Paesaggio Componenti materiali (visibili) Statico Tradizionalit/omogeneit/chiusura Rurale Funzionale Funzioni Componenti immateriali Statico Tradizionalit/omogeneit/chiusura Industriale Sistemica Relazioni Componenti immateriali Dinamico Nodalit/apertura/gerarchia Post industriale

La regione formale: guarda alle omogeneit spaziali, non alle discontinuit (ricordiamo che la regione si caratterizza anche per queste discontinuit che l'azione umana produce sul territorio). agli inizi del 900 si guardava alle omogeneit spaziali, spt allo studio del paesaggio, quindi si guarda agli elementi dissimili che sono sul territorio (siamo agli inizi della geografia in cui si distingue tra geografia umana e fisica, anche se anche nella geografia umana l'ambiente ha la sua importanza). Si accentua la descrizione dei casi particolari spt fisici del territorio, di come questi siano vincolo od opportunit x l'azione umana sul territorio. pu essere classificata come elementare se si guarda ad un solo fenomeno, complessa ad un insieme di fenomeni, naturale se si guarda allinsieme complesso dei fenomeni. Importante ricordare che si guarda all'omogeneit spaziali degli elementi, a come queste omogeneit compaiono agli occhi dell'osservatore e dunque alla descrizione dei casi particolari. Regione funzionale: met del 900, inizia lo strutturalismo come pensiero che condiziona tutte le scienze sociali ed anche la geografia. Si guarda alla struttura sul territorio, si guarda dunque alle funzioni. La regione cambia la propria definizione perch cambia il modo di osservare il territorio da parte del soggetto investigatore. La regione f. un'aggregazione territoriale in cui i legami fra gli elementi costitutivi risultano + rilevanti, si guarda agli elementi costitutivi su un territorio e ai legami fra questi elementi che sono i pi rilevanti. E sono + rilevanti quelli interni rispetto a quelli con l'esterno. Non c' ancora l'idea che il sistema debba essere un sistema aperto che scambia informazioni. Si guarda alla regione come un sistema chiuso, analizzato nei singoli elementi, ma non nelle caratteristiche omogenee dei singoli elementi, ma nelle relazioni che vi sono tra i singoli elementi che vi sono nella regione. A prescindere dal ruolo di ciascun elemento nell'organizzazione di insieme. Quindi si guarda alle relazioni indipendentemente dal ruolo che quel singolo elemento possano poi avere all'interno della regione nel insieme (intese ad es come sistema di citt della regione). Si guarda alle relazioni tra le diverse citt. Parlando poi di citt vedremo come venivano visualizzate utilizzando le mappe x descrivere queste funzioni sul territorio. In particolare si fa riferimento a tutta una serie di concetti che prendono corpo: quello di organizzazione del sistema territoriale (di questi elementi come si relazionano), quello di complementarit fra gli elementi (sempre il rapporto relazionale) gerarchia e quindi regione polarizzata. Questo significa che all'interno della regione ci sono degli elementi posti in relazione tra di loro, queste relazioni sono complementari (nel senso ad es qualcuno specializzato nella funzione A,1 altro nella funzione B, e poi all'interno di una certa specializzazione ci saranno dei centri pi attivi e che quindi avranno un peso sulla regione, sul sistema superiore rispetto ad altri nodi, ad altri centri, tra cui la regione polarizzata cio una regione che si sviluppa intorno a un nodo o un polo o un insieme di poli pi centrali, e che dunque vi sono sacche di sviluppo superiore e sacche di sviluppo inferiore.

Regione sistemica: Un insieme di elementi organizzati in una struttura neg entropica* [aperta], che trova fondamento nel proprio dinamismo della proprie regole interne*: *significa che se consideriamo un sistema, questo si sviluppa nel tempo se aperto, perch un sistema chiuso destinato alla morte. Ci significa che il sistema si evolve dinamico nel tempo se scambia informazioni con lesterno. perch quelle informazioni sono necessarie al proprio sviluppo, =il sistema produttivo vive e si evolve se scambia info con lesterno. *regole interne: - di trasmissione (interne): cio di come queste regole e queste relazioni sono organizzate al proprio interno, dunque del flusso informativo - di adattamento (esterne): come il sistema si adatta allesterno - di trasformazione (tempo). Qualit sistemiche dellanalisi regionale sono: Interazione tra gli elementi; Apertura del sistema verso lesterno. La lettura sistemica introduce il vettore tempo nellanalisi spaziale che diventa cos diacronica.

Per noi, la regione un sistema complesso, aperto e dinamico, definibile come: uninsieme di elementi uniti da relazioni e caratterizzati da dinamiche Regione omogenea un insieme di elementi Regione funzionale uniti da relazioni Regione sistemica e caratterizzati da dinamiche insieme di elementi posti in relazione fra loro: cosa si guarda quando si parla di regione sistemica? Si guarda alle relazioni fra gli elementi che sono allinterno della regione. Nella regione sistemica gli elementi pi importanti sono s anche qui l'interazione fra gli elementi, ma non solo l'interazione fra gli elementi del sistema, ma anche con gli elementi esterni al sistema. L'importanza dunque all'apertura del sistema verso l'esterno, tanto pi se l'analisi non statica cio che fotografa un elemento in un determinato tempo, ma guarda a come quel sistema si evoluto. Cio l'importanza maggiore al vettore tempo e di come il sistema, o meglio gli elementi del sistema del corso del tempo si sono evoluti interagendo fra di essi e con l'esterno. Infatti la regione inizia ad essere definita come insieme di elementi uniti da relazioni, come era precedentemente la regione funzionale ma caratterizzati da dinamiche (il termine dinamica fa riferimento al vettore tempo). Quindi in tale definizione di fatto si racchiudono le definizioni precedenti, c' un'evoluzione del concetto di regione: da un insieme di elementi che fa riferimento alla regione omogenea, a un insieme di elementi uniti da relazioni (riferimento all'analisi funzionalista) fino all'analisi delle dinamiche, cio l'analisi sistemica.

Definizione di SISTEMA
Il Sistema un insieme di elementi in relazione fra loro orientati ad un fine ovvero caratterizzati da dinamiche (livello elementare) (livello relazionare) (livello sistemico/teleologico)

In questo caso la definizione + generale di sistema dice che non solo il sistema caratterizzato da dinamiche ma che queste dinamiche sono rivolte ad un fine evolutivo nel corso del tempo. ( nel caso di un sistema produttivo quello di produrre di + della concorrenza, creare profitto ed essere in posizione cmq dominante nel mercato). Gli Elementi interni od esterni al sistema si riferiscono alle: le dinamiche e le relazioni possono essere interne al sistema (proprie) o esterne al sistema (sovra ordinate).

Regole di funzionamento del sistema: il sistema, come tutti ogni struttura sul territorio funziona secondo certe regole.

Le regole di funzionamento (relazioni, dinamiche) sono interne al sistema.che ovviamente essendo il sistema aperto, cambiano nel tempo al pari degli elementi e delle relazioni tra di essi. Sono poi in realt le regole l'aspetto pi importante da osservare, perch con le regole che noi capiamo quali sono le scelte che il sistema si dato per evolvere nel tempo.

se il sistema una rete urbana, a seconda delle scelte politiche intraprese, si capiscono quali sono le aree che sono state privilegiate rispetto ad altre (ad esempio nel rivalutare quest'area stato costruito un polo universitario). Se per queste regole non cambiano a loro volta, xch sono loro che governano il sistema e quindi non accettano gli influssi esterni, gli stimoli, i vincoli che vengono dallesterno, e le stesse regole non cambiano, allora il sistema rischia. Le regole esterne rappresentano degli stimoli e delle informazioni per il sistema. Quindi necessario che gli elementi stessi interni del sistema vengano coinvolti e stimolati da questo flusso esterno. Star poi a quel sistema produttivo accettare i cambiamenti che vengono dallesterno, adattarli alle proprie esigenze, attraverso la propria cultura e modificare la struttura dellorganizzazione ai fini evolutivi. Altrimenti il sistema rischia di sottomettersi alla concorrenza esterna e rischia dis comparire. Quindi lo sviluppo del sistema garantito dalla cultura del sistema e dalla capacit del sistema di far propri gli input esterni e di adattarli alle proprie caratteristiche. Cio di gestire questi imput esterni e di governarli nel corso del tempo. Quindi caratteristiche fondamentali : interazione fra gli elementi: si pu parlare di sistema solo se c interazione x un fine apertura verso lesterno il fine dello sviluppo del sistema nel tempo: la finalit del sistema la sopravvivenza ogni sistema avr una propria finalit. Si individuata permette anche di capire le scelte politiche e strategiche che stanno alla base di certe manifestazioni ad esempio territoriali. Il sistema sociale: La definizione teorica e fa riferimento alla teoria generale del sistema sistema sociale un qualcosa che fa riferimento alla societ. Nel sistema sociale, la regione sistemica intesa come un tratto di territorio contraddistinto da certi elementi (suolo, popolazione, citt, mercati, industrie, reti di comunicazione, etc.) posti in relazione tra loro e organizzati al fine del miglior funzionamento del sistema. Secondo questa definizione sistema regionale deve essere necessariamente un sistema aperto. Ci sono anche sistemi sociali chiusi che riescono a sopravvivere perch hanno cmq un equilibrio stabile, per nel momento in cui il sistema in qualche modo entra in contatto con un sistema esterno, magari + ricco di informazioni, il fatto di essere stato un sistema chiuso ha fatto s che questo sistema non abbia avuto nel tempo la possibilit di sviluppare tutta una serie di strategie che permettessero rispetto agli input esterni di governarli e di adattarli al proprio sviluppo. Il sistema si trova cos sommerso da una quantit notevole di input che non riesce a gestire, perch nel corso della sua evoluzione non avuto il tempo di adattarsi. Questo concetto anche importante spt quando si parla di globalizzazione, come di un fenomeno che uniforma tutte le parti del mondo, ma non cos perch la globalizzazione pu essere vista come un insieme di informazioni che arrivano da un sistema globale e vanno sul locale (regioni stati territori). Ma le regioni saranno tanto pi forte rispetto a quest'input se tanto pi sapranno riadattarli alla propria realt locale.(pensiamo alla realt di molti prodotti visti come globali esempi McDonald il panino si riadatta, cio le realt locali da quell'idea riescono a creare nuove realt produttive per vendere un altro tipo di prodotto).

Paradigma:
panorama scientifico di riferimento in un dato momento e in un dato contesto Il concetto di paradigma stato introdotto da Kuhn (1962), insieme alla teoria generale del sistema, x spiegare i cambiamenti di indirizzo che intervengono nella ricerca scientifica. Il concetto di paradigma connesso allidea di Rivoluzione Scientifica = il mutamento degli obbiettivi e delle metodologie che intervengono nella storia della scienza. In un dato momento storico e ambito culturale un insieme di scienziati affrontano le realt in riferimento a determinate teorie, a modelli e concezioni. Ad un certo punto ci si rende conto a livello di comunit che forse tutto l'armamentario teorico usato fino a quel momento non serve pi per descrivere la realt, perch magari cambiata talmente tanto che gli strumenti usati sono ora insufficienti. Si cerca quindi un qualcosa di nuovo. Quando questo prende campo a livello di comunit internazionale tale novit assume l'importanza di una rivoluzione scientifica, ulteriori ricerche sviluppi saranno fatti sulla base di quella rivoluzione scientifica e quindi delle teorie che essa porta con s e l'approccio alla realt verr cos fatto in modo diverso. Nonostante ci il concetto utile perch invita a considerare un clima culturale e i motivi per i quali si generano diverse teorie. Per Kuhn il paradigma : linsieme delle intuizioni, o deduzioni, dei convincimenti e dei valori che, innovando lo spettro tradizionale della ricerca scientifica, ne provocano una rivoluzione.

Definizione di modello:
una rappresentazione semplificata della realt con riferimento a una teoria o ad una visione del mondo che deriva da un contesto ideale di guardare il mondo. Weltashuung Il modello lo strumento che utilizziamo per analizzare la realt semplificandola. Ci sono tantissimi modelli, tantissime teorie e ogni teoria ha i suoi modelli. ad es i modelli per rappresentare la citt la sua struttura urbana, in determinati contesti storico culturali Il modello si posiziona a met tra realt empirica e la teoria -> rappresentazione teorica della realt geografica. Come si formano i modelli? I modelli vengono costruiti attraverso una:

definizione: assumere delle cose + salienti, eliminare le altre;(si definiscono gli elementi che ai fini dell analisi sono salienti) selezione: scelta delle informazioni strutturali; applicabilit: il modello (re)applicabile se dei caratteri ritenuti salienti che vengono selezionati e strutturati.(i dati selezionati devono essere cmq messi in relazione tra di loro e costruire un'analisi)

Da quanto detto, derivano i Caratteri dei modelli: SEMPLIFICAZIONE: semplice perch deve essere applicato, se complesso abbiamo difficolt ad applicarlo e a leggere i risultati e spiegarli SELEZIONE: fa riferimento all'origine. STRUTTURAZIONE la selezione di elementi deve essere strutturata e gli elementi posti in relazione tra di loro in modo logico UTILITA: REAPPLICABILITA: il modello deve essere riapplicabile a varie realt o nel corso di un certo tempo ANALOGIA: far riferimento ad altri modelli che possono essere simili; il modello utile se unico ma se si pu far riferimento con essa ad altri modelli e quindi utilizzarlo in unione. SPECULATIVO: perch ci permette di prevedere il futuro; cio se mi permette di replicare un certo risultato anche nel futuro. [ es. teoria dei poli di sviluppo]. Il modello pu essere: i modelli possono avere pi caratteri contemporaneamente o uno solo, a seconda delle finalit del modello, della finalit della ricerca il modello potr avere uno o pi di questi caratteri. DESCRITTIVO: descrive la realt cos come si presenta, pone lattenzione sullequilibrio strutturale modello statico; NORMATIVO: descrive la realt cos come deve essere, modello revisionale costruito sotto condizioni particolari e prefissate (dovere, deve); POSITIVO: come deve essere trasformata la realt (essere); PROBABILISTICO: indica la forma che potrebbe assumere (potere); DEDUTTIVO: partendo da una verit generale si arriva a una particolare, dalla teoria generale derivo logicamente un modello e lo applico alla realt; INDUTTIVO.

TEORIA:
Complesso organico e sistematico di ipotesi, principi generali, leggi tendenti a spiegare un fenomeno o una serie di fenomeni.

TEORIA GENERALE DEL SISTEMA (TGS)


Il concetto di sistema nasce dallo strutturalismo, dall'idea che c' una struttura sovraordinale + o - regolare che risponde a certe regole e principi che, attraverso il concetto di sistema si cerca di individuare. una teoria,1 insieme di concetti e di metodi, non di regole, che servono a darci un'idea generale del sistema. Guardiamo alla realt come un unico grande sistema composto da sottosistemi che hanno delle regolarit. Il concetto di sistema ci permette di individuare tali regolarit. Quindi possiamo confrontare + realt ma abbiamo un linguaggio scientifico comune e ci capiamo pur descrivendo realt completamente differenti. Ci significa vedere la realt come l'unico grande sistema: non che ci sono leggi uguali per tutti ma semplicemente riusciamo a vedere differenti realt attraverso la lente del sistema. Dunque ad individuare gli elementi principali e a confrontarli, se a confrontarsi sono differenti tipi di analisi, differenti linguaggi. La Teoria Generale del Sistema (General System Theory) fu elaborata dal biologo Ludwing Von Bertalanffy) negli anni 60. Con questa egli voleva dare una risposta alla possibilit di comunicare tra le diverse scienze, in particolar modo le scienze sociali.

Infatti l Obiettivo: di fornire un paradigma scientifico generale che fosse valido per linterpretazione di qualunque fenomeno e che rispondesse allesigenza di comprendere realt sempre pi complesse e interdipendenti. Con levolversi del pensiero e della tecnologia, della cultura, delle interazioni tra le varie parti del mondo la realt appare sempre + complessa, e non statica, un mondo sempre + veloce e dinamico le cui parti sono sempre + in interazione quindi sempre pi difficile riuscire ad individuare gli elementi in comune fra le realt che si vogliono osservare. Attenzione: non si cerca di formulare una teoria generale della realt (non si parla di teoria generale dei sistemi) ma di individuare elementi comuni alle strutture che compongono la realt. Metodologia: dapprima elabor i nuovi principi e criteri per la comprensione delluniverso biologico e poi lo estese alle discipline sociali favor unitariet della scienza, sempre pi frammentata (importanza della comunicazione tra saperi diversi). Principio base della TGS: concepisce la realt come sistema, ossia unorganizzazione di elementi in interazione tra loro. Caratteristiche dellorganizzazione/sistema: - complessit;: il sistema visto come un insieme di elementi messi in relazione tra di loro - inscindibilit.: gli elementi sono in relazione fra di loro, ma proprio per questo possono essere considerati singolarmente. Perch una qualunque variazione che avviene all'interno di questi elementi o nelle sue caratteristiche provoca variazione negli altri elementi del sistema e quindi probabilmente anche nel sistema nel suo insieme. Si fa quindi riferimento alla struttura.

Obiettivo della conoscenza

Principio di causalit lineare La spiegazione analitica dei fenomeni secondo sequenze deterministiche (causa/effetto) e riduzionistiche (semplificazione e scomposizione della realt considerata)

Principio di complessit sistemica Individuazione del sistema nel quale gli elementi sono inseriti e la comprensione del ruolo che ciascun elemento riveste nel sistema a cui appartiene

Sistema chiuso: limitati scambi di energia con esterno; tendono a equilibrio stabile; determinati dalle condizioni iniziali; producono processi irreversibili soggetti allaumento di entropia.

Sistema aperto: scambi di energia con lesterno scarico esterno di prodotti a elevata entropia; conseguente riduzione dellentropia interna; ed equilibrio instabile e semi stazionario, perch aperto a mutamenti non prevedibili indipendentemente dalle condizioni iniziali; ci ne garantisce levoluzione continua verso stadi pi complessi ed eterogenei.

Concetti e innovazioni introdotte e rielaborate dalla TGS: ambiente esterno: assume rilievo come realt esterna con la quale il sistema interagisce attraverso scambi di impulsi input/output e ridefinizione della propria organizzazione e obiettivi; autopoiesi: capacit del sistema di riprodurre da s gli elementi di cui composto; autoreferenzialit: capacit del sistema di cambiare obiettivo; resilienza: capacit di sostenere gli impulsi esterni negativi; cambiamento: evoluzione in funzione degli input esterni; obiettivo: finalit cui tende il sistema.

L'approccio sistemico individua relazioni.ma si distinguono 2 tipi di relazioni: RELAZIONI orizzontali: fra gli elementi relazioni verticali: fra gli elementi e l'ambiente (l'ambiente fisico sempre presente infatti si parla sempre di spazi, di territorio). Gli effetti di tali relazioni possono essere positivi o negativi.ad esempio l'apertura del sistema pu essere un vantaggio o pu anche essere il contrario. Quindi un flusso di informazioni in entrata ed in uscita positivi e negativi o cmq che hanno un valore qualitativo, dinamiche di evoluzione nel tempo di queste relazioni e le tendenze, le finalit del sistema.

