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LA 45 (1995) 45-68

C UNA REDAZIONE NOMISTICA


NELLOPERA DEUTERONOMISTICA?
E. Cortese
Molti oggi parlano di redazione deuteronomistica nomistica (DtrN) soprat-
tutto a proposito dei libri Deut-2Re, cio di quel complesso di libri che si
suole chiamare opera deuteronomistica (DtrG). La caratteristica di questa
redazione sarebbe il tema della legge.
Chi ha messo in evidenza per primo questa redazione R. Smend
1
, ed
esattamente in Gios 1,7s. Egli fece notare che questi versetti costituiscono
un ampliamento del discorso originario. Questo era una semplice esorta-
zione di Dio a Giosu ad essere forte e deciso (; e :), gi fattagli prima
(Deut 31,23) e uguale a quelle che Mos aveva fatto agli Israeliti e allo
stesso Giosu (31,6s).
In Gios 1,7 si aggiunge a questa esortazione generale, quella di custo-
dire la legge senza deviare a destra e a sinistra. In 1,8 si aggiunge di ripe-
terla a fior di labbra continuamente. In 1,9 chi ha inserito i due vv. prece-
denti si riallaccia al punto di partenza e di l in poi riprende il testo primi-
tivo e si conclude il discorso divino.
Ma lo stesso verbo ; e la stessa esortazione, fatta a tutti gli Israeliti, si
ritrova sulla bocca di Giosu prima della sua morte, in Gios 23,6. L il
discorso combinato con quello di non mescolarsi ai popoli pagani rimasti
nella terra. Questultimo tema, allora, viene attribuito alla stessa redazione
nomistica e, con Gios 23, ad essa si attribuisce pure Gios 13,1-7, che lo
introduce.
La primitiva concezione dtr escluderebbe la presenza di popoli rimasti:
si veda Gios 21,43ss.
Smend conferma le sue osservazioni modificando largomento critico
letterario di M. Noth su Gios 13,1a e 23,1b, che hanno entrambi la frase:
Giosu era vecchio e avanti negli anni. Per Noth, giustamente, questo da-
to provava che tutto Gios 13-22 uninserzione tardiva rispetto alla primi-
tiva DtrG
2
. Per Smend, al contrario, Gios 13,1 introduce una parte della
DtrG, mentre unaggiunta DtrN quella iniziata da 23,1.

1. Das Gesetz und die Vlker. Ein Beitrag zur dtr Redaktionsgeschichte, in Fs. Von Rad,
Probleme biblischer Theologie, Mnchen 1971, 494-509.
2. berlieferungsgeschichtliche Studien. Die sammelnden und bearbeitenden Geschichts-
werke im AT, Halle 1943. Ora in inglese: JSOT SS 15, Sheffield 1981.
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Sulla pista tracciata da Smend si sono poi lanciati molti studiosi, i quali
nei vari libri della DtrG hanno voluto trovare altri brani di questo DtrN. Per
esempio: dovunque si parla del libro della legge (di Mos) (Deut 1,5;
Gios 1,8; 23,6; 1Re 2,3; 2Re 10,31 e 22,8) avremmo la DtrN. E, natural-
mente, lavremmo anche l dove ci sono espressioni e concetti simili: non
solo quelli della meditazione sulla legge, ma anche il tema dellalleanza,
della lettura pubblica della legge, della sua osservanza o trasgressione, dei
profeti e dei Leviti nella loro relazione con la legge
3
. Accanto e prima della
DtrN quegli studiosi sostengono una distinta redazione profetica (DtrP).
Tutte e tre, compreso la prima, che spesso chiamano DtrH, sono ritenute
esiliche.
A questo schieramento di esegeti se ne contrappone un altro, sempre
pi numeroso, di cui si suole considerare capo scuola F.M. Cross, che di-
fende per la prima redazione della DtrG una datazione preesilica. Ora, in
questo secondo gruppo, di cui noi facciamo parte, c anche chi attribuisce
a questa redazione esilica nomistica particolare le menzioni dei popoli
rimasti, in omaggio allargomentazione critico-letteraria di Smend, che ab-
biamo riferito. OBrien
4
, infatti, sostiene, contro laltro schieramento, una
redazione preesilica della DtrG ed una esilica. Ma dopo questultima crede
di scoprirne una terza, la DtrN appunto, avente le caratteristiche che
abbiamo presentato.
Vorremmo tentare di chiarire un poco la questione e, per cominciare,
dobbiamo far notare due cose:
a) A pensarci bene, il sottrarre alla DtrG tutto il tema della legge, equi-
vale a svuotare completamente il senso e il messaggio di questopera
5
.
b) Se vero che la DtrP non esiste
6
e che lautore della DtrG preesili-
co, non si vede perch il DtrN, scoperto a ragione o a torto dallaltro schie-
ramento degli esegeti, quello di Smend, non vada identificato sostan-
zialmente con la seconda redazione della DtrG, quella esilica, che tutti
ammettono.

3. P. es. W. Roth, in TRE VIII, Berlin 1981, 546s.
4. The Deuteronomistic History Hypothesis. A Reassessment (OBO 92), Freiburg Schw.
1989.
5. Per Roth, TRE, ed altri, il rotolo di Giosia sarebbe stato inserito tardivamente nella DtrG,
ad opera, appunto del DtrN.
6. Come lo stesso OBrien afferma. Si veda specialmente E. Cortese, Theories Concerning
Dtr. A Possible Reapprochement, in C.H.W. Brekelmans J. Lust (edd.), Pentateuchal and
Deuteronomistic Studies, Leuwen 1990, 179-190. Ed ora anche H.D. Preuss, Zum
deuteronomistischen Geschichtswerk, ThR 58 (1993) 389ss.
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Quanto allimportanza del tema della legge nella DtrG, sappiamo che
tutta l a storia in essa raccontata si basa sul tema della legge. I l Deut
appunto questa legge, messa come base allinizio della storia dtr. Il rotolo
della legge scoperto sotto Giosia, verso l a fine della DtrG (2Re 22s),
identificato con essa. Se Giosia si allarma quando viene a conoscenza del
rotolo e delle sue minacce, perch tutta la storia di Giuda non stata
conforme alla legge. Inoltre, tutti i r e sono giudicati in base a punti
particolari di questa legge. Il destino del regno del Nord, fin dallinizio,
votato alla rovina, perch la sua vita religiosa impostata e diretta dai
templi di Betel e Dan, costruiti da Geroboamo contro l a norma della
centralizzazione del culto d i Deut 12. Non , dunque, sul c ontenuto
generico nomistico che ci si pu basare per stabilire una redazione
DtrN.
Per verificare la nostra ipotesi della identificazione del DtrN di Smend
con il nostro Dtr2 esilico, che preceduto dal Dtr1 preesilico, bisognerebbe
anzitutto vedere se Gios 1 si pu ritenere preesilico, a parte i vv. 7ss, punto
di partenza della tesi nomista. Poi occorre domandarsi se, l o altrove, ci sia
altro materiale nomistico che debba essere attribuito non alla redazione
preesilica (Dtr1) n a quella esilica (Dtr2), ma ad unulteriore redazione,
quella specifica DtrN.
Questi sono gli obiettivi del nostro esame. Esso, ovviamente, sar solo
un sondaggio e non un esame completo di tutti i testi dtr. E porter anche ad
una revisione dei criteri letterari per lattribuzione dei testi dtr sulla legge
alle differenti redazioni dtr.
Gios 1,7ss; 13,1-6; 23: nuova critica letteraria
a) Gios 1,7ss
Nella sostanza largomentazione critico-letteraria di Smend su Gios 1,7ss
sembra incontestabile e dovrebbe bastare quanto detto sopra per dimostrar-
lo. I problemi che rimangono per sono due. Come si deve datare quella
pagina nella sua forma primitiva, senza i vv. 7ss? Possiamo cio pensare ad
un Dtr del tempo giosiano, oppure si tratta di un testo indiscutibilmente
esilico? Inoltre nella prima ipotesi dobbiamo attribuire 1,7ss al successivo
Dtr2 oppure ad una terza redazione?
Entrambi gli schieramenti, quello di Smend e quello di Cross, sono
concordi su un punto: che Gios 1,1-6.10-18 fa parte del racconto basilare
e primitivo. Se questo testo sia preesilico o esilico dipende da una serie
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di argomenti che tanto vasta quanto gli innumerevoli studi che sono a
favore delluno o dellaltro schieramento ed impossibile riportarli qui.
Convinti, come siamo, che ci sia una redazione preesilica della DtrG,
possiamo, qui, semplicemente far notare come le esortazioni del testo pri-
mitivo di Gios 1 ad essere forti e decisi nella conquista della terra si
inquadrano bene nellepoca giosiana: sia quelle generali, sia quelle alle
trib residenti in Transgiordania (1,12-18). Da 2Re 22s si ricava infatti la
volont di Giosia di estendere il suo piccolo regno al Nord, dove ormai
Israele era scomparso.
Per il resto seguiamo gli argomenti e la posizione di OBrien, che nel
suo studio attribuisce appunto al Dtr giosiano esattamente i nostri versetti.
Qualcuno potrebbe ribattere che quelle esortazioni di Giosu si inqua-
drano altrettanto bene nellepoca esilica, quando gli esuli si ripropongono
di tornare nella loro terra. Ma anzitutto bisogna scendere molto gi nei
decenni dellesilio per pensare ragionevolmente ad una ripresa del coraggio
e della speranza. E bisogna anche tener presente che i ritorni degli esuli
cominciano con molto ritardo, in piccoli gruppi ad ondate molto distanti
luna dallaltra e non certamente con lo spirito dei conquistatori di un paese
abitato da nemici. In patria ci sono soprattutto i connazionali non deportati.
La terra non da conquistare a dei nemici, ma da ridistribuire tra i reduci e
gli altri.
Il problema che rimane, dunque, solo di stabilire se Gios 1,7ss vada
attribuito al Dtr2 o ad una redazione successiva specifica.
Ora lesortazione alla fedelt alla legge del v. 7 pu essere attribuita al
Dtr2, ma quella del v. 8, di meditare e ripetere a fior di labbra la legge, no.
Questa devessere dun periodo in cui la legge intiera, e quindi non solo il
Codice messo dal Dtr alla base della sua storia ma tutto il Pentateuco, ha
raggiunto la sua forma definitiva ed diventato oggetto di studio e di medi-
tazione. Siamo ormai nel tardo postesilio
7
e forse gi avvenuta la fusione
tra Tetrateuco e DtrG, o, addirittura, la creazione del Pentateuco, cio della
Tor. Ma allora, per Gios 1,8, pi che di redazione dtr, si dovrebbe parlare
di glossa tardiva.

