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Il collasso gravitazionale di un campo scalare

sfericamente simmetrico: buchi neri e


singolarita
2
A Maria, mia madre,
e al carissimo ricordo di mio padre
Angelo
Indice
1 Relativita generale 7
1.1 Lo Spazio-Tempo (/, g) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7
1.2 I campi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8
1.3 Le equazioni di Einstein . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9
2 Singolarita e Buchi neri 15
2.1 Il concetto di singolarita . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15
2.2 Congruenze di geodetiche e condizioni energetiche . . . . . . . . 17
2.3 I Teoremi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 28
2.4 Buchi neri . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 29
2.4.1 L Innito conforme . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 29
2.4.2 Buchi neri . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 30
3 Il caso sfericamente simmetrico 33
3.1 Lo spazio-tempo sfericamente simmetrico . . . . . . . . . . . . . 33
3.2 Il tensore T

per un campo scalare . . . . . . . . . . . . . . . 46


3.3 Il sistema di equazioni per (/, g) . . . . . . . . . . . . . . . . . 48
3.3.1 Le Equazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 48
3.3.2 Il tensore di Riemann . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 58
3.3.3 Lequazione per il campo scalare . . . . . . . . . . . . . . 59
3.3.4 Soluzione del Sistema . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 61
3.4 La massa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 65
3.5 Il collasso gravitazionale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 74
3
4 INDICE
Introduzione
Il presente lavoro di tesi espone sostanzialmente un articolo di D. Christodoulou
([5]) che, insieme a [1-4], costituisce una trattazione completa sulle equazioni di
Einstein per uno spazio-tempo sfericamente simmetrico con un campo scalare
come modello di materia. Dopo la formulazione del problema, in [1] si di-
mostrano lesistenza, locale, e lunicita delle soluzioni in senso classico. In
particolare si deduce che per dati iniziali piccoli esiste una soluzione globale
che tende asintoticamente ad uno spazio di Minkowski. In [2], senza restrizioni
sui dati iniziali, si arriva a provare lesistenza globale di soluzioni ma in senso
generalizzato. La struttura e la regolarita di queste soluzioni e studiata in [3].
Lo studio delle singolarita inizia in [4] dove lesistenza di un buco nero e con-
seguenza di un valore non nullo della massa di Bondi. Il problema della dipen-
denza di questa massa dai dati iniziali e allora il passo successivo. In [5], che
qui presentiamo, il problema si risolve almeno in un particolare caso.
Prima di descrivere, pur sommariamente, il piano di questa tesi, e opportuno
richiamare gli aspetti generali del problema.
Il concetto di singolarita, se non di buco nero, appare sin dallinizio in Relati-
vita Generale (R.G.). La prima, fondamentale, soluzione delle equazioni data
da Schwarzschild nel 1916, gia presentava una singolarita, r = 0, non elimi-
nabile con trasformazioni di coordinate. E invece del 1939 (Oppenheimer-
Snyder) una soluzione esatta che prevedeva esplicitamente il formarsi di un
orizzonte degli eventi e quindi di un buco nero. Singolarita apparivano anche
in modelli cosmologici (Robertson-Walker). Queste soluzioni supponevano una
notevole simmetria dello spazio-tempo, la simmetria sferica oppure una esatta
omogeneita ed isotropia. Si poteva quindi supporre che le singolarita dipen-
dessero strettamente da queste proprieta, sicamente impossibili a vericarsi.
Che cosi non fosse, fu stabilito da Penrose nel 1965. Il punto essenziale della
sua trattazione provava la presenza di singolarita una volta stabilita lesistenza
di una supercie chiusa intrappolata. Gli assunti principali comprendevano
una opportuna struttura causale e un modello di materia ragionevole (con-
dizione energetica sul tensore energia-impulso).
Dal 1965 al 1970 fu condotto da Hawking e Penrose uno studio approfondi-
to sulla struttura causale dello spazio-tempo; i risultati ottenuti conducevano
inevitabilmente a considerare le singolarita come una proprieta generica di
5
6 INDICE
spazi-tempo ragionevoli. Conseguenza fu lo stabilire una sorta di incompletez-
za intrinseca della Relativita Generale. Da allora si sono moltiplicati gli studi
in questa direzione, studi che hanno portato ad una spiegazione rigorosa di
fenomeni notevoli (ad esempio la non visibilita delle stesse singolarita: ipotesi
della censura cosmica, buchi neri ed entropia, buchi neri quantistici ecc.).
Passiamo ora ad illustrare il piano di questa tesi.
Nel primo capitolo si stabiliscono, sommariamente, i pincipi fondamentali del-
la Teoria della Relativita Generale. In particolare si deducono le equazioni
di campo da un principio variazionale. Dopo aver introdotto nel Capitolo 2
il concetto di singolarita come incompletezza geodetica, si studiano le con-
gruenze di geodetiche di tipo tempo. Limportanza di questo aspetto della
teoria risiede nel poter stabilire il formarsi di una supercie intrappolata con-
trollando lespansione della congruenza stessa. Cio sara fatto ad esempio nel
Capitolo 3 seppur per geodetiche nulle. Si stabiliscono condizioni necessarie
e sucienti per lesistenza di punti coniugati per passare poi ad argomenti di
natura globale (proprieta estremali della lunghezza, compattezza dello spazio
su cui questa e denita ecc.). I Teoremi sulle singolarita seguono direttamente
dalla consistenza ma contraddittorieta di tali risultati. Si fornisce inne la
denizione di regione di buco nero in uno spazio asintoticamente piatto.
Nel Capitolo 3 si studia un modello di materia concreto: un campo scalare
in uno spazio-tempo sfericamente simmetrico. Dopo aver stabilito alcune con-
seguenze geometriche che questa simmetria implica, si passa ad una derivazione
delle equazioni per le grandezze fondamentali che descrivono lo spazio-tempo.
Nel nostro caso, le equazioni di Einstein forniscono il tensore di Ricci in termi-
ni delle derivate del campo scalare. Nella espansione o convergenza dei coni di
luce uscenti, il termine gravitazionale ha una inuenza diretta. La sua semplice
struttura nel nostro caso conduce agevolmente alla scrittura delle equazioni.
Levoluzione dinamica del campo scalare e poi ottenuta adattando lequazione
donda generica alla foliazione dello spazio-tempo costruita in precedenza.
Si ottengono dieci equazioni per sette funzioni incognite. Tuttavia, poste le
opportune condizioni al bordo, si dimostra che il sistema non e sovradetermi-
nato.
Con lintroduzione di una funzione massa assieme a due equazioni di evoluzione
per essa, si arrivano a stabilire alcuni risultati preliminari sulla evoluzione dei
coni geodetici nulli uscenti.
Richiamati poi alcuni risultati stabiliti in precedenti articoli, si giunge alla for-
mulazione del Teorema nale. Per dati iniziali opportuni, si arriva a stabilire
lesistenza di una supercie intrappolata (marginalmente) di cui si stima il
raggio e la massa. Ne consegue lesistenza di un orizzonte degli eventi, e viene
determinato lintero sviluppo futuro dei coni geodetici nulli uscenti allinterno
di questo orizzonte. Si perviene in sostanza ad una descrizione soddisfacente
del buco nero. Risultato notevole.
Capitolo 1
Relativita generale
In questo capitolo esporremo brevemente i fondamenti della teoria della Rela-
tivita Generale. Si trattera di formulare alcuni postulati su cui lintera Teoria
si edica, senza per altro giusticare ogni singolo assunto in modo rigoroso.
1.1 Lo Spazio-Tempo (/, g)
Sia data /, variet a di Hausdor C

, connessa, di dimensione quattro. Sia


g una metrica di Lorentz, di classe C
2
, su essa denita. Nellinsieme delle
coppie (/, g) introduciamo la relazione di equivalenza cos

i denita:
(/, g) (/

, g

) : / /

, dieomorsmo, tale che

g = g

(cioe e una isometria, vd. Appendice Def.1).


Denizione 1. Uno spazio-tempo e una classe di equivalenza [(/, g)]
Nel seguito scriveremo soltanto (/, g), sottintendendo la sua classe di
isometria. Una coppia (/

, g

) si dira una C
r
-estensione di (/, g), r 1,
se esiste una immersione isometrica di classe C
r
: //

.
Noi richiederemo che lo spazio-tempo sia C
r
inestendibile.
Una prima importante osservazione da fare riguarda la metrica di Lorentz g.
Lindice di un tale tensore e 1, e questo ha fondamentali conseguenze sul
comportamento dei vettori tangenti deniti su /. Pi u precisamente porremo
la
Denizione 2. Dato p / e un vettore X T
p
/ non nullo, diremo che X
e di genere- tempo , genere-nullo , genere-spazio se g(X, X) e rispettivamente
negativo, nullo, positivo.
Linsieme dei vettori di genere nullo in T
p
(/) si dira cono nullo in p. Questi,
e altri fondamentali concetti, sono non triviali proprio a causa della segnatura
di g.
7
8 CAPITOLO 1. RELATIVIT

A GENERALE
1.2 I campi
Il contenuto di energia-materia del nostro universo e costituito da un insieme
di campi osservati e misurati quali il campo elettromagnetico, il campo di
neutrino ecc. In relazione al nostro spazio-tempo queste quantita saranno
descritte da campi tensoriali T
abc..
def..
deniti su (/, g). Pi u precisamente
Postulato 1. Su (/, g) sono deniti campi tensoriali
(i)
, regolari. Le
equazioni che essi soddisfano sono formulate mediante derivate covarianti as-
sociate alla connessione canonica indotta dalla metrica g.

E denito un
tensore di rango due
T = T(
(i)
,
(i)
, g)
simmetrico, che riassume in se lintero contenuto di energia-materia e che
soddisfa le condizioni seguenti
1. T = 0 in U /
(i)
= 0 in U
2.

= 0
La prima condizione sostanzialmente aerma che i campi hanno energia,
la seconda che questa si conserva localmente. Osserviamo come sia possibile
eseguire una integrazione qualora esista un vettore di Killing . Sia infatti D
una regione compatta orientabile con bordo D. Applichiamo il teorema di
Gauss per avere
_
D
(T

)n

d =
_
D

(T

) dv =
_
D
[

+T

)] dv = 0 (1.1)
poiche T

e simmetrico e verica lequazione di Killing

= 0
Interpretiamo lequazione ottenuta dicendo che e nullo il usso di energia nella
direzione di , uscente da una supercie chiusa.
Il passo successivo nella descrizione del comportamento dei campi consiste
nellintrodurre una opportuna struttura di causalita locale. Sostanzialmente
vogliamo poter determinare completamente un qualsiasi campo in un dato pun-
to p, soltanto conoscendone i valori su una opportuna ipersupercie. Il campo
allinfuori di essa non avr a alcuna inuenza sul suo valore in p. Cio si puo ot-
tenere imponendo una condizione sullo stesso spazio-tempo, indipendente dai
campi.
Postulato 2. Cosideriamo in relazione di causalita locale due punti p e q
se esiste una curva C
1
, , con p e q , con vettore tangente X ,= 0 e
g(X, X) 0.
Rinviamo a [7] per uno studio della struttura causale della varieta spazio-
temporale. Nel seguito daremo per assunti i concetti fondamentali e ne denire-
mo alcuni particolari di volta in volta.
1.3. LE EQUAZIONI DI EINSTEIN 9
1.3 Le equazioni di Einstein
Lidea fondamentale che e dietro la Teoria della Relativita Generale consiste
nel geometrizzare il campo gravitazionale stesso, riducendo la gravit a a puro
eetto della curvatura. Il modo pi u diretto ed ecace per far cio e identicare
il campo col tensore metrico g, grandezza che descrive completamente lo spazio
tempo. Lenergia-materia, cioe il tensore T, contribuir a alla determinazione di
g, e i due tensori saranno legati da opportune equazioni di campo: le equazioni
di Einstein.
Dedurremo qui tali equazioni da un principio variazionale, seguendo Hilbert
(vd. [6]).
Lutilizzo di tale metodo, sia detto per inciso, porto il grande matematico a
scrivere le equazioni di campo in forma denitiva in anticipo rispetto ad Ein-
stein.
Ma la preferenza per il metodo variazionale si basa sulla compatibilita che
questo assicura al sistema ottenuto, come pure la possibilita di ottenere teore-
mi di conservazione.
Sia / una varieta dierenziabile. Supponiamo assegnati campi su / medi-
ante tensori
(i)
. Per semplicita consideriamo un solo campo .
Denizione 1. Una variazione del campo e una famiglia ad un parametro

, R regolare in , con
0
= .
Porremo
d
d
[
=0
:=
Denizione 2. Una mappa a valori reali S denita sui campi tale che esista
una funzione L C

(U V W) con U V W intorno opportuno in


/// e
S() =
_
M
L(, , g)
e detta azione. L e detta lagrangiana.
Le equazioni che si ottengono imponendo
S = 0
si diranno equazioni di campo.
In Relativita la variabile di campo, nel vuoto, e il tensore metrico g

. Il
punto essenziale dunque e il coinvolgimento del campo nellelemento di volume
canonico sottinteso nellintegrale della lagrangiana. Quando eseguiamo la
variazione lelemento di volume deve essere variato anchesso. Prima del
calcolo ricordiamo
Denizione 3. In una varieta di Lorentz (/, g), orientata, la metrica deter-
mina la forma di volume canonica
=

gdx
1
dx
2
.. dx
n
scritta in coordinate locali x
j
.
10 CAPITOLO 1. RELATIVIT

A GENERALE
Costruiamo la lagrangiana L.
Poiche la metrica puo essere localmente posta in forma normale diag(-1,1,1,1),
con i simboli di Christoel nulli, una funzione scalare deve contenere le derivate
seconde della metrica. Con il tensore di Riemann a disposizione possiamo
ottenere la curvatura di Ricci R che soddifa la nostra richiesta. La lagrangiana
pi u semplice sembra quindi essere
L
H
=

gR (1.2)
Lazione corrispondente
S
H
=
_
M

gRdx
1
.. dx
4
(1.3)
e detta azione di Hilbert.
Prima dellesecuzione del calcolo ricordiamo lespressione per componenti della
derivata covariante di un tensore (k,l)

1
..
k

1
..
l
=

1
..
k

1
..
l
+
+

2
..
k

1
..
l
+

1
..
k

1
..
l
+
...

1
T

1
..
k

2
..
l

2
T

1
..
k

1
..
l
...
Teorema 1. Data S
H
come in (1.3), S
H
= 0 e equivalente al sistema di
equazioni
R

1
2
g

R = 0
dette equazioni di Einstein nel vuoto.
Dimostrazione. Abbiamo
S
H
=
_
M
d
4
x

gR
=
_
M
d
4
x

gg

=
_
M
d
4
x[

gg

(R

) +

gR

+R(

g)]
Calcoliamo il primo termine ricordando che il tensore di Riemann ha una
espressione in coordinate
R

( )
Avremo R

= R

Ora, poiche e la dierenza fra due connessioni, essa e un tensore e possiamo


calcolarne la derivata covariante applicando la formula generale sopra citata

) =

) +

(1.4)
1.3. LE EQUAZIONI DI EINSTEIN 11
Con questa equazione a disposizione, il calcolo porta a
R

)
e quindi
g

= g

= g

)]
=

[g

) g

)] :=

A questo punto la variazione dellazione e


S
H
=
_
M
d
4
x[

g(

) +

gR

+R

g]
Applicando il teorema di Stoke possiamo considerare nullo il primo termine,
imponendo alla variazione di annullarsi al bordo di un dominio sucentemete
grande.
Studiamo il terzo termine. Ricordiamo la seguente relazione algebrica per una
matrice non singolare A
Tr(ln A) = ln(det A)
Variando tale relazione otterremo
Tr(A
1
A) = (det A)
1
(det A)
Ponendo A = g

avremo det A = g
1
Applicando la formula precedente
(g
1
) = g
1
g

Calcolando:

g = [(g
1
)

1
2
] =
1
2

gg

La variazione dellazione si riduce quindi a


S
H
=
_
M
d
4
x[

gR

+R(
1
2

gg

)]
=
_
M
d
4
x

g[R

1
2
Rg

]g

Imponendo S
H
= 0 per arbitrarie variazioni g

otteniamo la tesi.
Vogliamo ora solo accennare al metodo usato per ottenere le equazioni di
Einstein nel caso pi u generale, e interessante, in cui siano presenti campi di
materia
(i)
.
Si costruisce in modo opportuno una lagrangiana L
M
, per i campi di materia,
e si considera la lagrangiana totale
L = L
H
+L
M
12 CAPITOLO 1. RELATIVIT

A GENERALE
Lannullarsi della variazione corrispondente
S = S
H
+S
M
porta alla determinazione di un tensore T

del tutto consistente con i risultati


del paragrafo 1 (altra importante conseguenza della formulazione lagrangiana).
Le equazioni corrispondenti diventano
R

1
2
g

R = 8T

(1.5)
dove R

e il tensore di Ricci, R ne e la traccia e T

e il tensore energia-
impulso.
In forma pi u compatta
G

= 8T

(1.6)
dove appare il tensore di Einstein G

:= R

1
2
g

R.
Osservazione 1. Le equazioni sono scritte in forma tensoriale, del tutto in-
dipendenti quindi dal sistema di riferimento scelto. In questo modo si confor-
mano pienamente al principio di covarianza generale necessario ad una teoria
relativistica. Scelto comunque un sistema di coordinate x
0
, x
1
, x
2
, x
3
, le (1.6)
assumono la forma di un sistema di equazioni dierenziali non lineari del sec-
ondo ordine nelle dieci funzioni incognite g
ij
(x
0
, x
1
, x
2
, x
3
).
La soluzione delle equazioni di campo e dunque il tensore
ds
2
= g
ij
dx
i
dx
j
Conosciamo cos

i la varieta (/, g), e possiamo determinarne le linee geode-


tiche, che postuliamo essere le traiettorie delle particelle e dei raggi di luce.
In denitiva poniamo
Postulato 3. In (/, g), g soddifa le equazioni di Einstein.
Facciamo alcune importanti osservazioni.
Contraendo due volte lidentit a di Bianchi per il tensore di Riemann

[
R
]

= 0
ottengo
2

R
Calcoliamo ora la quadri-divergenza del tensore di Einstein G

= R

1
2
g

1
2
g

[2

] =

= 0
1.3. LE EQUAZIONI DI EINSTEIN 13
Le equazioni soddisfano quindi il primo postulato.
Prendiamo poi la traccia di ambo i membri
R = 8T + 2R
Le equazioni assumono cosi la forma denitiva
R

= 8[T

1
2
g

T] (1.7)
Notiamo come le equazioni di Einstein implichino gia

= 0, relazione che
evidenziamo tuttavia poiche determina in generale una legge dinamica per la
materia in (/, g). Ne vedremo un esempio importante in seguito.
Riassumendo
1. G

= 8T

dice come la materia determina la curvatura


2.

