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La lunga latitanza di Ratko Mladic

Per la prima volta uninchiesta giornalistica svela i particolari pi oscuri dei molti anni trascorsi in clandestinit dallex generale serbo bosniaco. Gli uomini e le donne che hanno contribuito a nascondere Ratko Mladic durante i molti anni trascorsi da fuggiasco lo consideravano un vero e proprio eroe serbo, ma quando la loro lealt rischiava di vacillare le minacce piombavano puntuali. Un set di fotografie che ritraeva figli e parenti veniva cordialmente regalato a tutti coloro che non mostravano pi la dovuta dedizione alla causa. Il messaggio era chiaro: se siamo in grado di colpire con un obiettivo fotografico, possiamo farlo anche con un mitrigliatore M60. Questo e moltissimi altri particolari di estrema importanza, riguardanti la latitanza di Mladic, sono stati rivelati in una lunga inchiesta pubblicata dal quotidiano britannico Guardian. Il generale serbobosniaco, che ora sotto processo dinanzi al Tribunale penale internazionale dell'Aia per le accuse di genocidio e altri crimini contro l'umanit, riuscito a sfuggire alla cattura per ben 14 anni grazie all'aiuto dei militari serbi, dei suoi luogotenenti durante la guerra e poi della sua famiglia. Ma il tratto di fondo che ha accompagnato linterminabile latitanza di Mladic sempre stato uno soltanto: il terrore che incuteva in tutti, amici o nemici. Il tarchiato, robusto, ex ufficiale di artiglieria ha condotto infatti una carriera basata sulla paura. Ha guidato i tre anni di assedio di Sarajevo, permettendone il logorio quotidiano. Si trovava nellenclave musulmana di Srebrenica nel luglio 1995, per giunta a rassicurare le donne in preda al panico garantendo che i loro cari sarebbero stati al sicuro, mentre i suoi soldati falciavano le vite di 8.000 uomini e ragazzi non serbi: la peggiore atrocit accaduta in Europa dallolocausto nazista. Dopo la guerra, Mladic si ritir a Han Pijesak, nella Bosnia orientale, dove i comunisti avevano costruito un bunker rinforzato per resistere all'invasione. Ma nel 1997, quando le truppe della Nato iniziarono a ricercare i criminali di guerra, riusc ad attraversare il fiume Drina riparando nel territorio della Republika Srpska e ottenendo tutto lappoggio necessario dal presidente Slobodan Milosevic: la mente dietro la "pulizia etnica" dei non-serbi. Dalle interviste con parenti e dalle trascrizioni giudiziarie, oltre allo

studio dei verbali giudiziari sia serbi che internazionali, il Guardian ha raccolto preziosissimi dettagli della latitanza di Mladic. Anche se la lunga fuga dalle manette ha rilanciato limmagine di eroe popolare tra i nazionalisti serbi, la realt sempre stata pi banale e brutale. Con il passare del tempo Mladic ha potuto contare sulla fiducia di pochissimi uomini visto che le minacce al termine della latitanza non avevano pi alcuna presa. Negli anni immediatamente successivi alla guerra - quando Mladic era completamente protetto dalla struttura militare di Milosevic - la sua aura ispirava ancora terrore tra i soldati ma con il passare del tempo anche gli uomini pi fedeli abbandonarono lex generale. Tale era la determinazione del personale generale serbo a garantire una latitanza dorata a Mladic, che venne istituito un intero reparto ad hoc. Oltre a un seguito permanente di circa 10 guardie del corpo, Mladic poteva contare sui servigi di unautista, una cuoca e un cameriere personale, che ha viaggiato con lui durante tutta la latitanza. Fuori da questa bolla protetta, per, la Serbia stava cambiando rapidamente. La caduta di Milosevic, avvenuta il 5 ottobre 2000, terrorizz Mladic. Gli uomini di Milosevic lo trasferirono in un'altra base, a Krcmar vicino Valjevo, che godeva di forti fortificazioni e bunker sotterranei. Dopo qualche mese, Mladic dovette controvoglia abbandonare Krcmar, fuggendo in un convoglio dellesercito. Ci segn l'inizio di una fase molto meno confortevole per il generale latitante, fino alla sua cattura definitiva che avvenne il 26 maggio del 2011.

