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NEWSLETTER AISLo MAGGIO 2013

ARPAIA/GRECO LA CULTURA SI MANGIA!

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Sardex, uneconomia senza moneta Giovanni Acquati Rifiuti zero, un obiettivo possibile Sabrina Salerno E i bambini osservano muti Cristina Rizzelli

Codice ISSN: 2038 - 3134 Registrazione presso il Tribunale di Milano n279 dell11/04/2005

IN QUESTO NUMERO FerruccioDiozzi AntonioFerrara MariaRosariaIacono PasqualeIorio ElisabettaLuise GiuseppeMelillo StefanoMollica AlfonsoPascale CristinaRizzelli

L infelicit araba

Samir Kassir

immagine di OceanBey

60 | FEBBRAIO 2013

Stefano Mollica
REDAZIONE
Viale Papiniano 10, 20144 Milano DIRETTORE RESPONSABILE Pasquale Iorio pasquale.iorio3@tin.it DIRETTORE EDITORIALE Teresa Maggio maggio.aislo@gmail.com COMITATO DI REDAZIONE Pasquale Iorio Teresa Maggio Cristina Rizzelli Guido Mollica GRAFICA E WEB Guido Mollica gmollica.aislo@gmail.com SEGRETERIA DI REDAZIONE Cristina Rizzelli rizzelli.aislo@gmail.com

EDITORIALE

Un nuovo partito di sogno, populare e laburista

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inalmente, mi dico, si sono concluse sia la prima sia la seconda Repubblica. Il centro-sinistra ha perso. La destra quella vera e quella di supporto - ha vinto, dimostrando di aver saputo condurre il paese ad un compromesso fra liberismo puro ed economia sociale di mercato di stampo cattolico. I due volti del liberismo si sono ricongiunti nella politica di questi giorni e nella formazione di un governo per alcuni di servizio per altri delle larghe intese: cio il volto becero e gaglioffo degli affaristi al seguito di Berlusconi e quello competente e pulito incarnato da Monti, e dai suoi cosiddetti civil servant insieme ad economisti benpensanti e ideologi di un nuovo capitalismo ripulito. Le donne e gli uomini del PD a fare da contorno e supporto, arruolati di forza in orientamenti cosiddetti liberal-democratici, in realt solo stremati dalle lotte delle bande fra notabili, che

sono risultate essere lunico motore di discussione e principio di governo del partito. Risulta chiaro che il principale partito della sinistra non discute pi del tipo di societ che vorremo per il domani. Esso vive per realizzare equilibri e poteri fra persone, posizioni, potentati. Il Re nudo Ma da qui si pu ripartire per una strada lunga ma aperta e sicura. ..... emerge uno spazio enorme per una sinistra contemporanea in Italia......, dice Luca Bergamo, un mio amico caro. Sono molto daccordo. Gli italiani di sinistra sono tantissimi, li conosciamo personalmente, sono nostri amici e parenti e compagni e colleghi. E sono tanti. Ripartiamo da loro. Sono tantissimi quelli che non sopportano pi che fare economia voglia dire rubare. Fare impresa, produrre ricchezza, soddisfare bisogni, elaborare politiche e soluzioni sono cose importantissime e che danno felicit a chi le pratica e a chi le riceve. Sono

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tantissimi quelli che non sopportano pi che qualcuno, tanti, vivano di vere elemosine e che ci sia sempre meno giustizia sociale e civile. Questi tantissimi sono il popolo della Grande Sinistra anche moderata, formalmente non pi rappresentata perch il PD non pi luogo di organizzazione e rappresentanza del consenso. A questo popolo, che grande da ogni punto di vista, serve un luogo per riprendere a ragionare insieme e imparare insieme. Diamoglielo. Perch non ci lavoriamo su, tutti insieme appunto, quelli che per contemporaneo intendono una sinistra che si impegni nella elaborazione di una idea di societ del tutto diversa dal modello liberale-cattolico-sociale novecentesco (pur nella edizione pulita del capitalismo tecnocratico) Serve solo sapere che la strada lunga ma il percorso di oggi, si sperimenta subito e si arriva

solo fra qualche tempo. Intanto si fanno piccole cose buone, e condivise. Abolendo ogni tipo di notabilato come premessa indispensabile. La storia si scrive senza tanti scrupoli, ma con immenso rigore: un partito popolare e laburista, che parta da cose semplici e arrivi alle stesse, ma risolvendole. Anzitutto partire da un sogno, condividerlo, perseguirlo. Un partito politico della sinistra (e non solo) non pu essere solo un insieme complesso di programmi e di gestioni del potere che s e r v e per gestire lo Stato; esso deve r i -

prendere a sognare e far sognare un mondo diverso. Per realizzarlo occorre prima sognarlo, definire i contorni del desiderio possibile e realizzabile, trovare i modi per lavorarci su. La gente della grande sinistra deve ripartire da sogni di futuro e trasformarli in temi obiettivi di impegno, di identit, di progetto, di motivazione.

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Il sogno pu e deve essere espresso nella semplicit di pochi bisogni elementari da cui pu rinascere una cultura di sinistra moderna, in Italia oggi: La diminuzione delle diseguaglianze sociali. La felicit delle persone. Il lavoro per tutti (cio, investimenti e

nuovi posti di lavoro, non solo politiche del lavoro ma lavori concreti!!). La centralit delle comunit e dei territori nei quali in Italia- si fanno da secoli leconomia e la civilt. Grandi banche pulite, che investono denari italiani dappertutto. Imprese di persone perbene, gli imprenditori veri lo sono. E poi i diritti: di essere cittadini, di studiare, di benessere fisico e sociale, di essere curati e guariti, di avere una casa, di avere una famiglia uguale, di fruire della innovazione sociale, tecnologica, istituzionale che serve in una societ complessa. Solo questo tipo di cose, che fanno il profilo di un sogno grandioso. Il resto sono decisioni di gestione operativa, forse nemmeno strategica. Allora, se serve la moneta europea la terremo, se serve anche altra moneta la creeremo, se serve chiudere chiuderemo senza paura, se serve riaprire (per

esempio, nuove imprese private e pubbliche, che creino ricchezza e lavoro) riapriremo. Gli intellettuali imparino a discutere e dare spessore a soluzioni semplici di problemi vissuti semplicemente. Serve fare sviluppo, vendendo le nostre competenze in giro per il mondo, valorizzando quello che abbiamo gi, la natura, la bellezza, la cultura, lambiente, i saperi dei territori, il genio delle nostre terre, la capacit tecnica e innovativa dei nostri imprenditori e delle nostre imprese del cosiddetto quarto capitalismo, che stanno al mondo benissimo e vendono nel mondo tantissimo. Si fa sviluppo (non solo crescita) ripartendo dalle cose che si hanno e che per questo- non costano molto anzi quasi nulla. Il sogno, appunto, dice che abbiamo tutto quello che ci serve per riprendere un cammino lucido e di successo. Il sogno di diventare capaci di valorizzare le eccellenze e la qualit della vita nel nostro paese; paese che fatto di cose piccole ma grandi, ed pieno di patrimonio visibile e invisibile che il mondo intero vorrebbe avere e noi non riusciamo

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a valorizzare! Nessuno riprenda a dire e ridire e rimestare. Fuori i notabili dal partito della grande sinistra italiana, fuori i notabili e le caste dalla gestione del paese, fuori i notabili e le caste dalleconomia di rapina che abbiamo sperimentato. In secondo luogo necessario ri-pensare il partito, rigenerarlo in ogni elemento costitutivo di forma e di sostanza, di struttura e di funzione. Serve voltare pagina, un partito non solo nuovo ma diverso, capace di rappresentare i sogni di un popolo capace di camminare verso il futuro, cha lavora e produce non solo economia ma cultura, conoscenza, innovazione, strumenti e processi della modernit. Non solo un problema di generazioni n solo un

problema di forma/partito. La mobilitazione cognitiva e uno sperimentare democrazia che non c ancora (Barca) possono essere principi di progettazione sociale di straordinaria efficacia; ma non devono rimanere pratiche elitarie rinchiuse dentro strutture politiche territoriali che fanno da apprendistisperimentazioni organizzative, difendendo i ruoli e gli stipendi del presente. Discutiamo con tutti, e impariamo insieme. La strutturapartito rinnovata deve essere leggerissima, di intelligenza, capace di leggere, conoscere, interpretare, elaborare, proporre. Le vecchie strutture territoriali legate alla gestione dei poteri locali sono inadeguate e inefficaci, non modificabili, vanno eliminate e basta. Serve un partito separa-

to dallo Stato. Un partito che fa rete di reti per la raccolta e comprensione delle diversit e delle molteplicit di interessi e situazioni e capacit delle persone e delle comunit. I nodi di raccolta delle informazioni e

Benvenuta AISLo Puglia


di Stefano Mollica
Coinvolgere giovani e donne, promuovere loccupazione, E riprendere a sognare

nata in questi giorni AISLo Puglia. Veramente la nostra Associazione in Puglia gi nata una diecina di anni fa. Una Associazione di molti protagonisti di tutto il paese (impegnati nelle imprese, nelle istituzioni, nella politica, nelle Universit, nelle amministrazioni, nelle scuole e altrove, con impegno) che in Puglia trovarono terreno fertile per cominciare a riunirsi e discutere di futuro, di economia del territorio, di sostenibilit, di sviluppo locale. Oggi ancora in Puglia, la nostra Associazione assume un carattere e una struttura di ancor pi di attenzione al territorio e di lavoro sullo sviluppo dei luoghi e dei contesti vitali del paese. Un piccolo (grande) gruppo di volontari della Puglia sia del Nord (Bar-

