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La teoria economica esamina limpresa da due punti di vista. Da un lato studia limpresa come agente economico che produce cos lobiettivo di massimizzare il profitto, o pi in generale lutilit di chi ne il titolare, interagendo con le altre imprese nel processo concorrenziale. Dallaltro lato, studia anche un secondo tipo di problemi, separabili dal primo, ma non indipendenti: lefficienza dellimpresa come istituzione alternativa al mercato. Di essa si esaminano la natura, la dimensione, la struttura giuridica e larchitettura organizzativa.
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Questi temi girano attorno a quattro interrogativi: a) cos limpresa, che cosa ne determina le diverse dimensioni? b) perch unimpresa assume forme istituzionali diverse (impresa capitalistica classica, manageriale, cooperativa, non-profit)? c) quali strutture organizzative risultano pi efficienti? d) quali strumenti esterni alle imprese stesse impongono decisioni efficienti? Quali sono i limiti alla crescita dellimpresa?
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Lanalisi delle dimensioni di un impresa ed i relativi cambiamenti, anche se impressionisticamente, li esamineremo subito dopo che avremo affrontato il tema della natura dellimpresa cos come trattato dalla dottrina economica convenzionale e non convenzionale.
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Limpresa nella teoria neoclassica convenzionale. Lobiettivo dellanalisi neoclassica tradizionale cos chiarito da F. Machlup: Il modello dellimpresa in teoria non costruito, come molti scrittori credono, per spiegare o prevedere il comportamento delle imprese concrete: esso invece costruito per spiegare e prevedere cambiamenti nei prezzi osservati [] per effetto di particolari mutamenti di situazioni []. In questo legame causale limpresa solo un legame teorico, una costruzione mentale che aiuta a spiegare come si va dalla causa alleffetto.
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La teoria neoclassica tradizionale dellimpresa non si propone dunque di rappresentare, n da un punto di vista teorico, n tanto meno con pretese di realismo, limpresa come organizzazione complessa: essa un elemento della teoria dei prezzi di mercato.
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Limpresa neoclassica rappresentata dalla funzione di produzione tecnica x = f(yi), dove x = vettore degli outputs e yi = vettore degli inputs tecnologici misurati in unit di efficienza. Questa funzione scelta da un personaggio chiamato imprenditore per produrre col fine di ottenere il massimo del profitto. Limprenditore ha perfette informazioni su tutte le tecniche disponibili, sul modo di applicarle e sulle condizioni del mercato. In genere si suppone che i costi medi di lungo periodo siano decrescenti per un primo tratto, poi costanti e infine crescenti, ossia una curva dei costi ad U.
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Il tratto decrescente della curva dei costi si spiega con la presenza di economie di scala; quello crescente invece presuppone che limpresa simbatta in qualche fattore fisso. La teoria neoclassica tradizionale postula, senza peraltro argomentare, che il fattore fisso sia quello organizzativo. Questa teoria economica non tanto limitata dal suo grado di realismo, quanto dallambiguit metodologica: non spiega perch esiste limpresa. In questa teoria economica come viene trattata lorganizzazione e lincertezza?
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Organizzazione da x = f(yi) a x = (yi, yj) Nulla ci dice per del fattore organizzativo: perch limpresa ha bisogno di organizzarsi.
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Incertezza Nella teoria neoclassica tradizionale ogni impresa conosce la funzione di produzione che utilizza e, al momento in cui inizia il processo produttivo, conosce anche il prezzo pagato agli inputs utilizzati. Se la domanda (quantit e prezzo) del prodotto che vender a conclusione del processo di produzione nota, limpresa conosce con certezza ex-ante il valore del profitto, che massimizza. In genere tuttavia la domanda incerta.
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In uneconomia di mercato funzione specifica dellimpresa fare previsioni sulla domanda: prezzo e quantit sono noti solo ex-post e limpresa decide se e quanto produrre sulla base di aspettative, non di certezze. La funzione imprenditoriale dellimpresa, e quindi la natura intrinseca di questultima, consiste dunque nel pagare prezzi dati e certi agli inputs, ossia sostenere costi certi, in vista di un profitto incerto. In termini pi precisi, limpresa massimizza il profitto atteso, non il profitto certo.
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F. Knight (1921) sviluppa questo concetto e individua nellimprenditore il soggetto che, sulla base di proprie informazioni (o anche convinzioni), accetta lincertezza intrinseca e non oggettivamente calcolabile: a conclusione del processo produttivo egli guadagner il reddito residuo (profitto) o subir una perdita. Egli ritiene che limprenditore, ossia chi si assume lincertezza intrinseca dellimpresa, sia il soggetto che nellimpresa ha il potere decisionale superiore.
