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La derivata e l'integrale per le prime lezioni di fisica


Marco Bramanti
Ottobre 2005
La maggior parte degli studenti del prim'anno di facolt scientifiche, nei primi giorni di
lezione incontra, nel corso di Fisica 1, i concetti di derivata e di integrale, che nel corso di
Analisi 1 saranno introdotti parecchie settimane dopo. Se lo studente non ha studiato questi
argomenti gi a scuola (liceo scientifico), il disagio inevitabile. Queste note hanno lo scopo
di introdurre questi concetti senza far uso di troppi prerequisiti matematici, e illustrarli sui
primi e pi semplici esempi che si incontrano in fisica. Di conseguenza la trattazione non
matematicamente rigorosa; tuttavia non dovrebbe neppure introdurre idee matematiche
fuorvianti: semplicemente, lo studente riempir i passaggi logici mancanti a suo tempo, con la
strumentazione fornita dal corso di Analisi 1 . In definitiva, queste note lo scopo
1
non hanno
di aiutare lo studente a preparare l'esame di fisica o di analisi, ma semplicemente di aiutarlo a
seguire le sue prime settimane di lezione di fisica, dopo di che avranno esaurito il loro
compito e potranno essere felicemente distrutte.
Velocit istantanea e derivata di una funzione
Consideriamo un punto materiale che si muove su una retta, e supponiamo che la sua
posizione all'istante sia assegnata dalla funzione t
. ) t . a b
Come esprimeremmo la del punto materiale, in velocit media velocit istantanea e la
termini della funzione ? )
La del punto, in un intervallo di tempo facile da definire: sar velocit media c d t , t h
! !
il rapporto tra lo spazio percorso in questo intervallo di tempo, e la durata dell'intervallo
stesso (che ); a sua volta, lo spazio percorso la differenza tra la posizione all'istante finale h
e quella all'istante iniziale, perci:
.
) t h ) t
h
media
a b a b
! !
(1)
Si tratta di una : una velocit negativa corrisponde ad uno spostamento nel velocit con segno
verso negativo di percorrenza, sulla retta (il punto si mosso all'indietro). Il rapporto scritto a
secondo membro della (1) si dice rapporto incrementale di : il rapporto tra l'incremento di )
) t e l'incremento della variabile .
La velocit istantanea del punto materiale, all'istante , un concetto un po' pi sfuggente t
!
da definire: intuitivamente, la velocit istantanea il numero a cui si avvicina la velocit
1
Per una trattazione matematica dei concetti di derivata e integrale, e per altre interpretazioni fisiche di
questi concetti, si rimanda ai capp. 5 e 6 del libro di testo: M. Bramanti, C. D. Pagani, S. Salsa: Matematica.
Calcolo infinitesimale e algebra lineare. Zanichelli, 2 edizione. Bologna, 2004.
+
M. Bramanti: La derivata e l'integrale per le prime lezioni di fisica
___________________________________________________________________________
2
media, calcolata in un intervallo di tempo contenente , quando la durata di tale intervallo t
!
sempre pi breve. Dal punto di vista matematico rigoroso, la definizione corretta fa
intervenire il : limite del rapporto incrementale

) t h ) t
h
istantanea
lim
2!
! !
a b a b
.
L'espressione scritta a secondo membro si dice , e si indica derivata prima di calcolata in ) t
!
con . Quindi la velocit istantanea del punto materiale (che d'ora in poi chiameremo ) t
w
!
a b
semplicemente velocit) uguale alla derivata prima della funzione posizione nello stesso
istante:
t ) t a b a b
! !
w
Questo vero per ogni istante ; si pu quindi considerare ora la velocit come una nuova t
funzione del tempo, vedendo la derivata di come una nuova funzione di : ) t
t ) t a b a b
w
,
definita per in un certo intervallo. t
Astraendo dall'esempio fisico della velocit, in generale, data una funzione definita in )
un intervallo e a valori reali, definiremo la di come il derivata prima limite del suo rapporto )
incrementale:
) t
) t h ) t
h
w
!
2!
! !
a b
a b a b
lim
(purch questo limite esista, problema su cui qui non ci soffermeremo).
Se ora iteriamo il discorso e consideriamo la velocit (istantanea) di variazione della
velocit, otteniamo il concetto di del punto. Questa sar pari alla derivata della accelerazione
funzione velocit, ossia alla derivata della derivata della funzione , che si chiama ) derivata
seconda di ), e si indica con . Quindi l'accelerazione data da: ) t
ww
a b
c t ) t . a b a b
ww
Per capire meglio la definizione di velocit (ovvero di derivata) e quindi di accelerazione,
invece di approfondire teoricamente il concetto di limite (come si far nel corso di Analisi),
vediamo come questa definizione si usa in alcuni esempi semplici ma significativi.
Esempio 1. Moto uniforme. Sia
) t t . a b
Allora
) t h ) t t h t
h h

