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MADONNA DI CARAVAGGIO

La Regina della Pace PREGHIERA alla B.V. di CARAVAGGIO O Vergine santissima di Caravaggio, fonte inesauribile di grazie, da antichissimo culto onorata in questo Santuario, noi Ti preghiamo che la speranza di ognuno, che qui a Te si avvicini, non rimanga delusa e di nessuno resti vana la supplica. Che in questo tuo tempio e mediante il tuo patrocinio i ciechi ritornino al lume della fede, i vacillanti e gli indolenti nel sentiero cristiano imparino a camminare speditamente sulla via dei Comandamenti divini, che le orecchie sorde si aprano ai divini ammaestramenti, che i morti per il peccato ritornino alla vera vita, dove sia la luce della mente e la pace del cuore. Chiunque qui viene ad implorare il tuo aiuto, o Maria, Celeste nostra Patrona, ne riparta pi forte nella fede, pi fermo nella speranza e cos acceso di carit che, non assecondando pi le lusinghe del mondo, mai defletta dalla retta via. O clemente, o pietosa, o dolce Vergine Maria! (Caravaggio, 26 maggio 1964 - Danio
Bolognini, Vescovo)

LA DEVOZIONE ALLA VERGINE SANTISSIMA SECONDO L'INSEGNAMENTO DEL VATICANO SECONDO Il principio fondamentale della dottrina mariologica, che il Concilio ha solennemente riconfermata, si pu cos sintetizzare: Maria attivamente associata a Cristo salvatore nell'opera della redenzione del genere umano, in modo universale, integrale e totalmente dipendente. Dal costato aperto di Cristo sulla croce esce la nuova Eva, che presenta due realizzazioni: una privilegiata, la Vergine Maria; l'altra comune, la Chiesa cio l'intera schiera dei redenti. Questa, l'inferiore, orientata verso quella superiore, Maria. Che come dire che la Chiesa attratta verso la Vergine, la tutta bella, la tutta santa, la tutta pura, senza potersi per altro ad essa identificare; ma aspirando giorno per giorno alla sua purezza, santit e belt spirituale. Adunque la Vergine Maria il prototipo di ogni credente. Qui nasce e si sostanzia la vera devozione mariana, che sprona a tendere verso un limite di santificazione, irraggiungibile sulla terra, ma sempre pi configurato e precisato via via che ci si avvicina, accanto a Lei, alla meta celeste dove saremo totalmente e pienamente senza peccato, nella legge di grazia e di gloria propria a ciascuno degli eletti. "E questa funzione, subordinata, eccellente e singolare di Maria, la Chiesa non dubita di riconoscerla apertamente, continuamente la esperimenta e raccomandar all'amore dei fratelli, perch sostenuti da questo materno aiuto, siano pi intimamente congiunti con il Mediatore e Salvatore." (L.G. 62). Il Concilio ci insegna, cos, che Maria non si sostituisce a Cristo Ges, alle opere buone di ogni redento, ma aggiunge, secondo i piani divini, il suo apporto di fede, di

obbedienza, di preghiera, di sofferenza, durante la sua vita terrena, quale madre della vittima divina, ed ora dalla sua sede gloriosa offre la sua intercessione materna, che si unisce a quella di Cristo, degli angeli e dei santi. Ad lesum per Mariam. Si chiarisce, cos, il noto principio "a Ges per mezzo di Maria". Che non significa che dapprima Maria ci attira a s con grazia mariana, di cui Ella avrebbe monopolio, quasi attraverso un itinerario a tappe intermedie; e poi ci condurrebbe a Cristo, che dona la grazia cristiana con cui poter arrivare al Padre, come a meta ultima. No: ogni grazia soprannaturale dono ed effetto divino ed esige pertanto l'intervento principale ed immediato di Cristo e della S.ma Trinit, che ne sono la causa principale unica. Ma il principio, or ora ricordato, che sulle nostre labbra diventa invocazione, ci ricorda che Maria Madre di Cristo e quindi per mezzo suo abbiamo avuto il Salvatore; e altres che noi andiamo a Cristo con la grazia di Cristo, ma con l'aiuto e con l'intercessione di Maria, che ha lo scopo di condurci maternamente al Signore, di innestarci vitalmente in Lui e farci templi vivi della Trinit. Una presenza singolare, quella di Maria, nella Chiesa di Cristo: da quando fu profeticamente adombrata nelle promesse fatte ai nostri progenitori caduti nel peccato e realizzata quando il Figlio di Dio assunse da Lei la natura umana, per dare "al mondo la vita stessa, che tutto rinnova e da Dio stata per questo arricchita di doni consoni a questo ufficio" (L.G. 56). Accettando il piano salvifico divino annunciatoLe dall'Angelo, Maria unita al Figlio non solo nel mistero della Concezione verginale e della nascita purissima del Redentore, ma si consacra totalmente all'intera opera salvifica del Figlio suo servendo al mistero redentore, sotto di Lui e con Lui, con la grazia di Dio onnipotente. "La maternit di Maria perdura senza soste dal momento del consenso prestato nell'Annunciazione e mantenuto senza esitazioni sotto la Croce, fino al perpetuo coronamento di tutti gli eletti. "Infatti la sua molteplice intercessione continua ad ottenerci le grazie della salute eterna. Con la sua carit si prende cura dei fratelli del Figlio suo ancora peregrinanti e posti in mezzo ai pericoli ed affanni terreni, fino a che non siano condotti nella patria beata. Per questo la Vergine Beata invocata dalla Chiesa con i titoli di Avvocata, Ausiliatrice, Soccorritrice e Mediatrice." (L. G. 62). Il che, per, va inteso in modo che nulla detragga o aggiunga alla dignit e all'efficacia di Cristo, unico mediatore. Nessuna creatura, infatti, pu mai essere paragonata al Verbo Incarnato e Redentore; ma come il sacerdozio di Cristo in vari modi partecipato ai sacri ministri e al popolo fedele, e come l'unica bont di Dio realmente diffusa in vari modi nelle creature, cos anche l'unica mediazione del Redentore non esclude ma suscita una varia cooperazione, partecipata da un unico fonte. Maria, con il suo soprannaturale ed inestimabile fascino esercitato su noi peccatori che La veneriamo, prima ancora della nostra conversione, ci dice: "Nessuno viene a me, se Cristo, il Padre e lo Spirito non l'avranno attirato". Ges che orienta alla Madre sua, cui ha dato un cuore immacolato e materno verso tutti, e vuole che Ella intervenga, come a Cana di Galilea, per onorarla e riconoscere la sua cooperazione di madre e di prima cristiana sul piano della salvezza. Maria, poi,

con la sua associazione materna di dolore e di amore e con la sua intercessione, si unisce a Cristo mediatore per condure tutti a salvamento , ossia alla figliolanza adottiva di Dio, che anticipa la vita eterna nel cielo. DAVANTI AL SACRO SPECO DELLA VERGINE Lasciamoci compenetrare dal meraviglioso disegno realizzato da Dio in Maria Santissima: la Madre del Salvatore, a Lui indissolubilmente e vitalmente unita nell'opera della nostra redenzione e perci Madre spirituale nostra e modello di ogni virt, che influisce sulla nostra vita soprannaturale in tutto il corso del suo sviluppo e fruttificazione sino alla gloria eterna, sebbene in modo subordinato a Cristo (L.G. 65). Riconoscendo con dovere filiale questo eterno piano che Dio ha predisposto ed attuato, ai piedi della Vergine consolatissima di Caravaggio comprendiamo come Ella con grande bont ed efficacia entra di fatto nella nostra conversione alla fede, come pure nella formazione di un popolo che testimonia di essere "una stirpe eletta, un regale sacerdozio, una nazione santa, un popolo tratto in salvo" (1 pt. 2,9). Penetra nella nostra attiva coscienza e corrispondenza: il carisma mariano, ossia una particolare forma di devozione, che qui in maniera singolare alimentiamo, che ci illumina, ci sostiene, ci incoraggia a riconoscere la salvezza eterna della nostra persona come il bene pi grande e la felicit pi completa. L'APPARIZIONE Le apparizioni di Maria - Santissima e quella di Caravaggio La storia ricchissima di quegli interventi straordinari e visibili della Vergine SS. negli avvenimenti umani, che noi chiamiamo apparizioni, e che la Chiesa, costituita depositaria e custode diretta della rivelazione, dichiara degne della fede umana e non in contrasto con il deposito della fede cristiana. Esse hanno sempre un carattere missionario (esortazione e richiamo a bont nella vita presente), e un carattere messianico (disporre al raggiungimento della salvezza nella vita futura). Hanno inoltre uno scopo benefico particolare che si riflette ordinariamente sulle persone o sulla terra favorita dall'apparizione: conforti e guarigioni, liberazioni da flagelli, ecc. L'apparizione di Caravaggio prevale su innumerevoli altre perch ha avuto, come scopo, un avvenimento di decisiva importanza: la pace della Patria e la pace e l'unione della Chiesa; alle quali l'apparizione concorse con influssi rapidi, efficaci e risoluti. Lo sfondo storico Nell'invitare il pio lettore a rivolgere la sua devozione alla Vergine Santissima, congiunta indissolubilmente con l'ope.ra della salvezza operata dal Figlio suo Ges Cristo ed a seguirLa nella universale opera di restaurazione della vita soprannaturale nelle anime e di rigenerazione e formazione dei fedeli, piuttosto che al fatto storico avvenuto qui a Caravaggio, tuttavia vogliamo tratteggiare brevemente l'evento per una necessaria e sicura conoscenza, che diventi fondamento fiducioso per una rinnovata piet mariana. L'apparizione avvenne nel 1432. In quel tempo:

A - La S. Chiesa - che aveva da un anno come Sommo Pontefice Eugenio IV, gi patrizio veneto - viveva uno dei periodi pi burrascosi della sua storia. a) Chiuso legalmente, nel 1417, il rovinoso Scisma d'Occidente, determinatosi dopo il triste periodo di residenza dei Papi ad Avignone(*) in Francia (1309-1377), perdurava pervicace e irriducibile, in molta parte del popolo cristiano, lo spirito di insubordinazione al Pontefice legittimo, la cui autorit era compromessa e minorata dalle dichiarazioni di alcuni Concili (Costanza 1414-1419 e Basilea 1431 e segg.).
(*) L'allontanamento di Papi da Roma fu determinato principalmente dal carattere tumultuoso dei Romani che erano sempre in lotta. In poco pi di due secoli, dal 1085 al 1300, ben 33 volte i Pontefici furono costretti a fuggire da Roma; e, dei 13 Papi di quel periodo, 3 soli morirono in Roma, gli altri 10 in esilio. L'inizio dell'esilio di Avignone si ha con Bertrando di Goth, arcivescovo di Bordeaux, il quale, eletto Pontefice (1305), assume il nome di Clemente V, ma rimane in Francia, si fa incoronare a Lione, e, nel 1309, stabilisce la sede ad Avignone. Perdura tale sede fino al 1377, quando Gregorio XI, specialmente per l'intervento di S. Caterina da Siena, torna a Roma. Ma allora comincia la frattura (Scisma d'occidente) che finir con Martino V nel 1417.

b) Nel corpo della Chiesa si erano determinate gravi lacerazioni per dolorose separazioni, ostinati dissensi, e prepotenti invadenze: quali la separazione della Chiesa greca (iniziata nel sec. IV e sempre viva all'opposizione), quella degli Armeni (dissidenti in dottrina sacramentaria), dei Giacobini (monofisiti di Sira ed Etiopia), ecc. c) S'era aperta inimicizia tra Filippo Maria Visconti e il Papa Eugenio IV, parteggiante per i suoi veneziani nella guerra tra Venezia e Milano; perci le truppe milanesi erano scese a occupare lo Stato pontificio e Roma stessa, costringendo il Papa alla fuga. B - Caravaggio - terra di confine tra due Stati (Milano e Venezia) e tre Diocesi (Cremona, Milano e Bergamo); sempre irrequieta per le diverse direttive religiose e le continue lotte politiche; corrosa dalla eresia; percorsa da banditi, proscritti e compagnie di ventura; agitata dalle divisioni di fazione, spesso segnate di tradimenti e delitti - diventava proprio allora teatro e preda della seconda guerra tra Venezia e Milano, passando (1431) dalla Signoria dei Visconti a quella della Repubblica Serenissima, - per tornare subito (1432) ai Visconti. La veggente una giovane donna - Giovannetta, figlia di Pietro de' Vacchi - d'et oltre i trent'anni, sposa a Francesco Varoli, contadino, o pi probabilmente soldato. figliola che risplende nella popolazione per la sua ardente piet e per la vita intemerata; ed ha, nel marito, da cui crudelmente maltrattata, il suo affanno quotidiano. Ella trova nella preghiera l'unico conforto alle inenarrabili sofferenze ed amarezze. Qualcuno potrebbe giustamente chiedere: "Se era cos buona, perch spos un uomo simile?". La tradizione tenta di rispondere. Forse fu persuasa e quasi forzata al matrimonio dai parenti, come si usava; ed ella accett, nella speranza di divenire strumento di conversione per lo sposo. O, pi facilmente, ella conobbe e spos il Varoli buono, il quale si

