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TARIFFA ASSOCIAZIONI SENZA FINI DI LUCRO - Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L.

27/02/2004 n 46) art. 1 comma 2 - DCB Roma

Nurtures the Filipino Culture in Faith, Service and Transformation of Society


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N. 1 - 2014

in copertina: 25 di fondazione della Missione nelle Filippine. Far crescere la cultura filippina nella fede, nellassistenza e nella trasformazione della Societ

SICUT ANGELI
RASSEGNA QUADRIMESTRALE DI VITA E DI APOSTOLATO

ANGELICHE DI S. PAOLO
ANNO LXI / N. 1 - 2014 1 QUADRIMESTRE Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n 46) art. 1 comma 2 - DCB Roma CCP N. 31216005

Sommario
1 2 Editoriale Buon Anno 2014 con la benedizione di Maria SS.ma FELICI EVENTI: 32 25di episcopato di mons. Andrea M. Erba Testimonianze varie 34 Alcuni Frammenti di ricordi... 37 Canonizzazione del Beato Giovanni XXIII e Beato Giovanni Paolo II 39 Il Prof. Enrico Medi verso gli altari 42 Amici di Ges (Messaggio di papa Francesco ai ragazzi di A.C.) 44 Ricordando P. Anthony Bianco B. NOTIZIE DI CASA NOSTRA: 45 Prizren 48 Caseiros (Brasile) Filippine (in dossier) LA PAGINA DEGLI ALUNNI: 49 Concorso alunni : le tre parole di Papa Francesco.. 72 la speranza forza della vita 74 l importanza del silenzio nella vita 76 Il miracolo di san Francesco (recita natalizia) 78 il mercatino della solidariet 80 PREGHIAMO PER I NOSTRI MORTI
AL CENTRO RIVISTA:

la VOCE DELLA CHIESA: 3 5 6 8 10 11 Giornata Mondiale della Pace Si chiuso lAnno della Fede Dio ci chiede di essere fedeli ogni giorno (Papa Francesco) Giornata Mariana: Omelia del Santo Padre Atto di affidamento a Maria SS.ma Una casa sulla roccia: pellegrinaggio delle famiglie in Piazza san Pietro Roma Famiglia, senza amore Preghiera alla sacra Famiglia di Nazareth LUMEN FIDEI (quattro mani, due cuori) EVANGELII GAUDIUM e Vita Consacrata A Maria SS.ma Stella della nuova Evangelizzazione

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VARIE: 22 25 gennaio: Conversione di san Paolo Lincontro di Damasco 25 Portatori di speranza 26 La Lettera della Madre 28 Testimoni e annunciatori della fede

DOSSIER: 25 di fondazione nelle Filippine e lintervento di solidariet delle nostre Consorelle alle popolazioni colpite dal tifone Haiyan.

Editoriale
Il presente numero della nostra rivista vuole essere un poco la risonanza di un anno trascorso in sintonia con la voce della Chiesa, raccogliendo da essa le note pi significative sparse durante lintero anno 2013. Anno ricco di grazie, ma anche di avvenimenti ecclesiali particolari importanti, che hanno saputo dare un tono elevato alla spiritualit dellintera comunit cristiana. Pertanto, si pensato di dedicare il primo numero del 2014 ad una visione dei momenti pi significativi vissuti dalla Chiesa e da ciascuno di noi che la formiamo; appuntamenti vari, caratteristici, che hanno vivacizzato il clima ecclesiale rendendolo pi efficace attraverso lascolto della calda e penetrante parola di Papa Francesco. Molti sono stati gli incontri ecclesiali formativi e tutti di forte stimolo per aiutare ciascuno a vivere in pienezza la propria vocazione; ne saranno ricordati velocemente alcuni, ma sar dedicato maggiore spazio ad uno di essi, sia per lattenzione particolare a cui la Chiesa dedica le sue premure, sia per la viva e massiccia partecipazione che lintera comunit cristiana ha manifestato nella straordinaria Giornata Mondiale della Famiglia. Testimoni saranno anche i ragazzi della nostra Scuola Romana che hanno voluto presenziare in Piazza san Pietro con le loro famiglie nei giorni 26 e 27 ottobre u.sc. al grande incontro, rivelando la loro soddisfazione, la loro euforia in componimenti semplici, ma sinceri, che il lettore trover raccolti in un inserto della rivista. Niente di speciale, se non la loro straordinaria semplicit nel rivelare come ancor oggi i ragazzi sappiano accogliere ed apprezzare gli inviti rivolti loro personalmente e fare tesoro di ci che di bello e buono viene loro inculcato. Da queste pagine, a loro, il nostro apprezzamento. Non mancheranno inoltre riflessi di spiritualit insiti nella Voce della Chiesa e nelle direttive della nostra Congregazione. Sar dato infine ampio spazio ad una nostra opera apostolica nelle Filippine che ha voluto solennemente ricordare il 25 di Fondazione. In tale occasione, ci ha fatto pervenire anche la sua testimonianza nella partecipazione al dolore della sua gente travolta dalla grande tragedia nel passaggio del tifone Haiyran che ha distrutto tutto, lasciando solo morte e desolazione. Dunque?! un numero molto ricco di spunti su cui riflettere per tradurre poi in realt le numerose proposte che la Chiesa ci presenta, con lauspicio di riuscire anche nella monotona quotidianit a migliorare il clima a volte tumultuoso della convivenza umana. a.m.a
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Buon Anno 2014


Che cosa possiamo augurare di meglio ai nostri affezionati lettori per il nuovo Anno 2014? Li vogliamo formulare con le parole di Papa Francesco pronunciate nel Messaggio rivolto a tutta lumanit il giorno dellEpifania 2014

Maria, Madre di Dio e nostra tenera Madre, ci sostenga sempre, perch rimaniamo fedeli alla vocazione cristiana e possiamo realizzare i desideri di giustizia e di pace che portiamo in noi allinizio di questo nuovo anno.

Dal discorso di Papa Francesco allAngelus il giorno dellEpifania 2014.

Giornata mondiale della pace 1o Gennaio 2014: Fraternita', fondamento e via per la pace
Il 1 gennaio 2014, il mondo intero ha celebrato la Giornata mondiale della pace, ricorrenza istituita da papa Paolo VI nel 1967 allo scopo di dedicare il giorno di Capodanno alla riflessione ed alla preghiera per la pace. Queste le parole di papa Paolo VI in occasione delle celebrazioni della giornata della pace: Sarebbe Nostro desiderio che poi, ogni anno, questa celebrazione si ripetesse come augurio e come promessa allinizio del calendario che misura e descrive il cammino della vita umana nel tempo che sia la pace con il suo giusto e benefico equilibrio a dominare lo svolgimento della storia avvenire. (Paolo VI). Dal 1968, ogni anno, quindi divenuta premura del Pontefice inviare ai capi delle nazioni e a tutti gli uomini di buona volont un messaggio per richiamare il valore essenziale della pace e la necessit di operare instancabilmente per conseguirla.

MESSAGGIO PER LA GIORNATA MONDIALE D E L L A PA C E 2 0 1 4

"Fraternit, fondamento e via per la pace".


Questo il tema della 47a Giornata Mondiale per la Pace, la prima di Papa Francesco. In questo mio primo Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace, desidero rivolgere a tutti, singoli e popoli, l'augurio di un'esistenza colma di gioia e di speranza. Nel cuore di ogni uomo e di ogni donna alberga, infatti, il desiderio di una vita piena, alla quale appartiene un anelito insopprimibile alla fraternit, che sospinge verso la comunione con gli altri, nei quali troviamo non nemici o concorrenti, ma
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fratelli da accogliere ed abbracciare. Infatti, la fraternit una dimensione essenziale dell'uomo, il quale un essere relazionale. La viva consapevolezza di questa relazionalit ci porta a vedere e trattare ogni persona come una vera sorella e un vero fratello; senza di essa diventa impossibile la costruzione di una societ giusta, di una pace solida e duratura. E occorre subito ricordare che la fraternit si comincia ad imparare solitamente in seno alla famiglia, soprattutto grazie ai ruoli responsabili e complementari di tutti i suoi membri, in particolare del padre e della madre. La famiglia la sorgente di ogni fraternit, e perci anche il fondamento e la via primaria della pace, poich, per vocazione, dovrebbe contagiare il mondo con il suo amore." Queste le parole del Santo Padre. * * * NOTA: per la lettura completa del Messaggio di Papa Francesco, si suggerisce di scorrere le pagine dellOsservatore Romano del 26 dicembre 2013.

* * * NELLA GIORNATA MONDIALE DELLA PACE - papa Francesco si recato in forma privata alla basilica romana di Santa Maria Maggiore, ha voluto pregare dinanzi allimmagine mariana della Salus populi romani affidando a Maria il grido di pace delle popolazioni oppresse dalla guerra e dalla violenza", perch il coraggio del dialogo e della riconciliazione prevalga sulle tentazioni di vendetta, di prepotenza, di corruzione. "A Maria - ha detto il Papa, chiediamo che il Vangelo della fraternit, annunciato e testimoniato dalla Chiesa, possa parlare ad ogni coscienza e abbattere i muri che impediscono ai nemici di riconoscersi fratello.
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Roma, 24 ottobre 2013

Si chiuso lAnno della fede


di Aldo Maria Valli
Ventiquattro novembre 2013. Questa la data di chiusura dellAnno della fede, un anno che si distinto per labbondanza di iniziative e la grande partecipazione di fedeli di tutto il mondo, ma anche per una particolarit che lo far ricordare nella storia: stato infatti aperto da un Papa e concluso da un altro, con il predecessore che ancora in vita. Quando Benedetto XVI, l11 ottobre 2012, apr lAnno della fede dedicato alla nuova evangelizzazione, erano passati esattamente cinquantanni dallavvio del Concilio Vaticano II. Papa Ratzinger mise bene in luce quel collegamento con il Concilio voluto da Giovanni XXIII, ricordo anche altre due iniziative: lAnno della fede del 1967, proclamato da Paolo VI e il grande Giubileo del 2000, indetto da Giovanni Paolo II. Avvenimenti uniti dal desiderio di diffondere sempre di pi e sempre meglio la fede, con una profonda e piena convergenza proprio su Cristo, quale centro del cosmo e della storia, e sullansia apostolica di annunciarlo al mondo, perch Ges il centro della fede cristiana e il cristiano crede in Dio mediante Ges Cristo, che ne ha rivelato il volto (omelia di Benedetto XVI, 11 ottobre 2012). La Messa di chiusura stata celebrata da papa Francesco in piazza San Pietro nella solennit di Nostro Signore Ges Cristo Re delluniverso (nota come Cristo Re, introdotta da Pio XI nel 1925 con lenciclica Quas primas) ed stata preceduta da due speciali appuntamenti: il 17 novembre una celebrazione eucaristica a Nazareth, organizzata dalla Chiesa italiana, con la visita al Centro internazionale di Maria e al sito di Magdala, e il 22 novembre il congresso nazionale sulla misericordia, dal titolo Dio amore, che si tenuto alla Domus Pacis di Roma con la partecipazione, tra gli altri, del cardinale Ennio Antonelli, di monsignor Rino Fisichella, del vescovo emerito di Viterbo Lorenzo Chiarinelli e del vescovo di Citt di Castello Domenico Cancian. dal Messaggero di santAntonio, novembre 2013

Roma, 13 ottobre 2013

Raccolta di notizie realitive alla "Giornata Mariana"


cronaca della mattinata trascorsa in Piazza san Pietro descritta da Mimmo Muolo

Papa Francesco: Dio ci chiede di essere fedeli ogni giorno


In piazza San Pietro linvito a guardare alla Vergine in cui tanti "s" sono culminati in quello sotto la Croce. Sempre con il Signore anche nelle nostre debolezze, anche nei nostri peccati. La fede fedelt definitiva come quella di Maria. In centomila a piazza San Pietro e lungo via della Conciliazione. A testimoniare la fede, vista attraverso gli occhi di Maria. Quegli occhi sempre contemporaneamente rivolti al Figlio e ai figli, come ha fatto notare il Papa. Occhi che ci insegnano, ha aggiunto Francesco, a lasciarci sorprendere da Dio senza resistenze, ad essergli fedeli ogni giorno, a lodarlo e ringraziarlo perch Lui la nostra forza. Latto conclusivo della Giornata Mariana dellAnno della fede stato anche e soprattutto un Atto di affidamento alla Vergine. Pronunciato s dal Papa con la sua voce piena di emozione filiale, ma ripetuto nel cuore di ogni uomo, donna e bambino presenti domenica alla Messa presieduta dal Pontefice. Una folla davvero impressionante, giunta da tutta Italia e da varie Nazioni europee ed extra, come a dimostrare che la devozione alla Vergine una delle vie privilegiate per arrivare a Ges, anche in questo ipertecnologico inizio del terzo millennio. Il Papa, infatti, quasi a sottolineare questo aspetto, ha voluto ripetere un gesto laffidamento a Maria, che con varie modalit e denominazioni era stato effettuato anche dai suoi predecessori. stato il culmine della celebrazione domenicale e anche degli appuntamenti che lavevano preceduta nel pomeriggio di sabato e nella notte tra sabato e domenica. Guardando, infatti, alla statua della Madonna di Fatima (che reca con s il proiettile dellattentato a Giovanni Paolo II, donatole da papa Wojtyla), Francesco ha voluto rimarcare tre aspetti della devozione mariana che sono anche momenti fondamentali della vita cristiana. Prima di tutto il Dio che ci sorprende. Dio ci sorprende sempre - ha detto -, rompe i nostri schemi, mette in crisi i nostri progetti, e ci dice: fidati di me, non avere paura, lasciati sorprendere, esci da te stesso e seguimi. Quindi il Papa ha chiesto: Mi lascio sorprendere da Dio, come ha fatto Maria, o mi chiudo nelle mie sicurezze, sicurezze materiali, sicurezze intellettuali, sicurezze ideologiche, sicurezze dei miei progetti? Lascio veramente entrare Dio nella mia vita? Come gli rispondo?.
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Seconda tappa. La sorpresa di Dio chiede fedelt. In sostanza quella che san Paolo chiama perseverare nella fede. Invece la realt umana talvolta diversa. Quante volte - ha fatto notare il Pontefice - ci siamo entusiasmati per qualche iniziativa, per qualche impegno, ma poi, di fronte ai primi problemi, abbiamo gettato la spugna. E questo purtroppo, avviene anche nelle scelte fondamentali, come quella del matrimonio. La difficolt di essere costanti, di essere fedeli alle decisioni prese, agli impegni assunti. Spesso facile dire s, ma poi non si riesce a ripetere questo s ogni giorno. Non s riesce ad essere fedeli. La Madonna al contrario ha detto a Dio tanti s. E lo ha fatto nei momenti gioiosi come pure in quelli di dolore. Tanti s culminati sotto la Croce. Per questo il Papa ha chiesto Sono un cristiano a singhiozzo, o sono un cristiano sempre?. Unimmagine che ricorda da vicino altre metafore simili come ad esempio quella dei cristiani da pasticceria, usata durante la visita ad Assisi e quella dei cristiani da vetrina adoperata proprio sabato sera nel videomessaggio inviato ai fedeli raccolti nel santuario del Divino Amore, a Roma, per la veglia serale e notturna. Per il Papa infatti ci che conta la sostanza, non lapparenza. E perci anche in quellincontro ha puntato lindice contro la cultura del provvisorio, la cultura del relativo che, ha detto, a volte entra anche nel vivere la fede. Dio invece ci chiede di essergli fedeli, ogni giorno, nelle azioni quotidiane e aggiunge che, anche se a volte non gli siamo fedeli, Lui sempre fedele e con la sua misericordia non si stanca di tenderci la mano per risollevarci, di incoraggiarci a riprendere il cammino, di ritornare a Lui e dirgli la nostra debolezza, perch ci doni la sua forza. Dunque, pi della caduta conta il rialzarsi. E cos Francesco ha indicato anche il cammino definitivo di ogni fedele:Sempre col Signore - ha sottolineato -, anche nelle nostre debolezze, anche nei nostri peccati. Mai andare sulla strada del provvisorio. Questo, s, uccide! La fede fedelt definitiva come quella di Maria. Infine il rendimento di grazie a Dio che la nostra forza: papa Bergoglio, dopo aver ricordato la pagina del Vangelo in cui dieci lebbrosi chiedono a Ges di ottenere la guarigione e solo uno torna indietro a lodare Dio e ringraziarlo, ha notato: E facile andare dal Signore a chiedere qualcosa, ma andare a ringraziarlo: mah, non mi viene. Maria, invece, dopo lAnnunciazione, ha parole di lode e di ringraziamento a Dio. E questo deve spingerci a fare altrettanto. Con il Signore e anche tra noi. Ad es. ha domandato il Pontefice: Quante volte ci diciamo grazie in famiglia? Quante volte diciamo grazie a chi ci aiuta, ci vicino, ci accompagna nella vita? Spesso diamo tutto per scontato. E questo avviene anche con Dio. una delle parole chiave della convivenza. Permesso scusa, grazie: se in una famiglia si dicono queste tre parole, la famiglia va avanti. Spesso diamo tutto per scontato. Avviene anche con Dio. Roma 13 ottobre 2013 dalle pagg. di Avvenire
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Roma, 13 Ottobre 2013

Testo integrale della Omelia di Papa Francesco nella Santa Messa in occasione della

Giornata Mariana

Nel Salmo abbiamo recitato: Cantate al Signore un canto nuovo, perch ha compiuto meraviglie (Sal 97,1). Oggi siamo di fronte ad una delle meraviglie del Signore: Maria! Una creatura umile e debole come noi, scelta per essere Madre di Dio, Madre del suo Creatore. Proprio guardando a Maria, alla luce delle Letture che abbiamo ascoltato, vorrei riflettere con voi su tre realt: prima, Dio ci sorprende; seconda, Dio ci chiede fedelt; terza, Dio la nostra forza. 1.La prima: Dio ci sorprende. La vicenda di Naaman, capo dellesercito del re di Aram, singolare: per guarire dalla lebbra si rivolge al profeta di Dio, Eliseo, che non compie riti magici, n gli chiede cose straordinarie, ma solo fidarsi di Dio e di immergersi nellacqua del fiume; non per dei grandi fiumi di Damasco, ma del piccolo fiume Giordano. E una richiesta che lascia Naaman perplesso, anche sorpreso: che Dio pu essere quello che chiede qualcosa di cos semplice? Vuole tornare indietro, ma poi fa il passo, si immerge nel Giordano e subito guarisce (cfr 2 Re 5,114). Ecco, Dio ci sorprende; proprio nella povert, nella debolezza, nellumilt che si manifesta e ci dona il suo amore che ci salva, ci guarisce, ci d forza. Chiede solo che seguiamo la sua parola e ci fidiamo di Lui. Questa lesperienza della Vergine Maria: davanti allannuncio dellAngelo, non nasconde la sua meraviglia. E lo stupore di vedere che Dio, per farsi uomo, ha scelto proprio lei, una semplice ragazza di Nazaret, che non vive nei palazzi del potere e della ricchezza, che non ha compiuto imprese straordinarie, ma che aperta a Dio, sa fidarsi di Lui, anche se non comprende tutto: Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola (Lc 1,38). E la sua risposta. Dio ci sorprende sempre, rompe i nostri schemi, mette in crisi i nostri progetti, e ci dice: fidati di me, non avere paura, lasciati sorprendere, esci da te stesso e seguimi! Oggi chiediamoci tutti se abbiamo paura di quello che Dio potrebbe chiederci o di quello che ci chiede. Mi lascio sorprendere da Dio, come ha fatto Maria, o mi chiudo nelle mie sicurezze, sicurezze materiali, sicurezze intellettuali, sicurezze ideologiche, sicurezze dei miei progetti? Lascio veramente entrare Dio nella mia vita? Come gli rispondo? 2. Nel brano di san Paolo che abbiamo ascoltato, lApostolo si rivolge al discepolo Timoteo dicendogli: ricordati di Ges Cristo, se con Lui perseveriamo, con Lui
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anche regneremo (cfr 2 Tm 2,8-13). Ecco il secondo punto: ricordarsi sempre di Cristo, la memoria di Ges Cristo, e questo perseverare nella fede; Dio ci sorprende con il suo amore, ma chiede fedelt nel seguirlo. Noi possiamo diventare non fedeli, ma Lui non pu, Lui il fedele e chiede da noi la stessa fedelt. Pensiamo a quante volte ci siamo entusiasmati per qualcosa, per qualche iniziativa, per qualche impegno, ma poi, di fronte ai primi problemi, abbiamo gettato la spugna. E questo purtroppo, avviene anche nelle scelte fondamentali, come quella del matrimonio. La difficolt di essere costanti, di essere fedeli alle decisioni prese, agli impegni assunti. Spesso facile dire s, ma poi non si riesce a ripetere questo s ogni giorno. Non si riesce ad essere fedeli. Maria ha detto il suo s a Dio, un s che ha sconvolto la sua umile esistenza di Nazaret, ma non stato lunico, anzi stato da "Famiglia Cristiana" n.1 - 2014 solo il primo di tanti s pronunciati nel suo cuore nei suoi momenti gioiosi, come pure in quelli di dolore, tanti s culminati in quello sotto la Croce. Oggi, qui ci sono tante mamme; pensate fino a che punto arrivata la fedelt di Maria a Dio: vedere il suo unico Figlio sulla Croce. La donna fedele, in piedi, distrutta dentro, ma fedele e forte. E io mi domando: sono un cristiano a singhiozzo, o sono un cristiano sempre? La cultura del provvisorio, del relativo entra anche nel vivere la fede. Dio ci chiede di essergli fedeli, ogni giorno, nelle azioni quotidiane e aggiunge che, anche se a volte non gli siamo fedeli, Lui sempre fedele e con la sua misericordia non si stanca di tenderci la mano per risollevarci, di incoraggiarci a riprendere il cammino, di ritornare a Lui e dirgli la nostra debolezza perch ci doni la sua forza. E questo il cammino definitivo: sempre col Signore, anche nelle nostre debolezze, anche nei nostri peccati. Mai andare sulla strada del provvisorio. Questo ci uccide. La fede fedelt definitiva, come quella di Maria. 3. Lultimo punto: Dio la nostra forza. Penso ai dieci lebbrosi del Vangelo guariti da Ges: gli vanno incontro, si fermano a distanza e gridano: Ges, maestro, abbi piet di noi! (Lc 17,13). Sono malati, bisognosi di essere amati, di avere forza e cercano qualcuno che li guarisca. E Ges risponde liberandoli tutti dalla loro malattia. Fa impressione, per, vedere che uno solo torna indietro per lodare Dio a gran voce e ringraziarlo. Ges stesso lo nota: dieci hanno gridato per ottenere la guarigione e solo uno ritornato per gridare a voce alta il suo grazie a Dio e riconoscere che Lui la nostra forza. Saper ringraziare, saper lodare per quanto il Signore fa per noi.
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Roma, 13 ottobre 2013

