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Anno XXXV n.

238 Novembre 2013

NOTIZIARIO

Provincia di Lombardia S. Carlo Borromeo dei Frati Minori

Indice
U.F.M.E. XI Assemblea generale 21-25 ottobre 2013 Collegio dei Ministri del Nord Italia Milano 15 novembre 2013 Festa della Provincia 4 novembre 2013 Saluto e Introduzione del Ministro provinciale Omelia del Ministro provinciale Dal Definitorio Milano Monastero s. Chiara 12 novembre 2013 Testimonianze di vita fraterna Il convento della Brunella trova un nuovo proprietario e un nuovo destino Chiesa e Convento di s. Gaetano Il campo del tesoro: santuario e convento di Dongo I Commissari sullisola di s. Paolo Dai Monasteri Alcune riflessioni sulla fraternit nel Primo Testamento Second Parte FilmiAmo Notizie di Casa 1

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U.F.M.E.
XI ASSEMBLEA GENERALE Unio Fratrum Minorum Europae 21-25 ottobre 2013 Roma

COMUNICATO FINALE
Cari Fratelli il Signore vi dia Pace! Nei giorni 21- 25 ottobre 2013 si riunita a Roma lundicesima Assemblea Generale dellUFME alla quale hanno partecipato i Ministri, i Custodi e i rappresentanti di tutte le altre entit dellOrdine. Abbiamo vissuto giorni di grazia; il Signore ci ha rivolto ancora la sua parola, ha rafforzato la nostra vocazione di Frati Minori, e ci ha fatto sentire in maniera particolarmente forte il vincolo della fraternit. Abbiamo guardato allEuropa alla luce della nuova Evangelizzazione; ci siamo interrogati sulle maniere pi efficaci di trasmettere ai nostri fratelli la nostra esperienza di Ges Signore e Redentore. In maniera particolarmente acuta ci siamo sentiti provocati dalla situazione precaria di alcune Provincie dEuropa. In alcuni paesi, infatti, in pericolo la sopravvivenza stessa dellOrdine. LUFME certamente un organismo di conoscenza, di coordinamento e di condivisione. Ci sembra chiaro, tuttavia, che dallAssemblea dei Ministri dEuropa debbano nascere anche iniziative concrete per il rinnovamento della vita dellOrdine. Abbiamo pertanto stabilito, come Assemblea UFME, di fare nostra e di sostenere la proposta avanzata dal nostro Ministro Generale per la costituzione di una rete di fraternit nuove, a carattere internazionale, che mirino alla rivitalizzazione delle Provincie pi bisognose dellOrdine. Questa iniziativa comune, che vedr la collaborazione del Governo Generale, dellUFME e delle Provincie, va preparata innanzitutto con la preghiera. Abbiamo profonda fiducia che il Signore benedir tutti i nostri sforzi tesi alledificazione del suo Regno e allaccoglienza del Vangelo da parte di tutti gli uomini. Vogliamo anche noi come San Francesco e i primi frati continuare a portare la buona novella in tutte le regioni dEuropa. Il Signore ci conceda la gioia di essere suoi testimoni. LAssemblea dellUNIONE DEI FRATI MINORI DEUROPA Roma, 25 ottobre 2013

Frati Mi

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U.F.M.E.
XI ASSEMBLEA GENERALE Unio Fratrum Minorum Europae 21-25 ottobre 2013 Roma

Noi Ministri provinciali, Custodi, Presidenti delle diverse Entit presenti sul territorio europeo, insieme ai cinque Definitori generali dellOrdine, delegati per le Conferenze dEuropa, e ai Segretari di Conferenza, siamo stati convocati a Roma dal 21 al 25 ottobre 2013, per celebrare lXI Assemblea Generale dellUNIONE DEI FRATI MINORI DEUROPA (UFME), presso la struttura francescana di accoglienza, Il Cantico. In questi giorni abbiamo avuto modo di approfondire il tema PROGETTO EUROPA OFM PER LA NUOVA EVANGELIZZAZIONE, cos delicato e importante in questo momento storico della Chiesa e dellOrdine. LAssemblea ha avuto inizio con lintervento del Presidente UFME, Fr. Carlo Serri, che ha informato sul lavoro svolto dal Consiglio Permanente negli ultimi due anni. Sono seguiti gli interventi di diversi relatori: il Ministro Generale OFM, Fr. Michael A. Perry, il quale ha presentato una relazione dal titolo Europa: visione francescana; S.E. Mons. Rino Fisichella, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, che ha sviluppato il tema Europa: visione ecclesiale. Un prezioso contributo alla riflessione, che ha sottolineato laspetto politico in Europa, stato offerto dallOn.le Antonio Tajani, Vice-Presidente della COMMISSIONE EUROPEA, che ha tenuto una relazione dal titolo Europa: visione politica. Preziosi sono stati anche i contributi offerti da Fr. Massimo Tedoldi, Segretario generale per le Missioni e lEvangelizzazione, con la relazione sul tema Progetto Europa: verso il Nuovo di libert; Fr. Fabio LAmour Ferreira, dellUfficio Giustizia Pace e Integrit del Creato (GPIC) dellOrdine, che ha presentato Il lavoro di GPIC, con uno sguardo particolare alla questione della Migrazione. Altro momento significativo, la visita e la condivisione con la Fraternit di Palestrina, cui ha fatto seguito una sosta di preghiera nella chiesa di San Bartolomeo allIsola Tiberina insieme ad alcuni fratelli della Comunit di SantEgidio. LAssemblea, dopo aver approvato alcune modifiche allo Statuto UFME, e il bilancio economico, ha eletto il nuovo Consiglio Permanente UFME nelle persone di: Fr. Miljenko teko (SLAS) Presidente Fr. Michel Laloux (COTAF) Vice-Presidente Fr. Mario Vaccari (COMPI) Consigliere Fr. Filemon Tadeusz Janka (SLAN) Consigliere Fr. Vitor Melicias (CONFRES) Consigliere Fr. Kevin Laoide (ESC) Consigliere Il nuovo Consiglio permanente ha eletto: Fr. Paolo Maiello quale Segretario Generale dellUFME Fr. Mario Vaccari quale Economo dellUFME

Frati Mi PROGETTO EUROPA OFM


per la nuova Evangelizzazione

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XI ASSEMBLEA GENERALE Unio Fratrum Minorum Europae 21-25 ottobre 2013 Roma

Proposte Le seguenti proposte emerse dal lavoro dei gruppi tematici e linguistici sono approvate dallAssemblea.

PREMESSA
Confermiamo le proposte formulate dalla precedente Assemblea di Lisbona (2011) e auspichiamo la continuazione della loro attuazione.

PROPOSTE
1. Chiediamo la creazione di una rete di Fraternit Nuove in Europa. Accogliendo la proposta avanzata dal Ministro Generale, chiediamo che sia costituita una rete di Fraternit Nuove, a carattere internazionale, soprattutto nei Paesi nei quali la vita francescana appare essere in maggiore difficolt;
a. Tali fraternit si realizzino sotto la direzione del Definitorio Generale in dialogo con il Consiglio Permanente dellUFME, con i Ministri Provinciali interessati, sulla base di un Progetto di vita approvato; b. Tali fraternit rispettino i criteri del Ministro Generale elaborati nel Seminario svoltosi a Frascati nellanno 2009; c. Si curino in modo particolare la scelta e la formazione dei frati chiamati a formare queste Fraternit Nuove, le quali devono comprendere anche i frati delle Provincie locali; d. Per la formazione dei membri delle Fraternit Nuove, si ricorra allaiuto della Fraternit Internazionale inter-francescana Notre-Dame-des-Nations a Bruxelles.

Europee.

2.

Sosteniamo la presenza dellOFM presso le Istituzioni

3. Chiediamo al Consiglio Permanente dellUFME di agevolare o favorire le modalit di comunicazione dellUNIONE (sito per il collegamento tra Provincie e per le notizie provenienti da Provincie e Conferenze), al fine di facilitare la diffusione delle iniziative. 4. Chiediamo di organizzare corsi di esercizi spirituali comuni nelle varie lingue ufficiali, scegliendo luoghi significativi in Europa.

Frati Mi PROGETTO EUROPA OFM


per la nuova Evangelizzazione

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XI ASSEMBLEA GENERALE Unio Fratrum Minorum Europae 21-25 ottobre 2013 Roma

ADESIONE
Appoggiamo la richiesta circa la situazione dellUcraina, presentata da Fr. Astijus Kungys, Ministro Provinciale della Provincia St. Kazimieras (Lituania), relativa alla necessit di stringere Accordi associativi tra lUNIONE EUROPEA e le Nazioni dellEuropa Orientale (Ucraina, Moldova e Georgia). Consapevoli di essere stati guidati dallo Spirito e di aver vissuto insieme giorni intensi di preghiera, fraternit e approfondimento, consegniamo ora queste proposte ai fratelli del Consiglio Permanente UFME perch aiutino tutti i frati presenti sul territorio europeo a essere, con la testimonianza di vita personale e fraterna, operatori di nuova evangelizzazione. I FRATI DELLORDINE DEI FRATI MINORI DEUROPA Roma, 25 ottobre 2013

PROGETTO EUROPA OFM


per la nuova Evangelizzazione

Frati Mi

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Collegio dei Ministri del Nord Italia


Lincontro del Collegio dei Ministri convocato a Milano S. Antonio, presenti fr. Mario Vaccari, fr. Antonio Scabio, fr. Bruno Bartolini, fr. Francesco Patton, fr. Francesco Bravi che presiede lincontro. Al mattino assente fr. Maggiorino Stoppa per le esequie di fr. Arcangelo Romerio, sar presente alla sessione di lavoro pomeridiana. Si inizia alle 9.40 con la Salve Regina, il suffragio per fr. Arcangelo Romerio e lintroduzione dellOdG da parte di fr. Francesco Bravi, presente anche Diathesis. 1) Data e luogo dellAssemblea dei Definitri 2014 Data conferma da fr. Maggiorino informa che il villaggio olimpico di Bardonecchia disponibile ad accoglierci per la prossima Assemblea dei Definitri, si decide di fissare la data dal 25 al 29 agosto 2014. 2) Costituzione della Commissione giuridica Occorre nominare la Commissione che dovr lavorare sui mandati Capitolari 2.1.-2.3. relativi allelaborazione degli SSPP per la nuova Provincia. I rispettivi Ministri contatteranno i frati indicati in vista della loro nomina. 3) Progetto Centro Missionario Bologna-Osservanza Il Coordinamento Missioni ad gentes ha avuto il proprio incontro in questo fine settimana per continuare lelaborazione del progetto. Comincia a prendere corpo il lavoro di progettazione, sono stati identificati vari livelli di azione, va sviluppata la tempistica. Maurizio Serofilli presenta il lavoro fatto assieme a fr. Guido Ravaglia. C lo sforzo per pensare insieme il lavoro legato allad gentes e agli immigrati. Si prova a rielaborare lesperienza missionaria nel contesto dellimmigrazione e ad occuparsi dellimmigrazione con unattenzione di tipo missionario. Va completato il gruppo di lavoro che sta elaborando il progetto. Altri frati potranno essere inseriti in un secondo momento. Si ritiene opportuno che il gruppo di lavoro ascolti anche frati imepegnati sul versante dei migranti (es. Prato, Mazara del Vallo). 4) Fraternit di Evangelizzazione per le Missioni al Popolo e FAV+Postulato Fr. Francesco Bravi, assieme ai consulenti di Diathesis passa poi a presentare lallegato Alcune note sullintreccio di alcuni progetti e decisioni relativi al triennio 2013-2016. La discussione sui punti toccati nellallegato risulta ampia e approfondita. Per alcune scelte occorre che prima sia nominato il Delegato super partes.