COMPLESSITA
Punto di partenza lenunciazione della Teoria delle Catastrofi (1972) e la diffusione delle teorie del Caos e della Complessit. Lapproccio della Teoria della Complessit nasce come momento di rottura rispetto al paradigma positivista e razionalista degli anni 60. Negli anni 80 cambia l'atteggiamento in tutti i campi delle scienze esatte nascono altre teorie, quelle del caos e della complessit. Di conseguenza anche le scienze sociali cominciano ad aderire a questi nuovi pensieri ed approcci in maniera differente. cosa fa la complessit? analizza le differenti realt come sistemi facendo riferimento anchessa alle relazioni fra i elementi, riconoscendo per che non si pu + rispetto al passato cercare (spt rispetto allo strutturalismo) delle leggi e dei principi generali che valgano sempre x ogni realt analizzata. Perch la realt complessa, cio costituita da elementi in relazione fra loro, in cui le relazioni e interrelazioni cambiano, a seconda della realt osservata ma anche di chi osserva. Complessit: fa riferimento alla natura relazionale dei fenomeni analizzati, ossia allesistenza di rapporti di interdipendenza che rendono difficile spiegare la realt attraverso leggi ritenute universalmente valide (approccio nomotetico). Principi cartesiani, principi sistemici e complessit:
Principi cartesiani EVIDENZA (realt soggettiva) RIDUZIONISMO (componenti in dettaglio) CAUSALITA (causa/effetto) ESAUSTIVITA (conoscere tutto) Principi sistemici RAPPORTO UOMO REALTA (pertinenza) Complessit Irriducibilit dei diversi livelli di organizzazione di un sistema complesso a ununica struttura elementare Irriducibilit della storia di un sistema complesso a fattori strutturali nota Carattere autoreferenziale della struttura interna del sistema complesso

GLOBALISMO (olismo) TELEOLOGICO (comportamento finalit) AGGREGAZIONE (conoscere aggregati)

Principio di causa effetto: la natura di un qualunque elemento causa un altro elemento visto come effetto, quindi un movimento lineare da un elemento ad un altro. il principio che fa riferimento ad un tipo di razionalit espressa dal pensiero cartesiano. I fenomeni che si analizzano si spiegano come sequenze deterministiche, solo come causa-effetto, e riduzionistiche, si semplifica e si scompone la realt considerata. l'es: abbiamo una realt x es quella delle imprese petrolifer,e e la spieghiamo con il fatto che le imprese di produzione petrolifera di estrazione spt si porranno l dove ci sono i pozzi di petrolio e quindi la localizzazione dei giacimenti sono causa di un effetto, cio della localizzazione di quel tipo di imprese sul territorio. Questo significa la lettura casualistica: c' sempre un elemento che produce un effetto. Il principio di complessit sistemica invece individua il sistema e cerca di capire qual il ruolo che ogni elemento ha all'interno del sistema guardando ai singoli elementi, alle relazioni fra gli elementi, alla complementarit che vi pu essere fra questi elementi. E quindi al sistema nel suo insieme considerato per nelle sue singole parti. Si guarda in questo caso non tanto a come l'industria X sia localizzata sul territorio, ma si guarda x es al sistema della produzione petrolifera mondiale, si guarda a come 2 industrie si sono localizzate, come sfruttano i giacimenti localizzati in determinate parti, e come interagiscono tra di loro i singoli paesi produttori di petrolio ecc. quindi si d cmq un'idea di insieme a del principio di casualit. Quindi una realt come insieme e all'interno di questo i singoli elementi reagiscono tra di loro. La complessit intesa come rivoluzione scientifica permette di vedere il mondo secondo una visione multi centrica:

punti di osservazione, metodologie, approcci; rifiuto di ununica griglia di lettura, o ipotesi interpretativa, onniscienza della mente umana; limiti della razionalit umana; nuova cultura.
La critica rivolta al metodo scientifico cartesiano erifiuta luso della ragione per ridurre schemi razionalizzanti la realt osservata, negando la possibilit che esistano fenomeni al di fuori di questi schemi (es. modelli economici). La complessit intesa come analisi di maggiore dettaglio e secondi punti di vista serve per avere la possibilit di elaborare e fornire categorie interpretative e strumenti di conoscenza adeguati a chi con la realt deve interagire.

Impossibilit di ridurre la storia di un sistema complesso a fattori strutturali che non possiamo rappresentare la realt semplicemente con quelle strutture che noi ci creiamo per semplificare la realt. Se si parla di struttura stiamo semplificando la realt che studiamo, e sulla base di tale semplificazione si descrive una semplificazione del reale. Ci che non accade nella complessit: il soggetto che osserva in quanto posizionato cambia la realt che osserva.

I vantaggi della complessit: che ci poniamo sia da un punto di osservazione ma si analizza contemporaneamente i aspetti della realt che stiamo analizzando. Quindi ci pu essere 1 punto di osservazione ma anche punti di osservazione (quindi guardare una realt nelle sue sfaccettature) oppure analizzare alcuni aspetti ma ponendosi rispetto all'oggetto in un background culturale di volta in volta diverso. Quindi parlando della complessit pi che di paradigma si parla di nuova cultura, cio noi affrontiamo la realt non perch abbiamo un panorama scientifico ben definito che ci d delle regole specifiche alle quali rifarci, ma abbiamo un approccio alla realt . Riconosciamo che l'evoluzione del pensiero c' stata, gli strumenti sono molteplici e che possiamo utilizzarli a seconda della realt che consideriamo o degli obiettivi che ci vogliamo dare. Geografia della Complessit: o meglio l'analisi geografica che accetta questa nuova cultura della complessit proceda per problemi, cio si ponga dei problemi rispetto alla realt che osserva. Quindi aiuti a definire questioni e tematiche di rilevanza sociale, riferendoci a al sistema sociale chiedendosi quali finalit e esso debba avere. () importante che le discipline geografiche, secondo una prassi scientifica e originale, procedano per problemi, forniscano cio il proprio contributo nellaffrontare questioni e tematiche di rilevanza sociale, definendo il contesto nel quale agiscono le relazioni individuate e descritte (Dematteis, 1989) I vantaggi che la geografia ottiene nel calarsi nella logica della complessit in alcuni temi: rapporto globale- locale: lettura geografico postmoderna; sviluppo sostenibile: lettura delle interdipendenze tra questioni ambientale, locale, globale, etc.

GEOGRAFIA DELLA POPOLAZIONE


Perch importante studiare la popolazione in geografia? La popolazione un indicatore di sviluppo e delle potenzialit economiche di unarea: la popolazione una risorsa al pari della tecnologia, della conoscenza, lavoro lorganizzazione economica territoriale strettamente correlata alla distribuzione geografica della popolazione;: dove c' popolazione si presuppone ci sia uno sviluppo economico, e a seconda poi di come la popolazione si organizza sul territorio ci sar un certo tipo di sviluppo economico.

Nel contesto della lettura paradigmatica C/P il fatto che la popolazione sia distribuita sul territorio in maniera disuguale (es. > concentrazione nelle citt) porta ad uno squilibrio e ad una crisi.: ci sono vari paradigmi al cui interno si pu studiare la popolazione in un modo o in un altro: uno classico quello tra Nord e sud del mondo, paesi ricchi e paesi poveri, immaginando dunque lo sviluppo economico spt dal punto di vista quantitativo e dunque con una linea retta sulla quale differenti paesi si pongono nel corso della storia e dei risultati che riescono a raggiungere dal punto di vista economico. Ma si parla anche sempre pi di centro e periferia, altro paradigma, individuare cio le aree centrali su di una determinata area e le aree periferiche.

Per studiare la popolazione abbiamo bisogno di: I dati sulla popolazione: le fonti: Non solo dati quantitativi, ma anche qualitativi. Censimenti: tipi di censimento svolti ogni 10 anni (popolazione, industria, commercio, artigianato); gap temporale con limite;: avremo solo una fotografia di una determinata popolazione su una determinata e specifica area in un determinato tempo. Si coglie quindi solo in maniera generale le dinamiche che intercorrono ogni 10 anni su quel territorio. il censimento divide la popolazione per classi di et e sesso;

Registri anagrafici: si guarda ai comuni residuali dellarea e ai movimenti di input (immigrati, tassi di natalit) e output (emigrati, tassi di mortalit); si possono considerare anche altri registri, come quelli delle Camere di Commercio (quote della popolazione attiva).

Altro dato che interessa avuti i numeri sulla popolazione in una determinata area vedere come questa popolazione si distribuisce sul territorio e dunque si parla di: Densit: La densit (p/Km2) un indice della concentrazione della popolazione su unarea determinata. Es. Firenze d = 3000 ab. su Km2

I livelli di densit della popolazione influiscono sulla organizzazione e sulla struttura economica formano mercati diversi mercati (es. mercato del lavoro, distribuzione capitale, consumi). altro elemento sono le Piramidi di et Vengono costruite sulla base dei dati ricercati sulla popolazione. Possono essere costruite in valore percentuale (%) o assoluto.

La forma delle piramidi rappresenta lo sviluppo della popolazione nel tempo e per una determinata area.; e dunque dallo sviluppo della popolazione avremo informazioni sullo sviluppo economico di quel paese. Es il Messico,1 paese non di prima industrializzazione, non un paese avanzato ma un paese che sta nella seconda fascia, e che si caratterizza x la classica forma a piramide, cio la > parte della popolazione giovane, dunque un paese che si presenta con questa forma un paese che si sta sviluppando, che non ancora maturo dal punto di vista economico, che ha una grande risorsa di capitale umano quindi di lavoro, e che andr incontro molto probabilmente a delle difficolt nel prossimo futuro perch cmq dovr creare una struttura,1 sistema economico che riesca a dare del lavoro a molte persone, spt sistema economico che riesca nel futuro successivo a garantire un sostentamento per le persone che usciranno dal mondo del lavoro. Es opposto il caso italiano: in questo caso si parla di piramide rovesciata, cio non vi sono nascite, la popolazione tende ad invecchiare. il caso tipico di paesi industrializzati dove non c' ricambio generazionale. Quindi non c' ricambio nel mercato del lavoro e c' il problema delle pensioni. Queste sono piramidi che c'informano su come la popolazione preme sul territorio e come influisce su sistema economico e come lo condiziona. Gli Stati Uniti sono in una situazione a loro volta dal caso messicano e da quello italiano perch una struttura che assomiglia ad una figura regolare che ci permette di capire che c' un ricambio generazionale continuo. Le persone che arrivano sulla soglia della pensione sono come peso percentuale simile a quelli che entrano nel mondo del lavoro e cmq la parte futura di adolescenti e bambini hanno una presenza percentuale importante il che fa pensare che vi sia un ricambio continuo e regolare. Il sistema economico beneficer di tale situazione. l'importanza della piramide di et che fa vedere in maniera visuale dati come classi di et, come si distingue sul peso totale della popolazione la percentuale di uomini e donne, Quali altri indici possiamo costruire per avere ulteriori informazioni in merito alla popolazione come risorsa? i vari indici che si costruiscono, fondamentalmente sono dei rapporti fra uno o + determinati classi della popolazione totale. Indici della popolazione ( x 100) Indice di dipendenza demografica: prevede la popolazione >di 65 anni e < ai 14 anni.: cio qual la percentuale di popolazione che fondamentalmente non produce reddito. Questo dato xes potr variare a seconda dei paesi considerati: Il rapporto pu indicare la percentuale di popolazione attiva se al denominatore si considera come totale la popolazione compresa tra i 15 e i 65 anni. Indice di giovent della popolazione: Ig = [ Popolazione 0 29 anni ]/ popolazione totale Indice di invecchiamento della popolazione:Iv = [ Popolazione > 75 anni ]/ popolazione totale

Altri indici della popolazione: altri indici che ci interessano in merito allo sviluppo economico di un territorio. La prima differenza che si fa : Popolazione Presente: il numero di persone presenti nel momento stesso della rilevazione censitoria. Popolazione Residente: tale perch iscritta agli uffici anagrafici comunali o per lo status ricoperto (es. Firenze popolazione residente < popolazione presente). =Popolazione Totale (Pt = Pto + Sn)

La popolazione totale al tempo t data dalla somma delle popolazioni al tempo zero pi il saldo naturale dove: Saldo Naturale Sn = N M: il saldo fondamentalmente una differenza tra i nati e deceduti in un anno Tasso Natalit Tn = [N/P] x (100) Tasso Mortalit Tm = [M/P] x (100) vengono utilizzati nei modelli di rappresentazione della evoluzione della popolazione Se consideriamo il sistema territoriale di riferimento (es. regione Toscana) un sistema aperto, allora per sapere effettivamente quan la popolazione presente su un determinato territorio in un dato momento dobbiamo includere anche i cosiddetti flussi il fattore mobilit o saldo migratorio. Saldo Migratorio Sm = I C [Iscritti Cancellati]

Quindi la popolazione totale al tempo t (un determinato tempo di rilevazione statistica) sar data da: Pt = Pto + [Sn +/- Sm] popolazione iniziale + saldo naturale+ saldo migratorio

Questi tre indicatori ci permettono di costruire il primo modello:

MODELLO DI TRANSIZIONE DEMOGRAFICA (MTD):


Permette di vedere l'evoluzione nel tempo di una popolazione su un territorio in base alla popolazione data totale e alla variabilit del tasso di natalit e mortalit Riguarda landamento della popolazione nel tempo e assume come variabili rilevanti il livello della popolazione ed i tassi di mortalit e natalit. Ogni paese attraversa le 4 fasi della MTD: 1 fase: crescita stazionaria verso il basso E il caso dei paesi poveri. Si caratterizza x alti tassi di natalit associati ad alti tassi di mortalit. Basso popolamento e bassa speranza di vita attesa alla nascita. Condizioni economiche e sanitarie basse. 2 fase: crescita accelerata (quasi esponenziale) poi rallentata : corrisponde ad uno sviluppo economico e sanitario dei paesi Pvs. Il tasso di mortalit comincia a scendere e la speranza di vita aumenta. 3 fase: crescita attenuata Paese sviluppato: benessere economico diffuso che abbassa il tasso di natalit, cui corrispondono alti livelli di reddito pro capite. 4 fase: crescita stazionaria su livelli pi elevati Paesi ricchi: tasso natalit e mortalit basso (ma il tasso di natalit molto pi variabile perch dipende dalla congiuntura), popolazione costante. Movimenti migratori Le migrazioni si distinguono in lungo (internazionali) e breve raggio (interne, interregionali e intraregionali). In Italia si sono avuti diversi flussi migratori: 1911, emigrazioni di lungo raggio (in parte bloccate nel periodo fascista con leggi appropriate); 1951 emigrazioni interne con 2 traiettorie principali: SN e campagna/montagnacitt; oggi la situazione si capovolta: immigrazioni di lungo raggio dai paesi poveri; emigrazioni interne dalla citt alla campagna o da citt a citt. Questi movimenti producono cambiamenti definitivi di residenza e impoverimento delle zone abbandonate.;inoltre ci dicono quali sono i centri pi avanzati dal punto di vista di un determinato settore, come cambiano le abitudini della popolazione ma dicono anche x es che la popolazione tende ad aggregarsi in agglomerati urbani pi o meno grandi. Alcune definizioni che riguardano movimenti migratori: Catene di migrazione: traiettorie, a lungo e breve raggio, seguite dalla popolazione negli spostamenti, si tende ad andare dove vi sono punti di contatto che formano gruppi coesi.sono molto importanti per per vedere quali sono i paesi che popolano i loro flussi migratori in altre regioni pi avanzate. Vettori di migrazione: punti di appoggio strutturati.molto probabilmente la popolazione segue quella direzione perch sa che al termine del proprio viaggio trover un'accoglienza pi o meno organizzata. Quindi magari gi una comunit che gli permetter di organizzarsi. Pendolarismo: spostamento temporaneo tra luogo di residenza e lavoro. Un tempo fase iniziale della migrazione, oggi un fenomeno autonomo sviluppatosi grazie alla migliore accessibilit e strutturazione delle reti di comunicazione. Le dinamiche di sviluppo della popolazione presentano due dimensioni importanti: 1) 2) Aggiustamento dei tassi di natalit e mortalit in relazione allo sviluppo economico (take off); Movimenti della popolazione, crescita economica e urbanizzazione: Paesi ricchi: aumento pendolarismo, crescita urbana frenata, facilit di accesso/comunicazione, forte regolamentazione; Pvs: forte crescita urbana e polarizzazione, bassa regolamentazione, difficolt di accesso/comunicazione, distribuzione ineguale del reddito (elites cittadine, bidon villes).

LA GLOBALIZZAZIONE
Varie definizioni: In senso generale, globalizzazione significa legare le sorti di ogni soggetto (individuo, organizzazione, comunit) con quelle di altri soggetti. Zygmunt Bauman la globalizzazione la svalutazione dellordine in quanto tale tesi fondamentale: la globalizzazione la sovversione dei territori per opera dello spazio mercantile; il singolo individuo spettatore passivo delle veloci e profonde trasformazioni a scala planetaria; la globalizzazione divide, non unisce: the haves vs the have nots; la globalizzazione crea un mondo omogeneo.

Anthony Giddes La globalizzazione lintensificazione delle relazioni sociali su scala mondiale t.c. ci accade a livello locale dipende da ci che accade a livello globale (E. Lorenz). Thomas Friendman (NYT) La globalizzazione linesorabile integrazione di mercati, stati nazione e tecnologie a livello mai prima raggiunto, con la conseguenza di permettere a individui, imprese, stati di estendere la propria azione in giro per il mondo pi velocemente, pi profondamente e a minor costo possibile. La dimensione economica della globalizzazione Leconomia diventa globale quando le sue attivit fondamentali raggiungono un grado dintegrazione elevato dal punto di vista temporale e geografico (Bonaglia, Goldstein). Per gli storici economici quantitativi (Maddison, Williamson): Il commercio internazionale uno dei vettori storici della globalizzazione. Per capire se allaumento degli scambi corrisponde una maggiore integrazione tra paesi bisogna guardare 1 ondata della globalizzazione (1800 1913): - aumento del volume degli scambi; - composizione degli scambi; - effetto sui prezzi. Storicamente: 1. i volumi di commercio internazionale si sono moltiplicati per 20 tra il 1800 e 1913, mentre il PIL raddoppiato; 2. a livello globale, il grado medio di apertura [rapporto CE (E+Z)/PIL] passato dal 2% (1800) al 22% (1913). 1 interruzione: crisi finanziaria del 1929, due guerre mondiali. 2 ondata della globalizzazione (1945 oggi): significativo recupero degli scambi, con il CE che cresce ad un tasso pari al 6% annuo (pi del doppio rispetto alla crescita del reddito): - i volumi del CE di beni si moltiplicano per 20 e lincidenza del PIL per 3 nellarco di 50 anni; - i dazi doganali medi scendono a livelli bassi; - il costo del trasporto si riduce. cmq, lintegrazione tra i mercati limitata da residue barriere tariffarie, non monetarie, costi legati a utilizzo di differenti valute, incertezza sui corsi monetari. Composizione:

aumentato il peso degli scambi intraindustriali; determinati dei nuovi scambi: a livello generale, livello sviluppo economico, dimensione del mercato, prossimit geografica, integrazione e barriere al commercio; a livello di settore: differenziazione di prodotti, economie di scala, struttura del mercato, ciclo di vita del prodotto, ruolo delle imprese multinazionali; nel periodo 1980 1994, la quota di commercio intraindustriali in UE passata dal 53% a pi del 63%; processing trade cinese: importazione di input intermedi cresciuto tra il 1988 98 da 12,4 a 97,2 miliardi di $. Investimenti: aumento di IDE

Soggetti: le nuove multinazionali (organizzazione) + PMI originarie di paesi che hanno accolto gli investimenti esteri. Norme di liberalizzazione: politiche di stabilit macroeconomia + politica e di privatizzazione + accordi di commercializzazione bilaterali e multilaterali; Popolazione: nuovi flussi migratori.

ANALISI DELLA GLOBALIZZAZIONE La globalizzazione include 2 fasi successive di integrazione del mondo: linternazionalizzazione e la mondializzazione. Mondializzazione : epoca moderna, scambi di idee e pensieri. progressiva stesura di una trama di interconnessioni e legami attorno al pianeta) diventa tale e il mondo assume la dimensione che oggi conosciamo. Internazionalizzazione: epoca contemporanea, scambi tra stati sovrani. Globalizzazione: tendenza della riduzione ad unit del mondo. Tutte e tre le fasi sono aspetti del medesimo processo. 1. Vettori storici della Globalizzazione: commerci e comunicazioni. Commerci: doppio movimento di espansione a) spaziale; b) produttivo: moltiplicazione delle merci scambiate complessificazione della rete dei commerci (merci ricche e rare). Storicamente il commercio si colloca in un grafico di flusso: da spazio A a spazio B: Tubo del processo produttivo (m.p. raccolta/trasformazione/distribuzione prodotto finito). Problema: S1 fruiva dal basso VA (valore aggiunto) basso arricchimento, scarso reddito distribuito. Le fasi importanti erano in spazi industriali, S2. Comunicazioni: - dipendono dallo sviluppo tecnologico; - duplice effetto: aumento del risparmio (- costose) e della massa (espansione); - trasporti: il trend dei CT di Ip decrescente; - comunicazioni telematiche: il costo distanza tende a 0 (costo in termini monetari, sicurezza, velocit) riscontro nellorganizzazione, post fordista della produzione. 2. Aspetti della Globalizzazione:

Informazione: sviluppo reti di comunicazione; diversi tipi di informazione: reciproci, interattivit, strategica, povera; Tecnologie: dalla fase di espansione dei trasporti alla smaterializzazione delle reti e conseguente sviluppo dellespansione in rete senza frizioni collegate alla distanza. Le macchine diventano pi leggere e flessibili; Organizzazione della produzione: dalla grande fabbrica allimpresa rete e al decentramento produttivo; Consumi: imitazione + resistenza ad omologazione, la spinta al consumo avviene per imitazione ma il globale tiene conto dei gusti locali.