ATTO DI AFFIDAMENTO A MARIA SS.ma VERGINE DI FATIMA


compiuto da Papa Francesco al termine della Santa Messa celebrata per la Giornata Mariana davanti alla statua della Madonna di Fatima giunta apposta dal Portogallo.
Beata Maria Vergine di Fatima, con rinnovata gratitudine per la tua presenza materna uniamo la nostra voce a quella di tutte le generazioni che ti dicono beata. Celebriamo in te le grandi opere di Dio, che mai si stanca di chinarsi con misericordia sullumanit, afflitta dal male e ferita dal peccato, per guarirla e per salvarla. Accogli con benevolenza di Madre latto di affidamento che oggi facciamo con fiducia, dinanzi a questa tua immagine a noi tanto cara. Siamo certi che ognuno di noi prezioso ai tuoi occhi e che nulla ti estraneo di tutto ci che abita nei nostri cuori. Ci lasciamo raggiungere dal tuo dolcissimo sguardo e riceviamo la consolante carezza del tuo sorriso. Custodisci la nostra vita fra le tue braccia: benedici e rafforza ogni desiderio di bene; ravviva e alimenta la fede; sostieni e illumina la speranza; suscita e anima la carit; guida tutti noi nel cammino della santit. Insegnaci il tuo stesso amore di predilezione per i piccoli e i poveri, per gli esclusi e i sofferenti, per i peccatori e gli smarriti di cuore: raduna tutti sotto la tua protezione e tutti consegna al tuo diletto Figlio, il Signore nostro Ges. Amen.
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Il Pellegrinaggio delle Famiglie Roma 26-27 ottobre 2013

Una casa sulla roccia


Famiglie di tutto il mondo pellegrine a Roma il 26-27 ottobre u.s. per una solenne Professione di fede con Papa Francesco sulla tomba di Pietro. Due giorni di preghiera e di festa promossi dal Pontificio Consiglio per la Famiglia, per riscoprire questultima come luogo privilegiato della trasmissione della fede.

Per testimoniare con gioia la propria fede. Per un momento di forte condivisione e di preghiera. Per riflettere sul valore della famiglia. Per riscoprirla come luogo privilegiato della trasmissione della fede. Per tutte queste ragioni, le famiglie di tutto il mondo si sono ritrovate a Roma, sulla tomba di San Pietro, il 26 e 27 ottobre, per il pellegrinaggio promosso dal Pontificio Consiglio per la famiglia in occasione dellAnno della Fede. Lo stesso titolo dellevento, Famiglia vivi la gioia della fede, fa comprendere come questo pellegrinaggio sia stato unoccasione di condivisione gioiosa per le famiglie del mondo. Cos, accompagnati anche dai figli e dai nonni, gli sposi sono stati invitati a testimoniare la loro fede con gioia e fiducia appunto sulla tomba di San Pietro, primo confessore di Cristo. Limportanza della famiglia come luogo privilegiato di trasmissione della fede hanno spiegato al Pontificio Consiglio per la famiglia - ci spinge a pregare e riflettere sul valore stesso della famiglia e ad essere testimoni in tutto il mondo della nostra fede.
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Il programma prevedeva il ritrovo in piazza San Pietro, aperta da sabato 26 ottobre alle 14. Inizialmente, il ritrovo era previsto a Piazza del Popolo, da dove le famiglie avrebbero dovuto raggiungere piazza San Pietro. Per lelevato numero di iscrizioni allevento, non stato per possibile confermare il cammino e, pertanto, lunico punto di riferimento stato quello di Piazza san Pietro, dove alle 17, c stato lincontro con Papa Francesco per la solenne Professione di fede.

Domenica mattina, 27 ottobre, dopo la recita del Rosario, alle 10.30 la Messa presieduta dal Papa, cui seguita la tradizionale recita dellAngelus. Per coinvolgere tutti i componenti, anche i pi piccoli, in occasione del pellegrinaggio mondiale, stato lanciato un concorso di disegni riservato ai bambini tra i 3 e gli 11 anni. Tema: Presenta la tua famiglia a Papa Francesco. Ai bimbi stato chiesto di inviare al Pontificio Consiglio un disegno della propria famiglia da regalare al Pontefice. I pi belli sono stati proiettati durante il pellegrinaggio e pubblicati sulle riviste II Giornalino e G-Baby. Per i giovani tra i 18 e i 32 anni, stato invece pensato il progetto Talenti di famiglia. Si tratta di una selezione internazionale musicale e artistica, sul tema La gioia di essere famiglia, riservata ad artisti non professionisti. I partecipanti, opportunamente selezionati, sono stati invitati a presentare una breve perfomance per animare il pomeriggio del sabato dedicato alla Festa di musica e testimonianza cristiane. (P. Ferr.)
Cfr. NOI Genitori e figli (Avvenire 27 ottobre 2013).
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Famiglia, senza amore, la fatica e' piu' pesante


Alle famiglie che, da tutto il mondo, erano convenute in piazza San Pietro per il loro pellegrinaggio, promosso dal Pontificio Consglio per la famiglia conclusosi con la grande Messa celebrata nella stessa piazza, Papa Francesco si rivolse come un padre consapevole delle fatiche che i suoi figli avevano di fronte. E li esort, li incoraggi, li sostenne. Suggeriva e confortava: La vita aveva detto - spesso faticosa. Lavorare fatica; cercare lavoro fatica. Trovare lavoro oggi richiede tanta fatica. Ma quello che pesa d pi nella vita la mancanza di amore. Pesa - aveva aggiunto - non ricevere un sorriso, non essere accolti. Pesano certi silenzi, a volte anche in famiglia, tra marito e moglie, tra genitori e figli, tra fratelli, e cos senza amore la fatica diventa pi pesante. Con un richiamo esplicito a quanto da lui stesso detto lo scorso 4 ottobre ad Assisi, ha ricordato a quel riguardo le tre parole che non devono mai mancare in una famiglia: Sono, queste parole, permesso, grazie, scusa. Chiediamo permesso*, per non essere invadenti; diciamo grazie per lamore. Quante jl volte al giorno dici grazie a tua moglie, e a tuo marito? Quanti giorni passano senza dire questa parola? E poi scusa. Alcune volte, io dico, volano i piatti, si dicono parole forti, ma sentite questo consiglio: Non finite la giornata senza fare pace, non finite la giornata senza chiedere scusa. La pace si fa ogni giorno in famiglia. Davanti al Papa centomila persone, padri, madri, figli, nonni, nipoti. Hanno accolto il Papa, al suo arrivo in piazza, facendo volare migliaia di palloncini (e in un fuori onda s sentito papa Francesco, non ancora sul sagrato, ma davanti al colpo docchio della piazza, chiedere scherzando al reggente della Casa Pontificia, padre Leonardo Sapienza: E lei non ha portato nessun palloncino?). E gli hanno presentato le loro storie, quelle di famiglie in difficolt, quella di un cinquantenne separato, di una famiglia che ha scelto la missione, di giovani fidanzati che vogliono sposarsi nonostante tutto, quella di una famiglia di lampedusani che nel 2011 ha partecipato al salvataggio di profughi eritrei, e di un nigeriano naufragato a Lampedusa (nel 2011) e ora stabilitosi in Italia quella di una famiglia siriana costretta ad emigrare dalla guerra. Avete voluto chiamare questo momento ha detto papa Francesco prendendo la parola FAMIGLIA, VIVI LA GIOIA DELLA FEDE. Mi piace questo titolo. Ho ascoltato le vostre esperienze, le storie che avete raccontato. Ho visto tanit bambini, tanti nonni. Ho sentito il dolore delle famiglie che vivono in situazione di povert. Ho ascoltato giovani che vogliono sposarsi seppure tra mille difficolt. Ha avuto parole per tutti, il Papa. In particolare per gli anziani, pensando specialmente a quelli soli, alle famiglie che fanno fatica, perch non sono aiutate a sostenere chi in casa ha bisogno di attenzioni speciali e di cure.
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E tornando poi a sottolineare, come aveva fatto a Rio, nella G.M.G., il ruolo dei nonni,, perch i nonni sono la saggezza della famiglia, e un popolo che non ascolta i nonni un popolo che muore. Care famiglie, il Signore conosce le nostre fatiche e i pesi della nostra vita. Ma conosce anche il nostro profondo desiderio di trovare la gioia del ristoro! Ges ha detto La vostra gioia sia piena. Lo ha detto agli Apostoli e lo ripete oggi a noi. Allora questa la prima cosa che stasera voglio condividere con voi ed una parola di Ges: Venite a me, famiglie di tutto il mondo, e io vi dar ristoro, affinch la vostra gioia sia piena. cfr, Avvenire, 27 ottobre 2013

* * *

parole del Papa alle famiglie presenti..


Sentite questo consiglio: non finire la giornata senza fare la pace. La pace si rif ogni giorno in famiglia! Senza chiedersi scusa: scusatemi ecco e si rincomincia di nuovo. Permesso, grazie, scusa! Lo diciamo insieme? Permesso, grazie e scusa! Facciamo queste tre parole in famiglia! Perdonarsi ogni giorno!. Vivere insieme, con amore, passare tempo con i figli, pregare restando sempre uniti a Cristo: E portatelo a tutti con la vostra testimonianza. Se Giovanni XXIII chiedeva di portare una carezza ai bambini, Francesco chiede alle famiglie di portare la fede. Che non gioca in difesa. Continuando lEucaristia invochiamo lintercessione di Maria, perch ci aiuti a lasciarci sorprendere da Dio senza resistenze, ad essergli fedeli ogni giorno, a lodarlo e ringraziarlo perch Lui la nostra forza. Amen

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In appendice al materiale relativo alla Giornata Mondiale della Famiglia, pubblichiamo il testo della preghiera per la famiglia composta da Papa Francesco e recitata al termine dellAngelus in piazza San Pietro il 29 dicembre, giorno dedicato alla santa Famiglia di Nazareth.

La preghiera alla Santa Famiglia


Gesu', Maria e Giuseppe, in voi contempliamo lo splendore dell'amore vero, a voi con fiducia ci rivolgiamo. Santa Famiglia di Nazareth, rendi anche le nostre famiglie luoghi di comunione e cenacoli di preghiera, autentiche scuole del Vangelo e piccole Chiese domestiche. Santa Famiglia di Nazareth, mai piu' nelle famiglie si faccia esperienza di violenza, chiusura e divisione: chiunque e' stato ferito o scandalizzato conosca presto consolazione e guarigione. Siffredi - Scuola Verista Lombarda (1890-1910) Santa Famiglia di Nazareth, 11 prossimo Sinodo dei Vescovi possa ridestare in tutti la consapevolezza del carattere sacro e inviolabile della famiglia, la sua bellezza nel progetto di Dio. Gesu', Maria e Giuseppe, ascoltate, esaudite la nostra supplica. Amen.
''dall'Osserv. Romano, 3 gennaio 2014''
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Lumen Fidei:
quattro mani, due cuori
da Presenza Cristiana novembre 2013

E la prima Enciclica firmata da Papa Francesco. Completa il prezioso lavoro compiuto dal Papa emerito, che aveva gi quasi completato lenciclica sulla fede. La fede che oltre ad illuminare la vita delluomo, fa distinguere il bene dal male, con la presenza di Cristo nella storia, apre gli orizzonti del futuro.

ABBIAMO CREDUTO ALL'AMORE. La fede parte dalla consapevolezza dellamore di Dio; con lascolto della Parola di Dio, fa percepire la chiamata ad uscire dal proprio io, sostenuti dalla promessa di un futuro sostenuto e guidato dalla paternit e dalla misericordia del Dio fedele. La fede un dono gratuito di Dio che chiede lumilt e il coraggio di fidarsi e affidarsi a lui per vedere il luminoso cammino dellincontro fra Dio e gli uomini, che la storia della salvezza. GESU E IL CENTRO DELLA NOSTRA FEDE egli ci manifesta lamore del Padre. Nella passione e morte noi scopriamo lamore senza limiti ed incrollabile di Ges e del Padre; nella risurrezione abbiamo la testimonianza della fedelt di Dio. Ges che conosce il Padre, ci spiega Dio nella sua parola e nella sua vita. La sua incarnazione, infatti, fa s che la fede non ci separi dalla realt, ma ci aiuti a coglierne il significato pi profondo.
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Col dono dello Spirito Santo Egli mette nei nostri cuori i suoi stessi sentimenti, per trasformare la nostra vita, per inserirci come membra vive nel Corpo mistico, conservando totalmente la propria individualit, che trova una maggiore espressione nel servizio degli altri. La fede offre una maggiore comprensione alla realt. Fede e verit hanno uno stretto legame. La fede, senza la verit una bella favola e non salva. In realt bisogna coniugare fede, verit e amore. Messi insieme, tutto quello che forma la nostra persona, viene fuori dal rischio del relativismo, del soggettivismo, dellimposizione.

LA FEDE E VIVA. La storia della Chiesa il racconto della trasmissione della fede, partendo dallamore del Padre e dal cuore trafitto del Salvatore. Oggi, come dice il Concilio, la fiamma della fede posta nelle nostre mani, perch la consegniamo alla generazioni future. La fede quindi, non si riduce ad un fatto personale, intimo, ma deve estendersi alle persone che il Signore pone sul nostro cammino e deve essere vivificata dalla comunione con la Chiesa. La comunione della comunit ecclesiale segno della presenza di Ges Cristo. C per un mezzo speciale con cui la fede si trasmette, trasmettendosi: sono i Sacramenti, in cui si comunica una memoria incarnata, ricevuta, in comunione ecclesiale, sostenuta dalla comunit e dalla famiglia. DlO PREPARA LA POSSIBILIT DELLA COMUNIONE. Il legame tra la fede e il bene comune, porta alla formazione della convivenza umana. La fede, che nasce dallamore di Dio, rende saldi i vincoli fra gli uomini e si pone al servizio concreto della giustizia, del diritto e della pace. Senza lamore affidabile di Dio, lunit tra gli uomini sarebbe fondata solo sullutilit, sullinteresse o sulla paura. La fede un bene per tutti. Tra i beni illuminati dalla fede, oggi bisogna mettere in evidenza la famiglia, fondata sul matrimonio, inteso come unione stabile tra uomo e donna. Essa nasce dal riconoscimento e dallaccettazione della bont della differenza sessuale e, fondata sullamore in Cristo, promette un amore che sia per sempre e riconosce lamore creatore che porta a generare figli. Senza la fede, vacillano i fondamenti del vivere: la fiducia tra noi e saremo uniti solo dalla paura. La fede illumina il vivere sociale. Illumina il senso della vita, della sofferenza e della morte. Dio non dona un ragionamento che spieghi tutto, ma offre la sua presenza che accompagna, che apre un varco di luce nelle tenebre.

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Evangelii gaudium e vita consacrata


In riassunto il contenuto dell esortazione apostolica
(da Testimoni dicembre 2013 di Lorenzo Prezzi)

Entrare nei 288 numeri in cui divisa lesortazione apostolica Evangelii gaudium di papa Francesco, presentata il 26 novembre, come superare il portale delle antiche chiese romaniche. Non c un pilastro uguale agli altri, n una rigorosa simmetria fra gli spazi, n omogeneit di materiali. Eppure limpressione di grande armonia. Cos per lesortazione che raccoglie materiali disparati, distinzioni non sempre chiare, digressioni che appaiono illogiche. Eppure limpressione complessiva quella dellesplosione di materiali evangelici incandescenti e di una grande coerenza spirituale. I cinque capitoli sono cos titolati: la trasformazione missionaria della Chiesa; nella crisi dellimpegno comunitario; lannuncio del Vangelo; la dimensione sociale dellevangelizzazione; evangelizzatori con Spirito. I temi maggiori sono: la missione, la riforma della Chiesa, la priorit del Vangelo e la scelta dei poveri. lnvitando i lettori e le lettrici a un approccio diretto al testo (cf. Documenti ecclesiali n. 17, EDB; Regno-doc. 21,2013,641) mi limito a tre sottolineature: le sfide e le tentazioni degli evangelizzatori, il patrimonio carismatico e il ruolo della donna. La richiesta di profezia oggi molto alta e le pagine dedicate alleconomia
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dellesclusione, allidolatria del denaro e alliniquit sociale costituiscono il negativo di una fotografia che enfatizza, in positivo, le dimensioni della radicalit consacrata: povert, obbedienza e castit. Tuttavia le difficolt e le tentazioni spengono nel cuore dei credenti e di quanti si espongono pi direttamente alla missione, il coraggio e la fantasia creativa. II Papa ricorda in particolare laccidia egoistica (attivit vissute male, senza le motivazioni adeguate, senza una spiritualit che permei lazione e la rende desiderabile n. 82), il pessimismo sterile (il cattivo spirito della sconfitta fratello della tentazione di separare prima del tempo il grano dalla zizzania, prodotto di una sfiducia ansiosa ed egocentrica n. 85), la mondanit spirituale (consiste nel cercare, al posto della gloria del Signore, la gloria umana e il benessere personale n. 93) e le liti fra di noi: Mi fa tanto male riscontrare come in alcune comunit cristiane, e persine tra persone consacrate, si dia spazio a diverse forme di odio, divisione, calunnia, diffamazione, vendetta, gelosia, desiderio di imporre le proprie idee a qualsiasi costo, fino a persecuzioni che sembrano una implacabile caccia alle streghe. Chi vogliamo evangelizzare con questi comportamenti? (n. 100). In positivo abbiamo bisogno di una spiritualit missionaria e di relazioni

nuove generate da Ges Cristo: il Vangelo ci invita sempre a correre il rischio dellincontro con il volto dellaltro (n. 88). La forza propulsiva del carisma un potente aiuto al dinamismo evangelizzatore a patto che non diventi escludente verso doni spirituali diversi e mostri la sua capacit di integrarsi armonicamente nella vita del popolo santo di Dio (n. 130). Ne un esempio il modo con cui il carisma di Ignazio alimenta la stessa esortazione apostolica. Anzitutto, linsistenza sul discernimento: non solo riconoscere e interpretare le mozioni dello spirito buono e dello spirito cattivo, ma... scegliere quelle dello spirito buono e respingere quelle dello spirito cattivo (n. 51). In secondo luogo, linterpretazione della vita spirituale come una battaglia dietro allo stendardo di Cristo. Invece di fare gli strateghi di un esercito inesistente siamo chiamati ad affrontare le lotte quotidiane di una vita consumata nel servizio (n. 96). E ancora, linsistenza sullaccompagnamento spirituale, che deve condurre sempre pi verso Dio, in cui possiamo raggiungere la vera libert (n. 170). Infine, la centralit della gloria di Dio a motivazione di tutto il nostro operare: quello che cerchiamo la gloria del Padre... oltre ogni altra motivazione (n. 267). Vedo con piacere come molte donne condividono responsabilit pastorali insieme con i sacerdoti, danno il loro contributo per laccompagnamento di persone, di famiglie o di gruppi ed offrono nuovi apporti alla riflessione teologica. Ma c ancora bisogno di allargare gli spazi per una presenza femminile pi incisiva nella Chiesa e per il possibile ruolo della donna l dove si prendono decisioni importanti, nei diversi ambiti della Chiesa (n. 103-104). Lesclusione femminile da una funzione come quella presbiterale non significa una diminuzione di dignit e di santit. Le diverse funzioni ecclesiali sono infatti ordinate al servizio, non al potere e tantomeno alla dignit. Ma siamo ancora lontani da una reale comprensione del genio femminile nella pratica ecclesiale. Il Papa termina alcuni paragrafi con alcune esortazioni come: Non lasciamoci rubare lentusiasmo missionario! Non lasciamoci rubare la gioia dellevangelizzazione! Non lasciamoci rubare la speranza! Non lasciamoci rubare il Vangelo! Si pu direttamente riferire alla vita consacrata limperativo con cui papa Francesco motiva la cura della fraternit riferendosi alla testimonianza di santa Teresa di Lisieux (n. 92): Non lasciamoci rubare la comunit!. Lorenzo Prezzi (da Testimoni dicembre 2013)