Curia Provinciale 15 novembre 2013 Milano

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Per quel che riguarda lintreccio tra fraternit di evangelizzazione e fraternit legate alla formazione iniziale ci si sofferma sul quadro generale e poi sulle singole fraternit. Viene formulata unipotesi globale sulla quale si concorda di confrontarsi con i Definitri entro il prossimo incontro di dicembre, di modo da poter poi comunicare le decisioni prese. 5) Consultazione per il nome della Provincia stata avviata la consultazione nelle Province, si in attesa delle risposte da parte dei frati. Per la seconda consultazione si concorda di fare una lettera unica come CM, indirizzata a tutti i frati del Nord Italia, che riporti: - i nomi e il numero di preferenze che ciascun nome ha ottenuto nella prima consultazione; - la scheda per la seconda votazione nella quale si potr esprimere una sola preferenza sui dieci nomi pi votati nella prima consultazione. 6) Segretariati Formazione e Studi ed Evangelizzazione e Missione Il Segretariato Formazione e Studi ha fatto il primo incontro col nuovo Segretario fr. Lorenzo Raniero. Il nuovo Segretario per le Missioni e lEvangelizzazione, fr. Alb erto Tosini, ha iniziato a incontrare i settori per aiutarli nel loro cammino. Sul lavoro del Coordinamento Missioni ad gentes si gi riferito sopra. 7) Libretto delle preghiere I Capitoli provinciali hanno chiesto di elaborare il libretto per le preghiere della fraternit uguale per tutto il Nord Italia, si ritiene di elaborare il testo a partire dagli attuali libretti in uso nelle Province. Si d lincarico a fr. Francesco Patton di far arrivare a compimento questo lavoro. 8) Partecipazione dei Ministri provinciali ai corsi di FoPe per i Guardiani Si concorda di partecipare due per volta ai tre corsi di FoPe per i Guardiani: 2-5 dicembre partecipano fr. Bruno Bartolini, fr. Mario Vaccari, 27-30 gennaio partecipano fr. Francesco Patton, fr. Francesco Bravi, 17-20 febbraio partecipano fr. Maggiorino Stoppa, fr. Antonio Scabio. 9) Possibile incontro per gli archivisti e i Segretari provinciali Gli archivisti saranno convocati e seguiti da fr. Maggiorino Stoppa e si ritroveranno a Torino, per i Segretari provinciali si affida a fr. Bruno Bartolini lincarico di convocarli a Bologna. Tutto il materiale relativo alla nascita della nuova Provincia va trasmesso a Torino perch lo raccolga e lo possa archiviare. 10) Varie ed eventuali a) Delegato per lEuroframe, la COMPI lo richiede, si pensa di mandarne uno solo per il Nord Italia, si chieder al Consiglio per la PG del Nord Italia che segnali chi pu essere incaricato per questo servizio, di modo da poterlo poi mettere in contatto con il referente UFME per lEuroframe. b) Si ritiene utile affidare al Consiglio Fope quanto emerso nellAssemblea dei Guardiani di Castelletto specialmente le sintesi dei lavori di gruppo. In particolare si chiede che il Consiglio Fope rielabori il materiale relativo alla proposta qualificante per la nuova Provincia e offra una scheda di riflessione al CM, che su questa base, cercher poi di dare anche il proprio contributo specifico. Le altre risposte dei gruppi dei Guardiani possono essere prese in mano e rielaborate per vedere quali possono essere fatte diventare operative.

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c) Economia: - Fr. Bruno Bartolini ricorda che bisogna prendere in mano le attivit commerciali delle sei Province facendo un censimento descrittivo delle opere, dando dei criteri, per poi chiedersi se portare certe attivit nella nuova Provincia o chiuderle, ecc. Bisogna capire anche come utilizzare le sedi operative legate alla gestione delleconomia. - Fr. Mario vaccari ricorda la decisione dellultima Assemblea dei Definitri e quanto contenuto nelle decisioni Capitolari specie sul Fondo Comune. Il coordinamento economi dovr ritrovarsi, indicare un Coordinatore che poi sar nominato dal CM e iniziare a lavorare soprattutto sul Fondo Comune. Si pu ipotizzare anche una verifica del consolidato delle Province sul modello della rendicontazione sperimentata. - Bisogner infine arrivare a ragionare sugli enti civili da mantenere e sulla rappresentanza legale. d) Segue un momento di condivisione tra Ministri e ci si ricorda che il prossimo incontro sar il 13 dicembre a Milano, nella speranza che per S. Lucia ci arrivino due buoni regali: il nome del Delegato super partes e lapprovazione degli Statuti di Cooperazione per il triennio. Alle 16.30 si termina con lAgimus tibi gratias. Il verbalista fr. Francesco Patton

Collegio dei Ministri

e) Economia: - Fr. Bruno Bartolini ricorda che bisogna prendere in mano le attivit commerciali delle sei Province facendo un censimento descrittivo delle opere, dando dei criteri, per poi chiedersi se portare certe attivit nella nuova Provincia o chiuderle, ecc. Bisogna capire anche come utilizzare le sedi operative legate alla gestione delleconomia. - Fr. Mario vaccari ricorda la decisione dellultima Assemblea dei Definitri e quanto contenuto nelle decisioni Capitolari specie sul Fondo Comune. Il coordinamento economi dovr ritrovarsi, indicare un Coordinatore che poi sar nominato dal CM e iniziare a lavorare soprattutto sul Fondo Comune. Si pu ipotizzare anche una verifica del consolidato delle Province sul modello della rendicontazione sperimentata. - Bisogner infine arrivare a ragionare sugli enti civili da mantenere e sulla rappresentanza legale.
Anno XXXV N. 238 Novembre 2013 f) Segue un momento di condivisione tra Ministri e ci si ricorda che il prossimo incontro sar il 13 dicembre a Milano, nella speranza che per S. Lucia ci arrivino due buoni regali: il

Festa della Provincia


Saluto e introduzione del Ministro Provinciale
Non c' modo migliore di celebrare la festa del Patrono e Titolare della nostra fraternit provinciale che trovarsi insieme per esprimere il profondo legame che ci lega, rendere grazie al Signore per il dono della vocazione ricevuta, e per festeggiare i fratelli che ricordano in questo anno uno speciale anniversario di ordinazione o di professione. Carissimi fratelli benvenuti alla festa della Provincia. Un saluto particolare lo rivolgiamo ai confratelli festeggiati insieme, e in modo del tutto speciale, ai fratelli residenti nell'infermeria. Non pu certo mancare un ricordo per i fratelli che celebrano oggi il loro onomastico: fr. Giancarlo Colombo, fr. Carlo Calloni, fr. Carlo Cavallari. Ricordiamo anche i fratelli che non hanno potuto essere oggi con noi per diversi motivi; ci sentiamo uniti inoltre a tutti i fratelli in missione e fuori Provincia. Vorrei infine che ricordassimo con affetto e nella preghiera anche tutti i fratelli defunti (nella Provincia del cielo sono ormai 527 dalla ricostituzione della Provincia) nella certezza del profondo legame che ci ha uniti e ci unisce nel Signore. Nella lettera di convocazione di questa giornata dicevo: L'annuale incontro fraterno sar un momento di grazia nel ricordo di quanto il Signore ha compiuto e compie nella nostra vita, ma vuole essere anche un'occasione per guardare con rinnovata speranza il futuro che stiamo costruendo insieme a tutti i frati del Nord Italia. per questo che abbiamo con noi fr. Antonio Scabio, Ministro provinciale del Veneto Friuli, che ringraziamo di vero cuore per aver accettato l'invito a condividere con noi questo momento di festa, di riflessione e di preghiera. Il titolo che abbiamo scelto per questo nostro convenire , come sapete, Tra storie e speranza. Ricordare il percorso di vita di alcuni di noi, che ancora salutiamo con affetto e che ringraziamo per la testimonianza che ci hanno offerto e che ancora ci offrono, diventa occasione per rinnovare limpegno a una vita francescana fedele alle proprie radici e allo stesso tempo creativa, aperta al domani. Le storie dei fratelli che ricordano gli anniversari di professione o di ordinazione si intrecciano con la vita e le storie di ciascuno di noi, formando un'unica storia che viene scritta giorno per giorno nella costante ricerca di una risposta fedele alla grazia della vocazione ricevuta. Ed proprio guardando la storia della nostra fraternit provinciale e le singole storie che la compongono, che siamo stimolati, leggendo nel profondo questa storia, ad aprirci al futuro. La sapiente lettura e accoglienza del passato, letto nella fede con i suoi errori e le sue bellezze, ci apre ad una speranza viva, si fa stimolo che nutre il presente e non ci sbilancia in precipitose fughe in avanti con scelte avventate, n ci fa chiudere in un passato nostalgico che va si

Sabbioncello
4 novembre

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Tra storie e speranza

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accolto ma superato per una continua apertura alla novit dello Spirito del Signore. Solo cos il presente diventa mirabile sintesi tra passato e futuro e la virt della speranza sostiene concretamente la ricerca di una qualit di vita che nutre non solo il nostro desiderio ma anche le nostre realizzazioni. questo, credo, il significato profondo delle provocanti parole di papa Francesco a cui vogliamo ispirarci: la speranza la virt dell'arduo ma possibile: ci invita a non gettare mai la spugna, ma non in maniera velleitaria, quanto piuttosto impegnandoci attivamente, per realizzare qualcosa di reale e di concreto. Questo invito vorrei raccoglierlo io per primo dentro la mia situazione di salute e nel mio servizio di ministro; questo invito vorrei che fosse raccolto ogni giorno dai fratelli guardiani dentro il loro non semplice compito di animazione e di governo delle nostre fraternit locali; questo invito mi piacerebbe che fosse raccolto dai fratelli che vivono fatiche di relazione e di accoglienza nelle nostre fraternit. Mi piacerebbe che le parole del santo padre animassero e sostenessero la vita di quei fratelli che, considerando le fatiche e i problemi dei singoli e delle fraternit, vedono solo la mediocrit, che per altro esiste, ma non riescono a sperare in una qualit diversa della nostra vita e missione. Desidererei fortemente che le parole di papa Francesco diventassero stimolo per quei fratelli che chiedono solo agli altri di cambiare. Mi piacerebbe pensare che le parole del successore di Pietro sostenessero la ricerca di quei fratelli che si sentono un p o delusi e forse non stimolati a sufficienza per come stiamo vivendo la nostra vita consacrata. Oso credere che queste parole del papa possano essere di rinnovato stimolo a chi tra noi vive momenti di difficolt e di fatica. Mi piacerebbe affidare ad ogni frate della Provincia queste parole perch il cammino verso la nuova Provincia veda, nella cordiale apertura ad un nuovo da costruire, il contributo fattivo di tutti. Affido infine le parole di papa Francesco ai confratelli che ricordano oggi gli anniversari di professione o di ordinazione e ai confratelli dell'infermeria: la speranza illumini l'orizzonte della vostra esistenza e vi sostenga nel cammino di ogni giorno. Ci introduciamo a questa giornata con la riflessione/ testimonianza di frate Antonio. Abbiamo pensato che importante ascoltare l'esperienza di un fratello di un'altra Provincia, e in specie quella di un Ministro provinciale, che ci racconti come la sua fraternit provinciale e lui personalmente hanno vissuto e stanno vivendo il percorso verso la nascita della nuova Provincia: un cammino tra speranze e fatiche, attese e delusioni, confronti e decisioni da prendere, coinvolgimento dei frati e chiusure. Un cammino concreto dove esercitare ogni giorno la virt della speranza per realizzare qualcosa di reale e di concreto, come ci ha invitato a fare papa Francesco. Grazie per quello che ci dirai e per la tua presenza, segno di una condivisione pi profonda che ormai ci vede impegnati su tanti fronti per realizzare quanto i nostri Capitoli provinciali hanno deciso. La nostra giornata, dopo l'intervento di frate Antonio, proseguir con gli auguri ai festeggiati e con la celebrazione dell'eucaristia, dove insieme rinnoveremo il nostro impegno di vita evangelica, per concludersi con il pranzo fraterno. Un grazie sincero alla fraternit di Sabbioncello per la fraterna accoglienza e per tutto quello che ha predisposto per farci vivere bene questa giornata, un grazie anche a tutti coloro che hanno lavorato per preparare il nostro incontro. Che anche questa giornata ci aiuti come dicevo a Baccanello alla conclusione del Capitolo provinciale a vivere l'impegno quotidiano a dare concretezza al sogno evangelico che ancora sostiene le nostre esistenze. Di nuovo un benvenuto a tutti e buona festa di S. Carlo Borromeo.

