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27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, Aut. GIPA/C/RM/23/2013

ANNO XLIII . N. 150 . MERCOLED 26 GIUGNO 2013

EURO 1,50

GRECIA

Samaras non riapre lErt Che trasmette su web e satellite


Nonostante la pronuncia del Consiglio di Stato, il governo greco non sblocca le frequenze. La tv di Stato continua a trasmettere in streaming e su satellite, i lavoratori sono asserragliati allinterno, protetti di notte da migliaia di cittadini. Il Pasok promette la riapertura con meno dipendenti, ma non abbandona il governo. E il monopolio dellinformazione passa alle tv private, che godono di privilegi unici in Europa.
DELIOLANES |PAGINA 6

Volano bassi

DOHA

Rinviate le prime elezioni. Di padre in figlio il Qatar non cambia


Slitteranno a tempo indeterminato le prime elezioni parlamentari in Qatar. questa la conseguenza pi immediata, se non lunica e la pi concreta, dellabdicazione dellemiro, lo sceicco Hamad bin Khalifa al-Thani, a favore del figlio 33enne Tamim bin Hamad al-Thani. Un risvolto che contrasta parecchio con la spiegazione ufficiale di un passo indietro volto a lasciare spazio a una generazione giovane e al rinnovamento.
GIORGIO |PAGINA 8

Il Pd si spacca sulla mozione di Sel e M5S contro gli F35. Verso una mediazione al ribasso con il Pdl: rinviare di sei mesi lacquisto miliardario dei caccia bombardieri. Il ministro della difesa si infuria. Oggi il voto. Nella maggioranza scontro a tutto campo. Letta vede Berlusconi, che alza la posta su Iva e giustizia PAGINE 2,3
GOVERNO E VERTICE UE | PAGINA 3 BIANI

CAMPIDOGLIO

La Rete dice s al sindaco Marino E il no di Grillo cade nel vuoto


e il web contraddice le decisione del capo, la democrazia telematica non vale. I militanti grillini, chiamati a esprimersi sullofferta del sindaco di Roma di far parte della nuova giunta con un loro esponente, si sono rivolti alla rete. La maggioranza ha dato parere favorevole. Ma il responso degli attivisti si rivelato inutile. Prima la sconfessione di Grillo, e a ruota, in serata, quella dei 5Stelle romani che hanno comunicato la scelta di non presentare nessun nome al neosindaco Marino. Massima la confusione sotto il cielo ma la situazione non eccellente. LANIA, RENZI |PAGINA 4

Oggi il decreto sul lavoro Incentivi solo ai giovani e contratti pi flessibili


CALCIO MALATO | PAGINA 5

ELEZIONI IN SICILIA |PAGINA 4

Perquisite le sedi di 41 squadre tra serie A e B


DATAGATE | PAGINA 9

Il Pd vince in molti comuni, ma in grave crisi di radicamento. Unanalisi del voto


ANTONIO VESCO

Snowden rifugiato a Mosca. Gli Usa attaccano Cina e Russia

CONGRESSO PD

RICHARD MATHESON

La prova del fuoco del governo


Le domande poste da Asor la scelta di affrontare la sfiStefano Fassina Rosa marted scorso sono da nelle condizioni date, seutili a evitare di sprecare il congresso gnate da rapporti di forza economici, sodel Pd e, cos, impoverire la democrazia ciali, culturali e politici drammaticaitaliana e europea (non cieca presunmente sbilanciati e dallarretramento inzione riconoscere lassenza o la margisostenibile, effettivo e temuto, delle connalit di alternative progressiste credibidizioni materiali di vita delle persone, li al Pd. Non a caso, Asor Rosa prende le in particolare della classe media popoladistanze dalle danze macabre che qualre, oltre che delle fasce sempre marginacuno, molto sollecitamente, ha iniziato li. Sarebbe stato illusorio affidarsi a una e con grande entusiasmo, intorno al collocazione allopposizione per trovapresunto cadavere del Pd). Una prere scorciatoie nelle risposte. I risultati messa prima di rispondere. La scelta elettorali sono inequivocabili: Idv da del Pd di promuovere e sostenere il gouna parte e Lega dallaltra, allopposizioverno Letta non la rassegnata accettane del governo Monti, sono quasi scomzione dellimpossibilit di un cambiaparse dopo le ultime elezioni politiche. mento progressivo nel secolo asiatico. CONTINUA |PAGINA 15

Addio al pioniere della fantascienza


COLOMBO, ERCOLE l PAGINA 12

SUDAFRICA

Il dopo Mandela allombra di Mandela


RITA PLANTERA l PAGINA 8

pagina 2

il manifesto

MERCOLED 26 GIUGNO 2013

VOLANO BASSI

Larghe intese

Sui caccia scontro fra ministri. Delrio: Una spesa senza senso. Mauro:C stata una crisi di governo?

F35, grossi guai con le ali


Daniela Preziosi

otta e risposta, anzi botte da orbi. Ieri, mentre gli sherpa democratici faticavano alla ricerca della quadra per non spappolare maggioranza e governo in aula sugli F35, si sono consumati duelli di ogni tipo. Innanzitutto dentro il governo. Attacca il ministro Delrio: Dobbiamo fare di tutto per recuperare risorse per lemergenza vera che non quella della difesa ma del lavoro per i giovani. Non ha senso spendere risorse nel comparto militare. Poi aggiusta il tiro, ma il ministro della Difesa Mauro ha gi replicato duro: Evidentemente c stata una crisi di governo e non me ne sono accorto, ironizza. Poi: La linea del governo non cambiata. Pd e Pdl quando erano separati hanno votato gli F35. Mi sembrerebbe strano che ora che sono uniti non li votassero pi. Ma la scelta dellacquisto spetta al parlamento. Quindi il cattolico del Pd Gero Grassi controreplica: Quella del ministro una posizione irresponsabile e delegittimante verso il parlamento che sta tentando di realizzare il bene dellItalia. Che per noi non prevede lacquisto degli F35. Gli fanno eco Enrico Gasbarra, pacifista storico, e Rosy Bindi: Il governo che ha fatto tanti rinvii e sospensioni perch fa tanta resistenza a sospendere gli F35?. Il premier Letta non interviene. Ma un suo fedelissimo, Francesco Boccia, sulla rete inciampa in un eccesso di difesa delle spese militari: Non si tratta di fare guerre, con gli elicotteri si spengono incendi, si trasportano i malati, si salvano vite umane. I pacifisti sfottono, la confusione fra cacciabombardieri e elicotteri diventa un tormentone su

Il Pd chiede la sospensione del programma, no del Pdl . Oggi il voto. Scanu: innanzitutto il partito resti unito
twitter. Il clima si surriscalda. Una quadra, al suo interno, il Pd lha faticosamente trovata luned notte, in una lunga e agitata assemblea dei deputati. Su un minimo sindacale comune: varare una commissione di indagine, il cui lavoro potr durare fino a sei mesi, per un approfondimento su tutti i programmi di spesa militare, compresi gli F35 (quindi anche gli elicotteri di Boccia). Nel frattempo non procedere allacquisto dei caccia. Su questo Giampiero Scanu, capogruppo in commissione difesa, riceve il mandato di condurre una doppia trattativa, con il Pdl e con il governo. Ma la mattinata di marted, cio ieri, trascorre a colpi di dichiarazioni contrapposte. Nel primo pomeriggio il governo riunisce i vertici della maggioranza. E qui le carte si scoprono. Il Pdl, che tiene il low profile sulla vicenda la difesa della spesa sui caccia, in tempi di crisi, non per niente popolare - dice s alla commissione ma no alla sospensione. Anche il mini-

Toscana/IL PRESIDENTE ENRICO ROSSI

Risparmiare sui caccia, le priorit sono altre


Riccardo Chiari FIRENZE

er chi conservava la memoria di altre uscite pubbliche sullargomento, non ha certo stupito il sintetico, efficace messaggio con cui Enrico Rossi intervenuto sulla questione degli F35: Io dico: meglio non comprarli e spendere i 14 miliardi per la sicurezza sismica, per lassetto idraulico, per la scuola, per il lavoro. La presa di posizione del presidente toscano stata prima affidata a twitter, per poi essere ribadita nel corso di una intensa giornata di lavoro, scandita dalla riunione di giunta e poi dallinformativa in consiglio regionale sul terremoto in Lunigiana e Garfagnana. Un evento sismico che nonostante la durezza di alcune scosse - dai 4 ai 5,2 gradi Richter - non ha fatto registrare vittime e danni troppo pesanti. Proprio perch in quelle zone, storicamente a rischio, le opere di costruzione e ricostruzione dopo le alluvioni dei primi anni 90 sono state realizzate seguendo alla lettera le normative antisismiche. Anche grazie a finanziamenti pubblici. Anche di fronte alla lacerante discussione nel gruppo parlamentare Pd, il presidente toscano non molla la presa. E a una precisa domanda fatta in conferenza stampa dopo la riunione di giunta, Rossi conferma il suo pensiero: Quando dico che sarebbe opportuno rinunciare a qualche F35 e con i soldi risparmiati mettere le scuole in sicurezza, intendo fare una scala di priorit. Limpegno profuso negli anni dalla Regione per la riduzione del rischio sismico ha prodotto i suoi effetti, e ha evidentemente contribuito a limitare i danni in questa occasione. Dunque deve essere una priorit la messa in sicu-

rezza contro il rischio sismico e quello idraulico. Il presidente toscano non dimentica, viste le esperienze dello scorso autunno in Maremma e sulla costiera Apuana, quanta strada ci sia ancora da fare per le opere di prevenzione contro le alluvioni. E quanto tempo e fatica occorrano per ottenere dal governo centrale gli stanziamenti per ricostruire e mettere in sicurezza le zone colpite da calamit naturali. Dunque Rossi fa due richieste. La prima legata alla stretta attualit del terremoto: Mi auguro che gi nel consiglio dei ministri di domani (oggi, ndr) sia approvata la dichiarazione dello stato di emergenza che abbiamo richiesto, con un primo stanziamento di 5 milioni per iniziare a riparare i danni alle strutture pubbliche. Per quanto riguarda i danni subiti dai privati, mi sembra interessante la proposta avanzata da alcuni parlamentari di estendere i benefici fiscali in termini di credito di imposta, ora in vigore per le ristrutturazioni e per il risparmio energetico, anche per il rischio sismico. Nella comunicazione al consiglio regionale, la seconda richiesta: E arrivato il momento di far uscire dal patto di stabilit le spese per la sicurezza dei territori dal punto di vista sismico e idraulico. Il governo lo dovr capire. Non si pu, per lEuropa, morire sotto le macerie o sotto lacqua. Ci sono priorit che devono essere riconosciute. A causa del patto di stabilit e del blocco degli investimenti, i piani di intervento risultano affievoliti e finiscono per azzerarsi. Ma di fronte a grandi calamit naturali, il governo deve prendere delle responsabilit forti, ne va della credibilit dello Stato. Eccole le priorit. Molto pi di quanto lo sia spendere 14 miliardi per acquistare gli F35.

stro Mauro non ne vuole sapere. Nichi Vendola soffia sul fuoco: In parlamento i numeri per bloccare lacquisto degli F35 ci sono: cambiare possibile. E invita gli OccupyPd a occupare il partito in nome della pace e del disarmo. Replica Nico Stumpo: il Pd cerca una soluzione di buon senso, per il contenimento della spesa militare, migliorandone la qualit, ai fini della sicurezza del paese. Il pacifista Giulio Marcon, primo firmatario della mozione Sel-M5S incalza: Se non si arriva almeno a una sospensione, la spesa andr avanti. Il 18 luglio gli F35 cominceranno a essere assemblati Il Pd chiede un supplemento di riflessione. Il voto slitta a oggi. Stamattina alle 8 e mezzo i deputati si riuniranno per sapere lesito della doppia trattativa. Se regge laccordo, il governo - che per al suo interno diviso - potrebbe dare parere positivo alla mozione di maggioranza e cos disinnescare la mozione Sel-5stelle e (firmata per anche da 14 deputati del Pd). Ma se il testo, a furia di mediazioni, diventasse troppo generico, molti deputati Pd potrebbero, se non votare la mozione dellopposizione, uscire dallaula al momento del voto, abbassando il numero dei s utili allapprovazione. Allassemblea di luned i democratici per la sospensione degli F35 erano ben pi dei tradizionali pacifisti, magia della crisi e dellimpopolarit delle spese militari nellera della crisi e dei tagli al welfare. E cos i cattolici, dai fioroniani come Gero Grassi ai bindiani, e le sinistre di vari riti - da Civati a Barbara Pollastrini a Gianni Cuperlo - hanno chiesto con forza il ridimensionamento dellacquisto dei 90 F35. Come promesso da Bersani in campagna elettorale. Possiamo riconoscere che il governo di oggi non abbia lo stesso programma di un governo Pd. E che nella mozione Sel-M5S c un elemento di strumentalit, visto che la sospensione degli F35 si trasformata nella cancellazione, spiega Fausto Raciti, segretario dei giovani democratici e fra i firmatari proprio di quella mozione. Ma questo ci deve spingere a spiegare con cognizione come spenderemo questi soldi e perch. Fino a quel momento,meglio sospendere lacquisto. A fine giornata Scanu annuncia: Faremo fino alla fine di tutto per avere una mozione unitaria della maggioranza, con il s del governo. Ma innanzitutto dovr essere una mozione che tiene insieme tutto il Pd.
MARIO MAURO, MINISTRO DELLA DIFESA E ENRICO LETTA /FOTO EIDON

RIFORME Depositati gli emendamenti al ddl del governo, 170 di cui 101 del M5S

Il Cavaliere rinuncia al comitato costituente Punta alle immunit del Consiglio dEuropa
Andrea Fabozzi ROMA

erch Silvio Berlusconi ha deciso di rinunciare al possibile ruolo di padre costituente? La notizia contenuta in una stringata informazione allaula del senato potrebbe sembrare secondaria: il Cavaliere ha deciso di cambiare commissione, passando dalla prima (affari costituzionali) alla terza (affari esteri). Ha fatto cambio con il suo portavoce, Paolo Bonaiuti, perdendo cos la possibilit di far parte dei 40 parlamentari ai quali da ottobre dovrebbe essere affidato lo storico compito di cambiare la carta costituzionale, il comitato infatti sar scelto tra i deputati e i senatori delle prime commissioni. Sembrerebbe una mossa inspiegabile da parte di chi ha sempre sostenuto la necessit di cambiare profondamente se non riscrivere completamente la Costituzione sovietica del 48. Addirittura durante tutta la fase in cui pareva stesse nascendo una Convenzione per le riforme si parlava di Berlusconi come candidato presidente. Anzi, fu direttamente lui a proporsi. Adesso per si ritira. Perch? Forse perch il senato dovr scegliere proprio oggi i nuovi componenti della delegazione italiana presso lAssemblea del Consiglio dEuropa, nove effettivi e nove supplenti. Per tutti vale una forma speciale di immunit, come Berlusconi sa bene avendone approfittato in passato per tenersi lontano dalle indagini del giudice

Oggi il senato vota la delegazione italiana. Lex premier si riprende lo scudo che in passato lo difese per Telecinco
Baltasar Garzon sulle irregolarit fiscali di Telecinco, la tv privata spagnola controllata da Fininvest. Con lui era indagato Marcello DellUtri e anche DellUtri fu indicato nella delegazione del Consiglio dEuropa i cui membri godono della doppia immunit, nazionale e internazionale. Per prudenza Berlusconi si fatto associare alla delegazione italiana ogni volta che gli stato possibile, cio tutte le volte in cui non ha fatto il presidente del Consiglio, dal 1998 al 2001 e dal 2006 al 2001, periodi in cui rimasto parlamentare semplice,

quale adesso. Ieri sera il sito Dagospia ha scritto che Berlusconi a caccia di immunit avrebbe lintenzione di farsi eleggere tra i rappresentati italiani presso lUeo, lAssemblea dellunione delleuropa occidentale. Ma si tratta di un organismo disciolto dal 2001 per il quale non prevista alcuna nomina. Resta per lassemblea del Consiglio dEuropa. La cui delegazione, va precisato, viene votata dallaula del senato sulla base delle indicazioni dei gruppi a prescindere dallappartenenza dei senatori (e dei deputati) a questa o a quella commissione. Nel 2006 per Berlusconi, per un minimo di coerenza, proprio dalla commissione esteri spicc il volo per il consiglio dEuropa. Senza contare che la prospettiva di far parte del comitato dei 40 riformatori della Costituzione non equivalente a quella di guidare la Convenzione che avrebbe dovuto avere ben altri poteri. Intanto, orfana del Cavaliere, la commissione affari costituzionali del senato comincer oggi lesame degli emendamenti al disegno di legge del governo che modifica la procedura di revisione costituzionale prevista dallarticolo 138. Ne sono stati presentati 170, buona parte dei quali dal Movimento 5 Stelle che punta a cancellare del tutto la deroga allarticolo 138. Il Pd si concentra invece sui tempi del comitato, Sel punta a salvaguardare il ruolo redigente dei parlamentari rispetto al governo. Per i primi voti bisogner aspettare la prossima settimana.

MERCOLED 26 GIUGNO 2013

il manifesto

pagina 3

VOLANO BASSI

Strette intese

Napolitano: In Italia record di fibrillazione. Serve continuit nelle istituzioni. Cena tra Letta e il Cavaliere

DOPO LA CONDANNA di Berlusconi in primo grado prende sempre pi corpo lipotesi che, dopo il processo al Cavaliere e quello parallelo a Fede, Mora e Minetti, nasca a breve uninchiesta Ruby-ter. I giudici di Milano hanno infatti chiesto la trasmissione degli atti alla procura per i 32 testimoni a favore dellex premier, che potrebbero finire indagati per falsa testimonianza. Potrebbero essere anche approfonditi presunti profili illeciti del rapporto economico tra il leader del Pdl e le cosiddette Olgettine, mantenute con 2500 euro al mese e passate sul banco dei testimoni per descrivere le serate di Arcore come feste eleganti. I giudici milanesi hanno disposto linvio alla

Procura, che non ne aveva fatto richiesta, di un grosso numero di verbali di testimonianze in aula. Ora i pm dovranno attendere le motivazioni della sentenza (il termine per il deposito scade il 24 settembre) per valutare la posizione dei 32, tra cui il viceministro Bruno Archi, una ventina di ragazze, il funzionario della Questura Giorgia Iafrate, i parlamentari Valentino Valentini e Maria Rosaria Rossi, leurodeputata Licia Ronzulli e Carlo Rossella. In prima battuta dovrebbe essere un passaggio automatico liscrizione nel registro degli indagati dei 32. Ma bisogner leggere cosa scriveranno i giudici sulle singole testimonianze e i passaggi ritenuti falsi, poi si definiranno le posizioni.

ALESSANDRIA

La citt non deve morire. Sciopero contro i licenziamenti


Mauro Ravarino ALESSANDRIA

PDL Berlusconi furioso invita i suoi alla calma. La rottura solo rinviata

Silvio tesse lo strappo


Andrea Colombo

isogna fare qualcosa. Gi, ma che cosa? A questa domanda il Pdl non sa rispondere e Silvio Berlusconi neppure. Far saltare il governo adesso non si pu, aspettare la Cassazione neppure: a quel punto la partita per il Cavaliere potrebbe essere gi chiusa. Non resta che uniformarsi alla solita parola dordine: rinviare. Il Berlusconi furioso arriva a Roma a met mattinata e si precipita a palazzo Grazioli, dove lo aspetta lo stato maggiore al gran completo. L'incontro con Enrico Letta fissato per la sera. Per intanto, il ruggente invia segnali minacciosi. Si cancella dalla commissione Affari costituzionali del senato, dalla quale verranno selezionati i senatori incaricati di partecipare al comitatone costituente. In quel consesso i leader ci saranno tutti. Tirarsene fuori ha un significato inequivocabile: nel processo costituente, e dunque nella longevit della legislatura, Berlusconi crede pochissimo. Nellaula di Montecitorio, poi, Letta parla per la prima volta senza ministri pidiellini sui banchi del governo. E un segno chiaro anche questo: le operazioni di sganciamento sono cominciate. Nel vertice, invece, il supercondannato gela gli ardori bellicosi. Anticipa che a Letta dir che il governo per ora non cade, per ci vogliono segnali precisi e forti. Meglio che il premier non si illuda: re Silvio non ha alcuna intenzione di restarsene buono ad aspettare che la Cassazione lo lasci inerme in

silvio berlusconi/FOTO REUTERS

mezzo al campo di battaglia. Quali dovrebbero essere i segnali in questione, per, non chiaro. Berlusconi parla di impegni sulla giustizia, ma o prende in giro o i suoi o inganna se stesso. Quel terreno per Letta off limits. La sola idea di una riforma come la separazione delle carriere, per non parlare di eventuali leggine ad personam per salvare il reprobo dallinterdizione dai pubblici uffici fuori discussione. La base non capirebbe. Una buona parte del vertice nemmeno. Gi cos c chi scalpita per tagliare i ponti con Arcore: i renziani certo, ma anche Rosi Bindi che si chiede senza perifrasi sino a quando si potr andare avanti governando con Berlusconi. E in serata anche Guglielmo Epifani va

allattacco: Il governo non pu dipendere dalle scadenze giudiziarie di Berlusconi. Insomma, ficcare le mani nellalveare della giustizia sarebbe la fine del governo. Letta lo sa, e lo sa anche Berlusconi. Le chiacchiere sulla giustizia sono spese a puro scopo di propaganda. Il punto chiave un altro, e naturalmente il fisco. Letta ha strappato la sospensione dellaumento dellIva per tre mesi. Pi di cos non pu fare. Il Cavaliere pu solo adeguarsi o rompere. Si adeguer. Tra i suoi, i duri strillano. Brunetta assicura che il rinvio una presa in giro e se si insiste su questa strada non ci sar pi maggioranza. Per Capezzone il rinvio solo unaspirina. A piazza Farnese Giuliano Ferrara raduna una variopinta truppa al grido di Siamo tutti put-

Il decreto / INCENTIVI SOLTANTO PER GLI UNDER 29 E CONTRATTI LIBERALIZZATI

Iva e lavoro, oggi le decisioni Verso il rinvio dellaumento


uello che ci attende a Bruxelles sar un confronto duro e importante. Il messaggio del presidente del consiglio Enrico Letta al Parlamento, in vista del Consiglio europeo di domani e dopodomani, in realt rivolto soprattutto al Pdl, in sofferenza e in fibrillazione dopo la condanna di Silvio Berlusconi a 7 anni al processo Ruby. Il premier ha voluto in qualche modo rassicurare il Pdl che "batter il pugno sul tavolo della Ue", come aveva chiesto lo stesso Cavaliere, in modo da riportare a Roma risposte su lavoro e Iva, tema questultimo su cui il partito di Berlusconi continua a insistere. Letta ha ribadito che che lItalia non intende tornare a sforare il tetto del 3%, ma nel contempo che ci si aspettano margini di azione pi ampi dopo la chiusura della procedura di infrazione che verr ufficializzata proprio al vertice Ue e dunque per il bilancio 2014. Al primo posto, per il premier, resta il dramma della disoccupazione giovanile, e nel suo discorso c una critica allEuropa, che non d risposte ai cittadini e stenta a uscire dalla recessione, senza riuscire a fugare le ombre che ancora si allungano sulla tenuta delleuro. La disoccupazione giovanile costa costa 153 miliardi lanno, ed ecco allora i fronti su cui intervenire: applicazione immediata dello Youth Guarantee, il piano per dare sbocchi lavorativi ai neo laureati (che il governo far seguire da un pacchetto di interventi nazionali); il potenziamento del

fondo per loccupazione giovanile, da anticipare al biennio 2014-2015. Le risorse Ue, per, restano poche. Per questo Letta insiste sui fondi strutturali: ben 55 miliardi in sette anni che per lItalia devono essere dirottati sul lavoro giovanile e ove possibile scorporati dai conti pubblici. Il pacchetto lavoro che verr varato oggi si innalzerebbe da 1 miliardo a 1,3 miliardi, proprio per estendere gli incentivi anche al Centro-Nord (il miliardo era quasi tutto destinato dalla Ue al Sud, quindi il governo metterebbe di suo altri 300 milioni per le altre aree del Paese). I tecnici del ministero starebbero lavorando a una decontribuzione per 18 mesi, destinata allassunzione a tempo indeterminato, o alla stabilizzazione di precari, ma solo per giovani dai 18 ai 29 anni. La cifra di incentivo per ogni singolo assunto, dovrebbe aggirarsi intorno ai 650 euro lor-

di. Cambieranno, come previsto, i contratti a termine: dovrebbero essere ripristinati gli intervalli di tempo di 10 e 20 giorni tra un contratto e laltro, precedenti alla riforma Fornero, e si prevederebbe la possibilit di allungare da 12 a 18 mesi il primo contratto senza indicarne la causale (ma aumenterebbe la contribuzione aggiuntiva, che passerebbe dall1,4% all1,6% per i 6 mesi aggiunti). Ulteriori flessibilit si lascerebbero alla contrattazione tra le parti, almeno per i due anni che ci separano dallExpo. Ancora, dovrebbe venir ripristinato il riconoscimento della condizione di disoccupato per redditi minimi, cancellato dal governo Monti, e insieme estese ai cocpr le norme contro le dimissioni in bianco, finora riservate ai dipendenti. Cosa si faccia per gli over 29 (sprattutto gli over 40 e 50 estromessi dalle imprese causa crisi) e per gli esodati, resta per il momento un pesante mistero. Infine il nodo Iva, che ieri ha visto scontrarsi pezzi di maggioranza, soprattutto Pd e Pdl: il partito guidato da Guglielmo Epifani vorrebbe per ora solo sospendere laumento (dal 21% al 22%, previsto per il primo luglio), e rinviarlo di tre mesi. Ma il Pdl, con Renato Brunetta, ieri tornato a puntare i piedi, minacciando addirittura che la maggioranza non c pi in caso non si riesca a ottenere lannullamento. Il provvedimento verr tenuto oggi aperto fino allultimo momento, nel tentativo di trovare le risorse. Il rinvio di tre mesi permetterebbe tra laltro di utilizzare i margini sul bilancio 2014 che si apriranno con la fine della procedura di infrazione Ue. Il premier Letta ieri ha dato parere favorevole a una risoluzione della Lega che impegna il governo a verificare in sede europeo la compatibilit di un intervento durgenza per la sospensione dellaumento dellIva.