7. A. Rof, The Piety of the Torah Disciples at the Winding-up of the Hb Bible: Josh 1:8;
Ps 1:2; Isa 59:21, in Bibel in Judischer und christlicher Tradition. Fs. Maier, Frankfurt
a.M. 1993, 75-85.
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b) Gios 13,1-6
Secondo Smend, qui comincia una seconda tappa della storia di Giosu.
Dopo la conquista, la distribuzione della terra, descritta in Gios 13-21.
Abbiamo per dimostrato altrove che Gios 13-21, nella sua sostanza
non dtr, ma tardo-sacerdotale (P
s
)
8
. Ha ragione Noth a dire che la notizia
dellet avanzata di Giosu in 13,1a e 23,1b indica che la storia dtr origi-
nale, dopo la conquista (Gios 2-11), passava immediatamente a parlare
della sua morte (Gios 23 ecc.) e del successivo periodo dei Giudici. Quella
notizia il preludio del suo discorso finale e della sua morte e non quello
della grande impresa della sistemazione delle trib, con tutti i problemi e i
fatti che essa implicava e che sono in qualche modo indicati in Gios 13-22.
In quel lavoro abbiamo pure mostrato come Gios 13,1-14 sia un brano
antico, anteriore non solo a P, ma anche al Dtr ed affine ad altri brani, che
si potrebbero chiamare elohisti (E) e che si trovano sparsi qua e l, da Num
32 a Giud 2. Esso fu preso ed elaborato da colui che inser Gios 13-22
nellattuale contesto ed parallelo a Gios 13,15-33, che la vera introdu-
zione al grande inserto sulla distribuzione della terra
9
.
Possiamo ora confermare queste affermazioni con le considerazioni sui
popoli rimasti, fatte da N. Naaman
10
. I popoli rimasti di cui parla Gios
13,1-6 non sono tanto quelli che potremmo chiamare i coinquilini degli
Israeliti, ma quelli confinanti, i Filistei, e quelli lontani, residenti allestre-
mo Sud, vicino allEgitto (13,3), e allestremo Nord, a Sidone e fino al
Libano e allErmon (13,4s). Questa prospettiva geografica affine a quella
di Giud 1, dove, tra laltro, lunica trib che abbia conquistato totalmente il
suo territorio Giuda e Beniamino, dal che Naaman ricava una datazione
molto antica di questo brano: i primi tempi della monarchia davidica. La
prospettiva assai diversa da quella dtr, che include nella terra di Israele
anche le zone della Transgiordania meridionale, date a Ruben, Gad e a una
parte di Manasse
11
. Il Dtr, se si tratta di confini ideali, arriva inoltre sino

8. E. Cortese, Jos 13-21: ein priesterschriftlicher Abschnitt im dtr. Geschichtswerk (OBO
93), Freiburg Schw. 1990.
9. Cortese, Jos 13-21, 101ss.
10. Borders and Districts in Biblical Historiography, Jerusalem 1986, 39-73, cio il cap. I:
The borders of the Tribes of Israel West of the Jordan and the Land that yet remains.
11. Lidea antica e non dtr della presa di possesso della terra andrebbe studiata meglio.
Originariamente linsediamento dIsraele veniva descritto a tappe capovolte: prima la
distribuzione degli appezzamenti alle trib e poi la conquista fatta da ciascuna di esse. Cos
Budde nel suo Commentario a Giud., KHC VII, del 1887 (Comunicazione di A. Rof).
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allEufrate (Deut 1,7; 11,24 e anche, proprio, Gios 1,3s) e non solo al
Libano.
Quanto ai rapporti coi popoli rimasti, noi aggiungiamo che il Dtr ad-
dirittura ossessionato dal pericolo della mescolanza di Israele con le popo-
lazioni pagane. Ma a Israele non rimproverer di mescolarsi coi Filistei e
gli abitanti dellestremo Nord. Gli uni sono nemici acerrimi e non c peri-
colo di mescolanza; gli altri sono molto lontani e con essi Deut 20,10-15
permette di fare alleanza. Sono quelli vicini che vanno distrutti (20,16ss).
E dunque di questi e della corruzione proveniente dai loro culti che il Dtr
ha paura.
Smend trova che lidea dei popoli rimasti nella terra a fianco dIsraele
sia diversa e irriducibile a quella dtr di Gios 21,43ss (DtrG), secondo cui
Dio avrebbe concesso una cacciata totale dei nemici. Ma la paura della
contaminazione, mescolandosi ai pagani, c in tutti gli strati dtr, a comin-
ciare dal primo. Basta leggere velocemente Deut 7.
Dunque non pu essere che Gios 21,43ss e altri eventuali brani del
genere escludano la presenza di popoli rimasti nella terra.
c) Gios 23
Se le premesse di Smend, costituite da Gios 1,7ss e da 13,1-6 vanno riviste,
almeno per quanto riguarda il secondo testo, allora dobbiamo dire gi a
priori che la sua conclusione, e cio lattribuzione di Gios 23 al DtrN non
ha valore. A menoch non ci siano argomenti nuovi e particolari, ricavati da
questo capitolo. Tali argomenti effettivamente sono rintracciabili soprat-
tutto nella sua seconda parte. L necessario rifare la critica letteraria.
Ma cominciamo dalla prima parte: 23,1-5.
In 23,3s troviamo una difficolt: nel v. 3 si parla di quelle popola-
zioni (: ::.), che sarebbero quelle vinte da Giosu. Il loro territorio,
nel v. 4 vien dichiarato destinato alle trib cui Giosu vecchio si rivolge per
lultima volta prima di morire. Ma qui (4a) si ripete stranamente il comple-
mento oggetto cos: : ::: ::. :. Laggettivo rimaste richiama
Gios 13. Ma questo richiamo confonde le cose. Il contesto primitivo, che si
intravede ancora, parlava della destinazione ad Israele dei territori conqui-
stati, i quali, si noti bene, non sono ancora stati distribuiti. Non parlava
delle zone dei Filistei o dellestremo Nord. Il testo infatti porta lo sguardo
sulla zona dal Giordano al mare mediterraneo (4b) ed con questi abi-
tanti che Israele deve proseguire la lotta ed evitare di mescolarsi. Invece il
richiamo ai popoli rimasti, fatto in 4a, collega questo passo a Gios 13,1-6 e
REDAZIONE NOMISTICA NELLOPERA DEUTERONOMISTICA 51

