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PASSIONE, MORTE, PASQUA DI RISURREZIONE E CONSEGUENTE RILETTURA MESSIANICA

Leggendo i Vangeli possiamo notare una particolarit: lo spazio testuale dato alla narrazione della vita di Ges fino alla soglia della passione (circa 35 anni) poco di pi di quello dato al racconto della sua passione, morte e risurrezione (alcuni giorni). Come avviene anche nei libri o nei film, quando si raccontano momenti importanti lo spazio dato si dilata, cio si da pi spazio (di tempo nel film o di pagine in un lib ro) per esempio ad unora, che per cruciale nella vita del protagonista, rispetto anche a moltissimi anni non significativi per la trama del racconto. E la Pasqua del Cristo prende nei Vangeli tanto spazio quasi quanto tutto il resto della vita, infatti il racconto ben pi dettagliato. Questo un chiaro indizio dellimportanza che la prima comunit cristiana e gli evangelisti riconoscevano alla passione, morte e risurrezione di Ges, il Messia. Perch Ges morto? Rispondere a questa domanda richiede attenzione alla complessit della realt, poich c una molteplicit di cause a seconda del piano che si prende in considerazione: Cause dal punto di vista storico 1. - Perch Ges era scomodo e pericoloso per il Sinedrio, poich aveva rivendicato come Figlio gli stessi diritti e poteri di Adonai sul popolo eletto (cfr. Mc 12,1-9), per esempio perdonando i peccati, sottoponendo a critica profetica alcuni aspetti di come singole persone o "correnti di pensiero" vivevano in concreto la fede d'Israele (culto nel Tempio, disciplina della purit, osservanza del sabato, matrimonio, ecc.), presentandosi come Messia inviato da Dio, anche se un Messia inedito, diverso da ci che la gente si aspettava: andare apparentemente contro la Legge, il gesto nel Tempio accompagnato dalla parola sulla sua distruzione, la mitezza e mansuetudine, il perdono dei nemici, ecc. Considerate poi le responsabilit di governo e di ordine pubblico sulla Giudea che dopo l'esilio di Archelao nel 6 d.C. erano di fatto ritornate al Sommo sacerdote (sotto la giurisdizione romana del 'Praefectus Iudeae') probabile che Caifa temesse anche disordini e agitazioni, specialmente frequenti a Gerusalemme in occasione delle grandi feste.

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2. - Perch era scomodo per il dominio dellImpero romano in quei territori gi agitati e difficili. Vedi lentusiasmo suscitato dal suo ingresso a Gerusalemme, il titulus crucis Re dei giudei e la condanna alla pena infamante della crocifissione, riservata ai nemici dello Stato. 3. - Perch ha tradito le aspettative di alcuni di coloro che lo seguivano. Per esempio secondo unipotesi Giuda lo ha tradito perch lui per primo si sentito tradito da Ges, un Messia troppo mite, umile e mansueto. Egli non si stava comportando come il Messia che Giuda voleva (liberatore politico e rivoluzionario). Riguardo alle ragioni per cui Giuda ha fatto quel gesto ci sono in realt numerose ipotesi, i Vangeli non sono chiari, probabilmente i primi apostoli non lo sapevano o non lavevano capito: forse per avidit, forse perch era deluso, forse per forzare la mano a Ges quasi costringendolo a reagire e a fare il Messia come Giuda s'aspettava o forse per tutte queste cose insieme. Causa dal punto di vista teologico nella rilettura di fede 4. - Subito dopo il battesimo al Giordano Ges viene sospinto dallo Spirito nel deserto, dove Satana lo tenta. Queste tentazioni hanno lo scopo di sviarlo dalla specificit della sua missione messianica. Ges sempre rimasto il Messia che doveva essere, per quanto diverso dalle aspettative, per quanto scomodo per i giudei e per i romani, per quanto incompreso dai suoi discepoli e questo lo ha portato alla morte. Per rimanere quello che era, cio il Figlio, per fare la volont del Padre, per essere Messia al modo di Dio stato rifiutato, incompreso, odiato, tradito ed infine ucciso. Ges quindi muore perch lui stesso lo ha accettato e lo ha voluto in obbedienza al Padre per la nostra salvezza e secondo le Scritture (vedi la parole sul pane e sul calice nell'ultima cena). Egli morto a causa dei nostri peccati, perch anche i nostri peccati lhanno messo in croce. Questo un passaggio di chiara lettura credente dellevento, che Paolo ad esempio riporta nella lettera ai Corinzi e nella lettera ai Romani. In 1Cor Paolo dice Cristo mor per i nostri peccati