Il Cav non vuole legare le sorti del governo ai suoi guai E prepara il campo per la figlia Marina
tane. I parlamentari, incontrando nel pomeriggio il capo, ipotizzano dimissioni, la defezione di massa. Ma proprio lui, il quasi interdetto, a frenarli. Nervi a posto, amici. Perch se salta questa maggioranza Napolitano far di tutto per farne nascere unaltra, e non detto che non ci riesca. Il suo monito, del resto, arriva puntuale: la continuit di governo condizione essenziale. Ma bisogna frenare la rabbia soprattutto perch lo strappo a cui pensa il leader del Pdl non pu essere troppo a ridosso di una sentenza che lo riguarda. Ma forse c una ragione in pi per evitare colpi di testa. Lex premier sta quasi certamente preparando la "mossa del cavallo" che dovrebbe permettergli di affrontare le elezioni anche in caso di interdizione: passare il testimone a lady Marina, lamata figlia, e poi darle una mano da par suo in campagna elettorale. Secondo Luigi Bisignani la cosa gi fatta, la decisione presa. Di segnali in questa direzione, a guardar bene, nelle ultime settimane se ne sono contati parecchi. E giovane, donna, "nuova", avrebbe a disposizione un partito a sua volta rinnovato, quella Forza Italia resuscitata a cui pap sta lavorando gi da un po. Si sa che agli italiani le monarchie ereditarie piacciono un sacco. Biancofiore e Santanch gi si commuovono.

iugno fu il mese della battaglia di Marengo. Vittoria napoleonica con una scia di morti, proprio alle porte di Alessandria. Duecentotredici anni dopo, stesso mese, vicino al grande platano che la leggenda vuole piantato dal generale, ieri si sono ritrovati lavoratori e sindacati Cgil, Cisl e Uil per lo sciopero generale contro il piano complessivo del Comune sulla riorganizzazione delle partecipate, che prevede 188 esuberi. Sono scesi in strada senza rivalse bonapartiste, ma a strenua difesa di una citt che non deve morire. Hanno scelto un luogo insolito per una manifestazione, ma simbolico, visto che ne rappresenta la porta d'ingresso. Hanno partecipato in settecento, prima in presidio e poi in corteo verso Palazzo Rosso, la sede del comune. andata bene rispetto a una condizione di estrema difficolt che vive questa citt impaurita e arrabbiata. Ribolle. C' una responsabilit politica nel non volerla vedere, commenta Silvana Tiberti, segreteria Cgil. Meno gente che allo sciopero di marzo, ma con una saldatura inedita tra lavoratori del pubblico e del privato, le fabbriche in crisi. Perdere il lavoro qui spiega la segreteria della Camera del lavoro - peggio che altrove, perch le tasse, a causa del dissesto, sono al massimo. Una volta che i tagli richiesti da Roma, 27 milioni in un anno su un bilancio di 93, diventeranno realt sar uno choc economico per tutti, non solo per i dipendenti delle partecipate che ci rimetteranno il posto, pi dei 188 citati. Chi ha i soldi se ne sta andando via. Fondazione Tra, Aspal, Costruire insieme, Atm, Amiu sono le sigle delle partecipate. La prima quella dei dipendenti del teatro alessandrino, gi in cassa integrazione in deroga e in scadenza. La seconda indica un'azienda liquidata: a casa in 68. Poi, vengono le 65 precarie dei nidi (e le cuoche) a scadenza e in esubero. Per cinquanta dell'azienda di trasporto pubblico si parla di contratti di solidariet. L'ultima sigla si riferisce all'ente che gestisce i rifiuti, i lavoratori dovrebbero essere trasferiti ad Aral, ma non hanno nessuna garanzia scritta. Il risanamento di una citt non si pu basare sui licenziamenti lamenta Virginia Bonino, educatrice nei nidi, Operatrici che non si arrendono. Arrivati a Palazzo Rosso racconta Stefano Bianco, animatore di Aspal - abbiamo trovati i cancelli chiusi, volevamo entrare per parlare con qualcuno e appendere lo striscione Alessandria non deve morire. Siamo stati bloccati dalla polizia. Succedeva con l'ex sindaco Fabbio, la prima volta che capita con l'amministrazione di centrosinistra, che ha chiuso la strada al dialogo. I sindacati criticano il sindaco Rita Rossa (Pd): Doveva guidare una ribellione civile per chiedere aiuti al governo, si rassegnata alla politica dei tagli. Alessandria la prima citt del nord destinata a morire, a causa del dissesto e di una legge che stritola le comunit. Attaccano l'assessore al bilancio , Matteo Ferrais, che ha detto Alessandria pronta a diventare un caso pilota, una cavia. I lavoratori cavie non vogliono esserlo. La situazione calda, ogni settimana c' una protesta sotto il Comune, dalla tenda delle partecipate all'occupazione del consiglio dei sindacati di base. Il sindaco domani sar a Palazzo Chigi per il tavolo interministeriale sul caso Alessandria. Ha chiesto unit, ma a Roma non ci saranno i sindacati. Si salva Napoli, il Maggio Fiorentino ma conclude Tiberti - di Alessandria non si parla. Lo Stato non pu abbandonare la nostra citt e l'amministrazione non pu pensare di salvare se stessa se non salva Alessandria.

pagina 4

il manifesto

MERCOLED 26 GIUGNO 2013

POLITICA
IL POST DEL GIORNO

Sul blog insulta la stampa e ruba la scena ai suoi


ROMA

UNA MANIFESTAZIONE DEL M5S A ROMA

ROMA Al termine di una riunione fiume tra i consiglieri del Movimento 5 Stelle

Grillo impone la sua linea


Carlo Lania ROMA

n assessore grillino al Campidoglio? Beppe Grillo dice di no e sconfessa i quattro consiglieri capitolini del M5S che luned sera avevano accettato di valutare la proposta avanzata dal sindaco Ignazio Marino, ma dalla rete - consultata per prendere la decisione - ieri invece arrivato il via libera che sconfessa il leader: s alla possibilit di far entrare nella nuova giunta della Capitale anche una donna indicata dal movimento, che potrebbe essere il nuovo assessore alla Sicurezza. Una strappo, quello deciso dal Movimento romano, che per alla fine risulta inutile. Dopo averla invocata, il M5S in Campidoglio decide infatti di ignare la volont della rete: Non ci sar nessun nome per Marino, finita cos, spiega a tarda sera Daniele Frongia, uno dei consiglieri. Marino ci ha fatto una richiesta e noi abbiamo risposto. Una retromarcia improvvi-

da domenica infatti che il sindaco faceva capire al M5S di essere intenzionato a coinvolgerlo nella nuova giunta, anche a costo di discussioni con il Pd e Sel (cosa poi puntualmente avvenuta). Marino, poi, ha tutte le carte in regola per il movimento di Grillo: non ha votato il governo delle larghe intese, ha sostenuto lelezione di Stefano Rodot al Quirinale e fatto di tutto per tenere a distanza i partiti dalla formazione della giunta. E come se non bastasse non sono pochi i punti in comune tra il suo programma e quello dei grillini, a partire dalla volont di scegliere i futuri assessori non in base alla tessera di partito (o almeno non solo in base a quel-

la) ma per il loro curriculum. Un po per tutti questi motivi fin da subito da parte dei consiglieri grillini non c stata nessuna chiusura, anzi una palese dimostrazione di interesse per le parole del sindaco, che infine si sono concretizzate nellofferta di un assessorato estremamente delicato e importante come quello alla Sicurezza. Coerentemente con il Non Statuto, il MoVimento non intende in alcun modo stringere alleanze o fare accordi: quello che ci stato richiesto invece di attivare una procedura di selezione molto rapida ma basata sul cv e sul merito. Non necessariamente una persona iscritta al MoVimento, ha spiegato De Vito in un video con

cui ha chiesto ai grillini romani di far sentire la propria voce. Una richiesta che rimasta invariata anche dopo il divieto imposto da Grillo alla consultazione e mentre piovevano le critiche dei parlamentari pi fedeli al leader, tutti concordi nel ricordare come il M5S non faccia alleanze con nessuno. Bisogner vedere adesso se quanto accaduto, limprovvisa marcia indietro del M5S e la decisione di ignorare la volont della base per allinearsi a quella di Grillo, avr conseguenze e di che tipo. Gi ieri sera pi di un militante si diceva infatti sconcertato per quanto accaduto. Questa ormai solo una farsa, era il commento pi diffuso.

onferenza stampa del Movimento 5stelle a Montecitorio dedicata al decreto semplificazioni, si parla di Imu, risorse per loccupazione e per le imprese. Contemporaneamente in via delle Vergini c la riunione vivace dei consiglieri comunali grillini indecisi se ufficializzare il risultato del sondaggio on-line e far contento il sindaco di Roma Marino. Allimprovviso, sapientemente, arriva il post del capo Beppe Grillo che ruba la scena ai suoi. la solita invettiva virulenta contro i giornalisti, peggio se parlamentari, gossipari e pennivendoli dei quotidiani alla ricerca della parola sbagliata, del titolo scandalistico, del sussurro captato dietro a una porta chiusa. Titolo del messaggio: Taci, il giornalista ti ascolta!, seguito da citazione dal Vangelo. Titoli di coda: Allingresso di Montecitorio e di Palazzo Madama va posto un cartello "No gossip. Il Parlamento non un bordello". Chiude poesia in rima. Si scatena il finimondo, seppelliti dal post quotidiano i deputati grillini, che stavano illustrando le loro proposte in ambito fiscale, vengono subissati di domande dai cronisti. Un botta e risposta serrato che costringe Laura Castelli e Carla Ruocco a cambiare ordine del giorno. Ruocco si arrabbia: Io da voi mi sento insultata. Il nostro lavoro non viene mai riportato, solo commenti ai post di Grillo. Pi insulto di cos, dice alla stampa. Intorno un pullulare di reazioni sdegnate. Franco Siddi, segretario generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, che commenta: Il nuovo strillo intollerante di Beppe Grillo contro i giornalisti assume la fattezza di chi vuole per il suo movimento politico una informazione fatta di veline stile Minculpop.

CAMPIDOGLIO

La giunta pronta, scontro Pd-Marino


Valerio Renzi ROMA

SICILIA I dati sul voto mostrano la grave crisi del Pd nonostante la vittoria in molti comuni

Catania, un Bianco non fa primavera


Antonio Vesco

La rete: S a un assessore per la giunta Marino. Ma alla fine la spunta il leader


sa, che si allinea per alle indicazioni date ieri mattina con il solito fervore dal leader, quando dal suo blog ha ricordato come il M5S non stringa alleanze con nessun partito. E dichiarato praticamente nullo il sondaggio avviato in rete da Marcello De Vito, ex candidato sindaco e attuale capogruppo stellato in Campidoglio, per consultare il volere della base. Il voto chiesto da De Vito on line non ha alcun valore stato lordine impartito da Grillo e ignorato da De Vito, Enrico Stefno, Virginia Raggi e Daniele Frongia, i quattro consiglieri, che hanno infatti deciso di ascoltare comunque il parere della rete. I risultati del sondaggio - tenuti nascosti per ore visto che la consultazione si chiusa alle 15 di ieri - si sono saputi solo in serata, nel bel mezzo di una riunione fiume tra i quattro consiglieri. Che visto la sorpresa finale, non deve essere stata proprio facile per i protagonisti di quello che per ore sembrato essere un gesto di disubbidienza al leader. Del resto i motivi per rispondere positivamente al corteggiamento di Marino cerano tutti. E il movimento romano, una volta consultato, ha dimostrato di averli capiti bene. Era

una prima lettura dei dati elettorali, il primo turno delle amministrative siciliane ci aveva messo di fronte a due risultati: lampia affermazione del centrosinistra e il crollo del Pdl. Nel parlare di una terra che volta pagina, i sostenitori del governo Crocetta avevano colto loccasione per ricordare il successo di quello che la stampa ha battezzato come modello Sicilia: un fronte di larghe intese in salsa siciliana che consente al centrosinistra di esistere e perfino di governare. La vittoria al primo turno di Enzo Bianco aveva assunto un forte carattere simbolico, consentendo al Pd di guardare con incosciente ottimismo ai ballottaggi, ma il germe del crollo registrato luned era gi presente nelle vicende che avevano determinato il risultato di Catania. Bianco al suo quarto mandato. Per il quotidiano La Sicilia di nuovo u sinnacu, lunico rappresentante di rilievo della cosiddetta stagione dei sindaci. Ma se in passato la costruzione (sociale e mediatica) di una primavera catanese ha esercitato un potere performativo sul voto, oggi neppure i meri dati elettorali ci inducono a supporre che la vittoria sia frutto delleffetto trainante di un singolo personaggio, sia pure molto popolare. Sconfitto nel 2005 da Umberto Scapagnini, Bianco ha ottenuto a queste elezioni il 50,6% delle preferenze: un risultato straordinariamente inferiore al 61% raggiunto dalle liste della sua coalizione. Dati alla mano, la vittoria del neo-sindaco poggia su tre principali fattori. Innanzitutto si avvale del sostegno garantitogli dalla lista Articolo 4 (11,6%), formata a pochi mesi dalle elezioni da un gruppo di notabili politici di varia generazione e provenienza, tra i quali Lino Leanza. Ex segretario del MpA di Raffaele Lombardo e democristiano di lungo corso, Leanza aveva rotto il sodalizio con lex presidente della regione gi alla vigilia delle ultime elezioni regionali, accordando il proprio appoggio a Rosario Crocetta. In secondo luogo, il

centrosinistra catanese stato forte dellapporto del movimento dello stesso presidente Crocetta, che ha potuto rinsaldare il legame con i circuiti catanesi un tempo vicini allMpA gi sperimentati in occasione del voto regionale. I cinque eletti nella lista del Megafono (12,1%) sono infatti tutti consiglieri uscenti di area autonomista. Infine, parte della forza elettorale della principale lista a sostegno di Bianco (Patto per Catania, 16,5%) da attribuire a soggetti esterni al fronte del centrosinistra tradizionale e vicini allex assessore regionale autonomista Giovanni Pistorio, anchegli liberatosi dellormai ingombrante figura di Lombardo. Il risultato del Pd, quarto partito della coalizione con l11,3%, non sufficiente a scongiurare un dato storico non certo secondario, suggeritomi da un attento testimone della politica cittadina nel giorno dei risultati: il nuovo

Lex ministro rieletto per la quarta volta, ma nella sua maggioranza non c neanche un esponente della sinistra storica
consiglio comunale il primo a cui non prende parte alcun consigliere proveniente dai tradizionali partiti della sinistra. Sul fronte opposto, la debacle del Pdl in parte compensata dal buon risultato della lista dei lombardiani. Abbandonato il riferimento allautonomia e scelto il pi neutro Grande Catania, Lombardo e i suoi si mostrano in grado di resistere alle numerose scissioni e alle vicende giudiziarie che hanno coinvolto lex presidente, continuando a esercitare un peso elettorale di tutto rispetto (12,5%). Le profonde trasformazioni che hanno investito le forme del radicamento dei partiti italiani negli ultimi due decenni ci hanno indotto troppo spesso a collocare la politica nazionale nel quadro di una competizione tra

sigle estranea alla dimensione territoriale, ma il risultato elettorale delle due principali coalizioni catanesi mostra quanto poco abbiano influito le risorse simboliche dei due opposti schieramenti. A tenere stato piuttosto un radicato sistema elettorale e sociale, prima ancora che politico, del quale Lombardo era stato un abile coordinatore. Un blocco che ha tessuto negli anni reti di solidariet ciclicamente stravolte e rinegoziate, ma difficili da interrompere perch fondate da un lato su accordi, alleanze e spartizioni che hanno effetti di lungo periodo e dallaltro sulla condivisione dei principali codici del fare politica locale. Tuttavia, il sistema clientelare catanese, descritto da svariate inchieste come una macchina politica in dotazione ai notabili di turno, trova in questi ultimi non gi dei burattinai, ma dei degni rappresentanti. La sua efficacia, infatti, poggia s sulle risorse che le lites politiche locali sono capaci di mobilitare, ma non pu fare a meno di candidati e candidate in grado di radicare il consenso nei quartieri attraverso proprie risorse di socialit, non perdendo mai di vista - come ben chiaro ai cinque ex consiglieri MpA oggi eletti con il Megafono - il contatto con gli elettori. Quanto ai ballottaggi, a Messina e Ragusa i voti di preferenza ai candidati hanno garantito al centrosinistra un apprezzabile risultato al primo turno, ma non hanno scongiurato il crollo (di affluenza e di voti) quando, esaurite le risorse elettorali locali, sono rimasti in gioco i soli valori simbolici di ambigue coalizioni. La strategia vincente del centrosinistra siciliano si rivela cos un espediente in grado di porre rimedio, a breve termine, ai limiti di un partito che si nutre del radicamento altrui. La trita retorica sulla Sicilia come laboratorio del paese potrebbe indurre il Pd a trarre da queste elezioni un chiaro segnale sui prossimi nodi da affrontare: primo tra tutti quello di pensare un proprio modello di radicamento, in luogo dellabitudine a contendere al centrodestra quello dei circuiti politici locali.

lla fine la quadra arrivata. Oggi, dicono dallo staff del sindaco, la squadra di governo sar ufficializzata lavorando ai dettagli lungo la notte. La notizia arriva dopo una giornata di burrasca attorno a Palazzo Senatorio. Lo scontro sempre pi evidente si svolto tra il neosindaco Ignazio Marino, determinato a non essere ostaggio di un Pd sempre pi litigioso, e le correnti democratiche determinate a influire sugli assetti di governo. Il nodo gordiano, dopo il rifiuto della parlamentare renziana Lorenza Bonaccorsi, il quarto assessore in quota Pd: i nomi presentati dal partito non sarebbero piaciuti al sindaco che allora avrebbe, autonomamente, aperto ai 5 stelle offrendogli la delega alla Sicurezza Urbana. Una mossa che non piaciuta a molti nel Pd che a quel punto si sarebbero detti disposti a far saltare tutto il banco, a cominciare dal vicesindaco in pectore Luigi Nieri di Sel, fino ai tecnici indicati da Marino. Particolarmente infastidito dalla mossa del neocittadino sarebbe stato il segretario regionale Enrico Gasbarra, che ha parlato laconicamente di una novit non prevista. Il sindaco si allora affrettato a chiarire che nessuna alleanza allorizzonte, ma che si tratta solo del nostro metodo di lavoro che quello che abbiamo annunciato e continuiamo a confermare: faremo scelte sulla base dei curricula e delle capacit delle singole persone. Un metodo che sar utilizzato in tutte le scelte durante questa consiliatura. Lapertura ai 5 stelle aveva messo in allarme anche Sel. Massimiliano Smeriglio, vicepresidente della Regione Lazio aveva parlato di unapertura scomposta per di pi dentro magari a un braccio di ferro interno alla coalizione, mentre il consigliere comunale Gianluca Peciola e tanti simpatizzanti e militanti di Sel si erano detti preoccupati anche nel merito dellincarico proposto ai 5 stelle, viste le posizioni securitarie espresse pi di una volta dal movimento di Grillo in campagna elettorale. Dubbi fugati in un incontro con il sindaco nel pomeriggio di ieri, alla fine del quale il segretario romano Torricelli si detto soddisfatto. I guai insomma sarebbero solo in casa Pd. Nonostante le tensioni nessun azzeramento del lavoro fatto fino ad ora, lasciano intendere dallo staff del sindaco, non essere mai stato in preso in considerazione: qualche casella cambier e il nome sostitutivo della Bonaccorsi dovrebbe essere stato alla fine trovato anche se si mantiene il riserbo. Ad essersi aggiunto nelle scorse ore il nome di Rita Cutini per le Politiche Sociali, cattolica e vicina a SantEgidio, moderata a candidata alle ultime politiche con Scelta Civica, si troverebbe ad occupare una poltrona delicata dopo cinque anni di Alemanno che hanno mortificato le politiche sociali e lattenzione al welfare. Un posto poi Marino vorrebbe anche trovarlo per Alessandra Cattoi, trentina di quarantaquattro anni, da anni il suo braccio destro, ombra dellex chirurgo che da Palermo, dove Marino dirigeva lIstituto dei trapianti, lha seguito in ogni nuova avventura . Le difficolt sul piatto rimangono tutte ma c ottimismo nella maggioranza, vista anche la nuova doccia fredda arrivata in serata quando a rifiutare lincarico offertogli stata anche Marina Dragotto, designata come assessore allUrbanistica: La mia ha dichiarato allagenzie- una preparazione pi tecnica mentre il ruolo di assessore molto, molto politico. Quindi ho preferito rinunciare. Posso dire che tutto si svolto nella massima serenit. Ora speriamo per il bene della citt che la questione giunta si risolva al meglio. Cos allappello per Marino mancherebbe unaltra donna, visto che il 50% di composizione al femminile non un questione su cui il primo cittadino, dopo gli annunci, disposto a rinunciare.

MERCOLED 26 GIUGNO 2013

il manifesto

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LINCHIESTA
CALCIO MALATO Blitz della Finanza nelle sedi di 41 societ di serie A e B e altri club minori

Palloni gonfiati di cifre


Adriana Pollice

ssociazione a delinquere, evasione fiscale internazionale, fatture false e riciclaggio sono i reati ipotizzati dalla procura di Napoli a carico di 41 club di calcio, dalla serie A alla Lega pro. Terza ondata di inchieste sullo sport preferito dagli italiani: la prima, Calciopoli, ha raccontato come venivano gestiti i campionati, i rapporti di forza e gli scudetti pilotati; poi Calcioscommesse ha rivelato il giro di soldi intorno alle partite aggiustate a tavolino dai clan italiani e stranieri grazie ai calciatori, vecchie glorie e sportivi in attivit, incluse alcune societ, che cos facevano quadrare i conti. Ieri partita loperazione Calcio malato, la lente di ingrandimento sulla gestione amministrativa, sui contratti e i rapporti tra procuratori, atleti e club. E cos si chiude il cerchio intorno a un gioco che non pi uno sport ma un vorticoso giro di milioni. La Guardia di finanza mette le mani nei contratti di tutte le societ di serie A, tranne Bologna e Cagliari. Le indagini erano cominciate nel 2012: la Guardia di finanza si present alla Figc, alla sede di

Secondo i pm si tratterebbe di un sistema di operazioni finanziarie Illecite


Castelvolturno del Napoli e a Roma, alla Filmauro per acquisire documenti di acquisto e cessione dei diritti sulle prestazioni sportive dei calciatori Walter Gargano, Fabio Quagliarella ed Ezequiel Lavezzi (tutti poi passati ad altri club), i rapporti con gli agenti e le relative movimentazioni finanziarie. Seguendo questo filo secondo la procura emersa una trama che avvolge tutto il sistema calcio italiano. Il pool di magistrati coordinato dallaggiunto Giovanni Melillo ha disposto ieri perquisizioni nelle sedi di 41 club: 18 di serie A tra cui Milan, Inter, Juve, Fiorentina, Chievo, Napoli, Roma, e Lazio; 11 di serie B; le due radiate da Federcalcio, Piacenza e Triestina; 8 di Lega pro in prima e seconda divisione. Dodici i procuratori coinvolti (Hidalgo, Battistini, Rodriguez, Guastadisegno, Rodella, Gallo, Calleri, Vilarino, Calai e Leonardi) ma i due nomi eccellenti sono Alessandro Moggi, figlio di Luciano cio lex potentissimo dg della Juventus, e largentino Alejandro Mazzoni. Sono 55 i contratti di calciatori al vaglio dei pm di Napoli, in particolare italiani, brasiliani e argentini, tra cui Datolo, Bogdani, Liverani, Fernandez, Scarlato, Stendardo, Dav, Acosta, Paniagua, Cassetti, Jankulovski, Stankevicius, Contini, Bryan, Lavezzi, Legrottaglie, Oddo e Tacchinardi. Tra i documenti visionati, quelli relativi ad Adrian Mutu, ex di Inter, Juventus e Fiorentina; al centrocampista del Milan Antonio Nocerino; a Ciro Immobile, al 50% della Juve, nellultima stagione al Genoa; a Giuseppe Sculli, attaccante del Pescara in prestito dalla Lazio, nipote di un boss di ndrangheta e coinvolto in Calcioscommesse. Molti i nomi legati al Napoli: il centrocampista Jess Datolo, Emanuele Calai, German Denis (ora allAtalanta), Ignacio Fideleff, Salvatore Aronica (al Palermo), Hugo Campagnaro, Christian Chavez. Ad esempio gli argentini Fideleff e Chavez in campo non si sono quasi mai visti, due acquisti incomprensibili che per potrebbero essere stati parte di un accordo pi ampio

che includeva Pocho Lavezzi, ceduto al PS Germain. Lobiettivo dei pm accertare tutta la gestione economica delle societ, nonch quella dei calciatori attraverso i procuratori (gli atleti per ora non sono indagati). Le modalit con le quali sono state indicate le plusvalenze, i contratti pubblicitari attraverso cui evadere il fisco, il riciclaggio internazionale di denaro proveniente da acquisti di baby calciatori stranieri sono alcuni dei punti nodali dellinchiesta. Ma i documenti serviranno a comprendere anche le modalit di trasferimento da una societ allaltra, le intermediazione dei procuratori. Il sospetto che i club abbiano messo in piedi, complici i procuratori, meccanismi per aggirare le regole di tassazione dei contratti. Accertamenti anche sulla gestione dei diritti dimmagine e televisivi, le transazioni tra societ calcistiche (gli spalma-debiti). Secondo la Guardia di finanza emergerebbero squilibri gestionali sul piano economico-finanziario nonostante i club abbiano visto aumentare gli introiti attraverso gli incassi delle manifestazioni sportive e le sponsorizzazioni, soprattutto la ricca torta dei diritti tv. Una gestione che elude le norme, diventata fenomeno generalizzato. La Lega calcio e le societ per ora si dicono tranquille, dal Napoli allInter sottolineano che non si trattato di una perquisizione ma della consegna di documenti fatta in un clima collaborativo ma, in mancanza di collaborazione, sarebbe scattato il sequestro. Secondo i pm ci sarebbe un complessivo sistema di relazioni, finalizzato alla sottrazione allimposizione fiscale di significative risorse finanziarie. Fatture, accordi o scritture private, la corrispondenza tra societ, calciatori e agenti, estratti conto dei club, contratti tutto finito nei faldoni dei pm.