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Esaminiamo ora altre pi recenti interpretazioni teoriche della natura dellimpresa: A. La prima molto vicina allimpostazione neoclassica tradizionale. Limpresa listituzione a cui fanno capo un insieme di contratti di natura analoga a quelli stipulati nelle transazioni di mercato, nei quali cio i soggetti sono fungibili. B. Per la seconda impostazione limpresa invece pur sempre un insieme di contratti, ma di natura molto diversa da quelli di semplice scambio: limpresa listituzione che consente lorganizzazione di rapporti di autorit, nascenti dallesistenza di contratti incompleti.
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C. Per la terza impostazione, infine, limpresa conoscenza, ossia il saper fare certe cose. Questimpostazione contiene al proprio interno posizioni tra loro assai diverse, alcune vicine allimpostazione neoclassica, altre invece piuttosto critiche di questultima.
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Queste tre interpretazioni della natura dellimpresa, cio perch esiste, a cosa serve,
sono molto diverse dalla rappresentazione dellimpresa come funzione tecnica di produzione X= f(y), neppure rapportabile alla fabbrica, intesa come luogo in cui avviene un processo fisico di trasformazione.
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Gli agents hanno perfetta autonomia rispetto al principal ed il rapporto definito dal contratto. Il principal libero di rinegoziare il rapporto con tutti gli agents del mercato: costi di transazioni pari a zero. In altre parole gli agents sono perfettamente fungibili.
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Quesiti:
qual linteresse a mettere su un impresa da parte del principal? quali problemi possono insorgere dai comportamenti degli agents (natura del prodotto)? quali sono i fattori e le contingenze che determinano i limiti della dimensione dellimpresa? la novit dei costi del coordinamento degli agents ed il controllo del loro comportamento.
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Sulla natura dellimpresa, sul perch esiste, si pu disquisire, come avviene in dottrina, ampiamente. Sulla dimensione dellimpresa si pu invece analizzare i fatti osservabili, soprattutto quelli che riguardano limpresa industriale del nostro paese. Esaminiamo impressionisticamente come si presenta la struttura dellindustria italiana allorquando la si osservi quantitativamente nei suoi caratteri dimensionali.
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Come punto di osservazione pi recente, ci riferiamo ai dati dei censimenti dellindustria per gli anni 1991-2001. Da questi riscontriamo la seguente situazione:
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1951 sistema moda industria meccanica industria manifatturiera 31,1 % 26,0 % 3.533.596
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Tab. 1 - Principali imprese incluse in Fortune 500 in % del fatturato totale e numero imprese. Anni 1994 e 2003
2009 17 64 62 166
Lasticella per entrare nella classifica si alza sempre di pi 2008 2009 500a $ 16,7 miliardi 500a $ 18,6 miliardi
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Una stilizzazione dei dati osservabili grandezza empirica: fatturato, valore aggiunto, addetti, valore di borsa, ecc. scelta indotta dalla disponibilit dei dati e non da una particolare teoria che ci consenta di definire la piccola, la media e la grande dimensione, come distinte unit logiche di indagine. dimensioni empiriche grande: > 8 miliardi media: > 100 milioni piccola: < 100 milioni
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livelli
pi di 8 miliardi grande
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Domande: 1. qual la rilevanza nellindustria italiana delle medie imprese? 2. qual la dinamica delle entrate in questa dimensione? 3. quali sono le strategie prevalenti nella crescita delle medie imprese? 4. quali sono gli stili organizzativi e di governance delle medie imprese?
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Risposte: 1. ? 2. Anno 2003 50-100 100-150 150-200 1-50 50-100 100-150 150-200 >200 Totale
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>200 14 9 27 29 105 84
36 86 39 4 0 165
11 25 27 9 1 73
3a.
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3b.
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4. Le medie imprese sono tutte organizzate in forma di gruppo. Ogni impresa capogruppo controlla tra le 25-30 societ, prevalentemente di natura commerciale. Le medie imprese sono largamente controllate da famiglie imprenditoriali, anche quando avvenuta la loro quotazione in borsa.
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Il modello di governance che si va affermando un modello a geometrie variabili, ma che va convergendo verso un modello a la Luxottica, con varianti ammissibili in funzione del valore dominante che caratterizza il passaggio generazionale: business, famiglia, impresa.
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Per concludere, lo studio dei casi che effettueremo durante il corso, ha lo scopo di esaminare da diverse angolazioni il comportamento strategico-organizzativo di unimpresa reale. Il mio intento non tanto quello di indurvi a generalizzare il comportamento osservato, quanto quello di isolare prima ed integrare poi i fattori sui quali una impresa gioca il suo vantaggio competitivo. Parole chiave: