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LEZIONE UNO

I suoni del Quenya. Pronuncia ed accentazione.


CONSIDERAZIONI GENERALI Il Quenya come entit effettiva nel nostro proprio mondo esiste primariamente come un linguaggio scritto: gli entusiasti del Quenya hanno la tendenza ad essere ampiamente sparpagliati e devono generalmente condividere le loro composizioni soltanto mediante qualche medium scritto (invero dovrei normalmente riferirmi agli utilizzatori del Quenya come "scrittori" piuttosto che "parlatori"). Nondimeno ogni studente dovre!!e ovviamente conoscere quale pronuncia "ol#ien immaginava pre quanto le sue intenzioni possano essere approssimate ora. $sistono !en poche registrazioni dello stesso "ol#ien che legge testi Quenya. In una tarda intervista "% "ol#ien stila e pronuncia il saluto elen s la l!"enn# o"entiel$o. &i' notevolmente egli effettu( due differenti registrazioni di Namri (cantato e recitato). )a versione recitata * anche disponi!ile in rete: http:++,,,.salon.com+audio+-...+/.+.0+tol#ien1elvish+inde2.html (sotto "&oem in $lvish"). &oche linee di tale versione di Namri differiscono dalle loro controparti 3d4: la versione registrata ha inyar !n%ti nar $e r&"ar aldaron + inyar $e lint' yul"ar $&nier invece di y(ni !n%ti"' $e r&"ar aldaron) + y(ni $e lint' yuldar (a)$&nier come in 3d4. )a registrazione fu eseguita prima che il li!ro fosse pu!!licato (e perci( prima delle revisioni finali). $siste anche una registrazione molto pi' tarda col medesimo testo del li!ro. Non l5ho mai udita cos6 non posso commentare ulteriormente. )e assai poche registrazioni esitenti sono interessanti ma non sono la nostra fonte primaria di informazione. )a maggior parte di quello che sappiamo circa la pronuncia Quenya * !asato sulle note scritte di "ol#ien su come i suoi linguaggi dovre!!ero essere pronunciati predominantemente le informazioni fornite in 3d4 4ppendice $. (Invero l5effettiva pronuncia di "ol#ien nelle registrazioni non * proprio sempre inappunta!ile secondo le sue proprie descrizioni tecniche ma in fin dei conti egli non era un madrelingua Quenya.) 7gni linguaggio naturale ha una fonologia un insieme di regole che definiscono quali suoni sono usati come essi variano e si comportano e come essi possono essere com!inati. 8i( vale anche per ogni linguaggio inventato !en fatto. Il Quenya con estrema certezza non * un arrocchettato

guazza!uglio di suoni9 "ol#ien costru6 meticolosamente la sua fonologia : sia come un5entit che si evolve (il classico Quenya gradualmente sviluppandosi dall5$lfico &rimordiale) sia come una forma "fissata" (definendo la sorta di Quenya che era usata come un linguaggio sapienziale e cerimoniale nella "erra di ;ezzo). "ol#ien fece osservare a &engolodh il saggio di <ondolin che le lingue $lfiche tendevano ad utilizzare relativamente pochi suoni : "poich= gli $ldar essendo capaci nell5arte non sono n= smodati n= prodighi per piccoli propositi ammirando in una lingua piuttosto il competente ed armonioso uso di pochi suoni !en !ilanciati che non profusioni mal ordinate" (&;:>?@). Nessuno dei suoni usati in Quenya * particolarmente esotico da un punto di vista europeo ma essi sono com!inati in una maniera squisitamente sistematica. 8omparati all5$lfico di "ol#ien molti linguaggi "reali" invero appaiono piuttosto sciatti. *ER+INI DI ,ASE ;ettiamo a posto alcuni termini di !ase (persone con preparazione linguistica non necessitano di dedicare molto tempo a questa sezione). I suoni d5ogni linguaggio possono essere divisi in due ampie categorie vocali e consonanti. )e vocali sono suoni emessi lasciando passare il flusso d5aria "li!eramente" attraverso la !occa: differenti vocali sono prodotte modificando la posizione della lingua e delle la!!ra ma il flusso d5aria non * direttamente ostruito. 3e si prolungano le varie vocali pronunciando aaaaa... oppure eeeee... oppure ooooo... * facile sentire come i flussi d5aria non sono ostacolati attraverso la !occa: ognuno configura meramente la lingua e le la!!ra a "foggiare" il suono desiderato. )e vocali possono essere pi' o meno "aperte" oppure "chiuse": avete solo di che osservare la posizione della lingua e della mandi!ola quando pronunciate aaa-... contrapposta alla posizione quando pronunciate oooo-... per comprendere cosa si intende con ci(. )a vocale a (come nell5inglese part) * la pi' aperta mentre la vocale u (come nell5inglese rude) * la pi' chiusa. )e altre vocali ricadono fra queste due. )e vocali possono anche essere pi' o meno "arrotondate" principalmente dipendendo dalla posizione delle la!!ra9 la vocale u (come gi descritto) * detta essere arrotondata in quanto * pronunciata con le la!!ra che protrudono. Ana vocale come la o (come nell5inglese sore) * effettivamente pronunciata pi' come la a di part ma la o * arrotondata e la a non lo = : rendendo le vocali udi!ilmente distinte. Quando si pronunciano le vocali il flusso d5aria * soltanto modificato (per mezzo di espedienti come quelli giusto descritti). $sso non * mai effettivamente "intralciato". Nel caso delle consonanti l5aria * comunque ostruita pi' attivamente. &ertanto "ol#ien pu( informarci che un primevo

termine $lfico per consonante era ta.ta ten/0' o solo ta.ta che significa "elemento ostacolato" oppure "ostacolato" (%">?:B). Nei casi pi' "estremi" il flusso d5aria pu( pure essere completamente arrestato per un momento: ci( * facilmente percepito nel caso di una consonante come la . la quale * pronunciata portanto le la!!ra in contatto momentaneamente sospendendo il flusso d5aria dai polmoni e consentento che la pressione si accumuli entro la !occa. Quindi le la!!ra sono improvvisamente rilasciate li!erando l5aria in una piccola esplosione : e tale esplosione costituisce una .. "ali consonanti esplosive includono t . 1 e le loro controparti d 2 / (sc. la / dura come in gold non come in gin). $sse sono tutte formate arrestando e quindi improvvisamente rilasciando l5aria in varie zone nella !occa. Invece di interrompere l5aria completamente si pu( anche lasciarla "si!ilare attraverso" una piccola apertura come quando la 3 * pronunciata forzando l5aria in fuori tra il la!!ro inferiore ed i denti superiori9 tali "frizioni" sonore sono denominate fricative (oppure spiranti) e comprendono consonanti come 3 t- $. ;a vi sono altre opzioni su come manipolare il flusso d5aria tali come reinstradarla attraverso il naso a produrre consonanti nasali come n o ". 4nche il concetto di sonorizzazione deve essere compreso. <li umani (e sem!rere!!e gli $lfi) vengono al mondo con una specie di dispositivo ronzante installato nelle loro gole vale a dire le corde vocali. Cacendo vi!rare le corde vocali si pu( aggiungere "voce" al flusso d5aria prima che entri negli organi della parola veri e propri. )a presenza o carenza di tale sonorizzazione * quel che distingue suoni come $ vs. 3. 3e si prolunga un suono come 3333... ed improvvisamente si volge invece in $$$$... si sentir il "cicalino" in gola scalciare (porre un dito sulla propria glottide : quel che negli uomini * chiamato "pomo d54damo" meno protu!erante nelle donne : ed effettivamente sentite la vi!razione delle corde vocali). In linea di principio l5espediente della sonorizzazione dovre!!e essere usato per raddoppiare il numero dei suoni che siamo in grado di produrre dacch= potre!!ero essere tutti pronunciati o con vi!razione nelle corde vocali (come suoni fonici) oppure senza tale vi!razione (come suoni afoni). In pratica per la maggior parte i suoni dell5idioma non appaiono nelle versioni afone. ;olti suoni sare!!ero a malapena percepi!ili senza la sonorizzazione (la n per esempio sare!!e ridotta a poco pi' di un de!ole s!uffo). Normalmente tutte le vocali sono pure foniche certamente cos6 in Quenya (se!!ene in <iapponese le vocali possono perdere la loro sonorizzazione in certe condizioni am!ientali). ;a ho gi riferito di d 2 / come delle "controparti" di t . 19 esse sono controparti nel senso che le prime sono foniche e le seconde no. An tratto caratteristico del Quenya (almeno del dialetto Noldorin) * l5assai limitata distri!uzione delle esplosive foniche d 2 /9 esse

occorrono solamente nel mezzo dei voca!oli e quindi soltanto come parte dei gruppi consonantici nd+ld+rd "2 ed n/. 4lcuni oratori pronunciano anche l2 invece di l$. (8on ogni possi!ilit "ol#ien immagin( differenti regole per il poveramente attestato dialetto Vanyarin del Quenya: il Silmarillion riferisce di un lamento chiamato Aldud(ni' opera di un $lfo %anyarin9 tale voca!olo ha sconcertato i ricercatori dacch= la mediale d occorre in una posizione che sare!!e affatto impossi!ile nel Quenya Noldorin.) Sillabe: costituite vocali e consonanti l5idioma non * un indifferenziata esplosione di suoni. &iuttosto esso * percepito come organizzato in unit ritmiche chiamate sillabe. I pi' !revi voca!oli possi!ili sono necessariamente monosillabici avendo soltanto una silla!a : come l5italiano da oppure il suo equivalente Quenya -o. %oca!oli di pi' di una silla!a i polisillabici formano pi' lunghe sequele di "!attute" ritmiche. An voca!olo come svelto ha due silla!e (svel-to) un voca!olo come stupendo ne ha tre (stu-pen-do) un voca!olo come geografia ne ha quattro (ge-o-grafia) e cos6 via : se!!ene ovviamente non possiamo andare troppo oltre prima che i voca!oli siano percepiti come impratica!ilmente lunghi e difficili da pronunciare. 4lcuni linguaggi orientali come il %ietnamita mostrano una grande preferenza per i voca!oli monosilla!ici. ma come * evidente dagli esempi gi citati i linguaggi $uropei spesso impiegano voca!oli pi' lunghi ed il Quenya di "ol#ien fa un esteso uso di parole che riempiono la !occa (come il Cinnico). 8onsiderare voca!oli come Ainulindal' oppure Sil"arillion (cinque silla!e: ai4nu4lin4da4l' sil4"a4 ril4li4on). An voca!olo Quenya invaria!ile tipicamente ha due o tre silla!e e tale numero * spesso incrementato dall5aggiunta di desinenze flessionali oppure da composizioni. I SUONI DEL QUEN5A In Quenya le vocali di !ase sono a e i o u (corte e lunghe). $sse possono anche essere com!inate in dittonghi gruppi di due vocali elementari pronunciate assieme come una silla!a: vi sono tre dittonghi in :i (ai oi ui) e tre in :u (au eu iu se!!ene i dittonghi eu ed iu siano alquanto rari). )e consonanti del Quenya della "erza $ra possono essere elencate come c (D 1) d 3 / /0 - -y -0 l ly " n n0 ny . 6u r ry s t ty $ y e 0 (tale elencazione non * per intero priva di controversia9 il sistema consonantico del Quenya pu( essere plausi!ilmente analizzato in pi' di un modo). In scrittura $lfica anche l5ortografia Tengwar appoggia la distinzione tra alcune consonanti che nella "erza $ra erano giunte ad essere pronunciate similmente e pertanto completamente fuse (7 fondendosi con s mentre

l5iniziale 8 cadde assieme alla n : vedere la discussione sulle convenzioni di silla!azione). Nella trascrizione e compitazione impiegata in questo corso la presenza antecedente di distinte consonanti "perdute" * riflessa in due casi soltanto: -l ed -r che erano originariamente le afone l ed r ma pi' tardi si fusero con le normali l r (e non sono pertanto incluse nella lista delle consonanti Quenya della "erza $ra sopra). Quindi compiteremo diciamo -r $' ("inverno") in tal modo a dispetto del fatto che "ol#ien immagin( la tipica pronuncia della "erza $ra come semplicemente "rEvF" (con una normale r). Quantunque le consonanti -y /0 -0 ly n0 ny ry ty e 6u (ed -r -l) de!!ano qui essere scritte come due lettere (come digrafi) esse dovre!!ero evidentemente essere prese come suoni unitari: la loro pronuncia sar discussa con maggior dovizia di particolari in !asso. I digrafi in :0 rappresentano consonanti labializzate mentre i digrafi in :y stanno per consonanti palatalizzate9 di nuovo vedere sotto per ulteriori discussioni su tali termini. Govre!!e essere compreso che 6u * semplicemente una maniera estetica di compitare quel che sare!!e per altri versi rappresentato come c0 (molte persone converranno che Quenya pare meglio che C0enya) cos6 6u come n0 * una consonante la!ializzata. 8onteggiando le silla!e si deve rammentare che non vi * un5effettiva vocale u in 6u9 la "u" qui sta per 0. An voca!olo come al6ua ("cigno") quindi ha soltanto due silla!e: al46ua (D al4 c0a). Non si deve pensare ad "al:qu:a" e concludere che vi siano effettivamente tre silla!e. In scrittura "eng,ar 6u * denotato da una singola lettera e nella maggior parte delle fonti antecedenti anche "ol#ien us( la singola lettera 6 a rappresentarlo. Doppie consonanti alcune consonanti occorrono anche in versioni lunghe o doppie9 le consonanti doppie vs. singole possono essere comparate alle vocali lunghe vs. corte. I casi "ovvi" sc. le doppie consonanti direttamente rappresentate in ortografia sono cc ll "" nn .. rr ss and tt (e.g. ecco "spiedo" colla "manto" la""a "suono" anna "dono" la..a "orlo di tunica" yarra: "ringhiare" ess' "nome" atta "due"). Il gruppo .. * assai raro attestato solamente in materiale che predata di gran lunga 3d4. Nella Nota sulla !ronuncia posta in appendice al Silmarillion 8hristopher "ol#ien annot(: ")e consonanti doppie vanno pronunciate come tali con un certo stacco fra l5una e l5altra cos6 "avanna ha la n lunga avverti!ile nell5inglese unnamed pen#nife non gi della n !reve ad esempio in unaimed penny." %oca!oli come tana "quello" vs. tanna "segno" tyel' "cessare" vs. tyell' "graduare" ata "nuovamente" vs. atta "due" dovre!!ero udi!ilmente distinti. : H possi!ile che anche alcune delle consonanti scritte come digrafi de!!ano essere contate come doppie consonanti quando

occorrono tra due vocali9 e.g. ny D lunga oppure doppia n palatalizzata (di pi' in !asso). $ruppi di consonanti %vs& singole consonanti' * difficile pronunciare molte consonanti sequenziali cos6 i linguaggi generalmente si limitano a gruppi relativamente piccoli (o "insiemi") di consonanti. Il voca!olo pi' tipico pressappoco per ogni linguaggio * una serie di vocali e consonanti (singole o relativamente !revi insiemi di consonanti) alternate : il "nocciolo" di ciascuna silla!a essendo usualmente una vocale. Il Quenya di "ol#ien non fa eccezione9 tale linguaggio effettivamente ha regole alquanto restrittive per come consonanti e vocali possono essere com!inate in silla!e e voca!oli pi' lunghi. $ppure i gruppi di consonanti sono affatto comuni ma non sono distri!uiti cos6 "li!eramente" come in inglese. ;entre l5inglese l5italiano e quanto a ci( il 3indarin consentono gruppi di consonanti all5inizio dei voca!oli il Quenya non lo fa (3G:I/B:I/@). An voca!olo come strillo cominciando con un gruppo di non meno Jma neppure di pi' N.d.".K di tre consonanti sare!!e proprio impossi!ile in Quenya. "ol#ien not( che il nome che i "Loses" o uomini 3elvaggi davano a se stessi Drughu fu adattato in Quenya come R! (A":>@0). Il Quenya non poteva preservare il gruppo iniziale dr: dell5originale forma di tale voca!olo:prestito (pure a parte il fatto che il Quenya non poteva avere la d in questa posizione). Il Quenya permette un limitato numero di gruppi di consonanti medialmente fra due vocali nel mezzo dei voca!oli9 tra gli insiemi "frequenti" o "favoriti" "ol#ien cit( ld "2 ". nc nd n/ n/0 n6u nt .s ts ed 9 (per cs). &erci( a!!iamo tipici voca!oli in stile Quenya tali come Elda "$lfo" la"2' "lingua" tu".o "altura" ranco "!raccio" etc. (inalmente alla fine dei voca!oli soltanto cinque singole consonanti possono occorrere: :l :n :r :s oppure :t sono permesse in tale posizione ()ettere:I-09 comunque la maggior parte dei voca!oli Quenya termina in una vocale). $ruppi di consonanti o doppie consonanti non si trovano normalmente alla fine dei voca!oli se!!ene essi possano occorrere se una vocale finale decade (* elisa) in quanto il voca!olo successivo inizia nella vocale medesima oppure in una simile. &erci( in 3d4 a!!iamo una nn "finale" nella frase l!"enn# o"entiel$o ("sull5ora del nostro incontro") ma soltanto perch= questo * ridotto da l!"enna o"entiel$o (tale forma piena occorrendo in LM:>NB ed in )ettere:I-I). Il solo gruppo genuino di consonanti che occorre alla fine di un voca!olo sem!ra essere nt usato come specifica desinenza grammaticale (duale dativo come discusso in lezioni successive) : e.g. ciryant "per una coppia di navi" formato da cirya "nave". I primissimi esperimenti "Qenya" di "ol#ien come registrato nel )essico Qenya del /?/0 erano pi' li!erali in tale aspetto. Il "Qenya" permetteva pi' consonanti finali e pure gruppi di

consonanti finali ma per come il Quenya in stile 3d4 si evolvette nelle di note "ol#ien Jsi pu( dedurre che N.d.".K egli diede un giro di vite alla fonologia. &erci( diede al linguaggio un sapore pi' chiaramente definito. PRONUNCIA Vocali le vocali Quenya sono pure. &er le persone che vogliono pronunciare le vocali $lfiche con un certo qual grado di accuratezza "ol#ien raccomand( le vocali Italiane come un modello (come fece Oamenhof per l5$speranto per inciso Jun timido tentativo di rivincita della lingua di GanteP 3e non altro vi * la conferma che nel presente tentativo di tesaurizzare documentazione in italiano percorriamo una strada che pro!a!ilmente il &rofessore non avre!!e scoraggiato a priori N.d.".K). I locutori inglesi hanno un5inveterata a!itudine a sfumare molte vocali specialmente quando non sono pienamente toniche9 perci( in un voca!olo come banana * soltanto la 4 media che tipicamente risulta come un suono "proprio" 4. )e altre due 4 che non sono toniche sono fatte tipicamente risuonare come un5offuscata oscura "riduzione vocalica" che i linguisti chiamano scev* (da un termine $!raico per nullaggine9 i li!ri di testo inglesi talvolta preferiscono la grafia "sh,a"). ;a in Quenya tutte le vocali in tutte le posizioni devono essere chiaramente e distintamente pronunciate9 ogni tendenza a "sfumarle" deve essere fortemente avversata. 8ome rammentiamo il Quenya ha sia vocali lunghe che corte le lunghe essendo marcate con un accento: & ( % ! vs. le corte a e o u i. %ocali lunghe e corte devono essere sceverate e pronunciate chiaramente distinte. "alvolta la lunghezza delle vocali * la sola cosa che rende distinti voca!oli per altri versi similari: per esempio cu con una u corta significa "colom!a" laddove c! con una ! lunga significa "mezzaluna". )a & lunga pu( essere sonorizzata come nell5inglese father: "& "mano" n&r' "fiamma" 6u&co "corvo". "uttavia l5inglese non ha alcunch= corrispondente alla a corta del Quenya. H assolutamente necessario esserne padroni poich= la a corta * di gran lunga la pi' comune delle vocali Quenya. "ol#ien not( che essa dovre!!e essere pi' "aperta" della & lunga. 8i( che vogliamo * una vocale che dal suo suono (o +ualit*) sia circa a mezza via fra le a dell5inglese father e dell5inglese cat : ma quanto alla sua lunghezza (o +uantit*) dovre!!e a tutti i costi essere corta come in quest5ultimo voca!olo. )a vocale udita nello 3pagnolo padre lo sar. I locutori di inglese possono pronunciare con chiarezza una a corta isolando la prima parte del dittongo ai come in aisle.
N7"4: se avete il film originale Star ,ars a portata di mano ascoltate accuratamente quando Qarrison Cord appare per la prima volta dopo circa I0 minuti e si presenta come "Qan 3olo": Cord effettivamente produce una !ella a corta in stile Quenya in "Qan" facendo suonare tale silla!a come dovre!!e essere nei

voca!oli Quenya (e.g. -anu "un maschio" oppure -anda "intelligente"). ;a pi' tardi nel film S, la vocale di "Qan" * usualmente pronunciata come nell5inglese cat precisamente la vocale da evitare in Quenya. )a coerenza linguistica non fu mai la ahem forza di Star ,ars9 provate a contare quante differenti pronunzie di ")eia" uditeR &er inciso rammentate Endor la verde luna ove <eorge )ucas pose i suoi orsacchiotti reinventati nel terzo filmP Indovinate qual * il voca!olo Quenya per ""erra di ;ezzo"R )ucas dovre!!e sicuramente dire che la sua intenzione era di pagare tributo a "ol#ien... 4<<I7SN4;$N"7: 7ra che )a -ompagnia dell./nello di &eter Mac#son * apparso posso citare pure esempi dal sonoro di tale pellicola9 la maggior parte delle persone interessate dalle opere di "ol#ien lo avranno sicuramente visto e molti saranno anche andati ad acquistarlo in video o G%G. Tuoni esempi della a $lfica corta occorrono nel nome 3indarin Carad-ras "8ornorosso" come pronunciato da 8hristopher )ee ("3aruman") nella scena in cui i suoi corvi spia ritornano a Isengard: "8os6 <andalf tenti di condurli sul 8aradhras..." )ee ricorre anche alle a corte pi' o meno correttamente in una scena che segue poco dopo quando stando sulla sommit d5Isengard recita una invocazione Quenya: nai yar$a9'a rasselya taltu$a notto4carinnar... (ma l5ultimo voca!olo suona pressoch= come c&rinnar la primat vocale essendo lunga : dopo tutto 8hris )ee non * un nativo madrelingua QuenyaR)

Ana sfida in pi' per i madrelingua inglesi * pronunciare la :a come una vocale piena alla fine dei voca!oli. Gove l5ortografia inglese ha una :a finale essa * normalmente pronunciata come uno scev. 8ontrapporre la pronuncia inglese e 3pagnola della vocale finale in un nome come Sara9 in 3pagnolo la riduzione in stile inglese o "offuscamento" della :a non ha luogo. In una fonte assai antica "ol#ien effettivamente dichiar( che il "Qenya" come l5inglese volgeva la :a finale non accentata in una scev ("come nell5inglese drama" Q):?) ma non vi * nulla a suggerire che tale idea fosse ancora valida decenni pi' tardi quand5egli scrisse 3d4. Invero pure nella fonte primeva appena riferita si dice che vi fosse un importante dialetto del "Qenya" dove l5inde!olimento della :a finale non trovava luogo. 8os6 i locutori dovre!!ero tentare di pronunciare una a piena in tutte le posizioni: nessuna delle a in un voca!olo come anna "dono" dovre!!e essere pronunciata come nel nome inglese 4nna. )a ( lunga * un altro suono Quenya che non ricorre nell5inglese contemporaneo. )a lunga e dell5inglese divenne la i lunga (come il Quenya ) secoli fa : se!!ene a causa di tale discendenza essa spesso sia ancora compitata ee come in see. Il Quenya ( ha il valore del tedesco eh come in 0ehr& )a pronuncia di ai nell5inglese air per lo meno s5avvicina alla ( ma questa * in realt una corta e seguita da uno scev. "ol#ien not( che la ( lunga dovre!!e essere pi' chiusa della e corta (vedere 3d4 4ppendice $) cos6 allungare appena la vocale udita nell5inglese end non sar affatto sufficiente. )a qualit della vocale dovre!!e essere circa a mezza via tra le vocali udite nell5inglese end e see ma essa dovre!!e essere lunga come quest5ultima: n(n "acqua" r( "giorno" "(na "regione". )a e corta pu( essere pronunciata come nell5inglese end& In Quenya tale suono occorre anche in posizione finale. Gacch= la e a fine voca!olo *

usualmente muta in ortografia inglese "ol#ien sovente adoper( la compitazione ' in tale posizione : ed in ogni parte di questo corso tale silla!azione * impiegata coerentemente. Questo soltanto per ricordare ai lettori inglesi che in Quenya tale lettera * da pronunciarsi distintamente Jprecisazione che peraltro giova anche ai lettori italiani N.d.".K. ;a dacch= la e a fine voca!olo non ricorre mai nell5inglese parlato alcuni locutori tendono a sostituire i oppure ey (seguendo la pratica inglese nei rari casi di una "e" finale ortografica che viene articolata come quando 1esse * pronunciato "Uessi" oppure #arate * pronunciato "#aratey"). )a e Quenya dovre!!e avere il valore descritto sopra in tutte le posizioni. $ssa N7N deve essere pronunciata i n= deve esservi un suono simil:y che si insinua dopo di essa: l%"' "notte" "or' "nero" tin0' "scintill6o". )a lunga * pronunciata come nell5inglese machine che * lo stesso di "ee" nell5inglese see: il voca!olo Quenya s ("ora") = simile nel suono. 4ltri esempi includono n s "donna" e r "a "spigolo". "ale lunga deve essere percetti!ilmente pi' lunga che non la i corta la quale pu( essere pronunciata come nell5inglese pit: *itta "minuscolo" i"2' "tra" $inya "nuovo". In una fonte primeva "ol#ien stesso citava il voca!olo pit come un esempio della i corta "Qenya" (Q):@). 3critti posteriori suggeriscono che la +ualit* del suono vocalico dovre!!e essere come la i di machine nell5inglese spesso compitata "ee" : si parte con questo suono e lo si accorcia. (&rima delle occlusive sorde come in feet "ee" pu( essere alquanto !reve anche in inglese : giusto assicurandosi che vi sia una distinzione di lunghezza tra i ed .) 7sservare che la i non * mai pronunciata ai come nell5inglese fine D "fain". (Il Quenya 3in' "larice" ha due silla!e le vocali essendo quelle udite in pit Jidealmente un poco pi' chiuseK e pet rispettivamente.) Naturalmente ci( vale anche per la finale :i (usualmente una desinenza plurale). 3e lo studente perdoner un altro riferimento a 3tar Lars il 1edi di <eorge )ucas pu( essere "Uedai" D "Ued:eye" ma i Quendi di "ol#ien con estrema certezza non sono "quendai". In Quenya la :i finale dovre!!e piuttosto essere pronunciata come in 2ra+i 0ississippi. )a % lunga pu( essere prononciata pi' o meno come nell5inglese sore ma preferi!ilmente un poco pi' contratta e "chiusa" (a mezza via tra i suoni vocalici dell5inglese sore e dell5inglese "oo" come in soon): "%l "schiavo" t% "vello" %"a "voce". )a o corta pu( essere pronunciata come nell5inglese for (quando accentata) oppure come in bo3. )a qualit di quest5ultima vocale pu( essere appena un po5 troppo aperta e simile ad / secondo le descrizioni di "ol#ien. In pi' questa * la pronuncia che egli stesso us( nella maggior parte dei casi nella registrazione della sua lettura di Namri9 dovre!!e forse essere attri!uito al suo accento inglese. 4lcuni voca!oli con