3. Effetti della Globalizzazione:

Cambiamento: cambiamenti legati a tecnologia (no resistenza). Contro il cambiamento vi sono resistenze politiche, territoriali, di valori; Omologazione: perdita di diversit. Aspetto negativo del cambiamento la complessit riduce i rischi, d maggiori opportunit; (Nuova) Differenziazione: controbilancia lomologazione. Nuova divisione del lavoro, pi flessibilit; Crescita e dominazione: commercio internazionale, vantaggi comparati (Ricardo*), per dominare i diversi territori basta avere una posizione centrale nella rete.

Si tratta della circostanza che nasce dallintegrazione tra due o pi mercati nazionali. Condividere gli scambi ad una scala pi larga offre, a coloro che meglio conoscono alcune tecnologie, di catturare la riduzione dei costi unitari che si accompagna alla dilatazione della produzione: chiamata, appunto, economia di scala.
Se il Portogallo, producendo larghe quantit di vino ottiene una migliore combinazione tra qualit e prodotto dello stesso, si specializzer nellindustria vinicola, mentre la Gran Bretagna, che conosce assai meglio la tecnologia della tessitura, diventer il centro dellindustria tessile. Scambiando vino con tessuti guadagnano entrambe le nazioni, perch, a condizione che il commercio internazionale non sia condizionato da posizioni dominanti e barriere che alterano la dimensione relativa dei prezzi, i redditi derivanti dalla efficiente produzione di vino potranno alimentare gli acquisti di prodotti tessili, e viceversa.

4. Luoghi della Globalizzazione: - territori;

regioni.

il cambiamento globale si sostanza in: - demografico; - politico; - culturale;

economico; tecnologico.

La geografia economica sottolinea i vari aspetti del cambiamento e le diverse strutture sottoposte ai diversi vettori ed effetti. Fordismo: Taylorismo + economie di scala. Fabbricazione prodotti di massa, vicinanza dei tre processi del tubo della stessa fabbrica. Ford realizza lidea di divisione organizzata del lavoro, concentrando in unarea una grande fabbrica con produzione di massa, standardizzata.
La produzione fordista era caratterizzata dalla produzione di merci conseguente alla trasformazione di materie prime, merci standardizzate destinate allobsolescenza, prodotte e commercializzate secondo una strategia di economia di scala ( il magazzino) a carattere nazionale e polarizzata sul territorio (la fabbrica che imprime il marchio al territorio). Questa forma di produzione si fondava su una cultura della crescita illimitata da una parte, e sul dualismo tra fabbrica e atto produttivo, un dualismo che fondava le forme del conflitto e dellidentita sociale affermando allo stesso tempo il primato della razionalita tecnica su ogni sfera del sociale. Nel Fordismo-Taylorismo il lavoro e i suoi prodotti erano organizzati in tre fasi distinte e separate: - la Progettazione (forma intellettuale del lavoro) - lEsecuzione (il lavoro delloperaio massa) - la Commercializzazione (il lavoro deglil impiegati come soggetti disciplinati) Queste forme di organizzazione della produzione erano caratterizzate da: - forte separazione fra gli aspetti ideativi ed esecutivi del lavoro - stretta dipendenza dalla macchina - precisa dipendenza del lavoro dallorganizzazione disciplinare In sintesi potremmo dire che il Fordismo-taylorismo erano caratterizzati da una enorme rigidita di compiti e funzioni che si rifletteva nei prodotti e nella loro distribuzione. Come pure nellorganizzazione della forza lavoro e nelle identita sociali che esso generava.

Post fordismo: processo di riorganizzazione della produzione industriale. Il fordismo entra in crisi a causa: economie di scala, standardizzazione, controllo relazioni industriali sulle catene di montaggio, economie estere. Inizia un processo di decentramento produttivo, aumenta il numero delle unit locali produttive. Il decentramento territoriale il risvolto naturale del decentramento produttivo.
si caratterizza per un tipo di produzione basata zpt sulla produzione di servizi e la trasformazione della conoscenza e dei saperi, per realizzare merci personalizzate ad alto tasso di specializzazione e decadimento temporale e distribuiti in tempo reale. Un tipo di produzione a carattere transnazionale che si fonda sulla cultura del limite in uno scenario dove e il primato delle reti di relazione ad affermarsi come fattore produttivo (al contrario del gigantismo della fabbrica e del precedente rapporto lineare fra sviluppo e crescita) e in cui le qualita del territorio sono messe direttamente in produzione. Il Postfordismo riunisce quelle dimensioni separate e le trasforma, presentandosi come paradigma della flessibilita in netta opposizione alla rigidita fordista. Questa flessibilita (*) e lelemento qualitativo che caratterizza le tecnologie linguistiche che sono e il presupposto dellautomazione spinta e della valorizzazione dei flussi di sapere incorporati nei servizi relazionali, personalizzati e real time tipici della produzione postfordista.Quando infatti alla fine degli anni 80 si affermano le nuove tecnologie linguistiche esse portano con se una ineguagliata flessibilita tecnica centrata sullaffermazione del linguaggio come strumento produttivo con il boom dellinformatica e delle telecomunicazioni e determinano una serie di cambiamenti - Differenziazione nella produzione - Personalizzazione dei prodotti In esso vivono molteplici paradigmi organizzativi che coesistono: - Impresa a rete - Distretti Industriali Le tecnologie portano allaffermarsi di: Una formazione alta Una comprensione elevata dei processi produttivi Lindividualizzazione dei rapporti di lavoro e la contrattazione individuale. Il passaggio dalla cooperazione semplice alla cooperazione complessa mediata dalle macchine relazionali - Diffusione territoriale della fabbrica - Messa in produzione del terrritorio - Decentramento della Fabbrica - Esternalizzazione delle funzioni

GLOBALIZZAZIONE Premessa:
1) rapporto regione/sviluppo;

2)

modo di leggere le differenziazioni geografiche nelle misure e qualit dello sviluppo.

Il vedere la regione come oggetto di analisi comporta una differenza fondamentale nel modo di leggere lo sviluppo:

nel 1 caso lo sviluppo un fenomeno intrinsicamente squilibrato; nel 2 caso un processo globale e complesso le cui differenziazioni territoriali sono un accidente storico geografico.

Dal contesto di ogni analisi riceviamo la scala della regione: gli studiosi dello sviluppo squilibrato o sottosviluppato (anni 50) ragionavano in termini di due regioni: Nord e Sud del mondo.

Della teoria della Globalizzazione si comincia a parlare negli anni 80 anche se il processo plurisecolare (Columbus Day). (dall Evo Medio all Evo Moderno. Cristoforo Colombo,. (scoperta del continente americano), = incremento della dimensione geometrica del mondo conosciuto, con effetti di ordine fisico, e ordine qualitativo, influendo, nel lungo termine, sulla sfera economica, politica e sociale di tutti gli esseri umani del pianeta.) Un tempo Colonizzazione/Modernizzazione: diffusione della cultura egemone, cristiano occidentale, portando elementi di evoluzione positiva, di sviluppo inteso come civilt. * Reynaud introduce il concetto di classe socio spaziale come oggetto dellanalisi sinonimo di regione. nozione
di classe socio spaziale: un gruppo sociale che vive in uno spazio e che si autodefinisce in rapporto agli altri gruppi vicini in termini di interiorit identit e superiorit. rappresentare nell'ambito dei sistemi locali i rapporti tra il centro (l'elemento centrale) e la periferia (i comuni limitrofi). quando si dispone del quadro delle variazioni locali

Per comprendere i rapporti C P bisogna guardare alle relazioni tra classi sociali spaziali differenti. nella misura in cui esistono diseguaglianze socio spaziali ed una coscienza di classe facilita la loro percezione, facile che sorgano conflitti. I contenuti delle relazioni sono flussi di:

persone (tendenzialmente C P); merci (P C, VA < media; C P, VA > media); capitali (I, C P; S, P C); informazioni.

Quindi i rapporti C P si sostanziano in flussi da C a P. Flussi non sempre immediatamente leggibili. Oggi il modello C P stato oscurato dal modello Globale locale. Il passaggio dal modello C/P G/L ha delle implicazioni: aumenta la transcalarit: determinati fenomeni che appaiono intellegibili ad una determinata scala sono influenzati e o generano i loro effetti a scale diverse. quindi azioni comprensibili solo prendendo in considerazione sincronicamente scale da quella strettamente legata al luogo. utilizzo di strumenti (concettuali ed analitici) in grado di considerare congiuntamente diverse scale geografiche e di analizzarne i rapporti fra esse. Es. di strumento transcalare costituito dalla descrizione e interpretazione degli spazi attraverso lo schema concettuale centro periferia, oppure di quello della rete, inteso come insieme di nodi di varia natura (a seconda della scala geografica considerata) legati da fasci di relazioni di varia natura. a) - il locale una parte del globale, non qualcosa di esterno; - G e L stanno nello stesso spazio e hanno delle dimensioni molteplici; - aumenta la convergenza spazio temporale. b) dalle teorie dello sviluppo squilibrato si passa alla teoria della complessit: - teoria transdisciplinare, informa tutte le discipline; - complessit come ricchezza; - il sistema complesso multi variabile/funzionale; - il modello complesso anche complicato;

Siccome la Regione intesa come: insieme di elementi (regione omogenea) uniti da relazioni (regione funzionale), e caratterizzata da dinamiche (regione sistemica).

PARADIGMA LOCALE GLOBALE Globale: - compressione spazio temporale; - tempi economici pi brevi; - cambia il concetto di distanza; - mondo informatizzato che velocizza e facilita gli scambi, specialmente informazioni; - minore peso statistico della classe operaia.

C stato un mutamento nei fenomeni della globalizzazione? Si. Origini: Ci sono varie scuole di pensiero relative alle origini della globalizzazione:

per alcuni un periodo di rottura, discontinuit;

per altri un fenomeno continuo.

La progressiva interdipendenza del sistema mondo proviene da lontano. Noi la trattiamo dal punto di vista discontinuit. Si individuano 3 fasi e si guarda alle forme di organizzazione delleconomia o capitalismo. Anteriore al 1700: lorganizzazione del mercato indipendente dalle forme organizzative della politica e dellamministrazione; i mercanti si organizzano indipendentemente dalle forme nazionali dello Stato; gli attori internazionali sono le citt o le leghe di citt.

1700 1950: - i mercanti si organizzano come strutture nazionali di concorrenza; - leconomia internazionale un sistema di mercati nazionali; - la dimensione interna diviene rilevante. Posteriore al 1950: - prende valore lelemento transnazionale e leconomia si organizza facendo riferimento al mercato globale; - forte elemento di discontinuit. Tre parti: - 1750 1850: capitalismo competitivo;(esposto alla legge della concorrenza) - 1850 1950: capitalismo organizzato; - 1950 oggi: capitalismo non organizzato. [La differenza nella forma organizzativa del mercato] Capitalismo competitivo: - libera impresa; - laissez faire in economia; - mercati con competizione tra piccole imprese familiari; - basso intervento/controllo dello Stato; - dinamismo del sistema basato su redditivit agricoltura, manifattura e macchinofattura; - fine della prima fase climaterica. Capitalismo organizzato: - paesi del C prosperi grazie a sfruttamento m.p. e nuovi mercati; - aumenta dimensione imprese profittevoli del C, migliore organizzazione delle imprese; - aumenta il commercio regionale e nazionale; - cresce il ruolo dello Stato si cominciano a regolamentare i mercati del lavoro e la vita economica; - cambia cos la natura dellimpresa capitalistica; - primi decenni XX secolo, fordismo: nuovo processo di lavoro base del dinamismo del sistema; - caratteri fordismo: produzione in serie, catena di montaggio, management scientifico (Taylorismo*), consumo di massa, aumento retribuzioni, tecniche pubblicitarie.
Taylorismo: Frederick W. Taylor studio e introduzione di un metodo x migliorare e razionalizzare lorganizzazione del lavoro. Questo metodo, che prese il nome di taylorismo, si basa sui seguenti presupposti: lavoro studiato scientificamente x determinare il metodo (fasi, processi, procedure) migliore x eseguirlo in modo efficiente; il metodo migliore viene tempificato, ovvero stabilito un tempo standard xeseguirne le varie fasi; gli operai vengono addestrati a svolgere il lavoro secondo il metodo standard; Il lavoro viene programmato, organizzato e controllato in riferimento al tempo e al metodo standard. In sintesi il lavoro nella fabbrica taylorista aveva le seguenti caratteristiche: organizzazione centralizzata lavoro decisionale (direzione) separato da lavoro esecutivo (operai) parcellizzazione del lavoro in operazioni elementari incentivazione monetaria al lavoratore (che ha perso autonomia e professionalit) Taylorismo e fordismo portano a compimento la standardizzazione della fabbrica, che in questa fase completamente progettata a partire dal sistema della macchine.

La natura organizzata del capitalismo fa riferimento alle relazioni tra economia e mercato: - rapporto Governo Capitale: organizzazione dei rapporti di cooperazione;

rapporto Governo Lavoro: importanza dello Stato Sociale; rapporto Lavoro Capitale: cooperazione al fine dello sviluppo economico.

Capitalismo non organizzato (capitalismo industriale avanzato):

dopo 2 GM; dalla produzione industriale ai servizi, per lo pi sofisticati; cambiano le strutture occupazionali, diminuzione di posti di lavoro nellindustria; crescente globalizzazione economica imprese transnazionali destabilizzano i rapporti tra imprese, lavoro e governo; saturazione dei mercati crisi fordismo; molte imprese trovano profitto in nicchie di mercato specializzate; specializzazione maggiore flessibilit organizzativa e produttiva. QUADRO TEORICO DELLE DINAMICHE GEOGRAFICHE

immediato dopoguerra: modelli statici, crescita economica data e costante; dagli anni 60: scende fiducia in crescita economica, modelli dinamici; momento storico importante: aumento dei prezzi greggio (1973); si comincia a guardare allo sviluppo e alla evoluzione economica delle prospettive storico globali; le teorie cicliche dello sviluppo economico ottennero unattenzione crescente; spt si dette > importanza alla relazione tra i problemi della localizzazione e struttura geografica e le dinamiche delleconomia mondiale; gli anni 60 segnarono limportanza di questa nuova economia mondiale sempre pi indipendente; x alcuni dunque la globalizzazione delleconomia comincia nel secondo dopoguerra; per altri il periodo di inizio della globalizzazione comincia nel XVI secolo con il picco degli ultimi anni del XX secolo; in tutti questi anni, leconomia mondiale sempre pi divenuta integrata, vasta e caratterizzata da attivit e processi economici sempre nuovi.

Leconomia mondiale: Lo sviluppo e la struttura delleconomia mondiale sono stati spiegati attraverso differenti teorie:

la teorie dellonda lunga: focalizzazione su cicli di innovazione tecnologica e sui loro effetti economici; le teorie del sistema mondiale: progressiva incorporazione a partire dal XVI secolo in una economia europea, caratterizzata da una rapporto C P; le teorie della regolamentazione. EVOLUZIONE ECONOMICA E PAESAGGI ECONOMICI

Idea di organizzazione economica = concetto di modo di produzione (max astrattezza): il modo in cui le societ organizzano le loro attivit produttive e riproducono la loro vita sociale ed economica. Nella storia si riconoscono 5 principali modi di produzione: sussistenza, schiavistico, feudale, capitalistico e socialista. Ognuno pu essere suddiviso ulteriormente: es. capitalismo mercantile (mercantilismo), capitalismo industriale (competitivo), capitalismo avanzato. I modi di produzione si distinguono tra loro in base alle: - differenze nei rapporti tra i fattori produttivi: terra, lavoro, capitale, risorse, impresa, informazione; forze della produzione: tecnologia, macchinari, mezzi di trasporto; strutture sociali: diverse proporzioni di classi sociali. Ai fini dellevoluzione dello spazio geografico, tutto ci importante perch spiega la logica economica dei differenti modi di produzione che sta alla base delle diverse organizzazioni territoriali. In generale:

esistono forme di organizzazione spaziale associabili a modi di produzione particolari; e non esiste una sequenza data di passaggio da un modo di produzione a un altro; poich la logica del capitalismo richiede mercati in continua espansione; leconomia mondiale si caratterizza per diversificazioni regionali;

la regionali si sono sviluppate dove contesti sociali, politici, culturali hanno influenzato le modalit di reazione dei popoli ai modi di produzione; quindi ciascun paesaggio economico deve essere interpretato come il prodotto delle combinazioni di forze economiche generali che interagiscono con fattori sociali, culturali, politici e fisici che agiscono localmente.

FLUTTUAZIONI ECONOMICHE CICLICHE E TRASFORMAZIONI DELLO SPAZIO GEOGRAFICO: Leconomia mondiale contemporanea stata forgiata dal modo di produzione capitalistico. Allinterno delle dinamiche del capitalismo, c stata una serie di differenti tipi di fluttuazioni cicliche, con ampiezze ed effetti sulla geografia economica. Tra questi tipi si ricordano: i cicli i cicli i cicli i cicli

logistici; climaterici; di Kondratiev; di Kuznets.

I) Cicli logistici, Cameron (1973): - 150 300 anni;

forma della curva logistica, con una fase di espansione e una di stagnazione; secondo tali cicli, noi siamo nel terzo (1: 1100 1450; 2: 1450 1750; 3: 1750 oggi);

II) Cicli climaterici: 1 periodo, 1870 1970, suddivisibile in diversi sottoperiodi; 1870 1900: declino GB, ascesa di USA, GE, FR, RU; motivi del declino (Beenstock, 1983): crescita industriale della P deindustrializzazione del centro riduzione dei profitti dellindustria < remunerazione dei capitali riduzione degli investimenti nel C e aumento della P nel C si ha una disoccupazione di sfasatura e un rallentamento della crescita economica; motivi del declino (Lewis, 1978): sindacalizzazione rigidit mercato lavoro snobbismo della borghesia mancanza di istruzione tecnologica e professionale; 2 periodo, dal 1970: OCSE il C (in fase deindustrializzazione) + Ncs (industrializzazione periferica). III) Cicli di Kondratiev: sono cicli regolari . Lunghi da 50 a 60 anni, consistono alternativamente in periodi di crescita veloce e specializzata e periodi crescita lenta. Cause scatenanti di tali cicli sono state identificate spt nelle innovazioni, negli investimenti capitalistici, nelle guerre e nelle crisi capitalistiche. Inoltre, secondo una teoria innovativa, queste onde si basano sulle piccole invenzioni ed innovazioni che scatenano rivoluzioni tecnologiche, con l'ovvia conseguenza che l'impresa che dispone di queste invenzioni ed innovazioni diventa un'impresa trainante, mentre l'impresa che, non disponendone, pu solo adeguarsi ai cambiamenti del mercato, viene definita impresa trainata.

serie di fluttuazioni del tasso complessivo dellevoluzione dei prezzi; 50 55; caratterizzati da: lento aumento dei prezzi (20 anni), seguito da rapida spirale inflazionistica picco quindi discesa dei prezzi a valle; ciascun ciclo corrisponde allo sviluppo e allo sfruttamento di un sistema tecnologico specifico: sfruttamento iniziale nuove tecnologie fase inflazionistica; maturazione del sistema tecnologico fase deflazionistica; sistema tecnologico: combinazione di fonti energetiche, tecnologiche di trasporto, principali industrie dominanti. 5 sistemi tecnologici: meccanizzazione iniziale; macchine a vapore; motore a scoppio; energia nucleare; societ della comunicazione.

IV) Cicli di Kuznets: - cicli economici caratteristici delle dinamiche delle economie di libero mercato; - 30 anni; - variazioni regolari del tasso di crescita economica (PNL); - fase di espansione, 11 15 anni (aumento D aumento P/D); - eccesso capacit produttive e scorte (tasso crescita domanda sovrastimato) collasso (caduta profitti, riduzione di asset, pessimismo e riduzione I).

V) Berry (1991) ha messo in luce il rapporto tra cicli di Kondratiev e Kuznets: - ogni ciclo di Kondratiev contiene due cicli di Kuznets; crescita economica tipo A: a) b) ciclo Kuznets del dopo depressione: leconomia esce dal periodo di recessione e caduta dei prezzi; i prezzi continuano a salire in fase di collasso stagflazione: stagnazione economica + inflazione punto di crisi nello sviluppo economico (es. crac bancari).

crescita economica tipo B: segue la precedente e si caratterizza per espansione economica in condizioni di deflazione dei prezzi: esempi di crescita economica tipo B: i ruggenti anni 20 (anni 20), gli swinging sixties (anni 60), era reaganiana (anni 80); esempi declino economico tipo B: hungry fortis (anni 40), la grande depressione (1929 1934), la recessione dei primi 90.