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dei bisogni e della loro traduzione in soluzioni possibili ci sono gi e sono capillari e potenti. Sono le Associazioni e gli organismi intermedi della societ. Esse sono portatori di interessi e di ideali, animati da grup-

pi di persone motivate e impegnate. Persone che ci credono, persone che sanno. Le Associazioni di volontariato e quelle di rappresentanza di interessi sono i migliori lettori disinteressati e competenti della realt sociale e della economia del paese. Sono associazioni di cittadini impegnati, persone, lavoratori, intellettuali imprenditori, individui che hanno diritti e doveri e li sentono propri. Mettiamoci ad imparare insieme, chiedere insieme, elaborare insieme. Lavoriamo con loro, semplici e sicuri. Il nuovo partito deve connettere e coordinare queste esperienze e questi cittadini che si riconoscono nel sogno comune, per il quale servono sentimenti, pancia, coinvolgimento, fiducia, ricerca di felicit. La parola non tanto responsabilit (che

la parola sulla bocca di ogni irresponsabile del momento!), ma coinvolgimento e appartenenza, per realizzare un sogno comune e visionario. Il nuovo partito di sogno questo: una rete organizzata e governata di soggetti e di persone, che lega esperienze e competenze esistenti, favorisce la sperimentazione e la elaborazione, crea condizioni per sperimentare nuove forme di democrazie e di soluzione di problemi. Poi propone e attiva i processi perch le proposte arrivino alle istituzioni dello Stato. Un luogo per discutere e guardare ci che persone e comunit hanno gi elaborato, ma che le colloca nel quadro ampio e coordinato verso un progetto del domani (il sogno) che il principio e il valore della casa comune. La principale funzione

letta) sia del Sud (Salento) decidono di lavorare insieme per rendere pi forte la rete leggerissima della nostra Associazione: un indirizzo mail, un progetto di Incontri e dibattiti, una capacit e volont di radicare sul territorio pratiche, progetti, esperimenti per fare sviluppo a partire dal genius loci. Lobiettivo coinvolgere giovani e donne, promuovere nuova occupazione, combattere battaglie di civilt e di cittadinanza, mettere la qualit della vita e le eccellenze del territorio pugliese al servizio di una nuova strategia di sviluppo. E riprendere a sognare. Barletta, il Nord Barese, il Foggiano, il Salento iniziano un percorso di rafforzamento della Associazione che continuer in varie direzioni su tutto il territorio nazionale. AI-

SLo si articoler in gruppi locali di intervento e sperimentazione, radicati nei rispettivi territori e culture, ma forti di essere insieme a quelli di altre regioni e aree italiane ed europee, il riferimento per la elaborazione e la proposta di iniziative di sviluppo locale. Per partecipare alla ri-nascita del nostro paese, che deve essere un impegno di tutti. Auguri, a tutti noi. Alle amiche e amici pugliesi per la loro iniziativa, anzitutto. A quanti nei diversi territori in cui siamo presenti stanno preparando azioni ed iniziative importanti specialmente per il luogo in cui si svolgono oltre che per lintero paese. Presenteranno loro stessi nei prossimi numeri di S i programmi, le iniziative e i progetti di futuro su cui si impegneranno.

editoriale

HANNO COLLABORATO CON NOI


FERRUCCIO DIOZZI PASQUALE IORIO STEFANO MOLLICA

del partito quindi, in definitiva, quella di mobilitare e capacitare per costruire una via comune alla progettazione di un futuro coerente con il sogno dei cittadini della grande sinistra. La sua struttura fatta da singoli e piccoli gruppi di persone nuove che operano sui territori e gestiscono e facilitano una rete di relazioni. Mobilitando risorse e persone che ci sono gi nelle strutture intermedie della societ e che sono impegnate a lavorarci su, coordinandone il servizio e la sua spedizione ai destinatari. Il resto, il disegno puntuale, le strategie per realizzare, il management del cambiamento vanno lasciate ad uno Stato rinnovato e competente che il partito contribuisce ad orientare e controllare, ma che non occupa sfinendolo.

Presidente dellassociazione Amici di Citt della Scienza

Vicepresidente AISLo

Presidente AISLo

ANTONIO FERRARA

ELISABETTA LUISE

ALFONSO PASCALE

Presidente Associazione Aeropolis, esperto del settore aeronautico e spaziale

Presidente Auser Caserta

Presidente associazione Rete Fattorie Sociali

MARIA ROSARIA IACONO

GIUSEPPE MELILLO

CRISTINA RIZZELLI

Associazione Italia nostra

Antropologo storico lucano e blogger

Membro della redazione ESSE

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SOMMARIO
ESSE No 62IMAGGIO 2013
Copertina a cura di Guido Mollica immagine di Sugarpoppy

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PRIMO PIANO

IL SOLE DIETRO LA NEBBIA


di Elisabetta Luise
Il progetto Il sole dietro la nebbia uniniziativa promossa nellambito del Bando di microprogettazione sociale 2011 del CSV Asso Vo. Ce. in collaborazione con le associazioni Mezzaluna, Gianluca Sgueglia e i Gruppi Vincenziani Casertani, con il patrovinio del comune di Caserta.

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COPERTINA Linfelicit araba
di Ferruccio Diozzi
La complessit della situazione politica e sociale del Vicino Oriente e del Nord Africa viene raramente investigata, nella saggistica corrente, con la dovuta attenzione. Quasi sempre quello che si riscontra sono non-conoscenza di fatti, prese di posizione arbitrarie, pesanti influenze ideologiche.

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PRIMO PIANO

ALBERI CHE CAMMINANO


di Giuseppe Melillo
ho vsto alberi di tutti i tipi. Uno pi bello dellaltro. Ho visto alberi ammazzati dalla mano delluomo e ne ho visti appena spuntati che mai avr il piacere di vedere adulti. Ho letto di alberi fantastici, originari pi antichi del primo uomo. Mai, per, mi era capitato di sentir parlare di alberi che camminano.

EDITORIALE

03 UN NUOVO PARTITO DI SOGNO di Stefano Mollica

AISLO

COPERTINA

10 linfelicit araba di Ferruccio Diozzi

6 BENVENUTA AISLO PUGLIA di Stefano Mollica 26 AISLO PER IL SUD di Redazione

PRIMO PIANO

14 IL SOLE E LA NEBBIA di Elisabetta Luise 16 ALBERI CHE CAMMINANO di Giuseppe Melillo 20 UN IMPEGNO CIVICO di Maria Rosaria Iacono 22 IL PAESAGGIO di Alfonso Pascale 26 CRITICAL M.A.S. di Cristina Rizzelli 28 IMPRESE AERONAUTICHE E SVILUPPO di Antonio Ferrara

LETTURE CONSIGLIATE

LE PIAZZE DEL SAPERE

30 RIPARTIRE CON LA CULTURA di Pasquale Iorio

32 BUCCINASCO di N. Dalla Chiesa e M. Panzarasa ZEROZEROZERO di Roberto Saviano NON TI DELEGO di Aldoo Schiavone ALTRUISTI NATI di Michael Tomasello LA CULTURA SI MANGIA di B. Arpaia e P. Greco IN TERRITORIO NEMICO Scrittura Industriale Collettiva

10 copertina

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linfelicit araba
di Ferruccio Diozzi

12 copertina

L
Nellimmagine grande a pagina 10-11 Samir Kassir.Qui sopra il libro dellattivista libanese Linfelicit araba, edito Einaudi. A destra, una giornalista libanese mostra una foto del giornalista ucciso nel 2005

a complessit della situazione politica e sociale del Vicino Oriente e del Nord Africa viene raramente investigata, nella saggistica corrente, con la dovuta attenzione. Se si esclude una sede di dibattito molto autorevole come la rivista Limes, quasi sempre quello che si riscontra sono nonconoscenza dei fatti, prese di posizione arbitrarie, pesanti influenze ideologiche anti-israeliane o anti-arabe, soprattutto negli ultimi anni. Ci tanto pi grave nel momento in cui lItalia in particolare avrebbe tutto linteresse a conoscere le vere problematiche dellarea che sono tante e non possono essere risolte nel banale schema dello scontro di civilt. In questo contesto un libro come quello di Samir Kassir Linfelicit araba rappresenta una boccata daria fresca. Nella sua breve vita lautore stato uno scienziato della politica ed uno storico, un giornalista , un organizzatore politico. Nel 2005 ha animato il movimento democratico in Libano (la primavera di Beirut) che ha condotto alla fine delloccupazione siriana di quel Paese. Nello stesso anno rimasto vittima di un attentato terroristico, organizzato presumibilmente dai servizi segreti siriani. Questo tipo di biografia riporta alla figura di intellettuale engag, ormai sempre pi rara in Europa, una figura avversata radicalmente dalla rivoluzione conservatrice per il pensiero critico che la contraddistingue e per labitudine ad unire allattivit intellettuale limpegno politico concreto. Loggetto e limpostazione del libro sono coerenti con il modello intellettuale di riferimento. Kassir, radicalmente laico, si pone il problema di come la societ araba sia, da decenni, incapace di esprimere altro che un forte senso di frustrazione nei confronti del proprio presente e di disillusione dei confronti dellavvenire. Lo fa esaminando le numerose sconfitte cui sono andati incontro i diversi modelli di modernizzazione degli stati arabi, larretrare e lo spe-

gnersi delle forme democratiche in quasi tutti i paesi dellarea (nel 2005 i sommovimenti che hanno cambiato il volto di Egitto, Libia e Tunisia erano ancora lontani e sappiamo bene, peraltro, come si stiano consumando quelle esperienze). Nelle argomentazioni di Kassir non vi sono, naturalmente, ancoraggi alla religione come instrumentum regni, n sopravvalutazione dellesperienze post-coloniali. Significativamente vengono messi in luce elementi inquietanti di un movimento come il Baath siriano (e, per inciso, bene ricordare che Saddam Hussein ed il Baath iraqueno fecero presa sugli americani anche per essersi dedicati allo sterminio sistematico dei militanti comunisti e democratici di quel Paese). In generale lautore ritiene che lattuale stallo delle societ arabe, strette tra fondamentalismo religioso e regimi antidemocratici e corrotti rappresenti la logica conseguenza di tendenze decennali. A differenza di molti che hanno perso la speranza Kassir mantiene per ben vivo lopzione del cambiamento. Linfelicit araba, per cui di fronte allo stato di cose esistenti, non si pu che vivere nel dolore e nellautocommiserazione, qualcosa che pu essere superata o, quantomeno, lenita. Senza andare a toccare il grande passato della civilt araba, sviluppatasi contestualmente alla diffusione dellIslam, Kassir ricorda come, in un tempo storico molto pi vicino a noi, le societ arabe del Nord Africa e del vicino Oriente siano state caratterizzate da una sorta di Risorgimento, la Nahda, che ha contribuito a modernizzare, democratizzare, in poche parole a cambiare radicalmente quelle stesse societ. I frutti di quella modernizzazione democratica sono, per il lettore occidentale, sorprendenti ed includono, tra gli altri, una radicale battaglia per la parit tra uomo e donna, unatteggiamento di grande apertura verso ogni forma di arte e cultura, molti esempi di agnosticismo religioso e, in qualche caso,

