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Paoletti Vincenzo
r^ecco
^x*
i^
SAGGIO CRITICO
Ditta Xicoi.a
ZANir.HKi.i.i
MDrCC.CV
Paoletti Vincenzo
Cecco
ta^^^^n^=a
SAGGIO GRITIGO
BOLOGNA
Ditta Nicola Zanichelli
MDCCCCV
tx^zf^
Prof.
DIRETTORE
LUIGI LUCIANI
DELL* ISTITUTO FISIOLOGICO
di
NELLA R. Universit
Roma
Ili.
Do Seiatore,
un anno,
Ascoli
un nucleo
di giovani e
secondata con
s)ito slancio,
per erigere in
monumento
gi
delle nostre
a Francesco Sf abili
invocato
un
e ideato
m'indusse ad allargare le cognizioni intorno alla vita e pi alle opere di Cecco. Iniziai pertanto le ricerche non sulle
biografie, delle quali,
memorie, P. Pastori
quando non
ci
si
con-
tradicono,
una
derivazione
dell' altra,
ma
rimangono,
646140
coi
proposito di cavare
e luce.
da
esse
metterla, senza
mesi, fatto
vita,
con
ciitella
preparazione
condizioni
che
della
mi consentono V
et e le
ma
siderio di cogliere
venuto sa
c{iiesto
.maggio
critico
che.
dolo
sotto
una nuova
pit
desunta da comparazioni, che non mi son Ijarse del tutto prive d' interesse, e da documenti venuti fuori da poco. Xon tutti, vero, per V abito del diverso
sentire
politico
e
religioso,
con-
verr)) no nei
giudizi
morte del
no.^tro
di dolermene,
ma
sarei
lietissimo
il
se la
merito
esser
strito
.sereno,
imparziale in tutto
lavoro.
io iititoo al
fuori
giovanile
della
stimolo
sua
So Itene che ci facendo, io oso piii che non dovrei, ma n'ebbi incoraggiamento dalla squisita bont eh' Ella si degna usare
con
me
soggetto
ci
altra
onoranza
(ili
Ascolani
e
intendano
di Cecco, preceda,
complesso lavoro
accurate e profonde.
osservanza
ho
V onore di
De V. Ilio
Vincenzo Paoletti
CAPITOLO
I.
di
Cecco,
dopo accurate riccrclie e studi ma non sempre sereni, (1) la figura di Cecco d' Ascoli potuta in gran parte uscire dalla fiorita leggenda di maE
diligenti,
go,
alla
sua
memoria
pure rimane ancora circonfusa di mistero e ha bisogno di nova e i)iii accurata luce, che la lumeggi specialmente dal lato tilosofico-religioso.
Nelle sue opere, alcune perscalti'e giunte a noi alterate, e mollo pi nella sua vita avventurosa, raccontata nelle circostanze pi variate e non di rado opposte, chi ha trovato materia sufliciente per proclamare senz' altro lo Stabili uno dei grecar-
2
sori e
campioni
(2),
rimentale
e chi invece vi
uomo
mare
monio
insignificante, che, in
d'inezie e
qualche verit
cui morte
attinta
del
comune
e o
patricolla
scientifico
Medio-Evo
\'iolenta
nulla
quasi nulla
l'arte, la letteratura
Senza correre a conclusioni estreme che sanno di esagerazione, ma elevandoci serenamente al disopra di ogni spirito picaccogliendo tutto ci che negli altri storici ci sembra attendibile secondo le sane regole di critica storica, noi cercheremo di ricavare il carattere dello Stabili dai suoi scritti. In quanto poi alle fortunose vicende della sua vita seguiremo, sfrondandolo della parte leggendaria e parziale, facilmente riconoscicino di passione, e
bile,
tici
il
sui
rimatori provenzali
italiani,
Angelo Colocci di Iesi, nato im secolo e mezzo dopo la morte di Cecco, e rintracciati dal prof. Giuseppe Castelli che li ha letti con la collaborascritti
da Mons.
gentile
(4).
poeta cristiano
Giulio Salvadori
Francesco Stabili nacque circa la seconda met di Ottobre del l'Qd ne' pressi di Ancarano, ove la madre ascolana erasi recata per una solennit l'eligiosa, anch' oggi avvivata da festeggiamenti e pie costumanze popolane.
3Ma
Ascoli,
sua
e,
vera
il
patria, al cui
egli
nome am
sempre mezzo agli
intrecciare
suo,
consider
anche
di lontano, in
applausi della scolaresca di Bologna, all' invidia di Corte e alla persecuzione degli
emuli,
il
figlio del
sempre
soso
(5)
rivolto lo
al
li
l'anima
sua
s'univa
commossa
alle
che turbavano,
:
indebolendola,
la
che non so chi nel mondo ti conserva facendo contra Dio cotante offese.
Verr lo tempo de li tristi jorni guerre che faran sanguigni i campi et infocati li tuoi monti adorni.
di
Quindicenne appena, dopo aver dato dell' ingegno pronto e ardimentoso nello studio della grammatica in patria (7), si trasfer all' universit di Salerno, ove
saggio
forse
s'
Avido
si
recava
guelfi e
ghibel-
i)r<)rompevano
vivissimi
in
continue
fratricide lotte, fissava sua dimora a Bologna, ove l' Kuropa intera accorreva con lo slesso entusiasmo che la portava u Gerusalemme,
pervenne, scrve il Coesagerazione, in tanta manifesta locci con admrration de' popoli, die non atramente era admirato che lina cosa immortale, ognuno convertiva in stupore giovane
In breve Cecco
;
ancora venne nominato professore di astrologia nel celebre Ateneo, nel quale pochi anni prima aveva insegnato il nobile, il saggio, il padre di Dante
.... e degli altri
miglior, che
e
mai
(8).
leggiadre
La
scolaresca
forse
di
Bologna applaudiva
in
buona
il
fede,
portava
ultime conseguenze
pregiudizio ori-
Durante il suo magistero Cecco conobbe Cino da Pistoia, il Petrarca e forse anche Dante (10). L* aura popolare che circondava il giovane Stabili e il suo insegnamento, se non mordace, spesso allusivo, non potevano non sdegnare i suoi colleghi e specialmente
i
medici,
quali,
per
ragioni
venivano precontro
Novo incentivo
alcuni
agli
odi
vogliono
ripetere
dal
gno verso Dante, che V Italia, dimenticando le sue divisioni e sventure, s' univa
a proclamare divino. Agli autori antichi
si
sono uniti
mo-
o
derni in questa accusa,
aerila e con veste
scientifica
letteraria
pi autorevole.
Francesco Palermo (11), seguito dal Carducci (ll^), e in genere da tutti gli
storici (iella
letteratura
italiana,
chiama
F Acerba nebcorrompe qualunque vero. Quantunque su i rapporti di Cecco col divin poeta si debba invocare nova luce, pure lecito affermare che lo Slabili non fu nemico personale di Dante, ma della sua scuola che bandiva i veri della scienza sotto il velo dell' allegoria, mentre r ascolano, quel velo non ce l' avrebbe
e perfino nelF elocuzione, e
e
voluto.
Qui non
qui non
si
canta al
si
canta a
che fnge immaginando cose vane, ma qui risplende e luce ogni natura
che a chi intende fa la mente lieta. Qui non si sogna por la selva oscura.
lascio le ciance e torno su nel vero
le favole
mi fr sempre nemiche.
idee,
Cecco, sa-
trascende
verso
Dante a un tono qiuisi di disprezzo; ci non toglie, eh' egli, austero cultore della
fredda e nuda scienza, non riconosca la dolcezza della poesia dell'Alighieri.
6
Fa
gi trattato con le dolci rime
il
e diffinito
nobile valore
1'
antiche lime.
Ma collie mai, esclama il Carducci, non proclamare Io Stabili nemico di Dante se giunge persino ad accusare di fatalismo e di poca fede V autore del Paradiso e lo
condanna
al foco eterno ?
Negli altri regni, dove and col duca fondando li suoi pie nel basso centro l lo condusse la sua fede poca. E so cbe noi non fece mai ritomo che il suo desio lo tenne sempre dentro;
di lui
Inoltre
Carducci
ci
anche
il
mo-
passione lano
delle stelle
mente vostra
secondo che
lo cielo
mi dimostra
Ma un uomo, per grande eh' ei non apparisce mai tale al tempo suo,
genere,
in colpa
sia,
e,
in
trovare
non
del-
rinvenendosi nei
l'
antichi
codici
Acerba. Intanto
di Cecco, e,
quando die
alla
luce
suoi
commenti
sulla
Sfera di Joln
Halifax
7
da Holywod (Sacrobosco),
apertamente.
si
rivelarono
Tommaso del Garbo, figlio di Dino del Garbo, medico famoso, accus lo Stabili all' IiKiuisizione, perch aveva parlato erroneamente di cose attinenti alla fede
cattolica.
Ma, conosciuta
satore,
il
la malignit
si
dell'
accu-
tenne pago d fargli ritrattare genericamente tutto ci che avesse potuto scrivere di eretico o di pericogiudice
loso, e lo Stabili vi si prest di
buon animo, in omaggio alla Chiesa Cattolica (13). Ma, proibitogli di insegnar oltre in Boaltrove
l'astrologia,
e
logna ed
privato
vag forse per varie citt d' Italia e, attirato dalle amenit, o, con pi probalit, seguendo come astrologo la corte del duca di Calabria, and a Firenze, centro dell' arte come Bologna del movimento scientifico (14).
degli onori del dottorato,
Nella citt
inimicitia
gentile,
dov' era
et
inveterata
de
dodi
dodi tudi, admiratione (15). Ma r asilo della reggia non poteva salvarlo dalle invidie sempre pi vive degli ennili Tommaso e Dino del Garbo, sdegnati perch Cecco era stato dal Duca preferito ad essi, fiorentini e medici famosi, trassero nel loro partito forse anche i seguaci di Dante e di Guido.
contra
:
Si fecero
spetti
risorgere
a bella posta
si
so-
che a Bologna
erano addensati
non poteva
delle
inse-
gnare
logia
fece
il
iJithlican otte
e,
principi
dell'astrospie, si
colla
resto.
cooperazioie
accusato di aver di nuovo opinione d' Ermete, gi revocata a Bologna, di distruggere la libert d'arbitrio, sottoponendo all'influsso delle stelle la nascita, la povert e la morte di Cristo, e di accertare che l' Anticristo nascerebbe 2000 anni dopo il Redentore, in
Stabili,
l'
Lo
insegnato
forma di soldato valente, accompagnato da gentiluomini, fu dal tribunale dichiarato eretico e abbandonato al braccio
secolare.
Il
16 Settembre
suoi
tela
1327,
fuori
porta alla
libri
d'astrologia e con
Su questa
la
il
funerea
sua leggenda, e
-^/
rlP*
CAPITOLO
Condanna
che mosse
di Cecco in
li.
Tommaso
del
Sfera
di
Sacrobosco e
-
degli
errori
religiosi contenutivi
Giudizio
sulla con-
danna.
Non
mossero
pochi
gli
scrittori
hanno confuso o
non esaltamente
le ragioni che Cecco d' Ascoli ad accusarlo all' In((uisizione con quelle che determinarono la sua prima condanna, riportata a Bologna il 16 Dicembre 1324.
distinto
emuli
di
Quantunque nella mente dei giudici le prime abbiano, come vedremo, esercitato
un' influenza
forse
notevolissima,
e,
oso dire,
i
motivi anche maggiore che non per i quali venne effettivamente condannato, pure devono considerarsi distintamente.
Con
ci
il
nesso
solo
unisce,
e
ma
nova
pi
sicura
luce,
10
la
fatti.
nuda successione
Il
Giuseppe
Castelli,
che
nello
studio di Cecco
ha
portato, se
non semconfessa
pre serenit,
neir ultimo suo scritto (16) certo grande amore, ammette come indiihitabile (17) che
i
medici,
guelt e
frati
minori formas-
congiura
a'
danni di Cecco.
faiii,
dai
presi
neir ordine
Ma su qual fatto certo si fonda il Castelli per lanciare una conclusione cos recisa? Su parole slegate dall' insieme narrativo del Colocci, parole che dicono e possono non dire. Forse si potr in qualche modo
logico pi
rigoroso
razionale.
ammettere l' ipotesi, non mai la certezza, che nella denuncia siasi intromesso lo spirito di partito; ma come dedurre logicamente e anzi accertare l' inframettenza dei frati minori? Per carit, non accresciamo la confusione nella vita dello Stabili
;
ce n' tanta,
razionale
studio
il
rendersi
alla
memoria
dell'
Ascolano
scienza,
forse
11
insegnava Astrologia, col favore del volgo e con r approvazione rumorosa ed entusiasta della scolaresca, verosiiiiil mente leggeva ancora medicina o almeno esercitava l'arte sanitaria Tommaso del Garbo,
fiorentino (18).
L' uno, in
se
steneva, con r autorit degli antichi astrologi, la scienza delle stelle fosse
princi-
scienza
medica,
ne la voleva aifatto sbandita, a che fare i segni e gli influssi della luna nella regolare funzione dell' organismo umano. Che Cecco ritenesse vei'amente e soste-
altro invece
nulla avendo
medicina, basta solo leggere il proemio ai suoi Connnentart sulla Sfera di Sacrobosco.
Per
lo Slabili
il
l'astrologia
antichi, essere
medica. Egli apre e chiude il proemio proclamando altamente la necessit nel medico di conoscere e considerare la natura e le relazioni delle stelle, perch la stessa natura alterabile secondo gli aspetti e le
relazioni dei corpi celesti (20).
1/ Astrologia
il
za medica; non pit darsi scienza priva della cognizione degli astri; tutto ci che
nasce
e
causa
efficiente, il
il
12
moto dei segni e delle medico senza la scienza delle stelle non pu operare con la massima perfezione; quasi un occhio che non in potenza ad operare^ un cieco che tentenna e a cui nessuno, se savio, vorr affidare la cura della propria salute . E cos di seguito in tutto il proemio, e qualclie accenno si legge ancora nei Commentari, nei quali dice: (21) Ritenete
stelle;
dunque che
la
Luna
significatrice di
ogni cosa, perch la sua la sanit di tutti, come il suo detrimento quello di ogni natura. Essa un celeste segno nel quale deve il medico prevedere . E' vero che lo Stabili non faceva che seguire l' andazzo dei tempi, e la confusione della medicina coli' Astrologia appariva al volgo come il pi alto perfezionamento della scienza medica, ma pure indubitato che non pochi studiosi combattevano con ardore, nell' interesse della scienza e proprio, questo strano miscuglio.
Tommaso
del
medico famoso, a lui, e specialmente figlio Dino, Cecco alludeva nelle sue
zioni,
scritti
chiamando quest' ultimo ne' suoi Gualfridinus ('22). Con piena ragione quindi possiamo riconoscere e stabilire l' unico movente della denuncia di Cecco all' Inquisizione da parte
di
Tommaso
del
scienza,
avvivato
Garbo da
forte
risentimento
personale.
13
umano deve esser poi esamiambiente in cui sorse e si svolse. E' questa la regola fondamentale che deve guidare l'occhio e la mente dello
Ogni
istituto
nato
nell'
nell'investigazione e
Quindi, per giudicare esattamente la ragionevolezza o leno della condanna che riport Cecco a Bologna, necessario dare
un
sintetico
spassionato
sguardo sul
consideai
sentenza,
tempi.
Canti (23),
una
le-
cui
suol
varsi
tale
scrivendo o parlando di Cecco d'Ascoli, oltre a confondere con leggerezza o a bello studio l' Inquisizione ecclesiastica con quella di Spagna (24), s son lasciati trasportare a criticare i tempi secondo le idee del proprio secolo, invece di giudicare gli uomini e le leggi alla luce di essi, serenamente. Noi invece vogliamo, nello scrivere questi brevi appunti storici, che taccia ogni voce esagerata di jiarlito, e s'elevi libeia
del tempo, sicuri di plauso vuoto e fuggevole di una folla facilmente montata, ma l'acconsenlimeiilo sentito e sincero di ogni spirito bennato.
e forte solo
quella
il
raccogliere,
non
14
La Chiesa cattolica manifest e comp gradatamente, attraverso lotte continue, queir organamento esterno, che, nello sfacelo degli antichi poteri, and sempre pi circondando di nova autorit. Fin dal suo nascere, l' eresie tentarono menomare il patrimonio della sua dottrina, ma lo Stato cristiano non poteva rimanere come ogni indifferente a questi assalti individuo, cos ogni societ ha il diritto
:
difesa e conservazione.
Sorsero quindi
e
i
Concili i
e
rezza
l'unit
dell'
ordine sociale,
romaeresia
no,
incominciarono a reprimere
delitto civile
(!25).
l'
come
Da Costantino a Valentiniano III furono emanati sessantasei decreti, tutti inseriti nel Codice Giustinianeo, nei quali si comminavano diverse pene agli eretici, di rado la morte, che i Vescovi si professavano avversissimi al sangue. Carlomagno si adoper anch'esso energicamente a mantenere e a rendere sempre pi
dell' unit religiosa che il vincolo aveva collegate insieme le razze teutoniche. Gli imperatori germanici seguirono quelli romani d' occidente e d' oriente Federico Barbarossa ordinava che gli eretici, ostinati o recidivi, venissero abbandonati al braccio secolare, e Federico IL prescriveva
stretto
ai suoi
ufficiali
15
contro
gli
(26).
d' investigare
civile di morte che considerava l'eresia fra i delitti pubblici, pi grave che quello di lesa maest (27).
E' questa la
i
contro
novatori, legge
Dante a
la
quei
fede
che presu-
mono
contro
:
nostra
parlare
gridava mal cri etti siate voi, e la vostra presunzione e chi a voi crede (28).
Suir esempio e
coli'
autorit dei
libere
decreti
Comune
Il
di Ascoli
gli
mandava
che
al
rogo in-
sieme con
rigore
dei
proveniva
solevano,
anche dal
fatto
che
gli
eretici
oltre quelle
religiose,
zioni politiche,
del popolo, i quali non si limitavano a reprimere, ma s" adoperavano a prevenire. Invece delle i)recedenti stragi armata
mano
Gant
dei
consigli
l'
di
guerra
senza
il
diritti di grazia,
Inquisizione, scrive
(30),
gente pi addottrinata e
meno
fiera:
am-
moniva due
gli ostinati
volte
prima
di
procedere; solo
col che salv
16
tribunali
civile e la
Chiesa
la
pena
ed
soggiunge:
l'
meno
passionati e di mala fede, proponevasi un fine morale, a differenza della Polizia moderna che subentr nelle sue veci, dalla quale si procede e castiga spesso neir interesse d' un principe o per mantenere
Il
un dominio
.
costituito
sulla
forza o
sull'intrigo
parzialit,
che non certo sospetto di dopo aver esaminato numerosissimi atti e documenti dell' Inquisizione,
Lea
(31),
Nonostante l' estensione conclude che la pena di morte aveva nelle leggi civili io sono convinto che il numero delle vittime che subirono il rogo assai meno considerevole di quel che ordinariamente
cos
si
pensi.
Neil' Inquisizione
la
pena
di
morte
relativamente piccola
modo
Premessa questa
dell' Inquisizione,
proferita
17
Il
P. Giuseppe
BofFito
(32),
dopo aver
esaminato, secondo l'ordine cronologico, giudizi che gli scrittori hanno i variati dato intorno ai motivi della condanna dell' Ascolano, si rivolge giustamente una domanda: Abhiamo noi i documenti"? Gli originali delle due sentenze sono purtroppo
scomparsi, ce ne resta solo un compendio, pubblicato dal Lami (33), e una sentenza
volgare del processo torentino, riprodotta
dal Cant e riassunta dal Bariola.
Quest' ultima una copia del secolo XVII, e non lecito, dice il dotto barnabita, desumere da questo tardo documento formulali contro lo Stai capi d' accusa
bili,
ma
doversi
ricorrere
alle
testimo-
nianze dei pi antichi scrittori e all' esame dell' opere che di Cecco ci rimangono. Noi abbiamo esaminato le opere dello
Slabili e le testimonianze di
Marsilio Fi-
accuse rivolte allo vSlabili. Quindi, in mancanza di meglio, la seguiamo, traendo da essa argomenti anche per il processo di Bologna.
Il
L'imi, brevissimo e
determinata.
attribuiti
Non
e
parole
specifici
ma
si
18
dice solo Francesco Stahili, figlio del maestro Simone, ha insegnato e parlato erroneamente di cose attinenti alla fede
cattolica (34).
esattamente
lenta
le
gradi
della
perse-
cuzione
cos
cui
and
soggetto
V Ascolano,
ignoriamo
affatto le
circostanze che
fatti certi
e deter-
specialmente
in
sentenza
pronunciata
delle
Firenze,
possiamo
\erosimili.
affacciare
ipotesi
molto
L'inquisitore doveva esaminare necessariamente il Commento di Cecco alla Sfera di Sacrobosco, che formava il capo d'accusa, u gli potevano sfuggire quelle opinioni, oggettivamente errate, che anch' oggi, sebbene nuitilate, come vedremo,
vi si leggono,
Ma, visto che non sarebbe mai riuscito ad indurre lo Stabili a ritrattarle, che discendevano logicamente dalla sua dottrina, come infatti non ch'era la vita sua (35) le ritratt dinanzi alla minaccia d'una conconsiderando danna certa di morte e,
tent che
l'accusato
sottoponesse l'opera
sua alla revisione ecclesiastica. Lo Stabili, che credeva sinceramente di non andare contro alla sua fede, della quale ne' suoi scritti si mostra sempre
riverente,
19
quelle
sostenendo
opinioni,
non
solo la
sua dottrina,
ma
s slesso alla revisione della Chiesa (36). Sull'animo per del giudice non aveva
sieme forse alla passione di partito, perch Cecco era ghibellino e Bologna guelfa, e alla considerazione di togliere un fomento ai contrasti e alle inimicizie che minaccia-
vano sempre
pii la
La condanna,
pi
scrive
il
grande di comico e
parte
sore
si
si
seriet,
riusc
di
atroce.
all'
infliggevano
austero
profes-
lunque, dall'altra
veniva
proibito per
sempre
Castelli
le
idee proprie
ma
allo studioso
sereno,
20
che lo neghi; e tanto pi grave e dolorosa quanto pi sentito era l'amore, anzi la passione che lo teneva avvinto alla sua
scienza diletta,
e
pi
cos
acre
il
dispiacere
apertamente dalle
male
il giudice dov essere determinato ad impedire a Cecco l'insegnamento dell'astrologia oltre che dalle ragioni inerenti al suo ufficio d'inquisitore, e a quelle esteriori ch'abbiamo accennato, forse anche dal fatto che come lo Stabili non si sa-
Ma
rebbe piegato giammai a ripudiare ogni singola sua opinione, creduta, e oggettivamente erronea, del suo Commento, cos non si sarebbe astenuto di novamente insegnarla. Vari scrittori, anche anticlericali, hanno ammesso che l'inquisitore da Cingoli abbia proceduto con relativa mitezza e condiscendenza: e lo piova anche, se-
condo me,
il
rimprovero
indiretto
rivol-
riporsi
le
cose che
contengono in detto libro (il Commento), non viste per lo detto inquisitore, sono contrarie alla natura e nemiche alla verit
cattolica.
Clie
frate
che mai faceva ritrattare allo Stabili se di erroneo non vi sono che esse sole ?
Gli inquisitori fiorentini
dunque
lo vo-
levano,
quasi
scusandolo,
rimproverare
d'essersi contentalo
21
una
ritrattazione
di
neremo, dopo aver dato un sunto della dottrina astrologica contenuta nel (lom-
mento
E me
alla Sfera di Sacrobosco. qui debbo incidentalmente notare coCastelli e molti altri scrittori che si il
sono occupati di (Jecco sembra non abbiano esaminato molto quest' operetta, occupandosi di preferenza dell' Acerba. 10 mi sono accinto alla fatica davvero improl)a di leggerla, e credo di recare dal suo esame, sia pure affrettato, nova luce per meglio e rettamente giudicare la ragionevolezza o meno tanto della condanna riportata da Cecco a Bologna quanto di
quella di Firenze.