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Omelia del Ministro Provinciale


Rm 12, 3-13; salmo 88; Gv 10, 11-16
Carissimi fratelli, rendiamo grazie a Dio per il dono di questa giornata, rendiamo grazie a Dio per il dono della nostra vocazione, rendiamo grazie a Dio per i nostri fratelli che oggi ricordano gli anniversari di professione e di ordinazione. La solenne eucaristia che conclude, nella festa di S. Carlo Borromeo, il nostro stare insieme, raccoglie tutti i nostri grazie e unendoli al rendimento di grazie di Cristo al Padre li trasforma nell'unica offerta gradita a Dio: il sacrificio vivo e santo del Figlio di Dio morto per la nostra salvezza e gloriosamente risorto (cfr. III preghiera eucaristica). In questo santo memoriale, dove ricordiamo la vita e l'esempio del nostro patrono, abbiamo appena chiesto nella colletta: Custodisci nel tuo popolo, o Padre, lo spirito che anim il vescovo san Carlo; questo spirito, che ha reso san Carlo come dice la preghiera sulle offerte - pastore vigilante e modello di santit, chiamato nella preghiera dopo la comunione lo spirito di fortezza che anim san Carlo e lo rese fedele alla sua missione e pronto a donare la vita per i fratelli. questo quello che vogliamo chiedere in questa celebrazione: lo spirito di fortezza. Lo chiediamo per tutta la nostra fraternit provinciale, per chi oggi festeggia gli anniversari di ordinazione e di professione, lo chiediamo per tutti i frati minori in particolare per tutti i frati delle nostre sei Province del Nord Italia tese alla costituzione della nuova Provincia. Il catechismo della Chiesa Cattolica definisce cos la virt della fortezza: La fortezza la virt morale che, nelle difficolt, assicura la fermezza e la costanza nella ricerca del bene. Essa rafforza la decisione di resistere alle tentazioni e di superare gli ostacoli nella vita morale. La virt della fortezza rende capaci di vincere la paura, perfino della morte, e di affrontare la prova e le persecuzioni. D il coraggio di giungere fino alla rinuncia e al sacrificio della propria vita per difendere una giusta causa (n. 1808). La Parola del Signore appena proclamata ci aiuta a comprendere come vivere da forti nella fede in questi nostri giorni nutrendo ancora una volta la nostra speranza. La virt della fortezza ci rende capaci, ci ha ricordato l'apostolo, di una valutazione saggia e giusta di noi stessi, delle nostre capacit e ci rende consapevoli dei doni ricevuti per l'utilit comune perch siamo membra gli uni degli altri. Abbiamo pi che mai bisogno di questa virt nella vita delle nostre fraternit perch i doni diversi secondo la grazia data a ciascuno di noi, servano solo per gareggiare nello stimarci a vicenda e non per contrapporci rischiando di farci vivere una semplice accoglienza formale che non va oltre, quando c', la buona educazione. Solo in una perseveranza a tutta prova possiamo vivere e mettere in pratica quanto la lettera ai Romani ci ha appena invitato a fare: La carit non sia ipocrita: detestate il male, attaccatevi al bene; amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno. Se, come diceva il Catechismo, la virt della fortezza rende capaci di vincere la paura, vivere di questa virt, ci fa superare ogni umana chiusura di fronte alla diversit dell'altro e ci rende lieti nella speranza, costanti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera. imparando ad essere evangelicamente forti che possiamo essere premurosi nell'ospitalit accogliendo ogni giorno il fratello nella nostra vita perch pur essendo molti, siamo un solo corpo in Cristo. Non forse questa la fortezza che ci manca e che chiediamo al Signore per l'intercessione del nostro patrono? Non forse questa la fortezza che sola costruisce e non contrappone? Per viverla abbiamo bisogno, secondo l'apostolo, di semplicit, di diligenza e di misericordia; abbiamo bisogno di compiere tutto con gioia. Il brano evangelico, che ci ha riproposto la figura del buon pastore, ci invita a fare nostri gli stessi sentimenti di Cristo Signore. Ges pastore buono perch d la vita per i suoi; colui che si prende cura del suo popolo offrendo se stesso. Se la virt della fortezza quella virt che d il coraggio di giungere... al sacrificio della propria vita, Ges che

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offre se stesso per i suoi il forte per eccellenza che pu rendere anche noi forti in Lui. Il segreto di questa fortezza sta nel suo profondo ed intimo rapporto con il Padre che rende possibile e sostiene il suo rapporto con i discepoli: conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, cos come il Padre conosce me e io conosco il Padre. Essere forti in Cristo, essere capaci come Lui di consegnare la nostra vita ai fratelli, vuol dire entrare sempre di pi nel mistero stesso di Dio, entrare nel profondo rapporto tra il Padre e il Figlio che solo pu sostenere la consegna della propria vita per amore sull'esempio del Figlio. La consegna di s dunque una questione di fede; se siamo sempre pi partecipi dell'eterno amore trinitario siamo capaci di vivere la nostra vita nel costante dono di noi stessi. Ma noi siamo forti nella fede? L'invito che ci faceva l'apostolo nella prima lettura ad essere perseveranti nella preghiera come ci trova? Solo se coltiviamo questa fede, che ci fa dire con il padre S. Francesco Tu sei fortezza (cfr. LodAl 6), le nostre fraternit saranno un insieme di forti che non gareggiano per primeggiare mettendo gli altri al secondo posto, ma un insieme di fratelli che ogni giorno si prendono cura dell'altro e consegnandosi ogni giorno in un reale e attento servizio, rendono trasparente l'annuncio evangelico nei vari servizi che l'obbedienza ci ha chiamato a vivere. Per entrare in questa logica di fede, ci direbbe il Borromeo, abbiamo bisogno di una continua meditazione della passione del Signore, abbiamo bisogno di stare davanti alla croce. La meditazione della passione di Cristo - disse S. Carlo in un sua omelia - render dolcissime le cose pi dure, toglier ogni difficolt... Veramente felici coloro che hanno impresso nel cuore Cristo crocefisso, e non svanisce mai! Questa continua memoria per loro uno scudo fortissimo e un'armatura contro tutti gli attacchi di Satana... Chi non sopporter serenamente anche le cose pi terribili pensando: Se sono cristiano, non dovrei essere seguace e imitatore di Cristo?... Egli dalla passione e dalla morte pass alla gloria ... e io rifiuter, prima della gloria, di patire qualcosa? Egli ha il capo trafitto dalle spine, mani e piedi trapassati dai chiodi... E io mi dedicher tutto ai piaceri? O se sapeste, fratelli, come questa continua meditazione per il demonio odiosa e terribile, vi applichereste sempre ad essa!... O felici coloro che in ogni istante custodissero la memoria di questa Passione che d la vita! Oso dire che sarebbe loro, in qualche modo, impossibile peccare (dall'Omelia 45 del 1583: Sassi, Sancti Caroli Borromei Homiliae, Milano 1747). Questo, fratelli, lo spirito di fortezza che ha animato S. Carlo e che chiediamo per tutti noi e in particolare per chi oggi celebra gli anniversari di ordinazione e di professione. Se questa giornata, e queste mie riflessioni, possono aver acceso in ciascuno di noi dei rinnovati propositi di fedelt, ascoltiamo ancora la parola del nostro Patrono: Talvolta anche noi siamo riempiti dallo Spirito Santo, quando egli ci ispira santi desideri che ci fanno concepire progetti di bene. Bisogna per correre subito a eseguirli, giacch sono tanti coloro che avvertono le mozioni dello Spirito Santo, ma per negligenza le lasciano illanguidire, sicch esse svaniscono del tutto (Homilia 43. Mediolani 1747, t. 1, 322). La virt della fortezza ci aiuti dunque a rinnovare oggi il nostro impegno di vita evangelica perch anche la nostra vita di frati di questa terra lombarda manifesti... il vero volto del Cristo Signore (cfr. Colletta). Amen.

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Dal Definitorio
Milano Monastero S. Chiara
Dopo aver celebrato leucarestia mattutina con la comunit delle sorelle del monastero di Milano, si consuma unabbondante colazione preparata con materna cura dalle clarisse. Alle ore 9.00 si iniziano i lavori con lapprovazione unanime del verbale del II Congresso definitoriale. Il Ministro provinciale informa circa le condizioni dei fratelli ammalati, quindi ricorda i principali eventi accaduti dallultimo definitorio. Il 17 ottobre si celebrato lapertura dellanno accademico 2013-2014 dello STISB di Verona; la prolusione ha avuto per oggetto uninteressante presentazione multidisciplinare di alcuni corali recentemente restaurati. Il 20 ottobre, a Cermenate (CO), si tenuta linaugurazione dellauditorium comunale che stato intitolato a fr. Arcangelo Zucchi; sono intervenuti il Ministro provinciale e fr. Andrea Bizzozero che ha presentato il libro nel quale tratteggia un profilo biografico di fr. Arcangelo. Dal 21 al 26 ottobre, a Roma, si tenuta lannuale Assemblea UFME a cui ha partecipato fr. Almiro Modonesi, in vece del Ministro provinciale. Fr. Almiro riferisce il contenuto dei tre incontri principali dellAssemblea: 1) incontro con il Ministro generale (ha auspicato la presenza di comunit nuove, a composizione internazionale, nelle zone dove lOrdine sta scomparendo); 2) incontro con mons. Rino Fisichella, Presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della Nuova Evangelizzazione (ha presentato lattuale contesto culturale, sottolineando che WEB-Internet non semplicemente uno strumento ma una vera e propria forma culturale; infine ha auspicato che in ogni citt i frati possano offrire un luogo di incontro informale, per la riconciliazione e per relazioni autentiche); on. Antonio Tajani, Vicepresidente del Parlamento europeo (ha offerto una riflessione sulla presenza dei frati nelle istituzioni europee). Il 25 ottobre, presso la Cappella dellUniversit Cattolica di Milano, alla presenza del Ministro provinciale e dellAssistente ecclesiastico centrale, stata celebrata la s. messa di saluto e di ringraziamento a fr. Luigi Cavagna per il servizio di Rettore della cappellania, svolto con dedizione per 7 anni, e per linterim come Assistente ecclesiastico centrale assunto alla morte di mons. Lanza. Il 29 ottobre, a Roma presso la PUA, si tenuto il Convegno della Commissione Fedelt e Perseveranza, per la Provincia ha partecipato fr. Giampaolo Possenti. Dopo lintervento introduttivo di mons. Jos Rodriguez Carballo, che ha presentato lattuale situazione della vita consacrata nel mondo, don. Amedeo Cencini ha presentato uninteressante relazione sul tema degli abbandoni

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rimanendo nellOrdine. Cencini ha evidenziato il problema di quanti rimangono nellOrdine senza mai vivere momenti di crisi, creando una frattura sempre pi profonda tra quello che vivono nella realt e la forma di vita che hanno promesso di osservare. Nel pomeriggio si sono alternati relatori provenienti da diverse aree geografiche, questi hanno presentato le cause della crisi vocazionale nelle diverse culture. Negli stessi giorni si riunita a Roma anche la Commissione sullo Stato dellOrdine. I membri della Commissione hanno riflettuto su temi analoghi e hanno stabilito le modalit per rendere pubblica e capillare lindagine statistica che stata realizzata intervistando frati minori di tutto il mondo. Il Ministro provinciale riferisce di avere iniziato gli incontri con i guardiani. Fr. Giambattista Delpozzo, Animatore provinciale CPV, riferisce dellincontro di due giorni vissuto a Rezzato dagli operatori della PG e della CPV dei frati minori del Nord Italia. Lincontro iniziato con una mezza giornata di lectio e di condivisione sulla Parola di Dio, poi i due gruppi hanno lavorato separatamente. Fr. Giambattista riporta sinteticamente quanto deciso dal gruppo della CPV (seguir una lettera ufficiale ai Ministri provinciali). Infine, il Ministro provinciale riferisce quanto stato discusso e deciso negli incontri del Collegio dei Ministri durante lAssembela COMPI e durante lannuale Assemblea dei guardiani del Nord Italia (cfr. appositi verbali Assisi, 8-9 ottobre e Castelletto, 15 ottobre). Il Definitorio esprime unanime apprezzamento per quanto vissuto a Sabbioncello lo scorso 4 novembre in occasione della Festa della provincia: numerosa la partecipazione dei frati, valutazione positiva della giornata nel suo complesso, interessante lintervento di fr. Antonio Scabio, bello anche il clima di fraternit e di festa, apprezzati la celebrazione eucaristica con il rinnovo della forma di vita evangelica, la proiezione delle foto di archivio e i regali (crocifisso modellato da fr. Nazareno Panzeri). Dalle ore 10.30 fino alle ore 12.30 il Definitorio incontra la Madre Presidente della Federazione delle Clarisse di LiguriaLombardia-Piemonte, sr. Chiara Benedetta Conte, insieme alle Madri Abbadesse dei Monasteri lombardi e lAssistente della Federazione, fr. Emilio Amadeo. La Madre presidente presenta sinteticamente le proposizioni dellultima Assemblea riguardanti il rapporto con il Primo Ordine. Tiene poi a ribadire lacquisizione fondamentale dellAssemblea: continuare il cammino di comunione tra i Monasteri, pur garantendo lautonomia e la libert di ciascuno. Sr. Chiara Benedetta sottolinea che la realizzazione concreta di questo proponimen il nostro cammino, si individuano i seguenti possibili temi per la giornata: apertura al nuovo, docilit allazione dello Spirito Santo, capacit di leggere i segni dei tempi, attenzione al tempo che si vive Per il prossimo anno pastorale si ipotizza anche una proposta formativa (Fo.Pe.) congiunta per frati e clarisse, della durata di pi giorni, su temi carismatici (si chieder il coinvolgimento della Commissione Interprovinciale Fo.Pe.,