= 0 dice come la curvatura muove questa materia.


Come ultimo richiamo, portiamo il caso di uno spazio-tempo privo di campi
di materia. Per il Postulato 1 avremo T

= 0, e la (1.7) diviene
R

= 0 (1.8)
Uno spazio-tempo con tensore di Ricci nullo si dira vuoto.
14 CAPITOLO 1. RELATIVIT

A GENERALE
Capitolo 2
Singolarita e Buchi neri
Lo studio pi u completo, sin qui compiuto, sulle singolarita in uno spazio-tempo
(/, g) e quello di Hawking-Ellis [7]. A questo ci riferiremo nel presente capi-
tolo, seguendo Wald [6]. Anche qui daremo denizioni essenziali e teoremi
non tutti provati, rimandando per questo alla lettura del testo sopra citato. Il
nostro scopo e semplicemente mostrare alcune tecniche usate in questo tipo di
trattazioni e contemporaneamente denire alcuni concetti basilari per la com-
prensione dellultimo capitolo. Il risultato pi u importante sara il poter sta-
bilire che, sotto ipotesi abbastanza generali, ci si devono aspettare singolarita
in (/, g). Pur non dicendo nulla sulle singolarita stesse, i teoremi stabiliscono
una incompletezza intrinseca della teoria, le cui equazioni risultano inapplica-
bili nellintorno di alcuni punti.
Passeremo poi a denire in modo rigoroso il concetto di buco nero per spazi-
tempo che e possibile immergere in modo conforme in una variet a con bordo.
2.1 Il concetto di singolarita
Denire in modo soddisfacente la nozione di singolarita in uno spazio-tempo
(/, g) non e cosa semplice. La dicolta principale risiede proprio nella dif-
ferenza che ce tra la Relativita Generale e altre teorie di campo. In una teoria
come quella classica del campo elettromagnetico ad esempio, le equazioni sono
completamente slegate dalla struttura dello spazio-tempo, che rimane ssa.
Cos

i una singolarita puo in questo caso essere riconosciuta dai valori eventual-
mente divergenti dei campi in alcuni punti dello spazio-tempo.
Ma in Relativita lo spazio-tempo stesso e incognito e potrebbe accadere, ad
esempio, che i campi divergano proprio in punti che non appartengono a /.
Quindi in questo senso lo spazio-tempo non presenterebbe singolarita. Si
potrebbero escludere cioe da / proprio quei punti in cui metrica, curvatura,
o altre quantit a fondamentali assumano valori inniti. Otterremmo tuttavia
in genere variet a non pi u C
r
-inestendibili.
15
16 CAPITOLO 2. SINGOLARIT

A E BUCHI NERI
Lapproccio migliore allo studio delle singolarita di /non consiste nellanalisi
delle divergenze di metrica e curvatura, ma nello studio della completezza o
incompletezza geodetica dello spazio-tempo. Osserviamo che per una varieta
con metrica denita positiva abbiamo risultati molto generali che non hanno
un analogo nel caso lorentziano. Riportiamo qui i principali.
Teorema 1. Sia (/, g) varieta connessa con g denita positiva. Per x, y
/ sia
d(x, y) = inf
(x,y)
_
g(

)
1
2
dt
dove (x, y) e linsieme delle curve regolari a tratti con punti estremali x,y.
Allora d(x,y) e una distanza su / compatibile con la sua topologia.
Denizione 1. Sia / varieta con metrica arbitraria.
Se ogni geodetica : J / puo essere estesa a tutto R diro che / e
geodeticamente completa.
Il teorema fondamentale sulle varieta di Riemann complete e il segurente:
Teorema (Hopf-Rinow) 2. Sia /varieta di Riemann connessa. Le seguen-
ti condizioni sono equivalenti:
1. (/, d) e uno spazio metrico completo
2. (/, g) e geodeticamente completa
3. ogni sottoinsieme chiuso e limitato di / e compatto.
Una caratterizzazione di completezza geodetica equivalente alla precedente
consiste nel richiedere che ogni geodetica di lunghezza nita abbia un punto
nale, dove
Denizione 1. Sia : J / geodetica C
1
. p / e detto punto nale
per se per ogni intorno ^ di p esiste t
N
J tale che (t) ^ per ogni
t > t
N
.
Nel caso di una variet a di Lorentz non possiamo denire partendo da g una
distanza compatibile con la topologia e dovremo analizzare lincompletezza
solo nel senso delle geodetiche. A questo riguardo dovremo poi distinguere il
carattere delle geodetiche, pi u precisamente
Denizione 4. Una geodetica : J /, C
1
a tratti, con vettore tangente
X e detta di genere-tempo, genere-nullo, genere-spazio, se il vettore X ha il
corrispondente carattere causale (vd. Def.1.2).
Possiamo poi denire la nozione di lunghezza per curve regolari a tratti nel
seguente modo
2.2. CONGRUENZE DI GEODETICHE E CONDIZIONI ENERGETICHE 17
Denizione 5. Sia curva C
1
a tratti : [a, b] / con carattere causale
denito. Poniamo
L() :=
_
b
a
[g(

)]
1
2
dt (2.1)
dove = 0, 1, 1 a seconda che sia di genere nullo ,tempo, spazio.
Osserviamo come curve di genere nullo abbiano lunghezza zero. Semplice
ma essenziale e poi il
Lemma 1. Il carattere causale della geodetica e invariante.
Dimostrazione. Possiamo, pur di scegliere un parametro ane, supporre

= 0
Avremo
d
dt
g(

) = 2g(
D
t

) = 2g(

) = 0
dove
D
t
e loperatore di derivazione covariante lungo la curva .
Da un punto di vista sico le geodetiche o in generale le curve di genere
spazio non hanno un preciso signicato contrariamente a quelle di genere nullo
o tempo. Una denizione di spazio-tempo singolare che richieda il minimo
essenziale sara quindi:
Denizione 6. Sia (/, g) uno spazio-tempo.
Diremo che / e singolare se e una varieta geodeticamente incompleta per
geodetiche di genere tempo o nullo.
I teoremi sulle singolarita stabiliscono appunto lesistenza di tali geodetiche
in opportune condizioni.
2.2 Congruenze di geodetiche e condizioni energetiche
Secondo quanto stabilito nel primo capitolo le traiettorie di particelle con mas-
sa positiva o nulla, sono rappresentate in / da geodetiche di tipo tempo o
di tipo nullo rispettivamente. Lo studio dei ussi geodetici su / e un modo
estremamente ecace per indagare localmente la struttura dello stesso spazio-
tempo (teoremi sulle singolarita) e contemporaneamente evidenziare leetto
che la gravit a ha sulla materia.
Denizione 1. Sia U / un isieme aperto. Una famiglia di curve tale che
per ogni p U passa una e una sola curva della famiglia, e detta congruenza in U.
La congruenza si dice regolare se lo e il campo vettoriale denito dai vettori
tangenti alle curve.
18 CAPITOLO 2. SINGOLARIT

A E BUCHI NERI
Ci occuperemo ora di congruenze regolari di geodetiche di tipo tempo.
Risulta denito il campo vettoriale

, associato alla congruenza, con g(, ) =


1, cosa possibile se parametrizzo rispetto al tempo proprio
=
_
_
g

dt
Deniamo il tensore (0, 2) covariante B

:=

. Il suo signicato e chiarito


dalle considerazioni che seguono.
Costruiamo una sottofamiglia regolare di geodetiche nella congruenza mediante
una mappa
: R R /
(s, )
s
()
iniettiva con inversa regolare tale che per ogni s R,
s
() e una geodetica.
Sia la porzione di supercie regolare generata dalle
s
().
Il vettore

= (

soddisfa

= 0
Il vettore

= (
s
)

e chiamato vettore di deviazione. Si puo dimostrare poi


che e possibile scegliere i due vettori ortogonali. Il calcolo e semplice:

[g(, )] = g(

, ) +g(,

)
= g(

, ) = g(

, )
=
1
2

[g(, )] = 0
dove abbiamo sottinteso trasformazioni del parametro che lascino g(, )
indipendente da s. Abbiamo inoltre usato il fatto che

= [, ] = 0
essendo , vettori coordinati. Quindi
(

= (

= (

= B

In sostanza il tensore B

, eettua una derivazione, lungo le geodetiche, del


vettore di deviazione. Vogliamo decomporre in modo opportuno il tensore B

.
A tal ne deniamo una metrica
h

:= g

Poiche per ogni vettore l


(h

= (g

= [g

(g

)l

=
= [

+g

= [l

+g

] =
2.2. CONGRUENZE DI GEODETICHE E CONDIZIONI ENERGETICHE 19
= l

= l

= 0
interpretiamo h

come operatore di proiezione sul sottospazio dello spazio


tangente ortogonale a .
Costruiamo i tensori
:= B

(2.2)

:= B
()

1
3
h

(2.3)

= B
[]
(2.4)
Quindi
B

=
1
3
h

(2.5)
Deriviamo ora l equazione di Raychauduri per l espansione lungo le geode-
tiche.

) (

)(

) R

= B

Usando il tensore h prendiamo la traccia dellequazione precedente:

=
1
3

(2.6)
che e lequazione che cercavamo.
Il segno dellultimo termine dipende da condizioni sul tensore T

dette con-
dizioni energetiche. Ne elenchiamo le due principali
1. T

0 condizione energetica debole


2. T


1
2
T condizione energetica forte.
dove e vettore di tipo tempo. Dalle equazioni di campo (1.3) ricaviamo
R

= 8[T

1
2
Tg

= 8[T

+
1
2
T]
Quindi se valgono le equazioni di campo e la condizione energetica forte risulta
R

0 (2.7)
per ogni di tipo tempo.
Proposizione 1. Sia data una congruenza di geodetiche tipo tempo con vet-
tore tangente in uno spazio tempo tale che
20 CAPITOLO 2. SINGOLARIT

A E BUCHI NERI
1. valgono le equazioni di campo
2. vale la condizione energetica forte
3.

= 0
allora, se esiste

con (

) =
0
< 0,
lim
(3/|
0
|)
() =
Dimostrazione. Lequazione (2.5) conduce a
d
d
+
1
3

2
0
che integrata da


0

0
+ 3
La tesi segue immediatamente.
Un risultato del tutto analogo vale per geodetiche nulle .
Una nozione di fondamentale importanza per comprendere il comportamento
locale di geodetiche innitesimalmente vicine e quella di campo di Jacobi.
Denizone 2. Sia /una varieta con una connessione denita. Sia una
geodetica con vettore tangente . Diremo campo di Jacobi su una soluzione

dellequazione di deviazione geodetica (o di Jacobi)

) = R

(2.8)
Alcune osservazioni sono dobbligo.
La prima e sulla struttura dello spazio dei campi di Jacobi su una geodetica .
Proposizione 2. Linsieme dei campi di Jacobi su e uno spazio vettoriale
reale di dimensione 2n, se n = dim/. (Si dimostra poi che i campi di Jacobi
ortogonali a formano un sottospazio di dimensione 2(n 1)).
Dimostrazione. Prendiamo un frame e
1
, e
2
, ..., e
n
lungo e lo propaghiamo
parallelamente. Assegnati arbitrariamente p , v, w T
p
/ con (0) = p
cerchiamo un campo di jacobi Y su tale che Y (0) = v, Y

(0) = w. Poiche

= 0 avremo

= a

con a

costanti.
Il nostro problema e quindi
d
2
y

ds
2
= R

(0) = v

dy

ds
(0) = w

E un classico problema di Cauchy (leq. e lineare) che ha unica soluzione Y .


Poiche dimT
p
/= n e v, w sono arbitrari, segue la tesi.
2.2. CONGRUENZE DI GEODETICHE E CONDIZIONI ENERGETICHE 21
La seconda osservazione e in realta un commento sulla equazione di Jacobi.
Mostriamo intanto come puo essere ottenuta.
Presi
s
(), , , come in precedenza, calcoliamo laccelerazione relativa di una
geodetica vicina a
0
(s)
D
2

t
2
=

) =

) =

)
= (

)(

) +

= (

)(

) +

) R

= R

In forma compatta
D
2

t
2
= R(, ) (2.9)
In questa forma e possibile notare lanalogia con una equazione di Newton
d
2

dt
2
= gradV
con V funzione potenziale.
Nel caso di una variet a di Riemann quindi la curvatura ha un eetto immediato
sul comportamento delle geodetiche in termini puramente geometrici, senza
introduzione di campi di forze esterni.
Denizione 3. Due punti p, q si dicono coniugati se esiste un campo di
Jacobi

con

(p) =

(q) = 0 e non identicamente nullo.


Proposizione 3. Sia (/, g) uno spazio-tempo tale che R

0 per di
tipo tempo. Sia una geodetica tipo tempo e p . Consideriamo lespansione
della congruenza di geodetiche di tipo tempo futuro-dirette da p.
Se esiste q tale che (q) =
0
< 0
allora esiste r ()[ [(q), (q) +
3
|
0
|
], coniugato a p.
Dimostrazione. Introduciamo una base ortonormale di vettori di tipo spazio
e
i
, 1 i 3
con
g(, e
i
) = 0

e
i
= 0
22 CAPITOLO 2. SINGOLARIT

A E BUCHI NERI
Un vettore di deviazione geodetica per questa congruenza soddisfa lequazione
d
2

d
2
= R

(2.10)
Una soluzione avr a la forma

() = A

()
d

d
(0) (2.11)
(ovviamente (0) = 0) La (2.10) implica quindi
d
2
A

d
2
= R

(0) = 0,
dA

d
(0) =

Sulla geodetica esistera un punto coniugato a p se e solo se esite

tale che
0 =

) = A

)
d

d
(0)
d

d
(0) ker A

) det A

) = 0
Cerchiamo ora la relazione tra e det A. Abbiamo
d

d
=

[(e

] =

(e

= (e

= B

= B

d
(0)
Derivando direttamente la (2.11) otteniamo
d

d
=
dA

d
d

d
(0)
Uguagliando,
dA

d
= B

cioe
dA
d
= BA (2.12)
Essendo A invertibile si avra
= trB = tr[
dA
d
A
1
] = (det A)
1
d(det A)
d
=
d
d
(ln [ det A[) (2.13)
Se esiste q tale che (q) =
0
0 allora
lim
(q)+
3
|
0
|
() =
per la Proposizione 1. La (2.13) implica allora che
lim
(q)+
3
|
0
|
[ det A[ = 0
La tesi segue.
2.2. CONGRUENZE DI GEODETICHE E CONDIZIONI ENERGETICHE 23
In realta le ipotesi si possono indebolire notevolmente. Si puo dimostrare
infatti che che se R

,= 0 in qualche punto e R

0 per tutti i
vettori tempo allora ogni geodetica completa di tipo tempo ha una coppia
di punti coniugati. Rimandiamo al testo di Hawking-Ellis [7] per approfondi-
menti.
I teoremi sulle singolarita si basano in parte su contraddizioni che scatur-
iscono dallo studio delle proprieta estremali della lunghezza (tempo proprio) di
geodetiche tempo. E importante quindi studiare pi u in dettaglio il funzionale
L() =
_
b
a
_
g(

) dt
denito sullo spazio delle curve regolari, di tipo tempo, con (0) = p, (1) =
q in /. A tal ne, consideriamo una famiglia ad un parametro R,

(t),
t [a, b], di curve regolari di tipo tempo con

(a) = p e

(b) = q per
R. Seguendo [6], i vettori (/t) e (/) sranno i vettori tangenti e di
deviazione rispettivamente per la famiglia

(t). Scriveremo (/t)

:=

e (/)

:=

. Abbiamo (a) = (b) = 0 e

= [, ] = 0. Possiamo
trasformare il funzionale L in una funzione del parametro scrivendo
L() =
_
b
a
f(, t) dt (2.14)
con f(, t) =
_
g(, ). Eseguiamo ora un calcolo standard per la derivata
prima e seconda
dL
d
=
_
b
a
f

dt =
_
b
a

_
(

)dt =
_
b
a

1
2f

)dt
=
_
b
a

1
f

dt =
_
b
a

1
f

dt
=
_
b
a

]dt +
_
b
a

f
_

dt
(poiche

] =

f
_

f
)