o: rondo "caverna" olos "sogno" tolto "otto". Naturalmente la o Quenya non * mai pronunciata "o," come nell5inglese so also9 un voca!olo come tolto N7N deve risultare come "tol:to,". Neppure la o deve essere ridotta ad uno scev o dismessa del tutto9 siate specialmente consci della desinenza :on spesso trovata in nomi maschili (ed anche in genitivi plurali come Sil"arillion9 vedere le lezioni successive). )a pronuncia "in stile inglese" di un nome come Sauron risultere!!e in ci( che un $lfo sconcertato potre!!e tentare di rappresentare per iscritto come S%r#n (o nel migliore dei casi S%ren). )5 :on finale dovre!!e suonare piuttosto come la prima silla!a dell5inglese online con la vocale pienamente intatta se!!ene non sia accentata in Sauron. Nel film di Mac#son gli attori mantengono usualmente una !uona pronuncia di tal nome9 si ascolti specialmente come "<andalf" e "3aruman" lo pronunciano. Tuoni esempi della corta o $lfica hanno corso anche nel nome +ordor pronunciato dagli stessi due attori. )a ! lunga * la vocale dell5inglese brute in inglese spesso articolata "oo" come in fool: N!"en "ovest" c! "mezzaluna" y!yo "am!edue". $ssa deve essere distintamente pi' lunga che non la u corta la quale * pronunciata piuttosto come la vocale dell5inglese put (N7N come nell5inglese cut). Idealmente la corta u Quenya dovre!!e essere un poco pi' "arrotondata" della vocale di put9 essa dovre!!e essere semplicemente una versione pi' corta della lunga ! o "oo" descritta sopra: Cundu "principe" nuru "morte" ulundo "mostro". 7sservare che la u Quenya non * mai pronunciata "yu" come nell5inglese union9 ulundo non dovre!!e divenire "yulundo". <li inglesi madrelingua devono essere specialmente attenti alle loro vocali quando occorre una com!inazione vocale V r. Nelle com!inazioni ar or molti locutori inglesi hanno una tendenza ad allungare la vocale pure dove essa dovre!!e essere corta (e molti lascere!!ero anche cadere in disuso la r specialmente quando * seguita da un5altra consonante). ;a in voca!oli Quenya come narda ("nodo") oppure lorna ("addormentato") la vocale prima della r deve essere corta come indicato dall5assenza dell5accento. Non * permissi!ile lasciare la pronuncia orientata verso "nW(r)da" "lX(r)na" per quanto allettante questo sia per le persone use alle a!itudini idiomatiche inglesi. 7ve ricorrono i gruppi er ir ur (e.g. in voca!oli come serc' "sangue" tirno "guardiano" tur"a "scudo") i madrelingua inglesi devono prestare cura a N7N pronunciare le vocali alla maniera dell5inglese serve girl turn. (Io una volta avevo una docente inglese che descriveva la vocale di "girl" come uno dei suoni pi' sgradevoli del linguaggio inglese. $lla

insegnava l5inglese a livello universitario cos6 doveva conoscerlo : se!!ene forse non fosse del tutto seriosa...) )e e i u corte dovre!!ero suonare proprio come descritto sopra interamente a prescindere dalla seguente r. In 3d4 4ppendice $ "ol#ien annot( che er: ir ur dovre!!ero suonare non come nell5inglese fern fir fur ma piuttosto come air eer oor (vale a dire come sare!!e naturale per un madrelingua inglese pronunciare gli "air eer oor" ortografici : comunque dovre!!e essere compreso che questa sare!!e soltanto una approssimazione della pronuncia ideale). Nel film di &eter Mac#son gli attori si arrangiano per pronunciare la silla!a finale del nome Quenya Isildur correttamente con risultati varia!ili. Nel flash:!ac# in cui $lrond (interpretato da Qugo Leaving) conduce Isildur a ;onte Cato e lo incita a distruggere l54nello la pronuncia di Leaving del nome Isildur * molto !uona : seguendo le linee guida di "ol#ien alla lettera. Dittonghi In aggiunta ai suoni vocalici unitari "di !ase" discussi sopra (ci( che i linguisti definire!!ero monottonghi) a!!iamo i dittonghi : com!inazioni di due vocali elementari che sono posti assieme in una silla!a in molti aspetti comportandosi come una vocale unitaria allo scopo di fa!!ricar voca!oli: i dittonghi Quenya sono ai au eu iu oi ed ui. Y Il dittongo ai * il medesimo che si ode nell5inglese aisle. $sso N7N * come quello nell5inglese mail se!!ene l5"ai" ortografico inglese usualmente rappresenti quest5ultimo suono (qualcuno pu( pensare ad altre eccezioni che non aisleP) )a prima silla!a di 3aila "giusto generoso" non deve essere pronunciata come il voca!olo inglese fail dacch= l5ai Quenya ha sempre il suono dell5inglese 2 eye: Aica "terri!ile" cai"a "letto" aira "sacro". Naturalmente la prima silla!a di quest5ultimo voca!olo suona nient5affatto simile all5inglese airR Y Il dittongo au ; pronunciato come nel tedesco 4aus oppure pi' o meno come la "o," dell5inglese cow: aul' "invenzione" laur'a "aureo" taur' "foresta". Non * mai sonorizzato come nell5inglese caught aura (nei quali voca!oli "au" * pronunciato piuttosto come il Quenya %). Nella sua "Nota sulla &ronuncia" in appendice al Silmarillion 8hristopher "ol#ien nota che la prima silla!a di Sauron dovre!!e essere come l5inglese sour non come l5inglese sore. (JIl dovere di cronaca impone di specificare come l5edizione italiana riporti invece che "4A si pronuncia come l5au italiano anzich= come l5inglese in cui molto spesso il dittongo viene pronunciato o".K "uttavia il dittongo in sour in Inglese Tritannico * seguito da uno scev : una fievole reminiscenza dell5altrimenti silente r finale. "ale scev non dovre!!e essere pronunciato in Sauron.) Y Il dittongo eu non ricorre in inglese ma non * dissimile dalla "o"

dell5inglese so. )a sola differenza * che mentre la prima parte del dittongo * uno scev in inglese essa dovre!!e essere una normale e (come in end) in Quenya. In particolare alcune pronunzie Tritanniche aristocratiche dell5inglese "o" come in so s5approssimano al Quenya eu (ma la pronuncia 4mericana non lo fa). $sempi Quenya: leuca "serpente" neu"a "calappio" .eu "paio di la!!ra". "ale dittongo non * molto comune. Y Il dittongo iu pu( essere articolato come lo yu nell5inglese yule secondo l5usuale &ronuncia della "erza $ra. "ol#ien immagin( che originariamente esso fosse stato piuttosto un dittongo "discendente" come gli altri dittonghi Quenya accentato sul primo piuttosto che l5ultimo elemento (3d4 4ppendice $). "uttavia la pronuncia della "erza $ra dovre!!e essere egualmente "valida" anche internamente ai miti e per i madrelingua inglesi ad essa * pi' facile avvicinarsi JIn questo senso la pronuncia italiana sare!!e comunque ancora pi' avantaggiata non mutando il carattere delle vocali N.d.".K. "ale dittongo * in ogni caso assai raro9 nelle 5timologie esso * solamente attestato in una manciata di voca!oli ("iul' "miagol6o mugol6o" .iuta "schidione" siul' "incitamento" ed il gruppo tiuca "grosso grasso" tiuco "coscia" e tiuya: "inturgidirsi impinguarsi" : pochi esempi in pi' di iu pote!!ero essere citati dal primevo materiale "Qenya" di "ol#ien). Y Il dittongo oi * facile corrispondendo all5inglese Je italiano N.d.".K "oi" oppure "oy" come in oil toy: coir'a "vivente" soica "arido" oira "eterno". Y Il dittongo ui "ol#ien talvolta lo compar( al suono ricorrente nell5inglese ruin. Questo * un esempio piuttosto sorprendente poich= sicuramente il vocavolo "ruin" normalmente non * pronunciato come contenesse un dittongo ma come due distinte silla!e: ru-in. &iuttosto si pensi ad "ooy" come nella frase inglese too young: -uin' "om!ra" cuil' "vita" uil' "pianta (lunga rampicante)". 7sservare che la com!inazione 6ui non contiene tale dittongo9 questo * giusto un modo visivamente pi' piacevole di compitare c0i (e.g. or6ui "7rchi" D orc0i). "utti gli altri gruppi di vocali non sono dittonghi ma semplicemente vocali appartenenti a silla!e separate da pronunciare distintamente. In termini linguistici le vocali che sono in diretto contatto senza formare dittonghi sono dette essere in iato. )5$lfico &rimordiale apparentemente non aveva tali com!inazioni almeno non nel mezzo di voca!oli: "ol#ien fece concludere a CFanor che "i nostri padri... nella costruzione di voca!oli presero le vocali e le divisero con le consonanti come pareti" (%">?:/.). ;a alcune consonanti sono state perdute in Quenya cos6 che le vocali che furono originariamente

cos6 "divise" giungevano a diretto contatto (%">?:N). In Quenya a!!iamo pure voca!oli polisilla!ici vocalici come E< (un nome dell5universo) oppure oa ("via"). )e pi' frequenti com!inazioni di vocali in iato sono ea eo ie io oa9 ciascuna vocale dovre!!e essere articolata "da s=". "ol#ien spesso enfatizz( questo fatto aggiungendo dieresi o "punti" ad una delle vocali e nella silla!azione coerente qui imposta sul materiale regolarmente scriviamo 'a (E<) 'o (E=) o'. Quindi non vi * scusa per equivoci tali come pronunciare 'a come nell5inglese heart oppure please od o' come in canoe oppure foetus. (4nche altre distorsioni sono apparentemente possi!ili: 8ate Tlanchett ridusse semplicemente E<rendil a "$rendil" l5unica volta in cui la sua versione di <aladriel pronuncia questo nome nel film di Mac#son: ""i d( la luce di $JZKrendil la nostra stella pi' amata..." 3i pu( avere una vocale in pi' per il Girector5s 8ut per favoreP J%a detto che rispetto agli svarioni perpetrati * il caso di dirlo dal gruppo di doppiaggio italiano questo non pare nemmeno dei peggiori: si pu( usare il ver!o "perpetrati" in quanto non si vede la ragione di s!agliare sistematicamente tutte le accentazioni dei nomi e toponimi elfici quando !astava se non leggere un po5 di documentazione linguistica almeno ascoltare la !en pi' accurata versione originale dei dialoghi N.d.".K) In questo corso non usiamo la dieresi nelle com!inazioni ie (eccetto quando finale) ed oa ma come indicato dalla compitazione i' ed =a in certi manoscritti di "ol#ien le vocali devono essere pronunciate distintamente e non tratte assieme come nell5inglese piece (oppure tie) o l5inglese load. In conformit con ci( 8hristopher "ol#ien nella Nota sulla !ronuncia che pose in appendice al Silmarillion indica che il nome Nienna * da pronunciare Ni4 enna non "Neena" come se ie fosse articolato come nell5inglese piece. (Immediatamente dopo la !attuta in cui maciulla il nome E<rendil 8ate Tlanchett pronuncia la parola Quenya na"&ri' "addio". 3ono lieto di dire che con questo voca!olo fece un miglior lavoro ottenendo l5:i' pi' o meno correttoR) 4lcuni voca!oli con vocali in iato: 3'a "spirito" l'o "om!ra" lo'nd' "mezzo:anno" (il giorno mediano dell5anno secondo il calendario $lfico) coa "casa". -onsonanti )a maggior parte delle consonanti Quenya sono facili da pronunciare per le persone use a parlare un linguaggio occidentale Jmeglio ancora se nordeuropeo N.d.".K. &ossono essere osservati questi punti: Y C * sempre pronunciata 1 mai s9 invero "ol#ien usa la lettera 1 piuttosto che c in molte fonti. Cel"a "canale" o cirya "nave" non devono risultare come "selma" "sirya". (8i( vale anche per la silla!azione 3indarin: quando Cele2orn * pronunciato "3ele!orn" nella versione animata

San#in+Tass di 3d4 chiaramente mostra che i cineasti non lo presero dall54ppendice $.) Y Nei gruppi -0 -y -l -r la lettera - non * da pronunciare separatamente. Questi sono solo digrafi che denotano consonanti unitarie: Y Quelle che sono compitate -l -r erano originariamente le l r afone. 8io* tali suoni erano pronunciati senza vi!razione nelle corde vocali risultando in quelle che possono essere descritte come versioni "!is!igliate" delle normali l r. (3e potete isolare la l dell5inglese please avrete una l afona : se!!ene in tal caso essa sia solo "incidentalmente" afona a causa dell5influenza dell5esplosiva afona . immediatamente precedente. )5inglese non ha mai la l afona come un indipendente suono idiomatico come faceva il Quenya originariamente.) In Quenya tali suoni sono alquanto rari9 esempi includono -r $' "inverno" ed -l%c' "serpente dragone". "uttavia "ol#ien afferm( che dalla "erza $ra -r ed -l erano giunti ad essere pronunciati come le normali r l afone se!!ene la compitazione -l -r apparentemente persistette in scrittura. Y Quello che * compitato -0 corrisponde all5inglese wh in dialetti dove ci( * ancora distinto dalla normale w (e.g. witch e which sono voca!oli udi!ilmente distinti : l5inglese 4mericano tanto quanto l5inglese della Tritannia settentrionale normalmente ri!adisce tale distinzione se!!ene essa sia stata a!!andonata nella Tritish Seceived &ronunciation). Getto semplicemente -0 * una (de!ole) versione del suono che ottenete quando spegnete una candela. >0 * un suono assai infrequente in Quenya9 questa sem!ra essere una lista alquanto completa dei voca!oli noti ov5esso occorre: -0an "spugna fungo" -0arin "corrotto" -0ar"a "s!arra" -0er"' "codice gestuale" -0esta "!rezza alito !occata d5aria" (anche come ver!o: -0esta: "ansimare") -0ind' "mulinello vortice". Y Quel che * compitato -y rappresenta un suono che pu( occorrere in inglese ma che non * normalmente riconosciuto come una distinta consonante in quel linguaggio. >y denota quello che con un termine "edesco * spesso denominato come ich:)aut oppure "suono ich" dacch= esso * esemplificato da "ch" nel voca!olo ich ("I"). 4i locutori inglesi esso pu( suonare pi' come sh (si immagini [ennedy che si esercita a lungo e duramente per evitare "Ish !in ein Terliner"). 4ncora come ho detto una (de!ole) versione del suono in questione pu( spesso essere udita pure in inglese: in voca!oli come hew huge human la h pu( essere pronunciata come un (oscuro) -y. 8fr. 3G:I/@:I/? dove "ol#ien afferma che in Quenya o "4valloniano" il suono -y * "approssimativamente equivalente alla...h in huge". In 3d4 4ppendice $ "ol#ien fece rilevare che -y ha la medesima relazione con y che -0 (discusso sopra) ha con la normale 0: una * afona

l5altra fonica. 8os6 un5altra via per arrivare a -y * partire col suono della y (come in you) e produrre una variante sorda "!is!igliata" di essa. Ana volta che a!!iate immo!ilizzato il suono avete soltanto di che rafforzarlo9 esso dovre!!e essere pronunciato con la stessa forza dell5inglese sh: >yar"en "sud" -yal"a "guscio conchiglia" -yell' "vetro". 3em!ra che -y ricorra prevalentemente all5inizio dei voca!oli9 a-ya: "modifica" * attualmente il solo esempio noto di -y che occorre tra due vocali nel mezzo di un voca!olo. 8omunque - anche nella com!inazione -t che segue certe vocali dovre!!e essere pronunciato come -y9 vedere in !asso. : In 3d4 4ppendice $ "ol#ien annot( che i madrelingua 7vestron (il supposto "linguaggio originale" del )i!ro Sosso che "ol#ien "tradusse" in inglese) spesso sostituivano il suono di sh col Quenya -y. I locutori inglesi che non si curano dei sottili dettagli fonologici possono naturalmente fare lo stesso volgendo un voca!olo come -yal"a in "shalma". Questa sare!!e una pronunzia che esisteva anche nell5am!ientazione della "erra di ;ezzo se!!ene essa non fosse affatto come la propria pronuncia $lfica (e sem!ra meglio mirare a quest5ultimaR) 3uppongo che molti madrelingua inglesi sare!!ero a stento in grado di esporre la differenza per(. Incidentalmente si pu( ottenere un -y qualitativamente valido partendo da sh9 assicurarsi solo che la lingua non sia sollevata (potete premere il suo apice contro i denti inferiori per esserne certi). 3e tentate di pronunciare sh con la lingua in tal posizione quel che risulta dovre!!e suonare come -y. Y 4l di fuori dei gruppi -0 -y -l -r la lettera - rappresenta un suono indipendente ma * pronunciata alquanto differentemente in differenti posizioni. 3em!ra che originariamente la - Quenya (almeno dove essa proviene dall5$lfico &rimordiale #h) fosse tipicamente pi6 forte dell5- inglese : cio* una "- espirata" come in high. Nei giorni di CFanor essa era apparentemente pronunciata come il ch nel "edesco ach o nello 3cozzese loch oppure come la 7 8irillica. In scrittura fonetica tale suono * rappresentato come J2K. ;a pi' tardi all5inizio dei voca!oli tale J2K fu inde!olita e divenne un suono come l5inglese -. In 3d4 4ppendice $ "ol#ien ci informa che la lettera "eng,a per J2K era originariamente denominata -ar"a9 naturalmente tale "eng,a fu cos6 chiamata in quanto l5iniziale di tale voca!olo era un esempio del suono che la lettera denotava J2K. ;a quando la J2K in tale posizione alla fine volse in una - in stile inglese la "eng,a fu rinominata a-a poich= nel mezzo dei voca!oli la J2K non era inde!olita. 8os6 possiamo estrarre queste regole: all5inizio dei vocaboli (prima di una vocale) la lettera - * da pronunciarsi come la h inglese. ;a nel mezzo dei voca!oli la - * da pronunciarsi J2K: come tra due vocali in a-a "ira" e parimenti prima della t in voca!oli come .a-ta

"chiuso" o-ta "guerra" nu-ta: "!loccare". In una fonte tarda "ol#ien annot( che "in Quenya e "elerin la J2K mediana alla fine divenne h anche nella maggior parte dei casi" (%"I/:?). &u( pertanto essere permissi!ile pronunciare pure voca!oli come a-a con una h espirata in stile inglese. ;a il gruppo -t deve pro!a!ilmente essere sempre pronunciato J2tK9 la pi' de!ole - espirata dovre!!e essere appena udi!ile in tale posizione. "ale regola necessita di una modifica. %erosimilmente la - prima della t era originariamente pronunciata J2K in tutti i casi. 3eguendo ognuna delle vocali a o ed u tale pronuncia persistette come negli esempi .a-ta o-ta nu-ta: sopra. ;a seguendo le vocali i ed e l5originale J2K volse in un suono simile al "edesco ich:)aut (il "edesco pu( invero essere l5ispirazione di "ol#ien per tale particolare sviluppo in fonologia Quenya). Quindi in voca!oli come e-t' "picca" o ri-ta: "so!!alzare" la - dovre!!e essere pronunciata proprio come la -y descritta sopra. Gi nuovo "ol#ien immagin( che gli umani (mortali) madrelingua 7vestron avessero una tendenza a sostituire un suono come l5inglese sh e dire "eshtF" "rishta" invece. Y Il Quenya l "rappresenta pi' o meno il suono della l iniziale italiana come in lungo" (3d4 4ppendice $). 7ra perch= "ol#ien specific( che la l Quenya * da articolarsi come una l italiana iniziale (malgrado la sua posizione in un voca!olo Quenya)P 8ome "ol#ien era !en consapevole la l dell5inglese Tritannico * pronunciata alquanto differentemente in differenti posizioni. Ana l iniziale come in let * pronunciata come una cosiddetta l "chiara" : e questa * la sorta di l che dovre!!e essere usata in tutte le posizioni in Quenya (come * anche il caso in altri linguaggi come il "edesco). ;a quando la l non * iniziale l5inglese nella maggior parte dei casi impiega una cosiddetta l "oscura" la quale differisce dalla l "chiara" in quanto la variante "oscura" * pronunciata inarcando il dorso della lingua all5ins': contrapporre la pronuncia della l in due voca!oli come let (l chiara) e fill (l oscura). 8omparata alla l "chiara" la l "oscura" suona pi' grave ma tale suono * da evitarsi in Quenya. Questo pu( essere un p( un pro!lema per gli 4mericani dacch= le loro ) tendono ad essere piuttosto "oscure" in tutte le posizioni pure inizialmente (almeno come percepite dalle orecchie $uropee). : I perfezionisti dovre!!ero anche osservare un altro dettaglio: nelle )ettere:I-0 "ol#ien menzion( la l fra le "dentali" Quenya sc. suoni che sono pronunciati con l5estremit della lingua che tocca i denti (superiori). )5inglese normalmente usa invece una l alveolare vale a dire un suono pronunciato con l5estremit della lingua ulteriormente indietro sopra i denti piuttosto che toccandoli. Questo di nuovo muove verso un suono alquanto "pi' oscuro". &ronunciando una l Quenya ci si dovre!!e assicurare che

l5estremit della lingua tocchi i denti. Y )a n Quenya * come la n inglese. Asualmente tale suono era stato n da sempre ma in alcuni casi esso rappresenta il pi' antico n/ come nell5inglese #ing ding (osservare che non vi * una distinta g da udirsi a dispetto della compitazione). Giversamente dall5inglese il Quenya poteva avere tale suono anche all5inizio dei voca!oli. 8ome menzionato nella discussione delle convenzioni ortografiche "ol#ien talvolta adoper( la lettera 8 a rappresentare tale pi' antico n/ e.g. ?oldor. Nelle sue lettere "ol#ien in un caso aggiunse una nota a pi= di pagina al voca!olo Noldor (cos6 compitato) informando il !eneficiario che l5iniziale N era da pronunciare "ng come in ding" ()ettere:/BN). Questa dovre!!e comunque essere la pronuncia "arcaica"9 le persone che parlavano Quenya ai giorni di Crodo avre!!ero semplicemente detto Noldor: in 3d4 4ppendice $ si indica chiaramente che dalla "erza $ra l5iniziale 8 era giunta ad essere pronunciata come una normale n e pertanto il carattere $lfico per 8 "* stato qui trascritto con n". 4!!iamo qui adottato il medesimo sistema cos6 la lettera n in pressappoco tutti i casi rappresenta la normale n inglese incurante della sua storia fonologica in Quenya. Gico "in pressappoco tutti i casi" in quanto la n * ancora pronunciata 8 prima di c (D 1) / e 6u. Questo non * un gran pro!lema poich= * naturale per i madrelingua inglesi e di molti altri linguaggi usare tale pronuncia in ogni caso. In un voca!olo come anca "mascella" il gruppo nc * pertanto pronunciato come "n#" nell5inglese tan# ed in un voca!olo come an/a "ferro" l5n/ dovre!!e essere articolato come "ng" nell5inglese finger. 7sservare che il Quenya n/ ricorrente nel mezzo dei voca!oli dovre!!e sempre essere pronunciato con una g udibile (ci( vale anche per il gruppo n/0 come in ten/0a "lettera"). N7N * solo la semplice 8 descritta sopra la "ng" dell5inglese #ing senza alcuna distinta g. (Qui stiamo naturalmente parlando di una g aspra9 il Quenya n/ non deve mai essere pronunciato "nU" come nell5inglese angel ma sempre come in finger. Il suono della g "molle" come nell5inglese gin non ricorre in Quenya.) Y )a r Quenya "rappresenta una r vi!rata in tutte le posizioni9 il suono non fu perduto prima delle consonanti (come nell5inglese JTritannicoK part)" (3d4 4ppendice $ Jinvero nella traduzione italiana il passo citato suona "si pronuncia sempre come in Italiano sia davanti a vocali che davanti a consonanti" N.d.".K). )a r inglese * generalmente troppo de!ole per il Quenya. )a sua de!olezza * precisamente la ragione del perch= essa tende a cadere in disuso prima delle consonanti ed alla fine dei voca!oli (eccetto dove capita che il voca!olo successivo cominci in una vocale : e per analogia alcuni locutori inglesi introducono un suono S pure dove un voca!olo che propriamente dovrebbe terminare in una vocale viene prima di

un voca!olo che inizia in una vocale. Questo * quando vanilla ice si avvia a pronunziarsi come "vanillar ice" : oppure se gradite "vanilla rice"R Naturalmente ci( deve essere evitato in Quenya.) )a r Quenya dovre!!e essere vibrata come in 3pagnolo Italiano Susso etc. o quanto a ci( come in 3cozzese. 8erte sottigliezze dell5ortografia "eng,ar suggeriscono che in Quenya la r fosse alquanto pi' de!ole immediatamente di fronte alle consonanti (come opposte alle vocali) ed alla fine dei voca!oli. Nondimeno dovre!!e essere un suono propriamente vi!rato interamente distinto pure in queste posizioni: Par"a "li!ro" erd' "seme" tasar "salice" Eldar "$lfi". )a vocale di fronte alla r non dovre!!e essere allungata od altrimenti influenzata. Nel film di Mac#son gli attori che interpretano <andalf e 3aruman normalmente pronunciano il nome +ordor correttamente con r trillate e vocali corte (laddove il "Crodo" di $liUah Lood dice invaria!ilmente 09d9 senza traccia d5alcuna rR) Nel film +ordor * il 3indarin per "erra Nera ma dalla sua forma e pronunzia il voca!olo potre!!e essere il Quenya "ordor D "om!re" o "macchie" (la forma plurale di "ordo). )a r uvulare che * comune in lingue come il Crancese ed il "edesco dovre!!e essere evitata in Quenya poich= 3d4 4ppendice $ attesta che questa era "un suono che gli $ldar trovavano o!!ro!riosa" (vi * pure suggerito che questo fosse il modo in cui gli 7rchi pronunciavano la SR) Y )a consonante s dovre!!e sempre essere afona "come nell5inglese so geese" (3d4 4ppendice $). In inglese la s * spesso sonorizzata in z pure se l5ortografia pu( ancora mostrare la "s". &er esempio se!!ene la s dell5inglese house sia afona essa diviene fonica nella forma plurale houses (per tale ragione "ol#ien annot( che avre!!e preferito la compitazione houzes : vedere &;:-I). &ronunciando Quenya si dovre!!e avere cautela di non aggiungere voce alla s volgendola in z: Asar "festival" olos "sogno" naus' "immaginazione". Il Quenya $sule della "erza $ra non possedeva affatto il suono z. ("ol#ien immagin( che la z avesse corso ad uno stadio antecedente ma fosse pi' tardi volta in r fondendosi con l5originale r. &er esempio A":>?N indica che il plurale di olos "sogno" fosse ad uno stadio olozi ma posteriormente esso divenne olori.) 7ve occorra tra due vocali la s spesso rappresenta il pi' antico 7 (pi' o meno D th come in thin)9 i voca!oli asar e naus' menzionati sopra rappresentano i pi' antichi a7ar e nau7' e cos6 erano compitati in ortografia "eng,ar. Y 3u $ e 0: do!!iamo assumere che $ e 0 siano pronunciate propriamente come nell5inglese vine e wine rispettivamente (ma l5iniziale n0 non * strettamente n V 0 ma semplicemente una cosiddetta n labializzata9 vedere sotto). %i sono qui alcuni punti oscuri per(. 3d4