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sentito il parere dei Definitri). Si discute della collaborazione tra clarisse e Pastorale giovanile e vocazionale. Ad imitazione dellesperienza nella Provincia ligure si auspica che la collaborazione non sia soltanto a livello organizzativo ma anche a livello formativo e fraterno. Fr. Giambattista Delpozzo pensa che si potrebbe iniziare questa collaborazione partendo da un gruppo di lavoro ristretto, per poi allargare progressivamente la partecipazione. Il gruppo di lavoro sar costituito dai frati di Rezzato coinvolti direttamente nella CPV e PG e da una sorella clarissa per ciascun monastero lombardo. Alle ore 12.30 si celebra insieme lOra sesta cui segue la mensa condivisa con le sorelle clarisse. E un bel momento di fraternit e di festa francescana. I lavori riprendono nel pomeriggio per affrontare alcune questioni di economia e di legale rappresentanza. Fr. Marco Fossati presenta sinteticamente lesito dei lavori del CAE: si deciso di proporre un incontro formativo per gli economi locali (utilizzo del programma di contabilit e redazione della nota integrativa-commento al bilancio). Lincontro si terr il 13 dicembre nel convento di Sabbioncello o di Monza, in concomitanza con lannuale incontro con lassicuratore; il CAE ha fatto un sopraluogo nellinfermeria provinciale ed ha costatato la reale necessit di ristrutturare le stanze ed alcuni spazi comuni; il CAE ha preso visione della richiesta della fraternit di Monza di ristrutturare parte dei tetti. Il Definitorio, dopo aver preso atto che sono state perfezionate tutte le formalit necessarie per il cambio del Rappresentante legale della Provincia, nomina Procuratore del Rappresentante legale (Procuratore ad negotia) fr. Michele Cafagna. Il Ministro da lettura degli Orari e degli Uffici conventuali delle fraternit e il Definitorio, a norma SS.PP. art 4 - 5- 6 - 25 - 27 1, li approva. Contestualmente vengono presentati i nominativi degli Assistenti spirituali delle fraternit OFS e il Ministro, con il consenso del Definitorio, procede alle nomine. Si stabilisce che il prossimo Congresso definitoriale si terr il 10 dicembre presso il convento di s. Giovanni Battista alla Creta (Milano). I lavori del Congresso Capitolare si concludono alle ore 17.30 circa. A laude di Cristo e del Poverello Francesco. Amen!

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da VareseNews

29 ottobre 2013

Il convento della Brunella trova un nuovo proprietario e un nuovo destino


Il fabbricato che ospitava il seminario dei frati minori, in via Crispi accanto alla chiesa, stato ceduto alla Fondazione Piatti, che realizzer in quegli spazi un Centro Multiservizi per le Disabilit e la Famiglia
Il convento della Brunella continuer a essere un portatore di bene. Il fabbricato che ospitava il seminario dei frati minori, in via Crispi a Varese, accanto alla chiesa, stato infatti ceduto alla Fondazione Piatti che realizzer in quegli spazi un grande progetto: un Centro Multiservizi per le Disabilit e la Famiglia. Laccordo prevede la cessione dellintero fabbricato (2.400 mq) pi un'area verde di 1700 mq. Un buon affare per la Fondazione, che trova per il progetto una sede prestigiosa e centrale, ma anche una soddisfazione morale per i frati: Da quando si sparsa la voce che la Curia non era interessata a rilevare anche il convento, abbiamo ricevuto proposte di ogni genere: chi lo voleva per fare un albergo, chi per fare case o uffici, chi una scuola privata... - spiega padre Renato Beretta, gi legale rappresentante dell'Ordine - ma non erano destinazioni che ci sembravano consone alle nostre intenzioni, che erano quelle di valutare soluzioni a impatto sociale positivo. Poi arrivato don Pino con questa proposta, e abbiamo fermato tutto. Don Pino don Pino Gamalero, che da molti anni si prende cura di una realt importante ospitata nel ex seminario dei frati: il consultorio familiare La Casa, che molti varesini conoscono per i corsi pre-matorimoniali, ma che fa anche assistenza alla coppia e a tutti i passi della maternit. Quando abbiamo saputo che la Curia aveva scelto di non tenere il convento, ci siamo preoccupati: quella era la nostra sede, tutte le nostre attivit sarebbero state a rischio. Ho saputo per dellinteressamento della fondazione ad una sede per il loro nuovo progetto e mi sono fatto avanti con la proposta. Unidea che ha messo daccordo tutti, e in breve tempo: lannuncio della partenza dei frati dalla Brunella dei primi di giugno e il progetto stato presentato oggi, 29 ottobre, meno di sei mesi dopo, nei locali che ospitano il consultorio familiare: che rester insieme alle nuove realt - nella struttura, sfruttando un comodato duso previsto nelle trattative.

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UN SEGNO DEL DESTINO L'incontro tra gli intendimenti dei frati minori e la fondazione Renato Piatti "non un caso", anche se apparentemente lo sembra, come ha raccontato la presidente della fondazione Piatti Cesarina del Vecchio: 35 anni fa io e mio marito Renato, cui ora dedicata la Fondazione, avendo un figlio disabile ci siamo rivolti ai frati della Brunella per chiederci se potevano darci in uso due locali, per poter condividere lesperienza e aiutarsi reciprocamente con altri genitori nella stessa situazione. Qua sotto, 35 anni fa, nata Anfass, e sembra un segno del destino che la fondazione Renato Piatti, che prende ili via da Anfass, abbia ora avuto l'occasione di comprarla. Io sono convinta che questo non succeda per caso: sono certa che la persona a cui dedicata la fondazione ci stia guidando da lassu. Cos possiamo preparare un progetto grande, che si possa estendere a molte fragilit. E devo ringraziare i frati che hanno visto in noi la prosecuzione di un opera, nella nostra proposta. In questo luogo vogliamo far convergere centri diurni, residenzialit, ricerca. Cercavamo il luogo giusto, l'abbiamo trovato. Non solo per la struttura, ma per il fatto che qui c lanima della nostra storia LA STRUTTURA Il nuovo centro riunir in un solo luogo la clinica, la riabilitazione precoce, la residenzialit, la formazione, la ricerca, la sperimentazione scientifico-sociale nonch lascolto e laccompagnamento delle famiglie. Una struttura multifunzionale che potr porsi come sportello unico di welfare e avr un orientamento mirato alla presa in carico della famiglia in modo complessivo, soprattutto nelle situazioni di criticit (separazioni, disabilit, non autosufficienza, povert, ecc.). La struttura sar divisa in pi parti: al piano terra prevista l'unit di offerta sanitaria riabilitativa di NPIA per minori con autismo e disturbi pervasivi dello sviluppo (DPS), al primo piano una Comunit alloggio, cio una unit residenziale temporanea o permanente per adulti con disabilit, al terzo piano le sedi sociali di Fondazione Piatti, ANFFAS Varese e Associazione Sportiva ASA Varese, il Centro per la famiglia in collaborazione con il Consultorio Fondazione Istituto La Casa e il Centro studi e formazione sulle disabilit intellettive e relazionali. Al quarto piano rester invariata lubicazione e lattivit dellattuale consultorio familiare accreditato della Fondazione Istituto la Casa. Il progetto, che prevede la riqualificazione dellimmobile in chiave sociale, si avvale della collaborazione attiva della Fondazione Istituto La Casa di Varese, Anffas onlus di Varese e Associazione Sportiva ASA Varese nonch della partecipazione di ASL Varese attraverso la sua Direzione Sociale. Lo sviluppo ideale di un percorso gi avviato con Fondazione Piatti affiancando esperienze e competenze complementari ha commentato il presidente della Fondazione Istituto La Casa Carlo Negri. ALLA PRESENTAZIONE ANCHE IL PRESIDENTE DELLA LOMBARDIA E IL SINDACO DI VARESE Alla conferenza di presentazione cerano le istituzioni civili e religiose. Rappresentanti delle prime erano il Presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, il Commissario Straordinario alla Provincia di Varese, Dario Galli, e il Sindaco di Varese, Attilio Fontana. Quella della fondazione piatti stata una scelta coraggiosa e generosa, che siamo qui

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per sostenere, con quello che possiamo fare. Come Regione Lombardia siamo molto attenti alla fragilit e, proprio pochi giorni fa abbiamo assunto una delibera che stanzia 30 milioni di euro per i componenti fragili della famiglia - ha spiegato in particolare Roberto Maroni -. Anche da questo punto di vista la Regione Lombardia tra le pi attente a questo mondo e anche oggi, qui a Varese, dimostriamo la nostra attenzione verso le situazioni di fragilit, situazioni in cui vogliamo intervenire, per risolverle. Per la parte religiosa, oltre ai Frati Minori e al responsabile de La Casa, cera anche Monsignor Gilberto Donnini, Prevosto di Varese: I frati della Brunella sono stati qui 75 anni e sono molto dispiaciuto che non ci siano pi - ha innanzitutto sottolineato Donnini - Ma, nella disgrazia, la soluzione che stata trovata molto bella e sono contento per motivi anche personali: qui sotto cera la sede del Luce dove ho lavorato per 11 anni. Mi sarebbe spiaciuto finisse in mezzo a una speculazione qualunque. CHIESA E ORATORIO DONATI ALLA CURIA MILANESE Quello dell'ex seminario solo una parte del comprensorio della chiesa della Brunella, di cui fa parte anche la chiesa stessa e il grande oratorio: la propriet di questi ultimi, nei quali c' anche la mensa dei poveri e l'armadio dei poveri, stata donata dai Frati Minori alla Curia Milanese I frati ci lasciano una eredit impegnativa ma ricchissima d cui raccogliamo lo spirito con entusiasmo - spiega il nuovo parroco della Brunella don Marco Casali - le attivit di mensa, docce e armadio del povero proseguono, sotto l'egida della Caritas. E per metterlo in pratica, i volontari che garantiscono tutto questo sono pi di cento. Stefania Radma

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IL CAMPO DEL TESORO: SANTUARIO E CONVENTO DI DONGO
Premessa Del grande valore del recente libro di G. Petrella, Loro di Dongo, Firenze 2012 (anchesso un piccolo vero tesoro per la nostra cultura locale) ho gi scritto sui Quaderni della biblioteca del convento, e non intendo ripetermi. Se mai, cominciare a dire che il volume felicemente apparso alla vigilia del IV centenario di fondazione del convento, avvenuta nel 1614, e che forse si celebrer nel prossimo anno. In ogni caso, appunto, questo libro ne costituirebbe gi un ben valido e concreto festeggiamento. Vorrei, invece, sviluppare, sia pure solo per accenni, uno dei caratteri principali e significativi che Petrella ha colto nella storia di questa biblioteca, ovvero il caso felice di un complesso librario che ci pervenuto pressoch intatto, non solo dopo quattrocento anni, ma, soprattutto, dopo le note traverse che gli istituti religiosi ebbero ripetutamente a subre nella tarda modernit, con le ripetute iniziative di soppressione, quali che siano le ragioni e le eventuali giustificazioni, che non qui il caso di approfondire. La spiegazione di questa vicenda eccezionale - almeno nel panorama italiano ben chiara, ovvero il legame sussistente, fin dalle origini, tra il santuario mariano, quindi il convento e la comunit di Dongo, al punto da costituire, il complesso santuario+convento uno degli elementi dellidentit locale. Un legame talmente profondo da resistere a ben tre tentativi di chiusura del convento, a cui sarebbe quasi sicuramente seguita la dispersione della biblioteca.