)
=
_
b
a

t
[

f
]dt +
_
b
a

f
)dt
Il primo termine e nullo per il teorema fondamentale del Calcolo poiche la
variazione si annulla agli estremi, quindi
dL
d
=
_
b
a

f
)dt (2.15)
24 CAPITOLO 2. SINGOLARIT

A E BUCHI NERI
Il funzionale L sara stazionario sulla curva
0
(t) per arbitrari vettori se e
solo se

f
) = 0 (2.16)
cioe se
0
(t) e geodetica.
Passiamo al calcolo della derivata seconda di L() in = 0
d
2
L
d
2
=
_
b
a

f
)]dt
=
_
b
a
(

f
)dt+
_
b
a

f
)dt+
_
b
a

f
)dt
Il primo termine e nullo se consideriamo
0
(t) geodetica. Quindi
d
2
L
d
2
=
_
b
a

f
)dt +
_
b
a

f
) +R

f
)
_
dt
=
_
b
a

f
)dt +
_
b
a

f
)dt +
_
b
a

f
)dt
=
_
b
a

f
)]dt +
_
b
a

f
)dt
(perche

f
)] =

f
) +

f
) ed e su-
ciente rinominare alcuni indici).
Scrivendo il termine tra parentesi nel primo integrale come

f
) = f
1

(f
1
)
= f
1

(f
2

f)
= f
1

+f
2

[f
1

]
avremo
_
d
2
L
d
2
_
=0
=
_
b
a

f
)] +

f
)dt
=
_
b
a

[f
1

+f
2

(f
1

)] +

(f
1

)dt
Lungo la geodetica
0
, cioe per = 0, possiamo scegliere una parametriz-
zazione tale che f = 1, e un vettore di deviazione con g(, ) = 0. Quindi
_
d
2
L
d
2
_
=0
=
_
b
a

) +R

_
dt
2.2. CONGRUENZE DI GEODETICHE E CONDIZIONI ENERGETICHE 25
=
_
b
a
g(, (Jac(, )))dt (2.17)
dove il simbolo Jac esprime un forma compatta lequazione di Jacobi.
Conseguenza diretta di questi calcoli e il seguente importante risultato per la
cui dimostrazione rimandiamo a [6] [7].
Proposizione 4. Sia curva C
1
di tipo tempo tra due punti p, q.
La curva e un massimo locale per il tempo proprio L rispetto a variazioni
ad un parametro

(t) di se e solo se e geodetica senza punti coniugati a


p tra p e q.
Possiamo poi sviluppare in analogia una nozione di coniugazione tra una
ipersupercie di genere spazio e un punto p /.
Sia a tal ne il vettore unitario tangente alla congruenza di geodetiche di
tipo tempo ortogonali a . Il tensore denito da
K

= B

e simmetrico per lortogonalita della congruenza, ed esprime la seconda foma


fondamentale di . Se indica lespansione per la congruenza in oggetto, sara
ovviamente
K =
Per analogia porremo la
Denizione 4. Sia una geodetica della congruenza ortogonale a . Sia
p . Diremo che p e coniugato a lungo se esiste un campo di deviazione
ortogonale per la congruenza tale che [

,= 0 e (p) = 0.
Con un procedimento del tutto simile a quello usato per dimostrare la
Prop.3 si puo dimostrare la
Proposizione 5. Sia (/, g) uno spazio-tempo tale che R

0 per di
tipo tempo. Sia ipersupercie di genere spazio. Supponiamo K = < 0 in
q . Detta la geodetica ortogonale a passante per q,esistera un punto
p coniugato a in un tempo proprio lungo
(p)
3
[K[
Vale in maniera del tutto analoga alla Prop.4 la seguente
Proposizione 6. Sia ipersupercie regolare di genere spazio. Sia q ,
p / e una curva regolare di tipo tempo tra p e q.
Allora e massimo locale per il tempo proprio tra p e rispetto a variazioni
ad un parametro

(t) se e solo se e geodetica ortogonale a senza punti


coniugati a tra e p.
26 CAPITOLO 2. SINGOLARIT

A E BUCHI NERI
Sino ad ora abbiamo considerato geodetiche di tipo tempo. Per geodetiche
di tipo nullo i risultati sono del tutto equivalenti per quanto concerne lesistenza
di punti coniugati, ma non avr a ovviamente pi u senso parlare di tempo proprio
. Per i punti coniugati abbiamo intanto la
Proposizione 7. Sia (/, g) spazio-tempo con R

0 per di tipo
nullo. Sia una geodetica nulla e p . Considerata la famiglia di geodetiche
nulle passanti per p e la funzione ad essa relativa, supponiamo che (r) =

0
< 0 per r .
Allora esiste un punto q coniugato a p lungo e se e il parametro ane per
aremo
0 < (q) < (r) +
2
[
0
[
Nel caso di geodetiche di tipo tempo, lesistenza di punti coniugati implica
la possibilita di poter variare nel senso di una maggior lunghezza la geodetica
fra due punti. Nel caso di geodetiche nulle invece essa consente di poter variare
in modo regolare una geodetica nulla tra p e q no ad ottenere una curva di
tipo tempo.
In [7] e dimostrata la seguente
Proposizione 8. Sia una curva regolare causale tra p e q. Allora non e
possibile costruire una variazione

con
0
= e

di tipo tempo per > 0


se e solo se e geodetica nulla senza punti coniugati a p tra p e q.
Se ne deduce immediatamente il
Corollario 1. Sia q J
+
(p) I
+
(p). Allora ogni curva causale tra p e q e
geodetica nulla.
Dimostrazione. Poiche q e p non possono essere uniti da una curva tipo tempo,
una curva causale non puo essere variata per ottenerne appunto una di genere
tempo. Applico allora la Proposizione precedente.
Per completezza, ed in vista di cio che incontreremo nel capitolo successivo,
accenniamo ad alcuni risultati analoghi relativi non gia ad ipersuperci, ma a
sottovariet a di genere spazio di dimensione due S (tipicamente sfere).
Sia allora S una supercie regolare di genere spazio di dimensione due. Per
ogni p S esisteranno due vettori geodetici di tipo nullo ortogonali a S.
Lorientabilita di S, che noi assumiamo, ci permette allora di costruire due
famiglie di geodetiche nulle ortogonali, entranti ed uscenti. Queste possono
essere considerate congruenze e possono denirsi in modo consistente tutti i
concetti dati nel caso delle ipersuperci. Valgono allora risultati del tutto
identici alle Proposizioni 5-6. Si puo dimostrare poi il seguente importante
risultato sulla frontiera del futuro di una due-sfera.
2.2. CONGRUENZE DI GEODETICHE E CONDIZIONI ENERGETICHE 27
Proposizione 9. Sia (/, g) globalmente iperbolico. Sia S una supercie di
genere spazio, compatta, orientabile di dimensione due. Allora, ogni p
I
+
(S) appartiene ad una geodetica nulla ortogonale a S senza punti coniugati
a S tra S e p.
Dimostrazione. Analoga a quella del Corollario 1.
I concetti illustrati in maniera essenziale in questa sezione hanno avuto un
carattere locale. Li completiamo ora con risultati di natura globale per poter
ottenere teoremi sulle singolarita. Diamo intanto la denizione seguente.
Denizione 5. Linsieme delle curve continue, causali, futuro-dirette tra p e
q / con q J
+
(p), e denotato con C(p, q). Sia supercie di Cauchy.
C(, q) sara, analogamente, linsieme delle curve continue causali da a q.
C(p, q) puo essere dotato di una topologia nel modo seguente.
Sia U / aperto. Sia O(U) = C(p, q)[ U. Deniamo aperti in
C(p, q) gli insiemi della forma
W =
_
O(U)
Possiamo fare la stessa cosa per C(, q). Si ha allora il fondamentale risultato
compendiato nella proposizione seguente per la cui dimostrazione si rimanda
a [6].
Proposizione 10. Sia (/, g) globalmente iperbolico.
Allora
1. C(p, q) e compatto
2. C(, q) e compatto
Ora, il funzionale L risulta denito sullo spazio

C(p, q) delle curve C
1
di
tipo tempo tra p e q.

C(p, q) C(p, q). Si dimostra che questo spazio e denso
in C(p, q) nella topologia indotta. Il punto essenziale per poter estendere L a
C(p, q) e lo studio della sua continuita su

C(p, q). Anche qui si puo dimostrare
che pur non valendo la continuita sussiste la
Proposizione 11. Sia (/, g) globalmente iperbolico. Allora L e semiconti-
nuo superiormente su

C(p, q).
Questa proprieta e quella che permette di estendere L ad una funzione
semicontinua superiormente su C(p, q). Risultato del tutto analogo vale per
C(, q). Trattando ora curve causali a priori non regolari, potrebbero perdere
validita i risultati ottenuti in precedenza. Anche qui abbiamo
Proposizione 12. Sia (/, g) globalmente iperbolico. Sia q J
+
(p). Sup-
poniamo esista C(p, q) con L() massimo per L. Allora e geodetica
senza punti coniugati a p tra p e q. .
28 CAPITOLO 2. SINGOLARIT

A E BUCHI NERI
Proposizione 13. Sia (/, g) globalmente iperbolico. Sia p / e iper-
supercie regolare di genere spazio. Supponiamo esista C(, p) con L()
valore massimo per L. Allora e geodetica ortogonale a senza punti coniu-
gati.
A questo punto, una immediata applicazione della Proposizione 10 e del
Teorema di Weierstrass ci forniscono le due seguenti Proposizioni.
Proposizione 14. Sia (/, g) globalmente iperbolico. Sia q J
+
(p).
Allora esiste C(p, q) tale che L() e valore massimo per L.
Per la Proposizione 12 sara geodetica senza punti coniugati. Analoga-
mente
Proposizione 15. Sia (/, g) globalmente iperbolico. Sia ipersupercie di
Cauchy. Allora esiste C(, p) tale che L() e valore massimo per L.
Per la Proposizione 13 sara geodetica ortogonale a senza punti coniugati.
2.3 I Teoremi
Lo studio delle singolarita in opportuni (/, g) fu compiuto da Penrose e Hawk-
ing negli anni 1965-70. Fu in particolare Penrose a dedurre incompletezze
geodetiche in spazi che non presentavano simmetrie facendo delle singolarita
una proprieta generica dello spazio-tempo.
Presentiamo qui due Teoremi che hanno signicato in ambito cosmologico
(modello di universo) e locale (collasso gravitazionale). Sostanzialmente le
tesi seguono dalla contraddittorieta di risultati autoconsistenti.
Teorema 3. Sia (/, g) globalmente iperbolico. Supponiamo che
1. R

0 per di tipo tempo


2. esiste , ipersupercie C
2
di genere spazio tale che la traccia della seconda
forma fondamentale K

soddis
K C < 0
ovunque su .
Allora ogni curva di tipo tempo diretta nel passato da ha lunghezza L()
3
|C|
Dimostrazione. Seguiamo Wald ([6]). Per assurdo supponiamo esista di tipo
tempo diretta nel passato, con origine in e tale che L() >
3
C
. Sia p un
punto sulla curva tale che la lunghezza del segmento di curva tra e sia
maggiore di
3
C
. Per la Prop.15 esiste una curva di lunghezza massima tra
e p. Ovviamente L() >
3
C
. Per la Prop.13 e geodetica senza punti coniugati
tra e p. Cio e pero in contraddizione con la Prop.5. La tesi segue.
2.4. BUCHI NERI 29
Per quanto vedremo nellultimo capitolo tuttavia, il nostro interesse si
rivolge ora alle singolarita prodotte in un collasso gravitazionale locale.
Diamo a tal proposito la fondamentale
Denizione 6. Sia S /una sottovarieta regolare (C
2
) compatta di genere
spazio, di dimensione due. Risultano denite due famiglie di geodetiche nulle
ortogonali a S. Sia lespansione ad esse relativa. Diremo che S e supercie
intrappolata se < 0.
Sussiste allora il seguente
Teorema di Penrose 4. Sia (/, g) globalmente iperbolico. Supponiamo che
1. esista supercie di Cauchy non compatta.
2. R

0 per di genere nullo.


3. esista S supercie intrappolata
Sia
0
< 0 il massimo per .
Allora esiste una geodetica nulla ortogonale ad S con lunghezza ane
2
|
0
|
.
Dimostrazione. Vedi Wald [6].
2.4 Buchi neri
2.4.1 L Innito conforme
Lo scopo immediato di questa sezione e fornire la denizione di sistema isolato
in Relativita Generale. Questo per due motivi: tratteremo nel Cap.3 un sis-
tema di tal genere, e il concetto di sistema isolato e propedeutico, nella nostra
trattazione, a quello di buco nero.
Un sistema isolato in R.G. e un sistema sico in uno spazio-tempo asintot-
icamente piatto, cioe uno spazio-tempo che tende a (M
4
, ) lontano dal
sistema stesso .
Una denizione rigorosa deve essenzialmente soddisfare le condizioni seguenti
essere indipendente dalle coordinate
specicare e rendere rigoroso il passaggio al limite per r
Il modo pi u ecace per ottenere cio consiste nella possibilita di immergere
in modo conforme lo spazio-tempo (/, g) in una varita con bordo (

/, g),
interpretando questo bordo come innito, e richiedendo al fattore conforme
opportune proprieta asintotiche. In tal modo si soddisfano le precedenti richi-
este e si ha anche la possibilita di rappresentere lo spazio-tempo mediante di-
agrammi estremamente esplicativi (diagrammi di Penrose). Per i nostri scopi
sara suciente la denizione seguente
30 CAPITOLO 2. SINGOLARIT

A E BUCHI NERI
Denizione 7. (/, g) e detto asintoticamente piatto (o libero) se esiste (

/, g)
con g C

(/ i
0
) ed una isometria conforme : /

/ con fattore
conforme tale che
1. J
+
(i
0
) J

(i
0
) =

/ / dove con / intendiamo [/]. Risulta allora
/= i
0

+

dove
+
:= J
+
(i
0
) i
0
e detto innito futuro nullo,

:= J

(i
0
) i
0
e detto innito passato nullo
2. in un intorno di / vale una causalita forte (assenza di curve causali
chiuse)
3. [

= 0, [
i
0 = 0, lim
i
0

= 0
Rimandiamo a [6] per una trattazione completa. Qui ci limitiamo a poche
osservazioni. E immediato dimostrare come una trasformazione conforme in
generale non alteri la struttura causale (i coni di luce). Anzi lo studio di tale
struttura coincide con lo studio di metriche a meno di trasformazioni conformi.
Nella denizione precedente le condizioni su traducono la piattezza asintotica
dello spazio-tempo e la giusta interpretazione di /come innito.

saranno
rispettivamente linnito per geodetiche di tipo nullo, i
0
per geodetiche di tipo
spazio.
2.4.2 Buchi neri
Supponiamo di avere (/, g) spazio asintoticamente libero. Consideriamone
il completamento conforme (

/, g). Indichiamo al solito con / limmag-


ine [/]

/. Prendiamo in esame linsieme J

(
+
). Se / J

(
+
)
e contenuto in un aperto globalmente iperbolico diremo che / e fortemente
predicibile. In un tale spazio-tempo poniamo la seguente
Denizione 7. Sia (/, g) fortemente predicibile. Linsieme B := /J

(
+
)
e detto buco nero.
La sua frontiera H = J

(
+
) / e l orizzonte degli eventi.
Teorema 5. B e chiuso in /. In particolare H B.
Dimostrazione. (Schema). Sia p / J

(
+
). Sara p / J

(q) per
q
+
. Si dimostra allora che p / I

(r) per r nel futuro nullo di q.


Segue che
/ J

(
+
) / I

(
+
)
J

(
+
) e dunque aperto in /. La tesi segue.
2.4. BUCHI NERI 31
Se p B, allora nessuna geodetica nulla da p potra intersecare
+
. Cos

i se
A B avremo J
+
(A) B.
Anche in questo caso rimandiamo a [6] e [7] per approfondimenti.
Il problema che questa denizione di buco nero crea, consiste in cio: per sapere
se un buco nero esiste in / noi dobbiamo conoscere lo sviluppo futuro del-
lintero spazio-tempo. Tuttavia anche in questo caso esistono teoremi che
sotto ipotesi abbastanza generali garantiscono lesistenza di buchi neri. Ne
riportiamo due di estremo interesse per cio che tratteremo nellultimo capitolo.
Teorema 6. Sia (/, g) fortemente predicibile con R

0 per di
genere nullo. Supponiamo che esista S / supercie intrappolata.
Allora esiste un buco nero B / tale che
S B
Una generalizzazione e data dal
Teorema 7. Nelle ipotesi del Teorema precedente supponiamo esista S marginal-
mente intrappolata, cioe 0. Allora
S B
Un breve commento. Il Teorema 4 stabilisce una relazione diretta tra le-
sistenza di una supercie intrappolata e una singolarita nello spazio-tempo.
I due precedenti enunciati raorzano il risultato dicendo che la singolarita e
lintera supercie S sono allinterno di un buco nero. Si dice che la singolarita
non e nuda. Nel Cap.3 arriveremo a stabilire, in un processo di collasso grav-
itazionale, proprio il formarsi di una supercie (marginalmente) intrappolata,
e quindi di un buco nero.
32 CAPITOLO 2. SINGOLARIT

A E BUCHI NERI
Capitolo 3
Il caso sfericamente simmetrico
In questo capitolo aronteremo lo studio delle equazioni di Einstein (1.5) con
un tensore T determinato da un campo scalare . Lassunto fondamentale
sara la simmetria sferica per lo spazio-tempo. E questo un caso di estrema
importanza perche fornisce indicazioni utili e risultati validi in assenza di tale
simmetria. Il problema dellesistenza delle soluzioni in senso forte o general-
izzato del sistema, e stato studiato da D. Christodoulou in [1-3]. Naturale
conclusione del lavoro e una analisi del collasso gravitazionale che si verica,
e lo studio dello spazio-tempo oltre lorizzonte degli eventi. (Vedi [5]).
3.1 Lo spazio-tempo sfericamente simmetrico
Sia (/, g) spazio-tempo con connessione indotta da g (o di Levi-Civita).
Sia : I R / una geodetica di tipo tempo con vettore tangente T,
cioe
_

