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Sintesi semplificata per il recupero individuale

Locke è il più grande rappresentante dell’empirismo.


Mentre Bacone si era limitato ad affermare la necessità del metodo induttivo-sperimentale
nella filosofia e nelle scienze, Locke giustifica questo empirismo, ponendosi per primo
esplicitamente il problema dell’origine e del valore della conoscenza.

Critica all’innatismo Cartesiano


Locke incomincia con la critica dell’innatismo cartesiano.
Se le idee - che in Locke sono sinonimo di rappresentazione mentale nel senso più
generico della parola - fossero innate, tutti gli uomini dovrebbero avere le medesime idee:
invece i bimbi, i selvaggi, gli incolti mancano di parecchie idee (es. principio di
contraddizione, idea di Dio, principi morali fondamentali, ect.), e ciò appunto perchè la loro
esperienza è più limitata.
Le idee derivano dunque dall’esperienza e lo spirito è una tabula rasa.

L’esperienza, le idee e le qualità


1. Le idee derivano dall’esperienza, e precisamente da due fonti:

1. senso esterno o sensazione, mediante il quale lo spirito conosce le cose


materiali;

senso interno o riflessione, mediante il quale lo spirito, riflettendo (ossia ripiegandosi) sulle
proprie operazioni, conosce i fatti di coscienza (percepire, pensare, volere, ect).

Tutte le idee che si trovano nella nostra coscienza, derivino esse dal senso esterno o dal
senso interno, si dividono in due classi: idee semplici e idee complesse.
Le idee semplici sono quelle non decomponibili in idee più semplici, come ad es. le idee
di coloro, di estensione, di movimento, di solidità, di percezione, di volizione, di piacere, di
dolore, ect.
Le idee complesse sono quelle che risultano dalla fusione di più idee semplici, come ad
es. l’idea di sostanza materiale (che risulta dalla fusione delle idee semplici di peso,
colore, forma, grandezza, ect).
Tale fusione è opera dell’intelletto, il quale interviene ad elaborare le idee semplici
mediante tre principali operazioni:

• la sintesi che consiste nel combinare parecchie idee semplici in modo da formarne
una complessa (es. idea di triangolo, di corpo, di numero, ect.).
• la comparazione, che consiste nel paragonare un’idea con se stessa o con un’altra,
in modo da stabilire delle relazioni tra di esse (es. idea di identità, di causalità, di
posizione, di grandezza, ect.).
• l’astrazione o analisi, che consiste nel separare un’idea da tutte quelle altre idee
che l’accompagnano nella sua esistenza reale, in modo da dare origine all’idea
generale (es. idea generale, o astratta, di uomo, di albero, ect.).

In tal modo, mentre riguardo alle idee semplici la mente umana si trova ad essere passiva,
riguardo alle idee complesse diventa attiva: per quanto tale attività si limiti ad essere
qualcosa di puramente estrinseco e meccanico, riducendosi ad unire e a separare i dati.
Il concetto di astrazione è dunque diverso da quello aristotelico..
Locke distingue poi dalle idee (semplici e complesse) le qualità dei corpi.
Egli introduce qui la nota distinzione di qualità primarie (o oggettive) e qualità
secondarie (o soggettive), già avanzata da Galilei e da Cartesio.
Sono qualità primarie l’estensione, il moto, la solidità, il numero, ect.
Sono qualità secondarie i colori, gli odori, i suoni e simili.
Le qualità primarie, oltre ad essere idee, esistono realmente anche fuori di noi, in se
medesime; le qualità secondarie esistono solo come idee.
N.B: Questa distinzione è in contraddizione con la teoria generale di Locke, che afferma
che noi conosciamo solamente le nostre idee: infatti in base ad essa si conclude
l’esistenza di realtà (le qualità primarie o oggettive), che non sono idee nostre, ma
esistono fuori di noi, in se medesime.

Critica all’idea di sostanza


Molto importante è in Locke la critica dell’idea di sostanza, in cui egli precorre Kant e
l’idealismo moderno.
L’idea di sostanza è un’idea complessa, risultato di un processo di astrazione, per cui,
separando una serie di qualità costantemente coesistenti (es. peso, colore, forma,
grandezza), congetturiamo che esista un “sostrato”, in cui quelle qualità ineriscano; ma in
realtà noi conosciamo soltanto le qualità, non la sostanza sottostante.
L’idea di sostanza è quindi inconoscibile, e ogni metafisica (teologia, psicologia,
cosmologia) è impossibile: la teologia, in quanto si fonda sull’idea di sostanza divina; la
psicologia, in quanto si fonda sull’idea di sostanza spirituale; la cosmologia, in quanto si
fonda sull’idea di sostanza materiale.

Locke tenta in un secondo tempo di fondare una metafisica, dimostrando l’esistenza del
mondo esterno e di Dio.
Egli ricorre al concetto empiristico della passività dello spirito ed applica il principio di
causalità: ci sono in noi sensazioni non prodotte da noi, dunque esistono fuori di noi i corpi
che ne sono la causa: noi, che esistiamo, non abbiamo prodotto noi stessi, dunque esiste
fuori di noi una causa che ci ha prodotti: tale causa è Dio.

Politica
Locke si può considerare il padre del liberalismo politico.
Egli si propose di giustificare la rivoluzione liberale inglese del 1688 (Guglielmo D’Orange),
e perciò concepisce lo Stato come governo della maggioranza e non di uno solo.
Egli parte dal concetto di Hobbes di un contratto sociale che è all’origine dello Stato, ma
nega che lo stato di natura sia una guerra contro tutti: il contratto non è perciò di rinuncia
degli uomini alla propria libertà e ai propri diritti, ma anzi migliore garanzia di questa libertà
e di questi diritti; ed ove questa garanzia venga meno per parte del potere esecutivo, la
sovranità ritorna al popolo mediante la rivoluzione.
Locke è inoltre importante parchè fissa per primo i capisaldi politici della distinzione dei
poteri (legislativo, esecutivo, giudiziario), della tolleranza religiosa e della separazione
della Chiesa dallo Stato

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