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Che fine ha fatto il futuro ? Note a margine di un saggio di M.

Aug Paolo Emilio Biagini

Chi siamo? Da dove veniamo? Dove andiamo? Che cosa ci aspettiamo? E che cosa ci aspetta? Molti si sentono soltanto confusi. Il terreno vacilla, e non sanno perch e per che cosa. Una condizione dangoscia, la loro, che diviene paura se assume pi precisi contorni!

"ueste parole, che Ernst #loch scrisse gi$ sessantanni fa, rimangono ancora attuali e ritornano alla mente di fronte allargomento che Marc %ug ha voluto trattare in &uesto suo ultimo lavoro. Marc %ug, ' nato a (oitiers nel !)*+ ' antropologo ed ' stato a lungo (residente dellEcole des ,autes Etudes en -ciences -ociales di (arigi. Uno dei suoi lavori precedenti a &uesto, intitolato Nonluoghi. Introduzione a una antropologia della surmodernit, uscito in .rancia nel !))/ e pu00licato in Italia, da El'uthera lanno successivo, lo rese famoso al vasto pu00lico. In &uel testo %ug individuava alcune trasformazioni intervenute a livello antropologico. Egli le definiva sotto la categoria delleccesso. 1ispetto al tempo e alla nostra percezione di esso, rispetto allo spazio, e infine rispetto alla figura dellego, dellindividualit$. "ueste tre caratteristiche davano vita, secondo lui, a &uella che definiva la 2surmodernit$3. "uesta condizione surmoderna ' &uindi caratterizzata dalla sovra00ondanza degli avvenimenti, dalla sovra00ondanza spaziale e dalla sovra00ondanza dellindividualizzazione degli avvenimenti/. 4a surmodernit$ a &uesto punto ' produttrice di nonluoghi. 5onluoghi che, a differenza dei luoghi antropologici, segnati dalla storia e dalla memoria, e creatori di un sociale organico, sono invece creatori di una contrattualit$ solitaria. Infatti essa non integra in s' i luoghi antichi. %l contrario, &uesti, nella surmodernit$ appunto, vengono repertoriati, classificati, e infine promossi come 2luoghi della memoria3. 4a surmodernit$ ' creatrice invece di nonluoghi, ovvero di punti di transito, di occupazioni provvisorie, come a dire
2le catene al0erghiere e le occupazioni a0usive, i clu0 di vacanze, i campi profughi, le 0idonville destinate al crollo o ad una perennit$ putrefatta, in cui si sviluppa una fitta rete di mezzi di trasporto che sono anche spazi a0itati, in cui grandi magazzini, distri0utori

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%U78 M., Che fine ha fatto il futuro? Dai nonluoghi al nontempo , El'uthera, Milano /99), pp. !!9 : !/,99 #4;C, E., Il principio speranza, voll. *, 7arzanti, Milano !))<, vol. I, p. +. Cio' della percezione individualizzata degli avvenimenti. "uesti sono sempre meno ricondotti ad una loro esistenza oggettiva e sempre pi 2sentiti3 in forma soggettiva. Confronta a tale proposito il 0el saggio di (E15I;4% M., Del sentire, Einaudi, =orino !))/, che anche se un po datato non ha perso ancora nulla della sua lucidit$ interpretativa.

automatici e carte di credito riannodano i gesti di un commercio >muto, un mondo promesso alla individualit$ solitaria, al passaggio, al provvisorio e alleffimero3 *.