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di vero e proprio ateismo. Sviluppatasi nel corso del secolo XIX e terminata alla fine della prima guerra mondiale, la Nahda ha continuato ad esercitare influenza su tutti i movimenti nazionalisti e democratici che hanno animato la scena araba nei decenni successivi, sino a quando la totale regressione dei regimi post-coloniali non ha tagliato lerba sotto i piedi a tali tendenze, marginalizzando le voci critiche. Il problema maggiore non stato per il corso storico delle cose: brillantemente Kassir afferma che linfelicit araba sia frutto, pi che della Storia, della Geografia. Una geografia che non pu prescindere dal fatto che gli interessi esterni (europei, americani, russi) siano concentrati sulla risorsa per eccellenza, il petrolio, e come per garantirsi tale risorsa le potenze abbiano, nel corso del tempo, non solo appoggiato ma anche creato le soluzione politiche pi impresentabili (un esempio tra tutte la monarchia feudale dellArabia Saudita). Una geografia che, dopo molti stop-and-go,

ha deciso che limmane tragedia dellOlocausto dovesse essere risarcita con la formazione dello Stato dIsraele, che questo stesso Stato dovesse essere sostenuto sempre e comunque, anche condannando un intero popolo come quello palestinese allo sradicamento. Noi aggiungiamo che, per una sorta di ironia della storia, Israele sta progressivamente perdendo le caratteristiche democratiche e socialiste delle origini e si sta trasformando in un Paese in cui convivono radicalismo religioso e corruzione politica: forse presto si dovr parlare di uninfelicit israeliana! Laicamente Kassir non ha una soluzione a questimmane problema storico e geopolitico ma suggerisce che, senza pretendere la felicit, la societ araba possa trovare nuovi equilibri. A patto che gli arabi, soprattutto nelle loro componenti pi avanzate, rinuncino al vittimismo di cui lautore stato, negli studi e nellazione politica, un fermo oppositore e riprendano in mano il proprio destino.

foto Directions to Orthodoxy

foto Directions to Orthodoxy

foto Directions to Orthodoxy

foto Directions to Orthodoxy

foto Dany Eid

foto Directions to Orthodoxy

16 primo piano

di Elisabetta Luise

Il sole dietro la nebbia


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l progetto Il sole dietro la nebbia una iniziativa promossa nellambito del Bando di microprogettazione sociale2011 del CSV Asso Vo.Ce in collaborazione con le associazioni Mezzaluna, Gianluca Sgueglia e i Gruppi Vincenziani Casertani, con il patrocinio del comune di Caserta . In questi mesi stato portato avanti dallAuser di Caserta con lobiettivo di rispondere ai bisogni di aiuto dei malati di Alzheimer e di offrire sollievo ai loro familiari, che vivono quotidianamente queste problematiche. Il progetto mira a realizzare azioni sperimentali e aiuta a capire e comunicare con chi vive la malattia neurodegenerativa. Ha visto la numerosa partecipazione attiva di volontari dellAuser e di altre associazioni (AVO, Vincenziane, Tribunale del Malato, CittadinanzAttiva). Nella sua attuazione emerso che sul nostro territorio esiste una forte carenza sia di assistenza che di informazioni su questa patologia che si manifesta in et avanzata. Spesso i familiari sono presi da una forma di pudore ed molto difficile che parlino dei loro problemi e delle difficolt che affrontano nel vivere con i malati di Alzheimer. Da una nostra ricerca risulta che anche nel nostro territorio le malattie neurodegenerative negli anziani sono molto diffuse. Il progetto ha inteso affrontare largomento insieme ad esperti del settore e formare volontari ad affrontare le grosse difficolt che esistono e renderle meno gravose con la conoscenza del problema. E emerso con nettezza che importante per i familiari conoscere le cause di alcuni sintomi e delle modalit pi corrette per affrontarli. Infatti, necessario sapere che nonostante levoluzione progressiva della malattia c sempre la possibilit di

fare qualcosa perch il malato viva con dignit. Lamore, la generosit, laffetto possono essere rafforzati e il senso di frustrazione attenuato dalla conoscenza della malattia. LAlzheimer sta diventando una grande emergenza per le nostre comunit. Nella sola Europa sono 7,3 milioni le persone che soffrono di questa patologia , di cui oltre 1 milione in Italia (statistiche ONU- 2009 ). Ma la preoccupazione maggiore sta nel fatto che queste cifre potrebbero aumentare nei prossimi anni . Malgrado la sua diffusione, questa patologia appare per molti versi invisibile agli occhi della societ, per cui i bisogni di chi coinvolto direttamente nella malattia e nella sua gestione restano spesso sottovalutati ed inascoltati. LAuser, associazione di volontariato e servizi ri-

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volta alle persone adulte, da molti anni si occupa di invecchiamento attivo inteso come risorsa per se stessi e per la propria comunit. Promuove sani stili di vita, con una educazione permanente per tutto larco della vita, con le universit della terza et, con la prevenzione sanitaria ed il volontariato civico. Pone al centro delle proprie attivit gli obiettivi per andare incontro allallungamento della vita in condizione di buona salute fisica e mentale. Da questo punto di vista la ricerca scientifica sempre pi spesso documenta che molte malattie neurodegenerative sono causate da abitudini e stili di vita non sani, come una non corretta alimentazione, lo scarso esercizio fisico e mentale Come Auser siamo consapevoli dellenorme problematica che abbiamo affrontato con il nostro progetto e che le soluzioni non sono semplici, ma

soprattutto che il problema ha bisogno di molto tempo e di un costante impegno. In quanto associazione di volontariato continueremo a collaborare per sostenere sia i malati che i parenti attraverso le nostre azioni per rendere la nostra comunit pi solidale e pronta al bisogno del territorio. Nello stesso tempo stiamo elaborando delle proposte di contrattazione sociale e territoriali per incalzare le istituzioni e gli enti locali a promuovere adeguate politiche di welfare, a partire dalla realizzazione di centri di ascolto, di cura e di sollievo. Su questi obbiettivi abbiamo avviato azioni di collaborazione con altre associazioni, a partire da quelle religiose come la Tenda di Abramo dei Padri Sacramentini dove spesso trovano prima accoglienza e solidariet i soggetti pi deboli ed emarginati della nostra societ.

18 Primo piano

Alberi che camminano


di Giuseppe Melillo

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o visto alberi di tutti i tipi. Uno pi bello dellaltro. Ho visto alberi ammazzati dalla mano delluomo e ho visto alberi appena spuntati che mai avr il piacere di vedere adulti. Ho letto di alberi fantastici,di alberi originari pi antichi del primo uomo, storie di alberi buoni o cattivi. Di alberi simbolici e magici. Di Madonne e tesori. Mai,per, mi era capitato di sentir parlare di alberi che camminano. In un giorno di maggio mi fermo a prendere un caff in un bar lungo una strada interna a confine tra Basilicata e Calabria. Un confine naturale segnato dal fiume Sinni che in silenzio si trascina, fino alla foce del Mar Jonio, le storie che il Monte Papa ascolta dalle genti del Tirreno. Ed stato qui che per la prima volta ho sentito parlare degli alberi che camminano. Ho offerto una sigaretta ad un uomo seduto sotto una veranda coperta dal glicine a ripararsi dai primi raggi del sole che in queste zone picchiano forte per parecchi mesi. Mi siedo a fianco e insieme ci fumiamo in silenzio le nostre sigarette. Guardiamo la strada e ogni tanto unauto passa a velocit ridotta salutando con il clacson il mio compagno di fumo. - Dove andate assignur? -Mi chiede. Dico il nome di un paese l vicino, ma non vero. Non stavo andando da nessuna parte. Avevo iniziato una strada e volevo vedere fin dove arrivava. Mi stava portando al mare e lavevo presa dalla parte alta dellAppennino lucano. Quel giorno di maggio non avevo voglia di fare la solita strada e avevo deciso di seguirne una che non avevo mai fatto per intero, deviando per svincoli e incroci che penso non sarei in grado di ripetere. Comunque, non volevo dargli limpressione di vagabondare in un giorno di maggio. Il assignur, con il quale si era rivolto a me ammetteva una forma di rispetto che si ha verso lo straniero ma anche verso qualcu-

no che si percepisce come distinto. ( Ci tocca di tutto!!!). Non volevo rovinargli questa impressione e non risposi mai in dialetto. -Conoscete qualcuno?- mi chiese dopo un altro tiro di sigaretta. No! Non conosco nessuno, ci vado per lavoro. mi venne in mente questa scusaMi resi immediatamente conto che dovevo stabilire un lavoro perch sarebbe stata la domanda successiva. - E che lavoro fate, assignur? Mi chiese e aggiunse - se posso permettermi! - Si figuri!-dissi- lavoro con i boschi e studio gli alberi!- risposi Si, si!Giro nei boschi e studio gli alberi.- ripetei soprattutto a me stesso Ero un compiaciuto per quella risposta imprevista. Il senso di adattamento alla strada non era completamento scomparso. -Mi scoprivo un po Holden Caulfield e vicino al suo sentirsi il il pi grande bugiardo che voi abbiate mai conosciuto. Mi ritorn in mente la copertina bianca del romanzo di Salinger e le bugie escogitate dal protagonista Holden. Il bianco di quella copertina era cos simile al bianco della barba incolta delluomo vicino a me. -Ah s! Con gli alberi? disse , interrompendomi dai miei pensieri Anche voi qui per gli alberi che camminano? - Si certo solo che non so dove siano e nemmeno come trovarli. Ho sentito tante storie su di loro. Ma credo che siano invenzioniMentivo ancora, ma speravo di provocare una reazione per farmi raccontare quel che sapeva su gli alberi che camminano. Non credo avrebbe risposto ad altre domande sugli alberi se avesse capito che era la prima volta che ne sentivo parlare. Si sarebbe esposto ai giudizi di un estraneo, rischiando di essere considerato un tipo strano. Questa storia degli alberi mi colp subito e sembrava che il viaggio stesse avendo la sua motivazione.

