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TEOREMI SULLE DERIVATE: TEOREMA DI ROLLE E DI LAGRANGE

a cura di Gianfranco Metelli

IL TEOREMA DI ROLLE
Sia f(x) una funzione definita nellintervallo chiuso [a,b] che soddisfi le seguenti condizioni: sia continua nellintervallo chiuso [a,b]; sia derivabile nellintervallo aperto (a,b); assuma valori uguali negli estremi dellintervallo, ovvero f(a) = f(b) . Allora esiste almeno un punto c, interno allintervallo dato, nel quale si annulla la derivata della funzione, ovvero f ' (c ) = 0 con c (a, b ) .

Cominciamo a dare una interpretazione geometrica del teorema: se il grafico di una funzione f(x) un arco di curva continua, dotata in ogni suo punto interno di tangente non parallelo allasse y, esiste almeno un punto allinterno dellarco in cui la tangente parallela allasse x. Se le condizioni di continuit e derivabilit sono verificate e risulta che f(a) = f(b) , vediamo che esiste un punto c in cui la retta tangente alla curva parallela allasse delle ascisse. Ricordando il significato geometrico, la derivata f ' (c) della funzione y=f(x) calcolata nel punto c rappresenta il coefficiente angolare della retta tangente la funzione nel punto di ascissa c. Quindi, se ora tale tangente risulta orizzontale, il suo coefficiente angolare risulta nullo, di conseguenza f ' (c ) = 0 . y

f(a) = f(b) x a figura 1 c b

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Osservazioni

Le ipotesi del teorema sono tre; il cadere anche di una sola di esse (escludendo il caso in cui la derivata infinita in qualche punto ma la funzione continua si veda di seguito - ) non garantisce pi lesistenza del punto c. Questo non significa che non esiste alcun punto c (la figura a fianco presenta una funzione non continua ma che ha un punto la cui tangente orizzontale); diciamo che la sua esistenza non pi certa. a figura 2 Nei tre casi seguenti non esistono punti in cui la retta tangente parallela allasse x: lipotesi della continuit richiede cha la funzione non presenti salti come, per esempio, la figura 3a. lipotesi della derivabilit richiede che la derivata sia determinata, per cui non devono esistere punti angolosi come, per esempio, la figura 3b. Infatti, in un punto angoloso, la derivata destra e la derivata sinistra sono diverse. se viene a mancare lipotesi che f(a) = f(b) , non si garantisce lesistenza della tangente orizzontale (figura 3c). b

a figura 3a

a figura 3b

a figura 3c

Occorre tener presente che possono esistere pi punti in cui la derivata della funzione si annulla. E questo il caso della funzione rappresentata in figura 4: la derivata si annulla in c1 e c2. (Infatti, nellenunciato del teorema, se sono soddisfatte le ipotesi, si afferma che esiste almeno un punto in cui la derivata si annulla). I punti in cui la derivata si annulla sono detti punti stazionari.

a c1 figura 4

c2

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Se la funzione considerata costante, y = k , si ha che la derivata nulla in qualsiasi punto dellintervallo considerato. Diciamo in conclusione che il teorema di Rolle esprime una condizione sufficiente per lesistenza di punti a derivata nulla.

Dimostrazione analitica del teorema di Rolle

E possibile proporre ora una dimostrazione analitica del teorema di Rolle. Il teorema di Weierstrass assicura che la funzione assume in [a,b] il suo valore massimo M e il suo valore minimo m. Questo significa che esistono due punti c e d, appartenenti ad [a,b], tali che M=f(c) e m=f(d). Inoltre, ogni altro valore assunto dalla funzione al variare di x in [a,b] compreso tra questi due valori, ovvero m f ( x) M , x [a, b] . Premesso questo, distinguiamo il caso in cui m=M da quello in cui m<M.
Primo caso. Se m=M la funzione costante in tutto lintervallo e ha quindi derivata nulla in tutti i suoi punti; quindi anche in un punto c particolare. Il teorema risulta quindi dimostrato. Secondo caso. Se m<M, poich per ipotesi la funzione assume valori uguali agli estremi, essa deve assumere o il valore minimo o il valore massimo in un punto interno allintervallo [a,b]. Supponiamo che sia il punto c, cio quello in cui assume valore massimo, ad essere interno. Allora, per la definizione di massimo, deve essere vero che f (c + h) f (c ) ; devono allora valere le seguenti disuguaglianze f (c + h) f (c ) f (c + h) f (c ) 0 se h>0 0 se h<0 (1) h h

