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Il dialetto di Basaluzzo

SAVERIO ZUCCOTTI

Saverio Zuccotti Basaluzzo, agosto 2002 http://www.zuccotti.com consentita la riproduzione parziale del contenuto di questa dispensa purch ne venga citata la fonte.

Indice

I 3 7 9 11

Presentazione Grafie: lalfabeto luso del trattino Gli articoli e le preposizioni: gli articoli determinativi gli articoli indeterminativi le preposizioni semplici le preposizioni articolate Il femminile e il plurale: il femminile il plurale Gli aggettivi e i pronomi: i gradi dellaggettivo aggettivi con gradi irregolari gli aggettivi e i pronomi possessivi gli aggettivi e i pronomi dimostrativi gli indefiniti pronomi relativi pronomi interrogativi I numerali: i cardinali e gli ordinali I pronomi personali: i pronomi personali e verbali i pronomi personali complemento particelle pronominali Gli ausiliari: essere avere La prima coniugazione: il verbo acciuffare i verbi che si modificano nella radice il verbo dare La seconda coniugazione: il verbo scrivere gli altri verbi il verbo sapere La terza coniugazione: il verbo finire il verbo uscire gli altri verbi I servili: potere dovere volere Negazione e interrogazione: negazione interrogazione interrogative negative Avverbi e congiunzioni: gli avverbi le congiunzioni Un po di tutto: esserci i verbi impersonali i nomi alterati luso del gerundio

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Presentazione

Questi appunti dedicati al dialetto di Basaluzzo nascono dallesigenza di potenziare i contenuti del sito www.zuccotti.com . La scelta di approfondire un t ema cos particolare motivata dal desiderio di costruirmi una nicchia di eccellenza che giustifichi in qualche modo lesistenza del sito stesso allinterno della Rete. Nelle mie intenzioni, quindi, questa sommaria introduzione al dialetto basaluzzese si affianca alla Storia di Basaluzzo del Vernetti nellofferta di materiale inedito e originale. Chi scrive queste righe non ha fatto delle lettere la sua professione, e manca pertanto di quella necessaria dimestichezza con le questioni linguistiche che uno studio del dialetto imporrebbe. Per compilare queste note mi sono basato sulle risorse normalmente disponibili sul web, attingendo ai siti www.piemont.org e, soprattutto, space.tin.it/ clubnet/nmndem/indexit.html . I criteri di adattamento del piemontese ai dialetti dellalessandrino, infine, sono il frutto di un paio di chiacchierate con il poeta dialettale Domenico Bisio. Nel sottolineare ancora una volta lassoluta provvisoriet di queste note grammaticali, evidentemente incompiute e con errori sicuramente abbondanti, le affido
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alla Rete nella speranza che esse possano incontrare la comprensione e lindulgenza del lettore. Tanto meglio, poi, se potranno essere di qualche utilit.

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Grafie

Lalfabeto Lalfabeto piemontese si compone di 7 vocali (a, e, , i, o, , u), una semivocale (j) e 17 consonanti (b, c, d, f, g, h, l, m, n, n-, p, q, r, s, t, v, z). In realt il numero dei suoni vocali sale a 9 laddove si tenga presente la duplice pronuncia aperta/chiusa della e ed il dittongo eu. I dialetti dellalessandrino conservano del piemontese i tratti e le caratteristiche fondamentali, presentando nel contempo significative differenze fonetiche. Esse consistono essenzialmente in influssi liguri e lombardi, dovuti alla contiguit geografica e ai retaggi del lontano passato. Conseguenza diretta di questo aspetto una estensione forzata dellalfabeto, che si arricchisce cos delle grafie necessarie a coprire lintera gamma delle pronunce che si riscontrano in questi dialetti. Lalfabeto basaluzzese quello di seguito riportato. lett. a b c Tipo di pronuncia come in italiano. come litaliana di mangi. (1 ) come in italiano. dura quando: precede h; precede consonante; precede a, , o, , u. dolce quando: precede e, , , , i; doppia in finale di parola; separato con trattino da s sorda. come in italiano. aperta quando: in sillaba chiusa; ha accento grave in sillaba aperta. chiusa quando:
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Esempi sainsa (senza) c (casa) bsta (basta) sch (sacco) crva (capra) cadaina (catena) cp (tiepido) fricc (fritto) s-cip (schioppo) dricia (destra) erpi (erpice) tra (terra)

d e

in sillaba aperta; ha accento acuto in sillaba chiusa; ha accento acuto su parole tronche. come la parola inglese sir, ma pi breve. (2 ) (eu) come in francese. Non una lettera dellalfabeto ma ha suono vocale proprio. f come in italiano. g sorda quando: precede h; precede consonante; precede a, , o, , u. dolce quando: precede e, , , , i; doppia in finale di parola; separato con trattino da z. come in italiano ammette: gl gnh come in italiano. i come in italiano. j si usa quando: sostituisce il gruppo italiano gli; c un suono come nella parola yacht; c una i tra due vocali. (3 ) l come in italiano. m come in italiano. n come in italiano se : in inizio di parola senza apostrofo; (4 ) nel corpo di parola, seguita da vocale o da consonante dentale o palatale; in finale di parola preceduta da consonante; raddoppiata in finale di parola dopo vocale; (4 ) faucale (come finale di gerundio inglese) se: in inizio di parola apostrofata; nel corpo di parola seguita da consonante gutturale o sibilata; in finale di parola preceduta da vocale. n- n faucale davanti a vocale.
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vedri (vetro) srcc (cerchio) mist (mestiere) tcc (tetto) beu (bue) frist (forestiero) gheub (gobbo) gris (grigio) gt (gatto) gira (ghiaia) mugg (mucchio) z-gif (schiaffo) aglim (letame) gnaint (niente) a jheu dicc (ho detto) fin (finire) mej (meglio) firmja (formica) maja (mia) libri (libro) mr (madre, mare) ns (naso) pna (penna) and (andare) quadern (quaderno) tnn (tenere) v ndr (va indietro) manc (mancare) caon (cane) bn-oi (buoni)

o p q r s

t u v z

come la u italiana. o chiusa italiana. (5 ) come in italiano. come in italiano. come in italiano. sorda quando: in principio di parola; precede o segue consonante; (6 ) doppia, dopo vocale, in finale di parola; doppia tra due vocali; (7 ) separata da c dolce con trattino. dolce quando: si trova tra due vocali; in finale di parola dopo vocale. come in italiano. in generale come la u francese; u italiana dopo q. (8 ) come in italiano. s dolce in principio di parola, vicino a consonante o separata con trattino da g dolce.

lov (lupo) dna (donna) pr (padre) qudri (quadro) roa (ruota) sar (chiudere) sn (cenare) ss (osso) limssa (lumaca) s-ciap (rompere) camisa (camicia) vs (vaso) tnt (tentare) lus (luce) quindiss (quindici) trv (trave) zonn (giovane) pz (pesare)

(1 ) La lettera non esiste nellalfabeto piemontese ma una prerogativa dei dialetti dellalessandrino, dove quasi sempre le a toniche si trasformano in o aperte. (2 ) Sempre in deroga ai canoni del piemontese, ai dialetti dellalessandrino concesso di utilizzare la anche come carattere jolly per indicare vocali di genesi anomala. Ecco spiegato, quindi, il cartello Frsnra (da leggere Farznra) che si trova allingresso di Fresonara. (3 ) Luso della j comunque di difficile codifica, nel senso che la distinzione fonetica tra una i ed una j spesso minima. Vi poi il problema della corrispondenza tra piemontese e basaluzzese, visto che il primo utilizza la j pi largamente di quanto non sia necessario per il secondo. (4 ) Le parole che iniziano per a, se seguono parole che terminano per vocale, perdono la a iniziale e la sostituiscono con un apostrofo. (5 ) Nellalfabeto piemontese con si indica la semplice variante tonica della o. Luso qui spiegato unaltra delle peculiarit dei dialetti alessandrini. Si noti che, nel basaluzzese, decade lesigenza di mantenere nellalfabeto la grafia . (6 ) Fanno eccezione alcune parole come disdeut, disneuv, dosaint e tarsaint (diciotto, diciannove, duecente e trecento, con grafia mutuata dal piemontese), dove questa s, che andrebbe letta di regola con pronuncia sorda, in realt dolce.