Questi episodi sono definiti come crisi di sovraccumulazione: presenza contemporanea. Nella Storia del capitalismo le forme maggiori della vita politica ed economica sono:

leconomia nazionale; lo Stato sovrano.

[Forte relazione organica tra le due forme/condizione ovvia e necessaria dellintegrazione sociale.] Conseguenza: il sistema internazionale stato interpretato come un terreno concorrenziale disordinato, un sistema olistico di interazione tra fenomeni di numero chiuso. Oggi il concetto di economia nazionale sottoposto a pressione; Oggi necessaria una riconcettualizzazione della geografia economica e politica del mondo che spieghi il divario sempre pi ampio tra lo stato sovrano, quale unit territoriale definita e le realt dei sistemi economici moderni; Ne segue un polimorfismo geografico dellordine economico che provoca una trasformazione corrispondente e riflessiva dellordine politico, tale che la sovranit comincia a disintegrarsi in corrispondenza dei punti di contatto significativi con lordine economico; Il controllo politico e i regolamentazione si sgancia per essere amministrato da altri soggetti di azione e decisione collettiva.

Con i nuovi soggetti si assiste a una nuova gerarchia spaziale di relazioni economiche e politiche distinta su quattro livelli gerarchici:

globale: di attivit economiche abbastanza variegate materializzate rapidamente, plurinazionale: gruppo di blocchi multinazionali; regionale.

Le regioni nellEconomia Mondiale:

nazionale: stato sovrano, processo di erosione; regionale: emergente come articolazione della vita politica moderna.

Il fordismo: il livello massimo del capitalismo nazionale, 1920 60. Sistema fordista della produzione: la produzione di massa La crescita industriale della produzione di massa dovuta a:

grandi economie scala interne; perfezionamento delle tecnologie di produzione + catena di montaggio.

In questi anni la produzione di massa diventa la base per lo sviluppo della grande impresa multidivisionale. Settori coinvolti: auto, acciaio, meccanico, raffinazione petrolio, alimentare, elettrodomestico. Poli di crescita, formati da:

uno stabilimento guida; in un settore tecnologicamente avanzato e allavanguardia; + un insieme di imprese e settori di assemblaggio a monte della catena produttiva agglomerazione di imprese e lavoratori; presenza dei poli nei grandi centri urbani manifatturieri; citt centri dominanti dello sviluppo economico nazionale, specialmente nelle regioni gi affermatesi nei secoli precedenti.

Sistema fordista delle relazioni del lavoro Le relazioni del lavoro sono una condizione sociale critica per il successo economico. Divisione dicotomica della forza lavoro in:

blue collars: non/semi qualificati, lavoro di routine, divisione tecnica del lavoro alla catena di montaggio; white collars: management, lavoro specializzato, responsabilit di una pi efficace organizzazione produttiva e dei miglioramenti dei processi produttivi.

Sistema fordista e intervento pubblico Poich la produzione fordista soggetta a recessioni cicliche (29)

necessit intervento pubblico:

anni 30, New Deal Roosvelt; anni 50 60, politiche keynesiane, con le quali i governi nazionali garantivano le condizioni macroeconomiche e le garanzie sociali necessarie alla crescita.

Negli anni 50 60 queste politiche hanno permesso al sistema di evitare crisi cicliche e di porre le basi per lo sviluppo successivo. I FLUSSI COMMERCIALI E FINANZIARI Il processo di globalizzazione delleconomia si fonda su due pilastri: 1. 2. commercio internazionale; linterdipendenza commerciale. 1.Il commercio internazionale Lanalisi dei rapporti economici tra sistemi economici diversi si fa solitamente riferimento a sistemi economici nazionali (Stati nazionali). I rapporti economici internazionali possono essere classificati in vario modo: il criterio pi seguito fa riferimento alla bilancia dei pagamenti (BP), definita come una registrazione contabile dei flussi di denaro in entrata e in uscita dal p.v. di uno Stato nazionale (es. afflussi/deflussi denaro Italia). La bilancia dei pagamenti pu essere suddivisa: saldo della bilancia commerciale (BC): valore della differenza tra esportazioni e importazioni (flussi di denaro in entrata/uscita a fronte vendita/acquisto merci).

Il ruolo delle imprese multinazionali nel commercio estero Ai fini del commercio internazionale assumono un ruolo rilevante le imprese multinazionali: imprese e gruppi di imprese che svolgono attivit contemporaneamente in pi paesi. Gli aspetti principali del modo di operare delle imprese multinazionali riguardano:

la pianificazione dello sviluppo (allocazione I tra i vari paesi); fix dei prezzi; controllo dei flux finanziari.

La pianificazione dello sviluppo: funzione centrale, sono decisioni relative ai mercati cui operare che determinano redditivit/dimensione di impresa ne l.p.; la strategia generale del gruppo domina sulle decisioni di I dipendono da vari fattori: a) b) prospettive di sviluppo del mercato nazionale in cui si colloca limpianto; esistenza di accordi/barriere doganali.

CICLO DEL PRODOTTO Lo sviluppo economico visto come un flux continuo di innovazioni tecnologiche. Queste innovazioni possono riguardare: a) b) c) miglioramento nella tecnica di produzione di un certo prodotto (riduzione dei costi); invenzione di un metodo di produzione nuovo; introduzione di nuovi prodotti.

Il ciclo o processo di multinalizzazione dellimpresa (espansione oltre i confini nazionali)


Innovazione tecnologica Progresso tecnico interno a ciclo produttivo invenzione/introduzione nuovo prodotto (poco diffuso/molto costoso) riduzione costi standardizzazione prodotto/processo comparsa nuovi produttori aumenta concorrenza aumenta diffusione spaziale fase della maturit export allinterno del paese originario decentramento produzione altri paesi meno industrializzati

Maggiore livello di standardizzazione

decentramento in pvs

Filoni marxisti: Gruppo di interpretazioni eterogeneo. In generale il soggetto impresa multinazionale visto come uno strumento dellimperialismo dei paesi sviluppati su quelli poveri, e di quelli industrializzati pi forti su quelli pi deboli. Per i paesi che accolgono le filiali delle multinazionali si hanno: vantaggi: acquisizione di tecnologia e capacit organizzative, aumento occupazione, aumento export, aumento concorrenza tra paesi; costi: rimesse dei profitti della filiale alla casa madre nel l.p. la voce rimesse > voce attiva di IDE. Se il paese piccolo il rischio di interferenze nella vita politica del paese ospite (diretta: aiuti finanziari organizzativi a gruppi politici; indiretta: influenza diplomatica/militare del paese di origine della multinazionale).

Per il paese di origine di una multinazionale, lapertura di una filiale estera pu significare una minore produzione interna, una minore occupazione, minori esportazioni (dipende e non accertato). 2.Linterdipendenza commerciale Fattori economici:

sviluppo economico mondiale; espansione delle imprese multinazionali, attraverso il decentramento produttivo Ndil e laumento degli IDE (aggirare le barriere doganali).

Fattori tecnologici:

sviluppo dei trasporti; sviluppo delle TLC aumento circolazione informazioni sviluppo delle borse merci internazionali.

Fattori politici Globalizzazione e regionalizzazione del commercio internazionale:

GATT (1947), poi WTO (1995): promozione degli scambi a scala mondiale secondo una logica liberoscambista; accordi commerciali regionali, con obiettivo di favorire gli scambi nellarea inclusa allaccordo.

Globalizzazione e regionalizzazione degli scambi due processi coincidenti e non contrastanti che caratterizzano lattuale sviluppo economico mondiale.

le organizzazioni regionali partecipano alle trattative in seno al WTO; lappartenenza alle aree di libero scambio e stimolo alla crescita delle esportazioni; le aree regionali pi potenti esercitano una forza di attrazione rispetto a paesi limitrofi (UE).

Limiti alla logica libero scambista del WTO:

la possibilit che le aree regionali mirano allautosufficienza e al protezionismo; barriere non tariffarie: strumenti che vincolano limportazione sono i requisiti che devono soddisfare (standard qualit, tecnici, sicurezza, etc.), spt in tema di rispetto dei diritti.

Gli accordi commerciali regionali si possono distinguere in 4 tipologie caratterizzate da un grado crescente di integrazione economica:

aree di libero scambio: abbattimento delle barriere tra i paesi membri (AFTA); unioni doganali: area di libero scambio + politica commerciale comune nei confronti dei paesi esterni; mercati comuni: + libera circolazione dei FP (K, L) (MERCOSUR); unioni economiche: + armonizzazione di ampie politiche economiche (UE).

La distribuzione geografica degli scambi il Sud del mondo nel commercio mondiale I paesi del Sud del mondo gestiscono il 30% dei commerci mondiali, dei quali i solo dai paesi dellAsia Orientale, dagli esportatori di petrolio, dal Brasile, Messico e India. Un centinaio di paesi (mondo sottosviluppato) rappresenta le aree marginali delleconomia globale. Uno dei limiti allo sviluppo di queste aree risiede nel fatto che tali paesi non riescono a costruire aree regionali di scambio, premessa necessaria alla crescita indipendente dallo scambio esclusivo con le aree ricche.

I RAPPORTI COMMERCIALI TRA NORD E SUD DEL MONDO Fino al XVIII secolo gli economisti seguono la teoria dei vantaggi assoluti: ogni paese importa quei beni che allestero hanno un costo di produzione minore. Limite: non tiene conto del fatto che il costo dei mezzi di produzione varia da paese in paese e che i mezzi di produzione sono espressi in moneta nazionale.

David Ricardo, Principi di economia politica (1817), Teoria dei costi comparati: ogni paese si specializza nella produzione di quei beni per i quali gode di un vantaggio relativo, anche se non assoluto, nel costo di produzione.

Infatti il commercio internazionale vantaggioso quando un paese ottiene una merce ad un costo minore di quella necessaria a produrle allinterno. Questo accade perch per ciascun paese, il costo della merce importata pari al costo di produzione delle merci che vengono in cambio esportate il valore delle merci export/import in base ai costi di produzione. SVILUPPO DEL CAPITALISMO INDUSTRIALE Linsieme dei fattori produttivi sociali, a differenza di quelli naturali, aumenta di qualit e quantit secondo un processo circolare cumulativo (Myrdal, 1956): i paesi che oggi hanno una dotazione maggiore di fps ne avranno ancora di pi un domani i paesi avanzati esercitano una forza di monopolio e attrazione rispetto a questi beni nello spazio globale. Ovvero un effetto benefico che, entro certi limiti, rilancia se stesso rafforzandosi. Tra i fattori della produzione diviene dunque sempre pi centrale limportanza relativa del capitale. Il processo circolare cumulativo spiega il perdurare dello scambio ineguale (teoria della dipendenza commerciale) tra paesi ricchi e paesi poveri:

i paesi ricchi acquistano merci dai pvs ad un prezzo inferiore rispetto a quello che pagherebbero se li producessero internamente (i fattori impiegati nella produzione di beni di qualit inferiore sono pagati di meno); i pvs pagano le merci importate ad un prezzo molto pi alto del fattore locale di cui dispongono (le condizioni locali non consentono di produrre gli stessi beni).

quindi attraverso la mobilit dei fattori produttivi le regioni periferiche vengono private non solo dei propri capitali, che trovano migliore remunerazione nelle regioni centrali, ma anche della manodopera +qualificata e delle forze imprenditoriali + attive. L'interdipendenza economica determina l'immissione sui mercati delle regioni periferiche di beni prodotti in quelle centrali, il che ostacola ulteriormente lo sviluppo. Il risultato un centro dominante e una periferia dominata ed un processo di causazione circolare cumulativa. Lo sviluppo e il sottosviluppo regionale sono fenomeni cumulativi: la crescita economica regionale dipende da complessi effetti diretti e indiretti moltiplicatori, legati in successione, che si allargano da un settore produttivo all'altro Il dibattito teorico moderno sul commercio internazionale La teoria riccardiana dei costi comparati stata ripresa e sviluppata nellambito della scuola marginalista. Tra i diversi studi si ricorda il teorema di Heckscher Ohlin Samuelson: ciascun paese si specializza nella produzione di quei beni che richiedono quantit relativamente maggiori dei fattori di produzione di cui quel paese maggiormente provvisto, mentre importa quei beni che richiedono quantit relativamente maggiori dei fattori di produzione di cui quel paese scarseggia. critiche al modello sul piano teorico: bene considerare le critiche alla concezione del capitale come fp.

per Sraffa il termine capitale non indica in realt un bene specifico, ma il valore di un insieme di beni diversi, utilizzati come beni di produzione, ma che sono a loro volta prodotti.

Per questo motivo il capitale a disposizione di un sistema economico dipende:

dalla quantit dei vari mezzi di produzione disponibili; dai prezzi dei mezzi di produzione disponibili (prezzi che variano al variare della distribuzione del reddito tra salari e profitti). La finanziarizzazione delleconomia

Laltro pilastro della globalizzazione economica rappresentato dai flussi finanziari. Negli ultimi due decenni il flusso di capitale internazionale cresciuto rapidamente grazie a :

aumento IDE; incremento commercio e turismo internazionale; circolazione capitale finanziario, grazie a : sviluppo e diffusione telematica; liberalizzazione dei movimenti di capitale, a livello internazionale (Uruguay Round, 1993 e WTO), regionale (UE).

Ci ha prodotto una crescita esponenziale dei mercati finanziari: il valore delle transizioni economiche internazionali passato dall80% del commercio (1980) al 95% del capitale finanziario (2000). La > parte di questi movimenti fittizia: l80% delle transizioni borsistiche sono speculative richiesta di una regolazione dei mercati e dei flussi per limitare lattivit degli speculatori (es. Tobin Tax) ma spt x ridurre la pressione sul potere statale in materia finanziaria. I rischi di crisi finanziaria sono imputabili allo scarto che esiste tra leconomia finanziaria e leconomia reale: la massa monetaria circolante superiore al valore della produzione e dei consumi mondiali.

IL SISTEMA MONETARIO INTERNAZIONALE


Le 3 principali forme di organizzazione del sistema monetario interni :

1.Sistema aureo
Il tasso di cambio corrisponde al rapporto tra il contenuto aureo delle due valute: parit aurea.

2.Sistema a base aurea (gold exchange standard)


Anni tra le due guerre mondiali. Grande Depressione, ricostruzione post bellica, nuove regole nel sistema internazionale di relazioni commerciali e finanziarie.

3.Il sistema di Bretton Woods (1944)


Nel quale il dollaro assume un ruolo centrale. Altri elementi fondamentali degli accordi di BW sono: 1) 2) limpegno alla convertibilit reciproca delle varie valute: in ogni paese la banca centrale si impegna ad acquistare/vendere valuta estera in cambio di valuta nazionale; adesione a sistema di tassi di cambio fix: ogni paese stabilisce un tasso di cambio fix in riferimento al dollaro o alloro, e lo comunica al FMI. Le vendite/acquisti di valuta estera da parte delle banche centrali avvengono a tassi di cambio che possono oscillare di poco intorno ai tassi ufficiali comunicati al FMI; istituzione del FMI: 2 compiti importanti: a) b) facilitare i pagamenti multilaterali: svolge il ruolo di camera di compensazione, dove le banche verificano debiti/crediti reciproci compensandoli per produrre il trasferimento di denaro al minimo; banca delle banche centrali: concede prestiti alle banche centrali che stanno per esaurire le riserve valutarie.

3)

CRISI DEL SISTEMA DI BRETTON WOODS: CAMBI FLUTTUANTI E AREE VALUTARIE Durante gli anni 60 la BP degli USA presenta una serie di passivi cospicui:

gli altri paesi accumulano enormi riserve di dollari nelle proprie riserve valutarie; rischio della corsa alla conversione in oro da parte delle banche centrali estere; 15 agosto 71, USA (Nixon) decise unilateralmente di abolire la convertibilit in oro da parte delle banche centrali estere; 1971 1973, tentativo di tornare a sistema cambi fix senza convertibilit del dollaro in oro; per dal 1973 il sistema monetario internazionale si basa su tax cambio fluttuanti.

Flussi e poli finanziari


1945 1981, il dollaro come valuta mondiale:

1945 1970: USA paesi industrializzati (UE, Piano Marshall, JP); 1973 1981: paesi avanzati Opec paesi avanzati Opec/Sud del mondo (prestiti);

+ flussi di capitale finanziario hanno aumentato la densit della rete dei centri finanziari e creato nuove dinamiche che producono uno spazio gerarchico:

nuovi nodi, spt locali compiti di drenaggio dei S, attrazione I; riduzione del numero delle piazze finanziarie importanti.

Ogni nodo della rete finanziaria ha un peso relativo che dipende: funzioni; entit flusso di capitale; effettivo potere di influenza.

I livelli della scala gerarchica prevedono: nodi globali (NY, Tokio, London); nodi continentali: entrambi i livelli hanno unzioni urbane superiori diversificate che permettono di evitare gravi crisi derivanti dalla specializzazione finanziaria; paradisi fiscali (Bahrein, Bahamas, Cayman, Principato Monaco) [mancanza struttura produttiva e urbana solida alta esposizione a fluttuazioni economiche e finanziarie]; nodi nazionali o semicontinentali, spesso controllate da istituti finanziari stranieri.

LA TEORIA DELLA LOCALIZZAZIONE


Insieme di approcci interpretativi del paesaggio economico che si focalizzano su differenti paesaggi settoriali (di specifici settori di attivit) e che usano modelli per specificare gli effetti della distanza e del movimento. Uno dei limiti di semplificare troppo la realt sulla base di principi confusione tra teorie e modelli. LA LOCALIZZAZIONE: ANALISI DELLA CRESCITA ECONOMICO TERRITORIALE Definizione: il processo di scelte di luoghi per linstallazione delle attivit economiche. Teorie e modelli studiati dagli economisti hanno tutti natura geografica e quindi implicano relazioni spaziali e valutazioni territoriali. Dal punto di vista dellOrganizzazione spaziale, otterremo che:

la distanza non impedisce una perfetta informazione in tutti i punti dello spazio; la posizione non costituisce un risparmio, un vantaggio localizzativo (in termini di costo rendita); la domanda omogenea (qualitativa/quantitativa) nello spazio; isotropia dello spazio (medesimi effetti ovunque distanza).

LINTERPRETAZIONE DEI PAESAGGI ECONOMICI: MODELLI STATICI E DINAMICI La geografia economica si occupata dellinterpretazione delle configurazioni dominanti e ricorrenti nel paesaggio economico. In linea generale, si passati dalluso dei modelli statici dei paesaggi settoriali e regionali, ai modelli dinamici dello sviluppo economico. progressivo approfondimento dellinterpretazione. A noi interessa lesplorazione: a) b) della dipendenza geografica delle attivit economiche nel corso del tempo; come le loro strutture organizzative e territoriali si sono modificate nel tempo come risposta a congiunture e condizioni differenti (politiche, economiche, tecnologiche, culturali).

La localizzazione delle attivit economiche nelleconomia mondiale dipesa da 7 fattori fondamentali: 1) Distanza: ipotesi di partenza lo spazio isotropico nel quale localizzata una attivit economica; la scelta della localizzazione dipende dalla distanza a parit di ogni altra condizione; con gli anni 70, si passa dai modelli normativi ai modelli comportamentistici; la distanza percepita diviene + importante rispetto alla fisica; comune a tutti i modelli: la distanza una variabile indipendente che produce configurazioni geografiche prevedibili e ricorrenti delle attivit economiche; pu tuttavia assumere diversi significati (percezione) in contesti storico geografici differenti. 2) Accessibilit: anche se nello spazio isotropico, le localit non sono tutte accessibili in uguale misura; le localit centrali sono pi facilmente raggiungibili minore sforzo nel massimizzare il beneficio diminuzione intensit e gamma delle attivit offerte al crescere della distanza. 3) Interazione e movimento: Nello spazio isotropico, il movimento di merci e persone regolato da 3 condizioni:
1. 2. 3.

complementarit (esistenza domanda e offerta in due luoghi ); mancanza di opportunit concorrenziali (complementarit genera movimento se non esiste unaltra fonte di offerta); trasferibilit: se la distanza tra le due localit elevata allora non c domanda anche in presenza delle prime due ipotesi.