La
da Cecco
in tutto
Commento
bosco e corroborala ad ogni passo da numerose citazioni degli antichi cultori della scienza delle stelle, si pu brevemente riassumere in queste projwsizioni (37). 11
logica, e ogni cosa,
fondamento della verit la scienza astroanche la stessa natura, alterabile secondo gli aspetti e le congiunzioni degli
11
astii.
vitale, la
Saturno della virt retentiva e Giove di (juella d' aumento. Marte deirirascitiva, Venere dell'appetitiva e infine Mercurio della cogitativa. La vita piena tutta nelle forze vitali
Luna
e naturali,
fcalrice
22
ch' la signirisiedono,
tutte
le
ma
nella luna,
cosa,
di
ogni
come
nel
proprio
soggetto,
virt dei
che esercitano negli elementi influenze molteplici e variabilissime, e cos forti e sentite da produrre persino
corpi superiori,
fatti
meravigliosi,
come
Gli
elemenli
le
alterati
alterano
e
alla lor
volta
complessioni
umane
da questo
sconvolgimento puramente fisico-animale vengono anche alterate le stesse anime, perch seguono ed informano i corpi. Cos, ad esempio, alcuni uomini sono, per l'influsso delle stelle, amanti della socievolezza, altri invece vivono solitari come belve. In determinate e rarissime congiunzioni poi dei corpi celesti possono nascere, e solo allora, uomini che sembrano divini, come il mago Merlino e l' Anticristo. Nei quattro cieli vivono gli spiriti che, cacciati dal cielo, hanno occupato l'aere e possono operare miracoli per lo pi simili a quelli dei Santi. Fra i demonii nobilissimo Fiorone, della gerarchia dei cherubini, il quale conosce molti secreti della natura e fu quegli che ingann il re Manfredi e dal quale i
cristiani d.evono in special
modo
guardarsi.
Su ogni provincia domina un pianeta speciale, che come 1' anima rispetto al corpo; per i suoi influssi avvengono le malattie
e gli infortuni e sono regolati la nascita,
la vita e
da
essi
siamo per natura Lombardi scienziati e insieme Bolognesi, anime di foco, cantori,
inoltre
arti
Lo mezzo
Slabili
riconosce
si
che
per
delle
magiche
qualche cognizione del futuro, que condanni chi l' esercita e lodi la Chiesa che giustamente li ri])rova.
pu avere quantun-
Lo
Stabili per
dannato e nemmeno
tribunale
inquisitorio
accusato
l'
al
per
astrologia,
eh' egli professava con tanto calore di persuasione e plauso della scolaresca, n per la mera credenza nella magia giudiziaria,
ai
segni
prognostici cre-
devano quasi
Gli
stessi
e,
laici
ed ecclesiastici.
si
inquisitori
dilettano
l'
di
astrologia
prima che
si
interroghi
malelici
ac-
cusato,
si
circondano
premurosi di ogni
e,
cautela
liailly,
contro
la pi
possibili
afflitto
la ragione
oggi.
Non solo siffatta credenza erasi venuta man mano numi testando in un ambiente
cio i)resso il volgo, ma aveva anche incominciato a prendere veste ed apparato scientilico. Agli influssi delle stelle credevano gli uomini pi spregiudicati del tempo, dal
adatto,
fiero
24
nico Federico
e,
castoro,
uno
dei capitoli
sulle
Deche intorno
ai
menti degli imperi, assegnando alle stelle le cause eh' egli aveva saputo trarre dallo studio profondo del core umano, temprando lo scettro a' re e svelando alle genti
di
di
si pu dire erano presso tutte le d'Europa, pagati largamente, onorati, protetti, vicini sempre alla persona del principe, che non ardiva fare alcuna cosa di qualche importanza se prima nonn' avesse ricevuto il responso dall' astrologo, auspicatore specialmente dell'imprese guerresche. Cos, ad esempio, il canonico Salione, padovano, presso la corte di Ezzelino, e Michele Scoto a quella di Federico IL Carlo IV. faceva pagare ai fiorentini il suo astrologo, Carlo V. fondava un col-
Astrologi
corti
legio intitolato
al
nome
di
Gervais, e
puniva solo
delle
le
molteplici e
della
d'inte-
pericolose
manifestazioni
pratiche
magia,
ressati.
il
pi
volte
trucco
25
Quindi con ragione il Bariola si sarebbe dovuto maravigliare se Cecco fosse stato condannato per l' astrologia giudiziaria, quando quella sia pure vanissima scienza
meglio
superstizione era
il
pensiero
(40) la
T occupazione
vera
e
astrologia
e con-
danne, che ha
si
coli'
averroismo,
S.
razionalistico
contro cui la
dossa, duce
Tommaso,
il
era
costante-
mente
in lotta.
altro fu
Non
stelli,
Pietro d'
Abano
(13i()), e,
della condanna di Cecco. Quantunque ammetta anch' io che d' Abano abbia veramente molli punti
di
contatto
special
colla
dottrina
dello
di
Stabili, in
lui,
modo
perch,
prima
pro-
clamava necessaria 1' astrologia nella scienza medica, pure debbo escludere assolutamente che il motivo della condanna di Cecco fosse V averroismo, perch, l' Ascolano batte pi volte Averro e la sua scuola.
Un
tuttavia nelle
parole
del
dalla scienza
alti'o
astrologica
il
si
campo,
filosofico
religioso,
l'
er-
anche di cadervi. Allora non era pi l' astrologia e la magia, tutta teoretica, ma Y eresia che s' in-
ma
26
qusiva e
le
Nella Maestruzza, detta anche Pisanella, perch scritta da Fra Bartolomeo da S. Concordio, la quale serviva ad uso dei domenicani, si legge infatti che degli astrologi
e
anche
degli
indovinatori
e e
sortilegi
g' inqiusitori
non potevano
non dove-
vano
interessarsi,
se gi manifestamente
non tenessero alcuna eresia. E una riprova 1' abbiamo chiara nei due processi di Cecco, ove non gli si ascrive mai direttamente a colpa l' astrologia o
la
certe
im-
invadere
e sen-
tenziare in
un campo che non il proprio, ha sempre portato frutti dolorosi, e lo vediamo praticato dagli imperatori bizantini fino ai giorni nostri.
Cecco,
avversari,
e,
nel
calore
dell'
insegnamento
teorie
degli
non sa
religioso e teologico.
Per convincersene basta dare un solo sguardo al Commento nella Sfera, a quel
Commento nel quale lo Spalazzi (4':2), che certamente non l'ha letto, vede nientemeno
che una scienza .... laicizzata. Lo Stabili, dopo aver accennato che Iddio largisce agli uomini il futuro, o manife-
27
o accor-
dandolo in premio della dottrina astrologica, e che per questo spirito di preveg1' uomo grazia tutta singolare genza
supe-
a citare versetti biblici a conforto di alcune sue opinioni puramente nalin-ali. Che la terra sia met scoperta per la
conservazione degli
rotondo,
uomini,
immobile e
il
cielo sia
dalla
Bib-
bia ed anche
dalle
stesse
perfezioni di
Dio
(43).
Ne
lo Stabili si
contenta di
ribadire la
a far servire
1'
astrologia
come
prova della divinit di Cristo. Che Cristo sia veramente Dio lo si prova, egli dice, per i Re magi, i quali erano i maggiori astrologi del mondo e conoscevano gli miiversi secreti della natura (44). Qui potrei ripetere con un arguto scrittore che Cristo non seguiva la stella, ma bens questa il Redentore intanto e mi piace farlo risaltare ancora una volta, che il passo r osservazione tutta nuova, era gi fatto, dal campo astrologico, quasi senza avvedersene, Cecco era entrato in quello tilosofco, da questo al religioso e
;
al teologico.
Cadde
egli
in veri
errori
di
fede?
Fu
giustamente dichiarato
eretico"?
Esaminiamo
le
minciando da qnelle contenute, o meglio, come vedremo, eh' erano contenute nel
Commento
Il
ha
gesuita P. Antonio Appiani (45), che fatto delle dottrine di Cecco una difesa,
fatti asseriti
senza prove, ricapitola tutte le accuse in quattro, o meglio in tre, perch dell' ultima, cio dell' esercizio dell' arte negromantica, gli stessi giudici non gli fecero serio rimprovero. Cecco, dice l'Appiani, fu accusato:
1. d'aver insegnato l'opinione di Ermete, secondo la quale dall' alte sfere si potevano far discendere i maligni spiriti
ad operare miracoli;
2.
d' aver
l' umano
'\rbitrio;
3.
d'
morte,
il
regno di Cristo, Per procedere con maggior chiarezza io stimo opportuno trascrivere il brano della sentenza di Firenze, il quale riguarda unicamente il Commento alla Sfera, capo d' accusa del processo di Bologna, di cui
ora
ci
occupiamo
(46).
Disse d' aver composto un libro sopra la Sfera. Ora, le cose che si contengono in detto libro, non viste per lo detto
inquisitore,
sono contrarie
alla
natura
29
Che cosa
uomini
dei
agli
nemiche
pi eretica, e pi a Dio e
infesta che
dire,
per
la
necessit
come
dice
un
tal libro,
scesse povero?
Che
Anticristo
dopo Ges
valente,
l'orma di soldato
accom|)a-
gnato da nobili, e non come poltrone accompagnato da iioltroni? Qua! maggiore eretica falsit che il porre F ora,
il
incognite
al
genere
umano"? E nelle azioni umane, col giudicare secondo la disposizione e operazione dei corpi celesti,
il
si
toglie al tutto
libero arbitrio,
jier
convinto
testimoni che
a operare con tale supposizione che cosa si potrebbe fare col libero arbitrio, ecc ? Cecco quindi era accusato di: 1. sottoporre la vita
corpi celesti;
il
di
!2.
Cristo
agli
influssi
dei
conoscere in qualche
modo
futuro;
accertare
3.
il
negare
il
libero
arbitrio;
4.
tempo
all'
il
modo
che
l'
della na-
In
quanto
nello
accusa
astrologo
e
delle
potesse,
studio
dei
segni
il
congiunzioni
celesti,
antivedere
futuro,
sarebbe
passi
inutile
il
30
che, e
diffondersi,
da
tutto ci che
siamo
del
venuti
dicendo e da
si
espliciti
Commento,
rileva
chiaramente che
lo Stabili credesse
a que-
intelligenze
superiori,
conferendoci
mano, non
trovasi a
mezzo
inganno
il
giorno,
futuro,
voglia
anche
per lo pi
come
disgrazia
di
un
esercito
un principe, la gloria o il decadimento di una casa e di una nazione. a questa acI giudici per non danno
e di
l'
Dove essi si fermano diffusamente, ed entrano quasi a disputare con Y accusato, sulla negazione della libert dell' arbitrio
umano.
L' insistenza e
la
polemica, in cui dettata su questo riguardo la sentenza volgare, che avr risentito
ginale, ci
31
questione.
Air influenza degli astri, scrive A, Graf dava in quei tempi assai pi forza che teologi non volessero. Infatti mentre questi si contentavano di ammetterla solamente sulla vegetazione, sulT atmosfera, sui corpi in genere e negavano in modo assolulo che potesse operare anche sulr intelletto e sulla volont, moltissimi astrologi, con non minor calore, dichiaravano che gli asti-i conservavano e reggevano la vita deir uomo immutabilmente, e ne svelavano il corso fin dalla nascita. Il pensiero della maggior parte dei cul(47), si
i
tori dell'astrologia
viene
riportato
diffu-
samente nel Commento e si pu cos riassumere Tutte le cose che sono generate, e si corrompono e si rinnovano nel mondo
:
inferiore trovano
le
cause
efficienti di
questa
intima
nuitazione
ci che
negli
astri,
nel
mondo
superiore
corruttibile.
Ma
poi
lenza deve
necessariamente
venire
in atto.
stessi
elezione
del
libero
arbitrio,
che furono prima in potenza che in atto, sono, ])er virt propiia e sempre eguale
corpi
celesti,
dei
generati,
corrotti
rinnovati .
Questa vivace lotta tra i teologi che partecipavano anch' essi, sia pur limitatamente, ai pregiudizi comuni e gli astrologi che si vestivano di filosofa ed a
volte entravano nel
campo
teologico,
non
dit, fino
s'and allargando con subita rapiad appassionare gli animi di tutti. Allora r Inquisizione, ad evitare un vero e fiuiesto sconvolgimento non solo nelle coscienze, ma, come facilmente avveniva
in quei tempi, in
ma
tutta
la
vita
esterna
cristiana, intervenne
con energia.
ricavava dalle si leggono
dell' ar-
Fra
le principali
proposizioni considerate
di
eretiche, che S.
Tommaso
opere dei
fautori
Averro
alla libert
una potenza
una via
di
mezzo
quali
nelle
teologi
di
gli
astrologi, dei
riserva
al
distruggere le ragioni
glosse
il
Centiloquio di
Tolomeo.
Non neg
ma
disse che
quantunque
il
circolo formato
pianeti
fosse
causa della
volont e
tivamenfe,
la parola,
vita,
dell' intelletto
non
clisposi-
non
forza
di
33
egli
recisa,
(lommeuto aveva
dice,
tengo,
egli
credo
per
il
certo.
Vari
passi
:
dell'
Acerba ne
delucidano
j)ensiero
Sono
li
cieli
organi divini
movendo, cosi il mondo se governa per questi eccelsi lumi immacolati, non fa necesHtd ciascun movendo ma ben despone creatura umana per qualit
E
i
anclie
quando,
Dante intorno
dera come disposizione de' cieli, afferma che nulla essa pu sull'anima se questa
contradice
:
il
il
n pu necessitate
in lei cadere.
Non
non vinca
34
forza da'
alla
esplicito:
Ma
per suo valore a queste pu far ombra se non s' inchina il suo voler gentile quando l'influenza vien da quelle se sua virt per queste non si sgombra allora donna sovra tutte stelle.
I
seguenze,
guardano, pi che
E quando
con
si
avesse ad
operare,
essi
si
dicono,
tale
supposizione che
il
potrebbe
fare
con
libero
arbitrio"?
N vengono scusati tali errori affermando che queste cose non procedono di
.... perch cos in fatto supcon le parole nega . pone, e Si pu quindi seriamente dubitare delle
necessit
muover
loro
rimprovero di aver ecceduto badando, pi che alle parole dello Stabili, all' essenza della dottrina astrologica che egli professa, dalla quale discende la negazione del
libero arbitrio?
Io credo eh' essi
non operarono
dell'
legger-
mente,
ma
furono pi logici
accusato.
E
con
infatti
le loro
35
si
afferma che
gli astri
quando
iiithienze
generano
e conser-
terra,
vano nel })roi)rio essere ogni creatura sulla quando gli uomini debbono neces-
sariamente conseguire nell'organismo la natura di determinati pianeti, nella cui virti consiste tutta la vita, cosa resta mai
del libero arbitrio'!?
E' vero che gli
astii
dispongono,
non
necessitano,
mc/mM^ non
sottile, e
si
necessitant;
ma
come
logicamejite ricorrere ad
una
distin-
zione, sia
pur
fermarsi a met
gli ele-
strada,
quando
alterati
ammette che
influssi
menti
sto
dagli
delle
stelle
sconvolgimento vengono altres alteanime, perch seguono ed informano i corpi? Noi potremo ripetere con 1' Alighieri
rate le stesse
;
libero arbitrio e
che
riguardavano pi dilettamente
religioso circa Cristo e
in-
segnamento
ticristo, nel
l'
An-
Commento troviamo assai di quanto detto nella sentenza. Riporto semplicemente brani relativi, senza alcuna considerazione, perch anche
meno
di
religione.
dello
il
zodiaco
r aquilone
che in essa
regno del
36
le
Sole
della
Luna,
il
cui
esaltazioni
.
formano
la principale
Poich quando
Sole
si
trova nell' A:
riete tutte le
cose
rinnovano
coloro
la
sua
cui
esaltazione dello
eterna,
e in questa parte
zodiaco nascono
da
r universo
Sole e della
esaltazione e nel
dall' intbrtunio,
dominio e nella
sar nato
il
re di tutti
secoli .
Cecco riporta le opinioni di Tolomeo e d' Almansor, e non le approva esplicitamente; ma non le combatte, come del resto fa con asprezza quando
E' vero che
non
le
abl)raccia.
In
nato per virt degli incubi e dei succubi, cosa assai diversa della nascita
del Redentoi'e sotto disposto cielo.
Dell'Anticristo
nel
Commento
:
si
legge
Quando Giove solo il seguente brano e Marte si congiiingono nel Cancro e nel Capricorno, ed in questo tempo avviene
la concezione,
semfanno come Meilino e mirabilia nel mondo r Anticristo, il quale sar concepito da nascono uomini
clie
brano divini
molti miracoli
Qui sorge spontanea una domanda. Come va che nel Commento oggi non si rinvengono integralmente quelle proposizioni riportate in
modo
nella sentenza"?
37
essi,
a bello studio,
tinte,
ma
inventati
sarebbe una supposizione tutta contraria alla persuasione che dei fatti e della loro relazione si formata il critico spassionato. Infatti, considerata la notoriet dell' accusato, presente, e
dizio,
la
solennit
del giuil
pubblico,
al
quale
intervennero
Cardinale Giovanni Orsini, legato del Papa, Buoso aretino, il Vicario generale Mons. Conte da Gubbio, i consulenti dell' ufficio
d' inquisizione,
che
ecclesiastici, e moltissimi
lettori
di teologia, bile
come poteva
(lavanti
esser
mai possisenza
ri-
leggere
allo
Stabili,
modo
foiina
tutto
in
una
tutta
dicendo: perch Cristo ebbe nella sua nascita la Libra nel decimo grado di essa per Ascendente, perci dovette esser giusta la sua morte per predestinazione e dovette morire di quella morte e modo che mor e perch ebbe il Capricorno nell' angolo della terra, perci nacque in una stalla; e perch ebbe lo Scorpione in secondo grado, perci doveva esser povero e infine avendo Mercurio in Gemini, in casa i)rogiuriato
Iddio
pria, nella
cielo, perci
38
Anticristo
metafore,
profonda sotto verrebbe in forma di buon soldato e accompa gnato nobilmente, non gi in forma di poltrone come venne Cristo accompa gnato da poltroni. Noi dunqne dobbiamo dire o che la sentenza sia inesatta, o che il Commento
doveva
avere
scienza
l'
mentre
La sentenza nna copia del secolo XVII dovremmo subito dire che essa sia inesatta, e il Commento integro. Ma il brano della sentenza trova un
e quindi
riscontro
nel Villani, il quale scrive: Disse come Cristo venne interra accor-
dandosi
il
del
storlomia, e dovea per la sua nativit essere e vivere co' suoi discepoli come poltrone e morire della morte ch'egli morio; e come Anticristo dovea venire per corso di pianete in
corso di
pi altre cose
vane e contra fede . Pi espliciti e conformi alle espressioni della sentenza volgare sono Marsilio Ficino e Pico Mirandola (5:2).
scaturisce
pur esse confermato da fatti propri del libro stesso ed esteriori. Vari capitoli della Sfera infatti non
dalle precedenti
obbiettive,
ma
viene
hanno
il
commento
solito, e in
una
parte
lo Stabili,
39
fine del
vi si riscontra.
Inoltre
manoscritto
il
del
Golocci,
affidarci
testimonio autorevole
veritiero
che
non
poteva ingannarsi e trascinare altri nel suo inganno (53), si legge: L'Acerba per caso camp da foco, con un Com mento della Sfera, quale falsamente li si attribuisce, OAero mutilata quella parte che pertineva alla negromantia, pei'ch perci fu abrusato el suo libro .
Inoltre va
anche considerata
1'
altra ac-
Quindi con piena coscenza, dall' esame sereno ed obbiettivo, della sentenza e del Commento, e anche dell' ambiente, noi possiamo concludere che il giudice di Bologna non solo fu giusto, ma anche mite.
critico,
40
CAPITOLO
allo
III.
Processo di Firenze - Ambiente ostile Preparazione all' accusa Stabili Biichiamo del processo di Bologna Arresto di Cecco - Nuove accuse tratte dall'Acerba e dal Commento alla Sfera vigente
-
Il
lo Stabili sub
quello
che non si potrebbe sua pienezza l' uno senza ricorrere all' altro, perch, oltre a rimanere invariato il capo di accusa, dalla prima condanna scaturivano conseguenze
spiegare in tutta
la
Lo si pu assomigliare quasi a una seconda edizione, condotta con pi minuta accuratezza e avvivata da nove accuse, le quali, se da sole non avrebbero peggiorata la condizione
tuttavia attraverso
dell'
accusato, viste
sfavorevole
dagli
41
emuli e specialmente di Dino del Garbo, dettero maggior risalto e efficacia alle precedenti e determinarono la rovina dell' Ascolano. L'astrologo di Carlo di Calabria, all'ombra amica della reggia, di cui formava, per la natura stessa della carica che ricopriva, la persona pi sentita e accarezzata, dimentic forse troppo presto la condanna
di
Bologna e
le
condizioni
tuttora
vive
suo carattere franco e libero, incominci a manifestare le stesse opinioni, per le quali era stato gi condannato, anche fuori della corte, fino a far leggere il suo Connnento alla Sfera nelle pubbliche
il
scuole
11
(54).
dai
atti
segni
fino
di
a Cecco una potenza straordinaria, quasi soprannaturale, non tard a manifestare apertamente la sua ammirazione, e con s vivo entusiasmo che, come scrive il Colocci, quando ano correva era proverbio in Firenze Ad Cecco d' Ascoli se ne va 0, quando autore degno si allegava Cecco
ti'ascorreva
negli
di
maldicenza e veniva sempre meglio preparando il terreno a Dino del Garbo, il quale mal doveva soffrire che lo Stabili, vinto e scacciato da Bologna, osasse ora rialzare la testa nella
di
42
sua Firenze, circondato dal favore del popolo e dalle grazie del principe. Non conosciamo ne' suoi particolari tutta r opera, piena di sagace astuzia, che si veniva lentamente svolgendo a' danni di Cecco, n quali altre persone, dentro
e fuori
stare.
la
lascia
facilmente
cupazione dei nemici dello Stabili consisteva nel tentare di far parlare
astrologo
equivoche e pericolose; infatti si mandavano a Cecco persone che lo richiedevano ad arte di giudizi su gli
su
cose
eventi
futiui
e
di
spiegazioni
Villani
su
vari
passi del
Inoltre
Commento
il
all'Alcabizzo.
ci
cronista
confessa
maestro Bino fu grande cagione della morte di Cecco .... e molti dissono che il fece per invidia. La preparazione condotta sapientemente era matura i sospetti, che gi s' erano addensati sul capo di Cecco, vennero rinnovati e la sua passata vita fu cos sfavorevolmente illustrata e commentata che r ambiente incominci man mano a voltarglisi contro, tanto cheli cancelliere del Duca, valendosi di un privilegio che la vigente legislazione gli concedeva, fece prendere Cecco, persuadendo Carlo a disfarsene, come d'una cosa ahhominevole.
che
il
:
denunzie, intervenne, com' era suo dovere, e, per giudicare se le opinioni che Cecco
43
insegnava erano ^'eramente quelle gi pubblicamente ritrattate in Bologna, si fece mandare il primo processo, che gli giunse il 27 Luglio 13i27. Dal suo esame si dedussero gli elementi principali di accusa e non fa bisogno che
noi
li si
am-
piamente esaminati nel jirecedente capitolo. Accanto ai Commentari gi noti, e sui quali i giudici si fermano lungamente, nella sentenza s(mo accennate anche due altre opere dello Stabili: l'Acerba e il
attive
ricerche
mostra
in
parte
sotto
un novo
caratteristico
aspetto.
Sembra che gii inquisitori non abl)iano potuto procurarsela, ma esaminarono r Acerba, condannandola perch in essa
presiqjpone che molte cose che appartengono alla virt e ai costumi nascono dalle stelle e a quelle ritornano come a loro cause (55). Che la virt s' acquisii per raggio di stella non che una logica conseguenza
si
della
dottrina
astrologica
seguita
dallo
Stabili, e la
mento alla Sfera pi recisamente che nelr Acerba, dove egli ricorre, come aveva
fatto per
il
libero
arbitrio, a
distinzioni
le
a parole,
affer-
Virt,
s'
44 -^
non dico
ma
in quanto
dispone
1"
anima bella
a conseguire
virtuoso bene,
l'
impio male
messa che le stelle operino uno sconvolgimento immediato e necessario sull'organismo umano, dalla cui varia conformazione Cecco poi deriva tante qualit
morali.