? per &uesto che lo spazio del nonluogo 2non crea n' identit$ singola, n' relazione, ma solitudine e similitudine3<. 4estensione dei nonluoghi, concludeva in &uel testo %ug, 2ha gi$ 0attuto in velocit$ la riflessione dei politici, i &uali hanno finito con il non chiedersi pi dove vanno, perch sanno sempre meno dove si trovano3+. -i pu@ dire che ' da &uesto punto che %ug riprende la sua riflessione sulla 2condizione surmoderna3. 4o fa a partire dalla riflessione sul concetto di futuro. (u@ esser utile, afferma lautore, 2riprendere la categoria di tempo per interrogare nuovamente le false evidenze dellattuale ideologia del presente3 A. Ideologia che egli poco pi sopra afferma essere segnata dalla societ$ dei consumi. =ale societ$ produce ad esempio un effetto perverso che consiste nel fatto che venga cancellata impercetti0ilmente la frontiera tra realt$ e finzione, infatti
2la televisione opera per lo pi nel senso di &uesta cancellazione, perch crea un mondo artificiale con persone reali...nel &uale si ritrovano indifferentemente, in una specie di ;limpo catodico, personalit$ politiche, stelle del variet$, attori, presentatori, campioni sportivi e altre cele0rit$. 5ei telespettatori nasce pian piano la sensazione che apparire sullo schermo sia la prova ultima di unesistenza riuscita3B.

? in &uesto senso che 2i media svolgono oggi il ruolo che un tempo spettava alle cosmologie3C, perch i media
2strutturano il nostro tempo &uotidiano, stagionale e annuale. 4a vita politica, artistica, sportiva non ' pi concepi0ile senza lintromissione dei media, che cam0iano la nostra relazione con lo spazio e con il tempo, imponendoci, con la forza delle immagini, una certa idea del 0ello, del vero e del 0ene, e anche una certa idea della0ituale, del solito e, a conti fatti, della normaD in altre parole, unidea del consumo che continuano a riprodurre essendo essi stessi 0eni di consumo. -ono totalitari per essenza. 4a cosmotecnologia spiega tutto, racconta tutto e si rivolge a tutti. Come le altre cosmologie, aliena chiun&ue la prenda alla lettera3).

? per tale motivo che pensare il tempo diventa oggi oltre che una sfida anche una necessit$, perch
2ogni cosa ci suggerisce o vuole farci credere che viviamo in un sistema che si colloca definitivamente fuori della storia3!9.
*

%U78 M., Nonluoghi. Introduzione a una antropologia della surmodernit , El'uthera, Milano !))*, p. B*. < cit. p. )+. Da tener presente anche la lettura che della postmodernit$ fa Eigmunt #auman. In particolare, a tal proposito vedi La solitudine del cittadino globale, .eltrinelli, Milano /999. + cit. p. !9+. A %U78 M., Che fine ha fatto il futuro? Dai nonluoghi al nontempo , El'uthera, Milano /99), p. !/. B cit. p. *). C cit. p. <9. ) cit. p. <!. !9 cit. p. <+.

;ggi ci stiamo sempre pi a0ituando a consumare le immagini, le parole, i messaggi. -iamo sempre pi schiavi di &uella che F.G(. Hernant chiama la 2ragione retorica3, 2la &uale non fa altro che giustificare lesistente cosI com'3, mentre 2rinunciamo alla parte migliore della tradizione del paganesimo nella versione greca e pi precisamente atenieseJ la capacit$ di introspezione intellettuale, lattitudine di spostare i confini, la vocazione a restare nella storia senza immolarsi alle illusioni del sistema3!!. "uesta 2ragione retorica3 non fa altro che divinizzare il presente dando vita ad una ideologia delladesso KLife is nowL tutta tesa a rendere inutili e sorpassati gli insegnamenti del passato e nel contempo ad annullare &ualsiasi desiderio di immaginare il futuro. 4eterno presente nel &uale lattuale sistema di produzione, sistema di produzione dello spettacolo e del consumo, ci ha gettati, ci impedisce di affrontare un &ualsiasi argomento che possa esser svincolato dalla 2presentit$3 del presente. =utto rimanda al presente, tutto ' relativo al presente, il presente va prodotto continuamente e continuamente consumato, in un vortice mediatico che, &uesto sI, sta diventando sempre pi totalitario, nella sua forma e nella sua sostanza. "uesta ideologia del presente paralizza ogni sforzo teso a pensare il diverso, la diversit$. =utto vuole invece assor0ire, inglo0are, assumere, rendere omogeneo e uniGforme, proprio nel senso di avere una forma e una soltanto. %ug sostiene che il presente,
2da uno o due decenni, ' diventato egemonico. %gli occhi del comune mortale, non deriva pi dalla lenta maturazione del passato e non lascia pi trasparire i lineamenti di possi0ili futuri, ma si impone come un fatto compiuto, schiacciante, il cui improvviso emergere offusca il passato e satura limmaginazione del futuro3!/.