fa allusione a quelle zone remote dellestremo Nord o a quelle dei Filistei
che, secondo il Dtr, non toccano a nessuna trib. Il v. 4a sembra dunque
ritoccato tardivamente da chi ha inserito Gios 13-22 e, in esso, Gios 13,1-6,
che qui originariamente non aveva niente a che fare.
Veniamo alla seconda parte: 23,6-16.
Lesortazione ad essere forti nellosservare la legge (v. 6), qui dovrebbe
essere del Dtr2, esilico. In Gios 1,7ss la stessa esortazione labbiamo defi-
nita pi tardiva (DtrN), perch l (v. 8) aggiunta quella a meditare a fior
di labbra la legge, cio il Pentateuco. Lesortazione del Dtr2 in 23,6 d
inizio ad un nuovo argomento. Non pi quello della presa di possesso della
terra conquistata, ma quello del pericolo di contaminazione da parte dei
popoli pagani rimasti.
Subito dopo, al v. 7, troviamo di nuovo delle difficolt. Al precedente
:::: (6b), molto regolare, se ne aggiunge ora un altro, una ripetizione
esplicativa con due irregolarit: ad un primo infinito ::, ricavato proba-
bilmente dal v. 12, fanno seguito in 7b quattro proibitivi; abbiamo inoltre in
una forma ancora pi strana la frase sui popoli rimasti gi incontrata sopra:
::: : ::: : ::.:. Qui dunque scopriamo la mano dello stesso
glossatore che intervenuto sopra, nel v. 4a.
Una conferma di questa impressione il fatto che, dopo, vengono pre-
sentate due alternative con i rispettivi : :: se si aderisce a Dio (8) o se si
aderisce ai popoli rimasti (12: con la stessa strana espressione sui popoli
rimasti trovata in 7b!). Queste alternative, senza il v. 7 sarebbero sintat-
ticamente regolari ed in perfetta sintonia con le idee del Dtr2. Introducendo
il v. 7, per, il glossatore fa diventare avversativo il primo : : (affinch
non vi rivolgiate alle divinit pagane, MA aderiate al Signore).
Il testo, cos diventa pi contorto e introduce anche qui la confusione tra
i popoli vinti, di cui rimangono resti, e quelli delle zone lontane non prese
in considerazione per linsediamento degli Israeliti nella terra.
Abbiamo dunque in Gios 23 le due redazioni Dtr1 (1-5*) e Dtr2 (6-16*)
e i ritocchi del glossatore o redattore tardivo (in 4a e 7), senza dei quali i
due argomenti, quello della sistemazione nella terra e quello del pericolo di
contaminazione pagana risulterebbero esposti pi chiaramente e meglio
distinti: il primo (23,1-5) del Dtr1 e il secondo (23,6-16) del Dtr2. E il
glossatore che introduce la prospettiva dei Filistei e dei popoli allestremo
Nord, prendendola da Gios 13,1-5.
E importante, ora, notare che nella parte attribuita al Dtr2, ai vv. 15s,
c la minaccia di togliere Israele dalla terra, minaccia molto comprensibile
sulla bocca del redattore esilico. Teoricamente essa sarebbe anche com-
prensibile su quella del Dtr1, in quanto riferibile allIsraele del Nord. Ma
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occorre pur tener presenti gli altri criteri letterari, esposti da Smend e da noi
accettati, in base ai quali Gios 1,7ss e una parte di Gios 23 vanno ritenuti
aggiunti.
La conclusione , dunque, che quasi tutto il materiale dtr catalogato
come DtrN da Smend e dai suoi seguaci pu essere definito Dtr2 se
ammettiamo una prima redazione preesilica (Dtr1) della DtrG. Ma in parte,
esso (Gios 23,1-5) addirittura Dtr1.
Inoltre quello che abbiamo considerato ulteriore aggiunta non deve
essere ritenuto una vera e propria redazione dtr, ma piuttosto una glossa o
una redazione tardiva, quella che ha unito il Tetrateuco e la DtrG.
Nuovo esame dei principali testi ritenuti DtrN
La nostra ipotesi sullesistenza di due sole redazioni Dtr1 e Dtr2, crono-
logicamente ben distinte, confermata sin qui dallanalisi fatta, facilita il
resto del lavoro. Non solo perch ce n una in meno, ma soprattutto perch
queste due hanno delle prospettive chiaramente differenti, risalenti a
situazioni storiche opposte: luna animata da ottimismo e speranza, laltra
dal pessimismo della catastrofe appena vissuta.
E chiaro infatti che il tema della terra o quello della monarchia o quello
dellalleanza sono visti in ottica ben diversa nellepoca di Giosia e in quella
dellesilio: nel primo caso positivamente e nel secondo negativamente.
Un lavoro completo su tutti i testi dtr sarebbe troppo lungo per un arti-
colo. Prendiamo quindi come base di partenza il lavoro gi fatto da
OBrien. Egli esamina appunto tutti i testi e sostiene, come noi, le due
redazioni, preesilica ed esilica, ma aggiunge appunto quella DtrN, adot-
tando solo su questultimo punto la teoria di Smend. Seguendo dunque in
generale questo accurato lavoro, ci limiteremo inoltre allesame dei passi
principali attribuiti al DtrN da OBrien.
Della redazione DtrN e dei relativi passi vien data da lui una sintesi
finale che ci facilita il compito, specialmente se la mettiamo a confronto
con quella sulla redazione esilica (che noi chiamiamo Dtr2), trattata da lui
nelle pagine immediatamente precedenti
12
. Questa visione sintetica del Dtr2
e del DtrN basta metterla a fianco alla panoramica della redazione preesi-
lica, (da lui denominata DTR e che noi chiamiamo Dtr1), presentata

12. OBrien, The Deuteronomistic, 273-83; per la prima si veda lelenco semplice dei passi a
p. 280, nota 14; per la seconda, p. 282s.
REDAZIONE NOMISTICA NELLOPERA DEUTERONOMISTICA 53

allinizio del cap. 2 del suo libro
13
. Cos si ha la sintesi completa di tutto il
suo lavoro.
Si rimane sorpresi, a proposito di questa redazione Dtr2, che OBrien la
veda solo a partire dai libri dei Re (prima, solo in 1Sam 8,7ss) e che,
invece, quella DtrN la faccia partire gi da Deut 4. Alla fine cercheremo di
spiegare questa stranezza.
Per quanto riguarda la DtrN, i suoi interventi pi consistenti sarebbero i
seguenti: Deut 4; 28,69-30,20; Gios 23; Giud 2,12s.17.20s.23a e 3,5s
(inoltre 6,7-10; 10,6b.10-16); 1Sam 12 (da vedersi assieme ai precedenti
capitoli di transizione dai giudici alla monarchia) ed infine 2Re 17,7-19.
Sar dunque attorno a questi brani pi ampi che verter il nostro esame,
giacch sarebbe troppo lungo esaminare qui anche tutti gli altri passi, quasi
tutti molto brevi, da lui attribuiti al DtrN.
Quanto a Gios 23 lesame gi stato compiuto sopra.
a) Deut 4 e 28,69-30,20
Gi molti anni fa si faceva notare che Deut 4, con la sua rifiorita speranza
(vv. 30s) doveva essere posteriore alla pessimistica DtrG messa in luce da
Noth e da lui datata nellepoca esilica. Non abbiamo perci difficolt ad
accettarne lattribuzione al DtrN
14
.
In 28,69-30,20, invece, si deve senzaltro ritenere che ci sono brani da
attribuirsi a fasi precedenti.
30,1-10 (e con esso 29,28) chiaramente DtrN ed affine a Deut 4 nella
speranza rifiorita. Anche le riflessioni di 30,11-14 sul precetto (11) e la
parola (14), vicini e praticabili, sembrano tardive.
Invece 29,21-27 dovrebbe essere attribuito al Dtr2. Vi si descrive cru-
damente lo stato di distruzione di Giuda, una catastrofe come quelle di
Sodoma, Gomorra, Adama e Seboim (v. 22).

