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MASARYKOVA UNIVERZITA Filozofick fakulta stav romnskch jazyk a literatur

Italsk jazyk a literatura

Lucie Reiglov

Le specificit delluso della punteggiatura nella lingua dei giornali

Vedouc diplomov prce: PhDr. Jan Pavlk 2009


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Prohlauji, e jsem diplomovou prci vypracovala samostatn s vyuitm uvedench pramen a literatury.

.........................................

Za odborn veden diplomov prce, velmi cenn rady a pipomnky dkuji PhDr. Janu Pavlkovi.

Obsah
1 2 INTRODUZIONE ................................................................................................ 2 I LINGUAGGI SETTORIALI ........................................................................... 5 2.1 2.2 2.3 3 4 IL PROBLEMA DI UNA DENOMINAZIONE LINGUISTICAMENTE CORRETTA .......... 6 LE CARATTERISTICHE DEI LINGUAGGI SPECIALI .............................................. 9 LINGUAGGI SPECIALI DAL PUNTO DI VISTA DI MANUALI TRADIZIONALI......... 11

IL LINGUAGGIO GIORNALISTICO ........................................................... 14 STUDIO DELLA TITOLISTICA .................................................................... 18 4.1 4.2 4.3 4.4 4.5 4.6 DIFFERENZIAZIONE GENERALE DEI TITOLI..................................................... 21 TIPOLOGIA DEI TITOLI ................................................................................... 23 LASPETTO DELLA MODALIT DEI TITOLI ...................................................... 24 LASPETTO DEI TITOLI DAL PUNTO DI VISTA DELLA LORO FUNZIONE LASPETTO MORFOSINTATTICO DEI TITOLI .................................................... 29 LASPETTO TECNICO ..................................................................................... 34

COMUNICATIVA ..................................................................................................................... 27

STRUTTURE MORFOSINTATTICHE DEI TITOLI .................................. 37 5.1 5.1.1 5.1.2 5.2 5.2.1 5.2.2 STILE NOMINALE..................................................................................... 37 Avverbi ..................................................................................................... 39 Sintagmi nominali .................................................................................... 40 PUNTEGGIATURA .................................................................................... 43 Luso della punteggiatura dal punto di vista della sintassi Luso della punteggiatura dal punto di vista dei costituenti frasali

TOPICALIZZAZIONE...................................................................................................... 44 anteposti IL RUOLO DEI SEGNI DI INTERPUNZIONE ............................................. 50 6 7 CONCLUSIONE ................................................................................................ 85 BIBLIOGRAFIA................................................................................................ 90

1 Introduzione

Il linguaggio dei giornali costituisce una materia ricchissima per lo studio del linguista; infatti, esso offre un numero infinito di argomenti che si prestano ad essere esaminati in dettaglio. La presente tesi si propone di studiare le specificit del linguaggio giornalistico dal punto di vista della sintassi e, pi precisamente, le manifestazioni di tali specificit nella titolistica giornalistica, concentrando la attenzione specialmente sugli usi particolari della punteggiatura. Il lavoro diviso in sei capitoli. Innanzi tutto, appoggiandoci sulle ricerche in merito, cercheremo di fare una sintesi descrittiva del fenomeno dei linguaggi speciali. La ricerca, spinta dal desiderio di assumere un punto di vista ponderato sulla problematica, stata preceduta dallo studio delle osservazioni riguardanti la lingua e i vari linguaggi, fornite da commenti e studi provenienti da maggiori linguisti italiani, come per esempio Maurizio Dardano, Michele Cortelazzo o Giacomo Devoto. La maggior parte dei linguisti che si occupano dei linguaggi settoriali, prestano la loro attenzione soprattutto (o esclusivamente) al fenomeno del lessico settoriale presente nelle manifestazioni di tali linguaggi; il nostro obiettivo era di esaminare il livello sintattico. Siccome la nostra intenzione era, tra laltro, quella di dimostrare limportanza dei linguaggi speciali e la rilevanza del loro studio, ci siamo interessati anche del fatto se e in che modo modo vengano esplicate e descritte le specificit di tali linguaggi nelle opere per un pubblico non esperto in linguistica. Avendo trovato notevoli informazioni sulle lingue specialistiche nelle grammatiche tradizionali, abbiamo dimostrato la nostra ipotesi: i linguaggi speciali non costituiscono solo oggetto dinteresse degli scienziati ma rappresentano un fenomeno vivo e brioso di cui esistenza sono cosienti tutti. In riferimento allo studio parallelo di due tipi di manuali si mostra utile constatare che, avendo esaminato diverse definizioni trovate nelle grammatiche scolastiche e negli studi linguistici, abbiamo troviamo, in entrambi i tipi, le stesse classificazioni basate sulla preferenza dello studio delle specialit lessicali.

Noi invece continuiamo a credere che sono proprio le particolarit della sintassi causate dalluso specifico dei segni dinterpunzione che rappresentano, secondo noi, uno dei tratti distintivi pi importanti del linguaggio giornalistico (e soprattutto della titolistica) che ci autorizzano a classificarlo tra i linguaggi settoriali. Elencati i tratti caratteristici delle lingue specialistiche, comuni a tutte le lingue (come per esempio il lessico adattato alle esigenze del dato orientamento tematico e una sintassi semplificata), verteremo sui tratti specifici proprio per il linguaggio giornalistico largomento generale della presente tesi. In seguito, prima di entrare nei particolari del nostro studio, ci soffermeremo, nel quarto capitolo, sulla definizione dei titoli come tali, sulle loro differenze e divisioni, aggiungendo indicazioni sulle singole parti della titolatura e sul loro ruolo nel sistema compositivo dei titoli. La parte pi rivelante del lavoro, il quinto capitolo, volta ad evidenziare le specificit delle strutture morfosintattiche caratteristiche per lo stile dei titoli. Prima di studiare i segni dinterpunzione ed i loro usi, presenteremo quattro figure sintattiche studiate prevalentemente come manifestazioni della lingua parlata che si possono, in molti casi, identificare con le anormalit sintattiche nei titoli. Poi continueremo con lesposizione di tutti i segni di punteggiatura confrontando i loro usi tipici con quelli che figurano nelle titolature. Nella seconda parte del quinto capitolo, nel nucleo del lavoro, affronteremo largomento a cui in particolare stata rivolta lattenzione nella nostra tesi, ossia alluso dei segni di punteggiatura nei titoli giornalistici ed alle anomalie sintattiche che ne risultano. Passando ad una ricerca pi accurata, noteremo che i segni di punteggiatura (soprattutto la virgola ed i due punti) possiedono la capacit di sostituire alcuni costrutti della frase creando cos frasi ellittiche, prive dunque di un elemento costitutivo; infatti tale elemento viene sostituito dalla punteggiatura. Attraverso queste pagine cerchiamo di presentare un esame approfondito del linguaggio giornalistico. Siccome i linguisti e gli autori di grammatiche preferiscono lo studio 3

del lessico specialistico, noi abbiamo optato per il campo sintattico (che rappresenta la seconda parte delle particolarit linguistiche). Parlando della sintassi, troviamo le pi significative differenze dalla lingua standard nellambito dei titoli giornalistici. Quello dei titoli un mondo indipendente, autonomo rispetto agli articoli e tutelato dal privilegio di non dover rispettare tutte le regole grammaticali della lingua comune. Nonostante ci molti tratti si ripetono e costituiscono cos figure quasi caratteristico del suddetto fenomeno. Nei capitoli seguenti cercheremo di esporre e di esplicare i risultati raggiunti durante la nostra indagine, ponendo laccento soprattutto sul ruolo significativo della punteggiatura nel procedimento della differenziazione tra la lingua standard e le variet dei linguaggi.

2 I linguaggi settoriali

Allinizio del nostro studio, puntato sulle particolarit del linguaggio giornalistico, opportuno definire alcuni punti fermi da cui partire, per tanto si comincia con la presentazione delle caratteristiche dei linguaggi specialistici in generale. Per tracciare le circostanze della nascita di unimportante ramo linguistico, facciamo una menzione sulle origini della ricerca dei linguaggi settoriali e in seguito continuiamo col presentare le caratteristiche dei linguaggi specialistici in generale. Secondo le fonti disponibili lo studio e lanalisi delle lingue specialistiche risale allanno 1939, quando usc il primo numero della rivista Lingua nostra, la quale rappresentava una novit tra le riviste scientifiche nel campo della linguistica. Fino a quellanno gli studi sulla lingua italiana non erano strettamente orientati. Furono i linguisti Giacomo Devoto e Bruno Migliorini a fondare un periodico che trattava argomenti rigorosamente linguistici. E fu nella suddetta rivista dove vennero pubblicati articoli sui sottocodici scritti da molti linguisti italiani. Si conoscono attualmente molte riviste di questo genere ma il mensile in questione riuscito a mantenersi il primato e a godere dello statuto di quella pi antica e prestigiosa, che ha fatto da battistrada per tutte le altre.1 Per sintetizzare gli aspetti comuni delle lingue speciali ci permettiamo di citare il linguista Michele Cortelazzo, il cui lavoro ha fornito la materia fondamentale ed essenziale per il presente lavoro. Egli caratterizza le lingue specialistiche come: una variet funzionale di una lingua naturale, dipendente da un settore di conoscenze o da una sfera di attivit specialistici, utilizzata, nella sua interezza, da un gruppo di parlanti pi ristretto della totalit dei parlanti la lingua di cui quella speciale una variet, per soddisfare i bisogni comunicativi (in primo luogo quelli referenziali) di quel settore specialistico; la lingua speciale costituita a livello lessicale da una serie di corrispondenze aggiuntive rispetto a quelle generali e comuni della lngua e a quello morfosintattico da un insieme di selezioni, ricorrenti con regolarit, all'interno di forme disponibili nella lingua.2
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crf. www.lelettere.it site/d_page.asp?IDPagina=40&Section= Cortelazzo M.A. Italienisch: Fachsprachen/Lingue speciali in Holtus G., Metzeltin M., Schmitt Ch., Lexikon

der Romanistischen Linguistik (1988, 246)

Michele Cortelazzo ammette il fatto che nella sua definizione si sente grande affinit con quella di Gaetano Berruto. Possiamo affermare, dunque, che tutti gli studi si basano su informazioni e definizioni simili. Il fatto discordante riguarda la terminologia del fenomeno in questione; sono conosciute molte variet dei nomi ed ogni linguista opta per un altro.

2.1 Il problema di una denominazione linguisticamente corretta


I linguisti non sono unanimi sul termine che colga ed esprima in modo oggettivo la realt linguistica dei linguaggi specialistici; esistono parallelamente molte variet. Cortelazzo dichiara scetticamente (ma a giusta ragione) che le differenziazioni terminologiche non vengono accompagnate da una chiara differenziazione definitoria e negli studi (che sono pochi secondo lui) mancano definizioni esplicite delle caregorie usate; Pi spesso si fa implicito riferimento ad unidea intuitiva di lingua speciale.3 Concentriamoci adesso allesposizione delle variet di termini e cerchiamo di adottarne uno che corrisponda ai nostri scopi. Volendo stabilire un termine adatto per descrivere il presente oggetto dellinteresse, si parte allinizio da tutti i nomi gi esistenti, cercando di classificarli dal punto di vista della loro adeguatezza e capacit di tracciare le peculiarit della lingua dei giornali. Prima ci occupiamo del significato della espressione tedesca. Il tedesco ha stabilito, per denominare il fenomeno dei linguaggi che si distinguono per diversi tratti lessicali e morfosintattici, la parola Fachsprachen. Tale espressione descrive ed aiuta a comprendere in molti casi il suo significato linguistico, ma non include le specificit di tutti i linguaggi specialistici. Nel caso che prendessimo la parola tedesca per un termine adeguato e caratterizzante la realt linguistica, dovremmo sicuramente (e sbagliatamente), guardando il problema del linguaggio giornalistico e prendendo in considerazione la traduzione tedesca ad litteram, opporci alle definizioni che indicano la lingua dei giornali come una lingua specialistica. Il linguaggio giornalistico non racchiude espressioni appartenenti solamente ad un ramo di mestieri. Per

Cortelazzo M. A., Italienisch: Fachsprachen/lingue speciali in Holtus G., Metzeltin M., Schmitt Ch. (a cura

di) , Lexikon der Romanistischen Linguistik, vol. IV (Italienisch, Korsisch, Sardisch), Tbingen 1988, p. 246.

concludere questo ragionamento, per, si deve sostenere che Fachsprachen non una denominazione idonea perch non possibile applicarla a tutti i tipi di linguaggi conosciuti. La lingua dei giornali si ispira, infatti, ai termini dei linguaggi speciali (giuridico, economico, finanziario ecc.) di cui composta, senza per appartenere a nessuno degli insiemi del lessico della lingua italiana, tracciati dagli scienziati come pi significativi. Il lessico giornalistico, essendosi caratterizzato oltre che per i tecnicismi, anche per luso di pseudotecnicismi, termini colti, arcaismi, latinismi, forestierismi, astrattismi, parole ambigue, neologismi originali, eufemismi, abbreviazioni, sigle ed acronimi, non rappresenta una lingua che possieda specialit di un mestiere, parole appartenenti solamente ad un settore; anzi, a questo punto bisogna notare che il linguaggio giornalistico deve essere capace di cogliere tutti i settori della vita umana ed adoperare svariati termini. In ogni caso si rivela ingiusto escludere il linguaggio giornalistico dalle lingue speciali perch infatti possiede molte specificit linguistiche (che saranno sviluppate nei seguenti capitoli) che lo rendono diverso dalla lingua comune. Una volta accenato al punto controverso tra la denominazione tedesca e la peculiarit del linguaggio giornalistico si procede alla presentazione di altri termini in merito alla denominazione del fenomeno dei linguaggi. Vari linguaggi che si distinguono per diversi tratti dalla lingua comune, possono assumere vari nomi: lingua speciale; lingua o linguaggio specialistico; lingua di mestiere; sottocodice (Dardano 1973, Berruto 1974); linguaggio tecnico; linguaggio speciale (soprattutto nelle sottospecificazioni linguaggio scientifico, linguaggio filosofico, linguaggio sportivo ecc., ma anche linguaggio giornalistico, linguaggio pubblicitario, linguaggio televisivo); linguaggio tecnico (ad es. Parisi 1962); linguaggio settoriale; tecnoletto; microlingua (Balboni 1982) ecc.4 Pi diffuso di tutti gli altri risulta il termine linguaggio settoriale proveniente da Gian Luigi Beccaria a cui si oppone Michele Cortelazzo sostenendo che lingua, rispetto a linguaggio, limita la considerazione al codice verbale (escludendo altri sistemi di codificazione ci costituisce una denominazione pi concreta rispetto a quella del linguaggio); per questo Cortelazzo ha scelto il nome di lingue speciali, sottolineando lavvicinamento di tale termine alle alternative nelle lingue straniere (special languages,
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Ibid.

langues de spcialit) contrastato solamente dalle tedesche Fachsprachen. Da questa definizione nasce la necessit di distinguere lingue speciali in senso stretto e lingue speciali in senso lato le quali sono vicine al termine linguaggi settoriali.5 Per dimostrare lambiguit terminologica che nasce inevitabilmente con la

problematica in questione e coinvolge tanto i linguisti perch nessuna definizione pu essere in pieno oggettiva illustriamo lesempio con una citazione sul linguaggio amministrativo del linguista Giuseppe Siracusa: Il linguaggio amministrativo viene definito come un linguaggio speciale ma sarebbe pi opportuno definirlo linguaggio settoriale perch si caratterizza per un lessico appartenente alle altre sfere del sapere: giuridica, economica, finanziaria ecc.6 Anche se nel presente brano non si parla proprio del linguaggio giornalistico, si sente il problema del lievissimo margine tra un termine e laltro che dovrebbe includere tutti i tipi di specificit linguistica. Per quanto sia libera la terminologia dei linguaggi bisogna stabilire la differenza tra i sottocodici con un lessico particolare e gli altri termini come linguaggio settoriale ecc. che riteniamo diversi. Dardano sostiene che sottocodice equivale a linguaggio settoriale ma aggiunge che la denominazione sottolinea il rapporto di subordinazione tra il sottocodice e il codice7. Grazie questa osservazione si in grado di affermare che un sottocodice raffigura soltanto una variet del codice e non possieda delle specialit sostanziali. Dardano, tra laltro, distingue anche i livelli delle lingue speciali, mettendo in rilievo lesistenza di grandi differenze: I diversi linguaggi settoriali possiedono diversi gradi di specificit, si ritiene per esempio che il linguaggio politico sia meno specifico di quello della medicina.8 Comunque, il problema che ci siamo proposti sta nel risolvere la questione dimpostazione di un iperonimo che corrisponda nel miglior modo alle funzioni e alle caratteristiche comuni. Siccome noi, nel presente lavoro, adoperiamo il termine linguaggio giornalistico, si presta idoneo scegliere il termine di linguaggi settoriali e linguaggi specialistici.

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Dardano, M. Il linguaggio dei giornali italiani. Bari: Laterza 1973 http://digilander.libero.it/linguisticando Dardano, M. eTrifone, P. Grammatica italiana con nozioni di linguistica. Bologna: Zanichelli, 1983 Ibid.

2.2 Le caratteristiche dei linguaggi speciali


Il ruolo del protagonista che assume le caratteristiche generali di tutti i linguaggi specialistici viene spesso attribuito al linguaggio tecnico-scientifico: esso costituisce un accostamento di connotati comuni a tutti i sottocodici. Si mostra lecito affermare che i tratti distintivi tra la lingua standard e i linguaggi si concentrano proprio nel linguaggio tecnicoscientifico. Prendendo spunto dalle opinioni dei linguisti pi diffuse e dalle informazioni pi frequentemente presentate nelle grammatiche della lingua italiana, si possono definire, seppur in modo schematico, le principali qualit discriminanti dei linguaggi peculiari; si vedr che una di tali caratteristiche, comune a tutte le lingue specialistiche, viene rappresentata dalle peculiarit del lessico. Tutti i linguaggi utilizzano, rispetto alla lingua comune, dei segni aggiuntivi9 per poter denominare le realt del loro settore. Per esempio, studiando le varie analisi del linguaggio tecnico-scientifico, considerato come un rappresentante tipico dei linguaggi settoriali, arriviamo alla conclusione che tale linguaggio deve rispondere allesigenza di denominare nuovi prodotti ed oggetti non percepibili e non denominabili da non specialisti (con termini specialistici, pi analitici e monoreferenziali rispetto alla lingua standard). Per molti linguaggi anche per quello giornalistico sono tipiche le neoformazioni (spinte dal desiderio di denominare nuove realt) di parole delle lingue standard; tali strutture nascono dal collegamento di svariati affissi (prefissi, suffissi e suffissoidi ). In tutti i linguaggi un ruolo importante viene provveduto dagli anglicismi, i prestiti dalla lingua inglese i quali vengono chiamati una volta forestierismi laltra internazionalismi; ci dipende dal livello della loro divulgazione. Una delle caratteristiche molto importanti, un tratto caratteristico tra laltro del linguaggio giornalistico, sta nelluso di sigle e acronimi le cui parti sono non raramente formate proprio dalle espressioni inglesi. [...] perplessit che ogni giorno prova il lettore trovando nelle colonne del giornale termini sempre nuovi e spesso di
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www.griseldaonline

oscuro significato, almeno al primo incontro.10. Lautore11 nello stesso tempo ammette che non possibile afferrare tutto, perch: Nessun linguaggio subisce trasformazioni cos rapide quanto quello giornalistico. e aggiunge che: Un cenno a parte meritano le sigle. Quello delle sigle un mondo mutevole a ogni battito dorologio e sconfinato come un oceano.12 Procedendo la rassegna delle specificit dei linguaggi, giungiamo al sistema della sintassi che pu essere definito, nellambito di tutti i linguaggi settoriali, con delle caratteristiche prevalentemente comuni ad ognuno di essi. Tra le principali qualit speciali riteniamo necessario menzionare il cambio dei sintagmi verbali in quelli nominali, la cosiddetta nominalizzazione. La sostituzione dei verbi, o il loro uso in forme incomplete, impedisce allespressione delle informazioni su tempi, modi e persone verbali. Si preferiscono le forme indicative, coordinate e impersonali. La sintassi segue lunico traguardo che sta nelleconomia del testo. L importanza dei verbi sta decrescendo e le proposizioni, che descrivono oggetti e fenomeni da un punto di vista impersonale e generalizzabile, sono intenzionalmente desoggettivizzate13. Per quanto riguarda la struttura testuale, analizzando i due tipi di linguaggi specialistici linguaggio giornalistico (oggetto del nostro lavoro) e linguaggio tecnicoscientifico (considerato il pi tipico rappresentante dei sottocodici) indispensabile constatare la loro diversit.Gli articoli giornalistici, data anche la loro lunghezza, non sono organizzati con troppa rigidit. A volte infatti coincidono con lo stile letterario14 ma il loro ruolo principale di rappresentare testi solamente informativi. Maria Luisa Altieri Biagi dice a proposito: Articoli giornalistici che si limitino a riferire fatti ed avvenimenti (senza commentarli o interpretarli) sono informativi [...] Anche se alcuni testi giornalistici hanno registro narrativo, non possiedono una trama e si limitano sempre a portare delle informazioni15. Laffermazione documenta il fatto che negli articoli giornalistici si possono
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Fucci,F. Dizionario del linguggio giornalistico. Milano: Ceschina, 1962 F. Fucci: lautore del Dizionario del linguaggio giornalistico, cerca di dare esplicazioni di parole non Ibid. www.griseldaonline.it Prendiamo in considerazione tutti gli articoli , non soltanto quelli di prima pagina e cronaca. Altieri Biagi, M. L. La grammatica dal testo : grammatica italiana e testi per le scuole medie superiori.

conosciute a tutti, che vengono adoperate dai giornalisti.