secondo le Scritture, quindi a causa e in redenzione per i nostri peccati. Questa morte di Ges nel prestabilito disegno di Dio, il compimento delle Scritture (Legge, Profeti e Scritti) in obbedienza al Padre (cfr. At 2,22-24; 4,25-28). Com andata? Terminata lultima Cena Ges esce e cantando i salmi va allorto degli ulivi, al Getsemani, a pregare. A quel punto arriva Giuda con le guardie del Tempio (forse anche con dei soldati romani) e lo arrestano. Nasce qui una domanda: se il Sommo sacerdote e il Sinedrio avevano le guardie e conoscevano Ges poich lo vedevano insegnare, perch hanno avuto bisogno di Giuda Iscariota? Inoltre sembra che ci sia una certa fretta da parte del Sinedrio di prendere Ges, di notte, come mai? Per la Pasqua, al tempo di Ges, a Gerusalemme arrivava moltissima gente per immolare gli agnelli, non solo arrivavano persone da zone limitrofe, ma per esempio anche dalla Galilea (da dove provenivano Ges e Pietro). Di conseguenza plausibile che secondo la valutazione del Sinedrio (e dei Romani?) ci fosse il rischio che Ges
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con i suoi compisse un atto violento (vedi lingresso trionfale nella citt santa), quindi plausibile che decisero di eliminarlo prima che ci fosse troppa gente della Galilea a Gerusalemme. C stata probabilmente una ragione politica di urgenza e di ordine pubblico, per evitare una folla che lo sostenesse, ed probabile che abbiano avuto bisogno di Guida perch le autorit ignoravano qual era il luogo dove Ges e i suoi abitualmente si ritiravano per la notte a pregare e dormire (vedi lannotazione come al solito in Lc 22,39). Preso e arrestato, Ges viene portato davanti alle autorit del Tempio, dove sottoposto ad un interrogatorio, il cui capo daccusa la bestemmia: si era fatto Figlio di Dio, pari ad Adonai. Durante questo processo succede che Pietro rinnega Ges. Poich questultimo avvenimento raccontato da tutti ed imbarazzante per la Chiesa primitiva, deve essere necessariamente vero (come il tradimento di Giuda). Terminato linterrogatorio Ges viene portato da Ponzio Pilato, il prefetto, il governatore della provincia e qui avviene il vero e proprio processo formale. Le autorit del Tempio presentano Ges con delle accuse connesse alla Torah, ma a Pilato non interessa laspetto meramente religioso, bens la tutela dello Stato e dellordine pubblico, da cui il titulus crucis: Re dei Giudei. La condanna a morte per crocifissione rara e crudele. Veniva data non certo a cittadini romani, ma a schiavi o persone che avevano commesso crimini gravi, crimini contro lo Stato, contro limperatore. Il processo si conclude quindi con la liberazione per acclamazione di Barabba e la condanna a morte per crocifissione di Ges da parte di Ponzio Pilato. Dopo la condanna avviene la flagellazione: era una pratica romana orribile, ma per un certo aspetto di piet, che serviva a sfinire il condannato in modo che fosse pi breve lagonia in croce. Segue poi il cammino verso il Golgota e durante il cammino troviamo un dato interessante riportato da Mc, un indizio di sicura autenticit: la figura di Simone di Cirene, padre di Alessandro e Rufo che aiuta Ges a portare la croce. Secondo tutti gli storici, visto che era stato chiamato per nome e cognome, voleva dire che era una persona conosciuta dalla prima comunit cristiana, stato sicuramente un personaggio storico1. Infine sul Golgota avviene la crocifissione tra due lhesta, la morte abbastanza rapida (dato annotato da tutti e quattro gli evangelisti), la deposizione dalla croce con lintervento di Giuseppe dArimatea e la sepoltura in un giardino l vicino. Questioni dubbie e/o controverse Qual stata la cronologia della Passione? Leggendo i racconti della Passione, si possono notare alcune diversit. Innanzitutto vi una differenza cronologica: i sinottici raccontano gli eventi in certi giorni, mentre Gv segue unaltra cronologia; una differenza significativa e importante che ha portato ad una certa divisione degli studiosi. Secondo Mc, Mt e Lc Ges muore il venerd, che quellanno era il giorno di Pasqua, per cui lultima Cena corrisponderebbe alla cena pasquale, il banchetto pasquale della comunit ebraica. Invece secondo Gv Ges muore sempre di venerd, ma la
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Caso ben diverso quello del personaggio della Veronica, di cui non si ha alcuna certezza circa lesistenza reale.