Di 2&uesto3 presente, scriveva gi$ -imone Meil &uando affermava cheJ


2Il presente ' uno di &uei periodi in cui svanisce &uanto normalmente sem0ra costituire una ragione di vita e, se non si vuole sprofondare nello smarrimento o nellNincoscienza, tutto va rimesso in &uestione. -olo una parte del male di cui soffriamo ' da attri0uire al fatto che il trionfo dei movimenti autoritari e nazionalisti distrugge un poN dovun&ue la speranza che uomini onesti avevano riposto nella democrazia e nel pacifismoD esso ' 0en pi profondo e 0en pi vasto. Ci si pu@ chiedere se esista un $m0ito della vita pu00lica o privata dove le sorgenti stesse dellNattivit$ e della speranza non siano avvelenate dalle condizioni nelle &uali viviamo. Il lavoro non viene pi eseguito con la coscienza orgogliosa di essere utili, ma con il sentimento umiliante e angosciante di possedere un privilegio concesso da un favore passeggero della sorte, un privilegio dal &uale si escludono parecchi esseri umani per il fatto stesso di goderne, in 0reve un posto. 7li stessi imprenditori hanno perso &uella credenza ingenua in un progresso economico illimitato che faceva loro supporre di avere una missione. Il progresso tecnico sem0ra aver fatto fallimento, poich ha apportato alle masse, in luogo del 0enessere, la miseria fisica e morale in cui le vediamo di0attersiD del resto non sono pi ammesse innovazioni tecniche in nessun campo, o &uasi, salvo nelle industrie 0elliche. "uanto al progresso scientifico, non si vede 0ene a che cosa possa servire accatastare ulteriormente conoscenze su un ammasso gi$ fin troppo vasto per poter essere a00racciato dal pensiero stesso degli specialistiD e lesperienza mostra che i nostri antenati si sono ingannati credendo nella
!! !/

cit. p. B!. cit. p. CC.

diffusione dei lumi, poich non si pu@ divulgare fra le masse che una misera0ile caG ricatura della cultura scientifica moderna, caricatura che, lungi dal formarne la capacit$ di giudizio, le a0itua alla credulit$. 4Narte stessa su0isce il contraccolpo dello smarrimento generale, che la priva in parte del suo pu00lico, e con ci@ stesso lede lNispirazione. Infine la vita familiare ' diventata solo ansiet$, a partire dal momento in cui la societ$ si ' chiusa ai giovani. (roprio &uella generazione per la &uale lNattesa fe00rile dellNavvenire costituisce la vita intera vegeta in tutto il mondo con la consapevolezza di non avere alcun avvenire, che per essa non cN' alcun posto nel nostro universo. Del resto &uesto male, al giorno dNoggi, se ' pi acuto per i giovani, ' comune a tutta lNumanit$. Hiviamo unNepoca priva di avvenire. 4Nattesa di ci@ che verr$ non ' pi speranza, ma angoscia3!*.

Una delle caratteristiche dominanti di 2&uesto3 presente ' per esempio &uella della velocit$. %nche a &uesto riguardo appare senzaltro profetica, oltre che carica di significato per loggi la riflessione sul concetto di Veloziferische che 7oethe esponeva, in una lettera del B giugno !C/+ a Eelter, e cio' cheJ
2=utto K...L ' ora ultra, tutto trascende irresisti0ilmente, nel pensiero come nellazione. 5essuno si conosce pi , nessuno afferra pi lelemento in cui si muove e agisce, la sostanza che ela0ora. K...L I giovani vengono troppo spesso eccitati e travolti in &uesto vorticeJ ricchezza e velocit$ ' ci@ che desta la meraviglia del mondo e per cui ciascuno lottaJ ferrovie, 0attelli a vapore e tutte le possi0ili facilitazioni nelle comunicazioni sono &uello a cui le persone di cultura tendono, per superarsi e superistruirsi, e proprio con ci@ persistono nella loro mediocrit$. E &uesto sar$ anche il risultato generale, che una cultura media diverr$ comune. Heramente &uesto ' il secolo di uomini pratici che afferrano tutto al volo, che, data una loro certa disinvoltura, sentono la loro superiorit$ sulla massa se00ene essi non siano particolarmente dotati3!<.