Dodici parti dell'ottava sfera sono cagione delle nostre membra
ciascuno del creare a forma vera
in loro fa qualitati et accidenti ....
si
Nel libro secondo dell' Acerba lo Stabili diffonde a parlare della qualit dell' anima per alquanti segni del corpo:
Quando tu vedi
questi zoppi e
gombi
impio fu lo segno della parte ed anche questi colli flesi lombi difecto corporale fa l'anima ladra
Non
ti
n delle
che chi
ti piglia,
impio
d'
animo
tempo conduce
Non
fu mai guercio con anima perfetta che non portasse di malizia schermo, sempre seguendo la superba setta li occhi eminenti in figura grossi
gli occhi veloci
45
matti e
falsi di
mercede
scossi.
onde
S.
di
morte
gli
vien
l'
Antonino chiamava eretico colui ctie dalle coslellazioni o pianeti osava gindicrfie determinatamente della vita dell' uomo e credeva dalla fisonomia e dalla complessione della persona potersi costriigere
r uomo
bene o al juale. Cecco non usa questa parola, che suona necessit, come non 1' aveva usata, almeno noli' Acerba, per il
al
libero arbitrio,
sulle qvudit
egli
ma
all'
tisiche
morali
i
dell'
uomo
non
teologi
volessero.
altre
Nella sentenza volgare si leggono inoltre accuse che sono applicazioni dei piincip generali gi esposti. Si rinfacciano
aveva tratto si accusava d'aver consigliato Sigiioi'i a non esser bene combattere per ora il Bavaro, ma gli si concedesse il tempo, in fi ito a tanto clic si potesse pigliare il tempo e il (fiorito atto alla guerra, e, aggiunge il Villani, d'aver rivelato gli andamenti e i latti di Castruccio e del Duca.
a Cecco certe predizioni che
i
11
che non
un mio amico carissimo (5()) mi assicura che anche questa accusa riportata nella sentenza.
46
quali si
potevano costringere per incantamenti sotto certe costellazioni a poter fare molte maravigliose cose
.
pericoloso di superstizione,
alla
ha
ri-
Nel
A'isto
Commento
Sfera
abbiamo
gi
che Cecco ammetteva gli spiriti potessero operare, per virt naturale, cose mirabili quasi come i Santi. Riporto ora qualche passo pi particolareggiato,
non privo
di
vivacit,
nella
forma di
rude in cui dettata l' operetta dell' Ascolano. Gli spiriti, che son posti fuori dell' ordine di grazia, scrive lo Stabili, si sono rifugiati e tengono i quattro elementi. Quelli che sono nell'elemento del fuoco ogni tanto infiammano l'aere con s vivido e orribile bagliore che sembra quasi una colonna di fuoco moversi dall' alto del cielo. Ci apparisce specialmente agli eserciti che nel cuor della notte si preparano e si ordinano a battaglia, perch i demoni stanno pronti a ricevere le anime. Gravissimo pericolo sovrasta quindi
solito arida e
all'
anima
di chi
pestre, se per
di Cristo.
come
si
47
di subito
ne accorgiamo quando
leoni,
formano immensi
elevano
Altri
al cielo.
si
tengono la terra, e vanno, ora di giorno in forma di poveri, di pellegrini e di donne fatue, che seminano discordie e morte fra le genti, ora di notte e si manifestano con orribili clamori, indizio certo di mutazioni e d sciagure (57). Tutti questi spirili che, a coorti, secondo la propria gerarchia, tengono occupati gli
elementi
vinatori.
dall'
uno
all'
altro polo,
si
posdi-
le
danno responsi
in
in idoli d'oro,
argento e di stagno.
spiriti
virt Oriens,
Amaymon, Paymon
tro
e carne
dell'in-
vocazione
in
si
e preghiere, e
una conca
e
pai'lano
rame,
appaiono,
specie
dei noi
famigliarmente con
do-
mestici.
ottenere
48
la
medesima credenza.
Anch' io ti voglio dir come nel foco fanno venir ligure i piromanti chiamando: scarbo, marmores. esmosco: li geomanti con li fochi punti, coli' ossa de li morti i negromanti, neir aere l' idromanti son congiunti.
Ciascun di questi nella piena luna spiriti convocando con lor muse sanno il futuro per caso e fortuna, per sti-epito dell' incantate palme, per 1' osso biforcato che si chiuse sanno il futuro queste dannate alme.
li
Questi maligni
spiriti
che sanno
atti fanno.
lor tributi
umano sangue e co' morti gatti con unghie e capelli e altri nutt e con ledinn, carne, miri-a e con l' incenso, con legno d'aloe ed altri patti fanno questi atti veggendo lor censo.
Parlando poi dei cironiauti, degVi anruil discepolo, al quale finge insegnare,
spi
gli
domanda
.... se
il
sternuto segno
d'
accidente
matte
Cecco risponde;
40
io a te: li ciromanti segni, quanto in noi sono per natura, io dico che di nota sono degni. Passa il segno per li sensi umani fin all' intelletto in sua forma pura si che intendiamo l'effetti lontani. Non che tal segno sia ragion di questo, ma noi fa certi onde il segno move che tanto il giudicar si fa pi presto
Ed
in
Del battere degli occhi qui ti dico che bene segno di futuri eventi
ecc.
Il Capitolo quaiio del quinto libro dell'Acerba una continua e minuta descrizione delle diverse arti divinatorie in uso nel Medio-evo e si pu paragonarlo a un piccolo trattato di maga. Lo Stabili vi riporta infatti quasi tutte
enumerate da Aquino, che giustamente le condanna, perch si usurpa con indebito modo la preannnnciazione dei futuri eventi, su cose che non hanno di per se la virt di causare la scienza, ma su segni vuoti e per conseguenza pertinenti a certi patti di significazione fatti col demonio (59). Esaminando per, con animo spassionato, le opere di Cecco, quali sono giunte a noi, si deve francamente confessare che la magia non v' appiovata, almeno nelle sue manifestazioni pratiche. Anzi nei Commentari alla Sfera lo Stabili chiama uqle
pratiche
superstiziose
d'
S.
Tommaso
50
mini pessimi quelli che l'esercitano e giusta la condanna della Chiesa, e nell'Acerba alme dannate quelli che, con le
arti
divinatorie,
riescono
a conoscere
il
Qiundi
si
io
pu
stabilire
alla
che
egli
credesse,
dagli
ziaria,
etTetti,
divina, per la quale tutto che possibile ci noto. Non posso perci convenire col BofRto
il
non proscrive
vi
cos eneril
eh' egli
fosse
inclinato e al-
occorrenza se ne servisse. Ma vi la testimonianza chiara ed esplicita del Villani, accolta da quasi tutti gli altri scrittori (60), la quale ci dice che una delle prime cause della condanna dello Stabili fu appunto quella degli spiincantamenti a riti maligni costretti per
poter fare molte maravigliose cose. Sorge quindi un' altra volta il dubbio
positivo che
le espressioni
dello
Stabili,
siano state in seguito mitigate e corrette. Infatti il capitolo quarto il pi corrotto del
poema
il
Commento
alla Sfera
il
mutilato,
Colocci,
in quella parte che pertineva alla negroman sia perch perci fu abrusato el suo
libro.
51
Aspettiamo quindi nova luce da novi documenti per unire o togliere quest' altra accusa a quelle non poche di cui non si pu, secondo F esame sereno che ne ahbiamo fatto, scagionare Io Stabili.
del pro-
la
legislazione
uno
poteva venir condannato alla pena capitale. Abbiamo gi dimostrato che veramente Cecco insegnasse di novo le dottrine rijirovate dal giudice bolognese: ci si desume anche dal fatto che altrimenti il processo difficilmente si sarebbe riaperto e infine dalla testimonianza del Villani Il quale suo libello in Bologna riprovato e ammonito per V inquisitore che non l'usasse, gli fu opposto die l'usa va in Firenze: la qual cosa si dice che mai non confess, ma contradisse alla sua sentenzia, che poi che ne fu ammonito a Bologna, mai non r us. Inoltre chi ci -assicura che lo Stabili, cos facile a sentenziare in un campo che non era il proprio, non abbia nel conversare dato alle sue dottrine scritte una forza di persuasione assai pi vivace e pi determinata ?
:
Intanto, istruitosi
il
processo in un tem-
5S --
p relativamente lungo, Cecco, dopo essere stato due mesi rinchiuso nelle carceri inquisitoriali (61), comparve al giudizio, che si svolse in forma solenne nel coro della
Chiesa de' frati minori. La sentenza volgare ci dice che l' imputato non ripudi le sue credenze, chia-
mate anche dal Yilan proibite e non vere, anzi afferm che esse non erano contrarie
alla fede cattolica.
Alle
singole
lo Stabili
segnato
e lo credo.
Noi abbiamo seguito la sentenza volgare, eh' del secolo XVII, solo in quanto trova riscontro nelle opere dell' Ascolano e nelle
testimonianze degli antichi scrittori e specialmente del Villani.
prestar
fede alle
noi
non crediamo,
non
lo
crede
Forse egli non fu eretico soggettivo, perch nei suoi scritti lo vediamo riverente sempre della religione e della Chiesa (62).
role.
Certo
riflettere,
che,
concessogli
ritratt le
il
tempo
di
non
venne dichiarato
braccio secolare.
Il
vigente, lo
ciato vivo.
Il
16
i
Settembre
suoi
misera-
mente
giorni.
53
Dinanzi
al
rogo
il
sassinio legale, alla vittima del furore teologico, all'ingiustizia assoluta nei
riguar-
Per noi, nati a vivere in tempi s dinon usi pi a siffatti spettacoli, quelle fiamme divoratrici che avvolsero la figura austera di Francesco Stabili, gettano sempre una trista luce sul tramonto del Medio-Evo, che pur tanta forza di pensiero e luce di bellezza condens e
versi e
colse tra
tadini e
del
nostro
secolo e
pi
turato
diamo
un
delitto,
una
solo la
passione
pu spingere
omai
sabile la Chiesa.
La
non
fede
si
si
fonila
sidla
Evo non
trice di
ma
Y autorit
che
o4
fondamen-
non poteva operare bruscamente contro idee, universalmente aflermate e sentite, perch incanutita della
sapienza
del tempo, sa che le trasformazioni per riuscire feconde
devono proce-
con
forze
unire e assimilare le
disperse.
Lo
pratica
lascia
della
vita e
ma
vi
un
lievito eh'
causa di fermento
inesauribile.
Chi sa quante idee che oggi sembrano ottime non saranno dai nostri discendenti condannate Essi non avranno per il di!
ritto di
intenzioni di
generoso
le projjaga e le
il
diritto
chiamare assasshii i giudici che condannarono lo Stabili secondo la loro coscenza e la legislazione vioente.
55
CAPITOLO
IV.
-
Commento
-
alla
Carattere Sfera e
sul
loro
quello
all'
Alcabizzo
Giudizio
valore scientifico.
Di varie opere latine attribuite a Cecco due, (03) rimangono ora solo riconosciute da tutti come veramente sue il Commento alla Sfera di Sacrobosco (64)
(l'Ascoli
:
dai giudici di Bologna e di Firenze, abbiamo gi esaminato largamente il Commento alla Sfera; ci limitiamo quindi a dare solo un giudizio sintetico sul suo
valore scientifico rispetto ai tempi.
11
si
scorge
breve opera la cura insistente, appasionata di voler armonizzare le nozioni cosmograticlie d'allora con i principi
dell'astrologia,
e l di
vera scienza,
intinti
qua
magia, pratica incerta. Non v' infatti capitolo dove lo Stabili non ticchi, non importa con qual nesso logico, le sue credenze astrologiche, di cui
56
e
il
diletto.
Per dare poi una forza appariscente di verit alle sue opinioni, ricorre, pi che
alla
persuasione,
all'
autorit.
Ed
un
continuo, stucclievole citare di autori antichi, della cui esistenza alcuni, non sap-
piamo per con qual fondamento certo, hanno dubitato, dicendo che le molteplici
citazioni
falsi,
scrittori
In ogni
modo
le
comparata con
se
credenze degli
altri astro-
logi contemporanei,
possiamo
stabilire che,
veramente
e'
tuttavia
non
si
pu,
leggermente hanno creduto, ritenere che lo Stabili abbia fatto un passo notevole sulla via del progresso scientifico. Anzi egli rimane troppo attaccato alla comune degli eruditi del tempo e si mostra
molto pi addietrato,
Infatti basti
setnpre
nel
valore
teologi
dire
che
mentre
modo
come
la
siccit,
la pioggia e simili,
gli eventi fortuiti e
natura inanimata e nella vita umana. Allo Stabili si possono, nella loro pi lata significazione, appropriare i versi che
Dante ripeteva
pur suso
agli astrologi:
57
Questa sua persistente preoccupazione lo trascendere a comentare le dottrine cosmografiche di Sacrobosco secondo i principi che trascendono i limiti delle cose naturali e invadono le qualit morali. Perci il Naud dubitava se lo Stabili fosse veramente padrone delle sue facolt
Io fa
astrologi
non
s'impacciavano, in generale, di religione, egli sottopone ai suoi calcoli questioni di fede, facendole anche servire a sostegno della sua scienza, come da questa trae argomento per provare persino la divinit
di Cristo.
vediamo, come sogn Io Spalazzi, cos facile ad abbandonarsi sidle ali della sua
fervida fantasia,
rin-
novata e laicizzata (06), ma l'attaccamento di Cecco alle credenze astrologiche e superstiziose del Medio- Evo, alle quale d solo un apparato e una disposizione scientifica, venendo cos con la sua autorit a ribadirle e ad estenderle. Infine non risulta affatto che lo Stabili fondasse la sua scienza sulle osservazioni e sugli esperimenti, nel senso che intendiamo noi moderni; anzi quelle conseguenze strane ch'egli deduce dalle dottrine puramente cosmografiche, conseguenze che a noi sembrano e sono corbellerie, posano sulla irrealt, sono rintracciate e per-
seqiiite
stelle.
58
in
alto
un p troppo
nelle
rude, lo stile quasi sempre perch infarcito di soverchie citazioni (67), rade volte acquista una certa vivacit, specie quando parla degli spiriti maligni e combatte il giudizio di Zoroastro sulla nascita di Cristo e le varie opinioni
La lingua
monotono
Una
mento
sola dote
riscontriamo
nel
Com-
scienza: Qui
me
benedicat
Bomimim
innovata suut
Tra
il
Commento
si
alla
Sfera e
quello
vede subito una certa ditferenza e nel contenuto e anche nello stile. Lo Stabili, fatto cauto della prima condanna, tralascia di impicciarsi di religione e mostra di occuparsi pi che d'astrologia della scienza cosmografica (68). Il Boftitto, che ha una cos grande faall'Alcabizzo
migliarit cogli
scrittori di astrologia del
il
Medio-E\o
sul
teria o
Commento
all'Alcabizzo:
prima
59
cidente cosmografica
Ci senza dubbio segna mi progresso, ma la dottrina dello Stabili resta nell'essenza la medesima, senza teorie nove, sa-
namente
Egli
ardite,
che
che
gli
possano procacciar
erudito
collettore
lode speciale.
non
un
semplice
apparato scientifico.
si
L'originalit e la novit
hanno
solo
in-
quando da
iafli
noli
si
deducono, con
conse-
molto pi quando si preraggimigono nove conquiste nel campo della scienza. Cecco non nelle sue opere latine n un oiiginale ne un
guenze nove,
corrono o
si
precursore;
dalle
sue dottrine
posteri
hanno
e risolvere questioni
Evo, che cercavano ancora giuste soluzioni. 11 P. Bofilto intatti s' giovato dei libri dello Stabili per dire Tultima parola sull'intricata questione dantesca de aqtia et terra . Possiamo quindi conchiudere con certezza che le opere latine dello Stabili conservano un valore solamente storico, e non
la
lode
di
alta
mente divinatrice.
60
CAPITOLO
Un' altra
opera
-
V.
dello
latina
Stabili
sulla fisionomia
schietta del nostro popolo, per suo abito naturale e vivissimo di osservazione, la prima a scorgere, quasi inconsapevolmente, quel nesso logico che intercede tra la costanza di determinate
L'
lo stesso
anima
azioni e
l'
compie. arguta semplicit, costituiscono nel loro insieme la sintesi delle principali proposizioni che
I
loro
i moderni cultori della Fisonomia umana difendono con tanto chiasso, anzi precorrono pi in l di quanto i pii arditi antropologi abbiano ancora presunto. Questo acume del popolo non deve per recarci tanta maraviglia quando si consideri che la maggior parte di queste osservazioni erano note agli antichi, la cui esperienza il popolo ha fatto propria, rive-
sona
61
pi
vivace e conspeciale
movenza
pi
La novit
delle nostre
il
disputate
(70),
conclusioni, confessa
Lombroso
poca che molte potrebbero risalire persino ai periodi quasi esostorici, ad Omero quando parla di Tersite, a Salo mone quando parla del cuore che muta
cos la faccia
N deve
si
avessero solo delle osservazioni antropologiche criminali staccate e disordinate, perch Aristotile e Avicenna ne parlano gi a lungo, sistematicamente, e infine abbiamo un vero e i)roprio trattato di
3. secolo dell' Era volgare, dovuto allo scienziato Polemone. Nel Medio Evo poi tutta una variata
fisionomia nel
segni
coli'
azioni
originali e notevoli.
Fra queste
il
si
distingue per
l'
ordine del-
l'esposizione e per
piccolo
t
miniature,
11
(1778) e recentemente il P. Bofito ha colla sua autorit volto il dubbio in grande probabilit, e ne ha [)ubblicato una copia, non pedante ma fedele, nel Supplemento
10 credo che
allo Stabili, per
Prima
trattato
il
fra
tutte
nella
lingua e
rappoi'to colla
dottrina
astrologica,
la
il
fatto
stesso
di
trovarsi in calce ad
un
antico codice
del
dell' Ascolano. Per far toccare la verit del mio asserto riassumer qui brevemente (72), con opportuni passi pararelli, il contenuto del
poema volgare
piccolo trattato.
Quattro sono
le
vie,
secondo
l'
Asco-
tra
ricavarono
dal
cio
del
clima,
diverso
stato
riguardo
ai singoli
moti
dell'
nell' or-
ganismo
nelle
qualit
dell'uomo
esposte
e in
gi
leggeri,
;
temerari,
proclivi
ai
piaceri
sensuali
Lo stato d' animo poi determina speciali segni rivelatori nell' espressione del volto,
nell' odio,
ecc.
antichi,
63
perch pi certa e pi facile, era la re{?ola che si desumeva dalla siinilitiidine delle parti esteriori dell' organismo umano con
quello degli animali. Cos l'uomo dall'aspetto caprino veniva
il
Filosofo
chiama
capra la pi stolta delle hestie. Chi ha il naso aquilino giudicato rapace, a somiglianza degli uccelli che vivo-
no
di rapina.
Neil'
Acerha
:
lo Stahli ripete
il
medesimo
concetto
doli'
aquilino naso
alti-ui.
lo
bene
La
{piarla
consi-
corporee in rela-
un uomo
si
scorgevano qualit fisiche pi proprie alla donna, ad es. le memhra superiori gracili, la bocca piccola, la voce tenue e lie\e,
le
labbra sottili, si liteneva aver egli un animo femmineo; mentre si attribuiva un animo virile a quella donna che aveva
il
corpo robusto ed eretto, la voce solida il passo largo e misurato. Lo Stabili chiude la breve premessa scolpendo efficacemente il significato vero die si d all' animo virile e a quello tciiimineo.
e grave,
Il
primo
veemente nel
aperto,
resi)ingere le
dio, liberale,
nimo
il
secondo
solerte,
timido, avaro,
cile e
64
subdolo.
moso mido
e imprndente. Cecco stabilisce inoltre delle regole speciali sul modo di giudicare rettamente
si-
La
regola pi
chiara
pi
forte,
nel
dubbio, deve sempre ricercarsi nella posizione e nel colore degli occhi, i quali sono i fori dell' anima secondo gi aveva
scritto neir
Acerba
Mostra
Il fisionomo deve poi avere pronta nella memoria. la esatta significazione dei segni del corpo, conoscerne la dignit, compa-
rarli e
saper
stabilire
quali
la
siano
nobilt
pre-
quanta
della
quindi
Seguono poi i diversi modi di giudicare Dal colorito del volto: Il bianco e rosa indica animo forte e virile; il bruno ac:
centuato
sesso
timidezza
malizia;
pallido
e
il
bianco
si riferisce al
femminile
il
il
debolezza e
scal-
incostanza;
bilit
rosso
il
lentiginoso
trezza e dolosit;
rosso di
la
ed insania; e infine
animo violento
65
indicano
Dalla carnagione: Se dura, parla di un senso e di un intelletto grossolano, se leggiera, indica natura e intelligenza buona. Molta carnosit nella faccia e circa il
ventre significa lussuria e rozzo ingegno.
Dal
riso
lecito del
egoista e invidioso.
scherza perenne un sorrisetto canzonatorio, stolto; come inverecondo colui che ride
ad alta voce e
tossisce.
Dai passi: Chi cammina lentamente un ebete, chi presto, leggiero. 11 passo grave, ampio e tardo indica magnanimit, specialmente se al moto delle mani e dei piedi converge tutto il corpo, con moderazione e tranquillit.
Sono
affettati nel
camminare
religiosi,
amanti del corpo. Chi camminando va colla testa china astuto e avaro, appunto come canta nelr Acerba
gli insidiatori, gli
:
L'
uomo guardando
avaro
in terra
che va chino
egli
e di sottile
ingegno.
dica violenza;
Dalla voce: Gridare profondamente incon frequenza, audacia e con turbamento, iracondia. Se la voce untuosa generalmente ci rivela
un animo
stolto e servo
del
ventre,
Dai
pie,
il
66
capelli e
dai peli:
i
capelli
lievi
indicano timore,
petto e
il
crespi audacia.
Le temdi
ventre rivestiti
molti
peli ci
ficativo,
che cambiano
diversi.
il
condo clima
indica timore, bont.
Balla fronte:
La
l'
animo vorace
l'
o-
blunga, docile, e
La
grandezza del corpo e del volto spira grandezza e seriet. Le rughe che la solcano nel mezzo indicano irascibilit e quelle volte all' in su
superbia.
Balle ciglia
gnificazione
Stabili gi ci
sopracciglia:
identica
La
loro si-
Non
ctii,
ti
n dalle
impio
d'
se le porta,
guarda non
ladro e
ti
piglia,
animo
falso,
fello.
s'
Importantissima la loro
e la
pi
ci
certa:
gli
occhi
grossi e
sporgenti
dicono
pigrizia ed
la
superba setta
lo batter
gli
con
fermo
matti et
1
falsi
de mercede scossi.
migliori occhi
il
fra
nero e
il
vario; n
animo senza virt e avido di lucro. Dopo aver parlato delle singole parli
del volto Cecco applica le regole generali,
gi esposte,
per
portare
il
suo giudizio
Anche
in ci egli
aveva gi
scritto nel
poema
volgare.
ampie
il
lungo
dezza, e
il
neir Acerba
faccia,
hanno
il
corto collo
lupi
d'
come
non
Il
li
basterebbe la virt
Apollo
sottile,
^d imbecille come
tato,
68
Dall'esame obbiettivo del piccolo tratmediante passi parallelli con l'Acerba e anche con i due Commenti, possiamo quindi, non solo con probabilit, come opina il Boffito, ma anche con positiva attribuire a Cecco quest' altra certezza, opera latina, interessantissima perch oltre a presentarci lo Stabili sotto una nova luce, ci d anche la base per determinare quale fosse il suo ritratto, e quale la forza della sua mente osservatrice (74). Non deve credersi per che essa non abbia alcun valore intrinseco e scientifico, che anzi si discosta assai dagli altri trattati di fsonomia in uso nel Medio Evo, e la gran parte delle sue osservazioni concorda con le ultime conclusioni dei tsonomisti moderni.
69
CAPITOLO
VI.
L' Acerba - Disparit dei giudizi sol sig^ficato del nome e stil valore scientifico e letterario del poema - Concetto generale
del suo svolgimento - Esame sintetico dei cinque libri che la compongono - Impor-
tanza.
Stabili si manisuo carattere e in tutta la sua cultura, che si svolge pi largamente che non nelle opere latine e con
L'
Acerba
in cui lo
festa in tutto
il
intenti
meno
indeterminati,
ha suscitato
andasse direttamente alla fonte paghi di abbracciare Cecco il primo giudizio che dell'opera di hanno dato la maggior parte degli scrits'
Se non
e ci si volesse star
tori,
o almeno
pi
autorevoli, ci trovescienziati e
remmo
imbarazzati, perch e
letterati di
egual
70
Ad
alcuni
1'
Acerba sembrata
persino
quasi un' opera divina, ad altri invece una raccolta confusa e disordinata di cognizioni gi acquisite dalla coscienza del tempo
e vestite di
versi
rozzi;
un
libro che
ha
ser-
avuto un po' di
viti
nome
i
ne sono
Questa disparit di giudizi cos grande debba ripetere principalmente da tre ragioni, che hanno scompigliati gii
io credo si
opere
dell'
Ascolano
a)
Y opinione pre-
oggi sostenuta dalla maggior parte dei letterati che l' Acerba fosse scritta per denigrare Dante e la sua Divina Comvalsa e
tutt'
media
b) la
vista e giudicata
r influenza speciale esercitata nei giudizi dalle idee prevalenti in un dato secolo. La molteplicit poi dei giudizi comuni, possono classificare in poche i quali si
categorie
ha
la
neir essersi la maggior parte degli scrittori ricopiati a vicenda, salvo lievi variazioni
tutte personali.
Pur tenendo conto di quei giudizi che mostrano una parte di vero, io credo necessario attenersi esclusivamente all' esame diretto dell' Acerba, comparata con le opere latine, che possono fornire preziosi schiarimenti.
71
Non per mio compito fare una disamina critica, larga e minuta del poema
dell'
anni
suo
svolgimento e
Acerba trova discordi sua primitiva forma letterale e nel suo intimo significato; ed tanta la disparit delle opinioni che si arriv persino a credere, basandosi falsamente sulle poche parole d' introduzione che alcuni editori misero in capo al primo libro (76), che il titolo non si dovesse
stesso dell'
gli studiosi e nella
ma
all'
autore.
Lasciando da parte questa strana ipotesi ricorderemo brevemente le vari opinioni che ottennero un certo seguito, alcune per il loro valore, altre per la semplice loro originalit.
che r antico
Quadrio, hanno ritenuto Acervus, mucchio, che, per successive trasformazioni fonetiche, divent acerbus e quindi Acerba.
I
pili,
dietro
il
titolo fosse
opinioni e
moderni per inclinano a tutt' altre si sono divisi in gruppi diversi. L' illustre storico tedesco Gaspary opina che si abbia, con pi probabilit, ad inI
della
il
egli, con la sua frequente oscurit non corrisponderebbe che troppo bene al titolo.
allora
poema, soggiunge
II
Castelli,
seguito
dal
Volpi
(77),
7i
perch crede
al
che r intitolazione
latino
della
e
sia
un neutro plurale
gusto
alle
significhi
cose acerbe
gente
abituata
dolcezze della
consueta poesia. Lo Spalazzi vedeva spiegata e chiara la ragione del nome nei due versi del capitolo quarto, quando Cecco gi presso a congedarsi dal suo alunno
:
filosofo,
Questa acerbit lo Stabili, da severo r ha voluta egli stesso, quasi per insorgere contro l' uso comune di porgere
cognizioni scientifiche sotto
allegoria,
il
le
l'
velo del-
con le dolci attrattive del bello. Dante aveva chiamato il Convito F opera in cui intendeva imbandire agli uomini il cibo della scienza. Cecco, nemico
d'
ogni
fiore
rettorico,
d"
ogni
carezza e
lenocinlo di forma,
e
cruda vivanda che offre ai suoi contemporanei . Bariola pi che all' acerbit della Il materia inclina all' et in cui scrisse l' opera (jiiveniUa), trovandosi scritto in molti codici Acerba et o Liber acerbae
aetatis .
il
accettando
che
il
creduto
tutto
dal Bariola,
speciale.
Il
ne
d un
significato
titolo
potrebbe
significare
libro
all'
educazione del-
73
r uomo, se lo si ravvicinasse ad alcuni versi del poema, dove lo Stabili parla del leone, che
deve
li
suoi nati
il
lassando
con sue parole in lor virt spirare a ci non degeneri sua stirpita
;
e a questi altri
il
quare trovi e
il
quia
levando
l'ali
dell'acerba mente.
Lozzi (79)
che
con una certa vivacit rimprovero al suo amico muovere fino a prof. Castelli, ch'ha creduto di non poterla
la
sostiene
accettare (80).
Tengasi per fermo, egli dice, che Cecco scrisse in fronte al suo poema La Cerva o la cerha o anche cerhia, come pur si legge in qualche codice o pi antica edizione, volendo in quel mistico animale significare se stesso, o secondo il
Salutati,
significare
1'
alto
sentire
di s
eterna.
sua
che
non ha alcun serio riscontro nel contesto dell'opera. Pu darsi che qualche codice
o edizione
egli sa
reclii la parola staccata, ma meglio di me che non ci si deve far tanto caso perch la correttezza in quei
al
pi
un
pio
desiderio.
trario a Cecco
74
sito di gettare
l'opera
sultra-
e delle edizioni
hanno
unita: le prime
impres-
1484; 1492)
Acerba
al quale,
come
solito
vero significato, opino che la parola Acerba si riferiva alla durezza della materia trattata,
puramente
poeti
le
scientifica,
quasi in oppo-
sizione ai
del
trecento
che
le
vesti-
vano
nozioni
naturali
con
grazie
dello stile.
Qui non
si
canta
al
modo
del poeta
che finge immaginando cose vane ma qui risplende e luce ogni natura che ha chi intende fa la mente lieta
lascio le ciance e torno su nel vero
le
favole
mi fr sempre nemiche.
gli
con ci
si
spiega in
modo
versi che
ha
sentito la forza
7o
E Mons.
Cecco chiam le sue cose volgari l'Acerba per la durezza dello stile, dicendo come Lucrezio, che le cose di filosofia non se possono cantare l'innamoramenti s giocondamente come
scriveva in proposito:
Dicendo
fogli
lui
molta
nella
dolcezza in
questi
acerbi
et
ad demostrare che lui anchora haveria hauto del vezo de parole, se philosopho stato non
election delle parole faxa Danti,
f usse
Questa digressione sulla natura e signisembrare, ma non affatto oziosa, percli getta una luce che ci guida sicura nell'esame dell'opera. L'Acerba viene divisa diversamente nei vari codici e edizioni. Secondo il codice 52 del pluteo XL laurenziano, esaminato
ficato del titolo potr
dal
Bariola,
cui
il
l'opera divisa
il
in
quattro
il
libri, di
primo ha 9
il
capitoli,
13.
se-
condo
19,
terzo 56 e
quarto
io
Invece
secondo
il
l'edizione
poema
distribuito in cinque
coir unica
variante
dal
codice di
avere un
Il
libro di pi
contenuto
sintesi
molto
dell'Acerba, che noi in passeremo in esame, riassunto bene da un sonetto che Nicola
Massetti di
l'edizione del 1507,
7(5
al.
come
Stelle,
distinto tutto
l'universo
com' disposto in noi stato diverso, a quel benigno il sole, a qual avverso,
come volge fortuna li suoi rai. Vedrai di tempi avversi ogni figura, di pietre preziose sue virtute, e di molti animai la lor natura.
Versi et esempi questioni e dispute che puoi tirar tua barca alla sicura e al fin trovar lo porto di salute.
^
Il primo libro del poema volgare delsi apre con 1' enunciazione di Ascolano l' un principio generale, che, nella sua brevit e freddezza, suona quasi un avverti-
mento al lettore il nostro intelletto, liminon pu, per la stessa sua natura, assurgere di per s a comprendere le verit sovraanaturali, spingersi oltre il nono
:
tato,
cielo.
fuor de
la
la superficie di
quel primo,
conduce
forma
intelligibil in
che divide
noi da gli animai per l'abito estrimo, qual creatura mai non tutto vide.
Dopo questa stecchita premessa l' autore incomincia a delineare la struttura del-
r universo,
la
77
superiore e pi
cui
parte
nobile costituita dalle sfere, che esercitano sugli animali e sull' uomo influenze
variati ssi me, e la parte inferiore o sublunare dalla terra e dagli elementi. Sovra ogni cielo, autrici del movimento e della conservazione della vita, stihstanzie nude, cio prive di materia,
stanno benigne per la dolco nota ove che la piet gli occhi non chiudo e per potenza di cotal virtute conserva il giro di ciascuna rota onde di vita riceve salute.
Varie sono
Stabili
stella
le
enumera.
Primo Saturno,
Msta
universal
non mira; il Sole, agente ogni suhietto ; Venere, stella d'amor; Mercurio, di buia volont; e infine la Luna, che riceve di tutti i cieli la
d'
virt e che,
.
. .
quando fra
li
raggi ella
s'
involve,
si
dissolve,
scema
I
li
fiumi ecc.
sono mossi da inV anima bella del fattor simile per suo volere pu far ombra, cio resistere,
cieli,
nove
(Gap.
l^,),
78
El principio che move queste rote sono intelligenzie separate. Non stanno dal divin splendor remoto non cessan li atti del mover possenti non posson nostre menti star celate
a'
sono quattro, e
forma pura
non
si
mira
finito.
La
la
terra,
grave qualit,
il
ciel divide
asferica di
si
forma sta nel mezzo come punto che nel cerchio asside.
il
Che
la
minor
che nel
ciel risplende,
Cecco prova dal che in qualunque punto del globo r uomo si trovi vede le stelle apparire sempre nella medesima grandezza e numero.
stia nel centro del creato,
fatto
Dal cielo sta la terra egual lontana per che la luce delle stelle mostra egual splendore ad ogni vista umana,
. .
.
nel suo
la terra al cielo
Non
all'
si
obbietti che
luna e
il
sole,
oriente,
mezzo,
prima snhstanzia
aere illuminato.
ma
il
tremito
tabile, le altre
79
della
terra abiil
caldo
Dinanzi
ai
moti
corpi celesti,
all' ecclissi
del Sole e
della
Luna, (Gap. 4.), lo Stabili ripete la pre1' uomo esamini tutto ci messa iniziale che pu raggiungere colla ragione, ma
:
non trascenda
sopra
chi di tal luce
e levi
1'
le stelle, si
che
si
non
Neir ecclisse
aspetti
il
:
sole pinge
paura
ore
negli
umani
il
Girando
ciel
vengono
le tristi
che il bello raggio nel sol se vela stando la luaa giunta nel suo core
ove
si
giunge
agli occhi
e quella che
per
s
lei
remota,
onde celando
non ha bellezza
Gravi sono
gli effetti
quando
della luna,
de gli acquistati raggi si che in nui par che la nostra perda sua vaghezza. Di ci che vive la virt geme per questo corpo che riceve in lui
di tutti
i
cieli la
Le
e
vapori
accesi
nelF aria a
modo
80
tema
se
da Marte
.
natura sotto
il
cielo attrista
la
tiene la terra,
il
fuoco,
cos
Mercurio
tarda stella della sfera grande mantien la terra e serba in sua natura, la prima stella le acque move e spande
la spietata stella
La
move
il
fuoco,
Mercurio tien 1' aer in sua figura tempesta move per suo tempo e loco.
I
loro varia provenienza ed orientazione, buoni e cattivi effetti. II vento che vien dall' oriente, dall' angolo primo dell' orizzonte, il pi benefico, risana l' aria e con la sua temperanza serba in perfetto equilibrio le facolt de-
cono, secondo la
gli abitanti.
La citt ha buon clima, come Ascoli quantunque vi siano acque stagnanti per
la cultura delle canape,
81
verso
1'
cessano
Da determinata
pori, (Gap. 7.),
v;i-
provengono
perturbazioni
Gira il sole due vapori levando da questa terra verso il bel sereno e 1' aere poi sempre va ispessando, salendosi con essa a poco a poco, tin ch' nel mezzo dove il freddo ha pieno per gli reflexi raggi e poi per foco. Stando nel mezzo de le parti estreme 1' acque si forma e cosi come grave vegnono a terra le sue gocce insieme, quanto pi freddo questo mezzo sito tanto pi. sente la tempesta grave.
La rugiada
la piccolina pluvia qual
pruina
se
forma del vapor che congelato nell'aria preme, e cosi pur la brina.
le stelle, e nella
meteore hanno influenze pioggia specialmente la luna, inatre de tutte umidit. Altri fenomeni naturali, (Gap. 8.), sono
Nelle diverse
tuoni,
i
baleni, le saette e
terremoti
Tuono non
entro
li
che r una qualit dall'altra vinta, e nelle fronde verdi prendi esemplo che fanno schioppi, se
il
fuoco
\i
lecle,
Il
82
s'
oda
1'
il
tuono,
udito
che r anima agli occhi dappresso troppo per il nostro vedere molto ardito.
Ad una
si
non
tuono e dei baleni, i quali hanno tanta maggiore intensit e durata quanto pi spessa la
verificano pi
fenomeni del
Ma
allora
foco forte
le
nimica
facendo suoni con gli accesi tubi. Se son rare, e son di basse note
lo foco, che
non ha contraria
faccia,
non
Il
.
fulmine
. .
fiamma
poco offende:
come
pu bruciare
il
il
il
contenuto
dell"
uovo
senza romperne
guscio.
Portando sopra
essendo lese dal fuoco supremo erano sane come fosser nuove. ^a dentro senza frutto e pien
di
vento
furon trovate
Il
Trema
la terra
per
li
chiusi
fiati
ma
tempo caldo non vanno d'intorno, vien nel dolce tempo el gran tremore.
venti e
Effetti (lei
83
dei
terremoto sono la formazione monti e delle valli, delle cui lente trasformazioni rendono testimonianza le foglie fossili plasmate nelle vene de] travertino.
Infine, (Cap.
9.),
Esso
nella
avviene
per
e
reflexlon
de'
ranni
nube aquosa
pu essere riprodotto
acqua
il
e di olio.
deridendo che la credono strada che mena in Santiago di Compostella, e chiude il primo libro con una savia riflessione, che completa il principio generale eh' aveva enunciato nell' aprire il poema.
Parla infine della via lattea,
pregiudizio
di
coloro
egli dice,
le
non
1"
solo
cose
visibili,
ma,
e
queste,
pi
va lungi
viene
l'
occhio
ombra
mistero.
Oh
al nostro
Dall' esame arido e freddo dei fenomeni j)uramente naturali lo Stabili volge, i)i
che la mente,
cui analizza
l' 1'
84
all'
animo suo
e
le
uomo,
di
indole
cause
che la
determinano. E la sua parola incomincia ad avere, a tratti, vita e movenza, che si spiegheranno poi pi tardi vivacemente, quando, quasi assurgendo a voce della societ, innalza le sue lodi ai pochi virtuosi e scaglia le sue invettive contro le citt italiane,
dilanientisi fra loro.
Nel Gap. 1. Cecco dimostra che precipua causa dell' indole e del carattere diverso neir uomo la fortuna, disposto cielo che clispon cosa animata; ma che ad essa l alma, in libert creata, pu resistere per V abito gentile, la ragione.
'
Centra fortuna ogn' uomo pu valere seguendo la ragion nel suo vedere.
Neil' ardore del
perch
nell'
di Vergilio
sentenza:
lei ,
vostro
saver
non ha contrasto a
ponendo che
In ci peccasti, fiorentin poeta li ben de la fortuna necessitati sieno con lor meta.
Non
si
non
vinca,
pu pi
La fortuna
con
la virt:
aiuta, dispone
la
Non
perfetto bene
85
non
s'
vai fortuaa a
clii
s'
affatica,
non
ha senza pena,
Ma
del
ben che la fortuna seco mena pigrizia 1' accomanda a povertate. Fortuna per ragione s' aumenta
e pi felici
si
fanno
li
effetti
quando
il
Nel
2.
Capitolo
Stabili
parla della
uomo
Per grazia dell' umana creatura Dio f li cieli col terrestre mondo
in lei
La conformazione delle membra del corpo umano dipende anch' essa dalle posizioni degli astri, che danno forma al seme
e qualitano persino le virt nella concezione.
uman seme
le
si
forma subiecto
de tutte
potenze
Dodici parti dell'ottava sfera sono cagione delle nostre membra, ciascuna del creare ha forma vera. In lor fa quilitati et accidenti.
Primo a formarsi il cuore, che, di conseguenza, nuiore 1' ultimo; poi il cervello, il ventre ecc.
Prima
1'
lo core nel
altre
naturale e nel
cervello
a-
nimale.
~
nati sotto
cattiva
86 -^
non possono
Quando tu vedi
lombi.
(83).
alma ladra
feto,
nel periodo della gestazione, e tracciate le regole per poter stabilire se il neonato si assomigli
me conseguenza
memoria pone
Giove per qual cresce, Mercurio move l'atto di ragione. Marte v'informa l'impeto con l'ira il terzo cielo 1' appetito mesce lo primo spiritel lo sole spira.
in nel concepto, e
La
luna
move naturai
3.
si
virtute.
Nel Gap.
l'
occupa
nel
opera latina di Gecco sulla Fisonomia. Quando 1' Ascolano incomincia a definire la virti in genere, e poi, pi ampiamente,
ciascuna,
il
pesantezza che
un
abito
elettivo
virtuoso bene.
87
Per essa l' uomo e gli stati hanno goduto soavit di pace e rigoglio di vita,
ma
di
il
tempo ha variati
s
li
costumi
gente in gente
nel cieco
mondo con
,
spenti lumi.
Lo
rare,
Stabili
con un elevato
il
prima
mira
fra
tutte
le
nell'
aspetto di costei
agli occhi miei
non
altro, a
mio vedere,
Senza di
cerba, sar
te,
esclama
il
poeta,
canti
in
dell'
uno A-
Chi tua bellezza mirando si rifiuta sua trista piaga non saner mai
Piover
saranno
il
parr che
i
il
bagnando
per la tristezza de
impii affanni.
Da Marte viene la Fortezza (cap. 6), che anno costante, nudo di paura nelle avverse cose de la vita; per, dinanzi alla
=- 88
acerbo morire.
temere,
Sempre
ma
gi
non
forte, ecc
(cap. 7.) consiste nel saper con la memoria del passato tempio e la provvidenza di quel che ha da venire, il bene dal male; la temperanza (cap. 8.) ferma signoria e freno dei moti naturali. E qui " animo del poeta
La Prudenza
discernere,
rivolge
un
memorie
natale
:
sua
citt
madre
fondata fosti nel doppiato cerchio si ch'hai mutata tua natura umana,
1'
acerba setta de le genti nove t' ha condutta nel vizio soverchio. Altieri e occulti son li tuoi figlioli
si
invidiosi son
soli;
tornate ne li atti belli, lucenti prendendo nota de li primi canti. Che da li cieli siete ben disposti ma non seguite lo ben naturale del sito bello dove voi foste posti.
Si
danno poi
i
le definizioni e
si
enume-
rano
societ,
Slira (lare
89
a cui
come
quando
si
con-
nova
altre vedute,
e della
11)
freno di ragione
e del carnale vizio le morse,
lingua refrenando,
li
occhi e
il
core
d'
amore.
mera
la
Nobilt
(cap.
11:2),
eh' egli
fa
provenire principalmenle
del secondo cielo,
1'
antica gente
contra quilli
nati,
di milli,
monti fir nostre castello il capo con li cigli arcati facendo de ior sangue gran novelle.
movendo
dinanzi ai
vizi
men
la
si
possiede quanto pi
s'
acquista;
esser tenuti
Superbia (cap. 14), volere sovra tutti immeritamente, il crudo male per cui si guasta ogni terra e viene ogni piaga di dogliosa guerra.
E
rivolgendosi a
90
abitare
salire.
non pu
Roma, capo
degli atti
lucenti,
esclama
ma
i
tuoi figlioli
la
che par
Il
consuma
il
corpo
l'
animo
si
manduca.
la
Dinanzi alle attrattive dei sensi pone nudit delle ossa nell" oscura tomba
:
Deh non
!
credete a
femmina sciocca
non
v'
Or vi ricordi come le nude ossa rimaneranno nell' oscura tomba e come morte a tutti d percossa.
Anche V Invidia
manduca
Dinanzi
1'
(cap. 16)
il
alma, distruggendo
core.
rivolge sdegnato ai
bel paese con li dolci colli perch noi conoscete, o gente acerba, con li atti avari, invidiosi e folli? io pur te piango, o dolce mio paese, eh' io non so chi nel mondo ti conserba facendo contra Dio cotante offese. Verr lo tempo de li tristi giorni di guerre che faran sanguigni i campi et infuocati li tuoi monti adona.
Ma
sono
inutili lamenti,
che
91
Si
enumerano
infine
gravi
effetti
della
Gola
della
Vanagloria (cap.
18),
falsa
nomi-
nanza;
acceso sangue
dell'
le
Ascolano sono
citt
italiane
suo animo ha avuto fremiti di sdegno e di amore. Su quel sobbollimento d'istinti e di passioni egli ha desiderato che una luce domini, la ragione, e una virt divina aliti creatrice (li una nova va, Y amor fraterno.
Piuttosto perdonar che far vendetta,
che de
1'
eterna pace
il
bene aspetta.
* * *
fondamento
all'arte
re del Medio-Evo,
lo Stabili
rimanersi in disparte silenzioso; tanto pi che nella fiorita lizza letteraria erano scesi,
cinti di
nome
i
glorioso e gi
sicuri della
vittoria,
stil novo. Cecco volle entrare anch'egli nel combattimento, usando armi diverse, facendo udi-
m
re
i
e,
di
poeti,
vane
za;
mezzo al fascino che esercitavano che fngevano immaginando cose la voce austera della nuda scienper suscitare un pi vivo e largo
i
interessamento, cerc
canti.
competitori proprio
e in
Guido CavalAscolano
trattata
:
Nel
lo
Cap. del
la
svolta
medesima
all'
il
dottrina,
gi nel
Commento
Alcabizzo
la pri-
ma
desiderio vago, o
meglio
cielo,
la predisposizione
muove
dal terzo
conformit cio
dell'
ascen-
Conformit
trasforma
1'
di stelle
move
affetto,
alma ne
la cosa
amata.
Venere
n' la
vaga
non
gi,
come errando
e tristo,
scrisse Cavalcanti,
Marte, igneo
che tien
l'
impeto
con r
ira, e
la dolce fede.
Non appena alla conformit delle stelle, che di per s non varia mai 1' essere del soggetto, segue nelle anime disposte V accorgimento reciproco del piacere, l'animo parziale, cio la simpatia, si trasforma subito in un vero e pieno amore, il quale fa il cor deciso e unisce gli amanti cos intimamente che 1' affetto loro
non
.si
93
calamite che tirano di nostra tivianitade lo spirito col piacer ; questo volere uno delle anime forma, crea anzi la vaghezza,
che non pu nascere, come falsamente stima Dante, da nobilt o da bellezza corporea
:
Amor non
et
consimil stella
move
le
persone
un volere forma
la
vaghezza.
stanza, contrariamente
l'Alighieri,
il
delin
amore
dividui
L'amore ha diversa intensit nei vari inse limitato, non offende, ne toglie alla virt il suo valore, mentre se
;
smoderato, fa languire
lo cor, e sospirando
il
fa dolente
sentendo pena
L'affetto
di
novo martire.
r Alcabizzo dice mosso dall' aspetto di Giove verso Venere) forte e insieme dolce, dura ognora, e per esso V alma nel ben
si trasfigura
;
1'
affetlo
invece
carnale e
vizioso
Iriuo
(li
(generato
rude,
e
94
Preso dalla bellezza della virt, fonte viva di grazia, nel cui possesso l'intelletto s'acquieta e posa beato, lo Stabili scioglie
gli
porse
nuda mente
Per ben quarantasei capitoli parla della natura di molti animali, anche favolosi,
da cui poi trae ammaestramenti morali, perch sempre meglio risplenda la virt
alle
cuori.
Come
nere dal
ridotta
in ce-
fuoco, causato
d'
dal
presto
moto
al
un
tratto,
unica
mondo, per
libra
virt della
il
cantando
volo
cos la virt,
oscurata
per
un momento
1'
i-
gnoranza col dolce suo foco, risplende di novo e torna al mondo per 1' eccelse rote. L' Aquila (Gap, 3) non invecchia mai, rinnovandosi nel grave e alto volo, uccide i figli che non hanno fermi gli occhi
ai raggi
del
sole,
della preda, e
boli
;
de-
la
Lumerpa
4)
ali
vestita di
lucenti
sue
sono cos
il
ombra con
loro
splendore lo Stellino (Gap. 5) segue con tanto desio la bellezza del cielo che ab-
bandona
il
dolce
nido,
95
mentica V uovo dalla branca, e arriva con grande ^rido a Mercurio che V invita il
Pellicano infine (Gap.
fianco e col
6j
ha
1'
animo
cos
vita ai
questi
arp:oment
per far
vedere i diversi lati della virt. L' Aquila dice misericordia e carit e, nell' uccisione dei figli dalla vista maculata, la fine di
chi
la
non rimira
il
Sole eterno,
il
Creatore;
Lumerpa simboleggia la fama, che non muore, dell' uomo virtuoso lo Stellino, r amore a Dio, che conforta 1' animo con
;
r eterna speranza e
e le tristezze
fa dimenticare
dolori
della
vita
il
Pellicano,
di Cristo,
sangue
.... riprendemmo
Nel Cap,
vita
natura
il
elementi: cio la
Salamandra
il
del fuoco,
Camaleonte
dell'aria,
pesce
Alech del-
l'acqua e la Talpa della terra. Il Piombino (Cap. 8), a cui restano, anche dopo morto,
le
penne,
dice
speranza di
risurrezione
:
quando
la forza del
il
Fattor beaegno
chiuder
Per
il
96
suo calore naturale lo Struzzo converte il ferro in nutrimento e guarda pentito, con occhi che sanno umiliazione, i figli dimenticati, a somiglianza dell'uomo retto, che, col dolce fuoco della virt, distrugge il peccato, o, abbandona(Gap.
9),
il
occhi lacrimare.
Cigno (Gap. 10), bianco senza alcuna macchia, e canta dolcemente nel morire, come l'anima pura nel distacco dal corpo esausto gioisce innamorata di Dio: la Cicogna (Gap. 11), sdegna la compagna infedele, va sola, pensando, per la campagna,
Il
velenosi:
dai
suoi figliuoli
nutrimento e dolcezza, s che in pace posa l'uomo che abbandona, i suoi voli; cos disdegnando, il vizio, non teme il veleno mondano; ma, fiso l'occhio al Creatore, posa l'animo con soavit e pace sopra le stelle. E via di questo passo, mostrando al
lettore
i
derata anche negativamente, tratti dalla natura e dalle abitudini strane dei vari
animali.
simboleggia il morale; la 1' delaccecamento 13 Civetta, ( Gap. ), Tanima viziosa, la quale non vede che vivendo ella si muore; la Pernice, (Gap. 14),
(
La Cicala
Gap.
),
pentimento e la riabilitazione
Invidia; la
Rondine (Gap.
15),
carit e
fidanza;
la
97
o
Popula (Gap.
verso
forza
i
Upupa
(Gaj).
16),
il
rispetto e
gratitudine
17),
genitori;
Calandrello
l'Avvoltoio
suicidio:
il
della
virt;
(Gap.
18),
disperazione
19),
Falcone
il
(Gap,
nobilt e
grandezza;
fede;
il
Grifo (Gap.
i^O),
prudenza e
Pavone (Gap.
penitenza;
121),
vanit; la
la
Gru
(24),
(Gap.
M),
concordia e pace;
il
Tortora
(Gap. 23),
stessa.
Gorvo
(Gap.
Dopo aver
(i^5-29)
il
parlato
cinque
capitoli
degli animali
il
acquatici: la Sirena,
Granchio,
lo
Rospo,
TOstrica, e
le
il
Del-
fino,
Stabili
ricorda
maravigliose
la
il
virt degli
il
animali
Basilisco,
il
l'Aspide,
Dragone,
Vi-
l)era,
Goccodrillo, lo Scorpione,
Botto
il
Ragno.
si
Gecco
roso,
esempio
re
dev'essere sempre nuda di paura anima reale con ardita vista, veggendo dei nemici la iigura.
E quando
L' Elefante,
il
pi
intelligente
fra gli
dilende;
il
Leopardo,
inganna
98
il Leone nella caverna, facendolo cadere nel tranello preparato; la Iena, cava i morti dalle sepolture e contrafta la voce umana; la Pantera, secerne un odor di dolcezza che le attira gli animali d'intorno;
la Tigre,
corre
veloce
come
saetta
i
ed
e
le s'
involino
tigli;
Castoro, l'Unicorno, la
si
Scimmia
il
diletta,
mortalmente
lo saetta.
lettore
manda davvero un
quando finalmente
sospirone
lo Stabili
di
sollieAO
non prolungarsi ancora sopra le propriet di molti altri animali e di riservarle piuttosto nella penna slanca.
dice di
ne
la
stanca penna
riservo:
bene aperte.
Infine in
sette
nove
capitoli
parla
di
ventiIl
pietre
ci
dalle
virt
pi
svariate.
diamante
smeraldo rafforza la memoria; l'agate al negromante per arrestare le tempeste; quella sanguigna conforta la vista dolcemente; l'alestrio genera costanza; il berillo, amore; il topazio, quiete all'animo irato. Il diaspro conservato con
lo
nera serve
il
gagate dalla
donna gravida,
impu-
nito
;
99
panterone ha tutti i colori dei diacodio chiama gli spiriti; il giacinto fuga i veleni; l' abestone luce come una stella; la calamita attrae e respinge il ferro; il carbonchio splende al
il
pianeti;
il
Tamatisto toglie l'ubbriachezza. Infine, brevemente, accenna ai diversi effetti del ceramo, del calcidonio, del cristallo, dell'entra, del corallo, e delle perle
che nascono nelle conchiglie marine o si formano dalla rugiada celeste. Dopo aver tratto da tutte le pietre buone
qualit, Cecco chiude
il
ca]titolo:
Qui faccio
pi degne.
si
rileva
alla
il
desiderio
alla
Stabili
lode e
gloria, nell'Acerba, e in
modo
speciale nel
suo carattere, che si assomma nel forte sentimento della propria dignit e del proprio valore, appare in modo pi completo. numerosi problemi nituiali che fnI ge porre all' attenzione di un discepolo immaginario e che scioglie egli stesso, trionfalmente, non sono che voluta occasione per
i)oler
fare
largo
nel
sfoggio
cui
i
di
erudizione e di
sapere,
poi
faticalo
postei-i
conseguimeido avi
[)ress()
fama
gloriosa.
100
Tesoro edificar ne
e chi
li
bon
li
nati
conserva
memoina
passati:
fama
fa diletto
lor chiama.
Mentre negli altri libri del poema volgare espone freddamente e impersonalmente la dottrina naturale, in questo invece entra egli stesso a parlare con vita
lo Stabili
pro-
blemi circa l'essenza dell'universo ricerca le cause prime, per mezzo della filosofa.
10 voglio qui che il quare trovi e levando l'ali dell' acerba niente, seguendo del filosofo la via.
il
quia
filosofo
Per se lo sguardo attento, indagatore del giunge a scoprire i nessi che regolano i fenomeni naturali, tuttavia la ricerca non facile e completa, ma frutto del dubbio, datore vero di scienza, e solo per il quale la mente nova risorge e vince la prova.
11
dubitar che rendo gran virtute che lo mirare de la prima gente fece noi certi dell'alte vedute.
subito, nel Gap. I, tratta, dubitando, questioni sulF amore, la cui soalcune di luzione vivamente gli sta a cuore come
quella che toglier vanto ai poeti, che, con lenocinli e le carezze dell' arte vuota, i
menano troppo
gli scenziati.
Cecco
ci
amando
101
della
non corrispondenza
|)aterno,
della
donna verso
la
chi intensamente
l'ama; spiega
forza
dell'amor
figli
perpetuino la
ma
prediletto:
core.
che
si
elidono, perch
altrimenti la terra
moverebbe
i
e si avrebbe
una
sola
sta-
generando
le
prime
maggiore lontananza. Per dare a questa spiegazione pi grave forza di verit cita un esperimento, che consiste nell'avvicinare e allontanare dalla nostra vista, successivamente, un lume artificiale,
che quando pi s'acresce pi
scintilla.
cosa
il
scorgono diversi l'uno o pianeta; il sole poi trae a s d'ogni vapori e riscalda, perch
si
secondo che
signoreggia
per
in calda
forma
l'aer trasliarura.
esperimento:
102
Convalida questa sua sentenza con un un vaso di vetro, freddo e pulito, pur non ricevendo calore dal foco, si trova caldo per la luce che lo ferisce
drittamente.
Parla della luna e delle diverse sue fasi; le influenze che esercita sull'uomo e sulla vegetazione pi fortemente che non gli altri astri, perch essa pi dappresso
enumera
move
e riceve la
virt di tutti
i cieli.
Notevole, quantunque la scienza abbia ripudiato anche questa ipotesi cosi comune
tra
il
sul
per pi tempo
il
li
conserba.
Infine chiude
effetti
del sangue
sul cavallo
dorme
allo
scoperto
e della diversa
efficacia dei
raggi
i
solari
piagato,
secondo che
o,
raggi
lo feriscono dispersi,
riuniti
in fascio,
e stabilisce
fluenza e
venti.
Le
l'aria,
stelle
che
rigano
lucenti
sono
vento.
via
lattea
che
mostra
la
103
bianca bellezza, dei venti periodici, e della natura e formazione del respiro. Notevole la s{)iegazione scientifica dell'eco, che descrive con termini chiari e
precisi:
Perch chiamando
presso a
le
mura de
oneste donne
con simil voce rispondere i venti ? Dico, che l'aere questa voce porta trova l'opposto, che riflette l'onne si che la voce torna qui ritorta.
Il sospiro si forma nel cor dolente, quando r animo preso dal desiderio dell' immagine adorata e s informa del suo pen-
siero: la vita,
forza, aspirando
ratrice,
ampiamente
l'aria risto-
Quando
onde s'infiamma il core; da poi trae l'ar sentendo il martire si che il sospir languendo manda fuore.
noji spira l'uomo,
Il
donna amata:
Ohim quegli occhi da cui son lontano, Ohim memoria del passato tempo. Ohim la dolce f di quella mano, Ohim la gran virt del suo valore.
Ohim, che il mio morir non per tempo. Ohim, ch'io penso quanf il mio dolore.
Ohim piangete
le
forme di
magia
di
cui
ci
104
motivi della
poeta
si rivolge al discepolo ed esclama, ribadendo il concetto che informa tutto il quarto libro:
che
non
Trova poi
trazione della
zolfo.
sperimentali, le dialle
acqua sottoposta
riprende Dante, con la solita posa di erudito, per aver ignorato nel sonetto Io sono stato con Amore insieme l'efficac-ia
del suono delle
campane
nelle
tempeste
contro
gli
angeli
genti lunane:
suonanio allor le tube sante fugge lor setta come gente rotta; questo secreto non conobbe Dante.
Il
circa la Terra:
le
Gap. VI tratta di alcune questioni per 1" influenza degli astri piante producono frutti diversi e hanno
i
vita ineguale;
metalli
vengono generati
membra
del
corpo
variamente;
effetti
105
Et
e lor
costumi.
Da
sono ben disposti dalle non ebbero mai lebbra e non soffriranno infortuni e malanni per la valida protezione di S. Emidio. Nel Cap. VII lo Stabili dice di aver sempre avuto paura di tre cose: d'esser d'animo povero, di servir gli altri e di
Gii
ascolani
di fronte alle
marabocca disde-
Speso ho
il
tempo
di
in acquistare e sapere et
Non
e
il
Tanto
stabilito e
ombra
.
.
celata luce
non
traluce.
e riverse,
106
durata delle notti, e chiude il Gap. parlando della luce, anima e vita del creato, e senza la quale l'uomo diviene mesto. Scioglie nel Gap, Vili molteplici questioni sulla nascita, sulle abitudini e utilit
degli animali,
seguendo
Giovane.
agli
Seguono quattro Capitoli intorno atti umani, con argute osservazioni. Il fine dell'uomo non su questa
fugace:
terra
Ogni natura
7na allor
creata al
suo fine
questo mondo,
il
lo qual dell'alma
non
in
suo Fattore da vista a vista con l'alme divine sentir pace ne l'eterno amore.
si
quando veder
Non
uomini
clie
son
li
fallaci e
nudi di salute
ne
bisogni,
ma piima
in
Tanto ha di ben ciascun, quanto ha d'amore, tanto ha di ben ciascun, quanto ha di fede, tanto ha di ben ciascun, quanto ha d'onore, tanto ha di ben ciascun, quanto di speme tanto ha di ben ciascun, quant'ha mercede quanto intelletto ha l'uoui, tanto ha di bene.
Sensate sentenze morali abbelliscono vagamente, quasi ricca cornice, le nozioni naturali che lo Stabili svolge: la virt vera e duratura ricchezza; la povert ono-
rata confonde
di mali;
la
il
107
che in-
nobilt suppelletile
gombra
non va congiunta colla scienza; il savio non accnmola ricchezze, che, come tutte le cose umane, sono passeggiere; la donna vana e leggiera come vento, e fa rumore pi di dieci uomini parlando, in lei mai fu virt perfetta,
se
salvo in Colei che innanzi al cominciare
chiama femmina.
fera;
Femmina che ha
meno d'una
il
quando
arma
di
Satanasso e suo
flagello,
et a cappello,
via,
cortesia.
Raramente
ornato di
rinviene
i
virt
in
d'
chi
bellezza;
bambini
ingegno
mandano
fuori
sangue,
mosso
tlair ira;
l'espressione
diversa
dorme
alla
108
chiamare e ha la vece gelata, e ci per rimprovviso e pieno affluire del sangue nel cuore. Infine accenna vagamente e
imperfettamente alla circolazione o meglio al movimentogue del sangue e alle impressioni mortali che pu ricevere il cuore,
di
ha voluto
risaltasse
chiaramente
l'
utilit
compiace dell'opera sua, ove ogni natura, e chiude il libro quarto, che pu chiamarsi, caratterizzandolo, dei perch, con una premessa alla materia che tratter nell'ultimo libro
Il
poeta
si
dell'Acerba,
la
Il nostro fine per nostra santa Fede a lui si sale, e senza te dell'opera si danna: al santo regno dell'eterna pace conviene di salire per tre scale,
di vedere Osanna,
sommo bene
dell'eterno fine.
un inno,
fatto di spe-
ranza, alla
soggetta:
109
la
ma
di salute,
ove l'umana mente vede il quia, tacciasi quella de le alte vedute. Credenza fede con accesa spene, che dimostrando di gloria la via, poi ci conduce nell'eterno bene ove l'umano spirito benegno.
Poi lo Stabili, con molta precisione di linguaggio teologico, parla del terzo cielo a cui fu rapito S, Paolo; del santo regno,
donde procede
Trinit:
Ivi
ivi
ivi
una natura
sommo bene
pietate
non
ma
ragione,
senza corpi
Entra quindi a discutere con Averrois anime, lo contradice vivacemente fino a rallegrarsi che egli filosofo da la iente sciocca, arda nell'Inferno; cerca di spiegare le cause della diminuita statura degli uomini e dell'abbreviamento della vita, risultato delle leggi di trasformazione; si propone infine il quesito della durata del mondo, della generazione dei giganti e dei popoli antichis-"hni.
Gli
ultimi
versi
dell'
Acerba muoiono
:
do quasi
le
parole di S. Giovanni
Era
col
110
moto e al tempo una natura eterna, clie non cade mai nel tempo. Questo era in prima presso il primo agente e l'esser tutto per Lui tien figura.
lo spirto innanzi al
Padre
e col Figliuolo
e fatto senza lui, dico, niente, e ci ch' fatto, era vita in lui,
Dai rapidi cenni riassuntivi, che, fedelmente, abbiamo tracciato dell'opera volgare dell'Ascolano, appare chiaro assere l'Acerba solo un audace tentativo di abbozzo del poema della natura, con viva tenrivelantesi pi nella forma e denza nell'ordine interno che nella oggettivit delle cose a spingersi verso nuovi e pi sicuri orizzonti, intravisti, indeterminatamente e i cui primi bagliori di vita vanno ricercati in un epoca assai pi tarda che
in quella di Cecco.
Io credo
che
l'
idea
la
prima del
del
poeta
creato
sintesi,
fosse
abbracciare
scienza
sensibile e ridurla
in
una nuda
con evidenza la nobilt dell'astrologia che ha per oggetto la parie superiore del Cosmos e che lo Stache facesse apparire
bili
non
sante su calcoli e su
proclama
1'
unico
divino di conoscenza.
Ili
la
Nessuno ha notato
d'intenti e di lavoro
Storia Naturale di Plinio Secondo e nell'Acerba di Cecco, chiamata anche in (jualche codice Be propriofatiyns rerum .
questo semplice rilievo ci dar meglio comprendere la mente dell'Ascolano e il valore di originalit che conserva l'Acerba.
E|)piire
luce
per
Lo
Stabili
le
le
ciance e
cio
gli
infingimenti
il
dell'arte, e
vero
neir astrologia.
Con medesima chiarezza Plinio, nel commento alla sua vasta opei'a, spiega il suo intendimento Nei miei libri (la sua storia
:
materia, cio con stile acre e severo adatto a mettere sottocchio le cose, si racconta
la natura, cio la vita son messo per una via,
delle cose. Io
mi
che non stata cal{)esta dagli autori e per la quale non s'ha molto diletto a camminare, che la maggior parte degli uomini cerca la piacevolezza negli studi
.
Riguardo poi
considerarsi
al
contenuto l'Acerba pu
stecchito delle
un riassunto
riassunto
pi
scenza delle nozioni naturali e degli insegnamenti morali, ma informato e animato dairAslioiogia, die non ai)i)are in Plinio. infatti il secondo libro della Storia tiaturale che s'intitola De mundo et
elementis
,
i
112
pasle co-
ampiezza
quali
lo
Stabili,
freddo museo,
il
non molto
naturalista
romano. Persino
capitoli di
titoli,
ambedue
le
s'identificano.
Il
dell'Acerba,
tranne
gli
ammaestramenti morali ricavati dalle abitudini degli animali comuni a tutti i bestiari
libri
mediovali,
Vlir e
contenuto parte
nei
X
si
nel libro
XXXVII.
occupa per
di geografa
Cecco non
mano
trae innumerevoli rimedi medicinali, percb lo Stabili ne lascia l' incarico ai medici (85)
:
io
Se d'erbe qui non tratto n di piante prego che chi legge non si sdegne, che a medico le lasso che ne cante.
Plinio
Come
nome
le
non
si
attenne strettamente
il
qual
cielo,
comprendevano
il
meteore,
minerali, la fsica
e la geo-
grafa,
s'occup anche, sia pur brevemente, delle cose umane, cos Cecco parla
dei vizi e della virt.
ma
Per il II libro dell" Acerba si stacca nettamente da quelli di Plinio, essendo avvivato dalFimpronta tutta personale del-
-113
l'Ascolano,
il
sconvolta
quale
nell' Italia
un quadro da cui pu
sbiaditi
precetti
utili
romano.
In ogni
modo
non sono n potevano essere naturalisti nel senso moderno della parola, ma solo
eruditi raccoglitori
delle
nozioni
che
si
avevano nel loro tempo. Tutti e due difettano di quella forza di osservazione propria e diretta che ordina
le cognizioni,
le
semplifica e le riduce a
sistema.
Ed ora mi rivolgo anch'io la domanda che face vasi il Castelli scienza vera e grande quella che si
:
contiene nell'Acerba
sera del
dell'
II
misi
una
nell' av-
alla sede Universit Popolare di Ascoli Piceno. giovane prof. Raffaele Ianni avrebbe
svolto
un tema
opere e delV insegnamento di Cecco d'Ascoli. L' oratore, lo confesso francamente, non
riusc affatto, per
d larga
erudizione, a convincermi
grande importanza
che avrebbe
114
specialmente l'Acerba; anzi rinnov in me il senso di profonda delusione provato
nella lettura di tutti gli scritti dello Stabili.
Ma
v'
oratore
voglio dire
il
Libri e
il
comm.
Giuseppe Castelli. Per il primo l'Acerba era nientemeno che le plus remarquahle de tois les ouvrages scientiphiques de ce siede, pour les ohservatios physiques
qii' elle contiet (Si)).
il
L'
Acerba
I-
una
talia sul
cammino
il
Campanella, il Bruno guidata dal sommo instauratorc della scienza moderna. Dallo scomunicato poema nuiovono i primi bagliori di un' aurora lontana si disegnano le prime linee del metodo scienti-
deranno
Telesio.
fico di
Ruggero Bacone e di Galilei si la prima volta i diritti del senso nello studio dei fenomeni naturali . (87) Dinanzi ad aifermazioni cos recise, ad
;
affermano
incondiziodi
nata,
il
mio convincimento,
fugace lettura,
volli
fatto
una
semplice e
comparativo, breve ma accurato, accertarmi direttamente se le conclusioni del Libri e del Castelli scaturissero davvero da un esame serio e spassionato, avessero
cio, nelll
di verit solida
-115
e
obbiettiva,
Inquisizione.
Frattanto ebbi modo di leggere nell' autorevole Giornale Storico della Letteratura Italiana (88) un serio lavoro critico su
Cecco d'Ascoli, dovuto alla dotta penna dell' illustre P. Boffito, barnabita, il quale
attenuava, se non comj)letaniente distruggeva, le vivaci espressioni laudatone dei panegiristi dell' Ascolano. Alle comparazioni
fatte
dal
Boffto
dell'
Acerba
colle
opere affini antiche e del Medio-Evo io sono lieto poterne aggiungere molte altre ancora, tratte dalla Storia Naturale di
Plinio
Il
il
Giovane
(89).
lettore giudicher
Stabili possa
ro fisiologo e naturalista, che nello studio della natura dette prove di originalit e
di maturit precoce.
Neil' Acerba invano cercheremmo qualche audace e geniale novit circa la disposizione dei cieli e la teoria del sistema cosmografico; e neppure poi si deve spe-
rare originalit in
fatto
di
zoologia e di
tradizionali.
viete
nozioni
gono
pienamente
la
(90)
io
per
far
quindi mi notare al
III.
non
Acerba coi
lapidaci e bestiarii
116
moralizzati del Medio Evo,
quelle gi esposte
ma
la identicit
da Plinio
:
il
con Giovane.
Sopra ogni altro animai senza intelletto ha pi di conoscenza l'elefante che quasi per ragion fa ogni effetto. Sempre s'accoppia ne la luna nuova ciascun si bagna ne lo fiume stante: chinando il capo par che f lo muova. Quand' elio infermo, trova certe erbe, poi verso il ciel umilmente mostra di pregar quel che il suo male disnerbe; se vede 1' uomo de la via smarrito, va innanzi a lui e la via gli dimostra
finch ritorna nel
cammin
sentito.
E
s'
Plinio:
appressa incomincia
ai
selve.
Amma-
lato, sta
supino e getta V erbe verso il cielo quasi che deputasse la terra ad intercedergli la salute. Incontrando a caso un uomo ne' deserti, il quale abbia smarrito il cammino, tutto amorevole gli mostra la via. (Op.
cit.
L. Vili.
e.
I.)
estate in terra
quiesce
il
mandibola
di
117
e
per
il
serpe Indruca,
facendo a grande stento lui morire, che quasi per vendetta l'assassina.
Nessun altro Similmente in Plinio animale da minor principio cresce in maggior grandezza; suo accanito nemico il delfino che ha sul dorso spine taglienti: il coccodrillo morde con la mascella di sopra che sola ha mobile; partorisce uova e si mette a covarle sempre sopra a quel luogo: satollo di pesci s'addormenta con la bocca piena. Veggendo ci lo icneumone, a guisa di un dardo, gli si slancia in boc:
(Op.
di
cit.