Bosnia, 22 anni allex ministro


Il 27 marzo il Tribunale penale sulla ex-Jugoslavia ha condannato a 22 anni di carcere lex responsabile degli Interni della Repubblica serba della Bosnia Erzegovina, Mio Stanii,

Il 27 marzo il Tribunale penale sulla ex-Jugoslavia (Icty) ha condannato a 22 anni di carcere lex-ministro degli interni della Repubblica serba della Bosnia Erzegovina, Mio Stanii, e lexufficiale di sicurezza responsabile della polizia nella Regione autonoma della Krajina (Ark- Autonomus region of Krajina), Stojan upljanin. La corte ha ritenuto entrambi responsabili di aver condotto una campagna per eliminare i musulmani, i croati e i non serbi dalla regione dellArk. LIcty la corte speciale istituita dallOnu nel 1993 per giudicare i crimini commessi nel territorio dellex-federazione comunista jugoslava, dopo il violento smembramento del 1991. I due serbi in custodia allAja, sede dellIcty, rispettivamente dal 2005 e 2008, si sono resi colpevoli di crimini di guerra e contro lumanit commessi nella ex-repubblica jugoslava dal maggio al dicembre 1992, i primi mesi della guerra in Bosnia Erzegovina (che termin nel 1995). Nel documento riassuntivo dei motivi della sentenza si legge che la corte ha accertato al di l di ogni ragionevole dubbio la partecipazione di upljanin e di Stanii ad una impresa criminale congiunta con lobiettivo di rimuovere permanentemente i non serbi dal territorio di uno Stato serbo pianificato. Questa impresa criminale iniziata con listituzione dellAssemblea del popolo serbo in Bosnia-Erzegovina il 24 ottobre 1991 ed continuata fino alla firma degli Accordi di pace di Dayton nel novembre 1995. In Bosnia lAssemblea contava altissimi dirigenti politici e militari di primo piano della Repubblica serba, quali Momcilo Krajisnik, Radovan Karadzic, Biljana Plavsic e i generali Ratko Mladic e Momir Talic. Le vittime dellimpresa criminale capeggiata da Stanii e upljanin sono stati i cittadini bosniaci di etnia croata e musulmana, bersagli di pulizia etnica. Tutti i capi di imputazione a cui hanno risposto i due serbi li accusano di criminosa azione premeditata e pianificata, per rimuovere forzosamente i non serbi dal territorio di quella che doveva diventare la Grande Serbia, lo Stato che avrebbe dovuto riunire tutti i territori di etnia maggioritaria serba (fuori dalla Serbia stessa). Nel 1991 i serbo bosniaci avevano istituito allinterno della ancora in vita Repubblica federale jugoslava di Bosnia-Erzegovina la loro unit politico-statuale autoproclamatasi autonoma, la Repubblica serba, presieduta da Radovan Karadzic.