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(7 ) La pronuncia va comunque impostata come se la s fosse singola. (8 ) Talvolta possibile incontrare anche dittonghi ue, ua, au che richiedono, in via eccezionale, la pronuncia italiana della u. Tra gli esempi si ricorda gura (guerra), guard (guardare) e cusset (calza). Trattandosi di forme alternative che convivono comunque con quelle tradizionali, si consiglia di non esportarle nel dialetto di Basaluzzo. Luso del trattino Il trattino un espediente grafico che serve ad unire ad una parola un gruppo che, isolato, non avrebbe graficamente significato. Il gruppo pu essere: autonomo, come ad esempio le forme a-gh son (io ci sono), o-gh disa (gli dice) e cos via; parte integrante della parola, da cui separato unicamente per preservare la coerenza di pronuncia. Soprattutto nei verbi, si user il trattino quando laggiunta di una desinenza o di una particella pronominale potrebbe modificare pi o meno sensibilmente la grafia della radice del verbo. Ad esempio si noti levoluzione d/dgh/dgh-la che sta per da/dagli/dagliela. Grammaticalmente parlando, il trattino non sarebbe stato necessario (le particelle pronominali si fondono con la voce verbale), ma la forma dgla si sarebbe troppo distinta dalla radice dgh.

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Gli articoli e le preposizioni

Gli articoli determinativi Luso degli articoli determinativi maschili segue regole piuttosto semplici. Al singolare: le parole maschili che iniziano per c dolce, s-c, d, g dolce, z-g, l, n, r, s, t, z vogliono larticolo o; le parole maschili che iniziano con le restanti consonanti, ovvero per g e c dura, per b, f, m, p, q, v, sono introdotte dallarticolo ir; le parole femminili o maschili che iniziano per vocale hanno articolo l; tutte le parole femminili che iniziano per consonante vogliono larticolo ra. Lo si trova anche nelle varianti la e a ra. Invece: il corrispondente plurale di o e ir larticolo i. La grafia piemontese, ij, improponibile nel dialetto basaluzzese; il plurale di ra ir, identico allarticolo maschile singolare; infine, l si trasforma al plurale in j. Facendo un confronto, si scopre che manca una corrispondenza precisa tra i piemontesi l (l) e l e i basaluzzesi ir e o. In particolare, si osserva che i criteri per luso di l sono assolutamente pi restrittivi di quelli di o. o zach ir breu los ra str i mn-oi ir tr jafri Gli articoli indeterminativi Qui il quadro ancora pi semplice: il basaluzzese prevede una sola forma per il maschile (in) ed una sola per il femminile (ina). Questultima perde la a finale la giacca il brodo luccello la strada i mattoni le tavole gli affari

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quando precede parole che iniziano per vocale. Diffusa la variante na (n). Anche il maschile in, se preceduto da parola terminante per vocale, pu perdere la i e la sostituisce con un apostrofo. in m ina dna naznela Le preposizioni semplici La corrispondenza con litaliano immediata: d/d, a, da, an, anco, su, per (lo si trova nelle varianti pr, par, pir ), tra, fra. Lunico aspetto da chiarire il criterio in base al quale si utilizza d piuttosto che d. La grammatica piemontese prevede le due forme d/d e d/d, per il cui uso valgono le stesse regole degli articoli l e l. Ma avendo gi osservato la mancanza di corrispondenza precisa tra questi e gli articoli del basaluzzese, se ne ricava limpossibilit di conformare strettamente il dialetto di Basaluzzo con il piemontese. Considerando tuttavia che, nelluso comune, la forma d tende comunque a prevalere (d soe), da parte nostra si utilizzer: d come preposizione davanti a parole che iniziano per consonante; d come preposizione davanti a vocale. d fer dss Le preposizione articolate Premesso che, come in italiano, le forme per, tra, fra non si fondono mai con leventuale articolo che segue, si riporta la seguente tabella: d/d do dir dl dra di dj a ao ar a l a ra ai a j da da o dar da l da ra dai da j an ant o ant ir ant l ant ra ant i ant j su an so an sir an sl an sra an si an sj di ferro di essere un uomo una donna una acino

o ir l ra i j

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Il femminile e il plurale

Il femminile La regola da osservare per formare un femminile la seguente: se la parola termina con una consonante, si aggiunge una a finale. In tal caso occorre prestare le dovute attenzioni alle pronunce particolari, che devono mantenersi (mediante raddoppi o aggiunte di h per eventuali c, g, s dolci o dure); solo la n, quando faucale, diventa normale. Fanno eccezione a questa regola generale parole come postl o soperior, che restano invariate. Attenzione inoltre ai casi del tipo: pitor/pitrice, dotor/dotorssa, chont/contssa etc. se il sostantivo termina con a, rimane invariato. Gli ultimi punti forniscono gli strumenti per concordare al femminile i participi passati: quelli della prima coniugazione, che terminano in , aggiungono ja; quelli della seconda che escono in cambiano questultima vocale con oa; per gli altri vale la regola geberale quelli della terza coniugazione, infine, sostituiscono la i finale con ja; Per gli animali valgono regole simili a quelle dellitaliano: caon/cgna, lion/lionssa e cos via. Si ha poi cav/cavla e con/conila. Il plurale Per il passaggio dal singolare al plurale ci si comporta cos: se la parola termina in a, si elimina semplicemente questa vocale. Esiste qualche eccezione come ad esempio rbra/rbre (pioppo/pioppi). Attenzione: se c un gruppo finale ea, la a viene sostituita da j (carea/carej, sedia/sedie); se c il gruppo stra lo si sostituisce con stri (nostra/nostri). se la parola esce in , , , , u/, si aggiunge i finale (d, dito, fa per al plurale dj); se la parola finisce per i, la si lascia invariata; se la parola termina per consonante, si aggiunge una i. Come per il femminile, attenzione alle c e alle g (eliminare leventuale raddoppio);

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se per c n faucale terminale, prima di valutare il da farsi necessario invertire di posizione la n con la vocale che la precede. Solo a quel punto si valuter se lasciare tutto invariato (pcinin/pcinn-i) o aggiungere la i (caon/can-oi). le parole che terminano con el non aggiungono nulla ma cambiano la e con una (pel/pl). alcune parole che terminano in ss restano invariate (brss, ss). Attenzione ovviamente alle eccezioni e ai sostantivi che rimangono invariati nel passaggio da singolare a plurale: maon (mano), civ (chiave), nv (nave) etc. Esistono poi alcuni plurale che modificano, pi o meno sensibilmente, la radice della parola (tamp/taimpi). Nei plurali ottenuti per eliminazione della a finale, lultima vocale della parola tende ad avere pronuncia allungata.