L. Vili. cap.
gli altri
XXXVII.) E
cos
tutti
animali e pietre preziose, ch'egli III, del poema volgare e da cui trae ammaestramenti morali (91). Ma entriamo nel dominio proprio delle cognizioni scientifiche; ai fervidi entusiasmi del Castelli faremo seguire, freddamente, senza una parola di commento, relativo dell'Acerba comparata il passo con le opere affini anteriori. Il convincimento che ne trarr il lettore saia pi
descrive largamente nel libro
forte e sentito.
Cecco d' Ascoli, scrive il Castelli, il del tuono in maniera da divinare quasi l' elettricit, perch chiama quel fenomeno fiamma spinta entro li
solo a parlare
118
corpi
col
delle
.
nubi fredde,
lo
idendifca
lampo
Altro
entro
il
li
Insieme
tuono ha infocate
:
1'
orme.
in Plinio
i
che fanno
L. II.
prosegue il Castelli, dimostra con un semplice esperimento che la luce pi veloce del tuono .
Awegna
udito
che r anima agli occhi dappresso troppo, per il nostro vedere molto ardito. E ci si mostra nel remoto colpo che in un tempo il suono et elio fatto e vien si tardo che 1' ha udito il colpo.
Plinio,
della vista:
veda il baleno, bench si facciano insieme, che non s' oda il tuono. E ci non maraviglia perch la
luce pi veloce del suono. N alcuno sar mai tocco che prima abbia veduto la folgore o udito il tuono . (Op. cit. L. II. e. LV.)
L' entusiasmo
del
Castelli
aumenta
la frase di stelle
cadenti, perch, se
stelle cadessero,
una
119
sola coprirebbe tutta
la terra.
Le
stelle
padre Secchi)
vapori per
V aere in-
focati .
Non
che
caggiono
1'
le stelle
da
le spere,
la terra,
ma E
il
move per
il
naturalista
:
romano scriveva
lo
secoli
avanti
Elle,
abbondanti per
troppo
alimento dell' umor tratto a s, rigettano quel vapor di fuoco, quando pare altrui che cadano . Similmente Aristotile {Meteor. Uh. I. e. 4) ed altri. Il Bellovacense
De naturis rerum che sembrano cadere non cadono, che sono di i attira ignea e il loro luogo pi proprio nell' etere. Del resto se una sola cadesse coprirebbe tutta ia
Le
stelle
terra
Cecco
il
non
:
i)artecipa
la via
ai
pregiudizi,
scrive
Castelli
Lattea
un nucleo
.
non
la traccia del
cammino a
S.
Giacomo
di Galizia
che luminando fanno la chiarezza, son de 1' ottava spera stelle fisse.
Sou
strette
si
che
la
1'
una
1'
altra tocca,
cos si
mostra
bianca bellezza,
Anche
Aristotile
{op.
cit.)
sostiene
la
Via Ltdtea
essere
folta
di astri miiori;
delle
quali
si
120
vede una moltitudine pi spessa, quando
la luna
ha
il
errore popolare.
il
Per rara divinazione del vero, esclama scoppio del fulmine riferito insieme ai fenomeni del lampo e del tuono. La folgore sottil fiamma che produce effetti strani .
Castelli, lo
La
sottil
fiamma
poco r offende, e per noi vedemo per gli accidenti che diviene rara. Portando sopra il capo molte nove, essendo lese del foco supremo, erano sane come fosser nuove ma dentro senza frutto e pien di vento furon trovate, che da 1' una fronte
:
Plinio
fiati
repentini ecc.
i
mansono
botti
dano
fuori tuoni e
folgori,
quali
le
di maravigliosi
effetti.
Vuotano
Marzia,
senza toccar
coperchi e senza
lasciarvi
nobilis-
sima romana, essendo gravida, fu percossa dal folgore cos che la creatura mor ed ella incolume rimase viva . {L. II. e. XIX). Tanto Cecco che Plinio parlano delle pietre e del ferro le quali cadono dal cielo; ma n 1' uno n l' altro allude alle folgo-
moderna fisica terreNessuna maraviglia poi che Cecco sapesse le giogaie dei pi eccelsi monti
riti
e aereoliti della
stre.
121
sopravanzino
le
regioni
delle
nubi
Nubes
excessit
forse
panegerista,
pu
sono
le
variate
;
quando dal
in Plinio
si
legge
percotendo
la
punta
1.
e.
7.
si
1'
di-
eco
prodotta sonore .
dalla
riflessione
delle
onde
Dico che
si
1' aere questa voce porta, trova l'opposto che riflette 1' onne
accenna
molti
anche
vi
lui
la
causa
le
perch
in
luoghi
sono
culum
poi (P. I. L. IV.) V eco spiegata con precisione forse maggiore che quella
di Cecco.
122
Riguardo
riferi,
alla
scintillazione
apparente delle
venti
stelle, alla
relazione
dei
periodici
coi
sole, e alla
formasi tro-
vano
liim,
per la
del
mondo
di
per
le
altre in
Plinio e in Aristotile.
I terremoti, seguita
il
Castelli
sempre
marmo
fanno li terremoti a noi sentire. Nel grande freddo e nel tempo assai caldo
celansi
i
venti, e
per
Si che li monti, li colli e gli abissi sono formati da l' inclusi venti, che spiran sotto terra duri e fissi, Et anche 1' acque sotto a noi celate fanno questi atti, se tu ne rammenti le parti de lo mondo concavate.
123
Molte montagne iu essere di pietra sono converse, se guardi le ripe, che da la terra natura s' arretra potentia naturai regge e compone e fa di terra pietre dure e stipe, e ci si forma per bianca ragione.
;
nel duro
in
mezzo di due parti stette oppressa. Nel molle tempo, come cera il segno mostra nel duro, cosi vi dipinse natura, che di forma ha lo disegno.
In Plinio (L. II. e. LXXXI.}: 1 terremoti non avvengono se non dopo che i venti sono rincliiusi nelle caverne sotterra. E neir autunno e nella primavera sono pi spessi che d' inverno e d' estate. Per essi principalmente avvengono innondazioni, s" ingliiottono le isole, nascono terre in mare, ecc. (92j. Il Boffito, che prima aveva salutato in Cecco il precursore della moderna geologia, dopo pi maturo esame doveva confessare: Nei versi dello Slabili non e' di nuovo che r applicazione all' Italia d' una teoria mediovaie sulla formazione dei monti, che si legge anche nello Speculum. (L. IV. e. 20 e. 65). Cecco attribuisce all' attrazione lunare r alta e bassa marea, e all' ardore del sole la formazione del sale.
La
da l'oriente
tirando
il
mezzo
cielo
mar
124
dal
cresce
fncli'
....;...
alle
in occidente
mezza notte
otte.
gonfia
il
dipoi
prime
1'
sottile risolve
lassando
il
grosso, e per
acqua
dissolve.
salsa,
amara
si che
mai non
si
tificano
La ragione all' Alcabizzo (93) mare cresca o scemi la luna. suoi due nascimenti due volte cresce il mare e due volte ritorna. E prima quando la luna monta per lo cielo ecc. (L. II. e. XCIX.) Il mare ha sapor di sale,
Commento
il
onde Fra i
sole,
trattone
il
dolce
il
pi aspro e
pili
grosso
Le
finire,
citazioni del
Castelli
sono gi per
viva.
ma
la lode
non
men
La
confusione strana, egli dice, delle dottrine astrologiche colla medicina e colle scienze affini non imped a Cecco di fare importanti osservazioni
anatomiche e
la
fisiologi-
che.
La creatura durante
sta genuflessa con
le
1'
gestazione
arcato dosso,
man
i
sopra
calcagni
:
anche in Plinio (L. X. e. XXXIV.) nel seno materno sta aggomitolato in s stesso con il naso tra le ginocchia .
Ma
L'uomo
125
Ma non
stelli
basta
lo Stabili
ha per
pi
della
il
Ca-
un
che,
da
solo, costituirebbe la
dell'
schietta
ciicola-
Ascolano.
La
teoria
formulata da Cecco con tale sicurezza di convincimento scientifico da indicare che la sua dottrina dezione del
sangue
riva non da erudizione scolastica, s bene da studi sperimentali. Nessuno potr contrastare al poeta tlosofo Y insigne vanto di precursore del Cesai pino e dell' Harvey in questo punto capitale delle discipline anatomiche e tsiologiche .
Che
sangue
la
scoperta della
circolazione
del
tanza nella disciplina fisiologica, tutti so essa, no d' accordo nell' ammetterlo scrive r illustre mio concittadino Prof. Luciani (94), certo l'avvenimento pi importante che s' incontri nella storia della
:
Fisiologia
Ma, lo confesso schiettamente, ci vuole davvero una buona volont a scorgerne un accenno sicuro negli oscuri versi dell'
Ascolano.
La
il
teoria esposta
da Cecco,
(05), consangue, co-
comune
Medio-Evo
del
cerne solo
movimento
fin dai
nosciuto gi
non
la circolazione.
La
si
sangue
Cristo),
comincia da Galeno
dopo
sviluppa insensibilmente,
-^126
blire
nettamente
all'
del cuore, e
tere
da
che ha seguito attentamente efficaci confronti che siamo venuti facendo delle pretese dottrine precorritrici di Cecco con le opere anteriori, apparir ora in tutta la sua vera luce r insussistenza di certe lodi, che hanno raggiunto il massimo di entusiasmo
Al
lettore,
gli stecchiti
ma
Non
in cui
scienza
naturale
l'
esattezza scientifica,
ma
ci
n'
uno
solo eh' io
mi sappia,
il
Libri,
il
quale
per ha perduto oggi la primiera autorit, essendosi constatato che egli, per farsi bello di una primizia, ha attribuito spesso ad autori 1' onore di dottrine nove che
poi
cos
non si rinvengono nelle loro opere come lo storico ce l' ha voluto far
serenamente:
la
vedere.
Concludendo
scienza
di quello
che deve
non
affatto
127
d ardite
campo
della scienza,
collettoi-e
conquiste nell'arduo e faticato ma solo un erudito (97) delle nozioni naturali medievali,
a cui non
Perch
formarsi
il
possa
un
concetto, pi eh'
possibile,
esatto e completo del valore letterario di un'opera, occorre ch'egli penetri profondamente e viva quasi della sua vita, la
cui })ienezza risulta dalla
massima
corri-
spondenza e armonia dell" idea informatrice con r ordine e la forma esteriore. Emetteremmo quindi un giudizio imperdeterminare quale in s e quale importanza di tendenza abbia 1' Acerba avuto ne" primi e gloriosi albori della letteratura italiana, noi ci fondassimo unicamente, quasi parte considerata a s,
fetto ed errato, se, nel
valore
artistico
conservi
sui
l'
rozzi e oscuri
versi
del
poema
e
del-
mieramente,
Y ambiente
la
cultura mediovaie,
Rudemente, nel tiorire vivace de' versi d'amore che sanno profumi di dolcezza e nel grandeggiare superbo della Commedia in cui il genio immaginativo italiano sfolgor di cos vivida luce da sembrar opera quasi divina, Cecco, solitario, tenta l' abbozzo del poema delhi
1^28
natura in oppobizione alla tradizione viva e al gusto dominante del secolo decimoterzo. Non perch i trionfi entusiasti e rumorosi che nel vergine campo dell' arte me-
navano
dessero un
dolce stil novo gli senso come di fastidio e di stizza, ma per far conoscere quanta utilit dignitosa si celasse nella scienza sua prediletta, 1' astrologia f98), lo Stabili canta sdegnoso la fredda natura; e nelr Acerba non ridono dolcemente le carezze non vagano, avvivatrici, dorate dell' arte
i
cultori
del
tristo
visioni
non
s*
intrecciano arditi
;
disegni
fascinatori
dell' allegoria
le
multiformi
deit dell'
Olimpo greco
il
romano tacciono
vero:
La
vita
non
nosi e fuggitivi
della
fantasia,
ma
dalle
essenza ava
penetrare
per mezzo
lieta
dell' astrologia,
avr la
mente
si
ne F animo guster
del poeta
dolcezza soavissima:
Qui non
canta a
modo
che fnge immaginando cose vane; ma qui risplende e luce ogni natura che a chi intende fa la mente
lieta.
fogli!
- 129 QuesU, in tuLta quinta la sua luce, r idea che infarin 1' Acerb i e guid lo Stabili nella scelta non solo della materia, ma anche della tbrm:i, e persino della
lingua del suo poeni i volgare. Infatti il contenuto astrologico
sulle nozioni naturali
bis
ito
mai era stato rivestito in versi, o almeno cos ampiamente le fattezze poi esteriori non serbano alcun i somiglianza coi poemi classici e mediovali,
;
e molto
meno con
e
le
composizioni didaallora
in
fiore:
scaliche
allegoriche
insomma un poema
che sa di essere un'audace sTida, o meglio un forte contrasto all' idee artistiche universalmente sentite e accettate dai suoi contemporanei. Parlando dell' importanza scientifica delgi occupati, con inl' Acerba ci siamo teressanti confronti, della materia del poema; ci limitiamo quindi alla semplice parte letteraria, che, solo par esser meglio
solitario,
compresa e giudicata, abbiamo fatto precedere da brevi osservazioni generali. Perch il suo scopo vengi raggiunto
pienamente, lo Stabili cerei una veste adatta al suo pensiero, la quale sia diversa
dalle usate e
non
di frale varie
rima dei versi mediani, la lontananza di tempo tra le concordanze, non tolga, anzi conferisca alla materia gravit e seriet maggioie,
zina, legata dalla
-^ 130
la
Non
rale,
g'
basta
egli
vede che
lingua to(99)
adorna vivamente
e,
infingimenti
dell'arte,
quindi, pur
non
ripudiandola, usa un dialetto pi calmo: quello ascolano, colto e toscaneggiante, misto ad alcune voci meridionali
e settentrionali orientali (KX)).
Cecco, dice giustamente il Gstelli, volle adoperare come precipita materia di lavoro la lingua ascolana, modificando la propria favella per avvicinarla al tipo toscano, senza alterarne troppo, (come p^r fecero
di
mano
in
mano
gli
amanuensi
del
e gli
L' Acerba
dialettale
solo
nell'intenzione
poeta
di
far concorrere il suo vernacolo alla formazione del linguaggio letterario . Pur non escludendo l' ultima ipotesi del
Castelli,
affacciata
io credo lo Stabili
renza
il
il
dialetto ascolano,
di
figlio
desiderio
movimentato
novo
affatto
os, lingua, metro e contenuto rispondono, armonizzantisi a vicenda, all' idea del poeta, perfettamente: ma fu la sua
altrettanto
dei
felice
nell'estimazione
letterati?
Quale importanza cio di tendenza, quale seguito e valore artistico ebbe e conserva tuttora r Acerba V
131
Quantunque
si
alla
possa rispondere con termini definiti e esatti, pure indubitalo che l'immaturo poemi della natura abbia esercitato un'influenza notevolissima e anche salutare nella letteratura
d'allora,
essenzial-
mente allegorica: una prova indiretta l.i si rinviene chiaramente nella popolarit
stessa
che
e nel
ceneri
dello
Nel
nove e nella prima met del seguente dieci, con illustrazioni e commenti i versi di Cecco vengono pei-fino allegati nelle scritture come grave autorit, sono ricercati avidamente e studiati anche di persone illustri. Leonardo da Vinci trae appunto dall' Acerba le note
se n'ebbero
;
XV
sapere,
gli
suscitano
ispirazioni
per
nuovi disegni ornamentali (102). In quanto poi al merito propriamente artistico dell' Acerba anche pi entusiasti ammiratori dello Stabili debbono convenire che esso molto scarso: di poesia vera non ven' che qualche raro sprazzo che luce di tra un ammasso freddo e irrei
l'
Acerba non
m
che
un arido paesaggio da
volte,
cui si stacca,
qualche sbiadita macchietta; un museo nel quale tutto immobile, ischeletrito e mummificato, e di yvo vi passeggia solo Cecco d' Ascoli il Castelli poi assomiglia il poema dello Stabili ad una selva immobile di versi austeri, ove la fantasia non batte 1' ala e
rarissime
;
s' aggira solitario un sol \ivente, disputando: solo di ora in ora, penetrandovi il vento della vita mondana e della poli-
tica, si
anima
e si riscalda.
Ed
poteva
ha voluto freddamente cantare la natura, di cui ha tentato scrutare gli ignorati abissi per mezzo delessere altrimenti. Cecco
l'
Astrologia,
e,
se
qualche volta
vita
il
suo
stile
acquista
una
movenza
tutta
nuova, ci si deve al deviamento dal suo primo proposito, che, quasi senza avvedersene,
pi,
dalle
trascorre alle
non
Amore
il
sdegno,
animano fortemente
:
con
di
tuoi
monti adorni.
133
Effetti
da
cui
citt,
Piover il sangue sopra campi et erbe parr che il cielo la vendetta chiame saranno i giusti oppressi da' tiranni, bagnando il viso di lagrime acerbe per la tristezza de l' impii affanni.
;
Le
stesse
aride
definizioni e
le
narra-
zioni si
accurata,
dinaria
il
disdegno infoca.
e
non indegna
:
di
della Sirena
la
si
l'
dolcemente
Sirena
che chi
che 1' uom prende e seco se lo meno. Forte lo stringe di giacer con lei, languendo per amor par che sospiri, poi lo divora con li denti rei.
La poesia
di Cecco,
quando s'ispira
al
canto popolare (lOi), si cinge di grazia cosi semplice e soave eh' un incanto.
La
vedova
e luogo
compagno
in secco
legno,
;
non
di
s'
lo perde,
bever acqua chiara prende .sdegno n mai siede ne canta in ramo verde. Cosi ciascun di noi pianger dovria lo suo peccato che V alma gli fura e mai con lui prender compagnia, lasciando il mondo e ogni suo diletto facendo penitenza forte e dura
U
per coutemplare nel diviao aspetto
il
sommo Bene
la gloria
dell'eterna vita,
infinita.
ove
sempre
proclama l'Acerba opera divina; senza rinnovare il sogno di Giulio Perticari (105) che afferm aver la poesia dell' Ascolano pregi superiori a quelli che si liscontrano nelle composizioni di Guido Orlandi, di Chiaro Davanzali e di altri toscani e senza nemmeno convenire col Boffito per il quale la letteratura nulla deve allo Stabili, io credo che il poema dello sventurato astrologo come ebbe la sua celebrit, cos conserva ancora la sua importanza letteraria.
;
L' Acerba nel concepiGjncludendo mento certamente l'opera poetica pi originale e ardita nel luminoso periodo
:
con-
pi
nozioni
naturali
che servono di base per esaltare a scienza quasi divina 1' astrologia. L'astrologo qualche volta vinto dalla forza dolorosa della realt, e allora, preso dalla passione e sdegnato dall' intraprendenza temeraria delle genti nove, di cui conyieiiparar tacendo, lancia
e fiera, che
l'
invettiva calda
muore spesso
in rimpianti accoiroinci.
rati e in sorrisi
melanconicameute
-1:^5-
CAPITOLO
Kiine volgari di
VII.
-
Cecco
Ricetta
per
-
lavorare
la
famosa
pietra
filosofale
Rapporti poetici tra l' Ascolano e Dante - Sonetto al Petrarca e a Gino da Pistoia * Amori dello Stabili Importanza delle
sue canzoni volgari.
nomi
vivace
gloriosi
nella
nostra
tenera
rileva
letteratura,
di s forte e
di
mestizia.
[n quei pochi versi
1'
Ascolano
si
pi im-
perfettamente
tinte
che
meno
la
imperseguibili e
spiega
mente erudita
insaziata
di
guizzano stranamente metallici bagliori che si sin-igionano grevi e variopinti dalle miscele alchimistiche: e insieme vi si sente fremere tutta quanta l'anima desiderosa di gloria, ironicamente sprezzante dei facili trionfi
sapere astrologico, tra cui
dei
tani
-136
Il
mente sentito nel Medio-Evo, si manifesta in due sonetti attriliuili all' Ascolano, i qnali non sono che ricette poetiche complicatissime per lavorare la famosa pietra filosofale, sogno fascinatore d' ingegni anclie eletti in
ogni
et.
11
primo,
inserito
in fine a
nna edizione
codici
di
in allri
Elia,
l'
ora
dell' autore delAcerba, e per 1" ordine, e molto pi per r uso e la frequenza di certi vocaboli dal codice Mail secondo invece, tratto gliabecchiano, (3. ci. XVI.), e che noi riportiamo, si deve con sicurezza attribuire a Cecco, perch i concetti sono suoi, e inoltre per l' accoppiamento speciale, tutto suo, di certi aggettivi e per 1" uso di voci strettamente ascolane, come, ad es., preta in luogo di pietra.
non sembra
fattura
Chi solvere non sa n assottigliare corpo non tocchi ne argento vivo, per che non pu lo fisso e il volativo
tenere a chi non sa de' due un fare.
Fatelo adunque stretto abbracciare con acqua viva et sai dissolutivo, ter bene e cuocer pian si che sia privo de \ terra marna che il fa celare.
Allor vedrai fuggir la notte oscura
et ritornar lo sol lucente e bello
con molti
Questo
de
li
fiori
la preta,
questo quello
137
In questo sonetto
si
voluto
da alcuni
ai
falsi
vedere
alchimisti,
ma
pii^i
naturale
logico
scorgervi invece
una
dell'
delle tante
pratiche
affaticava
manifestazioni
utopia che
molti ingegni e mirava a poter giungere, con strane soluzioni e complicate miscele, a tenere finalmente vittoriosi queir agente universale, da cui doveva facile scaturire r oro, e sprigionarsi invisibile la corrente vitale che avrebbe prolungata maravigliosamente r esistenza umana. Segue i)oi un sonetto tra il serio e il faceto, vestilo di un eloquio che partecipa
del popolare e
dottrinale
insieme,
in
ri-
due
si
trovano
inseriti
in
un codice
e
Buoncompagni
Sui rapporti tra 1' Ascolano e 1" Allighieri venuto facendo, lentamente, nova e
pi sicura luce; per le tinte sono ancora vivamente marcate a sfavore di Cecco, sempie per queir esclusivo ed eccessivo
sentimento di venerazione che nel plauso comune non pu soffrire si levi una nota discordante, sia pure immeritata, ma libera.
Neil' accertarsi delle
relazioni
letterarie
che Dante ebbe con i contemporanei, il poeta non studiato nella sua vita reale e nel suo tempo, ma viene considerato in
Un uomo,
grande eh'
lo
dir
col
Carducci,
per
non apparisce mai tale al tempo suo. come una montagna, che vista sempre pi da vicino, mostra dirupi,
ei sia,
scoscendimenti e fessure affatto impreviste di lontano. Cecco nell" Acerba, nessuno lo pu negare seriamente, si mostra non solo poco rispettoso, ma a volte sprezzante verso gl'intenti letterari di Dante, che egli crede inferiori ai suoi. L'Ascolano per non
attacca mai direttamente,
versi che
dell'
se
togli alcuni
non appaiono
i
nei
primi codici
gli
riconosce
questioni
1'
ama
u-
nica ragione che portano la maggior parte dei letterati per negare ogni corrispondenza
epistolare
e e
tanto
il
meno amichevole
e,
i
tra
r Ascolano
attribuiti.