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Pasqua cade di sabato, quindi lultima Cena non poteva essere il banchetto pasquale (doveva essere il venerd sera). Per cui c una differenza cronologica di un giorno che importante per il significato che si da allultima Cena, alla morte, ecc. Per esempio stando alla cronologia giovannea Ges crocifisso e muore circa nello stesso tempo in cui al Tempio si immolano gli agnelli per la cena pasquale della sera. Gli studiosi sono divisi su questo tema, anche se ultimamente ci si attiene alla cronologia giovannea. In essa vi lanticipo da parte di Ges di almeno alcuni elementi del banchetto pasquale, probabilmente perch sapeva che non avrebbe potuto mangiare la Pasqua con i suoi discepoli; in tal modo poi si evidenzia come tutto il senso di quella Cena viene da Ges: la sua Cena, lui imprime in essa la sua specificit per unalleanza nuova. Quadra anche perch crocifiggere un uomo il giorno di Pasqua era praticamente inaccettabile secondo i riti e le tradizioni di quel tempo. Giovanni pi coerente con gli usi e le tradizioni giudaiche. La cronologia dei Sinottici bella perch sottolinea il senso pasquale ebraico dellultima Cena, per cui gli studiosi che optano per la cronologia giovannea, interpretano questo spostamento dei sinottici dal punto di vista teologico. Qualche studioso risolve la discrepanza ipotizzando l'uso di due calendari: quello lunisolare (come a Qumran, Pasqua fissa di mercoled, per cui l'ultima Cena sarebbe avvenuta il marted sera) e quello lunare (come al Tempio, Pasqua mobile, che in quell'anno secondo Gv cadeva in giorno di sabato). Qual stato landamento e quale tipo di processo giudaico? Troviamo anche differenze nel processo giudaico (se realmente ne avvenuto uno in modo formale). Secondo Mc e Mt c stata una sessione notturna del Sinedrio presieduto dal sommo sacerdote con una breve udienza allalba, secondo Lc invece c stata ununica sessione mattutina del Sinedrio ed infine secondo Gv c stata unudienza informale nella notte, sotto la guida dellex sommo sacerdote Anna, suocero di Caifa. Il Sinedrio godeva della potestas gladii? Un elemento su cui ci sono discussioni era se il Sinedrio godeva o meno della potestas gladii, cio il diritto di condannare a morte. Non si sa per certo quindi se Ges era stato gi condannato a morte dal Sinedrio e si aspettava solo la ratifica del potere romano, oppure se il Sinedrio non aveva il potere di condannare a morte e poteva solo presentare accuse. Secondo alcuni studiosi la potestas gladii era stata tolta al Sinedrio da Roma, da quando cio in Israele cera la dominazione romana, secondo altri invece manteneva ancora questo potere (lunico caso certo era se un pagano entrava nel recinto sacro del Tempio). Dove si tenuto il processo e la condanna di Ges? Secondo una tradizione il processo sarebbe avvenuto nella Fortezza Antonia, in quello che al giorno doggi indicato ai pellegrini come litstroto. Altri invece sostengono che il prefetto romano era insediato nel luogo gi del potere, quindi il processo si sarebbe tenuto o nel palazzo di Erode (cfr. anche Lc 23,6-12) o nell'antico palazzo degli Asmonei, sito nella citt alta e non lontano dal monte del Tempio.