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Milano: Mursia, 1983

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trovare difatti delle sfumature letterarie ma lautore nello stesso tempo aggiunge che i giornalisti non hanno a disposizione mezzi stilistici da poter paragonarsi con gli scrittori di narrativa. Continuando lanalisi delle specificit del linguaggio in oggetto, si pu menzionare altrettanto la persuasiva di alcuni articoli giornalistici; sia negli argomenti politici sia in quelli sportivi o anche culturali sentiamo spesso lopinione di chi scrive. I testi tecnico-scientifici, al contrario, non vengono mai considerati persuasivi ma argomentativi, perch le opinioni degli autori richiedono essere confermate proprio sulla argomentazione. Per poter concludere questo argomento si deve ammettere il fatto che anche in alcuni articoli giornalistici con leccezione di quelli di prima pagina, considerati i maggiori rappresentanti dello stile giornalistico, bens in vari commenti che discutono e invitano alla discussione16 si possono trovare brani di tipo argomentativo, che per non parlano mai di argomenti basati sulle conoscenze, anzi sono affermazioni basate sulle proprie esperienze che variano di persona in persona e dunque rappresentano piuttosto unopinione.

2.3 Linguaggi speciali dal punto di vista di manuali tradizionali


Leducazione linguistica rappresenta un argomento notevolmente discusso ed i linguisti in collaborazione con i docenti ditaliano cercano continualmente di innovare le pratiche didattiche e di migliorare il sistema dellapprendimento della lingua italiana. Giova ricordare che proprio Chomsky ha espressamente avvertito che altro una grammatica linguistica, cio scientifica, e altro una grammatica scolastica, redatta a fini pedagogici, per realizzare processi di apprendimento e di maturazione comunicativa.17 In relazione allopinione di Chomsky, partendo dalla sua definizione, possiamo giungere alle riflessioni sullimportanza di linguaggi settoriali. La loro rilevanza in questo caso discende proprio dal fatto che le menzioni di essi si trovano in tutte le grammatiche,

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Altieri Biaggi, M. L. La grammatica dal testo : grammatica italiana e testi per le scuole medie superiori. Tommasino, W. in Progetto speciale lingue e linguaggi a cura di Marilena Nalesso Diana. IRRSAE-FVG,

Milano: Mursia, 1983


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Friuli-Venezia Giulia, 1992, p. 37

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anche in quelle scolastiche ritenute redatte ai fini pedagogici e diverse da quelle scientifiche ci sostiene la nostra opinione sullimportanza dello studio di essi. interessante accorgersi che proprio nella Grammatica italiana di Bruno Migliorini, uno dei fondatori della ricerca linguistica, non abbiamo trovato nessuna menzione sulle lingue speciali. Migliorini presenta in questa opera solamente le regole grammaticali, vari idiomi e nellappendice scarse informazioni sui versi, senza ricordare altro. Altri autori invece hanno un atteggiamento diverso. Umberto Panozzo e Domenico Greco definiscono il linguaggio specialistico in generale come: [...] la capacit, la facolt di comunicare e rappresentare a s stessi la propria realt interiore ed esteriore.. Rispetto al linguaggio giornalistico gli autori avvertono dellabuso delle sigle e acronimi che non sono facilmente decifrabili per tutti e possono rendere il messaggio incomprensibile. Maria Luisa Altieri Biagi vede il termine di linguaggio in: capacit di formulare e trasmettere ad altri il pensiero usando i suoni articolati dalla voce, la lingua: prodotto storico di quella capacit e si serve della parola sottocodici per denominarlo. Prende lo spunto dalla lingua comune come rappresentante di un codice standard e tutto quello che sembra diverso dallo standard, sia definito un sottocodice. Elena Pugliese Giachino formula la definizione: Linguaggio - complesso di suoni variamente combinati in modo da formare le parole. con una caratteristica: [...] frasi modellate, abbandono di certi nessi funzionali[...], [...] servono a snellire e a rendere pi chiaro, pi vivo e pi spontaneo il discorso.18. Maurizio Dardano e Pietro Trifone sono autori del manuale pi importante per la nostra ricerca, Grammatica italiana con nozioni di linguistica , che dedica sufficiente spazio allargomento della linguistica, alla definizione della lingua, al linguaggio ed anche dei linguaggi settoriali. Lesplicazione delle variet linguistiche comincia con il termine sottocodici che caratterizzato come variet del codice che ai dati di base del codice

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Giachino, E. Il sistema linguistico degli italiani : Nozioni di grammatica descrittiva e storica della lingua italiana. Torino:

Edisco, 1972

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aggiungono dei dati particolari che si riferiscono ad un determinato settore di attivit culturale e sociale. Abbiamo accennato prima che Dardano considera i sottocodici equivalenti ai linguaggi settoriali ma sottocodice dimostra secondo lui una pi grande subordinanza al codice rispetto ai linguaggi. Per quanto riguarda lo stesso linguaggio giornalistico, esso viene ricordato in rapporto con lo stile nominale nei titoli dei giornali; gli autori sostengono allora la stessa opinione come noi, che la titolistica considerata un tratto importantissimo del linguaggio giornalistico. Il sistema dei titoli, nel tentativo di attirare lattenzione del lettore e di risparmiare il posto, diventa il maggior rappresentatne delle specificit del linguaggio giornalistico.

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3 Il linguaggio giornalistico

Nel capitolo precedente sono state interpretate le caratteristiche pi generali delle lingue speciali sia dal punto della vista di linguistica scientifica sia da quello delle definizioni dei linguaggi, presenti in altri testi descrittivi. A questo punto risulta indispensabile limitare la nostra ricerca su di un tipo tra i linguaggi specialistici. Ci concentriamo sul linguaggio giornalistico che, pur essendo descritto come un linguaggio debole19, merita di essere studiato; nel presente capitolo cerchiamo di dimostrare limportanza di tale studio e di dissipare i possibili dubbi in merito. Per riassumere che cosa si intende con il termine di linguaggio in generale presentiamo una, secondo noi, adeguata definizione (anche se ogni linguista chiama e descrive il fenomeno di codici specializzati in modo diverso) di Elena Pugliese Giachino. Ella descrive il fenomeno linguistico in questione come: codici subordinati al codice generale della lingua, i quali per non prescindono dalle regole generali della lingua stessa, ma utilizzano una serie di elementi in pi che non vengono adoperati nella comune conversazione. 20 Quantunque il linguaggio giornalistico venga collocato spesso al margine di quello che tradizionalmente chiamiamo linguaggio speciale ed alcuni infine dubitano se sia giusto includerlo in questa definizione, la nostra opinione, fondata sulle definizioni linguistiche e sullindagine propria, conta la lingua dei giornali tra i rappresentanti dei linguaggi specialistici; comunque era gi espresso nei capitoli precedenti che una volta studiate le definizioni sul linguaggio si pu affermare con sicurezza che lappartenenza della lingua dei giornali tra i linguaggi speciali rappresenta un fatto indiscutibile.

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Dardano in Grammatica italiana : con nozioni di linguistica. Bologna: Zanichelli, 1983 distingue tra lingue

settoriali organizzate in tassonomie e campi nozionali forti (come la lingua della botanica, della zoologia, della chimica, della medicina) e quelle con organizzazione lessicale meno strutturata o debole (come il linguaggio marinaresco, quello burocratico e quello giuridico)
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Giachino Pugliese, E. Il sistema linguistico degli italiani: Nozioni di grammatica descrittiva e storica della

lingua italiana. Torino: Edisco, 1972

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Il linguaggio giornalistico si distingue dalla lingua comune in tutti i settori menzionati nei capitoli precedenti. Confrontando le specificit definite sopra con quelle della lingua dei giornali possiamo constatare che essa non possiede un lessico speciale che sia indecifrabile al vasto pubblico, cio un lessico arricchito di parole sconosciute tipiche soltanto per il suddetto settore o termini tecnici. Anzi, la prosa giornalistica viene mutata da fonti esterne dal lessico di tutti i linguaggi settoriali ed aiuta cos a diffondere i loro termini, ugualmente come gli anglicismi ricorrenti molto spesso in tutti i periodici; infatti essa pu essere chiamata un linguaggio di riuso21 oppure linguaggio riciclato, perch cumula in s elementi di diversi tipi di lingua. Unaltra specificit del lessico della stampa sta nel rispondere alle esigenze di una espressivit superiore a quella abituale della lingua comune. La specialit che discosta il linguaggio dalla lingua comune e lo inserisce tra le lingue speciali considerando le variet del lessico per un tratto dobbligo il campo della sintassi. Negli ultimi anni si insistito sullimpossibilit di ricondurre le lingue speciali al solo lessico le lingue speciali senza linclusione della sintassi non sarebbero delle lingue, ma solo un assemblaggio di termini.22 Nellambito della sintassi si realizza una grande semplificazione, e sono proprio lo stile nominale e quello ellittico ad essere considerati i tipici rappresentanti del linguaggio giornalistico. I mutamenti nel campo della sintassi vengono sviluppati in modo pi dettagliato nei capitoli seguenti dove si parler del sistema dei titoli in cui sincontrano le modifiche pi visibili. Lo stile nominale, in particolare nelle titolature, porta il duplice vantaggio 1) di essere pi sintetico senza troppe descrizioni 2) e di economizzare lo spazio che nei giornali suole essere limitato. Volendo identificare una delle competenze giornalistiche pi importanti (in base allo studio di alcuni testi prescrittivi), dobbiamo constatare che tale abilit sta nella capacit di descrivere. Gli autori degli articoli devono portare le notizie ed informare i lettori in modo

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Dardano, M. e Puoti, A. Conseguenze testuali e rilevanza pragmatica di alcuni tipi di nominalizzazione

presenti nella stampa e nel sommario dei telegiornali di oggi. Universit di Roma Tre www.societadilinguisticaitaliana.org
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Fluck 1980 in Dardano, M. Il linguaggio dei giornali italiani. Bari: Laterza 1973

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intelligente e colto avendo a disposizione uno spazio limitato per esprimersi liberamente; una delle qualit pi difficili sapere ben ordinare i fatti e presentarli in modo attraente. Se parliamo della capacit di scrivere e di descrivere conviene ammettere che questo il compito (o almeno dovrebbe essere) di tutti gli scrittori; la differenza sta nella necessit di dover affrontare, dalla parte degli scrittori della stampa, la esigenza di economia del testo che causa una maggiore difficolt nel creare gli articoli inclusi i titoli giornalistici di qualsiasi altra opera letteraria. Proprio in questa realt si pu trovare il punto di nascita di molte strutture prefabbricate o di clichs che caratterizzanno la lingua della stampa soprattutto dal punto di vista del lessico, perch con tutta lespressivit che gli autori cercano di produrre, il compito della stampa limitato ad informare in breve il lettore e risulta chiaro che nello stile giornalistico si manifesta la tendenza ad esprimersi in modo generalizzato. Per queste ragioni le parole chiave negli studi sul giornalismo sono soprattutto lautomaticit ed il tentativo di evitarla. Il linguaggio della stampa si limita pi o meno a due stili, quello informativo che porta le informazioni e quello saggistico che possiede una funzione apellativa o persuasiva; per quanto riguarda il lato impressionistico o belletristico, essi sono abbastanza emarginati, perch intralcerebbero il compito essenziale della stampa che viene rappresentato, oltre dal divertimento e lintrattenimento (che non si possono negare), soprattutto dalla volont di fornire le notizie e spiegazioni. Il presente lavoro verte infatti sullanalisi del piano sintattico del linguaggio giornalistico; sulla base della ricerca si deciso di focalizzare lattenzione solamente sui titoli giornalistici sapendo che sono essi ad accumulare in s stessi le maggiori particolarit morfosintattiche attribuite alla stampa in generale. Prima di eseguire lo studio della lingua dei giornali, era necessario fare una selezione dei quotidiani. importante distinguere tra quotidiani a diffusione nazionale e locale: tale distinzione riguarda sia le modalit di diffusione, sia i contenuti. Il primo riporta notizie che riguardano o che sono di interesse per lintero paese, pur non trascurando, in poche apposite pagine, linformazione locale. Il secondo invece privilegia gli avvenimenti del luogo e riporta eventualmente fatti nazionali che hanno ricadute locali. Esite poi unulteriore distinzione tra quotidiani specialistici, che trattano esclusivamente notizie di un particolare settore (come La 16

Gazzetta dello Sport) e quotidiani generalisti, che invece riportano notizie su vari settori della vita sociale come Corriere della Sera, La Repubblica.23 Noi abbiamo optato per due testate a diffusione nazionale, particolarmente rappresentativi: Il Corriere della Sera e LaRepubblica. La maggior parte erano versioni cartacee, raccolte nel corso degli anni 2005 e 2008. Per approfondire ed aricchire i campioni, ma anche per paragonare il livello sintattico, ci hanno servito ancora altri numeri delle stesse testate trovati sullinternet sulle pagine originali: www.corriere.it e www.repubblica.it.

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http://www.humnet.unipi.it

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4 Studio della titolistica

Vi sono molti modi di leggere un quotidiano. Uno dei pi comuni consiste nel lasciare scorrere locchio sulle titolature. Il lettore vuole sapere tutto, ma non vuole soffermarsi. La struttura della pagina favorisce questo desidero. I titoli, limpaginazione, le immagini concorrono a un fine: sapere prima di comprendere.24 Un buon titolo altrettanto importante di un buon articolo e per questo motivo i titoli vengono ritenuti degli elementi fondamentali di comunicazione giornalistica. Talora si paragona il giornale ad un caff ed i titoli al men25. La titolatura non era mai considerata addenda grafica alla scrittura di un articolo; spesso grazie ad essa, proprio attraverso la prima informazione che offre una conoscenza essenziale delle notizie, che il potenziale lettore decide di avvicinarsi ad un testo oppure no. Il titolo dunque deve essere chiaro, invitante, quasi uno slogan pubblicitario e soprattutto dovrebbe contenere la notizia. In generale il titolo rappresenta uno degli elementi di completamento pi importanti che costituiscono un quotidiano. evidente che non solamente il titolo ad attirare lattenzione dei lettori, altrettanto valgono le fotografie e la scelta di impaginazione; ma lessenza pi importante che porta il lettore a leggere un articolo, di cui egli stesso si rende conto, rimane il titolo: un tratto caratterizzante lo stile ed il livello del quotidiano oppure si pu dire un monogramma di contenuto26. I titoli possiedono a prima vista una certa autonomia: uninformazione su uninformazione ed un avviso su un avviso; costituiscono infatti una parte esterna dellarticolo. Tenendo conto del fatto che il lettore medio scorre il giornale pi che leggerlo, molto probabile che la sua informazione su molti argomenti derivi pi dalla lettura del titolo che da quella dell'articolo. Ne risulta che la titolazione diventa un elemento informativo di
24 25 26

Dardano, M. Il linguaggio dei giornali italiani. Bari: Laterza 1973 Srpov, H. K aktualizaci a automatizaci v souasn psan publicistice. Ostrava: Univerzita v Ostrav, 1998 http://www.italicon.it

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grande importanza. Per questo sottratto al giornalista e curato direttamente dal comitato di redazione del giornale che tendenzialmente lo formula in modo da offrire, insieme alla notizia, alcuni elementi anche interpretativi della notizia stessa.27 Dunque, secondo le informazioni disponibili, i titoli di solito non vengono creati dagli stessi autori degli articoli, ma il compito spetta a diverse persone specializzate in questo ramo o infatti ai redattori che compilano e filtrano il materiale cos che nasca un messaggio sintetico, invitante ad essere letto e scoperto. Infatti un buon titolo dovrebbe essere in grado di destare la curiosit dei lettori; le parole devono essere intelligibili (semplici e comprensibili) ed effettive. Chi sfoglia i giornali alla fine della lettura ha letto due volte di pi di titoli che degli articoli stessi.28 La funzione del titolo quella di riassumere la vicenda, di cui larticolo racconta, in un numero minimo di parole, attirare lattenzione del lettore e, quando presente nella prima pagina, deve spingere ad acquistare il giornale. Comunque, le parti della titolatura non sono indipendenti, i titoli in generale devono rispettare lo stile del testo, sia per quanto riguarda il frazionamento e laspetto grafico degli articoli (per esempio i giornali scandalistici preferiscono titoli creati con caratteri pi grandi e, data la larghezza dei paragrafi, meno estesi) sia per quanto riguarda il livello linguistico; in altri termini implicano limportanza dellarticolo. Di solito si cercano le parole chiave nel testo che poi vengono sostituite da sinonimi; spesso si ripetono anche le parole dallintroduzione, perch l appaiono gli elementi pi interessanti dal punto di vista informativo. Uno dei tratti pi significativi viene raffigurato dalla lunghezza dei titoli: nei testi analitici, per esempio, la titolazione suole essere pi lunga. Le titolature nei giornali, contrariamente, conosciamo di solito i titoli statici e nominali, che assumono la forma di una frase semplice e sembrano pi dinamiche. schizzano il contenuto dei testi e sono scritti intenzionalmente in modo da suscitare

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http://www.bibliolab.it Schneider, W. - R., P. - J. Handbuch des Journalismus. Reinbek, Rowohlt Taschenbuch Verlag, 1998

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attenzione dei lettori; nello stesso tempo essi affrontano la pretesa di essere al pi corti ed di esprimersi in poche parole. Prima di affrontare il cuore della problematica che ci interessa di pi lo studio delle titolature dal punto di vista morfosintattico che costituer un capitolo speciale bisogna ricordare che non sono esclusivamente i titoli principali ad attirare lattenzione dei lettori ma anche i sottotitoli, che commentano le fotografie, ed gli slogan in mezzo degli articoli; molte volte il lettore si accontenta solo con questi brani invece di leggere lintero articolo. Lo schema classico della titolazione costituito da pi elementi, di cui i principali sono: occhiello titolo sommario. Noi, durante la seguente esposizione, prenderemo in considerazione solo i titoli di base scritti a caratteri cubitali che lanciano su una o due righe largomento fondamentale degli articoli.