FALSI DAUTORE

Lestate delle patacche calcistiche


Flaviano De Luca

/FOTO REUTERS

PROCURATORI I nuovi re Mida dello sport

Charter e hotel di lusso, e il contratto servito


Nicola Sellitti

a medicina al mal di pancia degli atleti. Per un business da centinaia di milioni di euro lanno. I procuratori sportivi. Spregiudicati, cosmopoliti, eleganti, alcuni di classe, altri dai metodi poco ortodossi, cellulare acceso h24. Pi potenti dei presidenti dei club, di cui un tempo erano nemici giurati (lex dirigente della Juventus, Giampiero Boniperti non voleva neppure sedersi al tavolo delle trattative, in loro presenza). Ora sono gli alleati pi preziosi dei patron per chiudere trattative senza svenarsi nel mercato del calcio in crisi di euro. Un acquisto, una cessione. Al centro di tutto, i soldi. Commissioni che finiscono nelle loro tasche. Con trattative svolte tra cene, alberghi a varie stelle, colazioni di lavoro, pranzi, charter privati. Un solo incubo, a breve termine: il Fair Play Finanziario voluto da Michel Platini, che ridurrebbe il volume di affari e le loro commissioni. Il calcio, italiano e internazionale, affonda nei debiti? E loro imparano a nuotare. Anzi, hanno imparato da un pezzo, dalla sentenza Bosman del 1995 (calciatori liberi dalle societ a parametro zero, alla scadenza del contratto) che consente di giocare su pi tavoli con il club. Con un potere rafforzato anche dallarticolo 17 della Fifa, che permette ai calciatori di svincolarsi con contratto in essere a determinate condizioni dal club dappartenenza. Insomma, una bella vita che ha portato circa 500 persone a partecipare al concorsone per ottenere la licenza Figc e potere cos esercitare la professione, qualche mese fa. E la serie A seconda solo alla Premier League nelle commissioni passate ai procuratori, per acquisti e cessioni dei calciatori. I calciatori corrono dietro al pallone, i loro agenti tirano le fila del mercato, i club, che hanno perso quasi tutta

la loro forza contrattuale, pagano. In Italia c il doppio dei procuratori spagnoli, il quadruplo dei brasiliani. Perch? Girano pochi soldi, pochissimi. I presidenti non possono pi permettersi di staccare assegni a sette zeri per acquisire un calciatore. E quindi ci si affida al procuratore, ai suoi buoni uffici per spostare gli atleti, con trasferimenti preparati a tavolino mesi prima. Negli Usa lultimo iscritto alla categoria il famoso rapper e marito di Beyonc Jay Z, che curer gli interessi di molti cestisti della Nba. Il suo primo cliente Kevin Durant, il secondo giocatore di pallacanestro pi forte al mondo, dopo Lebron James. Ma nel mercato statunitense ci sono regole certe e strumenti che garantiscono il potere delle franchigie. In Italia al comando c invece un ex pizzaiolo, Mino Raiola da Nocera Inferiore, cittadina campana tra Napoli e Salerno. Maturit classica e sette lingue. I primi clienti se li procurati in Olanda, nella pizzeria dei genitori a Haarlem. Due anni fa, il suo giro daffari era di cinque milioni di euro. Ora, almeno il doppio. La dote: fiutare il talento dei campioni. Ha pescato dal mazzo Ibrahimovic a inizio carriera, Nedved portato alla Juventus nel 2001. E negli anni a seguire ha fatto bingo legandosi a Mario Balotelli. Ultima mossa azzeccata: la procura di Paul Pogba, talento francese della Juventus. Il copione recitato da Minone e il suo assistito (Ibrahimovic candidato premio Oscar nella parte dellattore protagonista) sempre lo stesso, come nella commedia dellarte. Il calciatore arriva nel nuovo club, quello che chiaramente aveva sempre sognato. Dopo la prima stagione, si fanno sotto i grandi club. Profumo di percentuali sulla cessione per il procuratore e di ingaggio pi alto per latleta. Che ha il compito di puntare i piedi, rompere con lambiente. Cos Raiola getta lamo

per la trattativa, con i rumors che finiscono regolarmente sui quotidiani sportivi. La giostra in moto, non si scende. A fine stagione, laffare si fa, a costi contenuti. Una scenetta che si ripetuta due volte con il gigante svedese e nel trasferimento di Balotelli dal Manchester City al Milan del suo amicone, Adriano Galliani, che pagher SuperMario in comode e ripetute rate, manco fosse una lavatrice. In attesa del nuovo cambio di maglia. Tra i potenti italiani, anche Alessandro Moggi, figlio di Luciano, uno dei 12 procuratori sotto indagine da parte della procura di Na-

poli per reati fiscali, ex presidente della Gea World Spa, agenzia dei figli di pap che raggiunse quota 262 procure (Riccardo Calleri, Chiara Geronzi, Francesca Tanzi, Giuseppe De Mita, Davide Lippi), sciolta nel 2006 per le indagini su Calciopoli. Allestero va invece forte Jorge Mendes, avvocato e procuratore di Mourinho e Cristiano Ronaldo. La sua agenzia, Gestifute vale circa 400 milioni di euro. Mentre scala posizioni langloitaliano Kia Joorabchian, luomo di Carlos Tevez, conteso tra Milan e Juve, che acquista e stipendia calciatori brasiliani in attesa di piazzarli in Europa.

a tante stagioni lestate - il periodo delle compravendite dei giocatori, dei fantastici sogni che durano quanto il volo di una farfalla, costano poco e fanno tornare bambini innocenti tutti i tifosi- si trasformata nellinferno del calcio italiano. Passaporti falsi, fideiussioni truccate, calciatori (e amici e parenti) implicati nelle scommesse pilotate, la criminalit organizzata che allunga le mani su societ sportive, ingenti somme di denaro puntate in citt asiatiche da clan malavitosi, arbitri e giornalisti compiacenti alla Triade, insomma la fotografia di un calcio malato, dominato da unantica oligarchia che si appoggia a istituzioni e politici. Anche questultimo blitz della Guardia di Finanza (sulla falsariga di quello diventato indelebile, il Totonero del 23 marzo 1980, con le gazzelle e le pantere delle forze dellordine sulle piste degli stadi per effettuare degli arresti sui campi di gioco, a fine incontri di una famosa domenica pomeriggio) racconta di reati come associazione a delinquere, evasione fiscale internazionale, fatture false e riciclaggio. Le fiamme gialle si sono recate nelle sedi di 41 club di A (tutte le squadre coinvolte tranne Bologna e Cagliari), B e serie minori per fare perquisizioni e acquisire documenti relativi ai contratti tra societ, procuratori e calciatori. Lindagine nata dalla Procura di Napoli che aveva sequestrato una copiosa documentazione al club partenopeo nei mesi scorsi e aveva deciso di seguire le tracce di alcuni procuratori molto potenti. Sono 12 quelli finiti sotto inchiesta, tra loro Alejandro Mazzoni, luomo che ha gestito Lavezzi (ma anche Campagnaro, Vargas, Chavez e altri calciatori argentini) e Alessandro Moggi, figlio di Luciano, ex presidente della Gea World Spa, autentica monopolista di procure di calciatori, sciolta nel 2006 per le indagini che portarono al processo Calciopoli, tornato al lavoro nel 2010 dopo due anni di squalifica, attualmente con una dozzina di calciatori in portafoglio. La Lega Calcio tende a minimizzare perch lipotesi di operazioni finanziarie illecite potrebbe portare a deferimenti alla giustizia sportiva con squalifiche dei tesserati e persino penalizzazioni in classifica per i club, tutte vicende che si ripetono una stagione dopo laltra. Insomma lennesima mazzata per il movimento sportivo pallonaro che continua a vivere al di sopra dei propri mezzi, grazie agli introiti garantiti dalle televisioni. E domani sera, a Fortaleza, ci aspetta la Spagna. Caro Bruno Martino avevi ragione, odio lestate!

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il manifesto

MERCOLED 26 GIUGNO 2013

EUROPA
GRECIA Dietro la chiusura brutale dellErt, il patto tra il premier Samaras e i padroni dellinformazione privata

Brutto programma sulla tv pubblica


Malgrado le proteste popolari e le promesse del Pasok le frequenze restano bloccate. E malgrado lultimatum del governo i lavoratori restano asserragliati nella sede centrale
Dimitri Deliolanes *

titi che si alternavano al governo, Nuova Democrazia e i socialisti del Pasok, i canali privati hanno incassato scandalose "facilitazioni" nei loro rapporti con il settore pubblico. Non solo accesso in appalti e forniture, ma anche linedita situazione, unica in Europa, di occupare abusivamente frequenze pubbliche senza versare un centesimo allo stato. Oppure di rifiutarsi di pagare le pur ridotte tasse sulla pubblicit trasmessa nonch i contributi per gli impiegati. Va aggiunto che tutti i canali privati chiudono i loro bilanci con forti perdite, spesso coperte da generose iniezioni di liquidit da parte delle banche.

La truffa dellinfotainment
Insieme, le emittenti private controllano circa l80% dellaudience, quindi c un controllo forte sullinformazione televisiva. Il modello adottato quello dell infotainment, informazione "leggera", di facile digeribilit, capace di attrarre spettatori e pubblicit. I greci la seguono, ma si fidano poco. Tutte le ricerche sulla credibilit dellinformazione collocano in basso le emittenti private e in cima la radio-tv pubblica. Controllata, certo, dal governo, ma rispettosa di quel minimo di pluralismo e completezza che i privati fanno sistematicamente a pezzi, sera do-

all11 giugno circa 2.600 lavoratori della radio-televisione pubblica greca Ert sono asserragliati dentro il palazzo della sede centrale, alla periferia est di Atene, e continuano le trasmissioni, ma questa volta autogestite, con il segnale diffuso in streaming oppure attraverso frequenze analogiche prestate da piccoli canali locali. Continua anche la trasmissione satellitare dellErt World, perch lEbu (pi nota come Eurovisione) si rifiutata di oscurare il segnale per un membro fondatore. Anzi, il presidente dellEbu Jean-Paul Philippot e il vice presidente Claudio Cappon hanno lanciato durissimi attacchi contro la decisione del premier greco Antonis Samaras, ma anche contro la Commissione Europea, accusata di atteggiamento pilatesco. Ogni sera, nel cortile dellErt, migliaia di cittadini difendono lavoratori e impianti da una possibile irruzione della polizia godendosi un grande concerto che tengono i complessi musicali dellErt oppure artisti solidali. Laudience dellErt non mai stata cos alta. Limmediato sblocco delle frequenze e la ripresa delle trasmissioni stata chiesta ben due volte anche dal Consiglio di Stato. Ma il premier di centrodestra si rifiuta di obbedire. Non la prima grave illegalit della componente di Nuova Democrazia del governo di coalizione greco. Lo stesso licenziamento in blocco di tutti i dipendenti, tramite annuncio televisivo, privo di qualsiasi validit legale. Inoltre, loscuramento dellErt avvenuto per decreto, senza passare dal Parlamento, ignorando larticolo 51 della Costituzione ellenica che esige il funzionamento senza interruzioni del servizio pubblico. noto che la maniera maldestra e autoritaria con cui il premier e il suo ministro dellInformazione Simos Kedikoglou hanno gestito la questione ha provocato grandi tensioni allinterno dellalleanza di governo. Di fronte al moto di indignazione popolare, il piccolo partito della Sinistra Democratica uscito dal governo e dalla maggioranza. I socialisti del Pasok hanno preferito rimanerci, ma imponendo la loro soluzione: lErt torner a trasmettere al pi presto con un altro nome ma con lo stesso personale, alleggerito di 600 persone. C stato luned il rimpasto di governo e la gestione dellaffare Ert passato nelle mani di un sottosegretario, il giornalista Pantelis Kapsis. Ma per il momento Samaras e i suoi continuano a insistere. Le frequenze rimangono bloccate e sabato Kedikoglou ha chiesto ai dipendenti dellErt di sgomberare il palazzo. Un tentativo di braccio di ferro da parte di un governo estremamente debole, quindi molto pericoloso per la democrazia.

Toni trionfalistici dei network commerciali, che gi controllano l80% dellaudience. In gioco c la democrazia
LA MOBILITAZIONE DAVANTI ALLA SEDE CENTRALE DELLERT, A ATENE, PER SCONGIURARE LA CHIUSURA DELLA TV PUBBLICA/FOTO REUTERS

Chi avesse visto la maniera in cui le principali emittenti private greche hanno presentato nelle ultime due settimane la durissima vertenza sulla chiusura dellErt, avrebbe compreso perfettamente il tipo di scambio che Samaras ha voluto fare con i padroni dellinformazione privata. Anche se la chiusura dellErt rimane tuttora senza una spiegazione ufficiale (Samaras ha parlato di peccaminosa Ert e di scandali, ma probabilmente si riferiva al suo scandaloso ministro Kedikoglou), i canali privati, unanimemente, si sono prodigati in una campagna trionfalistica, insistendo

sul mostro di corruzione finalmente ucciso. Come ci si attendeva, il fatto che lErt avesse il bilancio in attivo fin dal 2010 stato sistematicamente omesso, come pure il fatto che gli "stipendi da sogno" ampiamente pubblicizzati, erano solo quelli dei dirigenti e consiglieri nominati da Kedikoglou. Una disinformazione sistematica, che per ha influenzato poco lopinione pubblica greca, a conoscenza del cronico legame perverso tra politica e televisioni private. Succede infatti che, per puro caso, tutti i canali televisivi privati appartengano a im-

prenditori che hanno forti interessi economici con lo stato. Un esempio: nel canale privato Mega, in cima allaudience, lazionista di riferimento limprenditore Giorgos Bobolas, a capo del gruppo appaltatore Elaktor e del gruppo editoriale Pegasus. Secondo azionista il gruppo editoriale Dol, attivo nel campo delle forniture pubbliche. Lo stesso vale anche per gli altri canali, Antenna (gruppo armatoriale Kyriakou), Star (gruppo energetico Vardinoyiannis) e Skai (gruppo armatoriale Alafouzos) e per i canali minori. In cambio del sostegno fornito da decenni ai due par-

po sera, telegiornale dopo telegiornale. Ecco quindi spiegata la chiusura brutale dellErt. Samaras vuole regalare il monopolio dellinformazione tv ai privati. Ha tentato anche di indire lasta per le frequenze digitali con lErt chiusa e fuori gioco, in modo da attribuirle tutte ai suoi amici editori. Ed ecco quindi il perch di questa grande mobilitazione in favore dellErt, in Grecia ma anche in Europa. Senza lErt il funzionamento dello stesso sistema democratico subisce un duro colpo. Non un caso che lunico partito schierato in favore di Samaras per la chiusura dellErt sono i nazisti di Alba Dorata. * corrispondente dallItalia dellErt

ISTANBUL Il variopinto movimento della rivolta turca visto attraverso le scritte e i graffiti

Siamo gi persone sensibili senza lacrimogeni La grande bacheca di Gezi Park sfida Erdogan
Filippo Fiorini ISTANBUL

Samaras e i diktat della troika


Il problema che deve affrontare Samaras semplice da descrivere ma difficile da risolvere. In estrema sintesi, un anno dopo la sua elezione, il leader di Nuova Democrazia si trasformato in mero organo esecutivo dei diktat della troika (Bce, Fmi, Commissione Europea). Una politica che porta sempre pi recessione: a fine anno il Pil greco sar a -5,5%, lanno prossimo si spera in un -4,5%. In sei anni consecutivi di recessione, la Grecia ha perso il 26% del suo Pil. La disoccupazione si sta avviando verso il 28%, un milione e 800 mila persone, poco meno della met della popolazione attiva. Quella giovanile ha superato il 60%. Una catastrofe umanitaria. Ma la cosa peggiore che tuttora non si vede come questausterit possa condurre allo sviluppo e alluscita dalla crisi. Neanche gli europei si azzardano oramai a fare previsioni, pur insistendo in una politica ormai contestata apertamente anche dal Fmi. Il premier greco avrebbe dovuto porre con forza ai suoi interlocutori europei la questione degli effetti disastrosi dellausterit sul paese. Ha preferito invece scatenarsi contro la tv pubblica.

ra che loccupazione del parco Gezi e della piazza Taksim finita, lasciando il movimento antagonista turco che qui sorto privo del suo quartiere generale, molti vorranno cercare di spiegare che cosa sia stato, cosa rappresenti e cosa significhi quel luogo che tra il 28 maggio e il 15 giugno scorso ha tentato, per tre caldissime settimane, di essere lepicentro di una rivoluzione che non si ancora data per vinta Davanti alle molte risposte che possono sorgere, una certamente quella che Gezi stata unimmensa bacheca, in cui le realt pi diverse del mondo politico turco erano andate ad affiggere un cartello, che diceva semplicemente siamo qui e ci

valeva spesso lironia: In Arizona sanno meglio di noi cosa sta succedendo a Istanbul, aveva scritto qualcuno, volendo partecipare al grande certamen delle battute scherzose da barricata, che si giocava con le scritte fino agli angoli pi nascosti del parco. Non ci laviamo da tre giorni, mandateci il carro idrante della polizia. Il gas piccante uno sballo, fratello. Drogba governatore. Siamo spiacenti, ma le strade saranno occupate per rivoluzione durante tutti i prossimi giorni lavorativi e siamo persone gi abbastanza sensibili senza bisogno che ci spari anche il gas lacrimogeno sono solo alcuni campioni dai mattoni del parco. Su tutto, prevale per Diren Gezi, ribellati Gezi, e i nomi dei ragazzi morti negli scontri, intervallati da qualche parola pi solenne delle altre: Basta violenza. Ascolta la tua coscienza, non mi uccidere. C qualcosa di pi che un semplice mucchio di carne ed ossa dentro a questa tenda. Sono un bravo ragazzo e mamma, non ti preoccupare, non sono in prima fila: ci siamo tutti insieme.

Spirito giovanile, realt ideologiche altrimenti inconciliabili e molta ironia


opponiamo al governo di Recep Tayyip Erdogan. Letteralmente, le mura, gli alberi e le tende di quello spazio difeso ad ogni lato da grandi barricate erano state colorate da scritte che mostravano la variet della sua essenza e anche il suo spirito giovanile. Cos, sulle pareti di Gezi potevano convivere le frasi classiche della ribellione, tipo viva la libert, morte al fascismo, non un passo indietro o la poesia in strada (parafrasando il vecchio motto del Maggio France-

se, secondo cui era la bellezza ad aver preso le piazze); insieme ad altri slogan coniati apposta per il contesto politico turco, come per esempio se Erdogan si dimette, smetto di fumare o siamo solo quattro o cinque teppisti, non vero Tayyip?, in riferimento alle parole del premier che, nei primi giorni della rivolta aveva accusato i manifestanti di essere solo pochi apulcu, cio vandali. Daltra parte, il ripudio della durezza con cui la polizia aveva affrontato le proteste teneva unite realt ideologiche altrimenti inconciliabili. A Gezi, per esempio, si poteva affiggere un cartello che dicesse Allah ama le persone rette ma anche le teste dure, accanto a un altro con la scritta eravamo ubriachi, hai proibito lalcol e guarda cos successo adesso

che siamo tutti sobri. O ancora, siamo soldati - del nazionalista - Mustaf Kemal, anche noto come Ataturk, vicino a un altro con scritto: Libert per il popolo curdo, separatista e comunista. Ambiguo e contradditorio era anche il rapporto con la stampa. Alle decine di divieti che con un perentorio photo yok, niente foto, provavano a proteggere lidentit dei medici che curavano i manifestanti feriti e che per questo rischiavano larresto come fiancheggiatori, si contrapponevano esempi come quello di un gruppo di ragazzi che aveva scritto in nove lingue, compreso litaliano: La stampa turca continua a dormire, raccontate Gezi al mondo. Su questo aspetto come su qualsiasi altro, comunque, pre-

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DISORDINE E PROGRESSO
LANALISI Con i governi di sinistra, 20 milioni di persone sono uscite dalla povert. E ora si ribellano
LA MOSSA DELLA PRESIDENTE

La rivolta della nuova middle class brasiliana

Dilma in contropiede, ma rischia lautogol


Adriano Seu RIO DE JANEIRO

Roussef spiazza tutti, accoglie le proposte della piazza e propone un referendum

Alex Vailati

MANIFESTAZIONE A SAN PAOLO /FOTO REUTERS

n queste ultime settimane in Brasile in atto, pur fra molte contraddizioni, un risveglio politico. Lultimo caso cos rilevante di manifestazioni popolari risale al lontano 1992, quando i cittadini ottennero le dimissioni del presidente Collor. Da allora il Paese notevolmente trasformato. Le politiche economiche hanno portato grandi mutamenti, che si rispecchiano nella piramide sociale. Una lieve crescita dei cittadini con alto reddito corrisponde ad una forte emersione dalla classe bassa, ovvero nuclei familiari con reddito mensile inferiore ai 1085 reais mensili (al tasso di cambio attuale 365 euro circa). Statistiche mostrano come tra il 2003 e il 2009 pi di venti milioni di persone siano uscite dalla classe bassa, incontrando redditi migliori. Ma, anche in un panorama positivo, le ineguaglianze rimangono notevolmente visibili. Lapertura al mercato riscontrabile nel mandato di Dilma Rousseff preoccupa chi vorrebbe che la tendenza di ridistribuzione delle ricchezze continuasse. Le recenti proteste sono animate prevalentemente dalla nuova classe media, che in anni recenti ha avuto accesso ad un maggiore potere acquisitivo. A scendere in piazza sono, a fianco di gruppi pi politicizzati e critici, giovani che in molti casi non hanno ricevuto uneducazione di qualit. Masse che sono spesso prive di una reale coscienza politico-ideologica, perch alla crescita economica non corrisposto un miglioramento delleducazione. Ma che sono in grado di vedere i problemi. La coppa del mondo e le olimpiadi che saranno ospitate del Brasile nei prossimi anni sono percepiti come un trampolino mediatico, ma lattenzione dei brasiliani che stanno scendendo in piazza focalizzata sulla necessit di un sistema sanitario pubblico migliore e lancora pi grave debolezza del sistema scolastico. Una fotografia scattata oggi sul panorama delleducazione mostra uno squilibrio evidente tra quella privata di alta qualit, a cui la maggior parte della popolazione non ha accesso, e uno scarsissimo investimento nelle scuole pubbliche. Il tema dei trasporti collettivi, che in Brasile sono quasi totalmente gestiti da imprese private, risultato un ottimo collettore per le istanze di protesta. Lassenza di una reale politica pubblica e