Lespressione al primo membro di tali disuguaglianze il rapporto incrementale della funzione relativo al punto x=c, rispettivamente della destra e della sinistra. Poich per ipotesi la funzione derivabile in (a,b), esistono finiti ed uguali i limiti dei rapporti incrementali per h 0 ed f (c + h) f (c ) f (c + h) f (c ) lim = lim = f ' (c ) + h0 h 0 h h Le relazioni (1) affermano che la derivata nel punto c contemporaneamente positiva o nulla e negativa o nulla; questo significa che deve valere zero, ovvero f ' (c) = 0 . Se invece il punto d, in cui la funzione assume valore minimo, ad essere interno allintervallo (a,b), si procede con un analogo ragionamento giungendo alle stesse conclusioni. Il teorema quindi dimostrato.

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Altra osservazione: Pu accadere che la funzione abbia in qualche punto interno ad (a,b) una derivata infinita, ovvero esista un punto x0 in cui lim f ' ( x) = + . Il teorema pu essere esteso anche a questo caso: vale a
x x0

dire che, se la funzione continua, lesistenza del punto c comunque certa.

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IL TEOREMA DI LAGRANGE (o teorema del valor medio)


Sia f(x) una funzione continua nellintervallo chiuso [a,b] e derivabile internamente ad esso, allora esiste almeno un punto c, interno allintervallo dato, tale che f (b) f (a) = f ' (c ) con c (a, b ) . (2) ba

Anche di questo teorema diamo inizialmente una interpretazione geometrica. Se le condizioni richieste sono soddisfatte, esiste almeno un punto c interno allintervallo in cui la retta tangente parallela alla secante passante per i punti A e B: esse infatti hanno lo stesso coefficiente angolare. Osservando la figura 5, i punti A e B del grafico hanno coordinate A(a; f (a) ) e B(b; f (b) ) . Il coefficiente angolare della retta s secante passante per A e B si determina con
m AB = yB y A f (b) f (a ) = . xB x A ba

Immaginando di tracciare il fascio di rette parallele a tale secante, troviamo evidentemente anche la retta t tangente al grafico di f(x) nel punto di ascissa c. Dato che t ed s sono parallele, esse avranno lo stesso coefficiente angolare. Ricordando poi che la derivata f ' (c) rappresenta il coefficiente angolare della retta tangente (in questo caso proprio t) la funzione nel suo punto di ascissa c, ne segue la (2). y t

A x a c figura 5 b

Osservazioni

Il teorema di Rolle pu essere visto come un caso particolare del teorema di Lagrange: infatti, se in questultimo si suppone che f(a)=f(b), dalla (2) si ottiene che f ' (c) = 0 . f (b) f (a) rappresenta il rapporto incrementale della funzione nel passaggio ba dal punto a al punto b; il teorema allora ribadisce che tale rapporto incrementale uguale alla derivata della funzione in un punto c intermedio. Lespressione
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Come per il teorema di Rolle, anche Lagrange enuncia che esiste almeno un punto c che verifica il teorema. Ci vuol dire che possono esistere pi punti in cui la retta tangente parallela alla corda AB, come mostra la figura 6. x a c1 c2 figura 6 Le figure 7a e 7b riportano i grafici di funzioni che non soddisfano il teorema di Lagrange, perch il punto c presenta un punto angoloso o una cuspide (e quindi non derivabile in c). Infine, nel caso di figura 7c, la non applicabilit del teorema di Lagrange dovuta al fatto che la funzione definita su tutto lintervallo [a,b] ad eccezione di un suo punto interno c. c3 b

B A
A

B A

c figura 7a

c b figura 7b

c figura 7c

Dimostrazione analitica del teorema di Lagrange

Vediamo anche per il teorema di Lagrange una dimostrazione analitica. Consideriamo la funzione ausiliaria f (b) f (a) g ( x) = f ( x) ( x a) + f (a) . ba Vediamo cosa rappresenta tale funzione. Indicati con A(a; f (a ) ) e B(b; f (b) ) i punti della curva in corrispondenza degli estremi dellintervallo [a,b], il f (b) f (a) rapporto il coefficiente angolare della ba retta AB e quindi la parte racchiusa in parentesi quadra rappresenta lordinata del punto di tale corda che ha ascissa x (figura 8): infatti il termine f (b) f (a) ( x a) rappresenta la misura del segmento ba PQ.