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4.1 Differenziazione generale dei titoli


In base alla ottica pi generale distinguiamo una serie di dicotomie29. Si pu parlare, dunque, di titoli: brevi x lunghi: si definiscono essi medesimi. < Il dittatore e il mito > < Il governo percepito > 20.2.08/C x < Referendum, ulivisti in campo e Veltroni incontra il comitato > < I sindaci di sinistra al governo: noi in trincea, serve pi fermezza > 9.7.07/R dinamici x statici: si riconoscono secondo lassenza o presenza del verbo finito. < Gli Usa chiedono democrazia Per adesso lembargo resta > 20.2.08/C x < Benzina da record: un litro a 1,4 euro > < Fecondazione, le regole anti gemelli > 20.2.08/C

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Le presenti distinzioni, suddivise in sei sottocapitoli, sono nate dallo studio di diversi manuali descrittivi. Crf.:

Beka, J. V. Jazyk a styl novin. Praha: Novin, 1973 Burns, L. S. urnalistika: praktick pruka pro novine. Praha: Portl, 2004 Hylmar, L. Il linguaggio calcistico nei giornali sportivi italiani. Masarykova univerzita, 2006 Jelnek, M. O jazyku a stylu novin. Praha: Rud Prvo, 1957 Jirk, J. 10 let v eskch mdich. Praha: Portl pro Newton Information Technology, 2005 Mloch, M. Charakteristick rysy jazyka psan sportovn urnalistiky: studijn opora. Olomouc: Univerzita Palackho, 2002 Mllerov, E. Funkn styly a jejich zkladn nry v souasn komunikaci : ureno pro posl. fak. pedagog. Praha: SPN, 1989 Ru-Mohl, S. urnalistika: komplexn prvodce praktickou urnalistikou. Praha: Grada, 2005 Srpov, H. K aktualizaci a automatizaci v souasn psan publicistice. Ostrava: Univerzita v Ostrav, 1998

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generali x concreti: che possono essere chiamati anche generici e significativi tra i quali prevalgono naturalmente i titoli significativi e concreti, perch il compito principale dei titoli di essere eloquenti ed espressivi. < Bonomi toglie la Ducati dalla Borsa > 20.2.08/R < La Roma batte 2-1 il Real > 20.2.08/C x < C la mano di Al Qaeda nel sequestro di Padre Bossi > 9.7.07/R reali x metaforici: < Gli Usa: lembargo resta, ora servono libere elezioni > 20.2.08/C < Nascono troppi gemelli, lAmerica corre ai ripari > 20.2.08/R x < Muore il lago di Prosepina, tesoro verde della Sicilia > 20.2.08/R < Invasi da un fiume di polvere bianca > - sulla diffusione di cocaina 29.7.07/R tematici x rematici x combinati: quelli primi si orientano sul contenuto (tema) al contrario dei secondi che portano uninformazione nuova, cio il nucleo dellenunciato. Pi diffuso si rivela il terzo tipo che collega tutte e due le parti della frase. I titoli combinati rappresentano, infatti, il nucleo della nostra ricerca volta a studiare luso di punteggiatura perch appunto nei titoli dove si incotra il tema con il rema vengono adoperati diversi segni di punteggiatura; i segni, in questi casi, servono a separare il rema, tematizzato e dislocato alla periferia sinistra del titolo, dal resto della notizia. < Il piano di Raul: dar da mangiare alle masse > 20.2.08/R < Roma, ultima trattativa Cavaliere-Ferrara > 20.2.08/R < LUnione: parole gravissime. Mastella: Ora s allinchiesta > 9.7.07/R

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4.2 Tipologia dei titoli


Si gi notato che lo stile dei titoli dovrebbe corrispondere allo stile degli articoli, grazie a questo motivo possiamo eseguire una distinzione per forma in cui vengono presentate le informazioni: analitici: che commentano, valutano, in cui si assume un certo punto di vista. < Il trionfo del partito della Bhutto > 28.2.08/R < No, questa non pi la Bb > 29.7.07/R < Una sorpresa, ora tutti vogliono riforme > 20.2.08/C < Benzina da record: un litro a 1,4 euro > 20.2.08/C la stessa notizia espressa nelLa Repubblica: < Record del petrolio, vola la benzina > 20.2.08/R in tutte e due si sente lopinione degli autori che sono sorpresi dai prezzi aumentati in quel tempo. di cronaca o notiziari: i quali, al contrario dei primi sono indipendenti, si limitano solo ad annunciare i fatti. < Roma, ultima trattativa Cavaliere-Ferrara > 28.2.08/R < Gli Usa chiedono democrazia > 20.2.08/C < Benzinaio ucciso, arrestati tre bentenni > 20.2.08/C novellistici o letterari: sono titoli che troviamo sopra gli articoli del genere letterario come per esempio elzeviri, interviste o stelloncini adoperando metafora, metonimia o epiteto. Sono strumenti talmente preferiti ed utilizzati che si registrano molti casi in cui tali titoli non combaciano con lo stile degli articoli anzi vengono messi insieme con gli articoli notiziari rendendoli cos pi impressionanti ed invitanti da leggere. < Quel viaggio di DAlema con i giovani della Fgci > 20.2.08/C < Cos il falso made in Cina travolge il pianeta > 9.7.07/R < Il lungo assedio del Golia Usa > 20.2.08/R < Sotto il vulcano del Pakistan > 20.2.08/R

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4.3 Laspetto della modalit dei titoli


Volendo sviluppare un tentativo di classificare i titoli, siamo arrivati alla divisione dal punto di vista modalit. Per poter scoprire il pi oggettivamente possibile tutti i tipi che si possono distinguere, riprendiamo le indicazioni stabilite per la divisione delle proposizioni, quindi il punto di vista della sintassi, che si mostrano le pi appropriate. I tipi pi frequenti, dunque, si possono stabilire come segue: titoli indicativi: si presentano come strutture ellittiche nominali, avverbiali, verbali o participiali ed hanno la funzione di constatare e di indicare il contenuto dellarticolo. Tra laltro i titoli che finiscono con un punto esclamativo, anche se essi assumono il carattere di proposizioni esclamative, vengono inseriti nella categoria dei titoli indicativi. Nellambito dei titoli indicativi distinguiamo dunque le seguenti strutture: - struttura nominale: non contiene verbi < Venezia-Disneyland, lira di Cacciari Il sindaco contro lIstituto veneto > 29.9.08/C - struttura avverbiale: < Via subito i soldati dallIraq > 9.7.07/R < Ecco le prime vie con i nomi messi in vendita > 6.2.05/C - struttura participiale: viene costituita dal participio passato privo del verbo ausiliare. Nella grammatica ceca, generalmente, si suole definire la proposizione participiale come la frase verbale, essendo essa un rappresentante del predicato che era costituito da verbi. In italiano, invece, viene chiamata come la frase nominale non avendo pi un verbo in modo finito. Tuttavia giova menzionare la struttura participiale come un tipo autonomo perch, tra tutti i sopramenzionati, lo incontriamo al pi frequentemente. < Scuole costruite con i veleni Sparito il video con le prove > 29.9.08/C < Benzinaio ucciso, arrestati tre ventenni > 9.7.07/R

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Molte volte le proposizioni nominali e quelle participiali vengono combinate in un titolo: < Agguato della ndrangheta Ucciso genero del boss Alvaro > 29.9.08/C - struttura verbale: contiene almeno un verbo in modo finito. < Vivere in Corea del Sud, ma avere nostalgia del Nord > 9.7.07/R combinazione: < Record del petrolio, vola la benzina > 20.2.08/R: titoli ottativi: che non si registrano molto frequentemente. < Gli atti della Forleo tornino a Milano > 29.7.07/R titoli interrogativi: tali proposizioni costituiscono uno strumento che serve per rendere pi attivo il titolo. Conosciamo vari tipi di domande: - interrogative totali a risposta aperta alle quali si pu rispondere in vario modo. - interrogative parziali a risposta chiusa alle quali si pu rispondere s o no. < Si pu azzerare linquinamento? > 13.7.07/R - interrogative retoriche alle quali non si aspetta nessuna risposta. < E se la riforma elettorale facesse bene al Paese? > 17.9.05/C Pi spesso, per, i giornalisti si servono delle domande accompagnate subito dalle risposte per aumentare lefficacia dellenunciato, perch tali strutture sono pi interessanti ed accattivanti. Sono concepite come un discorso indiretto tra lautore dellarticolo ed i lettori. Da molti esempi, citiamo almeno: < La censura in Cina? Ora si misura a punti > 10.2.07/C < Il reddito? Esce da box. > 12.7.04/C < I Verdi? Partitino residuato > 10.2.07/C < I gestori? Pi bravi con i bond > 12.7.04/C < Le multe record di Tesauro? Si perdono tra Regioni e dogane > 6.2.05/C Le strutture interrogative favoriscono anche la nascita del discorso diretto ripreso (vedi cap. 4.5.) che in alcuni casi corrisponde a quello che stato detto: gli autori si servono di proposizioni interrogative accompagnate da risposte. Nel caso del discorso ripreso, poi, tali 25

proposizioni assumono lapparenza di un enunciato realizzato da persone concrete; tutto ci con un chiarissimo obiettivo: puntare lattenzione sullarticolo e renderlo pi invitante da leggere. < Orlando: Putin? troppo poco > 29.9.08/C titoli appellativi: realizzati mediante una chiamata indirizzata ai lettori in generale, in molti casi il destinatario o lallocutore viene menzionato direttamente nel titolo. - appello tramite limperativo: < Spoerri: non rubate la neve ai bambini > 10.2.07/C - appello tramite il congiuntivo: < La Chiesa non giudichi i gay > 15.2.07/C < Gli 007 raccontino tutto e aprano i loro archivi > 9.7.07/R - appello tramite un solo avverbio: < Via subito i soldati dallIraq > 9.7.07/R Bisogna notare che anche in questo tipo di titoli (nella forma dellordine espressa da una persona concreta) preferita la struttura del discorso diretto o riportato: < Il ministro lumbard: Sacconi stia attento a dare certi numeri sui tagli > 29.9.08/C

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4.4 Laspetto dei titoli dal punto di vista della loro funzione comunicativa
I titoli, nellambito dei giornali, assumono diverse funzioni riguardo la percezione dalla parte dei lettori. Tali funzioni costitueranno lultima distinzione dei titoli che si propone ad eseguire: funzione orientativa: i titoli denotativi forniscono gli elementi essenziali della vicenda aiutando i lettori a scegliere gli articoli da leggere secondo il loro interesse. La suddetta funzione corrisponde al ruolo principale della titolatura in generale; dalla ricerca effettuata tale funzione risulta la pi frequente. Da moltissimi esempi presentiamo almeno uno: < Uccisi in uno scontro a fuoco 6 sequestratori dei turisti italiani > 29.9.08/C funzione attrattiva: ha il compito di meravigliare il lettore e di spingerlo ad avvicinarsi allarticolo. Tale funzione si presta a destare lattenzione dicendo solo uninformazione incompleta: < Cina, gli harem del potere > 29.7.07/R a volte assume il ruolo sensazionale e suggestivo. < Pista killer, 250 morti in Brasile > 19.7.07/R funzione estetica: onnipresente in tutti i tipi di letteratura. Limportanza dei titoli si proietta nella loro formattazione; il colore, la grandezza ed il tipo di caratteri sono caratteristiche imprescindibili per la funzione estetica la quale aiuta, tra laltro, ad orientarsi nel livello del periodico. funzione informativa o anche avalutativa: una funzione abbastanza corrente che sintetizza il succo della notizia o ci offre adirittura il riassunto del contenuto. Contrariamente alla funzione orientativa ci rivela tutto e pu diminuire la voglia di leggere larticolo intero. < Le Ferrovie tagliano le spese, diecimila esuberi > 10.2.07/C funzione persuasiva: paragonabile ai titoli apellativi: < Bindi: la Chiesa pensi a Dio > 15.2.07/C

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funzione valutativa: che esprime lopinione o il giudizio di chi scrive: < Nel passaggio in India siamo gli ultimi della fila > 10.2.07/C titoli freddi x caldi: in ottica dellaspetto della funzione comunicativa opportuno distinguere una principale dicotomia secondo il grado di emotivit, che pu in un certo modo caratterizzare anche la maggior parte dei casi precedenti. I titoli caldi (o ad affetto) danno la notizia in maniera diretta o puntano sugli aspetti emozionali collegati alla notizia stessa (appartengono a questa categoria molti titoli ad una sola parola, tipo terremoto o disastro aereo)30. Sono freddi invece i titoli che puntano di pi su dati di fatto (ad es. Fuga di gas)31 - titoli caldi: < Linferno sul Gargano > 25.7.07/R < Cocaina-killer, cresce lallarme > 29.7.07/R - titoli freddi: < Deputati, niente privilegi > 25.7.07/R < Missioni allestero, s al governo > 25.7.07/R

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http://www.bibliolab.it/giornale/titolazione.htm Ibidem

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4.5 Laspetto morfosintattico dei titoli


Durante la nostra ricerca sui titoli abbiamo affrontato, non raramente, particolari assemblaggi di parole32, sia dal punto di vista del lessico, influenzato dallesigenza della massima espressivit, sia da quello della sintassi. Lordine delle parole segue oltre alle ragioni despressivit innanzitutto gli obiettivi di economia del testo; ci costringe gli autori ad una speciale scelta delle frasi e della loro costruzione. Troviamo una comune tendenza verso una lingua sintetica con i seguenti aspetti: sostituzione delle frasi complete (con tutti gli elementi nucleari) con quelle ellittiche Sono noti molti casi in cui la proposizione semplice pu non essere intera, lasciando sottintesa qualche parte di s stessa (figura di ellissi). Nella lingua parlata frequentemente manca il soggetto, il che avviene quando il predicato stesso o il contesto del discorso bastano a farlo intendere. Talora si omette invece il predicato verbale, perch gi noto, ovvero si mette solo il nome del predicato nominale.33 Lo stile ellittico viene menzionato soprattutto in riferimento allo stile nominale, ma il suo uso ed i possibili tipi sono pi complessi. Partendo dalle informazioni presentate nel capitolo 4.3., le proposizioni ellittiche si possono dividere secondo i sintagmi che le costituiscono (che sono rimasti dopo che era stata omessa una parte della coppia principale che costituiva la frase completa). Conosciamo tre tipi di proposizioni ellittiche, tra cui le proposizioni nominali, che contengono solo sintagmi nominali, si possono notare al pi frequentemente. < Fecondazione, le regole anti gemelli > (20.2.08/C) Le proposizioni participiali sono nate mediante lomissione dei verbi ausiliari. < Bloccata la nave degli immigrati > (12.8.04/C) Ultimo tipo sono le proposizioni verbali, le quali sono abbastanza rare, perch linteresse degli autori dei

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quali costrutti ellittici, nominali, locuzioni avverbiali ecc.: i sintagma nominali in luogo dei sintagma verbali Crf.: http://www.mauriziopistone.it/testi/sintassi/preliminari1.html

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titoli focalizzato verso lo stile nominale con particolare preferenza di costrutti pi espressivi. < Cacciato dalla discoteca torna e spara ai buttafuori > (20.2.08/C) preferenza dello stile nominale Contrariamente ai giornali cechi, dove si preferisce la frase con un verbo attivo per rendere i titoli pi dinamici, nei titoli italiani compaiono pi spesso frasi prive di verbi, che per non subiscono nessuna perdita nella comprensibilit e corrispondono alle esigenze delleconomia del testo di sintetizzare al massimo la notizia. < La notte della verifica infinita > 12.8.04/C Per rassicurare la compattezza del testo, gli autori si servono abbondantemente dei segni di punteggiatura che aiutano a segmentare le parti. I titoli stessi per non finiscono mai con un segno di punteggiatura tranne, alcuni casi, quando il punto interrogativo viene accompagnato dalla risposta, ma si notano anche casi in cui indipendente. marcatezza delle proposizioni luso della punteggiatura Essendo costretta ad esprimersi il pi brevemente possibile, la lingua dei titoli aumenta la sua espressivit anche marcando lordine delle parole. Ricorrono dunque molte giustaposizioni, anacoluti ed altri tipi di focalizzazione degli elementi. In tutte queste strutture vengono utilizzati i segni di punteggiatura, che rappresentano loggetto pi importante della presente tesi. In nessun altro genere letterario i segni di punteggiatura assumono un ruolo tanto importante; si pu, dunque, affermare che il nucleo della specificit del linguaggio giornalistico non consiste solamente nelluso dello stile nominale. < Deficit e pensioni, Italia a rischio-credibilit > 9.7.07/R

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il discorso diretto riportato Avendo definito la marcatezza sintattica dei titoli perch proprio qui che entra in gioco la punteggiatura con il compito di separare una parte del enunciato posta allinizio della proposizione facciamo unaltra menzione di un fenomeno frequentissimo, quasi caratteristico per i giornali italiani. Come abbiamo potuto vedere nel sopracitato capitolo (crf. supra cap. 4.3.), il discorso riportato capace di assumere qualsiasi struttura modale; tale discorso corrisponde in parte al carattere delle proposizioni interrogative o apellative ma anche a quelle indicative. Il fenomeno del discorso diretto riportato viene caratterizzato da un nome proprio anteposto e diviso dal resto della proposizione dai due punti o dalla virgola, dopo i quali segue linformazione espressa dalla persona anteposta allinizio della frase.34 Per esempio: Appello: < Berlusconi: basta dialogo con Veltroni > 29.9.08/C Domanda: < Orlando: Putin? troppo poco > 29.9.08/C Informazione: < La Forleo: sono il linea con la Procura > 25.7.07/R Negli esempi sopracitati (come in molti altri) non vengono utilizzate le virgolette, mentre molte volte gli autori scelgono di adoperarle. Avendo confrontato i risultati della nostra ricerca (sulluso delle virgolette) con varie discussioni linguistiche possiamo stabilire che non si tratta di unintenzione motivata a livello grammaticale, anzi da molti linguisti viene chiamato un errore35. Si tratta della tendenza dei giornali alla riformulazione del discorso primario. I giornalisti ci offrono una frase che coglie il significato principale dellarticolo senza importunare il lettore con informazioni pi dettagliate. Nel caso che tutti i titoli dovessero rispettare le regole grammaticali (e quindi non virgolettare i discorsi riformulati), la maggior parte dei titoli dovrebbe essere priva delle virgolette.