perdette pi tardi nel vino e nei vizi, forse deluso e inasprito per non avere figli dal suo matrimonio, forse trascinato da tristi compagni d'armi e di avventure. Dopo i fatti che accompagnano l'Apparizione e ne realizzano il messaggio di pace, di Giovannetta non si sa pi nulla. Umile strumento di divina misericordia, a missione compiuta ella scomparve. E la tradizione la vuole passata prestissimo alla visione celeste della Vergine, la cui apparizione qui gliene aveva acceso cos vivo il desiderio. Facile l'ammettere, col popolo di Caravaggio, la sua sepoltura nel sottosuolo della Chiesa Parrocchiale, dato che allora i Cimiteri erano nelle chiese e loro immediate adiacenze. Per molti anni poi i pellegrini usarono visitare in paese quella che fu la casa di Giovannetta, la cui stanza fu a lungo conservata come Cappellina. Secondo uno studio di Giuseppe Robecchi: "Dov'era la sua casa" pare di poterla collocare in via Fermo Stella, al numero civico 11. Qui, al secondo piano, vi una stanza, alla quale si accede per mezzo di un ballatoio, con antichi segni di una modesta abitazione. All'esterno vi un popolare affresco di poche pretese pittoriche ma carico di significato religioso ed umano. Sull'entrata della stanza vi una lapide, con la seguente iscrizione "Antica e Venerata tradizione vuole che qui abitasse nell'anno 1432 Gioannetta Vacchi, c. Varoli, da Dio prescelta all'insigne favore dell'apparizione di Maria Santissima, che diede origine al rinomatissimo patrio Santuario". L'Apparizione e l'annuncio della pace Tramonto del 26 maggio 1432, un lunedi Giovannetta intenta a raccogliere erba sul prato Mazzolengo, lontano dal borgo, e va ingemmando il suo lavoro di preghiere e di lacrime. D'un tratto le appare innanzi una regale e soave Signora che, dopo averla rassicurata e confortata, la invita a inginocchiarsi per raccogliere un grande annunzio. Le rivela il suo nome; le dichiara che "avendo ottenuto di allontanare dal popolo cristiano i meritati e imminenti castighi della Divina Giustizia, viene ad annunziare la Pace"; e le affida il gioioso messaggio perch lo porti, per la sua realizzazione, ai governanti e al popolo. Chiede che il popolo torni a penitenza e virt e le eriga in quel luogo una Cappella, ch'ella render la casa della santit e della sua gloria. La fonte miracolosa e il ramo fiorito A segnare la divina origine dell'Apparizione e dei suoi doni, al cenno della celeste Regina, dal prato benedetto toccato dalla sua presenza, sgorga una limpida e copiosa sorgente d'acqua, cui traggono a salute, in ogni tempo, moltitudini di infelici, e le cui virt vengono affermate anche dal subito fiorire di un ramo secco, gettatovi a sfida da un incredulo ostinato e insolente. Giovannetta ambasciatrice di pace anche a Milano Venezia Costantinopoli Giovannetta - trepida tra l'umilt della sua condizione e la grandezza della sua missione a lei affidata dalla Vergine - ne porta il messaggio al suo popolo; e pure ai governanti, per sollecitarli, in nome della Madonna, agli accordi e alle opere di concordia e di pace.

Ardisce, cos, lasciarsi persuadere a presentarsi a Filippo Maria Visconti, Signore di Milano; poi al governo della Repubblica Veneta; e, pi tardi, su galere veneziane, si porta con numeroso seguito fino a Costantinopoli, all'Imperatore d'Oriente Giovanni III Paleologo, il cui intervento, sollecitato dalla Madonna a mezzo di Giovannetta, sar decisivo per il ritorno della Chiesa greca all'unit della Chiesa Romana. Dovunque la fortunata veggente reca, a prova dell'Apparizione e della missione avuta, anfore di acqua della Fonte miracolosa, che opera prodigi di guarigione su innumerevoli infermi. Il messaggio di pace e di unione si realizza Ed ecco che - contro ogni previsione e speranza, poich, umanamente parlando, le condizioni in cui si trovava il territorio nostro e tutta la Chiesa non parevano che presagire nuove e pi affliggenti amarezze - ecco che la pace si realizza: per la patria e, pi, per la Chiesa, nel ritorno di dissidenti e scismatici all'Unico ovile sotto l'unico Pastore". 1433: - pace tra Milano e Venezia: - richiamo delle truppe milanesi dal territorio pontificio. 1438: - ritorno dei Greci all'unit della Chiesa Romana, e proclamazione del primato personale del Papa su tutta la Chiesa (Concilio di Firenze). Seguono i ritorni degli Armeni (1439), dei Giacobini (1442), di altri Orientali, del Regno di Bosnia, ecc. L'Apparizione di Caravaggio resta, cos, mirabilmente legata alla causa della Pace e dell'Unit della Chiesa di Cristo. "Mai Apparizione della Madonna avvenne in epoca pi tragica e mai Apparizione fu pi provvidenziale di questa". Auguste conferme L'Apparizione di Caravaggio accertata da documenti storici, tra cui il pi autorevole, certamente un Atto pubblico redatto dall'autorit ecclesiastica di Cremona, due mesi dopo l'Apparizione: IL DOCUMENTO PRINCIPE Testo della lettera di mons. Antonio Agliardi, vicario generale del vescovo Venturino de' Marni (1423-1457) "primo testimone dell'Apparizione mariana a Caravaggio". Si noti la data: 31 luglio 1432: sessantasei giorni dopo il fatto storico. "Antonio Agliardi Priore di S. Nicola in Verziano diocesi di Brescia, Commendatario di S. Gabriele fuori le mura di Cremona, Vicario Generale nello spirituale e nel temporale del Reverendissimo in Cristo Padre Mons. Venturino Marni per grazia di Dio e della Sede Apostolica Vescovo di Cremona attualmente assente dalla citt e diocesi stessa, dal medesimo Mons. Vescovo avente piena facolt e potest di disporre quanto qui sotto detto in forza del decreto, in data 20 febbraio 1431 dello stesso Mons. Vescovo, munito del suo sigillo e redatto in forma di atto pubblico da Giovanni Arrigoni Notaio e scrivano dello stesso Mons. Vescovo di Cremona. Siamo stati informati dai notabili e dagli abitanti del borgo di Caravaggio della diocesi di Cremona che vicino allo stesso borgo di Caravaggio in una certa localit chiamata Mazolengo vi era e vi una sorgente. E secondo quanto ci vien riferito, presso la detta

sorgente apparve in questi giorni cio lunedi 26 maggio circa l'ora 21a (le nostre ore 17) la Beatissima Vergine Maria in seguito alla quale Apparizione ci si dice che quella localit brilla e splende per molti miracoli e tanto va crescendo la devozione che col confluiscono da ogni luogo, in cui giunta la notizia dell'avvenimento, i fedeli cristiani. I notabili stessi ci fecero sapere ancora che essi decisero di far fabbricare e costruire, con le offerte e le pie largizioni dei fedeli, nel luogo in cui si asserisce essere apparsa la Vergine una Chiesa in onore della stessa gloriosissima Vergine Madre di Dio, con annesso beneficio senza cura d'anime per un Sacerdote, il quale debba essere sempre eletto dal Comune e dagli uomini del detto borgo di Caravaggio. Decisero ancora di far costruire ed edificare presso la stessa Chiesa un Ospedale sotto il titolo di S. Maria e che tutte le offerte, pie largizioni e ogni altra cosa che venisse lasciata o donata - detratto ci che occorre per formare il detto beneficio - servano e debbano servire ad usi pii e per esercitarvi l'ospitalit. E poich nella stessa terra di Caravaggio esiste gi un certo consorzio sotto lo stesso titolo di S. Maria a reggere il quale suole ogni anno il Comune depurtarvi alcune persone, apprezzando essi la prudenza e la diligenza delle dette persone nell'amministrare e insieme confidando in quelle che in avvenire avrebbero retto il menzionato consorzio, giudicarono opportuno affidare in perpetuo all'Amministrazione del Consorzio stesso la direzione del nuovo Ospedale che si voleva erigere. Per tutto ci essi umilmente ci pregano perch provvedessimo nel modo pi opportuno. Noi pertanto avendo a cuore soprattutto di dar onore alla Vergine gloriosissima e volendo favorire gli stessi borghigiani di Caravaggio nel loro lodevole proposito, massimamente per quello che riguarda il culto di Dio, la salute delle anime e il soccorso degli indigenti, con l'autorit ordinaria concediamo alle persone del predetto Consorzio di raccogliere, ricevere e amministrare tutte le offerte ed elargizioni, tutte le cose lasciate e donate e quelle che (in futuro) saranno lasciate e donate: similmente concediamo la facolt di costruire ed edificare la detta chiesa e il detto Ospedale, eretti i quali, ne sia dato avviso al predetto Vescovo o a noi perch tosto che saranno raccolti i mezzi necessari si possa procedere d'ordinaria autorit alla creazione del detto Beneficio sacerdotale e alla istituzione dello stesso Ospedale. A patto per e con la condizione che espressamente si dichiarano, che quelli i quali appartengono al detto consorzio che raccoglieranno, riceveranno e amministreranno siffatte offerte e largizioni lasciate o donate, siano tenuti, debbano e siano obbligati a darne conto a Mons. Vescovo e ai suoi successori e ai loro Vicari ogniqualvolta e quando ne saranno richiesti e su qualunque entrata e spesa fatta a riguardo di detta Chiesa e Ospedale, cosicch possano essere chiamati ossia convenuti da Mons. Vescovo di Cremona ora vivente e suoi successori e dal suo o loro Vicari a renderne conto. Si concede ancora che la elezione e la presentazione del detto Sacerdote che deve o dovr essere il superiore di detta Chiesa appartenga e spetti di pieno diritto al detto Comune e agli uomini di detta terra a perpetui tempi. In guisa per e a condizione che siano tenuti e debbano presentare entro i termini di diritto lo stesso Sacerdote cos eletto al Vescovo o al suo - Vicario per averne la conferma e di fare tutte e ciascuna altra cosa che sar giudicare opportuna circa le decisioni predette. Sopra tutte e singole le quali cose e soltanto in forza della presente deliberazione, per l'autorit del nominato Mons. Vescovo e in forza di poteri e facolt a noi dal medesmo attribuiti, concediamo facolt e diamo incarico al molto reverendo sig. Sac. Don Bonincontro Secchi Vicario (di

Caravaggio) di Mons. Vescovo di porre in luogo e per autorit dello stesso Mons. Vescovo la prima pietra della medesima chiesa che ivi dovr essere eretta purch siano fedelmente osservate a tale riguardo tutte le solennit richieste e opportune. In testimonianza di che abbiamo ordinato che fosse scritta, registrata e munita del sigillo episcopale del predetto Mons. Vescovo questa nostra lettera. Data a Cremona, nel palazzo Vescovile al solito nostro banco Ufficiale della Curia Vescovile, nell'anno di N. S. 1432, indizione X 31 luglio." (Archivio Vescovile di Cremona) Tralasciando lo storico "Privilegio" di Leone X Pontefice Massimo nel 31 marzo 1516 ("or son ottant'anni, quando fu annunciata essere apparsa la gloriosissima Vergine Maria Madre di Dio ad alcune devote persone, presso una fonte... ") desideriamo dare notizia, ad edificazione del devoto lettore, del "Pi antico racconto del fatto miracoloso" vergato su pergamena, in lingua latina a caratteri paleografici, conservato nell'abitazione vescovile presso il santuario, in una felice traduzione italiana del cav. Don Giovanni Stroppa, arciprete di Caravaggio. "A Dio Ottimo Massimo, la provvidenza del quale dispone bravamente ogni cosa e la piet come non lasci mai privi di aiuto celeste tutti i fdeli, cos si compiacque una volta con l'Apparizione della Vergine Madre di Dio riguardare anche il popolo di Caravaggio e aiutarlo e onorarlo altres. Poich l'anno 1432 dal parto della stessa Vergine, il giorno 26 maggio all'ora ventuna, una donna chiamata Giovannetta oriunda del Castello di Caravaggio, di anni 32, figlia di una certo Pietro de Vacchi e moglie di Francesco de Varoli (che tutti conoscevano di specchiati costumi, religiosa e pia e di vita semplice e onesta) essendo fuori del borgo di Caravaggio, percorrendo la via di Milano per recare a casa alcuni fasci di erba, che ivi aveva falciata da dare ai giumenti, mentre ripensava seco stessa, ecco, avanti ai suoi occhi una Matrona bellissima e ammirabile, di alta statura, dal viso grazioso, e dall'aspetto venerando, di un atteggiamento ineffabile e non mai pensato vestita di color viola e il capo coperto di un bianco velo, venire e poi arrestarsi verso la stessa Giannetta. E Giovannetta atterrita a si venerando aspetto della nobile Matrona, stupita esclam: "O Vergine Maria!". E questa subito a lei: "Non temere o figlia, son d'essa, ti prostra e prega" e Giovannetta rispose: "Signora, mi manca il tempo perch i miei giumenti attendono queste erbe". E allora la beatissima Vergine le disse: "Accogli i miei voleri". Ci dicendo pose la mano sulla spalla della Giovannetta e la fece inginocchiare, soggiungendo: "Ascolta e ricorda le mie parole. Voglio che riferisca, ovunque possa giungere la mia voce e a quelli cui non potrai direttamente, indichi per mezzo di altri". E cos, con due grosse lagrime (che Giovannetta poi disse che erano lucidissime e le parevano come goccie d'oro) aggiunse: "Intendeva l'Altissimo mio Figlio, Onnipotente, distruggere a fondo questo globo terrestre per la nequizia degli uomini che sempre nuove scelleraggini commettono e precipitano di peccato in peccato, ma io per delitti dei miseri ho innalzato preghiere allo stesso mio Figlio supplicandolo per sette anni. Per il che voglio che tu dica a tutti e a ciascuno degli uomini di digiunare a pane e acqua ogni venerd in onore dello stesso mio Figlio e di festeggiare per mia devozione il vespero del sabato. Devono infatti dedicarmi quel pomeriggio per tanti e s grandi beni che per me hanno ottenuto dal Figlio mio". E tutte quelle parole la stessa Signora Vergine a mani aperte, come afflitta, proferiva. Allora Giannetta disse: "Queste cose non mi