Il principio di trasferibilit deriva modello gravitazionale: la forza di attrazione tra due centri dipende dalla massa delle due localit e da una resistenza. 4) Diffusione: nello spazio isotropico, le idee/innovazioni si diffondono x contagio (orizzontali) o gerarchia (verticali); vincoli: barriere naturali, confini culturali e politici, accesso allinformazione; a parit di ogni altra condizione, ladozione di uninnovazione funzione della vicinanza. 5) Trasporti (reti): Le reti integrano le localit nello spazio isotropico.

6) Vantaggio comparato: una regione dovrebbe specializzarsi nelle attivit economiche per le quali ha un vantaggio relativo sulle altre; in termini di FP: ogni produzione richiede una differente dotazione di FP che non sono uniformemente distribuiti sul territorio regioni e localit dovranno specializzarsi nelle attivit per le quali hanno la giusta dotazione di fattori e importare quelli scarsi. 7) Economie di agglomerazione (principio di livello superiore): rappresentano i vantaggi che le localit pi accessibili acquisiscono rispetto ad altre (rendimenti crescenti); ne esistono di due tipi:
1. 2.

economie di localizzazione: concentrazione aziende medesimo settore; economie urbanizzazione: disponibilit servizi specializzati.

FATTORI DELLA LOCALIZZAZIONE INDUSTRIALE:


Fattori naturali: storicamente lindustria stato luogo di pull e di push; industria = attivit concorrente di agricoltura e turismo deterioramento; ha bisogno di accessibilit e disponibilit risorse; accessibilit e disponibilit risorse sono esternalit positive per leconomia classica; oggi sono invece considerate esternalit negative che devono essere internalizzate nei costi di impresa rilocalizzazione/dislocalizzazione delle industrie in aree con migliore dotazione di risorse e < vincoli/controlli sulle esternalit rapporto natura/industria; oggi il rapporto natura industria critico, ma non negativo controllo esternalit attraverso legislazione; [in mercati comuni (UE) i principi di controllo sono uguali per tutti]. Fattori tecnici: rete dei fattori tecnici. Fattori demografici: fattore lavoro; rapporto popolazione industria: offerta di lavoro e domanda di prodotti; oggi il rapporto grande citt/industria si dissolto. Fattore storico culturale: In Italia, Fu, Porta, Bargnasco si accorgono che le condizioni storico culturali precedenti costituiscono importanti elementi di esternalit e fattori di localizzazione dellindustria moderna. Fattori psico sociali: rilevanti nelle decisioni individuali degli imprenditori; la scelta della localizzazione deriva dalla conoscenza/percezione dello spazio. Fattori politici: intervento politico motivato dalla necessit di correggere gli squilibri territoriali; programmazione economica. Fattori economici: terra; capitale: il capitale
1. 2.

finanziario alta mobilit, globale tecnico. bassa mobilit, investimenti in immobilizzazioni per ristrutturazione, modernizzazione, ampliamento etc.

1)

lavoro: il lavoro legato al popolamento e addensamento della popolazione e quindi alla cultura e storia di un territorio pseudo merce.

Rilevanza del fattore lavoro: - in termini quantitativi; - in termini qualitativi. 2) informazione.

I MODELLI DEL MINOR COSTO


Alfred Weber (1929): Modello del Triangolo Localizzatore. Premessa: ruolo determinante dei costi di trasporto. Obiettivo: data la fissit della localit di approvvigionamento lindustria decide di posizionarsi in P, che indica il luogo in cui i costi di trasporto vengono minimizzati. I vertici del triangolo indicano le localit di approvvigionamento e distribuzione. Ogni vertice esercita una forza di attrazione rispetto a P, forza che funzione del peso del fattore da trasportare da o verso quel luogo.

Introduzione del concetto di economia di agglomerazione:

ipotesi di partenza che limpianto ha dei vantaggi localizzandosi presso altre attivit: a) b) industriali; terziarie;

il risparmio dei costi in termini di agglomerazione in funzione della dimensione dellagglomerazione: Ra = f(A)

I MODELLI ECONOMICI REGIONALI


I modelli regionali si focalizzano sulle condizioni economiche differenziali delle regioni. Questi modelli sono interscalari. I modelli sono di 2 tipi: 1) modelli liberistici: presuppone che le differenze tra due regioni nello sviluppo economico e nella natura dellattivit economica siano dovute a squilibri di breve periodo o a squilibri tra domanda e offerta allinterno di ciascuna regione. A lungo termine la crescita si diffonderebbe grazie alle forze libere del mercato o allintervento dello Stato; modelli strutturalistici: nascono come contestazione al primo tipo. Lo squilibrio regionale una caratteristica intrinseca e strutturale dei mercati governati dal fine dellaccumulazione del capitale.

2)

I MODELLI LIBERISTICI
I MODELLI DEL POLO DI CRESCITA Idea base: non tutte le industrie stimolano lo sviluppo in eguale misura. Perroux (1955, 1961): individua nella localizzazione delle industrie propulsive o motrici lelemento di distinzione e caratterizzazione delle regioni con tassi elevati di crescita. I caratteri dellindustria motrice sono: grande dimensione di impresa; accelerato progresso tecnico nei processi produttivi; domanda elastica in espansione dei prodotti; forte impatto sulle altre industrie e sul prodotto globale delleconomia. Introduce il concetto di economie esterne e stabilisce gli elementi dellanalisi: industria motrice; struttura non concorrenziale del sistema; agglomerazione territoriale. Critica: esistono situazioni in cui la crescita economica non dipende da una sola grande industria o una sola industria motrice; inoltre la presenza di una sola industria dominante potrebbe inibire la crescita economica a lungo termine, riducendo la diversificazione complessiva e aumentando la dipendenza da una sola industria o da un settore industriale. Esempi: tecnopoli francesi, industrie pesanti nellItalia meridionale.

I MODELLI CENTRO PERIFERIA


Krugman (1991): spiega la configurazione centro periferia dello sviluppo economico e delle possibilit della sua trasformazione attraverso un modello pi complesso e formale.

Lo squilibrio regionale provocato: a) b) dalla relazione tra domanda e produzione, creatasi nella fase iniziale del processo dellindustrializzazione; dallazione congiunta di: economia di scala; domanda; operazioni produttive; costi di trasporto. Una volta che la regione industriale si formata, essa mantenuta in vita da un processo circolare quando le economie di scala sono elevate il produttore vuole servire il mercato nazionale da ununica localizzazione scelta di un luogo con forte domanda locale per minimizzare i costi di trasporto ma la domanda locale forte la dove vi sono tanti produttori. Ne consegue che non si parla di lento riequilibrio regionale, ma di rovesciamento delle fortune di un luogo a favore di altri: i centri possono diventare periferia e viceversa. Quindi la concentrazione geografica determinata da: rendimenti crescenti; competizione imperfetta; contingenza storica. Ma siccome lidentit della regione non stabilita per sempre, una nuova concentrazione pu spezzare la precedente forma storica. Krugman descrive un mondo nel quale non esiste un modello ideale di equilibrio territoriale che diverge dal mondo reale dello sviluppo, piuttosto parte dallidea che in un mondo dinamico governato da processi cumulativi i vantaggi iniziali possono essere rovesciati in presenza di nuove condizioni.

I MODELLI STRUTTURALISTICI
Negli anni 60 si prende coscienza: dellimprobabilit dellequilibrio regionale nel lungo termine; della rilevanza empirica del non funzionamento delleffetto diffusione: trickling down; le disparit geografiche si erano aggravate a tutte le scale. Il sottosviluppo una condizione strutturale dello sviluppo del centro, che impedisce il processo di crescita per le regioni pi povere.

LA TEORIA DELLA DIPENDENZA


Secondo questa teoria sviluppo e sottosviluppo sono due facce della stessa medaglia. Non esiste lo sviluppo indipendente, ma lo sviluppo di una regione richiede il sottosviluppo dellaltra.

I MODELLI DINAMICI
Fine anni 60. Tema dei rapporti tra economia e spazio geografico: introduzione di concetti ispirati al materialismo storico evoluzione storica delle forze e dei rapporti sociali di produzione che si pongono alla base della creazione di nuovi processi e nuove configurazioni di localizzazione. I vari modelli dinamici partono dalla divisione della storia economica degli ultimi 300 anni in 3 periodi, e focalizzano lattenzione sugli effetti geografici della transizione dal 2 al 3 (il nostro). Ogni modello isola differenti tendenze e identifica differenti cause. Tutti i modelli hanno 2 caratteristiche: 1) 2) tendenza a situare storicamente il modello si ricorre a concetti per le epoche piuttosto che cercare un valore trascendente o metastorico; sensibilit alla specificit e contingenza geografica i modelli considerano levoluzione storica come causa di esiti differenti in luoghi differenti sulla base di contesti storico sociali diversi. per questo motivo difficolt nel presentare tali modelli in modo formale (come statico).

I modelli dinamici partono da osservazioni empiriche per dedurre cause presunte.

LE DIVISIONI GEOGRAFICHE DEL LAVORO (DGL)


Periodo del capitalismo organizzativo fordista. Presupposto: dato 1 spazio e 1 contesto storico culturale la DGL non fissa, ma muta al mutare delle condizioni iniziali. La DGL allinterno delle industrie chiave nazionali era basata su: una specializzazione industriale regionale (auto, Detroit); concentrazioni di tutte le funzioni associate a una industria data (fornitori, servizi). Risultato: le economie nazionali erano differenziate regionalmente differenziazione regionale. Evoluzione della DGL Periodo del capitalismo non organizzato. anni 70 80.

La specializzazione regionale viene messa in discussione. Presupposto: nuovo sviluppo tecnologico nelle reti di trasporto e comunicazione riorganizzazione della struttura organizzativa. Conseguenze: la DGL a secondo delle diverse industrie considerate nello spazio geografico; la DGL interna viene sostituita da una nuova DL esterna alleconomia nazionale. Presupposti: il processo produttivo globale; gli I e la P non sono pi organizzati intorno alle economie nazionali; formazione di un mercato globale di beni/servizi servito da aziende globali; aumento dei soggetti che operano globalmente; nascita di strumenti di coordinamento/gestione dei capitali nazionali e di centri bancari/finanziari esteri che servono la Ndil; aumento di I nei centri del capitale finanziario. Risultato: la nuova economia globale produce due importanti risultati dal punto di vista geografico a diverse scale: 1) 2) 3) scala globale: sviluppo NICs; scala nazionale: Ndil riorientamento delloccupazione interna dallindustria ai servizi, pi massiccia ristrutturazione delle economie nazionali; in generale c avvicinamento ai mercati potenziali per riduzione dei costi.

LE STRATEGIE COMPETITIVE DELLE IMPRESE


Obiettivo: si focalizza sulle strategie competitive delle imprese con attenzione alle operazioni esterne investimenti esteri. Vernon (1966): il Ciclo di Vita del Prodotto Secondo questo modello, durante il tempo di vita del prodotto ad ogni fase della vita del prodotto corrisponde una particolare localizzazione dellimpresa o di parti di essa: al cambiare dei requisiti della produzione cambiano anche quelli della localizzazione. Il modello pu essere applicato a livello nazionale e internazionale. Idea fondamentale: lo sviluppo industriale si raccorda con lo sviluppo urbano regionale. Principali critiche: sopravvaluta il basso livello del CL nella fase di produzione di massa; non considera altri vantaggi di localizzazione, oltre a quelli del CL.

LA PRODUZIONE FLESSIBILE
modello del capitalismo non organizzato. Si riconosce l'esistenza di un sistema di piccole e medie imprese della produzione flessibile per adattarsi a mercati differenti epoca del post fordismo in cui la grande impresa si deve riorganizzare. importante perch introduce il concetto del distretto industriale. Periodo: a partire dalla fine degli anni 60.

Presupposto: cambiamenti nella tecnologia e nelle relazioni con la FL. Si osserva una rilevanza della maggiore flessibilit nellorganizzazione economica sostanziata da: subfornitura; in riferimento al sistema produttivo quindi al ciclo produttivo ogni ciclo divisibile in parti: quando ci sono + imprese ognuna si specializza in una fase. Parlando di subforniture si intende che alcune imprese assumono impegni di produzione specifici x una fase e volendo possono alleggerire il carico di impegno cedendo parte dell'impegno. lavoro temporaneo e autonomo;: forza lavoro autonoma con contratti a breve periodo. Veloce ricambio nel senso che molte persone possono evolversi nel corso dell'attivit lavorativa. distretti industriali specializzati;: in una determinata produzione, produzione personalizzata spt negli anni 80 periodo massimo del consumismo macchine multiuso (no specializzate); produzione personalizzata (no massa). ed fallimento poli industriali programmati; crisi maggiori centri di sviluppo industriale/grande industria; vitalit PMI specializzate in unico settore. Piore e Sabel (1984) hanno dimostrato la possibilit di combattere la grande industria integrata con un sistema di piccole imprese agglomerate (esempio: la Terza Italia). Lagglomerazione delle PMI stata spiegata da Marshall, ma ripresa solo negli anni 70 per spiegare lo sviluppo industriale di molte regioni del mondo (Italia).

MARSHALL (1920): IL MODELLO


Terminologia: Industria: qualunque attivit economica. Industrializzazione: sviluppo di ogni tipo di produzione.

DEL

DISTRETTO INDUSTRIALE

Settore industriale: comune cultura industriale base dello sviluppo e innovazione del distretto. Lanalisi si incentra sulle economie esterne del distretto = economie interne di scala. [Le economie interne di scala sono i vantaggi, in termini di Costi Medi decrescenti che si realizzano allaumentare della produzione]. Esterne alle aziende: le aziende o piccole medie imprese hanno vantaggi se si localizzano vicino alle altre x cui ottengono dei vantaggi di insieme del sistema. Questi vantaggi sono interni al sistema ma esterni alla piccola impresa. La grande impresa di converso avr invece economie interne x la grande dimensione quindi riesce a ridurre i costi grazie alla grande dimensione. Quelle che si chiamano economie esterne alla piccola azienda si intendono economie interne del sistema, quando si parla di economie interne si fa riferimento al concetto di economie interne di scala, e anche di scopo o variet. Spt in riferimento al fordismo e alla grande impresa. Il concetto lo stesso, la novit che si applicano anche ai sistemi di piccole e medie imprese in maniera, ci che cambia la scala, la dimensione. Le economie esterne sono il fattore di localizzazione principale (cio le imprese si localizzano le unie accanto alle altre perch vogliono ottenere vantaggi in termini di costo) quindi la scelta localizzativa dipende dal costo(manodopera servizi fattori energetici) In questo modello le economie esterne diventano il parametro principale per decidere dove localizzarsi e non pi i costi di trasporto (rileva che il progresso tecnico nei trasporti dilata lambito territoriale del mercato di vendita). Quali i vantaggi del localizzarsi le une accanto alle altre? quali sono in termini pratici questi vantaggi? (vedi il grassetto) Secondo questo modello le PMI possono sfruttare tali vantaggi se: concentrati sul territorio agglomerazione; il processo produttivo suddivisibile in fasi specializzazione per fasi;(utile ai fini della flessibilit in quanto vi sono imprese con specializzazioni) concorrenza collaborazione. ne deriva uno sviluppo di industrie sussidiarie (volte alla produzione di beni necessari allindustria regionale e allofferta di servizi compresenza attivit di servizio); se c un sistema di piccole imprese ci sar anche un sistema di servizi a quelle imprese e non solo. Un sistema complesso quindi sul territorio a sostegno del sistema produttivo principale che caratterizza quel sistema.

specializzazione manodopera;: in una determinata produzione nel corso del tempo (nei momenti di crisi> creativit qualit) agevole circolazione delle idee;: il sistema delle piccole imprese un sistema vivo alla base della produzione c' sempre un'idea un'innovazione. Il sistema permette grazie all'agglomerazione di scambiarsi le idee.il sistema permette questo perch stando vicini si conoscono le difficolt i vantaggi e svantaggi di stare sul mercato. elevata probabilit di innovazioni.:(rimando ciclo di costruzione dell'innovazione) fondamentalmente permette di affrontare i costi di transazione cio tutti quei costi che qualunque impresa ha nel momento in cui deve scambiare un qualche cosa. In questo caso un incontro tra imprenditori agevolato dal fatto di stare tutti nello stesso luogo e fondamentalmente costi legati al movimento sul territorio sono molto bassi. In questo modo Marshall comincia lanalisi dellatmosfera industriale (1881) che fa riferimento ai fattori storico culturali (teoria della globalizzazione: quali sono i fattori che determinano la localizzazione sul territorio vi sono anche fattori storico culturali) che si caratterizza per: struttura socio economica unificante che permette il buon funzionamento del distretto; la comunit (famiglia); quindi che tipo di comunit c' su quel territorio, perch si sviluppata quella specifica produzione da cosa dipende. Viene appunto dalla comunit che vive in quel luogo. Ad es da come si strutturata la famiglia. irreversibilit delle economie esterne (le unit di produzione hanno un proprio ciclo vitale);: significa che nel momento in cui le imprese si agglomerano in un determinato luogo si hanno delle economie cio dei vantaggi in termini di costo. Queste restano nel tempo possono aumentare o modificarsi.quindi non si torna pi indietro il processo segue una certa linea.quando l'agglomerazione raggiunge un certo livello che pu essere differente a seconda del peso specifico caso non si parla pi di economie ma di diseconomie di agglomerazione. Se le imprese sul territorio sono tante e sono livello per cui il sistema dei trasporti inefficiente il costo maggiore.se nel tempo ci si somma la aumentare di altri costi si hanno delle diseconomie in quanto a quel punto la agglomerazione non pi vantaggiosa. Conviene delocalizzare l'attivit per rientrare nei costi. principio: la natura non rivoluzionaria, ma crea per depositi nel lp il distretto un prodotto della storia. La storia lineare (segue un suo percorso) nel senso che produce cambiamenti che si accumulano nel periodo.ma ha dei cambiamenti, dei momenti di rottura. esempio cicli economici. Quindi l'atmosfera industriale significa che in un determinato luogo noi abbiamo un'atmosfera cio si vive una certa area di produzione legata ad un certo tipo di produzione. Quindi un fare in un determinato modo e questo dipende da tanti fattori spt da quello storico culturale di quel luogo di quella popolazione. Questo uno dei motivi per cui quando le imprese vogliono localizzarsi vanno a cercare : (vedi sotto ) La scelta iniziale di localizzazione dipende da varie considerazioni (geografiche, storico politiche, psicologiche), ma una volta scelto il luogo intervengono la economie localizzate che non fanno pi muovere lindustria: 1) 2) 3) 4) 5) diffusione capacit e know how; continuit invenzioni e innovazioni; sviluppo commercio e trasporti; rapporti face to face nella compravendita; complementarit delle industrie specializzate per fasi (processo) e tipi (prodotto);: tutti si specializzano per fasi anche all'interno della stessa fase ma sono complementari nel senso che ognuna ha il suo ruolo nel suo specifico mercato anche di nicchia ampliamento mercato lavoro specializzato (immigrazione);: in un mercato del lavoro non di massa ma operai specializzati per fasi attrazione capacit imprenditoriali.: ovviamente se il sistema dinamico e innovativo il vincente attrae persone.