Stanii stato condannato per persecuzioni, omicidio e torture commesse in 19 municipalit bosniache, mentre upljanin per sterminio, persecuzioni, omicidio e torture commesse in 8 municipalit della Regione autonoma della Krajina (Ark), la parte amministrativa della Repubblica serba dove ricopriva la pi alta autorit di polizia. I due serbi, ricoprendo ruoli politici e militari influenti, erano a conoscenza delle violenze che si stavano consumando contro i cittadini non serbi. Stanii e upljanin sono stati condannati per non aver usato i poteri di cui erano in pieno possesso per prevenire e punire tali crimini, ma soprattutto hanno incoraggiato e istigato la loro nazione a commettere tali atrocit. In una parte della sentenza su Stanii si legge: Nella funzione della pi alta autorit nella Repubblica serba sugli affari interni, Stanii aveva lobbligo legale di difendere lintera popolazione civile indipendentemente dalla religione, etnia, razza o credo politico. La sua condotta, la sua partecipazione regolare agli incontri dellAssemblea dei serbi di Bosnia, laccettazione della nomina a ministro degli interni indicano la sua partecipazione volontaria nella creazione di una separata entit serba allinterno della BosniaErzegovina per mezzo della divisione etnica del territorio. Per portare al termine il progetto Grande Serbia Stanii mise a disposizione le forze attive di polizia per azioni congiunte con le forze armate della Repubblica serba per attuare la divisone etnica sul terreno. Stanii avrebbe facilitato listituzione dei centri di detenzione (quali a Omarska e Keraterm) nel territorio bosniaco controllato dai serbi e dove i detenuti non serbi venivano picchiati, subivano abusi sessuali e venivano uccisi dalle forze serbe. A upljanin vengono imputati crimini come lo stupro e la tortura. upljanin avrebbe anche creato un corpo speciale di polizia (posto sotto il suo diretto comando con sede a Banja Luka) responsabile delluccisione di civili musulmani, croati o bosniaci nella Ark. Lunit arruolava nazionalisti serbi con precedenti criminali. La sentenza dellIcty afferma: Malgrado fosse ripetutamente informato sui crimini di questa unit speciale, upljanin continuava a impiegare questo corpo di polizia in operazioni a stretto contatto con i civili musulmani e croati, che subivano ripetutamente abusi. upljanin era al corrente dellarresto e della detenzione illegale di migliaia di musulmani allinterno della Ark, delle dure condizioni a cui erano sottoposti, degli abusi e degli altri crimini che crudelmente,

venivano inflitti loro. Nonostante queste informazioni, Zupljanin continu a impiegare i suoi poliziotti a sorveglianza dei prigionieri illegalmente detenuti e ad ordinare il trasferimento e il trasporto dei detenuti dalle strutture controllate dalla polizia al campo di Manjaca. Il Tribunale penale sulla ex-Jugoslavia ritiene che almeno un centinaio di persone di etnia musulmana e croata siano morte durante la detenzione nel campo di Manjaca, operativo dal 1991, quando cominci la guerra croata dindipendenza, fino al 1995. Murat Duratovic, presidente di una associazioni dei musulmani bosniaci ex-prigionieri nei campi serbi, ha dichiarato che il Tribunale avrebbe potuto essere stato pi duro nei confronti dei condannati, addebitandogli la responsabilit del massacro dei Precipizi di Koricani, avvenuto il 21 agosto 1992 sulle montagne Vlasic della Bosnia centrale ad opera di membri dei Berretti Rossi, unit di polizia serbo bosniaca. Nelleccidio morirono circa 200 detenuti croati e bosniaci del campo di Trnopolje. Nel 2004 lIcty ha condannato a 17 anni lex-ufficiale di polizia di Prijedor Darko Mrdja per questo massacro. Il crimine dei Precipizi stato perpetrato da membri della stazione di polizia di Prijedor che erano sotto il diretto comando e responsabilit di Stanii e upljanin ha dichiarato Duratovic. La guerra in Bosnia-Erzegovina stata il pi sanguinoso dei cinque conflitti etnici (coinvolte dal 1991 al 2001 anche Slovenia, Croazia, Kosovo, Serbia e Macedonia) che hanno scosso i Balcani dopo lo smembramento nel 1991-1992 della Jugoslavia federale comunista, nata nel 1946. Il numero dei morti nel conflitto bosniaco valutato intorno ai 100.000, membri delle tre principali etnie (musulmani, serbi e croati) che costituivano lex-repubblica jugoslava. Questa guerra ha registrato le pi massicce e perpetuate violazioni dei diritti umani avvenute in Europa dopo la Seconda Guerra Mondiale. LIcty ha incriminato 161 persone per il loro ruolo nelle atrocit commesse durante i cinque conflitti, la maggior parte dei quali serbi. Attualmente sono in corso sei processi. Gli imputati pi eccellenti rimangono Radovan Karadzic e il generale Ratko Mladic, rispettivamente il dirigente politico e militare dei serbo bosniaci durante il conflitto in Bosnia.

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