crederanno gli uomini". E a lei la Clementissima Vergine: "Alzati, disse, e non temere e riferisci ci che ti ho comandato; e quanto dirai sar comprovato da tali meraviglie che nessuno dubiter della verit delle tue parole". Ci detto, e fatto un segno di croce verso la Giannetta, sparve ai suoi occhi. Giovannetta subito torn a Caravaggio raccontando ci che aveva visto ed udito. Per le quali cose molti, credendo a lei, cominciarono a visitare quel luogo: e ivi trovarono una fonte non mai vista prima, alla quale allora certi ammalati, e molti in appresso, confidando nella potenza divina si recarono e ritornarono poi liberati dalle infermit, di cui erano afflitti. Per le preghiere e pei meriti della Gloriosissima Vergine Madre di Dio e del Signor Nostro Ges Cristo, al quale col Padre e con lo Spirito Santo sia sempre lode e gloria per la salute dei fedeli. Cos sia!". Ai documenti che provano la storicit dell'Apparizione Mariana a Caravaggio, si aggiungono i monumenti(*) che la illustrano, e la conferma venutaci da altre simili apparizioni della Madonna. La prima - quasi sconosciuta, ma segnata in documenti e costanti tradizioni locali, riportati e illustrati negli annali dei Servi di Maria - avvenne a una Suora delle Agostiniane di Caravaggio (1511) (Suor Gabriella da Brignano) per condurla al vicino Castello di Vailate e insediavela fondatrice del monastero delle Serve di Maria. La seconda, quella avvenuta presso Pumenengo (Bergamo), il 24 maggio 1585, a un povero sordomuto che pregava dinanzi a una cappelletta campestre dedicata alla Madonna di Caravaggio; con l'invito al Signore del luogo a mutare la semplice cappelletta in un tempio, e l'improvvisa guarigione del sordomuto a prova dell'Apparizione. E sul luogo sorse infatti il bel Santuario detto "La Rotonda", per la sua forma circolare. La terza non una Apparizione, ma un duplice fatto miracoloso avvenuto a Codogno: la guarigione istantanea di una povera contadina che pregava dinanzi alla immagine della Madonna di Caravaggio (1709): e le misteriose e meravigliose circostanze che sventarono, l'anno dopo, la profanazione della Cappella che vi era sorta e il furto della lampada ad olio. Per cui, subito nel 1711, si diede mano alla costruzione del bel Santuario attuale, dove il Sacello della Madonna splende di una rara ricchezza di arte e di marmi. La quarta - assai nota e celebre - l'Apparizione ripetuta per cinque volte a Montagnaga di Pin (Trento) nel 1729-30, a una giovanetta del luogo. In essa la Madonna chiese ripetutamente di essere onorata sotto il titolo di Caravaggio. Sul luogo delle apparizioni sorse poi un Santuario - il Santuario della Madonna di Caravaggio: il pi importante e pi frequentato del Trentino. Venite a Me, voi tutti... Al luogo santificato dalla sua presenza e divenuto centro delle sue misericordie, la Madonna - attrasse, come attrae, in ogni tempo, gente d'ogni classe e d'ogni luogo a ottenere grazie e conforti. La storia ricorda tra i visitatori illustri: - la Principessa Edvige, figlia di Sigismondo Re d'Ungheria e Imperatore di Germania, che vi ottenne la guarigione da un lupus facciale (1460-70);

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- Luigi XII dei Francesi, quando venne a ringraziare per la vittoria ottenuta sui Veneziani ad Agnadello e a ricevere la consegna del territorio bergamasco (17 maggio 1509); - Il Papa S. Pio V. che venne al Santuario quando era Priore e Parroco del Convento Domenicano di Soncino, mantenendovi poi viva devozione; - Giovanni dalle Bande Nere, che vi pose il campo delle sue milizie (1523); - S. Carlo Borromeo, che vi battezz il figlio del Duca Francesco Sforza (1581); - Papa Gregorio XIV, Sfondrati, quand'era Vescovo di Cremona (1580-90); - Bianca Maria Visconti, che vi celebr le nozze nel 1716; - Ferdinando I Imperatore d'Austria e Re d'Ungheria, quando inaugur il viale nel 1838. E quanti altri personaggi illustri vollero passare qui per essere testimoni delle meraviglie della Vergine SS., e quasi per risentire il soave conforto della sua sensibile presenza. Dal 1630 la Direzione del Santuario doveva persino stendere un apposito cerimoniale da osservarsi in occasione delle visite pi illustri di Cardinali, Principi, Vescovi, ecc. Dal 1943 al 1955, il Santuario fu anche la sede ordinaria dei Convegni Annuali dell'Episcopato lombardo; con raduno dei Vescovi residenziali e ausiliari di Milano, Pavia, Cremona, Bergamo, Brescia, Como, Crema, Lodi, Mantova, sotto la presidenza del Servo di Dio Cardinale Ildefonso Schuster. (adesso santo) Tra gli illustri pellegrini possiamo rammentare il Card. Angelo Roncalli, in ripetute devote visite sia quand'era Nunzio in Turchia e Bulgaria, o Patriarca a Venezia: l'ultima il 30 agosto 1958, a meno di due mesi dalla sua elevazione al Soglio Pontificio con il nome di Papa Giovanni XXIII. Alla cui felice e venerata memoria la Comunit civica di Caravaggio volle intitolare il maestoso Viale del Santuario che unisce la Citt alla Basilica. Ed ancora: i Cardinali Arcivescovi di Milano, Montini, futuro Papa Paolo VI, e Colombo, che fu al Santuario numerose volte a guidare storici pellegrinaggi. Ma, soprattutto, da notare che il Santuario, da oltre cinque secoli, la mta di un ininterrotto pellegrinaggio di continue turbe d'infelici pieni di sofferenze e di speranze a chieder sollievo, e di folle sempre crescenti di fedeli oranti e osannanti, come centro desiderato per grandi manifestazioni a tutela della fede e a rinnovazione della piet e della vita cristiana. Memorabili, tra le recenti, per solennit di riti e concorso di rappresentanze e di folle, le Feste del 2 Centenario dell'Inconorazione (1910) e del 5 Centenario dell'Apparizione (1932) presiedute dal Cardinale di Milano, il Servo di Dio Card. Schuster, come Legato Pontificio, e che ebbe tra i Presuli presenti anche il futuro Pontefice Giovanni XXIII, che celebr in Santuario e nell'Arcipretale. Da ricordare, per valore cristianosociale, il lontano Pellegrinaggio Lombardo del 1879, con tutti i Vescovi di Lombardia e oltre 500 parroci e 50.000 fedeli. Pi recentemente degna di memoria nella Storia del Santuario la grandiosa Giornata di preghiera penitenziale per il Concilio Vaticano II, presieduta dal Card. Giovanni Battista Montini, Arcivescovo Metropolita, con i lombardi e altri diciasette Vescovi e pi di 3000 sacerdoti. Fu il 12 settembre 1962, nell'imminenza dell'apertura dell'assise ecumenica.

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E il 29 maggio 1970 i Vescovi della Lombardia, con a capo l'Arcivescovo di Milano, Card. Giovanni Colombo e presente, l'illustre oratore Card. Gabriele Garrone, prefetto della Congregazione per l'educazione cattolica, riunirono a Caravaggio, ai piedi della Vergine santissima, pi di 1500 sacerdoti per celebrare la Messa d'oro del Pontefice Paolo VI di v.m. Tra tutte le genti Per la sua grande portata storica, l'Apparizione di Caravaggio si eleva su innumerevoli altre - sulle poche che la precedettero e sulle moltissime che la seguirono -; e il culto della "Madonna di Caravaggio" si diffonde per tutta Italia dove moltissime chiese, parrocchie, cappelle, altari, edicole, ne tengono viva la devozione; cos in altri paesi d'Europa e, fin oltre gli oceani, nelle Americhe, nell'Africa e nelle Indie, sulle vie degli alti prodigi che continuamente la Vergine elargisce a chi l'invoca sotto questo titolo, e dovunque giunga l'acqua della inesausta fonte miracolosa. Particolarissima devozione alla "Madonna di Caravaggio" s'irradia, dal Santuario di Caxias do Sul, sullo Stato del Rio Grande del Sud in Brasile, che nel 1948 proclam la "Madonna di Caravaggio" patrona principale dello Stato, e dove nel settembre 1979 si rec il nostro Vescovo di Cremona, Mons. Fiorino Tagliaferri, per riunire la comunit cremonese dei sacerdoti missionari in terra brasiliana e celebrare nel grandioso Santuario le lodi alla Vergine di Caravaggio. La Madonna Nostra e gli ammalati Ogni Santuario diventa, per espressa volont della Vergine SS., un centro delle sue materne misericordie, ed perci naturale che attragga a s ogni sorta di miserie umane nella speranza e nell'invocazione di sollievo e aiuto. Anche il nostro Santuario esercita da oltre cinque secoli questa mirabile ed efficace attrazione, e, con le nascoste miserie dello spirito, richiama, all'onda fluente della sorgente miracolosa, ogni sorta di malattie che spesso qui trovano guarigione anche in forma prodigiosa. La mancanza, tra noi, di un Ufficio di constatazioni, come a Lourdes, fa si che gli ammalati non si preoccupino di portare i documenti delle loro infermit, onde sia un poco facilitata la constatazione delle guarigioni in caso di grazia. Per questo noi non facciamo pubblicit intorno alle guarigioni che qui avvengono. Ma pur a dichiarare che ordinariamente - ed cosa inspiegabile - i pellegrini del nostro Santuario rifuggono gi da se stessi alla pubblicit delle grazie e favori ottenuti. Anche se invitati a dare notizie, non rispondono, lieti di dire la loro riconoscenza alla Madonna dal segreto del loro cuore, dall'intimit del loro santuario domestico. Vi sono poi forme singolari di malattie che si rifugiano al nostro Santuario, e sono le forme nervose: nevrastenie, epilessie e isterismi - che spesso producono accessi e manifestazioni che il popolino attribuisce al maleficio o stregoneria, o a possesso diabolico. Come a Lourdes, a Loreto e in tanti altri Santuari, gli ammalati trovano da noi benevola accoglienza e premurosa assistenza. Specialmente per essi sorto l'Ospizio con ogni conforto. E per essi sono le pi belle manifestazioni di piet e invocazione, che realizzano qui, nel pi adatto ambiente, le celebrazioni del centro mariano internazionale di Lourdes.

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La Sezione Lombarda dell'UNITALSI (Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e Santuari Italiani) ha, nel nostro Santuario, il suo centro di attrazione; e il gruppo locale dell'Unione si presta sempre con illuminata generosit all'assistenza degli ammalati che giungono da ogni parte. IL SANTUARIO La chiesa antica A soddisfare l'espresso desiderio della Celeste Regina e la crescente piet delle folle accorrenti, sul luogo dell'Apparizione sorse subito una Cappella. Il 31 luglio 1432, due soli mesi dopo l'Apparizione, gi se ne autorizzava la posa della prima pietra. Successivamente venne ampliata a chiesa e decorata, poi trasformata e rifatta nel corso degli anni. Quasi tutte le immagini antiche della Madonna di Caravaggio portano, a sfondo della scena dell'Apparizione, una chiesa, dalla forma sempre uguale, che fa pensare sia riproduzione dell'antico Santuario. L'attuale Tempio Nel 1575-80 si ebbe la prima costruzione dell'attuale maestoso tempio, che costituisce l'opera pi bella, insieme alla chiesa-santuario di Rho in Lombardia, di Pellegrino Tibaldi de' Pellegrini, l'architetto di fiducia di San Carlo Borromeo: l'opera nella quale l'artista volle accostarsi di pi al grande maestro Michelangelo, e per la quale Filippo II di Spagna commise al Pellegrini i lavori di rifinitura e decorazione per il Reale Monastero di S. Lorenzo all'Escuriale di Madrid. Le opere di compimento del grande Santuario continuarono a lunghi intervalli, fino al 1700 circa. Nel IV centenario della edificazione, cio nel 1975, l'Amministrazione ecclesiastica riusc, superando difficili problemi interpretativi, di tradizione e finanziari, ad offrire alla vista del pellegrino lo spettacolo della purissima concezione architettonica del nostro Santuario. Il cui esterno aspetto, deturpato da troppo tempo da un intonaco giallo che tutto uniformava e confondeva, ora evidenzia al massimo un tipo di architettura - pregevolissima - che si regge su una propria nobilt di ritmo, con gli archi, le cornici, le lesene riemersi, cotti e mattoni sagomati finemente, zoccoli e capitelli in pietra dura alpina in giusta contrapposizione con le specchiature parietali rinnovate in intonaco grezzo, pur conservando una propria ed imponente staticit. Di questa opera restaurativa di ampio respiro - cui va dato giusto riconoscimento agli amministratori, alla Soprindentenza ai Monumenti di Milano e all'Impresa Doneda di Vailate - il visitatore riceve il massimo di interiore consolazione nell'ora del vespero, quando la luce del sole occidente dona a tutto l'ordine architettonico tibaldiano, influenzato dalla poderosa lezione michelangiolesca, un'esaltante armonia di volumi e di spazi: veramente si assiste al "miracolo del cotto del Santuario di Caravaggio" (Osmano Cifaldi). La grandiosa costruzione si stende sul braccio trasversale di un'immensa area a croce, che ne viene divisa in quattro piazzali, dei quali i tre maggiori sono circondati da portici.

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L'edificio a croce latina con due facciate, sormontato, alla crociera, da una solenne cupola (alt. m. 68) coperta in rame nel 1721-22, e di nuovo nel 1965, sotto la quale l'altare divide la chiesa in due corpi distinti: verso ponente la parte maggiore, e verso levante la minore, che sarebbe il vero e proprio Santuario, in vista del Sacro Speco dell'Apparizione. Molti chiedono perch il Santuario volge al viale il fianco invece che la facciata. Occorre ricordare che, quando sorse il Santuario, non c'era la strada diritta tra questo luogo e la citt, ma solo la stradetta tortuosa di comunicazione con Misano. Perci la fabbrica del Santuario si attenne alle leggi liturgiche secondo le quali (quando non si debbano servire altre esigenze di accesso) le chiese devono essere costruite in modo che il celebrante sia voltato verso Oriente nella celebrazione dei Sacri Riti, poich la salvezza ci venne dall'Oriente. La successiva costruzione del viale lo port a battere, colla sua rettilinea, sul fianco invece che sulla facciata dell'edificio, ma possiamo dire ben felice tale esigenza, perch il fianco del Santuario ne offre la visione pi grandiosa. Prima di entrare diamo uno sguardo al busto di Monsignor Cazzani. Il monumento dell'Arcivescovo Mons. Cazzani A chi entra in Basilica appare - solenne, paterna e benedicente - la figura dell'Arcivescovo Mons. Cazzani, il Presule che in mille modi rivalut e riafferm l'importanza del Santuario, e, in esecuzione dei Patti Latenarensi del 1929, port il Santuario stesso alla libera amministrazione dell'Ordinario della Diocesi cremonese. L'epigrafe, che sta sotto il busto in bronzo di Ferraroni di Cremona, chiara ed eloquente. Venne inaugurato nel 1957 dall'Arcivescovo Metropolita Mons. G.B. Montini, nel venticinquennale dell'avvenimento, lodevolmente ricordato ai posteri per volont del Vescovo di Cremona Mons. D. Bolognini e dell'Amministrazione ecclesiastica. L'altare Costituisce l'elemento pi ricco e grandioso tra i complessi monumentali del Santuario. Deliberata la costruzione, all'indomani della solennit dell'inconorazione della statua della Madonna, concessa dal Capitolo Vaticano nel 1710, fu affidata all'Architetto Siciliano, che ne elabor il progetto (1712), ispirandosi agli studi di Michelangelo per l'Altare della Confessione della Basilica Vaticana. Fu poi realizzato nel 1735 dall'Ing. Merlo di Milano e dagli scultori Nava per l'architettura e gli ornati, e Mellone per le statue. un tempietto formato da otto colonne abbinate, che si alza di quindici gradini, per tre ripiani, sul piano del tempio. Alto e grandioso, ricco di marmi vari e pregiati e di metalli dorati, con quattro statue negli intercolunni, eleva un baldacchino a festoni dorati, al cui fastigio quattro angeli recano una corona di stelle. Le quattro statue rappresentano quattro virt, forse le virt di Giovannetta, la veggente della Madonna: 1) la Fede .. (figura con la croce); 2) la Semplicit (figura che regge due colombe); 3) la Carit (figura che innalza il cuore); 4) l'Umilt (figura che tiene sotto il piede una corona).

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II Sacro Speco Sotto l'Altare Maggiore, sul luogo preciso toccato dalla presenza della Madonna e apertosi al Fonte miracoloso, il Sacro Speco dell'Apparizione, col gruppo statuario che ne ricostruisce la scena mirabile. Il gruppo statuario in legno - opera del Moroder di Val Gardena - fu inaugurato nel 1932, nelle feste del V centenario dell'Apparizione, presiedute dall'Em. Cardinale Schuster Legato Pontificio, che celebr la solenne Incoronazione della Statua. Precedentemente vi era una indecorosa statua, fatta da un modesto artigiano di Caravaggio nel 1816, rivestita da manti di preziosi tessuti, che le venivano mutati a rotazione secondo le solennit e le stagioni. Non si hanno notizie delle precedenti statue o figurazioni. La verga fiorita tra le due figure del gruppo, ancora quella lavorata in argento dal Bonetti di Milano per le feste del 1710. La prima solenne Incoronazione - per Decreto del Capitolo Vaticano - fu compiuta nel 1710. Chiude il S. Speco un cancello di sicurezza, al quale si unisce a sera una portiera con la scena della Apparizione sbalzata a grande lastra di rame dorato. Alla sommit dell'arco, una gloria di angeli intorno al monogramma di Maria, in bronzo dorato. Sulla soglia dello Speco sta la scritta: Adfuit hic Virgo - fixit vestigia plantae; letitiaque gemens - fonte rigatur humus. E vuol dire: Appare qui la Vergine; lasci l'impronta de' suoi piedi: e la terra, piangendo di letizia, s'aperse a un fonte. Una ricca cancellata - costruita a Brignano, in ferro battuto e ottone - divide il luogo di preghiera del clero e dei fedeli, da quello che ora la piazzetta dei ceri votivi. La quale, da principio, doveva invece essere la discesa al sotterraneo del S. Fonte, come si vede nel primo modello in legno dell'Altare, che si conserva ancora presso il Santuario. La decorazione del Tempio opera pregiata di Pittori Caravaggesi. (Purtroppo questa terra caravaggese nulla possiede delle opere d'arte del suo pi illustre figlio, il pittore Michelangelo Merisi (n. verso 1570 - m. 1610), l'immortale capo-scuola del Realismo, detto proprio Il Caravaggio). Giovanni Moriggia - dal 1845 al 1859 - a lunghi intervalli, dovuti a incomprensioni e contrasti locali e alle lotte da lui sostenute come patriota affiliato alla Giovine Italia - dipinse i quattro pennacchi sotto la cupola, la gloria della cupola stessa, le volte dei due bracci a lato dell'altare; e, da ultimo, i lunettoni sull'arco interno della due facciate, che sono i meno riusciti, per il pittore gi invecchiato e sofferente. Luigi Cavenaghi - Celebre in Italia e all'estero come insuperabile restaturatore dei pi grandi capolavori della pittura; direttore della Scuola Superiore d'Arte di Milano e poi delle Gallerie Vaticane compi, ad intervalli, dal 1892 al 1903, la decorazione della volta di tutto il tempio. opera giustamente lodatissima, per la quale lo scrupoloso pittore dovette superare molte difficolt, ispirando l'opera sua alle decorazioni eseguite dal Pellegrini nell'Escuriale di Spagna, da lui completato e decorato poco dopo la costruzione del Santuario e nel medesimo stile. La calda tonalit dei colori e la profusione degli ori danno a tutta la decorazione una vivezza di fiamma.

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IL CAPOCROCE O SANTUARIO

PROPRIAMENTE DETTO

Sull'arco contro facciata si vedono: la Visita di Maria alla cugina Elisabetta, e la Nascita di Ges, del Moriggia. Tutto il resto costituisce la prima parte dell'opera del Cavenaghi. Divisa la volta in tre arcate e vari campi da auree linee geometriche, il pittore vi profuse figure vivissime, tra una esuberante ricchezza di festoni, targhe, fiori e rabeschi e 22 angeli e 40 putti nei pi armoniosi atteggiamenti. Si ammirano verso i quattro angoli le figure maggiori: Isaia, Geremia, Davide e Salomone. Ai lati delle due finte finestre stanno i quattro Santi Padri della Chiesa latina: Ambrogio e Agostino, Gregorio Magno e Leone (in quest'ultima figura, le fattezze di Leone XIII allora regnante). Sotto la grande fascia sono rappresentati sei Santi cantori delle glorie di Maria: S. Gerolamo, S. Bernardo, S. Cirillo d'Alessandria, S. Ildefonso Vescovo di Toledo, S. Sofronio e S. Germano. Quattro piccole cartelle centrali a chiaro-scuro raffigurano le quattro virt cardinali: prudenza, giustizia, fortezza e temperanza. Ai lati della porta due grandi statue di S. Pietro e S. Andrea. Nei riquadri delle pareti, sono stati recentemente collocati grandi quadri, precedentemente non esposti ai fedeli: - Una tavola con la figurazione dell'Apparizione. Opera assai pregiata di ignoto di fine '500. Era precedentemente divisa in due parti, che formavano da battenti alla porta di chiusura dell'antica cappella della Madonna. - Grande tela, di buona fattura, con l'Apparizione e i Santi Fermo (patrono di Caravaggio) e Carlo Borromeo. I QUATTRO PENNACCHI SOTTO LA CUPOLA Opera del Moriggia. Portano in scena quattro donne dell'Antico Testamento, che, per qualche lato, rappresentano la Vergine SS. e la sua opera di mediazione e di salvezza. Vogliono pure figurare, secondo l'intenzione dei committenti, le quattro virt cardinali. Iniziando dalla destra di chi guarda l'altare maggiore, troviamo: 1) Ruth - Giovane donna, rimasta vedova, come la cognata, appena sposata, volle rinunziare a nuove nozze e restare accanto alla suocera Noemi per esserle di aiuto e conforto nel tramonto della vita. Poverissima, andava spigolare il grano per mantenere la suocera. Nei campi incontr Booz, signore del luogo, che lod la sua carit, soccorse la sua povert, e pi tardi la prese come sposa, facendola entrare nella famiglia da cui venne il Redentore (fu ava di Davide). Esempio di carit vera nei rapporti familiari. Virt: temperanza. 2) Giuditta - Il re degli Assiri, fiero delle vittorie ottenute sui Medi, voleva sottomettere tutte le nazioni vicine, e allora mand il generale Oloferne, dalla gigantesca statura, verso la Palestina e Gerusalemme, sulle quali avanzava il flagello devastatore. Eliacim organizz la resistenza, ma gli Ebrei, assediati in Betulia ed estenuati dalla sete, stavano per cedere. Allora Giuditta, una giovane donna, si avanz come ambasciatrice verso il campo di Oloferne, il quale l'accolse e l'ammise alle sue tende. Ma, nella notte, Giuditta tronc il capo ad Oloferne assopito nell'ubbriachezza,

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e determin la confusione e la fuga nel campo nemico, e la liberazione del suo popolo, che le decret il trionfo. Figura della Madonna che salva l'umanit vincendo il demonio. Virt:- fortezza. 3) Ester - Assuero, re di un grande territorio di 27 provincie dall'India all'Etiopia, sceglie Ester come sposa e regina, senza sapere ch'ella proviene dagli ebrei che egli tiene in schiavit. Aman, primo ministro del re, perseguita ingiustamente gli ebrei, e Mardocheo, zio e adottante di Ester, che ne uno dei capi. Ester interviene, denunzia al re le ingiustizie di Aman, e salva lo zio e il suo popolo. Figura della Madonna interceditrice per noi presso Dio. Virt: giustizia. 4) Abigaille - Mentre il re Davide s'accinge a vendicarsi fieramente dell'offesa che Nabal gli aveva recata, la moglie di costui, Abigaille, con molta accortezza, gli si fa incontro recando doni, per chiedere piet, offrendosi a subire lo stesso castigo meritato dall'insipienza del marito; e ottiene clemenza e perdono. Figura della Madonna interceditrice. Virt: prudenza. LA CUPOLA Il Moriggia, con larghezze di vedute e armoniosa grandiosit di linee, vi ha segnato l'apoteosi e la gloria della Vergine. Il tema vi tratto in due cerchi di figure e di scene. In quello superiore la SS. Trinit, circondata da figure di Angeli musicanti, e anche di sante Vergini (Cecilia, ecc.), secondo la parola che assicura ai Vergini un posto privilegiato e pi alto nella gloria. In quello inferiore Maria in trono circondata da un volo di angeli. Dietro le sta una schiera di Vergini biancovestite inghirlandate di fiori. Alla destra della Madonna, partendo dal trono, stanno i Santi Martiri Fermo e Rustico, Patroni di Caravaggio, S. Pietro Apostolo, Santi Dottori (in primo piano Agostino e Ambrogio); segue S. Stefano protomartire che presenta molti personaggi dell'Antico Testamento, tra i quali primeggiano Mos, Aronne, Simeone. Alla sinistra della Madonna il gruppo degli Apostoli ed Evangelisti con S. Paolo, segue S. Giovanni Battista Precursore che addita la Vergine al gruppo dei Profeti e Patriarchi con in primo piano il Re Davide. A chiudere i due semicerchi, stanno, di fronte al trono di Maria, le figure di Adamo ed Eva con il figlio Abele. Cos che, volendo considerare la scena nella sua ordinata unit, vediamo: dai progenitori partono per due lati verso il trono della Madonna, i personaggi dell'Antico Testamento, preceduti, da una parte, dal Precursore, e dall'altra dal Protomartire; innanzi a loro stanno i personaggi del Nuovo Testamento. Lo sfondo della scena occupato da figure di secondo piano. Tutta la decorazione della cupola, che lega incornicia e fa splendere gli affreschi del Moriggia, opera del Cavenaghi. Tra la prima e la seconda balconata, alternate coi finestroni, stanno le quattro grandi statue degli Evangelisti, coi rispettivi simboli: S. Matteo con l'Angelo, San Marco col leone, S. Luca col vitello, S. Giovanni con l'aquila. Sulla balconata inferiore sistemata una parte dell'organo, e precisamente i concerti di viole, voci umane e campane. Sotto la balconata, in grande fascia a fondo dorato, ad

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imitazione di quella della cupola di S. Pietro a Roma, corre la scritta latina che dice: Ho scelto e santificato questo luogo perch qui permanga il mio nome e vi restino aperti il mio cuore e i miei occhi in tutti i giorni. BRACCI LATERALI DELLA CHIESA La volta dei bracci laterali stata affrescata dal Moriggia, con pitture che si elevano sull'altre sue, e per nobilt di forme e ricca variet di colori. A sinistra di chi guarda l'altare, nella parte della sagrestia, si ammirano nella volta: al centro l'Immacolata; ai lati la cacciata dei nostri progenitori dal Paradiso terrestre dopo il peccato, e la Nativit di Maria. Ai lati della finestra le figure della Fede e Religione. Tutto intorno, a sfondo d'oro, la insuperabile decorazione del Cavenaghi, che, pi sotto, d, balzanti da due finestre circolari, le figure dei profeti Habacuc e Michea. Domina la parete centrale la grande tavola della Deposizione di Ambrogio Bergognone (1490-1500), il grande pittore che ha i suoi capolavori alla Certosa di Pavia. Basta il nome a dire l'incalcolabile valore del quadro. Nel braccio destro abbiamo, nella volta, ad opera di Moriggia, l'Assunta, la presentazione di Maria al Tempio e Ges tra i dottori. (Nell'affresco della presentazione di Maria al Tempio, nel personaggio che osserva la scena dal tendaggio l'autoritratto dell'autore). Ai lati della finestra le figure della Speranza e Carit. Sotto, nella decorazione di Cavenaghi, sono i profeti Malachia e Zaccaria. In piano sono gli otto confessionali degli uomini, di recente fattura; i simboli scolpiti e dorati nelle cimase richiamano la dottrina sul Sacramento che vi si amministra. Sopra i confessionali un quadro di ignoto autore con la cena di Baldassarre, in cui apparve una mano misteriosa a segnare in tre parole Mane-Thechel-Fares la condanna del re e la caduta del suo regno. LA NAVATA MAGGIORE La squisita ornamentazione a rabeschi, festoni, targhe, cartelle, rosoni e cammei, rende la volta tutto un meraviglioso ricamo. I colori vi sono attenuati al confronto con la parte del Capocroce. La volta divisa in cinque campate corrispondenti alle arcate delle cappelle sottostanti. Ai lati delle finestre e sopra di esse, sibille e angeli e putti, nelle pi belle e varie pose, riempiono di vita il tempio, e richiamano ed elevano il pensiero dei fedeli. Profusione di simboli nei disegni e di voci nelle targhe, cantano ed esaltano tutti i titoli di grandezza, e di gloria della Vergine. Le cartelle centrali delle volte recano, in figurazione simbolica, le Litanie della Madonna. Contro facciata, nell'arcone, sono l'Annunciazione e lo Sposalizio della Vergine, ad opera del Moriggia. Pi sotto Cavenaghi ha posto, in due quadri decorativi a chiaro-scuro, la Religione e la Speranza.

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LE OTTO CAPPELLE Sono ricche (meno una) di decorazione a stucchi e pittura, antichi o imitati, di bella fattura, con tutti gli altari in marmi policromi, qualche buon quadro e belle statue decorative laterali. Scendendo dall'Altare Maggiore si trova, a destra: 1. - Cappella di S. Anna e S. Gioachino, genitori di, Maria SS. Il quadro un bel lavoro del Moriggia. Nella volta Angeli di recente fattura. Ai lati le statue di S. Giuseppe e S. Giovanni Battista. 2. - Cappella di S. Pietro Apostolo. Il quadro rappresenta la pesca miracolosa. opera discreta di autore ignoto. Bellissimi i sette quadretti della volta, con episodi della vita del Santo, a tinte cariche, dipinti nel 1931 dal pittore bresciano Cresceri, mentre Trainini ha eseguito gli stucchi. Ai lati le statue dei Santi Martiri Fermo e Rustico, Patroni di Caravaggio. 3. - Cappella di S. Antonio da Padova e S. Lucia Vergine Martire. Il quadro rappresenta il Santo e la Martire in contemplazione della Madonna. opera di ignoto ('700?). La volta fu decorata nel 1931 dal Boggiani con due episodi della vita di S. Lucia (la visione alla tomba di S. Agata, e la Santa trascinata al martirio) e di S. Antonio (il Santo davanti al feroce Ezzelino da Romano, e il miracolo della mula che adora l'Eucarestia). 4. - Cappella di S. Michele. Il quadro una brutta copia di quello del Reni, fatto dal Gallinoni di Calvenzano. I simboli eucaristici della volta e la migliore fattura della balaustrata ricordano la custodia del SS. Sacramanto a questo altare negli anni passati. Sull'altro lato della chiesa (e, traversando, troviamo, ai lati della porta maggiore, altre due statue dei Santi Fermo e Rustico): 5. - Cappella di S. Antonio Abate. Un bel quadro del '700 rappresenta il Santo, diversamente alla forma consueta, in abiti pontificali. Nella volta, le cartelle rappresentano episodi della vita e delle tentazioni del Santo. Ai lati le statue dei Santi Apostoli Tommaso e Bartolomeo. 6. - Cappella dell'Addolorata. l'unica che manca di decorazione nella volta. In compenso ha un bel quadro del Cavedoni (1600) rappresentante la Deposizione di Cristo. Passato da Imola alla Pinocoteca di Brera, questa lo pass al Santuario. Ai lati le statue di Davide e Daniele (scultore Rusca). 7. - Cappella dei Santi Filippo e Giacomo. I Santi sono raffigurati nelle due statue laterali e nel quadro che pala all'altare. Le cartelle della volta rappresentano episodi della vocazione e dell'attivit dei due Apostoli. 8. - Cappella del Rosario. Il quadro ritrae la Madonna del Rosario, col Papa S. Pio V, dell'Ordine dei Domenicani, propagatore di tale preghiera e devotissimo della Madonna sotto il titolo dell'Apparizione di Caravaggio, da lui conosciuta e venerata quando fu Priore e Parroco a S. Giacomo di Soncino. Nel quadro pure rappresentato Soncino Secco, membro illustre della nobile famiglia tanto benemerita del Santuario. Nelle cartelle

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della volta i misteri del Rosario. Ai lati le statue dei Santi Evangelisti Giovanni e Marco. Grazie ricevute ed ex-voto Le pareti del Santuario offrono al pellegrino una visione pur ricercata, anche se la negazione dell'arte: quella dei cuori votivi e dei quadretti che ricordano alcune delle innumerevoli grazie elargite dalla Madonna da questa Sua casa. Nel novembre del 1966 migliaia di questi cuori d'argento sono stati offerti per soccorrere gli alluvionati, rispondendo all'appello rivolto a tutte le chiese dalla Conferenza Episcopale Italiana. I pochi rimanenti vennero collocati in bell'ordine sulle pareti della navata prospiciente il S. Speco e nei bracci laterali della Basilica. Per quanto numerose queste prove di riconoscenza, sappiamo che immensamente pi numerose sono le grazie elargite dalla Madonna, anche a contare solo quelle in ordine materiale; ma i fedeli del nostro Santuario, come gi accennammo pi sopra, hanno l'abitudine di non comunicare le grazie ricevute, quasi nel timore di sciuparne la bellezza e l'intimo godimento, mentre tale pubblicazione servirebbe assai alla propaganda del culto della Vergine. I fedeli che volessero fare offerte speciali a segno di riconoscenza o di invocazione, sarebbe bene chiedessero prima alla Direzione del Santuario in quale forma torni pi opportuna l'offerta. L'organo Costruito nel 1837 da Serazzi di Bergamo fu rifatto nel 1905 da Vegezzi Bossi di Torino, e, nel 1927, restaurato e diviso in tre corpi da Tamburini di Crema. Nel 1954-55 venne completamente rinnovato e ampliato dalla Ditta Balbiani-VgezziBossi di Milano. un grandioso strumento d'incomparabile potenza ed effetto; uno dei migliori organi: veramente degno della celebre Basilica di Caravaggio. Ha mantenuto la precedente divisione in tre corpi: due di essi (uno di fronte all'altro) nella navata maggiore della Basilica, il terzo sulla balaustrata della cupola. Dietro la ricca volta a stile barocco che incornicia i gruppi di canne sonore pi pregiate, in stagno, con artistica lavorazione delle bocche di suono, sta il grande organo, disposto in un poderoso impianto a sei piani sovrapposti di diecine di somieri. Sulla cantoria di fronte, un corpo d'organo corale destinato a sostenere i cantori. Sulla balaustrata della cupola hanno sede particolari concerti che danno mirabili effetti di eco; concerti di viole, voci umane e campane. Sulla cantoria piazzata la consolle, con quattro tastiere a trasmissione elettrica, una delle quali corrisponde con gli strumenti della cupola. L'organo composto di un complesso di 127 registri e circa 6000 canne. Ha tale potenza che, con un accordo di soli ripieni, si fanno suonare contemporaneamente circa mille canne, e col graduatore si fanno entrare, con un crescendo di intensit, tutti i registri.

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La sagrestia All'ingresso, sulla destra, una lapide con medaglione bronzeo ricorda il Vescovo cremonese Danio Bolognini, che per singolare devozione volle proclamata dalla Sede Apostolica la B. Vergine di Caravaggio Compatrona Principale della Diocesi. L'anno il 1962. Sembra una sala principesca, superiore per arte al Santuario. Era in origine Cappella di Patronato di nobile famiglia benefattrice (fam. Secco) con tribuna aperta verso l'altare e il Sacro Speco. Spenta la famiglia e cessato il diritto di Patronato, divenne Sagrestia. Ha nel vlto diciotto affreschi di Camillo Procaccini - 1610 circa - (il Procaccini ha lavori anche nella chiesa parrocchiale di Caravaggio e alla Certosa di Pavia), rappresentanti episodi della vita di Maria e la sua gloria nell'Assunzione, con le figure dei dodici Apostoli. Gli affreschi sono divisi e incorniciati da una ricca decorazione a stucchi che sorprende il visitatore. Sotto, corrono per tutte le pareti, grandi armadi di bella fattura, ancora dei Carminati di Caravaggio (1732). Sull'alto degli armadi, tra le cimase ornamentali, 14 putti alati, in graziosissimi atteggiamenti, tengono concerto, in onore della Madonna. Sul fondo della Sagrestia, una mensa con ricca ancona in legno e un bel quadro del cremonese Stefano M. Legnani (1600-1715) raffigurante S. Francesco d'Assisi che venera il Cristo morto sulle ginocchia della Madre. Ancona e quadro provengono dal soppresso convento dei Cappuccini in Caravaggio. Ai lati, i confessionali per i Sacerdoti, sempre di pregiata fattura e con bei crocefissi in avorio. Sopra la Sagrestia una grande stanza, dove si trovano due vaste costruzioni in legno, rovinate dall'incuria dei tempi: un antico modello dell'altare maggiore; che presenta alcune diversit da quello costruito poi, e una riproduzione della mole del Santuario. Il tesoro QUELLO CHE C'ERA Le frequenti visite di personaggi illustri, la riconoscenza di tanti beneficati e guariti, la devozione di tutti i pellegrini, avevano adunato al Santuario ricchezze e tesori d'incalcolabile valore. I documenti d'archivio ricordano ancora i doni dati a Giovannetta stessa dai Visconti di Milano, dal governo di Venezia, dall'imperatore di Costantinopoli. Quelli della Principessa Edvige guarita improvvisamente poco dopo l'apparizione; di alcuni regnanti (Luigi XII di Francia, Ferdinando I d'Austria, Bianca Maria Visconti, ecc.); dei Pontefici S. Pio V e Gregorio XIV e di altri Prelati della Chiesa; e quelli pi modesti, ma numerosissimi, dei fedeli. Si ricordano in modo particolare un prezioso pettorale d'oro per la statua della Madonna con 106 brillanti, 250 diamanti e 125 rubini, ecc.; e l'aquila in oro e pietre preziose (offerte dai conti Melzi) che stava sull'alto dell'arco del S. Speco, come risulta anche dalle numerose antiche incisioni. Un inventario del 1790 segna, a Kg. 64 d'oro e Kg. 288 d'argento, i preziosi posseduti allora dal Santuario.

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Ma le requisizioni di guerra fatte dal governo austriaco e dalla Repubblica Cisalpina, e i frequenti saccheggi subiti dal Santuario per il continuo passaggio di banditi provenienti tutti d'oltre confine e dai vicini boschi dell'Adda e del Serio, fecero scomparire tutti quei tesori; in seguito le vendite effettuate di anno in anno dalle civili amministrazioni precedenti per realizzare somme da destinare ad altre necessit, non permisero pi di raccoglierne una cosi ricca dote. QUELLO CHE CE Oggi il tesoro formato di: a) Quadri di ottima fattura - custoditi in Basilica e nell'appartamento vescovile - tra i quali primeggia per valore la grande tavola della Deposizione di Ambrogio Bergognone (1490); b) Vasi sacri - Un calice, un grande ostensorio (fatti nel centenario del 1932), e la corona della Madonna, in oro massiccio e pietre preziosi. Molti calici in argento, con buoni lavori in cesello e bulino; tra essi meritano speciali menzione uno del '500, dono del Comune di Caravaggio, e uno con smalti, dono del Cardinale Federico Borromeo. Altro ostensorio grande in argento massiccio; il reliquiario della Santa Croce. E, pure in argento, servizio di dieci candelieri e lampade, croce e quattro portavasi per l'altare; servizi per lavanda, incenso, ecc. c) Parati sacri - sono molti e di valore: tessuti d'ogni colore, broccati d'argento e d'oro, o tramati e ricamati. Sono, per lo pi, tessuti preziosi del '600 o'700; che rivelano la loro provenienza da case principesche, dagli stemmi gentilizi che vi sono ricamati. Torre campanaria I vari progetti del Santuario contemplarono sempre, come una logica necessit, anche la torre campanaria. Ma, un po' le discussioni mai concluse sui vari progetti di fronte alle reali difficolt che presentava una torre a fianco della grande cupola; un po' i continui dissanguamenti delle offerte raccolte, per incameramenti o per forzosi prestiti di guerra... fecero si che la torre restasse fin qui un pio desiderio, e una chiara necessit avvertita da tutti i fedeli di fronte all'indecoroso rustico portichetto pensile che ricovera le cinque garrule campane, formanti un bel concerto in re maggiore. IL SOTTERRANEO DEL SACRO FONTE Negletto e abbandonato per secoli, il sotterraneo che custodisce il luogo preciso toccato dalla Apparizione e la sorgente miracolosa, solo in questi ultimi anni (195052), ha avuto, dalla tenerezza filiale del compianto Arcivescovo Mons. Cazzani, dalla generosit di mille e mille fedeli e dall'opera di egregi artisti, una mirabile e preziosa cornice di suggestiva bellezza. Esclusi per sempre allagamenti e rigurgiti d'acque, piet ed arte sono scese a valorizzare nel Sacro Fonte la testimonianza viva dell'Apparizione e a rendere sempre pi sensibile la perenne, viva e operante presenza della Divina Consolatrice e Regina di pace.