Nella pagina a fianco, illustrazione di Chiara Trilly Parolin

20 Primo piano

Illustrazione di Susy (wwwdipingere. deagostinipassion.com)

Mi stavo imbattendo in una storia che non conoscevo e mi aveva cercato. Voleva che io la ascoltassi. Ero pronto a farla mia. - Eh, eh, eh! Non sono in tanti saperla. Anche perch se la racconti pensano di trovarsi di fronte ad un ubriacone o ad un chiacchierone cantastorie.- disse con laria di una che conosce il mondo e i suoi segreti. -Capisco! Oggi non si ascolta pi tanto, vero?- chiesi. Orami ero certo che avrebbe raccontato senza timore. Eh si! Eh si! Eh si!- rispose intervallando le esclamazione con il movimento del capo. Mi chiese ancora una sigaretta gliela offrii e lo invitai a prendere un caff. - No. Grazie, una birra magari! - Ed entr nel bar, chiese alla signora che chiam per nome una birra fredda e un caff, per me. Dopo il primo sorso, con la schiuma che ancora gli contornava le labbra incominci a raccontare di questi alberi. -Devi sapere che qui, proprio qui cerano

i greci, i romani, i turchi e tutti quanti via via fino ai piemontesi e pure i briganti.Dal voi era passato al pi confidenziale tu. Ormai io ero entrato nella sua sfera. Quindi poteva permettersi confidenze e rivelazioni . -Ma proprio tutti! Questa era una terra ricca e generosa e un piatto per tutti non mancava mai! Continu a raccontareAllinizio proprio, erano i greci che non cavevano pi da mangiare e vennero in Italia! Come hanno fatto gli albanesi! Ti ricordi? Si visto pure in televisione! Sono stati pure qua.- disse. Io feci cenno di si con la testa. -Insieme ai greci arrivarono pure quelli di Troia, quelli del cavallo di Ulisse. Lho sentito da un professorone di una universit che venuto proprio qua a studiare e a scavare con un sacco di studenti stranieri.- Ma gli alberi che centrano? chiesi. -Hai visto che non sai proprio niente!- disse con fierezza. Sorseggi la birra mentre il mio caff sembrava disperso.

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- Quelli di Troia, quelli vivi, perch Ulisse da dentro il cavallo fece una strage, scapparono sulle navi e inseguiti dai greci arrivarono qua. Qua fecero pace con i greci e vissero tranquilli, tanto cera spazio e lavoro per tutti. Quelli di Troia prima di scappare presero delle cose che potevano servire e portarono anche degli alberi di ulivo che piantarono in queste zone. Da allora questi alberi una volta cresciuti in altezza hanno incominciato a spostarsi di lato. Un po avanti , un po a destra, un po a sinistra. Cos un po oggi, un po domani, si son trovati lontani da dove erano stati piantati.- Ma sono passati pi di 3.000 anni- rispondo io- Saranno altri alberi! - Ma no! Che vuoi che siano 3000 anni per un ulivo. E dove sono questi ulivi? Mi ci porti? Andiamo con la mia macchina. Dove sono! Ehhh! accompagn la frase con un gesto del braccio che indicava tutta la vallata. Ho capito- dissi. -Fa troppo caldo per togliersi dallombra e cos? Non disse niente. Annu solo con la testa. Il mio caff era finalmente arrivato. Pessimo. Mi fumai un sigaretta e naturalmente ne offrii una anche al mio compagno di tavolo e dissi che dovevo andare. Lui mi salut alzandosi e stringendomi con vigore la mano. Mi rimisi in viaggio verso la statale che conduce alla Jonica e pensavo alle parole delluomo. In effetti i troiani compaiono spesso da queste parti. Tra Valsinni e Rotondella, lungo il fiume Sinni dalla parte che guarda al parco del Pollino c un sito, Lagaria, che si dice fondata da Epeo,costruttore del cavallo di legno che ingann gli abitanti di Troia. Poi c lantica Siris che alcuni vogliono fondata proprio da esuli troiani. Questa storia degli alberi che camminano mi cattur nei giorni seguenti. Cercai tra i libri,depliant, guide. Ricordavo di aver letto qualcosa da qualche parte.

Non trovai nulla e mi rassegnai alla sconfitta,. Era come cercare il classico ago in un pagliaio. Esattamente un anno dopo. Di maggio, ma con poco sole, cercavo delle notizie sul risorgimento e sfogliai anche Terroni di Pino Aprile. Apr il libro direttamente al capitolo I Patriarchi e notai degli appunti che avevo preso. Erano le notizie sugli alberi che camminavano! Di colpo mi ritorn in mente la domenica dellanno prima, seduto a parlare di alberi che camminano con uno sconosciuto che sorseggiava birra e fumava le mie sigarette. La lettura mi prese completamente. Quelluomo non aveva detto sciocchezze nemmeno si discostava da quello che stavo leggendo. Leggevo, infatti, che nella valle del Sinni nellattuale Basilicata e nella valle del Garga,in Calabria superiore presso Saracena un dei comune calabresi alle pendici del Monte Orsomarso a sud del Parco del Pollino esistono ulivi millenari che camminano. La descrizione di questa singolare dinamica, propria dellulivo, era spiegata nel libro: cresce, si svuota, diviene cavo, continua a crescere ma, invece di morire restando uno, si scinde in piu individui, i quali riavviano il ciclo al massimo del suo diametro, lulivo comincia a dividersi: il tronco spesso ormai vuoto in corrispondenza di ferite, nodi, potature, attacco di parassiti, si assottiglia, si rinsecchisce, muore e si crepa verticalmente La ceppaia si divide e ogni pianta derivata si porta via, in dote, la sua parte originaria. Questo pu avvenire in pi punti o pi volte, nel tempo, e ognuna delle quali comincia, verso i mille anni, una vita propria Dal quel pomeriggio di maggio, ogni volta che incontro un ulivo secolare, mi fermo, lo saluto e gli chiedo il permesso di sedermi vicino. Come si fa con gli antichi padri. Magari se di buon umore mi racconter una storia.

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Un impegno civico
di Maria Rosaria Iacono

e iniziative e le campagne di sensibilizzazione che Italia Nostra sta conducendo hanno come obiettivo la tutela del Paesaggio e la formazione nei cittadini e, soprattutto, nei giovani di una coscienza diffusa e condivisa della storia, della cultura, dellidentit nazionale e della partecipazione attiva alla sua conservazione, coerentemente non solo con il dettato costituzionale, con i propri fini statutari, con la pi recente normativa europea e nazionale, ma soprattutto con la lunga tradizione che ha caratterizzato lattivit dellassociazione. Linvito alle scuole italiane di ogni ordine e grado di aderire al progetto nazionale di educazione al paesaggio e al patrimonio culturale 2010-2011, II Paesaggio raccontato dai ragazzi Narrazioni e immagini nellera digitale, proponendo metodologie e strumenti di lettura, di indagine e di rappresentazione del paesaggio, dalla Conoscenza e Consapevolezza alla Creativit, trova la sua origine nei lontani anni 70, quando una circolare dellallora ministro della Pubblica istruzione, on.Franco Maria Malfatti, accogliendo la richiesta dellAssociazione, invitava i capi dIstituto a nominare un delegato dellAssociazione riconoscendo ...i fini altamente civili che

lAssociazione persegue non possono non trovare nella scuola un terreno favorevole per raccogliere spontanee adesioni. Italia Nostra entrava ufficialmente nella vita delle scuole individuando negli insegnanti e negli studenti gli interlocutori privilegiati ...per chiedere collaborazione nellopera di difesa dellambiente in cui viviamo natura, campagna, citt, aria, acque e terra - da pericoli che minacciano di renderlo inabitabile.... Riprendendo un testo della collana Italia Nostra/Educazione, di Donato Goffredo e Antonio Thiery, dal titolo Ambiente e Educazione, pubblicato dalla Nuova Italia nel 1977 si ritrovano i grandi temi che ancora oggi sono oggetto del dibattito culturale nel nostro paese e dellattuale percorso educativo: Ambiente e beni culturali, natura, paesaggio, territorio e il rapporto dialettico e interdisciplinare tra larte e la storia, larte e leconomia, larte e la formazione etico-sociale. Rileggendo il nostro progetto si ritrovano le stesse tematiche: sembrerebbe che nulla sia cambiato da allora, in una forma di cristallizzazione tematica e metodologica, mentre il paese e la stessa scuola italiana vivono una sorta di disfacimento politico, economico, sociale e culturale accanto a quello urbanistico e territoriale. Non solo, viene anche spontaneo chiedersi cosa ne stato di tutto limpegno formativo profuso da Italia Nostra per decenni se il nostro paese dagli anni 80 in poi ha raddoppiato il consumo del territorio, ha goduto di tre condoni edilizi, sanatorie che contrariamente al loro significato etimologico non solo non hanno sanato, ma hanno stravolto il nostro paesaggio urbano e agrario, consumato le coste, ecc. E che dire dello stato di conservazione del patrimonio architettonico, storico-artistico e archeologico? Tutto inutile? E possibile

