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Bosnia, ritorno da eroe per Krajisnik

Considerato dallAja come deus ex machina di crimini tra i pi efferati che lumanit abbia subito, lex leader serbo-bosniaco stato accolto in patria come una star Oltre duemila cittadini serbo-bosniaci hanno salutato il rientro in patria dellex presidente del Parlamento della Republika Srpska Momcilo Krajisnik con unaccoglienza degna di monarchi e capi di Stato, nonostante abbia subito una condanna alla pena carceraria di venti anni inflitta nel 2000 dal Tribunale penale internazionale per lex Jugoslavia e scontata solo per due terzi grazie alla buona condotta. Secondo il verdetto dellAja, lex leader serbo-bosniaco si macchiato di crimini gravissimi per aver autorizzato la persecuzione, la deportazione e il trasferimento di molti bosgnacchi (musulmani) e croati dal territorio dellentit serba: tra i pi gravi che lumanit abbia mai conosciuto, recita la sentenza stessa. Ma i suoi seguaci e i politici serbo-bosniaci si sono sempre opposti alle ragioni del Tribunale e della comunit internazionale e venerd scorso hanno mostrato unincredibile passione e devozione per il loro eroe. Infatti quella imbastita a Pale, cittadina natale di Krajisnik, secondo il sito internet Balkan Insight apparsa pi una vera e propria festa nazionale che non una semplice cerimonia daccoglienza per un qualsiasi uomo politico dellentit: migliaia di sostenitori provenienti dallintera Republika Srpska sono accorsi in massa in autobus, treni e automobili e il traffico locale sembrava impazzito. Del resto oltre al fiume di veicoli che intasava le arterie cittadine, il centro era gremito da migliaia di persone che intonavano a squarciagola tutti i canti serbi pi tradizionali, accompagnati dal suono dei clacson che hanno tuonato fino a tarda notte. Rilasciato venerd mattina da una carcere inglese dove ha trascorso 13 anni, Krajisnik non ha dovuto attendere molto per assaporare lentusiasmo della maggior parte dei cittadini serbobosniaci: atterrato a Banja Luka, capitale de facto dellentit, dopo qualche ora salito su un elicottero del governo per raggiungere Pale. come un sogno, non avete idea di quanto sia felice in questo momento, ha commentato a caldo lex presidente del Parlamento di fronte ai giornalisti accorsi, ironizzando anche sulleccezionalit dellevento: Dopo tutto resto un criminale di

guerra. Limponente cerimonia stata messa in piedi dal Partito democratico serbo, di cui Krajisnik stato uno degli esponenti pi importanti, oltre ad essere luomo pi vicino allex presidente dellentit serbo-bosniaca Radavan Karadzic, attualmente sotto processo dal Tribunale dellAja, presso il quale accusato di genocidio e altri crimini di guerra. A decidere sulla liberazione anticipata dellex leader sono stati i giudici del Tribunale sulla base di una relazione dellautorit penitenziaria britannica, particolarmente favorevole alla richiesta di scarcerazione presentata dai legali di Krajisnik. Secondo il documento inviato allAja, il detenuto si comportato in modo esemplare, da prigioniero modello, partecipando a lezioni di teologia, frequentando quotidianamente la palestra, seguendo ogni norma del regolamento ma, soprattutto, promettendo di lavorare alla riconciliazione tra i tre popoli della Bosnia Erzegovina, come hanno scritto nel ricorso i sui avvocati. Fidandosi delle indicazioni provenienti da Londra, i giudici del Tribunale hanno accordato il rilascio anticipato, diffondendo lannuncio agli inizi di luglio con un comunicato vergato dallo stesso presidente Theodor Meron: Krajisnik ha mostrato a tutti il suo pentimento e lo stato di buona condotta stato confermato dallintero personale carcerario. Apprezziamo particolarmente, inoltre, la piena disponibilit offerta dal reo a collaborare per gettare dei ponti tra le diverse comunit etniche del Paese.