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A Maria Stella della nuova evangelizzazione


Vergine e Madre Maria, Tu che, mossa dallo Spirito, hai accolto il Verbo della vita nella profondit della tua umile fede, totalmente donata allEterno, aiutaci a dire il s nell'urgenza, pi imperiosa che mai, di far rsuonare la Buona Notizia di Ges. Tu, ricolma della presenza di Cristo, hai portato la gioia a Giovanni il Battista, facendolo esultare nel seno di sua madre. Tu, trasalendo di giubilo, hai cantato le meraviglie del Signore. Tu, che rimanesti ferma davanti alla Croce con una fede incrollabile, e ricevesti la gioiosa consolazione della risurrezione , hai radunato i discepoli nell'attesa dello Spirito perch nascesse la Chiesa evangelizzatrice. Ottienici ora un nuovo ardore di risorti per portare a tutti il Vangelo della vita che vince la morte. Dacci la santa audacia di cercare nuove strade perch giunga a tutti il dono della bellezza che non si spegne.
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Tu, Vergine dell'ascolto e della contemplazione, madre dell'amore, sposa delle nozze eterne, intercedi per la Chiesa, della quale sei l'icona purissima, perch mai si rinchiuda e mai si fermi nella sua passione per instaurare i I Regno. Stella della nuova evangelizzazione, aiutaci a risplendere nella testimonianza della comunione del servizio, della fede ardente e generosa, della giustizia e dell'amore verso i poveri, perch la gioia del Vangelo giunga sino ai confini della terra e nessuna periferia sia priva della sua luce. Madre del Vangelo vivente, sorgente di gioia per i piccoli, prega per noi. Amen. Alleluia.

Dato a Roma, presso San Pietro alla chiusura dellAnno della fede, il 24 novembre Solennit di Ges Cristo Re dell'Universo dellanno 2013, primo del mio Pontificato.
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25 gennaio

Festa liturgica della Conversione di san Paolo Apostolo particolare Protettore delle Angeliche

In occasione del giorno commemorativo della conversione di san Paolo Apostolo, particolare protettore della nostra Congregazione, ci gradito riportare un capitolo del libretto Un anno con San Paolo composto per la Diocesi da Mons. Carlo Ghidelli, Arcivescovo Emerito di Lanciano-Ortona nellanno dedicato a san Paolo 2008-2009, fermando lattenzione del lettore su

lincontro di Damasco
Mons. Carlo Ghidelli Una delle prime cose che, nel corso dei miei studi biblici, ho imparato su san Paolo limportanza fondamentale dellevento di Damasco, lincontro sconvolgente di Saulo con Ges di Nazaret, per entrare nel segreto di Paolo, per comprendere tutta la sua riflessione teologica e per cogliere il mistero di grazia che in lui si manifesta, cio per fare anche noi il cammino di fede che ha fatto lui. E lui stesso che ce ne parla, in termini ancora cos caldi e commoventi, nella Lettera ai cristiani della Galazia. La sua testimonianza personale ci aiuta a farci unidea chiara e distinta di quellincontro: essenzialmente stata una rivelazione (apokalupsis: Gal 1,16), un confronto che ha cambiato i connotati spirituali di Saulo. Da allora Saulo non pi Saulo; Saulo diventato un uomo nuovo, una nuova creatura, amico di Ges, missionario del Vangelo, fratello universale. Un noto studioso contemporaneo ha potuto scrivere che, per comprendere la teologia di Paolo, non sufficiente partire da Tarso, citt nella quale egli nato e ha ricevuto la sua prima formazione; non basta partire da Gerusalemme, citt nella quale Saulo stato educato e ha potuto confrontarsi con gli apostoli,
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con Pietro in modo speciale; non sufficiente partire da Antiochia, citt che stata punto di riferimento di tutti i suoi viaggi missionari. Certo, queste citt hanno avuto tutte la loro importanza nella formazione di Paolo e tutte in qualche modo hanno contribuito alla sua crescita morale e spirituale. Ma per entrare nel pensiero di Paolo e per comprendere il suo approccio a Cristo e al mistero della salvezza assolutamente necessario partire da Damasco, perch Damasco costituisce il momento della sua prima illuminazione e il cambiamento di rotta che ha determinato tutto il resto della sua vita. Una semplice rilettura di quellevento (cfr. At 9,1-19; 22,1-21; 26,1-23) ci mette in diretto contatto con la parola di Dio o, meglio, con colui che, mediante la Bibbia, ci rivolge personalmente la sua Parola. Comprenderemo allora limportanza dellincontro di Damasco nella vita di Paolo: un fulmine a ciel sereno, si direbbe, o meglio una meravigliosa e imprevedibile irruzione della grazia di Dio nella sua vita burrascosa e disordinata. A Damasco Paolo ha compreso che tra Ges e i cristiani vi era, e vi tuttora, una identit spirituale, sacramentale, nella quale sta il segreto e il fondamento del nostro essere Chiesa, del nostro amore alla Chiesa: Io sono quel Ges che tu perseguiti (At 9,5). Dunque: nella persona dei suoi discepoli il Signore a essere perseguitato. La Chiesa il corpo di Cristo, il prolungamento della sua umanit, la sposa amata di Cristo. Non si pu separare la Chiesa da Cristo, come non si pu separare una persona dal suo corpo, come non si pu dividere la sposa dallo sposo: sarebbe una violenza assurda. Qui sta il segreto di tutta la spiritualit paolina. A Damasco Paolo ha compreso che Ges di Nazaret il vero Messia, quello indicato dai profeti dellAntico Testamento e destinato a diventare il Salvatore dellintera umanit, perch tutti gli uomini di tutti i tempi e di tutti i luoghi sono peccatori e attendono la liberazione dalla schiavit del peccato. Avendo identificato Ges nella sua dignit messianica e nella sua divinit, Paolo non pot non legarsi a lui con tutte le sue forze, con tutta la sua capacit di amare, per una convinzione in lui profondamente radicata: So a chi ho creduto e sono certo che egli capace di conservare fino a quel giorno il deposito che mi stato affidato (2Tm 1,12). A Damasco Paolo ha compreso che fino a quel momento egli aveva camminato su una strada sbagliata, una strada che non doveva pi battere. Quello stato il momento della sua conversione, cio del suo distacco da una vita contrassegnata dalla paura e dallodio per volgersi a una vita improntata alla fiducia e allamore. Quello che poteva essere per me un guadagno lho considerato una perdita a motivo di Cristo. Anzi tutto ormai io reputo una perdita di fronte alla sublimit della conoscenza di Cristo Ges, mio Signore (Fil 3,7-8). La conversione di Paolo ha davvero qualcosa di straordinario, che raramente si verificato nella storia bimillenaria del cristianesimo. A Damasco Paolo ha compreso di dover cambiare vita e di dover aderire in pieno, mediante la fede, alla persona di Ges: lui solo doveva diventare loggetto del suo
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amore, il centro della sua predicazione. In effetti tutte le Lettere di Paolo, che sono il riflesso letterario della sua viva voce, hanno una impostazione cristocentrica evidentissima: Io ritenni infatti di non sapere altro in mezzo a voi se non Ges Cristo e questi crocifisso scrive ai cristiani di Corinto (ICor 2,2). Quello cui Paolo tende con tutte le sue forze non un Cristo evanescente, ma proprio quel Ges che porta in s le stimmate della crocifissione. Ogni ipotesi alternativa a questa, Paolo la respinge fortemente. Lo afferma, sia pure in tono ironico, nella sua Seconda lettera ai cristiani di Corinto: Se infatti il primo venuto vi predica un Ges diverso da quello che vi abbiamo predicato noi o se si tratta di ricevere uno Spirito diverso da quello che avete ricevuto o un altro Vangelo che non avete ancora sentito, voi siete ben disposti ad accettarlo (2Cor 11,4). A Damasco Paolo ha avuto il dono di comprendere che nella vita quello che vale di pi non laffermazione di se stessi a scapito degli altri, bens il dono di s a colui per amore del quale possiamo amare il prossimo, chiunque esso sia. Lamore del prossimo allora diventa inseparabile dallamore di Ges, cos come lamore di Ges porta necessariamente allamore verso il prossimo. Su questo tema Paolo ha composto un inno alla carit che raggiunge le vette della poesia e della mistica: La carit paziente, benigna la carit; non invidiosa la carit, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dellingiustizia, ma si compiace della verit; tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. La carit non avr mai fine (!Cor l3,4-7). A Damasco Paolo ha compreso che c Qualcuno al di sopra di tutti che merita di essere servito e amato sopra ogni altra cosa o persona: Ges di Nazaret. Il suo nome, cio la sua persona, al di sopra di ogni altro nome (Fil 2,9). Egli, Paolo, doveva farlo conoscere a tutti: perch nel nome di Ges ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; e ogni lingua proclami che Signore Ges Cristo a gloria di Dio Padre (Fil 2,10-11). Qui possiamo intravedere la coscienza missionaria di Paolo che tende a portare Ges agli altri e gli altri a Ges. A Damasco Paolo si visto costretto a cambiare lorientamento della sua vita e lo ha fatto in modo cos netto e forte da lasciare intravedere che in quel preciso momento in lui ha trionfato solo la grazia di Dio. Tutto sta rinchiuso in quel ma con il quale egli imprime una svolta al racconto della sua conversione: Voi avete certamente sentito parlare della mia condotta di un tempo nel giudaismo, come io perseguitassi fieramente la Chiesa di Dio e la devastassi... Ma quando colui che mi scelse fin dal seno di mia madre e mi chiam con la sua grazia si compiacque di rivelare in me suo Figlio perch lo annunziassi ai pagani... (Gal 1,13-16). Ognuno di noi pu fare tutti i progetti che vuole, pu anche illudersi di poter fare tutto da solo, ma quando Dio decide di entrare nella sua vita, allora tutto cambia e cambia in meglio. Mons. Carlo Ghidelli Arciv. Emerito di Lanciano-Ortona
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Portatori di speranza
da Figlioli e piante di Paolo dei laici di san Paolo n. 116 (settembre 2013)
Siamo giunti a un punto avanzato dellAnno della Fede, proclamato da papa Benedetto XVI, perch tutti i cristiani riscoprano la forza della fede, che li distingue e li sostiene nel cammino dellesistenza. Gli avvenimenti di questo 2013 sono stati davvero tanti per confermarci e aiutarci a proseguire, primo fra tutti lelezione di papa Francesco, grazie al coraggio del papa emerito di lasciare, per et e salute, il timone della navicella della Chiesa. Siamo convinti che la barca di Pietro, pur sballottata da tempeste interne ed esterne, non affonder mai, poich il suo timoniere Ges stesso. Il Signore conosce la nostra debolezza e al momento opportuno ci viene incontro attraverso persone ed eventi, che dobbiamo imparare a riconoscere e a ringraziarlo per essi. Naturalmente non pu fare tutto il Signore, ma vuole che noi vinciamo, soprattutto su noi stessi. La vittoria di se stessi, titolo dellopera principale di fra Battista da Crema, era (e dovrebbe continuare ad essere) il cuore del nostro impegno ascetico personale. Vincere gli altri e non vincere se stesso poca gloria; imprigionare gli altri e restare prigioniero poca libert (A.P.A. A Michele Contarini, 11 ottobre 1546.) Ciascuno di noi nella propria realt ecclesiale chiamato a scoprire le perle preziose, cos come nella realt pi ampia della societ invitato a mettersi a disposizione e a cogliere tutto il bene che c. Per me, che sono ambrosiano, stato linsegnamento del Card. Carlo Maria Martini, del quale proprio il 31 agosto u.s. stato ricordato il primo anniversario della morte. Un uomo, un pastore, un maestro dallo sguardo appassionato per tutti gli uomini, che continua ad accendere la grande luce e la speranza che non delude. (Omelia del card. Scola, 31 agosto 2013). Fu indomito portatore della speranza che non delude, della speranza affidabile che deriva dalla fede nella Resurrezione. Nella sua prima lettera pastorale La dimensione contemplativa della vita, egli cos defin luomo: Aperto al mistero, paradossale promontorio sporgente sullAssoluto, essere eccentrico e insoddisfatto. In tale definizione troviamo la tensione positiva alla vita e alla vita per sempre, che inquieta il cuore delluomo, nessuno escluso. Ecco perch, nonostante sembrino emergere di pi i segni della disperazione e del fallimento, noi possiamo e dobbiamo essere portatori di speranza: lo richiede la nostra fede nel Signore della vita, che ci chiama ad operare per mezzo della carit. Andrea Spinelli Diacono
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la Lettera della Madre


J+C Circolare n.25 "Cristo non pu essere diviso" (1 Cor 1,1-17) Carissime Consorelle, giunta la nostra festa "La conversione di San Paolo", sempre bello pensare che il nostro Fondatore ha voluto metterci sotto la protezione di questo grande Apostolo e darcelo come modello. Ancor pi perch le Angeliche devono vedere in San Paolo il grande convertito e quindi vivere ogni giorno la loro vita in modo nuovo senza lasciarsi prendere dalla sducia, ma, come Paolo, pensando e scoprendo modi sempre nuovi per conoscere e far conoscere Cristo. Vedendo il tema di quest'anno per l'ottavario di preghiera per l'unit dei cristiani "Cristo non pu essere diviso" e, meditando su di esso, ho compreso ancora di pi quale deve essere per noi la conversione pi vera: lavorare per l'unit, in noi stesse, nelle nostre comunit, nelle nostre attivit e nella nostra Congregazione per poi pensare alla cristianit tutta e al mondo intero; anche Papa Francesco ultimamente ha detto "preghiamo per la pace e, costruiamola, incominciando da casa." Ogni giorno di questa Settimana caratterizzato da una chiamata specica ad ascoltare insieme quanto il Signore ha da dirci, a pregare insieme e a rispondere insieme ad alcune domande importanti, per stimolarci a vivere insieme da cristiani che intendono crescere come testimoni di unit Prendo spunto da un articolo di Padre Enrico Sironi scritto sull'Eco dei Barnabiti n. 4, di dicembre 2013, anche per rivedere il tema dell'unit nelle "parole" del nostro Fondatore: Insieme siamo chiamate alla santit (cfr. 1 Cor 1,2) SMZ dice "Desidero e voi ne siete capaci, se volete, che diventiate gran santi" (L 11) La chiamata alla santit anche una chiamata a vivere insieme il Vangelo e tutti quei valori che sono comuni all'umanit. Si cresce insieme perch si ama insieme, perch ci si dona insieme. Come si farebbe a "crescere di virt in virt" da soli senza che gli altri ci aiutassero nel bene? Insieme rendiamo grazie a Dio per la grazia che ha diffuso in tutti noi (cfr. Fil 1,3-11) e a quanto dice S. Paolo fa eco il nostro Fondatore: "L'uomo depositario della grazia di Dio e luogo della sua benedizione... Sia diritta l'intenzione, per il puro onore di Dio". La grazia di Dio in ciascuno di noi, siamo veramente convinti che ognuno ha i nostri stessi doni di grazia? Godiamo se essi vengono sviluppati, cerchiamo di cogliere sempre e solo il bello e il buono attorno a noi? Insieme non siamo privi di alcun dono di grazia (cfr. Ef 4,7-13) Abbiamo forse dimenticato l'abbondanza dei doni che Dio ci ha afdato e continua a concederci?
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Come possiamo metterli a disposizione degli altri? "In tutto la carit ti muova... la carit la sola che vale ...Il mezzo dell'amore di Dio l'amore del prossimo" (S 3 e 4) Ecco come il Fondatore dice di mettere in pratica i nostro doni di grazia. Insieme dunque nel gareggiare a vicenda nel bene. Insieme affermiamo che Dio fedele (cfr. 10,19-25) Siamo chiamati ad incontrarci per incoraggiarci gli uni gli altri a volerci pi bene e riaffermare cos la fedelt di Dio. Dio che sempre il primo ad essere fedele e vivendo insieme noi dobbiamo celebrare la Sua fedelt. "Dio stabile ...Il gustare Dio, il sapere i suoi segreti non li vuol dare se non ai suoi amici e fedeli discepoli" (SAMZ L 1, S 3) Insieme siamo chiamati alla comunione con Dio (cfr. lGv 1,3-7). Nella misura in cui ci avviciniamo con umilt al Signore, siamo sicuri di avvicinarci anche tra noi. Come viviamo la comunione con Dio? Come la aumentiamo con la preghiera personale e comunitaria? "Senza l'amore di Dio non si fa nulla; da questo amore tutto dipende" (SAMZ S 4) Insieme cerchiamo di andare d'accordo (cfr. I Cor 1,10-15). Riconoscere i disaccordi il primo passo verso l'unit. Possiamo chiederci: Abbiamo nostalgia dell'unit? Cosa facciamo per essa nelle nostre comunit, nella Congregazione, nella Chiesa e per il mondo intero? Offriamo noi stesse per la causa dell'unit? Sappiamo rinunciare a noi stesse, alle nostre idee e progetti pur di mantenere l'unit? Il Fondatore ci indica la via: "Ti bisogno di separarti dalla tiepidezza e dalla negligenza nella via di Dio" (S. 6) Insieme apparteniamo a Cristo (cfr. I Cor 12, 12-26). I doni delle diverse tradizioni ecclesiali, delle diverse culture, delle diverse et sono benedizioni per noi. L'unico battesimo ci riunisce in un solo corpo di Cristo, ogni membro della Chiesa, della nostra comunit prezioso e necessario. Come viviamo queste diversit? Come dono o come "peso da sopportare"? "Se ciascuno si deve amare perch uomo come te, tanto pi si deve amare quelli che sono cristiani" (SAMZ S 4) Insieme proclamiamo il Vangelo (cfr 1 Cor 15,1-8) Tutte siamo chiamate ad annunciare il Vangelo con la vita "non con sapienza di parola, perch non venga resa vana la croce di Cristo". Saremo unite solo guardando la croce e all'amore gratuito che il Signore ha per noi. Ricordiamo a questo proposito ci che scrive Sant' Antonio Maria Zaccaria nella Letta V: "Il Crocisso vi mander ad annunziare la vivezza spirituale e lo spirito vivo dappertutto" Facendo memoria, dunque, della conversione di S. Paolo, teniamo sso nel cuore ci che Papa Francesco dice: la vera ricchezza ci che ci unisce, non ci che ci divide. Questo il mio augurio e la mia preghiera per tutte noi, afdandoci a Maria, Madre della Chiesa e dell'unit. Il mio abbraccio a tutte. Roma, 25 gennaio 2014 Conversione di San Paolo
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''Testimoni e annunciatori della fede''


I Vescovi italiani ai Consacrati (2 febbraio 2013)
In occasione della 17.ma Giornata mondiale della Vita Consacrata del 2 febbraio scorso, i vescovi italiani hanno rivolto ai consacrati un Messaggio, intitolato Testimoni e annunciatori della fede, di sostegno e incoraggiamento, sottolineando la bellezza e limportanza della loro vocazione e testimonianza davanti al mondo e nella Chiesa, soprattutto in ordine alla nuova evangelizzazione.