1. LIDENTIT ORIGINARIA A) MADONNA DEL FIUME


Tutto nasce come capita spesso nelle vicende di santuari mariani da unimmagine della Vergine, fatta oggetto di particolare devozione. Nel nostro caso, la collocazione di tale immagine, allinterno di una di quelle santelle di cui disseminato il nostro territorio, nei pressi del torrente (pi solennemente chiamato fiume) che attraversa labitato di Dongo con i consueti apporti di gioie e dolori che un corso dacqua, soprattutto se a regime irregolare, rappresenta per il territorio che attraversa -, gi destinata per questo solo fatto ad essere sentita come elemento integrante e sensibile dellidentit locale. Si tratta, infatti, di un tipico esempio di sacralizzazione di luoghi (come per i tempi) di passaggio e/o di rischio (come lingresso di una valle, o la cima di un monte, o uno sperone prominente sopra uno specchio dacqua). Come tali, questi luoghi vennero frequentemente fatti oggetto di spontanea sacralizzazione, per offrire senso e protezione, e ci gi in epoca precristiana; il che, naturalmente, rafforza in modo notevole il legame con la popolazione locale. Anche la Madonna del fiume di Dongo si colloca, poi, in quella intensa stagione devozionale che si pone tra fine Quattrocento e inizio Cinquecento quando si pu datare, presumibilmente, la realizzazione dellimmagine -, per una diffusa, spontanea ventata di

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spiritualit suscitata, anche in reazione alla ben nota, pesante condizione di inadeguatezza delle istituzioni ecclesiastiche. Erano, di nuovo, spontaneamente, tra le popolazioni locali che sorgevano occasioni e motivi di fervore religioso. Come attestano molti fenomeni, anche di devozione mariana, che si verificano, nel nostro territorio come altrove; ad esempio le notissime visioni della Madonna a Gallivaggio (1492), a Tirano (1504), a Locarno ; quale ne sia leffettiva dimensione soprannaturale, che lo storico, ovviamente, non in grado di valutare, non avendo gli strumenti adeguati.

B) MADONNA DELLE LACRIME


A questo primo, originario, significato e valore di una devozione fortemente integrata con la mentalit locale, si sovrappone poi nel periodo stesso di edificazione del santuario, a seguito di unaltra tipica visione mariana, ovvero la lacrimazione di statue e immagini della Vergine, a met del Cinquecento la contrapposizione ad uno degli esiti drammatici (per la divisione introdotta nellunica Chiesa) di quello stesso fermento spirituale spontaneo, ovvero le Riforme evangeliche. Esse giungono fino a lambire anche lAltolario, a seguito dellannessione delle valli dellAdda e della Mera alle Tre Leghe: caratterizzate, queste, da una consistente presenza riformata (circa due terzi dei Comuni) al loro interno; divenute, quelle, luogo ideale di rifugio per molti riformati (o sospetti tali) in fuga dalla penisola, soprattutto dopo il ripristino dellInquisizione romana, nel 1542. Madonna delle Lacrime, dunque, di fronte a questo dramma della divisione. E, di nuovo, largine questa volta di carattere religioso e culturale posto a fronte della diffusione della Riforma, una novit per molti aspetti estranea alla tradizione devozionale delle popolazioni locali. Il legame con la Vergine viene cos a tutelare e a rafforzare lidentit locale, esprimendosi poi fisicamente (e visivamente, in una nota contrapposizione tra lex auditu della religiosit riformata, e le visu di quella tridentina), nellerezione di un santuario a cospetto del lago e delle valli alpine su di esso prospicienti, nonch dotate di passi incombenti proprio anche alle spalle di Dongo.

C) CONVENTO FRANCESCANO
Terzo e conclusivo elemento della fase originaria del santuario di Dongo lerezione di un convento francescano, nel 1614. Non certo senza significato che si tratti di francescani, in particolare di un ramo riformato. Ci, infatti, si pone in continuit con il clima di fervore spirituale diffuso prima dellavvento delle Riforme protestanti, come gi ricordato; in seguito alla divisione, i francescani (tra cui i cappuccini) vengono, come noto, dispiegate sul territorio come forze atte sia a rianimare dallinterno la religiosit delle comunit cattoliche, in fase di profonda ristrutturazione, sia a contrapporsi, sul lato dottrinale e spirituale, alle proposte riformate. Si pensi alla vicina Domaso; pi a nord a Chiavenna, quindi Morbegno, Sondrio, Tirano, conventi tutti fondati nella prima met del Seicento. E non un caso, di nuovo, che i frati assistano religiosamente la guarnigione militare del forte di Fuentes, collocato allinizio del Seicento dallomonimo governatore spagnolo di Milano a presidio del confine con le Tre Leghe. Tale rapporto ben segnalato, tra laltro, dalla presenza, nella biblioteca del convento, di dizionari cinque-seicenteschi di lingua castigliana.

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Listituzione del convento strettamente legata alla comunit di Dongo, che ne ufficialmente il soggetto fondatore, con i legami economici che ci comporta. Ed , di nuovo, un elemento di forte legame e di identit, tanto pi che le difficolt burocratiche che ci si trov a dover affrontare furono la contemporanea presenza di cappuccini a Domaso, quindi con una concorrenza, addirittura doppia (cappuccini / minori; Domaso / Dongo) che, notoriamente, rafforza lidentit. Un triplice legame, dunque, unisce, fin dalle origini, la comunit di Dongo al santuario mariano e al convento francescano. Viene in mente il passo della Scrittura che dice: Una corda a tre capi non si rompe tanto presto (Qoh 4, 12).

2. E LA SUA SUCCESSIVA MANIFESTAZIONE


La forza di questo plurimo legame di identit appare, con evidenza, nella fase finale dellepoca moderna. Quando liniziativa statale delle soppressioni con la sua fredda impostazione di pura logica razionale - viene a scontrarsi con legami sociali e religiosi ben pi radicati nel territorio e nelle popolazioni. E soccombe. Per ben tre volte, infatti - a fronte di soppressioni del convento decretate da regimi diversi tra loro ma caratterizzati da una analoga mentalit statalista e utilitaristica (con un senso veramente ridotto dellutilit) -, il convento (e la sua biblioteca) vengono trattenuti con forza a Dongo, appunto per iniziativa della comunit locale. Quel legame tra il santuario mariano, il convento, la popolazione di Dongo, non poteva essere scisso, costituendo parte importante dellidentit locale.

Se questa prima soppressione fu, di fatto, solo un semplice tentativo non andato propriamente a termine, ci si deve, appunto, alla compatta opposizione sollevata sia dal vescovo di Como, sia soprattutto dal clero e dalla popolazione di Dongo e del territorio circostante, proprio sulla base della notevole utilit che la presenza di quei religiosi aveva per le comunit locali.

A) LA SOPPRESSIONE AUSTRIACA (1772)

Ben pi determinata e violenta liniziativa posta in atto da Napoleone, nel 1810. Ma altrettanto determinata - e soprattutto generosa ed intelligente fu la reazione della comunit di Dongo, in particolare di una nobile famiglia, i Poldi Petazzi. Appoggiati anche dal vescovo di Como lilluminato mons. Rovelli che aveva compiuto una analoga operazione per il ricupero del monastero della Trinit, appena fuori le mura della citt, onde farne il seminario teologico, collocandovi altres una raccolta di libri ricuperati da diversi monasteri e conventi cittadini pure a rischio -, i fratelli Poldi Petazzi acquistano dal demanio il santuario e il convento. In questo modo, non soltanto annullano di fatto il provvedimento governativo ma, assumendo il complesso come bene privato, pongono una premessa fondamentale per la sua futura salvaguardia.

B) LA SOPPRESSIONE NAPOLEONICA (1810)

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Anche la popolazione nel suo insieme espresse lattaccamento al santuario e al convento, in questa occasione. E interessante rilevare come, anche durante gli anni della chiusura del convento, appena si pot grazie allintervento del vescovo di Como il santuario rimase comunque aperto e frequentato, per quanto possibile. Segno chiaro di una comunit che non si rassegna allimposizione. Ovviamente, la festosa restituzione del convento alluso originario, e del santuario alla cura della comunit religiosa, nel 1838, pone un altro elemento di forte coesione tra paese e santuario+convento. La presenza, poi, come oratore doccasione, dellabate Teglio, noto studioso di storia e di arte del Liceo Volta di Como, sottolinea la partecipazione anche della pi ampia comunit comasca e diocesana allavvenimento.

C) LA SOPPRESSIONE ITALIANA (1866)


Quando anche il neonato Stato italiano intraprese la strada dei precedenti regimi, in fatto di soppressioni e incameramento dei beni monastici e conventuali, nel 1866, si ebbe nuovamente, e in primo luogo, una dura reazione. La caparbiet e arroganza del giovane Stato unitario, giunto a mettere in campo, grottescamente, un consistente schieramento di forza pubblica, non pot avere altro effetto che provocare il carattere concreto e impulsivo degli abitanti di Dongo. Essi, perci, nella notte del 22 giugno di quellanno, organizzarono un vero e proprio cordone di difesa armata attorno al convento. La chiusura di forza della casa religiosa procedette ugualmente. Ma ecco, a questo punto, entrare nuovamente in gioco gli eredi della benemerita famiglia PolTi Petazzi, i Manzi. Forti del diritto di propriet acquisito sul convento, ebbero il coraggio e la costanza di chiamare a giudizio gli stessi organi governativi (spingendosi anche allappello dopo una prima sentenza a loro sfavore), fino ad ottenere pieno riconoscimento dei propri diritti per poi restituire il convento (e la biblioteca) pienamente alluso suo proprio. Il convento annesso al santuario pot cos felicemente giungere, allinizio del secolo successivo, alla celebrazione di un III centenario quanto mai significativo, se si pensa a tutti i rischi corsi in precedenza e alla crescente vicinanza della popolazione a quei luoghi di devozione e di cultura. E non certo di poco significato il fatto che a promuovere e a organizzare le celebrazioni di quel centenario fosse proprio la guida spirituale della intera comunit di Dongo, ovvero larciprete Prospero Bellesini. Per quel III centenario nacque anche quel libro da cui ho tratto la gran parte delle notizie oggi riferite, ovvero lopera del francescano minore Paolo Maria Sevesi, Il santuario e il convento di S. Maria del Fiume in Dongo, edito nel 1914 dalla tipografia della Casa della Provvidenza, fondata in Como da don Guanella. Conclusione Nellimminenza del 2014 viene spontanea una domanda. Vi sar un IV centenario? Verr messo quantomeno in cantiere una nuova storia, necessariamente pi approfondita e critica, rispetto a quella, pure rigorosa, del padre Sevesi? Ma la domanda pi profonda e inquietante unaltra. Quale attaccamento esiste ancora, non solo tra la comunit di Dongo e il suo santuario ma, pi in generale, tra le nostre comunit locali e i formidabili patrimoni di religiosit, di arte e di cultura di cui siamo e dobbiamo essere fedeli e premurosi custodi? Senza tale attaccamento, altre ben pi pericolose minacce continueranno lopera di distruzione, ahim gi da tempo iniziata. Non sono pi regimi statali, per quanto arroganti. Molto peggio fa, oggi, lignoranza, lindifferenza, la corruzione, il vandalismo. Sar il caso di reagire ancora, e con una certa determinazione. Sullesempio di quelli di Dongo. Saverio Xeres

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Cronaca della presentazione del volume del prof. Petrella a Como Il 15 novembre a Como, presso la "Sala Benzi" (gi prima sede della Biblioteca Comunale cittadina) del Liceo Classico statale "A.Volta", vi stata la presentazione del libro del prof. GianCarlo Petrella della Cattolica di Milano sul patrimonio librario della Biblioteca del Convento di Dongo. Titolo del volume: "L'ORO di DONGO ovvero per una storia del patrimonio librario del Convento dei Frati Minori di Santa Maria del Fiume (con il catalogo degli incunaboli)", Firenze, Leo S. Olschki Editore, 2012, della collana Biblioteca di Bibliografia Italiana. E' stato un bel pomeriggio. Ha aperto i lavori e fatto gli onori di casa il prof. Mario Longatti, docente fino a poco tempo fa di greco e latino presso lo stesso liceo. Ha presentato, poi, la sua applaudita relazione il prof. don Saverio Xeres, della diocesi di Como, che ha fatto riflettere sui valori che la presenza francescana ha rappresentato, auspicando che tali valori non vadano assolutamente persi (la sua introduzione viene qui presentata). Il prof. Petrella Petrella, da par suo e da conoscitore appassionato della materia, ha tenuto una vera "lectio magistralis" sulla storia (soprattutto sulla formazione) della biblioteca francescana donghese. Non vi stato sicuramente calo di attenzione tra quanti sono intervenuti. Era presente un buon numero di persone, fra le quali, oltre al Preside e VicePreside dell'Istituto ospitante, il prefetto di Como e la Direttrice della biblioteca comunale della citt.

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I commissari sull'isola di san Paolo
di Carlo Giorgi

29 ottobre 2013
Cinque giorni insieme, per riscoprire, ancora una volta, dove affondano le radici della nostra fede. Dal 21 al 25 ottobre, i commissari di Terra Santa di lingua italiana si sono ritrovati a Malta per il loro consueto convegno annuale: in 25, tra responsabili e collaboratori, hanno potuto aggiornarsi su tematiche biblico/teologiche e condividere le proprie esperienze di servizio a favore della Terra di Ges. Tra i partecipanti non solo commissari italiani ma anche i frati parlanti italiano provenienti da Polonia, Slovenia, Croazia, Slovacchia e dalla stessa Malta.

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Non unisola qualsiasi, Malta, per la Custodia di Terra Santa e per tutti noi i cristiani: la tradizione individua con precisione lo scoglio del naufragio dellapostolo Paolo sullisola. Nellautunno dellanno 60 Paolo, prigioniero per Cristo, viene condotto sotto scorta da Cesarea Marittima a Roma. Nel corso della navigazione per, la nave su cui viaggia lapostolo viene sorpresa da una feroce tempesta di grecale; e la furia delle onde fa schiantare limbarcazione su uno scoglio mettendo a serio rischio la vita di tutti i naviganti. Quella che sembra, a prima vista, una disgrazia, si trasforma invece per gli indigeni nella visita della Provvidenza che porta cos la fede cristiana su unisola sperduta nel centro del Mediterraneo, a un popolo che parla una lingua barbara, ma che da subito dimostra affetto e accoglienza per Paolo e per Ges Cristo, che egli proclama. La convivenza dei commissari sullisola di Paolo stata abbondante di incontri, visite, conferenze: fra Marcello Buscemi, dello Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme (professore ordinario di esegesi e teologia paolina e di filologia neotestamentaria), ha affrontato la relazione iniziale dal titolo Paolo di Tarso e la Chiesa madre di Gerusalemme, sottolineando come san Paolo abbia sempre considerato madre la Chiesa di Gerusalemme dove, nel Cenacolo, lo Spirito ha iniziato a soffiare e dove tutti noi siamo nati nella fede. Fra Renato Beretta, recente visitatore generale alla Custodia ed esperto in questioni amministrative nellOrdine dei Frati Minori, ha svolto la seconda relazione, sullamministrazione dei beni in prospettiva francescana, sottolineando come ancora oggi i frati siano chiamati a lasciarsi guidare, con coraggio e trasparenza, dallevangelicit delle loro scelte amministrative. Fra Giorgio Vigna, commissario del Piemonte attualmente residente in Libano, ha infine portato il saluto del Custode di Terra Santa il quale ha chiesto ai commissari due attenzioni: innanzitutto quella di curare il rapporto con i vescovi, per informarli sullo stato della Custodia, le iniziative e la colletta del Venerd santo. In secondo luogo, la cura dei pellegrinaggi come opportunit unica di evangelizzazione ed occasione per entrare in contatto con le pietre vive di Terra Santa, ovvero le locali comunit cristiane. Il convegno stato anche loccasione per definire le nuove cariche del gruppo. Presidente al posto di fra Pasquale Ghezzi, commissario uscente della Lombardia stato eletto fra Giuseppe Battistelli, commissario dellUmbria. Suoi consiglieri fra Sandro Guarguaglini, commissario della Toscana, fra Paschalis Kwoczaa, commissario dalla Polonia, e fra Anthony Chircop, di Malta. Infine sono stati presentati i nuovi commissari, nominati nel corso dellultimo capitolo della Custodia: fra Francesco Ielpo, commissario della Lombardia, fra Piero Di Luca, commissario della Liguria, e fra Adriano Contran, commissario del Veneto. (ha collaborato fra Francesco Ielpo)

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dai Monasteri
Bouar, 3 Novembre 2013
Carissime Madri e sorelle, madre Chiara Benedetta e P. Emilio, che il Signore vi dia Pace! Questo dono lo si sta invocando da ogni parte della terra e anche qui in Centrafrica. Penso che siate al corrente di ci che stiamo vivendo in questi giorni a Bouar. Continuate a innalzare con noi una preghiera piena di fiducia al Signore. Vi condivido in breve cosa stiamo vivendo con la nostra gente. Da alcuni giorni sentivamo voci di un possibile arrivo dei nuovi ribelli nella citt di Bouar. Lo scopo di questi nuovi ribelli quello di cacciare dal Paese i ribelli stranieri che hanno preso il potere nel mese di Marzo. (E veramente una lotta continua...al potere!!!!!) Queste voci sono diventate realt il giorno 26 Ottobre. Al mattino la missione stata invasa da una fiumana di gente, donne, bambini, uominicon qualche bagaglio in mano e sulla testa...Era un correre, ovunque, ma la direzione che dava sicurezza era loratorio, la chiesa, la casa di accoglienza della parrocchia. Le porte si aprivano per tutti questi rifugiati. Anche la foresteria del nostro monastero stata adibita a infermeria, piccolo dispensario da campo per le urgenze.... Noi ci siamo messe tutte al lavoro cercando di preparare tutto il necessario. Il medico e gli infermieri dellospedale sono venuti da noi per poter lavorare, perch lospedale non era pi sicuro. In un attimo il volto della missione cambiato...pi di 4000 persone erano arrivate!!!! Non si vedeva pi un pezzetto di spazio. Gli spari con armi pesanti hanno incominciato a farsi sentire e sono durati un bel momento. Erano nella zona del campo militare, non molto lontano da noi. La preghiera era la sola arma che dava forza a tutti... Sono incominciati ad arrivare i feriti, soprattutto bambini che si sono trovati nella zona pericolosa.... grida e pianti non cessavano. Le infermiere facevano il possibile per confortare i bambini... In una stanzetta della nostra infermeria abbiamo accolto una bimba, di nome Divina, di 6 anni circa, molto ferita, hanno cercato di metterle la flebo perch aveva sete.... non gridava, parlava con una vocina che strappava lacrime....Il suo caso era grave, lhanno portata in ospedale per cercare di operarla, ma lei...se n andata in cielo.... A unaltra hanno dovuto amputare un braccio, anche lei piccola.... e cosi altri casi drammatici. In questa situazione di morte, ci sono stati anche degli inni alla vita. La sera di domenica 27 Ottobre una donna bussa al nostro cancello perch oramai sanno che linfermeria da noi. E una donna che deve partorire. La portiamo allinfermeria da campo cio sotto il chiostro allaperto.... Sono le sette di sera e ...dal nostro refettorio dopo poco, sentiamo un vagito: E nata!!!! Allora corriamo tutte a vedere la piccolina appena nata, nata in una circostanza poco favorevole.... ma lei viva. E noi le facciamo festa, la prima bimba che nasce sotto il chiostro di un monastero!!!! Naturalmente abbiamo detto alla mamma di chiamarla Chiara E lei era felice. ( quella che vedete nella foto, due minuti dopo la nascita.....) Larrivo di militari che fanno parte della forza di pace dellAfrica centrale per la protezione dei civili ha rassicurato un po tutti. Si sono installati proprio davanti al nostro monastero. (cos proteggono anche noi...) Da alcuni giorni non si sentono pi gli spari, sembra che la vita sia diventata normale, la gente pi serena, ma non vuole lasciare la missione...hanno paura; corrono voci che non li rassicurano. Nello stesso tempo pi dura la loro permanenza pi c il pericolo di malattie perch con un tale affollamento difficilissimo custodire ligiene. Sono giunti anche alcuni medici senza frontiere per aiutare a curare la gente.

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dai Monasteri
Ogni sera il curato, aiutato dalla gente della parrocchia raduna tutti i bambini nella cattedrale per fare un po di animazione per loro perch si possano distendere e vivere il pi serenamente possibile questo momento difficile. Dal nostro monastero bello sentire i bimbi cantare, gridare, e divertirs ..... In questa situazione di sofferenza stato bello constatare che il punto di riferimento, il luogo che dava sicurezza alla gente, anche ai nostri fratelli musulmani, era la parrocchia. In effetti, proprio il primo giorno quando c stato il fuggi, fuggi...una famiglia musulmana che conosciamo stata la prima a bussare alla porta della nostra cappella per cercare rifugio da noi. Erano in quindici persone con bimbi piccoli. Non sapevano pi come ringraziare per aver loro aperto la nostra casa. Sono rimasti per tre giorni accampati nel nostro parlatorio. Carissime vi ho condiviso un po di ci che stiamo vivendo a Bouar in questi giorni..., non sappiamo che cosa ci aspetta nei prossimi giorni, ma la certezza della presenza del Signore in mezzo a noi ci fa guardare avanti con fiducia perch Lui non abbandona i suoi poveri e quelli che confidano in Lui. Ancora di pi in questa circostanza comprendiamo quanto sia indispensabile la preghiera e labbandono nelle mani buone del Signore Ges. A tutte il nostro grazie per il dono della vostra preghiera incessante, Con affetto e gratitudine sr. M. Letizia e sorelle

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Alcune riflessioni sulla fraternit nel Primo Testamento


LA PEDAGOGIA DI GIUSEPPE Alla luce di queste brevi premesse, che ci ricordano soprattutto con quali interrogativi intendiamo accostarci alla figura di Giuseppe, entriamo ora nel vivo della sua storia. Abbiamo ascoltato una delle pagine culminanti del suo ciclo, quella in cui Giuseppe, ormai divenuto un uomo potente in Egitto, si fa riconoscere dai suoi fratelli, non subito, ma al terzo incontro. Di fatto, per, Giuseppe aveva riconosciuto i suoi fratelli immediatamente, al loro primo incontro, narrato al capitolo 42. L leggiamo, ai vv. 6-7:
6Giuseppe

Relazione di fratel Luca


Monaco di Dumenza

aveva autorit su quella terra e vendeva il grano a tutta la sua popolazione. Perci i fratelli di Giuseppe vennero da lui e gli si prostrarono davanti con la faccia a terra. 7Giuseppe vide i suoi fratelli e li riconobbe, ma fece lestraneo verso di loro, parl duramente e disse: Da dove venite?. Giuseppe, dunque, riconosce i fratelli sin dal primo incontro, ma soltanto al terzo si fa riconoscere da loro. Non pu farlo subito. Se lo avesse fatto al primo incontro, Ruben, Giuda, tutti gli altri avrebbero riconosciuto in lui soltanto Giuseppe, colui che avevano rifiutato e che ora diventato un uomo potente, in grado di saziare la loro fame durante la carestia. Ma Giuseppe non si accontenta di questo riconoscimento. Vuole che lo riconoscano e lo accolgano finalmente come fratello. Per questo motivo, attraverso un graduale e paziente processo di purificazione dei sentimenti e di maturazione spirituale, conduce i fratelli a diventare a loro volta interiormente fratelli. In altri termini, Giuseppe non si limita a perdonare i fratelli per quanto hanno commesso contro di lui. Non desidera soltanto riconciliarsi con loro; mira piuttosto a ritessere la fraternit lacerata. Ruben e gli altri devono essere perci trasformati e restituiti a quella identit vocazionale che non avevano voluto o saputo accogliere. Devono in altri termini tornare, o iniziare a essere finalmente fratelli. E quando si diventa davvero fratelli? Per la Bibbia la risposta chiara, a partire proprio dalla pagina dolorosa di Caino e Abele: si fratelli quando si diventa custodi dellaltro. Quando si sa rispondere alla grande domanda di Dio: dov tuo fratello? LA CONVERSIONE DI GIUDA A questo interrogativo Caino non aveva saputo rispondere, ma ora, nel ciclo di Giuseppe, la risposta sulle labbra di Giuda. Dopo lo stratagemma della coppa nascosta nel sacco di Beniamino (raccontato al capitolo 44) Giuseppe finge di voler punire solamente costui, il fratello pi piccolo, e di rimandare tutti gli altri in pace dal loro padre. A questo punto interviene Giuda, con un discorso molto ampio e bello, che meriterebbe di essere letto nella sua interezza; mi limito a evidenziarne soltanto due versetti, il 32 e il 33:

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aprile 2013
Ome (BS)

SECONDA PARTE

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32il

tuo servo si reso garante del giovinetto presso mio padre dicendogli: Se non te lo ricondurr, sar colpevole verso mio padre per tutta la vita. 33Ora, lascia che il tuo servo rimanga al posto del giovinetto come schiavo del mio signore e il giovinetto torni lass con i suoi fratelli! Giuda si fa custode, o garante di Beniamino, sino al punto di offrire la propria vita in cambio di quella del fratello. Sacrifica se stesso perch laltro viva. Latteggiamento iniziale viene cos capovolto. Giuda e gli altri fratelli avevano sacrificato Giuseppe per poter vivere loro, in quanto vedevano in Giuseppe una minaccia per la loro esistenza, a motivo dei suoi sogni di predominio; ora invece Giuda disposto a sacrificare se stesso perch abbia vita Beniamino e con lui anche lanziano padre Giacobbe. Possiamo quindi osservare questa duplice trasformazione: in primo luogo: Giuda e gli altri, dopo aver messo in pericolo la vita di Giuseppe, adesso si fanno custodi di Beniamino, la cui vita minacciata; in secondo luogo: Giuda e gli altri, dopo non aver esitato a provocare il dolore del padre Giacobbe con la notizia, peraltro falsa, della morte di Giuseppe, ora si preoccupano di non arrecargli ulteriore dolore a motivo di Beniamino. La custodia del fratello e la consapevolezza del padre sono i due atteggiamenti essenziali che fondano la vera fraternit, e grazie alla pedagogia sapiente di Giuseppe ora Giuda diviene capace di entrambi: si fa custode di Beniamino, si preoccupa del dolore del padre anziano.

quello di Giuseppe un perdono, una riconciliazione, capace anche di ricomporre quella giustizia che la violenza dei fratelli aveva infranto
Occorre qui spendere qualche parola in pi su questa che ho definito la pedagogia di Giuseppe, che trasforma e addirittura giunge a capovolgere latteggiamento di Giuda e degli altri fratelli. Dobbiamo notare che quello di Giuseppe un perdono, una riconciliazione, capace anche di ricomporre quella giustizia che la violenza dei fratelli aveva infranto. Giuseppe perdona e riconcilia facendo per giustizia. Dove fare giustizia non significa punire o vendicare il torto subito, ma significa rendere laltro giusto. O in altri termini: condurre laltro a porre latto giusto in una situazione simile a quella in cui, in precedenza, aveva posto un atto ingiusto. ci che Giuseppe realizza proprio attraverso lo stratagemma della coppa. Nascondendo la coppa nel sacco di Beniamino, Giuseppe crea infatti questa situazione critica: pone Giuda e tutti gli altri davanti a Beniamino, che il fratello pi piccolo, il pi debole e il pi amato dal padre Giacobbe, e la cui vita minacciata. In questo modo, Giuda e gli altri vengono a trovarsi con Beniamino in una situazione molto simile a quella in cui si erano trovati di fronte a Giuseppe. Tuttavia, mentre verso Giuseppe avevano agito in modo ingiusto e violento, ora verso Beniamino il loro atteggiamento diverso, completamente trasformato e guarito. Come osserva Robert Alter1, il discorso di Giuda al capitolo 44, di cui ho citato solo un paio di versetti ma che andrebbe meditato nella sua interezza, costituisce un annullamento, punto per punto, sia sul piano morale sia sul piano psicologico, della violenza perpetrata un tempo dai fratelli 4. Questo il perdono che sa unire in s la misericordia e la giustizia, in quanto sa rendere laltro finalmente capace di quellatto giusto di cui in precedenza era stato incapac e. Il perdono di Giuseppe in questo caso esemplare e rivelativo del modo di perdonare tipico di Dio, la cui misericordia non disgiunta dalla giustizia, e la cui giustizia gi tutta inclusa

R. ALTER, Larte della narrativa biblica, Queriniana, Brescia 1990 (= Biblioteca biblica, 4) p. 209.

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dentro la misericordia. In questo modo non solo non si violenti, poich si perdona il torto subito anzich vendicarlo, ma si giunge addirittura a guarire la violenza che c nellaltro. LA CONVERSIONE DI GIUSEPPE La vicenda di Giuseppe ci obbliga per ad aggiungere un altro elemento importante per la nostra riflessione. Ci ricorda infatti che, per giungere a operare questa trasformazione nei fratelli, Giuseppe deve anzitutto vivere un cammino graduale di conversione personale. La trasformazione dei fratelli dentro la trasformazione stessa vissuta da Giuseppe. Il Giuseppe che si fa ri-conoscere al capitolo 45 non pi lo stesso Giuseppe che i fratelli avevano conosciuto al capitolo 37. In questo caso il ri-conoscimento va inteso in senso forte: un conoscere in modo nuovo, non solo perch cambia la percezione soggettiva che abbiamo dellaltro, ma perch oggettivamente cambiato anche laltro. Il ri-conoscimento autentico e pieno quando vi tanto una trasformazione soggettiva dello sguardo, quanto una trasformazione oggettiva di colui che guardiamo. Giuseppe ora un altro uomo. O potremmo dire meglio: finalmente diventato un uomo, mentre prima era soltanto un adolescente un po viziato. Possiamo intuire questa trasformazione di Giuseppe facendo attenzione al tema dei sogni che scandisce tutta la sua vicenda personale. Il ciclo di Giuseppe ci presenta infatti complessivamente tre coppie di sogni, narrati rispettivamente ai capitoli 37, 40 e 41. La prima coppia, al capitolo 37, rappresentata dai sogni che Giuseppe stesso fa, riguardanti il suo destino, nonch il suo rapporto con gli altri fratelli e con gli stessi genitori. Del primo sogno Giuseppe racconta ai fratelli:
7Noi

stavamo legando covoni in mezzo alla campagna, quandecco il mio covone si alz e rest diritto e i vostri covoni si posero attorno e si prostrarono davanti al mio (v. 7). Nel secondo sogno vengono coinvolti anche i genitori:
9Egli

fece ancora un altro sogno e lo narr ai fratelli e disse: Ho fatto ancora un sogno, sentite: il sole, la luna e undici stelle si prostravano davanti a me. 10Lo narr dunque al padre e ai fratelli. Ma il padre lo rimprover e gli disse: Che sogno questo che hai fatto! Dovremo forse venire io, tua madre e i tuoi fratelli a prostrarci fino a terra davanti a te? (vv. 9-10). La seconda coppia di sogni la incontriamo al capitolo 40; sono i sogni del coppiere e del panettiere del faraone, e riguardano il loro destino: fausto per il primo, che sar liberato dal carcere; nefasto per il secondo, che invece verr impiccato. La terza e ultima coppia di sogni la leggiamo al capitolo 41: sono i celebri sogni del faraone, con le sette vacche grasse e le sette magre, e poi le sette spighe piene e le sette vuote. Non commento i sogni, mi limito a osservare un elemento interessante: mentre Giuseppe interpreta i quattro sogni degli altri (del coppiere, del panettiere e i due del faraone) di fatto non interpreta i propri. Li racconta, ai fratelli e al padre, ma senza interpretarli. Possiamo domandarci: non li interpreta perch sono talmente chiari da non avere bisogno di spiegazioni? Oppure, proprio questa mancanza di interpretazione a costituire la colpa di Giuseppe, il suo errore, il segno della sua immaturit, che giunge a provocare la giustificata reazione sdegnata di Giacobbe e degli altri suoi figli? DA UN SOGNO IN PROPRIO AL SOGNO DI DIO Leggiamo nel libro del Siracide: Se non sono una visione inviata dallAltissimo, non permettere che se ne occupi la tua mente (34,6)
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Ci significa che i sogni vanno interpretati per cercare in essi la visione dellAltissimo; vale a dire: il loro senso si manifesta soltanto riconoscendoli come rivelazione del mistero di Dio. Giuseppe, invece, inizialmente attacca il cuore e la mente ai suoi sogni senza interpretarli, senza ricercare in essi la visita dellAltissimo, la sua visione. vero, il loro significato appare chiaro: voi vi prostrerete davanti a me. Cos li comprende Giuseppe, cos li capisce anche Giacobbe. Tuttavia, tutto ci che Giuseppe vivr, passando attraverso il rifiuto, la prova, la prigionia, lumiliazione, tutto lo condurr a capire che questo senso, cos apparentemente chiaro dei suoi sogni, era invece menzognero e ingannevole. Tutta la sua vita lo porter a comprendere in modo diverso, e questa volta secondo la visione dellAltissimo, i suoi sogni. A capire in modo differente ci che prima aveva preteso di comprendere senza interpretare. Certo, il sogno iniziale di Giuseppe sembra alla fine avverarsi. Nel primo incontro con i fratelli, in 42,6, il narratore descrive la scena in questo modo:
6

Giuseppe aveva autorit su quella terra e vendeva il grano a tutta la sua popolazione. Perci i fratelli di Giuseppe vennero da lui e gli si prostrarono davanti con la faccia a terra. La stessa cosa accade al secondo incontro, in 43,26:
26

Quando Giuseppe arriv a casa, gli presentarono il dono che avevano con s, e si prostrarono davanti a lui con la faccia a terra. Ma nel terzo incontro, quando la fraternit finalmente riconciliata e riconosciuta, non c pi nessuna prostrazione. Giuda e i suoi fratelli hanno appena affermato di essere disposti a diventare schiavi di Giuseppe per custodire la vita di Beniamino, cos da non aggiungere altro dolore al dolore del padre Giacobbe, ma ora Giuseppe a non permettere che si prostrino

quando la fraternit finalmente riconciliata

e riconosciuta, non c pi nessuna prostrazione


davanti a lui; al contrario, al v. 4 dice loro: Avvicinatevi a me!, e al v. 15 baci tutti i fratelli e pianse. Non c la prostrazione, ma il bacio, labbraccio. Latteggiamento di Giuseppe diventa ancora pi chiaro al capitolo 50, quando leggiamo la conclusione dellintera storia. Dopo la morte di Giacobbe, i fratelli non si fidano pi di Giuseppe, temono che, morto il padre, il suo atteggiamento possa cambiare nei loro confronti. Perci, al v. 18 i suoi fratelli andarono e si gettarono a terra davanti a lui e dissero: Eccoci tuoi schiavi!. 19Ma Giuseppe disse loro: Non temete. Tengo io forse il posto di Dio? 20Se voi avevate tramato del male contro di me, Dio ha pensato di farlo servire a un bene, per compiere quello che oggi si avvera: far vivere un popolo numeroso. 21Dunque non temete, io provveder al sostentamento per voi e per i vostri bambini. Cos li consol parlando al loro cuore (50,18-21). Da sottolineare questo verbo avverarsi: Dio, attraversando insieme a Giuseppe il male e volgendolo in bene, compie quello che oggi si avvera. Ora, in questo momento, il sogno iniziale di Giuseppe si avvera, ma in modo del tutto diverso rispetto alla sua attesa iniziale. Se Giuseppe aveva potuto comprendere il suo sogno nel senso di un predominio, ora giunge a interpretarlo nel senso di un servizio. Ai fratelli che gli dicono siamo tuoi schiavi, Giuseppe replica io non tengo il posto di Dio, e soltanto a Dio ci si prostra. Se Dio mi ha innalzato dal luogo nel quale voi mi avevate umiliato, perch io vivessi questo servizio verso di voi: darvi da mangiare nel tempo della carestia e cos far vivere un popolo numeroso. Il sogno di Giuseppe si avvera, ma si avvera nel momento in cui Giuseppe diviene capace di interpretarlo in modo diverso, e pu interpretare il sogno perch ora sa dare un senso a tutta la sua vicenda storica, riconoscendo in essa, soprattutto nella violenza e nellingiustizia che ha subito, la presenza di un Dio che ha saputo trarre persino dal male un