(are allora che &uesto e soltanto &uesto, possa essere il motivo che fa dire a due autori, &uali Edgar Morin e %nne Oern, negli stessi anni, che
24a nostra civilt$ ' malata di velocit$. Urge prendere coscienza della corsa folle, del rischio di impazzire. ;ccorre frenare, rallentare, per fare avvenire un altro divenire3 !+.

"uesta particolare forma del presente venne definita con il termine tecnopolio da (ostman gi$ negli anni 5ovanta del secolo scorso. Il tecnopolio, secondo tale autore, che si rif$ al pensiero di %ldous ,uPleQ del Bra e New !orld, ha contri0uito a rendereJ
2ogni alternativa non illegale, n immorale e nemmeno impopolare, ma semplicemente invisi0ile, e &uindi irrilevante..... ridefinendo i nostri concetti di religione, arte, famiglia, politica, storia, verit$, privatezza, intelligenza, in modo da farli coincidere con le nuove esigenze. In altre parole, il tecnopolio ' la tecnocrazia totalitaria3!A.

Il tecnopolio, secondo il (ostman ha ingaggiato gi$ da molto tempo una lotta, anzi una vera e propria guerra con la cultura, vincendola.
!*

MEI4 -., "iflessioni sulle cause della libert e dell#oppressione sociale , ed. %delphi, Milano !))<, p. !!. !< cit. in 4RMI=, O., $toria e fede, ed. 4aterza 1omaG#ari !)C+, p. !A*. !+ M;1I5 E. S OE15 %. #., %erra&'atria, ed. 1. Cortina, Milano !))<, p. !++. !A (;-=M%5 5., %echnopol(. La resa della cultura alla tecnologia , #ollati #oringhieri, =orino !))*, p. <).

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Ci@, per altro lo possono constatare ogni giorno coloro i &uali si trovano, per dovere o per necessit$, a confrontarsi con il mondo della cultura, dellistruzione e delleducazione. Molto significativa appare la descrizione di &uesta situazione, fatta appunto da &uesto autore!B. (erch il tecnopolio ha vinto &uesta guerra e si ' imposto ? (erch', risponde (ostman, si ' spezzato &uel legame tra informazione e finalit$ umana. 4informazione ' infatti totalmente indiscriminata, non ' diretta a nessuno in particolare, ' estremamente veloce e non ha alcun rapporto con nessuna teoria o significato. -em0ra a00ia la stessa caratteristica che la tecnica assume nel pensiero di Emanuele -everino!C. Essa vuole in sostanza soltanto se stessa. ? per &uesto che secondo il (ostman, lo0iettivo dellinformazione non '
2la diminuzione dellignoranza, della superstizione e della sofferenza 0ensI &uello di adeguarci ai re&uisiti delle nuove tecnologie3...perch 2il tecnopolio ' una condizione culturale e mentale consistente nella deificazione della tecnologia. Il che significa che la cultura ricerca nella tecnologia la propria giustificazione, trova soddisfazione nella tecnologia e prende ordini dalla tecnologia!).