6) 7)

Economie localizzate: a queste caratteristiche (comuni a tutti i tipi di economie di agglomerazione) si deve aggiungere lidea della internalizzazione dei costi di transizione allinterno di una regione invece che allinterno di unazienda. Questi sono gli elementi che determinano la localizzazione e sono quegli elementi che indipendentemente dalla prima impressione dell'atmosfera industriale, di fatto sono gli elementi concreti che si cercano all'interno del distretto. Infine, affinch un distretto funzioni bene, bisogna considerare alcuni prerequisiti che rendono unica lesperienza dei distretti e non riproducibile (per alcuni): tradizione artigianale; fondamentale nello studio del distretto industriale: artigiano colui che produce in proprio un certo tipo di prodotto quindi una persona che sa stare sul mercato perch crea prodotti sulla base delle richieste quindi flessibile perch adattabile alle esigenze. Lavora in proprio piccolo ma sta di fatto costruire una rete di fornitori o collaboratori in caso di necessit. vicinanza centri innovazione;: storicamente vicinanza al centro delle citt perch i centri innovazione sono all'interno delle citt.. supporto delle amministrazioni locali;: dalla capacit delle amministrazioni locali di capire la ricchezza del luogo e le risorse presenti in esso e di saperle amministrare quindi riuscire ad ascoltare le ho delle persone che lavorano in quel luogo.9

armonia tra forza lavoro e impresa: di rapporti ci deve essere armonia cio di fatto tutte le forze devono spingere in un'unica direzione quella della produzione di ricchezze e quindi dello sviluppo economico. Becattini (critica): si pu parlare di distretto industriale quando la produzione tipica copre pi del 50% di quel distretto. Ci significa che se noi abbiamo un sistema economico locale,1 distretto industriale ad es quello pratese chiediamo che quello un distretto se il tessile copre pi del 50% della produzione. Inoltre non deve esistere una grande impresa dominante all'interno del sistema. (insieme a PMI) Altrimenti si hanno rapporti di dominazione invece di interazione (es. Arezzo spin off Uno Erre non un distretto). Quindi gli elementi distintivi del distretto sono: atmosfera,: sistema di piccole e medie imprese struttura dimensionale delle imprese, apertura e interazione : e non solo, fra le istituzioni, la forza lavoro e il governo (contesto) relazione tra soggetti, che comporta uninfluenza reciproca ai fini della specializzazione analisi di sistema. Alcune critiche: 1) 2) ignora importanza grandi imprese: di fatto nella realt esistono sistemi economici locali con grandi imprese troppa importanza a condizioni endogene locali rispetto a DIL e mercati mondiali: non si considera il contesto internazionale

x sottolineare ancora l'importanza dell'atmosfera che fa riferimento a fattori storico socio culturali quindi alla cultura endogena dobbiamo considerare cosa successo in Italia. Perch distretti industriali solo in alcune zone? il motivo storico. Dobbiamo guardare alla cultura di impresa, dove si formata e perch. Si formata nel Nord est (Nord-Ovest grande impresa acciaieria, centro Nord est con sistemi di imprese flessibili, il sud abbandonata a se stesso). Perch le piccole e medie imprese hanno formato questi sistemi vincenti spt in alcune zone? in Italia fondamentalmente quel che conta l'organizzazione agricola nel senso che mentre nel sud c'era il latifondo e quindi un tipo di produzione agricola particolare, in Toscana Marche e Veneto si afferma la mezzadria che un tipo di produzione agricola che rende partecipi gli agricoltori della produzione. Non solo la produzione viene venduta sul mercato immediatamente prossimo che quello della citt,nel tempo si formata un'idea di lavoro da quella delle altre aree. Cio l'idea di stare nel mercato, partecipi della produzione, saper fare spt da soli e saper fare imprenditoria e saper creare il sistema. Un sistema che cmq calato in una realt storico politica molto particolare che non di scontro con la forza lavoro ma di partecipazione, di sistema. Non un caso che sempre in queste zone la cooperazione fra le forze di impresa molto forte. Quindi condivisione delle difficolt e del raggiungimento degli obiettivi e quindi anche dei profitti ottenuti. Questo spiega le particolari atmosfere che si trovano in determinati luoghi e che collegano di fatto alla storia di quella comunit, in quel luogo e al modo di creare la relazione fra diverse forze presenti sul mercato e nella societ. Mentre nel resto del mondo (e in anni precedenti) si afferma il sistema Taylorista Fordista: produzione integrata in grande fabbrica; grandi macchinari; alta componente tecnico chimica. [Il lavoro umano perde il proprio contenuto culturale: prevalenza della macchina. Entra in crisi nel periodo post bellico].

Cosa succede a questo sistema economico locale se considerando le critiche (cio che ci sono imprese con produzioni non solo > 50%), abbiamo sempre il sistema economico locale o un no? di cosa dobbiamo parlare? si parla del modello del regime di accumulazione flessibile:

Scott (1988): Regime di accumulazione flessibile


Partendo dallanalisi di alcune regioni (Silicon Valley, Ile de France, Terza Italia) descrive la nuova organizzazione economica. Studi per cercare di superare i limiti che lui trova nel modello del distretto industriale. Idee principali: indipendentemente dal tipo di industria, esiste unimportante spinta alla concentrazione geografica delle industrie anche per i settori maturi (fine del ciclo prodotto): quando si parla di sistemi economici locali non si parla solo di sistemi innovativi, ma anche di sistemi maturi (es lmoda) Il sistema maturo rispetto ai sistemi di innovazione tecnologica es silicon valley, che richiedono ingenti quantit di capitali (ingenti perch capitali investiti ad alto rischio capitali di ventura: cio si scommette tanto su un nuovo settore industriale immaginando il ritorno elevato nel tempo. Bolla economica: la Net economy anche oggi molte aziende sono sopravvalutate e sono pagate + del loro valore = speculazioni. per scott se vero che le imprese tendono a concentrarsi, per queste imprese per questi settori innovativi che richiedono ingenti capitali ma anche sistemi maturi.

specializzazione pi localizzata (no scala regionale per agglomerazione) perch piccole imprese prosperano meglio se fornitrici di beni e mercati in rapida evoluzione. spt, egli interessato al rapporto che esiste tra DGL e sviluppo regionale nel contesto di maggiore flessibilit organizzativa dei processi di produzione e rapida diffusione delle informazioni. Guarda alla divisione geografica del lavoro (che si distribuisce sul territorio in base a certe caratteristiche) e lo sviluppo regionale nella localizzazione delle imprese. Aspetto che nel distretto industriale era stato colto ma sottolineando il fattore comunit (storico locale) cio quel lavoro l che quell'impresa l perch quella forza lavoro si sviluppata l, senza guardare il contesto internazionale e a cercare di capire se poi la forza lavoro sul territorio poi effettivamente si sposta o meno. Quindi all'interno del regime di accumulazione flessibile (che significa accumulazione del capitale, quindi come si accumula il capitale dove si accumula sulla base di che cosa quindi dove si formano le imprese e perch). Lui vede fondamentalmente due filoni (vedi elenco gi) Come visto, i tipi di industria che si organizzano possono essere: le industrie mature (moda); industria ad alta tecnologia (elettronica). importante capire che non si guarda pi solo ad alcuni settori innovativi,ma anche a quelli maturi, e non a quelli che producono pi del 50% di produzione tipica in un determinato sistema. Ma anche a sistemi che producono pi cose non completamente differenti assimilabili. E spt si guarda a sistemi dove vi sono anche le grandi imprese perch esistono e perch da un certo periodo hanno interesse a localizzarsi in determinate aree perch pure loro vogliono cogliere quei vantaggi in termini di costo (e entrare a far parte di quell'atmosfera) che sono presenti in quel luogo. System House: insieme di produttori di grandi dimensioni e flessibili che godono di opportunit offerte: (La grande impresa viene considerata come elemento fondamentale del sistema di piccole imprese perch molto spesso riesce, in alcuni sistemi, ad essere collegamento tra la rete locale di sistema e la rete internazionale) grande impresa che mette in contatto le piccole imprese ai mercati internazionali. es informazione: grandi network e agenzie stampa hanno interesse ad avere uffici nei mercati locali per riuscire a conoscere meglio i meccanismi del mercato e per creare i canali giusti per distribuire le notizie sul territorio. Non solo, ma pu anche utilizzare le notizie locali per rimetterle nei sistemi internazionali e venderle. Quindi fondamentalmente prende produzioni locali e utilizza le sue reti internazionali per vendere quelle specifiche notizie. Fondamentalmente quindi in questo modello di accumulazione flessibile la grande impresa ha un ruolo che di stimolo e mantenimento della crescita del sistema non solo ad alta tecnologia ma anche maturo e quindi spt riesce a creare una serie di sinergie con le piccole imprese con le proprie reti di distribuzione (che la grande impresa sfrutta attraverso una sua consociata)

dalla ricerca e dallo sviluppo di sinergie, che derivano da struttura interna diversificata di mansioni specializzate e dalla produzione per lotti di beni complessi; collegamento con produttori flessibili vicini.

[Motore di distretti industriali ad alta tecnologia in Cal/Jap].


Quindi una riorganizzazione del lavoro in cui il capitalismo riorganizza i propri modi di accumulazione del profitto. In cui si sfruttano le innovazioni tecnologico informatiche

Questa l'innovazione pi importante introdotta rispetto al modello industriale dove si faceva Mono cultura,1'unica produzione tipica no grandi imprese, qui si grandi imprese e non sono Mono cultura, grande flessibilit. Critiche: in parte le stesse del distretto industriale.partendo da certe realt fondamentalmente si cerca di individuare un modello che possa valere per tutti i sistemi economici locali presenti nel mondo.ma si pu arrivare sempre alle stesse generalizzazioni? Un modello + generale con una scala globale, quindi fondamentalmente unanalisi geografica delleconomia internazionale e quindi della globalizzazione economica. Il modello sempre di scott come evoluzione del modello precedente. Scott parla di Un mosaico globale di economie regionali La globalizzazione ha accentuato i processi localizzati di crescita e sviluppo e questo evidente nel caso delle aree metropolitane quali dense concentrazioni di capitale e lavoro umano. L'economia internazionale fondamentalmente un mosaico di regioni, di economie regionali di aree sviluppate collegate fra di loro . Siamo nel capitalismo non organizzato, lo Stato non + il soggetto principale, l'economia nazionale non + il soggetto principale di analisi, di conseguenza si parla di regioni come aree regionali variamente definiti e cmq definite a seconda delle variabili che consideriamo. All'interno di queste isole regionali, connesse, motore di queste di queste aree regionali sono solo le aree metropolitane. (idea data da scott: lvede l'economia internazionale che di fatto suddivisibile in aree, le regioni, in ogni regione ci sono sistemi di piccole medie imprese +o- produttive collegati tra di loro. Questi sistemi non fanno solo riferimento ad aziende innovative ma anche mature. In questa nuova economia anche in questi sistemi di piccole imprese vi sono fasi di produzione di grandi imprese multinazionali perch essi hanno di vantaggi ad essere presenti nei sistemi di piccole e medie imprese, spt perch sono delle reti con cui intrecciare relazioni e collaborazione.

LE AREE METROPOLITANE
Le citt Sono i costituenti elementari del nuovo sistema economico mondiale.Le citt sono sempre pi importanti principalmente perch la popolazione in senso lato venga da agglomeratisi in aggregati urbani sempre maggiori. Assolvono le funzioni di unit di base del nuovo mosaico globale di economia regionali oggi ancora pi importanti che in passato per via degli effetti combinati. I contorni del mosaico globale Il nuovo mosaico comprende una serie di spazi geografici densamente sviluppati e distribuiti in tutto il mondo, ognuno dei quali costituito da caratteristiche- : un nucleo centrale del sistema (area metropolitana); un hinterland circostante al nucleo, variamente urbanizzato, da esso dipendente x servizi, e di un raggio variabile. A queste si interconnettono un insieme di aree marginali pi o meno distanti dal centro e che subiscono gli effetti del centro ad un livello inferiore perch maggiore la distanza dalla stessa area urbana, variamente interconnesse. Alla base il continuo fenomeno della concentrazione economica e demografica nello spazio geografico che conduce allagglomerazione. Oggi abbiamo una economie internazionale composta da un insieme di regioni economiche, all'interno di queste le attivit di impresa sono concentrate spt nelle aree metropolitane. Di conseguenza queste attivit sono polarizzate con spazi vuoti cio le aree periferiche. Sulla base di cosa le imprese decidono di localizzarsi l? sulla base di decisioni fatte in termini di costo. Esternalit: ogni situazione esterna al raggio di controllo della singola impresa che ha effetti precisi sulla funzione produttiva interna dellimpresa. Sono le forze esterne all'impresa, alla produzione interna di impresa ma che condizionano di fatto le Le scelte produttive e quindi anche le scelte localizzative. Possono essere un costo ma anche un vantaggio: sono un vantaggio se ci localizziamo vicino ad un fornitore, diventano negative quando la concentrazione talmente ampia che si crea diseconomia. Sono importanti perch sono un concetto connesso al concetto di spazio economico definito come sfera di scambio di interazioni e flussi. Ma anche come una rete sociale e interpersonale che da luogo a un dialogo multilaterale e continuo tra le sue parti. vedi sistema possono essere positivi e negative, e economie esterne ma anche diseconomia. La spazialit delle transizioni se lo spazio economico un sistema di scambio di relazioni tra soggetti economici o cmq tra tutti i soggetti coinvolti direttamente e indirettamente nella produzione nel processo produttivo, va da s che per scambiare flussi di merci, produzioni, servizi, informazioni si affronta un costo. Questo il costo della transazione cio dello scambio di un qualcosa. Ogni attivit produttiva ed economica di impresa e incontra dei costi. Ovviamente i costi variano a seconda della localizzazione delle imprese. La descrizione della struttura spazio economica pi esternalit funzionamento quotidiano dei sistemi produttivi. rileva limportanza delle transazioni (scambi) nel

Le transazioni, sono un risultato della divisione del lavoro, del mercato finale e del mercato di approvvigionamento weber anche se oggi i modelli localizzativi sono diventati pi complessi per i cambiamenti nei costi dei trasporti.

Esternalit -vantaggi Basse

Bassi Entropia spaziale : possiamo


localizzarci ovunque x costi bassi -nessun vantaggio di localizzarsi

Costi transazione Eterogenei-medi Dispersione aleatorie con paesaggi emergenti tipo Loscheriano-weberiano

Alti Paesaggi loscherianiweberiani : sulla base del


triangolo di weber alti costi di trasporto, ma una rappresentazione geometrica astratta che di fatto non considerava l'evidenza empirica di uno specifico territorio quindi non guardava le esternalit.

Alte: la realt

Piccoli cluster* Interconnessi

Supercluster: un enorme
agglomerazione di imprese differentemente specializzate anche in un settore differente.agglomerati in una dimensione tale da permettere la specializzazione in pi settori industriali.questi sono i motori delle regioni e localizzati sempre nelle aree urbane metropolitane.

Piccoli cluster Disconnessi

Cluster: agglomerazione di imprese Quindi: i motori regionali delleconomia globale possono essere assimilati ai supercluster tanto pi spariscono i vincoli politici alla interazione economica, tanto pi questi diventeranno dominanti. La prospettiva di questo modello che tanto pi si va avanti in questa direzione e quindi le forze di queste aree metropolitane attirano sempre pi risorse dai dintorni, tanto pi l'economia sar sempre pi un arcipelago dominato da questi super cluster.

ESEMPIO DI EVOLUZIONE DEL MODELLO DI COMPLESSO INDUSTRIALE Ipotesi: la struttura della localizzazione indeterminata nel suo stadio iniziale dal punto di vista economico. Ci significa che silicon valley silicon valley semplicemente perch una delle imprese pi importanti si stabil gli per motivi familiari. Altro fattore lamenity (la geografia iniziale un incidente) in quanto: indifferente ad accordi macrogeografici esistenti; indifferente alla localizzazione iniziale. quindi fondamentalmente si immagina un luogo senza vantaggi predeterminati. Questo luogo e quindi l'attivit all'interno di questo luogo comincia a diventare l'attivit determinante, comincia ad assumere un ruolo guida. Dal momento iniziale che quello dell'investimento, si arriva ad un momento di rottura cio un momento in cui l'investimento ritorna e quindi quel tipo di produzione diventa vincente sul mercato e dal l si ha il decollo di quel luogo che assume sempre pi importanza in quel specifico settore industriale. nel momento in cui quel luogo diventa il fulcro, il motore di quello specifico settore, grazie all'esternalit createsi i capitali cominceranno a venire dall'estero cos come la forza lavoro quindi e economie di agglomerazione e rendimenti crescenti nel senso che i rendimenti che derivano nell'essere localizzati in quel luogo aumentano nel tempo in maniera accelerata e si verificano fondamentalmente due fenomeni: inclusione: una volta che si verificano dei vantaggi questi non tengono pi ad uscire da quel luogo ma restano inglobati all'interno del sistema. il sistema nel suo complesso seguir questa strada di evoluzione fino al punto che riesce a crescere per poi potr accadere sempre per un accidente storico di quel luogo possa perdere la sua supremazia.

CHE COSA LA CITT?


1) p.v. demografico: un aggregato di popolazione che supera una data soglia stabilita come soglia critica di identificazione (soglia che pu variare a seconda delle condizioni oggettive del luogo). Cosa significa? Una valore al di sopra di quella soglia si pu parlare di citt. Tale soglia non univoca in quanto tiene conto delle differenze oggettive relative ai diversi territori considerati (ONU: Siberia 1000 abitanti; EU Occ. 10000 abitanti); si tiene conto quindi delle caratteristiche territoriali e naturalidel luogo dove sono questi aggregati abitativi. p.v. topografico: un agglomerato di edifici sufficientemente esteso;in questo caso lestensione reale P.V. ECONOMICO FUNZIONALE: un luogo con funzioni (offerte) relativamente rare (non banali): ossia la citt il luogo e il nodo di funzioni che di fatto si diffondono sul territorio ed offerte ad un intorno. Queste funzioni potranno essere + o diffuse e banali.

2) 3)

Secondo questa definizione la citt definita dal p.v economico- funzionale quando si identificano delle funzioni + o rare e banali, funzioni che sono rivolte ad un intorno. Pi le funzioni sono rare + lestensione del mercato di riferimento sar grande. La citt demografica pu essere classificata come grande o piccola in base alla densit. Struttura urbana I modelli della struttura urbana sono di due tipi: 1) 2) parziali: si guarda alla localizzazione di specifici settori di attivit;stiamo analizzando alcune attivit che si svolgono allinterno della citt spt dal punto di vista economico funzionale. globali: si guarda alla localizzazione di tutte le forme residenziali e produttive. (tutte le attivit allinterno della citt) la struttura urbana ha una forma che rappresentata da una curva gaussiana (fa riferimento al concetto di vicinanza e quindi di distanza da un centro) che indica il problema della densit urbana e delle abitazioni. Rappresenta la tendenza generale che la > concentrazione delle funzioni alla popolazione siano concentrate nel centro della citt. Quindi la > densit di popolazione tende a posizionarsi nei centri citt; la precedente dimostra anche perch il massimo degli edifici nel centro (citt americane); il grande strumento regolatore della distribuzione delle funzioni il mercato dei suoli urbani. Spt dal punto di vista economico questo accade xch i fa riferimento ad un indicatore quello del costo del terreno (rendita) e questo xch la citt come insieme di funzioni e servizi viene vista come un mercato di domanda e offerta. Il costo del terreno diviene lelemento principale da considerare nel capire dove le funzioni urbane principali e le attivit si localizzano.

Funzioni urbane principali 1) 2) 3) RESIDENZIALE: localizzazione delle residenze; PRODUTTIVA: localizzazione delle industrie; TERZIARIA: localizzazione delle attivit commerciali dei servizi.

Competono x le scelte localizzative . Convivono allinterno della citt ed essendo la citt intesa come mercato, ed essendo il prezzo di questo mercato la rendita, sulla base del costo ci sar una selezione sulloccupazione di un suolo. Es centro storico fi Scelte localizzative Si suppongono razionali perch si fa riferimento alla teoria economica e quindi al soggetto razionale che ragiona in termini di utilit sulla base di un confronto fra costi e ricavi. I fattori che stanno alla base delle scelte localizzative sono gli stessi delle attivit produttive in generale: quindi il soggetto un soggetto economico che ragiona in termini economici e quindi guarda ai costi e ricavi. Quindi massimizzazione dellutilit. (oggettivo) Se le funzioni sono quelli residenziali e produttiva i soggetti saranno s e singoli cittadini come abitanti di un determinato territorio Le scelte localizzative sono quindi per teoria determinate dalla razionalit dell'individuo ma in realt si riconoscono fattori soggettivi che possono cmq cambiare la scelta localizzativa del singolo soggetto. Fattore soggettivo fa riferimento alla sfera individuale privata del soggetto cittadino o imprenditore che sceglier una localizzazione si sulla base di un confronto fra costi e ricavi, ma anche su tutta un'altra serie di considerazioni. Quindi la rendita il prezzo di mercato del terreno. Ognuno sceglie la localizzazione in base alle decisioni sulla massimizzazione costi benefici. Solitamente il prezzo di mercato una differenza fra la distanza (tra il luogo della localizzazione e quelli in cui vi sono i servizi che utilizziamo) e laccessibilit (come si riesce a raggiungere il luogo). Importante che qualunque soggetto x localizzarsi nella citt opera delle scelte fatte in base a criteri soggettivi e oggettivi. Se il prezzo di mercato dato, i criteri soggettivi cambiano, e di conseguenza vi saranno delle cosiddette curve di rendita, differenti x le singole attivit. Ci significa che attivit produttive di un certo tipo spingeranno x localizzarsi in un certo luogo.

Modelli globali
Il modello una rappresentazione semplificata della realt. Spt questi modelli tendono ad individuare un certo ordine, nella descrizione delle citt cio secondo questi modelli si dice che le citt possono essere spiegate secondo questordine.