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Crf.: Santulli, F. Dal politico al pubblico: forme e funzioni del discorso riportato. Universit di Milano, 2003: Per esempio sui siti: http://www.marcobassetti.it/?p=227; http://www.achyra.org/cruscate

http://www.club.it/culture/culture2003/francesca.santulli/corpo.tx.santulli.html
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Le caratteristiche generali del discorso riportato36 il discorso diretto riportato indica tradizionalmente la riproduzione di un enunciato

con una ricontestualizzazione dellenunciato originale, che si realizza in primo luogo attraverso gli elementi introduttivi; in generale si riconoscono due tipi del discorso: discorso riportato diretto, discorso riportato indiretto. Il primo riporta letteralmente, tra virgolette. Il secondo non utilizza le virgolette e deve riformulare la notizia rispetto al momento della citazione, ma il contenuto rimane sempre lo stesso. nei giornali, invece, gli introduttori del discorso riportato non si identificano sempre con le virgolette e due punti; in modo sproporzionato vengono usati anche altri segni di punteggiatura. Generalmente una sola virgola o anche il trattino a staccare lagente del discorso allinizio dellenunciato. Le virgolette ed i due punti insieme sono presenti in un numero di casi ridotto. il discorso riportato nei titoli si pu presentare come una citazione, spesso riportata tra virgolette, bench in realt sia difficile ritrovare tale citazione nel discorso. Si tratta, dunque, di una citazione apparente, di una sintesi dalla parte dellautore del titolo, che tuttavia per dare maggior valore di autenticit al suo titolo, lo presenta come una frase effettivamente prodotta dal parlante. i titoli con il discorso riportato vengono di solito accompagnati da un sottotitolo che nel titolo appare lintento di modificare le parole del discorso primario; anche se poi la illustra il contenuto referenziale del testo frase viene presentata come una citazione, in realt non lo . Tutto si chiarisce leggendo lapertura dellarticolo che pu avere un tono riassuntivo.

luso della terza persona dell indicativo Le titolature corrispondono tipicamente al seguente schema: il soggetto dei titoli giornalistici corrisponde sempre alla terza persona del singolare o del plurale. Luso di tutte le

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Crf.: www.geocities.com/gpsalvi/konyv/36discorso.doc; Santulli, F. Dal politico al pubblico: forme e funzioni

del discorso riportato. Universit di Milano, 2003: http://www.club.it/culture/culture2003/francesca.santulli/corpo.tx.santulli.html

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altre persone e di tutti gli altri tempi e modi verbali viene raggiunto per mezzo della frequente presenza del discorso diretto riportato, che rappresenta un fenomeno particolare e che serve ad aumentare lespressivit ci soprattutto grazie alla liberta dellesprimersi. Il discorso riportato pu apparire in tutte le persone: Io: < Amato: vedo tanti errori nella cors a leader del Pd > 19.7.07/R Tu: < Fini, non farti logorare > 12.7.04/C Lui: < Putin voleva assasinarmi > 19.7.07/R Noi: < Ci umiliamo. Il segretario studia un compromesso > 29.7.07/R Voi: < A questo punto fatela fallire > 19.7.07/R Loro: < Ci saranno presto donne ai vertici del Vaticano > 19.7.07/R In tutti i tipi dei titoli, anche in quelli che sono creati tramite i discorsi diretti forse proprio perch sono riportati, quindi seconda del plurale. Si possono individuare anche tutti i tempi e modi verbali: Congiuntivo: < Gli atti della Forleo tornino a Milano > 29.7.07/R Futuro: < Ci saranno presto donne ai vertici del Vaticano > 19.7.07/R Imperativo: < A questo punto fatela fallire > 19.7.07/R Imperfetto: < Putin voleva assasinarmi > 19.7.07/R Passato remoto: < Il governo smentisce Pollari Ci diede notizie lacunose > 19.7.07/R Passato prossimo: < Il pap confessa: Ho inventato tutto per poterlo rivedere > 19.7.08/R riproducono e riformulano unaffermazione si preferisce non dare del tu. Le persone pi frequenti nei discorsi riportati sono la prima e la

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4.6 Laspetto tecnico


Nel processo della classificazione dei titoli, come gi stato rivelato, entra in gioco anche la loro formattazione grafica. Oltre la met dei titoli viene costruita mediante un blocco di titoli composto dallocchiello, dal titolo e dal sommario che alcune volte riescono a fornire tante informazioni che il lettore non sente pi il bisogno di continuare a leggere lintero articolo. La maggior parte di tali titoli si serve, per distinguere le loro tre parti, di diversi tipi di scrittura, di grandezza e di colore dei caratteri. Solitamente un titolo si pu dividere in pi parti: il titolo propriamente detto / Nome, parola o frase che serve per individuare un testo scritto o un'opera e che ne indica pi o meno esplicitamente il contenuto Serve ad esprimere linformazione di base su quello che accaduto. Si notano casi in cui viene accompagnato da informazioni supplementari. locchiello o il sopratitolo / Frase posta sopra il titolo di un articolo di giornale o rivista, stampata in corpo inferiore Sono le informazioni che stanno sopra il titolo e che possono rappresentare elementi integrativi o giudizi sullaccaduto. Locchiello viene scritto in caratteri di corpo pi piccolo. il sommario / Sottotitolo di un articolo di giornale che ne sintetizza il contenuto 37 Le informazioni che stanno sotto il proprio titolo e che tentano di precisare e riassumere i contenuti principali sono simili allocchiello e di solito vengono divise in piu righe; il sommario scritto con un corpo minore rispetto allocchiello Esempio : Occhiello: < Limbarcazione avanza nonostante il divieto: lo stop davanti alla costa siciliana Titolo:
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Tutte e tre le definizioni sono state prese dal Dizionario della Lingua Italiana; Sabatini Franceso, Coletti

Vittorio, Rizzoli Larousse, 2004 Milano

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Bloccata la nave degli immigrati Sommario: La Cap Anamur nelle acque italiane. Il Viminale: scende solo chi sta male > 12.8.04/C In un articolo di giornale, a volte insieme allocchiello, al titolo e al sommario c anche il catenaccio: una scritta vistosa, pi grossa dellocchiello e del sommario, che posta sotto questultimo e che mette in rilievo un elemento particolare della notizia. in pratica un secondo titolo. Lunico elemento che non pu mai mancare ovviamente il titolo; locchiello, il sommario o il catenaccio si possono invece omettere, perch lobiettivo primario della titolatura quello di offrire al lettore una sintesi informativa, non importa quanto sia lunga; anzi un titolo pi corto di solito pi espressivo. Si notano molti casi in cui ricorrono soltanto due di questi tre elementi. Un titolo indipendente rappresenta per la particolarit che: non appare quasi mai nei titoli di cronaca e nelle pagine principali che valgono per i rappresentanti pi tipici degli articoli di un quotidiano, in quanto portano delle informazioni pi importanti. Tali titoli si servono di solito di una parte introduttiva e di una precisazione finale della notizia. appare raramente nei titoli nelle altre pagine, parlando sempre delle pagine portanti le si registra in numero pi alto solamente sopra i commenti e saggi. Secondo la nostra ricerca, effettuata su pi di una decina di campioni di giornali, risulta il fatto che di solito, tra le parti della titolatura, viene conservato locchiello: Occhiello: Titolo: < Annuncio del Sudan. La Farnesina: i nostri connazionali non coinvolti Uccisi in uno scontro a fuoco 6 sequestratori dei turisti italiani > 28.9.08/C Unaltra possibilit nelle variazioni tra occhiello titolo sommario sta nel notizie generiche;

trasformare locchiello direttamente nel titolo, scritto con le maiuscole colorate. Tale sopratitolo non costituisce dunque la parte integrativa della titolatura come abbiamo visto 35

negli esempi precedenti ma fa finta di essere pi importante, essendo sovrapposto, quantunque non lo possa essere perch ha una funzione semplicemente orientativa ed il suo significato debole rispetto al sommario che diventa portatore delle informazioni. Esempio: < A PORTE CHIUSE /sritto a colori/ De Michelis, nuovo forum con lo Sdi > 6.2.05/C A porte chiuse non contiene un significato autonomo; in maniera generale potremmo prenderlo per occhiello ma la sua struttura grafica non lo permette. Una frase posta sopra il titolo di un articolo osservata frequentemente in altri tipi di titoli non pu identificarsi con uno slogan talmente marcato e visibile rispetto ad altre parti del discorso. Invece De Michelis... una forma corrente di un titolo con un tema staccato tramite la virgola dal rema del titolo. Contrariamente alle titolature che si sforzano di essere variabili, si sono stabilizzate delle rubriche fisse che rappresentano una specie di titoli usati regolarmente. Riguardo alle testate che abbiamo studiato, abbiamo identificato rubriche seguenti: Riguardo alle testate che abbiamo studiato, abbiamo identificato rubriche seguenti: Corriere della sera: < Sette giorni >, < Lanalisi >, < Il personaggio >, < Il caso >, < Conti e societ > ecc. La Repubblica: < Il racconto >, < La polemica >, < Il caso >, < Dossier > ecc.

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5 Strutture morfosintattiche dei titoli

Soggetto Verbo/Predicato Oggetto/Complementi in questo modo viene caratterizzato lordine tipico per una frase italiana in diatesi attiva. Chi compie lazione davanti, lazione in mezzo e colui che subisce lazione collocato alla fine della proposizione. Come stato gi detto prima, i giornali, innanzitutto i loro titoli, non dispongono dello spazio suffieciente per esprimersi in modo esplicito. Come tutti i linguaggi specialistici anche quello giornalistico preferisce lo stile nominale che risulta nella riduzione delluso dei verbi. Il compito dei giornali ed innazitutto dei loro titoli non basato sul riscrivere ampiamente le azioni, ma concepito come una breve trasmissione delle informazioni. Le strutture delle frasi sono insomma simili e prefabbricate38; puntate sul soddisfare il lettore (egli vuole orientarsi e capire la problematica). Nei capitoli seguenti mostreremo, con pi dettagli, le due principali particolarit del linguaggio giornalistico.

5.1 STILE NOMINALE


Tutte le lingue specialistiche manifestano particolari differenze nel campo del lessico e della morfosintassi rispetto alla lingua parlata. Lo stile nominale una delle specificit frequenti; pur essendo considerato e definito il centro sintattico delle proposizioni, il verbo in molti casi manca. Nella lingua parlata, le frasi prive di verbo, sono per esempio comandi, interrogazioni o risposte; il linguaggio giornalistico si arricchito ancora di unaltra funzione cio della funzione di esprimere le frasi enunciative. Possiamo dire dunque che nella stampa (e in genere nelle comunicazioni di massa) luso dello stile nominale fa comodo a chi vuole essere reticente. Nella lingua letteraria,

38

Dardano, M. Il linguaggio dei giornali italiani. Bari: Laterza 1973

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invece, lo stile nominale ha una funzione espressiva: serve a rendere con efficacia e immediatezza una descrizione oppure si carica di un particolare valore espressivo.39 Con la parola reticente gli autori intendono la tendenza dei giornali di omettere alcune informazioni e di non rivelare tutto subito nel titolo, perch va preferito che il lettore legga lintero articolo. Ci non implica che proprio tutti i titoli siano reticenti, ma, dallal tra parte, non significa che anche tacendo non si possa destare lattenzione e linteresse del pubblico. Per esempio: < Berlusconi e gli stadi chiusi: un decreto illiberale > (10.2.07/C) rappresenta un titolo reticente (perch per chi non pratico in quella causa non si sa il legame tra il decreto e Berlusconi e non si riconosce nemmeno il periodo temporale) e nello stesso tempo abbastanza attraente. Grazie alleliminazione dei verbi che rimangono sottointesi o sostituiti da sintagmi nominali, pu originarsi lo stile nominale.40 La figura retorica che nasce dalluso dello stile nominale viene chiamata lellissi. Nella prima parte volgeremo la nostra attenzione sui mezzi che aiutano a far nascere lo stile nominale e ad aumentare il numero dei nomi nei titoli. Dopo procederemo verso la descrizione delluso della punteggiatura che, come potremo vedere negli esempi, indispensabile nella maggior parte dei titoli giornalistci.

39

Dardano, M.: Grammatica italiana con nozioni di linguistica di Maurizio Dardano e Pietro Trifone, Zanichelli Il linguista Maurizio Dardano nella sua pubblicazione sul linguaggio giornalistico divide lo stile nominale in

1999
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quattro forme in cui esso viene rappresentato nei giornali: a) complementi avverbiali in funzione determinativa/a causa di di solito negli articoli b) costruzione oggettiva in luogo di una subordinata/ci che ha fatto per = linvenzione per/ c) sintagmi nominali con preposizione in luogo di secondarie di varia natura d) periodi nominali di varia composizione e con funzioni diverse

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5.1.1 Avverbi
Le grammatiche distinguono in genere gli avverbi semplici (mai, forse, pi, ecc.), composti (almeno, dappertutto, infatti, ecc.), derivati (che finiscono in mente) e le locuzioni avverbiali, che sono sequenze fisse di elementi che per il loro significato e per la loro funzione equivalgono agli avverbi. Nella presente tesi verranno trattati soltanto gli avverbi che prevalgono nei titoli giornalistici, rappresentando cos i mezzi che causano la scomparsa dei sintagmi verbali. Secondo la nostra analisi gli avverbi usati pi spesso sono: ecco, s, no.

5.1.1.1 Lavverbio ecco

Lavverbio ecco possiede la capacit di assumere il posto di un verbo; in molte occasioni capace di reggere i pronomi clitici. Il suo significato, vicinissimo allespressione dellesistenza di qualcosa, non possiede la capacit di distinguere il genere e il numero o unindicazione temporale pi specifica. La sua trascrizione offre quasi tutte le possibilit (sia il presente che i tempi passati); viene usato negli articoli giornalistici probabilmente per causa della sua brevit nellesprimersi ed anche per la capacit di non informare precisamente. < I ministri Ue a Tony Blair: ecco un piano per la Palestrina > 9.7.07/R < Ecco le prime vie con i nomi messi in vendita > 6.2.05/C Vediamo esempi con il significato pi corrente, trascrivibile in molti modi.

5.1.1.2 avverbi s, no

Essendo pi espressivi e significativi gli avverbi s e no introducono discorsi o i loro riassunti senza lutilizzo dei verbi. Dicendo s o no possiamo ottenere: 1) lellissi dei verbi introduttivi nei discorsi diretti o riportati dove esprimono laffermazione o la negazione di qualche fatto senza utilizzare altri componenti frasali: 39

senza virgolette con virgolette41

< Angeletti: no a nuova riforma delle pensioni > 26.6.06/R < Ex Gerini: No alla trasformazione > 12.7.07/R

2) lellissi di altri verbi, in molti casi anche di frasi intere. Gli avverbi s e no esplicitano la situazione in questione e presentano il suo esito: < Offerta di Berlusconi, no di Prodi > 17.9.05/C < No alla Tav, 50mila in piazza di Torino, corteo senza incidenti > 17.9.05/C

5.1.2

Sintagmi nominali Come prova della tendenza al sostituire i sintagmi verbali con quelli nominali

conviene sottolineare, che la maggior parte delle locuzioni ricorrenti nei titoli costituita da un nome derivato direttamente e quindi con la stessa radice - dal verbo significativo di unazione.

5.1.2.1 Sostantivo di affermazione con preposizione in luogo di una subordinata ossia nominalizzazione del predicato42 Tali sostantivi corrispondono in pieno valore ai verbi dai quali derivano ma, al contrario dei verbi in modo finito, i sintagmi nominali non esprimono informazioni precise sul tempo e il modo. < Lannuncio di Fiorani: mi dimetto> 18.12.05/R < Corteo di Vicenza, allarme di Amato > 15.2.07/C < Lappello di Napolitano La Costituzione europea non pu essere rinegoziata > 15.2.07/C < La minaccia dellala saudita di Al Qaeda ... > 17.9.05/C < Offerta di Berlusconi, no di Prodi > 17.9.05/C

41 42

Vedi capitolo 5.2.2.8. Dardano, M. Il lingauggio dei giornali italiani. Bari: Laterza 1973

40

< La fuga di Ciruzzo, tra casin e affari in tutta Europa > 17.9.05/C

5.1.2.2 Nome derivato dal verbo significativo accompagnato da uno o pi sintagmi preposizionali43

Anche in queste strutture possiamo intuire il verbo di base. In pi si possono individuare il senso originale ed il senso figurato dei componenti; ci non abbiamo notato nei casi precedenti. Senso originale: < Deficit e pensioni, Italia a rischio credibilit > 9.7.07/R < Il Sud brucia, migliaia in fuga > 9.7.07/R < Sanit, governatori in rivolta > 9.7.07/R < Sotto inchiesta la prof palpeggiata in aula > 9.7.07/R < Il bambino soldato in cerca di una nuova possibilit > 9.7.07/R Senso figurato: < Quegli 007 europei a caccia di cibi e prodotti killer > 9.7.07/R < India, cristiani nel mirino > 9.7.07/R

5.1.2.3 Omissione del verbo essere

1) Omissione del verbo copulativo < Pronto a svelare tutti i misteri. LUnione: parole gravissime > 9.7.07/R la frase potrebbe essere completata: Sono pronto a svelare... LUnione: sono parole gravissime 2) Omissione del verbo ausiliare

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Dardano, M. Il linguaggio dei giornali italiani. Bari: Laterza 1973

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< Benzinaio ucciso, arrestati tre ventenni > 9.7.07/R i verbi mancanti fanno parte del passato prossimo: B. stato ucciso, sono stati arrestati... Le proposizioni nominali formano quindi il nucleo della titolistica perch sono convenienti per le esigenze dei giornali: sono rapide, diminuiscono il numero dei verbi; sono pi efficaci delle frasi complete perch accentuano a prima vista le parole chiavi nello stesso tempo rimangono intelliggibili, restando nellambito dellitaliano

dei titoli, le quali, in una proposizione intera, confonderebbero tra gli altri costituenti frasali. standard, comprensibili per tutti i lettori anche se la frase non viene costituita da tutte le parti occorrenti. La maggior parte delle proposizioni ellittiche, essendo sintagmi incompleti nella loro essenza grammaticale, sentono il bisogno di conservare la loro compattezza. A tale scopo servono per lo pi i segni di punteggiatura che esprimono i legami sintattici.

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5.2 PUNTEGGIATURA
Lo stile nominale sopramenzionato non potrebbe ricorrere in tantissimi casi senza laiuto dei segni della punteggiatura. Tali segni hanno un grande valore espressivo, perch rappresentano, in qualsiasi testo scritto, lunica possibilit di evidenziare lintonazione e di segmentare gli enunciati. Nei testi e nei titoli dei giornali il loro ruolo diventa principale e consiste nel distinguere reciprocamente i singoli enunciati che fanno parte di una frase (di un titolo), riducendo cos, in molti casi, il numero dei verbi in una frase. Ogni rappresentante dei segni di punteggiatura possiede un ruolo specifico nel sistema della lingua e per di pi nel linguaggio dei giornali. Il compito della presente tesi consiste, tra laltro, nel definire tutti i segni interpuntivi e nellanalizzare loro uso nei giornali, o meglio dire nei titoli giornalistici, perch proprio nella titolazione dove la punteggiatura assume un ruolo diverso da quello indicato dalle grammatiche. Chiariamo subito che i livelli e la frequenza delluso dei singoli segni non sono uguali. Possiamo basarci sulla ricerca effettuata su due grandi giornali italiani Corriere della sera e La Repubblica nel corso degli anni 2004 e 2007. Prendendo spunto da varie grammatiche della lingua italiana, cercheremo di presentare una ripartizione comune dei segni di interpunzione confrontandoli con gli spunti acquisiti dallo spoglio dei giornali indicati che dimostra la loro peculiarit nelluso. Come abbiamo gi menzionato, la punteggiatura aiuta a segmentare il testo; in alcuni casi possiamo parlare di un tipo di spostamento. Viene anteposta una parola che vuole essere accentuata o marcata, che per non porta un significato nuovo alla frase e spetta al resto della proposizione di comunicare linformazione base. Tale procedimento, del quale parleremo pi dettagliatamente in seguito (nel sottocapitolo che dedicheremo ad una completa definizione del fenomeno di anteposizione) rappresenta una soluzione delle richieste di essere espressivo ed efficace ma di occupare poco spazio: un elemento messo allinizio della frase riesce a far diventare unespressione

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suggestiva ed a colpire i lettori gi a prima vista. I segni dinterpunzione in questi casi sostituiscono i verbi e completano gli altri costituenti della proposizione. Gli esempi raccolti da due grandi giornali italiani testimoniano che lordine delle parole, generalmente indicato nei manuali linguistici italiani non viene quasi mai rispettato; gi nel sottocapitolo (V; 5.1.1.) abbiamo presentato varie costruzioni ellittiche che nella maggior parte sono prive di verbo. Nel presente capitolo lattenzione verr focalizzata su tutti i segni di punteggiatura, perch i titoli dei giornali non possono lavorare con laspetto acustico delle frasi: lenfasi, che nella lingua parlata aiuta a rendere qualsiasi parola pi importante ed a distinguere le singole parti di un enunciato, non si verifica nei giornali e nei testi letterari in generale. Nella lingua scritta parliamo della marcatezza sintattica delle frasi, che si realizza con gli spostamenti di vari elementi sottolineandone limportanza. Come abbiamo potuto accorgerci, i segni di punteggiatura aiutano a distinguere tali elementi dal resto della proposizione e nello stesso tempo a mantenere la coerenza del complesso. Se vogliamo trascrivere una frase pronunciata nella lingua parlata, nella maggior parte dei casi dobbiamo servirci della punteggiatura per cogliere il vero senso della frase che senza laccento fonetico sarebbe insufficiente. Proprio questo il problema dei titoli giornalistici: non vengono mai pronunciati. Tale situazione allontana i titoli dal sistema della lingua parlata o infine da un dialetto dove viene adoperata la mimica gestuale e soprattutto il contesto testuale e quindi le titolature possono diventare a prima vista difficilmente comprensibili (essendo parti indipendenti). Se gli autori dei titoli vogliono essere espressivi e nello stesso tempo chiari come la lingua parlata, devono pensare alluso dei segni di punteggiatura; cos nascono interessanti strutture vicine alla lingua parlata ma destinate solo alla lettura.