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uscire dalla crisi utilizzando il patrimonio culturale e la tutela del paesaggio storico? Come si inserisce dunque, nel contesto attuale, il programma di educazione al paesaggio e al patrimonio culturale che ancora una volta proponiamo alle scuole? Stupida perseveranza o piuttosto necessit? Non possiamo sicuramente quantificare se e in quale misura gli sforzi condotti da decenni con tenacia e perseveranza dai tanti militanti di Italia Nostra, nelle scuole, nelle sezioni presenti nel territorio nazionale, per educare ad una maggiore consapevolezza dei valori identitari del patrimonio culturale e paesaggistico della nazione, abbiano contribuito a formare cittadini consapevoli che il progresso della societ italiana dovrebbe essere pi realisticamente indicato dal livello estetico del suo territorio che dal PIL (come auspicava J. K. Galbraith nel 1983). Tuttavia, in una situazione oggettivamente difficile per la scuola italiana, le cui risorse umane ed economiche sono drasticamente e ottusamente ridotte, lalta partecipazione al nostro progetto pu essere considerata un indicatore significativo del persistere della domanda di iniziative di educazione al patrimonio

che corrisponde poi allimpegno di Italia Nostra di promuovere la conoscenza e la valorizzazione del patrimonio storico, artistico e naturale del Paese mediante opportune iniziative di educazione ambientale nelle scuole, formazione ed aggiornamento professionale dei docenti nonch mediante attivit di formazione ed educazione permanente nella societ. Accanto a questo empirico strumento di analisi della domanda culturale, dalle notizie diffuse dai media e dalla rete si percepisce che nonostante tutto si stia diffondendo la convinzione che il perseguimento del bene-essere necessariamente collegato al mantenimento dellequilibrio tra lopera delluomo e la natura, cos come si realizzato nel corso della storia. Inoltre, il valore fondativo del patrimonio culturale per la prosperit delle generazioni future trova autorevole espressione nelle opere di economisti e filosofi come il premio nobel, Amartya Sen, che vedono la promozione economica di un paese nel rafforzamento dellidentit civica e nel raggiungimento del bene comune: Aristotele collegava il fine delleconomia al raggiungimento del bene umano che desiderabile anche quando riguarda una sola persona ma pi bello e divino se riguarda un popolo e le citt. A questo punto forse necessario interrogarsi sulle modalit di interazione tra le esperienze fin qui acquisite, luso delle nuove tecnologie e le metodologie applicative anche in campo pedagogico in un contesto storico in cui la globalizzazione e la localizzazione ancora non riescono a dialogare coerentemente per lelaborazione di un progetto per le nuove generazioni, in cui lincertezza per il futuro sta assumendo sempre pi le forme dello spaesamento e dellinsicurezza pi che della protesta.

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Il paesaggio

di Alfonso Pascale

Bene comune per il benessere sociale

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l tema dei beni comuni stato introdotto nel dibattito economico internazionale da G. Hardin con larticolo intitolato La tragedia dei beni comuni e apparso nel 1968 sulla rivista Science. Nel saggio il biologo americano racconta la storia di una comunit di pastori, i quali conducono un numero sempre maggiore di animali a pascolare su di una terra comune accessibile a tutti. Il racconto serve allo studioso per dimostrare che se quei pastori continuano ad agire nel proprio interesse personale senza tener conto delle risorse che utilizzano, essi rischiano che prima o poi il pascolo si esaurisca e diventi inutilizzabile per tutti. Tale conclusione si basa, tuttavia, sullipotesi di un comportamento razionale strumentale, fondato sulla mutua indifferenza e che intende il problema dei beni comuni solo in termini di libero accesso e non di gestione comune. In tal modo, la storia dei pastori viene utilizzata per ribadire e giustificare lidea che lunica soluzione per preservare quel bene comune sia la propriet privata o la propriet statale. Nellampio dibattito che si sviluppa sulle riflessioni di Hardin si inserisce nel 1977 uno storico del diritto, Paolo Grossi, che pubblica un libro dal titolo Un altro modo di possedere. Lemersione di forme alternative di propriet alla coscienza giuridica post-unitaria. Il saggio ricostruisce la storia di un filone di studi che si era venuta sviluppando in Europa, durante gli ultimi decenni dellOttocento, nellambito del dibattito sulle origini e le forme della propriet. Studi che avevano portato alla luce lesistenza di forme comunitarie e collettive di propriet, dimostrando la storicit e non la naturalit dellindividualismo proprietario. Avevano contribuito a far emergere siffatta realt anche studiosi italiani come Carlo Cattaneo ( sua, infatti, lespressione un altro modo di possedere utilizzata come titolo del libro), Stefano Jacini e Ghino Valenti. Essi avevano dimostrato che le propriet collettive erano delle forme duso del territorio volte a tutelare le comunit perch garantivano a chi non possedeva nulla di poter vivere in modo dignitoso la propria povert e, nello stesso tempo, preservavano le risorse da forme di sfruttamento indiscriminato e devastante. Raccontando questa storia, Grossi rovescia il ragionamento di Hardin, provando che la tragedia dei beni comuni dipende non gi dalla loro gestione comunitaria ma, viceversa, proprio dalla loro liquidazione e appropriazione individuale. La gestione dei beni comuni avveniva e avviene tuttora utilizzando norme sociali, ordinamenti, regole, tradizioni, usi e consuetudini, cio strumenti del diritto inventati dalle comunit proprio per evitare di autodistruggersi. Linsigne giurista mette in luce come il diritto non nasce con lo Stato ma con la societ che si autorganizza spontaneamente e si d un ordine. La storia

dei beni comuni , infatti, la storia di comunit che si dotano di ordinamenti spontaneamente rispettati. E tali ordinamenti tornano ad essere di grande attualit per poter gestire i beni comuni globali. Quello che unisce i beni comuni il legame profondo tra risorse (e servizio) e comunit. Una comunit non intesa nel senso premoderno di comunit chiusa e statica ma comunit riconsiderata dinamicamente come flusso e incrocio di flussi. La relazionalit , dunque, lelemento fondante e ineliminabile di ogni bene comune. Una relazionalit diacronica perch la gestione di un bene comune deve necessariamente tener conto degli interessi delle generazioni future. Tra i beni comuni va annoverato senza dubbio il paesaggio cos come considerato dalla Convenzione europea del Paesaggio, approvata a Firenze nel 2000. Tale atto stabilisce che la natura e la cultura costituiscono aspetti contemporaneamente presenti allinterno di un determinato territorio e non opera distinzioni tra ci che considerato naturale e ci che considerato artificiale. E, pertanto, la conseguente strumentazione, introdotta nella pianificazione territoriale, permette di tenere insieme attivamente la tutela e la valorizzazione del patrimonio ereditato da millenni di trasformazioni operate dagli uomini con le sue molteplici attivit. In sostanza, il paesaggio si preserva a patto che siano le comunit locali a decidere come valorizzarne le capacit. Se le aree interne (montagna e collina) non torneranno ad essere abitate e in esse non si ricostituiranno le comunit che potranno decidere lutilizzo delle risorse, si accentueranno i fenomeni di dissesto idrogeologico e la montagna e la collina saranno destinate a cadere a valle. Se le aree agricole urbane e periurbane non saranno pianificate per insediarvi agriturismi, fattorie sociali, fattorie didattiche, insomma tutto quel terziario agricolo che serve mettere al servizio delle aree urbanizzate, esse resteranno aree di riserva che prima o poi (se la popolazione dovesse crescere) saranno cementificate. Per preservarle e custodirle, le campagne urbane vanno riempite di attivit, vissute, fruite, presidiate con opere che servino alle comunit locali e che le comunit locali reputino utili per tutti. Finora la sola difesa dei terreni agricoli dalledificazione non stata sufficiente a garantirne il mantenimento perch tali aree, prive di una funzione specifica corrispondente Si tratterebbe, invece, di superare anche nelle politiche pubbliche la separazione tra urbano e rurale e promuovere sviluppo economico e sociale guardando al territorio nel suo insieme. Andrebbe, in sostanza, eliminata una sorta di tacita e a volte opportunistica divisione del lavoro tra chi pianifica e realizza i quartieri e i servizi tradizionalmente