4ppendice $ sem!ra indicare che nel Quenya della "erza $ra l5iniziale 0 era giunta ad essere pronunciata $: * detto che il nome della lettera "eng,a $ilya era stato anteriormente 0ilya. &arimenti "ol#ien indic( che il voca!olo $(ra ("personale privato proprio") era stato 0(ra in quel che chiamiamo "4ntico Quenya" (&;:>I.). Nelle 5timologie l5evidenza * alquanto divergente. "alvolta "ol#ien ha radici primitive in ,: che danno voca!oli Quenya in $: come quando la radice ,/N d il Quenya $anya: "andare partire sparire". "alvolta egli elenca forme doppie come quando la radice ,: (oppure ,/,/ ,/2,/) d il Quenya $ai0a e 0ai0a am!edue significando "vento". 3otto la radice ,/" "ol#ien elenc( un voca!olo per "involucro" come "w: vaia" evidentemente indicando una doppia forma 0aia e $aia (tutti questi esempi si trovano in )S:>?B). In )S:>?@ vi sono ulteriori doppie forme ma nel caso del ver!o $ilin ("io volo") dalla radice ,2) "ol#ien curiosamente lo modific; in 0ilin. Corse egli improvvisamente decise di preferire la compitazione "4ntica Quenya" piuttosto che rigettarne effettivamente una in favore dell5altraP 3oppesando le evidenze sem!ra che all5inizio dei voca!oli la 0: fosse giunta ad essere pronunciata come la normale $: della "erza $ra9 ove "ol#ien elenc( doppie forme in 0: e $: la prima * apparentemente da prendersi come la forma pi' arcaica. "uttavia non ho regolarizzato la silla!azione su questo punto se!!ene dove Tol#ien stesso us( elencare una forma in $: piuttosto che 0: (o da sola o come un5alternativa a 0:) utilizzer( la forma in $: in questo corso. (Questo vale anche per $ilinR) H possi!ile per( che secondo la pronunzia della "erza $ra tutte le 0 iniziali de!!ano essere sonorizzate come $ l5originale distinzione tra l5iniziale $ e 0 essendo stata perduta nel linguaggio parlato. Non * chiaro se "ol#ien intenda oppure no che tale distinzione fosse coerentemente sorretta in ortografia "eng,ar (come quando tale scrittura sorregge la distinzione tra 7 and s pure dopo che entram!e erano giunte ad essere pronunciate s). 3e cos6 la lettera chiamata (0ilya \) $ilya era ancora usata per la $ che rappresenta la pi' antica 0 mentre un5altra lettera ($ala) era usata per la $ che era stata $ da sempre. : "ranne che all5inizio dei voca!oli la distinzione tra $ e 0 fu sorretta pure nella "erza $ra. Nel caso dei gruppi l0 ed l$ la distinzione potre!!e pure essere enfatizzata alterando la pronuncia di quest5ultima: "&er lv non lw molti e in particolare gli $lfi adoperavano lb" (3d4 4ppendice $). &erci( un voca!olo come el$'a "stellato" dovre!!e essere spesso pronunciato "el!Fa" e potre!!e anche essere cos6 scritto in ortografia "eng,ar. 3e!!ene frequente questa sem!rere!!e essere una pronuncia non standard e le compitazioni impiegate da "ol#ien indicano usualmente la pronuncia "lv". 8fr. per esempio Cel$ar (oppure "[elvar" che significa animali) piuttosto

che Cel2ar nei discorsi di ]avanna e ;an,F nel Silmarillion capitolo -. In &;:>I. "ol#ien cita un voca!olo Quenya per "ramo" come ol2a piuttosto che ol$a per(. Y )a lettera y "* usata solamente come una consonante come la y nell5IJngleseK "es": "ol#ien individu( questo come uno dei pochi appartamenti maggiori dalla compitazione )atina nelle convenzioni ortografiche che us( per il Quenya ()ettere:/BN). )a vocale y come la "edesca < oppure la "u" Crancese come in lune non occorre in Quenya (se!!ene si trovi in 3indarin). La 6uestione dell#as.irazione %i * una incertezza riguardante la pronuncia precisa delle occlusive afone c (D 1) t .: in inglese cos6 come in altri linguaggi tali suoni quando occorrono prima di una vocale all5inizio di un voca!olo sono normalmente aspirati. 8io= uno s!uffo di fiato simile ad una - s5insinua dopo di essi. In tale posizione sono pronunciati un po5 come genuine sequenze 1 V - t V - . V - (come in backhand: outhouse scrap-heap). )5oratore medio non * affatto conscio di ci( non percependo realmente la - supplementare come un suono distinto: * solo il modo in cui 1 t . ci si "aspetta" risuonino al principio dei voca!oli. ;a in alcuni linguaggi come Crancese Susso e (forse con pi' importanza) Cinnico non vi * tale - gratuita a seguire automaticamente tali consonanti quand5esse occorrono in certe posizioni. In Quenya t . c dovre!!ero essere aspirate come in inglese oppure dovre!!ero essere pronunciate come in Crancese o in CinnicoP 4 tale questione non ci si rivolge direttamente da nessuna parte negli scritti pu!!licati di "ol#ien. &u( essere osservato che le t . c Quenya discendono dalle consonanti dell5$lfico &rimordiale che certamente non erano aspirate poich= nel primitivo linguaggio esse contrastavano con i distinti suoni aspirati: le primitive th ph #h le quali pi' tardi divennero s 3 - in Quenya. (8fr. due voca!oli primitivi interamente distinti come thaur= "detesta!ile" e taur= "magistrale" : la th del primo termine dovre!!e essere articolata alla maniera in cui un oratore inglese molto pro!a!ilmente mal pronunziere!!e la t dell5ultimoR )a t di taur= dovre!!e effettivamente essere pronunciata in stile Crancese senza aspirazione.) 8os6 in Quenya t . c non erano tuttora aspirate dacch= erano state cos6 nel primitivo linguaggioP Gacch= i primitivi suoni aspirati erano stati modificati aggiungere aspirazione a t . c non causere!!e confusione. Govre!!e essere notato per( che nel sistema scrittorio divisato da CFanor vi erano originariamente lettere distinte per i suoni aspirati: "Il sistema CFanoriano originario possedeva inoltre un grado in cui il gam!o si estendeva sia sopra che sotto la

linea Jdi scritturaK. Questo di solito rappresentava consonanti aspirate (e.g. t V h p V h # V h)" (3d4 4ppendice $). 8omunque queste non erano le lettere usate per compitare t . c in Quenya. 8os6 tutto considerato ritengo che in Quenya t . c dovre!!ero idealmente essere pronunciate senza aspirazione. &er le persone che sono use ad intrufolare automaticamente uno s!uffo di fiato simile ad una -: dopo tali consonanti pu( essere difficile s!arazzarsene dacch= non si * realmente affatto consci della sua presenza. An docente di fonologia una volta mi avvis( che una via per s!arazzarsi dell5aspirazione * esercitarsi pronunciando t . c+1 con una candela accesa di fronte alla !occa9 il trucco * pronunciare tali consonanti senza che la fiamma della candela tremoli (a causa dello s!uffo di fiato che costituisce l5aspirazione). )e controparti foniche di t . e c+1 vale a dire d 2 e / (aspra) rispettivamente non sono aspirate in inglese. &er tale ragione le persone che sono use ad udire i suoni sordi pronunciati come varianti aspirate possono (erroneamente) percepire le esplosive afone non aspirate come le loro controparti foniche. &ronunciati senza aspirazione voca!oli Quenya come tarya ("teso") .ar"a ("li!ro") oppure cal"a ("lampada") possono suonare un po5 come "darya !arma galma" ai locutori inglesi (i madrelingua Crancesi Sussi o Cinnici non sare!!ero confusi). &ronunciando tali voca!oli non si deve introdurre vi!razione nelle corde vocali a produrre effettivi suoni fonici d 2 /. : ;a dovrei aggiungere che l5intera faccenda dell5aspirazione non * qualcosa su cui uno studente necessiti spendere molro tempo9 come dicevo all5esatta pronuncia Quenya di t . c non ci si rivolge mai negli scritti pu!!licati. 3e invero * errato aggiungere aspirazione a tali consonanti perlomeno si errer poco pi' di "ol#ien stesso quando leggeva Namri. Consonanti .alatalizzate e la2ializzate In Quenya troviamo voca!oli come nyarna "racconto" tyali' "gioco" oppure n0alca "crudele". Ga tali compitazioni sem!rere!!e che tali voca!oli inizino in gruppi di consonanti: n V y t V y n V 0. 8omunque ci( non si accordere!!e con l5esplicita dichiarazione effettuata nel Sapporto )o,dham che "l54dunaico come l54valloniano JD QuenyaK non tollera pi' di una singola consonante elementare all5inizio in ogni voca!olo" (3G:I/B: I/@). 8ome siamo a spiegare ci(P )a soluzione sem!ra essere che "com!inazioni" come la ny di nyarna sono proprio consonanti singole elementari: ny non * un gruppo n V y ma il medesimo suono unitario che * appropriatamente rappresentato come una singola lettera "^" in ortografia 3pagnola : come in se8or. Naturalmente ci(

suona in modo molto simile a "senyor" ma la "^" * realmente una singola consonante. "ale "^" * una versione palatalizzata della n una n che * stata "tinta" nella direzione della y. )5inglese impiega una consonante distintamente palatalizzata usualmente rappresentata dal digrafo "sh" (il quale naturalmente non * un gruppo s V -)9 questa pu( essere descritta come una s palatalizzata. 8omparando accortamente la pronuncia di s e spotete percepire il meccanismo di palatalizzazione operante nella vostra propria !occa: una consonante * palatalizzata arcuando il dorso della lingua all5ins' verso la volta della !occa (il palato perci( il termine "consonante palatalizzata"). )a relazione tra s e s- corrisponde alla relazione tra la n ed il Quenya ny (oppure lo 3pagnolo "^"). In aggiunta a ny il Quenya ha anche le consonanti palatalizzate ty ly ry (e.g. in tyali' "gioco" alya "ricco" $erya "!aldanzoso")9 queste sono le controparti palatalizzate delle "normali" t l r. Siguardo a ty "ol#ien scrisse che pu( essere pronunciato come la "t" dell5inglese tune (vedere per esempio 3G:I/@:I/? : dovre!!e essere notato che egli pensa a dialetti dove questo risulta come "tyoon"9 questo non * il caso di tutte le forme di inglese 4mericano). In <ondor alcuni mortali madrelingua Quenya all5apparenza pronunciavano ty come ch come nell5inglese church ma questa non era affatto la pronuncia $lfica propria. Quanto alla consonante ly dovre!!e essere simile allo "lh" del &ortoghese olho ("occhio"). In 3d4 4ppendice $ "ol#ien annot( che anche la l (cos6 compitata) dovre!!e "in sommo grado JessereK 5palatalizzata5 tra e i ed una consonante oppure alla fine dopo e i" Jquesta la traduzione letterale dell5originale9 nell5edizione pu!!licata di 3d4 il passo enuncia invece che se la ) "* situata fra una e o una i e una consonante oppure in fine di parola dopo e o i si pronuncia con il palato". Il senso * chiarissimo ma della formulazione originaria non rimane pressoch= nulla N.d.".K. )5enunciazione "in sommo grado" sem!ra suggerire che non dovremmo avere una l palatalizzata regolare "pienamente soffiata" in queste posizioni (come il suono compitato ly) ma in voca!oli come Eldar "$lfi" o a"il "madre" la l dovre!!e idealmente avere giusta una piccola sfumatura di palatalizzazione. In aggiunta alle consonanti palatalizzate a!!iamo le consonanti labializzate: n0 /0 e 6u (D c0). Questi non sono realmente gruppi n V 0 / V 0 c V 0. &iuttosto rappresentano n / c (1) pronunciate con labbra protruse come pronunciando la 0 Jper gli Italiani l5effetto * quello di articolare la u N.d.".K: per il protrudersi delle la!!ra la consonante * "la!ializzata" (tale voca!olo viene dal termine )atino per "la!!ra"). Il Quenya 6u pu( certamente essere pronunciato come nell5inglese +ueen ma idealmente dovre!!e essere pronunciato come 1 ed 0 fuse assieme in un

suono singolo unitario. (%eramente esiste una fonte primeva in cui "ol#ien dichiara che 6u se!!ene originariamente fosse semplicemente # "accompJagnataK da arrotondamento la!iale Jvale a dire 5la!ializzazione5 N.d.".K" "* ora praticamente sonorizzata esattamente come il +u inglese : una # la!ializzata segJuitaK da un distinto suono w": vedere !arma 5ldalamberon _/> pagina N>. 8omunque penso che quest5idea possa essere soppiantata da informazioni da una fonte molto pi' tarda che indica che il Quenya non aveva gruppi iniziali di consonanti: 3G:I/B:I/@.) N0 e /0 similmente rappresentano versioni "fuse" di n+0 /+0. : Govre!!e essere notato che n0 * una consonante singola la!ializzata soltanto all5inizio dei voca!oli dove rappresenta l5antecedente n/0 (sc. quel che "ol#ien pu( anche compitare "^," usando "^" per ng come in #ing). Nel mezzo dei voca!oli e.g. in $an0a "andato perduto" n0 ; realmente un gruppo n V 0 ed * cos6 compitato anche in ortografia "eng,ar. 8omunque le consonanti la!ializzate 6u e /0 ricorrono anche nel mezzo dei voca!oli. Gi fatto /0 occorre solamente in quella posizione e sempre nella com!inazione n/0 (non "^," ma "^g," ancora usando "^" come fece "ol#ien): Lin/0' "pesce" nan/0a "mascella" sun/0a "recipiente per !ere". )a +uestione della lunghezza pu( sem!rare che quando occorrono medialmente tra due vocali le consonanti palatalizzate e la!ializzate contino come consonanti lunghe o doppie (come se i digrafi rappresentino dopo tutto effettivi gruppi di consonanti). Nuovamente usando la lettera "^" col suo valore 3pagnolo di una n palatalizzata (e non come "ol#ien spesso fece per ng come in #ing) ci si pu( chiedere se un voca!olo come atarinya ("mio padre" )S:N/) effettivamente rappresenti "atari^^a". 3e cos6 il gruppo ny nel mezzo dei voca!oli denota una N lunga palatalizzata.Quindi l5esatto voca!olo Quenya dovre!!e essere pronunciato "Que^^a" piuttosto che "Quen:ya". An5altra possi!ilit * "Que^ya" la n essendo di sicuro palatalizzata ma vi * ancora un relativamente distinto suono y: che la segue (il quale non vi dovre!!e essere quando ny occorre all5inizio di un voca!olo). "ol#ien leggendo una versione di Namri almeno una volta pronunci( il voca!olo inyar come "i^^ar" (ma la seconda volta che occorse egli semplicemente disse "inyar" con n V y). In ogni caso i gruppi ny ly ry ty e 6u (per c0) devono essere contati o come lunghe consonanti oppure gruppi di consonanti ai fini dell5enfasi (vedere sotto) : se!!ene sia anche chiaro che talvolta essi de!!ano essere analizzati come consonanti singole unitarie. Accento tonico 7gniqualvolta un linguaggio ha voca!oli polisilla!ici i madrelingua di tale

linguaggio possono spiccare alcune silla!e pi' poderosamente che non altre. Giciamo che tali silla!e sono toniche oppure accentate. In alcuni linguaggi i locutori normalmente non enfatizzano certe silla!e pi' di altre. &er esempio il <iapponese pone circa la stessa quantit di enfasi su ciascuna silla!a risultando in quel che i forestieri non affezionati hanno apostrofato "dizione mitraglia". ;a nei linguaggi 7ccidentali un montante di enfasi che varia * comune: alcune silla!e sono toniche altre atone. )e regole per +uali sono le silla!e toniche variano selvaggiamente per(. 4lcuni linguaggi hanno un sistema assai semplice9 in Crancese i voca!oli che sono a ricevere un accento sono sempre accentati sulla silla!a finale. &er i nativi &arigi non * "!/>is" come in inglese ma piuttosto "par2S" (effettivamente il Crancese non pronuncia la s ma ci( non ha nulla che fare con l5accento). 4nche i Cinnici hanno un sistema assai semplice accentando tutti i voca!oli sulla prima silla!a: mentre alcuni madrelingua inglesi possono pensare che Qelsin#i sia pi' "naturalmente" pronunciato "QelS2N?i" i residenti della citt insisteranno invece su "45)sin#i". Gacch= il linguaggio Cinnico fu evidentemente la principale ispirazione di "ol#ien si pu( pensare che egli avre!!e copiato il suo semplice sistema di accentare tutti i voca!oli sulla prima silla!a nel Quenya. Nella storia "interna" oppure fittizia del linguaggio egli invero si figurava un periodo iniziale durante il quale i voca!oli Quenya erano cos6 accentati (il cosiddetto periodo di arretramento LM:>NN). 8omunque ci( fu rimpiazzato da un nuovo sistema gi prima che i Noldor andassero in esilio cos6 il Quenya come un linguaggio di sapienza nella "erra di ;ezzo impiegava differenti metodi di accentuazione meticolosamente descritti in 3d4 4ppendice $. Questo * il sistema che do!!iamo usare. (3em!ra che "ol#ien effettivamente li copi( dal )atinoR) %oca!oli di una silla!a come nat "cosa" ovviamente non pongono pro!lema9 questa silla!a * la sola candidata a ricevere l5enfasi. Nemmeno i pi' semplici voca!oli polisilla!ici quelli di due silla!e sono un pro!lema: In 3d4 4ppendice $ "ol#ien annot( che "nelle parole di due silla!e l5accento cade quasi sempre sulla prima". 8ome tale stesura implica possono esservi assai poche eccezioni9 la sola eccezione nota sem!ra essere il voca!olo a$& "non farloR" che * accentato sulla silla!a finale: "aV@". (&ure questo voca!olo appare anche nella forma alternativa &$a con enfasi sulla prima silla!a secondo la normale regola: "@Va".) Il nome del Seame Tenedetto A"an talvolta lo odo pronunciare con l5accento sulla seconda piuttosto che sulla prima silla!a : ma la pronunzia corretta deve essere "/0an" se possiamo fidarci delle regole esposte da "ol#ien. ("4m/N" sare!!e 4mman capitale della <iordaniaR)

%oca!oli pi' lunghi con tre o pi' silla!e sono lievemente pi' complessi quando si giunge all5enfasi. ;olti di essi sono accentati sulla penultima silla!a. "uttavia in alcuni casi la penultima silla!a non * "qualificata" a ricevere l5accento: tale silla!a non pu( essere accentata se * corta. 8os6 come riconoscere una silla!a cortaP 3e essa non contiene nessuna vocale lunga (nessuna vocale marcata con un accento) questo * ovviamente un presagio. Quindi la vocale stessa * necessariamente corta. 3e tale corta vocale * seguita da una sola consonante oppure nessuna consonante al postutto tale silla!a ha poche occasioni di ricevere l5accento. )a sua unica rimanente occasione di redimersi come una silla!a lunga * che invece di una semplice vocale corta essa effettivamente contenga uno dei dittonghi Quenya: ai au eu oi ui oppure iu. Gue vocali com!inate in un dittongo contano come avessero la medesima "lunghezza" di una vocale lunga normale unitaria (marcata da un accento). ;a se non vi * dittongo nessuna lunga vocale e neppure una corta vocale seguita da pi' di una consonante la silla!a in questione * irredimi!ilmente corta. 3e questa * la penultima silla!a in un voca!olo di tre o pi' silla!e tale penultima silla!a cede tutte le sue occasioni di ricevere l5enfasi. In tal caso l5enfasi muove un passo in avanti per cadere dalla terza silla!a alla fine (non importa cosa sem!ri +uesta silla!a). "ol#ien annot( che voca!oli di una tale conformazione "sono favoriti nei linguaggi $ldarin specialmente il Quenya". $sempi: Y An voca!olo come $estal' "sposalizio" * accentato "V5STalF". )a penultima silla!a non pu( ricevere l5enfasi in quanto la sua vocale (la a) * corta e seguita solamente da una singola consonante (la l)9 perci( l5accento muove un passo in avanti sulla terza silla!a dalla fine. 7do talvolta persone che mal pronunziano forme plurali come *eleri (gli $lfi del ;are) ed Istari (gli 3tregoni) come ""e)5>i" "IsT/>i"9 applicando le regole di "ol#ien do!!iamo concludere che egli effetivamente intendeva "T5)eri" "2STari". )e penultime silla!e corte in tali voca!oli non possono essere accentate. Y An voca!olo come Eress'a (il nome di un5isola nei pressi del Seame Tenedetto) alcuni locutori inglesi sono tentati di accentarlo sulla penultima silla!a (seguendo lo schema d5enfasi di un nome di luogo come "$ritrea"R) ;a dacch= in Er4ess4'4a la penultima silla!a * giusta una corta ' non seguita da un gruppo di consonanti (effettivamente neanche una consonante) tale silla!a non pu( essere accentata e l5enfasi muove sulla silla!a prima di essa: "$r5SSFa". 4ltri voca!oli del medesimo schema (senza consonante che segue una vocale corta nella penultima silla!a): Eldali' "il popolo degli $lfi" ("$lD/liF" : se!!ene il sostantivo Elda "$lfo" di per s= sia naturalmente accentato "5)da") *ilion "Il 8ornuto" Jevidentemente in

4man un tale epiteto non aveva connotazioni negative N.d.".K nome di un ;aia ("T2)ion") laur'a "dorato" (")/A>Fa") 5a$anni' "3ettem!re" ("]aV/NNiF") Sil"arillion "J)a 3toriaK dei 3ilmaril" ("3ilma>2))ion"). ;a se!!ene tali voca!oli fossero "favoriti" non vi * certamente carenza di voca!oli ove la penultima silla!a si qualifica per ricevere l5accento. $sempi: Y Il titolo di %arda Elent&ri "Segina delle 3telle" * pronunciato "$lenT@>i" dacch= la vocale & nella penultima silla!a * lunga. (3e fosse stata una a corta non potre!!e essere stata enfatizzata dacch= non * seguita da pi' di una consonante e la terza silla!a dalla fine sare!!e stata accentata in sua vece: "$)5Ntari" : ma tale voca!olo non esiste.) I nomi N!"en%r' @alin%r' sono parimenti accentati sulla % lunga nella penultima silla!a (laddove nelle forme accorciate N!"enor @alinor l5accento deve cadere sulla terza silla!a dalla fine: NB0enor V/)inor). Y %oca!oli come -astaina "deturpato" oppure @alarauco "Gemone di &otere" (3indarin Calrog) sono accentati "hasT/2Na" "%ala>/A-o" : dacch= dittonghi come ai au possono essere contati come lunghe vocali allo scopo dell5enfasi. Y I nomi Elendil ed Isildur sono accentati "$l5NDil" ed "Is2)Dur" dacch= la vocale nella penultima silla!a se!!ene corta * seguita da pi' di una consonante (i gruppi nd ld rispettivamente). Ana doppia consonante avre!!e il medesimo effetto di un gruppo di differenti consonanti9 per esempio Elenna ("%erso le 3telle" un nome di N`menor) * pronunciato "$l5NNa". (8ontrasta con l5aggettivo elena "stellare delle stelle": questo deve essere accentato "5)ena" dacch= la penultima silla!a "en" * corta e pertanto ina!ile a ricevere l5accento : diversamente dalla silla!a lunga "enn" in Elenna.) 7sservare che l5unica lettera 9 rappresenta due consonanti 1s. &ertanto un voca!olo come >elcara9' (un nome di luogo) * accentato "Qelcar/7F" (non "Qel-/>a2F" come se vi fosse soltanto una consonante che segue la a nella penultima silla!a). 8fr. la compitazione alternativa >el1ara1se nelle 5timologie voce ?/>/?. 8ome notato sopra alcune com!inazioni dovre!!ero apparentemente essere pensate come singole consonanti: 6u (per c0+10) rappresenta la 1 labializzata non 1 V 0. 3imilmente ny ty ly ry sare!!ero le n t l r palatalizzate (la prima D 8 3pagnola). ;a nel mezzo dei voca!oli allo scopo dell5enfasi sem!ra che 6u ly ny ty etc. contino come gruppi di consonanti (doppie consonanti oppure gruppi : non possiamo essere precisamente certi

di quel che "ol#ien intendeva). In LM:I.B "ol#ien indica che il voca!olo composto cirya6uen "marinaio marittimo" (da cirya "nave" V :6uen "persona") * da accentarsi "cir"/quen". 3e 6u (D c0+10) fosse qui concepito come una singola consonante la 1 la!ializzata non sare!!e un gruppo di consonanti che segue la a e non potre!!e ricevere l5accento: il voca!olo sare!!e quindi stato pronunciato "-2>yaquen" invece. 8os6 o 6u qui conta come un gruppo 1 V 0 oppure rappresenta una 1 la!ializzata lunga o doppia (oppure 10 la!ializzato seguito da 0). Il punto essenziale *: pronunciare "cir"/quen" ed essere sollevati che il resto sia principalmente divagazione accademica. &ochi altri voca!oli includono le com!inazioni in questione: Elenya (primo giorno della settimana $ldarin di sei giorni accentato "$l5Nya") Calacirya o Calacilya (un luogo nel Seame Tenedetto accentato "8ala-2rya" "8ala-2lya"). An suggerimento riguardante il marchio d.accento osservare che il marchio d5accento che pu( apparire sopra le vocali (& ( % !) denota solamente che la vocale * lunga. ;entre tale sim!olo * frequentemente usato ad indicare la silla!a tonica questo non * il caso nella normale compitazione di "ol#ien del Quenya. (4lcuni possono aver notato che nemmeno !o#Dmon * accentato sulla D cos6 "ol#ien non * selvaggiamente idiosincratico in tale settoreR) Ana lunga vocale spesso ricever l5enfasi come nell5esempio Elent&ri sopra ma non * necessariamente cos6: se la vocale lunga non appare nella penultima silla!a la sua lunghezza (ed il marchio d5accento che la denotaR) * alquanto irrilevante allo scopo dell5enfasi. In un voca!olo come Alairi il nome Quenya per gli 3pettri dell54nello o Nazgal l5enfasi cade sul dittongo ai non sulla !. )a compitazione .alant r ha fuorviato molti facendoli pensare che tale sia da accentarsi su "tEr". Qui v5* qualcosa che Ian ;c[ellen interpretando <andalf nella versione cinematografica di 3d4 di &eter Mac#son scrisse mentre il film veniva girato: ...Qo dovuto apprendere una nuova pronunzia. &er tutto questo tempo siamo stati a dire "palan"bS" invece dell5enfasi dell54ntico Inglese sulla prima silla!a. &roprio mentre il voca!olo era sul punto di essere rimesso alla colonna sonora giunse una correzione da 4ndre, Mac# il Gialect 8oach9 egli mi insegn( un accento di Norfol# per >estoration e per 3G4 supervision( accenti linguaggi e tutto ci( che vi * di vocale. !alantEr essendo strettamente di origine elfica dovre!!e seguire la regola di "ol#ien che la silla!a prima di una doppia consonante dovre!!e essere tonica : "pa)4N"Er" rendendo un suono che *

prossimo ad "avanti" Jnell5intervista originale l5attore cita come pietra di paragone l5inglese "lantern" ma l5italiana "lanterna" non sortisce l5effetto voluto N.d.".K... 4ndre, Mac# aveva ragione. Palant r non pu( essere tonico sulla silla!a finale9 virtualmente nessun voca!olo polisilla!ico Quenya * accentato in una tale maniera (come dicevo sopra a$& "non farloR" * la sola eccezione nota). Invece la a nella penultima silla!a riceve l5accento in quanto * seguita dal gruppo di consonanti nt (non dovrei chiamare questa una "doppia consonante" come fa ;c[ellen dacch= voglio riservare quel termine per un gruppo di due identiche consonanti come tt o nn : ma allo scopo dell5enfasi doppie consonanti e gruppi di differenti consonanti hanno il medesimo effetto). 8os6 * invero "pal/NTEr". (;a nella forma plurale .alant ri ove la lunga appare improvvisamente nelle silla!e fra la seconda e l5ultima essa riceve l5accento: "palanTF>i".) Nel caso di voca!oli lunghi che terminano in due silla!e corte l5ultima di tali silla!e pu( ricevere un pi' de!ole accento tonico secondario. In in un voca!olo come - si"' "!ruma" l5accento principale cade su - s ma la silla!a finale :"' non * interamente priva di enfasi. "ale accento tonico secondario * parecchio pi' de!ole che non l5accento principale per(. (Nondimeno "ol#ien annotava che a proposito della poetica l5accento tonico secondario pu( essere usato metricamente: S<$7:N?.) @elocitB Cinalmente una !reve nota su qualcosa di cui sappiamo poco: quanto veloce si dovre!!e parlare conversando in QuenyaP )e poche registrazioni di "ol#ien che parla Quenya non sono "affida!ili" in tale faccenda9 egli inevita!ilmente enuncia alquanto meticolosamente. ;a riguardo alla madre di CFanor 0Eriel egli annot( che "ella parlava rapidamente ed era orgogliosa di tale a!ilit" (&;:>>>). 8os6 il Quenya veloce * evidentemente !uon Quenya. 4nche quando "ol#ien scrisse che "gli $lfi facevano considerevole uso di... gesti concomitanti" (LM:I/N) si rammenti che egli aveva un grande amore per l52taliano Jla qual notizia non pu( che rallegrare i lettori Italiani che aspirano a padroneggiare l54lto $lfico N.d.".K : vedere le )ettere:-->. -ompendio della )ezione Ano )e vocali Quenya sono a e i o u9 le vocali lunghe sono marcate con un accento: & ( etc. )e vocali dovre!!ero essere pure pronunciate con i loro valori "Italiani"9 le & ed ( lunghe dovre!!ero essere notevolmente pi' chiuse che non le a e corte. 4lcune vocali possono

ricevere una dieresi (' < etc.) ma ci( non influisce sulle loro pronunzie ed * soltanto inteso come una chiarificazione per le persone use all5ortografia inglese. I dittonghi sono ai au eu oi ui ed iu. )a consonante c * sempre pronunciata #9 la l dovre!!e essere pronunciata come una ) "chiara" dentale9 la r dovre!!e essere vi!rata9 la s * sempre afona9 la y * soltanto usata come una consonante (come nell5inglese you). Idealmente le consonanti t . c non dovre!!ero pro!a!ilmente essere aspirate. )e consonanti palatalizzate sono rappresentate da digrafi in :y (ty ny etc.)9 le consonanti la!ializzate sono normalmente scritte come digrafi in :0 (e.g. n0 ma quella che dovre!!e essere c0 * compitata invece 6u). la - * pronunciata J2K ("edesco ach-)aut) prima della t a meno che tale com!inazione -t sia preceduta da una delle vocali e oppure i nel qual caso * articolata come nel "edesco ich-)aut. &er altri versi la - pu( essere pronunciata come l5- inglese9 i digrafi -y ed -0 comunque rappresentano ich-)aut e la 0 afona (come l5inglese 4mericano wh) rispettivamente. )e com!inazioni -l ed -r originariamente rappresentavano le l r afone ma dalla "erza $ra tali suoni erano giunti ad essere pronunciati come normali l ed r. In voca!oli polisilla!ici l5accento cade sulla penultima silla!a quando quella * lunga (contenente una lunga vocale un dittongo oppure una vocale seguita da un gruppo di consonanti o da una doppia consonante). 3e le penultima silla!a * corta l5accento cade sulla terza silla!a o di l6 alla fine (a meno che il voca!olo a!!ia soltanto due silla!e nel qual caso la prima silla!a riceve l5accento se corta oppure lunga). ESERCIZI &er quanto riguarda le pi' critiche sottigliezze della pronuncia sfortunatamente non posso rendere alcun esercizio9 non siamo in un5aula scolastica cos6 che io possa commentare sulla vostra pronuncia. ;a riguardo all5enfasi (accento) ed alla pronuncia della - * possi!ile fare esercizi. /. Geterminare quale vocale (singola vocale oppure dittongo) riceve l5accento nei voca!oli sottoelencati. (Non * necessario indicare dove l5intera silla!a cui esso appartiene inizia e termina.) /& Alcar ("gloria") C& Alcar' (variante pi' lunga di quanto sopra) -& Alcarin6ua ("glorioso") D& Cali"a ("!rillante") 5& Oronti ("montagne") (& An%ti"' ("incalcola!ile innumerevole")

$. En$inyatar ("rinnovatore") 4& Ulund' ("diluvio") 2& E<ruil' ("alga marina") 1& Ercass' ("agrifoglio") $sercizio aggiuntivo sul tono: mentre si odono molti !rani 3indarin nel film uno dei pochi campioni di Quenya realmente rilevanti ne )a -ompagnia dell./nello di &eter Mac#son * la scena in cui "3aruman" (8hristopher )ee) stando sulla sommit d5Isengard recita un5invocazione per far precipitare una valanga al fine di fermare la 8ompagnia. $gli dice alla montagna che essi stanno tentando di attraversarla: nai yar$a9'a rasselya taltu$a notto4 carinnar) D "possa il tuo corno macchiato di sangue crollare sulel teste nemicheR" (non tradotta nel film). )5attore accentua i voca!oli cos6: nai yar@AC'a RASSelya *AL*u$a notto4CARinnar. I voca!oli sono tutti accentati come dovre!!ero essere conformemente alle linee guida di "ol#ienP 3e no qual * corretto e quale erroneoP -. Gove la lettera - appare in voca!oli Quenya come essi sono compitati nelle nostre lettere essa pu( essere prononciata in vari modi. Ignorando i digrafi -0 ed -y la lettera - pu( essere pronunciata 4) una "- espirata" come l5inglese - come in high T) pi' o meno come nell5inglese huge human o idealmente come ch nel "edesco ich 8) come ch nel "edesco ach oppure lo 3cozzese loch (in scrittura fonetica J2K). In aggiunta a!!iamo l5alternativa G): la lettera - non * realmente pronunciata al postutto ma meramente indica che la consonante seguente era afona in Quenya arcaico. 7rdinare i voca!oli sottostanti in queste quattro categorie (4 T 8 G): ?& O-tar ("guerriero") )& >r&$' ("carne") 0& Na-ta ("un morso") N& >eru ("signore") G& Ne-t' ("punta di lancia") !& +a-al"a ("trono") H& >ell' ("cielo") >& *i-tala ("scintillante") S& >l%c' ("serpe serpente")

T& > si' ("!ruma") )e soluzioni degli esercizi trovati in +uesto corso possono essere scaricate a +uesto A>) http:++,,,.ui!.no+&eople+hnohf+#eys.rtf

LEZIONE DUE
Sostanti$i. Dor"e .lurali. Gli articoli.
I voca!oli che denotano oggetti come opposto per esempio alle azioni sono chiamati sostantivi. <li "oggetti" in questione possono essere inanimati (come "pietra") animati (come "persona" "donna" "ragazzo") naturali (come "al!ero") artificiali (come "ponte casa") concreti (come "pietra" di nuovo) oppure interamente astratti (come "astio"). Nomi di persone come "&iero" o ";aria" sono anch5essi considerati sostantivi. "alvolta un sostantivo pu( denotare non un oggetto o persona chiaramente distinto ma un5intera sostanza (come "oro" oppure "acqua"). 8os6 vi * molto da includere. Nella maggior parte dei linguaggi un sostantivo pu( essere flesso cio= appare in varie forme per modificare il suo significato o per renderlo atto in uno specifico grammaticale contesto. &er esempio se si vuole connettere due sostantivi inglesi come ";ary" e "house" in un modo tale da render chiaro che ;ary possiede la casa si modifica la forma del sostantivo 0ary aggiungendo la desinenza :.s producendo 0ary.s il che prontamente si connette con house a rendere la frase 0ary.s house. 7ppure partendo con un sostantivo come tree si pu( voler rendere chiaro che si sta parlando di pi' di un singolo al!ero e cos6 modificare il voca!olo nella sua forma plurale aggiungendo la desinenza plurale :s per ottenere trees. In inglese un sostantivo non ha moltissime forme al postutto9 vi * la singolare (e.g. girl) la plurale (girls) la forma che si usa quando quello denotato dal sostantivo possiede qualcosa(girl.s) e la com!inazione della forma plurale e questa "di propriet" (scritta girls. e sfortunatamente non realmente distinta da girls o girl.s nel suono ma i madrelingua inglesi in qualche modo se la cavano senza troppi fraintendimenti : resta sicuro che gli equivalenti Quenya sono chiaramente distinti nella formaR) 8os6 un sostantivo inglese non risulta in pi' di quattro differenti forme. An sostantivo Quenya d5altra parte risulta in centinaia di differenti forme. &u( ricevere desinenze non soltanto per due differenti specie di plurali pi' desinenze denotanti un paio di oggetti ma anche desinenze che

esprimono significati che in Italiano sare!!ero denotati piazzando invece paroline come "per in+su da a di con" etc Jpi' che di "paroline" trattasi di "preposizioni" N.d.".K. di fronte al sostantivo. Infine un sostantivo Quenya pu( anche ricevere desinenze che denotano a chi appartiene e.g. :rya: "sue Jdi lei. N.d.".K" in "&ryat "le sue mani" in Namri (la :t finale per inciso * una delle desinenze che denotano un paio di qualcosa : in tal caso un naturale paio di mani). 4vendo letto quanto sopra lo studente non dovre!!e soccom!ere all5idea che il Quenya sia un linguaggio orri!ilmente difficile ("immagina centinaia di differenti forme da imparare dove l5inglese ne ha soltanto quattroR") oppure quanto a ci( partire pensando che il Quenya deve essere qualche sorta di super:linguaggio ("caspita centinaia di differenti forme con cui trastullarsi quando i poveretti anglofoni devono a cavarsela con un quartetto pietosoR") )5inglese ed il Quenya organizzano l5informazione differentemente ecco tutto : il primo spesso preferendo una stringa di corti voca!oli quest5ultimo piuttosto scompigliando le idee da esprimersi in una voluminosa che riempie la !occa. )e centinaia di differenti forme insorgono a causa di un assai pi' !asso numero di desinenze che possono essere combinate cos6 non vi * ragione di disperare. H un po5 come contare9 non c5* !isogno di apprendere duecentocinquanta differenti sim!oli numerici per essere in grado di contare fino a -0. ma soltanto i dieci da . a ?. )a maggior parte delle desinenze che un sostantivo pu( assumere non le discuteremo in (molte) lezioni posteriori. &artiremo con qualcosa che dovre!!e essere familiare a!!astanza che pure si trova nella piccola lista delle forme sostantive inglesi: rendere un sostantivo plurale : da uno a diversi. In Quenya vi sono due differenti plurali. Ano * formato aggiungendo la desinenza :li al sostantivo. "ol#ien chiam( questo il "partitivo plurale" (LM:>@@) oppure un "plJuraleK generale" (vedere le 5timologie voce T5)5S). 3fortunatamente la funzione di tale plurale : sc. come differisce nel significato dal pi' "normale" plurale discusso sotto : non * pienamente compresa. 4!!iamo pochi esempi di tale plurale nel nostro scarso materiale sorgente ma non sono molto d5aiuto. &er lungo tempo fu assunto che tale plurale implicasse che vi fossero "molti" degli oggetti in questione9 perci( Eldali (formato da Elda "$lfo") indichere!!e qualcosa come "molti $lfi". %i pu( essere qualcosa di simile ma in diversi degli esempi che a!!iamo non sem!ra esservi implicazione di "molti". H stato suggerito che Eldali pu( piuttosto significare qualcosa come "diversi $lfi" o "alcuni $lfi" sc. alcuni da un gruppo pi' ampio alcuni considerati come parte di tale gruppo: il termine "partitivo plurale" pu( puntare nella medesima direzione.

8omunque lascer( stare per la maggior parte il partitivo plurale durante tutto questo corso. )a sua giusta funzione non mi * a!!astanza !en compresa per costruire esercizi che significhere!!ero soltanto alimentare qualche interpretazione altamente interlocutoria a studenti privi di sospetti. (&resento alcune riflessioni sui plurali in :li nelle appendici a tale corso.) &er ora andremo invece col plurale "normale". 7gni lettore delle narrazioni di "ol#ien avr incontrato a!!ondanza di esempi di tale forma9 essi sono comuni specialmente nel Silmarillion. 3ostantivi che terminano in ognuna delle vocali :a :o :i oppure :u pi' i sostantivi che terminano nel gruppo :i' formano il loro plurale con la desinenza :r. 8fr. i nomi di vari gruppi di persone menzionati nel Silmarillion: Elda "$lfo" plurale Eldar @ala "dio (o tecnicalmente angelo)" pl. @alar Ainu "spirito di Gio creato per primo" pl. Ainur Noldo "Noldo mem!ro del 3econdo 8lan degli $ldar" pl. Noldor @ali' "femmina %ala" pl. @alier &er un altro esempio di :i' cfr. tier per "sentieri" in Namri9 comparare il singolare ti' "sentiero". (3econdo le convenzioni di compitazione qui impiegate la dieresi in ti' * decaduta nella forma plurale tier in quanto i puntini vi sono meramente per contrassegnare che la :' finale non * muta ma in tier la e non * pi' finale in quanto una desinenza * stata aggiunta : e perci( i punti se ne vanno.) $sempi dei plurali di sostantivi in :i sono rari dacch= gli stessi sostantivi con tale desinenza sono rari ma in ;S:--? a!!iamo 6uendir come il pl. di 6uendi "$lfo donna" (ed anche 6uendur come il pl. di 6uendu "$lfo uomo"9 neppure i sostantivi in :u sono molto numerosi). "ale voca!olo singolare 6uendi "$lfo donna" non deve essere confuso col voca!olo plurale Quendi che molti lettori dei romanzi di "ol#ien rammenteranno dal Silmarillion per esempio nella descrizione del risveglio degli $lfi nel capitolo >: "8hiamarono se stessi Quendi che significa coloro che parlano con voci9 ch= fino a quel momento non avevano incontrato altre creature viventi che parlassero o cantassero." Quendi * la forma plurale di Quend' "$lfo"9 i sostantivi che terminano in :' tipicamente formano i loro plurali in :i e come vediamo tale :i rimpiazza la :' finale invece di essere aggiunta ad essa. In LM:>N/ "ol#ien esplicitamente si riferisce a "sostantivi in :e la maggioranza dei quali formavano i loro plurali in :i".

8ome tale formulazione implica vi sono eccezioni9 pochi sostantivi in :' son visti usare l5altra desinenza plurale :r in sua vece. An5eccezione cui a!!iamo gi accennato: dove la :' * parte di :i' a!!iamo plurali in :ier come in tier "sentieri". &erci( evitare la maldestra forma plurale cctii. 4ltre eccezioni non possono essere spiegate cos6 facilmente. In 3d4 4ppendice $ a!!iamo tyeller per "gradi" evidentemente il plurale di tyell'. &erch= tyeller invece di cctyelliP )S:IB parimenti indica che il plurale di "all' "strada" * "aller9 perch= non cc"alliP &u( essere che sostantivi in :l' a!!iano plurali in :ler in quanto il "regolare" cc:li potre!!e causare confusione con la desinenza partitiva plurale :li menzionata sopra. 3fortunatamente difettiamo di pi' esempi che potre!!ero confermare o smentire tale teoria (e cos6 non oso costruire alcun esercizio !asato su tale assunto se!!ene seguirei tale regola nelle mie proprie composizioni Quenya). )a forma tyeller confuse i primissimi ricercatori9 con estremamente pochi esempi su cui !asarsi alcuni erroneamente conclusero che i sostantivi in :' hanno regolarmente plurali in :er. Il nome del primissimo giornale Par"a Eldala"2eron o ")i!ro delle )ingue $lfiche" (sporadicamente tuttora pu!!licato) riflette tale equivoco9 il titolo incorpora ccla"2er come il presunto plurale di la"2' "lingua linguaggio" mentre ora sappiamo che il corretto plurale deve essere la"2i. 3e!!ene l5errore fosse sospettato per tempo e sia ora riconosciuto da ognuno l5editore non si preoccup( mai di modificare il nome del giornale nella forma corretta Par"a Eldala"2ion (e cos6 con premura giungono e:mail da alcuni studenti freschi a domandarsi perch= il mio sito * chiamato Ardala"2ion e non Ardala"2eron...) In alcuni casi "ol#ien stesso sem!ra incerto su quale desinenza plurale dovre!!e essere usata. In &;:>>- la forma plurale di In/0' "$lfo del &rimo 8lan Janche il nome del re di quel clanK" * data come In/0i cos6 come ci aspetteremmo9 ancora poche pagine oltre in &;:>I. troviamo invece In/0er (vi * detto che il &rimo 8lan i %anyar chiamavano se stessi Ing,er cos6 forse ci( riflette una speciale usanza %anyarinP) &u( essere notato che nel primevo "Qenya" di "ol#ien pi' sostantivi in :' apparentemente avevano forme plurali in :er. &er esempio il primissimo poema Nar+elion ha lasser come il plurale di lass' "foglia" ma in Namri in 3d4 "ol#ien us( la forma plurale lassi. &er quanto ne so i voca!oli negli esercizi sotto seguono tutti la normale regola: sostantivi che terminano in :' eccetto che come parte di :i' hanno plurali in :i. 8i( lascia soltanto un gruppo di sostantivi da considerare vale a dire quelli che terminano in una consonante. "ali sostantivi cos6 come quelli che

terminano in :' son visti avere plurali in :i. An poco di esempi: Eleni "stelle" la forma plurale di elen "stella" occorre in Namri (ed anche in LM:>N- ove sono citate sia la forma singolare che la plurale). Il Silmarillion ha Atani per "Aomini" (non "maschi" ma umani come opposto agli $lfi)9 questo * formato dal voca!olo singolare Atan. 3econdo LM:>@@ Il voca!olo Casar "Nano" ha il plurale Casari "Nani". Gi queste due desinenze plurali : r come in Eldar "$lfi" ma i come in Atani "Aomini (;ortali)" : "ol#ien immagin( quest5ultima come la pi' antica. )a desinenza plurale :i giunge direttamente dall5$lfico &rimordiale :I un voca!olo come Quendi rappresentando il primitivo ?wendI. )a desinenza plurale :r emerse pi' tardi: "&er il comportamento di molti il nuovo accorgimento della r fu introdotto ed usato in tutti i voca!oli di una certa conformazione : e ci( * detto e!!e inizio fra i Noldor" (&;:I.-). In termini di mondo primario am!edue le plurali desinenze erano tuttavia presenti nella concezione di "ol#ien dal principio9 gi nella sua primissima opera sul "Qenya" scritta durante la I <uerra ;ondiale troviamo forme come Qendi (com5era allora compitata) ed Eldar coesistenti. )e desinenze plurali gemelle sono una caratteristica che evidentemente sopravvisse in ogni parte di ogni stadio dello sviluppo del Quenya di "ol#ien dal /?/0 al /?B>.
N7"4 3AI GICC$S$N"I %784T7)I &$S "$)C7": come l5attento lettore avr inferito da quanto sopra vi * pi' di un voca!olo Quenya per "$lfo". Il voca!olo con la pi' ampia applicazione entro la sfera della finzione di "ol#ien era Quend' pl. Quendi. "ale forma * perlomeno associata al voca!olo "parlare" (6uet:) e "ol#ien specul( che da ultimo tali voca!oli fossero invero correlati tramite un5assai primitiva !ase ?,5: avente a che fare con discorso vocale (vedere LM:>?/:>?-). Quando gli $lfi si destarono sulle acque di 8uivi=nen essi chiamarono se stessi Quendi (o in $lfico &rimordiale effettivamente ?wendI) dacch= per un lungo tempo essi non seppero di altre creature parlanti. 4lfine il %ala Grom li trov( sotto un cielo illuminato da stelle e diede loro un nuovo nome nel linguaggio che essi stessi avevano sviluppato: 5ld=i spesso tradotto "&opolo delle 3telle". In Quenya tale primitivo voca!olo pi' tardi apparve come Eldar (singolare Elda). ;entre il termine Eldar (5ld=i) era originariamente inteso come applicato all5intera razza $lfica fu pi' tardi solamente usato per gli $lfi che accettarono l5invito dei %alar a recarsi ed a!itare nel Seame Tenedetto di 4man e s5im!arcarono nella <rande ;arcia per giungervi (il termine Eldar * anche applica!ile a coloro che effettivamente non svolsero tutto il tragitto per 4man tali come i Sindar o $lfi <rigi che stettero nel Teleriand). 8oloro che rifiutarono l5invito furono detti A$ari "Sicusanti" e perci( tutti gli $lfi (Quendi) possono essere suddivisi in Eldar ed A$ari. 3olamente i primi giocano un ruolo importante nelle narrazioni di "ol#ien. 8os6 in tardo Quenya la situazione era questa: Quend' pl. Quendi rimase come il solo termine veramente universale per tutti gli $lfi d5ogni specie ma questo era un voca!olo tecnico primariamente usato dai ;aestri di tradizione non una parola che fosse usata nel parlato quotidiano. )e specifiche varianti di genere di Quend' "$lfo" valr a dire il maschile 6uendu ed il femminile 6uendi dovre!!ero presumi!ilmente essere usate soltanto se si vuol parlare di un uomo (donna) specificatamente 5lfico come opposto ad un uomo (donna) d5ogni altra razza senziente: questi non sono i normali voca!oli Quenya per "uomo" e "donna" (i normali voca!oli sono n(r e n s presumi!ilmente applica!ili ad un uomo oppure donna d5ogni razza senziente non solo $lfi). Il termine Quenya normale d5ogni giorno per "$lfo" era Elda ed il fatto che tale voca!olo tecnicamente non si applicasse agli $lfi delle oscure tri!' 4varin che vivevano in qualche luogo del remoto oriente nella "erra di ;ezzo non era un gran

pro!lema dacch= nessuno di essi fu mai visto ad ogni modo. Siguardo al composto Eldali' (il quale com!ina Elda ,ith li' "popolo gente") "ol#ien scrisse che quando uno degli $lfi di 4man adoperava tale voca!olo "intendeva vagamente tutte le razze di $lfi se!!ene pro!a!ilmente non stesse pensando agli 4vari" (LM:>BI). : Gappertutto negli esercizi che si trovano in questo corso ho utilizzato Elda (piuttosto che Quend') come la traduzione standard dell5inglese "$lfo" incurante d5ogni significato specializzato che pu( avere entro i miti di "ol#ien. 8ome dissi nell5Introduzione in questi esercizi in larga parte mi astengo da specifici riferimenti a miti e narrazioni di "ol#ien.

GLI AR*ICOLI 4!!iamo tempo per una cosa ancora in questa lezione: l5articolo. An articolo linguisticamente parlando * un voca!olo tal quale all5italiano "il" oppure "un uno". Queste piccole parole sono usate in congiunzione con i sostantivi ad esprimere differenti sfumature di significato tali come "un cavallo" vs. "il cavallo". 8hiunque sia capace di leggere tale testo innanzi tutto conoscer quale sia la differenza cos6 non * necessaria nessuna spiegazione prolungata. In !reve "un cavallo" si riferisce ad un cavallo che non * mai stato menzionato prima cos6 si insinua l5articolo "un" come una sorta d5introduzione: "<uarda c5* un cavallo laggi'R" 3i pu( anche usare la frase "un cavallo" se si vuol dire qualcosa che sia vero per ogni cavallo come in "un cavallo * un animale". 3e d5altra parte si dice "il cavallo" usualmente ci si riferisce ad un determinato cavallo. perci( "il" * definito articolo determinativo mentre "un uno" difettando di tale aspetto "determinativo" sono viceversa chiamati articoli indeterminativi. In tale aspetto per lo meno il Quenya * alquanto pi' semplice dell5Italiano. Il Quenya ha solamente un articolo corrispondente all5articolo determinativo inglese "the" (e dacch= non vi * articolo indeterminativo da cui essere distinto possiamo semplicemente parlare de "l5articolo" discutendo del Quenya). Il voca!olo Quenya corrispondente all5inglese "the" * i. &er esempio Namri ha i eleni per "le stelle". 8ome pu( essere inferito da quanto sopra il Quenya non ha voca!olo corrispondente all5Italiano "un uno". "raducendo il Quenya in Italiano si ha semplicemente di che infilare "un" ogni volta in la grammatica Italiana domanda un articolo indeterminativo come nel famoso saluto Elen s la l!"enn# o"entiel$o "una stella !rilla sull5ora del nostro incontro". 8ome vediamo il primo voca!olo della proposizione Quenya * semplicemente elen "stella" senza nulla che corrisponda all5articolo indeterminativo "una" prima di essa (o da qualsiasi altra parte nella proposizione quanto a ci(). In Quenya non c5* modo in cui si possa mantenere la distinzione tra "una stella" e solo "stella"9 am!edue sono semplicemente elen. Cortunatamente non v5* una gran distinzione da mantenere ad ogni modo. )inguaggi come l54ra!o l5$!raico ed il <reco classico impiegano un sistema similare: vi * un articolo determinativo corrispondente all5Italiano "il" ma nulla che corrisponda

all5articolo indeterminativo Italiano "un uno" (e questo * il sistema usato pure in $speranto). Gopo tutto l5assenza dell5articolo determinativo in s= * !astante a segnalare che un sostantivo (comune) * indeterminato cos6 l5articolo indeterminativo * in un certo senso superfluo. "ol#ien decise di fare senza di esso in Quenya cos6 gli studenti devono preoccuparsi soltanto di i D "il". "alvolta "ol#ien connette l5articolo al voca!olo successivo per mezzo di un trattino oppure di un punto: i4"ar "la terra" (-anto di (Eriel) iEcoi"as "il pandivita" (&;:>?N). 8omunque egli non fece cos6 in 3d4 (a!!iamo gi citato l5esempio i eleni "le stelle" in Namri) e neppure noi lo faremo qui. )5articolo Quenya * generalmente usato come in Inglese. "uttavia alcuni sostantivi che richiedere!!ero l5articolo in Italiano sono apparentemente contati come nomi propri in Quenya e cos6 non prendono articolo. &er esempio la proposizione Anar calu$a tielyanna * tradotta "il 3ole splender sul tuo cammino" (A":-- 0/)9 per( non vi * articolo nella proposizione Quenya. "Il 3ole" non * cci Anar ma semplicemente Anar. 8hiaramente Anar * percepito come un nome proprio designando soltanto un corpo celeste e non vi * da dire "l54nar" pi' di quanto una persona di madrelingua Italiana dire!!e "il ;arte". Il nome de "la" )una Isil indu!ita!ilmente si comporta come Anar in questo aspetto. &u( essere notato che entram!i i voca!oli sono trattati come nomi propri nel Silmarillion capitolo //: "Isil venne fa!!ricato e approntato per primo e per primo si lev( nel reame delle stelle... 4nar ascese in gloria e la prima aurora del 3ole fu come un grande fuoco..." 7sservare anche che prima di un plurale che denota un intero popolo (oppure razza) l5articolo non * normalmente usato. LM:I.I menziona un aforisma @alar $alu$ar "il volere dei %alar sar fatto" (o pi' letteralmente c"i %alar governeranno"). 7sservare che "i %alar" * semplicemente @alar in Quenya non i @alar. 3imilmente &;:>?0 ha la"2' Quendion .er "linguaggio degli $lfi" e coi"as Eldaron per "coimas Jlem!asK degli $ldar" : non ccla"2' i Quendion cccoi"as i Eldaron. ()a desinenza :on in appendice ai plurali Quendi Eldar significa "di"9 tale desinenza non dovre!!e influire sul fatto che l5articolo de!!a essere presente o meno prima del voca!olo.) 8on tale usanza comparare l5uso di "ol#ien di "Aomini" nelle sue narrazioni a riferirsi alla razza umana come tale: "<li Aomini si destarono in QildXrien al levarsi del 3ole... una tene!ra avvolgesse i cuori degli Aomini... gli Aomini (si dice) dapprima erano in numero molto ristretto..." (Silmarillion capitolo /B.) &er contrasto "gli Aomini" si riferire!!e non all5intera razza ma soltanto ad un casuale gruppo di "Aomini" oppure umani

Jtale distinzione * meno percepi!ile nel testo italiano in cui ovviamente l5articolo compare sempre N.d.".K. I plurali Quenya denotanti interi popoli o razze sem!rano comportarsi allo stesso modo. In un testo Quenya non vi sare!!e pro!a!ilmente articolo prima di plurali come @alar Eldar @anyar Noldor Lindar *eleri Atani etc. finch= * considerata l5intera razza o popolo se!!ene le narrazioni inglesi di "ol#ien parlino de "i %alar" "gli $ldar" etc. 8omunque se si rimpiazza Eldar col suo equivalente "$lfi" vediamo che spesso l5articolo non sare!!e richiesto nemmeno in inglese (e.g. "$lves are !eautiful" D Eldar nar $any'9 se dite "the $lves are !eautiful" D i Eldar nar $any' siete pro!a!ilmente a descrivere un particolare gruppo di $lfi non l5intera razza Jovviamente in Italiano l5articolo sare!!e sempre presente e la distinzione strettamente legata al contesto N.d.".K). 7ccasionalmente specialmente in poesia l5articolo apparentemente cade in disuso per nessuna ragione speciale. Corse esso * semplicemente omesso a causa di considerazioni metriche. )a prima linea di Namri ai) lauri' lantar lassi s!rinen "ol#ien la tradusse "ahR come oro cadono le foglie..." : se!!ene non vi sia i prima di lassi "foglie" nel testo Quenya. Il poema ;ar#irya tralascia anche l5articolo in un certo numero di luoghi se siamo a giudicare dalla traduzione inglese di esso di "ol#ien. -ompendio della )ezione Due %i * una desinenza plurale :li la funzione della quale non comprendiamo pienamente cos6 la lasceremo per ora stare. Il plurale normale * formato dall5aggiunta della :r a sostantivi che terminano in ognuna delle vocali :a :i :o :u pi' i sostantivi che terminano in :i'. 3e d5altra parte il sostantivo termina in :' (eccetto naturalmente come parte di :i') la desinenza plurale * usualmente :i (destituendo la :' finale)9 anche i sostantivi che terminano in una consonante formano i loro plurali in :i. )5articolo determinativo Quenya corrispondente all5Italiano "il" * i9 non vi sono articoli indeterminativi come gli Italiani "un uno". @OCA,OLARIO Siguardo a Crodo che ode <aladriel cantare Namri 3d4 afferma che "come tutte le parole $lfiche anche quelle gli rimasero impresse nella mente" Jopinione personale: la traduzione letterale "alla maniera delle parole $lfiche quelle gli rimasero scolpite nella memoria" mi pare pi' incisiva N.d.".K. Questo pu( essere un pensiero confortante per gli studenti che tentano di memorizzare il voca!olario Quenya. Nella lezione propria quando discuto vari aspetti del Quenya normalmente menzioner( parecchi voca!oli : ma negli esercizi utilizzer( solamente parole dalla lista "voca!olario" che * di qui in avanti presentata alla fine di ciascuna lezione.

&ertanto questo * tutto ci( che lo studente * dispensato dal memorizzare meticolosamente (svolgendo gli esercizi per le lezioni successive necessiterete anche del voca!olario introdotto antecedentemente : questa * l5unica volta in cui siete cos6 fortunati che tutti i voca!oli necessari si trovano nella lista in !assoR) Introdurremo dodici nuovi voca!oli in ciascuna lezione: un numero appropriato dacch= gli $lfi di "ol#ien preferivano contare in dozzine piuttosto che decine come noi facciamo. Ana lista unificata di tutto il voca!olario d5ora in poi impiegato negli esercizi di questo corso pu( essere scaricata da questo AS): http:++ardalam!ion.immaginario.net+3aggi+q:voca!.rtf "in' "uno" (d5ora in poi introdurremo un nuovo numero ciascuna lezione) Anar "(il) 3ole" Isil "(la) )una" ar "e" (un voca!olo molto utile che ci consentir di avere due esercizi in uno... tradurre "il 3ole e la
)una" per esempio...)

Elda "$lfo" li' "popolo" (sc. un intero "gruppo etnico" oppure razza come in Eldali' D il &opolo degli $lfi). $end' "fanciulla" (in Quenya arcaico 0end') rocco "cavallo" (specificamente "veloce cavallo per equitazione" secondo le )ettere:>@-) aran "re" t&ri "regina" tasar "salice" (dalla sua forma questo dovre!!e essere il plurale di cctasa ma tale voca!olo non
esiste e :r * qui parte del voca!olo di !ase e non una desinenza. "ale voca!olo occorre composto in 3d4 : Tar!al!ero che salmodia "Cra salici e prati a "asarinan J%alle:3aliciK passeggiavo in &rimavera...")

nu "sotto" ESERCIZI /. "radurre in Italiano (o qualunque linguaggio preferito): /& Roccor C& Aran %due possibili traduzioni 2talianeJ' -& I rocco. D& I roccor. 5& Arani. (& +in' li' nu "in' aran. $& I aran ar i t&ri. 4& @endi.

-. "radurre in Quenya: 2& 3alici. 1& $lfi. ?& I re. )& &opoli. 0& Il cavallo sotto %oppureK al di sotto' del salice. N. Ana fanciulla ed una regina. G& )a regina e le fanciulle. !& Il 3ole e la )una %Vi promisi che&&&'

LEZIONE *RE
Nu"ero duale. @ariazioni radicali.
NU+ERO DUALE )a lezione precedente copre due forme plurali Quenya: l5alquanto misterioso "partitivo plurale" in :li e il "normale" plurale in :r oppure :i (dipendendo prevalentemente dalla conformazione del voca!olo). 8ome parecchi linguaggi "reali" anche il Quenya possiede una forma duale che non ha diretta controparte in Italiano. Il numero duale si riferisce a due oggetti una coppia di oggetti. Il duale * formato con un una desinenza fra due: :u oppure :t. $ntro la linea temporale fittizia immaginata da "ol#ien queste du, desinenze originariamente avevano significati alquanto differenti e cos6 non erano completamente intercam!ia!ili. Ana nota a pi* di pagina nelle )ettere:I-B fornisce qualche informazione su ci(. )a desinenza :u (dall5$lfico &rimordiale :L) era originariamente usata nel caso di coppie naturali di due oggetti o persone che in qualche modo si appartengono come una coppia logica. &er esempio secondo %">?:? // il voca!olo .( "la!!ro" ha la forma duale .eu "la!!ra" riferito ad un paio di la!!ra d5una persona (e non per esempio al la!!ro superiore di una persona ed al la!!ro inferiore di un5altra le quali sare!!ero gi "due la!!ra" e non una coppia naturale). Il sostantivo $eru che significa "coppia di coniugi" oppure "marito e moglie" ha forma duale9 in tal caso non sem!ra esservi un corrispondente singolare "coniuge" (ma a!!iamo $erno "marito" e $ess' "moglie" dalla medesima radice9 vedere )S:>0-). Il sostantivo alda "al!ero" occorre in forma duale con riferimento non ad ogni casuale paio d5al!eri ma ai Gue 4l!eri di %alinor: Aldu. 7sservare che se la desinenza :u * aggiunta ad un sostantivo che

termina in una vocale tale vocale * dismessa: perci( il duale di alda * aldu piuttosto che ccaldau : se!!ene un voca!olo citato in &;:/>@ che riproduce una !ozza per le 4ppendici a 3d4 sem!ra suggerire che "ol#ien per un momento consider( precisamente quast5ultima forma. %i * anche un5antica fonte che ha Aldaru apparentemente formato aggiungendo la desinenza duale :u al normale plurale aldar "al!eri" ma questo sem!ra essere un precoce esperimento di "ol#ien che era pro!a!ilmente da lungi o!soleto al tempo in cui scrisse 3d4. Nella forma duale .eu la vocale finale di .( "la!!ro" non * apparentemente dismessa dalla desinenza duale :u. "uttavia il Quenya .( * inteso discendere dall5$lfico primitivo pe8e laddove la forma duale .eu * intesa giungere da pe8L (%">?:?) : cos6 la e di .eu non era originariamente finale. Quanto all5altra desinenza duale :t essa secondo le )ettere:I-B rappresenta un antico elemento ata. Questa annot( "ol#ien era originariamente "puramente numerativa" Jsic N.d.".K9 essa * invero correlata al voca!olo numerale Quenya "due" atta. &er "puramente numerativa" "ol#ien evidentemente intendeva che il duale in :t potre!!e denotare due oggetti soltanto casualmente correlati. &er esempio ciryat come la forma duale di cirya "nave" potre!!e riferirsi a due navi qualsiasi9 ciryat sare!!e solamente una specie di stenografico parlato per la frase piena atta ciryar "due navi". 8omunque "ol#ien annot( ulteriormente che "in tardo QJuenyaK" le forme duali erano "usuali soltanto con riferimento a coppie naturali". Quel che egli intende precisamente per "tardo" Quenya non pu( essere determinato9 potre!!e riferirsi al Quenya come ad un linguaggio rituale nella "erra di ;ezzo piuttosto che il vernacolo degli $ldar in %alinor. In ogni caso il Quenya della "erza $ra cui miriamo in tale corso deve certamente essere annoverato quando "ol#ien parla di "tardo" Quenya cos6 qui seguiremo la regola per cui ogni forma duale deve riferirsi a qualche sorta di coppia naturale o logica non a due oggetti soltanto casualmente correlati. In altre parole il duale in :t venne ad avere proprio lo stesso "significato" del duale in :u. An duale come ciryat "- navi" (curiosamente compitato "ciriat" in )ettere:I-B forse un refuso) non sare!!e usato in tardo Quenya con riferimento a due navi qualsiasi ma solamente a due navi che in qualche modo formano un paio : come due navi gemelle. 3e ci si vuol proprio riferire a due navi che non formano in alcun modo una coppia naturale o logica come due qualsiasi navi che capita di vedere assieme non si dovre!!e usare la forma duale ma semplicemente il numerale atta "due" : perci( atta ciryar. Gacch= le due desinenze :t ed :u erano giunte a veicolare il medesimo significato c5* !isogno di qualche regola per determinare quando utilizzare

quale. Quale desinenza dovre!!e essere usata pu( apparentemente inferirsi dalla conformazione del voca!olo stesso (cos6 come la forma del voca!olo normalmente determina se la desinenza plurale de!!a essere :i o :r). Nelle )ettere:I-B "ol#ien annot( che "la scelta di t oppure u JeraK decisa per eufonia" sc. da quale suonava !ene : aggiungendo come un esempio che la :u era preferita alla :t se il voca!olo che * a ricevere una desinenza duale contiene gi una t oppure il suono similare d. &erci( il duale di alda * aldu piuttosto che ccaldat. 3em!ra che per quanto riguarda il tardo Quenya la :t dovre!!e essere la vostra prima opzione come la desinenza duale ma se il sostantivo cui * da aggiungere contiene gi t oppure d optate invece per :u (rammentando che tale desinenza soppianta ogni vocale finale). I duali che "ol#ien elenc( nella )ettera &lotz ciryat "una coppia di navi" e lasset "una coppia di foglie" (formate da cirya "nave" e lass' "foglia") confermano che voca!oli senza t oppure d in essi prendono la desinenza duale :t. Corse la desinenza :u dovre!!e essere preferita anche nel caso di sostantivi che terminano in una consonante dacch= la :t non dovre!!e essere aggiunta direttamente ad un tale voca!olo senza produrre un gruppo finale di consonanti che la fonologia Quenya non permettere!!e9 sfortunatamente non a!!iamo esempi. (3e la desinenza :t * da utilizzare a casaccio una vocale dovre!!e pro!a!ilmente essere inserita prima di essa producendo una desinenza pi' lunga : verosimilmente :et. $viteremo tale piccolo pro!lema negli esercizi sotto dacch= nessuno conosce realmente la risposta.) H chiaro tuttavia che il Quenya ha un certo numero di antichi duali che non seguono la regola pre cui la desinenza * normalmente :t rimpiazzata da :u solamente se vi * una d oppure una t nel voca!olo cui deve essere aggiunta. <li esempi $eru "coppia sposata" e .eu "la!!ra paio di la!!ra" sono la prova di questo9 qui non vi sono t o d presenti ma la desinenza * ancora :u piuttosto che :t. &resumi!ilmente queste sono forme duali "fossilizzate" che riflettono il sistema pi' antico nel quale soltanto :u denotava una coppia naturale oppure logica. )5esempio .eu "(paio di) la!!ra" suggerisce che la desinenza :u sia usata nel caso di parti corporee ricorrenti in coppie tali come occhi !raccia gam!e. ()5altra desinenza :t pu( comunque essere usata se certe altre desinenze s5intrudono prima della desinenza duale stessa9 ritorneremo su ci( in una lezione posteriore.) Il voca!olo per "!raccio" * ranco9 la forma duale che denoti un paio di !raccia di una persona non * attestata ma la mia migliore ipotesi * che essa dovre!!e essere rancu. Il composto -endu"aica "JdallaK vista acuta" menzionato in LM:>>B pu; incorporare un duale -endu "(paio di) occhi". Il voca!olo Quenya per "occhio" * noto come -en o -end: prima di una desinenza (le 5timologie menzionano solamente il normale plurale -endi

"occhi" )S:>NI). Nel caso di tale voca!olo la desinenza duale sare!!e :u piuttosto che :t ad ogni modo dacch= vi * una d in -end:. Il voca!olo per "piede" t&l pro!a!ilmente ha il duale talu (per l5accorciamento della vocale vedere sotto). @ARIAZIONE DELLE RADICI Questo * un soggetto sul quale avremmo di che spendere alcuni paragrafi dacch= pure a questo stadio iniziale del corso non siamo stati in grado di evitarlo interamente. 3cender( in qualche dettaglio qui ma gli studenti possono star certi che non ci si aspetter che rammentino tutti i voca!oli ed esempi qui sotto9 si tratta solo di tentare di assuefarsi a quale variazione radicale. "alvolta la forma di un voca!olo Quenya cambia sottilmente quando si aggiungono desinenze ad esso. Gue di tali voca!oli erano menzionati sopra. 3e si aggiunge una desinenza a t&l "piede" per esempio la :i per il plurale oppure la :u per il duale la vocale lunga & * accorciata in a. 8os6 il plurale "piedi" * tali piuttosto che cct&li il duale "una coppia di piedi" * talu piuttosto che cct&lu. In un tal caso t&l "piede" pu( essere detto avere la radice tal:. &arimenti il voca!olo -en "occhio" ha la radice -end: dacch= il suo plurale * -endi e non solo cc-eni. )a forma "radice" non occorre da s= ma * la forma a cui aggiungere desinenze. &resentando una glossa rappresenter( tale variazione di radice elencando la forma indipendente per prima seguita da una "forma radice" parentetica con un trattino dove va la desinenza e.g.: t&l (tal:) "piede" -en (-end:) "occhio". Nel caso di t&l vs. tal: la variazione * apparentemente dovuta al fatto che le vocali erano spesso allungate in voca!oli di una silla!a soltanto ma quando il voca!olo aveva desinenze il termine ovviamente recava pi' di una silla!a e cos6 l5allungamento non occorreva (un altro esempio dello stesso sem!ra essere n(r "uomo" vs. plurale neri "uomini" ;S:-/>+)S:>0I). 7riginariamente la vocale era corta in tutte le forme. H usualmente vero che la forma radice conduce a come il voca!olo era all5aspetto ad uno stadio primevo nella lunga evoluzione linguistica di cui "ol#ien fantastic( nei particolari. >en "occhio" nella sua radice -end: riflette la primitiva "!ase" ?45N-D-5 dalla quale esso da ultimo derivava ()S:>NI). Il Quenya non poteva avere :nd elle fine di un voca!olo e semplificarlo in :n quando il voca!olo si trova solo (quindi -en in un certo modo rappresenta l5impossi!ile forma "piena" -end) ma prima di una desinenza il gruppo :nd: non era finale e poteva pertanto effettivamente apparire. 4ssai spesso la variazione di radice ha a che fare con gruppi o suoni che non sono consentiti alla fine dei voca!oli ma che possono apparire altrove. 8fr. un voca!olo

come talan "solaio". Il plurale "solai" non * cctalani come potremmo aspettarci ma tala"i. )a radice * tala": in quanto questa * la forma del voca!olo:radice $lfico &rimordiale: T/)/0 ()S:>?.). 3iccome il Quenya evolvette dall5$lfico &rimordiale venne in essere una regola per cui soltanto poche consonanti erano permesse alla fine dei voca!oli e la " non era una di esse. )a pi' prossima consonante "permissi!ile" era la n e cos6 l5antico voca!olo talam fu alterato in talan : ma nella forma plurale tala"i (ed altre forme che aggiungevano una desinenza al voca!olo) la " non era finale e pertanto persistette invariata. An altro simile caso * 3ilit "uccellino" che ha la radice 3ilic: (e.g. plurale 3ilici "uccellini"): il voca!olo:radice primitivo era !42)2? ()S:>@/) ma il Quenya non permetteva :1 alla fine di un voca!olo cos6 in quella posizione essa divenne :t. Quando non finale essa rimase 1 (qui compitata c). In alcuni casi la forma "indipendente" * una forma semplificata oppure accorciata di un voca!olo mentre la forma radice riflette la forma pi' piena. &er esempio "ol#ien apparentemente immagin( che il voca!olo "erend' "festa festivit" fosse spesso a!!reviato in "eren ma la radice * ancora "erend: ()S:>B-). &erci( il plurale di "eren * "erendi non cc"ereni. Quando si trova da solo il voca!olo niss' "donna" * normalmente ridotto a nis (oppure n s con una vocale allungata) ma la doppia S persiste prima delle desinenze: pertanto il plurale "donne" * nissi ()S:>BB ;S:-/>). An caso similare * Sil"arill' il nome di uno dei leggendari gioielli creati da CFanor9 questo * normalmente accorciato in Sil"aril ma prima di desinenze la doppia ) della forma piena * preservata (Sil"arill:)9 perci( il plurale * sempre Sil"arilli. Nel caso di voca!oli composti sc. voca!oli confezionati da diversi altri voca!oli il secondo elemento nel composto * spesso ridotto ma una forma pi' piena pu( comparire prima di una desinenza. &er esempio il sostantivo Sindel "$lfo <rigio" (LM:>@I) incorpora :el come una forma ridotta di Elda "$lfo". Il plurale di Sindel non * ccSindeli ma Sindeldi che preserva il gruppo :ld: visto in Elda. (Gacch= la finale :a * perduta nel composto non possiamo avere il plurale ccSindeldar.) In alcuni casi un voca!olo pu( essere contratto quando si aggiungono desinenze ad esso. In tali casi la forma radice non riflette la forma pi' antica pi' completa del voca!olo. "ale contrazione spesso occorre in voca!oli di due solla!e che contengono due vocali identiche. &er esempio 3eren "faggio" * ridotto in 3ern: prima di una desinenza e.g. plurale 3erni invece di cc3ereni. LM:I/N parimenti indica che la"an "animale" pu( essere ridotto a la"n: prima di una desinenza perci( per esempio la"ni "animali" se!!ene la forma non ridotta la"ani fosse anch5essa in uso.

7ccasionalmente le forme contratte soffrono ulteriori modifiche quando comparate alle forme non ridotte9 come il plurale di seler "sorella" potremmo aspettarci ccselri ma dacch= lr non * un gruppo di consonanti permissi!ile in Quenya * cam!iato in ll : l5effettivo plurale "sorelle" essendo selli ()S:>?-). An5altra forma di variazione radicale * assai poveramente attestata per quanto concerne i sostantivi ma vi sono accenni all5effetto per cui la vocale finale di alcuni voca!oli cam!iere!!e quando una desinenza * aggiunta. In Quenya le vocali finali :o ed :' talvolta giungono da :u ed :i in $lfico &rimordiale. 4d uno stadio dell5evoluzione linguistica l5originale :i corta diveniva :e quando la vocale era finale9 nel medesimo am!iente l5originale :u corta divenne :o. &er esempio il voca!olo primitivo tundu "colle tumulo" risult( come tundo in Quenya ()S:>?0). ;a dacch= tale modifica occorreva solamente quando la vocale era finale * possi!ile che la sua originale qualit de!!a essere preservata prima di una desinenza. Il plurale "colli" pu( !en essere tundur piuttosto che tundor se!!ene n= l5una n= l5altra forma sia attestata. 3econdo 3G:I/0 il sostantivo Quenya l%"' "notte" ha la "radice" l%"i: evidentemente intendendo che la vocale finale :' cam!i in :i: se si aggiunge una desinenza dopo di essa. &er esempio aggiungere la desinenza duale :t a l%"' (ad esprimere "un paio di nottate") presumi!ilmente produrre!!e l%"it piuttosto che l%"et. 8i( sare!!e in quanto l%"' viene dall5$lfico &rimordiale dMmi ()S:>0I) e :i non volse mai in :e eccetto quando finale. 4lcuni pensano che certi termini in Namri l rinen e s!rinen siano esempi attestati di tale fenomeno: %i sono forme di l r' "canto" e s!r' "vento" (quest5ultima * attestata da s= in ;8:---9 il significato della desinenza :nen vista in l rinen e s!rinen sar discusso in una lezione posteriore). 3e tale voca!olo originariamente terminava in una :i che divenne :' soltanto pi' tardi (e soltanto quando finale) pu( spiegarsi perch= in tale voca!olo :' a quanto pare volse in :i: prima di una desinenza. Giremmo quindi che s!r' ha la radice s!ri:. 3em!ra esservi una simile variazione che nel fratttempo coinvolge la vocale finale :o che in alcuni casi discende dalla finale :u in $lfico &rimordiale9 nuovamente la primitiva qualit della vocale pu( essere risuscitata se una desinenza * aggiunta ad essa. &er esempio rusco "volpe" * detta avere la radice ruscu: cos6 se si aggiunge la desinenza duale per parlare di "una coppia di volpi" la forma risultante dovre!!e presumi!ilmente essere ruscut piuttosto che ruscot. 8omunque non vi * trattamento esteso di tale fenomeno negli scritti pu!!licati di "ol#ien9 invero le asserzioni compiute in 3G:I/0 e %"I/:/. che l%"' e rusco a!!iano

radici l%"i: ruscu: sono tanto serrate quanti espliciti riferimenti a!!iamo ad essi. )o studente non dovre!!e disperare pensando che accadano ogni sorta di strane cose tipicamente ogniqualvolta si aggiunge una desinenza ad un voca!olo Quenya cos6 che vi sia un grande potenziale di commettere im!arazzanti s!agli (oppure almeno molta ro!a in pi' da memorizzare). )a maggior parte dei voca!oli Quenya sem!ra essere alquanto !eneducata senza distinte forme "radice" da rammentare9 si aggiunge solo la desinenza ed * fatta. Gove * noto che esiste una distinta forma radice (o dove a!!iamo !uona ragione di sospettarne una) ci( sar naturalmente indicato quando per la prima volta presento il voca!olo se * rilevante per gli esercizi. -ompendio della )ezione Tre In aggiunta alla(e) forma(e) plurale(i) il Quenya ha anche un numero Jinteso come genere N.d.".K duale usato per un paio d5oggetti che formino qualche sorta di coppia naturale oppure logica. (Go!!iamo assumere che due oggetti soltanto casualmente associati dovre!!ero essere denotati da un normale plurale in congiunzione col numerale atta "due".) Il duale * formato con una fra due desinenze: :t oppure :u (quest5ultima soppianta le vocali finali9 il duale di alda "al!ero" * pertanto aldu piuttosto che aldau). Ana prima opzione sem!ra essere :t ma se il voca!olo cui tale desinenza * da aggiungersi gi contiene una t od una d la desinenza alternativa :u * invece preferita (per ragioni di eufonia : se gradite ad evitare "accalcamento" del voca!olo con delle t o suoni similariR) 8omunque sem!ra esservi un certo numero di antiche "fossilizzate" forme duali che terminano in :u pure se non vi sono d oppure t nel voca!olo tali come $eru "coppia di coniugi" e .eu "paio di la!!ra". Quest5ultimo esempio pu( suggerire che tutte le parti corporee che occorrono in paia siano denotate da forme duali in :u piuttosto che :t a dispetto della conformazione del voca!olo (se!!ene la desinenza :t sia evidentemente preferita se altre desinenze si intrudono prima della desinenza duale stessa9 di pi' su questo pi' avanti). &arecchi voca!oli Quenya cambiano sottilmente quando desinenze sono in appendice ad essi e.g. talan "solaio" che volge in tala": nella forma plurale tala"i. Govremmo quindi chiamare tala": la forma radice di talan. 3imilmente le vocali finali :o ed :' talvolta appaiono come :u: ed :i: rispettivamente se qualche desinenza * aggiunta9 quindi l%"' "notte" ha la radice l%"i:. In molti casi nella forma radice echeggia la pi' antica conformazione dei voca!oli (suoni o com!inazioni che non potre!!ero sopravvivere alla fine di un voca!olo che sono preservate dove non finali)

se!!ene la forma radice possa anche rappresentare una contrazione. @OCA,OLARIO atta "due" -en (-end:) "occhio" ranco "!raccio" ando "cancello" cirya "nave" ai0' "uccello" talan (tala":) "solaio" n(r (ner:) "uomo" (maschio adulto d5ogni razza senziente : $lfica mortale o altrimenti) n s (niss:) "donna" (similmente: femmina adulta d5ogni razza senziente) sar (sard:) "pietra" (una piccola pietra : non "pietra" come una sostanza o materiale) alda "al!ero" oron (oront:) "montagna" ESERCIZI /. "radurre in Italiano: /& >endu C& Atta -endi %e rispondere +ual N la differenza tra +uesta ed hendu sopraO' -& Aldu D& Atta aldar %e rispondere nuovamente +ual N la differenza tra +uesta ed Aldu sopraO' 5& +in' n(r ar "in' n s. (& I sardi. $& *ala"i. 4& Oronti. -. "radurre in Quenya: 2& Gue navi %solo due navi +ualsiasi che capita di vedere assieme' 1& Gue navi %che capita siano navi gemelle' ?& Traccia %le due braccia di una persona' )& Gue montagne %entro la medesima catenaP !icchi $emelliK se gradite - usare una forma duale' 0& Goppio ingresso %usare una forma duale' N. Gue uccelli %che hanno formato una coppia' G& Gue uccelli %solo due uccelli +ualsiasi'

!& Aomini e donne.

LEZIONE QUA**RO
L#A//etti$o. La Co.ula. Concordanza a//etti$ale col /enere.
Il voca!olario di ogni linguaggio pu( essere separato in varie classi di voca!oli : varie parti del discorso. I linguaggi di "ol#ien furono designati come "definitamente di una specie $uropea in stile e struttura" ()ettere:/B0) cos6 le parti del discorso che essi contengono non sono molto esotiche ma dovre!!ero essere alquanto familiari ad ogni scolaro in $uropa od 4merica. 4!!iamo gi menzionato i sostantivi dei quali un5alquanto semplificata definizione * voca!oli che denotino oggetti. 7ra muoveremo verso gli aggettivi. <li aggettivi sono voca!oli che hanno assunto la speciale funzione di descrizione. 3e si vuol dire che qualcuno oppure qualcosa possiede una certa qualit si pu( spesso trovare un aggettivo che svolger il compito. In una proposizione come la casa N rossa il voca!olo "rossa" * un aggettivo. $sso descrive la casa. %i sono aggettivi per ogni sorta di qualit alquanto utili se si vuol dire che qualcuno oppure qualcosa * grande piccolo sacro azzurro stupido marcio bello sottile nauseabondo alto meraviglioso sgradevole o qualsiasi cosa l5occasione richieda. 3pesso si distinguono due differenti modi di utilizzare un aggettivo: /. )o si pu( far colla!orare con un sostantivo che dunque esso descrive risultando in frasi come alti uomini oppure %unQil' libro rosso. "ali frasi possono quindi essere inserite in una proposizione piena come gli uomini alti mi spaventano o il libro rosso N mio dove i voca!oli alto rosso forniscono semplicemente informazioni aggiuntive sui loro compagni sostantivi. 8i( si denomina usare l5aggettivo attributivamente. )a qualit in questione * presentata come un "attri!uto" del sostantivo oppure * "attri!uita" ad esso (alti uomini : 7[ allora sappiamo precisamente di qual fatta di uomini stiamo parlando qui quelli alti la loro altezza essendo il loro "attri!uto"). -. ;a si possono anche costruire proposizioni dove l5intero punto * che qualcuno o qualcosa possiede una specifica qualit. Non solo "presupporre" l5altezza come quando si parla di uomini alti : si pu( voler dire che gli uomini sono alti che * l5esatta parte di informazione che si vuol convogliare. 8i( si denomina utilizzare un aggettivo predicativamente: si sceglie un partito di cui si vuol dire qualche cosa come gli uomini in tal caso e quindi si aggiunge un aggettivo a dire quale qualit tale partito

possiede. )5aggettivo * allora chiamato il predicato di tale proposizione. 8ome l5attento lettore gi sospetta dall5esempio sopra vi * una complicazione in pi': non si dice solo gli uomini alti ma gli uomini sono alti. $ffettivamente proposizioni come gli uomini alti sare!!ero affatto corrette in un gran numero di linguaggi (e pure il Quenya pu( essere uno di essi) ma in italiano si deve intrufolare un voca!olo come sono oppure N prima dell5aggettivo quando lo si usa come un predicato: il libro N rosso. $li uomini sono alti. "ale "*+sono" non aggiunge realmente un gran che al significato qui (vi * una ragione del perch= cos6 tanti linguaggi se la cavano senz5alcun voca!olo corrispondenteR) ma esso * usato per "accoppiare" l5aggettivo con i voca!oli che ci dicono di cosa stiamo realmente parlando qui : come il libro e gli uomini nel nostro esempio. &erci( "*+sono" si definisce una copula. In proposizioni come l.oro N bello io sono bravo oppure le pietre sono dure pu( essere percepito che la primaria funzione della copula (che qui si manifesta variamente come io sono Jal singolare N.d.".K e sono Jal plurale N.d.".K) * semplicemente di connettere i seguenti aggettivi bello bravo duro con l5oggetto(i) o persona di cui si sta parlando: oro io pietre. )a copula * una parte integrante del predicato della proposizione. Questa * una delle pi' importanti costruzioni che gli oratori hanno a loro disposizione quando vogliono dire che d possiede la qualit ]. Tene qui veniamo al Quenya. 3e comparati alla pletora di forme che un sostantivo pu( avere gli aggettivi Quenya sono alquanto ristretti nelle forme. )a vasta maggioranza degli aggettivi Quenya termina in una fra le due vocali :a o :'. Quest5ultima desinenza * la meno comune e tipicamente occorre in aggettivi di colore: Nin6u' "!ianco" "or' "nero" carn' "rosso" $arn' "!runo" etc. Quando un aggettivo non termina in :a oppure :' esso virtualmente gi termina in :in e.g. 3irin "morto" -0arin "tortuoso" "elin "caro" oppure latin "aperto li!ero sgom!ro (di terre)". Quest5ultimo aggettivo * effettivamente elencato come latin(a) negli scritti di "ol#ien ()S:>N@) evidentemente suggerendo che latin sia accorciato da una pi' lunga forma latina entram!e varianti occorrenti nel linguaggio. (Corse tutti gli aggettivi in :in sono da considerarsi forme accorciate oppure forme piene in :ina.) 4ggettivi che non terminano in :a :' oppure :in sono estremamente rari9 vi * almeno teren "esile" : ma pure tale aggettivo ha anche una forma pi' lunga in :' (teren'). <li aggettivi in :a sono di gran lunga il tipo pi' comune. )a vocale finale :a pu( apparire da per s= come in l&ra "piano" ma * spesso parte di una pi' lunga desinenza aggettivale come :0a :na (variante :da) :i"a oppure :ya. $sempi: -el0a "azzurro (pallido)" -arna "ferito" "elda "amato caro" "eli"a "ama!ile" $anya "!ello". Il voca!olo Quenya stesso

* nella sua origine un aggettivo in ya: che significa "$lfico Quendico" se!!ene "ol#ien decise che venne ad essere usato soltanto come un nome del linguaggio 4lto:elfico ()ettere:/BN LM:>N.:>N/ >BI). In Quenya come in Italiano un aggettivo pu( essere direttamente com!inato con un sostantivo descrivendolo. 4!!iamo molti esempi attestati di aggettivi che sono usati cos6 attri!utivamente9 essi includono le locuzioni lint' yuldar "rapidi sorsi" (Namri) luini tellu"ar "azzurre volte" (Namri in stile prosa) 3&na cirya "una !ianca nave" (0ar#irya) 6uant' ten/0i "segni pieni" (un termine usato dai primissimi linguisti $lfici9 non necessita discutere il suo preciso significato qui9 vedere %">?:0). In tali esempi l5ordine dei voca!oli * il medesimo dell5inglese: aggettivo V sostantivo. Questo * apparentemente l5ordine normale preferito. In Quenya * tuttavia anche permissi!ile lasciare che l5aggettivo segua il sostantivo. &er esempio 0ar#irya ha anar .!r'a per "un offuscato sole" letteralmente "(un) sole offuscato" ed in )S:IB a!!iamo "all' t(ra letteralmente "via diritta" per "una diritta via" (cfr. )S:I>). Corse tale ordine dei voca!oli * usato se si vuol enfatizzare l5aggettivo: il contesto in )S:IB indica che questa * una strada diritta contrapposta ad una curva. 8omunque lasciare che l5aggettivo segua il sostantivo pu( essere il normale ordine dei voca!oli nel caso di un "titolo" aggettivale che * usato in congiunzione con un nome proprio: in A":>.0 cfr. >/B a!!iamo Elendil @oronda per "$lendil il Cido" (!ene la forma trovata in A":>.0 * effettivamente Elendil @orondo in quanto la frase * flessa9 ritorneremo alla desinenza :o qui vista in una lezione posteriore). &resumi!ilmente potreste anche usare il pi' normale ordine dei voca!oli e parlare di $oronda Elendil ma ci( : suppongo : sare!!e semplicemente un riferimento pi' casuale al "fido $lendil" non significando "$lendil il Cido" con l5aggettivo usato come un regolare titolo. &u( essere notato che il Quenya diversamente dall5inglese non inserisce l5articolo prima di un aggettivo usato come un titolo (non ccElendil i @oronda almeno non necessariamente). 8he dire quindi circa l5utilizzo di aggettivi come predicati come "rosso" * il predicato della proposizione "il li!ro * rosso"P (8ontrasta con l5uso attributivo dell5aggettivo in una frase come "il li!ro rosso".) )5aggettivo $an0a "perduto" * usato predicativamente in Namri: @an0a n&...@ali"ar "perso *...%alimar" (un luogo nel Seame Tenedetto che <aladriel pensava non avre!!e mai pi' rivisto). "ale proposizione ci dice che la copula Quenya "*" ha la forma n&. Il plurale "sono" sem!ra essere nar attestato in una primeva versione di Namri registrata da "ol#ien su nastro (vedere /n 2ntroduction to 5lvish di Mim 4llan p. 0). 3i assume generalmente che tali copule sare!!ero usate come in italiano per esempio cos6:

I .ar"a n& carn'. "Il li!ro * rosso." Ulundo n& !"'a. "An mostro * malvagio." I neri nar -all'. "<li uomini sono alti." In questa lezione come originariamente pu!!licata nel Gicem!re -... introducevo un5avvertimento a questo punto:
Govrei aggiungere per( che a causa dell5estrema scarsit d5esempi non possiamo essere certi di quale sia realmente l5ordine dei voca!oli preferito. Gall5esempio $an0a n&...@ali"ar "perso *...%alimar" in Namri si potre!!e argomentare che n& dovre!!e seguire l5aggettivo cos6 che "il li!ro * rosso" dovre!!e piuttosto essere i .ar"a carn' n& "il li!ro rosso *". 3are!!e interessante conoscere se n& "*" dovre!!e ancora seguire $an0a "perso" se noi rilocassimo @ali"ar al principio della proposizione9 "%alimar * perso" dovre!!e essere @ali"ar n& $an0a in stile italiano o forse @ali"ar $an0a n&P Negli esempi sopra e gli esercizi sotto ho organizzato le proposizioni adoperando l5ordine dei voca!oli "italiano" ma "ol#ien pu; aver avuto un asso pi' esotico nella sua manica. Non v5* modo di dirlo prima che pi' materiale sia pu!!licato.

Sividi tale lezione nel Novem!re -../ e quest5estate pochi esempi in pi' che coinvolgono il voca!olo n& "*" divennero alfine disponi!ili. 3em!ra esservi una tendenza a piazzare n& alla fine della proposizione come nell5esempio l& caritas... alasaila n& (letteralmente "non farlo insensato *" : %"I-:>I). Il medesimo articolo che fornisce tale esempio cita anche la formula "4 n& cali"a l& T" (letteralmente "4 * !rillante oltre T") come il modo Quenya d5esprimere "4 * pi' !rillante di T" (%"I-:>-). 7sservare che tale formula impiega un ordine dei voca!oli in stile inglese con n& "*" che precede piuttosto che seguire cali"a "!rillante". 8os6 sem!ra che frasi come i .ar"a n& carn' che parola per parola corrispondono all5italiano "il li!ro * rosso" Jmedesimo ordine dei voca!oli della corrispondente versione angolfona N.d.".K possano essere possi!ili dopo tutto. &ertanto non ho riveduto alcuno degli esempi od esercizi di tale corso i quali impiegano tutti l5ordine dei voca!oli "inglese" per quanto concerne la copula n&. 3em!ra tuttavia che l5ordine i .ar"a carn' n& "il li!ro rosso *" de!!a essere considerato un5alternativa perfettamente valida e "ol#ien pu( pure aver inteso questo come il pi' comune ordine dei voca!oli. Go!!iamo aspettare ancora pi' esempi. JNuovo aggiornamento <ennaio -..-: questo mese alcuni nuovi esempi sono invero stati pu!!licati. 3em!ra che l5esatto ordine dei voca!oli sia semplicemente una questione di gusti. )5esempio ely' na "anna "tu sia !enedetto" da %"I>:-N ha un ordine dei voca!oli in stile inglese e qui la copula copula "*+sia" appare nella corta forma na piuttosto che n&. Qo comunque mantenuto n& negli esercizi di questo corso principalmente per questioni di chiarezza9 il voca!olo na ha diverse altre accezioni affatto

distinte. ;a forse la forma corta na: * coerentemente preferita quando alcune desinenze siano da aggiungersi9 cfr. la forma plurale nar "sono". 8erto la forma non attestata n&r potre!!e egualmente essere valida per quanto * noto.K Nel 8anto di CEriel (un testo pre:3d4) il voca!olo per "*" appare come ye piuttosto che n& come in ri"a ye N!"enor "leggiadra * N`menor" ()S:B-). 8omunque sia il )essico Henya (Q):NI) che le 5timologie ()S:>BI) puntano invece a n& ed in Namri a!!iamo tale voca!olo attestato in un testo effettivo. $tim ed il )Q sono antecedenti al 8anto di CEriel ma Namri * posteriore cos6 sem!rere!!e che ye fosse giusto un esperimento passeggero nell5evoluzione del Quenya di "ol#ien. Nel 8anto di CEriel vediamo anche una desinenza per "*" :i' in appendice ad aggettivi e soppiantando le loro vocali finali: perci( in questo canto a!!iamo "&ri' per "(esso) * !uono" derivato dall5aggettivo "&ra "!uono". "ale desinenza :i' * trasparentemente correlata al voca!olo indipendente ye. Non penso che il sistema di usare la desinenza :i' per "*" fosse ancora valido in Quenya in stile 3d4 e non lo raccomanderei agli scrittori. )a desinenza :i' ha altri significati in tardo Quenya. An altro sistema pu( !en essere valido per(: non usare affatto copula. 3emplicemente si giustappongono il sostantivo e l5aggettivo il voca!olo "*+sono" essendo sottinteso: Ilu $anya "il ;ondo J*K leggiadro" (-anto di (Eriel) "aller raicar "le strade JsonoK curve" ()S:IB). )a formula "4 * !rillante oltre T" D "4 * pi' !rillante di T" riferita sopra * effettivamente citata come "4 (n&) cali"a l& T" in %"I-:>-. 8ome suggerito dalle parentesi n& potre!!e essere omesso. )5esempio "alle t(ra "una via diritta" menzionato sopra potre!!e anche essere interpretato "una via J*K diritta" se il contesto lo permette. )a versione finale della traduzione Quenya di "ol#ien dell54ve ;aria pu!!licata nel gennaio -..- tralascia diverse copule: Aistana ely': ar aistana i y&$' "%nalyo D "!enedetta JsiaK tu e !enedetto J*K il frutto del tuo grem!o". Go!!iamo assumere che la copula n& nar non sia limitata a com!inare sostantivi ed aggettivi ma possa anche essere usata per equiparare sostantivi: Par"ar nar nati "i li!ri sono oggetti" D'an&ro n& Noldo "CFanor * un Noldo". (7sservare a proposito che la forma Quenya propria del nome di CFanor * D'an&ro9 "CFanor" * una forma i!rida Quenya: 3indarin usata nella "erra di ;ezzo dopo la sua morte.) Nuovamente pu( essere permissi!ile omettere la copula e ritenere il medesimo significato: Par"ar nati D'an&ro Noldo. -oncordanza aggettivale col genere gli aggettivi Quenya devono

concordare in numero Jequivale a dire nel genere N.d.".K col sostantivo che essi descrivono. %ale a dire se il sostantivo * plurale l5aggettivo deve esserlo a sua volta9 anche se l5aggettivo descrive diversi sostantivi deve essere plurale pure se ciascuno dei sostantivi * singolare. )5inglese non opera tale distinzione : i suoi aggettivi non cam!iano : ma non * sorprendente che "ol#ien incorpori la concordanza aggettivale in numero in Quenya dacch= questo e!!e ad essere un linguaggio altamente flessivo. Non a!!iamo esempi di quel che avviene se un aggettivo sia a concordare con un sostantivo nella forma duale (oppure quanto a ci( con un sostantivo "partitivo plurale" in :li). H generalmente assunto per( che non vi sono speciali forme duali oppure partitive plurali degli aggettivi ma soltanto una forma plurale (oppure dovremmo dire "non:singolare"). Il poema 0ar#irya indica che non vi sono speciali forme di aggettivi che s5accompagnino all5alquanto oscura forma "partitiva plurale" in :li9 un aggettivo che descriva un sostantivo in :li semplicemente appare nella normale forma plurale. 8i( pu( supportare la teoria per cui gli aggettivi non hanno neppure una forma speciale duale. 8om5* allora la forma plurale degli aggettivi costruitiP Gagli esempi ora disponi!ili pu( vedersi che "ol#ien speriment( vari sistemi con gli anni. In fonti primeve aggettivi in :a formano la loro forma plurale aggiungendo la desinenza :r cos6 come fanno i sostantivi in :a. &er esempio una primordiale "mappa" dell5immaginario mondo di "ol#ien (effettivamente raffigurato come una sim!olica nave) include un riferimento a I Nori Landar. 8i( evidentemente significa ")e 4mpie "erre" ()"/:@I:@09 l5aggettivo landa "ampio" occorre nelle 5timologie )S:>NB. 8hristopher "ol#ien in )"/:@0 suggerisce la traduzione ")e <randi "erre".) Qui il sostantivo plurale nori "terre" * descritto dall5aggettivo landa "ampio" : un altro esempio di un aggettivo attri!utivo che segue il sostantivo a proposito : e dacch= il sostantivo * plurale l5aggettivo prende la desinenza plurale :r a concodrade con esso. Questo modo di formare aggettivi plurali era ancora valido fino a tutto il /?>B oppure lievemente in precedenza9 a!!iamo gi citato l5esempio "aller raicar "le vie JsonoK curve" da )S:IB dove l5aggettivo raica "tortuoso curvo malfatto" (elencato da s= in )S:>@>) * plurale per concordare con "aller. 8omunque tale sistema non pu( essere raccomandato agli scrittori9 l5evidenza * che in Quenya in stile 3d4 esso * stato a!!andonato. "ol#ien in certo qual modo ritorn( nel passato e rinvenne un sistema che aveva usato in quel che pu( essere il primissimo poema "Qenya" che egli mai scrisse Nar+elion del /?/0:/N. In tale poema gli aggettivi in :a formano i loro plurali per mezzo della desinenza :i. &er esempio la locuzione san/ar