13. OBrien, The Deuteronomistic, 24ss. Questa non vuole essere solo una revisione del
lavoro di OBrien, ma anche del nostro Da Mos a Esdra. I libri storici dellAntico Israele,
Bologna 1985, 147-264.
14. Contro la tesi di G. Braulik, Die Mittel deuteronomischer Rhetorik erhoben aus Deut
4,1-40 (AnBi 68), Roma 1978 ed anche Literarkritik und archologische Stratigraphie. Zur
S. Mittmanns Analyse von Deut 4,1-40, Bi 59 (1978) 351-83, si potrebbe ammettere la
possibilit di materiale o redazione anteriore. Si veda C. Begg, The Literary Criticism of
Deut 4,1-40. Contributions to a Continuing Discussion, ETL 66 (1980) 10-55 ed anche D.
Knapp, Deut 4. Literarische Analyse und theologische Interpretation (Gtt. Theol. Arb.),
Gttingen 1987.
54 E. CORTESE

La prospettiva di 29,1-20 (almeno a partire dal v. 9) e 30,15ss dovrebbe
invece essere addirittura quella preesilica del Dtr1. E il nucleo della ceri-
monia del patto di Moab
15
. Anche nei passi attribuiti al Dtr1 ci sono delle
minacce, secondo lo schema dei trattati assiri, da lui seguito. Ma sono
soltanto minacce di danni al raccolto agricolo o di morte personale (29,18-
20); non dellesilio.
La stessa cosa si deve dire di 30,15ss. Ma l interviene poi il Dtr2 con le
sue minacce pi gravi per tutto il popolo. Ed significativo che il nuovo
contenuto minaccioso compaia assieme a modifiche letterarie. Al v. 18
infatti si passa dal TU al VOI, con un vocabolario che vedremo adottato
abbastanza sistematicamente dal Dtr2 anche in altri passi. Nei successivi
vv. 20s, invece, sembra che riprenda la redazione Dtr1.
Quanto ai brani che si riconoscono posteriori al Dtr2, possiamo anche
chiamarli DtrN, con OBrien. Essi sono tra loro omogenei. Ma non hanno
molto a che fare con il nomismo, n fanno parte duna redazione generale
sostanziosa di tutta la DtrG.
b) Giud 2,11-3,6
E difficile trovare due autori, tra i tantissimi che si sono cimentati nel-
limpresa, che coincidano nellattribuzione dei versetti ai vari strati o reda-
zioni.
Tra gli ultimi ricordiamo U. Becker
16
. Questi attribuisce al DtrH 2,11.
12abb.14b.15.16a.18a*b; al DtrN attribuisce 2,12aa.13.14a.16b.17.18aa.
19.20s e 3,5s. Ma poi vede altre successive redazioni posteriori: una in
2,22s, laltra in 3,1a.3s e lultima in 3,1b.2. Si tenga presente che per Bec-
ker il DtrH esilico e non preesilico.
Confrontiamo con questa la posizione critico-letteraria di OBrien. Al
DtrH preesilico (il nostro Dtr1) egli attribuisce 2,11.14.15aab.16.18abb.
19aab; al DtrN attribuisce 2,12s.17.20s.23a e 3,5s. Anchegli poi suppone
delle successive aggiunte: la prima 2,22 e 3,3s e la seconda 3,1s.

15. Come ammette Braulik nel suo commentario (NEB 28, Wrzburg 1992). Si veda A.
Rof, The Covenant in the Land of Moab (Dt 28,69-30,20): Historico-literary, Comparative
and Formcritical Considerations, in N. Lohfink (ed.), Das Deuteronomium (BETL 68),
Leuwen 1985, 310-320.
16. Richterzeit und Knigtum. Redaktionsgeschichtliche Studien zum Richterbuch (BZAW
192), Berlin 1990.
REDAZIONE NOMISTICA NELLOPERA DEUTERONOMISTICA 55

Tra i due autori c una certa coincidenza. Lunica grossa divergenza
nella datazione del DtrH, nel quale problema noi, come abbiamo detto,
seguiamo OBrien.
Largomento fondamentale di Becker per una datazione esilica del DtrH
la pretesa avversione alla monarchia del libro dei Giudici, da lui studiato.
Ma, anzitutto, questa avversione non poi cos diffusa, anzi in Giud 17-21
si nota la tendenza favorevole
17
e non ci si pu sbarazzare alla leggera di
questi capitoli. E poi lavversione alla monarchia che si manifesta in Giud 9
(lapologo di Iotam) piuttosto unavversione alla monarchia
settentrionale, cio un atteggiamento favorevole alla futura monarchia da-
vidica.
Volendo tentare di risolvere le altre divergenze tra i due autori, po-
tremmo mettere in risalto quelli che sono i punti di aggancio per una critica
letteraria di Giud 2,11-3,6. Sono cio i seguenti doppioni che ricorrono
nella pericope in questione:
a) 2,11b-12a :::: : :: :::: ::::: ::::
13 ::::::: :::: :::: :: ::::
b) 14 e 20 ::: : :
c) 16 ::c: : :;:
18 ::c: :: : :; ::
d) 21.23 :::
Sia nella nostra ipotesi, che in quella delle tre redazioni dtr tutte esiliche
si esclude che questi doppioni siano elementi strutturali duna composizio-
ne unitaria, come pure, daltra parte, che siano il segnale di due documenti
paralleli dellEsateuco ed Eptateuco. Resta quindi la possibilit che ci siano
differenti redazioni e allora possiamo ritenere, in base al contenuto:
che la prima ripetizione (a) sia opera del Dtr2, che aggiunge loggetto
delle astarti alla colpa del servizio alle divinit pagane;
che nel terzo doppione (c) la prima menzione del dono dei giudici
(2,16s) sia quella Dtr2 perch la pi pessimista sulla corruzione senza
rimedio e perci quella esilica; qui si deve notare per che una certa
visione negativa ci deve essere anche nel Dtr1. Se Israele non tornasse
a peccare dopo lintervento del giudice, si bloccherebbe la ripresa del
ciclo e tutta la narrazione.

17. Si veda il nostro Da Mos a Esdra, 198s.
56 E. CORTESE

che nel secondo doppione (b) 2,20s sia Dtr2, perch pi enfatico: vi si
introduce, infatti, il discorso diretto di Dio e il nuovo concetto del
progetto divino di lasciare parte dei pagani nella terra;
Infine con laiuto del quarto doppione (d) possiamo individuare il terzo
intervento, posteriore al Dtr2. Questo intervento parte da 2,22. Di l in
poi troviamo mescolate varie idee non ben separabili sui popoli rimasti.
Alcune di esse non sono dtr o P, ma anteriori. Si veda p. es. Es 23,19 e
la sua spiegazione del fenomeno: i popoli pagani che sono rimasti fanno
parte del progetto primitivo di Dio e servono per mettere alla prova
Israele. Oppure essi sono un castigo per le infedelt menzionate sopra.
Oppure servono per tener allenato Israele alla guerra. Qui ritroviamo
pure la confusione tra i popoli non scacciati e rimasti in mezzo a Israele
e quelli lasciati ai lontani margini della terra santa, confusione che ha
fatto il glossatore in Gios 23.
Riassumendo, attribuiremmo al Dtr2 Giud 2,13.16s e 20s e riconosce-
remmo come posteriore, e quindi della redazione tardiva 2,22-3,6.
Ma questa discussione critico-letteraria qui interessa poco. Quello che
sembra certo che tutti attribuiscono gi al DtrH, che nellipotesi nostra il
Dtr1 preesilico, le infedelt dIsraele, nel famoso schema ciclico a quattro o
a sei tempi (peccato punizione lamento giudice). Queste infedelt
sono trasgressioni alla legge. Nessuno dice che, per limplicazione della
legge ogni menzione di infedelt dIsraele vada attribuita solo al DtrN.
Ricordiamo qui anche Giud 6,7-10 e 10,6b.10-16. Anchessi non vanno
attribuiti al DtrN, ma semplicemente al Dtr2.
Ammettiamo che gli accenni alla legge siano pi espliciti nei passi da
noi attribuiti alla seconda redazione, ma non si vede perch essi costringano
ad attribuire tali passi ad una terza fase, la DtrN. E per altri motivi e criteri
letterari che noi abbiamo scoperto una terza inserzione da 2,22 in poi e non
per gli accenni alla legge che troviamo in 2,13.16s e 20s. Ma questa terza
fase sembra essere quella tardiva del redattore che un assieme Tetrateuco e
DtrG.
c) 1Sam 12 (e 8-11)
OBrien ritiene che la primitiva DtrG, senza le aggiunte esiliche dovute a
redazioni per lui differenti, presenti una storia divisa in tre periodi: da Mos
a Giosu (Deut 1 Giud 2,10, con transizione in Gios 24,29-31 e Giud
2,10); dai Giudici alla monarchia (Giud 2,11 1Sam 11,15, con transizione
in 1Sam 8-15); profeti e re (1Sam 13,1 2Re23,23).
REDAZIONE NOMISTICA NELLOPERA DEUTERONOMISTICA 57