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considerati urbani e ne gestisce le problematicit e chi, invece, addetto alla pianificazione e gestione delle aree agricole, a partire da quelle protette. Bisognerebbe far dialogare politiche e strumenti diversi procedendo per sperimentazioni. Le campagne urbane si vanno attrezzando in funzione di una nuova domanda di servizi che i cittadini richiedono: fattorie sociali, centri didatticoeducativi, orti urbani. Si guarda allagricoltura sui tetti in serre fotovoltaiche come ad una innovazione per bonificare le croste urbane. Sorgono comunit di cibo, gruppi di acquisto solidale, farmers market, co-housing, ecovillaggi. La ricerca di senso e di nuovi stili di vita, da parte di persone provate dal disagio urbano, sincrocia coi bisogni abitativi di giovani coppie e di nuovi poveri. Di fronte a fenomeni siffatti occorrerebbe battersi per riempire il territorio di nuove attivit, che riproducano beni relazionali come condizione per tutelare le risorse naturali. Si tratterebbe di trasformare bisogni diffusi di socialit in domanda strutturata di beni materiali e immateriali per costruire forme di vivibilit, cura, produzione, scambio e consumo, capaci di fronteggiare la crisi economica. Questa politica attiva di uso sociale del paesaggio agrario potrebbe partire oggi proprio dai beni di propriet pubblica (Stato, Regioni, Province, Comuni) cogliendo unopportunit che in passato non esisteva. Lo Stato, le Regioni e gli enti locali sono obbligati da una norma costituzionale a conseguire il pareggio di bilancio e una delle strategie per

abbattere il debito pubblico lalienazione e valorizzazione del patrimonio pubblico. Si tratta di unoccasione irripetibile per riorientare finalmente tale patrimonio verso forme moderne ed efficienti di propriet collettiva che nel corso dellOttocento furono ritenute marginali e soppresse con le leggi napoleoniche e con quelle dei governi liberali. In sostanza, i terreni agricoli di propriet pubblica andrebbero venduti in blocco, ai valori di mercato, a una societ appositamente costituita, che li paga finanziandosi sul mercato dei capitali, attraverso lemissione di titoli garantiti dal valore del patrimonio acquisito. Tale societ dovrebbe essere controllata dal movimento cooperativo del Terzo Settore e aperta alla partecipazione popolare mediante forme di azionariato diffuso. Si creerebbe cos un soggetto collettivo che subentrerebbe alla propriet pubblica e garantirebbe linserimento nello statuto dellimpresa di tre vincoli essenziali: la tutela dei beni ambientali, il mantenimento della destinazione duso per i beni agricoli e linalienabilit. E attraverso forme partecipate di effettiva responsabilizzazione dei cittadini che i beni comuni agricoli, una volta restituiti alle popolazioni, potranno essere preservati e finalizzati al benessere sociale. E una volta innescato tale processo in una porzione importante di territorio, si potr conseguire nel tempo unanaloga finalizzazione per linsieme del paesaggio agrario, compreso quello di propriet privata.

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CRITICAL M.A.S.
di Cristina Rizzelli

Un progetto per creare una cultura di comunit

Live in italy per il sud


Potenza, 2013-05-27 E stato rilanciato, di recente, il progetto AISLo che mira alla costituzione di piccole Associazioni regionali connesse fra di loro in una rete leggera, con lobiettivo di promuovere la qualit della vita e leccellenza delle piccole citt e comunit italiane, per farne un grande marchio di attrattivit dei singoli territori e dellintero paese. Lambizione quella di aprire un percorso di vera e grande partecipazione delle piccole comunit italiane allo sviluppo del turismo, della qualit urbana, degli investimenti in territori e citt italiane meravigliosi, usando le grandi potenzialit del vivere bene italiano e delle tradizioni produttive di eccellenza fondate su saperi locali antichi. Le prime esperienze saranno nel mezzogiorno italiano. La Regione di start-up del progetto sar quella in cui il mettersi insieme per sperimentare sar pi rapido ed efficace. Si candida la Basilicata, tradizionale territorioLaboratorio di sperimentazione sociale e politica. Coordinatore del progetto Live in Italy per il Sud stato nominato Giuseppe Melillo, antropologo e profondo conoscitore di tradizioni e dinamiche delle piccole comunit della propria Regione.

Critical M.A.S. Movimenti spontanei per il benessere della comunit un progetto di coesione ed integrazione sociale che vedr la realizzazione di numerose attivit a favore dei giovani, degli anziani, degli stranieri e in generale di tutti i cittadini dei quartieri di Madonna in Campagna, Arnate e Sciar a Gallarate, nel prossimo triennio. Tutto iniziato un anno fa, quando diverse associazione e cooperative della Citt si sono ritrovate ad un tavolo per iniziare a pensare ad un progetto che potesse stimolare e potenziare legami positivi tra gli abitanti dei quartieri coinvolti promuovendo un senso di coesione e appartenenza al territorio in grado di generare processi virtuosi di produzione di benessere, socialit e solidariet. La Fondazione Exodus, in qualit di capofila, le associazioni AUSER Insieme di Gallarate Onlus, AISLO Associazione Italiana Incontri e Studi sullo Sviluppo Locale, LAlbero, YAD FI YAD, che significa mano nella mano e le cooperative sociali NATURart, 4Exodus e Officina, non avevano mai lavorato tutte insieme, eppure si stati in grado di produrre un progetto ampio e di qualit, in grado di incrementare la capacit del territorio stesso di prendersi cura dei propri membri secondo i principi di corresponsabilit e welfare comunitario. Il Comune di Gallarate si reso disponibile a contribuire al progetto,

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cofinanziandolo e mettendo a disposizione alcuni spazi. A febbraio la bella notizia: la Fondazione Cariplo finanzier il nostro progetto! Il nome, Critical M.A.S., richiama la capacit dei cittadini di mobilitarsi spontaneamente e, grazie alla loro massa critica, essere in grado di attivare e promuovere percorsi e sviluppi sociali inattesi e significativi per il loro territorio. Attraverso questi progetti si vuole stimolare gli abitanti a recuperare il loro protagonismo: cos Critical M.A.S. entra nelle scuole per favorire lintegrazione e stimolare la partecipazione dei pi giovani alla vita del quartiere; raduna associazioni che lavorano nel territorio e sollecita la costruzione di visioni di sviluppo comuni; visita le case popolari per cercare di incontrare le situazioni di marginalit; entra nelle case degli anziani e li invita e aiuta a tornare a vivere il loro territorio; apre gli spazi esistenti nei quartieri e valorizza aree verdi sottoutilizzate facendone spazi vivi e creando orti urbani e ancora crea spazi di condivisione per genitori, animatori sociali e allenatori e favorisce occasioni in cui lo sport motore naturale di coesione sociale. Sono davvero moltissime le azioni previste dal progetto, che prevedono il coinvolgimento anche di tante altre realt dellassociazionismo locale, alcune inizieranno subito, altre invece avranno bisogno di tempi tecnici per la realizzazione, ma nei prossimi 36 mesi, ci sar tanto da lavorare insieme. Pi a lungo termine sono i progetti di nuovi luoghi di socialit da riscoprire o da ricreare. Verde Salvia per esempio il nome del progetto di orti sociali: il Comune ha messo a disposizione due terreni per un totale di mille metri quadri ad Arnate e Madonna in Campagna, dove saranno creati da Naturcoop 60 orti da trenta metri quadri. Exodus - insieme allAssessorato alla Partecipazione del Comune - cureranno le regole di gestione, anche per garantire che il nuovo spazio sia realmente luogo dincontro sociale AISLo, partner di progetto, avr un ruolo di sensibilizzazione sulle tematiche legate alla sostenibilit, al consumo critico e allacquisto responsabile e cercher di mettere a valore, la propria capacit di fare rete, sia tra i partner che tra i cittadini che saranno chiamati ad avere un ruolo attivo e propositivo, divenendo i veri protagonisti di questa idea di prendersi cura delle persone e degli spazi. Non appena presentato il progetto, abbiamo notato che vi era un fortissimo interesse sullazione riguardante gli orti urbani, che prevede la riqualificazione di alcune aree verdi delle citt, che verranno messi a disposizione di coloro che vorranno impegnarsi nella coltivazione di prodotti. Gli orti urbani sono uno strumento per riscoprire autenticit e ripristinare un contatto con la natura. Essi

vogliono essere anche un luogo di incontro e di confronto, di scambio e relazioni, che non solo abbelliscono, ma educano al prendersi cura degli spazi. Lorto in questi anni diventato anche un po moda, quando invece esso un grande impegno che coloro che decideranno di assumersi devono avere ben presente. Sarebbe quindi bello che esso fosse condiviso, magari con gli amici, con i condomini o come associazione, al fine di rendere sostenibile tale scelta nel tempo e attivando un meccanismo di cura comune del quale potranno beneficiare molti. Pertanto il 6 giugno a Gallarate AISLo, in collaborazione con la Fondazione Exodus, AUSER Gallarate e la Coop. Officina, ha organizzato un incontro dal titolo Coltiviamo la citt, titolo che prende spunto dal libro di Massimo Acanfora, autore dellomonimo libro sugli orti urbani, edito da Altreconomia. Lincontro, che sar anche occasione di inaugurazione del nuovo spazio AUSER di Madonna in Campagna, vuole raccontare ai cittadini, nello specifico, che cosa un orto urbano, presentando esperienze e successi di altre citt che lo hanno proposto, chiarendo bene anche le fatiche e le difficolt, che certo non mancano. Vi terremo aggiornati sugli sviluppi di questo progetto che vede AISLo tra i protagonisti. Sul sito www.criticalmasgallarate.it, si potranno seguire tutte le attivit proposte e attraverso lagenda condivisa, non perdersi incontri e appuntamenti.