B
Q

P a x figura 8 b x

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In ogni punto x (a, b) , g(x) indica allora la differenza fra lordinata di un punto della funzione (cio f(x)) e lordinata del corrispondente punto sulla corda (ovvero la parte in parentesi quadra). Osserviamo che la funzione g(x) soddisfa le ipotesi del teorema di Rolle. Infatti - essendo la differenza di due funzioni continue in [a,b] e derivabili in (a,b), anche essa continua e derivabile in tali intervalli; - assume valori uguali agli estremi f (b) f (a ) g (a) = f (a) (a a ) + f (a ) = 0 ba ( ) ( ) f b f a (b a ) + f (a ) = 0 g (b) = f (b) ba Esiste allora in (a,b) almeno un punto c in cui g ' (c) = 0 . f (b) f (a ) Calcoliamo la derivata di g: g ' ( x) = f ' ( x) ba f (b) f (a ) =0, Allora g ' (c) = f ' (c) ba f (b) f (a ) da cui si ricava che f ' (c) = , ovvero il teorema dimostrato. ba

Altra osservazione: Se poniamo x0 al posto di a e x0+h al posto di b, il punto c, dovendo trovarsi allinterno dellintervallo [x0 , x0+h] avr espressione x0 + h , dove un numero reale 0 < < 1 . La f (b) f (a) = f ' (c) pu essere allora scritta nella forma relazione del teorema di Lagrange ba f ( x 0 + h ) f ( x 0 ) = h f ' ( x 0 + h) o anche f ( x 0 + h) = f ( x 0 ) + h f ' ( x 0 + h) Questultima relazione consente di dare un diverso enunciato del teorema: fatte salve le ipotesi sulla funzione f(x), considerato un punto x0 , il valore di f in un punto x0+h uguale alla somma del valore di f(x0 ) nel punto iniziale x0 con il prodotto dellincremento h per la derivata di f in un punto intermedio. Per questo motivo il teorema viene anche detto dellincremento finito.

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ALTRA DIMOSTRAZIONE DEI TEOREMI DI LAGRANGE E ROLLE


Sia AB un arco di curva continua e dotata in ogni suo punto interno di tangente; allora, come si pu vedere immediatamente, esiste almeno un punto interno allarco nel quale la tangente parallela alla corda che congiunge i punti estremi dellarco (figura 9). t Vediamo quale relazione implica questa propriet. Sia y=f(x) lequazione della curva di cui s consideriamo larco AB e siano a e b le ascisse P B rispettivamente di A e B. Inoltre la funzione f(x) sia continua in tutto [a,b] e derivabile in (a,b). Dal triangolo ABC risulta (per costruzione
B ): trigonometrica con = CA

CB f (b) f (a ) . = AC ba Daltra parte se c lascissa del punto P della curva nel quale parallela la corda AB, per il significato geometrico della derivata si ha tg = tg = f ' (c) da cui

c figura 9

f (b) f (a ) = f ' (c ) . ba

Questo risultato il teorema di Lagrange. Se si aggiunge lulteriore ipotesi che f(a)=f(b), si deduce che f ' (c) = 0 , ovvero il teorema di Rolle.

CONSEGUENZE DEL TEOREMA DI LAGRANGE


Una prima conseguenza del teorema di Lagrange la seguente. Sappiamo che, se f(x) costante nellintervallo [a,b], in tutto lintervallo la derivata nulla. Questa proposizione si pu invertire dando luogo al seguente teorema:
C1. Se una funzione continua ha derivata nulla in tutti i punti di un intervallo (a,b), essa costante.

Infatti, se x1 e x2 sono due punti qualsiasi dellintervallo (a,b), per il teorema di Lagrange applicato allintervallo [x1,x2], esiste almeno un punto c allinterno per il quale f ( x 2 ) f ( x1 ) = f ' (c ) . x 2 x1 Ma per ipotesi la derivata di f(x) nulla in ogni punto di (a,b), quindi anche in c, ovvero f ' (c ) = 0 . Ne segue che f ( x 2 ) f ( x1 ) = 0 , ossia f ( x 2 ) = f ( x1 ) x (a, b) .