Fiorentino,
conseguensonetti loro
non
affatto strano
che Dante
all'
si
come vedremo
fe-
Asco-
di astrologia,
pi o
meno
al-
Stabili
insieme
medesima
grafa
- mi
un codice che contiene ordine e le parole, alcune in dialetto ascolano, rivelano la mano di
dell' originale in
;
r Acerba
1'
Cecco. Infine l'accenno chiaro ad una corrispondenza poetica tra loro, che si legge neir Acerba, viene confermato dal Colocci. La testimonianza del dotto umanista anch'essa piena di aidoril, perch la sua casa in Roma era il ritrovo degli
uomini pi
studi
si
eccellenti nelle
svolti
lettere,
suoi
largamente ad esaminare le origini della nostra lingua e dei suoi primi cultori, e vivissimo fu sempre il suo interessamento per 1' opera e la morte dell' infelice Ascolano, fino a farsi mandare copia del processo, ora andata disgraziatamente perduta e che non ebbe tempo di esaminare (1()6). In ogni modo se le ragioni esposte non ci rendono del tutto sicuri della incontrastabile genuinit dei sonetti, pur sono pi che sufhcienti per non farli, sino a prova
contraria, ritenere a[)ocriti.
erano
Alcuni biograU dello Stabili difendono calorosamente aver avuto V Ascolano relalazione di amicizia e poetica,
Io
pi
sicura
non partecipo
Palermo
stimarlo
affatto colla
pregiudieccel-
ziale del
che nian
uomo
a tu iste)
altri
lente
avrebbe
potuto
avere
degli
con
Cecco e
dittori
contra-
che
il
si
siero che
l'
140
pure giovanile, di lode verso 1' autore Acerba, le cui rime, al dire di Benedetto da Cesena, sono scarse
sa
dell'
Ne ho
rienti,
esposto
le ragioni,
credo, esau-
parlando della relazione dell' Allighieri con lo Stabili. Per necessario andar cauti nelF ammetterla, o neir escluderla definitivamente, esaminando con spirito spassionato e sicuro se alle asserzioni corrispondono davvero i fatti e in quale forza di persuasione. Il dire, ad es., come hanno fatto l'Appiani e il De Sade, che il Petrarca fu non
solo
amico
ma
leggero, non degno certamente dell' illustre storico francese che ha il merito di aver suscitato in Italia un metodo serio e proficuo di studi sul Cantore di Laura (107), perch non si porta alcuna
un procedere
prova decisa. Il fatto he il Petrarca studiava a Bologna giurisprudenza mentre r Ascolano era all' apogeo della sua fama
(
astrologica
non dice
nulla,
se
non
vi si
aggiungono altri dati meno generici. Nelle numerose vite del Petrarca, scritte nei vari secoli, che la Casa Vallardi ha raccolto in volume insieme con quelle di Dante e di Boccaccio, invano ho letto il pi lontano accenno di amicizia corso tra il Petrarca e lo Stabili. Il primo a portare
un sostegno
fa
il
all'
asserita
relazione poetica
-141
un sonetto
in
siana,
di Cecco
risposta a
un
Il Tiraboschi e il Lami, seguiti incondizionatamente dalla maggior parte degli storici moderni della letteratura italiana, negarono il sonetto al Cantore di Laura e l'attribuirono invece a Ser Miiccio Ravennate.
rivendicare li
piternit
il
del
sonetto
contrastato insorsero
Lami invece
il
noletto
me
aveva
Altri
due codici
di Firenze,
il
il LaurenRiccardiano
sono d'accordo
coi
manoscritti roil
mani neir
attribuire al Petrarca
sonetto,
che trascriviamo.
Tu se' il grande ascolau che il mondo allumi per grazia de l'altissimo tuo ingegno; tu solo in terra di veder se' degno esperienza de li eterni lumi.
Tu
che
ra per
me
tuoi volumi.
Guarda
o se
se in questo
misero soggetto
felice,
madonna da
1'
usato gelo
:
pur mio destino il contradice, questo vano sperar mi trai dal petto.
-^142
questi
ci
A
di
Giosu Carducci
versi
sanno
al
principiante;
ma
non
costitui;*ce
affatto
Petrarca,
un brutto
sonetto,
come
non
tutti belli e vestiti di soave armonia sono quelli compresi nel Canzoniere, giunto a noi purgato e scelto. Occorre inoltre considerare che i due
poeti coltivavano
Petrarca
s'
intratteneva
letterarie
Petrarca o al suo amico soavissimo Sennuccio del Bene, esso ci dice sempre eloquentemente in quale stima d' astrologo era tenuto lo Stabili, che solo in terra era degno di vedere
esperienza de
li
eterni lumi.
riferire
son le vele del mio ingegno non spero di salute ornai pi segno, qh il tempo ha variato li costumi.
e rotte
143
Di granfie altezza vengono
del stremo riso vien pianto
i
gran
turni;
;
malngno
;
non
fermezza nel terrestre regno passano gli atti umani come fumi.
La
guida che fu mia senza sospetto inganno m' ha fatto infelice, e vo traendo guai sotto il suo velo.
col dolce
Di lagrimar e di sospir m' aggelo che pi non son quel Ciccho che uoin dico avvegna che somigli lui in aspetto.
Vari
ver.^i infatti
che slegati si leggono nel corso dell'Acerba M:i il tempo ha variato li costumi
di
gente in gente
si
nel cieco
mondo con
altura
sp'3nti
lumi
De gran
il
vongon
li
li
gran tumi
tempo variando
costumi
all'
Ascolano
il
so-
netto riportato nel Codice Riccardiano 1103: Io non so eh' io mi dica s' io non taccio cieco non sono e cieco couvien farme. Per mia salute io ho renduto 1' arme, che meno stringo quanto pi abbraccio.
Ma
io vivendo noli' empio laccio, levando gli occhi, io non so guidarme n posso omai del bene contentarme, si m'arde e strugge sempre il freddo ghiaccio.
?'
come fenice ne la morte canto ohim si m" ha condotto il negro manto. Dolce la morte poi eh' io moro amando
!
la bella vista
produsse
il
cielo.
144
Questi
pelare
11
ultimi
versi,
avvivati
da una
un amore
il
infelice di Cecco.
Castelli,
in
no scorto
bella
vista coverta
nel-
V empio laccio V amore verso una monaca, rinchiusa in un monastero d'Ascoli, forse
quello dell' onesto donne che lo Slabili reca
licenziose
scoperte
Ascolano avrebbe diretto a una suora di S. Chiara di Empiilo o Esciilo, ci sono dei dati, che, se non provano assolutamente, ci danno per grave probabilit per ammettere simile amore. Neil' Acerba lo Stabili manifesta l' ardente passione del suo cuore in un forte presentimento della morte, non consolata da uno sguardo amoroso.
Io
ini
che dir non so, perch il cor vi lasciai. Spero tornarvi a pascere i martiri,
Ohim quegli occhi da cui son lontano, Ohim memoria del passato tempo Ohim la dolce f di quella mano. Ohim la gran virt del suo valore, Ohim ohe il mio morir noa per tempo, Ohim eh' io penso quant' il mio dolorCi Ohim piangete, dolenti occhi miei, perch morendo non vedrete lei
\
145
Anche
accenni
nel
all'
commento
empio
all'
Alcabizzo pare
laccio
Se fosse
viziosa e
una dilezione
il
un
amore
carnale,
oscurit dell'
di male,
anima
dubbio della vita, disperazione della mente che riempie il cuore di sospiii, deviazione degli uomini, amico della volutt,
ama
autore e fine di tutti i mali e chi monache prende questo amore. L'amore di Cecco non fu mai platonico;
;
le
infatti,
in cui
si
pur lasciando neir indeterminatezza cela 1' empio laccio del suo cuore,
schietta e chiara
1'
affetto
puro e immacolato, si duole di non averlo potuto mai coltivare, sperando sempre
dell'
amore
i
cjuel
che
non conviene.
moralit della sua sono discordi e sanno tutti di esagerazione, eh' io non posso, n devo
poi
alla
In quanto
vita
biografi
condividere.
Il
P.
Pastori
nel
MS.
citato
scrive,
La morale
abbracciano quest' uomo perch da lui furono favorite. Cecco fu sempre onesto,
sempre cristiano
11
.
il
:
suo
forte
severe
p;u-ole
Alla
condanna
tribuire
il
dello Stabili
dovette
pure conGli
pubblica, o di
pubblico
insegnante.
146accenni infatti alla sua propria vita, alle persone, ai luoghi, non sono molti nel nostro commento (quello alV Alcahlszo), ma bastevoli a farci intendere che Cecco era tutt' altro che uno stinco di santo . Ma dal solo esame delle opere il critico sereno non pu formarsi un concetto esatto della moralit dello Stabili e, se non vi fosse alcuna testimonianza esteriore, egli, lo confesso sinceramente, sarebbe piuttosto inclinato ad abbracciare, spogliandolo dell'eccessivo entusiasmo di lode, il giudizio del frate agostiniano pi tosto che quello del barnabita. Rimane 1' unica testimonianza, e certamente molto elastica, dello storico Villani, che, nelle croniche fiorentine, registrando Ma con la morte di Cecco, scriveva
:
:
astrologo,
vita .
era
uomo vano
e di
mondana
Lo
tere
suo carat-
mordace,
si
niti oppositori,
soavissimi con
dell'
animo, dividere
ansie di
un amore
che infiammavano. r E veramente fraterna fu la corrispondenza d' amorosi sensi che un negli affanni comuni Cecco d' Ascoli e Cino da Pistoia, che solo la sdegnosa noncuranza di Selvaggia fece poeta con voce di dolore.
sfortunato e aprire
fidente
gli ideali
147
Questa
la
doma
amore
nascoso.
lo spirito gentil
che
v'
Ella
iti'
poscia eh'
eh' io
E
io
la salute,
ove
mio
si
intelletto
si la si
non pu
gire.
Allor
strugge
mia salute
i
muovono
sospiri,
Non minore spontaneit e calore di affetto anima le terzine dell'Acerba, in cui freme appassionato il ricordo della donna amata,
che gli occhi suoi dolenti non morendo.
vedranno,
Di lei comprese forma il mio intelletto mostrandomi salute gli occhi sui, mirando la virt del suo cospetto. Dunque io con ella, e se da me si sgoaibra allor di morte senti raggio 1' ombra.
Come l'amore
sentito,
buono
il
non so
eh' io fui,
sposto,
alto e ispiratore
-148
faceva ardere Gino in cuore dal desiderio
di dolersi sempre.
Ma. questa
i
anim
la loro
loro versi,
non
riusc a
mutare
romano, invece
di rappresentare
poeta,
li
analizza
ai versi soavi,
involuti e oscuri.
Certo non
iese,
si
pu nemmeno tentare un
il
Pisto-
perch di Cecco non ci sono rimasti che pochi sonetti, fortunatamente non contrastati ma essi sono cinti di grazia cos squisita e avvivati da una forza di sentimento cosi profonda che non deve recar mara;
viglia se io
e
li
amore.
M. Gino a
Cecco, io
ti
Cecco d'Ascoli.
di quella
et
eh' de la
guida
me
di stella
in stella
;
m' assicura et chi mi sfida et qual per me laida et qual bella, poi che rimedio la mia scampa grida, per qual da loro giudicio s' appella
:
et se
m' buon
il il
di gire a quella
petra
ov' fondato
gran tempio
di Giove,
o star lungo
che sovra
il
genital
dimmelo, o Ptolomeo,
vero trove.
149
Cecco risponde:
Di ciascheduna mi mostra la guida per qual vert si move mia favella, et poi la sesta spera ognor mi affida
tenendo
Il
la bilancia in
il
man
v'
per
ella.
terzo cerchio
1'
cor
mena
et appella
annida
Ciascun de questi corpi per voi impetra salute et fama, et non richezze nove hor non lasciate il fior che frutto move.
Pistoia per sua parte non
si
spetra
girando
il
dico se la piet ci
non rimove.
dal codice n. 433
il
tratti
calo-
movenza
i
no
fremono
seguenti, profondamente
Cecco a
M.
Cino.
s
La
invidia a
me
dato
de morso
che m' privato de tutto mio bene, et mmi tratto fuor d' ogni mia spene pur eh' alla vita fosse brieve il corso.
O messer
il
convene,
vizio raantene
Veggio cader diviso questo regno, veggio che ad ogni buon convien tacere, veggio quivi regnar ogni malegno
;
et chi vi vuol
suo stato mantenere convien che taccia quel che dentro giace
neir alma, guerra, e nella bocca, pace,
^
isoili".
Cino a Cecco.
NoQ
alcun pensiero di pietate, pui eh' ella s' accorse eh' io aveva veduto
amor
e
per vo come quel eh' smarruto, che dimanda mercede e non sa a cui, e porto dentro agli occhi un cor feruto che quasi morto si dimostra altrui.
Io non ispero mai se non pesanza
eh' ella
Ond' io me ne darei tosto la morte, se non che Amor, quand'io vo in disperanza, te mi dimostra simile in sua corte.
Questi frammenti
sonetti, di cui
il
Magliabecchiano 991
ci.
VII,
ci
confermano la forse i corrispondenti vivendo in e getCecco goduta da stima dell'Ascolano. biografia sidla tano una luce Io credo che i due ultimi sonetti siano
stati scritti tra
il
non hanno
13M
e 13;26
Firenze,
mentre i primi avanti il 1321, quando cio Cino insegnava a Siena. Che r amicizia tra i due poeti dovesse esser intima e soave, lo dimostra anche opere lail fatto che lo Stabili nelle sue
tine
dei
poeti
viventi
tranne Cino, da cui Siena vocatur civitas idear uni . (112) Nessun elogio pi caldo e pi accetto poteva lo Stabili tributare alla dottrina e
air arte dell' amico suo dolcissimo,
151
Quando mi sar dato
tate e pi di continuare le
meno
ogni
affret-
ampie che
le presenti, io
;
spero
rintracciare altri
quelli che
titi,
sonetti
in
modo
:
abbiamo, esaminati bene e senconfermano il giudizio del Golocci nelle canzone Cecco non cos aspero come nella sua philosophia (leggi: l'Acerba) anchora che cose alte nelle sue canzone si contengano .
152
CONCLTJSIONE
Serenamente, con
piere a
la
coscenza di ademscritto
un dovere,
compiendo
ho
in
questi ap-
punti,
brevissimo
variate
tempo me occu-
pazioni consentivano.
So bene che nel mio giovanile lavoro, che solo per Y invito insistente di amici
si pubblicasse, si nascondono sono confortato dal pensiero che nessun serio significato possa spirare da un monumento, se prima non si toglie la figura vera di Cecco dalla luce incerta definita che Y avvolge ancora. e non L' ufficio di promuovere, scrive sensata-
ho consentito
difetti,
ma
mente
si
il
istelli.
che
ancora
spe-
desiderano
di
raccogliere in
i
una
ciale biblioteca
e di critica,
tutti
materiali
di storia
vita e
le
gli Ascolani precedere qualuDque altra onoranza che intendessero tributare alla memoria del loro concittadino. Poich le colonne, le iscrizioni e le statue sono mo-
153
numeriti di vanagloria,
tenati illustri
quando
degli an-
rimane
nell' oscurit
molta
.
tre si viene
sentita
un
diligente e
di
si
lavoro di
Stabili,
studi e
ricerche
allo
per cui
false e leggendaiie e a
cune nella
Il
Bariola infatti e
Frizzi incomincia-
vano un
il
Acerba
Castelli
compieva ricerche
Vaticana
il
;
variatissime
e scovava dalla
manoscritto
del Colocci
il
Boftito rinveniva
due nove
;
e infine
anch' io questi ultimi giorni ho avuto la fortuna di scoprire il pi antico e autentico documento sullo Stabili, che trascrivo per intiero nell'Appendice i)rima.
Inoltre
dell'
si
critica
Acerba
;
Castelli
la
Commento
latino al
poema
;
dello
Stabili,
dovuta al Padre Boffito e uno studio di Giovanni Pascoli sul valore letterario delle
opere
Ascolano, interrompa questo movimento, non si scomjagini questa fiorita di studi, che nasce da persone di diverso sentire politico e religioso, con intempestive e vuote onoranze, ma si assecondi e si alidell"
si
Non
154
La citt un premio
di Ascoli poi
al
dovrebbe
opere di
stabilire
Cecco
soddisferebbe
cos
un dovere
e
e rende-
rebbe
il
pi
sincero
duraturo tributo
del suo figlio.
memoria
5-^^^^-
155
APPENDICE
Il
I.
pi
antico
autentico
documento
su Cecco d'Ascoli.
Nella
met
di
Ottobre di
qiiest'
anno
Municipale di Amandola una pergamena una querela contro Francesco Stabili per malefci commessi verso la persona di un certo Brocardini. Trascrivo l' interessante documento, che il pi antico e sconosciuto affatto ai biografi dell' Ascolano.
del 1297, contenente
In Dei nomine Amen. Anno Domini millesimo ducentesimo nonagesimo septimo. In dictione decima tempore D.ni Bo-
nifacii
Agusti.
nis
et
Actum Amandule
in
ci aliter
Dopnus Beve-
nutus prior monasterii Sancii Leonardi de gulubrio existens corani sapiente viro d.no Nicola d.ni Pauli de Macerata indice
dicti
Gomunis
instanlia
dixit et
petiit
asseruit
ac etiam
cum
ab eodem indice ut
156
ipse index procederei et inqiireret centra Francisscum Stabilis de maleficiis commissis in personam Brocardini vel cuiusqiie alterius persone per eumdem fuisset eommissum.
Cum
non oblatus nec conversas dicti monasterii et si quod instrumentum oblationis appareret quod non ereditar dixit ipsum instrumentum esse fctitium et symulate
concessum. Et ego Thomas
interfiii et
Pucciarelli
imperiali
omnibus
et
Accademie scientifiche una mia monografa documentata illustrativa del documento, che getta una nova luce sulla biografia e apre una nova
delle pi importanti
d" Italia
Sento
il
mente
gli
cav.
ing.
Treggiari,
cav.
il
sindaco di
Amandola,
Carlo
Rev.do
D. Nicola Concetti, rettore della Chiesa del Beato Antonio, e i Padri Cappuccini
-157
APPENDICE
li.
n
Cecco
"
d'
De
eccentricis
et
epicyclis
di
strato.
L'illustre
diritto alla
Padre
nostra
Giuseppe
pi
Boffito
ha
viva
gratitudine
diovaie, di
scoprire
Cecco d'Ascoli.
della biblioteca
e pubblicava
e
il
Vaticana De prinnella
cipiis astrologiae,
questi
giorni,
il
De
eccen-
Per squisita cortesia del dotto barnal)ita, che ringrazio sentitamente, sono lieto riportare nel mio umile lavoro le parole illustrative die piecedono la trascrizione dell'opera dello Stal)ili, prima affatto sconosciuta, e che verr pubblicata in breve a Firenze. Il patrimonio letterario di Francesco Stabili d' Ascoli, o pi semplicemente Cec-
158
vorrei quasi
un ampio commento
Alcabizzo ossia
il
ai
primi capitoli
dell'
De
principis astro-
ogiae,
larlo,
come all' autore piacque d' intitoche era dallo scrivente felicemiente
biblio-
De
ec-
appare
pii
seria e
in ogni
modo
di
esser
presa in conside-
che concerne una pagina della non ancora ben decifrata neppure ai nostri giorni, TutU sapevano infatti, anche senza bisogno di ricorrere alla spiegazione datane sin dalle prime righe dall' Ascolano, che s' intendessero gli antichi astronomi per eccentrico e per epiciclo; ma non tutti, anzi ninno forse, conosce le precise vicende a cui and soggetto durante 11 Medio Evo la dottrina
storia della scienza
me queMa
Un
con-
conoscenza ci fornito dalla nuova operetta di Cecco d'Ascoli. Sorto dopo il sistema degli omocentrici che, spinto sino alle sue ultime e pi complicate conseguenze da Eudosso e da Galli ppo, s' era venuto screditando da s medesimo, il sistema degli eccentrici iniziato da Ipparco, che l' applic al sole e alla luna e proseguito a svolgere da Tolomeo che l'applic anche agli altri pianeti e lo perfezion con 1' aggiunta della teoria.
tributo a questa
159
Medio
trasmesso pressoch inEvo. L' accolsero dapprima anclie gli Arabi assieme alla Magna constrndio di Tolomeo da loro denominata Almagesto. Ma quando risorse
degli epicicli, fu
al
tatto
basso
lo studio e
r amore
minacciarono spesso di
ceder luogo un' altra volta alle sfere omocentriche di aristotelica memoria. Se Vincenzo di Beauvais, lo Scoto e Dante li ammettono senza ombra d' esitazione; Averro, Altebragro,
stione che a
e di
prima vista parrebbe futile niuna importanza, aveva principio in pieno Medio Evo quel dissidio fra 1' astronomia e la filosofia aristotelica che doveva
scoppiare
Galilei.
in
guerra aperta
al
tempo
di
Cecco d' Ascoli combatte per 1' appunto nella sua opera gli argomenti filosofici addotti contro il sistema degli eccentrici di epicicli da Altebragro e da Averro,
valendosi,
zo, della
come
nel
commento alFAIcabizlezione.
forma di
il
Appare anzi
costi-
da
tu
ini
passo che
presente scritto
veramente una lezione dall' autore tenuta all' Universit di Bologna all'aprirsi
dell'anno scolastico 13:^'^2-'^3. Egli dice infatti che Saturno, che il 2 agosto IM'"! occupava il 13' grado del Toro, si trovava allora nel 10' grado: Ut vidistis de Saturno qui erat in 13. gradu lauri \i\
160
Augusti in annis Christi IM^, inusque ad Plindem scilicet Gallinani que est decimus gradus Tauri, sub quo fuit isla Bononia per il qual trapasso di Saaedificata turno son necessari, come mi suggerisce il mio egregio collega P. Camillo Melzi
die
^'5
mesi circa.
cartaceo
della
De
un
col
codice miscellaneo
n.
Bi-
blioteca Palatina di
984
del
(!205
X 310),
di carte 145 di
.
recente (113)
161
IV
1^
Prefazione
Luigi Pastori - Elogio e difesa di Fran- Manoscritto della Coni. pag. 62-67. Ascoli che fu madre di quest'uomo disegni un grandioso Mausoleo degao di Lei, che gli Madre e conveniente ad un tal uomo, ad un
(I) P.
cesco Stabili
)
figlio.
un amplissimo
cerchio, diviso
come da meridiana
di Statue arricchito,
so di emblemi.
mirate la gran
il
Macchina
in
due emisferi
partita,
L'atteggiamento osservate con cui lancia una sfora che ha nella destra e calca col piede telescopi, seste e codici, che giacciono per terra,
e rappresentano
cieli
quattro
macchino
l'
con cui
arte
industre
dello
si
questa
movenza naturale
verso
cielo rivolta....
16^
la Sincerit, la Fortezza intorno son corteggiate da un bel grappo di nove fanciulle in abito rozzo e modesto e rappresentano le Muse. Poi rocchio rivolgasi all'inferiore emisfero, ed ombreggiato si osservi 1' abbronzito volto di Dante in uq antro di quei profondi gironi da lui segnati e descritti nel suo inferno: in uno scoglio Dino e Tommaso del Garbo, (qui, nei singoli patimenti dei nemici di Cecco, riporta versi tratti dalla D. C, accozzati a guisa di centone) Gentile da Foligno, Guido Caval-
La Fede,
all'orbite
Icanti, ecc.
nel
margine
Invidia;
all'
altro
superiore
la
Emisfero, e fuor
maestosa elegante
all'
Eroe
Emisfero addita il trionfo di Cecco Ascolano. Nel pilastro si legge scolpita la iscrizione fatta da lai medesimo per
situato nel lucente
1'
uomo valoroso (Acerba, lib. Ili - cap. Or questi sono immaculati e puri E desprezzando lo mondo dolente
Sempre seguendo
gli acti
li
6)
majuri
mena
):
Del resto
l'
idea
di
erigere
un monumento
sem-
pre dagli ascolani, ma rimasta ognora sterile. Nel 1866 si costitu anzi un Comitato numescrisse, si parl in
emanazione del Consiglio Comunale si lungo e in largo, ma, come al solito, non se ne fece nulla. Vennero in seguito presentati dei progotti in uno di essi si
roso,
;
;
163
relegava lo Stabili nientemeno che tra
pilli d'
gli zamacqua della fontana che sorse poi in Piazza Montanara. Furono pure modellate delle statu'ne ricordo quelle dei Paci, che non rispecchiano affatto il
:
carattere di Cecco.
si agita,
Di questi giorni una balda schiera di giovani con entusiasmo pi o meno operoso,
l'
idea, lanciata gi
1'
una
rischiando cos di far naufragare l' idea, miseramente. Intanto il siciliano Inghilleri ha presentato un bozzetto per il monumento, discreto; mala statua ha movenze use e vita che non quella di Cecco. Pi indovinata ed espressiva, specialmente se vi si praticheranno delle lievi modificazioni, mi sembra la statua modellata dallo scultore Ilounolo del Gobbo, che, con gentile pensiero, ne ha fatto dono al Municipio. Devo alla nota cortesia dell' egregio nostro conciltadino se ho
ricali,
il
mio
lavoretto, di che
Capitolo
Primo
sopra la vita e
del
le
(l)
I pi
di
notevoli
studi
opere
Cecco sono
Boftito.
quelli
Bariola, del
Castelli e del
l'
Avremo
nel
corso del-
opera occasiono
di citarne le pubblicazioni.