a b a b c d c d a b
! ! ! !
.
In questo caso il rapporto incrementale (ossia la velocit media) costante, non c' nemmeno
bisogno di passare al limite:
t . a b
La velocit istantanea costante, ed pari al coefficiente angolare della retta . j ) t a b
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3
Esempio 2. Moto uniformemente accelerato. Sia
) t t . a b
#
Allora
) t h ) t t h t 2t h h
h h h
2t h
a b a b a b
! ! ! !
#
!
# #
!
.
Quando ora l'incremento sempre pi piccolo, la quantit tende al valore h 2t h
!
2t
!
. Dunque:
t ) t 2t a b a b
w
.
La velocit istantanea qui una funzione lineare del tempo. Se calcoliamo l'accelerazione,
cio la derivata prima di otteniamo (vedi esempio precedente): t a b
c t t ) t 2 a b a b a b
w ww
.
In questo caso l'accelerazione costante.
Esempio 3. Moto armonico. Sia:
) t t. a b sin
Consideriamo, sulla circonferenza trigonometrica, un angolo generico e un piccolo angolo t
h.
O
H B
E C
D
t
h
In figura: se e , t CO1, h CO1

! IHG
s
sin sin a b t h t 11. (2)
11 1Ccos! (3)
Ora facciamo una duplice approssimazione. Se piccolo, il segmento , ipotenusa di h 1C
11C 1C h 1 , indistinguibile dall'arco , che misura (perch la circonferenza ha raggio );
quindi porremo
1C . h. (4)
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4
Inoltre, se piccolo, il segmento tangente alla circonferenza, quindi l'angolo h 1C 1CO

retto, e questo implica che


! 11C . 1CO CO1 t

. (5)
Perci (2), (3), (4), (5) implicano
sin sin
cos
a b t h t
h
. t
e questa relazione (approssimata se piccolo), diventa esatta al limite per . Dunque h h 0
a b sin cos t t.
w
Sulla stessa figura, osserviamo che anche:
c d a b cos cos t h t C1
e
C1 1Csin!
Allora lo stesso ragionamento porta a:


cos cos
sin
a b t h t
h
. t
e quindi
a b cost
w
> sin .
Torniamo allora al moto armonico: se la posizione del punto materiale all'istante t
) t t, a b sin
la velocit :
t ) t t a b a b
w
cos
e l'accelerazione :
c t t t a b a b a b
w w
cos > sin
Si ottiene l'interessante risultato: l'accelerazione in ogni istante uguale e contraria alla
posizione. Questa una caratteristica tipica di fenomeni di tipo vibratorio. Si parla in questo
caso di oscillazioni armoniche.
Esempio 4. Leggi esponenziali. Sia
) t c . a b
>
Il rapporto incrementale di : )
) t h ) t c c c 1
h h h
c
a b a b

>2 > 2
>
ossia il prodotto della funzione stessa per una funzione di (indipendente da ), ) t h t a b
precisamente
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5
c h
c 1
h
a b
2
.
Il limite per tendente a zero di rappresenta geometricamente il coefficiente angolare h c h a b
della retta tangente al grafico della funzione nel punto ; intuitivamente, chiaro che c . 0
B
questa quantit esiste (finita), e dipende solo dal numero . Dunque c
) t c ) t .
w >
+ +
a b a b
Otteniamo quindi l'interessante risultato: se una grandezza varia nel tempo con legge
esponenziale , la sua velocit di variazione proporzionale alla grandezza stessa. Il ) t a b
coefficiente di proporzionalit il numero , che si dimostra essere pari a (logaritmo in c
+
log
base costante di Nepero ). Poich , questo significa che, tra tutte le c 2.71... c 1 log
funzioni esponenziali, la funzione l'unica la cui derivata coincide esattamente con la c
>
funzione stessa: grandezza e velocit di variazione coincidono. Anzi, si pu dimostrare che tra
tutte le sufficientemente regolari (e non solo tra le funzioni esponenziali) la funzione funzioni
cc c
>
(con costante qualunque) quella con questa propriet.
Osservazione. Un paio di utili regole di derivazione. Gli esempi precedenti contengono i
prototipi dei pi semplici ma significativi modelli fisici. Per adattare queste formule a
situazioni leggermente pi generali, utile sapere anche che:
c d a b a b c) t c) t :
w w
(6)
c d a b a b ) ct c) ct .
w w
(7)
Dimostrazione. Proviamo la (6). Il rapporto incrementale di uguale a: c) t a b
c) t h c) t ) t h ) t
h h
c
a b a b a b a b