5.2.1

Luso della punteggiatura dal punto di vista della sintassi TOPICALIZZAZIONE La lingua come mezzo di comunicazione segue una prospettiva funzionale che

influenza lordine delle parole in una proposizione. Tale ordine fondato su una struttura dove il punto di partenza dellenunciato si trova allinizio della frase e prende spunto dai fatti conosciuti da prima; lazione che ci porta uninformazione nuova segue dopo. Questo ordine, 44

per, non corrisponde a tutti i bisogni della comunicazione e per questo si ricorre spesso ad un ordine marcato. Se confrontiamo le grammatiche, troviamo alcuni termini che descrivono il fenomeno della marcatezza sintattica, che sta nello spostare gli elementi frasali allinizio di una frase. Tali voci sono per esempio la dislocazione a sinistra, il tema sospeso, lanacoluto ecc. Parlando della marcatezza sintattica ossia della topicalizzazione, possiamo fare unanalisi sul piano della struttura informazionale: la topicalizzazione caratterizzata come lanteposizione di un elemento frasale (viene spostato nella posizione tematica) in contrasto con il contesto (detto comment o rema). Viene dislocato un elemento che, secondo lordine sintattico tipico ed aspettato, si sarebbe dovuto trovare in unaltra posizione. E proprio in questo fatto si fonda la particolarit sintattica del linguaggio giornalistico. Si pu, dunque, stabilire che tutti i casi di marcatezza sintattica sono basati sullo spostamento di un costituente frasale nella posizione topicale; dipende solo dal punto di vista se vogliamo parlare della struttura informazionale (e parlare della topicalizzazione) o sintattica (parlare della dislocazione). In ogni atto linguistico si adopera un commento su un dato: il topic, cio quello che noto all'interlocutore, invece ci che l'interlocutore non sa chiamato comment, il dato nuovo44 Inoltre, al livello sintattico, lordine strutturale in italiano costituito dalla sequenza soggetto, verbo, oggetto. Se si modifica la sequenza S>V>O, si realizza un fenomeno di marcatezza sintattica, che pu essere denominata in pi modi che dipendono dal punto di vista da cui la osserviamo.45 Quando, al livello informazionale, si sposta linformazione nuova in posizione di tema (anticipandola rispetto al dato noto, per esempio con una frase scissa) si realizza una

44 45

http://www.wbt.it/index Per esempio la frase: La macchina l'ha guidata [topic] Massimo [comment] (se prima si parlava di una

macchina guidata da qualcuno), un caso di topicalizzazione sul piano della struttura informazionale ed un caso di dislocazione a sinistra sul piano della struttura sintattica in La struttura informazionale del testo: http://www.wbt.it/index

45

focalizzazione.46 Se, invece, si anticipa un elemento diverso dal soggetto sintatticamente legato al verbo, si parla della topicalizzazione. Se nel testo presente una topicalizzazione o una focalizzazione, il processo di decodifica richiede dal destinatario uno sforzo maggiore, che produce un aumento di coinvolgimento nel testo, per questa capacit di attirare lattenzione dei lettori, la topicalizzazione costituisce un mezzo molto usato nel linguaggio giornalistico. Nella lingua parlata distinguiamo due parti (il tema dislocato ed il rema conseguente) con enfasi, nella lingua scritta a tale scopo si devono usare i segni di interpunzione. La definizione corrente della topicalizzazione nella linguistica consiste

nellanticipazione di un costituente senza riprese successive. Lelemento topicalizzato pronunciato con enfasi. Sul piano della struttura delle conoscenze, la topicalizzazione mette a fuoco tanto uninformazione vecchia, quanto un'informazione nuova. un meccanismo che il produttore del testo utilizza per evidenziare la parte del proprio enunciato che egli ritiene pi importante. A differenza delle dislocazioni, per, lelemento che viene portato in prima posizione non ripreso da elementi pronominali e, spesso, realizzato con unintonazione che ne enfatizza il carattere di novit.47 Secondo i generativisti per topicalizzazione si intende il tipo senza ripresa pronominale, in cui lelemento in prima posizione intrattiene legami strutturali con la struttura frastica che segue ed portatore di enfasi, nellelemento in prima posizione, nella letteratura funzionalista per topicalizzazione si intende il tipo in cui lelemento in topic disarticolato, autonomo da un punto di vista sintattico rispetto alla struttura frastica che segue.48 Noi, ispirati dalle nozioni provenienti dallo studio Dal centro alla periferia dei processi di topicalizzazione di E. Milano e dalla grammatica Grande grammatica italiana di

46 47

Per esempio: Massimo [elemento nuovo] che ha guidato la macchina [elemento noto] in Idem. Crf.: Linguistica generale: http://sdc.pompeinet.com/arch/dir/2/15.htm;

www.senzaconfini.enaip.fvg.it/htm/maqramItaliano/htm/risorse/virgilio/glossario/topicalizzazione.htm; t.wikipedia.org/wiki/Topicalizzazione
48

http://deposit.ddb.de/cgi-bin

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consultazione di L. Renzi, assumiamo un punto di vista pi complesso sostenendo che ogni spostamento nella posizione topicale malgrado le riprese pronominali sia topicalizzazione e ne distinguiamo quattro tipi secondo il loro livello del collegamento delle due parti. Tra queste parti appartengono: dislocazione a sinistra, anacoluto, tema sospeso e dislocazione a destra.

5.2.1.1 Dislocazione a sinistra

Come primo tipo di topicalizzazione viene menzionata la figura della dislocazione a sinistra che nasce quando un costituente diverso dal soggetto diventa tema e il resto della frase il rema. una costruzione marcata, che rimane sintatticamente corretta: il costituente tematizzato spostato a sinistra e mostra chiaramente la connessione sintattica con il resto della frase. Tale connessione viene espressa dalla preposizione anteposta e dalla ripresa pronominale. Luso della dislocazione a sinistra ormai scarso nei giornali; per ragioni come il risparmio di spazio le riprese pronominali sono un mezzo raro.

5.2.1.2 Anacoluto

Col termine tradizionale di anacoluto (dal greco anaklouthos che non segue, inconseguente) ci si riferisce alla frattura di una sequenza sintattica, a unirregolarit nella costruzione della frase, a un cambio di progetto che interviene nel corso della strutturazione del discorso (per servirci di unespressione adoperata dalla linguistica testuale).49 Esponiamo adesso alcuni esempi dove lelemento nominale anteposto allinizio della proposizione non ha nessuna relazione sintattica evidente con il resto della frase che segue, la parte della frase prima della virgola risultando incompiuta; questo mezzo pu essere adoperato volutamente oppure, a volte, viene considerato un errore grammaticale. Un anacoluto, perci, considerato errore quando viene pescato in una composizione scritta di

49

Serianni, L. Grammatica, Sintassi, Dubbi. Roma: Garzanti Libri, 2000. p. 371-372

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uno studente (italiano o straniero), in un articolo giornalistico senza pretese letterarie o nel discorso a braccio di qualche politico. Nello stesso tempo pu essere una raffinatezza stilistica quando lautore lo usi per ottenere un effetto poetico o anche per riprodurre forme che si avvicinano al parlato.
50

Questo costrutto caratterizza benissimo la maggior parte dei

nostri campioni dei titoli giornalistici. < Sanit, consulenze nel mirino > 18.12.05/C < Autobrennero, paralisi del traffico > 18.12.05/C < Elezioni, via alle manovre > 18.12.05/C < Sismi, loffensiva di Pollari > 9.7.07/R Una comune trascrizione dellinizio della frasse per tutti gli esempi citati sopra potrebbe essere Per quel che riguarda..., c un visibile nesso semantico ma dal punto di vista della sintassi le due parti sono indipendenti. Nel passato gli esempi di questo genere con elementi nominali anteposti senza relazione sintattica evidente con il resto della frase che segue erano considerati come tema sospeso. Noi riteniamo indispensabile distinguere questi due tipi, perch nel secondo caso (al contrario dellanacoluto) si nota o almeno secondo le grammatiche si dovrebbe notare un visibile collegamento delle due frasi anche se non cos forte come nella figura della dislocazione.

5.2.1.3 Tema sospeso

Come abbiamo detto il fenomeno di rottura sintattica viene chiamato anche tema sospeso, detto anche soggetto assoluto o nominativus pendens. Il tema non accompagnato dagli indicatori della sua funzione, si fa quindi sia con un pronome clitico (come dislocazione) sia con un pronome libero o dimostrativo o con sintagma nominale anaforico. Lordine sintatticamente marcato coincide con limportanza dei costituenti; alla fine di una frase si trova linformazione pi importante dunque pesante, perch ricca di

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http://www.agorazein.it/blog/?p=154

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informazioni. Il tema sospeso cerca di cambiare questo schema e mira lattenzione alla parola anteposta. Il tema sospeso si trova a met strada tra la dislocazione a sinistra e lanacoluto. La figura del tema sospeso si distingue dalla dislocazione a sinistra con il fatto che il costituente anteposto ha la ripresa pronominale sempre obbligatoria, pu essere ripreso anche da un epiteto, e non viene mai preceduto dalla preposizione che lo precede nella frase non segmentata. Siccome i giornali preferiscono eliminare tutti gli elementi che non sono indispensabili, anche il tema sospeso non una figura frequentissima e sar citata nei nostri esempi sempre in riferimento ad unellissi delle riprese. La frase: La zia, le regaler i fiori si pu considerare un tipico esempio del tema sospeso che viene considerato un errore grammaticale essendo la seconda parte della proposizione del dativo e la parte anteposta non mostra nessuna preposizione. Nei giornali, per, tale informazione sarebbe trasformata in un costrutto participiale, quindi, perdendo il pronome, la proposizione diventerebbe la figura dellanacoluto.

5.2.1.4 Dislocazione a destra

Ha le stesse propriet della dislocazione a sinistra a parte il fatto che il costituente che vuole essere accentuato compare ultimo nella sequenza. Il clitico opzionale anche con loggetto diretto. La dislocazione a destra appare nei giornali raramente ma pi spesso della dislocazione a sinistra. La spiegazione semplice: nei casi in cui parleremmo della dislocazione a sinistra, nella maggioranza di loro, tale figura pi vicina al tema sospeso o infine all anacoluto perch essi non richiedono le riprese pronominali, che vengono frequentemente omessi. Invece rispetto alla dislocazione a destra non conosciamo nessunaltra figura senza riprese pronominali. Dunque ogni spostamento a destra dellespressione che vuole essere accentuata va definito come la dislocazione a destra. < Doppio gp di unora, sabato e domenica > 9.7.07/R

49

5.2.2

Luso della punteggiatura dal punto di vista dei costituenti frasali anteposti IL RUOLO DEI SEGNI DI INTERPUNZIONE Quello dei segni interpuntivi infatti un territorio di confine: una delle poche

certezze su cui possiamo contare che la punteggiatura propria della pagina scritta, ne costituisce la segnaletica, la mappa grafica che guida il lettore nella sintassi, nel significato e nella struttura del testo. A queste diverse funzioni che i segni di interpunzione possono svolgere nel testo, si aggiunge quella, sempre richiamata nella tradizione di trattati e manuali dedicati allargomento, di rendere graficamente le pause e lintonazione delloralit.51 Prendendo in considerazione qualsiasi definizione della lingua standard, per esempio quella di Gian Luigi Beccaria che si occupa in alcuni suoi testi proprio del linguaggio dei giornali: La lingua standard una variet di lingua parlata in modo uniforme ed indifferenziato dallintera comunit linguistica. Per lo standard tipica la non marcatezza52, non possiamo dubitare sul fatto se il linguaggio giornalistico appartenga al gruppo delle lingue specialistiche oppure se risponda di pi alle caratteristiche di una lingua standard. I giornalisti utilizzano tutti i livelli di lingua (parlata e scritta) e tutti i tipi della scrittura, con preferenza di una lingua corretta e comunemente comprensibile; non evitano i regionalismi, o termini tecnici ed includono naturalmente tutti i sopraccitati elementi che aumentano lespressivit; il tratto fondamentale per, che identifica la lingua dei giornali come un linguaggio specifico soprattutto la marcatezza sintattica. Tra tutti i modi che servono ad evidenziare le informazioni nelle frasi dei titoli (vedi cap. V.;5.2.) quello che non manca mai in questi costrutti marcati, anzi indispensabile, rappresentato dal sistema dei segni dinterpunzione e dintonazione. Nel capitolo precedente abbiamo presentato una rassegna delle specificit sintattiche sforzandoci di definirle dal punto di vista delle regole grammaticali. Adesso opportuno procedere a distinguere con cura i tipi di nomi pi ricorrenti che vengono anteposti nei titoli proprio grazie ai segni di punteggiatura. Cercheremo di analizzare anche le anomalie sintattiche descritte prima.
51 52

http://www.accademiadellacrusca.it/ Beccaria G. L. Dizionario di linguistica e di filologia, metrica, retorica, Einaudi, Torino 1996

50

Nella lingua italiana non facile decidere quando usare la punteggiatura e quando no; questa usanza dipende soprattutto dalla decisione di chi scrive. Oltre che dalla estensione nelle funzioni, le difficolt nel dare indicazioni precise in merito alluso della punteggiatura derivano anche da una generale scarsit di regole e da una grande variabilit negli usi, soprattutto nella scrittura creativa e letteraria in cui le scelte interpuntive sono fatte rientrare nei tratti che contraddistinguono lo stile personale del singolo scrittore. Per quanto riguarda le regole, la riflessione grammaticale e linsegnamento scolastico si sono orientati prevalentemente nella direzione di un approccio in negativo: sulla punteggiatura si danno pi facilmente indicazioni mirate a quello che non bisogna fare, agli errori pi gravi da evitare, mentre pi difficile trovare indicazioni certe sugli usi corretti.53 Per queste ragioni nel presente capitolo sono state messe in rilievo solo le caratteristiche pi comuni che sono note ad ogni grammatica, ci sufficiente per il nostro scopo che consiste nello studio e nel confronto della punteggiatura giornalistica con la lingua standard. Il nostro interesse quello di dimostrare le specificit sintattiche del linguaggio giornalistico rispetto al linguaggio generale anzi che analizzare questultimo. La nostra ricerca ci ha spinto, tra laltro, a fare una una breve statistica sulla frequenza dei segni per poter analizzre quale segno di interpunzione viene usato di pi. La punteggiatura appare in tutte le testate studiate, per questo lindagine stata basata solo su quattro campioni (2 de La Repubblica e 2 di Corriere della sera) delle pagine principali. La conclusione ha stabilito che in queste pagine sono presenti in media sei articoli. Sono state incluse soltanto le titolature pi grandi e, per essere pi precisi e dettagliati, sono state evitate tutte le parti aggiuntive (occhiello e sommario) che abbondano di segni. Abbiamo preso in considerazione solamente le titolature vere e proprie, dalle quali abbiamo distinto ancora i due titoli pi grandi, pi visibili e pi importanti. Rivolgiamo adesso la nostra attenzione su una tabella statistica che ci offre i risultati della nostra mini-ricerca sulla frequenza dei segni di punteggiatura:
53

http://www.accademiadellacrusca.it/

51

giornale

il totale dei titoli

1 tit.

2 tit.

Altri titoli

la Repubblica 29.7.2007 la Repubblica 19.7.2007 Corriere della Sera 17.9.2005 Corriere della Sera 18.12.2005

DP

DP

DP

DP

DP

DP + PI

V DP

...virgola ...due punti

P S

...punto ...senza segno

PI

...punto interrogativo

Per poter confrontare i risultati, le quattro testate saranno allegate alla fine della presente tesi. Nei titoli, soprattutto in quelli pi grandi e suggestivi, prevalgono le virgole:

rappresentano il 42,4% del totale, i due punti (il secondo segno pi usato) il 23%. Se osserviamo in ogni giornale soltanto i due titoli pi grandi, arriviamo alla constatazione che il 87,5% contiene delle virgole. Otto articoli su ventisei erano privi di qualsiasi segno dinterpunzione per dobbiamo tener presente che per la nostra indagine erano rilevanti solamente i titoli propri. Esaminando altre parti del complesso titolistico il risultato dovrebbe cambiare il numero dei titoli completamente privi dinterpunzione diminuirebbe perch occhiello e sommario contengono sempre almeno uno di questi segni.

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Prendendo in considerazione esclusivamente i titoli contenenti qualche segno, la percentuale cambia in favore della virgola che costituisce il 61,1%, anche i due punti aumentano sono il 33,3% del totale ma lacrescimento della virgola decisamente maggiore. Torniamo adesso al fenomeno della virgola, che possiamo individuare come il mezzo interpuntivo fondamentale per la formazione dei titoli. Creando una pausa (guardando il problema dal punto di vista dellespressivit la virgola sostituisce lenfasi della lingua parlata), e nello stesso tempo rendendo visibile la dipendenza tra i due elementi divisi, la virgola aiuta a ridurre il numero delle parole in una frase, soprattutto il numero dei verbi.

5.2.2.1 Virgola

Le caratteristiche generali della virgola sono: la virgola indica una pausa breve; si usa, negli elenchi di nomi o aggettivi invece di una congiunzione rendendo il unaltra possibilit negli incisi in luogo delle parentesi; nelluso attuale dopo unapposizione o un vocativo; nel periodo si usa per segnalare frasi coordinate per asindeto; non pu mai stare tra il soggetto e il verbo o tra il verbo e loggetto.54

discorso pi veloce;

Usi correnti della virgola Prima di esporre gli usi particolari della virgola ci fermiamo a dimostrare il fatto che anche nei titoli la virgola pu assumere usi correnti, definiti dalla grammatica.

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Crf.: http://www.accademiadellacrusca.it

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a) enumerazione Appartiene ai pochi usi della virgola di cui parlano le grammatiche, dunque corrisponde alla caratteristica di base. < Intolleranza, violenze e omicidi cos lomofobia sta crescendo in Italia > 29.7.07/R b) frasi coordinate per asindeto Quando un titolo non creato con lo stile ellittico, le caratteristiche di tale esposizione si avvicinano sempre alla lingua standard: luso della virgola in questi casi pi vicino a quello di cui parlano le grammatiche. < I centristi resistono, la Lega minaccia > 12.7.04/C c) apposizione La figura dellapposizione un collegamento di nomi ed aggettivi che di solito sono collegati strettamente per asindeto per, se il loro nesso non fisso, possono essere divisi tramite una virgola. Questo tipo di frasi si pu trovare anche allinterno degli articoli ma la struttura frequentissima sopratutto nelle titolature, che poi corrispondono, dal punto di vista sintattico, alla definizione linguistica di base (al contrario della maggioranza degli altri titoli che sono costrutti speciali) rappresentando il fenomeno dellapposizione. < Gianna Vanini, diva per un giorno > 18.12.05/C < Libri, dono per lanima > 18.12.05/C < Tomasson, la riserva felice del Milan > 6.2.05/C < Michael Bubl, il piccolo Sinatra > 12.7.04/C < Evo, lorgoglio indio della Bolivia > 18.12.05/C Presentiamo anche un esempio pi complesso: < Maratona su tre tavoli, lo scoglio delle tasse > 12.7.04/C Dopo un costrutto espressivo la figura di metafora segue la sua spiegazione. Lenunciazione alla posizione del tema fa infatti parte del predicato, del quale notiamo lellissi del verbo copulativo, ma essendo anteposta unespressione di senso figurato, si presenta pi come una spiegazione dellargomento anzich unellissi.

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d) allocuzione Lallocuzione latto di rivolgersi del parlante al suo interlocutore. Nel linguaggio giornalistico viene rivolta la parola di solito ad un certo personaggio, raramente ai lettori. < Fini, non farti logorare > 12.7.04/C

Usi particolari della virgola La virgola viene utilizzata per lo pi nelle proposizioni ellittiche dove, infatti, sostituisce i verbi. La seconda applicazione pi frequente la partecipazione a varie strutture della topicalizzazione dove la virgola funziona come lenfasi della lingua parlata, cio mette in evidenza limportanza di alcuni costituenti frasali articolando cos il titolo giornalistico nel senso logico-argomentativo oppure in quello descrittivo. L uso sopra-menzionato delle virgole nei titoli aiuta a separare i nomi dal resto della frase. Di solito si tratta dei nomi di citt o di paesi (ma vedremo pi avanti che i nomi staccati dalla virgola e spostati allinizio del titolo possono essere di molti tipi), anteposti per definire lambiente dove avviene lazione. La virgola sostituisce il verbo significativo che esplicherebbe il rapporto tra il nome dislocato allinizio ed il resto della frase; avviene allora la sopraccitata ellissi mediante la virgola.