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Gli aggettivi e i pronomi

I gradi dellaggettivo comparativo di maggioranza: pu [aggettivo] che [termine di paragone]; comparativo di uguaglianza: [aggettivo] cm [termine di paragone]; comparativo di minoranza: meno [aggettivo] che [termine di paragone]; superlativo relativo: ir pu/meno [aggettivo] d/d [termine di paragone]. Nel caso in cui il termine di paragone sia costituito da una proposizione, nella costruzione del superlativo si sostituisce che a d/d; il superlativo assoluto non appartiene al piemontese, che lo rende con locuzioni equivalenti. Esistono tuttavia alcune forme italianizzate del tipo blissim.

Aggettivi con gradi irregolari grand: magior (comparativo); mssim (sup.); pcit: minor (comparativo); minim (sup.); aot: soperior (comparativo); bss: inferior (comparativo); bon: mej (comparativo); tim (sup.); grm: ps (comparativo); pssim (sup.).

Gli aggettivi e i pronomi possessivi Nella tabella che segue a sinistra di ogni sbarra c laggettivo, a destra il pronome. Dove la voce unica significa che aggettivo e pronome coincidono. masch. sing. me t s nstri masch. pl. me/mei t/ti s/si nstri femm. sing. me/maja t/toa s/soa nstra femm. pl. me/maja t/to s/so nstri

1a pers. sing. 2a pers. sing 3a pers. sing. 1a pers. pl.

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2a pers. pl. 3a pers. pl.

vstri s

vstri s/si

vstra s/soa

vstri s/so

Gli aggettivi e i pronomi dimostrativi Nella tabella che segue laggettivo riportato a sinistra della barra, il pronome a destra. masch. sing. iss/ist quel/quel-l masch. pl. issi/isti quei/quei-l femm. sing. issa/ista qula/qula-l femm. pl. iss/ist qull/ qull-l

questo quello

Sia iss che ist e quel (ovviamente con le relative varianti femminili e plurali) possono reggere, dopo laggettivo cui si riferiscono, gli avverbi chi, l o l separato da un trattino. Quel pu anche essere sostituito da iss+ [agg.]-l (iss pr-l per quel prato). Gli indefiniti italiano altrettanto altro certo ciascuno diverso nessuno poco quanto tale tanto troppo tutto uno parecchio qualcuno qualcosa chiunque niente ogni m.s. tartaont tri cert gnidin divers antsin pch quant tl taont trp tut jin dir bel chich din chircssa chionch gnaint gni f.s. tartaonta tra certa gnidina diversa antsina pca quanta tl taonta trpa tuta jina dra bla chich dina gni m.p. tartaonci tri certi diversi pchi quanci tli taonci trpi tuci di bi f.p. tartaont tar cert divers pch quant tl taont trp tut dir bl

[a/p] [a/p] [a/p] [a/p] [a/p] [a/p] [a/p] [a/p] [a/p] [a/p] [a/p] [a/p] [a/p] [p] [p] [p] [p] [p] [a]

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[a]

qualche

chic

chic

Qualsiasi e qualunque in dialetto non sono utilizzati. Quando fungono per da pronomi, al loro posto si usano delle locuzioni del tipo: cma cho vena (lett. come viene). Pronomi relativi Come pronomi relativi il dialetto utilizza in modo pressoch esclusivo chi e che. Ovviamente di forme equivalenti alle italiani di cui o per cui non se ne parla: quel m cha theu dicc (quelluomo di cui ti ho detto). Pu forse essere considerata una contaminazione dellitaliano la forma, peraltro rara, ir qul per il quale. Pronomi interrogativi I due pronomi interrogativi che troviamo nel basaluzzese sono: csa che sta per cosa?, che cosa? quel/quei che corrispondono rispettivamente a quale e quali. In alternativa ad essi si pu anche usare luniversale che. Avremo modo di tornare sugli esempi quando verr introdotta la forma interrogativa.

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I numerali

Cardinali e ordinali 1 jin jina 2 doi do 3 trai 4 qutri 5 sinch 6 ss 7 set 8 eut 9 neuv 10 ds 11 ondiss 12 dodiss 13 trdiss 14 quatrdiss 15 quindiss 16 sdiss 17 disset 18 disdeut 19 disneuv 20 vint 21 vintin 22 vintidoi I collettivi Gli aggettivi numerali collettivi sono ad esempio cobia (coppia), p (paio) e dosina. Sulluso di p: un paio, in p, maschile, mentre due paia diventa femminile e prende curiosamente anche una a: do ap. prum pruma sciond scionda ters qurt quint sest setim otv nn decim ondicesim dodicesim tredicesim [etc.] 30 31 40 50 60 70 80 90 100 110 144 200 300 400 500 600 700 800 900 1000 1977 2000 tranta trantin

vintesim vintinesim [etc.]

quaranta sinquanta sssanta setanta otanta novanta saint saint e ds saint e quarantaqutri dosaint tarsaint qutarsaint sincsaint ses-saint setsaint eutsaint neuvsaint mil milneuvsaintsetantaset dui mila do mila 5000 seinch mila

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I pronomi personali

I pronomi personali e verbali In piemontese il verbo deve sempre essere preceduto da un pronome verbale che ha valore di soggetto. In questo modo il verbo ne ha sempre almeno uno, che diventano due quando espresso anche il soggetto esplicito (pronome o sostantivo). Il pronome verbale decade solamente quando il verbo coniugato allimperativo. I pronomi che introducono il verbo sono quindi i seguenti (tra parentesi i pronomi personali, che possono essere omessi come in italiano). (mi) a (ti) t/t (le) o (le) a (noi) a (voi) i (lo) i io tu lui lei noi voi essi.

Il pronome verbale t/t regolato dagli stessi criteri della preposizione d/d. I verbi essere e avere presentano alcune eccezioni sulluso dei pronomi. Il primo introduce la particella avverbiale l nella terza persona singolare del presente e dei passati dellindicativo, mentre nelle altre persone (esclusa la seconda singolare) dellimperfetto e del trapassato dellindicativo aggiunge la particella j. Nel basaluzzese la particella l, quando utilizzata, provoca la caduta del pronome verbale (l l). Il verbo avere, invece, aggiunge la particella avverbiale gh in tutte le persone di tutti i tempi verbali, che diventa per j (l alla terza persona singolare) quando utilizzato come ausiliare. Tuttavia si trovano anche le forme quand rma fanciti per quando eravamo bambini oppure eu dicc che per ho detto che: stranemente, il pronome verbale assente.

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I pronomi personali complemento Vi sono altre forme di pronome personale che funzionano da complemento e possono fondersi con il pronome verbale o con il verbo stesso. Nel primo caso le combinazioni che si possono tenere sono le seguenti (in grassetto le forme riflessive; voci di riferimento in italiano): io tu egli ella noi voi essi mi am tim om am im im ti at tit ot at at it gli/si a-gh tigh oss a-gh a-gh i-gh i-gh le/si a-gh tigh o-gh ass a-gh i-gh i-gh ci tim om am ass im im vi av ov av av iv iv si/li a-gh tigh o-gh a-gh a-gh i-gh iss

Nel caso in cui il pronome personale complemento si debba fondere con la voce verbale vera e propria, allora al verbo si aggiungono (senza trattino) le seguenti forme: 1a pers. sing.: m/mi (m se la voce verbale termina con vocale, mi se termina per consonante); 2a pers. sing.: t/ti; 3a pers. sing.: gh; 3a pers. sing. (riflessivo): ss/si; 1a pers. pl.: m/mi; 2a pers. pl.: v/vi; 3a pers. pl. = 3a pers. sing.

Qui forse opportuno soffermarsi su qualche semplice frase di esempio, facendo per notare che nei tempi composti, a differenza del piemontese, il pronome personale complemento non trasla dopo il participio passato: mi am lv le ot prla i-gh ai dcc sntiss m mtsi io mi tolgo lui ti parla gli avete dato (in piem: i leve daije) sentirsi male mettersi.