Il movimento eterogeneo. Allobiettivo del biglietto gratuito sui trasporti privati si uniscono le denunce contro la corruzione cavalcate dallopposizione

gli enormi interessi economici della gestione privata rendono impossibile limplementazione di un servizio efficiente per i cittadini. Se le proteste sono state scatenate dallaumento del costo del biglietto urbano nella citt di So Paulo, lobiettivo sembra essere ora quello del passe-livre, ovvero dellabbattimento del costo del biglietto. Libert di movimento quindi, che permetterebbe anche ai residenti di aree urbane penalizzate di avere accesso alla citt. Una posta importante dunque, ovvero la possibilit di avere accesso a servizi, cultura e spazi che generalmente sono negati alle classi meno abbienti. Il movimento tuttavia ingloba una moltitudine di tematiche di una eterogeneit spiazzante, che

va riconosciuta. I nuclei pi politicizzati del movimento lottano, ad esempio, anche contro la recente approvazione del trattamento dellomosessualit come malattia o per una maggiore attenzione ai movimenti sociali. Ma esistono anche altre settori di manifestanti che, sostenendo istanze reazionarie, propongono messaggi antiabortisti o in supporto della riduzione dellet penale. Condivisa da tutti la necessit di una lotta alla corruzione, che tuttavia un elemento contrastante. Se da una parte chiaro che essa un problema endemico del tessuto politico brasiliano, dallaltra risuona nelle parole della gente come slogan, suggerito e veicolato dai mass-media in gran parte privati e spesso svinco-

a presidente brasiliana elabora un piano demergenza nazionale in 5 punti e lancia la proposta di referendum popolare per la riforma politica. Dieci ore di riunione straordinaria con governatori e prefetti dei 27 Stati brasiliani per elaborare un patto nazionale demergenza articolato in cinque punti e lanciare una proposta a sorpresa che ha spiazzato il governo, alleati compresi, con il rischio di un pericoloso effetto boomerang. Allo scopo di frenare le proteste di massa che non accennano a diminuire in tutto il Paese, Dilma Rousseff passata ai fatti, dando seguito alle promesse fatte nel discorso a reti unificate di venerd sera. Lo ha fatto annunciando lelaborazione di un piano che prevede la revisione della pressione fiscale, il miglioramento del sistema sanitario e di quello educativo, la riforma dei trasporti pubblici e lirrigidimento della Giustizia in tema di corruzione. La mossa inattesa stata tuttavia la proposta di referendum popolare per la creazione di unassemblea costituente incaricata di realizzare quella riforma politica che i movimenti sociali chiedono a gran voce, reclamando forme di democrazia partecipativa. Uniniziativa che ha fatto cadere dalle nuvole Eduardo Braga e Arlindo Chinaglia, rappresentanti in parlamento del Partito dei Lavoratori (Pt), che hanno ammesso di essere totalmente alloscuro, mentre lopposizione subito insorta parlando di iniziativa incostituzionale e sfacciatamente populista. Se i cinque punti elaborati nellambito del patto nazionale demergenza hanno raccolto un consenso pressoch unanime delle forze politiche, la proposta di referendum costituzionale ha invece sollevato un polverone immediato, visto che si tratta di uniniziativa che spetta esclusivamente al Parlamento nazionale. Cos facendo sostiene Carlos Sampaio, uno dei leader del partito Socialdemocratico (Psdb) - la presidente ha agito in modo irresponsabile, attribuendosi poteri che sono prerogativa esclusiva del Parlamento e, allo stesso tempo, scaricando la responsabilit di nuove proteste sullorgano legislativo e sul Tribunale Supremo Federale, a cui compete lapprovazione in ultima istanza di un referendum popolare. Dopo essersi riunita con i leader del Movimento Passe Livre, promotore delle proteste di massa iniziate la scorsa settimana, e dopo aver ascoltato le richieste di altri sedici movimenti sociali, Rousseff ha promesso investimenti nel settore dei trasporti pubblici pari a 20 miliardi di euro, ha annunciato di voler assumere medici stranieri per migliorare la qualit del sistema sanitario e ha ribadito la volont di destinare il 100% delle royalties petrolifere per la costruzione di nuove scuole, annunciando anche lintenzione di inserire la corruzione tra i reati penali. zione, in vista delle elezioni politiche dellanno prossimo. Una strumentalizzazione facile visto il basso livello di politicizzazione della maggioranza di queste masse. La corruzione, uno dei cavalli di battaglia della critica del Partido da Social Democracia Brasileira (Psdb) allattuale governo, appare in questo senso forse come il tema pi pericoloso per il Partido dos Trabalhadores (Pt) della presidente. Dilma promette una politica di inclusione e di destinare tutti i proventi derivanti dallo sfruttamento delle risorse petrolifere alleducazione. Una dichiarazione tenue che non soddisfer la maggior parte della popolazione, ma che comunque unapertura alle proteste. Il governo deve ora velocemente dare concretezza a queste dichiarazioni, evitando a tutti i costi la repressione. Dilma, seguendo il modello di Lula, adotta strategie inglobanti rispetto alle proteste, cercando di istituzionalizzare i movimenti per farli, seppur parzialmente, dialogare con il governo. Probabilmente questo avverr per molte rivendicazioni puntuali, ma ancora non chiaro come verranno gestite le accuse pi ampie, di corruzione e di malagestione delle risorse economiche. Dal canto loro, i movimenti sociali devono ricercare strategie per continuare la protesta e per canalizzare la partecipazione della popolazione, senza sfociare nella violenza e in forme pericolose di anti-politica che gi in passato hanno veicolato forme autoritarie di governo. Il Movimento Passe Livre sembra per ora essere il settore pi strutturato della protesta: la lotta che sta conducendo ha gi portato risultati eccellenti e ne promette altri. Su questi nuclei e mediante lutilizzo dei social network, che contrastano legemonia dei gruppi privati sulla circolazione delle informazioni, potrebbe fondarsi una nuova alternativa politica, che tuttavia, ha ancora molte sfide dinnanzi a s. * ricercatore universit di Florianopolis, Brasile

lato da qualsiasi tentativo di proporre alternative politiche. Lontano dagli allarmismi causati dagli episodi di violenza e legati pi che altro al corretto svolgimento della coppa, il Brasile si trova dunque in un momento complesso e importante. Il positivo risveglio di una molteplicit di soggetti che rivendicano una partecipazione politica danneggiato dai tentativi di una sua strumentalizza-

LA POLITICA NEL PALLONE

Scusate il disturbo. Stiamo cambiando il Paese Quando il calcio non pi loppio dei popoli
Daniele Archibugi

o aperto Facebook, il moderno spirito del mondo, e ho trovato una foto di un gruppo di cittadini brasiliani di fronte al Colosseo. Una manifestante teneva sorridente e orgogliosa un cartello oro con scritta verde: Scusate il disturbo. Stiamo cambiando il Brasile. Conosco bene la donna: la fidata collaboratrice domestica di alcuni amici, con due ragazzoni ottimi calciatori dilettanti e accaniti tifosi. Con il suo stipendio, la signora Maria non provvede solo a se stessa, ma sostiene una famiglia allargata composta di concittadini senza lavoro e nipoti che non hanno i soldi per andare a scuola. Se leconomia brasiliana si sostiene ancora sulle rimesse dei lavoratori allestero, per quale ragione bisogna spendere 13 miliardi di dollari per la Coppa del Mondo? C qualcuno che si sente di affermare che tale investimento assicuri la prosperit pi della spesa per istruzione e sanit? Le manifestazioni alla Confederation Cups testimoniano un cambiamento epocale. Pi che in ogni altro paese, in Brasile il calcio una religione civile e la Seleo lemblema dellidentit nazionale. Pel di gran lunga pi autorevole di quanto lo sia da noi Garibaldi. I successi calcistici sono stati seguiti con trepidazione e usati politicamente per far tacere il malcontento o addirittura per eliminare fisicamente gli oppositori. Il gol che Pel riusc ad insaccare tra Facchetti e Albertosi nella Coppa del mondo del 1970 ebbe leffetto deleterio

Il Pil cresce e in piazza non si vista una disperazione sociale alla greca. Ma il popolo pi esigente proprio a causa dei cambiamenti ottenuti
di mantenere in vita per ancora qualche anno la dittatura di Emlio Garrastazu Mdici. Oggi la democrazia si sta lentamente consolidando e, dopo un decennio di governi di centrosinistra, leconomia brasiliana con il vento in poppa. Nonostante landamento ondivago, il Prodotto interno lordo continua a crescere, anche grazie ad una politica commerciale che ha collegato il paese ad altre economie emergenti, prima tra tutte quella cinese. E, soprattutto, in uno dei paesi con la maggiore ineguaglianza del mondo, si sta lentamente equilibrando la distribuzione del reddito e lindice di Gini calato di ben cinque punti in un decennio. Le proteste di piazza di questi giorni, dunque, non sono contrassegnate da una aumentata disperazione sociale analoga a quella, ad esempio, vista in Grecia. Al contrario, il popolo si sta facendo pi esigente perch qualche cambiamento stato ottenuto. Se il paese ha ancora sacche immense di povert, se la distribuzione del reddito e della ricchezza molto pi sperequata di quanto lo sia nei paesi europei e nelle altre economie emergenti Cina e India, se dilaga la corruzione, e se il tasso di svi-

luppo economico ancora troppo instabile, il governo non dovrebbe destinare le gi scarse risorse al calcio. Invece di discutere di quale sia il centravanti pi in forma, lopinione pubblica si sta chiedendo come mai il loro paese sta spendendo il triplo della Germania per il Mondiale del 2006, perch la gran parte dei profitti andranno nelle tasche della Fifa, che cosa si sta facendo per sradicare le endemiche mazzette associate alle opere pubbliche. I manifestanti in strada sono sempre stati di pi degli spettatori dentro gli stadi: forse sta per finire lepopea del calcio come oppio dei popoli. Sono veramente state poche le voci di coloro che si sono levate a difendere le scelte fatte. La stessa Presidente Dilma Rousseff, mentre manda le squadre speciali in tenuta anti-sommossa, sta anche brandendo la carota, con la speranza di parlare con i manifestanti, una massa elettorale enorme senza la quale non pu sperare di rivincere le elezioni. Lonnipotente Presidente della Fifa Joseph Blatter, colui che alla fine della fiera incasser il dividendo pi consistente, sta tentando di calmare gli animi. rimasto solamente Pel a chiedere ai manifestanti di tornare a casa, con un logoro appello alla fede sportiva dei suoi compatrioti. stato rimbeccato niente meno che da Diego Armando Maradona, licona della squadra e della nazione da sempre rivale. Pel stato zittito dai suoi connazionali, mentre Maradona per la prima volta stato applaudito. Deve essere vero, allora, che stanno cambiando il Brasile.

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INTERNAZIONALE
LATTESA Allombra dellanziano leader, sempre ricoverato in gravi condizioni, iniziato lo scontro sulla sua eredit politica

Il Sudafrica gi nel dopo Mandela


Rita Plantera CAPE TOWN

l Sudafrica gi nel dopo Mandela, ma allombra di Mandela. Due immagini con il volto sereno dellanziano leader sono state issate ai lati del balcone della City Hall, a Cape Town, da dove l11 febbraio 1990, Madiba, poche ore dopo avere lasciato il carcere, tenne il suo primo discorso da uomo libero alla nazione. Poco pi lontano, fuori dal Civic Centre, unopera grafica raffigura Mandela sorridente che indossa una maglietta con i simboli pi rappresentativi della citt, dalla Table Mountain a District Six. Sotto, la scritta: Cape Town honours Nelson Mandela. Lo stesso comunicato diffuso in serata dalla Presidenza Zuma, dopo aver con poche righe confermato le condizioni critiche in cui versa lo stato di salute del-

SUDAFRICA CON IL FIATO SOSPESO. UN MURO DI MESSAGGI DAVANTI ALLOSPEDALE DI PRETORIA DOVE RICOVERATO IN CONDIZIONI GRAVI MA STABILI NELSON MANDELA /FOTO REUTERS

USA VOTO ALLE MINORANZE, COLPO DELLA CORTE Duro colpo della Corte Suprema americana alla legge sul diritto di voto delle minoranze, una delle battaglie simbolo per per i diritti civili su cui Obama ha puntato molto. I cinque saggi hanno deciso di abolire una norma chiave dello storico Voting Rights Act del 1965: quella secondo cui nove Stati del Sud con un passato di discriminazioni razziali (dallAlabama al Mississippi, dalla Georgia alla Louisiana) possono modificare la propria legge elettorale solo se autorizzati dal Congresso. Una norma superata, secondo i cinque giudici di nomina repubblicana che l'hanno bocciata,

Da Desmond Tutu al nuovo partito Agang, sfida aperta al potere assoluto dellAnc
lex presidente sudafricano, riporta lappello di Zuma in toni gi celebrativi: Dobbiamo sostenere lui e la sua famiglia. Dobbiamo dimostrare il nostro affetto e apprezzamento per la sua leadership durante la lotta per la liberazione e nei nostri primi anni di libert e democrazia vivendo la sua eredit e promuovendo lunit, il no al razzismo, il no al sessismo e la prosperit nel nostro Paese. Alleredit di Mandela e alla capacit del Sudafrica di salvaguardarla e mantenerla, si era richiamato luned il ministro Trevor Manuel per rassicurare investitori e imprenditori stranieri contro i timori che un vento di instabilit cominci a soffiare in direzione postMandela e dal seno stesso dellAfrican National Congress (Anc), il partito di Madiba e di Zuma al governo dal 1994. Non sono in pochi infatti quelli che temono che gli elementi pi radicali dellAnc quelli che rimproverano alluomo artefice della Rainbow Nation e di un Sudafrica libero dalle catene dellapartheid e di secoli di dominazione dei bianchi europei di aver fatto troppe concessioni alla minoranza bianca durante il periodo di transizione politica o quelli che spingono per la nazionalizzazione del settore minerario - possano prendere il sopravvento. In attesa del "dopo", in un clima di rassegnazione che pare ormai stia prevalendo sulla speranza, si guarda avanti pur restando ancorati allunica bussola morale che il Sudafrica abbia mai avuto e una delle poche che il mondo abbia conosciuto e da cui sia stato influenzato, Nelson Mandela. Chi per la Thatcher fu un terrorista e per milioni di neri e non bianchi il combattente e leroe, lascia in eredit alla sua gente il compito pi arduo, vale a dire la capacit di liberarsi dellombra di quelleredit. Il Sudafrica potr dirsi realmente un paese libero quando cio, concretizzando davvero quelleredit, si sar liberato dei nodi che a quasi 20 anni dalla fine del regime dellapartheid fanno della societ sudafricana una delle pi ineguali al mondo sotto il giogo di unlite politica corrotta e inefficiente. Leredit di Mandela gi stata accantonata da tem-

po e, con gli anni, la Rainbow Nation ha vissuto alla sua ombra, deturpandone le premesse e servendosene come scudo, ma incapace di portarne avanti i principi. Ad aprile scorso, un Mandela malato a fragile, dopo lospedalizzazione di marzo, si era ritrovato tra gli strali che contrapponevano lAnc al Democratic Alliance (Da) il maggior partito di opposizione. Con lAlleanza colpevole agli occhi dellAnc di ver usato limmagine dellex presidente a scopi propagandistici da campagna elettorale in vista delle elezioni 2014 e Anc artefice agli occhi di Da di essersi servito delle immagini girate durante la visita di Zuma e dei suoi collaboratori a Madiba per una operazione di mero marketing elettorale. Un mese dopo, a

maggio, era stato Desmond Tutu, in una sorta di lettera aperta, ad ammettere quanto il Sudafrica ancora soffrisse di problematiche irrisolte e che pur riconoscendo allAnc la capacit di aver traghettato il paese negli anni della lotta

per la liberazione, era ora giunto il momento di un reale cambiamento per la nazione e egli stesso non lavrebbe pi votato. A rincarare la dose circa tre settimane fa stata poi Mamphela Ramphela nota attivista antiapartheid, tra i fon-

datori insieme a Steve Biko del Consciousness Movement ed ex direttore generale per la Banca Mondiale la quale ha dichiarato che il Sudafrica sarebbe stato una democrazia migliore se Mandela avesse svolto non uno ma due mandati da presidente. Con un feroce attacco allAnc e alla sua incapacit di guidare il Paese nel postapartheid e contro Zuma, Mamphela Ramphela sabato scorso davanti a circa 5000 sostenitori ha lanciato il suo partito Agang, che in Sesotho sta per Costruiamo. Un invito al cambiamento e una sfida allAnc. In molti si chiedono se Agang, anche sullonda del malcontento generale e allombra di Mandela, potr mai diventare il nuovo antagonista del partito di Madiba.

DOHA Dopo labdicazione dello sceicco al-Thani in favore del figlio

Qatar, rinviate le prime elezioni. La democrazia pu attendere


Michele Giorgio

on c stato un annuncio, in ogni caso slitteranno a tempo indeterminato le prime elezioni parlamentari in Qatar. questa la conseguenza pi immediata, se non lunica e la pi concreta, dellabdicazione avvenuta ieri dellemiro, lo sceicco Hamad bin Khalifa al-Thani, a favore del figlio 33enne Tamim bin Hamad alThani. Un risvolto che contrasta parecchio con la spiegazione ufficiale di un passo indietro volto a lasciare spazio a una generazione giovane e al rinnovamento. Prima di passare la mano, lo sceicco Hamad ha promulgato un decreto che proroga il mandato dellattuale Majlis al-Shura, lAssemblea Consultiva, un organo con poteri legislativi nulli che conta 45 membri, 30 dei quali in teoria elettivi in base alla Costituzione promulgata nel 2003. Quelli dellassemblea in carica comunque sono interamente di nomina dellemiro. In passato sono state prean-

Scettro nelle mani del giovane Tamim. Ma il passaggio di consegne non cambia la sostanza
nunciate pi volte le elezioni, poi sistematicamente posposte. Lultima volta in cui un certo numero di componenti della Shura furono eletti risale al lontanissimo 1970. Due anni fa, per sedare alcune proteste sullonda delle rivolte arabe, lemiro aveva annunciato riforme e che il Paese sarebbe andato al voto nella seconda met del 2013. Puntuale giunto lennesimo rinvio. Lo sceicco Hamad perci lascia al figlio Tamim poteri assoluti. Resta ancora ignoto il destino dellattuale premier e ministro degli esteri, lo sceicco 53 enne Hamad ben Jassim. Si era parlato della sua sostituzione, ora non pi cos sicuro. Il rinnovamento del pollice della penisola arabica, come qualcuno definisce il piccolo ma ricco e influente Qatar, solo uno slogan. Non basta un semplice passaggio di poteri da padre in figlio a cambiare la sostanza di un regno che impegnato, con armi e soldi, a portare la democrazia in altri paesi arabi - prima la Libia, ora la Siria - ma che al suo intero nega libert e diritti fondamentali, come i cugini-rivali della monarchia saudita. Ieri mentre le trombe dei media occidentali e la tv al Jazeera, megafono del re, suo-

navano le note del cambiamento, del passo in avanti verso la democrazia, gli analisti sottolineavano che non cambier praticamente nulla. Il giovane Tamim non far altro che proseguire la politica del padre, che allesterno ha dato un potere enorme a un emirato grande come lAbruzzo e allinterno ha trasformato nei pi ricchi del mondo i suoi 250,000 cittadini nativi grazie a un Pil pro-capite stimato sui 400 mila dollari. Un altro milione e mezzo di lavoratori stranieri (in buona parte asiatici) fatica per pochi spiccioli nei suoi mastodontici progetti di costruzione - come gli stadi di calcio dei Mondiali del 2022 - e allinterno dei centri commerciali. Un piccolo gruppo di espatriati arabi o occidentali fa s che i treni scorrano sempre puntuali. Certo, vivere nel polveroso e torrido inferno del deserto qatariota per met dellanno non esaltante. Ma quando sul conto corrente si hanno quelle cifre, trascorrere parte dellesistenza in paradisi naturali allestero non deve essere complicato. La ricchezza dei fortunati cittadini del Qatar frutto delle enormi riserve di gas naturale, le pi ampie dopo quelle di Russia e Iran. Ricchezza che aiuta la crescente influenza politica e diplomatica dellemirato, dovuta anche alla presenza, ad al Udeid, della base area statunitense pi grande al mondo, dove ha sede tra laltro il Comando Centrale Usa (Centcom), responsabile dei teatri mediorientali e centroasiatici. Il matrimonio felice con Washington ha da-

accogliendo il ricorso della Contea di Shelby, in Alabama. Dura la reazione del presidente Usa che si detto deluso: La decisione della Corte - ha specificato Obama - colpisce un pilastro della legge e ribalta quellorientamento che nel corso di molti decenni ha aiutato a rendere il voto in America pi giusto, specialmente in luoghi dove la discriminazione ha storicamente prevalso. Adesso - ha insistito - tocca dunque al Congresso darsi da fare per porre rimedio a una situazione che pu aprire la strada a nuove disparit sul fronte del voto delle minoranze, oggi molto pi numerose e variegate di 50 anni fa. Capitol Hill infatti chiamata a varare in tempi stretti una nuova legge bipartisan che si metta al passo con i tempi. Il clima acceso mentre oggi atteso il pronunciamento della Corte Suprema sulla costituzionalit delle leggi contrarie alle nozze gay, approvate di fatto gi in 12 stati americani. Verranno presi in esame due appelli contro leggi che impediscono le nozze omosex e decidere se il principio dell'uguaglianza dei diritti difeso dalla Costituzione sia stato o no violato. Nel primo caso i nove giudici della Corte dovranno decidere se il Defence of Marriage Act, la legge federale che definisce il matrimonio come un'unione esclusiva tra uomo e donna viola i diritti costituzionali delle coppie omosessuali. Nell'altro caso dovr invece dare un giudizio sulla Proposition 8, il bando alle nozze gay passato in California nel 2008.
TURCHIA UE, VIA LIBERA AI NEGOZIATI, MA IN AUTUNNO La protesta in Turchia non accenna a placarsi. Da Ankara a Istanbul, ancora ieri le strade si sono riempite di cortei per protestare contro la violenza della polizia e contro la decisione di scarcerare lagente responsabile delluccisione di un manifestante allinizio di giugno. LUnione europea guarda levolversi della situazione, preoccupata di unescalation autoritaria del premier Erdogan, preoccupazione che non ha impedito, dopo giorni di dibattito, di dare il via libera alla ripresa dei negoziati per ladesione della Turchia, anche se soltanto a ottobre per dare un segnale dopo la dura repressione delle proteste di piazza Taksim. I ministri degli Affari europei dei ventisette, riuniti ieri a Lussemburgo, hanno dato infatti luce verde allimmediata apertura del capitolo 22, dedicato alla politica regionale, uno dei 35 un cui si articola la trattativa per lingresso di Ankara nell'Unione, rispettando cos la scadenza del 26 giugno. Dopo uno stallo di tre anni, stato per deciso di far ripartire i negoziati in autunno, quando la Commissione europea avr presentato un rapporto sui progressi istituzionali di Ankara. Soddisfatta la ministra Bonino: Bene, si evitato il muro contro muro. Erdogan non nasconde la sua soddisfazione: quello che ci aspettavamo. Credo che in poche settimane dopo le informative sui progressi istituzionali partiranno i negoziati. Non c - ha concluso - alcun problema.

to a Doha la possibilit di svolgere una politica estera spregiudicata. Nellultimo decennio il Qatar si inserito nei conflitti scoppiati in Afghanistan, Etiopia, Iraq, Libia, Israele e Territori occupati, Sudan, Siria e Yemen. Nellultimo biennio la monarchia assoluta qatariota divenuta sostenitrice della primavera araba, o meglio della primavera islamista, cio delle correnti sunnite vicine alla Fratellanza musulmana in ascesa nei Paesi arabi investiti da proteste e rivolte. Nel 2011 jet cargo hanno traghettato da Doha decine di milioni di dollari in aiuti umanitari e armi nei quartieri generali dei ribelli a Bengasi e truppe addette a operazioni speciali. Allincirca lintera forza aerea del Qatar ha rafforzato la no-fly zone messa in atto dalla Nato contro la Libia. Nellagosto del 2011, i ribelli libici che presero dassalto il complesso Bab al-Aziziya di Moamar Gheddafi, issarono la bandiera del Qatar in segno di apprezzamento. Alla domanda postagli da Al Jazeera, su quanto il suo Paese avesse investito nella rivoluzione libica, il primo ministro Hamad bin Jassim rispose: Tantissimo. La Libia ci costata tantissimo. E altrettanto il Qatar sta spendendo per portare i Fratelli Musulmani al potere a Damasco.