Come si vede dalla sua tabella (p. 25), 1Sam 12 non fa parte, per lui,
della primitiva DtrG. E, come abbiamo gi notato, non fa parte neanche del
successivo rifacimento Dtr2, che, oltre ad aggiungere 2Re 23,26-25,30 (per
OBrien, 23,24s e 24,20 sarebbero DtrN), intervenuto spesso ma solo nei
libri dei Re. 1Sam 12 sarebbe tutto DtrN.
Tanto per cominciare, notiamo che egli non porta argomenti molto
convincenti per questa attribuzione. Solo alla fine dice che il linguaggio
del capitolo, la centralit (the focus) dellobbedienza alle stipulazioni divi-
ne, lenfasi sui peccati del popolo e la maniera di presentare il profeta
(Samuele) suggeriscono che il capitolo condivide il punto di vista della fase
nomistica...
18
.
Questa frase circospetta rivela molte perplessit. Ma le perplessit au-
mentano se si d uno sguardo alle sue attribuzioni dei versetti dei prece-
denti capitoli al DtrN.
Iniziando gi da 2Sam 7,3s, da lui, come dalla maggioranza degli
autori, ritenuto aggiunto al primitivo Dtr1 (o DTR, come lui semplicemente
lo chiama), dopo aver fatto notare che tali versetti sono affini a Giud 10,16,
riconosce che in essi non c riferimento esplicito alla legge
19
.
Anche in 10,18s sembrano assenti le caratteristiche del DtrN. OBrien
attribuisce i versetti ad esso, solo perch sono affini a 8,7*
20
.
Ma in 8,6-22* le difficolt sono ancora maggiori. L egli attribuisce al
Dtr1 8,4-6a.11-17 e 19-22. Gli altri versetti non li attribuisce n al DtrN n
al Dtr2, ma a redazioni posteriori ad entrambi.
Ci sembra errato non solo il non attribuire 8,6b.7s.9s al Dtr2, ma anche
lattribuire 8,11-17 e 6a.19 al Dtr1. Infatti 8,11-17, lo statuto sul re, molto
pessimista sulla monarchia ed molto diverso da quello di Deut 17,14-20,
ad essa pi favorevole. Il contesto condanna pure decisamente il popolo per
le richieste del re nei vv. 6a e 19.
Lattribuzione dei versetti di 1Sam 7-12 al Dtr1 e Dtr2 fatta da N.
Lohfink
21
molto pi convincente. Sono aggiunte del Dtr2, e non del DtrN,
7,3s; 8,6-20a; 10,18s e 12,6-25.
Ci accorgiamo, qui, ancora una volta, che il criterio per stabilire gli
strati e le redazioni non devessere solo quello del vocabolario, ma delle

18. OBrien, The Deuteronomistic, 128.
19. OBrien, The Deuteronomistic, 106, nota 87.
20. OBrien, The Deuteronomistic, 116.
21. Rckblick im Zorn auf den Staat. Vorlesungen zu ausgewhlten Schlsseltexten der
Bcher Sam. u. Kn. (Dispense alla Hochschule S. Georgen), Frankfurt a.M. 1984, 61 ecc.
58 E. CORTESE

differenti prospettive, che, come abbiamo detto, sono molto diverse per chi,
come noi, ammette un Dtr1 preesilico e un Dtr2 esilico.
Gi Wellhausen aveva provato a distinguere un testo promonarchico e
uno antimonarchico. Ma a quei tempi si tendeva a scoprire due documenti
paralleli e ci fu chi, poi, pretese di vedere il documento J del Pentateuco
(che diventava, cos Ottateuco) nella versione promonarchica dei fatti ed E
in quella antimonarchica.
Il superamento di questa prospettiva fu operato da Noth. Con la sua
teoria della DtrG, anzich distinguere due documenti, separ il materiale
antico da quella che, per lui, era ununica redazione, esilica
22
. Ma insorse
G. von Rad, il quale, giustamente, non poteva ammettere che un redattore
cos pessimista sulla monarchia avesse costruito, a partire da 1Sam 15, una
storia di Davide che cos centrale per tutta la DtrG e cos entusiasta della
discendenza e della monarchia davidica.
Di l tanti altri tentativi per risolvere il dilemma. Esso per si risolve
automaticamente, oggi, se si suppongono le nostre due redazioni della
DtrG, quella dellepoca di Giosia, o Dtr1, e quella esilica, o Dtr2.
Passiamo allesame del cap. 12. Cos come abbiamo negato che si possa
attribuire al Dtr1 lo statuto pessimistico sul re di 8,11-17, dobbiamo,
viceversa, affermare che 12,1-5 glielo si deve attribuire, con Lohfink e
contro il parere di OBrien. Anche qui il contenuto, cio laccettazione
favorevole della monarchia, che ci obbliga a farlo e a negare che quei ver-
setti siano del Dtr2 o del DtrN.
Ma accanto a questo argomento c pure quello letterario. Lo stesso
OBrien si accorge che nel v. 6 si nominano anticipatamente Mos ed
Aronne, poi, regolarmente menzionati in quello successivo, da dove inizia
la rievocazione storica fatta da Samuele nel suo discorso di commiato.
Ma si deve badare pure alla nuova introduzione, ::: :::: :: ,
inutile e diversa rispetto a quella del v. 5: :: ::. E l, al v. 6, dunque,
che comincia la nuova redazione.
E questa pessimistica. Rassegnata, ormai, alla monarchia, ma non
certamente entusiasta di essa. Non escludiamo che 12,6-24 contenga qual-
che brandello della redazione precedente. Ma non ci possiamo soffermare
sullargomento.
Del resto lo stile e soprattutto il contenuto mostrano che sostanzial-
mente si tratta di redazione posteriore, cio Dtr2.
Questa sezione Dtr2 del discorso ha una sua chiara struttura. Consta di
due parti.

22. Si veda Lohfink, Rckblick im Zorn, 54s.
REDAZIONE NOMISTICA NELLOPERA DEUTERONOMISTICA 59

Nella prima il Dtr2 capovolge il processo (:c::) presentato prima dal
Dtr1 in 12,1-5, dove abbiamo un processo alloperato di Samuele, con
risultato assolutamente positivo. Ora, invece, il processo (cf. v. 7) contro
gli Israeliti e, dopo aver ricordato ancora una volta, sfavorevolmente, la
loro richiesta di un re, vi si conclude con delle minacce. Con esse si
conclude infatti la seconda delle ipotesi presentate in 12,14 e 15. In
questultimo versetto il TM corrotto: non ha senso dire che la mano di
Dio peser su voi e sui vostri padri. Al posto di :::::: bisogna sup-
porre, con la Versione greca (recensione L) ::::, perirete.
Laltra parte del discorso del Dtr2 comincia al v. 16, col ::.: :::.
parallelo al ::.: ::: del v. 7. In essa Samuele opera il miracolo dei
tuoni (:::;) e della pioggia improvvisa, che mostrano quanto sia cattiva la
richiesta del re, cui pure ci si deve rassegnare (vv. 17.20). E soprattutto
nella parte finale (12,21) che ci sono tracce (p. es. il verbo :: in 20 e 21)
della precedente redazione. Quella infatti aveva cominciato la storia di
Samuele menzionando, alla fine del cantico di Anna (1Sam 2,10s) il
tuonare (::) di Dio a vantaggio del suo re e del suo unto. Poi aveva
concluso le gesta salvifiche del giudice Samuele con lo stesso tuono (7,10
::.::;: : ::: ); un tuono che vuol preannunciare vittorie migliori
contro i Filistei, ad opera del futuro re. E qui, alla fine di 1Sam 12, proba-
bilmente ribadiva il tonante preannuncio.
Esso per fu trasformato dal Dtr2 in una minaccia di rovina, ribadita nel
v. finale (25), dopo quella del v. 15. Minaccia pi in sintonia con la imma-
ginabile tristezza degli esuli.
Nella rielaborazione del Dtr2 ::: :::; (17s) sembrano alludere ai
tuoni e lampi di Es 9, la piaga della grandine. Come a dire che la monarchia
in Israele una grandinata!
d) 2Re 17,7-20
E il brano che commenta la distruzione di Samaria e del regno del Nord ad
opera dellimperatore assiro Sargon II nel 721 a.C., fatto descritto breve-
mente in 17,5s.
Il commento che cinteressa quello di 17,7-20. Ma ce ne sono altri ed
bene dar loro uno sguardo dinsieme.
Oltre al testo di cui ci occupiamo e che per OBrien del DtrN, c
anzitutto 17,21ss, che egli attribuisce giustamente al Dtr1 e che dice in
breve le stesse cose del brano precedente. Poi abbiamo 17,24-41, che egli
cataloga tra le aggiunte posteriori alle redazioni Dtr1, Dtr2 e DtrN. Ivi si
60 E. CORTESE