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Presenza che vibra lieve nella fastosa ricchezza degli ori, splendenti d'ogni parte e quasi rovesciati dalla elevante tazza; e penetra l'anima come il raggio delle luci, riflesse nella trasparenza dei cristalli e nell'onda purissima rigeneratrice; mentre la Vergine ripete il suo messaggio dal molteplice e armonioso coro figurato di creature di terra e di cielo. Su prime linee direttive strutturali dell'Architetto Rastelli e sotto la direzione tecnica dell'Ing. Scaglia, gli artisti Mario Busini pittore e Piero Ferraroni scultore furono gli artefici della ammiratissima opera di figurazione e ornamentazione del sotterraneo. Opera alla quale cooperarono con valentia: 1'Arte Musiva di Milano per i mosaici; e le Ditte: Doneda di Vailate per le opere murarie; Papis di Brescia per i pavimenti; Ampleati e Trombini-Catterino di Cremona per l'illuminazione; Boccacci di Cremona per le fusioni in bronzo; Bonini di Cremona per il ferro battuto e gli ottoni. Comode rampe cordonate, correnti sui fianchi del Santuario, scendono ai monumentali portali d'accesso e di uscita del sotterraneo. I parapetti marmorei che le proteggono si ornano di quattro stemmi: quelli del Papa Pio XII e dell'Arcivescovo Cazzani all'entrata; e quelli di S.E. Mons. Rota, Presidente di Amministrazione e della Basilica Santuario, all'uscita. Il mirabile complesso dell'opera splende, gi dall'ingresso, all'occhio sorpreso del pellegrino. Il grande corridoio di 30 metri, appare diviso, come gi in antico, in cinque celle, ora pi belle e regolari. La pavimentazione ad opus incertum di marmi chiari. Pareti e volte sono tutte rivestite a mosaico, nel quale il calore dei toni e al ricchezza dell'oro e degli ornati va gradualmente accendendosi verso il centro, per diminuire e spegnersi verso l'uscita. La I cella come un piccolo museo, che raccoglie in nicchie ricavate dentro le pareti, tre cimeli assai interessanti: 1) LA MADONNINA MARMOREA Opera di fine Trecento o del primo Quattrocento, con epigrafe gotica alla base, che parla dell'Apparizione, e costituisce uno dei pi importanti documenti dell'epoca del grande avvenimento. una Madonna seduta con in grembo il Divino Bambino; tagliata in due parti orizzontalmente sotto il ginocchio e reca sulla fascia di base una iscrizione che prezioso documento di prova dell'Apparizione. L'epigrafe, in sei esametri latini, dice: La terra di Caravaggio (stata resa) recentissimamente davvero felice - perch le apparve dappresso la Santissima Vergine Maria nell'anno 1000+400+(8x4) (1432) - al tramonto del sesto giorno avanti le calende di giugno (26 maggio) - ma Giovannetta assai pi felice d'ogni altra persona - perch merit di vedere la gran Madre del Signore. I caratteri dell'epigrafe e della scrittura gotica e, pi il valore di quel nuperrime = recentissimamente fanno risalire senza dubbio la scritta a pochi anni dopo l'Apparizione.

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La parte superiore della statua pu essere anteriore alla base: lo fa pensare la diversit del marmo e della fattura che gli intenditori trovano nei due pezzi, e lo fa supporre il fatto che, se si fosse scolpita la Madonnina a ricordare l'Apparizione, le si sarebbe dato un atteggiamento che rievocherebbe il fatto e non si sarebbe fatta una Madonna col Bambino. Notizie frammentarie ci inducono ad ammettere che la statua della Madonnina, aggiuntavi la parte inferiore con l'epigrafe, sia stata posta da principio nella casa di Giovannetta, trasformata come in piccolo Santuario ricercato da molti visitatori; e ben lo induce l'enfatica voce dell'iscrizione, indirizzata non alla Madonna ma a Caravaggio e soprattutto a Giovannetta. Nei passaggi di truppe, con relativi saccheggi, la casa ritorn ad usi profani e la statua dovette subire spostamenti vari non noti. Nel 1694, quando fu allargata la strada tra il paese e il Santuario, la Madonnina fu innalzata su una colonna dorica di marmo poggiante su base quadrata, e posta al confine del rettilineo della strada, dove questa piegava a sinistra per entrare in paese da Porta Vicinato. E quella localit si chiama ancora Madonnina. Poi fu spostata a destra, nel 1802, quando si allarg e rettific il tratto di strada fino a Porta Nuova. In seguito - 1875? - fu tolta e posta in uno stanzone sopra la sagrestia, per discendere poi in Cancelleria; mentre basamento o colonna finirono tra i rifiuti nel cortile dei Sacerdoti. Recentemente, collocata la Madonnina nel sotterraneo del Sacro Fonte, l'antico basamento recante le due scritte a ricordo degli spostamenti subiti sul viale (16941802) fu posto sotto il porticato, presso la porta d'ingresso dell'Ospizio, mentre la colonna tornata in luce e in attivit al centro di una sala dell'Ospizio stesso. 2) LA GHIGLIOTTINA Questo strumento di decapitazione, che la storia fa risalire solo al 1789, al medico francese Guillotin, di cui ricorda il nome, trova qui un lontano ma chiaro antenato. Che cosa ricorda? Nei primi mesi del 1520 venne catturato, qui presso, un tortonese capo di briganti, e venne condannato a morte. Perch l'esecuzione della sentenza servisse di monito a molti, la si differ al 26 maggio, giorno anniversario dell'Apparizione, in cui gran folla conveniva a Caravaggio. Ma, nell'attesa, il condannato s'era pentito e convertito. Il giorno 26 - innalzato il palco, e adunata la folla con squilli di tromba - si dava esecuzione alla sentenza. Ma, per quanti tentativi si facessero, quando la scure calava sul collo del condannato si inceppava e non lo sfiorava neppure. Allora la folla grid al miracolo, affermando che era la Madonna che non voleva fosse contaminato il suo giorno di grazia da uno spargimento di sangue. Il condannato ritorn al carcere: ma poi il Senato di Milano lo mand libero, ritenendo cosa ingiusta il condannare uno che era stato salvato per divino intervento. Eretto il nuovo tempio, la ghigliottina fu sistemata su una parete esterna, con sotto la grande scritta latina, voluta da Nicol Secco a commemorazione del fatto, cui egli aveva assistito da fanciullo.

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Ora la ghigliottina scesa qui a pi chiara visione dei visitatori; e, mentre la lunga epigrafe latina rimane all'antico posto, all'esterno del Tempio, qui poche parole spiegano il fatto: Sul capo del bandito penitente - qui dalla umana giustizia atteso a morte - la materna bont della Vergine - arresta la scure ferale - XXVI Maggio MDXX. 3) IL CATENACCIO SPEZZATO Ricorda questo fatto. Il 9 agosto 1650 un devoto pellegrino si imbatt qui in un suo nemico che lo minacciava di morte. L'aggredito corse verso il Tempio per sfuggire alle ire del nemico armato, e, trovando la porta chiusa, invoc la Madonna. Il catenaccio si spezz, la porta si aperse a suo rifugio e si richiuse da s in faccia all'ira del persecutore. Allora il catenaccio, nei due pezzi sui due battenti, fu conservato a ricordo; e perch i visitatori non lo asportassero, vi si misero le due rozze inferriatine. Ora, demolito il portale, ne furono salvati i due pezzi col catenaccio, e posti in visione sotto cristallo. Le parole dicono a spiegazione: Infranto per virt suprema il catenaccio del portale la Madonna qui rifugia e salva da ira nemica un suo devoto 1650. La II cella La volta e le pareti son tutte decorate da figurazioni simboliche che esaltano le virt della Vergine, la sua missione, le sue misericordie: Eletta come il sole - bella come la luna - stella del mare - citt fortificata - torre d'avorio - casa d'oro - trono del Re tabernacolo di Dio - nave di salvezza - candelabro della citt eterna - colomba del cielo - lampada splendente - sede della sapienza - vaso di devozione - incenso fragrante a Dio - radice di Jesse - oliva verdeggiante - vite feconda - palma frondosa albero della Croce - albero della vita - fiore di campo - rosa mistica - viola profumata giglio tra le spine. Ed ecco le arche cilindriche (sorgenti luminose) in marmo giallo di Siena, attorno alle quali scolpita a bassorilievo, una festa di putti scherzanti con cerbiatti solleciti a raccogliere frutti. La cella centrale La doviziosa profusione degli ori e la ricchezza delle figurazioni danno, completa, la sensazione di trovarci nel luogo pi intimo e sacro, dove vibra la presenza della Madonna. Sopra il Fonte, scaturito miracolosamente dal terreno toccato dalla presenza di Maria SS., sta il grande quadro dell'Apparizione, che riporta la scena del 26 maggio 1432, nella luce del tramonto infuocato, tra angeli osannanti. Occorre prostrarsi in preghiera. A ciascun pellegrino la Vergine dice: Stanno aperti i miei occhi e il mio cuore su quanti mi invocano in questo luogo che io ho eletto e santificato. Sulla ghiera marmorea che incornicia la vasca, due angeli bronzei recano in mano fronde di mirra e di ulivo ( la penitenza chiesta dalla Vergine come prezzo della pace promessa) e con le ali fermano il robusto cristallo posto a protezione del fonte. Ai lati del mosaico dell'Apparizione, due delizione coppie di angeli osannanti alla celeste Regina.

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Fuori del nicchione, lateralmente ad esso, due personaggi devotissimi della Madonna di Caravaggio e grandemente benemeriti del suo culto e del suo Santuario: - Papa Gregorio XIV (il cremonese Nicol Sfondrati) che, come Vescovo di Cremona (1560-1590), visit molte volte il Santuario vecchio, aiut il sorgere del nuovo, ordin che le impronte che la tradizione assicura lasciate dalla Madonna apparsa, venissero, per riverenza, coperte col simulacro, e, come Pontefice, don al Santuario un calice prezioso e concesse la festa liturgica dell'Apparizione. Ai suoi piedi la visione della Cattedrale di Cremona vigilata dal Torrazzo. - S. Carlo Borromeo, Arcivescovo di Milano (1564-1584) e Metropolita delle diocesi lombarde, che diede validissimo impulso alla costruzione del nuovo santuario commettendone egli stesso il progetto al suo architetto: Pellegrino Pellegrini. Per questo, egli raffigurato in atto di presentare alla Madonna, che spessissimo veniva qui a pregare, il bozzetto della imponente nuova costruzione. Le didascalie, col loro trasparente latino, dicono i nomi e le attribuzioni: Gregorius XIV Sfondratus - Cremonae suae olim episcopus. S. Carolus Borromaeus - Cardinalis Metropolita. Nell'altro nicchione, la ricostruzione dell'incontro di Giovannetta con l'Imperatore d'Oriente Giovanni III Paleologo, poco dopo l'Apparizione. Davanti al Sovrano, avvolto nella maest della porpora, sta la Veggente. Da lui cercata a seguito del prodigioso avvenimento, a lui venuta, recando, con l'invito celeste a dar pace e unit alla Chiesa, un'anfora d'acqua attinta al fonte della Vergine: acqua che, con la forza del prodigio, documenter all'Imperatore la verit dell'apparizione e del messaggio. Attorno ai due personaggi, il fasto della corte bizantina e dell'ambasciata con cui il Duca di Milano aveva scortato la Veggente fino al trono imperiale. Lateralmente due coppie di paggi, reggono gli scudi dei Visconti di Milano e del Leone di S. Marco di Venezia. Ai lati della grande scena, stanno due figure principesche: - Il Duca Filippo Maria Visconti, sotto il cui dominio era Caravaggio al tempo dell'Apparizione, il quale, avuta notizia dal Governatore del borgo, che prodigiosi avvenimenti erano avvenuti nei confini del suo stato, fece venire davanti a s la Veggente, ne ascolt il messaggio di penitenza e di pace, ricevette il dono dell'acqua miracolosa, ricambi con donativi preziosi per l'erigendo Santuario e mise sotto la materna protezione della Vergine s, la famiglia e i sudditi suoi. Cos lo ha effigiato l'artista mentre presenta umilmente alla Vergine la corona della sua sovranit; - Il Doge Francesco Foscari, celebre condottiero e valoroso artefice della potenza della Serenissima, rinfoderata la spada, sembra offrirla umilmente alla Vergine, per chiudere, finalmente, le sanguinose ostilit con Milano e stringere la pace da Giovannetta domandata per comando della Vergine. La scritta posta sotto il grande mosaico storico d senso unitario all'intera parete: "Messaggera della Vergine - ai governanti di Milano e Venezia - all'Imperatore di Bisanzio - umile - Giovannetta - reca con l'acque del Fonte Sacro - l'annunzio di Maria - pace tra i popoli nell'unico ovile." Sotto l'elegante cupoletta, nel pavimento prezioso per marmi rarissimi riflettenti i segni della regalit di Maria, una scritta latina invita i pellegrini ad attingere con fede le acque del fonte. La scritta ripetuta, a visione libera, nella ultima cella.

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Il visitatore ammirer anche l'eleganza dei cancelletti in ferro battuto o ottone, solidissimi e leggiadri insieme, recanti il motivo della verga che fiorisce dall'onda. La IV cella Ripete la seconda, pur con diversa distribuzione di simboli e figure. La V cella occupata dalla grande vasca monolitica in marmo giallo di Siena, dalla quale rubinetti bronzei a corolla rovesciata e zampilli donano ai devoti le acque del Sacro Fonte. Nel ricco - e squisito bassorilievo dei cervi accorrenti all'acqua viva, tradotto l'anelito che da secoli sospinge le folle a questa fontana portentosa: l'anelito al perdono, al conforto, alla pace. Il discorso avviato sulla vasca, trova compimento sulla parete di fronte, dove la voce raccolta dal pavimento della cella centrale vien qui ripetuta ai pellegrini con la insistenza di un monito: "Perch le acque del fonte miracoloso siano rimedio all'infermit - attingetele con fede e speranza ardenti - nello spirito purificato dalla penitenza." Al pellegrino che esce dagli splendenti ambulacri con rinnovata fede, una lapide riassume in breve i fasti del Santuario e del Fonte: "Qui dove materna apparve - nunzia di conforto e di pace - Carlo Borromeo e Nicol Sfondrati - innalzarono sublime - il tempio dell'amore supplichevole - alla Madonna di Caravaggio - e l'Arcivescovo Giovanni Cazzani - nell'anno giubilare MCML - incaston regalmente - nei mosaici e nei marmi - il fonte prodigioso - apertosi a misericordia - il XXVI maggio MCCCCXXXIL" INTORNO AL TEMPIO Piazzali e portici A limitare geometricamente la grande distesa dei piazzali, sulle cui falde di verde prativo corre tranquillo lo sguardo e si riposano a capannelli i pellegrini, ecco la lunga teoria dei portici, che si stendono su tre parti della gran croce formata dall'area del recinto del Santuario. Sorse primo (1686-1690) il triportico di levante; poi (1728-30) il semicerchio che va dalla Cancelleria all'Ospizio; nel 1731-38 il triportico di onente. Ma il piazzale maggiore era ancora occupato da un ~i largo sviluppo della casa colonica fino alla linea dell'attuale fontana con l'obelisco. Anzi, alle due estremit dell'attuale fontana, sorgevano: verso il Santuario, la Cancelleria; e, verso il viale, una trattoria a comodit dei pellegrini. Solo nel 1880-84, a seguito dell'eredit Borri, fu possibile raddoppiare regolarmente e liberare il piazzale maggiore, e costruire l'altro semicerchio di portici. 1 portici corrono cos, con 200 arcate, per un sviluppo di quasi ottocento metri, su una larghezza di m. 5,50; offrendo un artistico e vastissimo sviluppo di spazio coperto che d possibilit e comodit eccezionali a pellegrinaggi, processioni e funzioni. Nel 1953, con lavoro lungo e costoso, tutte le zone verdi, entro il giro dei portici, vennero geometricamente sistemate e recinte da cordoni di granito; e tutti i piazzali e