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Particelle pronominali Esistono poi delle particelle pronominali che contribuiscono ad ingarbugliare lassemblaggio dei pronomi. La pi semplice nan, che equivale al ne italiano. La frase italiana ne bevo mezzo litro diventa banalmente a nan bav mes litri. Se attaccato il verbo, ne diventa ni, o n nel caso di terminazione con vocale della voce verbale. Pi complicato luso di la (l davanti a vocale), ij, il, li. Nellordine corrispondono agli italiani la, li e lo (rispettivamente nel caso di uso abbinato a pronome o voce verbale). La combinazione dei pronomi verbali con queste particelle regolato dalla tabella che segue : lo mil til a-gh il sil sil vil la mla tla a-gh la sla sla vla li mij tij a-gh ij sij sij vij nan mnan tnan a-gh nan snan snan vnan

me te gli se ce ve

Si nota che, in presenza di particella, pronome verbale e pronome personale complemento si separano: mi am spcc sta per io mi aspetto, mentre mi a mil spcc la traduzione di io me lo aspetto. Si comporta come prima solamente la forma gh. Se invece si ha a che fare con una proposizione implicita, pronome personale complemento e particella verbale si fondono con la voce verbale. fla fss-la vghij vgh-li portn mangg-ni farla farsela vederli vederlo portarne mangiane.

Alle volte la cosa pu originare forme curiose: portargliene infatti la traduzione di portghigh-ni! Se c particella pronominale ma non si ha nessun pronome complemento, allora la particella e il pronome verbale rimangono distinti: mi a ij vgh (io li vedo).

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Gli ausiliari

Il verbo essere
PRESENTE mi a son ti tei le l noi a soma voi i sai lo i son PASSATO PROSSIMO mi a son stcc ti tei stcc le l stcc noi a soma stci voi i sai stci lo i son stci PRESENTE mi a saja ti t saj le o saja noi a saima voi i saj lo i saina PASSATO mi a saja stcc ti t saj stcc le o saja stcc noi a saima stci voi i saj stci lo i saina stci INDICATIVO IMPERFETTO mi a jera ti teri le lera noi a jerma voi i jeri lo i jerna TRAPASSATO PROSSIMO mi a jera stcc ti teri stcc le lera stcc noi a jerma stci voi i jeri stci lo i jerna stci CONGIUNTIVO IMPERFETTO mi a fussa ti t fussi le o fussa noi a fuss-ma voi i fussi lo i fuss-na TRAPASSATO mi a fussa stcc ti t fussi stcc le o fussa stcc noi a fuss-ma stci voi i fussi stci lo i fuss-na stci FUTURO SEMPLICE mi a sareu ti t sari le o sar noi a saroma voi i sarai lo i saraon FUTURO ANTERIORE mi a sareu stcc ti t sari stcc le o sar stcc noi a saroma stci voi i sarai stci lo i saraon stci CONDIZIONALE PRESENTE mi a saraissa ti t saraissi le o saraissa noi a saraiss-ma voi i saraissi lo i saraiss-na PASSATO mi a saraissa stcc ti t saraissi stcc le o saraissa stcc noi a saraiss-ma stci voi i saraissi stci lo i saraiss-na stci

INFINITO : ss (presente); ss stcc (passato) PARTICIPIO P. : stcc GERUNDIO: ssanda (presente); ssanda stcc (passato) IMPERATIVO :

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Il verbo avere
PRESENTE mi a gheu ti t ghi le o gh noi a ghoma voi i ghai lo i ghaon PASSATO PROSSIMO mi a gheu av ti t ghi av le o gh av noi a ghoma av voi i ghai av lo i ghaon av PRESENTE mi a ghbia ti t ghbi le o ghbia noi a ghb-ma voi i ghbi lo i ghb-na PASSATO mi a ghbia av ti t ghbi av le o ghbia av noi a ghb-ma av voi i ghbi av lo i ghb-na av INDICATIVO IMPERFETTO mi a ghava ti t ghavi le o ghava noi a ghavma voi i ghavi lo i ghavna TRAPASSATO PROSSIMO mi a ghava av ti t ghavi av le o ghava av noi a ghavma av voi i ghavi av lo i ghavna av CONGIUNTIVO IMPERFETTO mi a ghaissa ti t ghaissi le o ghaissa noi a ghaiss-ma voi i ghaissi lo i ghaiss-na TRAPASSATO mi a ghaissa av ti t ghaissi av le o ghaissa av noi a ghaiss-ma av voi i ghaissi av lo i ghaiss-na av FUTURO SEMPLICE mi a ghavreu ti t ghavri le o ghavr noi a ghavroma voi i ghavrai lo i ghavraon FUTURO ANTERIORE mi a ghavreu av ti t ghavri av le o ghavr av noi a ghavroma av voi i ghavrai av lo i ghavraon av CONDIZIONALE PRESENTE mi a ghavraissa ti t ghavraissi le o ghavraissa noi a ghavraiss-ma voi i ghavraissi lo i ghavraiss-na PASSATO mi a ghavraissa av ti t ghavraissi av le o ghavraissa av noi a ghavraiss-ma av voi i ghavraissi av lo i ghavraiss-na av

INFINITO : avai (presente); avai av (passato) PARTICIPIO P. : av GERUNDIO: avanda (presente); avanda av (passato) IMPERATIVO : bia, avai

Prima di procedere ad esaminare altre coniugazioni, bene evidenziare due caratteristiche del dialetto di Basaluzzo, la prima delle quali condivisa con il piemontese: mancano del tutto il passato e il trapassato remoto; il condizionale quasi sempre sostituito, nelluso, dallimperfetto congiunitvo.

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La prima coniugazione

Il verbo acciuffare
PRESENTE mi a branch ti t branc i le o branca noi a brancoma voi i brancai lo i branch-na PASSATO PROSSIMO mi a jheu branc ti thi branc le lh branc noi a joma branc voi i jai branc lo i jhaon branc CONGIUNTIVO PRESENTE mi a branch ti t branc i le o branca noi a branch-ma voi i brancai lo i branch-na PASSATO mi a jbia branc ti tbi branc le lbia branc noi a jb-ma branc voi i jbi branc lo i jb-na branc INDICATIVO IMPERFETTO mi a brancava ti t branc avi le o brancava noi a brancavma voi i brancavi lo i branc avna TRAPASSATO PROSSIMO mi a java branc ti tavi branc le lava branc noi a javma branc voi i javi branc lo i javna branc IMPERFETTO mi a brancaissa ti t branc aissi le o brancaissa noi a brancaiss-ma voi i brancaissi lo i branc aiss-na TRAPASSATO mi a jaissa branc ti taissi branc le laissa branc noi a jaiss-ma branc voi i jaissi branc lo i jaiss-na branc FUTURO SEMPLICE mi a brancareu ti t branc ari le o brancar noi a brancaroma voi i brancarai lo i branc araon FUTURO ANTERIORE mi a javreu branc ti tavri branc le lavr branc noi a javroma branc voi i javrai branc lo i javraon branc CONDIZIONALE PRESENTE mi a brancaraissa ti t branc araissi le o brancaraissa noi a brancaraiss-ma voi i brancaraissi lo i branc araiss-na PASSATO mi a javraissa branc ti tavraissi branc le lavraissa branc noi a javraiss-ma branc voi i javraissi branc lo i javraiss-na branc

INFINITO : branc (presente); avai branc (passato) PARTICIPIO P. : branc GERUNDIO: brancanda (presente); avanda branc (passato) IMPERATIVO : branca; brancai

