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Capitula

A cura di p.Goffredo Viti, O.Cist.

Statuti capitolari (Capitula)


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VII (1). Che nessuno riceva in unaltra abbazia un converso che lo desidera
Nessuno di noi distolga un qualche converso che desidera entrare in qualcuna delle nostre abbazie oppure lo attragga alla propria. Anzi, neppure lo trattenga se, dopo aver cambiato decisione, spontaneamente volesse rimanervi. Ma quando giunger al luogo destinato, se prima di essere ammesso alla prova si pentisse della scelta fatta, chiunque lo desidera potr riceverlo. Se invece esce dopo lammissione, non sia ricevuto in nessun luogo senza lapprovazione dl quella abbazia.

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VIII (2). Il monaco o il converso fuggitivo


0/ Se un monaco o un converso, fuggendo segretamente da un nostro monastero, giungesse in un altro, lo si convinca a ritornare sui suoi passi. Se rifiutasse, non gli si permetta di rimanere col pi di una notte. al monaco che fosse trovato con labito, gli sia tolto, a meno che non risulti gi essere stato monaco prima ancora che entrasse nel nostro !rdine.

IX (3). a costruzione delle abbazie


21 " stabilito che tutti i nostri monasteri debbano essere dedicati in onore della #egina del cielo e della terra. Nessuna abbazia dovr essere costruita nelle citt, nelle borgate e nei villaggi. Non si deve inviare un nuovo abate in un nuova fondazione senza almeno dodici monaci, n$ senza questi libri% il salterio, linnario, il collectario, lantifonario, il graduale, la #egola e il messale& e neppure se prima non siano stati costruiti questi locali% loratorio, il refettorio, il dormitorio, lambiente per gli ospiti e per il portinaio, affinch$ subito in quel luogo si possa servire 'io e vivere secondo la #egola. (uori della porta del monastero non si costruisca nessuna casa destinata ad abitazione se non per gli animali. Affinch$ tra le abbazie si conservi per sempre una indissolubile unit, ) stato stabilito per prima cosa che la #egola del beato *enedetto sia interpretata e osservata da tutti allo stesso modo. +uindi si usino gli stessi libri, almeno per quanto riguarda lufficio divino, lo stesso abito, il medesimo vitto ed infine in tutto gli stessi usi e consuetudini.

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X (!). "uali libri non # lecito avere diversi


3/ ,l messale, levangeliario, lepistolario, il collectario, il graduale, lantifonario, linnario, il salterio, il lezionario, la regola e il calendario ovunque siano uniformi.

XI ($). abito
-abito sia semplice e di poco prezzo, senza pellicce, quale insomma lo descrive la #egola. Si abbia cura per. che le cocolle non siano allesterno con fiocchi e i calzari

diurni siano di pelle leggera.

XII (%). Il vitto


/ 4er il vitto, oltre a quello che determina la #egola in riferimento alla libra di pane, alla quantit della bevanda e al numero delle pietanze, si deve osservare anche questo, che il pane sia frugale, cio) fatto con farina integrale. 'ove poi mancasse il grano, ) lecito farlo con la segala. +uesta disposizione non si osserver per gli infermi, cos5 anche agli ospiti, per i quali fu concesso. si servir una focaccia. 6oloro che hanno subito il salasso, una volta per salasso, riceveranno una libra di pane bianco lievitato.

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XIII (&). Che nessuno in monastero mangi carne o grassi


-e pietanze, allinterno del monastero, siano sempre e dovunque senza carni e senza grassi, eccezion fatta per gli ammalati gravi e per gli operai salariati.

XIV ('). In (uali giorni facciamo uso del cibo (uaresimale


0/ Noi ci nutriamo con il cibo quaresimale% nei quaranta giorni prima di Natale e nella Settuagesima, in tutti i venerd5, ad eccezione degli infermi, nei digiuni delle quattro tempora di settembre, nelle vigilie dei santi% 7iovanni *attista, 4ietro e 4aolo, -orenzo, Assunzione di Maria, Matteo apostolo, Simone e 7iuda, 8utti i Santi e Andrea apostolo. 4er lospite, se non ) infermo, non si acquisti nulla.