1) Anteposizione del complemento di luogo ossia il locativo La funzione pi comune della virgola , come abbiamo gi accennato, quella di separare e di mettere allinizio della frase i nomi dei paesi determinando cos lambiente, dove succede la situazione della quale si parla. Definiamo questa categoria, dunque, come uno spostamento ed un accentuazione del complemento di luogo, seguito dalla sua spiegazione. Con tale sistema si elimina: - la preposizione anteposta al nome - un verbo finito che spieghi il rapporto tra i due elementi.

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Esempi: citt < Venezia, notte sul Canal Grande per scoprire il ponte di Calatrava > 29.7.07/R < Varsavia, la disfatta dei gemelli Kaczynski > 22.10.07/C < Verona, via le camicie nere dallistituto della Resistenza > 25.7.07/R < Milano, bombe carta esplodono davanti a due banche >25.7.07/R paesi < Usa, armi ai sauditi contro lIran > 29.7.07/R < Libia, libere le infermiere bulgare > 25.7.07/R < Cina, il ritorno delle concubine > 29.7.07/R < Iraq, la tentazione di stenersi > 6.2.05/C partiti politici < Pd, in campo la Bonino > 29.7.07/R Il nome del partito politico assume il ruolo del locativo perch si presta a caratterizzare (anche se nel senso figurato) lambito dove accadono gli affari. altre denominazioni < Ospedali, allarme per linfluenza > 6.2.05/C Il presente esempio possiede tutte le caratteristiche dellanteposizione del locativo o complemento di luogo e non si pu parlare di una particolare rottura sintattica. Una frase grammaticalmente corretta e non marcata deve seguire lordine delle parole S>V>O, questo titolo si identifica con la figura del anacoluto oppure, implicano unellissi del verbo, per esempio: Ospedali, c allarme per linfluenza, esso vicino anche al tema sospeso con lellissi < Piazza Affari, quanti saldi in vetrina > 12.7.04/C Anche una parola astratta ( un simile esempio come i partiti politici) pu essere caratterizzata come un locativo anteposto, perch la spiegazione che segue dopo la virgola porta unesplicazione della situazione che si riferisce al nome anteposto.

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2) Anteposizione del complemento di specificazione < Letta, la corsa parte sul web> Anteponendo il nome cambiamo interamente la struttura della frase; tale nome acquista un valore marcato ed accentuato e diventa il punto di partenza per le seguenti informazioni che esprimono unesplicazione ed un allargamento del nome tema anteposto. Una frase non marcata: La corsa di Letta parte sul web non sarebbe capace di mettere in rilievo il personaggio in questione, una frase marcata correttamente dal punto di vista della sintassi corrisponderebbe al fenomeno del tema sospeso: Letta, la sua corsa parte sul web, nei titoli, invece, prevale la figura del anacoluto senza le riprese pronominali. Analizzando la struttura di questo titolo, possiamo sostenere due opinioni in merito: la prima che definisce il costrutto come il tema sospeso con ellissi di indicatori di collegamento e la seconda che ci porta al fenomeno del anacoluto, cio a una rottura sintattica dove il nome un costituente isolato nella periferia sinistra, perch nella forma originale del titolo non c relazione anaforica tra nessuno dei costituenti.

3) Anteposizione del soggetto < Ratzinger, cautela sullinvito in Cina > In questo caso la definizione della struttura si offre a prima vista dobbiamo chiamarla anacoluto, perch non ci mancano solo degli indicatori di collegamento (quindi non si presta la figura del tema sospeso o della dislocazione neanche pensando ad una possibile ellissi di riprese pronominali). Per poter ottenere una proposizione completa, non marcata, bisogna fare uno sforzo maggiore e riformulare tutta la proposizione. Si potrebbe fare una obiezione che ogni soggetto deve trovarsi nella posizione topicale ma avendo utilizzato la virgola e lasciando cos sparire un verbo i giornalisti sono riusciti ad ottenere una frase marcata anche se il topic rimasto nella posizione topicale. < Deputati, niente privilegi > 25.7.07/R

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Qui si propone una duplice spiegazione: stato accentuato il soggetto della proposizione con lellissi di un verbo significativo che dovrebbe esplicitare il rapporto tra i due costituenti I deputati non devono avere privilegi, quindi una situazione simile a quella citata prima. La seconda possibilit lanteposizione del complemento di termine con ellissi della preposizione del dativo Niente privilegi ai deputati. Il ruolo della virgola consiste in questi casi nel separare il soggetto; definiamo dunque il tipo di rapporto delle due parti nella frase come la spiegazione dellelemento anteposto. I presenti esempi accumulano in s pi strutture particolari: la prima corrisponde alla figura dellanacoluto, la seconda invece, definita dal punto di vista morfosintattico, una frase ellittica, priva di verbo, che viene sostituita da un sintagma nominale derivato dal verbo (possiamo trascrivere le frasi semplicemente in: ...sar cautelato... e ...che non siano privilegiati...). < Portico dOttavia, restauri e telecamere > 25.7.07/R Incontriamo una spiegazione ma non si pu parlare indispensabilmente di una tematizzazione. Portico dOttavia essendo un soggetto costituisce il tema anche in una frase completa, la virgola causa lellissi dei verbi e grazie ad esso anche la marcatezza dal punto di vista sintattico. < Colosseo, 5 milioni di visitatori > 9.7.07/R Facciamo lultimo esempio dellissi del verbo mediante virgola, dove sottintendendo il verbo riusciamo ad ottenere una costruzione marcata anche se tutti i costituenti della proposizione rimangono ai loro posti. Nella categoria dellanteposizione del soggetto deve imprescindibilmente appartenere anche la figura del discorso riportato con ellissi del verbo affermativo. Anche se questo compito spetta pi frequentemente ai due punti, non raramente affrontiamo degli esempi dove la virgola sostituisce un verbo, introducendo in questo modo il riassunto di un discorso diretto. In tali casi la virgola separa ed accentua sempre un soggetto che aveva pronunciato una frase e provoca cos unellissi del verbo che avrebbe dovuto introdurre il discorso diretto riportato. Il soggetto pu essere rappresentato da: Persona: < Bond, s ad auto e telefono > 12.7.04/C 58

Gruppo: politico: < Ue, s alle pensioni con riserva> 6.2.05/C Sostituendo un verbo daffermazione, la virgola, al posto dei due punti,

introduce un tipo di discorso riportato che presenta il riassunto di una discussione e nonostante che lallocutore non una persona reale, prendiamo il presente esempio come rappresentante del discorso riportato; sportivo: < Inter, il primo stop non conta > 25.7.07/R < Roma, ora reinvestiamo i soldi di Chivu > 25.7.07/R

soggetto doppio < Berlusconi-Follini, duello sullorlo della crisi > 12.7.04/C < Bush-Kerry, la sfida delle azioni > 12.7.04/C Con il trattino, si esprime esplicitamente il rapporto tra i due nomi anteposti. La virgola introduce sempre una spiegazione della situazione, la definizione della loro relazione e unesplicazione.

4) Anteposizione del complemento di causa < Referendum, ulivisti in campo > 9.7.07/R La parola anteposta compie la funzione del rema dislocato a sinistra, in posizione del tema, ed il resto della frase diventa il comment. Stiamo quindi parlando della tematizzazione del complemento di causa che, altrimenti in una frase completa, dovrebbe essere collocato nella parte destra: secondo un modello non marcato il ruolo della parola referendum sarebbe quello di costituire il rema della proposizione. Se vollessimo mantenere il tema e rema della frase completa ma esprimerla con i mezzi giornalistici, nel modo espressivo ed accativante, potremmo scrivere: Ulivisti in campo: referendum. Ma in tale caso, naturalmente, sarebbe gi accentuata laltra parte della proposizione.

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Il succo di questo enunciato si pu esprimere con la frase: Ulivisti vogliono il referendum e in tale caso parleremmo della tematizzazione del complemento oggetto ma la forma del titolo ci obbliga a prendere la prima possibilit anche se quella seconda, dal punto di vista semantico, non sia infondata. < Messa in latino, Berlino tradisce il Papa > 9.7.07/R A differenza degli altri titoli che abbiamo studiato o studieremo, qui non troviamo n spiegazione, n conseguenza logica tra i due componenti. Nel presente esempio affrontiamo s la tematizzazione del complemento di causa mediante la struttura dellanacoluto ma in verit si tratta di una proposizione subordinata causale che richiede una perifrasi pi ampia. < Pensione e lavoro, lInps chiama > 12.7.04/C Qui vediamo un esempio della conseguenza logica tra le due parti. Dal punto di vista del tipo dei costituenti frasali si pu parlare anche del complemento di argomento. < Deficit e pensioni, Italia a rischio-credibilit > 9.7.07/R La tematizzazione dei complementi di causa molto corrente, in tali casi parliamo sempre della figura dellanacoluto, perch la rottura dei nessi sintattici troppo forte. <Scandali, la Bbc perde la fiducia del pubblico> 29.7.07/R Gli scandali hanno causato che la Bbc perde la fiducia o meglio Per molti scandali la Bbc perde la fiducia. Ci poniamo la domanda: Perch, per quale causa? e dobbiamo constatare che spostando il complemento di causa allinizio della frase, mantenendo il verbo finito, si effetua soltanto lellissi di una preposizione che rende pi visibile il rapporto di causalit tra le due parti della proposizione ed ovviamente si tratta della tematizzazione del rema (topicalizzazione dellesito della situazione). Guardando questo titolo da unaltra ottica, la struttura potrebbe corrispondere anche ad una spiegazione della parola anteposta, ci cambierebbe tutto il significato della proposizione. Per questo il presente titolo si ritiene un po malelaborato perch ambiguo. <Il Sud brucia, migliaia in fuga> 25.7.07/R Anche in questo esempio si affronta la tematizzazione del rema che presenta le conseguenze ma no si vede pi lellissi di una preposizione perch per una completa trascrizzione dobbiamo trasformare tutta la frase in modo pi complesso. 60

<Sparatoria tra carabinieri e rapinatori, muoiono due banditi> Questo ultimo caso risulta a met tra i due esempi precedenti. Subito si nota lassenza della preposizione per ma si offre anche la seconda possibilit: In una sparatoia... che renderebbe la costruzione lanteposizione del complemento di modo.

5) Anteposizione del complemento di argomento < Sismi, loffensiva di Pollari > 9.7.07/R Nel presente titolo si tratta di una spiegazione con figura dellanacoluto (una completa rottura sintattica). Pollari lancia offensiva a proposito della / sulla situazione in Sismi. < Rai, arriva lindice di qualit Capiremo i gusti del pubblico > 9.7.07/R Abbiamo tre possibili trasformazioni: Per quel che riguarda Rai... cio complemento di argomento, oppure: la virgola introduce un discorso riportato provocando ellissi di un verbo dicendi: Rai annuncia che arriva lindice di qualit o infine: Alla Rai arriva lindice... che rende la costruzione complemento di termine. < Riforma, Berlusconi non convince Prodi > 17.9.05/C Notiamo lo spostamento verso la posizione del tema e laccentuazione del complemento che di solito segue il verbo alla fine della frase. < Elettricit, ancora due anni demergenza > 12.7.04/C Un simile caso come il titolo precedente, entrambi si possono perifrasare con la preposizione per quel che riguarda ma siccome il secondo esempio formato dal sintagma nominale, bisogna aggiungere anche un verbo per ottenere una proposizione completa. < Finanziaria, i tagli allesame di Siniscalco > 17.9.05/C La parola finanziaria rappresenta un vero argomento della frase anche dal punto di vista semantico, non soltanto un complemento di argomento visto in ottica della sintassi. <Dramma sulle Alpi, 5 assiderati> 25.7.07/R 61

Pensando ad una possibile trascrizione del titolo in una frase completa, non troppo chiaro il nesso con il complemento di argomento. Al contrario, per, dellanteposizione del complemento di causa (che si presta come la seconda possibilit della definizione), qui dobbiamo domandare: Perch si parla di dramma? e rispondiamo: Perch sono assiderate 5 persone., dunque uno sviluppo, spiegazione ed esplicazione del tema argomento. Se guardiamo questa frase dal punto di vista delluso dei due punti, la definizione del argomento risulta pi accettabile: Dramma sulle Alpi: 5 assiderati.

6) Anteposizione del complemento oggetto < Competitivit, primo obiettivo Ue > 12.7.04/C Qui abbiamo una visibile ellissi del verbo che stata provocata dalla virgola, si nota lo spostamento del rema (complemento oggetto) nella posizione del tema.

7) Anteposizione del complemento di specificazione < Metro, biglietti pi veloci ecco i nuovi distributori > 25.7.07/R A questo punto si offrono pi possibilit di spiegazione, dipende dal modo in cui perifrasiamo il titolo. La prima possibilit trascrive il titolo: I biglietti del metro saranno pi veloci, in ottica della seconda possibilit vediamo il complemento di luogo In metro i biglietti saranno pi veloci. Proseguiamo con il complemento di limitazione: Rispetto al metro, i biglietti saranno pi veloci oppure con il soggetto: Il metro avr biglietti pi veloci. Tutte e quattro le possibilit sono considerabili, dal punto di vista sintattico parliamo della figura dellanacoluto.

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8) Anteposizione del complemento di scopo < Gas serra, il mercato delle emissioni > 9.7.07/R In questo esempio possiamo chiedere: Per quale motivo / scopo nasce il mercato delle emissioni?. Rispetto alla topicalizzazione parliamo della figura dellanacoluto perch la rottura della sintassi abbastanza forte. Nel richiamo della prima pagina troviamo la seguente forma del titolo: < Gas serra grande corsa al mercato delle emissioni > che si pu analizzare semplicemente come una frase ellittica. interessante osservare che i titoli scritti in pi righe sono privi di segni di punteggiatura.

9) Anteposizione del complemento di termine < Radio e tv, stop a insulti e violenze nasce il codice etico-sportivo > 9.7.07/R Nel testo dellarticolo troviamo: Addio alle radio o alle tv che lanciano proclami e minacce[...]: sta nascendo il codice di autoregolamentazione delle trasmissioni... Guardando da due prospettive diverse che si prestano, abbiamo come prima possibilit della riscrittura lanteposizione del complemento di termine: Alla radio e tv si chiede stop..., la seconda va definita come una dislocazione del soggetto: Radio e tv devono smettere di insultare....

10) Anteposizione del complemento di limitazione < Elezioni, via alle manovre > 18.12.05/C La parola messa allinizio della frase, nella posizione dellargomento del titolo difatti assume il ruolo in ottica dei costituenti frasali del complemento di limitazione e potrebbe essere trascritta in Rispetto alle elezioni dobbiamo rinunciare alle manovre. 63

11) Gradualit dellesplicazione < No alla Tav, 50mila in piazza a Torino, corteo senza incidenti > 17.9.05/C Preposizioni coordinate per asindeto chiamato anche giustapposizione che danno una doppia spiegazione al nome anteposto con complementi gradualmente sviluppati. Il rapporto di prima coppia di espressioni staccate dalla virgola si pu indicare come uno sviluppo della situazione, la relazione di 50mila in piazza a Torino, corteo senza incidenti come una spiegazione. < La fuga di Ciruzzo, tra casino e affari in tutta Europa > 17.9.05/C Vediamo di nuovo uno sviluppo dellargomento anteposto: dal punto di vista della sintassi della proposizione completa parliamo del complemento di luogo, ma siccome una frase incompleta, ellittica nominale, pu fungere anche da un attributo predicativo. In una frase complessa la fuga di Ciruzzo, anche se non pi in forma ellittica ma come un insieme di sintagma verbale e sintagma nominale, occuperebbe la posizione topicale, il comment sempre lesito della situazione che porta linformazione nuova. < La vera strada, sanzioni raddoppiate > 12.7.04/C Il sintagma nella posizione topicale rappresenta infatti la figura di apposizione, il completamento della frase si pu realizzare solo con il verbo copulativo essere.

12) Anteposizione dei pronomi < Io, politicamente scomodo > 6.2.05/C < Noi, scienziati liberi > 12.7.04/C < Noi donne, incapaci di violenza > 6.2.05/C In tutti e tre gli esempi possiamo vedere che la virgola sostituisce il verbo essere, focalizzando cos il pronome-soggetto che in una forma non marcata non verrebbe espresso.

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13) Dislocazione a destra < Doppio gp di unora, sabato e domenica > 9.7.07/R Un eccellente esempio (nei giornali ne sono pochi) della dislocazione a destra, la quale causata soltanto dalla virgola, che, sostituendo un verbo, accentua lenfasi della lingua parlata e separa i due componenti della proposizione. Tali elementi, essendo privi di virgola, avrebbero lordine non marcato.

Conclusione Abbiamo cercato di presentare una ricca veriet di componenti anteposti, ed occorre fare un completamento dei risultati acquistati constatando che la maggior parte dei nomi spostati allinizio delle frasi rappresentata dai complementi di causa. La causalit e la sua conseguenza sono importanti perch i giornali cercano di informare ed il compito dei titoli sta nel facilitare lorientamento dei lettori tra gli articoli, comunicando al primo posto la informazione pi rilevante (cio largomento) ed in seguito la sua spiegazione.