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Era in uso a quel tempo lamnistia pasquale? Altra questione discussa lamnistia pasquale. Mt e Mc annotano che era abitudine pasquale liberare un prigioniero, mentre Lc e Gv non ne parlano, si dice invece che i sommi sacerdoti sobillarono il popolo per far crocifiggere Ges e liberare Barabba. Nella legge romana lamnistia non esisteva, era invece presente nella legge greca. Visto che non vi sono altre fonti sullamnistia, diversi studiosi non la ritengono reale. Esistono per testimonianze sulla cosiddetta abolitio, per cui si poteva abolire un processo o sulla venia per rimettere la pena, e si sa che talvolta i governatori, per ragioni politiche o dietro compenso di denaro facevano ricorso a queste forme. In conclusione la prospettiva di Gv e Lc la pi plausibile secondo il diritto romano del tempo per, vista la scarsit di documentazione pertinente, non si pu escludere che listituto giuridico dellamnistia fosse entrato nella prassi romana in oriente. Ai confini della storia e oltre la storia: la Risurrezione Ci di cui abbiamo parlato finora oggetto della nostra fede ma anche della storia, ha un tempo, un luogo, una data. La risurrezione invece un evento ai confini della storia e che va oltre la storia, metastoria. Dire che oltre la storia significa che svincolato da spazio e tempo (evento trascendente, ma reale): Ges nella risurrezione entrato in una condizione di eternit. La risurrezione divenuta quindi il cardine della nostra fede come dice Paolo nella prima lettera ai cristiani di Corinto (1Cor 15,13-17). Ritornando alle due professioni di fede paoline troviamo la lettera ai Romani in cui si parla come di una seconda nascita o inizio (generato secondo la carne stabilito secondo lo spirito di santit). Il prof. R. PENNA, assieme a molti altri, sostiene un duplice inizio del cristianesimo: la prima con la vita, i miracoli, la predicazione del Regno di Ges, e la seconda volta con la risurrezione. In un certo senso vero perch la risurrezione ha svelato tante cose. Mettendoci nei panni dei discepoli quei discepoli che conoscono Ges, hanno visto i segni, hanno vissuto insieme a lui e lo hanno ascoltato dopo aver visto o saputo della morte di Ges, per tutti stata una delusione, un fallimento causa di sconforto, percepito come se fosse stato un inganno e la storia neotestamentaria dice proprio questo. Poi per c la risurrezione e lapparizione di Ges risorto. Questo cambia tutto, perch questo vuol dire che egli aveva ragione, quindi non c stato un fallimento ma un trionfo, alla luce della risurrezione ha tutto un altro senso. Per esempio Paolo che non ha conosciuto il Ges terreno, ne aveva sentito parlare, quindi sapeva chi era e cosa gli era successo, ma lo riteneva un impostore, tanto che perseguitava coloro che credevano in lui. Poi lo incontra risorto sulla via di Damasco, per cui le stesse cose che sapeva prendono il giusto ordine, si risistemano nella sua mente. La risurrezione getta quindi una luce nuova su tutto, come conferma della veridicit e validit dell'autorit e delle "pretese" del Ges pre-pasquale e non solo. Anche la croce alla luce della risurrezione assume le tonalit di salvezza, del riscatto, della redenzione, della vittoria. Come abbiamo detto per questo avvenimento oltre la storia, per cui ostico trattarla con l'approccio basato sui criteri (si pu forse utilizzare quello della molteplice attestazione), meglio con gli approcci basati sulle testimonianze e quello della spiegazione sufficiente, poich ne vediamo