XV ()). *a dove debba +rovenire il vitto +er i monaci


21 ,l vitto, per i monaci del nostro !rdine, deve provenire dal lavoro manuale, dalla coltivazione della terra e dallallevamento del bestiame. 4erci. ci ) lecito possedere, per le nostre necessit, corsi dacqua, boschi, vigne, prati, terreni lontani dai centri abitati e animali, eccetto quelli che sono soliti provocare la curiosit e ostentare la vanit pi che essere di utilit, come i cervi, le gru ed altri simili animali. 4er badare ad essi, nutrirli ed averne cura possiamo possedere sia vicino che lontano delle grangie, sotto la vigilanza e la direzione dei fratelli conversi.

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XVI (1,). Il monaco non abiti fuori del monastero


31 Al monaco, la cui specifica abitazione, secondo la #egola ) il chiostro, ) lecito uscire dal monastero tutte le volte che gli ) comandato, ma non pu. rimanere fuori mai a lungo.

XVII (11). -el nostro .rdine # vietata la coabitazione con donne


Sia assolutamente vietata a noi e ai nostri conversi la coabitazione con donne. *isogna eliminare ogni pretesto, sia per far provviste di alimenti, sia per curarne la conservazione, sia per lavare, come talvolta ) necessario, qualsiasi oggetto del monastero, sia infine per qualunque altra necessit.

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XVIII (12) e donne non oltre+assino la +orta del monastero


Ma non si permetter alle donne n$ di essere ospitate entro i cortili delle grangie e neppure di varcare la porta del monastero.

XIX (13). -on si faccia nessuna societ/ con i secolari nellallevamento del bestiame0 nella coltivazione delle terre0 nel dare o ricevere a mezzadria o altro di simile
/ Non ) permesso entrare in societ con i secolari nellallevamento del bestiame o nella coltivazione delle terre, dando cio) o ricevendo a mezzadria o a soccita.

XX (1!). I lavori +ro+ri dei fratelli conversi


'ai conversi o da operai salariati, come ) stato detto, devono essere compiuti tali lavori. 6ol permesso dei vescovi, noi riceviamo questi conversi come nostri familiari e coadiutori sotto la nostra sollecitudine, come i monaci. -i consideriamo fratelli, alla pari dei monaci, e partecipi dei nostri beni sia spirituali che materiali.

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XXI (1$). Il noviziato dei fratelli conversi


+uando i conversi si presentano per la prima volta, noi facciamo fare loro la prova per un anno. 'opo un anno riceviamo in capitolo la professione di colui che vorr rimanere o meriter di essere accolto. 0/

XXII (1%). *a converso non si +u1 diventare monaco


9na volta fatta la professione, il converso non potr pi diventare monaco, anche se lo richieder con insistenza, ma dovr rimanere in quella vocazione nella quale fu chiamato. se per caso, dietro suggerimento del diavolo, avesse ricevuto altrove da qualche vescovo o abate labito da monaco o da canonico regolare, non dovr in seguito essere accolto in nessuna delle nostre abbazie.

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XXIII (1&). -oi monaci non abbiamo rendite


7li ordinamenti del nostro !rdine e del nostro nome escludono il possesso di chiese, di altari, di diritti di sepoltura, di decime sul lavoro o sul vitto altrui, di fattorie, di contadini, di censo sulle terre, di rendite sui forni o sui mulini, e di tutte le altre risorse simili a queste, che contrastano con la purit monastica.

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XXIV (1'). "uelli che riceviamo +er la confessione0 comunione e se+oltura


31 4er la confessione, la sacra comunione e la sepoltura, non riceviamo dentro il monastero nessun estraneo, allinfuori dellospite e dei nostri operai salariati, quando per caso vi muoiano& e neppure riceviamo lofferta per la messa celebrata in monastero.

XXV (1)). Cosa ci sia o non ci sia +ermesso avere doro0 dargento0 di gemme o di seta
3/ -a biancheria degli altari, i paramenti dei ministri siano senza seta, salvo la stola e il manipolo. -a casula si abbia di un solo colore. 8utti gli ornamenti del monastero, i vasi e gli utensili siano senza oro, argento e gemme, eccetto il calice e la cannuccia. Soltanto questi due ultimi oggetti siano dargento e dorati, ma non permettiamo assolutamente averli doro.

XXVI (2,). e sculture0 le +itture e la croce lignea


,n nessun luogo sono permesse le sculture. " permesso avere le pitture solo sulle croci, e anche queste siano solo di legno.

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