,
che ha per limite proprio . Per provare (7), scriviamo il rapporto incrementale di : c) t ) ct
w
a b a b
) c t h ) ct ) ct ch ) ct
h ch
c
a b a b a b a b a b
(ponendo e pensando ora a come all'intervallo di tempo che diviene sempre pi ch / /
breve)
c
) ct / ) ct
/
a b a b
e questo ha per limite proprio . c) ct
w
a b
Esempio 5. Ancora sul moto armonico. Se
) t t a b a b sin =
in base alle relazioni (6) e (7) si ha:
t ) t t : a b a b a b
w
= = cos
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6
c t ) t t a b a b a b
ww #
= = sin
da cui si vede che l' . La accelerazione proporzionale ma di segno opposto alla posizione
funzione di questo esempio rappresenta un tipico fenomeno vibratorio: la funzione ) t a b
periodica, di , il numero detto , il numero periodo pulsazione 1
# "
X #
1 =
= 1
= /
frequenza ampiezza . Il numero l' dell'oscillazione. Notare che a pulsazione maggiore
corrisponde velocit di variazione maggiore.
Integrale definito come limite di somme
e sua interpretazione fisica
Mettiamoci ora da un punto di vista in un certo senso inverso rispetto al paragrafo precedente:
supponiamo di conoscere la funzione velocit istantanea di un punto materiale in moto su una
retta, e proponiamoci di calcolare lo spazio totale percorso in un intervallo di tempo c d 0, 1
(inteso come spostamento netto, cio differenza tra posizione finale ed iniziale, e non come
cammino totale percorso negli eventuali "avanti e indietro" del punto).
Ragioniamo allora cos: suddividiamo l'intervallo temporale in intervallini di c d 0, 1 :
ugual durata che indichiamo con , con Sia lo spazio percorso 1: t , t / 1, 2, ., :. o c d
5" 5 5
nell'intervallo ed lo spazio totale percorso: c d t , t o
5" 5
o o
"
5"
8
5
.
Lo spazio il prodotto della nell'intervallo per la durata o t , t
5 5" 5
velocit media c d
dell'intervallino, ; se questo abbastanza breve, la velocit media in quasi 1: t , t c d
5" 5
uguale alla velocit istantanea nell'istante ; otteniamo quindi: t
5"
o . t
1
:
5 5"
a b
e
o . t t
1 1
: :
" "
a b a b
5" 5"
8 8
5" 5"
.
La valutazione esatta (e non approssimata) dello spazio totale percorso si ottiene passando al
limite per tendente a infinito, ossia quando la suddivisione dell'intervallo temporale si : 0, 1 c d
infittisce sempre pi. Otteniamo dunque
o t
1
:
lim
8_
5"
8
5"
"
a b.
Tale limite di somme si indica col simbolo
(
a b
!
X
t dt
che si dice "integrale definito della velocit per da a ". t t 0 1 a b
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Questa costruzione si pu ripetere per una qualsiasi funzione definita nell'intervallo ) t a b
c d c d 0, 1 c, / (o in un qualsiasi intervallo ): si pone
(
a b a b
"
!
X
8_
5"
8
5"
) t dt ) t
1
:
lim .
L'integrale di una funzione in un intervallo in ogni caso un limite di somme, che pu avere
vari altri significati fisici. Ad esempio, se la densit lineare di una sbarra nel punto , 3a b . .
l'integrale
(
a b
+
,
3 . d.
fornisce la massa totale contenuta nel segmento della sbarra. c d c, /
Osservazione. Significato geometrico dell'integrale. Se rappresentiamo il grafico di ) t a b
nell'intervallo , e innalziamo segmenti verticali dai punti , vediamo che ogni numero c d 0, 1 t
5
o t , t ) t
5 5" 5 5"
rappresenta l'area del rettangolino la cui base l'intervallo e l'altezza ; la c d a b
somma delle aree di questi rettangolini approssima l'area sotto il grafico di . L'integrale di ) t a b
) 0, 1 in , che il limite di queste somme di piccole aree, d il valore esatto dell'area sotto il c d
grafico. L'integrale di una funzione in un intervallo ha quindi il significato geometrico di area