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gli effetti storici. Come si spiegherebbe altrimenti che coloro che erano tornati in Galilea a riprendere i loro lavori, avviliti, tra cui anche Pietro che aveva rinnegato Ges pubblicamente, ad un certo punto tornano a Gerusalemme a predicare e rischiano la morte? Perch ci sia un incendio necessario che ci sia stata una scintilla: anche se la risurrezione oltre la storia, gli effetti (tomba vuota, racconti di apparizioni, discepoli pronti al martirio, vicenda personale di Saulo-Paolo, predicazione universale del Vangelo, ecc.) sono storici. Nei Vangeli abbiamo due tipi di racconti circa la risurrezione di Cristo: i racconti detti della tomba vuota e i racconti delle apparizioni. Le parole che tutti i Vangeli riportano nei racconti della tomba vuota sono: Non qui. Le donne che avevano visto dove Giuseppe dArimatea aveva deposto Ges, e stavano andando l per completare i riti dunzione, trovano la tomba vuota con i lini piegati e gli angeli che dicono: Non abbiate paura! Voi cercate Ges Nazareno, il crocifisso. risorto, non qui. Ecco il luogo dove lavevano deposto. Ora andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro che egli vi precede in Galilea. L lo vedrete, come vi ha detto (Mc 16,6-7). La tomba vuota quindi non lorigine della fede, poich le donne non cominciano a credere nella risurrezione, per un segno che d inizio alla ricerca dellincontro con Ges Risorto. La forma letteraria dei racconti delle apparizioni una tipologia che si ritrova nei diversi Vangeli anche se ogni evangelista racconta qualcosa. Essi hanno una connotazione soprannaturale e trascendente: Ges passa attraverso le porte, alcuni che ben lo conoscevano non lo riconoscono subito (cfr. Lc 24,13-35; Gv 20,11-18), ecc. Una questione delicata e assai controversa se la risurrezione, scrostando la redazione e linterpretazione degli evangelisti e prendendo le parole che sono sicuramente uscite dalla bocca di Ges prima della sua Pasqua, era qualcosa che ci si aspettava o meno. Pensando alla parabola dei vignaioli omicidi, si pu notare che essa finisce con la morte del figlio senza risurrezione, senza prospettiva di vittoria. Per cui diversi studiosi, ricostruendo le parole uscite dalla bocca di Ges, trovano che di annuncio esplicito della risurrezione c ben poco e che questo evento inatteso per i Dodici e i discepoli, e qualcuno arriva a dire persino per Ges stesso. Altri invece sostengono una posizione diversa, ricorrendo a passi come Q 12,8-9 e come Mc 9,31; 14,62. Altro tema importante, guardando alla passione, morte e risurrezione quello soteriologico, cio la riflessione credente circa la salvezza delluomo. Questo discorso riguarda la comprensione della Pasqua di Ges come un mistero per noi, per i nostri peccati, per la nostra redenzione e liberazione. Questo sar approfondito nella seconda parte del nostro per-corso di cristologia. Da notare, infine, che mentre Ges durante la sua vita ha predicato il Regno di Dio, i suoi Apostoli hanno predicato la morte e resurrezione del Cristo (cfr. 1Cor 15,3b-5). Ci per non significa che le due predicazioni si contrappongano, poich la persona e il mistero di Ges Cristo tiene insieme tutto. La sua Pasqua, Pasqua del Figlio delluomo, il cuore del Regno di Dio che viene e questo tema ci immette nella fede della Chiesa, come vedremo nella prossima lezione dedicata alla testimonianza della Chiesa, cio alla universale ed ininterrotta Traditio.
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EXCURSUS: GES NATO A BETLEMME DA MARIA VERGINE? In questa prima parte del per-corso ci siamo volutamente limitati secondo il criterio enunciato in At 1,21-22 e non possibile entrare qui nella complessa questione del genere letterario dei racconti dell'infanzia di Ges con le problematiche e il dibattito ad esso connessi. Mi limito soltanto a raccogliere alcuni dati, senza alcuna pretesa di esaustivit.