%lcune riflessioni di &uesto autore, nel campo della pedagogia, riflessioni risalenti a circa ventanni fa, sare00ero per altro da riprendere ed approfondire/9.
!B

25ella scuola due grandi tecnologie si scontrano, senza possi0ilit$ di compromesso, per conseguire il controllo dei cervelli degli studenti. Da una parte sta il mondo della parola stampata che punta sulla logica, i rapporti di successione, la storia, lNesposizione, lNo0iettivit$, il distacco e la disciplina. DallNaltra sta il mondo della televisione, imperniato sulla fantasia, il rac G conto, la contemporaneit$, la simultaneit$, lNintimit$, la gratifica immediata e la rapida risposta emotiva. I 0am0ini, &uando vanno a scuola, sono gi$ profondamente condizionati dalla televisione. % scuola fanno conoscenza con il mondo della parola stampata e si instaura una specie di guerra psichica, in cui i feriti sono moltiJ i 0am0ini che non possono o non vogliono imparare a leggere, i 0am0ini che non riescono a organizzare il pensiero nemmeno nella struttura logica di una semplice frase, i 0am0ini che non sono capaci di seguire una lezione o una spiegazione ver0ale per pi di pochi minuti. -ono un disastro, ma non perch sono stupidi. -ono un disastro perch ' in corso una guerra dei media e loro sono dalla parte s0agliata, almeno per il momento. Chi pu@ dire come saranno le scuole fra venticin&ue, cin&uantNanni? %llora il tipo di studente che oggi ' considerato un disastro sar$ pro0a0ilmente giudicato un genio, mentre lo studente che oggi studia con profitto sar$ giudicato un allievo handicappato, lento nei riflessi, troppo distaccato, privo di emozioni, incapace di creare immagini mentali della realt$3 Kcit. p. //L. !C 2"uesto infinito incremento ' ormai, o ha gi$ incominciato ad essere, il supremo scopo planetario. ;gni altro scopo ' pi o meno consapevolmente, pi o meno direttamente su0ordinato a &uesto scopo supremoJ la crescita infinita della potenzaD che ormai non pu@ pi prodursi al di fuori dellapparato della tecnica. In tale su0ordinazione consiste la dominazione della tecnica nel nostro tempo, la sua destinazione al dominio3. -EHE1I5; E., Il destino della tecnica, 1izzoli, Milano !))C, p. !!. Il pro0lema della tecnica ' uno dei temi centrali della riflessione di &uesto filosofo. !) cit. p. B9. /9 2(rendiamo ad esempio il campo dellistruzione. 5el tecnopolio si migliora listruzione dei giovani migliorando le cosiddette >tecnologie di apprendimento. %ttualmente si considera necessario introdurre nelle classi i computers, cosI come un tempo si riteneva necessario portarci la televisione a circuito chiuso e il film. %lla domandaJ >(erch do00iamo farlo? la risposta 'J >(er rendere lapprendimento pi efficiente e interessante. =ale risposta ' considerata pienamente adeguata, visto che nel tecnopolio lefficienza e linteresse non hanno 0isogno di giustificazione. 1agion per cui di solito non ci si rende conto del fatto che &uesta risposta non si

? forse possi0ile che noi oggi, anche a causa di ci@, si stia vivendo &uella condizione storica che OosellecT aveva intravisto e commentato un &uarto di secolo fa e cio' che
2il futuro proprio di &uesto progresso ' caratterizzato da due momentiJ dallaccelerazione con cui ci arriva addosso, e dal fatto di essere ignoto. Il tempo accelerato, ossia la nostra storia, a00revia infatti gli spazi di esperienza, li priva della loro sta0ilit$ e in tal modo mette continuamente in gioco nuovi elementi ignotiD cosI, a causa della complessit$ di &uesti fattori sconosciuti persino il presente si sottrae alla nostra esperienza3 /!.

% cercare di fare una riflessione sul presente si pu@ infatti esser daccordo con ci@ che ci ricorda il OosellecT e cio' che due fenomeni stanno caratterizzando il nostro tempoJ un restringimento dellarea dellesperienza e contemporaneamente un a00assamento dellorizzonte delle attese. (articolarmente significativa ' la presenza di &ueste due condizioni nel mondo della scuola. 4o si rileva continuamente con le nuove generazioni che paiono vivere sempre pi in un mondo nel &uale fanno evidente fatica a collocarsi in una dimensione spazioGtemporale che non sia &uella che il sistema della produzione e del consumo ha gi$ deciso per loro. %ug, alla fine del suo lavoro dichiara senza mezzi termini che
2la vera democrazia passa per una chiara definizione delle relazioni egualitarie tra tutti gli individui, tra tutti gli uni, chiun&ue siano, e tutti gli altri, chiun&ue siano. ;ggi ne siamo ancora 0en lontani3//