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di Antonio Ferrara

Imprese aeronautiche e

n successo straordinario. In questo caso non un modo di dire. questo il risultato ottenuto - in una giornata assolata e condizionata dallavvio del Giro dItalia - dagli organizzatori del convegno di Sabato 4 maggio a Napoli, suLa comunicazione e la conoscenza per lo sviluppo delle imprese aeronautichepromosso dallAssociazione Aeropolis.it e dalla Fondazione Valenzi. Al Maschio Angioino sono convenute nel corso dellintera mattinata almeno alcune centinaia le persone, non tutte hanno trovato posto nel salone attrezzato, molti hanno seguito la discussione sui monitor in altre sale della Fondazione. Come raramente accade per occasioni simili, il convegno ha raccolto uno spaccato significativamente rappresentativo dellindustria aerospaziale campana. Oltre la met dei convenuti erano piccoli e medi imprenditori e rappresentanti di aziende, in sala anche lavoratori, operatori, sindacalisti e rappresentanti di grandi aziende del settore. Non mancavano responsabili e manager di centri di ricerca e formazione, professori universitari e ricercatori. Ospiti e relatori Nick Brogh e Paolo Graziano presidente dellUnione Industriali di Napoli. Un esordio promettente e una legittimazione rappresentativa per unassociazione come Aeropolis che opera da anni nella comunicazione indipendente di settore e si propone come soggetto di riferimento per il Distretto Campano e per il cluster nazionale dellaerospazio. Nel primo, proposto come istituzionale, la discus-

sione sul monitoraggio e le prospettive del comparto aeronautico campano stata aperta dal professor Luigi Carrino, presidente del DAC. Dopo diversi altri contributi, la discussione stata conclusa da Paolo Graziano, presidente dellUnione Industriale di Napoli. Il secondo panel stato avviato da Nich Brough, sui temi della comunicazione e linformazione, intesi anche come fattori del business per le aziende aeronautiche. Tra gli altri, sono intervenuti Enzo Savarese del CIRA, Sergio Mazzarella, Paolo Giugliano. I contenuti del dibattito e la stessa dimensione del successo delliniziativa, pongono, per chi vuole interpretarli, una riflessione. Il confronto stato fuori da formalismi, sereno ma chiaro e determinato nelle argomentazioni dei diversi interrogativi posti e in attesa di risposta da interlocutori istituzionali. Tra le imprese campane della filiera aeronautica diffusa diffidenza verso la grande azienda nazionale e sfiducia verso il sistema istituzionale e politico regionale che da troppo tempo non riesce a concretizzare strumenti per lo sviluppo delle pmi. Eppure, e questo il paradosso, a ogni pi sospinto, non manca chi definisca il comparto aerospaziale regionale strategico la reindustrializzazione e la ripresa delleconomia regionale. E una sintesi certamente discutibile ai diversi interventi, alle questioni che sono state sollevate e alle domande poste e da troppo tempo stato detto - sono ancora in attesa di una risposta accettabile. In realt c la consapevolezza che ormai alle spalle la stagione nel corso della quale una classe politica nazionale e locale trasferiva alla grande imprese la discrezionalit, poteri e risorse incontrollate anche per attivare lo sviluppo della filiera. Quel sistema ha contributo a produrre effetti implosivi del sistema industriale nazionali e oggi i players devono fare i conti con la competitivit quindi qualit e produttivit. Si investe dove conviene, si lavora con chi garantisce affidabilit, costi bassi e qualit. Del resto la crisi devastante delleconomia e dellindustria regionale con le drammatiche conseguenze prodotte nel corpo sociale, invece di produrre un ritorno alle responsabilit, sta generando un vuoto di classe dirigente. Chi non pi giovanissimo, ricorder, esagero vo-

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e sviluppo
lutamente con il paragone, la fuga della classe politica napoletana durante il Colera, negli anni 70. Le risorse pubbliche sono blindate e la classe politica locale aspetta un assetto nazionale, la piccola azienda legata alla subfornitura aspetta le decisioni della grande e media. Il manager della grande azienda o amministratore o rappresentante delle istituzioni o politico non decide perch in attesa di un assestamento dei poteri, che come dopo un terremoto avremo solo dopo un lungo sciame di scosse di assestamento. Nel frattempo la crisi continuer a produrre i suoi effetti, e crescer il malessere nella societ intera, tra le imprese, i lavoratori e i giovani in cerca doccupazione. Il successo delliniziativa di Aeropolis, a nostro avviso, tutto in questa insofferenza diffusa tra i soggetti attori del comparto campano. Questanno, per la prima volta e dopo essere stata la prima regione italiana a farlo in passato, la Campania sar assente dal Salone di Le Bourget, mancanza di fondi, non certo di capacit organizzativa. E stato detto che lindustria aeronautica un boccone appetitoso a cui guardano altri territori che pur non vantando la storia, le esperiene e le preesistenze aeronautiche della nostra regione sono sostenute da un sistema politico coeso e determinato. Una considerazione da cui emergono i timori che una forte aggregazione politica della cosiddetta macro regione del Nord, cosi come avvenuto nel recente passato, condizioner le scelte dei players di Finmeccanica nella divisione nazionale del lavoro. Il recente piano di ristrutturazione di Alenia Aermacchi ha penalizzato pesantemente i siti campani e ha visto uscire dal gruppo lintera generazione protagonista del successo di ATR; il trasferimento della sede legale del gruppo Alenia Aermacchi a Venegono, lincertezze sul lancio del programma del nuovo turboelica e/o le motivazioni che determinano le priorit di programmi di nuovi addestratori o UAV, sono temi che sebbene inaspettati, sono emersi in diversi interventi. Il mercato, stato detto da Graziano, da anni che richiede il nuovo velivolo turboelica nel segmento dei velivoli regionali e ancora siamo in attesa di decisioni inequivocabili. Il professor Leonardo Lecce ha parlato di nuovi programmi valutati da Finmeccanica anche in comparti dove il recupero sui concorrenti abissale. Mario Raffa ha ricordato ricostruito la sua esperienza in Citt della Scie

za e Futuro Remoto ma ha posto linterrogativo anche del perch negli anni scorsi si proponeva di trasferire a Varese le attivit di ricerca per lelicotteristica e si decidevano tagli pesanti dei fondi che erano stati previsti per il CIRA inserito tra gli enti inutili. Al professor Carrino, presidente del DAC, da Luigi Iavarone e da altri, stato riconosciuto impegno e concretezza, per il DAC ci sono in ballo oltre 90 milioni di denaro pubblico previsti per finanziare i progetti di ricerca del piano approvato dal MIUR. Si tratta di risorse tanto pi necessarie quanto preziose in tempo di crisi, e lunica opzione possibile che dovranno trasformarsi in elementi concreti di sviluppo e di creazione di nuova occupazione in tutte le imprese che beneficeranno dei finanziamenti. Se una conclusione possibile, di un dibattito tutto aperto, questa in una considerazione: neanche nel mondo delle imprese c pi interesse e volont alla delega perch il sistema pubblico bloccato, le aziende cercano unautosufficienza in confini pi contenuti e definiti, mancano risorse e politiche di sostegno, mancano idee e soggetti rappresentativi e soprattutto leggittimati. Chi pensa che un patto di produttori sia una risposta alla deindustrializzazione delleconomia italiana, pu, a nostro avviso, trovare significativi spunti da una riflessione sulliniziativa di Napoli di Aeropolis. Una considerazione che ci sentiamo di condividere che non basta pi dichiarare di essere bravi, occorre dimostrare di esserlo recuperando quel protagonismo che lo stesso Graziano propose tempo addietro ai suoi colleghi imprenditori.

32 LE PIAZZE DEL SAPERE

Ripartire con la cultura. Primo bilancio di attivit


di Pasquale Iorio

Sopra, alcuni partecipanti ad un incontro di Letture di gusto. A destra, il presidente di Auser Caserta Elisabetta Luise (a sinistra nella foto)

opo circa 3 anni di attivit abbiamo sentito il bisogno - come Comitato Scientifico - di fare un primo bilancio sulle attivit messe in campo dalla rete delle piazze del sapere dal mese di ottobre 2010 fino ad oggi. Da un primo esame viene fuori una mole di iniziative veramente sorprendente per quantit e qualit. Infatti, se calcoliamo solo gli eventi realizzati nella citt di Caserta fino al mese di aprile 2013 ne contiamo oltre 350: non solo per presentazione di libri ma anche di progetti e percorsi educativi di un certo spessore, come quelli legati a Letture di gusto. e quelli del ciclo di seminari EDA sui grandi maestri dellapprendimento permanente. Analizzando questi dati si pu ben dire che lobiettivo principale stato praticato: diffondere e promuovere la cultura come fattore di coesione sociale, di cittadinanza attiva e consapevole. Si pu dire un risultato davvero sorprendente e stimolante. Non credo che nella nostra provincia ma anche in altre realt del Mezzogiorno vi sia qualcosa di paragonabile, sia per la mole di attivit, ma anche per la loro continuit nel tempo, la rilevanza dei contenuti e lautorevolezza dei partecipanti. Tutto questo stato realizzato grazie alla proficua collaborazione tra la rete di associazioni del terzo settore con lo staff della libreria Feltrinelli, sempre

disponibile con un grado elevato di accoglienza e professionalit I principali filoni di attivit sono stati Incontri brevi con la presenza degli autori, per presentare libri e progetti culturali, svolti con continuit lungo tutto larco dellanno (alcuni con autori e scrittori prestigiosi, altri con giovani autori locali, a volte esordienti nei generi: tra letteratura e poesia, tra saggistica e varie). Eventi di tipo seminariale su storia e memoria su legalit e stato sociale - su beni culturali ed ambientali - su tematiche di genere e di integrazione - su ricerca e innovazione, che spesso hanno fatto registrare una grande ed attenta partecipazione. Di particolare rilievo sono stati due progetti fondati su percorsi tematici il primo dedicato ai grandi maestri dellapprendimento permanente, progettato dal compianto Bruno Schettini, in collaborazione con il CAP SUN, con gli interventi e contributi dei maggiori esperti e studiosi di EDA e di pedagogia sociale. Questo materiale in buona parte confluito nel volume Ediesse Educare alla cittadinanza democratica (12 incontri). Il secondo Letture di gusto. Libri, cibo e terri-