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INTERNAZIONALE
Azione ad alto tasso simbolico nellarea tra il palazzo di Karzai, il quartier generale Nato, il ministero della Difesa e la sede della Cia
Giuliano Battiston KABUL
KABUL, SOLDATI NATO LASCIANO IL SITO DELLATTACCO /FOTO REUTERS

talebani affondano il colpo, pesantemente: dopo gli attentati delle settimane scorse allaeroporto di Kabul e alla Corte di giustizia, riescono a infiltrarsi nel cuore politico della capitale afghana. Ieri mattina infatti, intorno alle 6.30 locali (le 9 in Italia), un gruppo di guerriglieri ha attaccato il distretto di Shash Darak, quello che forse il quartiere pi protetto di tutto lAfghanistan, presidiato dalle forze di sicurezza, diviso dal resto della citt da alte mura di cemento e controllato da check point e presidi militari. Lattacco avvenuto nellarea che comprende il palazzo presidenziale di Hamid Karzai, il quartier generale della Nato, il ministero della Difesa, lambasciata degli Stati Uniti e lex hotel Ariana, che oggi ospita i servizi segreti della Cia. Sembra che fosse proprio questo, e non il palazzo presidenziale, lobiettivo primario dei talebani. Sul sito dellEmirato islamico dAfghanistan, i turbanti neri da ore fanno campeggiare una foto che mostra il fumo nero che si alza dallex hotel Ariana, immagine del colpo inferto ai nemici americani. Nella rivendicazione, il solito portavoce Zabihullah Mujahidid loda il coraggio degli otto guerriglieri provenienti dalle province di Wardak, Paktika, Paktia, Khost e Kabul. Secondo la sua ricostruzione, gli assalitori, armati con fuci-

AFGHANISTAN Attentato talebano nel quartiere pi protetto di tutto il Paese. Morti i guerriglieri

Kabul, attacco al cuore politico


li, Rpg, granate ed esplosivi, avrebbero prima fatto esplodere unautobomba allingresso dellhotel Ariana, per poi entrare nelledificio e ingaggiare uno scontro a fuoco con alcuni contractor e con gli agenti americani. Nello stesso tempo, unaltra auto-bomba sarebbe esplosa allingresso orientale del palazzo presidenziale. Secondo il generale Mohammad Ayub Salangi, a capo della polizia di Kabul, i talebani avrebbero superato un primo checkpoint a bordo di un Suv, con documenti falsi. Al secondo controllo sarebbero stati fermati dalle forze di sicurezza. Alcuni di loro sarebbero allora scesi dal veicolo, che veniva fatto saltare per aria. Gli otto assalitori sono tutti morti. Secondo il ministero degli Interni, sarebbero rimasti uccisi anche 3 membri delle guardie di sicurezza, mentre i talebani rivendicano luccisione di diversi agenti statunitensi. Fin qui la cronaca. Sul fronte delle reazioni politiche, alla soddisfazione sbandierata dai turbanti neri si contrappone la dura condanna degli americani. Lambasciatore degli Stati Uniti a Kabul, James Cunningham, ha ricordato che tutti gli assalitori sono stati uccisi e non sono riusciti a raggiungere il loro scopo. Ci dimostra ancora una volta la futilit degli sforzi dei talebani di usare la violenza e il terrore per raggiungere i loro obiettivi. Cunningham ha forse ragione sul piano strettamente militare. Non su quello simbolico, per. Su questo piano, lattacco dei talebani infatti pienamente riuscito. E segue una logica adottata ormai da molto tempo: colpire obiettivi dallalto valore simbolico, prima ancora che dal valore strategico-militare. Ci significa destinare a morte certa i guerriglieri. Ma significa anche ottenere lattenzione mediatica internazionale, mandare un segnale agli afghani e dimostrare di poter colpire dovunque, anche nel cuore politico dellAfghanistan sotto occupazione. Quello dei seguaci del mullah Omar un attacco riuscito anche sotto il profilo della tempistica: avvenuto infatti il giorno dopo lincontro tra il presidente Karzai e linviato speciale americano per lAfghanistan e il Pakistan, James Dobbins. E poche ore prima che lo stesso Karzai tenesse una conferenza stampa sul negoziato di pace, proprio con Dobbins, dicono in molti. Quella conferenza Karzai non lha pi tenuta. I giornalisti che ieri mattina aspettavano di incontrarlo al pa-

DATAGATE La talpa ferma ai transiti dellaeroporto internazionale

Snowden rifugiato a Mosca Gli Usa attaccano Russia e Cina


Geraldina Colotti

lazzo presidenziale hanno dovuto nascondersi dai colpi dei guerriglieri. Se fino a ieri mattina era Karzai a poter dettare lagenda dei prossimi giorni, a poter condizionare il dibattito mediatico sul processo di pace, con lattacco al cuore di Kabul i talebani riprendono la palla in mano. E mandano un messaggio molto chiaro. Lo stesso messaggio che Mohammad Sohail Shaheen, il portavoce dellufficio politico della guerriglia a Doha, ha spiegato in unintervista televisiva di tre giorni fa ad Al Jazeera: allapertura politica continueremo ad affiancare la lotta militare sul campo, fino a quando le truppe straniere saranno sul territorio afghano. A meno che gli americani non accettino le condizioni per quel cessate il fuoco che tutta la popolazione si aspetta: il rilascio dei prigionieri dal carcere di Guantanamo. Su questo, le negoziazioni sono appena cominciate. Per i talebani lattacco di ieri un modo per chiedere di accelerare il passo.

Intercettazioni /IL CASO TEMPORA INVADE LA STAMPA

dward Snowden ancora a Mosca. Lo ha confermato il presidente russo Vladimir Putin: Si trova nellarea transiti dellaeroporto internazionale di Sheremetevo ha detto - prima decider per quale destinazione proseguire, meglio sar per la Russia e per lui stesso. Ex consulente della Cia, Snowden lavorava come tecnico informatico in una sede dellAgenzia per la sicurezza nazionale (Nsa) alle Hawaii. Grazie a lui, i media (il Guardian e il Washington Post) sono venuti a conoscenza di un gigantesco piano ultrasegreto di intercettazioni illegali messo in campo dagli Usa. Ora si dice che avrebbe accettato il lavoro con il contractor della Nsa Booz Allen proprio per raccogliere le preziose informazioni che imbarazzano fortemente lamministrazione Obama. Snowden in possesso di oltre 200 documenti delicati, ha ammesso la senatrice Dianne Feinstein, presidente della Commissione di intelligence del Senato Usa. Il 20 maggio, il trentenne statunitense - diventato per tutti la "talpa" del Datagate - fuggito a Hong Kong. Vi rimasto finch a un mandato di arresto internazionale per spionaggio e furto di propriet del governo non seguita una richiesta di estradizione rivolta dagli Stati uniti alla Cina. Con conseguenti minacce di ritorsioni. Secondo i legali di Snowden, la Cina pur polemizzando apertamente con Washington ha chiesto al giovane di lasciare il paese, ma si anche adoperata per garantirgli una via di fuga sicura. Domenica scorsa la "talpa" - ormai al centro di unin-

Lex consulente Cia rischia di rimanere bloccato come Assange. Putin: Non sar estradato
candescente questione diplomatica internazionale - arrivata a Mosca. Da l ha cercato di depistare giornalisti e inseguitori dicendosi su un volo per lAvana, forse diretta in Ecuador, oppure in attesa di ottenere asilo dalla Finlandia o dal Venezuela. Quito ha ammesso di aver ricevuto una richiesta ufficiale da Snowden e di esser intenzionato a esaminarla nella pi completa sovranit. LEcuador ha anche fornito al fuggiasco un passaporto da rifugiato, dopo che gli Usa gli avevano invalidato il suo. Ieri Washington ha nuovamente fatto fuoco e fiamme nei confronti di Russia e Cina, accusandoli di aver protetto un ricercato senza documenti: Non si pu contare su di loro perch rispettino gli obblighi giuridici in materia di estradizione, ha

affermato la diplomazia Usa rivolta alle autorit cinesi. Pechino ha replicato definendo le rimostranze prive di fondamento. Putin ha ribadito che Snowden non sar estradato perch non ha commesso nessun reato in territorio russo, ha precisato che i servizi speciali del suo paese non hanno mai lavorato con Snowden n lo faranno ora, e ha concluso che le accuse contro la Russia sono deliranti. Intanto, per, lex consulente Cia rischia di restare ai Transiti dellaeroporto moscovita come il personaggio del film di Spielberg. Oppure come il cofondatore di WikiLeaks, Julian Assange, che da un anno non pu uscire dallambasciata dellEcuador a Londra, dove ha trovato rifugio. Quito gli ha concesso lasilo politico, ma la Gran Bretagna pare sempre intenzionata a estradarlo in Svezia, dov accusato di stupro. Il 15 giugno, il ministro degli Esteri ecuadoriano Ricardo Patio si recato a Londra per negoziare con il suo omologo britannico, William Hague, un salvacondotto per fare uscire Assange, che il 20 ha partecipato in videoconferenza al Primo vertice del giornalismo responsabile che si svolto nella citt ecuadoriana di Guayaquil. Un incontro in cui il presidente Rafael Correa ha ribadito il suo impegno nella lotta contro il latifondo mediatico, e Assange quello per la trasparenza. Un impegno che ha rinnovato in questi giorni intervenendo a distanza sulla vicenda di Snowden, a cui il suo staff continua a fornire assistenza legale e concreta. Snowden ha scritto su Twitter Wikileaks potrebbe rimanere in permanenza in Russia.

Tedeschi spiati dallInghilterra, la Germania alza la voce


Jacopo Rosatelli

e prime rivelazioni sono state del Guardian, lo scorso venerd. Il prestigioso quotidiano britannico riferiva in esclusiva che il Gchq (Government Communications Head Quarter), ossia il servizio di spionaggio del governo di Sua Maest, aveva realizzato dallautunno 2011 una gigantesca operazione di ascolto e raccolta di dati telefonici e internet. Di dimensioni persino maggiori del Prism svelato da Edward Snowden. Nome in codice: Tempora. Anche in questo caso, la fonte della notizia era lex consulente della Cia, a conoscenza del piano poich in Tempora coinvolta - come partner e utilizzatore finale - lAgenzia per la sicurezza nazionale Usa (Nsa). Dopo qualche giorno di relativa sordina, ieri la notizia stata rilanciata con grande evidenza in prima pagina dalla Sddeutsche Zeitung, il giornale tedesco a maggiore diffusione (dopo la scandalistica Bild). Il motivo: sono soprattutto comunicazioni verso e dalla Germania a essere state intercettate dai funzionari del Regno Unito, con lindispensabile complicit di grandi compagnie come Vodafone e British Telecom. Grazie a sofisticati metodi, il Gchq riuscito a mettere sotto controllo la cabina da cui parte uno dei principali sistemi di cavi di comunicazione transatlantica (Tat-14), situata nella cittadina tedesca di Norden, affacciata sul Mare del Nord, quasi al confine con lOlanda. La Germania ha dunque scoperto di essere stata vittima di uno spionaggio senza precedenti, e per di pi da parte di un Paese amico e membro dellUnione europea. Reazioni preoccupate si erano gi sentite allindomani del servizio del Guardian, quando ancora non era del tutto chiaro in che misura la faccenda riguardasse proprio la Repubblica federale tedesca: la ministra della giustizia, la liberale Sabine Leutheusser-Schnarrenberger, aveva chiesto chiarimenti al governo britannico in sede di Ue. Anche il suo compagno di partito e vicecan-

celliere Philipp Rsler aveva qualificato come inaccettabile loperazione delle spie britanniche. Ma erano ancora dichiarazioni temperate, sempre precedute dal protocollare se tali notizie venissero confermate. Da ieri, invece, si avverte che i toni si stanno inasprendo. La ministra Leutheusser-Schnarrenberger, ha scritto una lettera di fuoco al suo omologo di Londra - riferisce lo Spiegel online - segnalando la grande preoccupazione dellesecutivo di Berlino. I liberali, soci nel governo della Cdu di Angela Merkel, sanno che in gioco ci sono, oltre ai diritti dei singoli cittadini, anche gli interessi delle imprese tedesche minacciate dallo spionaggio industriale: lintero core-businnes del partito, insomma. Un altro liberale come il ministro della giustizia del Land dellAssia paventa la possibilit di un ricorso alla Corte di giustizia della Ue per violazione del diritto comunitario. Anche i democristiani non lesinano critiche, ma con dei distinguo. Mentre Wolfgang Bosbach, presidente della commissione affari interni del Bundestag (la Camera bassa), ha riconosciuto che ci si trova di fronte ad uno spionaggio illegale, il responsabile per le questioni della sicurezza del gruppo parlamentare, Hans-Peter Uhl, ritiene che non ci sia nulla di sbagliato nellazione del servizio segreto britannico. La Cancelliera Merkel, per ora, tace. Si fa sentire, invece, il garante della privacy Peter Schaar: in un articolo pubblicato ieri sullo Spiegel online chiede unazione a livello internazionale contro la sorveglianza sfrenata. Toni molto duri a sinistra. I Verdi, che hanno presentato uninterrogazione parlamentare urgente, definiscono il comportamento dei servizi inglesi e americani uno scandalo di dimensioni inaudite. E il co-segretario della Linke, Bernd Riexinger, chiede un vertice straordinario della Ue per affrontare la questione: I britannici devono chiarire di fronte ai loro partner su quali basi spiano altri cittadini dellUe.

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il manifesto

MERCOLED 26 GIUGNO 2013

CULTURA

WORKING CLASS

Il precario disponibile
Andrea Fumagalli nel suo pamphlet Lavoro male comune, pubblicato da Bruno Mondadori, ribadisce la necessit di un welfare che tenga conto del diritto alla scelta del proprio mestiere
Stefano Lucarelli

on facile, dinanzi ai dati sulla disoccupazione dilagante (11,5% su scala nazionale, ma la disoccupazione giovanile supera il 35%), di fronte ai volti dei disoccupati che si sempre pi si trasformano in mendicanti, di fronte alle tantissime storie rintracciabili sul web di chi ha scelto di togliersi la vita perch ha perso il lavoro, recensire un libro intitolato Lavoro male comune, apparentemente cos distante dal ci che lidea di giustizia nel nostro senso comune pi radicato. Nel migliore dei casi il titolo far tornare alla mente il protagonista di Vogliamo tutto di Nanni Balestrini unopera che per scritta in anni (1971) in cui la disoccupazione in Italia era molto pi contenuta (4%): la cosa che non aveva differenza era la nostra volont la nostra logica la nostra scoperta che il lavoro lunico nemico lunica malattia.... E le lotte che fino allora facevo per cazzi miei contro il lavoro avevo visto che erano le lotte che tutti noi potevamo farle insieme e cos vincerle. Quelle lotte hanno tuttavia contribuito notevolmente a produrre diritti effettivi perch costrinsero le istituzioni democratiche a definire un modo di regolazione allaltezza delle rivendicazioni degli operai e della societ. Lagile pamphlet scritto da Andrea Fumagalli (Bruno Mondadori, pp. 135, euro 12,75) figlio della stessa cultura che ispir Balestrini: in es-

(2012) e attraverso una rilettura critica delle statistiche - si d una descrizione rigorosa del processo di precarizzazione che fa del nostro Paese un caso esemplare di fallimento delle ricette di politica economica propinate dal mainstream. Nella terza parte Fumagalli si concentra innanzitutto sulla trappola delle precariet e osserva che se prima della crisi del 2008 la crescita di occupazione si accompagnava ad un aumento dei contratti precari con un effetto di sostituzione rispetto ai vecchi contratti, a partire dal 2008 sono i lavoratori precari i primi a perdere il lavoro, alimentando il numero degli scoraggiati e dei giovani Neet (coloro che non sono occupati, n si stanno dedicando allistruzione o alla formazione). Lautore si sofferma poi sul ritardo tecnologico che caratterizza leconomia italiana. Infine propone di affrontare i cambiamenti strutturali del siste-

ma economico a partire innanzitutto da un nuovo sistema di sicurezza sociale. La stabilit del reddito, attraverso listituzione di un reddito di esistenza da concepire come reddito primario, favorendo le economie di apprendimento e di rete, migliorerebbe la capacit produttiva. Tuttavia, come Fumagalli riconosce, lintroduzione di un reddito di esistenza potrebbe anche innescare una dinamica altamente conflittuale, perch se fosse accompagnato dallintroduzione di un salario minino si ridurrebbe la possibilit di ricatto sui lavoratori. Inoltre il rafforzamento delle economie di apprendimento e di rete (ma qui allautore va ricordato che il collocamento delleconomia italiana nella filiera produttiva internazionale dirimente!) ridurrebbe il grado di controllo capitalistico sui processi produttivi. Ci troveremmo dunque dinanzi ad una nuova for-

Saggi / LULTIMO LIBRO DEL FILOSOFO E PSICOANALISTA SERGIO CARUSO

Linadeguatezza dellhomo oeconomicus che ha perso qualsiasi orientamento


Manfredi Alberti

LItalia rispecchia il totale fallimento delle ricette di politica economica mainstream


so si cerca di mostrare come letica del lavoro rappresenti in realt una struttura di pensiero funzionale agli interessi capitalistici tanto pi dopo la crisi del modello fordista. Nella prima parte lautore propone a tal fine un breve profilo di storia del pensiero economico dai Classici, a Marx, dai neoclassici a Keynes, a Weber sino al nuovo mainstream; attraverso una linea interpretativa in parte discutibile (soprattutto in relazione alla sostenibilit allinterno dellopera di Keynes di una teoria del salario variabile indipendente) Fumagalli mostra come il lavoro non sia un bene economico, dunque neanche un bene comune: la domanda di lavoro espressa dalle imprese in realt domanda di prestazione lavorativa, lofferta di lavoro da parte degli individui in realt offerta di disponibilit lavorativa, cio tempo di vita. Nella seconda parte - dopo una disamina completa e precisa delle riforme del mercato del lavoro che hanno colpito lItalia dal Protocollo Scotti (1984) alla legge Fornero

l fatto che alla recente scomparsa di Margaret Thatcher non abbia fatto seguito unapologia corale del suo operato si deve probabilmente agli effetti della crisi economica nella quale siamo tuttora immersi. La recessione di questi anni, infatti, sta contribuendo a ridimensionare legemonia esercitata dallimpostazione politico-ideologica dellex-premier britannico nel corso dellultimo inglorioso trentennio, dimostrando ogni giorno di pi, anche ai pi scettici, linadeguatezza del neoliberismo e della teoria economica mainstream. Di questultima appaiono oggi inadeguate non solo le prescrizioni di politica economica (liberalizzazioni e privatizzazioni), ma anche gli stessi presupposti antropologici, a cominciare dal principio della razionalit utilitaria ed egoistica dellindividuo, ovvero il modello dellhomo oeconomicus. Lidea, cara alla Lady di ferro, secondo la quale il solo protagonista dellagire sociale sarebbe lindividuo razionale ed egoista, in grado, con il suo operato, di garantire prosperit e benessere per tutti, non soltanto esce malconcia da un confronto con la realt sociale ed economica, ma risulta inoltre sempre pi insostenibile alla luce delle recenti acquisizioni delle scienze umane. Lo mostra bene nel suo ultimo libro Sergio Caruso, filosofo, psicologo e psicoanalista fiorentino, gi fra i traduttori e curatori, nel 1973, de La ricchezza delle nazioni di Adam Smith (Homo oeconomicus. Paradigma, critiche, revisioni, Firenze University Press, 194 pp., euro 16,90). Lhomo oeconomicus un modello interpretativo che pu avere (e storicamente ha avuto) diverse possibili declinazioni e varianti; un labirinto concettuale, per ad-

dentrarsi nel quale il lavoro di Caruso offre utili criteri di orientamento. Muovendosi allinterno di molti ambiti disciplinari (dalla psicologia sociale allantropologia filosofica, dalla filosofia politica alle neuroscienze), Caruso fornisce al lettore una tipologia e una storia del concetto, soffermandosi anche sulle principali obiezioni ad esso mosse. Cos facendo egli offre gli strumenti per una critica (in senso kantiano) dellhomo oeconomicus, ovverosia per una disamina

La natura umana polimorfa, non si esaurisce in una dimensione utilitaristica: individualismo e socialit si coniugano
delle sue (circoscritte) potenzialit e dei suoi (molti) limiti; particolarmente evidenti, questi ultimi, nelle semplificazioni operate da politici, giornalisti e docenti delle business schools. La diffusione e la ricezione della categoria di homo oeconomicus si sono sempre accompagnate a malintesi e luoghi comuni, a cominciare dalla presunta paternit smithiana del concetto. Ne La ricchezza delle nazioni, una simile categoria interpretativa non compare, ed solo con laffermazione della teoria economia marginalista, fondata sullutilitarismo di Jeremy Bentham e John Stuart Mill, che si consolida lastratto modello delluomo egoista e razionale. Il primo economista a fare uso dellespressione homo oeconomicus sembra sia stato Alfred Marshall; la sua diffusione fra Otto e Novecento si deve invece agli economisti neoclassici italiani, Maffeo Pantaleoni e Vil-

fredo Pareto, i quali ne fecero un asse portante del proprio edificio teorico. Un altro fraintendimento deriva dalla sovrapposizione del paradigma dellhomo oeconomicus al (presunto) economicismo di Marx. Ne un esempio la posizione assunta dal teorico della decrescita Serge Latouche (autore da cui Caruso prende le distanze sin dalla premessa), il quale accusa Marx e il marxismo di universalizzare la categoria delleconomico, vera e propria invenzione del mondo capitalistico. A una simile tesi basterebbe obiettare che fu proprio un marxista fra i pi raffinati, Antonio Gramsci, a proporre una critica serrata del concetto di homo oeconomicus in quanto astrazione astorica. Secondo il comunista sardo, infatti, non avrebbe senso usare tale categoria al singolare (come fa leconomia politica neoclassica), ma andrebbe semmai ipotizzata lesistenza di differenti homines oeconomici, riferibili ai diversi agenti economici tipici dei vari modi di produzione succedutisi nella storia: il feudatario, il servo della gleba, il capitalista, il salariato, e via di seguito. Astrazioni, certo, ma valide solo in quanto storicamente determinate. Cosa resta da salvare, dunque, dellhomo oeconomicus? Da un confronto con le scienze umane emerge che di tale concetto possono essere ammesse solo le versioni pi moderate, ossia quelle meno impegnative dal punto di vista antropologico, da intendere sempre come finzioni metodologiche valide in riferimento a determinati contesti storici. Risultano invece insostenibili le varianti sostantive, ovvero quelle che pretendono di individuare nellegoismo razionale lessenza dellumano. Queste versioni dellhomo oeconomicus hanno avuto tanto successo fra i teorici delleconomia (e non solo) in quanto hanno svolto la

funzione di surrogati di una teoria psicologica quasi sempre assente allinterno del discorso degli economisti, offrendo per di pi una comoda ideologia passepartout, funzionale al mantenimento del sistema capitalistico. La ricerca psicologica e le neuroscienze confermano che la natura delluomo polimorfa, e che pertanto lhomo oeconomicus convive con lhomo reciprocans, lhomo loquens, lhomo curans, lhomo ludens, lhomo faber e via di seguito. La dimensione economico-utilitaria non esaurisce mai, in altri termini, lo spettro delle tante componenti del comportamento umano. ormai ampiamente dimostrato che il cervello dellhomo sapiens programmato per essere (anche) empatico con i propri simili, e che nellanimale-uomo le pulsioni individualistiche convivono, da sempre, con le tendenze prosociali. Il problema, a questo punto, sembra essere quello, classicamente marxiano, di come creare le condizioni storiche affinch le potenzialit prosociali delluomo possano liberamente esplicarsi al di l di una societ fondata sulle classi e lo sfruttamento. Un problema, come si vede, non da poco.

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CULTURA
Al Museo Diocesano di Gaeta, Palazzo De Vio, da domani al 27 ottobre si terr la prima mostra dedicata alla produzione artistica del maestro Scipione Pulzone (1540 ca. Gaeta - 1598 Roma), ideata da Anna Imponente. Sei le sezioni, dagli esordi (tra cui il ritratto del Cardinal Giovanni Ricci) alle commisdioni dei Medici (come quello di Lucrezia Cenci), dei Colonna e ai ritratti di papi e cardinali.