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C2. Se due funzioni continue f(x) e g(x) derivabili in un intervallo (a,b), hanno derivata uguale in tutti i punti dellintervallo, esse differiscono di una costante.

Infatti, posto h( x) = f ( x) g ( x) , la derivata di h(x) risulta h' ( x) = f ' ( x) g ' ( x) . Essendo poi f ' ( x) = g ' ( x) in tutti i punti x dellintervallo, si ha h' ( x) = 0 . In base alla conseguenza C1, questo significa che la funzione h(x) uguale ad una costante k in tutto lintervallo, ovvero h(x) = k. Da qui si ottiene che f ( x) g ( x) = k x (a, b) .

Osserviamo anche che, essendo f ' ( x) = g ' ( x) in ogni punto x (a, b) , le tangenti alle due curve di equazioni y=f(x) e y=g(x) sono parallele in ogni punto di ascissa x.

y = f(x)

y = g(x)

x figura 10

Osservazione:

Per la validit delle due precedenti conseguenze essenziale che le funzioni di cui si parla siano definite in un intervallo [a,b] e che siano derivabili in (a,b). Per rendersene conto osserviamo le figure 11a e 11b. Nella prima riportato il grafico di una funzione definita nellinsieme I = [0,1] U [2,3] che, pur avendo derivata nulla in tutto I, non qui costante. Nella seconda sono illustrati i grafici di due funzioni f(x) e g(x) definite in un intervallo [a,b] che, ad eccezione di un punto c, hanno la stessa derivata in ogni punto di (a,b). In questo caso le due funzioni non differiscono per una costante e questo dipende dal fatto che g(x) discontinua e quindi non derivabile, per x=c. g(x)

f(x)

1 2 figura 11a

c figura 11b

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E possibile arrivare anche a conseguenze che riguardano la monotonia della funzione. Osservando il grafico di una funzione come quella in figura 12, diciamo che essa cresce fino ad un certo punto, decresce per un certo tratto e riprende a crescere da un certo punto in poi; quindi facile in questo caso rispondere a domande che tendono a stabilire se una funzione cresce o decresce. Il problema cercare di dare una risposta alle stesse domande quando non si conosce il grafico della funzione e il dato di partenza la sua espressione analitica. Il teorema di Lagrange offre un aiuto. figura 12

C3. Sia f(x) una funzione continua in un intervallo [a,b] e derivabile al suo interno; se f ' ( x) > 0 in ogni punto di (a,b), allora la funzione strettamente crescente in [a,b]; se f ' ( x) < 0 in ogni punto di (a,b), allora la funzione strettamente decrescente in [a,b].

Consideriamo due punti qualsiasi dellintervallo [a,b] di ascisse x1 e x2 e supponiamo che sia x1<x2. Per le ipotesi fatte di derivabilit, possiamo applicare il teorema di Lagrange e dire che esiste un punto c ( x1 , x 2 ) tale che
f ( x 2 ) f ( x1 ) = f ' (c ) ovvero f ( x 2 ) f ( x1 ) = f ' (c) ( x 2 x1 ) x 2 x1 Avendo supposto che x2>x1 , il segno del secondo membro dellultima relazione dipende da f ' (c) ; affinch sussista luguaglianza, il primo membro deve avere lo stesso segno del secondo. Questo significa che: - se si suppone che f ' ( x) > 0 x (a, b) , anche f ' (c) > 0 , allora f ( x 2 ) f ( x1 ) > 0 , ovvero f ( x 2 ) > f ( x1 ) . La funzione quindi crescente in senso stretto in [a,b]; - se viceversa si suppone che f ' ( x) < 0 x (a, b) , anche f ' (c) < 0 , allora f ( x 2 ) f ( x1 ) < 0 , ovvero f ( x 2 ) < f ( x1 ) . La funzione quindi decrescente in senso stretto in [a,b].

Questa conseguenza offre delle condizioni sufficienti per stabilire quando una funzione cresce o decresce, ma non delle condizioni necessarie. Vale a dire che il fatto che una funzione sia crescente o decrescente in un intervallo [a,b] non implica necessariamente che la derivata si mantenga sempre positiva o sempre negativa. Ad esempio, la funzione y = x 3 (il grafico nella figura a fianco) strettamente crescente in tutto R, ma nellorigine la sua derivata non positiva; infatti, essendo y ' = 3 x 2 , in tale punto la derivata nulla.

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ESERCIZI CON IL TEOREMA DI ROLLE


Esercizio 1 Verificare il teorema di Rolle per la funzione y = x + x 2 nellintervallo [-1,0].

Nellintervallo indicato la funzione risulta continua e derivabile, inoltre f(-1) = f(0) = 0. Quindi possibile applicare il teorema di Rolle. Per determinare c risolviamo lequazione f ' ( x) = 0. 1 f ' ( x) = 1 + 2 x da cui interno a [-1,0]. c= 2
Esercizio 2 Verificare il teorema di Rolle per la funzione y = x 3 nellintervallo [-1,7].

Il teorema non applicabile, in quanto la funzione non derivabile per x=3, interno allintervallo dato [-1,7]. Il punto x=3 infatti un punto angoloso. Infatti 1 se h>0 3+ h 3 33 h lim = lim = h 0 h 0 h h -1 se h<0

Esercizio 3

1 x2 nellintervallo [-1,1]. Verificare il teorema di Rolle per la funzione y = x2 Non applicabile il teorema di Rolle in quanto nel punto x=0 interno a [-1,1] la funzione non definita (quindi non continua n derivabile).

Esercizio 4
x Verificare il teorema di Rolle per la funzione y = x + 5 per 1 x 3 per 3 < x 4

La funzione definita nellintervallo [1,4] e agli estremi di questo assume valori uguali. Tuttavia non continua in x = 3. Lesistenza del punto stazionario c nellintervallo indicato non garantita.

Esercizio 5 Data la funzione y = x 3 3x + a , mostrare mediante Rolle che essa non pu avere pi di una radice nellintervallo [-1,1], qualunque sia il valore di a.

La derivata della funzione

f ' ( x) = 3x 2 3 ,

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allora f ' ( x) = 0 per x = 1 , ovvero la derivata non si annulla mai nei punti interni allintervallo [-1,1]. Supponiamo ora, per assurdo, che la funzione data abbia due radici distinte x1 e x2 con 1 x1 < x 2 1 . Risulterebbe che f(x1) = f( x2) = 0 con f(x) continua in [x1 , x2] e derivabile in (x1 , x2) . Alla funzione f(x) sarebbe allora applicabile il teorema di Rolle relativamente allintervallo [x1 , x2]. Dovrebbe pertanto esistere almeno un punto c con 1 x1 < c < x 2 1 tale che f ' (c) = 0 ; ci in contrasto con le osservazioni fatte in precedenza sullannullamento della derivata prima. Si esclude che la funzione, per qualsiasi a, non pu avere pi di una radice nellintervallo [-1,1].

Esercizio 6 Sia g(x) una funzione derivabile in tutto lintervallo I = [1,2] e tale che g(2) = 1. Mostrare, senza eseguire la derivazione e facendo ricorso al teorema di Rolle, che la derivata della funzione f ( x) = g ( x) sin log x x si annulla in almeno un punto interno a I.

Calcolando i valori della funzione f(x) agli estremi dellintervallo I risulta: f (1) = ( g (1) sin ) log 1 = 0 f (2) = 1 sin log 2 = 0 2 La funzione f(x), come somma e prodotto di funzioni continue e derivabili in I, funzione continua e derivabile in I. E quindi applicabile il teorema di Rolle, che assicura lesistenza di almeno un punto c (1,2) nel quale risulta che f ' (c) = 0 .

ESERCIZI CON IL TEOREMA DI LAGRANGE


Esercizio 7 Applicare il teorema di Lagrange alla funzione y = x 3 + 2 x 3 nellintervallo [-1,3].

Verifichiamo prima le condizioni che costituiscono le ipotesi del teorema: la funzione derivabile, quindi continua, x R , perci anche nellintervallo richiesto. Esiste allora almeno un punto c (1,3) che verifica la relazione f (3) f (1) f ' (c ) = . (3) 3 (1) Ora f(3) = 30 , f(-1) = -6 3c 2 + 2 = e 30 + 6 , 4 f ' ( x) = 3x 2 + 2 , risolvendo da cui f ' (c) = 3c 2 + 2 .
c= 7 . 3

La (3) diventa

Trascurando il valore c =

7 7 (1,3) , si ottiene che c = + (1,3) . 3 3


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Esercizio 8

Il teorema di Lagrange non applicabile alla funzione y = punto x=0 la funzione non continua.