Branc appartiene a quella categoria di verbi che la cui radice, nel corso della coniugazione, rimane sostanzialmente invariata a meno di qualche eventuale
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adattamento grafico (aggiunta di h finale per mantenere c dura). Altri verbi che si comportano come branc: ancioc (ubriacare), andriss (raddrizzare), anvernis (verniciare), anvier (abitura), aoss (alzare), arcaoss (rincalzare), artorn (ritornare), avis (avvisare), bartus (sporcare), batz (battezzare), bostic (provocare qualcuno), cant (cantare), cmand (comandare), cmins e cminsipi (cominciare), dizn (pranzare), domand (domandare), eredit (ereditare), firm (fermare), gir (girare), lim (limare), litig (litigare), manc (mancare), mand (mandare), mir (guardare), mostr (insegnare, mostrare), oid (guidare), pic (picchiare), protest (protestare), riv (arrivare), rus (litigare), saot (saltare), schers (scherzare), schiss (schiacciare), sgranfign (fregare, rubare), spos (sposare), stanc (stancare), svss (svecciare), tapol (rattoppare), tir (tirare), visc (accendere). Si noti che, come regola generale, si parte a coniugare il verbo eliminando la desinenza dellinfinito, oppure il gruppo finale i: ambotigi (imbottigliare), boci (bocciare), bogi (muovere), dobi (piegare), fici (affittare), strosi (raschiare, strisciare). I verbi che si modificano nella radice Moltissimi altri verbi della prima coniugazione, per, modificano in modo rilevante la radice alle tre persone singolari e alla terza plurale del presente indicativo e congiuntivo. A proposito di queste variazioni della radice, possibile individuare alcune categorie di verbi della prima congiuazione. I verbi che, dovendo assumere un accento tonico sulla a, la trasformano in (parl/mi a prl). Un elenco (non esaustivo) : ambal (imballare), ampast (impastare), ancarass (piantare i pali di una vigna), ancass (incassare), angan (ingannare), ansac (insaccare), ar (arare), argal (regalare), bagagi (sbadigliare), bagn (bagnare), bal (ballare), bas (baciare), car zu (scendere), cat (comprare), ciam (chiamare), ciap (prendere), contrat (contrattare), daqu (innaffiare), gnac (schiacciare), lav (lavare), mass (ammazzare), nas (annusare), oard (gaurdare), pag (pagare), pass (passare), prepar (preparare), sap (zappare), sapat (lavorare inutilmente, nel senso di calpestare), sbagli (sbagliare), sbarass (sbarazzare), sbass (abbassare), scainass (si dice dei cani che abbaiano agitati), scap (scappare), scav (scavare), slarg (allargare), spar (sparare), tac (attaccare, iniziare), taj (tagliare), tast (assaggiare), trat (trattare). Idem alcuni verbi che finiscono in i: smas-ci (smaschiare), laci (mungere), ringrasci (ringraziare). Trasformano in le o che dovrebbero prendere accento tonico i verbi come rob (mi a rb). Vedi ad esempio ambroc (indovinare, centrare), ansost (picchiare), arposs (riposare), bloc (bloccare), brot (mangiare, masticare), col

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(mandar gi, deglutire), s-ciop (scoppiare), smort (spegnere), sogn (sognare), torci (torchiare). I verbi che contengono il gruppo on, quando coniugati lo trasformano in on (mont/mi a mont), come: mont (salire), pomp (pompare), pont (spingere), sanvon (sanguinare), slong (allungare), son (suonare), sponci (spingere). I verbi che allinfinito sembrano aver perso una vocale, la riacquistano se coniugati (rastl/mi a rastl). Se il verbo monosillabico, in linea di massima prende una . Esempi: alv (togliere, che perde la a iniziale), ampontl (puntellare), cifl (fischiare, che per prende una o), martl (martellare), mazl (macellare), pl (pelare), rabl (strisciare), rastl (rastrellare), sc (seccare). Per i verbi monosillabi che nella loro formazione non hanno perso vocali, come d (dare), st (stare) e tr (trarre), necessario mostrare in seguito la tavola di coniugazione completa. F (fare) si discosta da questi ultimi solo perche prende ss (mi a fss) invece di gh (mi a dgh). Alcuni verbi il cui infinito termina con i, durante la coniugazione tale gruppo diventa, ma non sempre (vedi i casi gi elencati), j (zni/mi a znj). Si comportano cos cri (gridare), fri (fregare), rampiss (arrampicarsi), scari (scaricare), zni (annegare), agli (legare, che per diventa mi a lj). I verbi che derivano da una parola dalla quale se ne discostano per chiusura della pronuncia piuttosto che per forma contratta, ritornano alla forma originaria (bigi/mi a beugg). Una lista sommaria comprende: amzir/amzura (misurare/misura), angiair/gira (inghiaiare/ghiaia), anvars/vers (rovesciare/verso), bigi/beugg (bucare/buco), corz/corsa (scoreggiare/scoreggia), dogi/eugg (adocchiare/occhio), frist/frust (consumare/liso), migi/mugg (ammucchiare/mucchio), pitir/pitura (pitturare/pittura), psc/psca (pescare/pesca), salit/salut (salutare/saluto), schis/scusa (scusare, fare a meno/scusa), sn/saina (cenare/cena), str/sot tra (sotterrare/sotto terra). Pur non derivando da alcuna parola, hanno comportamento analogo verbi come bris (bruciare), cici (succhiare), listiri (tribolare), plic (piluccare), tribil (tribolare). I verbi che terminano con o trasformano tale gruppo in o (ancio/mi a nco): ancio (inchiodare), arno (rinnovare), no (nuotare), po (potare), so (asciugare), spo (sputare), stramo (traslocare), stranso (sudare). Compare il gruppo in al posto di in (camin/mi a camin): camin (camminare), quint (contare, raccontare), s-cin (pettinare), smin (seminare). Trasformano la a o la i in una e o in una (sar/mi a ser): ansatss (sedersi), firm (fermare), sar (chiudere), sdarn (usurare, menomare), sirc (cercare), spici (aspettare), vindimi (vendemmiare).

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Sostituiscono o con eu e, se necessario, vi aggiungono dopo v (tro/mi a treuv): arbot (ributtare), cro (coricare), crosi (infossare), pro (provare), tro (trovare), zo (giocare). Altri verbi particolari: laor/mi a lavor (lavorare), pens/mi a pains (pensare). And trasforma la radice in v- (mi a vgh, lo i vaon, noi a ndoma, che mi a vga). Si fa infine notare che nei verbi in cui leliminazione della desinenza i lascia un suono c o g dolce in finale di parola preceduto da an, allora an tende a diventare aon (mi a maongg). Il verbo dare
PRESENTE mi a dgh ti t di le o d noi a doma voi i dai lo i daon PASSATO PROSSIMO mi a jheu dcc ti thi dcc le lh dcc noi a joma dcc voi i jai dcc lo i jhaon dcc PRESENTE mi a dga ti t dghi le o dga noi a dgh-ma voi i dghi lo i dgh-na PASSATO mi a jbia dcc ti tbi dcc le lbia dcc noi a jb-ma dcc voi i jbi dcc lo i jb-na dcc INDICATIVO IMPERFETTO mi a dava ti t davi le o dava noi a davma voi i davi lo i davna TRAPASSATO PROSSIMO mi a java dcc ti tavi dcc le lava dcc noi a javma dcc voi i javi dcc lo i javna dcc CONGIUNTIVO IMPERFETTO mi a daissa ti t daissi le o daissa noi a daiss-ma voi i daissi lo i daiss-na TRAPASSATO mi a jaissa dcc ti taissi dcc le laissa dcc noi a jaiss-ma dcc voi i jaissi dcc lo i jaiss-na dcc FUTURO SEMPLICE mi a dareu ti t dari le o dar noi a daroma voi i darai lo i daraon FUTURO ANTERIORE mi a javreu dcc ti tavri dcc le lavr dcc noi a javroma dcc voi i javrai dcc lo i javraon dcc CONDIZIONALE PRESENTE mi a daraissa ti t daraissi le o daraissa noi a daraiss-ma voi i daraissi lo i daraiss-na PASSATO mi a javraissa dcc ti tavraissi dcc le lavraissa dcc noi a javraiss-ma dcc voi i javraissi dcc lo i javraiss-na dcc