T
T = 0
g(T, T) < 0
Il nostro scopo e qui duplice : costruire un sistema di coordinate opportuno
che semplichi la forma del tensore metrico , denire una azione del gruppo
SO(3) che postuliamo essere sottogruppo del gruppo delle isometrie di (/, g).
Fissiamo una origine o su . Vogliamo impostare un problema caratter-
istico, ossia con una ipersupercie iniziale di genere nullo. In un sistema di
coordinate qualsiasi x

consideriamo una funzione u soluzione dellequazione


eiconale
g

u = 0
con condizioni
1. u(p) =
_
(p)
o
_
g(T, T) d, ( cioe u e il tempo proprio su )
2. gli insiemi di livello di u , indicati con C
+
(u) , sono coni geodetici nulli
con vertice su .
33
34 CAPITOLO 3. IL CASO SFERICAMENTE SIMMETRICO
Osservazione 1. Nel caso (M
4
, ), con coordinate (t,r) , la funzione u puo
essere scelta come u(t, r) = t r. Gli insiemi C
+
(u) sono in questo caso i coni
uscenti con vertice sullasse r=0, e u sara la nuova coordinata.
Deniamo poi il campo vettoriale tangente
l

= g

u
Valgono:
1. g(l, l) = g

= g

[g

u][g

u] =

u[g

u] = g

u =
0
2.
l
l = 0 poiche le generatrici dei coni sono geodetiche nulle.
3. g(l, T) = g

= g

[g

u]T

uT

= T(u) = 1
Passiamo a denire la seconda coordinata. Consideriamo una funzione s
soluzione del problema
_
l(s) = 1
s[

= 0
Per ogni c R , gli insiemi s
1
(c) C
+
(u) sono 2-sfere che indicheremo con
S
u,s
. La funzione s sara la nostra seconda coordinata.
Consideriamo, per ogni punto q S
u,s
, la decomposizione
T
q
/= T
q
S
u,s
(T
q
S
u,s
)

Per ogni q S
u,s
prendiamo lunico vettore l (T
q
S
u,s
)

tale che
g(l, l) = 0
g(l, l) = 2
Fino ad ora nessuna ipotesi e stata fatta sulle eventuali simmetrie (/, g).
Siamo interessati qui alla simmetria sferica, cioe ad una invarianza sotto lazione
di un gruppo isomorfo ad SO(3).
Inizialmente, lo studio delle simmetrie di uno spazio-tempo era condotto con
espedienti pi u o meno intuitivi. Successivamente lapproccio basato sulla teoria
dei gruppi si e rivelato oltre che rigoroso, estremamente procuo. Richiamiamo
qui alcuni concetti fondamentali.
Denizione 1. Siano (/, g) e (^, h) varieta riemanniane.Una mappa
f : (/, g) (^, h)
si dira isometria se e un dieomorsmo e g = f

h cioe
h
f(m)
(d
m
f(u), d
m
f(v)) = g
m
(u, v)
per u,v in T
m
/.
3.1. LO SPAZIO-TEMPO SFERICAMENTE SIMMETRICO 35
Sia G linsieme dei dieomorsmi di (/, g). Si dimostra G essere un gruppo
con loperazione di composizione. Linsieme delle isometrie di (/, g) si
dimostra essere un sottogruppo di . Possiamo denire in modo naturale la
azione
//
(, x) x
La mappa cos

i denita e una azione a sinistra. Linsieme O


x
= x, e
detto orbita di x in /. Si puo dimostrare che e un gruppo di Lie.
Denizione 2. Uno spazio-tempo (/, g) si dice sfericamente simmetrico se
H < con H

= SO(3), e le orbite di H sono 2-sfere.
Per imporre a / la simmetria sferica in modo consistente con la struttura
geometrica che stiamo sviluppando vogliamo denire una azione di SO(3) sullo
spazio-tempo. Sia p e T il vettore tangente a in p. Consideriamo il
sottospazio
p
T
p
/ con T ()
p

. Osserviamo che dim


p
= 3.
Introduciamo un importante concetto :
Denizione 3. Sia (/, g) una varieta di Riemann (o di Lorentz). Sia T
p
/
lo spazio tangente in p a /. Linsieme
G
p
= : T
p
/T
p
/[g(X, Y ) = g(X, Y ), lineare
e detto gruppo ortogonale generalizzato.
Nel caso di uno spazio-tempo (/
4
, g) avremo G
p
L

+
, gruppo di Lorentz.
Consideriamo lazione naturale di G
p
L

+
su T
p
/ (M, ). Se prendiamo
il sottogruppo H < G
p
delle trasformazioni tali che (T) = T, e
p
= X
T
p
/[g(X; T) = 0 avremo (
p
)
p
e H SO(3).
Richiamiamo brevemente la nozione di mappa esponenziale:
Denizione 4. Sia p /. Sia D
p
T
p
/ linsieme dei vettori v per cui la
geodetica
v
con dato iniziale v e denita almeno su [0,1].La mappa
exp
p
: D
p
/
con exp
p
(v) :=
v
(1) e detta mappa esponenziale in p.
Vale
exp
p
(sv) =
sv
(1) =
v
(s), s R
Quindi exp mappa linee rette in geodetiche di /.

E importante la seguente
Proposizione 1. Per ogni p / esiste un intorno

U di 0 T
p
/ e un
intorno U di p in / tale che exp
p
e un dieomorsmo tra i due intorni.
36 CAPITOLO 3. IL CASO SFERICAMENTE SIMMETRICO
Siamo ora in grado di denire una azione di SO(3) su (/, g) che lasci ssi
i punti di .
Preso un vettore N
p
con g(N, N) = 1, s 0,
SO(3) C
+
(u) /
(O, exp
p
[s(T +N)]) exp[s(T +ON)]
Osserviamo che
1. e costituita da punti ssi per lazione, poiche ogni suo punto e esprimi-
bile come exp
p
(sT)
2. i punti exp
p
[s(T +N)] e exp
p
[s(T +ON)] appartengono S
u,s
3. i coni C
+
(u) sono invarianti per lazione
4. le orbite dellazione sono le sfere S
u,s
Sia il campo vettoriale generatore dellazione sopra denita.Vale
Proposizione 2. [, l] = 0
Dimostrazione. Fissiamo u e consideriamo sul cono C
+
(u) un punto q =
exp
p
[T +N].
Se O SO(3) dalla denizione segue che, con abuso di notazione, O(q) =
3.1. LO SPAZIO-TEMPO SFERICAMENTE SIMMETRICO 37
exp
0
[T +ON]. Sia
s
il usso associato al campo vettoriale geodetico l.
Avro
s
(O(q)) = exp
0
[s(T +ON)] , ma essendo
s
(q) = exp
0
[s(T +N)] otterro
dalla denizione dellazione che O(
s
(q)) = exp
0
[s(T + ON)]. Se allora e
il generatore dellazione del gruppo, la commutativit a dei ussi e equivalente
alla tesi.
Assumiamo a questo punto che il campo sia di Killing, cioe che (/, g)
sia sfericamente simmetrico secondo la Denizione 2. Lintroduzione di ques-
ta simmetria ci conduce sostanzialmente allo studio della varieta quoziente
//SO(3) , con bordo, di dimensione due, con coordinate u, s.
Ovviamente

g = 0 (3.1)
Fissati u e s, larea di S
u,s
A(u, s) :=
_
Su,s
d

(dove e il pull-back di g), ci permette di costruire la funzione


r(u, s) =
_
A(u, s)
4
_1
2
(3.2)
Lemma 1. Nel caso sfericamente simmetrico
[, l] = 0
Dimostrazione. In generale se S e un tensore (0, q) su /e X campo vettoriale
tangente, vale
(
X
S)(X
1
, X
2
, ...., X
q
) = X.S(X
1
, X
2
, ...., X
q
)
q

i=1
S(X
1
, .., X
i1
, [X, X
i
], .., X
i+1
, ..X
q
)
Quindi
0 = (

g)(l, l) =
.
g(l, l) g([, l], l) g(l, [, l]) = g([, l], l) g(l[, l])
Per la Proposizione 2 avremo
g([, l], l) =
.
g(l, l) g(l, [, l]) = 0
g([, l], l) =
1
2
(g(l, l)) = 0
Ora, per ogni X TS
u.s
g([, l], X) = (g(l, X)) g(l, [, X]) = 0
poiche [, X] TS
u,s
. Tutto cio =[, l] = 0
38 CAPITOLO 3. IL CASO SFERICAMENTE SIMMETRICO
Le 2-sfere S
u,s
sono sottovariet a di codimensione due descritte localmente
da s
1
(c) u
1
(d) , c, d R. La la loro geometria e determinata da due tensori
covarianti coniugati (seconde forme fondamentali)
(X, Y ) := g(
X
l, Y ) (3.3)
(X, Y ) := g(
X
l, Y ) (3.4)
dove X, Y TS
u,s
e espressioni come g(
X
l, Y ) := S(X) sono da identicarsi
con loperatore di forma in codimensione 1.
Lemma 2. I tensori e sono simmetrici
Dimostrazione. (X, Y ) (Y, X) = g(
X
l, Y ) g(
Y
l, X) =
= [X.g(l, Y ) g(l,
X
Y )] [Y.g(l, X) g(l,
Y
X)] =
= g(l,
X
Y ) +g(l,
Y
X) = g(l, [X, Y ]) = 0
dove supponiamo nullo il tensore di torsione
T(X, Y ) :=
X
Y
Y
X [X, Y ]
Un calcolo simile per .
Vogliamo ora far vedere come la simmetria sferica di (/, g) implichi lin-
varianza per rotazioni dei tensori e , risultato fondamentale nel seguito.
Intanto stabiliamo la relazione che intercorre tra , e , metrica indotta da
g su S
u,s
.
Proposizione 3. Valgono
=
1
2
(
l
)
=
1
2
(
l
)
Dimostrazione. Siano X, Y TS
u,s
. Avremo
(
l
)(X, Y ) = l.g(X, Y ) g([l, X], Y ) g(X, [l, Y ]) =
= l.g(X, Y ) g(
l
X
X
l, Y ) g(X,
l
Y
Y
l) =
= l.g(X, Y ) g(
l
X, Y ) +g(
X
l, Y ) g(X,
l
Y ) +g(X,
Y
l) =
= l.g(X, Y ) [g(
l
X, Y ) +g(X,
l
Y )] +g(
X
l, Y ) +g(X,
Y
l) =
= g(
X
l, Y ) +g(X,
Y
l) = (X, Y ) +(Y, X) = 2(X, Y )
per il lemma precedente. Un calcolo analogo per
l
.
Veniamo ora allimportante
3.1. LO SPAZIO-TEMPO SFERICAMENTE SIMMETRICO 39
Teorema 1.

= 0

= 0
dove e il campo di Killing generatore delle rotazioni, isometrie per il nostro
spazio-tempo.
Dimostrazione. Siano al solito X, Y TS
u,s
(

)(X, Y ) = ((X, Y )) ([, X], Y ) (X, [, Y ]) =


= (g(
X
l, Y )) g(
X
l, [, Y ]) ([, X], Y ) =
=

g(
X
l, Y )+g([,
X
l], Y )+g(
X
l, [, Y ])g(
X
l, [, Y ])([, X], Y ) =
= g([,
X
l], Y ) ([, X], Y )
Ora, la relazione [,
U
V ]
U
([, V ]) =
[,U]
V diviene in simmetria sferica,
con [, l] = 0,
[,
X
l] =
[,X]
l
In denitiva
(

)(X, Y ) = g(
[,X]
l, Y ) ([, X], Y ) = 0
Un calcolo analogo per

.
Ricordando quindi che un tensore (0,2)-covariante F
AB
, si puo decomporre
in
F
AB
=

F
AB
+
1
2

AB
trF
con

F
AB
a traccia nulla, e che sussiste il
Lemma 3. Sia T
AB
un tensore (0,2)-covariante, simmetrico, a traccia nulla,
invariante per lazione del gruppo SO(3), denito su una 2-sfera
Allora T
AB
= 0
Dimostrazione.
avremo
=
1
2
(tr)
=
1
2
(tr)
Cio che vogliamo fare ora e studiare i coecienti di connessione di (/, g).
In generale maggiori simmetrie presenta lo spazio-tempo, minori saranno le
direzioni privilegiate e di conseguenza nulli molti coecienti di connessione
che esprimono derivate covarianti lungo tali direzioni.
40 CAPITOLO 3. IL CASO SFERICAMENTE SIMMETRICO
La geometria delle sfere S
u,s
, o meglio la loro immersione in /e determinata
oltre che da e dalla 1-forma di torsione denita su TS
u,s
(X) :=
1
2
g(
X
l, l)
Teorema 2. Nel caso sfericamente simmetrico,
= 0
Dimostrazione. Dato X TS
u,s
(

)(X) = ((X)) ([, X])


= [
1
2
g(
X
l, l)] ([, X])
=
1
2
_

g +g([,
X
l], l) +g(
X
l, [, l])
_
([, X])
=
1
2
g([,
X
l], l) ([, X])
=
1
2
g(
[,X]
l, l) ([, X])
= 0
la tesi segue ora poiche
Lemma 4. Sia una 1-forma su S
2
invariante per rotazioni, cioe tale che
per ogni SO(3) si abbia

= .
Allora = 0
Dimostrazione. Fissiamo un punto p S
2
. Il sottogruppo di SO(3) che lascia
invariato p e isomorfo a SO(2) e chiaramente
p
e SO(2) invariante. Quindi
per ogni v T
p
S
2

p
(v) = (

p
)(v) =
p
(dv) =
p
(v)
per ogni SO(2). Segue che
p
= 0. La arbitrarieta di p implica la tesi.
Vogliamo ora determinare il vettore in TS
u,s
che corrisponde alla forma
nella dualita TS
u,s
TS
u,s

.
Proposizione 4. Alla forma TS
u,s

corrisponde il vettore
1
2

l
l TS
u,s
3.1. LO SPAZIO-TEMPO SFERICAMENTE SIMMETRICO 41
Dimostrazione. Intanto
0 = l.g(l, l) = g(
l
l, l) = 2g(l,
l
l)
0 = l.g(l, l) = g(
l
l, l) +g(l,
l
l)
La seconda equazione ci fornisce
g(l,
l
l) = g(l,
l
l) = 0
poiche l e vettore geodetico. Segue che
l
l TS
u,s
. Avremo
(X) =
1
2
g(
X
l, l) =
1
2
g(
l
X, l) =
1
2
g(X,
l
l)
dove abbiamo esteso un vettore tangente X TS
u,s
per qualche s, a tutto
C
+
(u) con [l, X] = 0.
In ogni punto p dello spazio-tempo la coppia di vettori l, l genera un
sottospazio di T
p
/ di dimensione 2. Ci chiediamo se al variare di p /
questa distribuzione di piani sia integrabile cioe se esista una sottovariet a di
/ che abbia come spazio tangente in ogni suo punto proprio il sottospazio
generato da l, l in quel punto. A questo riguardo, ci viene in aiuto un
risultato fondamentale:
Teorema (Frobenius) 3. Sia una famiglia di spazi vettoriali cos

i deter-
minata: ad ogni p /sia
p
T
p
/con dim
p
= m per ogni p. Deniamo
:=
p
[p /.
La famiglia possiede una sottovarieta integrale se e solo se
[X, Y ]
per ogni X, Y
p
Inne
Teorema 4. Nel caso sfericamente simmetrico, la distribuzione di piani generati
da l, l e integrabile
Dimostrazione. Cacoliamo il vettore
l
l per componenti:
(
l
l)

= (
l
l)

= (
l
l)

1
2
(l

+l

) +e

A
e
A
_
=
1
2
g(
l
l, l)l

1
2
g(
l
l, l)l

+g(
l
l, e
A
)e

A
= 2l

1
2
g(
l
l, l)l

+g(
l
l, e
A
)e

A
= 2l

+g(
l
l, e
A
)e

A
42 CAPITOLO 3. IL CASO SFERICAMENTE SIMMETRICO
e cioe
(
l
l) = 2l +g(
l
l, e
A
)e
A
dove abbiamo introdotto il coeciente di connessione :=
1
4
g(
l
l, l) e un
frame ortonormale e
A
, A = 1, 2 per le 2-sfere S
u,s
. Abbiamo inoltre usato
loperatore di proiezione su TS
u,s
e

A
e
A
:=

+
1
2
_
l

+l

_
Ricordando la Proposizione 4, scrivendo per
1
2

l
l avremo
[l, l] = 4 2l
Il Teorema 2 e il Teorema di Frobenius ci forniscono la tesi.
In generale se deniamo su una variet a /un frame ortonormale e
i=1,..,4

avremo in corrispondenza un coframe di 1-forme


i
, i = 1, .., 4 con
i
(e
j
) =

i
j
.
Nel nostro caso sia l

, l

, e

A
, A = 1, 2 il coframe di 1-forme.
Studiamo la 1-forma (ds), dierenziale della funzione ane s denita all inizio
del paragrafo. Avremo una espansione
ds = c
1
l

+c
2
l

1A2

A
e

A
Chiaramente
A
= 0, A = 1, 2, perche la funzione s e costante sulle sfere S
u,s
.
Determiniamo i coecienti incogniti c
1
, c
2
.
c
1
= ds(l) = l(s) = 1
Intanto
(ds)

(ds)

= (ds)

1
2
(l

+l

) + (e

A
)

(e

A
)

_
=
1
2
(ds)

1
2
l

(ds)

=
1
2
(ds)(l)l

1
2
l

ds(l)
=
1
2
c
2
l

1
2
l

=
1
2
_
(c
2
)l

_
Il calcolo di c
2
porta a
c
2
= ds(l) = l(s) = l

s = g

s = a
3.1. LO SPAZIO-TEMPO SFERICAMENTE SIMMETRICO 43
dove abbiamo denito la funzione
a = g

s (3.5)
costante su ogni 2-sfera S
u,s
. Inne
(ds)

=
1
2
_
al

_
(3.6)
Vogliamo ora considerare i campi vettoriali l, l come operatori dierenziali su
uno opportuno spazio di funzioni su /. Ce un risultato fondamentale che
rende cio possibile.
Denizione 5. Introduciamo sullinsieme delle funzioni C
k
in un intorno di
m / la seguente relazione di equivalenza: (f : U R) (g : V R) se
e solo se esiste un intorno W di m con W U V ef[
W
= g[
W
. Le classi di
equivalenza per questa relazione sono dette germi in m e lo spazio dei germi
in m e indicato con C
k
m
(/).
Una derivazione e una mappa lineare : C
k
m
(/) R tale che
(fg) = f(m)(g) +g(m)(f)
Lo spazio delle derivazioni e indicato con D
m
(/).
Il risultato importante, la cui dimostrazione tralasciamo e il seguente:
Teorema 5. Ce un isomorsmo lineare : T
m
/D
m
(/)
In conseguenza del teorema precedente indichiamo con D e D gli operatori
di derivazione corrispondenti ai vettori l e l.
Andiamo a stabilire alcune relazioni tra le grandezze denite in precedenza.
Lemma 5. Da = 2
Dimostrazione. Poiche g(l, l) = 2 avremo, ricordando la (3.6)
Da = D
_

1
2
ag(l, l)
_
= D
_

1
2
al

+
1
2
l

_
= D
_
l

1
2
_
al

__
= D
_
l

s
_
= D(Ds) = l

(l

s)
= l

s l

s
44 CAPITOLO 3. IL CASO SFERICAMENTE SIMMETRICO
=
l
l

s l

s
e per il Teorema 2 e la Proposizione 4
= l

s
= l

s
perche
0 = l

(1)
_
= l

(
l
s)
_
= l

(l

s)
_
= l

s +l

s
_
)
= l

1
2
_
al

_
= l

1
2
al

1
2
l

=
1
2
a
l
l

1
2
l

=
1
2
ag(
l
l, l)
1
2
g(
l
l, l)
Ora, da
2g(
l
l, l) = g(
l
l, l) +g(l,
l
l) = l.g(l, l) = 0
segue che il primo addendo e nullo. In denitiva
Da =
1
2
g(
l
l, l) = 2
Avevamo in precedenza denito la funzione (un coeciente di connessione)
=
1
4
g(
l
l, l).
Poiche 0 = l.g(l, l) = g(
l
l, l) +g(
l
l, l) vale =
1
4
g(
l
l, l)
Studiamo ora il vettore
l
l in relazione alle sfere S
u,s
. A tale scopo deniamo
lelemento di TS
u,s

(X) :=
1
2
g(
l
l, X)
per X TS
u,s
.
Cos

i come il coeciente e legato in modo naturale alla funzione a(u, s) (vd.