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viali interni vennero livellati e asfaltati, premessa la posa di un vero labirinto di tubazioni sotterranee e di canali alle gronde di tutti i portici, per la raccolta e il deflusso delle acque piovane. A chiudere il piazzale verso il viale era una grande cancellata di 15 m. di estensione, opera del caravaggese Bacchetta (1910) cui venne aggiunta nel 1971, in armonico proseguimento, quella che recinge i lati aperti del perimetro del Santuario. L'artistica opera dei fratelli Cauzzi di Cremona. La grande fontana Rappresenta una sosta singolare e cercata per tutti i pellegrini del Santuario. Ha subito radicale trasformazione nel 1957, su progetto Ferraroni-Busini di Cremona. Demolito il vecchio parapetto a muraglione rustico, consolidato il fondo con circa 200 palafitte in cemento e una profonda vasca armata, si costruita l'attuale splendida balaustra di marmo, che attrae la comune ammirazione. La vasca lunga m. 47,70 e larga m. 4,70. Per tutto il perimetro, di oltre 100 metri, corre la solenna balaustra di marmo di Mazzano e Botticino, movimentata dalla sua linea sapientamente spezzata e dall'alternato stendersi di paliotti e balaustrini dritti e rovesciati e di pilastrini in mattoncini antichi a vista. Piet e arte hanno cos gentilmente inquadrata quest'onda limpidissima del prato Mazzolengo, che accoglie il pellegrino e lo sospinge e l'accompagna al Sacro Fonte della Madonna, e alle pure sorgenti della grazia. La piscina L'acqua di questa fontana passa sotto il Santuario, e raccoglie nel suo corso l'onda dell'acqua del Sacro Fonte, che sotto il simulacro della Madonna. Poi esce nel piazzale sud a formarvi uno specchio d'acqua circondato da gradinata, per offrire ai fedeli la comodit di prendervi l'acqua o farvi parzialmente bagnature di membra ammalate. , questa, la Piscina. Le acque della fonte benedetta, insieme con quelle altre preesistenti e raccolte nel lungo corso, defluiscono a sud, successivamente nelle roggie Misana, Fiumicella, Badessa, Cremasca e Mlesa, finch danno origine, in territorio di Casaletto Ceredano, a due fontane, ritenute sacre da quella popolazione proprio perch riportanti laggi a operare grazie continue le acque della fonte miracolosa di Caravaggio, e per le quali sorse pure li presso, poco dopo la nostra Apparizione, il piccolo devoto Santuario della Madonna delle fontane. L'obelisco Fu elevato nel 1911, al posto d'un altro pi piccolo e diroccato. Ricorda originariamente un fatto singolare. Nel 1550, un soldato dell'esercito di Matteo Griffoni (da S. Angelo in Vado - Generale della Repubblica Veneta) rapi una preziosa tazza al Sacro Fonte, la nascose nel bagaglio imposto alla schiena del mulo, e pensava proseguire. Invece il mulo, resistente a tutte le voci e le percosse, non fece un passo, finch, sfasciatosi ai colpi il bagaglio, la tazza usci. E fu restituita.

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Il Comandante volle elevare, a ricordo del fatto, una cappelletta presso il luogo dell'apparizione, dedicandola anche a S. Angelo in nome del suo castello d'origine. Caduta la cappella per le erosioni della acque, un discendente della Famiglia Griffoni stabilita a Crema, nel 1752, vi fece erigere un obelisco. Essendo cadente quello, nel 1911 vi fu sostituito l'attuale, su disegno di Bedolini di Caravaggio, con bronzi del Soliveri pure di Caravaggio. Sta a ricordare anche le solenni celebrazioni dell'anno precedente (1910) per il secondo centenario dell'Incoronazione della Madonna. Infatti sulle quattro facciate della base dell'obelisco, quattro epigrafi ricordano: l'una, il furto della tazza e l'erezione della prima cappella; la seconda, il primo obelisco 1752; la terza, le feste centenarie del 1910 e la inaugurazione; la quarta reca una bella esortazione al vero culto della Vergine. La Via Crucis e il Crocefisso Sotto il triportico di ponente, innanzi alla facciata principale della chiesa, eretta dal 1942 la Via Crucis. Le 14 stazioni sono ordinatamente disposte e segnate, sulla parete interna dei pilastri, da una croce in legno e una targa in marmo con la scritta indicativa. Sul verde prato, al centro di un elegante piazzaletto ottagonale chiuso da alti tigli, si erge una grande croce, con un bel Cristo agonizzante, in bronzo, opera del prof. Tavani di Como. Il Crocifisso fu eretto nel 1942 a ricordare il Giubileo Episcopale del Papa Pio XII. Il piazzale, per la sua posizione pi riservata e tranquilla, diviene l'ambiente pi adatto per le funzioni all'aperto, che, ormai, il crescente numero dei pellegrini, impone nei mesi di maggiore concorso, e specialmente per la adunate e benedizioni degli ammalati secondo il rito in uso a Lourdes. Per questo sul piazzale sono state moltiplicate le piante e gli altoparlanti, stabilito un vialetto interno, e sistemata con pavimento in marmo la piazzetta intorno al Crocifisso, che diviene presbiterio per tante funzioni. La Cancelleria UFFICIO All'angolo dei portici di levante, sta la Cancelleria; la sede degli Uffici di amministrazione e contabilit. un sontuoso salone decorato a stucchi con fregi, fiori e monogrammi, e con busti dei principali benefattori del Santuario. A questo Ufficio occorre rivolgersi per la celebrazione di S. Messe e funzioni, per offerte particolari, per la accensione di lampade e candele, per l'abbonamento al periodico, e per quant'altro possa occorrere. IL RICORDO DI MONS. CIRILLO ZUCCHETTI Ad una parete della sala della Cancelleria il busto marmoreo di Mons. Cirillo Zucchetti, che fu Cancelliere del Santuario per circa quarant'anni e diede un impulso straordinario al Santuario stesso, fondandovi il periodico mensile, facendo elevare il

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Santuario a Basilica, preparando grandi celebrazioni, e organizzandovi con ogni mezzo la propaganda con ardore di vero apostolo. RICORDI DEL SANTUARIO Accanto all'imponente salone, trovasi il reparto Ricordi del Santuario intonato al pio desiderio dei pellegrini. L'Ospizio dei pellegrini stata una delle prime necessit che l'Amministrazione Vescovile si imposta di affrontare e superare. I pellegrini non avevano, per ricovero, che i portici e i fienili delle vicine case coloniche: pi tardi qualche ristretto albergo e un piccolo Ospizio che pareva un'irrisione alla vastit dei bisogni. L'Arcivescovo Mons. Cazzani, avuto libero il vasto fabbricato, prima adibito a sede dell'Albergo-Caff del Santuario, lo fece trasformare e moltiplicare nella sua disponibilit di locali, cos che nel 1940 pot inaugurare e offrire alle esigenze dei fedeli il grande Ospizio attuale. un grande fabbricato rettangolare con stanze e saloni, ricco di comodit e attrezzature, e con grandi cortili e giardino. Saloni per refettorio e per adunanze di preghiera e di studio, di Azione Cattolica; una devota cappella con un centinaio di posti; dormitori con circa duecento letti; sala medica con servizi di pronto soccorso; cucina attrezzata di ogni servizio fino alla cella frigorifera, anche per concorso numerosissimo. Era sorto con la sola finalit di accogliere i pellegrini per il riposo, per consumarvi le loro refezioni e per il prontosoccorso; soprattutto per accogliere i pellegrinaggi di ammalati che l'Unitalsi Lombarda, ispiratrice dell'Opera, vi avrebbe portati. Invece il periodo della guerra, con le difficolt di viaggi, lo aperse a nuove impensate iniziative e attivit, alle quali l'ambiente si mostr cos bene adatto, qui sotto lo sguardo della Madonna, che vanno continuamente moltiplicandosi: corsi di cultura e propaganda, e di esercizi spirituali per ogni ceto di persone - convegni e congressi di Azione Cattolica - riti operai, ecc... Al funzionamento dell'Ospizio e all'ospitalit di sacerdoti, ammalati e pellegrini, attende, con infaticata attivit e gentile generosa premura, una piccola Comunit di Suore Adoratrici di Rivolta d'Adda; alle quali pure affidata la cura della biancheria e dei parati della Basilica. Il Pre-Seminario Una felicissima iniziativa di Mons. Bolognini, Vescpvo di Cremona dal 1953 al 1972, ha fissato al Santuario la sede del Pre-Seminario Diocesano, quasi a mettere sotto il manto e tra le braccia della Madonna le tenere speranze della Diocesi, che, come tante altre, lamenta deficienza di vocazioni sacerdotali. L'iniziativa s' attuata nel 1957, con la sistemazione di un'ala dell'Ospizio a sede del Pre-Seminario, con una capacit per quaranta alunni, e che accolse a ottobre i bimbi a vivere in comunit, sotto la direzione del Prefetto-Rettore e di altro sacerdote del Santuario.

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1 giovinetti compiono con assoluta seriet lo studio della quinta classe elementare e preparano gli esami di ammissione alla scuola media. Qui, sotto la materna vigile assistenza di Maria Vergine, in questo ventennio sono maturate numerose vocazioni sacerdotali, poi perfezionate e portate a felice compimento nel Seminario diocesano. La magnifica iniziativa, oltre dare al Pre-Seminario la sede pi adatta e assicuratrice della pi vasta e ridente fiorita di vocazioni, nella Casa della Madonna, dona nuova vita e nuova voce al Santuario, che trova, nei giovinetti aspiranti, una squadra pronta e istruita al servizio liturgico e un coro ben preparato a decoro delle Sacre Funzioni. Il viale e l'arco di Porta Nuova L'ingente e crescente afflusso dei pellegrini persuase l'amministrazione del Santuario dei tempi passati a provvedere alla sistemazione e livellamento delle strade di accesso, e specialmente di quella proveniente dalla citt di Caravaggio. Il primo importante lavoro di raddrizzamento e allargamento della strada si fece dal 1694 al 1696; fino allo svolto a sinistra verso Porta Vicinato. Nel 1710, l'inaugurazione dell'Arco trionfale di Porta Nuova, col simulacro in marmo dell'Apparizione e due grandi angeli con trombe, all'ingresso del paese, nelle solennit della Incoronazione, impose l'idea della continuazione della strada grande, e diritta fino a quel punto: e nel 1717 si propose e si inizi perfino la costruzione di portici che dovevano unire la citt col Santuario: opera che fu poi abbandonata. Solo nel 1802 si complet il rettilineo della strada, unendovi la piantagione di ippocastani; e nel 1831-32 e 1836-37 si sistemarono i vialetti laterali e si completarono le piantagioni. Nel 1838, con intervento di Ferdinando 1, Imperatore d'Austria e Re d'Ungheria, si celebr solennemente l'inaugurazione dell'intero, maestoso viale. Il viale - completo nel suo sviluppo di 1892 metri di lunghezza dal Santuario all'arco trionfale di Porta Nuova, e di m. 28 circa di larghezza, con quattro filari di 400 ippocastani ciascuno, che dividono la parte centrale dai vialetti laterali - si presenta grandioso e monumentale. Mentre il poeta pu vedere, nel viale, un lungo ordinato corteo di angeli verdi, uscenti dalla Citt di Caravaggio per l'arco di Porta Nuova e accorrenti al Santuario per il canto delle glorie della Vergine. Facciamo un po' di numeri 1. - TEMPIO: Dimensioni esterne: lunghezza m. 93; largh. m. 33. Cupola: altezza m. 68; con croce m. 72. 2. - PIAZZALI: nord - maggiore: lunghezza m. 152 - largh. m. 105; ovest - del Crocefisso: lungh. m. 76 - largh. m. 66; est - della Cancelleria: lungh. m. 67 - largh. m. 61; sud - a semicerchio: lungh. m. 60 - largh. m. 105. 3. - PORTICI: Sul Piazzale maggiore: archi 92 -.lunghezza m. 344 Sul Piazzale ovest: 59- m. 235 Sul Piazzale est: 49- m. 202