Tempi duri per Skopje 2014


La nuova commissione municipale in mano ai socialdemocratici, che sta spulciando tutte le carte e i documenti relativi al faraonico piano architettonico, inizia a ravvisare varie irregolarit Tutto cambiato la sera del sette aprile: da quel giorno, infatti, gli uomini del governo presieduto da Nikola Gruevski e del partito che da anni domina la scena politica macedone (Vmro-Dpmne) hanno capito che il vento avrebbe soffiato in direzione contraria, pi precisamente avversa. Per il faraonico piano architettonico Skopje 2014, che sta rivoluzionando in chiave barocca e neoclassica il volto della capitale macedone, sarebbero stati tempi duri con la

vittoria dei socialdemocratici nella municipalit pi importante di Skopje, Centar, che detiene la competenza sui fondi destinati a finanziare il progetto. E cos avvenuto: quella domenica a conquistare lo scranno pi alto della municipalit e a vincere le elezioni amministrative stato un socialdemocratico e per di pi acerrimo oppositore di Skopje 2014, Andrej Zernovski. Il sindaco, il quale in campagna elettorale tuonava frequentemente contro liniziativa avanzando sospetti di illeciti finanziari e penali nella gestione dei fondi, non ha sprecato tempo e come prima mossa, appena insediatosi, ha istituito una commissione municipale per indagare sulle spese del piano urbanistico, presieduto da unaltra accesa nemica di Skopje 2014, Sadjana Taseva, fino a poco tempo fa direttrice della ong Trasparency International Macedonia. La commissione, composta principalmente da socialdemocratici e esperti contrari al progetto, ha iniziato subito a lavorare a un ritmo vorticoso, tanto da compilare una prima relazione preliminare, riportata dal sito internet Balkan Insight, nonostante il rapporto finale verr consegnato nelle mani del sindaco e diffuso pubblicamente solo verso le prime settimane di novembre. Comunque i primi risultati dellindagine interna non lasciano presagire nulla di sereno per la precedente amministrazione municipale in mano al partito di governo: vari funzionari e dirigenti del Vmro Dpmne, secondo la commissione, avrebbero violato la legge che disciplina i finanziamenti diretti alla realizzazione di monumenti e opere celebrative oltre ad aver commesso varie, presunte, irregolarit. In sostanza la municipalit di Centar avrebbe rilasciato numerose autorizzazioni che non rientravano affatto nella sua competenza: come recita la norma, spetta solo al Parlamento il compito di approvare la costruzione di monumenti e opere di grandi dimensioni che richiedono una notevole elargizione di capitali statali. Ignorando la disciplina, la vecchia amministrazione ha dato il via libera a diversi progetti che non rientravano nella sua giurisdizione, ha affermato la Taseva durante la conferenza stampa indetta per comunicare i risultati preliminari dellinchiesta. Sulla base di ci, i 58 milioni di euro trasferiti dal governo alla municipalit di Centar - per rimpolpare il fondo destinato a finanziare la realizzazione delle enormi statue di bronzo e marmo sono stati svincolati da un necessario voto in Parlamento che in realt non c mai stato, come ha dichiarato la Taseva,

sottolineando la piena responsabilit nellillecito dellesecutivo di centrodestra. Ma la relazione preliminare riporta anche alcuni presunti reati finanziari commessi nella concessione degli appalti; in vari casi la municipalit avrebbe stanziato molto pi di quanto speso realmente per realizzare le opere: per i lavori di costruzione della statua raffigurante il rivoluzionario macedone dei primi del novecento Nikola Karev, in particolare, lamministrazione avrebbe sborsato la cifra prevista per un lavoro in marmo, realizzato in seguito con il bronzo, notevolmente pi economico. Come del resto avviene da anni, il governo ha smentito ogni singolo punto della relazione preliminare, insistendo sulla imparzialit e faziosit della commissione che, dopo aver preso un buco nellacqua dietro laltro ha presentato cifre e dati completamente arbitrari, senza precisare chi avrebbe esattamente infranto la legge e in che modo, come recita il comunicato stampa diffuso immediatamente dai vertici del Vmro-Dpmne. In ogni caso, con il Teatro nazionale ormai ultimato (costato da solo oltre 60 milioni di euro), la rinascita urbanistica della capitale macedone prosegue, seppure costantemente bersagliata da critiche e polemiche riguardanti non solo i capitali macinati in questi anni. Per molti, e specialmente per una nutrita truppa di architetti macedoni, l'estetica del progetto semplicemente ridicola: tutte le opere, sia quelle realizzate - una lista ormai sterminata - che quelle ancora da ultimare vengono costruite in uno stile barocco o neoclassico che stando alle proteste degli oppositori a Skopje non sarebbe mai esistito. I partiti albanesi, invece, si scagliano contro l'assenza di elementi multiculturali che rischia di aggravare gli squilibri etnici e religiosi.

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