5.2.2.2 Due punti

Le caratteristiche generali: periodo; i due punti si mettono prima di introdurre un detto, una citazione o un discorso dinanzi alla enumerazione delle parti dopo avere accennato il tutto; o davanti indicano che ci che segue chiarisce, dimostra o illustra quanto stato detto si usano al posto di congiunzioni subordinative o coordinative; non si possono mai ripetere i due punti pi volte allinterno dello stesso

che si riporta in modo diretto; alla conclusione dopo lenumerazione; prima; un membro del periodo la spiegazione o lampliamento del precedente;

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inaspettato.55

dinanzi ad una lunga o molto importante apposizione che aggiunge un pensiero

Luso dei due punti nei giornali pi vicino al loro uso comune, descritto sopra, al contrario di quello della virgola che a volte assume capacit particolari. I due punti servono per lanteposizione di un sostantivo-argomento seguito dalla frase verbale o nominale. Dopo i due punti segue una spiegazione della parola precedente che chiarisce per esempio: le conseguenze, il motivo, il tema generale, la conclusione, gli obiettivi, lelemento nuovo ecc. Anche se la virgola il segno d uso pi largo, vario e articolato56 le sue caratteristiche sono ormai insufficienti e molto pi generali rispetto ai due punti. Mentre parlando dei due punti possiamo prendere come punto di riferimento due descrizioni delle pi accurate, mirate addirittura sul loro uso nei giornali: una di Maurizio Dardano, laltra di Luca Serianni, due linguisti intervenuti sul argomento. Maurizio Dardano suddivide i nomi anteposti nei seguenti tipi: 1) 2) 3) 4) argomento apposizione locativo attore57

Anche Luca Serianni riconosce quattro categorie ma li guarda dal punto di vista delle funzioni dei due punti, quali sono: 1) 2) 3) precedente sintattico-argomentativa - introduce la conseguenza logica o leffetto di un sintattico-descrittiva - chiarisce il rapporto di un insieme appositiva - presenta una frase con valore dapposizione rispetto alla fatto gi illustrato

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Fornaciari, R. Sintassi italiana dell'uso moderno. Firenze 1881; nella trascrizione di Maurizio Pistone Serianni, L. Grammatica italiana, Torino, UTET 1988 Dardano, M. Il linguaggio dei giornali italiani. Bari: Laterza 1973

http://www.mauriziopistone.it/testi/sintassi/capitolo304.html
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4) trattini58

segmentatrice - introduce un discorso diretto in combinazione con virgolette e

Dunque, come vediamo nelle definizioni presentate sopra, le funzioni dei due punti sono abbastanza vicine a quelle della virgola. Dalla nostra ricerca appare che in molti casi, infatti, soprattutto quando viene anteposto un nome proprio, le virgole vanno preferite perch riescono ad introdurre a prima vista una causalit o un argomento (i due punti in questi casi possono confondere con la funzione dellintroduzione del discorso diretto ripreso). Dallaltra parte luso dei due punti pi vicino ad una spiegazione e, siccome anche nei testi non giornalistici i due punti ricorrono in simili funzioni, i lettori sono abituati a percepirli in tale modo. Le frasi nei giornali paiono poi pi naturali e non sembrano a prima vista di essere costrutti speciali; non si sente troppo il bisogno di completarle con un verbo, perch i due punti garantiscono un alto grado di leggibilit essendo pi potenti nella loro funzione esplicativa rispetto alle virgole conosciute soprattutto come indicatori di una pausa breve. < I medici: problemi al cuore ma Bossi migliora > 12.7.04/C < Penati: via i vertici della Serravalle > 12.7.04/C In questi casi si tratta dellintroduzione dei discorsi riportati: gli autori di tali titoli ci offrono evidentemente soltanto il riassunto delle affermazioni originali espresse dalle persone anteposte; spesso si nota lomissione delle virgolette. < Lacrime alla radio: Umberto tradito dagli alleati romani > 12.7.04/C I due punti introducono una spiegazione dellantecedente, ruolo rappresentato spesso dalla virgola ma originariamente destinato ai due punti. Da un altro punto di vista si pu affermare che i due punti nella loro funzione segmentatrice59 introducono (in modo suggestivo) e perifrasano ci che aveva detto un radioascoltatore. < Vassalli riabilita Alfredo Rocco: grande giurista > 12.7.04/C < Primo programma: la trasparenza > 12.7.04/C
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http://www.accademiadellacrusca.it/ Crf.: http://www.accademiadellacrusca.it/

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Tali esempi qui sono di valore appositivo, la trasparenza spiega e definisce la parola anteposta e nello stesso tempo grande giurista di genere attributivo. < Polemiche per la pubblicit del Sei Nazioni: ingaggi bassi e mai in discoteca > Il rugby sfida il calcio: niente modelle, siamo seri > 12.7.04/C I primi due punti spiegano il rapporto di causa tra le due parti, gli altri in un certo senso hanno la stessa funzione ma il secondo caso pi vicino al discorso riportato: descrive e spiega la sfida che era stata espressa. < Marzo 2003: lultima telefonata a un indagato per le Torri gemelle prima dellarresto > 12.7.04/C Nel sopraccitato esempio si trova una descrizione di una situazione, simile allanteposizione del locativo che caratterizza lambiente; nella presente descrizione vediamo il complemento di tempo che tenta di precisare delle informazioni sul tempo. < Debenedetti contro Santoro: fa il girotondino, lascio i Ds Ma poi: era solo una boutade > 6.2.05/C La funzione pi frequente dei due punti quella di segmentare il testo introducendo il succo del discorso. Molte volte abbiamo definito tale struttura come il discorso riportato ma in questo caso stiamo parlando piuttosto di una breve sintesi delle parole pronunciate. Proprio questa capacit (e possibilit delluso) dei due punti di riassumere un enunciato attribuisce ai giornalisti un grande potere nellesptimersi breve ed efficacemente. Nella seconda proposizione ci accorgiamo del modo insolito dellintroduzione che consiste di un solo avverbio invece di presentare lallocutore. < La Guardia svizzera: pi poteri per difendere il Papa > 17.9.05/C In questo esempio vediamo lellissi di due verbi: di un verbo introduttivo del discorso riportato e di un altro che completi il sintagma ellittico. < Favola finita: Bridget Jones torna single > 17.9.05/C Dopo i due punti segue una spiegazione dellespressione anteposta. < Dico, offensiva della Chiesa. Il Papa: preoccupato > 10.2.07/C 68

Anche senza leggere lintero articolo possiamo definire il ruolo dei due punti nel presente titolo come lintroduzione del discorso riportato. Trovando, per, dentro il testo la citazione del Papa: Sono preoccupato per le leggi... si pu attribuire ai due punti la funzione sintattico-descrittiva, cio quella che introduce maggiori dettagli e caratteristiche su quanto detto prima, in questo caso di un attributo. In ottica generale parliamo dellissi del verbo essere. < Berlusconi e gli stadi chiusi: un decreto illiberale > 10.2.07/C Il presente esempio a prima vista vago: nella periferia sinistra del titolo si presenta una situazione e dopo i due punti viene perifrasato un discorso riportato che dovrebbe spiegare la situazione in questione, posta allinizio. Non si pu riconoscere chi era lallocutore del discorso e non viene chiarito neanche nell occhiello dove leggiamo: < Il Cavaliere: lede la libert degli abbonati. Gea, i pm chiedono il processo per Moggi e altri sette > Essendo un tema sviluppato in altre pagine, lo scopo del titolo risulta chiaro, come lobiettivo di tutti i titoli, cio: spingere il lettore a leggere larticolo. Comunque importante distinguere almeno due tipi secondo leffetto che i titoli fanno. Per esempio un titolo della stessa pagina (prima pagina del Corriere della Sera) annuncia: < Due ragazze italiane massacrate a Capo Verde >. Immediatamente ci accorgiamo della differenza tra un titolo freddo (Il Cavaliere) e un titolo caldo (Due ragazze); tutti e due eseguono la stessa funzione (spingere a leggere larticolo) in un modo diverso. Il titolo caldo punta sullespressivit (ma spinge solo i lettori che si interessano dellargomento), il secondo, invece, preferisce non rivelare tutto e ognuno chi non pratico nella problematica deve leggere almeno una parte dellarticolo.

< Numeri da Milan: Maldini a quota 800, Kak firma fino al 2010 > 17.9.05/C Lenumerazione che segue dopo i due punti costituisce un uso corrente dei due punti. < Il fuoco, le esplosioni: sembrava la guerra > 25.7.07/R < Dai media ai consumi: le regine di crescita > 12.7.04/C La coerenza delle parti dei due titoli assicurata dalla funzione sintattico-descrittiva dei due punti che introducono maggiori dettagli rispetto alla frase precedente. 69

< Ferrero: resa dei conti vicina porteremo la gente in piazza> 29.7.07/R <Napolitano: contro gli incendi mobilizzazione permanente> 29.7.07/R I titoli presentano i due punti nella funzione segmentatrice. Parleremo nel capitolo (V; 5.2.2.8.) del discorso diretto ripreso che viene in questo modo introdotto.

Conclusione Nei primi due capitoli abbiamo parlato di vari usi di due segni dinterpunzione: della virgola e dei due punti. Abbiamo cercato di esporre numerosi esempi concentrando la nostra attenzione soprattutto sullimpiego della virgola perch essa d origine a varie figure sintattiche. Riassumiamo gli usi comuni dei due segni pi ricorrenti: 1) riportato 2) virgola 3) 4) la spiegazione realizzata dallesposizione dei maggiori dettagli riguardanti le la separazione dei nomi di paesi e di citt per caratterizzare lambiente espressioni anteposte dellazione; in questa categoria possono essere inseriti anche i nomi di societ, squadre sportive, partiti politici o daltre associazioni 5) ultima funzione di questi segni nei titoli giornalistici sta nellespressione dellapposizione Le prime tre funzioni (1,2,3) si possono definire, dal punto di vista della classificazione di Dardano, come lanteposizione attore. Le funzioni (2,3) corrispondono poi allaccentuazione dellargomento e dipendono della parola. Le funzioni 4 e 5 corrispondono esplicitamente alle caratteristiche stabilite da Dardano: locativo (4) e apposizione (5). il legame causale tra i due componenti separati i cui prevale luso della il compito pi importante di tutti e due segni lintroduzione del discorso

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Dal punto di vista di Serianni la prima funzione (1) segmentatrice, la seconda (2) sintattico-argomentativa, la terza (3) sintattico-descrittiva e l ultima (5) appositiva. evidente che le funzioni argomentativa e descrittiva possono includere anche lanteposizione del locativo (4), perch, anteponendo un locativo, seguono sempre le descrizioni dettagliate o spiegazioni dei fatti avvenuti nei posti menzionati. Nel presente lavoro, per, la categoria del locativo verr trattata a parte. Sulla base di questa divisione possiamo constatare che sia Dardano che Serianni non danno delle definizioni accurate, soprattutto perch assumono punti di vista diversi. Per questo noi, avendo preso in considerazione tutte e due le definizioni e confrontandole con i risultati della nostra ricerca, dobbiamo stabilire una divisione pi dettagliata. importante aggiungere che, parlando della virgola, le parti anteposte sono pi corte rispetto a quelle che precedono i due punti; di solito c una sola parola.: < Colosseo, 5 milioni di visitatori >, < Metro, biglietti pi veloci > ecc. Ma sono noti molti casi con pi parole, soventemente formati dal sintagma nominale, a volte da altri tipi. Da un solo sintagma nominale: < La fuga di Ciruzzo, tra casino e affari in tutta Europa > 17.9.05/C. Da sintagma nominale e sintagma verbale, pi precisamente SN, SN, SV: < Messa in latino, Berlino tradisce il Papa > 9.7.07/R. Da sintagma verbale e sintagma avverbiale: < Il Sud brucia, migliaia in fuga > 9.7.07/R. Quando le parti anteposte sono corte possibile distinguere tali strutture dal punto di vista dei costituenti frasali in quanto essi manifestano lanalogia con loro. Invece i complessi separati dai due punti sono di solito pi lunghi e complicati, per questo si in grado di stabilire solo la funzione dei segni e non pi di fare una ricostruzione dettagliata.

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5.2.2.3 Il punto e virgola

Le caratteristiche generali: virgola; reciproco; virgola; segna il distacco tra due frasi ossia due pensieri in una frase. in generale si usa per indicare una pausa pi lunga di quella segnata con divide con pi forza proposizioni coordinate, che stiano in un certo contrasto si usa invece di unaltra virgola, dopo una serie di parole o proposizioni divise

da virgole, che costituiscono un membro del periodo; il suo uso pi formale delluso della

Il punto e virgola un segno lento; retr; dipende da quello che ha intorno; non autonomo; pone dei dubbi.60 Durante le analisi dei titoli giornalistici non sono stati trovati dei rappresentanti delluso del punto e virgola.

5.2.2.4 Punto fermo

Le caratteristiche generali: autonome. il pi antico segno interpuntivo che viene collocato per chiudere il periodo; indica una pausa lunga; la sua funzione primaria quella di articolare il testo in unit comunicative

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Prontuario di punteggiatura Mortara Garavelli Bice EditoriLaterza Roma 2007

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Invece nelle lunghe enumerazioni, preferibile unire diverse parti in un solo periodo, dividendole soltanto coi due punti o col punto e virgola.61 Il punto fermo si usa anche nella titolatura nella sua funzione pi corrente, cio per distinguere due frasi. Di solito si trova nellocchiello o nel sommario dove per lesigenza di chiarire le circostanze ricorrono pi frasi (pi frasi sono nella maggioranza dei casi nellocchiello) che nel titolo ed esse devono essere separate luna dallaltra. Il segno del punto fermo non causa delle ellissi o costrutti speciali. Non pu in questo senso sostituire i verbi. < Linferno sul gargano Due morti e migliaia di sfollati[.] Arriva lesercito[] > 25.7.07/R Il presente esempio (tipico rappresentante dei titoli caldi) rispetta le regole sintattiche dei titoli: finisce una frase con il punto fermo, invece laltra (che lultima nel complesso del titolo) ne rimane priva. < Urbani: un pasticcio ma non fa disastri [] Si pu anche votare > 10.2.07/C Riteniamo utile accentuare questo titolo, perch anche se sbagliato dal punto di vista della grammatica giornalistica, perch s, i titoli non vengono mai conclusi da un segno dinterpunzione, ma in questo caso la frase non chiusa non costituisce la fine assoluta del titolo rappresenta unaltra norma della composizione delle titolature, cio: nel caso che i titoli siano sistemati in due o pi righe, quelli che si trovano alla fine della riga non vengono mai chiusi con un segno di punteggiatura. Questo parametro viene applicato anche a tutti gli altri segni.

61

Fornaciari, R. Sintassi italiana dell'uso moderno. Firenze 1881; nella trascrizione di Maurizio Pistone

http://www.mauriziopistone.it/testi/sintassi/capitolo304.html

73

5.2.2.5 Il punto interrogativo

I segni di punteggiatura danno delle istruzioni anche riguardo allintonazione. Tra quelli intonativi appartengono il punto interrogativo ed il punto esclamativo. I segni dintonazione servono ad esprimere tono ed accento alla fine dellenunciato scritto. Il punto interrogativo presenta meno discordanze nelluso (rispetto alle regole grammaticali) ed meno difficile da usare: si usa nelle stesse situazioni sia nella lingua standard che in quella dei giornali, quindi alla fine delle frasi per dare ad unespressione un tono di domanda o di sorpresa. Nei titoli giornalistici tali proposizioni, senza dubbio, servono ad aumentare lespressivit. Quello che si potrebbe esprimere in pi frasi o introdurre con qualche verbo, si risolve con un unico segno. < Esportare la democrazia? Si pu, con le riforme agrarie > 29.9.08/C Nelle due frasi possiamo accorgerci che anche se creano un insieme di domanda e risposta, la frase interrogativa finisce con il punto interrogativo invece la seconda frase effettivamente non stata finita con il punto fermo come sarebbe comune in unaltro testo scritto che segua le regole grammaticali basiche, valide per testi letterari. Come abbiamo visto nel capitolo (IV; 4.3.), dedicato alla descrizione delle modalit dei titoli, conosciamo tre tipi principali di proposizioni interrogative. I giornalisti usano per un quarto tipo di interrogativa, cio una interrogativa accompagnata subito dalla risposta. I casi con la domanda sola sono ormai scarsi. I punti interrogativi appaiono frequentemente nei discorsi riportati: con allocutore espresso < Orlando: Putin? troppo poco > 29.9.08/C con allocutore sottinteso < Il puntinismo? Pesa il governo Prodi Pd, lite sul braccio destro del leader > 29.9.08/C 74

5.2.2.6 Punto esclamativo

Si usa nelle proposizioni esclamative per dargli questa caratteristica. evidente che essendo esclamative le frasi aumentano in una forma scritta lespressivit del testo. I giornali, per, anche se la loro intenzione di essere espressivi, nel caso che vogliono essere considerati tra i periodici seri, evitano le frasi con punto esclamativo, non danno ordini o esclamazioni e preferiscono portare le informazioni in modo indicativo. Il punto esclamativo potrebbe apparire in un discorso diretto, ma come abbiamo potuto vedere, tali discorsi vengono prevalentemente trasformati in riassunti, quindi perdono un po della loro dinamicit ed un eventuale uso del punto esclamativo sarebbe inopportuno. Per questo nel nostro corpus non abbiamo trovato nessun esempio di punto esclamativo nei titoli.

5.2.2.7 Puntini di sospensione

Le caratteristiche generali: perch noto; possono dare unintonazione ironica o un doppio senso; inseriti tra parentesi indicano che sono state omesse alcune parole.62 indicano una sospenzione del discorso: esprimono allusione, reticenza, indugio

o uninterruzione del discorso. Spesso si sottintende qualcosa che non necessario dire

Nei titoli dei giornali le informazioni devono essere chiare ed univoche, senza degli indugi; luso dei tre puntini, che esprimono il non-detto permesso nei commenti e negli articoli letterari, qualche volta nellocchiello.

62

http://www.accademiadellacrusca.it

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< Erano i risparmi di una vita di lavoro di un anziano contadino della Bassa cremonese. Lui si fidava di quella banca... Morto mio padre, i soldi sono spariti La famiglia truffata: Fiorani ci ha portato via 130mila euro > 18.12.05/R < Nella banda il figlio di un politico E noi che pensavamo a foresieri... > 9.7.07/R I tre puntini di sospensione possono ricorrere anche in una riformulazione dei discorsi.

5.2.2.8 Virgolette

Le caratteristiche generali: si usano nei discorsi diretti, o per indicare parole particolari o con un senso indicano le parole riportate testualmente o citazioni, titoli di opere e nomi di riconosciamo pi tipi di virgole ed i loro usi: per riportare una breve citazione, anche di una sola parola (eventuali citazioni interne alla citazione vanno messe fra virgolette alte) per trascrivere i discorsi diretti (eventuali dialoghi interni nelle citazioni saranno posti fra virgolette alte) alte si usano: per eventuali dialoghi interni nelle citazioni per le parole usate in un senso particolare per eventuali citazioni interne nella citazione apici si usano: nella citazione di titoli allinterno di altri titoli in corsivo.63

figurato, parole straniere o dialettali; giornali e riviste; a caporale o basse si usano:

63

Crf.: LEVIA GRAVIA: quaderno annuale di letteratura italiana redatto dalle universit di Torino e del

Piemonte orientale; http://hal9000.cisi.unito.it/wf/ATTIVITA_C/Pubblicazi/levia/NORME-DI-R/index.htm

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La scelta di un certo tipo di virgolette pu essere motivata anche dal senso estetico. Avendo confrontato due tipi di giornali abbiamo potuto stabilire le differenze del loro sistema delle virgolette: nel Corriere della Sera si preferiscono le virgolette basse, sia nei titoli che negli articoli. Ne La Repubblica, invece, prevalgono le virgolette alte per circoscrivere i discorsi diretti riportati nei titoli e per accentuare certe parole sia nei titoli che negli articoli (le parole con senso figurato, i prestiti ecc.). Inoltre si notano anche le virgolette basse che includono i discorsi diretti e riportati allinterno degli articoli. Luso delle virgolette nei giornali: introdurre un discorso; dare alle espressioni il senso ironico; indicare parole straniere o usate in senso figurato.

