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Macedonia, accordo con Forbes

Laggressiva campagna di promozione finanziaria del Paese segna un altro punto: leditore contribuir al procacciamento dei capitali La buona resistenza finanziaria della Macedonia agli inesorabili venti della crisi mondiale deve molto allaggressiva politica di procacciamento dei capitali esteri condotta dal governo di Skopje, ormai da quasi 3 anni, e retta in prima persona dal capo dellesecutivo Nikola Gruevski. Sono rari, infatti, i casi in cui la pattuglia governativa preposta allattrazione degli investimenti non solchi le principali mete finanziarie capeggiata dal primo ministro. E un altro, importante, punto stato segnato venerd, con un prezioso accordo concluso con la societ statunitense Forbes Corporation, editore - tra le varie attivit - dellomonima rivista finanziaria, tra le pi lette al mondo con oltre un milione di copie vendute ogni mese. Secondo il quotidiano Dnevnik, la compagnia di New York offrir la sua ricchissima rete di contatti finanziari sparsi in tutto il mondo per attrarre finanziamenti in terra macedone, oltre a mettere a disposizione un costante servizio di consulenza per lattuazione delle politiche economiche. Del resto il ministero delle Finanze macedone offre condizioni dinvestimento particolarmente appetibili: ununica tassa agevolata di 10 anni per le aziende che si insediano in una zona di sviluppo speciale, sussidi per gli impianti in linea con le norme ambientali europee ed i salari tra i bassi in Europa. Laccordo stato siglato dal responsabile per lo Sviluppo tecnologico e industriale macedone Viktor Mizo e il vicepresidente della societ Christian Forbes a Manhattan, nelle lussuosissime sale del quartier generale delleditore. Allincontro non poteva mancare, ovviamente, il premier Gruevski, il quale ha intrattenuto al termine della firma un lungo colloquio con Christian Forbes sulle misure economiche da attuare per fronteggiare la crisi finanziaria ancora imperante. Conclusa questa tappa, il team macedone sar diretto gioved alla volta di Princeton, dove incontrer decine di aziende del New Jersey e unimportante societ medica. Linstancabile campagna di promozione delleconomia macedone procede a vele spiegate, dunque, anche se gli investimenti esteri lo scorso anno hanno conosciuto un brusco rallentamento, pur manifestando una significativa ripresa verso febbraio-marzo. Il

Paese, ad ogni modo, possiede il debito pubblico pi basso della regione balcanica e, in base a stime riportate recentemente dal Financial Times, leconomia crescer fino al 2% entro fine anno.

Italia-Bosnia, uniti contro il crimine


Un seminario di 3 giorni a Banja Luka per rafforzare la cooperazione militare tra i corpi armati e confrontare le reciproche tecniche investigative Abbiamo stabilito unottima collaborazione con le forze armate bosniache, di entrambe le entit, esercitandoci insieme e scambiandoci le pi aggiornate tecniche investigative apprese sul campo e discusse con esperti e analisti internazionali, lambasciatore italiano in Bosnia, Ruggero Corrias, esprime tutta la sua soddisfazione per il buon esito del seminario di tre giorni svoltosi a Banja Luka per irrobustire la cooperazione militare tra i due Paesi. Secondo il quotidiano bosniaco Dnevni Avaz, nella capitale de facto dellentit serba in Bosnia si sono incontrati, dunque, i rappresentanti italiani e bosniaci delle forze di sicurezza a capo di alcune squadre giunte per delle sedute condivise di addestramento. Agli incontri hanno partecipato due generali italiani, della Direzione centrale della Polizia criminale, un esperto italiano dei Servizi antidroga, e i rappresentanti delle forze dellordine sia della Republika Srpska che della Federazione di Bosnia ed Erzegovina, lentit bosniaco-croata. Il seminario ha fornito, secondo una nota stampa diffusa dal ministero degli Interni centrale di Sarajevo, una preziosa occasione di scambio e confronto sugli aspetti salienti della normativa europea di settore e sulle pi avanzate tecniche investigative per fronteggiare ogni forma di criminalit organizzata, non ultimo il cosiddetto cybercrime. La collaborazione tra i dicasteri agli Interni dei due Paesi, segnata da frequenti incontri, seminari, corsi e visite di studio, stata avviata tre anni fa.