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torio si articolato con oltre 30 eventi dedicati ai temi del benessere e della qualit della vita per uno sviluppo ecosostenibile, con il patrocinio della Provincia ed il sostegno della Camera di Commercio di Caserta. In questo ambito si avuto loriginale gemellaggio tra i Comuni di Greve in Chianti (Toscana) con quelli di Parete e RoccamonfinaIl successo di queste iniziative si realizzato grazie alla collaborazione con la rete delle associazioni delle piazze del sapere e di alcune importanti associazioni (come lAuser, Legambiente, Slow Food, Carta 48, gli Amici del Libro), degli enti e delle istituzioni pi impegnate nel campo della cultura (a partire da alcuni comuni come Caserta, Caiazzo, Castel Volturno, Parete, Piedimonte Matese e Roccamonfina). Il terzo percorso si sta realizzando nel corso del 2013 con dei seminari dedicati ai temi delleconomia civile e della finanza etica, con la partecipazione di alcuni dei massimi esperti in materia. Molto significativo stato il contributo offerto dalle scuole e da alcune associazioni giovanili (come il Collettivo Latrones, Itinerari Paralleli e Patatrac). Inoltre, va segnalato lapporto sul piano della co-

municazione del sito www.lepiazzedelsapere. it molto attrattivo e ben documentato, realizzato da giovani esperti di Internet (Good Help) e di grafica, che si sono appassionati al nostro progetto. Infine, stato decisivo lo spirito di collaborazione e di accoglienza del direttore e di tutto lo staff de La Feltrinelli, sempre di alto profilo e disponibilit. Questa esperienza ci dice che si pu ripartire con la cultura per avviare nuove condizioni di riscatto civico e di coesione sociale (anche in territori difficili come quelli tristemente noti come Gomorra), come dimostrano i progetti finanziati dalla fondazione con il Sud per la lotta alla dispersione scolastica e per la costruzione di una rete di economia sociale (La RES). Negli ultimi mesi abbiamo deciso di rafforzare le competenze impegnate nelle varie attivit e dare un carattere di maggiore collegialit agli eventi della rete, con linsediamento di un Comitato Scientifico che esprime un alto livello di integrazione di competenze, che vengono messe a disposizione in modo volontario come un vero e proprio valore aggiunto per far diventare la conoscenza un bene comune dei cittadini.

34 LETTURE CONSIGLIATE

Buccinasco

Non ti delego

La ndrangheta al nord

di Aldo Schiavone
La democrazia che abbiamo ricevuto dai nostri padri, e che a molti sembrava una forma definitiva e perfetta, in sofferenza. Nellintero Occidente, ma soprattutto in Italia, sono in crisi gli elementi essenziali del suo funzionamento: i partiti, le assemblee elettive, lidea stessa della rappresentanza. La paura dellignoto e un malinteso senso del politicamente corretto ci impediscono di riconoscere che tutti i sistemi politici sono storicamente determinati, e che nessuno di essi - nemmeno il pi fortunato pu essere considerato come la fine della storia. La democrazia rappresentativa, nel modello che abbiamo conosciuto finora, figlia delle rivoluzioni politiche ed economiche del Settecento e porta scritto sulla fronte le sue origini. Rispetto ad allora, oggi tutto cambiato: socialit, lavoro, tecnologie, informazione. difficile immaginare che questa grande trasformazione non si rifletta sulle istituzioni della politica, anche le pi essenziali. venuto perci il momento di ripensare a fondo il rapporto cruciale fra popolo e sovranit, da cui dipende il nostro futuro. Nessuno ha la ricetta pronta, ma questo libro invita a riflettere, a percorrere vie inesplorate, aperte su un modo nuovo di concepire la cittadinanza.

di Nando Dalla Chiesa e Martina Panzarasa


La mafia al Nord. Lespansione della ndrangheta alle porte di Milano. Lindagine sullhinterland sud della citt, Buccinasco, Corsico, Cesano Boscone, Rozzano e Trezzano sul Naviglio, ha al suo centro Buccinasco, niente pi che un piccolo gruppo di cascine, diventato, negli anni delle grandi emigrazioni, culla dei clan calabresi. Fino a guadagnarsi il soprannome di Plat del Nord. Buccinasco stato uno degli epicentri della terribile stagione dei sequestri di persona degli anni Settanta, poi uno dei fortini strategici dello spaccio di stupefacenti, quindi il regno del boss Antonio Papalia, a lungo considerato il pi potente esponente della ndrangheta in Lombardia. Proprio li dove la sinistra allestiva efficienti servizi sociali gruppi calabresi lavoravano per il monopolio del ciclo del cemento, contando sul silenzio degli imprenditori e complicit crescenti. Eppure nulla accade per caso. Cosi la sua storia ricostruita in stretto rapporto con i cicli delle migrazioni, lo sviluppo e il declino delle grandi fabbriche e con locchio sempre rivolto a ci che accade ai piani alti delleconomia e della politica milanese e alla crisi morale della classe dirigente.

ZeroZeroZero

di Roberto Saviano
Scrivere di cocaina come farne uso. Vuoi sempre pi notizie, pi informazioni, e quelle che trovi sono succulente, non ne puoi pi fare a meno. Sei addicted. Anche quando sono riconducibili a uno schema generale che hai gi capito, queste storie affascinano per i loro particolari. E ti si ficcano in testa, finch unaltra - incredibile, ma vera - prende il posto della precedente. Davanti vedi lasticella dellassuefazione che non fa che alzarsi e preghi di non andare mai in crisi di astinenza. Per questo continuo a raccoglierne fino alla nausea, pi di quanto sarebbe necessario, senza riuscire a fermarmi. Sono fiammate che divampano accecanti. Assordanti pugni nello stomaco. Ma perch questo rumore lo sento solo io? Pi scendo nei gironi imbiancati dalla coca, e pi mi accorgo che la gente non sa. C un fiume che scorre sotto le grandi citt, un fiume che nasce in Sudamerica, passa dallAfrica e si dirama ovunque. Uomini e donne passeggiano per via del Corso e per i boulevard parigini, si ritrovano a Times Square e camminano a testa bassa lungo i viali londinesi. Non sentono niente? Come fanno a sopportare tutto questo rumore?. ZeroZeroZero. Roberto Saviano compone un prefisso, e da sette anni noi aspettiamo di sentire chi risponder a quella chiamata. La chiamata viaggia su una linea rossa. Priorit assoluta. una linea bianca che mette in comunicazione ogni citt del mondo in cui uomini e donne, giovani e anziani cercano di dimenticare.

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In territorio nemico Altruisti nati


di Michael Tomasello
Siamo angeli di generosit o diavoli di egoismo? Come guardiamo al nostro prossimo? E cosa ci distingue dagli altri animali? Sono domande antiche, interrogativi che rappresentano una sfida difficile per noi tutti. In questo libro, lo psicologo Michael Tomasello cerca nuove risposte, affrontando un tema a prima vista molto complesso a partire da unosservazione semplice e quotidiana: qualsiasi bambino naturalmente socievole e disposto allaiuto, ben prima che i genitori gli insegnino a riconoscere quello spazio definito e omogeneo che siamo abituati a chiamare buona educazione. Per capire se questo carattere davvero innato, Tomasello ha deciso di studiare con esperimenti di laboratorio il comportamento dei bambini tra il primo e il secondo anno di vita. I risultati sono stati sorprendenti. S, perch i piccoli di uomo sembrano davvero unici nella loro tendenza, fin dalle primissime fasi dellesistenza, ad aiutare il prossimo, mettendo da parte il vantaggio individuale. Con prodigiosa chiarezza, Tomasello ci fa capire meglio le straordinarie forme di organizzazione e di civilt che caratterizzano lesistenza delluomo. Il mondo in cui viviamo, le norme culturali, le leggi, le istituzioni.

Scrittura Industriale Collettiva


Un ufficiale che diserta e intraprende un viaggio attraverso lItalia devastata dalla guerra. Una ragazza di buona famiglia che diventa una partigiana pronta a uccidere un fascista dopo laltro. Un ingegnere aeronautico che si nasconde in attesa che passi la bufera. Matteo, sua sorella Adele, il cognato Aldo: sono i personaggi di In territorio nemico, tre giovani separati dalla guerra che, dopo larmistizio dell8 settembre 1943, cercano di ritrovarsi in un paese in preda al caos. Nei venti mesi terribili delloccupazione nazista, i tre protagonisti faranno esperienza della battaglia, dellisolamento, dellamore, del conflitto con se stessi, fino ad affrontare la prova pi difficile: scegliere da che parte stare mentre la morte li minaccia a ogni passo. In territorio nemico una nuova epica della Resistenza. Unepopea corale resa possibile dal lavoro di oltre cento scrittori e ispirata alle testimonianze di chi la guerra lha vissuta e non ha cessato di raccontarla. Un romanzo vivo e toccante che, tenendo ben presente leredit di Fenoglio, Malaparte e Calvino, apre una rinnovata prospettiva sullesperienza tragica e fondativa della seconda guerra mondiale in Italia.

La cultura si mangia!
di Bruno Arpaia e Pietro Greco
La cultura un bene di lusso? La nostra classe dirigente non ha dubbi: non si mangia e quindi non serve. O, secondo altri, bella e utile ma non possiamo permettercela. Risultato bipartisan: tagli su tagli, dal 2,1 per cento della spesa pubblica nel 2000 allo 0,2 di oggi, e unItalia avvitata nella pi infelice delle decrescite. E invece si d il caso che la cultura sia, ovunque, il motore dello sviluppo, come dimostra questo pamphlet documentato, battagliero, propositivo. Gli autori sfatano miti tossici: non vero che il nostro Paese pu vivere di passato e di patrimonio artistico. Forniscono coordinate utili: dal 2007, in piena crisi, loccupazione nelle industrie culturali italiane cresciuta in media dello 0,8 per cento lanno. Analizzano esempi virtuosi, dal New Deal alla rinascita di Bilbao, dal miracolo artistico della Ruhr alla riscoperta scientifica di Trieste. E offrono idee concrete per una rivoluzione della struttura produttiva del Paese, un progetto di sviluppo fondato sulla conoscenza. Spunti indispensabili per la classe politica, che ha il compito di guidare fuori dalla crisi un Paese sempre pi confuso, ignorante e (quindi) povero. Riusciranno, i nostri eroi?.

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