Esempio di un titolo che include pi caratteristiche: < Sul Pm di Catanzaro: Mi ha indagato per farsi togliere lindagine Mastella: basta fango, avanti linchiesta Caso de Magistris, il ministro della Giustizia invita i magistrati a non insabbiare linchiesta Why not> 22.10.07/C Nellocchiello vediamo il discorso diretto messo tra le virgolette Invece nel titolo le virgolette mancano Nel sommario le virgolette distinguono una denominazione Nel presente titolo la scelta tra luso e il non-uso delle virgolette risulta evidente: il primo caso assume le caratteristiche di un vero discorso diretto, anche con due punti introduttivi, il secondo invece rivela immediatamente di essere un riassunto delle opinioni. Vedremo pi avanti che la situazione non sempre cos evidente. Infatti i giornali virgolettano a loro guisa ignorando le regole. oggetto di molte discussioni64 che giungono sempre alla stessa conclusione: dal punto di vista della
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Per esempio sui siti: http://www.repubblica.it/2009/01/sezioni/spettacoli_e_cultura/de-andre-schedato/de-

andre-schedato/de-andre-schedato.html; http://www.marcobassetti.it/?p=227; http://www.achyra.org/cruscate

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grammatica della lingua standard i giornalisti sbagliano. I campioni manifestano, per, che in gran parte luso delle virgolette dipende dalla volont dellautore del testo, quindi che si tratta di unintenzione oppuro di uno sbaglio apposta.65 Una questione a parte rappresentata dalla tendenza alla costruzione ed alla riformulazione dei discorsi diretti. Si presenta (parlando in generale ed essendo coscienti che si notano molti casi in cui questa regola viene marginalizzata e vengono preferiti altri modi per introdurre un discorso) nella forma di un sostantivo-attore, staccato dai due punti e seguito da una spiegazione oppure, in molti casi, dallopinione pronunciata o ben conosciuta di tale persona. Nel caso che si tratti veramente di un discorso diretto, cio delle parole trasmesse letteralmente, si presuppone la presenza delle virgolette. Nel caso che abbiano solo una semplice apparenza di una citazione le virgolette dovrebbero essere omesse. una regola linguistica di base, oltre che una norma di garanzia che un giornale dovrebbe rispettare; dalla ricerca poi risulta che non viene sempre mantenuta. Unespressione virgolettata pu essere intesa in maniera ironica, con un senso ambiguo oppure come un discorso diretto. Non essendo un discorso diretto, tale espressione pu avere un aspetto errato, perch dentro le virgolette, generalmente, va riportato ci che qualcuno ha detto o scritto e no una deduzione o perifrasi di ci che si intendeva dire, come si suole nei giornali. Dal punto di vista del lettore non giusto, un inganno dalla parte dellautore perch attira lattenzione del lettore su un fatto che non. Gli esempi successivi dimostrano proprio questa irregolarit nelluso delle virgolette. 1) < Fiorani: Soldi a Grillo e una Ferrari al banchiere > 25.7.07/R 2) < La Forleo: sono in linea con la Procura > 25.7.07/R Il primo esempio, che possiamo definire come un discorso riportato (una riformulazione fedele di quello che era stato detto), si dovrebbero omettere le virgolette, perch non un enunciato credibile. Si tratta di un rappresentante caratteristico dei titoli giornalistici che, assumendo apparenza di una citazione, cerca di dare un particolare rilievo al contenuto.
65

Per approfondire questo argomento vedi capitolo IV;4.5. aspetto morfosintattico dei titoli

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Il secondo esempio si avvicina di pi ad un discorso riportato diretto; il verbo assicura una maggiore credibilit, mentre le virgolette mancano. In verit, avendo letto i due articoli, si pu constatare che tutti e due i casi rappresentano soltanto una sintesi dei discorsi e che, quindi, non facile rintracciare una regola stabile rispetto alluso delle virgolette perch di fatto dipende soprattutto dalla scelta dei giornalisti. I seguenti due esempi sono stati presi dalla stessa pagina de La Repubblica della rubrica Politica e giustizia del 25 luglio 2007. Per approfondire le incertezze e i possibili dubbi riguardo allintenzione di virgolettare o no, riprendiamo anche altri due titoli dalla stessa pagina: 3) < Bertinotti: niente privilegi per i parlamentari > 4) occhiello: < Mancino: Napolitano non si riferiva a nessun caso specifico. Pera attacca il Quirinale titolo: Quelle critiche sono ingiuste freddezza al Colle con lex pm > Possiamo notare lomissione delle virgolette nel titolo pi vicino ad un discorso riportato diretto (3), invece nel secondo caso (4), che pare pi un riassunto perch lallocutore non neanche staccato dai due punti e si deve intuire dallocchiello, le virgolette appaiono. difficile stabilire una soluzione o una norma valida per tutti i titoli. Possiamo constatare che non si tratta di unintenzione stilistica comune ad un tipo dei titoli (nel presente caso ai titoli politici). Lunica regola grammaticale di cui ci possiamo accorgere luso dei caratteri: dopo le virgolette segue una lettera maiuscola, invece le frasi senza virgolette cominciano con lettera minuscola. Questa constatazione permette di sottolineare che il problema in questione (luso delle virgolette) unintenzione degli autori (anche se irregolare) e rende indispensabile contestare le ipotesi le quali definiscono il non-uso o stra-uso delle virgolette come sbagli causati dallignoranza della grammatica. Parlando della mancanza delle virgolette nelle frasi in cui dovrebbero introdurre un discorso diretto, dobbiamo ricordare anche il fatto opposto: in moltissimi casi le virgolette 79

vengono usate in un modo quasi inaspettato. Quando una frase priva dellallocutore staccato mediante i due punti dalla proposizione seguente, non considerata il discorso diretto; nei giornali, comunque, questi tipi di frasi vengono virgolettati molto spesso. < Vivi per miracolo, nessuno ci ha avvertiti > 25.7.07/R Questo enunciato detto probabilmente da una persona che sopravissuta, da una voce dalla folla, e senza unintroduzione non ha gli aspetti di un discorso diretto. < Quattro italiani su dieci: il Vaticano non faccia politica. Scegliamo da soli 18.12.05/R Uninteressante combinazione di due discorsi tra i quali il primo si serve delle virgolette e il secondo no, anche se entrambi appartengono allo stesso interlocutore e alla stesa situazione. < Unoverdose di medicinali ha ucciso la sorella di Letizia > 10.2.07/C In questo esempio viene virgolettata la parola con il figurato. Esempi di titoli pi complessi: Occhiello: contropiede i Cassazione Titolo: Occhiello: gi in moto Titolo: Pannella non pu candidarsi nel partito esplode la polemica> Le 800 mila firme sono la voce del Paese che vuole cambiare> < Parere negativo dellufficio di presidenza, ma la macchina radicale <Il leader del comitato promotore Guzzetta: Abbiamo preso in partiti . Ieri la consegna in

Pi che dei discorsi ripresi diretti le parole sembrano dei motti o slogan. da meravigliarsi perch gli autori si servono tanto frequentemente di questa forma, che non rende visibile il loro sforzo di inventare un titolo peculiare e preferiscono attribuire lenunciato ad unaltra persona.

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<Rutelli: Subito il sistema tedesco Non c pi tempo da perdere > Da un altro lato, molte volte (per esempio nel sopracittato titolo) deve essere pi facile riprendere un discorso che escogitare un titolo autonomo. < Muti: mai stati peggio nellItalia della Musica > 18.12.05/C < Poli: Eni alla svolta, ora deve crescere > 18.12.05/C Qui sono presenti due campioni dello stesso genere nessuno degli enunciati un discorso diretto preso letteralmente, perch allora una volta lautore ricorre alle virgolette e laltra no? Sono esempi presi dallo stesso giornale. Lunica risposta che si presta quella presentata sopra unintenzione giornalistica. < Merkel in trionfo a Berlino Prima prova del fuoco > 18.12.05/R In questo esempio abbiamo un duplice motivo alluso delle virgolette: si tratta di una riformulazione di un discorso e nello stesso tempo tale enunciato si pu considerare una metafora. < Elezioni, via alle manovre Un asse per il listone > 18.12.05/C Questa unaccentuazione di una parola con senso ironico. < Progetto Fse La Santini si riorganizza > 18.12.05/C In questo caso stato messo fra le virgolette un nome proprio di una societ di cui non sentiamo lesigenza/il bisogno. < No global allassalto del Wto vertice blindato per il rush finale > 18.12.05/R Nel titolo stata accentuata una parola contenente pi caratteristiche particolari: una parola inglese che attualmente non richiede il bisogno di essere inclusa esprime in un certo senso un discorso riportato anche se non conosciamo tra le virgolette e dipende solo dalla decisione di chi scrive; precisamente il suo interprete. 81

< Traditi. Lira dei soci della banca leghista > 18.12.06/C un riassunto di un discorso diretto, simile allesempio precedente, ma contrariamente allesempio antecedente, gli autori dellenunciato sono menzionati nella parte destra del titolo. < Pera al maratoneta Prodi caduto sulla fecondazione > 18.12.05/R Le virgolette danno un senso figurato alla parola accentuata.

5.2.2.9 Parentesi tonde

Le caratteristiche generali: il loro uso simile a quello delle virgolette: vanno usate in coppia e staccano possono introdurre una circostanza.

un enunciato aggiuntivo, unosservazione o un chiarimento della frase principale;

< Crac Argentina, un deposito (allIcsid) lungo cinque anni > 10.2.07/C < New Orleans, le sfida (persa) dello zar della ricostruzione > 15.2.07/C < La sfida dei calciatori gay Cade (forse) lultimo tab > 18.12.05/C

5.2.2.10 Lineetta/ trattino

Le caratteristiche generali: esistono tre tipi di trattini: breve (-), lungo ( ) e doppio (--); hanno la funzione di separare o al contrario di unire le parole: unire due nomi (spesso propri o due aggettivi) 82

unire un prefisso ad un nome unire una coppia formata da due sostantivi o da un sostantivo ed un avverbio; riga in composti derivati da lingue straniere; possono sostituire le virgolette essendo usate per iniziare e chiudere un discorso diretto o per staccare gli incisi dal discorso. Nei giornali riconosciamo due tipi di trattini: brevi e lunghi. I primi si usano per unire le parole, i trattini lunghi servono a separare il locativo (allinizio degli articoli) dal resto del testo. < VIENNA Jrg Haider tornato sulla scena... > 29.9.08/C < IL CAIRO Scontro a fuoco tra soldati sudanesi... > 29.9.08/C La lineetta si usa molto frequentemente nei giornali per staccare il locativo che situa levento. Di solito si trova allinizio dellarticolo rappresentando una ripetizione di quello che era nel titolo, dove il locativo era preceduto dalla virgola. < Milano, bombe carta esplodono davanti a due banche > che si ripete allinizio dellarticolo: < MILANO Due botti secchi, come quelli che si fanno a Capodanno. > si usano per dividere ed indicare la continuazione delle parole alla fine di una

< Berlusconi-Follini, duello sullorlo della crisi > 12.7.04/C < Bush-Kerry, la sfida delle azioni > 12.7.04/C Esprime un rapporto tra le due persone senza usare i verbi, ci un ruolo importante e non sostituibile da nessun altro segno di punteggiatura. < Islamo-fascismo, la denuncia di Laqueur > 20.2.08/C Con il trattino possono nascere dei nuovi costrutti. < Italia-Vaticano, prove di dialogo > 20.2.08/C < Patto sindacati-imprese contro il declino del Sud > 18.12.05/R 83

Per lesigenza della brevit del titolo il trattino pu esprimere la relazione tra le varie parole, non solo tra persone. < Roma, ultima trattativa Cavaliere-Ferrara > 20.2.08/C Luso del trattino abbasanza corrente, che serve soprattutto per risparmiare lo spazio.

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6 Conclusione

Il presente lavoro orientato sulla lingua dei giornali, definita come una lingua di specializzazione al margine. Dunque, allinizio del lavoro era necessario cercare di smentire tale teoria e di avvalorare il concetto che la lingua dei giornali sia un linguaggio specialistico per eccellenza. Avendo descritto le caratteristiche generali dei linguaggi speciali, abbiamo dedicato un intero capitolo alle specificit della lingua giornalistica. Lo studio era rivolto sulle specificit morfosintattiche ed una particolare importanza stata dedicata allo stile nominale, al discorso riportato diretto e soprattutto alla tendenza alla marcatezza delle proposizioni. Naturalmente tali preposizioni (con il discorso riportato, costruite solo dai sintagmi nominali o sintatticamente marcate) si trovano per lo pi nei titoli, in quanto sono pi espressive ed accattivanti. Ci siamo posti la domanda in che cosa consiste e da che cosa viene causata questa marcatezza sintattica. A tale domanda si offre unica risposta: la forza motrice delle titolature giornalistiche sono i segni di punteggiatura. La punteggiatura una convenzione, un sistema di segni che servono ad articolare un discorso. Luso della punteggiatura segue delle norme precise tanto che, spesso, basta spostare solo una virgola per modificare il senso di una frase.66 La presente citazione, infatti, riassume lo scopo della presente tesi, cio dimostrare limportanza dei segni di punteggiatura, per il fatto che essi assumono molti ruoli specifici. Per restringere il possibile corpus abbiamo optato (come abbiamo gi rivelato) per il linguaggio giornalistico, perch un linguaggio dinamico che rispecchia tutte le novit ed i cambiamenti che si presentano nella lingua standard ed aiuta a diffonderli. Lesigenza di affrontare un vasto numero di testi ed argomenti ci ha spinto a voltare lattenzione solo su una specificit del linguaggio dei giornali, cio sulla lingua dei titoli .

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http://www.scrivere.biz

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Una lingua autonoma che rappresenta una parte imprescindibile del mondo giornalistico con due chiarissimi compiti: aumentare la vendita del periodico catturando linteresse dei potenziali lettori (essendo espressiva, accattivante, scritta a caratteri cubitali) e nello stesso tempo spingere il lettore alla lettura dellintero articolo. Prima ci siamo concentrati sulle variet dei tipi di titoli e li abbiamo divisi secondo degli aspetti che si prestavano opportuni. Abbiamo dunque illustrato delle funzioni comunicative, delle modalit fino alla tipologia dei titoli, inclusa anche la pi semplice divisione dal punto di vista generale, cio per esempio la lunghezza dei titoli, la focalizzazione e soprattutto il punto di vista informazionale. E proprio la questione del tema e rema ha influenzato tutto il lavoro perch la marcatezza dei titoli coincide in molti casi con la tematizzazione del rema. In tale processo servono da supporto alcuni segni di punteggiatura. Largomento principale si sviluppato dopo unanalisi dettagliata delle caratteristiche dei titoli: lo studio delle anomalie riguardanti luso dei segni dinterpunzione rispetto alla lingua standard. Prima sono state esposte le caratteristiche generali di tutti i segni per poter confrontarle poi con gli usi nelle titolature. I segni di punteggiatura aumentano lespressivit evidenziando vari componenti di una frase, aiutano ad esprimere lintonazione della lingua parlata, separano e segnalano varie parti della titolatura. Per riassumere ripetiamo le loro capacit pi significanti. stato stabilito che il segno pi importante la virgola, che serve oltre ad articolare i periodi complessi e ad unire delle frasi legate tra loro da rapporti logici soprattutto a legare o staccare le parti della titolatura, che per non sono periodi, ma (grazie alla capacit di virgole) nella maggior parte dei casi sono dei costrutti ellittici. Virgola il segno pi flessibile: separa, unisce, rispetta il senso della frase, lo determina, segnala pause, isola incisi, mette in evidenza delle parole, frequentemente favorisce il chiarimento del discorso. Indica la pi breve delle pause. Gli impieghi della virgola sono numerosi e complessi e dipendono spesso dalla scelta soggettiva di chi scrive; poich il suo uso vario e molteplice, diventa pi difficile stabilire delle regole sempre valide. Il secondo segno pi significante della lingua dei giornali viene rappresentato dai due punti che sono impiegati sia nelle frasi che nei titoli per far comprendere al lettore che quanto

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segue una precisazione, una specificazione o una spiegazione della frase (nel caso dei titoli meglio dire sintagma) precedente. Il punto e virgola, invece, essendo utilizzato regolarmente negli articoli nei periodi pi complessi per indicare la fine di un pensiero che si collega con lidea principale di tutto il periodo, non si trova mai nei titoli dove le proposizioni tendono ad essere pi brevi. Un altro segno che abbiamo conosciuto era il punto fermo, luso del quale nei titoli paragonabile con quello standardizzato: segnare la fine di una frase o periodo separando le concezioni. Possiamo stabilire la stessa conclusione anche rispetto ai segni dintonazione cio il punto interrogativo ed il punto esclamativo. Il primo si nota abbastanza frequentemente, corrispondendo alle sue caratteristiche grammaticali, il secondo invece costituisce una rarit nel suo uso nei giornali in generale e particolarmente nelle titolature. I tre puntini di sospensione, poi, rappresentano un mezzo raro ma non trascurato, con la funzione di esprimere unallusione, una sospensione del testo o esitazione. Un altro strumento, su cui abbiamo focalizzato una particolare attenzione, sono le virgolette che, nel campo dei titoli giornalistici, rappresentano un mezzo insondabile con luso irregolare, legato soprattutto al fenomeno del discorso riportato diretto. Siamo giunti alla constatazione che luso delle virgolette non segue nessuna regola fissa; abbiamo visto vari casi in cui un discorso riportato che assomigliava al massimo ad un discorso diretto era privo di virgolette. Poi, al contrario, esistono titoli simili agli slogan o ai motti con visibili riformulazioni dei discorsi originali che tuttavia vengono introdotti dalle virgolette che, per, in tali casi dovrebbero essere tralasciate. In definitiva si deve sostenere che le virgolette rappresentano strumenti usati assai sovente e nello stesso tempo indispensabili. Come abbiamo gi detto il linguaggio dei titoli tenta di essere espressivo, ma non facile essere espressivo avendo il posto ed i mezzi limitati. A prevalere dovrebbero essere la terza persona, modo indicativo ed una lingua standard. Proprio grazie allaggiunta delle virgolette e quindi facendo finta che laffermazione nel titolo appartenga ad un allocutore, si pu giungere alla libert nellesprimersi. Si possono usare diversi tempi e modi verbali e soprattutto altre persone. Dicendo noi o infatti io aumenta l eloquenza espressiva delle titolature.

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Luso dei vari segni di punteggiatura presenta un notevole margine di soggettivit, perch dipende dalla voglia, dalle abitudini e dalle intenzioni espressive di chi scrive. Anche se non esistono regole che ci dicano in modo chiaro e sempre valido quando si deve usare un segno dinterpunzione piuttosto che un altro, si possono in ogni modo individuare alcune linee guida che conviene osservare. Torniamo ancora alluso del segno di punteggiatura pi frequente (la virgola), per concludere tutte le nozioni acquistate durante la ricerca. Una delle pi importanti stata la definizione delle propriet della virgola dal punto di vista sintattico. Separando una proposizione in due parti la virgola causa la nascita di varie figure sintattiche. Abbiamo scoperto che tali caratteristiche si avvicinano alla lingua parlata pur essendo nei titoli giornalistici dove si nota il processo della topicalizzazione. Il fenomeno della topicalizzazione presenta una questione linguistica piuttosto irrisolta. Le definizioni trovate sono a volte contrarie o si negano. Pertanto, per ovviare possibili equivoci, la presente tesi sostiene che ogni spostamento dei costituenti frasali, tramite i quali si realizza un cambiamento delle posizioni di tema e rema di una proposizione, sia chaimato topicalizzazione perch infatti sempre quando un commento (rema) si sposta nella posizione topicale (del tema), parliamo di una topicalizzazione. Esaminando le figure conosciute quali la dislocazione a sinistra, lanacoluto e il tema sospeso, si sempre arrivato alla stessa conclusione: in tutte queste costruzioni si realizza la tematizzazione, ossia la topicalizzazione. Lesito dello studio dei tipi di topicalizzazione ci ha convinto che nella lingua dei giornali si realizza di solito la figura del anacoluto che si definisce come una rottura sintattica perch la lingua dei giornali dei titoli giornalistici pi vicina agli slogan con una forte dislocazione dei componenti. In una certa ottica possiamo parlare anche di altre figure (della dislocazione a sinistra e del tema sospeso) ma tenendo sempre presente che erano precedute da ellissi di riprese pronominali (perch tali strutture, contrariamente allanacoluto, richiedono di essere introdotte e collegate con i pronomi o con le preposizioni), ignorando cos la grammatica. Anche da questo punto di vista la virgola si rivela come un segno importantissimo. 88

I costrutti creati tramite i due punti (il secondo segno pi frequente) non si possono definire in tale senso, ci rende la virgola pi attiva, pi interessante e pi vicina alla lingua parlata. Ma tutti e due i segni causano delle ellissi di verbi che (nel caso che i verbi possono essere e sono sostituiti dalla punteggiatura) risultano privi di valore informativo e servirebbero solo da supporto sintattico per poter introdurre il rema del titolo ci un compito che hanno adottato questi segni di interpunzione. Lo studio stato condotto su quindici fascicoli di carta e tre numeri presi dallInternet. I giornali sulla rete sono fatti per un veloce orientamento tra le notizie, nella prima pagina troviamo tutte le informazioni che possono essere utili e non dobbiamo sfogliare il fascicolo per trovarle. Ci offrono anche tanti altri richiami sui quali basta cliccare per leggere larticolo. Tutto adattato ad una lettura veloce e non pi ad un rito della lettura del giornale. Nei giornali sullInternet troviamo tuttavia due versioni di titoli per un articolo: una variante nella prima pagina che concepita in modo da permettere una rapida scelta dellargomento e poi laltro tipo alla pagina seguente che dedicata allarticolo stesso. Il secondo tipo di titoli corrisponde alle caratteristiche dei giornali cartacei, che adoperano la punteggiatura, lo stile nominale ed anche laspetto tecnico simile cio ci sono presenti pi parti del titolo. Alla pagina principale, invece, i titoli sono separati, formati solo da una frase. Per riassumere, le particolarit morfosintattiche sono identiche in tutti e due i tipi di giornali bench, rispetto ai titoli della stessa testata e della stessa data, le forme di esprimersi sullInternet e sulla carta non sono uguali. Con lo sviluppo dellInternet si offre la domanda preoccupante se la sintassi dei titoli, come la abbiamo studiato noi, una volta non sar sottomessa ancora di pi dalle esigenze di velocit e non diventer solo un paio di parole caratterizzanti perch un buon titolo altrettanto importante che un buon articolo.

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