INFINITO : d (presente); avai dcc (passato) PARTICIPIO P. : dcc GERUNDIO: danda (presente); avanda dcc (passato) IMPERATIVO : d; dai

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La seconda coniugazione

Il verbo scrivere
PRESENTE mi a scriv ti t scrivi le o scriva noi a scrivoma voi i scrivai lo i scriv-na PASSATO PROSSIMO mi a jheu scricc ti thi scricc le lh scricc noi a joma scricc voi i jai scricc lo i jhaon scricc CONGIUNTIVO PRESENTE mi a scriva ti t scrivi le o scriva noi a scriv-ma voi i scrivai lo i scriv-na PASSATO mi a jbia scricc ti tbi scricc le lbia scricc noi a jb-ma scricc voi i jbi scricc lo i jb-na scricc INDICATIVO IMPERFETTO mi a scrivava ti t scrivavi le o scrivava noi a scrivavma voi i scrivavi lo i scrivavna TRAPASSATO PROSSIMO mi a java scricc ti tavi scricc le lava scricc noi a javma scricc voi i javi scricc lo i javna scricc IMPERFETTO mi a scrivaissa ti t scrivaissi le o scrivaissa noi a scrivaiss-ma voi i scrivaissi lo i scrivaiss-na TRAPASSATO mi a jaissa scricc ti taissi scricc le laissa scricc noi a jaiss-ma scricc voi i jaissi scricc lo i jaiss-na scricc FUTURO SEMPLICE mi a scrivareu ti t scrivari le o scrivar noi a scrivaroma voi i scrivarai lo i scrivaraon FUTURO ANTERIORE mi a javreu scricc ti tavri scricc le lavr scricc noi a javroma scricc voi i javrai scricc lo i javraon scricc CONDIZIONALE PRESENTE mi a scrivaraissa ti t scrivaraissi le o scrivaraissa noi a scrivaraiss-ma voi i scrivaraissi lo i scrivaraiss-na PASSATO mi a javraissa scricc ti tavraissi scricc le lavraissa scricc noi a javraiss-ma scricc voi i javraissi scricc lo i javraiss-na scricc

INFINITO : scriv (presente); avai scricc (passato) PARTICIPIO P. : scricc GERUNDIO: scrivanda (presente); avanda scricc (passato) IMPERATIVO : scriva;scrivai

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Gli altri verbi Come per la prima, anche nella seconda coniugazione vi sono verbi che si possono modificare alla radice. In questo caso, per, le variazioni subentrano in modo complementare rispetto alla prima coniugazione: dove nella prima la radice varia qui rimane fissa, e viceversa. Come nellaltro caso, anche qui le desinenze degli imperfetti (indicativo e congiuntivo) del futuro si innestano sulla radice del verbo coniugato alla prima persona plurale. Non essendo troppo agevole raggruppare i verbi in categorie, si fornisce di alcuni la radice modificata, il participio passato e il gerundio. bt boj cs cheuj cheus cor crd crss fond flet fris ls mt meuv nss perd cd protgg richid rispond scriv sern spaind staind tnn vaind vgh viv zonz battere, trebbiare bollire cadere raccogliere cuocere correre credere crescere fondere flettere friggere leggere mettere muovere nascere perdere cedere proteggere richiedere rispondere scrivere scegliere spendere stendere tenere vendere vedere vivere aggiungere batbojcaschichiscorcardcarsfondfltfrisalzmitmonasspardcedprotegirichiedrispondscrivsarnspindstindtgnvindvigvivzonzbat boj caincc/cas chi cheucc cors card cars fus fletu fricc alz miss meust nass pers cedu prott richiest rispst scricc sarn spais stais tgnu vind vust vissu zoncc batanda bojanda casanda chianda chisanda corinda cardanda carsanda fondanda fletanda frisanda alzanda mitanda movanda nassanda pardanda cedanda protegianda richiedanda rispondanda scrivanda sarnanda spindanda stindanda tgninda vindanda vighinda vivanda zonzanda

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Altri verbi (come mantenere, ottenere, promettere) si ottengono banalmente da quelli inseriti nellelenco. Il verbo sapere
INDICATIVO PRESENTE mi a seu ti t si le o s noi a soma voi i si lo i saon PASSATO PROSSIMO mi a jheu sav ti thi sav le lh sav noi a joma sav voi i jai sav lo i jhaon sav CONGIUNTIVO PRESENTE mi a spia ti t spi le o spia noi a sp-ma voi i spi lo i sp-na PASSATO mi a jbia sav ti tbi sav le lbia sav noi a jb-ma sav voi i jbi sav lo i jb-na sav IMPERFETTO mi a sava ti t savi le o sava noi a savma voi i savi lo i savna TRAPASSATO PROSSIMO mi a java sav ti tavi sav le lava sav noi a javma sav voi i javi sav lo i javna sav IMPERFETTO mi a saissa ti t saissi le o saissa noi a saiss-ma voi i saissi lo i saiss-na TRAPASSATO mi a jaissa sav ti taissi sav le laissa sav noi a jaiss-ma sav voi i jaissi sav lo i jaiss-na sav FUTURO SEMPLICE mi a savreu ti t savrari le o savr noi a savroma voi i savrai lo i savraon FUTURO ANTERIORE mi a javreu sav ti tavri sav le lavr sav noi a javroma sav voi i javrai sav lo i javraon sav CONDIZIONALE PRESENTE mi a savraissa ti t savraissi le o savraissa noi a savraiss-ma voi i savraissi lo i savraiss-na PASSATO mi a javraissa sav ti tavraissi sav le lavraissa sav noi a javraiss-ma sav voi i javraissi sav lo i javraiss-na sav

INFINITO : savai (presente); avai sav (passato) PARTICIPIO P. : sav GERUNDIO: savanda (presente); avanda sav (passato) IMPERATIVO : spia; savai

Si ritenuto opportuno dedicare spazio al verbo savai, che presenta sicuramente alcune particolarit.