narra che gli Assiri, deportati gli Israeliti, importano al loro posto gente
pagana, con la loro relativa religione. Siccome il Dio locale, padrone della
terra, scatena contro di loro i leoni, il re assiro rimanda in patria dei sacer-
doti samaritani esuli, col risultato di incrementare il sincretismo in tutta la
regione (24-33). Segue un altro giudizio negativo, questa volta sul nuovo
culto samaritano (34-41).
Ma i commenti sulla fine di Samaria non finiscono con 2Re 17. Nel
capitolo successivo, che inizia con la storia di Ezechia e la descrizione della
sua riforma, si ripete brevemente il racconto della distruzione di Samaria e
della deportazione dei cittadini (9ss). Ed anche l, al v. 12, abbiamo un
ultimo commento dtr sulla violazione del patto, causa della distruzione,
commento che OBrien attribuisce al DtrN.
Noi per ci occupiamo soprattutto di 2Re 17,7-20. Circa gli altri passi,
ammettiamo che 21-24 sia del Dtr1 e che 24-41 sia post dtr.
Per non vediamo perch debba essere DtrN 18,12. Vi si dice che gli
Israeliti furono infedeli alla :: (col verbo ::), mentre in 17,15 si dice
che rifiutarono (::) la :: e le :::. Se questa una ragione sufficiente
per non attribuire 18,12 al Dtr1, non si vede per perch esso non possa
essere attribuito al Dtr2.
Venendo, finalmente, a 17,7-20, diciamo subito che c un punto in cui
siamo daccordo con OBrien ed esso ci permette di abbreviare qui le
necessarie considerazioni critico-letterarie.
Siamo daccordo cio sul fatto che questo brano sia posteriore alla reda-
zione primitiva, giosiana, del racconto. Ma anche sul fatto che esso non sia
DtrN ma Dtr2, contro la sua opinione, non pi necessario ormai spendere
molte parole. Il brano ha infatti le stesse caratteristiche di quelli precedenti,
che noi abbiamo attribuito al Dtr2.
A questo punto meglio limitarci a rinviare ad un lavoro recente ed
importante di McKenzie, che sembra fare bene il punto della situazione e
che, soprattutto, mette bene in luce un problema di cui dobbiamo occu-
parci
23
. Si tratta del fatto che il Dtr posteriore, sia esso Dtr2 o DtrN, com-
menta solo qui, al v. 19, e non in 2Re 25 la fine di Giuda (a 17,19s si
aggiungano le menzioni di Giuda ai vv. 13 e 18). Da ci McKenzie deduce,
e Cross prima di lui, che il redattore esilico della parte finale della storia dtr
non sia lo stesso cui attribuiamo il nostro 17,7-20.
Di fatto anche OBrien dice che abbiamo a che fare con due redattori
esilici distinti, che, si noti bene, per lui sono posteriori non solo al Dtr2, ma

23. S.L. McKenzie, The Trouble with Kings. The Composition of the Book of Kings in the
Deuteronomistic History (VTS 42), Leiden 1991, 140ss.
REDAZIONE NOMISTICA NELLOPERA DEUTERONOMISTICA 61

anche al suo DtrN. Per 2Re 23,28-25,21* egli parla, infatti, di First stage
of subsequent dtr Redaction
24
, mentre 2Re 17,7-19 apparterrebbe al
second stage
25
.
Insomma, il problema non c solo per chi, come noi, minimizza la
redazione DtrN. Il problema c anche per OBrien; anzi c in qualunque
teoria sulla DtrG, compresa quella che difende redazioni dtr solo esiliche.
La soluzione che preferisce McKenzie che una vera e propria reda-
zione dtr si ha solo col Dtr1, cio solo prima dellesilio. Nellesilio non ci
sarebbe una redazione organica, ma solo delle aggiunte non omogenee
26
.
Forse la sua posizione determinata dal fatto che egli si occupa solo dei
libri dei Re. O forse le divergenze nostre rispetto al suo punto di vista sono
solo apparenti.
Ma noi, avendo considerato tutta la DtrG, ci siamo accorti che, tra tante
aggiunte, ce n una serie consistente che rivela una certa omogeneit. E
per questo che difendiamo la Dtr2. Per a noi sembra che ci siano buone
ragioni per attribuire allo stesso Dtr2 sia la parte finale della DtrG e sia il
nostro 2Re 17,7-20, senza moltiplicare le redazioni e senza ricorrere alla
ipotesi di aggiunte disorganiche, fatte da diverse mani.
Per dimostrarlo, facciamo notare, intanto, che le idee care al Dtr2, cio
che, nonostante Giosia, il crollo meritato dalle colpe di Manasse ormai
inevitabile, ci sono anche nella parte finale della storia. Le troviamo in
23,26s e 24,2.20. Eccetto 24,20, OBrien attribuisce appunto questi testi al
Dtr2, come noi; solo 24,20a lo attribuisce al DtrN, facendo perdere di vista
il significato inteso dallautore con quella che, come vedremo riportando
letteralmente il testo, va considerata una proposizione causale subordinata
alla successiva notizia della ribellione di Sedecia.
Nei testi indicati, infatti, si richiama la colpa di Manasse per dichiarare
limminente castigo irrevocabile (23,26s). Poi si citano messaggi di profeti
(24,2) nel commentare il castigo delle ultime invasioni di nemici, prece-
denti la prima espugnazione di Gerusalemme e il relativo saccheggio del
tempio (13ss). Infine, con 24,20, nellintrodurre il racconto della fine di
Gerusalemme, si presenta la fatale rivolta di Sedecia, al termine del suo de-
cennale regno, come causata dallira del Signore contro Gerusalemme e
Giuda: Siccome (:) lira di JHWH fu su Gerusalemme e Giuda fino a
cacciarli lontano dal suo volto, si ribell (::) Sedecia....

24. OBrien, The Deuteronomistic, 272s.
25. The Deuteronomistic, 273-280.
26. McKenzie, The Trouble with Kings, 142.
62 E. CORTESE

Il fatto dunque che alla fine della storia il Dtr2 non si dilunghi in altri
commenti, anzich far pensare allaltra redazione, dovrebbe farci toccare
con mano il suo dolore. Come di fronte alla scomparsa duna persona cara,
egli ha solo la forza di narrare i fatti e non di commentarli. Di fronte alla
morte duna persona cara, chi pi lama pi ha voglia di tacere.
Che invece il commento sia fatto prima, al momento del racconto della
fine di Samaria, ha pure un significato teologico importante. Ci riflette
linsegnamento dei profeti contemporanei (Ez 23) e anteriori (Ger 3,6-13)
al Dtr2, che hanno accomunato nel castigo le due sorelle. Il destino dei
due tronconi di Israele non va separato. Ormai anche Giuda non pu consi-
derarsi superiore al Nord, appellandosi al tempio e alla dinastia davidica.
Nello stesso tempo, se c qualche speranza pel futuro, essa non pu essere
solo per Giuda.
Se a queste considerazioni aggiungiamo che il Dtr2 non si rivelato il
vero autore della storia dtr, ma solo un suo compilatore finale, possiamo
superare meglio la difficolt del suo silenzio al termine della DtrG.
Appendice. Dtr1 e Dtr2 nel Codice Deuteronomico
I problemi delle redazioni dentro a Deut 5-28 richiedono di essere trattati
separatamente. OBrien praticamente non li considera
27
, ma quanto segue ci
convincer che la trattazione necessaria.
E bene cominciare prendendo in considerazione gli studi di Merendino
e Seitz
28
. Anche se risalgono a pi di ventanni fa e su certi punti debbono
essere rivisti, hanno il pregio di non dipendere ancora, nellanalisi, dalle
categorie createsi in seguito agli studi sulle redazioni della DtrG.
Entrambi questi lavori mostrano che una sostanziosa percentuale dei
testi del nostro Codice sono anteriori allepoca di Giosia e che la redazione
di esso fu sostanzialmente operata allepoca di quel re.
Ma anche lavori recenti e importanti, come quello di Crsemann
29
, so-
stengono questa tesi, nonostante linfluenza dellopinione che la letteratura
dtr sia solo esilica.
Questa opinione si deve far risalire per lo meno a M. Noth, che nel pre-
sentare la sua tesi sulla DtrG senza distinguervi differenti redazioni, doveva