!"'ai occorrente in tale poema apparentemente significa "folle vaste" D vaste folle9 l5aggettivo !"'a "vaste" * elencato nel primevo )essico Qenya (Q):?B : ma in tardo Quenya il voca!olo !"'a significa invece "maligno"). &i' tardi "ol#ien comunque introdusse una complicazione in pi': aggettivi in :a avevano plurali in :ai solamente in Quenya arcaico. In Quenya $sule il Quenya com5era parlato dai Noldor dopo che essi erano ritornati alla "erra di ;ezzo :ai alla fine dei voca!oli di pi' di una silla!a era stato ridotto ad :'. (8fr. LM:I.B riguardo alla desinenza :$' che rappresenti "l5arcaico Q :vai".) 8os6 mentre la forma plurale di diciamo 6uanta "pieno" ()S:>NN) era apparentemente 6uantai alle pi' antiche fasi del linguaggio essa pi' tardi divenne 6uant'. "ale forma l5a!!iamo gi incontrata in uno degli esempi citati sopra: 6uant' ten/0i "segni pieni" dove 6uanta appare nella forma plurale a concordare con ten/0i "segni" (%">?:0). %i * uno speciale caso da considerare: gli aggettivi in :'a tali come laur'a "dorato". In Quenya arcaico do!!iamo assumere che la forma plurale fosse semplicemente laur'ai. ;a quando :ai posteriormente divenne :e quel che sare!!e Plaur'e non si dimostra una forma durevole. 4d evitare l5ingom!rante com!inazione di due e concomitanti la prima di esse fu modificata in i. &erci( la forma plurale di laur'a in Quenya $sule appare come lauri' come nella prima linea di Namri: Ai) lauri' lantar lassi s!rinen... "4hR come oro cadono le foglie al vento..." : l5aggettivo essendo plurale a concordare col sostantivo che descrive lassi "foglie". Quanto agli aggettivi in :' essi sem!rano comportarsi come la maggior parte dei sostantivi della medesima conformazione: :' diviene :i al plurale. Non a!!iamo moltissimi esempi ma la locuzione luini tellu"ar "azzurre volte" nella versione in prosa di Namri sem!ra incorporare la forma plurale di un aggettivo luin' "azzurro" (effettivamente non attestato in tal forma ma come osservato sopra vi sono molti aggettivi di colore in :'). &er di pi' nelle 5timologie "ol#ien annot( che un aggettivo "ait' "a!ile capace" ha la forma plurale "aisi ()S:>B/). $videntemente la forma plurale fu menzionata specialmente per illustrare primariamente un altro punto: che gli aggettivi in :it' hanno forme plurali in :isi la consonante t volgendo in s prima della i. "ale particolare idea sem!ra essere stata tralasciata pi' tardi per(: in una fonte molto pi' tarda post:3d4 "ol#ien scrisse -lon ti ten/0i non P-lon si ten/0i per "segni fonetici" (LM:>?0). 8os6 forse anche la forma plurale di "ait' potre!!e semplicemente essere P"aiti. Quanto alla forma plurale di aggettivi che terminano in una consonante tali come 3irin "morto" non sem!ra esservi alcun esempio a guidarci. H tradizionalmente stato assunto che essi formino i loro plurali in :i proprio come fanno i sostantivi di tale conformazione e ci( sem!ra

ancora ragionevolmente plausi!ile. 8os6 diciamo "uomini morti" potre!!e essere 3irini neri. 3e argomento alcuno pu( essere sollevato contro tale assunto * che gli aggettivi in :in effettivamente sem!rano essere forme accorciate di pi' lunghi aggettivi in :ina. 8ome additato sopra "ol#ien cit( l5aggettivo indicante "aperto li!ero sgom!ro (di terre)" come latin(a) indicando le forme doppie latin e latina. )a forma plurale di latina dovre!!e ovviamente essere latin' per il pi' antico latinai. ;a che dire di latinP 3e questa * meramente una forma accorciata di latina forse la forma plurale sare!!e ancora latin' piuttosto che latiniP Non possiamo saperlo per certo9 negli esercizi in !asso ho seguito il tradizionale assunto usando plurali in :i. 4ggettivi che terminano in una consonante sono alquanto rari ad ogni modo cos6 tale incertezza non mette grandemente a repentaglio la qualit dei nostri propri testi Quenya. In quali posizioni gli aggettivi concordano in numeroP $sempi attestati come quelli gi citati come luini tellu"ar "azzurre volte" sem!rere!!ero indicare che un aggettivo attri!utivo di fronte al sostantivo mostri concordanza. 8os6 fa un aggettivo attri!utivo che segue il sostantivo9 il poema 0ar#irya ha i 3airi n(c' per "i pallidi fantasmi" o letteralmente "i fantasmi pallidi" (n(ca pl. n(c' "vago fle!ile confuso a vedersi" ;8:-->). An aggettivo separato dal sostantivo che descrive si accorda nel numero perci( laur'a "dorato" appare nella forma plurale lauri' nella prima linea di Namri lauri' lantar lassi "dorate cadono le foglie" (la prosa Namri ha lassi lantar lauri' "foglie cadono dorate" Jmentre l5edizione pu!!licata traduce "come oro" in luogo di "dorate" N.d.".K). Quanto agli aggettivi predicativi difettiamo di esempi tardi. In "edesco gli aggettivi si accordano nel numero quando sono usati attri!utivamente ma gli aggettivi usati predicativamente non lo fanno. 4 tutt5oggi l5antico esempio "aller raicar "le vie JsonoK curve" in )S:IB sem!rere!!e indicare che in Quenya gli aggettivi concordano in numero anche quado sono usati predicativamente. In tardo Quenya dovremmo presumi!ilmente leggere "aller FnarG raic' dacch= "ol#ien cam!i( le regole per come la forma plurale degli aggettivi * costruita. 8os6 in !reve possiamo concludere che gli aggettivi concordano in numero coi sostantivi che essi descrivono "dappertutto" : sia che essi appaiano prima dopo oppure separati dal sostantivo sia che essi siano usati attri!utivamente oppure predicativamente. %i sono alcuni esempi che proprio non collimano per(. )54ppendice $ del saggio Huendi ed 5ldar ca. del /?N. contiene diversi esempi "!eneducati" di aggettivi plurali che sono usati attri!utivamente col sostantivo plurale ten/0i "segni" compilando varie frasi usate dai primevi linguisti $lfici quando tentarono di analizzare la

struttura della loro lingua (come dissi sopra non necessita che ci occupiamo del preciso significato di tali termini qui). 7ltre a -lon ti ten/0i "segni fonetici" e 6uant' ten/0i "segni pieni" gi citati (LM:>?0 %">?:0) a!!iamo racin' ten/0i "segni tolti" e .eny' ten/0i "segni carenti" (%">?:N9 il singolare di quest5ultimo .enya ten/0' "un segno mancante" * attestato: %">?:/?). In tali locuzioni gli aggettivi -lon t' "fonetico" 6uanta "pieno" racina "tolto deprivato" e .enya "carente inadeguato" assumono tutti le loro forme plurali !ellamente concordando con ten/0i "segni elementi suoni". $ fin qui tutto !ene. ;a allora rivolgiamoci al materiale in bozza per l54ppendice $ di Huendi ed 5ldar. Qui "ol#ien non lasci( concordare gli aggettivi in numero ed a!!iamo frasi come le-ta ten/0i "elementi li!eri+rilasciati" sarda ten/0i "suoni duri" e ta.ta ten/0i "elementi impediti" (%">?:/B). Govremmo naturalmente aspettarci le-t' ten/0i sard' ten/0i ta.t' ten/0i ma questi non si trovano. 4 meno che non siamo ad assumere che vi siano diverse classi di aggettivi alcuni che concordano in numero ed altri che non lo fanno : ed io penso che ci( sia piuttosto lam!iccato : sem!ra che "ol#ien nel materiale in !ozza usasse un sistema per mezzo del quale un aggettivo attri!utivo immediatamente di fronte al suo sostantivo non concorda in numero. ;a quando effettivamente scrisse l54ppendice egli sem!rere!!e aver introdotto concordanza pure in tale posizione e cos6 a!!iamo per esempio 6uant' ten/0i piuttosto che P 6uanta ten/0i per "segni pieni". )a grammatica $lfica poteva cam!iare a velocit alleggerita ogniqualvolta "ol#ien fosse nella sua disposizione "revisionista" cos6 ci( non sare!!e sorprendente. 4nche l5ultima versione del poema 0ar#irya che 8hristopher "ol#ien pensa fosse scritta in qualche punto nell5ultimo decennio della vita di suo padre (/?N>:B>) * qui rilevante. Nella frase "torri cadute" "ol#ien dapprima scrisse l5aggettivo atalant'a "rovinoso crollato" nella sua forma plurale atalanti' cos6 come ci aspetteremmo. Quindi secondo 8hristopher "ol#ien egli misteriosamente cambi; atalanti' nella forma singolare (o piuttosto non flessiva) atalant'a se!!ene l5adiacente sostantivo "torri" fosse lasciato al plurale (;8:---). Gi nuovo "ol#ien sem!ra stare sperimentando un sistema per mezzo del quale aggettivi attri!utivi immediatamente in fronte al sostantivo che descrivono non concordano in numero ma appaiono nelle loro forme non flessive. An sistema similare appare negli scritti di "ol#ien sull5Gvestron la ")ingua 8orrente" della "erra di ;ezzo (un linguaggio che egli a!!ozz( solamente). Corse egli consider( d5introdurre un tale sistema pure in Quenya e noi vediamo tale idea !aluginare a intermittenza per cos6 dire nei suoi scrittiP "uttavia il sistema che raccomanderei agli scrittori * di lasciare che

gli aggettivi concordino in numero anche in tale posizione. In Namri in 3d4 a!!iamo la locuzione lint' yuldar "rapidi sorsi" e nella traduzione interlineare in S<$7:NN "ol#ien annot( esplicitamente che lint' * un aggettivo "pl.". Go!!iamo assumere allora che lint' rappresenti il pi' antico lintai la forma plurale di un aggettivo linta. 3e un aggettivo attri!utivo immediatamente di fronte al sostantivo che esso descrive non concorda nel numero "rapidi sorsi" dovre!!e essere stato Plinta yuldar invece. )a fonte dove "ol#ien esplicitamente identific( lint' come una forma plurale fu pu!!licata durante la sua vita e per di pi' fino a tutto il /?N@ con ogni possi!ilit postdatando pure l5ultima versione del 0ar#irya. 8os6 la sua decisione finale sem!ra essere stata che gli aggettivi concordano in numero con i loro sostantivi anche quando l5aggettivo appare immediatamente di fronte al sostantivo. 3i sospetta che egli spese molte notti insonni considerando meticolosamente i vari pro e contro in tale importante questione.
N7"4 3A<)I 4<<$""I%I A34"I 87;$ 373"4N"I%I: come descritto sopra "ol#ien ad uno stadio aveva aggettivi in :a che formavano i loro plurali in :ar ma pi' tardi rimpiazz( questo con :' (per il pi' antico :ai). "uttavia aggettivi in :a possono ancora avere forme plurali in :ar se sono usati come sostantivi in quanto in un tal caso sono naturalmente flessivi come sostantivi. "ol#ien annot( che invece di dire .eny' ten/0i "segni carenti" gli $lfi potevano semplicemente riferirsi ai .enyar o "i carenti" : "usando Jl5aggettivoK penya come un sostantivo tecnico" (%">?:/?). An esempio meglio noto * fornito dall5aggettivo $anya "leggiadro !ello"9 questo normalmente avre!!e la forma plurale $any' (e.g. $any' nissi "!ella donna"). 8omunque l5aggettivo $anya pu( anche essere usato come un sostantivo "un %anya" oppure "il Tello" che era il termine usato per un mem!ro del &rimo 8lan degli $ldar. Quindi l5intero clan * naturalmente chiamato i @anyar come nel Silmarillion capitolo >: "I %anyar erano la sua gente Jdi Ing,FK9 essi sono gli $lfi 8hiari." Asando un altro (ma correlato) aggettivo "!ello" vale a dire $ani"a Tar!al!ero impieg( un altro stile sostantivo plurale quando salut( 8ele!orn e <aladriel come a $ani"ar "o !ellissimi" (la traduzione data nelle )ettere:>.@). 4ggettivi in :' avre!!ero tuttavia la loro usuale forma plurale in :i pure se fossero usati come sostantivi dacch= anche la maggior parte dei sostantivi in :' formano i loro plurali in :i.

-ompendio della )ezione Huattro gli aggettivi sono voca!oli usati per descrivere varie qualit tali come "alto" o "!ello". $ssi possono essere com!inati con sostantivi confezionando frasi come "(un+il) li!ro rosso" oppure "uomini" dove gli aggettivi "rosso" ed "alto" descrivono i sostantivi "li!ro" ed "uomini" direttamente9 ci( si definisce utilizzare un aggettivo attributivamente. ;a essi possono anche essere fatti per confezionare proposizioni come "il li!ro * rosso" oppure "gli uomini sono alti" dove l5intero scopo della proposizione * di ascrivere una certa qualit ad un sostantivo9 qui l5aggettivo * usato come un predicato. In tali casi l5Italiano insinua una copula come "*" oppure "sono" in tali esempi a chiarificare la relazione tra il sostantivo e l5aggettivo. ;olti linguaggi fanno a meno di tale stratagemma aggiuntivo (si dire!!e proprio che ci( corrisponde a "il li!ro

rosso") e ci( sem!ra essere permissi!ile pure in Quenya ma anche l5esplicita copula n& "*"+nar "sono" occorre nel materiale. : )a maggior parte degli aggettivi Quenya termina nella vocale :a alcuni anche in :'9 i soli che terminano in una consonante sono i pochi che hanno la desinenza :in (apparentemente accorciata da :ina). <li aggettivi Quenya concordano in numero9 se un aggettivo descrive un sostantivo plurale o pi' d5un sostantivo l5aggettivo deve pure essere plurale. 4ggettivi in :a hanno forme plurali in :' (per il pi' antico :ai)9 osservare che se l5aggettivo termina in :'a forma il suo plurale in :i' (ad evitare :'e). 4ggettivi in :' hanno forme plurali in :i9 per i pochi aggettivi in :in difettiamo di esempi ma si assume normalmente che aggiungere!!ero :i nel plurale. @OCA,OLARIO $ccetto che per le prime due voci tutti questi sono aggettivi. Non preoccupatevi per gli altri voca!oli occorrenti negli esercizi sotto9 quelli li avete gi memorizzati meticolosamente seguendo le mie istruzioni nella )ezione Gue. <iustoP neld' "tre" n& "*" (nar "sono") $anya "!ello leggiadro" alta "grande" (il voca!olo * usato solamente per le dimensioni fisiche) cali"a "!rillante" taura "possente" saila "saggio" (useremo tale forma trovata in materiale posteriore9 una fonte pre:3d4 ha saira invece) !"'a "malvagio" carn' "rosso" (sospettiamo che "ol#ien il Gevoto 8attolico stesse pensando ai cardinali con i loro
a!iti rossi9 anche il voca!olo Italiano carne JrossaK pu( essere rilevante qui...)

nin6u' "!ianco" "or' "nero" (cfr. il primo elemento del 3indarin 0ordor D "erra Nera) 3irin "morto" ESERCIZI /. "radurre in Italiano: /& +or' rocco. C& Cali"' -endu. -& Neld' 3irini neri. D& @any' ai0i.

5& *&ri n& taura n s. (& I oronti nar alt'. $& Aran taura %due possibili traduzioniJ' 4& I n(r ar i n s nar sail'. -. "radurre in Quenya: 2& Il !ianco cancello. 1& Ana grande nave. ?. Il solaio * rosso. ). Ana pietra nera e tre pietre !ianche. 0. I re saggi sono uomini possenti. N. )5uomo possente e la !ella donna sono malvagi. G. <li $lfi sono !elli. !. <li $lfi sono un !ellissimo popolo.

LEZIONE CINQUE
I @er2iH *e".o Presente e concordanza col /enere. So//ettoIo//etto. La 3or"a su.erlati$a de/li a//etti$i.
8ome menzionavo all5inizio della precedente lezione il voca!olario di ogni linguaggio pu( essere separato in varie classi di voca!oli o "parti del discorso". 3in qui a!!iamo esplicitamente discusso i sostantivi i quali denotano oggetti e gli aggettivi i quali sono voca!oli usati per descrivere i sostantivi (i linguisti trovere!!ero tali definizioni piuttosto semplicistiche ma lo faranno per loro proposito). $ffettivamente a!!iamo gi trattato superficialmente pure tre altre parti del discorso senza discuterle in profondit. 8ome parte della )ezione Gue voi fiduciosamente memorizzavate il voca!olo nu "sotto" la quale * una preposizione9 le preposizioni sono paroline o "particelle" come sotto su di a in con etc. spesso usate a fornire informazioni circa relazioni spaziali (e.g. "sotto l5al!ero" D nu i alda) se!!ene frequentemente esse siano usate in contesti pi' astratti. 8on il voca!olo ar "e" a!!iamo anche incluso la pi' tipica rappresentativa delle congiunzioni voca!oli usati per connettere (od invero "congiungere") altri voca!oli locuzioni o proposizioni e.g. Anar ar Isil D "il sole e la luna". "uttora nessuna discussione approfondita di preposizioni oppure congiunzioni come tali sem!ra necessaria: in Quenya esse sem!rano comportarsi pressoch= come le loro equivalenti Italiane cos6 per lo pi' voi semplicemente avete di che apprendere i corrispondenti voca!oli Quenya.

An5altra parte del discorso che a!!iamo gi toccato * di gran lunga pi' sofisticata ed intrigante: il verbo. Incontrammo un ver!o nella precedente lezione: n& "*" con la sua forma plurale nar "sono". 8ome fanno i ver!i questo non * molto eccitante9 * semplicemente usato per coordinare un sostantivo con qualche sorta di predicato che ci dice cosa il sostantivo "*": Aran n& taura "un re * possente" tasar n& alda "un salice * un al!ero". 8ome dicevo nella precedente lezione la copula n& non fornisce realmente molte informazioni aggiuntive qui eccetto che per chiarificare la relazione tra i vari elementi della proposizione. )a maggior parte degli altri ver!i (quasi tutti gli altri ver!i effettivamente) sono comunque densi di significato. Non solo ci dicono cosa qualcuno o qualcosa "*" ma cosa qualcuno o qualcosa fa. Il %er!o reca azione nel linguaggio. In una proposizione come "l5$lfo danza" * facile identificare "danza" come la parola:azione che ci dice cosa succede qui. $ difatti "danza" * una forma del ver!o Italiano danzare. "ale ver!o pu( pure apparire in altre forme9 invece di "danza" potremmo dire "danzava" il che muove l5azione nel passato: "l5$lfo danzava." 8i( illustra una importante caratteristica dei ver!i nei linguaggi $uropei: la forma del ver!o d informazioni circa +uando l5azione denotata trova luogo nel presente oppure nel passato. 4lcuni linguaggi hanno anche speciali forme future. "ol#ien costru6 tutte queste caratteristiche nel Quenya. )e differenti "forme:tempo" del ver!o sono chiamate vari tempi9 parliamo di tempo presente passato e futuro. "ratteremo soltanto col tempo presente in questa lezione e ritorneremo agli altri pi' tardi. ()a triade di presente passato e futuro non rappresenta una lista piena di tutti i tempi che vi sono. Giscuteremo un totale di cinque differenti tempi in tale corso e sarei assai sorpreso se il materiale non pu!!licato non descrivesse ancora pi' tempi che non quelli che conosciamo al presente.) Qui dovrei introdurre un avvertimento: non a!!iamo molte informazioni esplicite circa i ver!i Quenya. Nella cosiddetta )ettera &lotz che "ol#ien scrisse a Gic# &lotz ad un certo punto nella met degli anni 3essanta egli espose la declinazione del sostantivo. 4pparentemente simili informazioni circa il ver!o erano a seguire9 non lo fecero mai. 8i( * naturalmente molto increscioso. Non che "ol#ien port( tali informazioni nella sua tom!a9 sappiamo che scrisse circa tali materie ma gli scritti rilevanti non sono stati pu!!licati. &er ora do!!iamo per lo pi' tentare di capire le regole grammaticali da noi stessi se vogliamo che i nostri poemi Quenya includano ver!i. Siguardo al tempo presente alcuni frammenti di informazioni fortunatamente apparvero in Vinyar Tengwar _I/ )uglio -.... 8om!inando tali informazioni con qualche deduzione linguistica possiamo

pro!a!ilmente scorgere le principali caratteristiche del sistema che "ol#ien aveva in mente. 8ome appare in varie fonti i ver!i Quenya sem!rano ricadere in due principali categorie (se!!ene vi siano alcuni ver!i nel nostro corpus che non si adattano prontamente neppure se escludiamo il primevo materiale "Qenya" dove succedono alcune cose realmente !izzarre nel sistema ver!ale). )a prima e pi' vasta categoria * quella che pu( essere definita radici in /- poich= esse terminano tutte in :a. An altro termime per le stesse * ver!i derivati poich= tali ver!i non rappresentano mai una nuda primitiva "parola:radice" ma sono derivati aggiungendo desinenze a tale radicale. )e pi' frequenti di tali desinenze sono :ya e :ta9 molto meno frequentemente vediamo :na oppure solo :a. $sempi: calya: "illuminare" (radicale ?/)) tulta: "mandare a chiamare andare a prendere convocare" (radicale TA)) -arna: "ferire" (radicale S?/>9 il primitivo s#: iniziale divenne -: in Quenya) "a.a: "afferrare ghermire" (radicale 0/!) (8onvenzione * che quando si elencano radici ver!ali come tali si aggiunge un trattino alla fine9 "ol#ien usualmente fa cos6 nei suoi scritti. )a "radice" di un ver!o * una forma di !ase da cui partire quando si derivano altre forme tali come differenti tempi.) 3e tali radici in 4: possono essere definite "ver!i derivati" l5altra categoria consiste nei ver!i "non derivati" oppure primari. Questi sono ver!i che non esi!iscono desinenze tali come :ya :ta :na o :a. )e radici ver!ali in questione possono essere definite "primarie" oppure "di !ase" dacch= essenzialmente rappresentano un primitivo radicale senza addizioni. &er esempio il ver!o "at: "mangiare" giunge direttamente dal radicale 0/T: dal significato similare. *ac: "attaccare" rappresenta il radicale T/?: "fissare legare". *ul: "venire" pu( essere identificato col radicale TA): "giungere avvicinarsi muovere verso" (contrasta col ver!o derivato tulta: "mandare a chiamare convocare andare a prendere" dal medesimo radicale derivato per mezzo della desinenza :ta). Nel caso dei radicali 05): "amare" e S2>: "fluire" "ol#ien non si prese mai il distur!o di ripetete le glosse per i ver!i Quenya "el: e sir: (vedere )S:>B- >@0). Giscutendo i ver!i Quenya talvolta necessitiamo di riferirci alla vocale radicale. Questa * la vocale del voca!olo radice che soggiace al ver!o com5essso appare in Quenya. Nel caso di ver!i primari come "el:

"amare" * naturalmente facile identificare la vocale radicale dacch= la e * la sola vocale che vi * (e difatti questa * anche la vocale del sottostante radicale 05):). Nel caso di ver!i derivati come .usta: "fermare" oppure ora: "incitare" le vocali della desinenza aggiunta (qui :ta ed :a) non contano come vocali radicali. Pusta: per esempio * derivato da un radicale !AS e la sua vocale radicale * pertanto u non a. Nella vasta maggioranza dei casi la vocale radicale * semplicemente la prima vocale del ver!o (ma non necessariamente cos6 vi pu( essere qualche elemento prefisso). 8on ci( a!!iamo i termini necessari al posto giusto e possiamo finalmente avviarci a discutere la formazione del tempo presente. &er partire con i ver!i primari quel che sem!ra essere il presente del ver!o "el: "amare" * attestato in )S:N/ $lendil che dice a suo figlio Qerendil: 5onya iny' tye4mla "4nche io figlio mio ti amo". Qui a!!iamo il ver!o che descrive una azione presente oppure in corso (in tal caso affatto permanente). An altro esempio di un ver!o primario in tempo presente pu( apparentemente trovarsi in 3d4 stesso nel famoso saluto elen sla l!"enn# o"entiel$o "una stella brilla Joppure sta brillandoK sull5ora del nostro incontro". S la sem!rere!!e essere il presente di un ver!o sil: "splendere (di luce !ianca o argentea)" elencato nell54ppendice del Silmarillion. +(la e s la mostrano la medesima relazione delle semplici radici ver!ali "el: e sil:: le forme in tempo presente sono derivate dall5allungamento della vocale radicale (ci( * denotato apponendo un accento naturalmente) ed aggiungendo la desinenza :a. "ale conclusione * supportata da un esempio da %"I/:/>: Il ver!o 6uet: "parlare dire" vi appare nel presente 6u(ta "sta dicendo". 3e!!ene forme come "(la e s la possano occasionalmente essere tradotte usando il semplice tempo presente in Italiano perci( "ama(no)" e "splende" sem!ra che il presente Quenya propriamente denoti una azione continua oppure in corso che * meglio tradotta usando la costruzione inglese "is ...:ing" come nell5esempio 6u(ta appena citato: questo * "sta dicendo" piuttosto che solo "dice". )a conclusione che il presente Quenya propriamente denoti azioni continue * anche sorretta da altre evidenze: il tempo presente Quenya del ver!o primario "at: "mangiare" non * attestato da nessuma parte nel materiale pu!!licato. 8omunque "ol#ien afferm( che m=t= fosse "la radice della forma continua" la quale potre!!e essere tradotta "sta mangiando" (%">?:?9 = qui denota la lunga a in Quenya compitata &). "ol#ien effettivamente pose un asterisco di fronte a m=t= a marcarla come una forma "non attestata" cos6 questo dovre!!e evidentemente essere preso come $lfico &rimordiale piuttosto che Quenya. 8ome il Quenya evolvette dal primitivo linguaggio pu( essere inferito da molti altri esempi cos6

sappiamo che m=t= dovre!!e risultare come "&ta. "ale forma sem!rere!!e cadere nello stesso modello di "(la s la e 6u(ta: vocale radicale allungata e desinenza :a (ed operando a ritroso possiamo dedurre che "ol#ien intendesse "(la s la 6u(ta come discendenti dall5$lfico &rimordiale mRl= sIl= #wRt=). &resumi!ilmente queste sono tutte forme "continue"9 cos6 come il primitivo m=t= "sta mangiando" esse apparentemente enfatizzano la natura dell5azione in corso: s la pu( letteralmente essere "sta !rillando" piuttosto che solo "!rilla". Corse l5allungamento della vocale radicale in qualche modo sim!oleggia tale azione in corso o "protratta". Nel caso di "(la nella proposizione iny' tye4"(la * pi' naturale tradurre "ti amo" piuttosto che "ti sto amando" ma quest5ultimo sem!rere!!e essere il significato pi' letterale. Quindi do!!iamo considerare la seconda e pi' ampia categoria di ver!i le radici in 4:. Nel loro caso l5informazione da %"I/ * di particolar valore. 3em!ra che le radici in 4: formino il loro presente un po5 con la stessa regola dei ver!i primari ma la regola necessita di un piccolo "adattamento" per attagliarsi alla conformazione di un ver!o radice in 4:. Il nostro solo esempio attestato * il ver!o ora: "esortare" o "incitare". %"I/:/> /@ indica che il suo tempo presente * %r'a ("sta esortando"). 8ome nel caso dei ver!i primari la vocale radicale * stata allungata e la desinenza :a * stata aggiunta. %i * una complicazione per(: dacch= la radice ver!ale ora: gi* terminava in :a tale vocale * cambiata in e cos6 da evitare due a in sequela: quel che sare!!e %ra4a si manifesta come %r'a. &erci( do!!iamo concludere che ver!i come "a.a: "afferrare ghermire" e lala: "ridere" appaiono come "&.'a l&l'a al presente. Sadici in 4: !revi come ora: oppure "a.a: sono tuttavia di una forma piuttosto inusuale dacch= aggiungono soltanto la semplice vocale :a al radicale originale. 8ome discusso sopra radici in 4: dove la :a finale * solamente parte di una pi' lunga desinenza derivazionale (pi' spesso :ya o :ta) sono molto pi' comuni. 4!!iamo gi citato esempi come calya: "illuminare" e tulta: "convocare" (radicali ?/) TA)). "ali radici in 4: "complesse" hanno un gruppo di consonanti che segue la vocale del radicale originale come ly ed lt in tali esempi. Non a!!iamo effettivi esempi del presente di un tale ver!o. 3e fossimo ad applicare il modello che deduciamo esistere dall5esempio %r'a "sta esortando" arriveremmo a forme come Pc&ly'a "sta illuminando" e Pt!lt'a "sta convocando". "uttavia sem!ra esservi una regola fonologica in Quenya che proi!isce una lunga vocale immediatamente di fronte ad un gruppo di consonanti. 3em!rere!!e che un voca!olo come Pt!lt'a non possa esistere (ma francamente non sono

affatto sicuro circa Pc&ly'a dacch= ly+ny+ry talvolta sem!rano valere come consonanti unitarie palatalizzate piuttosto che gruppi di consonanti). Gifettando di esempi effettivi possiamo soltanto assumere che in un tal caso l5allungamento della vocale dovre!!e semplicemente essere omesso cos6 che il presente di ver!i come calya: e tulta: sare!!e caly'a tult'a (se!!ene come ho appena indicato Pc&ly'a possa essere possi!ile per quanto ne so). 8i( si applichere!!e dovunque vi sia un gruppo di consonanti che segue la vocale della radice ver!ale. Alteriori esempi sono lanta: "cadere" -arna: "ferire" e .usta: "fermare" che dovre!!ero tutti : presumi!ilmente : formare le loro forme di tempo presente in :'a: Lant'a "sta cadendo" -arn'a "sta ferendo" .ust'a "sta fermando". Go!!iamo assumere che tale sistema si applichi anche dove vi * un dittongo nella radice ver!ale dacch= come una vocale di fronte ad un gruppo di consonanti un dittongo non pu( essere allungato in alcun modo. )e forme presenti di ver!i come 3aina: "emettere luce" oppure auta: "passare" dovre!!ero presumi!ilmente essere 3ain'a aut'a. 7ra sappiamo a!!astanza per intraprendere la costruzione di semplici proposizioni: Y Isil s la "la )una splende" (presente s la formato dal ver!o primario sil: "splendere") Y I Elda l&l'a "l5$lfo ride" (presente formato dalla corta radice in 4: lala: "ridere") Y Lass' lant'a "una foglia cade" (presente formato dalla complessa radice in 4: lanta: "cadere"9 non possiamo avere cl&nt'a parallelo a l&l'a in quanto una vocale lunga non pu( occorrere di fronte ad un gruppo di consonanti).
N7"4 (aggiunta nel settem!re -..-): alcune delle mie deduzioni sopra sono state criticate dal direttore di %" 8arl C. Qostetter. Nessuno discute il fatto che i ver!i primarie formino i loro tempi presenti o "continui" per allungamento della vocale radicale ed aggiunta della :a ma la nozione per cui le radici in 4: a!!iano forme presenti in :'a si * rivelata controversa. 8erto * !asata sull5unico esempio %r'a (da ora: "incitare") e fu Qostetter stesso che pu!!lic( tale forma e sugger6 che questo fosse un esempio del tempo presente+continuo. "uttavia pu( essere che l5idea di forme presenti in :'a rappresenti meramente una fluttuazione di !reve durata nelle concezioni in evoluzione di "ol#ien. Non ho cam!iato alcuno degli esercizi in !asso ma finch= non sapremo di pi' circa le precise intenzioni di "ol#ien gli scrittori possono optare per evitare le forme presenti in :'a nelle loro composizioni. 8ome si discuter pi' tardi c5* un modo per approcciare tale particolare incertezza.