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La terza coniugazione

Il verbo finire
PRESENTE mi a finiss ti t finissi le o finissa noi a finioma voi i finii lo i finiss-na PASSATO PROSSIMO mi a jheu fin ti thi fin le lh fin noi a joma fin voi i jai fin lo i jhaon fin PRESENTE mi a finiss ti t finissi le o finissa noi a finiss-ma voi i finissi lo i finiss-na PASSATO mi a jbia fin ti tbi fin le lbia fin noi a jb-ma fin voi i jbi fin lo i jb-na fin INDICATIVO IMPERFETTO mi a finiva ti t finivi le o finiva noi a finivma voi i finivi lo i finivna TRAPASSATO PROSSIMO mi a java fin ti tavi fin le lava fin noi a javma fin voi i javi fin lo i javna fin CONGIUNTIVO IMPERFETTO mi a finissa ti t finissi le o finissa noi a finiss-ma voi i finissi lo i finiss-na TRAPASSATO mi a jaissa fin ti taissi fin le laissa fin noi a jaiss-ma fin voi i jaissi fin lo i jaiss-na fin FUTURO SEMPLICE mi a finireu ti t finirari le o finir noi a finiroma voi i finirai lo i finiraon FUTURO ANTERIORE mi a javreu fin ti tavri fin le lavr fin noi a javroma fin voi i javrai fin lo i javraon fin CONDIZIONALE PRESENTE mi a finiraissa ti t finiraissi le o finiraissa noi a finiraiss-ma voi i finiraissi lo i finiraiss-na PASSATO mi a javraissa fin ti tavraissi fin le lavraissa fin noi a javraiss-ma fin voi i javraissi fin lo i javraiss-na fin

INFINITO : fin (presente); avai fin (passato) PARTICIPIO P. : fin GERUNDIO: fininda (presente); avanda fin (passato) IMPERATIVO : finissa; finii

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Il verbo uscire
PRESENTE mi a srt ti t srti le o srta noi a sortoma voi i sortii lo i srt-na PASSATO PROSSIMO mi a son sort ti tei sort le l sort noi a soma sorti voi i sai sorti lo i son sorti PRESENTE mi a srta ti t srti le o srta noi a srt-ma voi i sortii lo i srt-na PASSATO mi a saja sort ti t saj sort le o saja sort noi a saima sorti voi i saj sorti lo i saina sorti INDICATIVO IMPERFETTO mi a sortiva ti t sortivi le o sortiva noi a sortivma voi i sortivi lo i sortivna TRAPASSATO PROSSIMO mi a jera sort ti teri sort le lera sort noi a jerma sorti voi i jeri sorti lo i jerna sorti CONGIUNTIVO IMPERFETTO mi a sortissa ti t sortissi le o sortissa noi a sortiss-ma voi i sortissi lo i sortiss-na TRAPASSATO mi a fussa sort ti t fussi sort le o fussa sort noi a fuss-ma sorti voi i fussi sorti lo i fuss-na sorti FUTURO SEMPLICE mi a sortireu ti t sortirari le o sortir noi a sortiroma voi i sortirai lo i sortiraon FUTURO ANTERIORE mi a sareu sort ti t sari sort le o sar sort noi a saroma sorti voi i sarai sorti lo i saraon sorti CONDIZIONALE PRESENTE mi a sortiraissa ti t sortiraissi le o sortiraissa noi a sortiraiss-ma voi i sortiraissi lo i sortiraiss-na PASSATO mi a saraissa sort ti t saraissi sort le o saraissa sort noi a saraiss-ma sorti voi i saraissi sorti lo i saraiss-na sorti

INFINITO : sort (presente); ss sort (passato) PARTICIPIO P. : sort GERUNDIO: sortianda (presente); ssanda sort (passato) IMPERATIVO : srta; sortii

Gli altri verbi Volendo fare una breve panoramica dei principali verbi, mor (morire) si coniuga come sort, cambiando la o in eu (negli stessi casi in cui la o di sort diventa ) e avendo per gerundio morinda. Il verbo arniss (riuscire) ha radice modificata arnss- (ti tarnssi, noi a rnissoma) e gerundio arnissinda. Grop (legare) mantiene la radice invariata e ha gerundio

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in inda, cos come pol (pulire), amp (riempire), drob (aprire), drom (dormire), part (partire), sent (sentire), costro (costruire). Il verbo d (dire) prende una s dolce dove necessario per attaccarvi la desinenza: ti t disi, lo i dis-na, mi a direu, dinda etc. Apass (appassire), invece, si comporta complessivamente come fin, ma il participio passato fa pss. Comp (compiere) si comporta come fin in tutto e per tutto. Il verbo agn (venire) ha radice modificata vn- e participio passato gn.

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I servili

Il verbo potere
PRESENTE mi a pss ti t pi le o p noi a podoma voi i podai lo i pr-na PASSATO PROSSIMO mi a jheu pod ti thi pod le lh pod noi a joma pod voi i jai pod lo i jhaon pod CONGIUNTIVO PRESENTE mi a pssa ti t pssi le o pssa noi a pssma voi i pssi lo i pss-na PASSATO mi a jbia pod ti tbi pod le lbia pod noi a jb-ma pod voi i jbi pod lo i jb-na pod INDICATIVO IMPERFETTO mi a podava ti t podavi le o podava noi a podavma voi i podavi lo i podavna TRAPASSATO PROSSIMO mi a java pod ti tavi pod le lava pod noi a javma pod voi i javi pod lo i javna pod IMPERFETTO mi a podaissa ti t podaissi le o podaissa noi a podaiss-ma voi i podaissi lo i podaiss-na TRAPASSATO mi a jaissa pod ti taissi pod le laissa pod noi a jaiss-ma pod voi i jaissi pod lo i jaiss-na pod FUTURO SEMPLICE mi a podreu ti t podri le o podr noi a podroma voi i podrai lo i podraon FUTURO ANTERIORE mi a javreu pod ti tavri pod le lavr pod noi a javroma pod voi i javrai pod lo i javraon pod CONDIZIONALE PRESENTE mi a podraissa ti t podraissi le o podraissa noi a podraiss-ma voi i podraissi lo i podraiss-na PASSATO mi a javraissa pod ti tavraissi pod le lavraissa pod noi a javraiss-ma pod voi i javraissi pod lo i javraiss-na pod

INFINITO : podai (presente); avai pod (passato) PARTICIPIO P. : pod GERUNDIO: podanda (presente); avanda pod (passato) IMPERATIVO :

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Il verbo dovere
PRESENTE mi a dv ti t devi le o deva noi a dooma voi i doai lo i dv-na PASSATO PROSSIMO mi a jheu do ti thi do le lh do noi a joma do voi i jai do lo i jhaon do CONGIUNTIVO PRESENTE mi a deva ti t deva le o deva noi a dv-ma voi i devi lo i dv-na PASSATO mi a jbia do ti tbi do le lbia do noi a jb-ma do voi i jbi do lo i jb-na do INDICATIVO IMPERFETTO mi a doava ti t doavi le o doava noi a doavma voi i doavi lo i doavna TRAPASSATO PROSSIMO mi a java do ti tavi do le lava do noi a javma do voi i javi do lo i javna do IMPERFETTO mi a doaissa ti t doaissi le o doaissa noi a doaiss-ma voi i doaissi lo i doaiss-na TRAPASSATO mi a jaissa do ti taissi do le laissa do noi a jaiss-ma do voi i jaissi do lo i jaiss-na do FUTURO SEMPLICE mi a dovreu ti t dovri le o dovr noi a dovroma voi i dovrai lo i dovraon FUTURO ANTERIORE mi a javreu do ti tavri do le lavr do noi a javroma do voi i javrai do lo i javraon do CONDIZIONALE PRESENTE mi a dovraissa ti t dovraissi le o dovraissa noi a dovraiss-ma voi i dovraissi lo i dovraiss-na PASSATO mi a javraissa do ti tavraissi do le lavraissa do noi a javraiss-ma do voi i javraissi do lo i javraiss-na do

INFINITO : dovai (presente); avai do (passato) PARTICIPIO P. : do GERUNDIO: doanda (presente); avanda do (passato) IMPERATIVO :

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Il verbo volere
PRESENTE mi a veuj ti t veui le o veu noi a aoroma voi i aorai lo i veur-na PASSATO PROSSIMO mi a jheu aoss ti thi aoss le lh aoss noi a joma aoss voi i jai aoss lo i jhaon aoss CONGIUNTIVO PRESENTE mi a veuja ti t veuja le o veuja noi a veur-ma voi i veuri lo i veur-na PASSATO mi a jbia aoss ti tbi aoss le lbia aoss noi a jb-ma aoss voi i jbi aoss lo i jb-na aoss INDICATIVO IMPERFETTO mi a vorava ti t voravi le o vorava noi a voravma voi i voravi lo i voravna TRAPASSATO PROSSIMO mi a java aoss ti tavi aoss le lava aoss noi a javma aoss voi i javi aoss lo i javna aoss IMPERFETTO mi a voraissa ti t voraissi le o voraissa noi a voraiss-ma voi i voraissi lo i voraiss-na TRAPASSATO mi a jaissa aoss ti taissi aoss le laissa aoss noi a jaiss-ma aoss voi i jaissi aoss lo i jaiss-na aoss FUTURO SEMPLICE mi a voreu ti t vori le o vor noi a voroma voi i vorai lo i voraon FUTURO ANTERIORE mi a javreu aoss ti tavri aoss le lavr aoss noi a javroma aoss voi i javrai aoss lo i javraon aoss CONDIZIONALE PRESENTE mi a voraissa ti t voraissi le o voraissa noi a voraiss-ma voi i voraissi lo i voraiss-na PASSATO mi a javraissa aoss ti tavraissi aoss le lavraissa aoss noi a javraiss-ma aoss voi i javraissi aoss lo i javraiss-na aoss

INFINITO : vorai (presente); avai aoss (passato) PARTICIPIO P. : aoss GERUNDIO: voranda (presente); avanda aoss (passato) IMPERATIVO :

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Interrogazione e negazione

Negazione Nella formulazione delle frasi negative, in basaluzzese si ha un uso di gnaint/gnainta del tutto equivalente al nen piemontese. Nei tempi semplici lo si trova dopo la voce vebale, mentre nei tempi composti inserito tra lausiliare e il participio passato. Il gnaint decade nel caso in cui il verbo sia seguito da avverbio. Il costrutto negativo, per, si completa anche di una n (faucale) che si salda sempre al pronome verbale. In questo modo si ha un chiaro parallelismo con la forma negativa francese (ne pas). Seguono come sempre eventuali particelle pronominali o pronomi personali complemento. Questi ultimi, non potendosi reggere sul pronome verbale, acquistano una a finale che, nel caso del gh, rende superflua la h. Detta a pu cadere nel caso in cui segua un verbo che inizia per vocale, visto che in quella situazione valgono le normali regole sulluso dellapostrofo. mi an ma spst gnaint ti tin ga di gnaint le on va disa mi lo in thaon sirc mja io non mi sposto tu non gli dai lui non vi dice loro non ti hanno cercato mica.

Il verbo essere in forma negativa perde le particelle avverbiali. Di conseguenza riacquista le particelle pronominali cadute: le on gnainta sort Interrogazione Il modo pi semplice per formulare una domanda utilizzare la normale frase affermativa con tono interrogativo. In alternativa il basaluzzese utilizza forme come quelle illustrate qui di seguito (and e ls sono usati come esempio generico). lui non uscito.

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ss? a son-ni mi? e-t ti? l-ni le? i son-ni lo?

avai? h-t? lh-ni?

and? a v-t? o v-ni?

LS?

a ls-ti? o ls-ni?

Nel caso in cui linterrogativa preveda luso dei pronomi interrogativi o di avverbi, si usa il costrutto affermativo evitando per i pronomi personali soggetto. csa t disi? csa thi dicc? h-t dicc chircssa? che pais chl? csa tnan painsi? cmat sti? cma cha v? Interrogative negative In basaluzzese le interrogative negative altro non sono che forme negative espresse con tono interrogativo. cosa dici? cosa hai detto? hai detto qualcosa? che paese ? cosa ne pensi? come stai? come va?

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Gli avverbi e le congiunzioni

Gli avverbi Come in italiano troviamo gli avverbi di modo: quelli che finiscono in maint; quelli costituiti da un aggettivo maschile invariato (debli, frt, giust, ); quelli di derivazione latina (bain, m,); gli avverbi di tempo: adess (adesso), anlora (allora, talvolta nella variante alora), anco (ancora), pruma (prima), dp (dopo), ancheuj (oggi), admaon (domani), spsso (spesso), mi (mai), quand (quando), ; gli avverbi di luogo: andoa? (dove?), and? (dove?), sora (sopra), sota (sotto), avzin (vicino), lontan (lontano), chi, l, l, ; gli avverbi di quantit quant?, pch, tant, trp, dir bel (parecchio), ass (abbastanza), gnaint, ; gli avverbi di affermazione, negazone, dubbio: s, no, sicur, n, manch/manca (neanche), Si notino le forme particolari franch per completamente e an-m per solamente. Le congiunzioni Di seguito un elenco di alcune congiuzioni, escluse quelle banali (e, o, se). opura m ass aonsi pirch donca apaina ancotut che antirmaintri oppure; ma; anche (da usare dopo la parola cui si riferisce); anzi; perch; dunque; appena; bench; mentre (che).

Saverio Zuccotti IL DIALETTO DI BASALUZZO 35

Un po di tutto

Esserci La forma impersonale c, ci sono si traduce con o-gh , i-gh son. Si noti che la forma o-gh rimane tale indipendentemente dal genere della persona o cosa a cui si riferisce. Considerando la derivazione dal piemontese o-j e il sussistere di forme quali ogh n (ce n), riteniamo errato adottare la grafia per unire il gh alla voce verbale (o-gh). Quando il ci invece avverbio di luogo (io ci sono andato), questo viene comunque reso con gh unito con trattino: a-gh son andcc. La cosa per si complica quando si costruisce una frase negativa. Per an ga son gnainta andcc non c nessun problema; ma come tradurre non c? Scartata a priori una soluzione del tipo on-gh , non resta che ipotizzare un passaggio intermedio on ga per arrivare alla forma definitiva on gh, ottenuta per semplice elisione. Verbi impersonali Appartengono a questa categoria i verbi che si riferiscono ad eventi atmosferici: o pieuva (piove), o fica (nevica), o gragneura (grandina), o scarnbia (si dice di quella leggerissima pioggerellina che accompagna talvolta la nebbia). A proposito di condizioni climatiche, si ricorda la forma a bla ra vgia (balla la vecchia) per indicare il caldo torrido che, in lontananza, provoca il tipico tremolio. A questi si aggiunge o bzeugna, per bisogna. I nomi alterati Come accrescitivo si usa la desinenza on. Ad esempio, libri/libron. Altre volte si usa il dispregiativo ss per indicare qualcosa di dimensioni notevoli: fiolss non significa solo ragazzaccio ma pu voler anche dire ragazzone. In generale queste alterazioni possono richiedere alcuni accorgimenti per unirsi al termine di interesse: come nella parola str/stradon, si osserva linterposizione di una consonante e modifiche sulla radice dovute allo sposta-

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mento dellaccento tonico. Questi aspetti, peraltro, erano gi visibili nel precedente esempio fijeu/fiolss. Variazioni di vario tipo si osservano anche con luso di diminutivi (giesa/gisita, gl/galt, fisch/fiascht, prta/portina, lc/licin, prti/portjeu) cos come di vezzeggiativi (contadin/contadint, Bi/Biart, cassina/cassint). Altre volte limpatto sul corpo della parola invece nullo: pais/paizin (a meno delluso di simboli grafici diversi). Esistono poi delle alterazioni composte: pcit/pcinin/pcinint e cos via.

Luso del gerundio Con questa telegrafica nota si vuole solamente segnalare i casi non rari in cui il gerundio presente preceduto da una a.

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