Vi incoraggiamo a proseguire il vostro cammino con gioia. Siate sempre pi veri discepoli di Cristo; alimentate la consapevolezza della vostra missione. Il mondo ha bisogno della vostra testimonianza fedele e gioiosa. (da "Testimoni" 2 2013)
La celebrazione della Presentazione di Ges al tempio ci orienta a Cristo, vera luce di tutte le genti, principio e fondamento della fede e della vita cristiana. Tale orientamento sostenuto anche dallAnno della fede che, come ci dice Benedetto XVI, un invito ad unautentica e rinnovata conversione al Signore, unico Salvatore del mondo (Motu proprio Porta Fidei, n. 6). In Cristo, ci riscopriamo amati da Dio, gi consacrati a Lui mediante il battesimo, chiamati allofferta di noi stessi nellamore, sostenuti dalla grazia dello Spirito. In Lui ritroviamo ogni giorno il senso della nostra vocazione e la gioia di essere discepoli e testimoni. Ora, se la celebrazione della Presentazione di Ges parla a tutti, essa parla in modo del tutto particolare a coloro che sono chiamati a una speciale consacrazione, nelle diverse forme ed espressioni, siano essi dediti principalmente alla contemplazione o allapostolato, alla vita comunitaria o eremitica, siano essi appartenenti a Ordini o Istituti religiosi, Istituti secolari o Societ di vita apostolica, a comunit antiche o nuove... La Chiesa sente forte, in questo tempo, limpegno di una nuova evangelizzazione per riscoprire la gioia nel credere e ritrovare lentusiasmo nel comunicare la fede (Benedetto XVI, Motu proprio Porta Fidei, n. 7); impegno che il recente Sinodo dei Vescovi su La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana ha richiamato con forza, esortandoci alla responsabilit di testimoniare e annunciare la fede, con coraggio, serenit e fiducia, a tutti e in particolare alle nuove generazioni: Ovunque infatti si sente il bisogno di ravvivare una fede che rischia di oscurarsi in contesti culturali che ne ostacolano il radicamento personale e la presenza sociale, la chiarezza dei contenuti e i frutti coerenti (XIII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, Messaggio al popolo di Dio, n. 2). In questo contesto ecclesiale e culturale e in questo tempo peculiare si inserisce la testimonianza dei consacrati. Il Messaggio finale del Sinodo interpreta tale testimonianza in rapporto al senso profondo della vita, ponendola in relazione, con
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AVANTI CON GIOIA

felice intuizione, con la testimonianza della famiglia, come a dire: mentre la famiglia custode della sacralit della vita nella sua origine, la vita consacrata, in quanto chiamata alla conformazione a Cristo, custode del senso ultimo, pieno e radicale della vita. La testimonianza dei consacrati, come il Sinodo riconosce, ha un intrinseco significato escatologico. Voi consacrati siete testimoni dellorizzonte ultraterreno del senso dellesistenza umana, e la vostra vita, in quanto totalmente consacrata a lui [al Signore], nellesercizio di povert, castit e obbedienza, il segno di un mondo futuro che relativizza ogni bene di questo mondo (XIII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, Messaggio al popolo di Dio, n. 7).

I carismi e la nuova evangelizzazione


La vostra missione apostolica d un apporto importante e insostituibile alla nuova evangelizzazione, in conformit ai vostri specifici carismi. Voi operate in vari modi perch gli uomini e le donne del nostro tempo aprano la porta del loro cuore al dono della fede. Molti di voi siete impegnati nella catechesi e nella formazione cristiana; molti operate in vari ambiti educativi (a servizio delle famiglie, nella scuola, in centri giovanili, in centri di formazione professionale, a favore dellintegrazione degli emigrati, in luoghi di emarginazione, ecc.); molti siete impegnati principalmente nel servizio della carit nei confronti di chi solo, escluso, povero, malato; molti lavorate sul piano sociale e della cultura, con iniziative che promuovono la giustizia, la pace, lintegrazione degli immigrati, il senso della solidariet e della ricerca di Dio. Sapete mostrare, col vostro impegno, come la fede abbia un significato culturale ed educativo, di promozione e di garanzia di vera umanit. Il mondo ha bisogno della vostra testimonianza fedele e gioiosa. La richiedono tante situazioni di smarrimento, che pure sono attraversate anche dal desiderio di cose autentiche e vere e, ancor pi, da una domanda su Dio, per quanto possa sembrare tacitata o rimossa.

La radicalit della consacrazione


E tuttavia, prima che per ci che fate, per il vostro stesso essere, per la generosit e radicalit della vostra consacrazione, che voi parlate alluomo di oggi. Vivendo con fedelt la vostra vocazione tenete vivo, nella Chiesa, il senso della fedelt al vangelo. Con la vostra vita ci ricordate anche che la nuova evangelizzazione comincia da noi stessi e che c un intimo legame tra autoevangelizzazione e testimonianza, rinnovamento interiore e ardore apostolico, tra essere e agire, evidenziando che il dinamismo promana sempre dal primo elemento del binomio (Giovanni Paolo II, Esortazione apostolica Vita consecrata, n. 81). Questidea stata ripresa dai Padri sinodali quando affermano: Guai... a pensare che la nuova evangelizzazione non ci riguardi in prima persona. In questi giorni - aggiungono riferendosi allesperienza vissuta nel Sinodo - pi volte tra noi Vescovi si sono levate voci a ricordare che, per poter evangelizzare il mondo, la Chiesa deve anzitutto porsi in ascolto della Parola. Linvito ad evangelizzare si
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traduce in un appello alla conversione (XIII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, Messaggio al popolo di Dio, n. 5).

Proseguire con gioia


Vi incoraggiamo dunque a proseguire il vostro cammino con gioia. Siete tutti impegnati, personalmente, comunitariamente e come Istituti, in sintonia con quanto la Chiesa intera sta vivendo, in percorsi di rinnovamento per essere sempre di pi allaltezza della chiamata di Dio e delle sfide del nostro tempo, nella fedelt al carisma che il Signore vi ha donato. Siate sempre pi veri discepoli di Cristo; alimentate la consapevolezza della vostra missione. Vivete le situazioni umane, sociali, culturali, nelle quali operate, facendovi segno dellagire di Dio e siate sempre presenza profetica di vera umanit anche quando ci esige di andare controcorrente. Siate fedeli alla vostra tradizione carismatica e allo stesso tempo siate capaci di interpretare in modo attuale il carisma, mostrandone la fecondit. Siate testimoni e annunciatori della fede con la qualit della vostra vita spirituale, della vostra vita comunitaria e del vostro servizio al prossimo. La vita spirituale docilit allo Spirito di Cristo e si nutre della Parola di Dio, che deve essere, specialmente per voi consacrati, cibo quotidiano, da accogliere, gustare, assimilare, cos da conformarvi al pensiero di Cristo (1 Cor 2,16) e al sentire di Cristo (cfr FU2,5). E per questo che vanno curati i tempi dellincontro personale con Cristo, della preghiera, delladorazione eucaristica; ed per questo che lEucaristia dovr essere al centro della vostra vita personale e della vostra comunit. Anche i consigli evangelici, che voi professate, esprimeranno la vostra comunione con Cristo e saranno segno, allo stesso tempo, di vera umanit: professando la castit, testimoniate il vero amore che dedizione e gratuit; vivendo nella povert e nella comunione dei beni, aiutate tutti a vivere con sobriet senza perdere di vista lessenziale; praticando lobbe-dienza, siete profeti della verit della libert, che disponibilit allaccoglienza della vocazione di Dio. I consigli evangelici testimoniano cos che la vita trova senso nellaffidamento a Dio e che la fede apre lumano ad orizzonti di senso e di verit.

La testimonianza della vita comunitaria


La vostra testimonianza di vita comunitaria un segno importante e da coltivare con coraggio, umilt e pazienza. La comunione - lo sappiamo - si mitre del rapporto con Dio, riflesso della comunione delle Persone divine, si costruisce nellEucaristia, condizione, secondo la parola di Ges, perch il mondo creda (Gv 17,21). Essa dono di Dio ed esige allo stesso tempo una pratica quotidiana. Pu essere facile, oggi, scoraggiarsi di fronte alle difficolt relazionali che sembrano cos insormontabili da fuggirle, rifugiandosi in attivismi esasperati che, al di l delle apparenze, trasmettono chiusure e unilateralit. In realt, i segni di comunione sono ci che pi esige il nostro tempo e diventano via privilegiata per mostrare la novit del Vangelo ed essere segno di una Chiesa che esperta in umanit. I contesti che viviamo sono segnati spesso da problemi relazio30

nali, solitudini, divisioni, lacerazioni, sul piano familiare e sociale; essi attendono presenze amorevoli, segni di fiducia nei rapporti umani, inviti concreti alla speranza che la comunione possibile. Una proposta credibile del Vangelo esige una particolare cura dei processi relazionali e ha bisogno di appoggiarsi a segni di vera comunione. La vostra carit apostolica sia animata da vero spirito di servizio dal desiderio di suscitare la fede. Il vostro apostolato ha una sua specificit nella missione della Chiesa: sa partire dalla persona, dal malato, dal povero, dal pi debole, tante volte dal pi lontano dallesperienza ecclesiale. Siete chiamati a essere segno dellamore e della grazia di Dio sin dal primo contatto con le persone che incontrate. Siete chiamati soprattutto coloro che operano coi giovani e nelleducazione a integrare profondamente e dinamicamente la preoccupazione evangelizzatrice e la preoccupazione educativa. Il servizio alluomo ha sostegno e garanzia nella fedelt a Dio e nel tener sempre vivo lo sguardo e il cuore sul Regno di Dio. Lo Spirito di Dio sostenga la vostra testimonianza di fede e il vostro annuncio, rendendovi sempre pi credibili e gioiosi. Susciti nel cuore di tanti giovani il desiderio di seguire Cristo con generosit e radicalit, intraprendendo il cammino di speciale consacrazione. Egli renda tutti noi dei veri credenti, sempre pi sensibili e responsabili nella testimonianza e nellannuncio. Ci sostenga nella comunione ecclesiale, ci faccia crescere in unit, nel riconoscimento dei diversi carismi e nella fedelt a Dio. Maria e Giuseppe, che presentarono al tempio Ges, nella disponibilit piena ai disegni di Dio, presentino al Signore anche noi, perch cresca nella nostra vita la fede e la capacit di trasmetterla. da Testimoni 2 2013

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Felici Eventi
Roma, 6 gennaio 2014 Curia Generalizia - Padri Barnabiti

Mons. Andrea Maria Erba


In silenzio, nellintimit della sua comunit romana, Mons. Andrea M. Erba, Vesovo Emerito di Velletri-Segni, ha voluto ricordare il 25 del suo Episcopato. Nessun apparato esteriore, come del resto nel suo stile, nessuna straordinaria partecipazione!

del Vescovo Emerito di Velletri Segni

25di Episcopato

Sua Ecc.za Mons. Andrea M.Erba eletto Vescovo di Velletri-Segni il 6 gennaio 1989 da papa Giovanni Paolo II

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Anche alle consorelle Angeliche, a lui molto vicine per riconoscenza e fraterna partecipazione attiva, mancata lopportunit di essere presenti almeno alla sua particolare celebrazione eucaristica al Gianicolo. Solo a cosa fatta attraverso un biglietto cortesemente inviato alla sottoscritta da fratel Gianfranco, siamo venute a conoscenza dellormai celebrato evento. 25 anni non sono pochi! E vero, il tempo passa, arrivano gli acciacchi, le dimissioni per avvenuto limite det, ma rimane vivo il ricordo della persona conosciuta nella sua pienezza giovanile e sacerdotale. E quanti ricordi! Basterebbe ricordare ci che insegna il Concilio Vaticano II: Con la consacrazione episcopale viene conferita la pienezza del sacramento dellOrdine, quella cio che dalla consuetudine liturgica della Chiesa e dalla voce dei santi Padri viene chiamata sommo sacerdozio, vertice [summa] del sacro ministero . 173. Secondo la bella espressione di santIgnazio di Antiochia, il Vescovo come limmagine vivente di Dio Padre. (dal Catechismo della Chiesa Cattolica 1549). E ancora: L Eucaristia celebrata dal Vescovo ha un significato tutto speciale come espressione della Chiesa attorno allaltare sotto la presidenza di colui che rappresenta visibilmente Cristo, Buon Pastore e Capo della Chiesa (1561: 179). Questa stata la figura del nostro carissimo Vescovo Emerito nella sua missione sacerdotale ed episcopale! Testimoni primi i suoi confratelli Barnabiti, le consorelle Angeliche, la popolazione di Velletri-Segni e tutti quelli che lhanno conosciuto da vicino in forma anche familiare nell esplicazione del suo ministero apostolico. Pertanto da una pagina della nostra rivista, a lui sempre gradita, vogliamo porgere al carissimo Mons. Andrea M. Erba i nostri se pur ritardati- affettuosi e fraterni Auguri per la radiosa meta raggiunta. Gli siamo vicine soprattutto nella preghiera, perch comprendendo la sofferenza dellattuale malferma salute, possa sentire il conforto della nostra vicinanza nel Signore e il senso vivo della riconoscenza che nutriamo nei suoi confronti. AUGURI, Eccellenza! a.m.a.
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Alcuni frammenti di ricordi e testimonianze


in occasione del 25 anniversario di Episcopato di S.E. Mons, Andrea M. Erba Carissimo Padre Andrea, il 6 gennaio hai compiuto 25 anni di episcopato: un traguardo ragguardevole, ma soprattutto una grazia importante donata dal Signore ed ancora pi importante perch tutti questi 25 anni sono stati dedicati alla nostra Chiesa di VelletriSegni Se il vescovo , ad immagine di Cristo, lo sposo della sua Chiesa, tu hai avuto una sola sposa a cui rimani legato per sempre: i vescovi passano, ma Cristo resta e resta il legame che, attraverso Lui, ci unisce ai fratelli Per questo, anche se let e le gambe non ti consentono pi di camminare con noi, ti resta il compito pi importante, quello di pregare per noi. Ci contiamo... e ancora per molto. AUGURI! Mons. Vincenzo Apicella attuale Vescovo di Velletri-Segni

* * * * * Nel 25 anniversario della sua consacrazione episcopale, mi gradito rivolgere a S. E. Mons. Andrea Maria Erba un caro augurio. Nel lungo periodo del suo episcopato, durato pi di 17 anni (dal 19 dicembre 1988 al 28 gennaio 2006), tanti sono i ricordi che potrebbero essere qui menzionati. Mi fa piacere richiamare la sua sensibilit per il Monastero Invisibile, una iniziativa del Centro Diocesano Vocazioni della nostra Diocesi per invitare alla preghiera per le vocazioni al ministero sacerdotale e alla vita consacrata. () Questa bella iniziativa continua ancora oggi. (). Lingresso in seminario di qualche giovane della nostra Diocesi, era collegato dal Vescovo alla preghiera del Monastero invisibile. Ges stesso nel Vangelo ci ha invitato a pregare il padrone della messe che mandi operai nella sua messe. Di questo, Mons. Erba, ne era profondamente convinto!
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Grazie, Eccellenza, per questo esempio di fedelt alla preghiera per le vocazioni. Le chiediamo, sapendo di trovare disponibilit da parte sua, di continuare a pregare per i nostri giovani, perch si lascino interpellare dal Signore che vuole il loro bene e li chiama anche al ministero sacerdotale. Anche noi, in modo particolare in questa felice ricorrenza, continuiamo ad accompagnarla con la nostra preghiera. Il Signore la benedica e le doni ogni grazia. Con affetto Mons. Leonardo DAscenso (da Ecclesia in c@mmino gennaio 2014)

* * * * * () Il Vescovo colui che garantisce al suo popolo il nutrimento del Vangelo e dellEucarestia: a lui spetta spezzare il pane della Parola e provvedere a quanti possono farlo per il Popolo di Dio; a lui spetta di celebrare e far celebrare lEucaristia per la santicazione del Popolo di Dio. Questa funzione appartiene attualmente al vescovo Vincenzo Apicella; ma il fatto che per diciassette anni il vescovo Andrea Maria sia stato il sommo sacerdote, pastore e maestro di questa nostra Chiesa particolare deve farci innalzare a Dio il pi generoso rendimento di grazie per il suo ministero in mezzo a noi. Grazie, Eccellenza, e auguri! Don Dario Vitali (da Ecclesia in c@mmino gennaio 2014)

* * * * * Il 6 gennaio 2014 si ricordato il 25 anniversario della consacrazione episcopale di Mons. Andrea M. Erba. Nominato dal Beato Giovanni Paolo II Vescovo della nostra Diocesi, venne consacrato dallo stesso Sommo Pontece proprio il giorno dell'Epifania, giorno della manifestazione del Signore, segno della sua dedizione ad essere luce in VelletriSegni. E lo stato per i valori della povert, della semplicit di vita, per la disponibilit piena, per l'obbedienza alla Santa Sede. Molti di noi, allora giovani sacerdoti, ricordano quell'evento che ha segnato i successivi 17 anni della vita della nostra Diocesi. Sono passati sette anni da quel 28 gennaio del 2006, quando Mons. Erba ha dato le dimissioni per raggiunti limiti di et. Ci fa piacere il fatto che abbia conservato un caro ricordo del tempo passato presso noi, tanto che la sua presenza si protratta negli anni, scegliendo Segni come luogo di riposo durante il periodo estivo. ()
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Grati per l'opera svolta in mezzo a noi e memori dell'evento che ha segnato la sua e la nostra vita, la Diocesi, unita all'attuale vescovo, Mons. Vincenzo Apicella, formula i migliori auguri per il lieto evento della consacrazione episcopale e auspica ancora molti anni di vita serena, circondato dall'affetto di quelle che sono state le pecore del suo ovile. Don Luciano Lepore parroco di Santa Barbara in Colleferro (da Ecclesia in c@mmino gennaio 2014) * * * * * Auguri Vescovo Andrea per i 25 anni di consacrazione episcopale. Il Signore accompagni e sostenga sempre il suo cammino e il suo essere pastore... il mio ricordo sono le sue parole il giorno della mia ordinazione presbiterale: Carissimo Roberto, il sacerdozio un dono e un prodigio che si realizza in te, ma non per te. per la Chiesa, per le anime, perii mondo che deve essere salvato; ha una dimensione essenzialmente apostolica, ordinata al servizio del prossimo, alla missionari et. Tu sei un inviato, un apostolo: come Mos, il Signore ti dice: Ora va. lo ti mando ...io sar con te. Porto con me le sue parole, sforzandomi di vivere sempre il mio ministero come un dono ricevuto da donare a tutti quelli che incontro; certo di non essere mai solo perch, Lui il nostro Pastore e Signore, sempre con me. Ancora grazie e auguri per il suo anniversario. Mons. Roberto Mariani (da Ecclesia in c@mmino gennaio 2014)