sottesa al grafico.
t
0
t
1
t
n t
2
S
1
S
2 S
n
Il significato geometrico dell'integrale un'utile supporto all'intuizione. Si rifletta comunque
sul fatto che il ragionamento che porta a identificare l'integrale della velocit con lo spazio
totale percorso (o l'integrale della densit con la massa totale) dipende essenzialmente dal
concetto di , e non dal suo significato geometrico. integrale come limite di somme
Il calcolo effettivo degli integrali mediante una primitiva
La definizione di integrale come limite di somme non si presta molto al calcolo effettivo, o
per lo meno non si presta al calcolo esatto effettivo . Il modo pi semplice per calcolare un
2
2
In realt si presta molto bene al calcolo : basta calcolare la somma per un abbastanza approssimato 8
grande, senza pretendere di calcolare il limite della somma per tendente a infinito. 8
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8
integrale sfrutta invece un altro fatto, ossia la , relazione esistente tra integrale e derivata
espressa dal Teorema Fondamentale del Calcolo Integrale. Questa relazione non cos
evidente dalla definizione di integrale come limite di somme, ma suggerita, ad esempio,
dalla relazione tra spazio e velocit. Riprendiamo la definizione di integrale per la funzione
velocit:
(
a b a b
"
!
X
8_
5"
8
5"
t dt t .
1
:
lim
Dimentichiamoci ora del fatto che -lo sappiamo gi- questo integrale rappresenta lo spazio
totale percorso, e ricordiamoci invece che la velocit la derivata della funzione posizione:
t t . a b a b s
w
Il risultato che troveremo varr per il calcolo dell'integrale di una funzione di cui qualsiasi )
si sappia gi che la derivata di una seconda funzione . Ricordando che G
: t . h
: t h : t
h
w
a b
a b a b
per piccolo
possiamo scrivere:
t : t .
: t : t : t : t
t t 1:
a b a b
a b a b a b a b
5" 5"
w
5 5" 5 5"
5 5"
.
Quindi:
" " "
a b c d
a b a b
a b a b
5" 5" 5"
8 8 8
5" 5 5"
5 5"
1 1 : t : t
: : 1:
t . : t : t .
Ora, nell'ultima somma scritta si cancellano tutti i termini tranne il primo e l'ultimo:
"
c d a b a b
5"
8
5 5"
: t : t
: t : t : t : t . : t : t c d c d c d a b a b a b a b a b a b
8 8" 8" 8# " !
: t : t : 1 : 0 a b a b a b a b
8 !
.
Passando al limite per tendente a la relazione approssimata diventa esatta, e si ha: :
(
a b a b a b a b
"
!
X
8_
5"
8
5"
t dt t : 1 : 0
1
:
lim
che riscriviamo nella forma:
(
a b a b a b
!
X
w
: t dt : 1 : 0 . (8)
E' importante ora rendersi conto che, nei passaggi precedenti, l'unica propriet di che t a b
abbiamo utilizzato il fatto di essere la derivata di . In altre parole, la relazione (8) ha un : t a b
significato generale: l'integrale della derivata di una funzione (non importa che qualsiasi : t a b
sia la funzione posizione) si calcola valutando la differenza tra i valori di negli estremi : t a b
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dell'intervallo. E' questo il contenuto del Teorema Fondamentale sopra citato. In pratica, data
una funzione di cui vogliamo calcolare l'integrale, dobbiamo cercare una seconda ) t a b
funzione di cui sia la derivata: . Una tale si dice di , e sotto G t ) G t ) t G ) a b a b a b
w
primitiva
quest'ipotesi si ha:
(
a b a b a b
+
,
) t dt G / G c .
Esempio 6. Calcoliamo:
(
!
X
>
c dt
!
per fissato. Sappiamo che (Esempio 4) le (6), (7) dicono allora che ! 0 c c : a b
> >
w
a b c c
! ! > >
w
! e

1
c c .
!
! ! > >
w
Dunque una primitiva di . Perci: ) t c G t c a b a b
! !
!
> > "
(
!
X
> X !
X
c dt c c
1 1 c 1
! ! !
!
! ! !

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