164
(2) Cecco d^ Ascoli -
vanni
Spalazzi - Ascoli
Cardi
1876
pag. 11.
(3)
letteratura italiana di
De
Principiis Astrologiae
scoperto ed
il-
lustrato.
(I)
Vita
e le
opere
-
pagg. 20 e 255.
(5)
Colocci -
Appuiti critici su
rimatori
:
provenzali
e italiani - (G)d.
Vat. 4381)
;;
Era
altamente de severo aspetto ornato de gravit n. (6) Tutti i versi, che non abbiano singole annotazioni, sono tratti dall'Acerba.
(7)
le lettere
Et pervenuto al tempo quando 1' et ammonisce, decte di graniissimi segni et espressioni di memoria
Colocci n
imparare
et ingegQo: era in
tucti. n
(8)
stupore
et
admiratione di
- Purgatorio
Dante
Divina
Commedia
- cant. 26 v. 98-99.
(9) P.
Mauro
Sarti
De
claris
Archiginnasii
Bononieasis Professoribus a saeculo XI usque ad XIV. pag. 133. n Quoniam autem mediciaa ab Arabibus ad nos profecta eas labes secum attulit, quas apud eam gente m contraxerat, non minima medicorum nostrorum cura fuit Astrologiae perdiscendae. Hanc veluti sociam et opitulatricem Medicinae reputabaat r. (10) Colocci - r Danti al quale fu amico assai
et io
(II)
ho visto sonecti che se mandavano. Francesco Palermo - I manoscritti paFirenze - Voi. 11 pag. 163 258 - FiGalileiana 1860.
tip.
latini di
renze
165
(12)
Giosu Carducci
- Studi Letterari!,
Della
scritti
lo
Stabili
si
mostra
Il
alla
Chiesa Cattolica.
Bof-
(l-t)
Et
and a Firen-
Capitolo Secondo
(16) Ancora Cecco iV Ascoli e Dante - Un processo che dura 580 anni. Roma, Tip. E. D.
A. 1904. Confesso (V aver dato, specie nelle pubbliche conferenze, al mio dire la tinta ed
li
il
opera cit. nota 4. pag. 30. (18) Alidosi e P. Appiani, cqbcAvq: Thomas qui pariter in G3'mnasio Bononiense paulo ante
praelegerat.
(19)
Commento
alla
)
sfera
di
Sacrobosco -
larum
(20)
scientia radix
j?.
Ibidem
ac
Oportet
medicum de
naturas
necessi-
tate
et
scire
considerare
et
stellarum
aegritudinum
cundum
superiorum.
Astrologia est principium
nae;
logia
mediciisto
non
fuerit
vacata;
quidquid
in
mundo
tum non
fectissime
operari:
-166
mocausam
efficientem;
oculus
qui
non
est in potentia
ad operationes,
coecus ut plu-
rimum
confidat
Anche
nel
Commento
congiuacirugici
Et
in
nondum tunc
quia
incidere vel
tunc
;.
membrum
(21) Ibidem - Habeto ergo Lunam significatricem omnium rerum quia sanitas illius est sanitas omais rei, et detrimentum ipsius est detrimentum ipsius naturae. Est quoddam celeste sidus vel signum in quo medicum previ-
dero oportet
(22)
ecc.
un
ingegnoso
giusto
scoprimento
Torino,
del P. Boffito.
(23)
(V Italia,
Anche
confu-
sione storica.
(25) L' imperatore Teodosio nel 107 aveva ordinato - Volumus esse publicum crimen (in-
tendi
1' eresia dei Manichei) quia quod in religionen divinam committitur, in omnium fertur injuriam. (Cod. Theod. XVI, 5, 10).
(26)
Lettera
al legato della
Lombardia
valitura,
Prae-
Lomduxi-
bardia inviolabiliter de
cetero
post
condignam
manifeste
examinationem
fuerit
de
haeresi
167
convinctus et haereticus judicatus,
auctoritate
nostra ignis judicio concremandus....; e in una altra lettera estende quella legge a tutta l'Italia e
Impero.
(27)
d'
Luca
di
pubblico e gli eretici doversi consegnare al giudice secolare che deve bruciarli come nel misfatto di maest, n
eresia esser
e
(28) (29)
Penna massimo
dichiara:
" il
misfatto
e.
5.
Cesare MariotU
Comune
(30)
di Ascoli
Piceno
?:
Canta
Vitali -
Eassegna Nazionale
1902.
In three
Diritto
- Tipo-
Studi e
Documenti
Fascicolo
3.
di
Storia e
Anno XX.
(33) Il
e l. -
Poma
Lami
lo trasse dal
n. 673.
codice
della
LauSi-
Cechum
filium
quondam Magistri
Esculo sententiavisse male et inordinate locutum fuisse de fi.de catholica. (35) In pi luoghi esalta la scienza sua prediletta: NoQ est maior utilitas et excellentia humana quam secretorum uaiversalis naturae noscere veritatem: o quam utilis est humanis cognitio futurorum
Stabilis de
!
monis
(36) Si in
hoc
libro
meo
et in
omnibus
aliis
llomanae Ecclesiae
et
me
ipsum submitto.
(37) Veritatis est ipsa
alterabilis
secundum aspectum
168
rum
- Sol est origo virtutis vitalis.
Luna
vir-
tutis naturalis,
augmenti, Mars irascitivae, Yenus appetitivae, Mercurius cogitativae vita consistit per virtutes vitales et naturales, et ainborum exaltationes sunt principalissime causa vitae Luna est sigailicatrix omnis rei in ea est virtus omnium planetarum et aliarum stellarum
rum cum
elementa
sequuntur corpora
hominibus,
illi
illi
cum
vero qui habent signa silvestria vadunt libenter soli ut ferae cum luppiter et
Mars coniunguntur
mines qui videjitur
Antichristus
principes
demonum
occuparunt faciunt plerumque similia illis Floron miraculis quae funt per servos Dei fuit de Gerarchia Cherubin spiritus nobilissimae naturae; hic vero novit multa secreta et decepit regem Alafredum caveatis ab eis quia ultima ipsorum intentio est decipere cbristianos iste signitcator se habet ad civitatem sicut anima ad corpus et homines illius civitatis consequuntur naturam illius planetae etc.
nam
(38)
(39)
-
U. Foscolo
-
I Sepolcri.
Saggio
(40) (11)
1879.
V. citato.
Se ne accorge
lo
;
Stabili
stesso di tradice: in
scorrere in altro
campo
in
un passo
169
ista
non phisolophiam.
(12) Voi.
cit.
Lo Spalazzi non ha fatto che chiamante applausi fuggitivi di folla; il Bariola giustamente lo prende in ridicolo, perch in un lavoro storico tutto concesse all'immaginazione. Pur troppo l'esempio dello
una
discorsa,
fatti,
liberi
(43) Nelle
opinioni
riporta
seguenti
qui fecit
versetti
saiit, et
congregentur
terra fiat
aquae
arida
quia Deus
coelum et terram et omnia quae in eis sunt posuit terram in medio iixam ut coelum volveretur
circa ip.sam
vit
motu suo, ut dicit propheta: firmaorbem suum, quod non commovebitur, ut coelum et stellae volverentur circa ipsum motu mundus iste archetipus est, et sicut suo. Deus non habuit nec principium nec finem, sic ista similitudo non habuit nec principium nec finem: quodque factum est in ipso vita erattriplicitas stellarum quia Deus et natura agens virtute ipsius Dei bonedicti, non facit fustra
nec in necessariis
(44)
deficit.
prove eh' egli reca della divinit di Cristo v' ha anche il responso dato da Fiorone: Aliud valde mirabile est quod dicit Floron interrogatus de Christo respondit his verbis Carnem sumpsit humanam ut per ipsum salvaretur omnis caro. (45) P. A. Apphuii in opera - Historia di tutte l'heresie - di Domenico Bernino. Roma,
le
Fra
Bernab 1707 - Voi. Ili, pag. ^bO. (46) Non ho potuto leggere l'originale, ricavo
170
questo brano della sentenza da quello riportato
dal
citato,
il
brano
sunto che ne d
Bariola.
(47) Miti, Leggende, Superstizioni del Medio Evo. Volume I - la Credenza della Fatalit -
Anche
S.
Tommaso
dice
Possunt tamen
corpora celestia dispositive inclinare, inquantum imprimunt in corpus humanum et per consequens in vires sensitiva* quae sunt actus corporalium organorum, quae inclinant ad huma-
nos actus
quia tamen
vires
sensitivae
oboe-
diunt rationi .... nulla necessitas ex hoc libero arbitrio imponitur. Summa Theologica
Secunda secundae
(50) r
- quaest.
cit.
XCV.
P. Boffito in op.
Vici
cop.
14:
]\r. Disputationes in Astrologi am lib. V. pag. 576 in Opera omnia - Basileae 1500.
(5F)
Op.
cit.
nota
4.
Captolo Terzo
(54) Precedeute Ja fama pubblica sparsa da molte persone degne di fede, ci venne all' orecchio che maestro Cecco, figlio dell'illustrissimo Simone Stabili da Ascoli, andava spargendo per la citt di Firenze molte eresie; e quello eh' cosa pi brutta, dava a leggero per le
171
pubbliche scuole un certo suo
fatto da lui sopra la
eretico
libretto
il
Sfera
celeste,
contro
giuramento
Io del
(55)
(56)
altre volte
r
da
lui dato, r Si
noti la
scritto
la
In
ista
parte
tenent
Illi
elementa.
el.
debetis
ignis, aliqui in
ecc.
qui sunt
in
igne
:
aliquando
inflamraant
aerem horribili flamine ut videtur quasi columna ignea moveri de celo; et hoc apparet
in exercitu de nocte
cum proelium
ordinatur:
demones stant ad recipiendum animas; idei reo maximum periculum est pr anima mori in proelio campestri, nisi pugna sit pr
quia
fide Cristi.
Aliqui tenent aerem ut quandoque videtis nubes terribiles subito in aere apparer, quae apparent in similitudine animalium: ut leonum, serpentum, draconum et sic de aliis. Alii quando videtis volutionem sive circulationem pulveris in aere elevari. Alii tenent terram: et hi vadunt quandoque in formam peregrinorum: et in formaui pauperum, et quandoque mulieris fatuae; et mittunt discordias inter gentes; quandoque vadunt de nocte ut aliquoties audietis horribiles
(58)
Commento
alici
17^2
(59)
l'
Summa
Cecco
Dal-
edizione di
(60)
Roma, Tipografia
scrive,
e vero, nei Commentarli Sed multi satagunt de morte et vita et rebus futuris per artes magicns iudicare, quae sunt a Sancta matre Ecclesia vituperabiliter improbata v, ma vi sono testimonianze
alla Sfera:
:
appunti:
falsit
Cecco lauda
la cabala.
1'
astrologia, la negro-
mantia; fece
xit
sopra
la
Sfera
1'
La
et
Ibf's
redibis
;
ambigua perplela
Porre in luce
Ticino
e
di-
ctione de magia.
Vedi inoltre
Marsilio
citate).
Pico della
Mirandola. (Opere
(61) Il
libro di
entrate
spese
delC imjuisizione
fiorentino
Eppure il Bariola reca, fra gli altri argomenti per dimostrare ingiusta la sentenza di Cecco,
anche la speditezza della condanna Ed, a proposito, un altro rilievo noi abbiamo dimostrato che i Commentari furono mutilati o espurgati ebbene il Bariola (Voi. cit. pag. 31) scrive: r II ina forte argomento per credere che la condanna di Cecco fu ingiusta davvero si il fatto che i Commentari furono pi volte stampati, non gi espurgandoli, ma con tutte quelle proposizioni che avevano fornito pretesto alla condanna
1 :
;.
(32)
l'
Cito
r.
alcune
sue
pie
espressioni
-
dal-
Alctdizzo
iste
actus
!
:
Deo
soli pertioet,
:
dalla Sfera
omnia
benedicat
correctioni sacrosanctae
romanae
ecclesiae et
me ipsum
submito
qui
me
legit
173
Dominum
filus
ecc
;
Cristus
Dominus
noster,
vere
Dei
e infine nell'
Capitolo Quarto
(63) Oltre queste due opere, le sole che abbiamo, sono attribuite a Cecco anche le seGlossae in Centiloquio Tolomei guenti
:
Comen-
tarii in
forse
Logicam. Per la prima lo Stabili non ha scritta, che dice solo nel Commento alla Sfera di volerla fare. Ma tra il proponimento e l' esecuzione ci corre. La seconda doveva essere un commento ai
Pronostici
d'
Ippocrate
la
terza
l'epistola,
indirizz al
di
di
il
Fisonomia parler
un
De
bili dall'
Haenel,
il
il
Boffito
crede
forse
sia
Ipsicle,
cui
nomo venne
che
opera di stranamente
deformato
1'
in Esculeo.
illustre
Barnabita,
dell'
opera
di
modi
l'
dire
Ascolano
comuni
al-
1-480 e di
prime ediVenezia
quella
edizione
;
ma
essa sarebbe
174
la quarta,
si
condel-
serva un
l'
gotici,
anno
.;
domini
Luce
antonii
1518.
(65)
de gita
Fiorentini. Die
ultimo Junii
Chiama
la testa di
Cecco
)
r-
mal timhr
chiama
sermone bar-
baro,
(68)
Ci degno
lo Stabili
mento
Frizzi,
arditamente
ai
suoi
calcoli
le
cose di
nel-
religione.
(69)
Del Boffito
il
Castelli
:
cosi
scrive
mio dovere il confessare che al Padre Boffito debbo molta riconoscenza per aver esso, in due speciali pubr ultimo suo opuscolo
;
E'
colmato
alcuni
alcune
erronei
Gli
lacune
cori-etto
equamente
mio lavoro.
sono grato sopratutto perch ha ritrovato un' opera latina dell'Ascolano, smarrita da secoli.
?
Capitolo Quinto
(70)
L'
uomo
delinquente -
Fratelli
Bocca
Torino.
Appendice II. - Supplemento cit. Sarebbe utile fare riscontri accurati e minuti del trattato di Cecco con quelli eh' erano pi in onore nel Medio-Evo. (73) Supercilia cum coeunt timidum et stolidum significant. Qui in superciliis pilorum
(71) (72)
175
habet multitudinem multarum est cogitationum et multae tristitiae. Cum vero supercilia sunt in modum arcus vel semicirculi disposita et minime coeuncia significant animum liberalem et nobilem. (74) Dei vari passi parallelli con i Commenti latini riporto solo il seguente. Nel trattato di Fisonomia Cecco scrive n Carnes multae et
:
durae grossum declarant sensum et intellectum, carnes vero leves bonam naturam significant et intelligeatiara. Simile dixit Philosophus in libro de anima MoWs carnia viros aptos mente dicimus, durae vero carnis ineptos metite r.
:
nel
Commento
all'
Alcabizzo
La
si
costella-
idcirco
tali
quis con-
signo et
erit
Mer-
homo
perspicax
dicit
et profundi intellectus, habens ut Philosophus 3. de anima: Molles carne aptos mente, duros inepfos eljimua. r
Il libro
Omnes animalium
reterenda
est.
species, suas
minum
nell'
E
il
incomincia
insidiosus;
leopardo est
siiuilis est
Acerba descrive
Leopardo che
stretta.
monografia a parte.
176
Capitolo Sesto
(75)
Gruglielmo Volpi
Il
Trecento - Yallardi
- pag, 179.
nell'anno 1507
Ed. impressa a Milano incomincia el primo libro del clarissimo philosopo Cecho Dascole dicto lacerba de lordine de Cieli -.
(76) Intestazione dell'
it
(77)
(78)
Ved. op.
G.
cit.
Fase.
XIX
(79)
1898.
Cecco d'Ascoli
la
Musa Popolare
9.
E' gi stato notato da Op. cit. pag. 149 che il prof. Castelli lasciandosi trasportare dall'amore del loco natio e del soggetto - oh felix culpa - non si accorto dell' esagerazione
altri
pi
non appaiono abbastanza dimostrati. (SI) r Ceccus imo coecus, adhibens ineptos.
sulsos, durissimos ecc. versiculos librum
fecit
quem Acerbae vitae nomine vocare voluit, ut puer audivi, quemve nunc aliqui Cervam vocant.
(82)
Vedi Boffito
cit.
in
Giornale
Storico L.
I.
suppl.
(83)
Lo
stosso
concetto svolge
nell"
operetta
sulla Fisonomia.
pliciter:
creata provenit quadruaut ex conformitate ascendentis, aut ex unitate domini ascendentis, aut ex aspectu vel coniuQctione duorum signifcatorum, aut ex per(84) Dilectio inter
in nafivitate
mutatione luminarium
duorum.
177
Unde
recte
amor provenit ex
similitudinibus
solvere
supradictis.
Et ex hoc polestis
quod
multoties
quaerebant nostri Esculani, quare homo diligit istam et non illam, et illa
a
est pulchrior
me
nobilior
quod conformitas
amando
quod pulchritudo nec nobilitas movet, eo quod amor pulchritudinem non requirit. (S5) Cecco non fu medico, come qualche biografo ha voluto sostenere. Non importa che egli abbia qua e l accennato a qualche pratica
curativa e dato qualche consiglio a medici e a
chirurgi,
poich
cose
era
di
tutti
gli
astrologi
scrittori di
naturali
entrare
ned
campo
della
medicina
e sentenziare.
I.
si
aspirare
si
uno
scienziato
d'
i
nel
medio
evo
di
per essa
distruggono
un
tratto cos
le invettive del
Palermo come
giudizi leggeri
aver studiato l' Acerba e i Commentari, relegavano la scienza dell'Ascolano tra il ciarpame dei trattati dottrinali in prosa ed in verso, usciti dalle scuole e dai conventi
quanti,
senza
nei secoli
XIII
XIV.
Li-
XXXVIL
Venetiis
-
I.
Antonelli. 1844.
e
(90)
Vedi Castelli.
101..
Vita
opere
di
Cecco
A. perch
d'Ascoli, pag.
(91) Il Frizzi
le fonti dell'
cerba anche
il
Tsor
di Brunetti Latini,
abbiamo
che
ai
178
non sostiene la vista, mentre r Et quant li aigles a se filz, il les tient contre le rai dou soleil, et il qui les oilz remue est refutiz e gitez du nif. Ma 1' abbiamo anche in Plinio, a cui avranno attinto e Cecco e Ser Brunetto.
di nido quello che
(92) Il si
mostra
infiammato
di
entusiasmo verso
dell'Ascolano.
la
pretesa
scienza
precorritrice
.;
Ammesso
d'altronde,
egli certo
che qualche osservazione nuova ed originale vi si riscontra. Non so, ad esempio, se altri prima
di
Cecco os'iervasse
le
anche questa osservazione non nuova ed origiaale, che si legge nello Speculum (lib. Ideoque in multis lapidibus IV, e. 20 ed. cii): inveniuntur partes animalium et acquaticarum
-i
Ma
bestiarum
(93)
r.
luna apparet in oriente quoudum medio coeli, elevatur mare recedit a medio coeli usque in occidentem deprimitur aqua, et dum est in occidente usque ad angulum terrae iterum elevatur, ab angulo terrae usque ad partem orisntis deprimitur.
Nam dum
sque
sit in
(e.
134
(94)
2.
col.)
fisiologico della E.
dell'
U.
di
Eoma.
Fisiologia
-
uomo
- Voi.
I.
fase. IV. -
Milano
e.
Societ
18. e. 220.
(96)
(97)
pag. 17.
(A. Traversarli.
I.
Il Salutati
Hoc
libro
multa de
coelo,
179
tiam profitebatur, rerumque natura erudite satis comprehendit. (98) Dal Commento alla Sfera: Non est major utilitas et excellentia humana quam secretorum universalis naturae noscere veritatera. (99) Parlando di Dante dice: Di lui mi duci per suo parlare adorno. (100) Dei vari ascolanismi cito: fonga per muffa, granne por grande, curto per corto, quilli per quello, preta per sasso, venga per vinca. Compose ne la lingua ascolana. Vedeva (101) che Honesto Bolognese ne la sua lingua cercava Bologna, sua patria nobiliare, vedeva li Guidi, Danti, Cavalcante, Guittone celebrar la lor lingua; volse anchor lui comporre in lingua ascolana un libro chiamato l'Acerba .
?? .i
informarono
e gotiche.
1'
arte che
animava
di
simboliche
chiese
romane
quanto
pur troppo
fa
duopo
dire
che non
ce n' e
(104)
di profurai nel
:
popolo
piceno
La
compagna
:
tutte lu giorno va
melancunosa incontra nu pant d' acqua e ce se bagna e se la beve cusc turbedosa: pu' se reposa 'n chella vorda rama, tutte lu giorno la compagna chiama e so reposa 'n cheUa rama secca
:
tutte lu giorno la
(105)
compagna
cerca.
di
Apologia
dell'
amor
patrio
Dante
180
Capitolo Settimo
(106)
Vedi Boffito
Perch fu condannato
d'Ascoli?
alle
al
cit.
Op.
prefazione
Rime
di G.
Car-
ducci e S. Ferrari.
(108) Poesie ital. di duecento autori.
Voi.
T.
pag. 267.
(109)
Vedi: Vite di
-
Dante,
Petrarca
Boc-
caccio.
(110)
Ed. Vallardi.
pag. 348
Girolamo Squarciafco -Voi. cit. n. 109, r Illic quidam primum cum Ioanne
:
Andrea
et
Cyno
leges
vi-
quoad
(111)
Rossi
Il
Trecento
Ed.
Vallardi.
(112)
Commento
all'
Alcabizzo.
Appendice
II.
(113)
Il
come
al
solito,
acuitur sic
quorundam
rum
de Esculo scolaris minimus huius vite ad utilitatem meorum scolarium compilabo tractatum de excentricis et epicyclis ut celestium
motuum
FINE
181
INDICE
Lettera
gli
al prof.
Luigi Luciani
pag.
Capitolo
Primo
tetico sulla
vita di
ultimi e
pi
sicuri
dati
storici,
.
.
comparati con quelli anteriori Gjpitolo Secondo - Condanna di Cecco in Bologna - Motivo che mosse Tommaso del Garbo ad accusarlo
.
pag. 1
all'
Esame
del
Commento
Sacrobosco
e degli errori
condanna
P*o* ^
Gapitolo
Terzo -
Processo di
Firenze - Ambiente ostile allo Stabili all' accusa - Richiamo del processo di Bologna- Arresto di
- Preparazione
l'
Cecco - Nuove accuse tratte dalAcerba e dal Commento alla Sfera Conseguenze giuridiche della legislazione vigente - Condanna e morte
dello Stabili
-
Giudi/.io
pag. 40
Capitolo Quarto
-
Opere
latine
dello Stabili
il
Commento
-
cabizzo
Giudizio
sul
loro
valore
pag. 55
scientifico
latina dello Stabili sulla fisonomia Ragioni per attribuirla con certezza all' Ascolano - Comparazione con l'Acerba - Sua originalit e importanza,
pag. 60
18^
del
Capitolo
sul
Sesto
L' Acerba
sul
significato
scientifico e
nome
valore
-
letterario del
Concetto generale del suo svolgimento - Esame sintetico dei cinque libri che la com-
poema
pongono
Importanza
P^g- 69
di Cecco - Ricetta per lavorare la famosa pietra filosofale - Rapporti poetici tra l' Ascolano e Dante Sonetto al Petrarca e a Gino da Pistoia - Amori deUo StabiU - Im-
pag. 135
pag. 152
Appendice I. - Il pi antico e autentico documento su Cecco d'Ascoli Appendice II. - Il De eccendi Cecco d'Ascoli tricis et epicyclis novamente scoperto e illustrato Note .
pag. 155
pag. 157
pag. 161
pag. 181
Indice
<^^^^pM^
Finito di stampare
il di
20 Novembre 1905
Tipografia
nella
Ascolana
in Ascoli Piceno
Prey.r.
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This booK
is
DUE
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THE LIBRARY
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