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Giovanni Paolo II e Giovanni XXIII saranno proclamati santi


lo stesso giorno di primavera, 27 aprile p.v.
lo ha annunciato papa Francesco nel corso del Concistoro per la canonizzazione dei due Beati
Giacomo Galeazzi Citt del Vaticano (1 10 2013) Santi insieme i due pontefici ai quali papa Bergoglio maggiormente si ispira nella sua azione riformatrice e di apostolato nelle periferie esistenziali e geografiche. Giovanni Paolo II e Giovanni XXIII saranno canonizzati il 27 aprile. Papa Francesco ha comunicato la sua decisione nel corso di un Concistoro ordinario pubblico, ha annunciato la data parlando come di consueto in latino durante un concistoro ordinario pubblico per la canonizzazione dei beati Roncalli e Wojtyla, che si svolto alle 10 nella sala del Concistoro del palazzo apostolico vaticano. Il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione dei santi, ha dapprima ricordato, parlando in italiano, la figura dei due pontefici sottolineando i tempi di profonde trasformazioni nei quali hanno vissuto, la mite fermezza con cui hanno annunciato la autentica dignit delluomo, il dialogo che hanno instaurato allinterno e allesterno della Chiesa e, infine, il servizio alla pace tra le nazioni che hanno assicurato entrambi. Il porporato salesiano ha poi rammentato a grandi linee le biografie dei due futuri santi prima che Papa Bergoglio annunciasse la canonizzazione. , Il Papa argentino ha decretato che Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II siano inscritti nellalbo dei santi il 27 aprile 2014, seconda domenica di Pasqua o domenica della divina misericordia. La scelta di Francesco caduta sulla domenica in albis, che la Festa della Misericordia, solennit istituita da Wojtyla che nel 2005 mor alle 21.37 del 2 aprile, cio ai primi vespri di domenica 3, data in cui quellanno ricorreva proprio la Festa della Misericordia. Come noto, in giugno il Pontefice ha approvato il miracolo, attribuito allintercessione del Beato Giovanni Paolo II e ha dispensato Giovanni XXIII dal processo relativo a un secondo miracolo dopo quello che ha portato alla beatificazione del 2000:
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la grazia concessa a suor Caterina Capitani guarita inspiegabilmente il 25 maggio 1966 dalle conseguenze di una grave emorragia dopo che, oltre un anno prima, era stata sottoposta ad una resezione gastrica quasi totale. Papa Francesco ha deciso questa dispensa essendo cos radicata e diffusa la fama della santit di Roncalli: a Sotto il Monte, ad esempio, nella casa natale, una stanza intera colma di fiocchi rosa e azzurri inviati da coppie ritenute sterili che hanno avuto la gioia di un figlio dopo aver invocato il Papa Buono. Secondo il postulatore della causa, il francescano fra Giovangiuseppe Califano, la decisione il segno che il ricordo di Giovanni XXIII - il Papa che 50 anni fa ha convocato il Concilio Vaticano II - sempre vivo in tutto il mondo. Anche se non viaggi mai Oltreoceano, sappiamo che spesso invi radiomessaggi ai Paesi dellAmerica Latina, si interess dei problemi di quelle genti, grazie anche ai missionari e alle nunziature. E poi sicuramente ci furono contatti con la presidenza degli Stati Uniti, testimoniata anche dal fatto che Giovanni ricevette fra gli altri la moglie di Kennedy, Jacqueline, e il presidente Lyndon Johnson. Per quanto riguarda la canonizzazione di Papa Wojtyla, essa avviene a meno di dieci anni dalla sua morte, quasi un record, perch solo SantAntonio da Padova, morto il 13 giugno 1231, ha fatto pi in fretta: la solenne cerimonia si tenne nella cattedrale di Spoleto il giorno di Pentecoste del 1232 alla presenza di Papa Gregorio IX. In questo caso, listruttoria sul miracolo stata accuratissima. Si tratta della guarigione di una signora del Costa Rica, Floribhet Mora, inspiegabilmente risanata da una paralisi cerebrale il primo maggio 2011, giorno della beatificazione di Wojtyla, una circostanza che allorigine di numerose conversioni tra i testimoni del fatto. Anche su questo importante evento, infatti, la linea di Francesco la stessa di Benedetto XVI che aveva concesso la dispensa papale, evitando unattesa di cinque anni per linizio della causa, aperta dal cardinal Camillo Ruini, allora vicario di Roma, gi nel giugno del 2005. Sei anni dopo arrivata la beatificazione e presto sar fissata la canonizzazione che, evidente, non stata dunque decisa a furor di popolo, come era stato richiesto dalla folla fin dal giorno delle esequie del Papa polacco, quando lallora cardinale Joseph Ratzinger invit il mondo intero a rivolgere il suo sguardo alla finestra del Cielo da cui Giovanni Paolo II avrebbe continuato a parlarci, come per 27 anni ha fatto ogni domenica allAngelus, affacciandosi su piazza San Pietro. Santo subito era infatti uno slogan affascinate ma anche rischioso. Il rigido iter fissato per le canonizzazioni proprio da Karol Wojtyla e aggiornato senza stravolgimenti da Benedetto XVI stato dunque scrupolosamente rispettato.
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Il Prof. Enrico Medi


verso gli altari

Il Prof. Enrico Medi verso gli altari Esempio vivente dell'armonia tra scienza e fede, testimone di carit e di servizio, politico competente e onseto, presenza signicativa nella comunit civile ed ecclesiale, offr le sue energie per un'umanit migliore.
Si chiusa il 26 ottobre 2013 in Cattedrale a Senigallia la fase diocesana della Causa di beaticazione del Servo di Dio, Enrico Medi, una delle pi signicative gure di scienziato di intellettuale e politico cattolico del XX secolo. Con la fede e la ragione, ali con le quali lo spirito umano si innalza verso la contemplazione della verit il prof. Enrico Medi ha saputo costruire un esemplare itinerario umano, familiare, professionale, politico e ancora oggi un esempio di vita e un testimone credibile del Vangelo.

* * *
Con piacere accogliamo sulle pagine della nostra rivista alcune notizie relative alla gura del carissimo Prof. Enrico Medi, che per anni ci stato amico e consigliere, durante la frequenza scolastica delle sue sei gliole nel nostro Istituto San Paolo di Torre Gaia (Roma). Era una gioia vederlo tra noi, soprattutto nella partecipazione viva alla santa Messa domenicale nella nostra chiesa, seguito dall'intera famiglia. Era cos familiare la sua presenza nel nostro convento che a volte non disdegnava prestarsi come chierichetto nel servizio della celebrazione eucaristica. stato un modello singolare di padre che nonostante le molte responsabilit a cui era sottoposto per i vari impegni politico-sociali-scientici, metteva sempre al primo posto la preghiera. Basti ricordare che aveva chiesto ed ottenuto il permesso di avere nella sua abitazione una piccola Cappella, dove potersi raccogliere nei momenti di pausa durante le stressanti fatiche di una vita donata ormai all'intera societ nei vari ruoli che copriva e di nutrirsi quotidianamente del Pane eucaristico, cibo dei forti.
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In essa ha voluto condividere l'intima gioia familiare in occasione della Prima Comunione delle due ultime glie, Maria Stella e Maria Emanuela, cos come ricorda quel giorno una novizia delle Angeliche di san Paolo in Torre Gaia che le aveva preparate al grande atto e che era rimasta stupita dall'atmosfera intima di preghiera che avvolgeva l'intera abitazione. Che dire poi della sua devozione liale verso la SS.ma Vergine? Si pu dire che sia stato un apostolo di tale devozione; basterebbe ascoltare qualche suo intervento a Radio Maria, come pure la partecipazione a vari incontri giovanili nei quali sapeva suscitare un'ondata di entusiasmo fra i numerosi giovani presenti. Nessuna meraviglia quindi che dopo una vita donata al Signore e offerta a benecio dell'intera societ, la Chiesa, con la prossima beaticazione, voglia dare omaggio a questo suo glio e proporlo come esempio alla stessa comunit ecclesiale. a.m.a.

* * * (Grate alla rivista "Testimoni" (dicembre 2013) riportiamo qui sotto volentieri alcuni articoli comprovanti la santit di vita del Servo di Dio Enrico Medi)

Fede e scienza in dialogo


Enrico Medi fermamente convinto che scienza e fede siano in continuo dialogo e superino ogni ostacolo grazie all'intervento della losoa che offre alla scienza stessa gli strumenti per operare e soprattutto la possibilit di sintetizzare e raccogliere il materiale via via accumulato. La scienza, per essere compresa, e utilizzata al servizio degli altri, quindi nell'unico scopo per il quale stata creata, deve essere sempre e comunque accompagnata dall'umilt. E qui trova il collegamento della fede: solo chi vive nella luce di Cristo pu conoscere la vera umilt. L'uomo fa della vera scienza quando dimentica se stesso e si afda interamente alla luce che dalla natura promana; egli sa di non essere creatore di nulla e che la sua grandezza solo nella fedelt con cui accetta il vero. Costante dell'insegnamento del prof. Medi dimostrare come tra scienza e fede non solo non vi antitesi, ma che l'una non pu prescindere dall'altra. Gli atomi, la sismologia, l'energia, il magnetismo terrestre, tutti i misteri delle grandi leggi universali, sono da lui esplorati con l'umilt del laico che sente tutta la responsabilit del rigore scientico, del servizio per l'uomo, sempre pronto ad accettare i limiti del proprio intelletto e a ricominciare pazientemente tutto daccapo. Non gli strumenti e il progresso - dice - operano il male. l'odio dell'uomo verso il suo simile che porta alle degenerazioni della scienza e ad un uso errato della conoscenza scientica. La prospettiva religiosa si rileva, nella sua riessione, l'unica in grado di conciliare il progresso scientico e tecnologico con un orizzonte etico, che da tale progresso deve essere servito, in vista di un continuo miglioramento del mondo e delle stesse condizioni umane. Contemplare, ammirare, meditare, stupirsi e riettere, ascoltare il sussulto della natura, abbracciare le melodie, intendere la voce di un cuore che ama, effondersi nel-

continua dopo il dossier


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Introduzione

Un Messaggio speciale da Manila 25 anni di storia angelica nelle Filippine


E stata una partecipazione vivace ed attiva quella del 25 di Fondazione di unopera delle Angeliche di san Paolo nel Continente Asiatico, precisamente a Manila nelle Filippine. Ricordiamo ancora con quanta trepidazione, ma anche con quanto slancio apostolico le prime due Angeliche partirono da Milano per la nuova Missione, tra viaggi stressanti ed incognite varie non indifferenti, soprattutto per la provvisoriet e la precariet del luogo. Ed bene ricordare, dopo 25 anni, la figura di queste due apostole che generosamente e coscientemente hanno lasciato gli agi delle comunit italiane per portare un messaggio di amore e di solidariet a popolazioni bisognose di tutto. Possiamo dire che la Fondatrice di quellopera che in 25 anni ha fatto un salto di qualit non indifferente, stata la carissima Madre Alessandra Sala, entusiasta ed altrettanto generosa nella dedizione pi piena in questo nuovo campo apostolico, sigillandola con il dono della propria vita. Al presente, le sue spoglie sono l nel giardino della fiorente Scuola, a testimoniare a tutti che al mondo niente vi di pi grande e pi prezioso dellamore. Con lei, ricordiamo M. Teresa Bianco, rimasta pi a lungo in quella terra, soprattutto come formatrice e maestra delle numerose vocazioni che il Signore ha suscitato nella giovent locale. A loro il pi vivo ringraziamento anche a nome di tanti amici, italiani e non, che hanno sostenuto il loro lavoro apostolico. Uno speciale ringraziamento a M. Flor Lomibao che inviando alla nostra redazione le notizie raccolte in un libretto, ci ha dato la possibilit di comunicarle anche ai nostri lettori. a.m.a.

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La Scuola Mother of Divine Providence una scuola cattolica gestita dalle Angeliche di san Paolo che fornisce leducazione primaria a bambini e bambine provenienti da famiglie di medio reddito di Marikina e localit vicine.

VISION
Immaginiamo i nostri studenti come persone di carattere, di competenza, di coscienza. di passione ed impegno, strumenti per costruire una comunit Cristocentrica.

MISSION
Ispirate dalla luce guida di Maria, Madre della Divina Provvidenza, lo straordinario carisma di SantAntonio Maria Zaccaria, noi, come comunit scolastica, dedichiamo noi stesse a: fornire uneducazione di qualit che porti alleccellenza; coltivare un ambiente cristiano che contribuisca allintegrale sviluppo dellintera persona; promuovere una vita al servizio di Dio e della Societ, con preferenza alla comunit locale e alla Chiesa; favorire una relazione aperta e collaborativa tra casa e scuola; partecipare attivamente ai programmi che rafforzino la famiglia filippina.

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Diamo spazio ai vari MESSAGGI che sono giunti in occasione del 25 Anniversario

Messaggio
Congratulazione!!! 25anni sono tanti! Vale davvero la pena ricordare oggi tutte quelle persone che hanno dato gli inizi a quella che sarebbe stata la realt scolastica come al presente. Ricordiamo M. Armanda Ponsiglione, la defunta ex Madre Generale delle Angeliche che ha gettato il seme nelle Filippine negli anni 1986-87 durante il fatale EDSA Revolution, fatto storico, ma era esatto quel momento?! Eppure che attivit positiva si sviluppata, senza dimenticare che molte ragazze del luogo sono entrate nella nostra Congregazione, proprio allinizio duro e doloroso della scuola. Nonostante non sia stata la protagonista attiva della scuola, posso dire con convinzione che essa, da' piccolo seme, sia diventata un grande albero, proprio grazie a tutti coloro che hanno contribuito e lavorato sodo, come ho potuto vedere e constatare. Ho visitato la scuola quando ero Consigliera generale, apprezzando molto e da subito il caloroso e cordiale saluto di accoglienza che mi avevate dato. Spiacente, non ho potuto presenziare alla Graduation e nemmeno alla Professione delle consorelle per motivi di salute. Cos ho delegato a supplire il mio compito la Consigliera generale, Sr. Flor Lomibao filippina, al presente vostra direttrice e responsabile per questo anno scolastico. Ho saputo, attraverso un articolo apparso sul Sicut Angeli che la Scuola stata accreditata e devo confessare di essere orgogliosa per tutto quello che la scuola ha compiuto. Spero che essa continui a lavorare sodo e a restare salda nei suoi principi, nonostante la competizione di altre scuole come pure i numerosi problemi che pu incontrare. Voglia il Signore, per intercessione della Madonna Madre della Divina Provvidenza continuare ad elargire benedizioni su tutte le vostre imprese.

M. Ivana Raitano
Superiora Generale delle Angeliche di san Paolo Roma, Italia (libera versione dallinglese di M. Marcey Penote asp.)

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Messaggio
Congratulazioni alla Scuola Madre della Divina Provvidenza per il suo 25 anniversario di fondazione! Ha fatto davvero molta strada ed anchio mi sento orgogliosa per aver fatto parte dellormai lontano tempo delle sue origini. Ho insegnato in questa scuola e ho fatto parte della sua amministrazione. Con orgoglio e ammirazione ho potuto constatare di persona e vedere la scuola come sia cresciuta in tutti i sensi. La comunit intera della MDPS ha lavorato davvero tanto per concretizzare una realt cos grande e bella che tutti ci invidiano.. Mi auguro che cerchiate ancora di lavorare insieme per realizzare i 4 Cs (punti programmatici). Competenza, Impegno, Coscienza, Compassione, sperando anche vivamente che la comunit scolastica continui a sforzarsi per diventare migliore in tutti i sensi, col passare degli anni. Le persone vanno e vengono, ma la cosa pi importante che dobbiamo sempre guardare in alto, senza scoraggiarci. I miei pi vivi Auguri anche alla Scuola per essere stata accreditata da PAASCU. La nostra patrona, la Madre della Divina Provvidenza, continui a proteggere ciascuno di noi, mentre ringrazio il Signore che mi ha dato la possibilit di servirlo in questa Scuola.

M. Flor J. Lomibao, ASP


Preside/Direttrice Anno scolastico 2012 - 2013 (libera traduzione dallinglese di M. Marcey Penote asp.)

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Messaggio

Il mio pi caloroso saluto alla Scuola "Madre della Divina Provvidenza" per il suo 25 anniversario di fondazione. Ho fatto parte di essa fin dallinizio, consorella della defunta M. Alessandra Sala (la Fondatrice), fin dal momento in cui le Angeliche di S. Paolo hanno messo piede nelle Filippine, precisamente 26 anni fa, marzo 1986. Sono lieta di sapere che la MDPS finalmente al presente una scuola accreditata, dopo molte e varie peripezie. Purtroppo, non ho pi la possibilit di essere presente di persona nelle Filippine, ma attraverso le notizie delle nostre consorelle posso conoscere la realt della nostra Scuola. Sono molto orgogliosa del buon nome di cui essa gode, diventando anche forte e competitiva con le altre scuole della zona. Nutro la speranza che la scuola continuer a volare alto al di sopra delle varie avversit immancabili nella vita. Eventualmente, potremo non essere la migliore realt del luogo, ma non potremo mai dire di non aver fatto il possibile e limpossibile per perseguire gli scopi principali che ci eravamo prefisse. Siamo sempre fiduciose in Dio e nella sua grazia con lintercessione di Maria, Madre della Divina Provvidenza, sempre pronta ad aiutarci. Vi benedica tutti il Signore! Ancoracongratulazioni!!!

M. Teresa Bianco, AS
Pennsylvania, USA (Versione libera di M. Marcey Penote asp.)

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Cronistoria dell'Istituto
Grazie, a tutti, per aver celebrato con noi una significativa tappa, pietra miliare nella storia della nostra Scuola. Esattamente, 25 anni fa, Madre Alessandra Sala e M. Teresa Bianco fondarono questa Istituzione con lobiettivo di fornire uneducazione prescolastica di qualit ai bambini nei pressi di Marikina, specialmente a coloro che non potevano ricorrere ai servizi offerti da scuole esclusive. Inaugurammo le lezioni nel 1988 a giugno con 92 alunni. Allepoca il nome della Scuola era Madre della Provvidenza Montessori Centro di apprendimento Agazzi. Poich M. Alessandra e M. Teresa erano insegnanti italiane, adottarono in maniera combinata lapproccio educativo prescolastico Montessori-Agazzi e cos per diverso tempo la nascente scuola mantenne il nome di Montessori-Agazzi, cambiato con quello di Madre della Divina Provvidenza quando si decise di aprire una scuola elementare e superiore. Fin dal suo sorgere, la missione della nostra Scuola divenne importante per tutta la zona, e pi pressante nelle varie richieste: le attrezzature usate sono sempre state al passo con la nostra vision e mission. Allinizio le lezioni si tenevano al piano terra nel convento delle Angeliche il cui edificio al presente diventato Scuola Superiore. Successivamente, nel 1991, si diede inizio alla costruzione delledificio per la scuola elementare con aggiunta di sempre nuove strutture. Si cercato di aggiornare e migliorare il programma scolastico e i vari servizi offerti. I nostri standard si sono cos alzati tanto che nel 2011 la MDPS riuscita ad ottenere la certificazione di livello 1 da PAASCU. Come si pu constatare, col passare degli anni, con lopera di chi ha fondato lIstituto, sostenuti dalla direzione, dai docenti e dai genitori che insieme hanno messo mente e cuore per seguire tenacemente la vision e la mission della Scuola, possiamo tutti essere orgogliosi per il ruolo che ciascuno ha avuto cercando di plasmare lanimo dei nostri studenti e renderli persone mature. di carattere. 25 anni, decisamente, non sono tanti: lOpera ha bisogno di continue trasformazioni e sollecitazioni (stiamo ancora completando alcune strutture importanti) che comunque non ci impediscono di sentirci orgogliosi per il fatto che insieme abbiamo trasformato numerose sfide in positive opportunit, che hanno portato lIstituto scolastico a livelli davvero confortevoli. Eco, perch questo anniversario significativo per tutti: per la comunit scolastica, le Madri Angeliche, gli amministratori, la facolt e lo staff, gli studenti, i genitori e tanti amici. Inoltre questa ricorrenza anche un modo per riconoscere il contributo che ciascuno ha dato allIstituzione ed anche un momento per valutare ed osservare i nostri punti deboli e quelli di forza.

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S, dobbiamo riconoscere alcune nostre debolezze personali, ma sono certa che con buona volont riusciremo a superarle rendendo migliore il futuro della MDPS. Ma la celebrazione attuale soprattutto un rendimento di grazie al Signore per quanto ci ha beneficato e vuole essere espressione di lode per le grandi imprese che ci ha concesso di realizzare. Grazie a Lui, possiamo continuare a compiere il nostro dovere tipico nella vision e mission della Scuola, dando il meglio di noi stessi ai nostri studenti e alle famiglie, comunque sempre e tutto per la sua maggior gloria.

M. Ruby Diva as.


precedente Direttrice (Versione libera di Annalisa Galeone) Laurea in lingue

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Messaggio
Felicitazioni per il vostro anniversario dargento. E stato solo un po di anni fa che il vostro istituto ha aperto i battenti come scuola cattolica alternativa per famiglie di lavoratrici delle comunit adiacenti, che hanno optato per una buona educazione cattolica per i loro bambini. Fedele alla propria missione di evangelizzazione, attraverso uneducazione prettamente cattolica, MDPS mai come al presente ha formato centinaia di giovani, ragazzi e ragazze nella fede. Per giungere alla ardita meta attuale, la scuola ha attraversato tempi difficili per costruire una sua specifica identit e un suo sviluppo istituzionale . Ho visto di persona come la Scuola abbia lottato in questi difficili ultimi tempi e oggi, grazie alla bont del Signore, dopo 25 anni di sudore e anche di lacrime, il lavoro sta dando i suoi frutti, coronati soprattutto dalla certificazione PAASCU, recentemente ottenuta. Auguro a MDPS sempre maggior successo nel suo continuo viaggio educativo, a servizio di Dio e dellintera comunit. Sinceramente vostro

Jesus C. Palma - PAASCU Project Consultant


(libera versione di Annalisa Galeone). Laurea in lingue

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BITS & PIECES

HISTORY

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OFFERTE CURRICULARI
La Scuola Mother of Divine Providence un sistema scolastico che fornisce uneducazione base. Il curricolo consiste in 6 anni di scuola elementare e 4 anni di scuola superiore. Un programma per i bambini di secondo livello consiste in una Nusery e in un asilo nido che prepara i bambini agli standard della scuola elementare.