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bene. I sogni, affermava il Siracide, occorre interpretarli e accoglierli come visita di Dio, e allora, interpretandoli in questo modo, si giunge a capire che tutta la vita tempo e luogo in cui Dio ci visita. E visitandoci, ci chiama a conversione; chiama a conversione anche le nostre attese e le nostre speranze, i nostri sogni. Converte il male in bene, ma converte anzitutto il cuore delluomo: da un sogno pensato per se stesso voi vi prostrerete davanti a me Giuseppe deve convertirsi a un sogno pensato per gli altri io vi servir perch voi possiate vivere nel tempo della carestia e attraverso di voi possa vivere un popolo numeroso. Il covone messo al centro degli altri non stava a significare che egli avrebbe dominato sui suo fratelli, ma che essi si sarebbero riuniti attorno a Giuseppe per ricevere da lui pane e vita. LA SAPIENZA SCESE CON LUI Giuseppe, dunque, aveva un sogno da vivere e inizialmente aveva creduto di dover spendere la propria vita alla luce di quel sogno, che era un sogno di grandezza, di predominio. Il sogno di un innalzamento che di fatto ha lacerato la fraternit. Poi giunge a capire che doveva interpretare il suo sogno in modo diverso, alla luce della visione di Dio e della sua visita. E la visita di Dio lo conduce anzitutto nella spoliazione, nellabbassamento, nellumiliazione, nella prova. Da l comprender che il suo sogno doveva essere vissuto non per s, ma per gli altri. Commentando la storia di Giuseppe, il libro della Sapienza afferma:
13Ella

[la Sapienza] non abbandon il giusto venduto, ma lo liber dal peccato. 14Scese con lui nella prigione, non lo abbandon mentre era in catene (10,13-14). La Sapienza scende con Giuseppe in prigione. Questo significa anzitutto che Dio non abbandona Giuseppe nella prova; ma significa anche che proprio in questa discesa nella prova che Giuseppe incontro la Sapienza e diventa sapiente. Pu allora interpretare non solo i sogni degli altri, ma anche i propri, accogliendo in essi il sogno stesso di Dio, che trae il bene dal male, che sceglie proprio colui che altri hanno scartato. Nella tradizione rabbinica si legge questo detto, a commento di un versetto del salmo 34 (33): Se un uomo usa vasi rotti una disgrazia, ma per Dio le cose stanno altrimenti; infatti, tutti i suoi servi sono vasi rotti, vicino il Signore a chi ha il cuore spezzato, salva lo spirito piagato (Sal 34,19).

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FilmiAmo

SACRO GRA
Grande Raccordo Anulare di Roma: una lingua dasfalto lunga quasi 70 chilometri racchiude la citt eterna le cui immortali bellezze sono al centro di questo vasto territorio circolare: lontane. Nei pressi del GRA c unaltra Roma, unaltra aria, unaltra vita. Siamo oltre la periferia, in uno spazio dove la natura e gli uomini lottano per non essere cementificati e sopravvivere ai gas di scarico degli automezzi. Qui vivono persone che sembrano uscite da una surreale sceneggiatura cinematografica e invece sono reali, vere nella loro esistenza dura, isolata, incrostata. Dove la sacralit del GRA? Forse nei volti di uomini e donne che abitano questo luogo metafisico. Lultimo documentario di Gianfranco Rosi una sorpresa. Perch ha vinto il Leone doro allultima Mostra Internazionale dArte Cinematografica di Venezia dopo 15 anni dallultimo italiano, Gianni Amelio con Cos ridevano -. Perch pi di un documentario: ha la capacit magnetica di affascinare propria delle storie cinematografiche che vengono scritte per ammaliare il pubblico. Perch la forza, a volte violenta a volte poetica delle immagini, scava nellanimo dello spettatore. E tutto questo filmando la vita non di personaggi elaborati tramite una astuta sceneggiatura, ma seguendo persone che vivono nei pressi del Grande Raccordo Anulare di Roma. Persone ai limiti: del centro urbano e di una pseudo civilt perbenista; del calore umano che qui nel deserto relazionale ridotto a una fiammella. In un intreccio di frammenti di esistenze tanto povere e reali da sembrare surreali, il regista mostra un pescatore di anguille con una sapienza primordiale, prostitute logorate dalla strada, giovani cubiste che perpetuano modelli televisivi, nobili decaduti, donne sole, principi carnevaleschi che vivono in grotteschi palazzi, un palmologo che cerca di debellare un infestante parassita da alcune palme, un operatore sanitario che presta soccorso in ambulanza e accudisce la madre ormai anziana e non pi cosciente. E salendo in ambulanza con questultimo, mentre svolge il suo servizio, che lo spettatore vede da dentro il GRA, altrimenti osservato a distanza attraverso inquadrature suggestive. La macchina da presa spesso incollata ai personaggi, li scruta, mai frontalmente ma di lato, su piani inclinati. Cos vicina che quasi si sente il respiro, lodore di questa umanit. In altre sequenze, invece, con quadri panoramici rivela spazi ampi, distese di natura attraversate dal GRA come una cicatrice sulla terra ferita. Questi uomini e donne lottano per sopravvivere. Sembrano prigionieri del GRA, della roboante civilt automatizzata, richiusi in un mondo quasi dimenticato, arcaico o forse profetico: che ritorna a fare i conti con i dolori, la fatica di stare al mondo oggi e che mantiene un minimo

Scheda a cura di

fr. Davide Sironi

Sacro GRA
di Gianfranco Rosi

Documentario durata 107 min. Italia 2013

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di dignit. Chi si muove sul GRA sembra percorrere la strada della vita vera: quella della dinamicit affaristica, della produzione economica, del lavoro prima di tutto, quella della vita tecnicista idolatrata che diviene mito, che ha le sue leggi, i suoi rituali, la sua sacralit. Un totem da adorare, desiderare. Pur nella sospensione della narrazione a favore dellincastro delle vite dei personaggi, di un andamento lento e piano che forse pu annoiare qualcuno, ma che sembra necessario per ascoltare ci che si sta guardando questo documentario unopera attuale, con una personalit costruita dallocchio del regista che nelle sue inquadrature gi interpreta e sembra sussurrare lo spirito che abita la storia e con cui penetrarla. Il titolo evocativo e rivelativo: si sta realizzando una sostituzione di simboli, di ci che considerato sacro. Si alla ricerca di un nuovo Graal: quello della civilt postmoderna iperattiva che ha fatto della frenetica velocit, dellandare sempre altrove, del correre per esserci, della strada asfaltata, il proprio mito. Un mito da ricercare e avere, il simbolo dellessere dinamici, dellessere in contatto con il mondo, ma questa relazionalit impossibile quando si richiusi nelle proprie scatole metalliche imprigionate nel traffico. Il Graal, mezzo di comunione, rimane altro. Questo documentario ci mostra che c una sacralit che resiste: quella della vita umana, che rimane viva anche nelle condizioni esistenziali desolanti. Le palme crescono ancora, inspiegabilmente, nella periferia romana, come corpi mistici da curare e difendere dalle larve che silenziosamente e invisibilmente le stanno svuotando. Occorre ascoltare attentamente, dedicarci del tempo per accorgersi della devastante azione di questi parassiti: il rumore della loro voracit non diverso da quello che si sente nei ristoranti del centro di Roma. C una sacralit da riscoprire e vivere.

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NOTIZIE di CASA
OTTOBRE 2013
Professano solennemente fr. Celestino Pagani, fr. Enzo Imbimbo e fr. Enrico Russotto, assieme a fr. Franco Drigo e fr. Alessio Delle Cave (Provincia Veneta) e fr. Sandro Audagna (Provincia Piemontese). Si riunisce lannuale Assemblea COMPI. Viene eletto il nuovo Consiglio di presidenza (fr. Sabino Iannuzzi, presidente; fr. Antonio Scabio, vicepresidente; fr. Agostino Esposito e fr. Carlo Serri, consiglieri). I Guardiani del Nord Italia si riuniscono per lannuale Incontro di FoPe interprovinciale. Il giorno 16 ha luogo il II Congresso definitoriale, per loccasione allargato, nella prima parte, ai Guardiani. Si celebrano nella Chiesa parrocchiale i funerali della sig.ra Giuseppina Sandrinelli, sorella di fr. Valeriano. Nellambito Invito alla Bibbia la compagnia teatrale Carlo Rivolta presenta la sacra rappresentazione Cantico dei Cantici, con Anastasie Musumary e Davide Grioni. Il Vescovo di Trento, mons. Luigi Bressan, ordina presbitero fr. Michele Passamani, di Caldonazzo, che ha vissuto lanno di postulato a Cermenate e ora nella fraternit interprovinciale di Arco di Trento. Lauditorium del Comune viene intitolato a fr. Arcangelo Zucchi. Nelloccasione presentato il libro, redatto da fr. Andrea Bizzozero, sulla vita di fr. Arcangelo. Fr. Almiro Modonesi, Vicario provinciale, partecipa allannuale Assemblea UFME in vece del Ministro provinciale. Presso la Cappella dellUniversit Cattolica di Milano, alla presenza del Ministro provinciale e dellAssistente ecclesiastico centrale, si celebra la s. Messa di saluto e di ringraziamento a fr. Luigi Cavagna per il servizio di Rettore della cappellania, svolto con dedizione per 7 anni, e per linterim come Assistente ecclesiastico centrale assunto alla morte di mons. Lanza. Nella chiesa del Sacro Cuore viene festeggiato con una solenne concelebrazione il 70 di professione di fr. Giorgio Rizzieri.

A cura di fr. Enzo Pellegatta

5Verona S. Bernardino 07 - 11 Assisi (PG) 14 - 16 Castelletto di Brenzone (VR) 15 Bogno di Besozzo (VA) 17 Monza Santuario delle Grazie 19 Caldonazzo (TN) 20 Cermenate (CO) 21-26 Roma 25 Milano

27 Busto Arsizio (VA)

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Si tiene lannuale Incontro inter-religioso Nello Spirito di Assisi con una Tavola rotonda sul tema Pace nelle periferie dellesistenza. Intervengono relatori delle grandi religioni presenti a Milano. Presso la Pontificia Universit Antonianum fr. Giampaolo Possenti partecipa in rappresentanza della Provincia al Convegno della Commissione Fedelt e Perseveranza. Presso la Fondazione Terra Santa viene presentato dallautrice Chiara Frugoni il libro Francesco e le terre dei non cristiani. Lincontro introdotto da fr. Paolo Canali.

27 Milano S. Angelo 29 Roma 30 Milano Via Gherardini

NOVEMBRE 2013
Si celebra la Festa della Provincia, una bella giornata con numerosa partecipazione dei frati, con un interessante intervento di fr. Antonio Scabio e una celebrazione eucaristica con il rinnovo della forma di vita evangelica. Hanno riscosso apprezzamento la proiezione delle foto di archivio e i regali costituiti da un crocifisso modellato da fr. Nazareno Panzeri. Nel locale Convento si incontrano gli operatori della PG e della CPV dei frati minori del Nord Italia. Nella chiesa del Sacro Cuore mons. Giampaolo Citterio, Vicario episcopale della zona di Rho, presiede la concelebrazione per linizio del ministero parrocchiale di fr. Pasquale Ghezzi. Nel Monastero di s. Chiara il Definitorio si riunisce per il suo III Congresso. NellInfermeria provinciale, dove era da qualche tempo ricoverato, torna alla Casa del Padre fr. Arcangelo Romerio, della Provincia piemontese. I funerali vengono celebrati lindomani nella chiesa del Convento di Monte Mesma, dove fr. Arcangelo ha vissuto molti anni. Nella chiesa parrocchiale si celebrano i funerali della sig.ra Francesca Loda, di anni 96, mamma di fr. Alberto Tosini, Visitatore generale per la nostra Provincia in occasione dellultimo Capitolo elettivo. Nel 6 anniversario della scomparsa viene ricordato fr. Simpliciano Olgiati, educatore francescano per 40 anni al Franciscanum-Luzzago. La sera del 29, nella chiesa di s.Afra in s. Eufemia viene eseguita la Messa di Requiem di Giuseppe Verdi, con il Coro Lirico Aurea Parma e lOrchestra Sinfonica Carlo Coccia di Novara e la direzione di fr. Renato Beretta. 04 Sabbioncello(LC)

05 - 06 Rezzato (BS) 09Busto Arsizio (VA) 12 Milano 14 Sabbioncello di Merate (LC) 18 Leno (BS)

29 - 30 Brescia

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Nel pomeriggio del 30, nella Sala di Ercole del Liceo Luzzago, lattivit educativa e di studio di Padre Simplicio viene ricordata da alcuni amici ed ex allievi. Alle 19.00, nella chiesa di s. Gaetano, il Ministro provinciale fr. Francesco Bravi presiede la Messa di suffragio. Si svolge lIncontro Under 5 del Nord Italia, partecipato da una ventina di frati e animato dal responsabile interprovinciale fr. Enzo Maggioni.

29 - 30 Brescia

30 Lonigo

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