Betlemme 1. Innazitutto le narrazioni di Mt e Lc che con le loro diversit e problematiche portano a supporre a monte due tradizioni differenti concordano nel porre la nascita di Ges a Betlemme. 2. Indicativo anche il fatto che lungo i secoli non vi siano mai stati luoghi "concorrenti", a differenza di quanto avvenuto in altri casi (Cana, Emmaus, ecc.). 3. Le testimonianze fuori del NT iniziano gi a met del II sec., quando Giustino, filosofo nativo di Nablus in Palestina, scrive che gli abitanti del villaggio trasmettevano di padre in figlio i ricordi sulla grotta, sita fuori del centro abitato e adibita a stalla, nella quale era nato Ges (cfr. GIUSTINO, Dialogo con Trifone, 78, 5). Nei primi decenni del secolo successivo, Origene attesta che il luogo dove era nato Cristo era ben conosciuto nella zona, anche da chi non era cristiano: In intesa con quello scritto nei Vangeli, a Betlemme si mostra la grotta in cui nacque Ges e dentro la grotta la mangiatoia dove fu deposto, avvolto in fasce. E questo luogo ben conosciuto anche dalle persone lontane dalla fede; in questa grotta, si dice, nato quel Ges amato e adorato dai cristiani (ORIGENE, Contra Celsum, 1, 51). Sotto limperatore Adriano, si edificarono templi pagani su varie localit come il Santo Sepolcro e il Calvario venerate dai primi cristiani, con il proposito di cancellare le vestigia del passaggio di Cristo sulla terra: Dai tempi di Adriano fino allimpero di Costantino, per un periodo di 180 anni, l dove avvenne la resurrezione si dava culto a una statua di Giove, e sul monte della croce, per i gentili veniva installata una statua marmorea di Venere. Indubbiamente i persecutori immaginavano che contaminando i sacri luoghi con gli idoli, sarebbe svanita la fede nella passione e resurrezione (GIROLAMO, Lettere, 58, 3). Qualcosa di simile accadde a Betlemme, poich il luogo della nascita di Ges fu trasformato in un bosco sacro in onore di Adone. Il vescovo di Gerusalemme Cirillo, nel territorio della cui diocesi era anche Betlemme, vide i luoghi dovera la grotta coperti da alberi (CIRILLO DI GERUSALEMME, Catechesi, 12, 20: Fino a pochi anni fa era un luogo pieno di boschi), e anche Girolamo fa riferimento al tentativo fallito di paganizzare questo luogo cristiano con parole non prive di ironia: La nostra Betlemme, il luogo pi venerato del mondo, che fece dire al salmista: Verit germoglier dalla terra (Sal 84,12), era coperta
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dallombra di un bosco dedicato a Thamuz, cio Adone, e nella grotta dove si udirono i primi vagiti di Cristo, si pregava lamante di Venere (GIROLAMO, Lettere, 58, 3). Ulteriori testimonianze circa gli indizi che confermano la nascita di Ges a Betlemme si trovano nell'apocrifo detto Protovangelo di Giacomo, in Eusebio di Cesarea, nell'Anonimo di Bordeaux e nel diario di Egeria; i sondaggi archeologici effettuati hanno poi confermato che l'attuale grotta venerata era anticamente fuori del centro abitato, che invece stato individuato nella zona in cui oggi venerata la cosdetta "grotta del latte". 