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ATTIVIT CURRICULARI PARALLELE


Per fornire un insegnamento correlato al curriculum e fare esperienze che costruiscono il carattere la Scuola MDPS promuove attivit curriculari varie presso e fuori il campus. Tali attivit sono svolte dai seguenti club scolastici:
ELEMENTARE Clubs Bambini di Maria Matematica La societ dei lettori Arricchimento Musicale Arte Danza Sports GSP INTERMEDIO Clubs Scienza Sports Danza GSP Junior Scouts Boy Scouts delle Filippine Matematica Arte Arricchimento SUPERIORE Clubs Missione Matematica Scienze Discorso e Drama (Recitazione) Lavori Domestici Arricchimento Musicale Sports (Ragazzi) Danza

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ATTIVIT EXTRACURRICULARI
Per instillare uninterazione sociale attiva e importante qualit di leadership (attivit ricreative salutari, autodisciplina e fiducia in se stessi) la Scuola MDPS impegna gli studenti in attivit extracurriculari con del curriculum standard. Tali attivit sono svolte dalle seguenti organizzazioni:

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ORGANIZZAZIONE DEL CORPO SCOLASTICO

SQUADRE SPORTIVE SCOLASTICHE

ATTIVIT ESTERNE

VITTIME DI HABAGAT 19 Agosto 2012, Brgy. Nanka & Brgy. Banaba VITTIME DEL TIFONE PABLO IN MINDANAO Raccolta fondi: P45,247.00 3 Gennaio 2013, Associazione Davao e Collegio e Scuola di Davo City

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ATTIVIT RELIGIOSE

MESSA DEL MATTINO (dell'alba) 20 Dicembre 2012 ore 5,00 - 6,00 Messa al coperto

SANTA COMUNIONE - STUDENTI DEL SECONDO ANNO 1 Dicembre 2012, Chiesa San Gabriele della Madonna Addolorata

INCONTRO DEI GENITORI VENERD DELLE CENERI

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CONFERMAZIONE (Cresima) 2 Marzo 2013, Chiesa San Garbiele della Madonna Addolorata, con Monsignor Riguberto de Guzman, Diocesi di Antipolo

INCONTRO STUDENTI 4 ANNO

INCONTRI SPIRITUALI PER INSEGNANTI

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COMUNIT ADOTTATE Duque's Ville, Silangan, San Mateo Rizal FESTA DI NATALE CON COMUNIT ADOTTATE 21 Dicembre 2012, MDPS Cortile Coperto

ORATORIO DOMENICALE ASP 23 Dicembre 2012 MDPS Cortile Coperto

MISSIONE MEDICA

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COMPETIZIONE INTERSCOLASTICA Festa di San Gabriele della Madonna Addolorata, 13 Febbraio 2013, al HS Dance Club Secondi Classicati

GIORNO DELL'AMMISSIONE (Diploma) 18 Marzo 2013, Tanghalang Zaccaria

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GIORNO DEL DIPLOMA 19 Scuola Elementare e 14 Liceo Inizio Esercizi - 22 Marzo 2013

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GIORNO DI FESTA PER I 25 ANNI DALLA FONDAZIONE


MPDS @ 25
Fare crescere la cultura Filippina nella fede, nell'assistenza e trasformazione della societ

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LEYTE

(Filippine)

una delle isole devastate dal tifone Haiyan lo scorso ottobre 2013
Alle gloriose pagine di storia riguardanti la bella realt formatasi a Marikina, purtroppo ne seguono alcune tristi: un fatto straordinario, doloroso ha colpito lintera popolazione filippina, quasi a cancellare labituale serenit di quella gente; molte isole sono state travolte dallimpetuoso tifone Haiyan che ha lasciato dietro di s solo distruzione e morte. Ne hanno dato notizia le nostre consorelle di Manila due delle quali sono andate a portare i primi soccorsi alle popolazioni colpite dal tifone. Poche le parole, ma chiare e significative le drammatiche immagini giunte in redazione. Cos scrive M. Alma Tirol asp. Superiora di Marikina che si recata su uno dei luoghi colpiti, con M. Adelina da poco ritornata nella sua patria dopo un lungo soggiorno milanese. Ecco il contenuto: Carissimi Amici, le foto che vi inviamo le abbiamo potuto prendere a Leyte, unIsola devastata dal Tifone Haiyan. Ci siamo recate sul posto il 1 Dicembre u.sc., fermandoci alcuni giorni, precisamente fino al 4 non solo per renderci conto della disastrosa situazione che ha colpito molti abitanti, ma soprattutto per portare sollievo ed aiuto concreto a quanti hanno perduto tutto in quel frangente. E grazie alla comunit di Milano che abbiamo potuto svolgere in breve tempo unopera caritativa preziosa. Le nostre consorelle italiane non si sono fermate a semplici commiserazioni, ma con il contributo di tutti coloro che frequentano lIstituto San Paolo e degli affezionati frequentatori la chiesa Sacra Famiglia, tramite M. Adelina in partenza per Manila, hanno fatto pervenire un forte contributo in denaro che servito a sollevare un poco la sofferenza della nostra popolazione. Ringrazio vivamente la sensibilit degli alunni del nostro Istituto di Milano e delle loro famiglie e alla generosit dei fedeli che frequentano la Messa domenicale nella nostra Chiesa Sacra Famiglia. Il buon Dio renda a tutti centuplicata ricompensa. I nostri beneficati sono rimasti molto soddisfatti e riconoscenti del vostro contributo che li ha aiutati a guardare con una certa serenit il loro prossimo futuro, sicuri di non essere abbandonati a loro stessi. Grazie anche dalla comunit di Marikina (Manila) che ha condiviso con noi le sofferenze e le privazioni di tante famiglie rimaste prive di tutto, nonch la gioia di sentirsi parte viva della Congregazione delle Angeliche a cui appartiene. M. Alma Tirol asp. Superiora di Marikina - Filippine
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M. Adelina, da Milano, ritornata nella sua patria proprio dopo la tragedia del tifone Haiyan ed corsa subito a portare sollievo e provvidenza agli abitanti dellIsola Leyte gravemente danneggiata. Ringrazia tutti coloro che hanno sostenuto il suo gesto con generosit e sacricio.

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La fede dei Filippini vince sulle rovine


Intervista al Cardinale Tagle, Arcivescovo di Manila (cfr. Avvenire 22 novembre 2013)
Vogliamo chiudere queste pagine di dolore con unintervista al cardinale Tagle, Arcivescovo di Manila che ha portato in Italia la voce di gente che dal 7 novembre scorso vive sul Calvario, da quando le Filippine sono state colpite dal tifone Haiyan, il pi potente registrato nella storia.
Eminenza, qual la reale situazione nellisola di Leyte, la pi colpita, e le altre isole nelle vicinanze? Dir subito che le linee di comunicazione sono state interrotte dal tifone e solo dopo cinque giorni abbiamo iniziato ad avere maggiori dettagli. Il danno molto pi esteso di quanto pensassimo. Le grandi citt di Tecloban e Palo sono state pesantemente danneggiate. Ora sappiamo che la citt di Guiuan e la provincia di Samar orientale sono state distrutte, cos come parte delle province di Cebu e Iloilo, e poi quelle di Capiz, Aklan, Masbate e le isole a nord della provincia di Palawan. Ma il quadro preciso delle conseguenze di questa calamit ancora in via di definizione. Quali sono i bisogno pi urgenti della popolazione? Per salvare vite abbiamo bisogno di generi di prima necessit: cibo, acqua, medicine, ripari per i senzatetto. Abbiamo anche bisogno di rimettere in sesto aeroporti e strade, cos da poter inviare i soccorsi nei villaggi pi sperduti. Servono poi ospedali da campo per i malati e i feriti. Dobbiamo quindi finire di seppellire i morti. Abbiamo bisogno di persone che consolino gli orfani, le vedove e tutti quelli che hanno perso la famiglia o le propriet. Abbiamo bisogno di molta speranza e molto amore. Cosa vorrebbe chiedere alla comunit internazionale e in particolare allItalia? La comunit internazionale con le Chiese di tutto il mondo ci sta offrendo un aiuto economico, ma ci vengono inviate anche derrate alimentari e medicine, insieme alle preghiere e a parole consolanti di solidariet. Apprezziamo davvero ogni atto di bont. Facciamo appello a tutti a considerare anche il problema che si aprir tra poco, quello della ricostruzione materiale e della riabilitazione di tante esistenze. Quello che mi sento di chiedere alla comunit internazionale di non dimenticarsi di questo ulteriore passaggio.
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Appunto, come evitare che finita l'emergenza cali l'oblio su quanto avvenuto? Spero che i media seguano anche la fase della ricostruzione. So che questo non avr il carico di dramma che ha avuto l'arrivo del tifone. E' una sfida per i mezzi di comunicazione: riportare non solo ci che sensazionale ma anche ci che nascosto, silenzioso, ma altrettanto importante come appunto la ricostruzione. Si dice che la notiziabilit di un fatto di sole due settimane e poi scivola dall'attenzione. La ricostruzione durer ben pi a lungo, lo prego tutti i responsabili dei media di non dimenticarsene. Come sta reagendo la Chiesa nelle Filippine? La Chiesa stata tra i primi a correre in aiuto dei sopravvissuti e a prendersi cura delle vittime. Sfruttando il nostro network diocesano ci siamo messi in contatto subito con le parrocchie, con le scuole, con le organizzazioni di laici sul territorio e soprattutto con le Caritas locali per far arrivare beni, soldi e mettere a disposizione di chi aveva bisogno la presenza fisica di qualcuno. La mobilitazione stata impressionante, tenendo presente che anche i vescovi, i sacerdoti, i religiosi hanno subto danni ingenti, nelle loro chiese e nelle loro scuole. Si tratta di guaritori anche loro feriti, ma che nonostante tutto cercano di sanare le situazioni che incontrano. Conosco anche molte parrocchie che hanno cancellato festivit e celebrazioni per loro importanti, come segno di vicinanza ai colpiti dal tifone. Molte hanno messo a disposizione i propri fondi e il tempo di molti volontari per allestire i rifugi temporanei. E la fede che si staglia sulle rovine. E lamore che pi forte del terremoto o del tifone.

Il Cardinale Tagle con Papa Francesco

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Qual il compito di un pastore di fronte a una tragedia simile? Dalla mia esperienza, nelle tragedie un pastore deve trasmettere la presenza rassicurante della Chiesa, del Vangelo e del Signore. Una presenza che non pretenda di dare risposte facili al mistero della morte, della perdita e della distruzione. Silenzio, lacrime, preghiera e presenza - questo lapproccio pastorale di cui c bisogno di fronte ad avvenimenti cos sconvolgenti. Nellarcidiocesi di Manila abbiamo organizzato un momento di preghiera chiamandolo Lamento e speranza. E stata una liturgia che ha dato alle persone la possibilit di elevare a Dio le proprie domande e il proprio dolore. Abbiamo letto Giobbe, i Salmi e il grido di dolore di Ges in croce Dio mio, Dio mio, perch mi hai abbandonato?. Una liturgia per cercare Dio, il vero volto di Dio nelloscurit. Cercare Dio gi un atto di speranza. Un pastore deve incoraggiare lamore e la compassione. Nel caos e nellincertezza le persone tendono a prendersela luna con laltra. Un pastore fa alzare gli occhi verso le cose che realmente contano, per evitare che si smarriscano fra quelle piccole e affinch si trovi la capacit di agire insieme. Infine, un pastore deve pregare intensamente, con le sofferenze e le speranze della gente nel suo cuore. da Avvenire del 22 Novembre 2013 a cura di Anna Felicita Milani

A tutti, anche ai nostri affezionati lettori, la richiesta di un ininterrotto aiuto solidale per le popolazioni colpite, mettendosi in contatto con le varie organizzazioni.

Madre Alma Tirol, Superiora di Marikina, sul luogo del disastro per dare il suo aiuto di solidariet alle famiglie colpite.

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M. Adelina distribuisce sacchetti contenenti ciascuno una tenda, lenzuola, latte, caff, alimentari e una torcia alle persone colpite dal tifone.

Quello che rimasto dopo il tifone.

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Il convento delle Suore, anchesso semidistrutto, dove le nostre consorelle sono state accolte per dare aiuto alla popolazione.

Ancora il convento delle Suore a Leyte colpito dal tifone.

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Foto scattata da M. Alma e M. Adelina durante la loro permanenza a Leyte.

Le nostre consorelle con laiuto di altre suore stanno confezionando pacchi e sacchetti da distribuire alla popolazione colpita.

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Marikina (Manila) Filippine 25 gennaio 2014

Professione Perpetua di quattro Angeliche indonesiane


Nuove speranze per la nostra Congregazione in terra asiatica, in Indonesia. Quattro giovani indonesiane, dopo seria preparazione, hanno accolto linvito di Ges mettendosi alla sua sequela nel servizio umile ai fratelli e nel proclamare ovunque il suo Vangelo. Un inno di ringraziamento si innalza oggi al Signore per le meraviglie che sa creare in ogni angolo della terra.

Ad multos annos carissime Sorelle!


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Le Neo Professe Indonesiane

SR. SR. SR. SR.

IMELDA M. KALAMIDI OLE MARIA GERGONIA STEFANIA M. SERAN MARIA HINGI KAPUKA

nella gioia immensa della loro totale consacrazione al Signore hanno voluto rendere partecipi quanti hanno collaborato per la realizzazione del loro ideale innalzando a Dio un inno di ringraziamento per limmenso bene che hanno ricevuto.

Carissime, in questo santo giorno, vogliamo fare nostro linvito augurale che il Santo Fondatore Antonio M. Zaccaria rivolse alle prime Angeliche: Figliole care, spiegate le vostre bandiere che presto il Crocifisso vi mander a portare la vivezza spirituale e lo spirito vivo dappertutto.
(Cremona, 27 maggio 1535).

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Il tragitto compiuto di M. Alma e M. Adelina per portare gli aiuti a Leyte, la pi devastata isola dal tifone Haiyan. I Luoghi segnalati in rosso indicano il loro passaggio.
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la preghiera e nello sguardo di Dio: questo l'uomo. A riguardo della vita "nel disegno di Dio", essa non sovrapposizione, aggregazione, non sommatoria, come si direbbe in termini algebrici e sici, ma unit sostanziale, interiorit e armonia di rapporti.

Il Magnicat e l'Eucaristia
Medi chiama la Madonna, "Bella Signora", a lei fa continuamente riferimento. Il Signore ha creato Maria, e in lei ha raccolto tutto ci che di bello e di grande, di meraviglioso, di stupendo e di armonico, pu essere nel disegno di una creatura umana. Il rapporto con la Madonna una delle chiavi di volta della spiritualit complessa di quest'uomo straordinario. Adora il Magnicat che considera il canto pi bello e non si stanca mai di ascoltarlo e intonarlo per Lei. Tanto grande questa devozione mariana, condivisa fedelmente con la moglie, che il nome dato alle glie preceduto sempre da Maria (Maria Beatrice, Maria Chiara, Maria Pia, Maria Grazie, Maria Stella, Maria Emanuela). Medi anche apostolo dell'Eucaristia. Ottiene di custodire il Santissimo Sacramento nella sua casa, in una cappella dedicata alla Sacra Famiglia. L inizia e termina la giornata, soffermandosi in preghiera e in lunghe meditazioni. La prodondit spirituale di Enrico gli di aiuto anche durante la malattia, gli dona serenit e forza di afdamento. Ogni mattino il sacerdote gli porta l'Eucaristia, no al giorno della morte. In quel giorno la moglie canta il "Magnicat" e con le glie recita il "Te Deum".

Amore alla Chiesa e ai giovani


L'amore che Medi manifesta per la Chiesa emerge nei suoi numerosi discorsi indirizzati ai sacerdoti. In loro riconosce una grande potenza: quella di "obbligare Dio a scendere in terra" e li esorta con fervore ad essere santi. Forte il suo legame con i Papi, legame nato con Pio CI che gli conferisce il diploma di cultura religiosa superiore ottenuto alla Gregoriana. Nel 1955 Pio XII lo vuole alla Conferenza Internazionale sugli usi pacici dell'energia atomica come capo della Delegazione Ponticia. Successivamente nel 1966 Paolo VI lo nomina membro della Consulta dei Laici dello Stato della Citt del Vaticano. Dal 1943, quando Enrico inizia ad insegnare a Palermo alla Facolt di Fisica, la sua aula sempre piena di giovani, spesso ci sono studenti che restano in piedi pur di non perdere lezioni di quel prof che sa parlare con semplicit e chiarezza delle leggi della scienza e con grande umanit sa stare con i giovani. Da professore, scienziato e politico, Enrico ha una predilezione particolare per loro. In loro desidera far maturare la competenza: quanto forte il suo grido contro la supercialit intellettuale! un vero e proprio educatore, che con grande intelligenza e coraggio sa vedere in loro non solo delle matricole universitarie o dei militanti politici, bens i costruttori di questo mondo, che devono essere messi, dagli adulti, nelle migliori condizioni per poter operare nella saggezza e nell'amore, nella gioia e nella festa con entusiasmo e con speranza. Anna Maria Gollini (da "Testimoni" dicembre 2013
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Amici di Gesu'
Messaggio ai ragazzi dell'A.C. di Papa Francesco
(dallOsserv. Romano,3 gennaio 2013)
Essere sempre amici di Ges. linvito rivolto da Papa Francesco ai ragazzi allAzione Cattolica ricevuti in udienza la mattina di venerd 20 dicembre 2013, nella Sala del Concistoro. Cari ragazzi, buongiorno! Vi ringrazio di essere venuti a portarmi gli auguri di Natale a nome dellA.C.R. e di tutta lAzione Cattolica Italiana, che qui rappresentata dai responsabili adulti che vi hanno accompagnato. Anchio faccio tanti auguri a voi, ai vostri cari, ai vostri amici e allintera Associazione.

LAzione Cattolica Ragazzi un bella realt, diffusa e operante in quasi tutte le diocesi dItalia. Vi incoraggio ad essere sempre nella Chiesa pietre vive, per edificare la Chiesa, unite a Ges. LAzione Cattolica senza Ges non serve, diventa una ONG, ce ne sono tante, non va.
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unaltra cosa: essere pietre vive unite a Ges! Ho sentito che il vostro cammino di questanno vuole farvi scoprire Ges come presenza amica nella VOstra vita. Lo slogan lo dice ben Non c gioco senza Te. Ecco,il Natale proprio la festa della presenza di Dio che viene in mezzo a noi per salvarci. La nascita di Ges non una favola! E una storia realmente accaduta, a Betlemme, duemila anni fa. La fede ci fa riconoscere in quel Bambino, nato da Maria Vergine, il vero Figlio di Dio, che per amore nostro si fatto uomo. Nel volto del piccolo Ges contempliamo il volto di Dio, che non si rivela nella forza, nella potenza, ma nella debolezza e nella fragilit di un neonato. Cos il nostro Dio, si avvicina tanto, in un bambino. Questo Bambino mostra la fedelt e la tenerezza dellamore sconfinato con cui Dio circonda ciascuno di noi. Per questo facciamo festa a Natale, rivivendo la stessa esperienza dei pastori di Betlemme e insieme a tanti pap e mamme che si affaticano ogni giorno affrontando parecchi sacrifici; insieme ai piccoli, ai malati, ai poveri facciamo festa, perch la festa dellincontro di Dio con noi in Ges. Cari ragazzi, Ges vi vuole bene, vuole essere vostro amico; vuole essere amico di tutti i ragazzi. Siete convinti di questo?... cos? Sembra che non siete tanto convinti, no? Siete convinti o no? [/ ragazzi rispondono: S!] Bene! Se ne siete convinti, sicuramente saprete trasmettere la gioia di questa amicizia dappertutto: a casa, in parrocchia, a scuola, con gli amici... E una domanda, ai ragazzi: ho detto a casa, in parrocchia, a scuola, con gli amici. E con i nemici, con quelli che non ci vogliono bene? Cosa si deve fare? Chi me lo sa dire? Cosa si deve fare? Fare la guerra? [Ragazzo: pregare per loro!] Ecco: pregare per loro! Perch sia vicino a Ges; essere buono con loro. Si deve fare questo: la vicinanza, fare la vicinanza. E saprete testimoniarlo comportandovi da veri cristiani: pronti a dare una mano a chi ha bisogno. E se quello che non ti vuole bene ha bisogno di qualcosa, tu gli darai una mano? Non siete sicuri, no? S! S! Senza giudicare gli altri, senza parlare male. brutta la gente che parla male degli altri. Le chiacchiere sono cristiane o no? No! Chiacchierare una preghiera? Chiacchierare come pregare o no? No! Chiacchierare una cosa cattiva. Mai si deve fare. E dobbiamo cominciare da adesso: mai chiacchierare; senza parlare male. Avanti cos! Allora buon cammino, sempre uniti a Ges. Vi affido alla Madonna. Vi benedico insieme con i vostri familiari, gli educatori, gli assistenti e tutti gli amici dellAzione Cattolica Ragazzi. Buon Natale, e pregate per me! E adesso prima di ricevere la benedizione preghiamo alla Madonna unAve Maria.