4lcuni termini utili possono essere qui inclusi. una volta che includete un ver!o nella proposizione denotando qualche sorta di azione dovete normalmente dedicare un5altra parte della proposizione a dire chi sta compiendo tale azione. )a parte che opera qualunque cosa il ver!o ci dice si stia compiendo costituisce il soggetto della proposizione. In una

proposizione come Isil s la "la )una splende" * dunque Isil "la )una" che * il soggetto dacch= * la )una che compie lo sfolgorio che il ver!o s la dice a riguardo. In una proposizione come i Elda "&ta "l5$lfo mangia" i Elda "l5$lfo" * il soggetto dacch= l5$lfo compie l.atto di mangiare. Questa stessa proposizione i Elda "&ta ha possi!ilit. &ossiamo aggiungere un elemento in pi' come il sostantivo "assa "pane" ed ottenere i Elda "&ta "assa "l5$lfo sta mangiando pane". 7ra qual * la funzione di tale voca!olo aggiuntoP $sso * il "!ersaglio" dell5azione ver!ale in tal caso ci( che * mangiato. Il !ersaglio dell5azione ver!ale * chiamato l5oggetto la controparte passiva del soggetto attivo: il soggetto compie qualcosa ma l5oggetto * ci( cui il soggetto fa +ualcosa. Il soggetto "assoggetta" l5oggetto a qualche specie d5azione. "ale "azione" pu( naturalmente essere molto meno drammatica che non "soggetto mangia oggetto" come nell5esempio sopra. &er esempio pu( essere tanto sottile quanto nella proposizione "il soggetto vede l5oggetto" (rimpiazzare con altri ver!i di senso se gradite) ove l5"azione" del soggetto non influisce fisicamente sull5oggetto in alcun modo. Non * questo il punto qui. )5idea di !ase della dicotomia soggetto:oggetto * semplicemente che il soggetto compie qualcosa all5oggetto se!!ene "compie qualcosa a" deve talvolta essere inteso in un senso pi' ampio.
N7"4: osservare per( che nelle proposizioni con la copula n&+nar "*+sono" per esempio i alda n& tasar "l5al!ero * un salice" tasar "un salice" non conta come l5oggetto di i alda "l5al!ero". I alda * il soggetto a !uon diritto dacch= questo * l5elemento che "compie" qual piccola azione vi * in tale proposizione: "l5al!ero N..." ;a tasar "un salice" non * l5oggetto poich= in tale proposizione "l5al!ero" non fa alcunch= ad "un salice" : e il marchio caratteristico dell5oggetto * che qualcosa sia fatto ad esso. &iuttosto che fare qualcosa ad un salice l5al!ero N un salice e questa * complessivamente un5altra cosa: *asar * qui il predicato di i alda come discusso nella precedente lezione. ;a se si sostituisce "&ta "sta mangiando" per n& "*" siamo daccapo ad una costruzione soggetto:ver!o:oggetto: I alda "&ta tasar "l5al!ero sta mangiando un salice". 3e siete eccessivamente tur!ati dal fatto che ci( suoni alquanto insensato state sicuri che la grammatica va !ene.

Nel caso di alcuni ver!i non pu( esservi oggetto. Nel caso di (diciamo) lanta: "cadere" si pu( avere un soggetto e dire i Elda lant'a "l5$lfo cade". Qui il soggetto non fa alcunch* ad un oggetto9 * proprio il soggetto stesso che sta facendo qualcosa. 8on un ver!o come "at: "mangiare" * una specie di accessorio voler rimpolpare la proposizione con un oggetto oppure no: I Elda "&ta ("assa) "l5$lfo mangia (pane)"9 ci( agisce come una proposizione completa pure senza l5oggetto. ;a alcuni ver!i dal loro significato richiedono un oggetto e la proposizione sare!!e percepita come incompleta senza esso. 3e diciamo i Elda "&.'a "l5$lfo coglie" ci* suscita solamente la questione "l5$lfo coglie cosaO" e do!!iamo presentarci con un oggetto a rendere la proposizione completa. Nella lettera &lotz "ol#ien indic( che in una variante del Quenya cosiddetto

Huenya )etterario i sostantivi avre!!ero una forma speciale se funzionano come oggetti. 3ostantivi singolari che terminano in una vocale avre!!ero tale vocale allungata (per esempio cirya "nave" diverre!!e ciry& se appare come l5oggetto di una proposizione) e i sostantivi che normalmente impiegano la desinenza plurale :r la commutere!!ero in :i (cos6 "navi" come oggetto sare!!e ciryai ivece di ciryar). "ale speciale forma "oggetto" in termini linguistici il caso accusativo era stando alle apparenze usata in Quenya (arcaicoP) scritto. comunque tale accusativo non appare in alcun testo effettivo tale come Namri oppure l5ultima versione del poema 0ar#irya la quale deve essere pressoch= contemporanea alla lettera &lotz. Namri cantato da <aladriel * supposto riflettere forse l5usanza del Quenya parlato della "erza $ra. Qualunque sia il caso non uso il distinto accusativo negli esercizi che ho ideato per questo corso (oppure in mie proprie composizioni Quenya). 3em!ra chiaro che l5uso dell5accusativo fosse lungi dall5essere universale all5interno o all5esterno del contesto fittizio. 8os6 direi cirya(r) per "nave(i)" pure se il voca!olo apparisse cone l5oggetto di una proposizione. 8on i termini soggetto ed oggetto a posto possiamo discutere un5altra caratteristica del Quenya ver!o. 8os6 come gli aggettivi concordano in numero coi sostantivi che descrivono i verbi concordano in numero coi loro soggetti. Giamo uno sguardo pi' da presso al primo rigo di Namri lauri' lantar lassi "come oro cadono le foglie" o letteralmente "dorate cadono JleK foglie". Qui l5aggettivo laur'a "dorato" appare nella forma plurale lauri' a concordare in numero col sostantivo plurale lassi "foglie" come discusso nella precedente lezione. ;a il ver!o lanta: "cadere" deve anche concordare col suo soggetto plurale lassi. il ver!o lanta pertanto prende la desinenza :r. (Il ver!o stesso appare nel cosiddetto tempo aoristo da discutersi poi9 si pu( pensare all5aoristo lantar vs. presente lant'ar come corrispondente all5inglese "fall" vs. "are falling" rispettivamente. 4lcuni considerere!!ero una forma come lant'ar speculativa ma lantar * direttamente attestato negli scritti di "ol#ien.) )a desinenza plurale :r l5a!!iamo gi incontrata nel caso dei sostantivi come in Eldar "$lfi" ma i sostantivi possono anche avere plurali in :i dipendendo dalla loro conformazione. Nel caso dei ver!i la desinenza plurale :r sem!ra essere universale non importa cosa sem!ra il ver!o. )a desinenza :r non * ristretta al tempo presente dei ver!i ma a quanto pare * usata in tutti i tempi dovunque si presenti un soggetto plurale. $ssenzialmente a!!iamo gi incontrato la desinenza ver!ale plurale nel ver!o nar "sono" il plurale di n& "*". (8i si pu( chiedere perch= n& non volge in Pn&r con la lunga vocale intatta. Quest5ultima forma pu( !enissimo

scoprirsi valida ma nar "sono" con una corta a * almeno meno propensa a confusione col sostantivo n&r "fiamma".) &i' soggetti hanno il medesimo effetto sul ver!o di un (singolo) soggetto plurale il ver!o prendendo la desinenza :r in entram!e le istanze: I arani "&tar "i re stanno mangiando" (sg. i aran "&ta "il re sta mangiando") I aran ar i t&ri "&tar "il re e la regina stanno mangiando" (se volete che il ver!o "at: "mangiare" appaia nella forma singolare presente "&ta qui dovete s!arazzarvi o del re o della regina cos6 che vi sia solo un singolo soggetto) G5altra parte non ha effetto sul ver!o avere un oggetto plurale oppure oggetti multipli e.g. i aran "&ta "assa ar a.sa "il re mangia pane e carne" (a.sa "ci!o cotto carne"). Il ver!o si accorda in numero soltanto col soggetto. H stato generalmente assunto che il ver!o a!!ia soltanto una forma plurale la desinenza :r essendo universale. In altre parole il ver!o prendere!!e la desinenza :r non soltanto dove il sostantivo soggetto appare al "normale" plurale (desinenza :r oppure :i) ma anche dove esso * duale (desinenza :u oppure :t) o appare nella forma "partitiva plurale" (desinenza :li). "uttavia non a!!iamo effettivi esempi dal Quenya in stile 3d4 ed in particolare non escluderei la possi!ilit che vi possa essere una speciale forma duale del ver!o per accompagnare soggetti duali (desinenza :t come per molti sostantivi come Aldu s lat piuttosto che Aldu s lar per "i Gue 4l!eri splendono"PPP) Il materiale pu!!licato non permerre conclusioni certe in tale questione cos6 io semplicemente eviterei soggetti duali negli esercizi ideati per tale corso. )5ultima cosa che do!!iamo considerare discutendo il ver!o * la questione dell5ordine dei vocaboli. Gove infilare il ver!o nella proposizione realmenteP )e proposizioni italiane generalmente elencano il soggetto il ver!o e l5oggetto (se vi * alcun oggetto) in quell5ordine. Il lettore attento avr osservato che la maggior parte delle proposizioni Quenya in alto sono organizzate nella medesima maniera. Questo sem!ra essere il pi6 tipico ordine dei voca!oli in prosa Quenya. $sempi del soggetto e del ver!o in quell5ordine includono lassi lantar "le foglie cadono" e "orni' caita "l5om!ra si distende Jsulle onde spumeggiantiK" : am!edue dalla versione in prosa di Namri. ;a vi sono anche esempi del ver!o che viene posto per

primo e.g. il grido di Cingon prima della Nirnaeth 4rnoediad: Auta i l%"') letteralmente "sta per finire la notte" ma tradotto "la notte sta per finireR" nel Silmarillion cap. -.. Invero am!edue i sopracitati esempi dell5ordine soggetto:ver!o dalla prosa Namri mostrano invece l5ordine ver!o:soggetto nella versione poetica in 3d4: lantar lassi caita "orni'. In inglese il ver!o di faccia * un modo di volgere un5asserzione dichiarativa in una interrogativa e.g. "$lves are !eautiful" vs. "are $lves !eautifulP" ma questa maniera di formare domande evidentemente non funziona in Quenya. (Auta i l%"') "sta per finire la notteR" per "la notte sta per finireR" * forse un esempio di stile drammatico o discorso affettuoso9 l5azione ver!ale * evidentemente considerata pi' importante che non il soggetto che la compie. 3ospetto che in un contesto meno drammatico si dire!!e piuttosto i l%"' auta.) 4nche Namri fornisce un esempio di una proposizione con soggetto ver!o e oggetto: - si' unt!.a Calaciryo " ri "la !ruma SsoggettoT ricopre SverboT i gioielli di 8alacirya Stale intera frase essendo l.oggettoT ". Cinora l5ordine dei voca!oli * di nuovo alquanto flessi!ile specialmente in poesia come ulteriori esempi da Namri mostrano. 4!!iamo oggetto:soggetto:ver!o nella proposizione "&ryat Elent&ri ortan' letteralmente "le sue mani (la) Segina delle 3telle ha levato" (in 3d4 tradotto "la Segina delle stelle... ha sollevato le sue mani" Jla parola 5stelle5 con l5iniziale minuscola indica che in quest5ultima versione esse non sono parte del titolo della Segina ma giacciono nel costrutto lessicale come entit a s= stanti N.d.".K). )a proposizione ily' tier undul&$' lu"2ul' letteralmente "ogni sentiero ha lam!ito %i&e& ricoperto' l5om!ra" ha l5ordine oggetto:ver!o:soggetto (in 3d4 "ol#ien us( la traduzione "ogni sentiero * immerso nella profonda oscurit"). Nella versione in prosa di Namri "ol#ien destando interesse riorganizz( entram!e in costruzioni soggetto: ver!o:oggetto: Elent&ri ortan' "&ryat lu"2ul' undul&$' ily' tier. Queste sono le nostre principali !asi per assumere che questo sia il normale ordine preferito dove non vi sono considerazioni poetiche o drammatiche da farsi. In generale si deve essere accurati circa il porre l5oggetto prima del soggetto poich= ci( potre!!e in alcuni casi causare confusione su quale voca!olo sia l5oggetto e quale sia il soggetto (dacch= la pi' comune forma del Quenya non mantiene un distinto caso accusativo a marcare l5oggetto). "ali inversioni sono comunque affatto permissi!ili quando il soggetto * singolare e l5oggetto * plurale oppure viceversa. Quindi il ver!o concordando in numero col soggetto soltanto indirettamente lo identificher. Nella proposizione ily' tier undul&$' lu"2ul' possiamo

prontamente dire che esso deve essere lu"2ul' "om!ra" e non ily' tier "ogni sentiero" che * il soggetto in quanto il ver!o undul&$' non riceve la desinenza :r ad accordarsi col voca!olo plurale tier. &erci( questo non pu( essere il soggetto : ma il sostantivo singolare lu"2ul' "om!ra" pu(. DI PIJ SUGLI AGGE**I@I In Inglese ed altri linguaggi $uropei gli aggettivi hanno forme speciali che sono usate in comparazione. In inglese gli aggettivi hanno una forma comparativa che * costruita aggiungendo la desinenza :er ed una forma superlativa che * formata Jcon qualche !rivido ricalco la ripetizione del testo originale N.d.".K con la desinenza :est. &er esempio l5aggettivo tall J"alto" N.d.".K ha la forma comparativa taller e la forma superlativa tallest. (Nel caso di alcuni aggettivi l5inglese tuttavia ricorre ai voca!oli independenti more e most invece di utilizzare le desinenze e.g. more intelligent e most intelligent invece di intelligenter ed intelligentest le quali forme sono percepite come ingom!ranti.) )a funzione di queste forme * di facilitare la comparazione tra varie parti. 3e si vuol dire che una parte possiede la qualit descritta dall5aggettivo in una misura pi' grande che non qualche altra parte possiamo usare la forma comparativa: "&eter is taller than &aul." )a forma superlativa * usata se si vuol dire che una parte possiede la qualit in questione pi' di tutte le altre che sono considerate: "&eter is the tallest !oy in the class." Nella prima versione di questa lezione Quenya pu!!licata nel dicem!re -... scrivevo: ";a quando si tratta del Quenya non v5* molto che si possa dire. Il materiale pu!!licato non include assolutamente informazioni circa forme comparative9 non a!!iamo neppure un voca!olo indipendente per 5pi'5." Ga allora la situazione * felicemente mutata9 durante il -../ un poco di informazioni in pi' apparvero nei giornali Tyali TyelelliDva (_/N) e Vinyar Tengwar. 7ra conosciamo una speciale formula che * usata in comparazione: "4 * pi' !rillante di T" pu( esprimersi come "4 n& cali"a l& T" letteralmente "4 * !rillante oltre T" (%"I-:>-). 8omunque il voca!olo l& ha altre accezioni accanto a "oltre" e sar pi' pratico discutere e far pratica col suo uso in comparazione in una lezione posteriore ("I vari usi di l" )ezione Giciotto). 8i focalizzeremo qui invece sulla forma superlativa degli aggettivi. H alquanto inquietante osservare che quando "ol#ien stava rendendo una traduzione Quenya delle )itanie di )oreto egli s5interruppe prima di tradurre la forma )atina superlativa purissima e come se egli stesso non fosse affatto certo di come renderla (%"II:/?). &er( un minuscolo frammento di prova riguardante il superlativo * stato reso disponi!ile: nelle )ettere:-B@:-B?

"ol#ien spieg( la forma aggettivale ancali"a ricorrente in 3d4. "raducendola come "estremamente !rillante" egli afferm( che questo * cali"a "splendente !rillante" con l5elemento an: aggiunto quest5ultimo essendo un "prefisso superlativo od intensivo". &er tale ragione molti scrittori hanno usato il prefisso an: come l5equivalente della desinenza inglese :est a costruire la forma superlativa degli aggettivi : e.g. an$anya "il pi' !ello" da $anya "leggiadro !ello" (ma dovre!!e essere compreso che ancali"a rimane il nostro solo esempio attestato di an: usato in tal senso). 8i si pu( domandare se la forma che * creata preponendo an: sia realmente l5equivalente di un superlativo italiano sc. una forma dell5aggettivo che implichi di avere il massimo della propriet coinvolta in comparazione con certe altre. &u( essere notato che "ol#ien tradusse ancali"a non come "il pi' !rillante" ma come "estremamente !rillante". Quando descrive an: come un "prefisso superlativo od intensivo" pu( pressoch= sem!rare che significhi 5prefisso superlativo o piuttosto intensivo. 8os6 forse an: sottintende "assai estremamente" piuttosto che "pi'" in comparazione con altri. &u( essere notato per( che il contesto in cui si trova il voca!olo sem!ra implicare un certo ammontare di "comparazione": in 3d4 ancali"a occorre come parte della "espressione in lingue" di Crodo nella tana di 3helo! (volume - )i!ro Quarto capitolo Id): Aiya E<rendil Elenion Ancali"a. Nessuna traduzione * data in 3d4 stesso ma "ol#ien pi' tardi dichiar( che ci( significa "salve $Zrendil pi' !rillante delle stelle" ()ettere:>@0). Nella mitologia di "ol#ien $Zrendil che trasportava lo sfolgorante 3ilmaril fu posto nei cieli come la pi' !rillante delle stelle. 8os6 qui il signficato sem!ra essere quello di un genuino superlativo "la pi' !rillante" nel pieno senso di "pi' !rillante di tutte le altre". In ogni caso nessuna altra informazione su come formare il superlativo appare negli scritti pu!!licati cos6 a!!iamo poca scelta che non utilizzare tale formazione. Go!!iamo comunque essere preparati a che future pu!!licazioni possano fornire pi' informazioni su ci( coinvolgendo formazioni superlative alternative. Il prefisso an: in tale forma non pu( essere meccanicamente prefisso ad ogni aggettivo Quenya o talvolta risultere!!e un gruppo di consonanti che il Quenya non permette. An: pu( essere prefisso "com5*" ad aggettivi che iniziano in una vocale oppure in c: n: 6u: t: $: 0: ed y:: an V alta "grande (in taglia)" D analta "il pi' grande" an V cali"a "!rillante" D ancali"a "il pi' !rillante" (il nostro solo esempio attestatoR) an V norna "coriaceo" D annorna "il pi' coriaceo"

an V 6uanta "pieno" D an6uanta "il pi' pieno" an V $anya "!ello" D an$anya "pi' !ello" an V 0enya "verde" D an0enya "il pi' verde" an V y&ra "antico" D any&ra "il pi' antico" Corse possiamo anche includere aggettivi in 3: ed -: (nessun esempio): an V 3&na "!ianco" D Pan3&na "il pi' !ianco" an V -alla "alto" D Pan-alla "il pi' alto" Quel che dovre!!e accadere in altri casi non possiamo dirlo per certo. 7 una vocale aggiuntiva (verosimilmente e oppure a) dovre!!e essere inserita tra il prefisso e l5aggettivo ad interrompere quel che sare!!e altrimenti un gruppo impossi!ile oppure la :n finale del prefisso dovre!!e cam!iare divenendo pi' simile (oppure interamente simile) alla prima consonante dell5aggettivo. "ale assimilazione * osservata altrove nel nostro corpus cos6 che questa ha di che essere la nostra teoria favorita riguardante pure il comportamento di an:. &rima della consonante .: la n di an sare!!e verosimilmente pronunciata con le la!!ra chiuse in quanto la pronuncia della . coinvolge una tale chiusura9 perci( n volgere!!e in ". (8omparare l5inglese input che spesso * pronunciato imput.) &er .itya "piccolo" avremmo in tal modo a".itya per "il pi' piccolo" essendo questo l5impossi!ile voca!olo an.itya riela!orato in una forma permissi!ile (il Quenya non ha n. ma il gruppo ". * frequente pure in voca!oli unitari). &rima delle consonanti l: r: s: ed ": la n finale di an dovre!!e pro!a!ilmente essere pienamente assimilata vale a dire diviene identica alla consonante che segue: an V lauca "caldo" D allauca "il pi' caldo" an V rin/a "freddo" D arrin/a "il pi' freddo" an V sarda "duro" D assarda "il pi' duro" an V "oina "caro" D a""oina "il pi' caro" 8fr. assimilazioni attestate tali come nl che diviene ll nel composto N!"ell%t' "Ciore dell57vest" (A":--B trasparentemente un composto dei !en noti voca!oli n!"en "ovest" e l%t' "fiore"). Quanto al gruppo n" che diviene "" tale sviluppo * visto nel nome dell5$lfo %anyarin Ele"" r' menzionato nel Silmarillion: il suo nome apparentemente significa "3tella: gioiello" (elen "stella" V " r' "gioiello"). -ompendio della )ezione -in+ue )e due maggiori categorie di ver!i

Quenya sono i ver!i primari che rappresentano un primitivo radicale senza addizioni e le radici in /- che hanno aggiunta una desinenza che include la vocale a al radicale originale (talvolta :a da sola ma pi' comunemente qualche pi' lunga desinenza come :ya oppure :ta). I ver!i primari formano il loro tempo presente per allungamento della vocale radicale ed aggiungendo :a e.g. s la "!rilla" da sil: "!rillare". )e radici in 4: formano il loro presente un po5 con la medesima regola ma quando la desinenza :a * aggiunta ad una tale radice (che gi termina in :a) quel che sare!!e :aa * modificato in :'a. In un nostro esempio attestato del tempo presente di una radice in 4: %r'a da ora: "incitare" la vocale radicale * stata allungata. 8omunque per quanto comprendiamo la fonologia Quenya una vocale lunga non pu( normalmente ricorrere di fronte ad un gruppo di consonanti e la maggior parte delle radici in 4: ha un gruppo di consonanti che segue la vocale radicale (e.g. lanta: "cadere" -ilya: "seguire"). &resumi!ilmente tali ver!i dovre!!ero formare il loro presente in :'a ma la vocale radicale dovre!!e rimanere corta. 3oltanto le (relativamente poche) radici in 4: che non hanno un gruppo di consonanti che segue la vocale radicale possono allungarla al presente. %NGT/ alcuni considerano tutte le forme presenti in -a speculativeK e gli studenti dovrebbero comprendere che data la scarsit* di materiale sorgenteK nuove pubblicazioni possono significativamente alterare il +uadro& ).uso di tali forme negli esercizi sotto dovrebbe essere considerato tentativo di ricostruzione o estrapolazioneK non necessariamente Udato di fatto di Tol#ienU&' : An ver!o concorda col suo soggetto in numero ricevendo la desinenza :r se il soggetto * plurale: elen s la "una stella !rilla" eleni s lar "stelle !rillano". Ana forma superlativa degli aggettivi pu( essere derivata aggiungendo il prefisso an: come in ancali"a "pi' !rillante" da cali"a "!rillante". Go!!iamo tuttavia assumere che la n di tale prefisso sia in molti casi assimilata alla prima consonante dell5aggettivo oppure a gruppi di consonanti di cui la fonologia Quenya non avre!!e permesso l5insorgere. &er esempio an: V lauca "caldo" pu( produrre allauca per "pi' caldo" (canlauca essendo un voca!olo impossi!ile). @OCA,OLARIO canta "quattro" Nauco "Nano" .ar"a "li!ro" tiuca "grosso grasso" "a.a: ver!o "cogliere ghermire"

tir: ver!o "osservare guardare" lala: ver!o "ridere" (cos6 secondo una fonte posteriore

&;:>0?9 nel materiale primigenio il ver!o lala: di un5alquanto differente derivazione ha il significato "negare": vedere la voce )/ nelle 5timologie. Non necessita che noi si discuta se una renda o!soleta l5altra9 qui useremo soltanto lala: per "ridere".)

caita: ver!o "giacere" (giacere orizzontalmente) tulta: ver!o "convocare" linda: ver!o "cantare" (cfr. il voca!olo Ainulindal' o ";usica Jlett. 8antoK degli 4inur") "at: ver!o "mangiare" cenda: ver!o "leggere" ESERCIZI /. "radurre in italiano: /& I n s l&l'a. C& I antiuca Nauco "&ta. -& I t&ri t ra i aran. D& I analta oron n& taura. 5& I n(r tult'a i an$anya $end'. (& I ai0' lind'a. $& I Naucor "&.'ar i canta Eldar. 4. I antaura aran n& saila. -. "radurre in Quenya: 2& )a donna guarda la nave pi' grande. 1& <li uomini pi' malvagi sono morti. ?. )5$lfo coglie il li!ro. ). Quattro uomini giacciono sotto un al!ero. 0. )5$lfo pi' saggio legge un li!ro (prudenza: che cosa pro!a!ilmente accade al prefisso
superlativo quando * aggiunto ad un voca!olo come saila "saggio"P)

N. Il re e la regina leggono il li!ro. G. <li uccelli cantano. !. I quattro Nani guardano un uccello. )e )ezioni V-WX possono essere scaricate da +uesto A>) http:++ardalam!ion.immaginario.net+3aggi+less:!.rtf

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