Lemma 5) allo stesso modo ci attendiamo una relazione analoga per la forma
. A tal proposito dimostreremo la
3.1. LO SPAZIO-TEMPO SFERICAMENTE SIMMETRICO 45
Proposizione 5. Vale
(X) =
X
a
per X TS
u,s
.
Quindi nel caso sfericamente simmetrico
(X) = 0
Dimostrazione. Sia X TS
u,s
. Un calcolo esplicito porta a

X
a =
X
(Ds) = X

(Ds) = X

(l

s)
= X

s X

s
=
X
l

s l

s
e ricordando la (3.6)
=
1
2
ag(
X
l, l) +
1
2
ag(
l
X, l)
1
2
g(
l
X, l)
=
1
2
ag([l, X], l)
1
2
g(
l
X, l)
=
1
2
g(
l
l, X) = (X)
La notevole simmetria imposta allo spazio-tempo ci ha consentito di an-
nullare molti coecienti di connessione e ottenere cos

i un tensore metrico il
pi u possibile semplice. Pi u in dettaglio, la decomposizione
T
p
/= Spanl, l T
p
S
u,s
deve essere intesa come decomposizione ortogonale rispetto ad una metrica che
abbia una forma
g = g r
2
d
2
dove g dipende solo da (u, s) e d
2
= d
2
+ sin
2
d
2
e la metrica sferica
standard. Le coordinate (, ) saranno per noi del tutto ininuenti.
Poniamo
g = 2du ds a(u, s)du du +r
2
(u, s)d
2
(3.7)
e abbiamo una matrice associata a g
G =
_
a 1
1

a
_
46 CAPITOLO 3. IL CASO SFERICAMENTE SIMMETRICO
In coordinate (u, s),avremo una espansione
l = x
1

u
+x
2

s
l = y
1

u
+y
2

s
Le condizioni g(l, l) = 0, g(l, l) = 2, g(l, l) = 0 si traducono in x
T
Gx = 0,
y
T
Gy = 0, x
T
Gy = 2. Un calcolo semplice porta ora a
l =

s
l = 2

u
a

s
3.2 Il tensore T

per un campo scalare


Abbiamo, nel paragrafo precedente, costruito una geometria per (/, g), per
un problema caratteristico, senza imporre allo spazio-tempo altra condizione
che la simmetria sferica. Siamo riusciti a determinare la forma generale assun-
ta dalla metrica in termini di due funzioni in due variabili a(u, s) e r(u, s). Una
semplicazione notevolissima. Daltra parte questo procedimento e assoluta-
mente comune nella ricerca di soluzioni esatte per le equazioni di campo. Si
sfruttano le possibili simmetrie del problema per ridurre il numero di equazioni
e di variabili da determinare (che nel caso generale, ricordiamo, sono dieci in
quattro variabili).
A questo punto imponendo il Postulato 3 del Capitolo 1 e chiaro che stiamo
scrivendo equazioni per a e r.
Siamo arrivati al punto essenziale di stabilire il modello di energia-materia
per (/, g), cioe alla determinazione del tensore T

. Prenderemo in consid-
erazione il caso semplice, ma fondamentale, di un campo scalare C
2
(/),
con massa m = 0, che sia sfericamente simmetrico, cioe
[
Su,s
= costante (3.8)
Il problema successivo e la costruzione di T

per questo campo.


Cos

i come un principio variazionale ci ha fornito le equazioni di campo lo stesso


metodo lagrangiano determina T

per diversi modelli di materia. Come si


ricordera, alla ne del Capitolo 1, avevamo accennato a questo metodo. Qu

i
presentiamo direttamente lazione S
M
=
_
M
L
M
in termini di una lagrangiana
L
M
=
1
2
g

3.2. IL TENSORE T

PER UN CAMPO SCALARE 47


Variando lazione e derivando rispetto alla variazione della metrica g

, otte-
niamo il tensore energia-impulso per il campo scalare
T


1
2
g

] (3.9)
Un primo risultato e
Lemma 6. T

soddisfa la condizione energetica forte.


Dimostrazione. Sia

un vettore tipo-tempo con

= 1. Sia :=

= [


1
2
g

1
2
g

= (

)
2
+
1
2

1
2

Ora,
T


1
2

quindi la traccia di T

sara
T = T

=
1
2

=
In denitiva
T

1
2
=
1
2
T
Ma ancor pi u importanti sono le equazioni che possiamo derivare partendo
ora da un esempio concreto di tensore energia-impulso.
Precisamente, ricordando la (1.7)
R

= 8[T

1
2
g

T]
= 8[


1
2
g

+
1
2
g

]
= 8[

]
In denitiva le equazioni di Einstein per un campo scalare sfericamente sim-
metrico diventano
R

= 8
_

_
(3.10)
48 CAPITOLO 3. IL CASO SFERICAMENTE SIMMETRICO
Abbiamo allora una descrizione completa del tensore di Ricci in termini del
campo scalare . La simmetria sferica di implica che le uniche componenti
non nulle di R

siano
R
33
= 4
2
R
44
= 4
2
R
34
= R
43
= 8
Laltra equazione che andiamo a derivare segue direttamente dalla legge di
conservazione per il tensore T

= 0
Avremo
0 =

cioe

g
= 0 (3.11)
dove
g
= g

e loperatore di Laplace per uno spazio curvo con


metrica g.
Quindi lequazione di conservazione ci dice che soddisfa lequazione di Klein-
Gordon con massa nulla..
Questa e la traduzione matematica di cio che alla ne del primo Capitolo
accennavamo.
3.3 Il sistema di equazioni per (/, g)
3.3.1 Le Equazioni
Ci proponiamo in questa sezione di derivare un sistema di equazioni che de-
termini completamente le grandezze denite in precedenza e quindi lintera
struttura di (/, g).
La strategia per ottenere cio sara sostanzialmente analoga a quella usata per
derivare lequazione di Raychauduri, usando questa volta le simmetrie del-
lo spazio-tempo. Lutilita del procedimento sta nel poter ricavare equazioni
per lespansione h dei coni geodetici nulli uscenti e poter quindi agevolmente
stabilire lesistenza o meno di superci intrappolate.
Proposizione 6. Sia : I / una curva C
1
(I). Sia t
0
I.
Sia v T
t
0
/.
Allora esiste un unico campo vettoriale X lungo tale che
_
D
t
X = 0
X(t
0
) = v
3.3. IL SISTEMA DI EQUAZIONI PER (/, G) 49
Preso allora e
A
, A = 1, 2, un frame ortonormale per la sfera unitaria in

p
, e generatrice del cono C
+
(u), il problema
_
D
t
X =
l
X = 0
X(0) = e
A
ha unica soluzione che chiameremo ancora e
A
, A = 1, 2.
Avremo cioe

l
e
A
= 0 (3.12)
Il frame per (/, g) sara
e
A
: A = 1, 2, e
3
= l, e
4
= l
La foliazione dello spazio-tempo data dalle sfere S
u,s
ci porta a considerare
grandezze fondamentali per la geometria di (/, g), i tensori e . In relazione
alle singolarita eventuali di (/, g) essenziale e lo studio della traccia di questi
tensori e avere una descrizione quanto pi u accurata possibile delle 2-sfere S
u,s
.
Avevamo, usando larea A(S
u,s
), introdotto la funzione r(u, s). Deriveremo
per essa due equazioni che la legano a tr e tr.
Equazione 1. Dr(u, s) = h(u, s)
Equazione 2. Dr(u, s) = h(u, s) dove abbiamo introdotto le funzioni
h :=
r
2
tr
h :=
r
2
tr
Dimostrazione. Sia
t
il usso geodetico associato al campo vettoriale l. Per
denizione di derivata di Lie, abbiamo
d
dt
[
t=0

t
=
l
= 2
per la Proposizione 3. Se allora consideriamo la mappa

(.)
: R T
0
2
(/)
a valori nello spazio dei tensori (0, 2) avremo uno sviluppo al primo ordine

t
= I +t2 +O(t
2
)
Quindi
D(A(u, s)) =

s
_
Su,s
d
u,s
50 CAPITOLO 3. IL CASO SFERICAMENTE SIMMETRICO
= lim
t0
1
t
_
_
S
u,s+t
d

(u,s+t)

_
Su,s
d
u,s
_
= lim
t0
1
t
_
_
t(Su,s)
d

(u,s+t)

_
Su,s
d
u,s
_
= lim
t0
1
t
_
_
Su,s
d
(

t
)

_
Su,s
d
u,s
_
= lim
t0
1
t
_
_
Su,s
_
_
det(

t
)
_
det()
_
e
A
e
B
_
= lim
t0
1
t
_
Su,s
_
_
det[ +t2 +O(t
2
)]
_
det
_
e
A
e
B
= lim
t0
1
t
_
Su,s
_
_
det
_
det(I +
1
t2 +O(t
2
)
_
det
_
e
A
e
B
= lim
t0
1
t
_
Su,s
_
_
det
_
1 +tTr2
1
+O(t
2
)
_
det
_
e
A
e
B
= lim
t0
1
t
_
Su,s
_
_
det
_
1 +t
Tr(2
1
)
2
+O(t
2
)
_

_
det
_
e
A
e
B
=
_
Su,s
_
Tr(
1
)
_
det
_
e
A
e
B
=
_
Su,s
Tr(
1
)d

=
_
Su,s
Tr(
1
1
2
Tr)d

=
_
Su,s
Tr(
1
2
TrI)d

=
_
Su,s
(Tr)d

In modo del tutto simile otteniamo


DA =
_
Su,s
(Tr)d

A questo punto e immediato ottenere la tesi osservando che Tr e costante su


S
u,s
e che DA = 8rDr cioe
Dr =
1
8r
_
Su,s
Trd

=
Tr
8r
_
Su,s
d

=
r
2
Tr = h
Stesso calcolo per h.
3.3. IL SISTEMA DI EQUAZIONI PER (/, G) 51
Osservazione 2. La funzione h nel caso piatto (M
4
, )
Presa una 2-sfera S
2
r
di raggio r, detto il suo versore normale, loperatore di
forma sara
S(u) =
u
=
1
r
u
per u TS
2
r
e quindi
(e
A
, e
B
) =<
e
A
, e
B
>=
1
r

AB
Ne consegue che tr =
2
r
ossia
h = 1
Equazione 3. Dh(u, s) = 4r(u, s)
2
(u, s)
Dimostrazione.
D
AB
= l.(e
A
, e
B
) = l.g(
e
A
l, e
B
)
= g(
l

e
A
l, e
B
) +g(
e
A
l,
l
e
B
)
= g(
l

e
A
l, e
B
)
= g(e
B
,
l
e
A

l)
= g(e
B
, e
A

l)
= e
B

e
A

= e
B

e
A

= e
B

e
A

]
(dove abbiamo usato la regola di commutazione [

]l

= R

che, in
torsione nulla, denisce il tensore di Riemann)
= e
A

e
B

]
(poiche 0 =

[
l
l

] =

[l

] = l

)
= e
A

e
B

e
A

e
B

= e
A

e
B

e
A

e
B

R
A4B4
= e
A

(e
B
)

R
A4B4
= e
A

(e
C
)

(e
C
)

(e
B
)

R
A4B4
= g(
e
A
l, e
C
)g(
e
C
l, e
B
) R
A4B4
=
AC

CB
R
A4B4
Abbiamo ottenuto
D
AB
=
AC

CB
R
A4B4
(3.13)
52 CAPITOLO 3. IL CASO SFERICAMENTE SIMMETRICO
Ricordiamo che conseguenza del Lemma 3 era lannullarsi della parte a traccia
nulla, , del tansore . Quindi
0 = D
AB
=
AC

CB


R
A4B4
=

R
A4B4
Questa equazione assieme a quella di Einstein (3.10) implica
R
A4B4
=

R
A4B4
+
1
2

AB
R
44
=
1
2

AB
R
44
=
1
2

AB
[8(D)
2
] = 4(D)
2

AB
Avevamo imposto (u, s) C
2
(/), quindi
(u, s) :=

s
(u, s) = D C
1
(/)
Riscriviamo lequazione ottenuta in questo modo
R
A4B4
= 4
2

AB
(3.14)
Dalla (3.13), prendendone la traccia e ricordando che la derivazione di funzioni
commuta con la contrazione abbiamo
D(tr) =
1
2
(tr)
2
R
44
=
1
2
(tr)
2
8
2
per lequazione di Einstein. Moltiplicando questa equazione per
r
2
abbiamo
D(
r
2
tr)
1
2
Dr(tr) =
r
4
(tr)
2
4r
2
cioe
Dh
1
2
htr =
r
4
(tr)
2
4r
2
ossia la tesi
Ma Dr = h quindi

2
s
2
r(u, s) + 4r(u, s)
2
(u, s) = 0 (3.15)
Se ssiamo u, cioe il cono C
+
(u), e assegnamo la funzione (s), la precedente
determina, assieme ad opporune condizioni al bordo, la funzione r(u, s).
Sara utile nel prosieguo il seguente risultato (altro coeciente di connessione).
Lemma 7.
l
l = 2l
Dimostrazione. Con una tecnica simile a quella usata nel Teorema 4, avremo
(
l
l)

= g

(
l
l)

=
1
2
l

(
l
l)

1
2
l

(
l
l)

+e
A

e
A

(
l
l)

3.3. IL SISTEMA DI EQUAZIONI PER (/, G) 53


=
1
2
l

g(l,
l
l)
1
2
l

g(l,
l
l) +e
A

g(e
A
,
l
l)
osservando poi che
g(l,
l
l) +g(
l
l, l) = l.g(l, l) = 0
e che
g(l,
l
l) = 0
avremo
=
1
2
l

g(
l
l, l) +e
A

g(e
A
,
l
l)
= 2l

+e
A

g(e
A
,
l
l)
= 2l

+e
A

(e
A
)
= 2l

per la Proposizione 5.
In modo analogo a quanto fatto in precedenza, e con laiuto del Lemma ora
dimostrato ricaviamo la
Equazione 4. Dh = 2h 4
2
Dimostrazione.
D
AB
= l.(e
A
, e
B
) = l.g(
e
A
l, e
B
)
= g(
l

e
A
l, e
B
) +g(
e
A
l,
l
e
B
)
= g(
l
e
A

l, e
B
) +g(e
A

l,
l
e
B
)
= (
l
e
A

e
B

+e
A

e
B

+e
A

= (

)[e
B

l
e
A

+e
A

l
e
B

] +e
A

e
B

= (

)[e
C

e
B

(e
C
)

l
e
A

+e
C

e
A

(e
C
)

l
e
B

] +e
A

e
B

= e
C

e
B

e
C

l
(e
A
)

+e
C

e
A

e
C

l
(e
B
)