Modello dei cerchi concentrici Burges. Presentato negli anni 60, USA, c' negli anni dello strutturalismo e del funzionalismo in geografia. Quindi massima espressione razionale della realt che si studia. L'utilizzo di modelli che semplificano la realt e ci permettono di avere una certa omogeneit di rappresentazione e di confronto tra diverse realt. Il modello di burges fa riferimento a una citt importante Chicago, importante perch stata studiata nel corso degli anni proprio per il suo particolare sviluppo. Citt industriale, che presentava un particolare struttura socio culturale economica dunque una particolare organizzazione del territorio. Ovviamente in un dato periodo storico, anni 20 del boom economico che realt stava andando incontro alla crisi del 29. L'ipotesi di partenza di questo modello, che essendo un modello fa riferimento ad delle teorie, il valore del suolo decresce all'aumentare della distanza dal centro. Questo modello detto a cerchi concentrici proprio perch si immagina che dal centro della citt le aree di mercato si irradiano sul territorio come degli anelli sempre pi vasti che aumentano e che inglobano sempre pi territorio. Maggiore la distanza dal centro, maggiore l'area di mercato quindi di conseguenza > l'offerta, pi basso il prezzo di offerta. Cosa influenza la dimensione dei singoli cerchi: il valore del prezzo della rendita di mercato esempio se paghiamo 1000 per stare nel centro si tratter un'area di raggio 1000, se invece siamo disposti a pagare 500 la dimensione la distanza aumenter e la stessa dimensione uguale. In questo tipo di modello: sempre due tipi di popolazione, il soggetto singolo del cittadino che sceglie di localizzarsi in una determinata area a fini residenziali e l'imprenditore che invece sceglie di localizzarsi con la propria attivit in determinate aree per produrre. Burges partendo da questi presupposti, e dunque la rendita dell'alta vicino al centro, e che io sono soggetto razionale e che le aree sono in realt omogenee per chi perch ciascun anello indica un solo valore della rendita, costruisce il suo modello sulla base di tali anelli e sulla base della struttura urbana di Chicago perch in questa citt si individuavano certe regolarit.

Il primo cerchio il cosiddetto distretto degli affari, immediatamente vicino la zona povera, tipico delle citt americane di quel periodo, perch le persone che abitavano queste aree pi degradate lavoravano ai livelli pi bassi nella cosiddetta city e che non avevano i mezzi per spostarsi. Immediatamente al di fuori della zona povera cominciavano le zone residenziali, la zona dei lavoratori quella dei colletti blu, persone che lavoravano nella grande industria e che si distinguevano dalla popolazione pi povera che si ammassavano un po' pi distanti dal centro ma non cos distanti come i dirigenti delle grandi imprese. Infatti al di fuori del terzo anello c'era il quarto che era zona residenziale ricca. In questo caso la maggior parte delle persone che abitavano in questa zona erano pendolari che si potevano permettere quindi il costo del trasporto. Infine poi i lavoratori pendolari che abitavano completamente un'altra zona e che entravano in citt solo come lavoratori quindi sfruttavano la citt. Il modello utile perch ha messo in evidenza il legame che viene fra il prezzo del territorio e la localizzazione spt delle residenze. Oggi tale modello non pi valido in quanto ad esempio le persone pi povere non stanno a ridosso delle aree pi centrali. Quindi: uno studio sugli anni 20, studio su dove si localizzano le attivit in una citt particolare, il principale elemento considerato il costo del terreno (rendita) e spt come ogni attivit considera la rendita rispetto allaccessibilit e quindi alla distanza al centro. Sulla bazse di questa differenza le singole fasce di popolazione decideranno di risiedere in cerchi differenti. I cerchi sono: Il distretto degli affari: quello + centrale Il + prossimo ad esso la zona povera La zona dei colletti blu (operai immigrazione ) La zona residenziale ricca Importante sempre considerare la differenza tra il costo di trasporto e il costo delle rendite

Modello per settori


Parte sempre dall'idea dei cerchi concentrici e dunque di una certa omogeneit della distribuzione del suolo in base al prezzo della rendita e dunque anche delle differenti attivit. Ma introduce alcune discontinuit variabili che sono le cosiddette arterie stradali, cio le vie di comunicazione. Quando si dice vie di comunicazione si intendono le grandi arterie stradali (es viali). Queste arterie sono dei cunei che spezzano lomogeneit dei cerchi concentrici. Omogeneit che consisteva nel fatto che ad ogni cerchio corrispondeva una rendita. Invece se si considerano le arterie stradali travsresali ai cerchi concentrici si vede che le rendite non sono pi cos omogenee ma tendono a loro volta ad essere tutta una serie di omogeneit lungo larteria. Quindi i cerchi concentrici si spezzano tutto intorno le arterie stradali.leffetto che ne deriva il seguente: noi abbiamo un modello a cerchi concentrici, ogni cerchio ha la sua rendita e chi vi si localizza lo fa per una serie di considerazioni di costi. Vedremo come dei tipi di popolazione tenderanno a localizzarsi alcuni lungo le arterie stradali. Di conseguenza il costo del terreno lungo le arterie stradali si modificher sulla base della legge della domanda ed offerta. Altro effetto che si osserva leffetto vicinato: nel senso che attivit e fasce di popolazione tenderanno ad andare l dove ci sono fasce di popolazione simili. Partendo dall'ipotesi precedenti cio un soggetto razionale, la rendita sar massima vicino al centro dove cmq equamente distribuita all'interno di un determinata area a seconda di questa distanza, e la condizione che c' tra il prezzo del mercato del suolo e la distribuzione della popolazione, che succede se io considero le vie di comunicazione principali? Si vede che le vie di comunicazione formano dei cosiddetti cunei cio sono trasversali a tutti gli anelli. Si hanno dunque due effetti: le rendite a questo punto sono omogenee nei pressi della via di comunicazione e lungo la via di comunicazione, e sono omogenei cio uguali a se stessi n le aree che non sono toccate dalle vie di comunicazione. Questo significa che non avremo pi rendite uguali per ogni anello ma rendite uguali in ogni anello ma allo stesso tempo delle rendite uguali lungo le vie di comunicazione che sono dunque differenti da quelle dell'anello corrispondente. Questa distribuzione omogenea quindi viene rotta dalla presenza di alcuni fattori territoriali importanti, in questo caso le vie di comunicazione che vengono le individuate come cunei, e poi la cosa interessante che inserendo dei fattori territoriali come le vie di comunicazione si crea dal punto di vista sociale un effetto nuovo. Il cosiddetto effetto vicinato cio persone della stessa classe sociale preferiranno vivere con i propri consimili piuttosto che il mischiarsi ad altre classi della popolazione distribuite in maniera differente sul suolo urbano:

le decisioni localizzatrici si suppongono parziali massimizzazione dei costi; i soggetti razionali.

Modello di Harris e Ullman (1945, multicentrico)


Punto fondamentale di questo modello che vi una richiesta specializzata di suolo da parte di certe attivit. Si osserva che non si pu suddividere solo la popolazione in classe produttiva e classe o attivit residenziale, ma allinterno dellattivit produttiva le attivit produttive sono differenti, ognuna con esigenze diverse di localizzazione x tutta una sierie di vantaggi economici + soggettivi. Sulla base di tali esigenze x attivit, i modelli precedenti si modificano e di fatto diventano una sorta di area a chiazze allinterno delle quali vi sono dei nuclei principali di attrazione rispetto alle diffenti attivit. E quindi che le attivit come la popolazione che tendeva a localizzarsi in determinate zone cos anche le attivit x motivi economici tendono a localizzarsi in determinate aree.

Quindi lidea principale di questo modello che c sempre regolarit nella distribuzione allinterno dellarea urbana delle singole attivit ma se andiamo a vedere in profondit spt le attivit produttive vediamo che le singole attivit produttive (manifattura e servizi) hanno esigenze diverse, a seconda delle cui tenderanno ad agglomerarsi in alcune aree rispetto ad altre.

Il modello vuole spiegare lesistenza di nuclei separati e funzionalmente differenziati. Ipotesi di partenza: - richiesta specializzata del suolo da parte di certe attivit; - tendenza allagglomerazione. Nota:

questi tre modelli sono accomunati dal concetto di rendita inteso come forza capace di creare zone omogenee e modellare la citt; non sono alternativi ma complementari, anche se non esaustivi della realt; gli effetti della rendita sono quindi di: ottimizzazione economica, segregazione sociale; necessit del controllo di mercato attraverso decisioni di azionamento: decisioni pianificate degli usi del suolo urbano.

questi 3 modelli spiegano :

sono modelli di semplificazione della realt da soli non riescono a spiegare la complessit della realt la cosda + importante che la localizzazione della realt allinterno delle strutture urbane tende ad una ottimizzazione economica tutti i soggetti ragionano in termine di massimizzazione dei benefici e quindi utilit e sulla base di ci le attivit + deboli pagano uno scotto in termini di segregazione sociale. Cio non tutte le classi sociali si radunano nelle stesse aree. Lelemento prezzo di mercato ci che trasforma la struttura urbana = molti paesi hanno politiche interne di pianificazione

La citt luogo di funzioni e attivit . La citt vista nelle sue funzioni economico produttive sulla base delle quali si classificano le citt e costruire diverse reti, gerarchie di citt allinterno di reti. La citt intesa come mercato (rendita). Quando parliamo di servizi facciamo riferimento a 2 grandi famiglie di funzioni ( e quindi di servizi): Le funzioni di citt si distinguono in: 1) city serving: insieme di attivit economiche e servizi presenti nella citt e rivolti alla citt; sono i servizi che la citt ha e che offre alla stessa citt e che hanno come mercato di riferimento la struttura urbana, la citt stessa (farmacie, grande distribuzione della citt, commercio al dettaglio, servizi finanziari e bancari ecc). city forming: insieme di attivit legate alle funzioni esportatrici delle citt. Sono tutte quelle attivit che di fatto caratterizzano la citt. Sono quei servizi che non si riferiscono alla citt ma sono per lesterno cio x il mercato esterno alla citt. (es Firenze turismo quindi tutte le attivit legate al settore del turismo). Queste sono le + importanti perch permettono di fatto alla citt un nodo + o importante di una rete qualunque essa sia. quindi tutte le attivit che permettono di produrre ricchezza e che permettono alla citt come sistema ma anche come nodo di vivere e svilupparsi nel tempo.

2)

La citt, intesa come sistema aperto, sopravvive se riesce a mantenere e sviluppare una funzione centrale rispetto as un intorno: il centro presenta delle funzioni non ubiquitarie di riferimento rispetto ad un intorno che ne privo. Anche la citt al pari della regione come sistema economico locale deve essere considerata come un sistema complesso, aperto. Limportante che in questa vi siano delle funzioni (city forming) rivolte ad un mercato esterno che riescano ad attirare quel mercato per vendere il prodotto creare ricchezze e innescare lo sviluppo locale.

Lanalisi delle reti


Il concetto di rete importante non solo x studiare i trasporti e lorganizzazione dei sistemi e le comunicazioni ma anche come paradigma per studiare lo sviluppo economico di riferimento. Spt serve xch facciamo riferimento ad un idea di spazio relativo e relazionale quindi fondamentalmente delle relazioni spaziali che intervengono nel territorio fra i vari soggetti. La rete aiuta a studiare, a capir meglio queste relazioni spaziali. Quindi fondamentalmente un idea di spazio relativo e relazionale.

Premessa: largomento Comunicazioni e Trasporti chiama in causa lanalisi spaziale come strumento logico dello studio dellorganizzazione territoriale ed in particolare lidea di spazio relativo e relazionale studio delle relazioni spaziali.

Flussi, Reti e Nodi: lanalisi del movimento sul territorio


Le reti e i relativi contenuti: Lanalisi dei movimenti sul territorio affronta quattro tipi di problemi: 1) tipi: (di flussi) cio se flussi di beni materiali, fisici (persone, merci, energia) e di beni immateriali (informazioni); 2) scale: (in cui consideriamo la rete e quindi le relazioni fra i soggetti sul territorio)i flussi e la rete considerata possono essere considerati a varia scala (locale globale) 3) coordinate spazio tempo: (noi consideriamo sempre fenomeni che hanno delle coordinate cio che avvengono nel tempo in un determinato luogo) il movimento pu essere colto in un dato momento o nel suo sviluppo; lanalisi pu essere diacronica (sviluppo nel tempo) oppure sincronica (che analizza un dato momento in un dato spazio) 4) paradigma: a seconda del paradigma considerato, a seconda delle varie letture ,il fenomeno assume caratteri diversi sulla base di metodologie/obiettivi diversi. = quando si analizzano i flussi nello spazio, le reti di relazioni es tra i soggetti economici dobbiamo tener conto di queste 4 voci: che tipo di flusso stiamo analizzando, a che scala stiamo leggendo il fenomeno, le coordinate spaziotemporali e quindi quando e dove avvengono queste relazioni e come si evolvono nel tempo e infine il paradigma di riferimento da utilizzare per leggere tali relazioni.

Il concetto di rete (network)


fa riferimento allesistenza di legami orizzontali e di relazioni orizzontali nello spazio, di situazioni di equipollenza che si stabiliscono fra elementi (citt nodi) nelle relazioni che queste intrattengono gli uni con gli altri. (Dematteis, 1995; Maggioli, 2002);

Quindi la rete un insieme di elementi posti in relazione fra di loro, questi elementi si chiamano nodi, le relazioni sono rappresentate da segmenti, il tipo dir elazione che c fra i singoli nodi pu essere di equipollenza se la rete orizzontale cio se tutti i soggetti hanno lo stesso valore o pu anche essere la realt geografica. tratto di maglia che favorisce unorganizzazione nello spazio (George, 1970). Maglia intesa come insieme di questi segmenti intrecciati fra di loro e quindi possono favorire lorganizzazione di uno spazio. Pi in generale ancora il termine rete fa riferimento a 2 aspetti fondamentali della rete:

complesso dei sistemi infrastrutturali che trasformano e modificano le dinamiche socio spaziali in un dato territorio; Alla struttura materiale: quindi a come la rete si organizza sul territorio. interazione spaziale fra persone, attivit economiche, centri urbani. Lo scambio dei flussi

quindi studiano una rete si deve in primis si deve tener conto della rete materiale e poi di che cosa si comunica attraverso questa rete e chi comunica e che cosa. Esempio di rete materiale pu essere la rete di citt, le reti urbane. Da ricordare che la rete sempre materiale anche quando vogliamo analizzare i flussi di informazione. Quando vogliamo vedere come linformazione si diffonde sul territorio bisogna guardare ad essa e a come si organizza sul territorio. Inoltre la rete importante perch uno dei concetti che ci permette di spiegare lo sviluppo economico sul territorioe quindi anche lorganizzazione territoriale ad es le regioni.

La rete come evoluzione della regione


La mondializzazione dei processi produttivi ha condotto ad una riconcettualizzazione dellidea di regione. La globalizzaizone di fatto ha spinto gli osservatori a cercare concetti nuovi per spiegare queste realt territoriali, appunto le reti. Oggi il locale, inteso come area metropolitana, sistema economico territoriale si riorganizza per competere con il globale, quindi per connettersi con esso e competere con altre reti locali nel mondo e interagisce con il globale secondo forme e modalit nuove grazie anche: alla presenza di reti sempre pi estese e interconnesse; alla produzione di informazione; alla immaterialit delle relazioni; al moltiplicarsi dei flussi globali. In tali condizioni le aree di sviluppo economico si stanno trasformando. Per capire tali trasformazioni si usa il concetto di rete. Quindi oggi una regione oggi potrebbe essere definita come un sistema complesso organizzato in rete e connesso ad altre di vario livello.

Lanalisi delle reti


Lanalisi permette di studiare lorganizzazione di un territorio e la sua evoluzione nel tempo. Lanalisi delle reti di comunicazione permette di leggere lorganizzazione del territorio di una regione, focalizzando lattenzione su: il tipo e il livello dello sviluppo economico; le aree forti/deboli; i centri fondamentali delleconomia; orienta le politiche di sviluppo. Quindi se noi guardiamo a questi aspetti la rete ci permette di leggere lorganizzazione del territorio in termini di come dove e in che direzione dobbiamo andare quindi levoluzione del territorio.

(1) Lanalisi delle reti attraverso luso di indicatori


Gli indicatori utilizzati per leggere levoluzione della rete, di come la rete strutturata e cosa ci dice rispetto al territorio. La rete importante xch da un idea di come linformazione, come flusso ma anche come merce, si muove nella rete. - densit fa riferimento alla rete di trasporto dei flussi: il rapporto tra superficie di un territorio (dove la rete si installa) e lunghezza della rete considerata;normalmente fa riferimento alla densit dei segmenti e alla presenza di nodi su un dato territorio. Quindi densit in generale delle relazioni. Una rete di utenza una rete che connette + nodi e che quindi permette un > scambio di informazioni - uniformit: grado di omogeneit che la distribuzione della rete ha sul territorio considerato;in che modo la rete si distribuisce sul territorio pi o meno in modo regolare, il livello di connessione dei nodi delle varie aree ecc. maglie regolari-irregolari - complementarit: indica il grado di specializzazione e diversificazione del sistema di comunicazione di una regione rispetto ad unaltra; indica fondamentalmente che tipo di relazioni ci sono in quella rete, quali sno le relazioni che possono essere complementari con altre quindi una comparazione fra reti guardando alle specializzazioni, funzioni e relazioni vi sono in una rete e quali in un'altra. - velocit di percorrenza: dipende dallo stato di manutenzione e dalla modalit di costruzione delle reti; dipende dalla qualit della rete. Ci sono vari tipi di rete e di possibilit di connessione. > qualit > velocit di invio della rete di flussi. - continuit della rete allinterno di un territorio o allesterno; le reti possono essere continue nel senso che riescono a coprire tutto il territorio, (es la rete ferroviaria italiana +continua in certe regioni - al sud) - forma: da indicazioni sulle funzioni stesse; importante xch pensando ad una rete si pensa a soggetti che hanno le stesse funzioni quindi lo stesso valore, ma in realt le reti posono essere anche gerarchiche (es ufficiosingoli lavoratori che si organizzano in un ufficio gerarchia) ma anche altri due: distanza: oggi in termini qualitativi accessibilit: ad un nodo della rete dipende da tre fattori: 1. sito: alla sua condizione (geologia, geomorfologia, condizioni meteorologiche, etc.); 2. quadro di riferimento: fondamentalmente lorganizzazione del territorio ma anche le strutture materiali (tecnologie, organizzazione territoriali, etc.); 3. situazione : valutazione qualitativa cio lo stato delle cose (lo stato delle relazioni tra aree, es. situazioni politiche). X es allinterno di una struttura urbana come sono le relazioni di quel nodo con la citt, di che tipo

La condizione dellaccessibilit non assoluta e varia nel tempo.

(2) Lanalisi topologica delle reti: i grafi


Grafo: configurazione formata da un insieme di punti, vertici, e di segmenti, lati, aventi per estremi due vertici. I vertici sono punti di origine e destinazione delle connessioni che rappresentano il percorso. La rete viene analizzata attraverso due indicatori: Un modo x capire se le reti sono funzionali allo sviluppo delle relazioni fra i singoli nodi cercare di misurare la connettivit allinterno della rete. Dal punto di vista geometrico il grafo lelemento che rappresentaquesto. Dato che la rete costituitala nodi e segmenti che uniscono i nodi, ci sono alcuni indicatori che dicono sulla funzionalit dellab rete. Uno la: - connettivit: si misura con un indice di connessione ( = rapporto tra numero di segmenti e il numero di nodi [0, assenza connessione; 3, max connettivit possibile]); - accessibilit: relativa a ciascun nodo della rete, data dal numero dei segmenti esistenti tra i singoli nodi e tutti gli altri. Quanti segmenti dobbiamo passare da ogni nodo x arrivare ad un altro nodo della rete. Tutti questi indicatori non hanno senso se non sono confrontati con altre reti

Nodo e gateway
importante xch pu essere uno degli elementi fondamentali sul territorio fondamentali x lo sviluppo del territorio stesso. Un es di nodo la citt.

il numero di connessioni possibili allinterno di una rete dipende dalla configurazione geometrica della rete, quindi dal numero di segmenti e nodi; * maggiore il numero, migliore la rete quale strumento di relazioni sul territorio; * uno degli oggetti geografici sempre pi importanti in tema di analisi di rete il nodo, il cui significato molto ampio. Lo sviluppo delle reti di comunicazione e la ricerca di processi di standardizzazione e ottimizzazione del trasporto e della circolazione dei flussi allinterno della rete dice che tutto ci porta a differenti reti. Quindi le reti si specializzano x funzioni. Allinterno di ciascuna rete i songoli nodi si specializzano nella trasmissione di determinati flussi. Aseconda dei flussi e della quantit di flussi che passano in un nodo, avremo che quel nodo ha un valore, un ordine allinterno della stessa rete (vedi cristaller). La standardizzazione e lintegrazione dei trasporti/comunicazioni danno vita a reti di nodi di vario livello funzionale.