"uesto concetto della democrazia nelle relazioni egualitarie, applicato alla cultura, diventa un contenutoGfine. #loch, nelle sue tesi sul progresso, ne aveva accennato, definendolo cosIJ
2non ' &ualcosa di gi$ definito, ma di non ancora manifesto, un umano concretoGutopiG stico. -oltanto cosI il rapporto al presente, che opera in profondit$, in relazione al &uale i diversi corsi storici sono ordinati, diventa rappresenta0ile come una profondit$ tanto ampia che in una cronologia riccamente strutturata G trovano posto i processi evolutivi di tutto il mondo. (er lNumano che erompe dallNinterno, ultimo, preminente punto dNarrivo del progresso, tutte &uante le culture della terra, insieme al loro sostrato ereditario sono esperimenti e testimonianze in vario modo importanti. Esse non convergono perci@ in una cultura gi$ presente in &ualche luogo, sia pure una cultura UdominanteV, di importanza UclassicaV, che per la sua &ualit$ Kpur sempre soltanto sperimentaleL sare00e UcanonicaV. 4e passate, presenti e future civilt$ convergono soltanto in un umano in nessun luogo ancora sufficientemente manifesto, ma certo sufficientemente anticipa0ile/*.

riferisce alla domandaJ >"uali sono gli scopi dellapprendimento? >Efficienza e interesse ' una risposta di carattere tecnico, che non riguarda il fine, ma i mezzi, e non lascia alcuno spazio a considerazioni di filosofia educativa. %nzi, preclude la strada a tale considerazione in &uanto comincia con il chiedersi come, e non perch, dovremmo procedere3 Kcit. p. !+BL. /! O;-E44ECO 1., )uturo passato. 'er una semantica dei tempi storici , ed. Marietti, 7enova !)CA, p. /+. // %U78 M., Che fine ha fatto il futuro? Dai nonluoghi al nontempo , El'uthera, Milano /99), op. cit. p. !9+.

"uesta, e soltanto &uesta, presa di coscienza, pu@ riuscire, in &ualche modo, a com0attere ci@ che ormai appare in tutta evidenza e cio' che, nonostante tutti gli sforzi nel campo della comunicazione e dellinformazione, lignoranza sia in crescita. =ale aumento ' evidente analizzando lo scarto tra i saperi specialistici di chi li possiede e la cultura media di chi non li possiede. Da sempre luomo ricerca per s e per il prossimo &uel &ualcosa che lo possa rendere felice. "uel cosiddetto 2EtWas fehlt3/<, ovvero 2&ualcosa manca3 che spinge luomo ad andare avanti per terreni inesplorati alla ricerca del possedutoG perduto. (er %ug, &uesto 2&ualcosa3 potre00e essere sicuramente raggiunto attraverso un atteggiamento atto a
2governare in vista del sapere, di assegnarsi il sapere come fine individuale e collettivo. "uindi, finalmente, di ritornare a un pensiero del tempo...3/+.

/*

#4;C, E., $ul progresso, 7uerini e %ssociati, Milano !))9, p. A<. -i potre00e riandare con la mente alla famosa frase che MarP scrive a 1uge e cio' 2%pparir$ chiaro KXL come da tempo il mondo possieda il sogno di una cosa della &uale non ha che da possedere la coscienza, per possederla realmente. %pparir$ chiaro come non si tratti di tirare una linea retta tra passato e futuro, 0ensI di realizzare i pensieri del passato3. KCfr. M%1Y O., *n carteggio del +,-. e altri scritti gio anili, 1oma !)+<, pp. <9G<!L. /< #4;C, E., Il principio speranza, voll. *, 7arzanti, Milano !))<, vol. I, p. YYHI. /+ cit. p. !!9.

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