27. OBrien, The Deuteronomistic, 60.
28. R.P. Merendino, Das deuteronomische Gesetz (BBB 31), Bonn 1969; G. Seitz, Redak-
tionsgeschichtliche Studien zum Deut. (BWANT 93), Stuttgart 1971.
29. F. Crsemann, Die Tora. Theologie und sozialgeschichte des atl. Gesetzes, Mnchen
1992.
REDAZIONE NOMISTICA NELLOPERA DEUTERONOMISTICA 63

necessariamente datarla nellesilio, perch nellesilio che finisce la storia
ivi raccontata.
Siccome per noi seguiamo, come abbiamo detto, la tesi di una reda-
zione dtr preesilica e giosiana, rifiutiamo anche per Deut 5-28 quella di una
redazione solo esilica. I lavori antichi e recenti che abbiamo indicato sono
anzi una conferma della nostra posizione.
Per, anche qui, allinterno del nostro gruppo c chi sente ancora
troppo linfluenza dello schieramento che fa capo a Smend.
Ci sembra infatti esagerato affermare che la redazione Dtr1 di Deut 12-
26 avesse soltanto il nucleo di Deut 12-16 e che i capitoli seguenti (16-26)
sono stati inseriti solo dalla redazione esilica.
Contro questa posizione, di Lohfink e di Braulik, suo discepolo, va il
citato studio di Crseman
30
, cui aggiungiamo qui le nostre considerazioni.
Crsemann, riporta un testo interessante di Geremia: Come potete dire
siamo saggi e la legge del Signore con noi? (8,8a). Sarebbe questo un
chiaro cenno al rotolo di Giosia. Ma nella continuazione del discorso il pro-
feta rimprovera agli scribi e ai sapienti di averla addirittura manipolata,
questa legge (8,8b). Dunque sembra che si alluda ivi non solo al rotolo
scoperto nel tempio, ma anche ad una sua prima redazione. Essa, quindi
preesilica.
Lohfink sostiene per che da Deut 16,18 in poi avremmo un progetto di
riforma esilico, fatto in vista della ricostruzione imminente di Israele.
Evidentemente per lui la prova desunta da Ger 8,8 varrebbe solo per il
nucleo primitivo di Deut 12,2-16,17. Tra gli argomenti principali della sua
esposizione vanno ricordati quello della distribuzione dtr del potere (Deut
16,18-18,22) e quella sulla cosiddetta storicizzazione delle leggi (12,1 in
particolare).
Nel brano sulla distribuzione del potere a giudici, re, sacerdoti e profeti,
le pericopi sul re (17,14-20) e sul profeta (18,14-22) sarebbero completa-
mente esiliche. Tutta la pericope, cos organizzata manifesterebbe il nuovo
progetto legislativo, che non vuol pi lasciare al re tutto quel potere che ha
portato Giuda alla rovina
31
.

30. Da p. 242 in poi.
31. N. Lohfink, Die Sicherung der Wirksamkeit des Gotteswortes durch das Prinzip der
Schriftlichkeit der Tora und durch das Prinzip der Gewaltenteilung nach den Amtergesetzen
des Buches Deut. (Dtn 16,18-18,21), in Testimonium Veritati. Fs. Kempf, 1971, 143-155;
ora in Ges. St. (SBAB 8), 1990, 91-113.
64 E. CORTESE

Ricordiamo, contro la teoria di Lohfink e Braulik, gli studi di Garca
Lpez sulle pericopi del re e del profeta
32
e soprattutto il lavoro di U. R-
terswrden
33
. Ai loro argomenti aggiungiamo qui le seguenti conside-
razioni.
Come abbiamo gi detto sopra, ci sembra molto improbabile, nellepoca
cos triste degli anni immediatamente successivi alla catastrofe, la volont
di ricostruzione postulata da questa teoria. Giacch proprio nellesilio, e
non pi tardi, che Lohfink e Braulik collocano quella che noi chiamiamo
redazione Dtr2.
Si vuol dedurre
34
tale progetto e proposito da Deut 12,1a, una delle
cosiddette storicizzazioni delle leggi:
: ::::: :::: : ::c::: :; :
(12,1a) ::: : :: : : :: :
(12,1b) ::: : ::: ::::
Le storicizzazioni sarebbero appunto frasi come questa, che colloche-
rebbero in un tempo e luogo determinato le leggi dtr, prima non localizzate,
n geograficamente n cronologicamente.
Con questa precisazione storicizzante il redattore, esilico nellipotesi di
Lohfink, indicherebbe che tali leggi non sono da osservarsi in esilio e che
dovranno entrare in vigore quando esso finisce. La storicizzazione operata
in Deut 12,1 separerebbe, cos, i precetti validi sempre, da quelli che si
devono osservare solo nella terra.
Ammettiamo che 12,1b sia unaggiunta tardiva, che esprime questa
limitazione del vigore della legge. Ma 12,1a antico. Rterswrden
35
, e gi
Seitz prima di lui, lo dimostrano. La medesima storicizzazione di 12,1a la
troviamo anche in Deut 6,1, per il precetto dellamore di Dio sopra tutte le
cose, che certamente non va osservato solo nella terra santa. Inoltre questo
tipo di storicizzazione si comprende meglio se il presente codice attribuito

32. F. Garca Lpez, Le roi dIsral: Dt 17,14-20, in Lohfink, Das Deuteronomium, 277-
297; Un Profeta como Moiss. Estudio crtico de Deut 18,9-22, in Simposio Bblico
Espaol, Madrid 1984, 283-308.
33. Von der politischen Gemeinschaft zur Gemeinde. Studien zu Dt 16,18-18,22 (BBB 65),
Bonn 1987.
34. N. Lohfink, Dtn 12,1 und Gen 15,18: das dem Samen Abrahams geschenkte Land als
der Geltungsbereich der deuteronomischen Gesetzen, in Studien zum Deuteronomium und
zur deuteronomistischen Literatur (Stuttg. Bibl. Aufstze AT 12), II, Stuttgart 1991, 257-85;
gi in Fs. Scharbert (ed. Grg) 1989, 183-210.
35. Rterswrden, Von der politischen Gemeinschaft, 54-58.
REDAZIONE NOMISTICA NELLOPERA DEUTERONOMISTICA 65

al redattore giosiano, che lo volle presentare come legge data da Mos ai
campi di Moab.
Con questo non vogliamo dire che talvolta una tale storicizzazione non
possa essere esilica. Lo sono tutte quelle del Codice di Santit (p. es. Lev
19,23; 25,2...). Ma che queste siano esiliche lo sappiamo da altri indizi, non
dalla semplice frase in questione. E aggiungiamo che nel Codice di Santit
tali frasi non indicano affatto un programma di ricostruzione ma solo la
nostalgia del ritorno. Che il Codice di Santit non sia un programma per la
ricostruzione lo si vede appena lo si confronti con gli altri due pi antichi,
quello dellAlleanza e quello Deuteronomico.
Una posizione apparentemente simile, ma in realt vicina a quella di
coloro che difendono redazioni dtr solo esiliche quella assunta da E. Otto.
Egli sostiene una redazione DtrH, previa a quella DtrN e contenente sostan-
zialmente anche Deut 19-26.
E facile capire che il Codice Deuteronomico non poteva, nella sua
forma primitiva, terminare in Deut 16. Basta metterlo a confronto con il pi
antico Codice dellAlleanza (Es 20ss) ed anche col successivo Codice di
Santit (Lev 17-26).
Tutti e tre questi Codici rivelano una struttura fondamentalmente co-
mune. E se negli altri due ci sono molte leggi parallele a quelle che tro-
viamo in Deut 19-26.28, non si vede perch non doveva averle anche la
forma primitiva di questo Codice.
Otto, infatti, conduce uno studio sistematico su tutti e tre i Codici
36
. Si
deve per negare la sua troppo tardiva datazione della redazione di Lev 17-
26, messa allepoca della redazione finale del Pentateuco. Otto esaspera le
differenze tra P e H e non distingue tra il documento sacerdotale primitivo,
P
g
e le aggiunte P
s
. Se, inoltre, per lui la storicizzazione di Deut 12,1 ,
come per Lohfink, segno del programma di ricostruzione in vista della fine
dellesilio, perch non si dovrebbe dire la stessa cosa delle storicizzazioni
che abbiamo visto nel Levitico, il cui Codice viene invece da lui datato
allepoca in cui gli Ebrei erano da tempo di nuovo nella terra!
A parte questo, lunico punto di divergenza di Otto rispetto alla nostra
posizione quello della datazione della redazione DtrH. Anche per lui essa
sarebbe la redazione che incorpora il Codice nella DtrG. Ma Otto la data
allepoca dellesilio; semplicemente perch non un seguace della nostra
teoria duna redazione Dtr1 preesilica. Sulla datazione DtrH esilica, la sua