Silenzio, si studia turco

Linsegnamento della lingua sar facoltativo e verr garantito da ottobre in nove scuole elementari di Sarajevo Tra pochi giorni linsegnamento della lingua turca nelle scuole elementari bosniache non rimarr confinato solo nei cantoni di Herzegovina-Neretva, Bosnia-Podrinje e Zenica-Doboj, ma approder in ben nove istituti di Sarajevo, dove sar uno dei corsi di lingue facoltativi insieme al francese, tedesco e arabo. Con grande soddisfazione di Ankara, laccordo concluso alcuni giorni fa tra il ministero dellIstruzione bosniaco e il Centro culturale turco in Bosnia Yunus, rafforzer la gi enorme ripercussione turca sulla cultura e sullistruzione di Sarajevo. Del resto, in base al documento siglato, Ankara non si limiter a finanziare di tasca propria i nuovi corsi di lingue, ma contribuir bens allammodernamento e alla ristrutturazione di alcuni tra questi istituti scolastici. I fondi per il progetto verranno messi a disposizione dal governo turco per almeno tre anni, dopodich le condizioni dellaccordo andranno riformulate, sebbene una nota diffusa dal Centro Yunus abbia assicurato una piena e totale disponibilit da parte delle autorit turche. In base alle stime riportate dal Centro culturale, fondato nel 2009 per promuovere la cultura e la lingua turca nei Balcani, in Bosnia questanno saranno almeno 4.000 gli alunni delle scuole elementari, medie e superiori e 400 gli studenti universitari a sottoporsi allinsegnamento del turco. anche vero che negli ultimi anni i corsi di lingua turca sono diventati molto popolari specialmente tra gli studenti liceali e universitari bosniaci; quattro universit statali, Tuzla, Zenica, Mostar e Sarajevo, offrono addirittura corsi di studi incentrati sulla filologia turca. Non mancano, inoltre, incessanti campagne promozionali per diffondere la cultura e la lingua turca tra i giovani bosniaci, organizzate dai due atenei della capitale finanziati da Ankara: l'Universit internazionale di Sarajevo e lUniversit internazionale Burch. Inaugurata nel 2004, l'Universit Internazionale di Sarajevo lautamente sostenuta da uomini d'affari turchi molto vicini allesecutivo di Ankara, mentre lateneo Burch stato fondato nel 2008 da Fethullah Gulen, un influente predicatore musulmano turco che guida un movimento religioso e culturale con estensioni ormai in tutto il mondo. Aldijana Hadi e Emina Karahoda, studenti

universitari al secondo anno della facolt di filologia orientale presso l'Universit internazionale di Sarajevo, hanno raccontato al sito internet Southeast Europe Times di aver scelto questa strada con grande determinazione e dopo aver frequentato un corso privato di lingua turca. "Ho iniziato a imparare il turco per motivi personali, perch i miei amici provenienti dalla Turchia non conoscevano n il bosniaco, n linglese. Durante gli anni universitari, ho inoltre approfondito la mia conoscenza della lingua e della cultura visitando la Turchia diverse volte. Voglio continuare la mia formazione specialistica proprio ad Ankara", ha spiegato Hadi. Il Ministero dell'Economia turco, in dieci anni (tra il 2002 e il 2012), ha versato oltre 110 milioni di euro nella casse della Bosnia Erzegovina, inclusi gli importanti investimenti assunti nel settore bancario e aeronautico. Secondo molti esperti linteresse di Ankara nel promuovere una campagna cos aggressiva e dispendiosa per diffondere la propria cultura e lingua in Bosnia, deriverebbe dal retaggio storico che accomuna i due Paesi, risalente al quindicesimo secolo. Nel 1463 la Bosnia divenne una provincia dellimpero ottomano e lo rimase per altri quattro secoli, finendo poi nel 1878 nelle mani degli austro-ungarici.

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