LINGUA ITALIANA Lo scienziato Vallisneri in favore del bello scrivere

del valore avrebbe reso pi chiaro in cosa consista il tratto biopolitico del capitalismo contemporaneo. Ripresentare a partire da Marx la struttura analitica che costituisce lossatura su cui Fumagalli avanza le sue proposte, ci sembra dunque importante: nel capitalismo contemporaneo il lavoro sociale stato sussunto dal capitale in modo tale da modificare anche le forme della produzione e della riproduzione della societ stessa. Il funzionamento del capitale avviene dunque a livello sociale. Ne consegue che il comando sul lavoro avviene anche al di fuori dei cancelli della fabbrica. Ci non vuol dire tuttavia che il valore trovi fondamento in qualcosa di distinto dallo sfruttamento della forza-lavoro. Significa invece che: 1. la forza-lavoro viene impiegata in forme nuove e diverse, cio che la mercificazione delle attivit umane non necessariamente certificata da contratti di lavoro; 2. le forme

Leleganza dello stile tonifica la funzione civile


Alberto Giovanni Biuso

PAGINA 10, FERNAND LGER, I COSTRUTTORI, 1951 E SOTTO, IL MECCANICO, 1920; QUI ACCANTO, GARY HILL BIG LEGS DONT CRY, 2005 (VIDEOINSTALLAZIONE IN MOSTRA AL MARCA DI CATANZARO PER LA MOSTRA BOOKHOUSE (FINO AL 5 OTTOBRE)

Lintroduzione di un reddito di esistenza ridurrebbe i ricatti sul lavoratore


dello sfruttamento capitalistico si sono evolute e non sono limitate al comando delle mansioni da svolgere durante le ore che costituiscono, per legge, la giornata lavorativa. Ci avviene in un mondo in cui, quantomeno a livello tendenziale, cio in altri termini guardando al paradigma tecnologico dominante, si assiste ad un aumento del valore duso della forza lavoro. Ci significa che le cose che gli uomini sono in grado di fare e produrre aumentano, e ci significa anche che le qualit che gli uomini possono esercitare nel fare le cose migliorano. Tutte queste capacit linsieme di skill, dexterity e judgement che Adam Smith pone a fondamento della ricchezza delle nazioni non riguardano solamente i lavoratori impiegati in segmenti isolati dei settori produttivi, ma assumono una dimensione pervasiva (come mostrano tra laltro i rapporti Eurofound sulle condizioni lavorative in Europa, che lautore avrebbe fatto bene a considerare). E ancora, si tratta di capacit che gli uomini sviluppano collettivamente, nel momento in cui si mettono in relazione gli uni con gli altri anche al di fuori del tradizionale rapporto di lavoro; anzi, spesso, nel tentativo di liberare il proprio lavoro e la propria vita dal comando che caratterizza i rapporti capitalistici. Eppure la societ capitalistica tende violentemente a riorganizzarsi per ricondurre alle proprie logiche produttive e di mercato ogni frutto della libera cooperazione sociale, che Fumagalli tenta di classificare distinguendo fra prestazione lavorativa, opera, ozio, svago. Rivendicare un reddito di esistenza in questo contesto significa pretendere un riconoscimento monetario dinanzi alla espropriazione capitalistica della libera cooperazione sociale, e pi semplicemente di tutte le prestazioni lavorative non certificate che per producono valore, che presumibilmente, nel nuovo capitalismo, assume la forma di rendita finanziaria (un problema che come abbiamo visto lautore non approfondisce). Fumagalli conclude il libro mostrando, numeri alla mano, come in Italia sia possibile e auspicabile una sostituzione degli attuali ammortizzatori di sostegno al reddito con un reddito di base incondizionato. Seguendo un suggerimento di Christian Marazzi, vorremmo sottolineare limportanza di rivendicare un reddito di esistenza come denaro creato ex nihilo, come forma di risocializzazione della moneta, soprattutto oggi dinanzi ad una politica monetaria europea che come lo stesso Fumagalli ha mostrato altrove appare ostaggio degli speculatori finanziari.

a lingua che si parla parte fondamentale dellidentit di un singolo e di una collettivit. Lo sapeva bene Antonio Vallisneri che, alla competenza scientifica, medica, biologica affianc sempre un vivo interesse per la questione della lingua italiana, del suo rapporto con le altre lingue europee e soprattutto con il latino. Assai attento alla funzione civile degli studi, pubblic nel 1722 (nei Supplementi al Giornale dei Letterati dItalia, I, art. IX, pp. 252-330) una Lettera - ora pubblicata in unedizione agile e rigorosa a cura di Dario Generali: Che ogni Italiano debba scrivere in Lingua purgata Italiana, o Toscana, per debito, per giustizia, e per decoro della nostra Italia. Lettera del Sig. N. N. *** al Sig. Alessandro Pegolotti, Segretario di Belle Lettere del Serenissimo di Guastalla, Olschki, Firenze 2013 - nella quale enunciava con chiarezza le molte ragioni per le quali fosse necessario utilizzare il volgare anche nella comunicazione scientifica e letteraria. Ragioni semplici, esposte senza belletto e senza artifizio, come scrive Vallisneri stesso.

Il fiore e lo spirito
La prima di carattere storico-ciclico. Come i singoli uomini cos tutte le civilt, osserva lo scienziato, sono destinate a raggiungere un culmine e poi a scomparire. E con esse le loro lingue. Il greco cedette al latino e questultimo allitaliano, bene prenderne atto senza sterili nostalgie. La seconda ragione di tipo psicologico-strutturale: se Greci e Latini raggiunsero gli eccellenti risultati che tutti ammiriamo, perch pensarono, parlarono e scrissero in una lingua che era la loro e non importata e imposta da altri luoghi e altri tempi. La terza motivazione articola in cinque requisiti le caratteristiche che fanno della lingua italiana uno strumento assolutamente consono a esprimere e comunicare qualsiasi contenuto: il nostro idioma ricco e copioso di voci e di sinonimi, a fine di poterne far libera elezione de migliori e de pi confacenti alleleganza dello stile e alla propriet del parlare; esso porta con s agevolezza e comodit di favellare in tutte e tre le modalit retoriche umile, media e sublime; capace di molte e varie figure, e di forme nobili ed ingegnose; di suono dolce e spedito nella pronunzia; e ci vale, infine, tanto per la prosa quanto per la poesia. Pi avanti lAutore sintetizza tutto questo nellaffermazione che la lingua italiana costituisce il fiore e il puro spirito della lingua latina, non mancando in essa la soavit, la purit e tutta la grazia pi viva e pi aggradevole. Altre motivazioni pi pragmatiche fanno riferimento alla necessit di farsi intendere da tutti, ag-

sneri anche in relazione a decisioni e intenzioni - come quella del Rettore del Politecnico di Milano e dellex ministro dellUniversit Profumo - di imporre linglese come lingua esclusiva dei corsi di laurea magistrali. Le ragioni che rendono insensati tali proponimenti sono enunciate anchesse con chiarezza. In primo luogo, una simile scelta porterebbe alla creazione di unlite anglofona e alla distruzione della cultura e della lingua italiana (), un vero e proprio suicidio culturale. La mobilit internazionale significherebbe favorire ulteriormente lemigrazione allestero dei nostri migliori studenti e laureati, con perdita degli investimenti necessari a formarli. Gli studenti che si accoglierebbero invece dallestero sarebbero quelli in buona parte respinti dalle universit prestigiose di altri paesi e attirati dalla maggiore facilit di ingresso nelle nostre universit e dai costi per loro pi bassi di formazione. Studenti istruiti in un contesto di cultura anglofona che verrebbero poi restituiti ai loro paesi dorigine o, pi generalmente, al mercato globalizzato del lavoro, senza alcun vantaggio per la nostra economia e per la nostra cultura, ma con levidente danno di esserci fatti carico dei costi della loro formazione.

Inglese a tutti i costi


Lobbligo di seguire lezioni soltanto in inglese rappresenterebbe, inoltre, un ulteriore onere economico per le famiglie, costrette a far acquisire fuori dalla scuola ai propri figli le competenze necessarie, visto che quelle scolastiche difficilmente rendono in grado di comprendere cos bene quella lingua. Ma la motivazione scientificamente pi importante unaltra e consiste nel radicale impoverimento dei contenuti didattici e culturali che lutilizzo a lezione di una lingua non pienamente posseduta dai parlanti comporta. I docenti sarebbero preoccupati di gestire in modo accettabile la forma pi che lefficacia didattica della loro comunicazione. A loro volta gli studenti, quantunque addestrati in qualche modo in scuole private e in soggiorni allestero, sarebbero pi che altro concentrati a capire la lingua, con lovvio risultato di una drastica riduzione dellefficacia e della comprensibilit delle lezioni. Le conseguenze di tutto questo sulla scrittura scientifica sono gi chiare oggi e si aggraverebbero ancora di pi in futuro. Il pregiudizio che richiede la pubblicazione in inglese delle proprie ricerche non soltanto un evidente segno di provincialismo culturale - i francesi, che proibiscono persino lutilizzo della parola computer a favore dellautoctono ordinateur, hanno evidentemente unaltra idea della propria lingua - ma ha anche alla base una grave debolezza scientifica, che consiste nel non voler giudicare opere e scritti per quello che sono, ma per la lingua in cui sono stesi () quando ovvio che si possono scrivere - e molto frequentemente si scrivono - banalit prive di alcun valore scientifico su pubblicazioni in inglese in sedi internazionali e cose molto intelligenti e originali in italiano su riviste nazionali. Valutare non il che cosa si scrive, ma il dove si scrive ha come fondamento la dogmatica convinzione che il luogo nel quale si espongono i risultati renda magicamente efficace -nel senso antropologico- il loro contenuto. Il pensare umano intrinsecamente linguistico. Si abita una lingua come si abita un mondo. anche per questo che, come conclude Vallisneri, certo doveroso conoscere quanto meglio possibile le altre lingue ma fondamentale che cadaun italiano sia veramente tenuto a parlar bene e a scrivere bene in italiano.

ma della dinamica conflitto-sviluppo (capitalistico?), che rappresenta un tema delicato ma evidentemente inaggirabile per chi ha a cuore le sorti della classe degli sfruttati. Il testo di Fumagalli nel suo complesso ripresenta, aggiornate dopo sei anni di crisi, alcune delle tesi del pi impegnativo Bioeconomia e Capitalismo Cognitivo, e invita ad un difficile cambiamento culturale volto principalmente a due obiettivi: primo, unanalisi critica degli indicatori con cui tradizionalmente si esamina il mercato del lavoro compito che lautore porta a termine in modo convincente, nella seconda parte del testo, la migliore; secondo, una riforma del welfare che istituisca di fatto il diritto di scelta del lavoro punto questo di grande interesse che tuttavia si presta ai consueti dubbi che accompagnano ogni formulazione di un assetto politico e sociale, proposto come ideale, ma che stenta a trovare riscontro nella realt. Il punto importante perch Fumagalli finalizza la sua analisi critica alla istituzione di un nuovo diritto alla scelta del lavoro, e ci porta a riflettere non solo sulla convenienza di una riforma costituzionale (questa la prospettiva resa esplicita dallautore), ma sul significato che si vuole attribuire a un sistema economico che non sia fondato sui rapporti capitalistici. Fumagalli si sforza di utilizzare un linguaggio quasi colloquiale, estremamente accessibile per i non economisti, ma anche e soprattutto per la moltitudine di poveri laboriosi dei nostri giorni poco avvezza alle categorie della critica delleconomia politica. Per questo egli utilizza Marx con in contagocce ed abusa dellespressione bio-capitalismo cognitivo nominando solo parzialmente le novit principali del regime di accumulazione in cui viviamo. Per esempio un riferimento al ruolo assunto dalla finanziarizzazione nel processo di captazione

giungendo - con elegante ironia che certo egli sarebbe meglio che si ragionasse in latino! e, meglio ancora, che i barbari non fossero mai arrivati e la tradizione linguistica non fosse stata interrotta. E tuttavia, sendo altrimenti, che si deve fare? Vogliamo noi morir di dolore? Restar mutoli e non parlar mai, fin che non torni a rinascere Cicerone e Virgilio?. Altra ragione ancora il rischio - che pu ben valere anche per la contaminazione contemporanea tra litaliano e linglese - che il risultato sia una sorta di ibrido tra il volgare e il latino, ibrido che rimane lontano dai pregi delle due lingue e precipita invece in un terzo modo barbaro e disgustoso. Sono tutti argomenti, questi, che per Vallisneri dovrebbero suggerire almeno prudenza nei giudizi e nei comportamenti di quanti sostengono luso del latino, al fine di evitare di essere cos ingrati al-

la loro nativa favella e al decoro della loro nazione, n cos senza cortesia, per non dire senza creanza, che chi parla bene in volgare e scrive per solo zelo del bene pubblico e della gloria italiana, venga da loro pedantescamente e senza ragione disprezzato e deriso. Come si vede, si tratta di un testo non soltanto brillante nello stile, argomentato nella polemica, profondo nelle motivazioni, ma di un libro anche assai attuale, capace - come scrive il curatore - di illustrare in modo eccellente anche alla nostra contemporaneit il valore della lingua e della cultura italiane e lerrore di chiunque operi per marginalizzarle nella nostra nazione, in nome di mode e pregiudizi che non possono che essere esiziali per la vita e lo sviluppo intellettuale del nostro paese. Lintera Premessa di Dario Generali analizza e commenta con efficacia il significato del testo di Valli-

BENI CULTURALI Il ministro Bray, il Colosseo non pu chiudere

Sos di monumenti e biblioteche


agitazione dei lavoratori dei beni culturali sta creando non pochi problemi sia ai circuiti turistici - gli albergatori hanno scritto una lettera di lamentele al ministro Massimo Bray perch molti tour operator stanno rescindendo i contratti - che al dicastero stesso. Far trovare il Colosseo chiuso ai turisti unoffesa all'Italia ed agli italiani ed prioritario che non si ripeta. Sono state queste le parole di commento del ministro per i beni culturali Massimo Bray, in relazione alle recenti chiusure al pubblico dellAnfiteatro Flavio, a causa di assemblee sindacali. Abbiamo scommesso sul turismo e la cultura e facciamo trovare uno dei luoghi simbolo del paese chiuso. una cosa che offende questo paese i suoi cittadini, ha insistito Bray, intervenendo a margine della presentazione del Concerto dellAmicizia per i terremotati dell'Emilia Romagna. Bray, poi, ha lamentato che in situazioni del genere ci sia una burocrazia che impiega giorni e

giorni per indicare una soluzione e ha indicato la necessit, se veramente crediamo nella cultura e nel turismo, di atti concreti, a partire dallindividuazione di tutte le risorse necessarie. Muti - che dirige il concerto - ha posto laccento sul Maggio che va salvato a tutti i costi perch se si chiude una istituzione come quella una cosa tragica per il Paese. E poi ha tuonato contro il sonnambulismo italiano nei confronti della cultura. Bisogna che tutti si sveglino, non si pu dare la colpa soltanto a questo o quel ministro. I lavoratori del Mibac, da parte loro, hanno risposto che lo stato di agitazione, proclamato su territorio nazionale, non verr interrotto. Lincontro con Bray previsto per l8 luglio, ma il settore attende risposte, come la riorganizzazione dei beni culturali, da troppo tempo lasciati alla deriva e oggetto di tagli che hanno interessato i capitoli di spesa con ripercussioni anche sulla dotazione organica.

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MERCOLED 26 GIUGNO 2013

VISIONI

Fantasy Lo scrittore, sceneggiatore e autore di serie tv di culto come Ai confini

della realt morto allet di 87 anni. Il suo spirito horror sedusse Romero e Stephen King

Cinema / TRADUSSE IN FILM ANCHE ALLAN POE

Se una bambina per caso scivola in unaltra dimensione


Federico Ercole

Richard Matheson, io sono leggenda


Andrea Colombo

i sono autori che hanno forgiato limmaginario di due o tre generazioni e tutti glielo riconoscono perch tutti almeno un po li conoscono. Ce ne sono altri che vantano un credito altrettanto cospicuo, ma a saperlo sono in relativamente pochi. Richard Matheson, scomparso ieri alla bella et di 87 anni, uno di questi. Pochissimi hanno fatto quanto lui per trasportare lhorror e il fantastico dalle ombre ottocentesche del gotico nella terra apparentemente luminosa del XX secolo. lui il vero padre culturale di Stephen King: nessuno, prima di lui, aveva saputo moltiplicare i fattori inquietanti del fantastico calandoli in un contesto di assoluta e persino piatta normalit; nessuno, nella sua generazione, era altrettanto capace di passare da un linguaggio allaltro intrecciandoli tutti e contaminandoli sino a renderli indistinguibili. Come King, scriveva romanzi con la macchina da presa montata su quella da scrivere, sceneggiava film di grandissimo successo con lo spirito del romanziere ed era capace di trasferire la doppia eredit nei codici della allora quasi neonata della televisione. La serie pi nota e riuscita dellhorror moderno, quella dei morti viventi di George Romero, figlia legittima di uno dei suoi romanzi migliori e pi famosi, Io sono leggenda, uscito nel 1954. Protagonista lultimo (o quasi) essere umano rimasto su un pianeta popolato dalla versione moderna e imbestialita, priva di ogni seduttivit draculesca, di una stirpe vampira e carnivora. Quella storia, portata sullo schermo tre volte senza contare il rimaneggia-

I suoi personaggi sono sempre soli, non perch privi di affetti ma perch precipitati in condizioni esistenziali che nessuno pu condividere
mento di Romero, era esplicitamente ispirata dal romanzo gotico di Bram Stoker. Solo che Matheson, figlio della grande depressione e poi della guerra fredda, rovesciava i ruoli. A scontare il prezzo salato della solitudine e della diversit, dell'impossibilit di comunicare con un suo simile, non pi il mostro ma il normale. Ma in un universo in cui il vampirismo diventato universale, chi pi mostruoso, pi sinistramente leggendario, dell'unico essere rimasto normale? Matheson giocava con i generi cos come con i linguaggi: horror, fantasy, sci-fi. Ma, anche in questo anticipando King, in ciascuno riproponeva il suo tema ricorrente, molto meno leggero di quanto lapparenza non rivelasse. I personaggi di Matheson sono sempre soli, non perch privi di rapporti e

affetti ma perch precipitati in condizioni esistenziali che non possono essere condivise da nessuno, n in alcun modo comunicate. Non sono semplicemente soli: sono unici. Lo la leggenda che regala il titolo al capolavoro giovanile, ma lo anche il personaggio di quello pi fortunato sul mercato, The Shrinkling Man, del '56, in italiano Tre millimetri al giorno. Di tanto decresce, senza alcune felicit, il protagonista, e le conseguenze sono facilmente immaginabili. Tutto quel che era quotidiano, banale, tenero o tuttal pi fastidioso diventa un mostruoso pericolo; un gomitolo di lana, l'amato micio, il ragnetto nascosto in qualche dimenticato angolo di una casa diventata all'improvviso grande come un continente. Ma lincubo vero non neppure costituito da questa dimensione un tempo rassicurante e che di giorno in giorno sempre pi minacciosa. il muro che, a colpi di 3 mm ogni santo giorno, piano piano lo isola dal resto del mondo, lo separa dalla sua famiglia, lo rende un alieno che ai cui occhi per gli alieni sono gli altri, quegli esseri un tempo amati e affettuosi diventati giganti che potrebbero ingoiarlo, senza neppure accorgersene, come una caramella. Ed unico, separato da tutti quelli che sino a un attimo prima gli erano simili, anche il protagonista di A Stir of Echoes, del 58, maltradotto in italiano come Io sono Helen Driscoll. Un esperimento di ipnosi e di punto in bianco un ragazzo come tanti si ritrova, al risveglio, in grado di vedere i fantasmi, leggere nel pensiero, intravedere il futuro. Doni, o dannazioni, che come sempre in Matheson, lo traggono fuori dal mondo di tutti e lo chiudo-

on ci sono altre opere letterarie che si trasformano in cinema e televisione, con la stessa naturalezza e necessit della metamorfosi di una larva in crisalide, come i racconti, le sceneggiature e i romanzi di Richard Matheson diventano film o puntate per la tv. Con il passaggio da parole a immagine i testi dello scrittore, quando un regista di talento ne percepisce il valore, non perdono la loro identit e si rivelano come visioni a priori laddove ci che conta e permane la potenza della storia e non il medium attraverso cui si esprimono. Il concetto narrativo di intreccio assume con Matheson un significato nuovo che anticipa e travolge ogni contemporanea idea di crossmedialit e transmedialit, parole comunque troppo poco eleganti per essere applicate allo stile dellautore. Sono numerosi i racconti di Matheson che sono diventati episodi della serie Ai Confini della Realt, capolavori di tele-cinema come la Bambina Perduta, in cui una bimba scivola nellaltrove di unaltra dimensione che si apre invisibile nella placida realt domestica di casa sua. Oppure LAvventura di Artur Curtis, diretto da Ted Post, micidiale e spietato incubo sullidentit. Va ancora citato lo spaventoso Incubo a 6000 metri, horror aereo diretto da Richard Donner con William Shatner aereofobico (in un ribaltamento totale del suo futuro ruolo spaziale del Capitano Kirk di Star Trek) che intravede una creatura mostruosa attentare alla sicurezza del velivolo. Richard Matheson scrisse poi un mirabile episodio stevensoniano proprio per la serie di fantascienza di Gene Roddemberry: The Enemy Within, in cui a causa di un malfunzionamento del

tele-trasporto Kirk si sdoppia nella sua versione malefica. Lesordio cinematografico di una sceneggiatura di Matheson fu nel 1957 con The Incredible Shrinking Man, tratto dal suo racconto Tre Millimetri al Giorno e diretto da Jack Arnold, il maestro della Creatura del Lago Oscuro e Tarantola. La premessa del film quella paradossale di tante storie dello scrittore: c un uomo che, per avere subito delle sinistre radiazioni, inizia a rimpicciolire con lentezza ma implacabilmente. Se la prima parte del film possiede un andamento realistico e intimista, con i problemi umani del protagonista alle prese con la diminuzione della sua statura, la seconda diventa unepopea avventurosa. La cantina dove, ormai minuscolo, luomo viene accidentalmente gettato dalla moglie, diventa uno scenario epico che trasfigura un piano interrato qualsiasi di una comune casa americana nel palcoscenico di una drammatica e ancestrale lotta per la sopravvivenza. Sono di Richard Matheson, che pu eccellere in qualsiasi genere, dalla fantascienza al western, gli adattamenti melodrammatici e gotici della serie di film da Poe che diresse Roger Corman. Il romanzo Im a Legend del 1954 fu una delle fonti di ispirazione che Romero utilizz per i suoi zombie de La Notte dei Morti Viventi e le orde di vampiri dissennati che vagano affamati per la metropoli anticipano decine di altre pellicole dedicate ai morti che camminano. Im a Legend fu trasformato in tre film: il primo fu leclettico e imperdibile LUltimo Uomo sulla Terra del 1964 con Vincent Price, interamente girato in un allucinante scenario romano; poi Occhi Bianchi sul Pianeta Terra del 1971 di Boris Sagal con Charlton Heston; infine il pi brutto e meno mathesoniano, Io Sono Leggenda con Will Smith. Il film scritto da Matheson che ancora oggi resta insuperato nel narrarci lincomprensibile e irriconoscibile crudelt del male assoluto Duel, diretto nel 1971 con la maestria di un veterano di Hollywood dal giovane Steven Spielberg. Un camion d la caccia a unautomobile che lha superato. Non vedremo mai chi guida il mostruoso veicolo ma con un senso di terrore puro lo possiamo immaginare, come il volto della morte a cui si allude tra le righe di un libro.
SOPRA, RICHARD MATHESON CON LE COPERTINE DEI SUOI ROMANZI; ACCANTO, UN EPISODIO DELLA SERIE TV AI CONFINI DELLA REALT

no un universo personale e chiuso, circondato da una barriera di unicit e diversit che rende ogni comunicazione impraticabile. Norvegese di origine, nato nel Jersey, cresciuto nella Brooklyn della Grande depressione, soldato della guerra mondiale, poi laureato in giornalismo il giovane Matheson continu a dover sbarcare il lunario in fabbrica anche dopo aver scritto Io sono leggenda. Soldi e successo e possibilit di dedicarsi solo alla scrittura arrivarono solo con Tre millimetri al giorno, ma da quel momento non lo abbandonarono. Da ogni suo romanzo veniva puntualmente tratto un film, quasi sempre con le file al botteghino. Lui stesso dedicava alle sceneggiature, senza mai dimenticare i romanzi e soprattutto i racconti.

Per se si dovesse scegliere una sola opera, un solo lavoro per definire al meglio il suo stile non sarebbe un romanzo e neppure un film, ma una serie televisiva passata non per modo di dire alla storia: leccezionale The Twilight Zone (Ai confini della realt) di Rod Serling. Tra il 1959 e il 1964, scrisse 14 tra gli episodi pi famosi della serie, in ciascuno misurandosi, sempre con successo, col tentativo di calare lhorror e il fantastico, il sovrannaturale, nella quotidianit del Novecento americano. Lungo la strada che aveva aperto si sarebbero poi inoltrati in molti: dallIra Levin di Rosemary's Baby allapoteosi di Stephen King e poi alla truppa foltissima degli innumerevoli discepoli. Perch Richard Matheson, prima e pi che ogni altra cosa, era un pioniere.

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VISIONI
OLIVIER ASSAYAS Il prossimo film del regista francese (Qualcosa nellaria), Sils Maria (titolo provvisorio) con Juliette Binoche, tra i progetti finanziati dal secondo bando della Bls, lattiva Film Commission dellAlto Adige. Il film racconta la storia dellattrice Maria Enders, rivelata a soli 18 anni da una parte a teatro in Maloja Snake, opera a cui rimarr legata tutta la vita. STEFANO TUMMOLINI Il suo nuovo film, Lestate sta finendo, sar presentato in anteprima alla Mostra Internazionale del Cinema di Pesaro. Otto ragazzi, alla soglia della laurea, un fine settimana in una villa al mare. Tra loro un intruso, un ragazzo goffo, che li mette in imbarazzo svelando i loro limiti. Una riflessione sulle dinamiche del gruppo e sullassunzione di responsabilit.