Papa Francesco

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Orivigsburg (PA), gennaio 2014

Un ricordo a distanza per non dimenticare

Padre Anthony Bianco Barnabita Orivigsburg, PA 24 marzo 2011 Celebrazione privata del 60 anniversario di Sacerdozio.

Il 10 gennaio 2012 mancato il Padre Anthony Bianco barnabita, fratello di M. Teresa Bianco. E deceduto a Bethlehem, Pensylvania (U.S.A.) ed stato sepolto nel cimitero che i Padri Barnabiti hanno presso la Basilica della Madonna di Fatima per tutti i confratelli della della Provincia del Nord America. Padre Bianco ha speso i suoi 60 anni di Sacerdozio principalmente negli Stati Uniti, Canada e per un breve tempo nelle Filippine. Con il suo zelo, la sua intelligenza e vivacit di carattere, ha saputo svolgere copiose opere di bene nei vari campi di ministero apostolico a lui assegnati, facendosi benvolere ovunque sia dagli alunni in giovent, poi dai Confratelli, dai parrocchiani, dalle sorelle Angeliche e da tutti quelli che avvicinava. La malattia degli ultimi anni ha messo ad una prova non indifferente la sua forte tempra, ma non ha spento lentusiasmo caratteristica dei suoi anni giovanili e la voglia di vivere. Il Signore, nella sua amorevole provvidenza, ha permesso che la sorella, M. Teresa (Angelica di san Paolo), dopo un lungo periodo di vita apostolica nelle Filippine (precisamente 15 anni), ritornasse nella Comunit di Easton (PA) e gli fosse vicino nellultimo periodo della sua malattia e della sua morte. Il desiderio di quanti lhanno conosciuto che il venerato Padre e fratello possa godere in Cielo la ricompensa del servo fedele. M. Tersa Bianco asp.
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Notizie di Casa Nostra


Da Prizren (Kosovo)

Quei bimbi musulmani in fila per lasilo cattolico


di Daniela Lombardi (Avvenire 19 gennaio 2014) A Prizren la struttura delle Angeliche di san Paolo diventata volano di integrazione. Anche gli islamici aiutano a restaurare il duomo.
Lui un anziano signore e, per lei e le sue consorelle, scolpisce I bassorilievi raffiguranti angeli e Madonne. Non ci sarebbe nulla di particolare, se non fosse che lui di fede musulmana, lei una suora cattolica e, soprattutto, che entrambi vivono a Prizren, localit kosovara in cui i musulmani sono in netta maggioranza, mentre i cattolici solo 1.500 sul totale dei 150 mila abitanti. Il miracolo che spinge questo artista a superare i divieti della sua religione in merito alla rappresentazione di immagini divine, lo fanno le Angeliche di san Paolo che collaborano presso la chiesa di Santa Maria Ausiliatrice, chiesa nella quale fu battezzato il pap di Madre

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Teresa di Calcutta, originario proprio di Prizren. Le umili servitrici di Dio sono talmente apprezzate che nessuno si tira indietro, ora che c da ristrutturare lunica cattedrale cattolica in un Paese in cui le moschee abbondano, mentre i simboli di altre religioni sono quasi inesistenti o sono stati distrutti, come le chiese ortodosse. Le divisioni religiose non hanno peso, quando le sette suore che assicurano lapertura quotidiana della cattedrale invitano gli abitanti del posto a partecipare al restauro delledificio. Lanziano musulmano ha deciso di mettere la sua arte a disposizione del convento per un motivo precis. Conosce lopera che le religiose svolgono con i bambini del posto e la apprezza, come molti abitanti di Prizren. Tanto che anche suo figlio frequenta lasilo di suor Amanda.

Prizren: un gruppo di ragazzi volontari che collaborano con le suore.

Cos si chiama lesile donna che, insieme alle consorelle appartenenti alla Congregazione delle Angeliche di San Paolo, tiene vivo il culto tra i pochi cattolici rimasti, cercando al contempo di superare le barriere erette dalla diversit di fede. Le suore accolgono bambini di tutte le appartenenze religiose. Li istruiscono, li educano e trasmettono loro i valori cristiani attraverso lesempio. Ma, per una scelta precisa, non insegnano religione nellasilo adiacente la cattedrale costruito nel 2002. Solo a quelli, tra i 120 bambini tra i tre e i sei anni accolti nella struttura, i cui genitori ne facciano richiesta, vengono tenute lezioni di catechismo. Proprio di fronte alledificio che comprende chiesa e asilo, sorge una delle numerose moschee del paese, ma ci non impedisce alle famiglie cattoliche e musulmane di riunirsi in cattedrale durante le feste cattoliche come il Natale. Il duomo, risalente al IV secolo, come si diceva, ha bisogno di essere ristrutturato.
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Non ha riscaldamento ed dunque freddissimo. Ma suor Amanda e le consorelle hanno saputo riscaldarlo accorciando sempre di pi le distanze tra esseri umani che cercano solo amore. Questa vicinanza ha portato molti giovani di fede diversa a desiderare di unirsi in nozze. I matrimoni misti sono infatti sempre pi diffusi nella zona. A fare in modo che nulla turbi questo perfetto equilibrio e a dare una mano nella ristrutturazione, pensano i militari italiani della missione Nato Kfor che, di stanza a Belo Polje per garantire la stabilit del Kosovo, gettano, pur con molta discrezione, un occhio vigile sullattivit. Il timore che nuove scintille di odio possano riaccendere gli incendi del passato. Se tutti arrivassero ad integrarsi in questo modo nellintero Paese, potremmo dire che la stabilit raggiunta. Invece le criticit ci sono ancora, specie tra albanesi e serbi, affermano fonti militari. Tali frizioni richiedono unattenzione alta rispetto ai simboli della fede ortodossa, come il monastero d Decani, pi volte messo sotto assedio dagli albanesi di fede islamica. I bambini dellasilo di suor Amanda rappresentano invece lesempio di quello che lobiettivo da raggiungere in tutto il territorio, perci finch saremo qui, veglieremo su questa opera meritoria, dicono i militari della Kfor. (da Avvenire, 19 gennaio 2014)

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Caseiros (RS) Brasile Novembre 2013


Anche la comunit di Caseiros in Brasile (RS) nello scorso mese di novembre stata colpita da un improvviso temporale, durato s poco tempo, ma ha lasciato segni disastrosi un po ovunque. Eccone il contenuto in portoghese:

Forte Temporal a Caseiros (Brasile)


Encerramos o ms com urna triste noticia, Caseiros experimentou as consequncias de um forte temporal. Segundo os mais ntigos ha 29 anos passou um tornado por aqui, mas no com est violncia. Questo de 5 minutos destruiu parte da praa Pe. Paulo Corali arrancando pinheiros e quebrando outros, at a gruta do prespio voou. Detalhe o Prespio ficou intacto diante de tanta destruio. Encontramos um jovem sacudindo a cabea dzendo eu me converti, fui l peguei nas imagens para ter a certeza que no estavam coladas Deus nos ama mesmo. A rea mais atingida foi a rea industriai, acabando com urna fbrca de mveis recm instalada ali. O vento foi to forte que torceu as torres do silo, onde armazenam os gros. Segundo a prefeitura mais de 60 casas foram atingidas. Na nossa casa urna follia de brasilite foi parar na rua, o galpo mexeu um pouco, no anexo urna janela caiu e telhas sairam do lugar. Quem mais sofreu foi o parreiral com a chuva de granizo. Ficamos 24hs sem luz. A primeira Eucaristia foi transferida para o domingo. Agradecemos a Deus que so foram danos materiais. Aos poucos tudo est sendo normalizado. Confira algumas fotos:
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PERDONO - SCUSA - GRAZIE

Famiglia?!

Permesso Scusa Grazie


Semplice Concorso Scolastico 2013 in relazione alle tre parole ripetute spesso da Papa Francesco
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PERDONO - SCUSA - GRAZIE PERDONO - SCUSA - GRAZIE

PERDONO - SCUSA - GRAZIE

L'importanza di tre parole nella vita: scusa - permesso - grazie


Loccasione della santa Messa celebrata in Piazza san Pietro a Roma il 13 ottobre ha visto ancora una volta papa Francesco soffermarsi con i giovani e con le numerose famiglie presenti. Oltre alle pillole di saggezza sulla convivenza, questa lunga giornata nellambito dellAnno della Fede che ha visto troneggiare la statua originale della Madonna giunta da Fatima, stata caratterizzata soprattutto da uno speciale dibattito aperto dal Pontefice sullimportanza nella vita quotidiana di tre semplici parole: scusa - permesso - grazie. Insomma, come ha detto il Papa, se in una famiglia si usano queste parole, la famiglia va avanti, si ricompatta sempre. Bastano esse per vivere bene; meriterebbero quasi di diventare un tormentone, in modo simile a quello di una canzone estiva di alcuni anni fa in riferimento a sole, cuore, amore. Oltre a permesso, spesso e volentieri nelle nostre case scarseggia il grazie. Forse lo pronunciano maggiormente gli stranieri, come forma di cortesia, ma tra genitori e figli, tra marito e moglie, purtroppo non cos. Non parlo del grazie che ci si aspetta per un regalo fatto o ricevuto o per una concessione eccezionale, ma quello per le cose normali e abitudinarie. GRAZIE, perch mi hai rassettato il letto anche oggi; GRAZIE per avermi comperato il quaderno e il libro che mi mancava. GRAZIE, perch sei uscito in fretta dal lavoro per venirmi a prendere a scuola; GRAZIE, perch mi fai compagnia quando sono gi di corda. Cos la parola SCUSA vuol dire che ovunque, ma soprattutto nelle case, ci si deve rispettare, avere considerazione luno dellaltro; mai dare per scontato un sacrificio, ma tenere in conto i sentimenti e i pensieri di chi ci vive accanto. Che sia il segreto di una famiglia che va avanti indubbio, perch dietro a tre semplici parole c un modo di vivere insieme. E non solo buona educazione, anche se fondamentale, ma esprimono tenerezza, affetto, riconoscenza, consapevolezza di un cammino condiviso che si sta percorrendo insieme. Semplici parole di vita quotidiana, basate sul reciproco rispetto, ma quasi dimenticate in questa nostra fluida societ dalle relazioni sempre pi complicate. Dovremmo ricominciare ad usarle nel nostro linguaggio per cacciare larroganza, per sconfiggere legoismo e lindifferenza e per ammettere i nostri errori. Tre parole indispensabili con cui lumanit di papa Bergoglio ci ha illuminato, tre parole semplici, dirette e immediate come un TI VOGLIO BENE!. Francesco Benacquista Scuola Secondaria di 1 Grado - 3^ A Roma
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PERDONO - SCUSA - GRAZIE

PERDONO - SCUSA - GRAZIE

Famiglia, vivi la gioia della Fede!


Sabato 27/10/2013, sono andato con la mia famiglia a S. Pietro, dove con il Papa si celebrava La giornata mondiale della famiglia. Ero gi stato in San Pietro, in occasione di altre cerimonie, presiedute da Papa Francesco, ma questa mi sembrata una giornata bellissima e molto emozionante. Tante sono state le testimonianze e nel sentirle, mi sono commosso. La gente che arrivava da ogni dove, rendeva la piazza gremitissima. Improvvisamente un mare di palloncini ha invaso il cielo della piazza, che si alzavano sempre p in alto. Che spettacolo meraviglioso! Spettacolo di gioia, di pace e libert. Cerano musica e canti nellaria: tutti noi acclamavamo a gran voce: PAPA FRANCESCO! PAPA FRANCESCO! Battendo le mani, guardavo la gente intorno a me. Latmosfera era emozionante, il viso dei miei genitori era commosso. Guardavo gli occhi di mio fratello: erano lucidi, brillavano di commozione. Mi sembrava di vivere momenti magici. Era bello essere l. Avevamo tutti lo sguardo rivolto verso il maxischermo per seguire Papa Francesco, che ha parlato alle persone con parole talmente semplici che anche io sono riuscito a capire e comprenderne la profondit. Rivolgendosi a tutti i presenti ha detto di vivere la FEDE sempre, in ogni nostro comportamento e momento della giornata, in famiglia e con gli altri. Il messaggio che mi arrivato quello di vivere la famiglia in modo pieno e cristiano, come Ges ci ha insegnato. Le emozioni pi forti le ho provate al momento in cui il Papa ha detto di lanciare i palloncini in aria. Tutto si dipinto di tanti colori bellissimi! Poi Papa Francesco avanzato con la papamobile verso di noi, ci passato talmente vicino da poterlo quasi toccare, lemozione stata foltissima. Mentre ci salutava, ho pensato immediatamente che era stata una giornata indimenticabile. Quelle immagini, le musiche e la stupenda sensazione di gioia resteranno per sempre nel mio cuore. GRAZIE, PAPA FRANCESCO! Valerio DAlessandro Scuola Primaria di 2 Grado"S. Paolo" V^ A Roma
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Permesso Scusa Grazie tre parole speciali


Il mio primo grazie lo devo a Papa Francesco che mi ha spiegato come siano importanti alcune parole che dovremmo spesso ripetere: permesso scusa grazie! E vero, spesso dimentichiamo di usarle nella nostra vita quotidiana, ma riflettendoci, penso che se le ripetessimo pi di sovente, saremmo tutti un poco pi felici. Dico Grazie ai miei genitori quando mi comperano dei regali, mentre non lo dico mai quando la mamma mi prepara ogni giorno i miei piatti preferiti, oppure quando di corsa viene a prelevarmi da scuola, portandosi sulle spalle il mio pesante zaino. Come pure quando ritorna stanca dal lavoro e nonostante tutto, mi aiuta nelleseguire i miei compiti. Sono triste quando vedo il mio pap solo di sera, ma forse dovrei dirgli sempre grazie, perch so che lui lavora per me, perch non mi manchi nulla. In questo momento mi viene spontaneo di chiedere Scusa ai miei genitori per tutte le volte che non ho saputo comprendere i loro sacrifici mostrandomi a volte egoista nel pensare solo a me stessa. Davvero, dovremmo tutti ripetere pi spesso queste parole cos in tutte le famiglie regnerebbe maggiore serenit, concordia e pace. Grazie, Papa Francesco, che ce lhai ricordato!. Gaia Proietta Scuola Primaria di 2 grado- V^ A Roma

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Fra le tre parole che il Papa ci ha ricordato, la meno in uso nelle famiglie Permesso: quale ragazzo lo dice, alzandosi da tavola per allontanarsi, oppure lo chiede per il cambio di canale alla televisione o per altri giusti motivi? Anche la parola Grazie scarseggia nelle nostre famiglie: non il grazie di circostanza o formale, n quello che chi si aspetta per un regalo ricevuto. Manca il grazie per le cose normali e semplici di ogni giorno: grazie, per avermi rifatto il letto, grazie per il dolce che mi hai confezionato, grazie per essere venuti a scuola a prendermi! E poi Scusa: spesso si fa fatica a dirlo, soprattutto dopo un giusto rimprovero. Ma il Papa ci ha insegnato che chiedere scusa una forma di rispetto, si ha giusta considerazione dellaltro, un modo migliore di stare insieme. Se in ogni casa si usassero queste tre parole, mostreremmo tutti non solo buona educazione, ma anche affetto, tenerezza e riconoscenza in un clima di grande serenit. Di conseguenza, anche la societ migliorerebbe: tante famiglie educate tanti mattoni che tutti insieme costruiscono il nostro mondo! Devo essere sincera: a me non pesano affatto queste parole, le ripeto spesso ed bello osservare che quando le uso, la gente a volte rimane sorpresa e mi sorride, pensando che anche i ragazzi di oggi sanno essere educati. Beatrice Gueli Scuola Primaria - V^ B Roma
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Famiglia?!... Permesso grazie scusa!

Palermo Cicilia e Monti Benedetta V^ Classe A Scuola Primaria di Secondo Grado - Roma
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Il giorno 27 ottobre u.s. Papa Francesco, ha voluto presenziare e partecipare alla festa della Famiglia. "La Famiglia", come centro di fede e piccola chiesa domestica dove, per conservare la pace, ogni membro deve saper spesso dire: "permesso, grazie e scusa." Saper anche pregare l'uno per l'altro rende forte la famiglia e la vera gioia viene da un'armonia profonda tra le persone. Secondo Papa Francesco il segreto per una famiglia unita quello di perdonarsi ogni giorno a vicenda e non finire la giornata senza fare la pace. Dire "grazie" importante perch tutto quello che riceviamo in famiglia un dono quotidiano. Diciamo grazie per l'amore, per la salute e per l'armonia in cui i nostri genitori ci fanno crescere. Grazie per il cibo quotidiano che abbiamo in tavola, grazie per avere la possibilit di frequentare una scuola in cui insegnano valori cristiani. Ma quante volte diciamo grazie in famiglia? Mai, perch per noi tutto ci che abbiamo normalit e non ci rendiamo conto che intorno a noi ci sono realt diverse. Con il suggerimento di Papa Francesco, cercheremo di apprezzare di pi ci che abbiamo e ringraziando il Signore ogni giorno.

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Roma Piazza san Pietro- 26 ottobre 2013


Il giorno 27 ottobre 2013, a Roma in Piazza San Pietra, il Santo Padre Papa Francesco incontr migliaia di famiglie. La piazza era gremita di gente gioiosa ed ansiosa di incontrare in Vicario di Cristo. e di ascoltate le sue parole sempre tanto profonde. Finalmente ii gran momento: il Santo Padre accolse i presenti e quasi commosso per tanta affluenza, si rivolse a tutti, salutando i numerosi gruppi presenti. Nel bellissimo discorso sulla famiglia rivolse il seguente invito: Famiglia, vivi la gioia della fede! ed esord dicendo: Tante famiglie vivono in situazioni di povert, tante persone vivono nei dolore, tante altre hanno il desiderio di formare una famiglia nonostante le numerose difficolt. Voglio ricordare a tutti i fedeli che Ges conosce queste difficolt e questi dolori, ma Egli ci dice di andare a Lui che ci dar ristoro affinch la nostra gioia sia piena. Voglio ricordarvi limportanza del matrimonio come Sacramente e non come festa e cerimonia. Quando due persone si uniscono col Sacramento del matrimonio, si uniscono nella gioia e nellamore, nella salute e nella malattia per compiere la missione che stata loro affidata. Perch in ogni famiglia ci sia armonia, concordia e serenit, vi voglio suggerire tre parole che non dovreste mai dimenticare: permesso - grazie - scusa. Chiedere permesso per non essere invadenti nel campo degli altri; saper dire grazie per lamore e le cure che si ricevono, saper chiedere scusa quando si sbaglia per vivere nella pace". Faccio mie le riflessioni del Santo Padre e mi esprimo cos:

La Festa della famiglia

PERDONO - SCUSA - GRAZIE PERDONO - SCUSA - GRAZIE

PERMESSO: Nella vita, in tutte le situazioni di comunit, in modo particolare nellambito familiare, importante non essere invadenti, ma mostrare discrezione, rispettando chi ci vicino senza invadere i loro spazi. GRAZIE: E importante imparare a dire grazie a tutti coloro che ci fanno del bene; ringraziare per lamore che riceviamo, specialmente dai genitori, dai nonni e dai fratelli. Ringraziarli anche quando essi meno se lo aspettano e li facciamo sentire importanti. SCUSA: Quando sbagliamo, bene riconoscere i propri errori ed ammettere i propri torti, presentando sempre le nostre scuse. Facendo in questo modo, dimostriamo agli altri non solo la nostra buona educazione, ma anche che sappiamo ammettere con umilt il nostro sbaglio. Solo cos siamo sicuri di essere perdonati. Asia Pochi classe V^ A Roma Torre Gaia
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GRAZIE unesperienza a buon fine


Luigi era un ragazzo di 14 anni e come tanti ragazzi della sua et, non era abituato ad usare un linguaggio educato: non si scusava mai con gli amici anche dopo un litigio, n sapeva ringraziare ogni volta che riceveva una gentilezza. Era uno di quei ragazzi che si credeva grande, forte, migliore degli altri, sempre pronto ad umiliare i pi deboli. In realt non era nessuno, in povere parole era un bullo! Purtroppo, la vita non sempre dalla parte dei pi forti e un brutto giorno, mentre viaggiava in macchina con i suoi genitori e la nonna, un forte incidente colp la vettura, causato da un giovane ubriaco che attraversava la strada a semaforo rosso. I genitori non si fecero alcun male, il ragazzo ebbe un braccio rotto, ma la povera nonna non ce la fece, perch limpatto con laltra macchina fu davvero forte. Solo in quel momento Luigi comprese quanto fosse importante, ma anche fragile la vita, in cui tutti possiamo avere bisogno degli altri e da quel giorno impar il linguaggio della riconoscenza e dellumilt che ci rende consapevoli dei propri limiti e dei doveri che abbiamo gli uni verso gli altri. Soprattutto rivolse il suo GRAZIE al Signore che lo aveva salvato da un mortale pericolo e che gli aveva ridato la possibilit di godere delle bellezze della vita, chiedendogli scusa per la poca corrispondenza dimostrata in passato verso i suoi innumerevoli doni. Elisa Pillanca 1^ classe secondaria di 1 grado - Sez. B Roma

Alessandro Vicari V^ B Roma Scuola Primaria 2 Grado


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Sono un ragazzo di dieci anni e ho un fratello pi grande di me di pochi mesi, con cui fin da piccolo mi trovo a discutere e a contendere oggetti o giocattoli, o semplicemente un posto in macchina. La nostra mamma ci ha insegnato a non arrivare alle mani e a terminare presto un litigio. Come?! Con le semplici parole che ci sono state inculcate: scusa, grazie! Un esempio: un giorno incominciammo a bisticciare per un orologio che nessuno dei due poteva indossare, perch con prepotenza tutti e due lo volevamo. In noi cera tanta rabbia e malumore tanto da rimanere lontani luno dallaltro. Non poteva continuare cos e dopo alcun tempo, ricordando gli insegnamenti ricevuti, ci rappacificammo, chiedendoci reciprocamente scusa. Come per magia quella brutta sensazione spar e ci credereste?! Nessuno dei due volle pi indossare quellorologio. Secondo me chiedere permesso, dire grazie e scusarsi ingentilisce il cuore. Sarebbe un sogno, per me, se tutti gli abitanti di questa Terra, con naturalezza, le pronunciassero! Il mondo sarebbe completamente diverso.