4. A livello di metodologia bene ricordare il caso emblematico dei ritrovamenti archeologici in rapporto a Gv: il quarto vangelo racconta alcuni particolari (piscina a cinque portici; idrie di pietra; segni dei chiodi) che potendosi prestare a una lettura simbolica e teologica furono "sospettati" di essere pure invenzioni create appositamente dall'evangelista senza alcun fondamento nella realt e invece tre dei principali ritrovamenti archeologici circa il contesto dei tempi di Ges hanno costretto ad ammettere il fondamento reale e "storico" di quei dettagli. Questi avvenimenti devono in generale rendere assai prudenti nel "sospettare" di pura invenzione priva di qualunque fondamento nella realt alcuni fatti narrati dagli evangelisti soltanto perch possono prestarsi anche ad una lettura simbolica, teologica e /o di compimento di profezie del Primo Testamento, poich dal puro fatto di non avere ancora trovato riscontri non si pu ragionevolmente inferire che tale o talaltra notizia offerta dagli evangelisti frutto di pura invenzione (anche il caso delle sinagoghe istruttivo: fino ai sempre pi numerosi ritrovamenti archeologici quanti illustri studiosi hanno sospettato di "invenzione" le menzioni di sinagoghe ai tempi di Ges che si trovano nei quattro vangeli). Alla luce di ci bene operare una lettura critica dell'argomentazione proposta ad esempio in E. P. SANDERS, Ges. La verit storica, pp. 88-90, confrontandola con quanto esposto ad esempio in K. BERGER, Ges, pp. 39-50. Maria sempre vergine Mt, Lc e Gv, prima del battesimo di Ges al Giordano con cui inzia Mc, collocano una risposta alla domanda sull'origine (cfr. Gv 19,9): i racconti dell'infanzia e il prologo circa il Logos di Dio. Pur nella diversit di prospettive, risalente con ogni probabilit alle differenti tradizioni cui attingono, Mt e Lc concordano circa il concepimento di Ges nel grembo verginale di Maria senza il consueto concorso del seme umano maschile. Ben presto la comunit dei credenti percepir il senso e l'importanza di questo dato, come testimoniano ad esempio le lettere di sant'Ignazio d'Antiochia (Agli Smirnesi, 1,1; Agli Efesini, 18,2-19,1), risalenti agli inizi del II sec., e l'inclusione nelle professioni di fede (gi nelle forme arcaiche sia del simbolo detto 'degli Apostoli' che di quello detto 'Niceno-Costantinopolitano'), nonch per contrasto la reazione del filosofo pagano platonico-stoico Celso nella seconda met del II secolo (favola inventata del parto verginale, adulterio di Maria con il soldato romano Panthera, ecc; vedi R. PENNA,
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L'ambiente storico-culturale delle origini cristiane, pp. 290-293). Il Magistero ecclesiale approfondir e preciser poi il dato di fede circa la perpetua verginit di Maria: prima, durante e dopo il parto di Ges il Cristo. Circa la connessa problematica dei "fratelli" di Ges si veda il recente studio di R. REGGI, che presenta, prende in esame e sottopone a verifica tutte le proposte di soluzione emerse lungo i secoli. Circa poi i genitori di Ges e circa Giacomo fratello di Ges detto Cristo si veda il recentissimo e ben circostanziato studio di M.-L. RIGATO.

BIBLIOGRAFIA SPECIALE

BERGER, K., Ges, Queriniana, Brescia 2007. DUCAY, A., La morte di Cristo nel disegno di Dio, pro manuscripto, PUSC, Roma 2004. FUSCO, V., Le prime comunit cristiane. Tradizioni e tendenze nel cristianesimo delle origini (La Bibbia nella storia, 8), EDB, Bologna 1997. JOSSA, G., La condanna del Messia. Problemi storici della ricerca su Ges (Studi biblici, 164), Paideia, Brescia 2010. REGGI, R., I fratelli di Ges. Considerazioni filologiche, ermeneutiche, storiche, statistiche sulla verginit perpetua di Maria (Studi biblici, 60), EDB, Bologna 2010. RIGATO, M.-L., I.N.R.I. Il titolo della Croce, EDB, Bologna 2010. RIGATO, M.-L., I genitori di Ges. Una rilettura di Matteo e Luca, EDB, Bologna 2013. SESBO, B., Cristologia fondamentale, Piemme, Casale Monferrato 1997.
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