1 nellintervallo [-1,1]: infatti nel x

Il teorema di Lagrange non applicabile neppure alla funzione y = x nellintervallo [2,3]: infatti a tale intervallo appartiene il punto x=0, in cui la funzione, pur essendo continua, non derivabile.

Esercizio 9

Verificare il teorema di Lagrange per la funzione y =

3 x2 nellintervallo [1,3]. x2

Dato che la funzione non derivabile in x=2, interno a [1,3], il teorema non applicabile. Se lintervallo fosse [3,5], la funzione qui continua e derivabile, quindi possibile determinare il punto c. f (3) = 39 = 6 3 2 f (5) = 3 25 22 = 52 3 f ' (c ) = f (5) f (3) 2 =K= 53 3 c 2 + 4c 3

La derivata risulta f ' ( x) =


2

x 2 + 4x 3

(x 2)

, quindi, ponendo f ' (c) =

(c 2)

2 3

si giunge allequazione c 4c + 1 = 0 che ha come soluzioni c = 2 3 , da cui accettiamo solo la soluzione

c = 2 + 3 (3,5) .

Esercizio 10 Trovare le coordinate del punto M, posto sullarco AB della curva di equazione y = 2 x x 2 , sapendo che la tangente alla curva in tale punto parallela alla corda AB, e che A(1;1) e B(3;-3).

Il coefficiente angolare della retta AB

yB y A 3 1 = = 2 . 3 1 xB x A Nel punto richiesto, di ascissa c, deve risultare, in accordo con linterpretazione geometrica del teorema di Lagrange: 2 = f ' (c) = 2 2c , da cui c = 2 . m AB =

Esercizio 11 Dimostrare, applicando il teorema di Lagrange alla funzione y = e x , che x . ex 1+ x

(4) f ( x) f (0) = x f ' (c) , (5)

Il teorema di Lagrange, applicato nellintervallo [0,x], offre la relazione che, applicata alla funzione assegnata, diventa e x = 1 + xe c . Se x>0 , risulta 0 < c < x e quindi successivamente: ec > e0 = 1 xe c > x

1 + xe c > 1 + x ,
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quindi, dalla (5), e x = 1 + xe c > 1 + x , che verifica la (4). Se invece x<0 , risulta x < c < 0 e quindi ec < e0 = 1 xe c > x 1 + xe c > 1 + x ,

e ancora dalla (5), e x = 1 + xe c > 1 + x , che verifica la (4). Se infine x=0 , la (4) evidentemente verificata con il segno di uguaglianza.

Esercizio 12

Data la funzione

3 x f ( x) = x 2 ax + a

per 0 x 1 per 1 < x 2

si determini il valore di a in modo che nellintervallo I=[0,2] sia applicabile il teorema di Lagrange; si ricerchino poi i punti c che lo soddisfano. Affinch alla funzione sia applicabile Lagrange in I, f(x) deve risultare continua in [0,2] e derivabile in (0,2). E immediato verificare che continua in I: infatti x 3 continua in [0,1], x 2 ax + a continua, a , in [1,2] e inoltre, in x=1 si ha:
x 1

lim f ( x) = lim x 3 = 1 = f (1)


x 1

x 1+

lim f ( x) = lim ( x 2 ax + a) = 1 +
x 1

Quanto alla derivata, si ottiene 3x 2 f ' ( x) = 2 x a e quindi, f ' ( x) risulta definita in tutto (0,2) se vale se si ha cio
3= 2a

per 0 < x < 1 per 1 < x < 2


x 1

lim 3x 2 = lim (2 x a) +
x 1

a = 1 .

La funzione continua in I e derivabile in (0,2) risulta allora la seguente: x 3 f ( x) = x 2 + x 1 per 0 x 1 per 1 x 2 con 3x 2 f ' ( x) = 2 x + 1 per 0 < x 1 per 1 x < 2

Il teorema di Lagrange afferma lesistenza di almeno un punto c tale che f ' (c) = Ora, per 0 < x 1 , risulta Invece, per 1 x < 2 , risulta 3c 2 = 5 5 , da cui c = 2 6 3 5 2c + 1 = , da cui c = [1,2) . 4 2

f (2) f (0) 5 = 2 2 5 (0,1] . e si considera solo c = + 6

Il punto c del teorema di Lagrange risulta allora unico del valore c =

5 . 6
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