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Totale archi 200 m. 781 Larghezza dei portici: m. 5,50. 4. - FONTANE: Sul piazzale maggiore: m. 47,70 x 4,70. Sul piazzale sud: m. 30 x 9. 5. - VIALE: lunghezza: m. 1892; larghezza: parte centrale pavimentata m. 10,50; completo m. 27-28. IL FUNZIONAMENTO DEL SANTUARIO Amministrazione Nell'anno stesso della Apparizione, l'autorit ecclesiastica diocesana costituiva il Consorzio (detto poi Scuola) di S. Maria della Fontana per la custodia e la amministrazione delle offerte portate dai fedeli al Pio Luogo. Una Amministrazione che divenne sempre pi difficile e complessa, via via che il crescente afflusso dei fedeli e la loro generosit donavano al Santuario dei beni, vi creava intorno opere benefiche. Nacquero cos dal Santuario: l'Ospedale per gli infermi, l'Ospizio dei pellegrini, l'Orfanotrofio, il Monte di Piet, l'Opera Pia per le nubende povere, un brefotrofio, e altre istituzioni benefiche. Per tale complesso di opere, l'Amministrazione - formata da un discendente della Fam. Secco e da altri elementi eletti nel borgo - ottenne da Papa Leone X nel 1516, con solenne Bolla, alta autorit non soggetta a ingerenze locali. Dal 1624 al 1772 le opere caritative annesse al Santuario andarono via via staccandosi da esso per amministrarsi isolatamente, finch nel 1786, con Giuseppe II Imperatore d'Austria, se ne resero completamente indipendenti, portandosi come dote tutti i beni immobili del Santuario, consistenti in vaste estensioni di terreno specialmente nelle vicinanze e ai lati del viale, con alloggi e case coloniche, dieci mulini e segherie, ecc. Rest l'Amministrazione, formata di cinque membri, sostituendosi, al mancato discendente della spenta famiglia Secco, un sacerdote della Parrocchia. Ma l'Amministrazione non aveva ora da amministrare null'altro che le libere offerte dei fedeli, deposte ai piedi della Madonna, coll'onere di spese considerevoli. A seguito delle disposizioni (art. 17) del Concordato del Laterano del 1929 tra la S. Sede e lo Stato Italiano, il Santuario pass alla libera amministrazione del Vescovo Diocesano di Cremona. Il passaggio avvenne, dopo laboriosissime pratiche, nel luglio 1932. Il Vescovo di Cremona lo amministr, in questi anni, a mezzo del competente Ufficio di Curia, cui era affidato il controllo sulla gestione ordinaria e straordinaria. Il vastissimo complesso di opere straordinarie realizzate in questi anni di amministrazione vescovile: - copertura deficit gestioni precedenti; - erogazione somme ad assicurare beneficenze ad enti caritativi di Caravaggio; - prima asfaltatura del viale (1933); - restauro completo di tutte le abitazioni di sacerdoti e inservienti; - costruzione ed attrezzatura del grande Ospizio dei pellegrini; - restauri della sagrestia e dei dipinti e parati; - costruzione penitenzieria uomini;

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- nuova pavimentazione del viale in cubetti di porfido, cui fu aggiunta l'asfaltatura dei viali laterali; - inquadratura a cordoni di porfido e sistemazione e asfaltatura completa dei piazzali e viali interni; - rinnovazione artistica e preziosissima del Sacro Fonte; - rinnovazione completa del grandioso organo, con larghissima estensione del suo complesso; - rinnovazione completa e vasto ampliamento degli impianti elettrico, elettro-acustico, di riscaldamento del tempio e delle abitazioni, e per la fornitura dell'acqua a tutto il complesso delle abitazioni; - impianto elettronico per il suono delle campane; - ricca e artistica sistemazione della grande fontana con balaustrate in marmo; - larghi adattamenti e aggiunte all'Ospizio divenuto anche sede del Pre Seminario; - costruzione di un autoparco adiacente alla Basilica; - totale rifacimento degli appartamenti vescovile, del Prefetto e del cancelliere; - costruzione in ferro battuto della Cancellata perimetrale alla area sacra; - restauro artistico del Tempio, con rifacimento di tutti i canali in rame, dopo la ricopertura dell'intera cupola. dicono da se stesse la illuminata fattiva saggezza della Amministrazione Vescovile, in 50 anni di attivit. Nel 1947, il Vescovo di Cremona costitu un Consiglio d'amministrazione composto da sacerdoti diocesani, che fu di quinquennio in quinquennio rinnovato e che dal 1965 ha preso la denominazione di Consiglio di Vigilanza e di Amministrazione, demandando le sue funzioni ordinarie ad un Amministratore Delegato. Servizio religioso a) Il Santuario decorato - con Bolla 7 maggio 1906 - del titolo di Basilica romana. b) Clero - Il Santuario ora servito da sei Sacerdoti: il Prefetto-Rettore, che ha la direzione generale della Basilica e dell'Ospizio; il Custode-Cancelliere, che addetto all'Economato; e quattro assistenti spirituali, confessori. Essi non vivono in Comunit, ma ciascuno in casa propria. - Il Santo Padre Pio XII, con Breve 15 dicembre 1940, ha concesso in perpetuo ai Prefetti-Rettori che si succederanno al Santuario le insegne e i privilegi dei suoi Prelati Domestici. - A soddisfare le esigenze dei pellegrini, secondo la loro maggiore o minore affluenza, vengono chiamati sacerdoti e religiosi dalla parrocchie e dai conventi pi vicini. c) Ministero sacro - Facolt particolari - Privilegi. 1 - I pellegrini trovano sempre al Santuario Sacerdoti a loro disposizione per i Sacri Ministeri. 2 - I confessori del Santuario hanno speciali facolt per assolvere anche da casi altrove riservati. Tali facolt possono essere delegate dal Prefetto-Rettore ai confessori avventizi. Il precetto pasquale pu essere adempiuto dal 2 febbraio all'8 dicembre (Boll. Ufficiale Dioc. 1968 - pag. 140). 3 - Oltre l'Indulgenza plenaria quotidiana, i pellegrini possono acquistare in santuario altre Indulgenze. 4 - Tra i devoti della Madonna di Caravaggio eretta una Pia Unione i cui iscritti godono speciali favori spirituali. Per iscriversi, rivolgersi alla Cancelleria.

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5 - I sacerdoti e fedeli che volessero dedicare alla Madonna di Caravaggio un mese intero di devozioni, possono trovare in Cancelleria un apposito volumetto di adatte considerazioni, preparate dal compianto Mons. Vigna gi Vicario Generale di Cremona. d) Liturgia - A celebrare la Festa dell'Apparizione il Clero del Santuario e di tutta la Diocesi di Cremona ha diritto di usare speciale Ufficiatura e Messa, approvata dalla S. Congregazione per il Culto Divino il 23 marzo 1970. I sacerdoti che celebrano in Santuario, anche il rito Ambrosiano, possono usare della speciale Messa votiva: come ci risulta che la S. Sede ha concesso l'uso della stessa Liturgia per l'Apparizione, ad altre chiese della Madonna di Caravaggio. e) Funzioni - I pellegrini possono far celebrare, secondo le loro necessit o la loro devozione, speciali funzioni in Santuario, ordinandole in Cancelleria: S. Messe, Benedizioni Eucaristiche - canto delle Litanie della Madonna - Funzioni per sposi che hanno celebrato altrove le nozze - Funzioni funebri e matrimoni, benedizioni degli automezzi. f) Feste speciali - Oltre la Festa, sempre molto solenne e affollatissima del 26 maggio, per l'anniversario della Apparizione, hanno qui particolare rilievo, per grande concorso di fedeli: le feste mariane del 15 agosto e 8 settembre; le domeniche e i lunedi che seguono immediatamente la Pasqua, quando vengono le belle processioni dei paesi vicini; tutte le feste del maggio; le feste in cui si organizzano i pellegrinaggi d'ammalati con le loro particolari funzioni, le quali si estendono a tutte le feste di giugno e settembre. Propaganda La voce del Santuario giunge lontano attraverso il periodico mensile Il Santuario di Caravaggio fondato nel 1897; attraverso i religiosi Ricordi - che portano dappertutto il nome e l'immagine della Madonna di Caravaggio; e, soprattutto, attraverso il ricordo degli innumerevoli pellegrini che, tornando di qui alle loro case, portano dappertutto l'eco gioiosa di grazie e conforti qui ricevuti e della calda ospitalit e assistenza avuta. Ospitalit Oltre all'Ospizio che accoglie i pellegrini per consumarvi le loro refezioni, per il riposo e pronto soccorso, e per riunioni, sono a disposizione dei pellegrini alcuni alberghiristoranti, e diverse trattorie, con annessi servizi di caff, gelateria e tabaccheria. Il Santuario dotato di vasto autoparco assicurato. Disciplina La santit del luogo consiglia disciplinato raccoglimento da parte di tutti i frequentatori: Il Santuario deve essere ritenuto come la Cittadella della fede e della piet; non una meta di passeggiate sportive e un luogo di divertimento. Anche piazzali e portici sono luogo sacro; vietati schiamazzi, disordini, canti, suoni, divertimenti profani.

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Lo stemma della basilica - Santuario L'ombrellone ne l'insegna di privilegio delle Basiliche. - Il cappello prelatizio ricorda i privilegi concessi in perpetuo dal Papa Pio XII al Santuario. - L'Apparizione ricordata dalla parte superiore dello scudo araldico: la stella che appare sul prato e fa scaturire la fonte e rifiorire il ramo. - Il campo inferiore dello scudo riproduce lo stemma del (riquadri bianchi) Il pellegrino verso la citt di Caravaggio Il pellegrino che abbia qualche disponibilit di tempo, potr visitare con soddisfazione la citt di Caravaggio. un grosso centro di circa dodicimila abitanti, al limite nord del grandioso viale. Caravaggio ottenne il titolo di Citt il 22 dicembre 1954 con decreto del Presidente della Repubblica. L'importante avvenimento ricordato nel salone consigliare del Comune di Caravaggio, con questa scritta su marmo: CARAVAGGIO GIA' PRIVILEGIATA PER LA MIRACOLOSA APPARIZIONE DELLA MADONNA INSIGNE PER IL SUO SANTUARIO ONORATA DA FULGIDA SCHIERA DI FIGLI ILLUSTRI RIASSUNTA NEL GENIO DI MICHELANGELO MERISI FECONDA DI OPERE CIVICHE ASSISTENZIALI CULTURALI VENIVA ELEVATA AL RANGO DI CITTA' IL 22 DICEMBRE 1954 Degne di visita: 1) La monumentale Chiesa di S. Bernardino, che si trova sul viale poco oltre la met. costruzione lombardo-gotica della seconda met del '400 con grandi e celebri pitture di Fermo Stella, De Ferrari, Buttinone, Zanale; con una Cappella del Longaretti di Treviglio, dedicata a S. Francesco, (1942),, ed ora deteriorata. 2) La Chiesa Arcipretale, al centro della citt, dedicata ai Santi Martiri Fermo e Rustico. costruzione del '300-'400, con rifacimenti dei secoli seguenti. Ha preziose pitture di Campi, Moietta, De Ferrari, Prata, Procaccini, Malosso, ecc. E soprattutto mirabile la Cappella del SS. Sacramento: costruzione bramantesca ottagonale con pitture dei cremonesi Campi alle pareti, e del caravaggese Prata alla cupola. Indicazioni utili 1. - Caravaggio: - in Provincia di Bergamo e in Diocesi di Cremona, - sulla strada statale N. 11: Milano-Brescia-VeronaVenezia, e congiunta alla superstrada "Rivoltana", - sulla linea ferroviaria Milano-Treviglio-Cremona,

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- vicina a Treviglio, centro ferroviario per le linee Milano-Bergamo, MilanoBrescia-Venezia. A Treviglio attendono visita, oltre la parrocchiale di S. Martino, anche il grande e bel Santuario della veneratissima Madonna delle Lacrime, che ricorda ed esalta il miracolo del 28 febbraio 1522. 2. - Servizi automobilistici: - diretti per Milano - per Bergamo - coincidenze per Lodi - Crema ecc. - altri per la stazione Ferroviaria di Treviglio. 3. - Servizi vari per Caravaggio: - Linea ferroviaria: Milano-Treviglio-CaravaggioCremona. - Autocorriera da Milano (Piazzale Loreto)-Caravaggio. - Ferrovia Milano-Treviglio (per Brescia o Bergamo) e poi autocorriera TreviglioCaravaggio. - Autocorriera Milano-Cassano d'Adda e poi Cassano d'Adda-Caravaggio. - Autocorriera Lodi-Treviglio e poi autocorriera TreviglioCaravaggio. 4. - Per funzioni - Offerte - Periodico - Ricordi, ecc.: - rivolgersi alla Cancelleria del Santuario. - Telefono: (0363)3571 - Per offerte, servirsi preferibilmente del conto corrente del Santuario N. 17-23898. Codice postale 24043. Racconto storico CARAVAGGIO si trova nel quadrilatero "MilanoBergamo-Brescia-Cremona" ed celebre sia per essere la patria del grande pittore del '600 Michelangelo Merisi - detto il "Caravaggio" - sia soprattutto per il grandioso Santuario di Nostra Signora della Fontana costruito a ricordare l'Apparizione della Madonna ad una modesta contadina Giovannetta de'Vacchi, d'anni 32 - afflitta e sconsolata, implorante la Madre di Dio al tramonto del 26 maggio 1432, nel prato Mazzolengo, ove si trovava a raccogliere erba. Lo storico evento ebbe una immediata e vasta risonanza, una crescente venerazione e favori azioni di pace fra i popoli e i potenti di quel tempo. Ammirati da innumerevoli interventi miracolosi del prodigioso FONTE, i devoti concorsero alla edificazione dell'attuale tempio (1575), disegnato dall'Architetto Pellegrino Tibaldi e affrescato sulla fine dell'800 dai caravaggini Moriggia e Cavenaghi; maestoso monumento di fede e di arte posto al centro della pianura padana. A chiedere conforto alla Madonna e a manifestarLe gratitudine per le grazie ottenute spirituali e materiali - sono accorse nei secoli moltitudini di devoti pellegrini e una lunga teoria di papa, cardinali, vescovi, governanti e illustri personaggi; fra gli altri: Papa San Pio V; Nicol Sfondrati, Vescovo di Cremona, poi Papa Gregorio XIV; gli arcivescovi di Milano San Carlo Borromeo; Andrea Ferrari; Achille Ratti, poi Papa Pio XI'; Ildefonso Schuster; Giovan Battista Montini, poi Papa Paolo VI' e il Patriarca di Venezia Giuseppe Roncalli, poi Papa Giovanni XXIII'. Fra gli scrittori: il Manzoni e il Rosmini.

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Suppliche, invocazioni, infermit spirituali e corporali, tribulazioni vengono deposte ai piedi della Madonna e si riparte dalla Sua Casa con l'animo disposto a continuare la vita quotidiana con rinnovata sopportazione e pi serena fiducia. IL SANTUARIO offre spazio e attrezzature per convegni e manifestazioni religiose ed servito: - Dalle linee ferroviarie "Milano-Treviglio-CaravaggioCremona" e "Milano-Venezia"; - Da servizi di autocorriere e dalle due strade "MilanoVenezia"; - Da ampi, moderni "autoparchi e da decorosi "AlberghiRistoranti"; - Dalla Cancelleria per "OFFERTE" - "FUNZIONI RELIGIOSE" - "Abbonamento al bolletino del Santuario"; - Da numeri telefonici: (0363)3571

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