ROMA

SanaMente

Finger food, antropologia del men popolare


Luciano Del Sette

Schermi accesi sullAustria Una rassegna


otto le stelle dellAustria, (fino al 17) ovvero lopportunit di vedere a Roma una selezione del cinema austriaco pi recente, film e cineasti praticamente inediti nei circuiti italiani. Stasera la volta di Die Lebenden (2012, I viventi) di Barbara Albert, il viaggio di una ragazza attraverso lEuropa, da Berlino a Vienna, da Varsavia a Sofia alla ricerca di se stessa. Albert una delle registe austriache contemporanee di punta a livello internazionale (Nordrand, Lovely Rita), e per Die Lebenden ha attinto alla propria storia personale Nel cartellone troviamo anche Soldate Jeanette di Daniel Hoesl, unopera prima di un regista cresciuto sui set di Seidl che racconta la crisi (morale e economica) dellEuropa moderna. Vincitore dellultimo Festival di Rotterdam. Der Glanz des Tages di Tizza Covi e Rainer Frimmel, il nuovo film degli autori di La pivellina, in cui ritrovano uno dei protagonisti del loro circo, in un confronto aperto tra realt e messinscena commuovente e lucidissimo. unopera capace di commuovere e appassionare con illuminante semplicit. Premio per la migliore interpretazione a Saabel al Festival diDie Vaterlosen di Marie Kreutzer un altra opera prima, a prova della vitalit del panorama austriaco, con un cast giovane e di folgorante bravura. Michael firmato da Markus Schleinzer, collaboratore di Haneke, che realizza un film al centro di molte polemiche, la storia di un pedofilo ritratto nel quotidiano. Karl Markovics, regista di Atmen, una star in Austria, qui si confronta con il romanzo di formazione di un ragazzo che attraversa prove molto dure dellesistenza. attore celeberrimo in Austria e allestero. Ultimo appuntamento Deine Schoenheit ist nichts wert di Hseyin Tabak, la storia di Veysel, dodici anni, arrivata a Vienna dalla Turchia. www.austriacult.roma.it

SUSAN BULLOCK ELISABETTA NELLALLESTIMENTO 2013 DI GLORIANA DI BRITTEN

LIRICA Al Royal Opera House un nuovo allestimento per Gloriana di Britten

La regina e il furbo toy boy, i Tudor fra pubblico e privato


Andrea Penna LONDRA

na questione privata. Ecco cosa si nasconde dietro la pompa elisabettiana di Gloriana di Benjamin Britten: lamore infelice di una regina, alla fine della sua vita, per un uomo pi giovane; il sentimento di un popolo per la propria sovrana, e per una monarchia che a pi riprese ha saputo incarnare in modo viscerale lidea di nazione stessa. Per questo Gloriana ha visto poche rappresentazioni fuori dalla madrepatria e rare, scelte riprese in Gran Bretagna, al contrario di Peter Grimes, Billy Budd e il War Requiem, che hanno determinato rapidamente la fama mondiale di Britten. La nuova produzione che il Covent Garden - la prima nel teatro reale dalla creazione nel 1953 ha montato insieme all opera di Amburgo, per i festeggiamenti dei sessanta anni di trono di Elisabetta II, sottolinea questa doppia identit eminentemente privata e necessariamente pubblica. Richard Jones enfatizza la divisione in scene, con una fila di ordinati scolaretti muniti di cartelli, che illustrano ogni volta titolo e luogo dellazione. Lallestimento, grazie alle scene bidimensionali e colorate di Ultz (scenografo inglese che lavora sotto pseudonimo) rimanda ai libri per linfanzia e alle recite scolastiche, con tanto di sfilata di monarchi a ritroso, dai Windsor fino ai Tudor, in apertura. Ai costumi e ai pochi scelti oggetti di scena il compito di restituire la grandiosit della monar-

chia elisabettiana. Tutto britannico lottimo cast: Susan Bullock una regina dominatrice, vocalmente a suo agio sia nella imperiosit dei momenti ufficiali che nella dissoluzione vocale degli ultimi quadri, quando appare vecchia e senza parrucca allamato Essex, di cui poi firmer la condanna a morte, e quando si spegne ancora avvinta al trono, recalcitrante allidea di scegliere un successore. Straordinario il Robert Devereux di Toby Spence, ottimo nel canto e perfetto nelle scene di danza. Nellampio cast spiccano Clive Bayley (Raleigh), Jeremy Carpenter (Cecil),

Lautore - spiega Daniel - capace di combinare la tecnica teatrale di Verdi con uno stile proprio
Kate Royal (Lady Rich) Patricia Bardon, (Frances Devereux). Ottimi orchestra e coro, questultimo impegnato con pagine che richiedono impegno e versatilit estrema . Sul podio Paul Daniel , uno specialista di Britten, che non concorda sulla dibattuta questione del fiasco della prima esecuzione: In realt tutto ci che si dice del fiasco riguarda solo la prima recita. La regina conosceva bene Britten e Pears e a casa di suo cugino, Lord Harenwood ( figura preminente del mondo musicale inglese per mezzo secolo, nda) aveva gi ascoltato con interesse alcuni estratti dellopera in unesecuzione privata. Ma nel 1953 gli ambienti di corte, dopo la guerra, in una occasione come lincoronazione della regina, si aspettavano unopera diversa, celebrativa, pomposa. E Gloriana tutto sembra tranne che unopera occasionale, onomastica , e cos deluse quel pubblico. Nelle altre dieci recite al Covert Garden e in tour in Inghilterra lopera per riscosse un successo eccezionale, ma tuttavia non ebbe un grande successo di critica. Gloriana ha dei caratteri propri, diversi dalle altre opere di Britten? Gloriana si inserisce bene accanto alle opere precedenti, tutte accolte con enorme successo, lavori ampi con una grande parte corale e sempre incentrate su figure drammatiche e in qualche modo sole e non comprese. Cos accade a Peter Grimes, alle tre figure principali di Billy Budd e , naturalmente, a Elisabetta I, amata e ammirata in pubblico, ma

sola e insicura nel privato. Britten capace in queste opere di combinare il dramma e la tecnica teatrale di Verdi con il senso idiomatico della lingua inglese, con uno stile proprio e una qualit straordinaria. Certo Gloriana difficile da apprezzare fuori dalla Gran Bretagna, essendo cos imbevuta di storia inglese, ma in fondo anche alcune opere di Verdi profondamente legate a vicende storiche, come Attila o Lombardi, fino a una ventina di anni fa erano molto poco eseguite in Europa. Nellalternarsi delle scene pubbliche e private ci sono poi le rievocazioni nella musica elisabettiana, con unincredibile ricchezza di soluzioni e senza mai ricorrere a citazioni. Britten scrive temi propri e reinventa stupendamente con i caratteri del Novecento lo stile dellepoca Tudor. Oggi il pubblico ha una reazione diversa, rispetto agli anni passati? Con questa produzione, con un fantastico lavoro di cast, coro e orchestra, lopera torna a inserirsi in un ambito festivo, e si ricostruisce anche il clima del 1953, e unita al centenario di Britten e il giubileo della regina partecipa di un momento molto speciale del nostro paese. Questo non era assolutamente presente nella produzione che ho diretto nel 1993, di Phyllida Lloyd: sicuramente allora, visto il clima politico e sociale e la situazione della monarchia, lopera era stata presentata con un taglio molto preciso, tutto concentrato sulla vicenda storica. Naturalmente poi la grande emozione resta tutta nella musica.

na decina di anni fa, la giornalista e scrittrice Flavia Amabile pubblic per Alberto Perdisa Editore Mangiare per strada, la prima guida al cibo ambulante italiano. Chi fosse incuriosito, provi a cercarla su Internet. Fingerfood e mode varie dovevano ancora arrivare. E dunque mangiare per strada, aiutandosi con le nude mani, risultava soltanto pratica di scarsa educazione. Poi, a sdoganarla, hanno provveduto Slow Food e gli antropologi dei menu popolari. In queste righe, vista laria che tira, tracciare una mappa esemplificativa del buon cibo takeaway, serve ad unire al piacere dei sapori quello del risparmio nel corso di una vacanza. Italia, allora. Non senza aver ricordato che allestero, mangiare per strada o in un mercato rientra tra le abitudini quotidiane. Basti citare a Barcellona il chiosco di Pinoche alla Boqueria, la piazza Ddjama el fna di Marrakesh dove la sera le lanterne brillano su pentole e fornelli, i carretti fumanti che circolano per le strade di tante citt dOriente. Ma restiamo a noi, partendo da Padova, piazza della Frutta. L il banchetto del folparo Guido serve inarrivabili folpi (moscardini), cozze, vongole, seppioline. Il vino si mesce nellattiguo Bar dei Osei, imbattibili panini alla porchetta. I farinotti liguri, cio gli artisti della farinata, hanno nellAngolo della farinata di via Boccadasse 67, a Genova, un ottimo rappresentante. Farinata a tutto tondo, acciughine fritte e friscieu di baccal. Emilia che vai, piadina che trovi. Nei chioschi, soprattutto. Con particolare attenzione ai tanti di Cese-

na, patria ogni due anni del Festival internazionale del cibo di strada. Esperienza diretta ci porta a consigliare il piccolo regno di Luca e Silvia, corso Matteotti 41. I palati robusti in ferie a Firenze sosteranno da uno dei trippai della citt, maestri delle interiora bovine. I panini con il lampredotto (stomaco) e la trippa al sugo hanno costruito la giusta fama di Nerbone, mercato di San Lorenzo. La pizza al taglio, o bianca e imbottita con prosciutto e fichi, il cibo di strada romano. Le teglie messe in fila a Testaccio da Farinando, via Luca della Robbia; oppure nello storico Forno di Campo deFiori, rendono impaziente lattesa del proprio turno. Pizza, sart, gatt, timballo sono loro di Napoli da portar via, a patto che sia autentico e cesellato come si deve. Davanti alla soglia di Pellone, via Nazionale 93, si celebra il trionfo di pizze e fritti. Mentre in vico della Quercia 17, a dispetto dellinsegna esotica, Timpani e Tempura, i fratelli Tubelli sventolano la bandiera del cibo da asporto alla napoletana, gatt e via masticando. Pani cameusa e sfincione, cio Palermo. Il primo, pane con milza e polmone di vitello, uno spruzzo di limone, ha indirizzi certi nelle Focaccerie Testagrossa di Corso Calatafimi 91 e Nasile in Piazza Nasc 5. Il secondo, focaccia lievitata naturale su cui vengono posati acciughe, pomodoro cotto, formaggio e olio, d il meglio di s sul banco della pizzeria Astoria, via Libert 145. Triplo hamburger multistrato con ketchup e maionese? Ma mi faccia il favore! ldelsette@yahoo.it

LE MASCHERE PER IL TEATRO

5 nomination per Servillo e Le voci di dentro


Le voci di dentro di De Filippo con Toni Servillo; Dopo la battaglia di Pippo Del Bono e La coscienza di Zeno che Maurizio Scaparro ha diretto dal romanzo di Italo Svevo sono i tre titoli in corsa come miglior spettacolo della stagione a Le Maschere del Teatro Italiano 2013, terza edizione del premio organizzato dal Napoli Teatro Festival Italia in collaborazione con l'Agis. La commedia di Eduardo conquista le 5 principali nominations come miglior spettacolo, regia, attore protagonista, attore e attrice non protagonista (Chiara Baffi). In lizza per altri premi anche Antonio Latella, Leandro Amato e Pippo Delbono in nomination per regia, costumi di Antonella Cannarozzi e le scene di Claude Santerre. I vincitori il 5 settembre.

FRANCIA Dopo lomicidio di Marie Trintignant, esce un libro contro Bertrant Cantat

Le accuse dellex moglie suicida


Dieci anni dopo la morte dell'attrice Marie Trintignant, per la quale ha scontato una condanna per omicidio, Bertrant Cantat lex leader del gruppo rock francese Noir Desir ora al centro di nuove accuse di violenza. Queste ultime riguardano la sua ex moglie, Kristina, che si tolta la vita nel 2010. Questo dramma al centro di un libro che sta per uscire in Francia, Bertrand Cantat-Marie Trintignant. L'amore a morte, scritto da Stephane Bouchet e Frederic Vezard. I due giornalisti hanno indagato sui motivi che avrebbero spinto Kristina al gesto estremo e raccolto un messaggio che la donna ha lasciato sulla segreteria telefonica dei suoi genitori sei mesi prima di morire. Il testo del messaggio stato pubblicato sul sito on line del Nouvel Observateur. Kristina ha parlato in ungherese per sette minuti e trenta secondi. Quello che lui chiama amore si e' trasformato in un incubo. Sono a un punto tale che ieri ho rischiato di lasciarci un dente. Mi ha lanciato qualcosa contro tanto che il mio gomito completamente tumefatto, ha detto Kristina. Simili accuse contro Cantat, che sta per pubblicare un nuovo album da solo, dopo essere stato allontanato dai membri del suo gruppo, erano gi emerse di recente su Paris-Match, avanzate dagli stessi genitori di Kristina.

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COMMUNITY

Un navigatore per la Rai


Vincenzo Vita
he curioso il dibattito in Italia sulla Rai. Con la terribile vicenda greca sullo sfondo, dove culture economiche brutali hanno preso di mira il locale servizio pubblico, ripresa lallegra danza macabra, che fa pensare mutatis mutandis- al finale di Settimo sigillo. Sembra la premessa per la morte, pi che una gioiosa apertura al mercato. E s, perch porre in questo contesto, come ha fatto il governo, il tema della messa allasta della concessione pubblica significa liberare gli spiriti animali del capitalismo mediatico, pronto a mangiarsi il gate keeper ancora non privatizzato. I servizi pubblici sono diventati ingombranti, visto che nella battaglia campale con i nuovi giganti della rete (da Google in poi) i vecchi editori privati vogliono prendersi tutto quello che c nel comparto radiotelevisivo, pensando di difendersi. Frequenze, programmi, diritti e cos via. Cerchiamo di capire quali sono i termini reali della questione. Va rinnovato il contratto di servizio triennale, gi scaduto, mentre si approssima il tempo ecco il nodo - della convenzione generale che regola i rapporti tra lo stato e la Rai, il cui termine il 2016. E da un po di tempo in atto una martellante campagna sui conti di viale Mazzini, indubbiamente messi male, ma non certo da oggi. E, in ogni caso, con responsabilit molto forti di chi ha gestito negli anni scorsi lazienda, per esempio interrompendo il contratto con Sky, ovvero non valorizzando il vero e proprio tesoro su cui siede lazienda, vale a dire la societ delle frequenze Rai Way. Un fin troppo tempestivo rapporto di Mediobanca fissa in 2,5 miliardi il valore del settore pubblico, anche sulla base della crisi nerissima della raccolta pubblicitaria. Certo, qui sta il cuore del problema. La mancanza di una seria normativa antitrust e di una decente legge sul conflitto di interessi hanno portato allanomalia italiana: Mediaset perde assai meno spot con ascolti spesso in picchiata. Perch mai? Per quello che i giuristi chiamano il sostegno privilegiato, di cui si avvale il gruppo. Ma torniamo allaltra faccia del monopolio (lera del duopolio da un po sepolta). Il servizio pubblico in crisi: di conto, di idee, di valori. Lattuale vertice figlio della stagione dei tecnici e pare sopravvivere a se stesso, con il corredo di piani e cantieri, scivoli e annunciate chiamate dirette, forse persino minaccia di chiusura delle sedi regionali. Quando si dice limportanza del territorio. Taglio, ergo sum si potrebbe dire di un gruppo dirigente le cui modalit di nomina vanno completamente ripensate. Si tenuto un interessante dibattito al riguardo convocato dal Move On e ci sta lavorando il coordinamento dei parlamentari che fanno riferimento allassociazione Articolo 21. Questultima terr sullintera materia un convegno a Roma presso il Cnel insieme alla Fondazione Di Vittorio - il prossimo 2 luglio. Un criterio, per, va subito definito. la Rai non si pu vendere a pezzi, viste lunitariet sancita del servizio pubblico e lidentit che ne tesse la trama; neppure immaginabile una privatizzazione dellinsieme della struttura, a meno di non mettere in discussione, tra laltro, lo stesso Protocollo sul sistema di radiodiffusione pubblica negli stati membri, annesso al Trattato di Amsterdam (2 ottobre 1997). Il rinnovo della Convenzione, da preparare con un utile coinvolgimento dei cittadini-utenti, non la scusa per la resa al mercato, bens la straordinaria opportunit di avviare il vero cantiere, quello del servizio pubblico aperto alla societ, fondamentale bene comune. Non la difesa delle incrostazioni antiche, bens lingresso con un navigatore nellera digitale.

CALABRIA
Mercoled 26 giugno RIACEFESTIVAL Dal 26 al 30 giugno RiaceInFestival. Festival delle migrazioni e delle culture locali IV edizione. Un festival sui temi delle migrazioni, della legalit e dellambiente con spettacoli teatrali, concerti, incontri con scrittori e registi, convegni, proiezioni di film fuori concorso e di cortometraggi in concorso. Tra gli ospiti il sindaco di Napoli Luigi De Magistris, i registi Michelangelo Frammartino e Francesco Munzi, il professore Torino Perna e rappresentanti di numerose associazioni culturali e di impegno civile come lAssociazione Comuni Virtuosi che propone un convegno dal titolo Rifiuti: il grande business e lAssociazione Nazionale Giuristi Democratici che propone un incontro su Accoglienza e legalit. Info: www.riaceinfestival.it Info: www.riaceinfestival.it Vari luoghi, Riace (Rc)

CAMPANIA
Mercoled 26 Giugno, ore 18.30 LA BUONA NOVELLA Presentazione del libro La buona novella Storie di preti di frontiera di Ilaria Urbani (ed. Guida). Ne discuteranno: con lautrice Raffaele Sardo Giornalista, Michele Docimo - Referente del Presidio Libera Aversa, Assunta Vozza - Presidio Libera Marcianise. Legger alcuni brani Vittoria Torpiano - Presidio Libera Marcianise. Coordiner il dibattito Umberto Riccio - Referente del Presidio Libera di Marcianise. Biblioteca Comunale di Marcianise, Sala Polifunzionale, via Amerigo Vespucci, 7, Marcianise (Ce)

le lettere

RI-MEDIAMO

ziarie a breve contro Silvio, potremmo intanto dire : "sette anni in sette giorni". Ma che aspetta questa realt politica a destituire un ometto cos deleterio? Dobbiamo tenerci sulla groppa un miliardario corruttore e far finta di niente? Luca Novembre, Udine

EMILIA ROMAGNA
Mercoled 26 giugno GOLETTA VERDE Goletta Verde di Legambiente, che dopo aver circumnavigato la Penisola giunger in Toscana il 18 agosto, sta affrontando un viaggio di 34 tappe lungo le coste dItalia, per dar seguito alle tante battaglie in difesa dellecosistema marino e del territorio che Legambiente porta avanti dal 1986, denunciando, informando, coinvolgendo i cittadini con lauspicio di promuovere esempi positivi allinsegna della sostenibilit ambientale.. Goletta Verde fa tappa in Emilia-Romagna il 26, il 27 ed il 28 giugno, a Porto Garibaldi e a Rimini. Info: www.legambiente.it/sosgoletta Vari luoghi, Rimini

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La condanna di Silvio
La sentenza di luned lennesimo montare e ingigantirsi di questa palla di neve che continua a scendere e scendere fino a travolgere noi tutti. Si sapeva, si poteva prevedere, ed successo. La mia personale ossessione non infatti in questo passaggio diciamo superfluo, quanto nella terrificante fabbrica del consenso che negli anni si venuta dolosamente a creare attorno allex premier. Un esercito spettrale e marcio di individui con la morale nel fango delle loro anime, un borioso e urticante sciame di corpi senza mezza esitazione e rispetto per niente, pronti ad urlare contro i magistrati o contro il vento o le foglie o i gabbiani o le carrozze se arrivasse lordine dettato dal capo. Nessuno, ed questa la cancrena, che si azzardi a muovere un filo di obiezione alla linea del padrone, almeno a limarla o considerarla meno astiosamente rispetto al palinsesto gi scritto. Tutti in trincea contro il nemico, quale che sia. Questo lobbrobrio, questa la misera commedia che ci ha sommersi e che tuttora ci vincola. Se non avesse del tragico conclamato potremmo vantarci daver vissuto in tutto questo tempo nel pi comico dei mondi possibili. Ma con quante cicatrici aperte sul corpo stanco di noi tutti! Gioia De Giovanni, Oria

Lutilizzatore finale
Ora vediamo se il Pd dichiarer eleggibile il puttaniere nazionale, concussore e utilizzatore finale, in primo grado di escort a pagamento, ovviamente, minorenni e non, oltre che essere corruttore, imbroglione, bugiardo in secondo grado, ecc.ecc. Cosa deve fare ancora Berlusconi per essere cacciato per ignominia e indegnit dal Parlamento nato dalla Resistenza? Deve stuprare e ammazzare in diretta? Ma mai possibile che si possa tollerare come libert di espressione offese alla Costituzione come quelle sputate da Brunetta, nelle vesti di attore drammatico, che, con studiata commozione, scaracchia sui Giudici, sulle sentenze e osa minacciare ritorsioni sul Governo? Vero che faranno niente, oltre che sputazzare, perch, di fatto, rimanendo ancorati al Governo, hanno gi scaricato il signorotto: i soliti tarponi che scappano quando c acqua nella stiva. La cosa peggiore il silenzio delle donne della PdL, Santanch e Biancofiore a parte, che, per il momento, non osano difendere il puttaniere dalla sua condanna in primo grado in base alle prove processuali. Per qualsiasi altra persona sarebbero inevitabili le dimissioni e la vergogna, per il ricco signorotto, invece, vi ancora solidariet da chi ha giurato sulla Costituzione e quindi sul rispetto dellautonomia dei poteri. Lennesima dimostrazione di indegno vassallaggio che continua a insultare la democrazia e le Istituzioni. Amando Mancini, Viareggio

ni, e sperando nei successivi gradi di giudizio, fa male vedere condannati i medici per "omicidio colposo" e avere limpressione che si siano di fatto scaricate su di loro le contraddizioni del sistema legislativo ( abnorme carcerare le persone per piccole dosi di droga) e dei regolamenti carcerari (mancato contatto con lavvocato, rifiuto del permesso di visita ai familiari, mancato permesso di contatto con i medici ecc.) che probabilmente hanno influito sulle condizioni psichiche di Stefano e sul suo vissuto della situazione. Mi auguro che i colleghi nel loro lavoro quotidiano a contatto con la sofferenza troveranno la motivazione e la capacit di resistere. Pietro Pellegrini, Parma

Qualche precisazione
In risposta alle lettere pubblicate il 20 giugno relative alla mia, tengo a fare delle precisazioni. Come gi scritto dalla redazione, lo scopo della mia lettera non era difendermi dalle accuse, bens denunciare, tra le altre cose, il perdurare di una gogna mediatica durata anni, nonostante nessuna delle gravi accuse che ci hanno fatto finire davanti alla Corte dAssise (dove si celebrano i processi per i delitti pi efferati, come le stragi o i reati di mafia), sia stata confermata dalla sentenza di primo grado. Ma voglio rispondere alle contestazioni che mi sono state poste dal sig. Antonio Berti, che fonda i propri giudizi su alcune di quelle falsit di cui accennavo nella mia lettera (il corpo martoriato in virt dei presunti lividi sulla schiena, che tuttavia lividi non sono, le sevizie testimoniate delle presunte bruciature di sigaretta che tuttavia bruciature non sono, lassurda affermazione, non confermata dalle successive perizie, che Stefano Cucchi si potesse salvare con un bicchiere di acqua e zucchero), tutte smentite nel corso del processo ma mai rettificate da nessuno dei mezzi di informazione, che anzi continuano a farle passare per verit assolute.Ovvio che lopinione pubblica su queste abbia fondato i propri giudizi e la condanna morale che ne consegue. Spazzare via tre anni di informazio-

LAZIO
Venerd 28 giugno, ore 17 LA CRISI GLOBALE Nellambito del XVIII Corso di Formazione e Perfezionamento sul Diritto dei Popoli, la Sezione internazionale della Fondazione Basso organizza la conferenza La crisi globale e le sfide dell'informazione di Ignacio Ramonet. Sala del Refettorio, Via del Seminario 76, Roma

LOMBARDIA
Mercoled 26 giugno, ore 21 OLTRE ALLA CRISI Presentazione del libro Oltre la crisi, appunti sugli scenari globali. Sar presente lautore Alfredo Luis Somoza. Auditorium della Biblioteca Comunale, Corte dei Frati, Bellusco

TOSCANA
Mercoled 26 giugno FESTIVAL ATUTTOMONDO Dal 27 giugno all11 luglio a Poggibonsi Il mondo raccontato da artiste donna. Musica e Teatro per dare uno sguardo sulla femminilit e sullessere donna. unedizione tutta al femminile quella di questanno del festival Atuttomondo, in programma dal 27 giugno all11 luglio 2013 a Poggibonsi (Siena). Info: 0577981298 Vari luoghi, Poggibonsi (Si) Tutti gli appuntamenti: eventiweb@ilmanifesto.it

Solidariet a Corbi
Come medico psichiatra volevo esprimere la mia solidariet alla Dr.ssa Stefania Corbi (manifesto del 15 giugno, Non sono laguzzina di Cucchi) e a tutti i colleghi medici condannati in primo grado. Il rispetto, la comprensione e laffetto per la famiglia Cucchi richiede, nellinteresse di tutti, che con forza venga accertata la verit. Pur in assenza delle motivazio-

7 anni in sette giorni


Viste le prossime pronunce giudi-

ne a senso unico impresa impossibile in queste poche righe. Per questo invito i lettori a prendere visione di una lettera aperta, scritta nel febbraio 2011 dalla mia collega Flaminia Bruno, dove vengono analizzate punto per punto alcune delle questioni sollevate e molte altre ancora. Quella lettera non fu mai pubblicata, non a caso, poich alla voce degli imputati non stata data finora alcuna visibilit, al contrario di quella di altre parti processuali. La lettera possibile reperirla su un blog (http://letteraapertacucchi.blogspot. com), dove possono essere letti anche alcuni documenti che aiutano a fare chiarezza, oppure su http://nutopia2sergiofalcone.blogspot.com. Aggiungo alcune cose, sempre in risposta a quanto contestatomi. Le condizioni di Stefano Cucchi non erano affatto quelle di una persona in fin di vita, era molto magro ed era stato ricoverato per una frattura vertebrale; per tutta la durata della degenza stato vigile, lucido ed orientato. Il decesso si verificato in modo assolutamente improvviso ed inaspettato, poich nulla faceva prevedere un tale epilogo. Allarrivo in reparto Stefano firm il diniego ad effettuare colloqui con i propri familiari e anche il divieto per noi medici di rilasciare loro informazioni sul suo stato di salute. Alla volontaria che ebbe modo di incontrarlo il pomeriggio prima del decesso, chiese di contattare esclusivamente il cognato e nessun altro della famiglia, poich, asser, era lunico ad essergli stato vicino in momenti difficili.In queste condizioni chiedersi come mai Stefano non fosse assistito dai familiari era quanto meno superfluo. Anche di tutto questo, emerso nel corso delle udienze, nessuno dei mezzi di informazione ha mai dato conto. In questo senso ho parlato di gogna mediatica, poich non riesco a definirla in altro modo. Spero che dopo aver letto quanto argomentato dalla mia collega, i lettori di questo giornale oltre a sentirsi offesi da quanto da me scritto, si sentano indignati per essere stati ingannati in tutti questi anni. Stefania Corbi