Le funzioni dei nodi


il nodo specializzandosi x funzioni avr un valore allinterno della rete indipendentemente dalla sua dimensione, il valore dipende dal numero di funzioni che quel nodo in grado di esercitare e anche di connessioni. Quindi di fatto le funzioni caratterizzano il nodo alinterno della rete. I nodi si dispongono tra loro secondo un ordine gerarchico sulla base delle funzioni cui adempiono. In letteratura, lanalisi della nodalit ha ceduto il passo rispetto allanalisi della centralit. Nonostante ci, esistono dei criteri di valutazione (quantitativi e qualitativi) delle funzioni dei nodi:

estensione delle relazioni: reti regionali, nazionali, sovranazionali, etc.; tipi di trasporto e comunicazione che convergono al nodo; che tipo di flusso, qualit e quantit dei flussi che passano livello di integrazione tra tipi di trasporto;un nodo pu avere tipi di tecnologie diverse e quindi di fatto riesce a connettere + nodi e quindi a trasmettere + flussi xch utilizza + mezzi di trasporto. Quando si parla di hub allinterno di quel nodo significa che quel nodo connette nodi riuscendo grazie alle linee di trasporto + flussi. i tipi di governo delle relazioni che fanno capo al nodo.: nella realt ci sono soggetti politici che governano il territorio con scelte. Quindi importante capire che tipo di governo c di queste relazioni e dei flussi.

Sulla base di queste 4 considerazioni si pu dire che allinterno di ciascuna rete c un tipo di nodo definito gateway che il nodo + importante. quel nodo che sar il + connesso non solo con i nodi della rete ma anche il nodo che di fatto permette laccesso ad ulteriori reti (es aeroporto) Ecco perch, il gateway differisce dal semplice nodo: perch convergono ad esso relazioni esterne alla regione e perch la reale posizione del gateway dipende da un insieme complesso di fattori, alcuni dei quali esposti in precedenza.

Nodalit e centralit
quando abbiamo visto la citt spt con cristaller e le localit centrali. la citt ha funzioni centrali rispetto ad un intorno, ma anche nodali rispetto ad una rete (es Firenze avr un area di gravitazione sui comuni minori, ma anche rispetto alla rete delle citt della regione o del turismo ecc) Le relazioni tra funzioni centrali e funzioni nodali sono affrontate solo in piano diacronico.

Lanalisi tiene conto di cosa accada nel nodo quando crescono le funzioni della citt e, viceversa, cosa accada nelle citt quando si formino nodi di un certo rilievo: in generale si cerca di capire quali sono le connessioni fra la centralit e la nodalit, quindi cosa succede ad una citt se aumentano iln di connessioni con altri nodi della rete? Probabilmente le funzioni centrali di citt aumenteranno e si specializzeranno e qualificheranno meglio e forse larea gravitazionale di mercato aumenter xch aumenteranno i flussi in entrata. - la citt accresce le funzioni nodali quando aumenta la propria attivit; - quando sorgono nodi di livello superiore, nelle citt si sviluppano servizi/attivit manifatturiere attratte dai vantaggi offerti dalla infrastruttura dei trasporti.

Nellanalisi della nodalit e centralit dei luoghi emergono due principi:

le funzioni nodali e centrali interagiscono: le funzioni centrali possono evolversi fino a far sorgere funzioni nodali proprie di un gateway. Le funzioni nodali possono imprimere impulsi alle funzioni centrali; - gli impulsi procedono cumulativamente: allaumentare dellinterazione tra le funzioni esponenziale. Quindi funzioni nodali e centrali sono connesse fra di loro, non sono la stessa cosa ma sono cmq strettamente connesse fra di loro, le une influenzano le altre e riescono a spiegare le altre. Quindi importante cercare di focalizzare lattenzione su questa relazione e siccome interagiscono, interagiscono in maniera proporzionale. Questo pu spiegare come un territorio di una citt, un sistema territoriale di imprese connesso nodo di una rete crescese ci sono politiche volte ad aumentare la connessione con lesterno. Questo significa x es nel caso del sistema di imprese individuare nuovi sbocchi e mercati

Hagerstrand, 1953, Diffusione dellinnovazione e processo spaziale: ricerca per primo le leggi che governano la diffusione. In primo luogo lanalisi geografica considera le onde di innovazione. In generale linnovazione percorre quattro tappe: 1) 2) 3) 4) fase di avviamento: invenzione e consolidamento di alcuni centri differenziazione spaziale; fase diffusiva: linnovazione si propaga in modo centrifugo, la differenziazione spaziale su unestesa area di centri si riduce; fase di consolidamento; fase di saturazione: maturit e senilit del fenomeno diffusivo.

Anche le innovazioni, le info sono flussi che si distribuiscono sul territorio e si formano dlele reti particolari (es centri di ricerca)

Informazione e geografia
Il concetto di informazione ha avuto molteplici definizioni che hanno generato confusione e ambiguit. La definizione di informazione cambia a seconda della materia che la studia. I teorici della societ dellinfo sono queli che hanno parlato per primi di societ di informazione. Lidea di societ dellinformazione nasce negli anni 60 quando si comincia studiare i dati statistici relativi al mondo del lavoro, dove la forza del lavoro americana impiegata, la > parte nei servizi. Cosa vende il servizio, cos, cosa produce. Principalmente informazione. La > parte dei lavoratori impiegato nel settore. Da qui la nuova societ dellinformazione. Linformazione a quei tempi era ci che si comunica quindi la base della conoscenza, che quindi si collegava ad una attivit di trasmissione. In realt linfo il contenuto trasmesso, la conoscenza un passo successivo. Origini

la prima definizione di informazione risale allo studio di Claude E. Shannon, che nel 1949 formula una teoria matematica dellinformazione. Obiettivo dello studio individuare la codificazione pi efficiente di un messaggio telegrafico inviato;quindi una definizione in quanto matematica, quindi una definizione prettamente fisica quantitativa e statistica. Linfo una formula, messaggio il bit, lunit dellinfo. Ulteriore sviluppo stata la teoria del messaggi dove linformazione diventa linsieme di mezzi di rilevazione utilizzo e stoccaggio e di trasmissione. La che qui si guarda ai mezzi + che ai contenuti. ( i mezzi creano informazione). Quindi x il momento linfo qualcosa di quantitativo, qualcosa che esiste in una forma materiale che pu essere misurata e quindi individuata. nel campo delle scienze politiche linformazione vista come una risorsa. 89 : informazione come forza costitutiva della societ cio linformazione risorsa. Costitutiva nel senso che elemento di potere economico.

Oggi linfo un fattore di produzione, risorsa ma anche prodotto ed anche elemento di potere, quindi un elemento da cosiderare

La societ dellinformazione
ambiguit della definizione: xch molteplici definizioni da discipline. indica delle teorie che cercano di spiegare la societ post industriale. Chi ha scritto di societ dellinfo non tanto dal punto di vista + tecnico quindi lanalisi come negli 60 ma hanno di fatto creato unideologia. Spesso quando si parla di societ dellinfo questo termine viene scambiato con quello di post-fordismo (> impiego nellattivit dei servizi) fondamentalmente si nota che quello che accade negli anni 60: e cio che chi parla di societ dellinfo parla di scoeit nuova come una nuova era ma in realt non cos, solo una fase di un lungo processo connesso alla globalizzaizone economica che ha delle caratteristiche tra cui limpiego della forza lavoro in alcuni paesi nellarea dei servizi, lutilizzo delle nuove tecnologie di comunicazione che i paesi + ricchi utilizzano in maniera + efficiente, e ci non accade in altre aree. Quindi quando si parla di societ dellinformazione si parla di una certa parte del periodo di sviluppo economico dei vari paesi ma anche delle varie differenze. Dal punto di vista geografico linformazione per Kellermann (2002) linformazione materiale comunicativo, quindi composto da quattro elementi: i dati, linformazione, la conoscenza e linnovazione posti in una relazione lineare (quando abbiamo un dato da solo non dice nulla, nel momento in cui ci sono + dati in relazione fra loro avremo informazione. Se si comunica quellinfo a qualcuno che la riceve e riesce a gestirla con altre informazioni, quel qualcuno ottiene una conoscenza riguardo ad un certo fenomeno. Quella conoscenza pu portare anche ad innovazione) per il quale i dati compongono linformazione che da luogo alla conoscenza necessaria per la ricerca e lo sviluppo dellinnovazione. Quindi in generale abbiamo che linformazione quel materiale che viene comunicato (materiale comunicativo) composto da 4 elementi quindi scomponibile in elementi. Ognuno questi elementi ha una propria definizione: a) b)

dati: sono composti da una serie di osservazioni, misure, o fatti in forma di numeri, parole, suoni o immagini importante metterli in relazione fra loro. - informazione: gruppo di dati disposti in modo da avere significato; - conoscenza: informazione organizzata allo scopo della conoscenza della realt. - Innovazione: informazione come innovazione Linformazione il contenuto + importante delle reti, pu essere trasmessa in flussi o come innovazione. Quindi il materiale che viene comunicato scomposto in 4 voci posti in relazione lineare. La classificazione dellinformazione:

forma; es mp3 ma anche cdrom cd supporto materiale, contenuto libro, quindi la forma esteriore permette di classificare quel tipo di info. Trasmissione: chi trasmette e che cosa. X catalogare chi sono gli emittenti es sistema dei quotidiani. audience; Altro modo di classificazione guardare ai riceventi. tipo:linformazione come tipo pu essere risorsa e prodotto finale spt dal punto di vista economico. La stessa notizia risorsa dal momento in cui viene prodotta dal giornalista e immessa nel sistema. Diventa prodotto finale quando viene inserita in un sistema di vendita. Da questo punto di vista abbiamo un informazione che pu essere:

a) b) c) d) e)

pura; es info su net incorporata: contenuta allinterno di un servizio es consulenza prodotto finale: es la notizia sul quaotidiano servizio trasformato (capitale) es home banking scopo dellimpiego: a cosa serve linformazione

Linformazione come prodotto ha delle caratteristiche ben definite che le danno una particolare geografia, ossia nella produzione, nella trasmissione e nel consumo c anche in realt il contenuto dellinformazione cio che tipo di info stiamo consumando. Le fasi sono le stesse della produzione :

linformazione sempre localizzata in un luogo; anche nel virtuale di internet linfo localizzata nei server, quindi linfo cmq materiale nella sua localizzazione ogni fase del processo di trasformazione dellinformazione ha una sua geografia che dipende ed influenzata da fattori. La produzione ha un asua geografia. Immaginiamo unagenzia stampa che ha una sede centrale, sedi locali una rete di relazioni funzionali economiche ecc questa la geografia della produzione dellinfo linformazione non ubiqua, ne accessibile a tutti: non vero che linfo libera tanto + su internt non presente in tutti i luoghi allo stesso momento, nello stesso modo e non accessibile a tutti, bisogna spaer trovare linfo. E non detto che quelle info posano essere ricodificate cio riutilizzate senza un determinato software. la materialit di questi elementi influisce pesantemente sulla diffusione dellinformazione; dipende dalla tecnologia a disposizione con cui viene trasmessa linformazione linfluenza del contesto sociale, politico ed economico dei luoghi di invio e ricezione; analfabetizzazione x quanto riguarda le nuove tecnologie dellinformatica. Ec mq il contesto politico pu intervenire sullinfo (vedi cina google) la trasmissione dipende dal sistema disponibile in tale momento.

Informazione ed Economia. Il significato economico di informazione


Definzione economica dellinformazione Varian e Shapiro (1999) definiscono informazione tutto ci che pu essere trasformato nel formato digitale e per il quale le persone sono disposte a pagare. Quindi un qualcosa non definito che per pu essere trasformato in formato digitale e che diventa quidi un unit fondamentaledellinformazione e che poi pu essere venduto. Quindi esiste un prezzo. Linformazione risorsa economica e prodotto economico finale se viene trasmessa trasformata in formato digitale e viene venduta. Quindi c una dmanda e poi un offerta. Se questa la definizione, vediamo le caratteristiche di tale definizione: - utilit e produttivit sono legate alla necessit di attori individuali e collettivi di soddisfare i propri bisogni comunicativi in tutte le attivit economiche: significa che linformazione risorsa economica e prodotto finale servono a chi ha dei vantaggi in termini economici dallo sfruttamento dellinfo. Fa riferimento a dei bisogni comunicativi che ogni soggetto ha. Se c tale utilit linfo si produce si vende ecc. - il carattere della scarsit sembra essere in contrasto con la ricchezza apparente dellofferta informativa della societ dellinformazione: concetto fondamentale, linfo come tutti i prodotti scarsa anche su net. Quindi deve essere distribuita fra i vari soggetti in modo tale da soddisfare i propri bisogni - permanente: una volta prodotta resta, non pu essere distrutta ma anzi consumata + volte - irreversibilit: - indivisibilit; - non appropriabile: non vi possono essere i diritti di esclusivit. Anche se poi esistono tutta una serie di mecanismi possibile bloccare parte del consumo finale. Questo perch linfo viene definita come bene pubblico (anche se in realt un bene pubblico spurio xch in realt si esclude una parte di consumatori dallutilizzo dellinfomrazione stessa).

E un bene opzionale, nel senso che i consumatori possono decidere se consumarlo e in che quantit da altri beni. Pu essere consumato svariate volte, un bene personale quindi si pu decidere del consumo quando e come. Il valore dellinformazioni: la creazione di informazioni non di per se un atto di valore e non innesca meccanismi di filtro, selezione e localizzazione delle informazioni pi rilevanti. Il valore dellinformazione dipende anche dal grado di perfezione del mercato. Il mercato dellinformazione un mercato imperfetto. Il prezzo : la creazione di informazione non di x s un atto di valore: cio produrre informazione non ha immediatamente un prezzo ma x tutte quelle caratteristiche di locazione rarit ecc quellinformazione ha un prezzo. Es in generale chi produc3e info ha dei costi sia fissi che variabili, proporzione i costi variabili sono + bassi . i giornalisti cercano info e producono info sul territorio. In termini puramente economici quellinformazione che viene prodotta non ha un cosato se non un costo ripartito, ma viene prodotta talmente tanta info che il costo unitario dellnfo talmente basso che arriva quasi a zero. Il costo per luntente finale non pari a zero xch ad es i quotidiani che coprono quella notizia pagano x abbonarsi ale agenzie di stampa, quindi il prezzo finale grazie al meccanismo della selezione si crea di fatto tutto un sistema x cui il servizio ha un costo, che quello finale.

Geografie dellinformazione
Kellermann (2002), dichiara che non si possono descrivere gli effetti geografici dellinformazione se non si guarda e studia la rete attraverso la quale linformazione viene diffusa nello spazio. Perm lui la geografia dellinfo dovrebbe studiare: secondo lui si comprendono gli effetti dellinfo sul territorio se si guarda alla rete materiale (es server computers). Quindi a seconda di come si struttura la rete materiale noi possiamo dire qualcosa sullinformazione che circola in quella rete. Mainardi (1996) indica che uno dei sentieri di ricerca delle geografia delle comunicazioni la geografia dei media. geografia della produzione: individua i centri pi o meno attivi nella produzione di prodotti mediatici; geografia della rete: guarda al modo in cui i messaggi circolano allinterno di uno spazio definito; geografia dei contenuti: guarda le relazioni di inclusione/esclusione dalla rete comunicativa.

Dice che: se volete studiare linformazione come si distribuisce sul territorio necessario guardare al processo produttivo, quindi dove la produzione avviene, alla distribuzione, ma anche al momento del consumo del contenuto. Parlare dei sistema dei media significa guardare k0insieme dei soggetti, le relazioni che hanno, come sono collegati, come cambiano le relazioni a seconda elle reti che utilizzano le trasmissioni, a seconda delle localizzazioni, quindi a tutt un insieme di dati economico statistici. (vedi i modelli della produzione flessibile che richiamano questidea di informazione)

Lo spazio dei flussi


Castells (2002) definisce lo spazio come espressione della societ: lo spazio la societ stessa. Quindi un luogo dove accadono certe cose. Inoltre: Premessa: in un dato tempo vi sono delle determinanti (cause) che modificano i processi sociali che influiscono sullo spazio, agendo cos sullambinete costruito. Quindi abbiamo uno spazio che la societ, la societ cambia nel tempo x una serie di cause, questo modificano lo spazio e a loro volta i cambiamenti influiscono sulle stesse cause originarie della trasformazione dello spazio. Lo spazio x castells : Lo spazio un prodotto materiale, relazionato con altri elementi materiali, fra cui gli uomini, che entrano in rapporti sociali storicamente determinati, che danno spazio a una forma, una funzione, un significato sociale.. Quindi lo spazio un prodotto della societ che si relaziona con gli elementi interni ad essa fra cui gli uomini, elementi che sono in rapporti che si determinano in un determinato momento determinati da cause ed effetti che a loro volta trasformano e danno un significato allo spazio sociale. Quindi lo spazio, la societ il prodotto dellinterazione fra diversi elementi fra cui luomo come singolo e come societ diversamente organizzata (imprese, istituzioni politiche ecc) queste relazioni nel tempo trasformano la societ stessa sulla base del passato, delle precedenti esperienze e delle traiettorie su cui la societ si stamuovendo.

aggiunge che la nostra societ mutata assumendo la forma e la logica di rete; Importante riguardo alle citt in rete: qual la forma attuale della societ? la rete, quindi la forma e la logica della societ sono quelle della rete. Secondo Castells la societ attuale si muove , nel senso che le sue dinamiche sono profondamente definite e influenzate da il concetto e la forma , le logiche della rete. Perch la ns societ ha forma di rete? Perch ci sono delle cause che + di tutte influenzano questa forma. Tali forme sono dei processi dominatori elite politiche economiche e e finanziarie che dominano il mondo. (es fondo monetario ue banca mondiale ecc). siccome queste caiuse determinanti assumono forma di rete x essere + flessibili, x raggiungere > i mercati e rispondere alloscillazione della domanda, di conseguenza la societ assume forma di rete. (es organizzazione del lavoro allinterno delle imprese) tale forma il flusso: il flusso diventa lelemento base sostanziale della rete, flusso di persone, capitale informazione ecc.

lo spazio dei flussi :lorganizzazione materiale e pratica sociale di condivisione del tempo, e queste pratiche sociali operano mediante flussi. Anche i singoli gruppi di lavoro, le singole imprese scambiano info

Flussi: sequenze di scambio e interazione finalizzate, ripetitive e programmabili tra posizioni fisicamente disgiunte occupate dagli attori sociali nelle strutture economiche, politiche e simboliche della societ. Il flusso lo scambio fra due soggetti, questi flussi sono finalizzati (s esi scambia informazione ci sar cmq un motivo altrimenti lo scambio non avviene). Ripetitive e programmabili xch pu essere ripetuta nel tempo. Lo spazio dei flussi pu essere a sua volta declinato in livelli: Il rapporto materiale dei flussi p dato dalla combinazione di strati:

I strato = cyber spazio; spazio virtuale, se linfo viaggia attraverso le nuove reti di telecomunicazione tale info i bit fa riferimento ad uno spazio virtuale II strato = nodi e snodi della rete;: la rete virtuale legata alla rete materiale. I luoghi dove sono i trasmittenti e i riceventi. Sulla base di questa descrizione della societ i nodi della rete sono serie di persone strategicamente importanti che creano una serie di attivit e organizzazione territorialmente basate a funzioni chiave della rete. III strato = lorganizzazione spaziale delle elits al potere.elemento materiale x eccellenza se la rete ha questa forma perch dei poteri hanno deciso che assuma questa forma per motivi di efficienza e d efficacia ed economici. Capire questo livello capire come si organizzano queste elites in quali nodi probabilmente in quelle aree metropolitane che sono nodi, i motori di sviluppo di quel mosaico di regioni e viste quelle tendenze di localizazione delle citt in grandi megalopoli. Ogni citt a seconda delle funzioni su ogni livello avr determinati lfussi allinterno della rete.

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