+e
A

e
B

=
CB
g(e
C
,
l
e
A
) +
CA
g(e
C
,
l
e
B
) +e
A

e
B

=
1
2
trDg(e
A
, e
B
) +e
A

e
B

= e
A

e
B

= e
A

e
B

= e
A

e
B

]
= e
A

e
B

(
l
l

]
= e
A

e
B

(
l
l

) e
A

e
B

R
A3B3
54 CAPITOLO 3. IL CASO SFERICAMENTE SIMMETRICO
= e
A

e
B

(2l

) e
A

e
B

R
A3B3
= e
A

e
B

(2)l

+e
A

e
B

(l

) e
A

e
B

R
A3B3
= e
A

e
B

(2)l

+ 2
AB
e
A

e
B

R
A3B3
=
AC

CB
+ 2
AB
+
e
A
(2)g(e
B
, l) R
A3B3
=
AC

CB
+ 2
AB
R
A3B3
In denitiva abbiamo
D
AB
=
AC

CB
+ 2
AB
R
A3B3
(3.16)
Come in precedenza, deduciamo che la parte a traccia nulla di R
A3B3
e nulla
e quindi, applicando lequazione di Einstein
R
A3B3
=
1
2
R
33

AB
= 4(D)
2

AB
:= 4()
2

AB
(3.17)
Calcolando la traccia della (3.16) avremo
Dtr 2tr =
1
2
(tr)
2
R
33
La (3.17) e h =
r
2
tr ci danno la tesi.
Il Teorema 2 e la Proposizione 4 ci davano
l
l = 0. Usiamo questo risultato
per calcolare
D
AB
= l.(e
A
, e
B
) = l.g(
e
A
l, e
B
)
= g(
l

e
A
l, e
B
) +g(
e
A
l,
l
e
B
) = g(
l

e
A
l, e
B
)
= g(e
B
,
l
e
A

l) = g(e
B
, e
A

l)
= e
B

e
A

= e
A

e
B

= e
A

e
B

]
= e
A

e
B

[l

]
Ora,
0 =

[
l
l

] =

[l

] =

+l

quindi
D
AB
= e
A

e
B

) R
A4B3
=
AC

CB
R
A4B3
D
AB
=
AC

CB
R
A4B3
(3.18)
3.3. IL SISTEMA DI EQUAZIONI PER (/, G) 55
Ricordando una elementare proprieta del tensore di Riemann, la precedente
viene scritta
D
AB
=
AC

CB
+R
A3B4
Lidentita di Bianchi
R
AB34
+R
B3A4
+R
3AB4
= 0
ci fornisce
1
2
R
AB34
=
1
2
(R
A3B4
R
B3A4
) =: R
[A3B]4
dove con [..] intendiamo loperatore di antisimmetrizzazione.
A questo punto notiamo che
1
2
R
AB34
denisce una 2-forma su S
u,s
, per lanti-
simmetria in A e B. Sia
2
(T/) lo spazio vettoriale delle 2-forme su T/.
Abbiamo dim
2
(T/) =
_
n
2
_
e dimS
u,s
= 2.
Se allora indichiamo con la 2-forma di area su S
u,s
esistera una funzione
tale che
R
[A3B]4
=
1
2
R
AB34
=
AB
(3.19)
Prendiamo la parte antisimmetrica dellequazione (3.18), e ricordiamo il Lem-
ma 2; avremo
0 = D
[AB]
=
AB
cioe
= 0 (3.20)
ossia
R
AB34
= 0 (3.21)
Vogliamo ora calcolare la parte simmetrica della equazione (3.18).
Usando le equazioni di Einstein e la simmetria sferica per , avremo
R
A
BAD
+R
3
B3D
+R
4
B4D
= R
BD
= 8
B

D
= 0 (3.22)
Ma
2R
3
B3D
= g
34
R
3
B3D
= R
4B3D
cioe
R
3
B3D
=
1
2
R
4B3D
Analogamente
R
4
B4D
=
1
2
R
3B4D
56 CAPITOLO 3. IL CASO SFERICAMENTE SIMMETRICO
Sostituendo e facendo il cambio di indici D A e A C otterremo
1
2
_
R
4B3A
+R
3B4A

= R
C
BCA
=
AB
dove e denita da
R
ABCD
=
AB

CD
Con una permutazione di indici otteniamo
R
(A3B)4
=
1
2
_
R
A3B4
+R
B3A4

=
AB
(3.23)
dove il simbolo (..) indica loperatore di simmetrizzazione.
Usiamo di nuovo lidentit a di Bianchi per avere
R
A4B3
= R
A3B4
+R
BA34
e, simmetrizzando
R
(A4B)3
=
AB
+R
(BA)34
=
AB
Usiamo allora la precedente per simmetrizzare la (3.18)
D
AB
=
AC

CB
+
AB
(3.24)
Le sfere S
u,s
sono sottovarieta di codimensione due in (/, g).
Lequazione fondamentale per limmersione di queste sottovariet a e quella di
Gauss
K +
1
4
trtr =
con K curvatura gaussiana di S
u,s
. Nel nostro caso essa diviene
1
r
2
(1 +hh) = (3.25)
Otterremo ora una nuova equazione calcolando la traccia della (3.24) e usando
lequazione di Gauss.
Avremo
Dtr =
1
2
trtr + 2
Quindi
Dh = D(
r
2
tr)
=
1
2
htr +
r
2
_

1
2
trtr + 2

=
1
2
htr
r
4
trtr +r
3.3. IL SISTEMA DI EQUAZIONI PER (/, G) 57
=
1
r
hh
1
r
hh +r = r
= r
_

1
r
2
(1 +hh)

In denitiva siamo giunti alla


Equazione 5. Dh +
1
r
hh =
1
r
Conseguenza immediata della precedente, e la
Equazione 6. Dh + 2h +
1
r
hh =
1
r
Dimostrazione. Il Teorema 4 ci forniva, nel caso sfericamente simmetrico, la
regola di commutazione
[D, D] = 2D
Quindi
Dh Dh = 2h
e usando la precedente equazione otteniamo la tesi.
Lequazione che andiamo ora a determinare, e lultima equazione di strut-
tura per (/, g); siamo interessati alla evoluzione del coeciente lungo i coni
geodetici nulli C
+
(u), cioe ad u ssato. Il calcolo porta alla
Equazione 7. D =
1
r
2
(1 +hh) 4
Dimostrazione.
D = l.
1
4
g(
l
l, l) =
1
4
g(
l

l
l, l) +
1
4
g(
l
l,
l
l)
=
1
4
g(
l
l

l, l) =
1
4
g(l

l, l)
=
1
4
l

=
1
4
l

_
=
1
4
R
3434
Ora
8 = R
34
= R
A
3A4
+R
3
334
= R
A
3A4
+
1
2
R
3434
58 CAPITOLO 3. IL CASO SFERICAMENTE SIMMETRICO
poiche R
3434
= R
4334
= g
4
R

334
= 2R
3
334
quindi
1
4
R
3434
= 4
1
2
R
A
3A4
= 4 +
In denitiva, usando lequazione di Gauss
D =
1
4
R
3434
= 4 = 4 +
1
r
2
(1 +hh)
3.3.2 Il tensore di Riemann
Vogliamo ora riassumere la conoscenza sin qui acquisita sul tensore di curvatu-
ra, e ultimare il calcolo delle sue componenti ancora incognite.
Avevamo ottenuto
R
A4B4
= 4
2

AB
R
A3B3
= 4
2

AB
1
2
R
AB34
=
AB
= 0
R
ABCD
=
AB

CD
1
4
R
3434
= 4 +
Denite le uno-forme su S
u,s

A
:=
1
2
R
A334

A
=
1
2
R
A434
per simmetria sferica esse saranno nulle. Analogamente,
R
ABC3
=
AB

CD
(
D
+R
D3
) = 0
R
ABC4
=
AB

CD
(
D
+R
D4
) = 0
Possiamo poi calcolare la curvatura
1
4
R

=
1
4
(R
ABCD
R
ABCD
) +
1
2
(R
A3B3
RR
A4B4
+R
A3B4
R
A4B3
)+
+(
1
4
R
3434
)
2
= 3
2
+ 2(4)[4 +]
3.3. IL SISTEMA DI EQUAZIONI PER (/, G) 59
3.3.3 Lequazione per il campo scalare
Le equazioni sin qui ottenute, hanno coinvolto il campo scalare solo nelle sue
derivate prime , . Sostanzialmente il sistema e equivalente alle equazioni
di Einstein G

= 8T

. Quella che manca e la traduzione, nel nostro caso,


della equazione

= 0
che avevamo compendiato in

g
= 0
ossia una equazione di evoluzione per . Ci sara di aiuto la foliazione
di (/, g) data dalle sfere S
u,s
. A questo proposito avevamo loperatore di
proiezione su TS
u,s

= g

+
1
2
_
l

+l

_
Lemma 8. Lequazione
g
= 0 e equivalente a

=
1
2
_

l
+
l

1
2
_

l
l

+
l
l

Dimostrazione.

=
_
g

+
1
2
_
l

+l

=
g
+
1
2
l

+
1
2
l

=
1
2
l

+
1
2
l

ora,

l
(l

) =
l
l

+l

quindi
1
2
l

=
1
2

l

1
2

l
l

Un calcolo analogo porta a


1
2
l

=
1
2

l

1
2

l
l

Sostituendo avremo la tesi.


Abbiamo bisogno per proseguire del risultato seguente
Teorema 6. Sia (

/, g) (/, g), sottovarieta di codimensione k. Siano


e le connessioni canoniche rispettive.


Allora

= ()
dove indica loperatore di proiezione su T

/.
60 CAPITOLO 3. IL CASO SFERICAMENTE SIMMETRICO
Possiamo ora ottenere lequazione di evoluzione per il campo .
Equazione 8. Nel caso sfericamente simmetrico lequazione donda
g
= 0
diviene
D +
1
r
(h +h) = 0
Dimostrazione. Sia

la connessione intrinseca a S
u,s
.
Per il Teorema precedente sara

) =

) +
1
2
(l

+l

)
=

+
1
2
(l

+l

)
Sostituiamo questa relazione nellequazione

che denisce il Laplaciano intrinseco a S


u,s
. Otteniamo

+
1
2
_
l

+l

_
_
=

1A2
e

A
e

+
1
2
_

1A2
e

A
e

(l

) +

1A2
e

A
e

(l

)
_
=

+
1
2
_

1A2
g(
e
A
l, e
A
) +

1A2
g(
e
A
l, e
A
)
_
(poiche e

A
l

= e

A
l

= 0)
=

+
1
2
_
tr +tr
_
Abbiamo allora

=


1
2
(tr +tr)
Sostituendo nel risultato del Lemma 8 ricaviamo lequazione donda scritta in
questa forma


1
2
(tr +tr) =
1
2
(
l
+
l
)
1
2
(
l
l

+
l
l

=
1
2
(D +D)
1
2
(
l
l

+
l
l

Ricordiamo adesso che la relazione


[l, l] = 4 2l
3.3. IL SISTEMA DI EQUAZIONI PER (/, G) 61
era valida nel caso generale, quindi anche in simmetria sferica. La riscriviamo
(
l
l +
l
l) = 2l
usando la Proposizione 4 e T(X, Y ) =
X
Y
Y
X [X, Y ] = 0. Inseriamo
questa relazione nellequazione donda per avere


1
2
(tr +tr) =
1
2
(D +D) +
che scriviamo in questo modo
2


2
r
(h +h) = D +D + 2
Ma la simmetria sferica del campo implica

= 0. La tesi segue osservando
che
2D = [D, D] = D D
ed eettuando la sostituzione.
Discende immediatamente la
Equazione 9. D + 2 +
1
r
h =
1
r
h
Dimostrazione. Immediata, ricordando
D + 2 = D
3.3.4 Soluzione del Sistema
Per completezza riportiamo il risultato del Lemma 5
Equazione 10. Da = 2
Abbiamo ottenuto un set di dieci equazioni nelle sette funzioni incognite
r, h, h, , a, , .
Ora, queste funzioni sono denite in R R
+
, ed e quindi necessario porre
condizioni al bordo (u, 0) R, corrispondente sicamente alla geodetica .
Siamo allora interessati a condizioni per loperatore D =

s
e quindi alle
equazioni 1-3-5-7-10.
Studiamole singolarmente.
Condizione su r.
E immediato porre
r[

= r(u, 0) = 0 (3.26)
62 CAPITOLO 3. IL CASO SFERICAMENTE SIMMETRICO
Condizione su h e h.
Per determinare condizioni consistenti, dobbiamo osservare che esiste R
con
T = (l +l)[

Ma 1 = g(T, T) e lorientazione scelta per lo spazio-tempo determinano =


1
2
Se ora ricordiamo la linearita della connessione e le Equazioni 1-2 otterremo

T
r = 1
2
(l+l)|

=
1
2
(h +h)[

= 0 (3.27)
LEquazione 5 e equivalente a
D(rh) = 1
che integrata con la condizione al bordo per r porta alla utile relazione
h =
s
r(u, s)
(3.28)
La funzione r(u, s) e ovviamente C
2
in s e quindi il Teorema di Taylor e
applicabile in s = 0
r(s) = r[

+sh[

+
1
2
r

( s)s
2
= sh[

+
1
2
r

( s)s
2
(3.29)
con s (0, s). Calcolando adesso
lim
s0
h = lim
s0
_

s
sh[

+
1
2
r

( s)s
2
_
= lim
s
_
1
h[

+
1
2
r

( s)s
_
=
1
h[

Questa, assieme alla (3.26) ci fanno concludere


h[

= 1 (3.30)
h[

= 1 (3.31)
Condizione su a.
Abbiamo
0 = Ts =
1
2
(l +l)[

s =
1
2
(1 a[

)
(dalla denizione di l e dalla dimostrazione del Lemma 5 dove abbiamo visto
che a = Ds). Quindi
a[

= 1 (3.32)
3.3. IL SISTEMA DI EQUAZIONI PER (/, G) 63
Condizione su .
Ricordando il Lemma 7
1
4

l+l
(l +l) =
1
4
(
l
l +
l
l) +
1
4
(2l) =
1
2
(l l)
Ma T =
1
2
(l +l)[
T
implica
1
4

l+l
(l +l)[

=
T
T = 0
Poniamo allora
[

= 0 (3.33)
Lultima relazione che andiamo a trovare e una espressione per in termini di
h e . Prendiamo la Equazione8, e la scriviamo
D(r) = h
Integriamola ad u ssato
(r)()
_
s
0
=
_
s
0
hd
ossia
=
1
r
_
s
0
hds (3.34)
Intraprenderemo ora una analisi generale del sistema di equazioni ottenuto
dimostrando intanto la sua compatibilita e successivamente il modo in cui sia
possibile risolverlo.
Proposizione 7. Le Equazioni 2-4-6 sono deducibili dalle altre, considerando
le condizioni al bordo.
Dimostrazione. Le Equazioni 2-5 implicano lEquazione 6. Infatti, ricordando
la regola di commutazione
[D, D] = 2D
scriviamo lEquazione 5 cosi
[D, D]r +DDr +
1
r
hh =
1
r
ossia
2Dr +Dh +
1
r
hh =
1
r
64 CAPITOLO 3. IL CASO SFERICAMENTE SIMMETRICO
cioe lEquazione 6. Dedurremo ora lEquazione 2.
Deniamo la funzione f = Dr h.
Abbiamo
Df = Dh + 2h Dh
Poi
D
2
f = DDh + 2Dh + 2hD D
2
h
sempre per le regole di commutazione precedenti. In denitiva
D
2
f = DDh + 4Dh + 2hD D
2
h (3.35)
LEquazione 3, derivata membro a membro con D ci fornisce
DDh = 4Dr
2
8rD
= 4(f +h)
2
8rD
Scriviamo il termine D usando la Equazione 9. Otteniamo
DDh = 4
2
f 4h
2
8r[2
1
r
(h +h)]
= 4
2
f + 4h
2
+ 16r
2
+ 8h
Derivando la Equazione 5 con loperatore D, avremo
D
2
h =
1
r
2
[h(1 +hh)]
1
r
[hDh +hDh]
=
2
r
2
h(1 +hh) + 4h
2
Sostituendo allora nella (3.35) e semplicando avremo
D
2
f + 4
2
f = 0
Le condizioni al bordo s = 0 per r, h, a ci danno f(s = 0) = Df(s = 0) = 0.
Concludiamo che
f = 0
ovvero Dr = h. Analogamente, denita
g = Dh 2h
si puo dedurre la Equazione 4 dalle altre.
Fissiamo u, ossia il cono C
+
(u). Tenendo conto della Proposizione prece-
dente, la (3.32), ed escludendo per il momento la Eq.9, il sistema di equazioni
si riassume nei seguenti problemi di Cauchy
_

s
r(u, s) = h(u, s)
r(u, 0) = 0
(3.36)
3.4. LA MASSA 65
_

s
h(u, s) = 4r(u, s)
2
(u, s)
h(u, 0) = 1
(3.37)
_

s
h =
1
r
_
1 +hh

h(u, 0) = 1
(3.38)
_

s
(u, s) =
1
r
2
(1 +hh) +
4
r

_
s
0
hd
(u, 0) = 0
(3.39)
_

s
a = 2
a(u, 0) = 1
(3.40)
Se ssiamo la funzione (s) C
1
(R) ad u ssato, il sistema determina in modo
univoco le funzioni r, h, h, , a sul cono C
+
(u).
La conoscenza della funzione a determina D = 2

u
a

s
su C
+
(u).
Se allora noi assegnamo la funzione (0, s) :=
0
(s) C
+
(R) sul cono iniziale
C
+
0
, lEquazione 9
_
D = 2
1
r
[h +h] ,
(0, s) =
0
(s)
(3.41)
determina nel futuro di C
+
(0) = C
+
0
. Conoscendo quindi su C
+
(u) per
u > 0 risolviamo nuovamente per r, h, h, , a.
3.4 La massa
Denizione 6. Sia S una 2-sfera di genere spazio. La funzione
m(S) =
r(S)
2
_
1 +
1
16
_
S
trtrd

_
(3.42)
e detta massa di Hawking.
Osservazione. Nel caso di uno spazio-tempo piatto la massa di Hawking
per S e nulla poiche
m(S) =
r
2
_
1 +
1
16
_
S
(
4
r
2
)d

_
= 0
66 CAPITOLO 3. IL CASO SFERICAMENTE SIMMETRICO
Nel nostro modello, avremo
m(u, s) = m(S
u,s
) =
r(u, s)
2
_
1 +
1
16
trtr
_
Su,s
d

_
=
r(u, s)
2
_
1 +h(u, s)h(u, s)
_
Dedurre equazioni per la massa e ora immediato.
Equazione 11. Dm = 2r
2
h
2
Equazione 12. Dm = 2r
2
h
2
Dimostrazione. Un calcolo diretto porta a
Dm =
h
2
(1 +hh) +
r
2
_
4r
2
h
1
r
h(hh + 1)
_
= 2r
2

2
h
In modo del tutto analogo otteniamo la seconda Equazione.
Condizione su m. La condizione su r, r[

= 0, implica
m[

= 0
Lemma 9. Per la funzione h vale la stima
h 1
Dimostrazione. Dalle Equazioni 1-3 e dalle condizioni al bordo per r e h, lo
sviluppo in serie di r(s) fornisce
r(s) = s 2r()
2
()s
2
s
con (0, s). Ma allora
h =
s
r(s)
=
_
s
s 2r()
2
()s
2
_
1
Osservazione. Lequazione r

(s) = 4r(s)
2
(s) 0 ci dice che r(s) e
funzione concava.
Ci sono due importanti, e naturali, proprieta che ci aspettiamo per la mas-
sa m(u, s). La prima e la sua non negativita. La seconda e la richiesta che
a massa nulla in una 2-sfera, corrisponda una regione di spazio-tempo, (pre-
cisamente il suo dominio di dipendenza), piatta. La validit a di tali richieste e
stabilita dal
3.4. LA MASSA 67
Teorema 7. Valgono
1. m(u, s) 0
2. m(u
1
, s
1
) = 0 T(S
u
1
,s
1
)e piatto e [
D(Su
1
,s
1
)
= costante.
Dimostrazione. Dimostriamo la prima asserzione. Il Lemma precedente e lE-
quazione 11 ci assicurano che m(s) e crescente; ma m[

= 0. La tesi segue.
Sia dunque m(u
1
, s
1
) = 0. Denotiamo con C
+
(u
1
, s
1
) linterno della sfera S
u
1
,s
1
cioe
C
+
(u
1
, s
1
) := C
+
(u
1
) T

(S
u
1
,s
1
)
Poiche _

_
m(u
1
, s) e crescente
m(u
1
, 0) = 0
m(u
1
, s
1
) = 0
avremo
m[
C
+
(u
1
,s
1
)
= 0
Ma allora dalla Equazione 11 segue
0 =

s
m = 2r
2
h
2
cioe
[
C
+
(u
1
,s
1
)
= 0
Da
_

s
h = 4r
2
= 0
h(u, 0) = 1
consegue
h[
C
+
(u
1
,s
1
)
= 1
Sia ora C
1

lipersupercie nulla entrante tale che


S
u
1
,s
1
= C
+
(u) C
1

Introduciamo poi la mappa


: R R
+
denita dalla condizione
C
1

C
+
(u) = S
u,(u)
Poiche non avremo bisogno di derivarla, non ci interesseremo della regolarita
di . Diciamo subito che possiamo ragionevolmente supporla continua in un
intervallo sucientemente ampio.
Ovviamente (u
1
) = s
1
> 0 e h(u
1
, (u
1
)) = 1. Cosi esiste > 0 tale che
h(u, (u)) > 0
68 CAPITOLO 3. IL CASO SFERICAMENTE SIMMETRICO
per u [u
1
, u
1
+]. Sia W linsieme cos

i denito
W :=
_
u R : (u

) > 0, h(u

, (u

)) > 0, u

[u
1
, u]
_
Ovviamente [u
1
, u
1
+] W. Sia
u
2
:= sup W
Studiamo i casi (u
2
) > 0 e (u
2
) = 0.
Sia dunque (u
2
) > 0. Per la continuita di h e , e per la denizione di sup
avremo
(u
2
) > 0 =h(u
2
, (u
2
)) = 0
e
h(u, (u)) > 0, u [u
1
, u
2
)
Da cio segue

s
m = 2r
2
0
ossia
0 m(u, (u)) m(u
1
, s
1
) = 0
Quindi
m(u, (u)) = 0, u [u
1
, u
2
]
Ma allora, come sopra,
[
C
+
(u,(u))
= 0, u [u
1
, u
2
]
Cosi
_

s
h = 4r
2
= 0
h(u, 0) = 1
implica che
h(u, (u)) = 1, u [u
1
, u
2
]
una contraddizione che ci conduce a concludere
(u
2
) = 0
Ne consegue che lipersupercie nulla entrante C

1
e un cono geodetico nullo
con vertice su in u
2
. A questo punto deduciamo da
m(u, (u)) = 0, u [u
1
, u
2
]
che
= 0
3.4. LA MASSA 69
in
_
u[u
1
,u
2
]
C
+
(u, (u)) = T(S
u
1
,s
1
)
cosi come h = 1. Allora
0 = Dm = 2r
2
h
2
= 2r
2

2
implica = 0. Ora,
0 = m =
r
2
(1 +hh) =
r
2
(1 +h)
implica h = 1.
Sostituendo quanto trovato nella Equazione 7, abbiamo
D = 0
cioe
= 0
L Equazione 10 ci fornisce allora
a = 1
Questi coecienti determinano una regione di spazio-tempo piatta con un
tensore metrico
g = 2du ds du du +s
2
d
2
Abbiamo la possibilita, a questo punto, di descrivere pi u compiutamente il
comportamento dei coni inward e backward C
+
(u), e C

(v) rispetto alle


sfere intersezione da essi determinate. Precisamente vale il seguente
Teorema 8. Siano C
+
(u
1
) := C
+
1
e C
+
(u
2
) := C
+
2
con C
+
(u
2
) J
+
(C
+
(u
1
)).
Consideriamo poi due coni entranti C

1
e C

2
con C

2
esterno a C

1
. Si
individuino le sfere
S
i,j
:= C

i
C
+
j
e sia
r
i,j
:=
_
A(S
i,j
)
4
Supponiamo che h[
C

2
> 0
Allora
r
2,2
r
1,2
r
2,1
r
1,1
1
Vale luguaglianza se e solo se T(S
2,1
) e piatto.
70 CAPITOLO 3. IL CASO SFERICAMENTE SIMMETRICO
Dimostrazione. Consideriamo un parametro ane v [v
1
, v
2
] tale che
S
u
1
,v
= C
+
1
C

(v)
con
S
u
1
,v
1
= S
1,1
e
S
u
1
,v
2
= S
2,1
Consideriamo poi linsieme di sfere
S(u, v) = C
+
(u) C

(v)
con (u, v) [u
1
, u
2
] [v
1
, v
2
] e la funzione r(u, v) denita come nellenunciato.
Avremo ovviamente

u
r(u, s(v)) =
1
2
Dr(u, s(v)) =
1
2
h(u, s(v))
quindi

2
u,v
r(u, s(v)) =
1
2

s
h(u, s(v))
v
s[
C
+
(u)
=
1
2
Dh
v
s[
C
+
(u)
Poi

v
r(u, s(v)) =
s
r[
C
+
(u)

v
s[
C
+
(u)
= h
v
s[
C
+
(u)
LEquazione 3 ci dice che la funzione h e decrescente lungo i coni C
+
(u).
Sappiamo poi che h[

= 1; a questo punto subentra la nostra ipotesi h[


C
2

> 0
che ci permette di dedurre

v
s[
C
+
(u)
= h
1

v
r(u, s(v))
Sostituiamo per avere

2
uv
r(u, s(v)) =
1
2
h
1
Dh
v
r(u, s(v))
Riscriviamo ora il termine Dh usando lEquazione 5 e la denizione di massa
ottenendo
Dh =
2m
r
2
In denitiva

2
uv
r =
_
h
1
m
r
2
_

v
r := f(u, v)
v
r
dove abbiamo introdotto la funzione f(u, v) che verica
f(u, v) 0, (u, v) [u
1
, u
2
] [v
1
, v
2
]
3.4. LA MASSA 71
vista la non negativita della massa e la nostra ipotesi su h. Lequazione ot-
tenuta e una semplice equazione lineare per la funzione
v
r(u, v) che integrata
in u sullintervallo [u
1
, u
2
] ci fornisce

v
r(u
2
, v) = exp
_

_
u
2
u
1
f(u, v)du
_

v
r(u
1
, v)
v
r(u
1
, v)
Una integrazione in v [v
1
, v
2
] ci conduce alla tesi. Inoltre,
f(u, v) = 0 m = 0
cioe, richiamando il Teorema 7 se e solo se T(S
2,1
) e una regione con curvatura
nulla.
Le prossime due disuguaglianze saranno necessarie in seguito.
Lemma 10. Sia C
+
una ipersupercie nulla uscente. Siano S
1
, S
2
sfere con
S
2
J
+
(S
1
).
Sia =
2(m
2
m
1
)
r
2
(con ovvia notazione).
Se h
2
:= h(u, s
2
) > 0, allora
h
1
h
2
e

Dimostrazione. S
i
= S(u, s
i
), i = 1, 2. Lequazione di evoluzione per h, e
lipotesi su h
2
implicano h > 0 in T

(S
2
) C
+
(interno di S
2
in C
+
). LEq.3
moltiplicata allora per h
1
e integrata in [s
1
, s
2
] diviene
_
h
2
h
1
h
1
dh = 4
_
s
2
s
1
r
2
h
1
ds
cioe
ln
_
h
1
h
2
_
= 4
_
s
2
s
1
r
2
h
1
ds
= 2
_
s
2
s
1
r
1
(hh)
1
Dmds
dove abbiamo usato lEq.11 per la massa. Ora, Dr = h > 0 in [s
1
, s
2
] implica
ln
_
h
1
h
2
_
2r
1
2
_
s
2
s
1
Dmds =
ossia la tesi.
Lemma 11. Nelle ipotesi del lemma precedente, deniamo
:= r
2

2
r
1

1
Allora se h
2
> 0 vale
2
_

h
2
h
2
_


2
_
r
2
r
1
1
_
72 CAPITOLO 3. IL CASO SFERICAMENTE SIMMETRICO
Dimostrazione. Semplice. (vd.[5] pag.360-61).
Prima di procedere oltre, dobbiamo stabilire e richiamare risultati e concetti
che sono stati oggetto di analisi nei precedenti lavori di Christodoulou.
Assumiamo innanzi tutto che
C
+
0
J

(
+
) ,=
cioe che C
+
0
sia generato da geodetiche complete nel futuro e
lim
s
r(0, s) =
Deniamo in analogia il sottinsieme di R
U := u R
+
[C
+
(u) J

(
+
) ,=
Laltro nostro assunto riguarda la massa totale iniziale. Pi u precisamente,
posto
M
0
:= sup
s0
m(0, s)
assumiamo
M
0
C <
Il numero M
0
e detto massa di Bondi inziale. Il suo signicato e ovviamente
quello di massa totale iniziale.
In generale deniamo la funzione massa di Bondi
M : U R
+
M(u) := lim
s
m(u, s)
Ovviamente
M(0) = M
0
Le Equazioni 11-12 implicano (teorema di Bondi)
dM
du
0
Quindi
0 M(u) M
0
e deniamo la massa di Bondi nale
M
1
:= inf
uU
M(u)
Il problema centrale e vedere ora se u
H
:= sup U < . Vediamo il signicato
di una tale condizione:
3.4. LA MASSA 73
Se u
H
= avremo U = R
+
e
_
u0
C
+
(u) J

(
+
)
Secondo la Denizione 7 del Capitolo 2 non avremo buchi neri nel futuro
di C
+
0
che e la regione di spazio-tempo che ci interessa.
Se u
H
< avremo
_
uu
H
C
+
(u) J

(
+
)
Deniamo allora il buco nero
B :=
_
uu
H
C
+
(u)
Lorizzonte degli eventi sara allora
H := C
+
(u
H
)
Il punto essenziale e che il presentarsi delluno o dellaltro caso dipende diret-
tamente dal valore, nullo o positivo, di M
1
. Riportiamo allora i riultati pi u
importanti ottenuti in [4].
Se M
1
= 0 allora il campo scalare si disperde e asintoticamente si
ottiene uno spazio-tempo di Minkowski.
Se M
1
> 0 allora u
H
< ; si forma quindi un buco nero di massa M
1
.
Il valore M
1
dipendera a sua volta dai dati iniziali del problema. Un primo
risultato e che per dati iniziali piccoli, M
1
= 0 (Teor.3 di [1]).
Nellultima sezione partiremo da altri dati per studiare levoluzione dellintero
spazio-tempo.
Chiarmente r(u
H
, s), per denizione stessa di H, sara limitata e in [4] e stato
dimostrato che
Teorema 9. Se M
1
> 0 vale
lim
s
r(u
H
, s) = 2M
1
Possiamo usare questo risultato per calcolare la massa di Bondi allorizzonte
degli eventi.
Teorema 10.
M(u
H
) := lim
s
m(u
H
, s) = M
1
74 CAPITOLO 3. IL CASO SFERICAMENTE SIMMETRICO
Dimostrazione. Supponiamo per assurdo che
lim
s
m(s) = L ,= M
1
La (3.28) e la denizione di massa nel nostro caso ci consentono di scrivere
r 2m = sh
Ne prendiamo il limite ricordando il Teorema precedente
lim
s
sh = 2(M
1
L)
Ora abbiamo due possibilita
L > M
1
implica lesistenza di s R tale che h < 0 per ogni s > s.
Avremmo quindi r = 0 in contraddizione con il Teorema precedente.
L < M
1
e lunica alternativa possibile.
A questo punto
sh 2(M
1
L) > 0
implica che esiste s
1
R tale che
sh M
1
L
per s s
1
. Ora
r(s) = r(s
1
) +
_
s
s
1
hds r(s
1
) +
_
s
s
1
M
1
L
s
ds
= r(s
1
) + (M
1
L) ln
_
s
s
1
_

contraddicendo il Teorema precedente. Non rimane che concludere


L M
1
3.5 Il collasso gravitazionale
In questa sezione conclusiva useremo cio che abbiamo stabilito nelle pagine
precedenti per descrivere precisamente il processo di collasso gravitazionale
cui lo spazio-tempo va incontro sotto opportune ipotesi iniziali. Precisamente
stabiliremo lesistenza di una sfera intrappolata di cui calcoleremo la massa.
Dedurremo allora che M
1
> 0 e che esiste quindi un buco nero di massa M
1
.
Saremo poi in grado di descrivere lo sviluppo dei coni geodetici nulli interni
al buco nero e la struttura dellorizzonte apparente nonche della singolarita
stessa.
Enunciamo direttamente il Teorema.
3.5. IL COLLASSO GRAVITAZIONALE 75
Teorema 11. Sia C
+
0
= C
+
(0) il cono geodetico nullo iniziale. Scelto s
1
> 0
consideriamo la sfera S
1,0
:= S(0, s
1
). Prendiamo poi s
2
tale che r
2,0
:= r(0, s
2
)
soddis

0
:=
r
2,0
r
1,0
1 (0,
1
2
)
Con ovvio signicato dei simboli deniamo

0
:=
2(m
2,0
m
1,0
)
r
2,0
Sia
E(y) :=
_
y
(1+y)
2
_
ln
_
1
2y
_
+ 5 y
_
y (0,
1
2
],
0 y = 0.
Supponiamo

0
E(
0
)
Allora
1)Considerata lipersupercie nulla entrante C

2
tale che C
+
0
C

2
= S
2,0
, esiste
un cono geodetico nullo
C
+

J
+
(C
+
0
)
tale che larea della sfera
S
2
= C

2
C
+

sia massima in C
+

, ossia h
2
= 0.
2) Il raggio di questa sfera soddisfa
r
2

3
0
1 +
0
r
2,0
e la massa
m
2
=
r
2
2
3)Detta C

1
lipersupercie nulla entrante tale che S
1,0
= C

1
C

0
e S
1
=
C
+

1
, vale
r
1
2
0
r
1,0
4)Sia u

il tempo proprio su tale che C


+

= C
+
(u

). Allora
u

2(1 2
0
)r
1,0
5)Esiste un orizzonte degli eventi
H = C
+
(u
H
)
76 CAPITOLO 3. IL CASO SFERICAMENTE SIMMETRICO
con u
H
u

. La massa di Bondi nale soddisfa inoltre


0 < m
2
M
1
6)Per ogni u > u

sia S
2
(u) = C

2
C
+
(u). Esiste allora una sfera S
A
(u)
interna a S
2
(u) in C
+
(u) tale che h, espansione di C
+
(u), sia negativa ester-
namente a S
A
(u).
7)Ogni cono C
+
(u), nel futuro di C
+

, interseca una frontiera singolare B in


una sfera di raggio nullo.
8) Deniamo lorizzonte apparente
/ =
_
(u,s)|h(u,s)=0
S
u,s
Allora / e acronale, ossia I
+
(/) / = . Inoltre / interseca B nel centro di
simmetria B
0
.
3.5. IL COLLASSO GRAVITAZIONALE 77
Dimostrazione. 1) Sia S
2
(u) := C

2
C
+
(u). Sia r
2
(u) =raggio di S
2
(u).
Osserviamo che r
2
(0) = r
2,0
e che r
2
(u) e decrescente in [0, ). Possiamo
aermare che esiste u
1
> 0 tale che
r
2
(u
1
) =
3
0
1 +
0
r
2,0
< r
2,0
Consideriamo ora h
2
(u).
Le ipotesi da noi fatte su C
+
0
ci dicono che h
2
(0) = h(0, s
2
) > 0. Tutto si
riduce a dimostrare che
u

[0, u
1
] : h
2
(u

) = 0
Per assurdo supponiamo h
2
(u) > 0 in [0, u
1
]. Detto v il parametro ane su
C
+
0
siano C

(v) le ipersuperci nulle entranti tali che le sfere C

(v)C
+
0
siano
comprese tra S
1,0
e S
2,0
. Siano v
i
i = 1, 2 tali che C

(v
i
) C
+
0
= S
i,0
. Poniamo
C

(v
i
) := C

i
. Deniamo linsieme di sfere
S(u, v) := C
+
(u) C

(v)
In modo naturale sono denite le funzioni r(u, v) e m(u, v). In particolare
poniamo r
i
(u) = r(u, v
i
), m
i
(u) = m(u, v
i
).
Sia
(u) =
2(m
2
(u) m
1
(u))
r
2
(u)
ovviamente (0) =
0
. Vista lindipendenza da s, abbiamo
m
u
=
1
2
Dm = r
2
h
2
dr
2
du
=
1
2
h
2
Otteniamo allora
d
du
=
2
r
2
(h
2
r
2
2

2
2
h
1
r
2
1

2
1
)
h
2
2r
2
(3.43)
Troviamo una maggiorazione per il termine fra parentesi. Denito
:= r
2

2
r
1

1
abbiamo
h
2
r
2
2

2
2
h
1
r
2
1

2
1
= h
2
[r
2
2

2
2

h
1
h
2
r
2
1

2
1
]
= h
2
[
2
r
1

2
1
+ 2r
1
r
2

h
1
h
2
r
2
1

2
1
]
78 CAPITOLO 3. IL CASO SFERICAMENTE SIMMETRICO
= h
2
[
2
+ 2( +r
1

1
)r
1

1
(
h
1
h
2
+ 1)r
2
1

2
1
]
= h
2
[
2
+ 2r
1

1
+ (1
h
1
h
2
)r
2
1

2
1
]
= h
2
[
2
+ 2r
1

1
(
h
1
h
2
1)r
2
1

2
1
]
h
2
[
2
+ 2r
1

1
(e

1)r
2
1

2
1
]
h
2

2
_
1 +
1
e

1
_
dove, nella penultima disuguaglianza abbiamo applicato il Lemma 10 in S
2
(u),
operazione consentita proprio dalla ipotesi su h
2
> 0 in [0, u
1
). A questo punto
usiamo il Lemma 11 per dedurre la stima


2
_
r
2
r
1
1
_
1
2
_

h
2
h
2
_
Quindi
h
2
r
2
2

2
2
h
1
r
2
1

2
1
h
2

2
_
1 +
1
e

1
_
h
2
_
1 +
1
e

1
_

2
1
2
_
r
2
r
1
1
__

h
2
h
2
_
=
h
2
4
_
r
2
r
1
1
_

_
1 +
1
e

1
_
Sostituiamo nella (3.43)
d
du
=
h
2
2r
2

_
1 +
4
h
2

(h
2
r
2
2

2
2
h
1
r
2
1

2
1
)
_

h
2
2r
2

_
1 +
4
h
2

h
2
4
_
r
2
r
1
1
_

_
1 +
1
e

1
___
=
h
2
2r
2

_
1
_
r
2
r
1
1
__
1 +
1
e

1
__
(3.44)
Sia
x(u) :=
r
2
(u)
r
2
(0)
Osserviamo che x(0) = 1. Considerate le ipersuperci C

1
, C
2

, C
+
0
e C
+
(u)
per u [0, u
1
] e lipotesi su h
2
, applichiamo il Teorema 8 per avere
r
2
(u) r
1
(u) r
2
(0) r
1
(0)
3.5. IL COLLASSO GRAVITAZIONALE 79
Segue che
(u) :=
r
2
(u)
r
1
(u)
1 =
r
2
(u) r
1
(u)
r
2
(u) [r
2
(u) r
1
(u)]

r
2
(0) r
1
(0)
r
2
(u) [r
2
(u) r
1
(u)]

r
2
(0) r
1
(0)
r
2
(u) [r
2
(0) r
1
(0)]
=

0
x(u)[1 +
0
]
0
quindi
d
du

h
2
2r
2

_
1 (u)
_
1 +
1
e

1
__

h
2
2r
2

_
1

0
x(u)[1 +
0
]
0
_
1 +
1
e

1
__
Vogliamo ora cambiare variabile reale passando da u a x ottenuta invertendo
la funzione x(u)che e strettamente decrescente. Abbiamo
d
du
=
d
dx
dx
du
=
d
dx
1
r
2
(0)
dr
2
du
=
d
dx
1
r
2
(0)
1
2
h
2
Sostituendo
d
dx
1
r
2
(0)
1
2
h
2

h
2
2r
2
(u)

_
1

0
x(u)[1 +
0
]
0
_
1 +
1
e

1
__
ossia
x
d
dx

_
1

0
x[1 +
0
]
0
_
1 +
1
e

1
__
(3.45)

_
1

0
x[1 +
0
]
0
_
1 +
1

__
dove abbiamo stimato e

1 per 0. Se deniamo
f(x) :=

0
x[1 +
0
]
0
g(x) := 1 f(x)
otteniamo la disuguaglianza dierenziale
x
d
dx
g(x)(x) f(x) (3.46)
Denite
G(x) =
_
1
x
g(t)
dt
t
= ln
_
x(1 +
0
)
0
x
2
_
80 CAPITOLO 3. IL CASO SFERICAMENTE SIMMETRICO
F(x) =
_
1
x
e
G(t)
f(t)
dt
t
=

0
(1 +
0
)
2
_
ln
_
1
x(1 +
0
)
0
_
+
0
_
1
x(1 +
0
)
0
1
__
dividiamo per x, mai nulla, la (3.44) e risolviamo lequazione lineare corrispon-
dente integrando in [x, 1] per ottenere la disuguaglianza
(x) e
G(x)
[
0
F(x)] (3.47)
ossia

0
F(x) +e
G(x)
(x) (3.48)
Ora, noi stiamo supponendo che h
2
(u
1
) > 0. La denizione di massa e il
Lemma 9 danno
m
2
(u
1
) =
r
2
(u
1
)
2
_
1 +h
2
(u
1
)h
2
(u
1
)
_
<
r
2
(u
1
)
2
cioe
2m
2
(u
1
)
r
2
(u
1
)
< 1
Detto
x
1
:= x(u
1
) =
3
0
1 +
0
potremo concludere
(x
1
) < 1 (3.49)
Studiamo la funzione
H(x) := F(x) +e
G(x)
Nellintervallo (0, 1] la funzione ha un minimo proprio in x
1
e tale minimo e
esattamente
H(x
1
) = F(x
1
) +e
G(x
1
)
E(
0
)
Per la (3.46) e (3.47),avremo

0
F(x
1
) +e
G(x
1
)
(x
1
) < F(x
1
) +e
G(x
1
)
= E(
0
)
conclusione in contraddizione con lipotesi del teorema. Concludiamo che
u

[0, 1] : h
2
(u

) = 0
Denoteremo dora in poi con un in basso tutte le quantita calcolate in u = u

.
2) La funzione r
2
(u) e decrescente e quindi
r
2
r
2
(u
1
) =
3
0
1 +
0
r
2,0
3.5. IL COLLASSO GRAVITAZIONALE 81
La denizione di massa e il fatto che h
2
(u

) = 0 implicano
m
2
=
r
2
2
3) Una semplice applicazione del Teorema 8. Sia infatti S
1
= C

1
C
+

.
Abbiamo
r
1
= r
2
(r
2
r
1
) r
2
(r
2,0
r
1,0
) 3
0
r
1,0

0
r
1,0
= 2
0
r
1,0
4) Il Lemma 9 implica
dr
2
du
=
1
2
h
2

1
2
Integrandola in [0, u

] otteniamo
u

2[r
2
r
2,0
] = 2r
2,0
_
1
r
2
r
2,0
_
= 2r
2,0
_
1 x(u

)
_
2r
2,0
_
1 x(u
1
)
_
= 2
_
1
3
0
1 +
0
_
r
2,0
= 2(1 2
0
)r
1,0
5) Possiamo aermare ch s

> 0 : S
2
= S(u

, s

) e
0 = h
2
(u

) = h(u

, s

)
Avremo
h(u

, s) 0
per s s

. Segue che r(u

, s) e non crescente in [s

, ). Quindi
u
H
u

LEquazione 11 ci dice che m e crescente in s e quindi, ricorando il Teor.10


m
2
(u
H
) lim
s
m(u
H
, s) = M
1
Ora, noi sappiamo che h
2
0 in [0, u

]; lEquazione 12 implica allora che m


decresce lungo la falda del cono C

2
tra S
2,0
e S
2
. In denitiva
0 < m
2
M
1
6-7) Dimostreremo tutto per una generica ipersupercie nulla entrante C

e
S(u) = C

C
+
(u). Detto r(u) il raggio di S(u) sia u
B
> 0 tale che r(u
B
) = 0.
Supponiamo esista u
A
< u
B
tale che
h(u
A
) = 0
82 CAPITOLO 3. IL CASO SFERICAMENTE SIMMETRICO
dove il calcolo e su S(u
A
). Vale
h(u) < 0, u (u
A
, u
B
)
dove al solito il calcolo e su S(u). Intanto
D(hh) =
2m
r
2
h 4h
2
per la denizione di massa, e per le Equazioni 3 e 12. Poi
m =
r
2
(1 +hh) =
_
2
m
_
[
u
A
= 1
Segue che
D(hh)[
u
A
=
h
r
[
u
A
> 0
Poi
hh[
u
A
= 0 =hh[
u
A
> 0, u [u
A
, u
A
+]
e
h < 0 =h(u) < 0, u [u
A
, u
A
+]
Vogliamo stimare . Sia quindi
u
2
:= supu (u
A
, u
B
) : h(u

) < 0, u

(u
A
, u

]
Sappiamo che Dm = 2r
2
h
2
. In [u
A
, u
2
] sussiste quindi Dm 0. Abbiamo
due possibilita alternative
u
2
= u
B
h(u
2
) = 0
D(hh)
2m
r
2
h
in [u
A
, u
2
]. Ma avendo stabilito che m cresce in u [u
A
, u
2
] otteniamo
m m
A
=
1
2
r
A
=2m r
A
quindi
D(hh)
r
A
r
2
h = r
A
D(
1
r
)
Integrando lungo C

hh
r
A
r
1
Per la (3.27)
h
_
1
r
A
r
_
r
s
=
r
A
r
s
3.5. IL COLLASSO GRAVITAZIONALE 83
Concludiamo quindi che h(u
2
) = 0 non puo verifcarsi altrimenti avremmo
0 = h(u
2
)
r
A
r(u
2
)
s
< 0
assurdo. Quindi u
2
= u
B
e
h(u)
r
A
r(u)
s
< 0
per ogni u (u
A
, u
B
). Scelto ora un cono C
+
(u) per u (u
A
, u
B
) sia s(u)
il parametro ane che determina S(u). Ricordando che su ogni singolo cono
h decresce concludiamo che h < 0, denitivamente, per un parametro ane
minore di s(u). Nel futuro della sfera S(u
A
), in particolare, h < 0.
Sviluppando in serie di s la funzione r(u, s) partendo da s(u), avremo
r(u, s) r(u) +h(u)[s s(u)]
Deduciamo allora che il raggio si annulla su C
+
(u) per
s s(u)
r(u)
h(u)
8) Sia S /. Avremo h < 0 nellinterno del futuro di S. Deduciamo /
I
+
(S) = per S /. La tesi segue.
9) Intanto /B B
0
, . Sia infatti, per assurdo, /B = S
0
. Consideriamo
un cono geodetico nullo uscente C
+
che interseca B in S
0
. Si arriva ad un
assurdo osservando che
Dr = h
h[
C
+ > 0
r(S
0
) = 0
Daltro canto, / B , = . Se cos

i fosse il punto p intersezione di / con


avrebbe uno sviluppo nel futuro. Ma nel futuro di / h < 0 ed in p r = 0.
Assurdo. Concludiamo
/ B = B
0
84 CAPITOLO 3. IL CASO SFERICAMENTE SIMMETRICO
Appendice tecnica
Richiamiamo qui alcuni concetti di geometria necessari al nostro scopo, sen-
za pretese di completezza e dando per note dimostrazioni e rimandando alla
lettura di opere speciche per approfondimenti.
Denizione 1. Siano (/, g) e (^, h) varieta riemanniane. Una mappa
f : (/, g) (^, h)
si dira isometria se e un dieomorsmo e g = f

h cioe
h
f(m)
(d
m
f(u), d
m
f(v)) = g
m
(u, v)
per u,v in T
m
/.
Considereremo nel seguito il caso ^ = /. Linsieme delle isometrie di
(/, g) forma un sottogruppo del groppo dei dieomorsmi.
Dato un campo vettoriale regolare K su /e possibile usarne le curve integrali
per costruire un gruppo locale, ad un parametro, di dieomorsmi
t
. Si
dimostra che se il campo vettoriale ha supporto compatto allora
t
e un gruppo
ad un parametro di dieomorsmi.
Denizione 2. Sia K un campo vettoriale regolare a supporto compatto in
(/, g) . Se il gruppo
t
generato da K e un gruppo ad un parametro di
isometrie, K si dira di Killing.
Osserviamo che se K e di Killing, per denizione di derivata di Lie avro

K
g = lim
t0
1
t
[g
t
g] = 0 (3.50)
Indichiamo con (T
0
q
) lo spazio dei tensori q-covarianti deniti su (/, g). Ri-
portiamo di seguito alcuni risultati che useremo in seguito per la dimostrazione
dei quali rimandiamo a [10]
Proposizione 1. Sia S (T
0
q
). Siano X, X
1
, X
2
, ...., X
q
campi vettoriali su
(/, g). Allora
(
X
S)(X
1
, X
2
, ...., X
q
) = X.S(X
1
, X
2
, ...., X
q
)
q

i=1
S(X
1
, .., X
i1
, [X, X
i
], .., X
i+1
, ..X
q
)
(3.51)
85
86 CAPITOLO 3. IL CASO SFERICAMENTE SIMMETRICO
Proposizione 2. Nelle ipotesi precedenti abbiamo
(
X
S)(X
1
, X
2
, ...., X
q
) = X.(S(X
1
, ...X
q
))
q

i=1
S(X
1
, ..., X
i1
,
X
X
i
, ..., X
q
)
(3.52)
Ricordando poi che [U, V ] =
U
V
V
U abbiamo il
Corollario 3.
(
X
S)(X
1
, ..., X
p
) = (
X
S)(X
1
, ..., X
p
) +
p

i=1
S(X
1
, ..., X
i1
,
X
i
X, ..., X
p
)
(3.53)
Applicando il corollario alla metrica g, e ricordando che e la connessione
di Levi-Civita per g, avr o
(
X
g)(Y, Z) = g(
Y
X, Z) +g(Y,
Z
X)
che per componenti diviene

X
g

= g

+g

Se il campo X e di Killing per la (3.1) avr o

(
X
)
= 0 (3.54)
Richiamiamo il concetto di pull-back dei campi tensoriali.
Denizione 1. Sia : M N regolare. Sia S (T
0
p
)Allora e possibile
denire su M il campo tensoriale (0,p) ponendo
(

S)
m
(v
1
, ..., v
p
) := S
(m)
(d
m
v
1
, ..., d
m
v
p
)
dove m M e v
i
T
m
M. Il tensore

S e detto pull-back di S.Nel caso M


sia immersa in N e g sia una metrica su N, diro che

g e metrica indotta su
M da N.
Bibliograa
[1] Christodoulou D., The problem of a self-gravitating scalar eld,
Commun.Math.Phys. 105, 1986, p. 337
[2] Christodoulou D., Global existence of generalized solutions of the spheri-
cally symmetric Einstein-scalar equations, Commun.Math.Phys. 106, 1986,
p. 587.
[3] Christodoulou D., The structure and uniqueness of generalized solutions of
the spherically symmetric Einstein-scalar equations, Commun.Math.Phys.
109, 1987, p. 591.
[4] Christodoulou D., A mathematical theory of gravitational collapse
Commun.Math.Phys. 109, 1987, p. 613.
[5] Christodoulou D., The formation of black holes and singularities in spher-
ically symmetric gravitational collapse, Commun. on Pure and Applied
Mathematics, Vol. XLIV, 339-373 (1991)
[6] Wald Robert M., General Relativity, The University of Chicago Press,
(1984)
[7] Hawking S. W, Ellis G.F.R., The large scale structure of space-time,
Cambridge Monographs on Mathematical Physics, (1973)
[8] Hawking S. W, Penrose R., La natura dello spazio e del tempo, Sansoni
editore (1996)
[9] O Neill B., Semi-Riemannian geometry with applications to Relativity,
Academic Press (1983)
[10] Gallot S., Hulin D., Lafontaine J., Riemannian Geometry, Springer-Verlag
(1993)
[11] Inglese W., Nicolo F., Asymptotic Properties of the Electromagnetic Field
in the External Schwarschild Space-time a cura del Dip. di Matematica dell
Univ. di Roma Tor Vergata (1999)
87
88 BIBLIOGRAFIA
Ringraziamenti
Desidero ringraziare il prof. Francesco Nicolo per lestrema disponibilita avu-
ta nei miei confronti e la ducia accordatami durante lelaborazione di questa
tesi.
Un ringraziamento va anche ad Alessandro, amico da sempre, per il prezioso
aiuto fornitomi nellapprendimento del linguaggio La-Tex, cos

i come a Bruno,
Corrado e Paolo per i continui incoraggiamenti.
Un pensiero colmo di gratitudine e per Maria. Lavere intrapreso e portato a
conclusione questo ciclo di studi lo devo a lei, alla sua vicinanza in questi anni,
alla ducia che ha sempre avuto in me.
Un ringraziamento particolare va alla mia Famiglia. A mia madre, e in partico-
lare a mio padre che non ha avuto la possibilita di assistere a questo momento
cos

i importante per me. A loro un grazie di cuore.


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