FUORILUOGO

Nelle piazze dItalia oggi sar possibile firmare le proposte di legge di iniziativa popolare della campagna 3leggi, promossa da numerose organizzazioni impegnate sul fronte dei diritti, come Forum Droghe, Antigone, lUnione delle Camere Penali e la CGIL. Una giornata straordinaria che coinvolger tante citt, tra cui Roma, dove alle 18 in piazza Farnese si riuniranno artisti e personalit per un concerto-evento a sostegno delle tre leggi che chiedono lintroduzione del reato di tortura, il rispetto dei diritti e della legalit nelle carceri e la modifica della legge sulle droghe. La scelta del 26 giugno per questa mobilitazione nazionale non casuale. Per chi ha a cuore e si batte per i diritti umani, infatti, oggi non un giorno qualunque, ma la giornata

Firmare per i diritti umani dovere civile


Valentina Ascione
internazionale dedicata alle vittime di tortura. Una pratica, la tortura, che vista da qui - dallItalia del Terzo Millennio - pu apparire antica, estranea alla cultura di societ democratiche come la nostra. E che invece ci riguarda. Lo dimostrano pagine tra le pi cupe della cronaca recente, come le violenze messe in atto tra le mura della caserma di Bolzaneto durante il G8 di Genova nel 2001, e altre vicende che forse avrebbero avuto un corso diverso se lItalia non si sottraesse, da oltre 20 anni, allobbligo di introdurre nel proprio codice penale il reato di tortura, come previsto dalle convenzioni internazionali. Che in Italia manchi una legge che punisce il reato di tortura una cosa gravissima, perch in qualche modo legittima coloro che la compiono, ha dichiarato Ilaria Cucchi in un video appello a firmare le tre leggi. Con lei tanti altri testimonial deccezione hanno accettato di prestare il proprio volto negli spot della campagna, come il regista di Diaz Daniele Vicari, lattore Elio Germano o il formidabile Ascanio Celestini, che nel suo stile da menestrello ha raccontato le drammatiche condizioni di vita nelle nostre carceri sovraffollate, dove oltre il 40% dei reclusi in attesa di giudizio e un terzo tossicodipendente. Oggi si celebra anche la Giornata internazionale sulle droghe, unaltra ricorrenza simbolica per la campagna 3leggi. La legge sugli stupefacenti infatti la causa principale del sovraffollamento carcerario. Quasi il 40% dei detenuti in prigione per averla violata. Sono per lo pi piccoli spacciatori e molto spesso semplici consumatori, finiti in carcere per linasprimento delle pene e lequiparazione tra droghe leggere e pesanti voluti dalla legge Fini-Giovanardi. Accade cos che in Italia sono pi i tossicodipendenti in carcere di quelli nelle comunit di recupero. Lobiettivo di una delle tre leggi proprio modificare queste norme depenalizzando realmente il consumo, reintroducendo la diversificazione tra sostanze e facilitando laccesso alle misure alternative. Tra le personalit che saliranno sul palco di Piazza Farnese, insieme ai promotori delle 3leggi a Ilaria Cuc-

chi e Daniele Vicari, gli Studenti della Scuola provinciale dArte cinematografica Gian Maria Volont, gli attori Salvatore Striano e Paolo Calabresi; Andrea Satta dei Ttes de Bois, i cantautori Agnese Valle, Bucho, Flavio Giurato e Giorgio Panzera; e poi Baracca Sound, Ginko, Adriano Bono, Presi per caso, Riflessi e Some livid strategies. Lelenco di tutti i tavoli di raccolta firme che si terranno oggi in tutta Italia disponibile sul sito www.3leggi.it. La Corte europea dei diritti umani ha condannato lItalia per trattamenti inumani e degradanti ai danni dei detenuti e ci ha dato un solo anno di tempo per rimediare al sovraffollamento. Non possiamo pi aspettare, il tempo sta per scadere. Firmare un dovere civile.

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COMMUNITY

Un Pd contro il liberismo nella sfida del governo


DALLA PRIMA
Stefano Fassina
Sarebbe altrettanto illusorio credere che un ritorno alle precedenti incarnazioni della sinistra ridimensioni gli ostacoli, innanzitutto di ordine culturale, oggi di fronte a noi. Siamo stati all'opposizione come Ds dal 2001 al 2006. Siamo vissuti di rendita anti-belusconiana, cos da evitare la fatica della ricostruzione di una forza autonoma di cambiamento progressivo. Siamo rattrappiti. vero: Non esiste, non mai esistito, un governo al di sopra delle parti. Il governo Letta non al di sopra delle parti. di due parti, alternative, temporaneamente insieme al governo. Il racconto del presunto interesse generale assoluto, ossia slegato da interessi materiali specifici, derivato da principi oggettivi, interpretati da super-tecnici detentori esclusivi della verit, viene meno. Il governo Letta ha le potenzialit di riaprire la dialettica politica. La politica torna a essere visibile dopo il mascheramento tecnico, super partes, dell'impianto liberista tentato nella stagione montiana. Nel governo Letta si possono confrontare due ideologie alternative, due linee politiche e programmatiche espressione di interessi materiali diversi. Sul piano culturale un salto di qualit: la riapparizione della politica sul terreno dell'economia. Insomma, per quanto paradossale possa apparire, il governo Letta, proprio perch rimuove la rendita anti-berlusconiana, una opportunit di disvelamento o di maturazione: il Pd costretto a esprimere la propria identit di forza del cambiamento progressivo nel confronto-conflittocompromesso quotidiano con il Pdl. Identit alternativa al berlusconismo, non anti-berlusconiana. Il Pd o nuota o affoga nel mare in tempesta. Non pi possibile galleggiare e lasciarsi trasportare dalla corrente. in grado il Pd di sostenere sul piano culturale prima che politico e organizzativo il confronto-conflitto-compromesso? Soprattutto, possibile riattivare a scala europea qualcuno degli strumenti nazionali di regolazione dell'economia spazzati via dalla liberalizzazione dei movimenti di capitale e di merci e servizi? Non lo so. So che il rischio di normalizzazione ideologica e culturale intravisto da Asor Rosa nel governo delle larghe intese reale. So anche che l'offensiva centrista e culturalmente subalterna di Matteo Renzi, ben dissimulata dal giovanilismo rottamatore, aggrada gli interessi pi forti. So, per, anche che le radici culturali del Pd non sono tutte rinsecchite, i suoi insediamenti sociali pur terremotati esistono, la sua classe dirigente amministrativa e politica, ne tra la folla e il capo, l'inefficacia della democrazia. Denunciare che sono aperti a sbocchi reazionari i propositi di ricostruire poteri decisionali attraverso l'investitura mediatica e elettorale diretta di un capo. E convincere che l'unica strada per recuperare sovranit e capacit di governo democratico l'irrobustimento politico dell'Unione europea. Un progetto da realizzare non soltanto nella dimensione istituzionale, ma sul terreno della rappresentanza politica e sociale. Innanzitutto, un partito organizzato, strutturato, federato a scala europea, dotato di una cultura politica autonoma per ridare incisivit alla democrazia e senso alla rappresentanza. Alla rappresentanza di chi? Alla rappresentanza di una parte. Perch un partito parte, come sottolinea Mario Tronti. Non contenitore per la raccolta indifferenziata di interessi tenuti insieme sul piano elettorale da un leader mediaticamente efficace per un governo di intrattenimento. Quale parte? Il Pd deve rappresentare le persone che lavorano disponibili al cambiamento progressivo: lavoratori dipendenti e precari, lavoratori autonomi, professionisti e imprenditori. Non un interclassismo de-vertebrato. Ma un progetto politico come piattaforma per lalleanza di interessi diversi orientati verso la rigenerazione europea della civilt del lavoro evocata dall'articolo 1 della nostra Costituzione. A partire dalle persone che lavorano in condizioni di subordinazione, in forme tradizionali o inedite, oltre i confini classici del lavoro dipendente. Perch nella dimensione della produzione rimangono, drammaticamente aggravate e differenziate, asimmetrie di potere tra chi organizza il lavoro e chi offre il lavoro. Perch lo smarrimento antropologico denunciato dalla dottrina sociale della Chiesa pu essere affrontato, come ricorda Pierre Carniti in "La risacca", soltanto a partire dal senso del lavoro per la dignit della persona e per la costruzione della comunit. Dal lavoro come fatto sociale. Quindi, un neo-umanesimo laburista come orizzonte del progetto politico. Insomma, il Pd non perduto. Nella sfida del governo pu perdersi. Come altri grandi partiti si sono persi all'opposizione. Ma pu anche, dal governo, battere il ferro per forgiare "l'anello mancante". Portare avanti, nella tempesta, la costruzione del progetto avviata negli ultimi anni. Perch il progetto per un partito , secondo le parole di Alfredo Reichlin, la funzione storica che svolge. Sono i cambiamenti reali che porta a compimento. Non un compito da delegare a un ceto politico da giudicare dalla finestra. un cimento collettivo che le energie morali, intellettuali, politiche e sociali progressiste devono affrontare insieme.

POLITICA E GIUSTIZIA

Se governa il sovrano ogni impedimento legge


Gaetano Azzariti

Noi dobbiamo rappresentare una parte, quella del lavoro subordinato. E il Pd non perduto, anche se rischia: al governo come allopposizione. Ma dobbiamo riconoscere, con Asor Rosa, che lo svuotamento politico e culturale segnato dallo svuotamento della nostra democrazia nazionale
spesso poco visibile ai grandi media, di qualit in tanti territori. So, anche che, qui e ora, evitare la sfida del governo sarebbe stato esiziale. Rinviare la battaglia a tempi migliori, dopo la dovuta auto-critica di errori e omissioni, dopo un adeguata preparazione di impianto, di organizzazione, di alleanze sociali e politiche e di classe dirigente, dopo la costruzione a carico di altri di scenari meno sfavorevoli nell'euro-zona, avrebbe voluto dire condannarsi alla marginalit e lasciar allargare il fossato tra una societ disperata e una politica autoreferenziale. Un rischio troppo grande per essere corso, non per il Pd, ma per le milioni di persone pi in difficolt. Le emergenze economiche e sociali, oltre che democratiche, e la fase costituente aperta nell'Unione europea richiedono, qui e ora, il combattimento. Per combattere e avanzare decisiva un'analisi corretta della fase. Per capire dove siamo utile alzare lo sguardo oltre i nostri confini. Cogliere le condizioni di debolezza di tutte le forze della sinistra europea, al governo o all'opposizione, siano esse pi o meno radicali. Riconoscere lo svuotamento politico e culturale del centro-sinistra e del Pd quale fenomeno comune alle sinistre europee in quanto determinato dallo svuotamento della democrazia nazionale. Rilevare, ovunque, l'avanzata di movimenti populisti e nazionalisti, insieme al rinvigorimento delle destre, in quanto capaci di illudere nella riconquista della sovranit perduta attraverso regressioni nazionaliste. Insomma, accettare che la causa primaria della difficolt di rappresentanza degli interessi sociali legati alla produzione e al lavoro, denunciata da Asor Rosa, l'inefficacia della politica prigioniera della dimensione nazionale. Dire chiaro che sono pericolosi i tentativi di scaricare sulla rappresentanza, sui partiti e su ogni forma di mediazio-

entre si discute sulla sentenza del processo Ruby, sar utile tornare sulla recente sentenza della Consulta presso la quale aveva ben poche possibilit di successo il ricorso presentato dai difensori di Berlusconi. Era noto, infatti, lorientamento del giudice costituzionale che - da tempo e con una giurisprudenza sempre pi incisiva - pretende il rispetto del principio della "leale collaborazione". Un principio costituzionale e comunitario che regola ormai tutti i rapporti tra soggetti politici e istituzionali. Volendo fare lavvocato del diavolo, si poteva anche sperare di convincere la Corte che fosse stato "leale" il comportamento del Presidente del Consiglio che senza alcuna motivazione o ragioni di urgenza convoca un Consiglio dei ministri proprio nel giorno in cui si era reso disponibile a partecipare alludienza per un processo a suo carico. Si poteva cercare di argomentare che la "collaborazione" tra Presidenza del Consiglio e magistratura non era venuta mai meno nel corso del processo di Milano, neppure quando, con atto unilaterale e non necessario, limputato Berlusconi si sottratto al giudizio, autodichiarandosi "impedito" con la pretesa di sospendere "legittimamente" il processo. Probabilmente unimpresa disperata, ma i diritti di difesa nel processo non vanno limitati in alcun modo. Dunque, non saremo noi a lamentarci del fatto che i legali abbiano tentato la via del conflitto tra poteri. Quel che deve indignare altro: non solo la gazzarra contro una decisione che come i pi avevano previsto non ha accolto le tesi della difesa, ma anche e soprattutto le argomentazioni poste a sostegno della contestazione del giudice costituzionale. Gli esponenti politici del centrodestra, infatti, rivendicano limmunit assoluta del Capo. Altro che rispetto delle regole, inopinatamente si sostiene che non c alcun legittimo impedimento da dimostrare (eliminando cos ogni residuo dubbio sulla correttezza della decisione della Corte), la vera posta in gioco "lindipendenza della politica", la quale - questa lidea rivoluzionaria sostenuta - non pu essere condizionata dai giudici. Qui si rivela una preoccupante cultura che tende a negare ogni valore a quella regola aurea che si pone a fondamento dello stato di diritto: la

Il Pdl vuole limmunit assoluta del capo, come se consenso e giurisdizione fossero la stessa cosa

soggezione di tutti alla legge. Non si avvedono i pasdaran del Cavaliere che il ruolo del leader, i voti raccolti dal suo partito, non hanno nulla a che vedere con le vicende processuali. Politica e giurisdizione appartengono a due sfere diverse del vivere civile e laccertamento dei reati non si calibra a secondo del consenso popolare. Il peso politico esercitato nel governo non pu rappresentare una ragione per fermare lo svolgimento dei processi. Possono, in caso, farsi valere degli impedimenti, nelle ipotesi previste dalle norme, che sono in grado di indurre il collegio giudicante a rinviare ludienza. Nel caso di Berlusconi proprio i tanti impegni collegati alla carica di Presidente del consiglio, al tempo ricoperta, avevano indotto gli avvocati e i giudici a concordare un calendario, in base ad un principio di "leale collaborazione". La pretesa di poter poi, liberamente e senza obbligo di motivazione, far venir meno laccordo non pu che reggersi su una presunta impunit, una superiorit assoluta della ragione politica sulla funzione giurisdizionale. Ecco allora che si comprende perch si accusa la decisione della Corte, che ha ristabilito la regola di diritto, di aver svolto "un giudizio politico aberrante". In effetti, entro una logica esclusivamente politica sarebbe stato ben pi appropriato riconoscere lintangibilit del sovrano. Per fortuna la Corte non si piegata allassolutismo regio. Ma quel che lascia pi sconcertati la pretesa che ora viene avanzata. Giacch limmunit dal processo non stata ottenuta nelle sedi proprie e il rischio che una sentenza di condanna definitiva ormai prossimo, ci si rivolge adesso al sistema politico, agli alleati di governo, invocando la corresponsabilit. Il Presidente del Consiglio deve mostrare "pi coraggio", il Presidente Napolitano deve "garantire" il Cavaliere, i parlamentari del Pd non possono liberamente votare sullineleggibilit e dovranno addirittura "responsabilmente" non dare seguito alla sanzione dellinterdizione ove questa fosse confermata dalla Corte suprema. Si tratta in sostanza di una richiesta di sospensione dello stato di diritto rivolta agli alleati in nome della stabilit del governo delle larghe intese. Una richiesta di protezione che non ricevibile.

COOP ITALIA Marco Pedroni nuovo presidente, 13 miliardi il fatturato 2012. Boom del marchio

il manifesto
DIR. RESPONSABILE Norma Rangeri CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE Benedetto Vecchi (presidente), Matteo Bartocci, Norma Rangeri, Silvana Silvestri, Luana Sanguigni il nuovo manifesto societ coop editrice REDAZIONE, AMMINISTRAZIONE, 00153 Roma via A. Bargoni 8 FAX 06 68719573, TEL. 06 687191 E-MAIL REDAZIONE redazione@ilmanifesto.it E-MAIL AMMINISTRAZIONE amministrazione@ilmanifesto.it SITO WEB: www.ilmanifesto.it TELEFONI INTERNI SEGRETERIA 576, 579 - ECONOMIA 580 AMMINISTRAZIONE 690 - ARCHIVIO 310 - POLITICA 530 - MONDO 520 - CULTURE 540 TALPALIBRI 549 VISIONI 550 - SOCIET 590 LE MONDE DIPLOM. 545 LETTERE 578 iscritto al n.13812 del registro stampa del tribunale di Roma autorizzazione a giornale murale registro tribunale di Roma n.13812 ilmanifesto fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 07-08-1990 n.250 ABBONAMENTI POSTALI PER LITALIA annuo 260 semestrale 135 versamento con bonifico bancario presso Banca Etica intestato a il nuovo manifesto societ coop editrice via A. Bargoni 8, 00153 Roma

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certificato n. 7362 del 14-12-2011

Un anno in crescita nonostante la crisi


ROMA

onostante la crisi infinita, la Coop (Coop Italia) chiude il bilancio 2012 in crescita. Il fatturato supera i 13 miliardi, pari al 18,5% del mercato della grande distribuzione (+0,1% rispetto al 2011). Un risultato ottenuto grazie ai 55.800 addetti dei quasi 1.500 punti di vendita in tutta Italia. Ben 3 miliardi del fatturato nei supermercati si deve ai prodotti a marchio Coop, considerati sintesi di qualit, controllo della filiera e convenienza (+12,6% le vendite rispetto al 2011). Crescono anche i comparti diversi dalla distribuzione: sono 111 i punti Coop salute aperti dopo la parziale liberalizzazione della vendita di farmacia, mentre Coop voce ha raggiunto il milione di attivazioni. Lassemblea annuale di Coop Italia ha registrato comunque anche un allargamento dei soci, giunti a 7,9

milioni di persone (+2,4% sul 2011) e un cambio radicale alla governance dellimpresa. stato abolito infatti il consiglio duale sorveglianza/gestione creato nel 2008 a favore di un cda tradizionale. Dopo 25 anni ai vertici del mondo cooperativo, Vincenzo Tassinari lascia Coop Italia. Il nuovo presidente, eletto allunanimit, il reggiano Marco Pedroni. 54 anni, Pedroni ha alle spalle una lunga carriera in Coop Italia (era presidente di Coop consumatori Nord Est) e allinterno di Finsoe (Unipol). Il vicepresidente Marcello Balestrero e la nuova direttrice generale Maura Latini. La scelta che abbiamo fatto - spiega Pedroni - rafforzare la prospettiva unitaria di Coop e progettare soluzioni innovative per il mercato distributivo italiano. Tra i progetti avviati, infine, un rafforzamento dellAssociazione nazionale delle Coop di consumatori (Ancc-Coop) m.d.c. guidato da Enrico Migliavacca.

chiuso in redazione ore 21.30

tiratura prevista 49.267

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il manifesto

MERCOLED 26 GIUGNO 2013

LULTIMA
Giona A. Nazzaro

uro s. Muro no. Il dilemma posto a un terzo circa di World War Z, il nuovo kolossal digital-pandemico dedicato ai morti viventi diretto dallo svizzero-tedesco-hollywoodiano Marc Forster e prodotto dalla Plan B di Brad Pitt. Tratto da World War Z: An Oral History of the Zombie War di Max Brooks - figlio di Mel - libro gemello di The Zombie Survival Guide - Complete Protection from the Living Dead, il film una specie di Giro del mondo in 80 giorni con zombie. Riprendendo la struttura mockumentary del libro di Brooks, ossia un resoconto giornalistico di un inviato dellOnu che tenta di trovare il paziente zero e quindi la causa della pandemia, il film di Forster traccia, una mappa delle varie tipologie nazionali di risposta alloffensiva dei morti viventi. Ci che fa la differenza rispetto agli altri film di materia zombesca pi o meno recenti che in onore al canone romeriano resta intatta la volont di una visione politica del racconto

film
Brad Pitt leroe di World War Z, kolossal dedicato ai morti viventi diretto da Marc Forster, in uscita domani. Opera che mantiene una visione politica del racconto del contagio

IN TERRA SANTA
UNA SCENA DI WORLD WAR Z DI MARC FORSTER, NELLA FOTO PICCOLA BRAD PITT. IL FILM ESCE DOMANI NELLE SALE ITALIANE

Gli zombie
permettendo laccesso in citt solo a palestinesi non contagiati perch ogni uomo salvato uno di meno di loro. La visione di una terra promessa igienicamente corretta da brividi ma daltronde non quanto si predica anche dalle nostre parti per quanto riguarda i non italiani o i non padani? Con un tocco di divertita ironia, si attribuisce la saggezza delle misure preventive israeliane al decimo uomo, ossia il decimo saggio che deve confutare quanto sostenuto dai nove che lhanno preceduto. E anche qui c una lezione da cogliere. Come dire che se la parola zombie torna in tutti i report del Mossad, probabilmente proprio di zombie si tratta. Daltronde nel suo manuale di sopravvivenza, Brooks fa risalire al 1073 AD la storia del dottor Ibrahim Obeidallah pioniere di fisiologia
HOLLYWOOD

del contagio nonostante anche gli zombi di WWZ scattino come centometristi dopati (discutibile innovazione che si deve a Dan OBannon con il suo Il ritorno dei morti viventi). In aperta polemica con lisolazionismo statunitense e memore della criminale incompetenza con la quale il governo Usa ha fronteggiato Katrina, Brooks irride allincapacit dellapparato della sicurezza nazionale di pensare al di l dei propri steccati (e alzi la mano chi al tempo dei fatti di New Orleans non ha pensato agli scenari apocalittici di Romero). Cos non meraviglia che, dopo una puntata in Cina (la memoria della Sars ancora viva), linviato Pitt si precipiti a Gerusalemme dove, a quanto pare, il contagio tenuto controllo. Nel libro, Israele abbandona i territori occupati allesplodere dellemergenza contagio

Buon avvio al box office E ora si pensa alla trilogia


I produttori di World War Z hanno tremato. S, perch la lavorazione del super kolossale stata pi elaborata del previsto tanto da far lievitare il budget oltre i 200 milioni di dollari. Il buon debutto al botteghino Usa, 66,4 milioni di dollari sul mercato interno americano e altri 45,8 milioni di dollari a livello internazionale, li hanno per tranquilizzati. E ora si pensa anche alla realizzazione di un possibile sequel. Anzi una trilogia che vedrebbe sempre protagonista Brad Pitt, che non ha mai negato questa possibilit. Abbiamo cos tanti spunti interessanti ha detto lattore - che possiamo trarre o che possono essere ispirati dal libro. Potremmo ancora divertirci....

zombie il quale decapitato dai crociati nel 1099 a Gerusalemme, vede sopravvivere la propria opera di prevenzione e studio grazie al suo assistente ebreo (uno storico) che si rifugia a Baghdad. Dunque in WWZ i palestinesi rimettono piede entro le mura di Gerusalemme sotto locchio vigile dellesercito israeliano. Grande sventolio di bandierine palestinesi e israeliane per questo exodus al contrario, che, appunto, etimologicamente un an-Nakbah, ossia una catastrofe di livello planetario. Grandi canti di riconciliazione e battito di mani, quindi. Tutti i nerd lo sanno, ma i militari e i politici vedono poco cinema e leggono ancor meno fumetti: gli zombi sono attirati dal rumore.

Una visione dallalto, la famosa soggettiva di Dio, quella dalla quale Mel Gibson spremeva le lacrime dellOnnipotente durante il supplizio sul Golgota del suo unico figlio, mostra la citt santa assediata da torme di morti viventi al cui confronto Pietro Mennea fa la figura del dilettante. E come formiche assatanate, intese a dimostrare la vanit di tutte le opere delluomo, gli zombi, attratti dal rumore festante, prendono dassalto le mura di Gerusalemme. un attimo, e forse anche il momento pi sorprendente del film: Gerusalemme cade sotto la furia di uno tsunami di carne macilenta rabbiosa. Gerusalemme cade come Babele. Ebrei e palestinesi azzerati dal contagio zombie. Come dire che la progressiva palestinesizzazione degli ultimi il destino stesso del mondo occidentale. E nessun tardivo abbraccio ecumenico potr riparare il torto di muri eretti l dove invece doveva esserci la strada per il mare. George A. Romero lo sostiene da anni: con gli zombie bisogna imparare a viverci altrimenti diventiamo tutti zombie. Ma forse lo siamo gi.

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