36. Citiamo solo il suo Theologische Etik des AT, Stuttgart 1994, che riassume anche tanti
altri suoi studi, e Del libro de la Alianza a la Ley de Santitad. La reformulacin del derecho
Israelita y la formacin del Pentateuco, EsBb 52 (1994) 195-217.
66 E. CORTESE

coincidenza con Lohfink, che invece sostiene il Dtr1 preesilico, dunque
solo parziale e solo apparente.
Tolto quindi largomento basato sulla storicizzazione di Deut 12,1 e da
noi mostrato invalido, possiamo accettare sostanzialmente la posizione di
Otto sulla redazione DtrH, collocandola per allepoca giosiana e facendola
coincidere col nostro Dtr1. E vero che il Codice dtr, a differenza di quello
di Santit, ha carattere programmatico e non espressione di nostalgia della
terra. Ma il programma quello di Giosia e non quello dellesilio. Nelle-
poca di Giosia, dunque, per dar forza alla riforma ci si appoggia al rotolo
scoperto e lo si presenta, con i dovuti ritocchi (Dtr1), come legge data da
Mos ai Campi di Moab, allinizio di quella storia che il Dtr1 narra a partire
da Deut e fino a 2Re 23, prima della morte di Giosia.
Ma anche per quanto riguarda il redattore esilico, per Otto DtrN e per
noi Dtr2, non siamo completamente daccordo con lui, l dove egli attri-
buisce a questa redazione linserimento del decalogo (Deut 5 e 9-10). Sa-
rebbe troppo lungo trattare qui tutta la questione. Diciamo soltanto che la
redazione attuale del decalogo di Deut 5 esilica, ma il tema del decalogo
dato al Sinai molto pi antico, non solo in Es 20, ma anche in Deut 5 e
9,7-10,11
37
.
Tenendo per presente che, tra i brani attribuiti al DtrN da Otto, ci sono
anche e per intiero le pericopi sul re e sul profeta, che per noi sono in parte
del Dtr1, e la lista degli animali puri e impuri (14,1-21), sulla cui tardivit
completa c da dubitare, allora si conclude che gli interventi del redattore
esilico non dovrebbero essere molto consistenti. Salvo piccoli ritocchi,
come quello di Deut 12,1b, forse ci sono solo certi ampliamenti nella legge
della centralizzazione del culto (Deut 12), certe esortazioni allonest
(16,20ss; 17,1; 25,13-16) e poche altre frasi
38
.
Considerazioni finali
La risposta al quesito iniziale, se ci sia davvero un DtrN nellOpera Deu-
teronomistica, dunque negativa. Dopo la primitiva redazione (Dtr1)
preesilica, ce n una esilica e questa la Dtr2.

37. Si veda J. Loza, Las Palabras de Yahveh. Estudio del Decalogo (Univ. Pontif. de
Mexico), Tlalpan 1989; inoltre N. Lohfink, Kennt das AT einen Unterschied von Gebot
und Gesetz? Zur bibeltheologischen Einstufung des Dekalogs, JBTh 4 (1989) 63-89. Cos
pure Braulik nel suo gi citato commentario.
38. Otto, Del libro de la Alianza, 205s.
REDAZIONE NOMISTICA NELLOPERA DEUTERONOMISTICA 67

Dopo di essa si notano ancora delle aggiunte. Ma o si tratta di glosse o
di quella redazione tardiva, non pi dtr, cui va attribuita lunione del Tetra-
teuco con la DtrG.
Ci sembra dunque che il lavoro di OBrien, che pure sostanzialmente
quello che ha la nostra adesione, debba essere corretto soprattutto in due
punti: quello circa il Dtr2 e quello circa il DtrN. Il primo egli lo riduce
troppo e il secondo, che lui suppone, non esiste. Molto del materiale ad esso
attribuito va attribuito al Dtr2, mentre unaltra piccola parte va addirittura
attribuita al Dtr1.
Gi allinizio ci eravamo stupiti perch mai il suo Dtr esilico cominci
praticamente solo in 1Re 11. La sorpresa aumenta se diamo uno sguardo
alle pericopi da lui attribuite a questa redazione. Le pi lunghe infatti con-
tengono racconti di interventi profetici: 1Re 13; 20; 22,1-38 e 2Re 21,10-
14. Cio tutto quello che non nomistico e che lui, daltra parte, non pu
pi attribuire allantica raccolta profetica ipotizzata da A.F. Campbell
39
, il
maestro che egli segue. Non possibile, qui, dare un giudizio sullipotesi di
Campbell di unantica opera profetica
40
. N possiamo dilungarci a vedere
come e perch OBrien si manifesti pi perplesso del maestro circa lam-
pliamento meridionale di tale opera, ipotizzato da Campbell
41
.
Sta di fatto che attaccarsi troppo alla teoria duna storia profetica, se, da
una parte, spinge nella giusta direzione, quella di rifiutare una redazione dtr
profetica (DtrP) posteriore a quella esilica, dallaltra pu portare a queste
stranezze. Meglio semplicemente ritenere: 1) che abbiamo del materiale an-
tico, profetico, elaborato dal Dtr1 nella sua DtrG primitiva; cosa che gi
insegnava M. Noth. 2) che, inventando personalmente o riportando fatti di
cui a conoscenza, il Dtr2 ha cercato di continuare il tema profetico nel
commentare il declino del regno del Sud. Ma non c bisogno di inventare,
qui, un DtrP.
In una parola ci si accorge quanto sia pericoloso assumere le categorie
profetico e nomistico come criteri letterari, specialmente per distin-
guere le redazioni dtr.
Se non ci si lascia influenzare dalla scuola delle tre redazioni dtr
esiliche nel postulare unulteriore redazione profetica (DtrP), cui attribuire
il materiale profetico contenuto nella DtrG, allora non fa difficolt attri-

39. Of Prophets and Kings. A Late Ninth-Century Document (1Sam 1- 2King 10) (CBQMS
17), Washington 1986.
40. Siamo in accordo con quello piuttosto scettico di McKenzie, The Trouble with Kings,
11-14.
41. Per laccettazione dellipotesi generale si veda OBrien, The Deuteronomistic, da p. 101
in poi; per le riserve sullipotesi complementare dellampliamento meridionale, ivi, 225s.
68 E. CORTESE

buire al Dtr2 anche la parte finale della storia, 2Re 24s, per la quale, invece,
OBrien postula unennesima, ulteriore redazione. E se, ugualmente, non ci
si lascia influenzare nellipotizzare una redazione speciale DtrN accanto a
quella esilica Dtr2, non fa difficolt attribuire allo stesso Dtr2 anche i passi
che fanno riferimento alla legge in quei capitoli finali.
Nel fare la critica letteraria in Deut-2Re, dunque bene non fidarsi
troppo dellesame stilistico, in particolare del vocabolario tipico di ogni re-
dazione dtr.
Soprattutto non ci si deve lasciar guidare da contenuti come quello
profetico o nomistico. Ogni redattore infatti fa uso di tali contenuti.
Il criterio valido quello di fare attenzione alle anomalie testuali ed in
concomitanza tener conto delle differenti angolature cronologiche, preesi-
lica (Dtr1) ed esilica (Dtr2).
Enzo Cortese
Professore invitato
Studium Biblicum Franciscanum, Jerusalem

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