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] Cina e altri Orienti di Giorgio Manganelli pubblicato da Adelphi, (pp.320, e 22) a cura di Salvatore Silvano Nigro, autore del saggio Viaggiare unesperienza passionale.
no dei suoi libri di viaggio: un turista brizzolato, pingue, sudato, deliziosamente goffo, preda delle pi divertenti avventure aeree, terrestri o marine. uscita in questi giorni la riedizione di Cina ed altri Orienti, che Salvatore Silvano Nigro ha curato con molta precisione ed intelligenza. Comprende: Cina, Chi ha rubato le Filippine?, Malesia (1972-3): In Arabia con Leone, Pakistan-Kuwait , Irak (1975-87): Progetti e stesure alternative e scritti minori come: Da Allah a Klee, Aspettando con calma che la terra tremi, Con due cervelli di ricambio, Clandestinit di Mao, Ho spiato i giapponesi. La parte pi bella senza dubbio Malesia: il capolavo-
Strategie Sono pi claustrofobo di un giallo duovo, diceva, ma esplor Etiopia e Nord Europa, Filippine e India, Iraq e Thailandia
ro di Manganelli viaggiatore, insieme al pi tardo, memorabile Viaggio in Islanda. Ho scritto troppo, e credo male, su Manganelli. Ora vorrei citare soltanto una sua pagina sulle donne malesi. Le donne malesi non soffrono alcun divieto o preclusione di origine islamica; non usano veli, non debbono stare in casa, e di fatto lavorano come luomo; come in tutta lAsia le vedi in mezzo ai campi, lungo la strada, nelle piantagioni, curve sotto i pesi di una vita dura e disadorna. Ma il loro regno il mercato: tra le bancarelle, i chioschi, per tutti gli itinerari del bazar, tra le tavole su cui si dispiegano pesci e frutta, le donne regnano quasi assolu-
] Giorgio Manganelli (Milano, 1922 Roma, nella foto di Basso Cannarsa) stato un critico letterario e scopritore di Alda Merini. A sinistra: Vendita di schiavi malesi (Corbis)
te sovrane. Non sono invitanti in quanto donne; hanno un che di materno, ma di duramente tale; hanno una singolare dignit, squisitamente malese, e insieme un che di mite e di dolce; pare che il loro gesto di venditrici di cibi e stoffe abbia qualcosa di rituale; che faccia parte della loro condizione di madri, di custodi della vita, di parche, forse; esse nutrono, e potrebbero cessare di nutrire; non hanno illusioni sulla qualit dellesistenza, n sullaspro dovere di viverla senza saperne il senso. La loro femminilit pervade linterno del mercato, dentro il quale si penetra e fruga camminando per uteri di scale; strettissimi passaggi collegano banchi di splendide stoffe, banchi di argenti, banchi di cibi; contratto con una donna minuta e gentile una stuoia di paglia, splendida di geometrici colori, una povera e luminosa cosa; attorno al mercato passo tra donne accoccolate davanti alla loro frutta, ai pesci dalla forma bizzarra... Ma lo spettacolo pi singolare lo vedr la notte; il mercato gi chiuso, ma nella precoce notte tropicale ancora indugiano, a ridosso di un porticato, una serie di banchi di frutta; ad essi presiedono donne, per lo pi anziane, tra cui una ricordo, di rara maest, che fumava e portava gli occhiali, rugosa e schiva, ma calma e potente; non timorose delle ventate di un tempo isterico, delle sbite piogge, le donne stavano sedute e, scendendo loscurit, accendevano i loro lumi ad acetilene sulle bancarelle; ed allora quelle gravi donne malesi erano Norne, e quei frutti cibi magati e notturni, e solo un pazzo pittore caravaggesco avrebbe potuto catturare il fulgore di quel fuoco dacetilene, instabile ed esploratore, che toccava insieme i frutti e la pelle delle donne notturne; e immobili, le donne indugiavano a lungo, forse sino a notte fatta, custodi e dispensatrici e, a quellora, in quella luce, cos acquattate nei loro troni sotto i portici, temibili e fatali.
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