Professional Documents
Culture Documents
Chiaro il verdetto del Parlamento europeo: Sarajevo non ha dimostrato la minima responsabilit nel perseguire lintegrazione comunitaria. La Bosnia-Erzegovina non ancora riuscita a fare progressi sufficienti per dare uno slancio al processo dintegrazione europea e, dunque, i leader politici del Paese dovrebbero dimostrare senso di responsabilit e lavorare insieme per perseguire questo obiettivo. E il senso della risoluzione approvata ieri a larga maggioranza dal Parlamento europeo, riunito in sessione plenaria a Strasburgo. Fra le priorit messe in evidenza dagli eurodeputati c lallineamento da parte di Sarajevo alla sentenza Sejdic-Finci della Corte europea dei diritti umani, quale primo passo di una riforma costituzionale globale. Nella relazione si sottolinea la preoccupazione del parlamento europeo per la persistente mancanza di una visione condivisa in Bosnia-Erzegovina, che rischia di far rimanere Sarajevo pi indietro rispetto agli altri paesi della regione. Il testo esorta i leader politici bosniaci a collaborare e a concentrarsi sullattuazione della tabella di marcia redatta nel contesto del dialogo di alto livello con la Commissione europea. Cos facendo, Sarajevo potr finalmente soddisfare i requisiti che consentono lentrata in vigore dellaccordo di stabilizzazione e di associazione e la presentazione di una credibile domanda di adesione allUe. La risoluzione invita anche la Bosnia-Erzegovina a fare passi in avanti verso la costituzione di un sistema giuridico indipendente, la riforma dellamministrazione pubblica, la lotta contro la corruzione e il rafforzamento dellindipendenza dei media. Anche il commissario allAllargamento e alla politica di vicinato, Stefan Fuele, aveva sottolineato ieri durante un dibattito che i progressi della BosniaErzegovina restano molto limitati. Sarajevo rimane indietro rispetto agli altri Paesi della regione, ha detto Fuele, ribadendo per che lUnione europea impegnata a tutti i livelli per facilitare il percorso del Paese, come dimostrato dalle iniziative prese negli scorsi mesi. Secondo il sito internet del quotidiano di Sarajevo Dnevni Avaz, leuroparlamentare Doris Pack ha chiesto che la Bosnia venga esclusa dal Consiglio dEuropa. La Pack ha inoltre avanzato la sospensione dell'Accordo di transizione e commercio e
la cancellazione dei fondi Ipa per Sarajevo, ma il Parlamento europeo in serata ha respinto tutti gli emendamenti presentati dalla Pack. L'eurodeputato Jelko Kacin ha dichiarato a "Dnevni avaz" che la situazione in Bosnia non funziona affatto bene: ci si evince anche dal fatto che l'opinione pubblica a Sarajevo ha appreso soltanto ieri un'informazione vecchia da mesi, infatti le proposte della Pack erano state avanzate due mesi fa. Kacin ha comunque dichiarato che la Bosnia non la Bielorussia, l'unico Paese a cui stato sospeso lo status di membro nel Consiglio d'Europa". Il ministro degli Esteri bosniaco, Zlatko Lagumdzija, ha reagito cos agli emendamenti avanzati dalleurodeputato: Doris Pack ha il diritto alla propria opinione, ma questo un parere lontano dall'essere adottato come ufficiale dal Consiglio d'Europa". Se la Bosnia deve essere punita severamente per il ritardo nelle riforme ha aggiunto Lagumdzija - bisogna interrogarsi anche dello status degli altri membri del Consiglio d'Europa che non attuano le sentenze del Tribunale per i diritti umani di Strasburgo".
accordo che ha portato allo sblocco dello stallo politico degli ultimi mesi, ma invita tutte le parti a proseguire il dialogo nel comune interesse dellintegrazione europea. La situazione politica interna della Fyrom stata al centro del dibattito parlamentare sulla risoluzione. Il commissario allAllargamento e alla politica di vicinato, Stefan Fuele, ha detto di rimanere fortemente preoccupato per quanto sta avvenendo nel Paese. La maggioranza e lopposizione avevano raggiunto un accordo il primo marzo, ma tale intesa non stata ancora pienamente attuata, ha affermato. Fuele si detto allarmato per i ritardi nella costituzione di una commissione parlamentare che esaminer quanto avvenuto il 24 dicembre 2012 presso lassemblea legislativa macedone. Il commissario ha posto laccento sulla necessit che i partiti dialoghino e dimostrino la propria volont di far avanzare il Paese nel processo dintegrazione europea. Di recente Fuele aveva sottolineato a pi riprese la necessit che la commissione parlamentare inizi al pi presto i propri lavori e porti a risultati. A fine 2012 i deputati dellopposizione furono allontanati dal parlamento: questo atto provoc il boicottaggio da parte dellSdsm dei lavori dellassemblea e la decisione, presa solo allultimo dopo un intervento diretto dellUe, di partecipare alle elezioni amministrative dello scorso marzo. Il presidente macedone, Gjorge Ivanonv, stato il primo a promuovere liniziativa di creare una commissione dinchiesta e la proposta stata sostenuta dal commissario Fuele e dallAlto rappresentante per la politica estera dellUe, Catherine Ashton.