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Festa della Famiglia 2013


i consigli di papa Francesco
Il giorno 27 ottobre, papa Francesco ha incontrato le famiglie di tutto il mondo in occasione della grande Festa della Famiglia 2013. Nel suo discorso, ha voluto dare alcuni saggi consigli, come quello di non andare mai a letto senza fare la pace, di saper dialogare e riportare nelluso del nostro linguaggio le parole permesso scusa grazie. Oggi, purtroppo queste parole sono andate in disuso, perch la gente pensa sempre di avere ragione e di non aver bisogno degli altri. Io mi chiamo Luca e ho dieci anni: sono un bambino educato e spesso uso queste parole. Quando le ho sentite pronunciare dal Papa, sono riuscito a comprendere il loro pieno significato, molto pi bello delle parole usuali che diciamo per educazione verso persone adulte, ma non in famiglia. Ringraziare i genitori un dovere, non solo perch provvedono al nostro necessario, ma per ogni gesto damore che compiono per noi: lasciare di corsa lufficio per essere in orario a prelevarci a scuola; tralasciare i loro hobby per portarci in palestra o ad una festa; ringraziarli per il tempo che dedicano ad ascoltarci. Dal giorno in cui ho ascoltato il santo Padre, mi sono impegnato a ripetere queste parole con maggior ponderazione; ad es. chiedere scusa alla mamma per il disordine lasciato nella mia camera, chiedere permesso di poter andare dagli amici o di poter cambiare programma alla televisione ecc. Tutto ci per poter vivere meglio insieme e non essere invadenti. Grazie, papa Francesco, per le tue sagge parole!. Luca Quattrini Scuola Primaria di Secondo Grado - V^ B ROMA

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PERMESSO - SCUSA GRAZIE


Sono tre parole che servono per farci vivere meglio la nostra vita quotidiana, per mantenere buoni rapporti con tutti. Queste parole meravigliose sono state citate spesso dal nostro papa Francesco nei suoi discorsi e ci suggeriscono che se davvero vogliamo vivere in pace con noi e con gli altri, dobbiamo saperle usare spesso. Parola diamici! Un gruppo di alunni della 1^ Media B di Roma Scuola Secondaria di 1 Grado
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Gemma Romano 3^ Media A - Milano Scuola Secondaria 1 Grado "S. Paolo"


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Insieme a scusa e grazie, il Papa ha indicato anche una parola toccasana della casa, permesso. In verit non poi cos vero che si faccia fatica a pronunciare queste tre parole. Ad es. ai figli viene quasi spontaneo, dopo un ritardo o un rimprovero ripetere con facilit Scusa! e gli adolescenti la recitano tutto dun fiato: scusascusascusa, salvo poi a comportarsi esattamente come prima. La parola scusa suggerito dal Papa - insieme a permesso e grazie vuoi dire qualcosaltro. Vuol dire che in casa ci si rispetta, si ha considerazione luno dellaltro, si valutano preziosi i gesti e il tempo reciprocamente donati, non si d per scontata una fatica, si tengono in conto i pensieri e i sentimenti di chi ci sta accanto. Che sia il segreto di una famiglia che compie ogni giorno il suo cammino di fede, come afferma il Papa, indubbio, perch, per lappunto, dietro a tre semplici parole c un modo di stare insieme. Non una forma, ma una sostanza. Non buona educazione (e sarebbe gi qualcosa di significativo), ma tenerezza, affetto, riconoscenza, consapevolezza che si sta percorrendo un cammino impervio, la vita, ma insieme su un sentiero condiviso. E per chi crede, supportato anche da un modello, come lo stesso Papa ha indicato domenica: Maria, che subito dopo lo sconvolgente annuncio dellAngelo, trova parole di gratitudine: Lanima mia magnifica il Signore!.

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Il Papa ha invitato le coppie di sposi a camminare mano nella mano, sempre e per tutta la vita. Con questa fiducia nella fedelt di Dio si affronta tutto, senza paura, con responsabilit. Sentite questo consiglio - ha detto il Papa - : non finire la giornata senza fare la pace. La pace deve essere rifatta ogni giorno in famiglia! E suggerisce anche il modo, la forma pi appropriata. Ad es. basterebbe usare un linguaggio che sappia di comprensione, ma anche di educazione. Permesso, grazie, scusa! Ecco le parole essenziali per mantenere larmonia in famiglia! Le diciamo queste parole? Permesso, grazie e scusa! Sappiamo usare queste tre parole nel linguaggio familiare? Perdonarsi ogni giorno! Vivere insieme, con amore, passare tempo con i figli, pregare restando sempre uniti a Cristo. Portate a tutti questo messaggio con la vostra testimonianza, ha sottolineato il Papa. Se Giovanni XXIII chiedeva di portare una carezza ai bambini, Papa Francesco chiede alle famiglie di portare la fede e con essa la pace e la concordia.

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Il 27 ottobre u.sc. abbiamo assistito alla celebrazione eucaristica del Santo Padre in piazza San Pietro a Roma, in occasione della giornata della famiglia. Con la mia famiglia, arrivati molto presto sul luogo, abbiamo preso i primi posti che tuttavia erano gi quasi tutti occupati da gruppi di persone che venivano da tutto il mondo. Mi sono detto: il nostro non stato poi un grande sacrificio in confronto dei lunghi viaggi intrapresi da chi proveniva dalla Cina, dal Giappone, dal Per, dalla Germania. Nellattendere il Santo Padre, verso le 8.00, iniziata la recita del santo Rosario in latino. E stata la preghiera che mi rimasta pi impressa, dopo averla recitata per ben cinquanta volte. LAve Maria in latino era cos composta: Ave Maria, gratia plena, Dominus tecum, benedicta tu in mulieribus et benedictus fructus ventris tui, Jesus. Sancta Maria, Mater Dei, ora pro nobis peccatoribus nunc et in hora mortis nostrae. Amen. Dopo la lunga attesa, apparve sullaltare il Santo Padre, con alcuni sacerdoti ed inizi a spargere lincenso intorno allaltare. Con grande emozione abbiamo accolto le sue prime parole di invito rivolte a tutti i fedeli: Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. La pace sia con voi.. E con questo invito ebbe inizio il sacrificio eucaristico trasmesso in tutte le lingue del mondo. Ero molto emozionata, ma pienamente soddisfatta nellanimo, perch assistendo a quella santa Messa ho ricevuto in dono lacquisto dellindulgenza plenaria che non sto qui a spiegarne il significato: ci vorrebbe troppo tempo e spazio. Ho vissuto quella mattinata in modo meraviglioso che non dimenticher mai, provando nel mio cuore una serenit indescrivibile. Martina con Ariele dAmici Scuola Primaria di 2 grado V^ A Roma

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Anche gli animali sanno convivere in pace


Fiaba di Federico Alcamo e Matteo Giancotti - 1^ Media A Roma
Una volta un lupo divenne il capo di un branco di animali ed eman la seguente legge: chiunque fosse riuscito a guadagnarsi da mangiare, avrebbe dovuto condividere la preda con gli altri componenti il branco. Tutto ci per evitare le liti che avrebbero sterminato nel tempo il branco. Un giorno un topo and a trovare il lupo e gli chiese: Con permesso potrei entrare nella tua tana? Il capo gli rispose di s. Il topo entr ma, guardandosi attorno, vide la tana piena di prede uccise che non erano mai state condivise con alcun componente. Si impaur fortemente e pens che presto avrebbe fatto parte di quella collezione. In fretta e furia, abbandon la tana e fugg via. Nel correre senza guardare dove andasse, si scontr in un leone che, sdraiato, placido dormva. Per la gran fretta il topo gli pass sopra senza preoccuparsi delle possibili conseguenze. Questultimo, disturbato, si svegli e si meravigli del coraggio del topo. Un asino che si trovava nelle vicinanze e aveva visto la scena, ragli forte di soddisfazione e lo prese in giro dicendo: Hai avuto paura eh! di un piccolo topo! Il leone scocciato, gli rispose: "Io non ho paura di nessuno, ma sono rimasto stupito dellaudacia di quel piccolo animale! Allora lasino, vergognandosi della beffa che aveva rivolto al leone disse: Scusa, non avevo capito la situazione, lasciando che se ne andasse a trovare un altro posto tranquillo per poter riposare. Qualche tempo dopo, il leone incontr lasino che se la contendeva infastidito da un moscone e ricordandosi come lanimale si fosse umilmente scusato per linsolenza rivoltagli, volle aiutarlo. Con uno scatto felino cacci il moscone lontano dallasino. Lanimale allora ragliando, ringrazi il leone del favore ricevuto e da quel momento in poi i due animali diventarono amici. Impariamo tutti dagli animali la lezione! Federico Alcamo e Matteo Giancotti 1^ Media A Roma Scuola Secondaria 1 Grado "S. Paolo"
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PERMESSO SCUSA, GRAZIE

di Ariele, Mattia, Valerio, Alessandro (classe V^A Roma)

Lupi Alessandro - Valerio DAlessandro - Mattia Bardelli - Ariele DAmici

Scuola Primaria Secondo Grado (V^A) Roma

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Roma, 18 novembre 2013

Lettera a papa Francesco

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Caro papa Francesco, ti scrivo questa lettera per dirti GRAZIE. GRAZIE, perch con il tuo esempio ho capito cosa vuol dire amare tutti incondizionatamente. Quando la folla ti acclama e ti chiede di avvicinarti, Tu non ti rifiuti mai ed hai sempre un sorriso e una parola per tutti. Vedo nei tuoi occhi la bont di un uomo giusto e nel tuo sorriso, la carit, la gioia e la speranza. Ti poni semplicemente al servizio degli uomini come uno strumento di Dio, pronto a dare conforto e testimonianza della sua presenza in ognuno di noi, senza alcuna distinzione. Il tuo messaggio pi bello quello di sentirti parlare di Dio che ci ama e che ci d il diritto di diventare suoi figli, se lo sappiamo accogliere nella nostra vita. Ho imparato, leggendo il Vangelo, le belle parole che Ges rivolgeva ai suoi discepoli: Se non diventerete come bambini, non entrerete nel Regno dei Cieli. Io, da piccolo, ho accolto Ges nel mio cuore ed ancora riesco a sentire il suo abbraccio e il suo amore, mentre ho la certezza che sempre mi protegger dal male e dal peccato. Allora, caro papa Francesco, a Te, che puoi arrivare con le tue parole fino ai confini del mondo, chiedo di diffondere questo messaggio a tutti gli uomini: Siate come i bambini e riceverete il dono meraviglioso della presenza di Dio nella vostra vita passando dalle tenebre alla luce vera. Con tanto affetto Dennis Caponi Scuola Primaria 1 grado - 1^ Media B - Roma

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Lettera a Ges
Scusa, Ges, ti posso disturbare un momento? Vorrei chiederti perch esiste il male, un male generico che si trova in ogni circostanza, in ogni luogo e soprattutto nel cuore di molti uomini. E stato forse il progresso a spingerci a tanto male? O forse ci siamo dimenticati delle tue parole? Permettimi di chiederti, se puoi, di aiutare tante persone che soffrono a causa della cattiveria altrui. Lo so, io sar solo una goccia nel mare, ma tante gocce come me possono fare molto forse anche formare un piccolo mare. Grazie ti dico per avermi permesso di conoscerti meglio, grazie soprattutto, perch col Sacramento dellEucaristia, sei entrato nel mio cuore e mi hai fatto comprendere quanto mi ami e quanto desideri di essere da me riamato. Il cammino spirituale dura tutta la vita, ma a volte si incontrano grandi difficolt nel proseguire per la strada del bene, si provano momenti di sconforto, ma se Tu resterai sempre al mio fianco, io non temer alcun male, non avr paura. Ti prego, Ges, ascoltami! Gaia Venditti Scuola Secondaria 1 grado - 1^ Media B - Roma
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Roberta Ranieri e Shamuel Colucci 1^ Media A Roma Scuola Secondaria 1 Grado "S. Paolo"

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Queste tre parole mi fanno ricordare spesso alcuni avvenimenti giornalieri; ad es. quando arrivo a scuola qualche minuto in ritardo, chiedo il permesso di potere entrare in classe che benevolmente mi viene concesso, facendo poi attenzione a non abusare dellindulgenza concessa. Senza volerlo, ho offeso un giorno un mio amico: gli ho chiesto scusa e ci siamo rappacificati. La parola grazie la ripeto spesso durante il giorno e per vari motivi. Quello principale rivolto al Signore, perch mi ha dato la possibilit di crescere in una bella famiglia, dove tutti ci vogliamo bene e cerchiamo anche di aiutare chi si trova in difficolt. Se tutti le ripetessimo sovente, il mondo diventerebbe pi buono. Luca Malaspina 3^ Media A Roma Scuola Secondaria 1 Grado "S. Paolo"

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Ragionando sulle tre parole poste in questione, mi viene spontaneo dire che, nel loro insieme, assumono il significato di rispetto. Senza di esse verrebbe meno fra la gente lelemento principale che quello di rispettarsi a vicenda; dunque senza di esso, al mondo ci sarebbe solo odio. Oggigiorno, la societ non gode un clima di serenit e di concordia, perch manca il rispetto reciproco: tutti vogliono predominare sugli altri e cos si perde quellarmonia
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Si sono ripetute a non finire in questi giorni le magiche parole PERMESSO SCUSA GRAZIE - ma in quale occasione pronunciarle e soprattutto quale il loro significato? La spiegazione pratica che ci ha dato Papa Francesco la seguente: - Si dice PERMESSO per non esser invadenti - Si dice GRAZIE per lamore che riceviamo - Si dice SCUSA perch tutti possiamo sbagliare. Egli le ha ripetute pi volte in Piazza san Pietro, in occasione della festa mondiale per la famiglia, il 26 ottobre u. sc. dove ha fatto rilevare soprattutto limportanza della famiglia come luogo privilegiato di trasmissione della fede e ad essere di essa validi testimoni. Nella sua esortazione ci ha spinto a pregare e a riflettere sul valore della famiglia, la cellula della societ che, se ben salda nella fede pu cambiare il mondo. Sono tanti i momenti intimi e belli che si passano in famiglia: il pranzo con la presenza di tutti, genitori e figli, luscita al parco o in campagna, la visita ai nonni, ma se manca lamore, manca la gioia, manca la festa. Ges stesso ce lo ha insegnato: chiss che clima di serenit, di pace e di gioia sar regnato nella sua famiglia con Maria, sua madre e Giuseppe! Non vivevano fra gli agi di una corte, ma in santa povert che tuttavia non escludeva la gioia di un incontro, la gentilezza di un gesto, la dolcezza di un sorriso, lumilt che copriva agli occhi degli uomini la vera grandezza di un Dio fatto uomo. GRAZIE, Ges che ti sei fatto uno di noi per amore nostro!.

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e pace che dovrebbe invece regnare ovunque. Io penso che Papa Francesco abbia scelto le parole pi giuste per invitarci a vivere con maggior rispetto gli uni verso gli altri, ad ingentilire i nostri atti, ma soprattutto il cuore se vogliamo migliorare il convivere quotidiano e cambiare la faccia alla nostra odierna societ. Leonardo Ferretti 1^ Media A Roma Scuola Secondaria 1 Grado "S. Paolo"

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Secondo me, quello che ci vuole insegnare Papa Francesco che non solo sappiamo ripetere abitualmente le famose tre parole, ma che le pronunciamo con amore, con il cuore, perch solo cos possiamo cambiare stile di vita, diventare migliori nel rispetto di tutti, nella condivisione e nellumilt che ci fa riconoscere i nostri sbagli. Rebecca Alessandrini 1^ Media A Roma Scuola Secondaria 1 Grado "S. Paolo"

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Oggi, sfortunatamente, si vive in una societ in cui regna soprattutto larroganza, la disunione, soprattutto nelle famiglie in cui vi sono tanti problemi che sembrano irrimediabili. Ma se vogliamo cambiare qualche cosa, siamo ancora in tempo per farlo. Il nostro caro Papa, Vescovo della mia citt, ci ha insegnato che per vivere bene in famiglia con gioia ed armonia, non dobbiamo fare grandi cose; basterebbe che usassimo spesso tre parole che sono PERMESSO perch nessun familiare deve essere invadente nei confronti dellaltro; GRAZIEperch in famiglia, qualunque cosa si riceve o viene fatta, tutto ha il sigillo dellamore. SCUSA perch col nostro modo di fare a volte, possiamo offendere chi ci accanto. Solo cos la casa, la famiglia sar colma di affetto, amore, gioia, felicit ed armonia e se pi famiglie calassero nella realt di ogni giorno il significato di queste parole, diffonderebbero nel nostro mondo tanta gioia di vivere in pace e in santa fraternit. Beatrice Buongiorno 1^ Media A Roma Scuola Secondaria 1 Grado "S. Paolo"

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In questa nostra attuale societ esistono alcuni nemici della pace dellarmonia e sono larroganza e lantipatia. Ciascuno di noi deve combattere questi nemici, prima che essi distruggano con litigi, gelosie e dispetti i buoni rapporti che si sono intrecciati con altri. Lunico modo per vincere questa battaglia e vivere in pace con tutti saper pronunciare al momento giusto le parole ripetute pi volte dal santo Padre: scusa, permesso, grazie e renderle veramente efficaci nella nostra condotta. Basterebbero piccoli gesti suggeriti da esse, per rendere il mondo migliore. Alice dIppolito 1^ Media A Roma Scuola Secondaria 1 Grado "S. Paolo"
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a coloro che mi aspettano, a coloro che mi aprono la loro porta, a coloro che amano senza metterti alla prova, a coloro che mi vogliono bene al di l di tutto, a coloro che mi riprendono e mi emozionano, a coloro che non mi hanno mai fatto sentire solo, a tutti coloro che rendono pi colorata la mia vita. (da Anonimo)
alunno 3^ Media A Milano Scuola Secondaria 1 Grado Milano

Ludovico Rossi 3^ Media A Scuola Secondaria 1 Grado Milano


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GRAZIE

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Raccolta di versi e poesie composte dagli alunni sulle tre parole

scusa, grazie, permesso


La festa della famiglia un occasione, per vivere con tutti unemozione. La piazza gremita e tutti pensano che questa festa sia riuscita . Colorata dai palloncini che emozionano tutti i bambini. Lallegria, la gioia e la felicit sono sui volti delle persone come il volto di un bimbo felice di avere un aquilone. Si fanno canti, balli ed acclamazioni sono venuti da varie Nazioni. Il Papa afferma che dire grazie non costa niente ma riempie il cuore di tutta la gente . Chiedere permesso buona educazione, dire scusa non costa certo un milione. Grazie Santo Padre di averci ricordato che le buone maniere abbiamo spesso dimenticato. Zago Biagio Davide Mattia Baldelli V^ A Roma Scuola Primaria 2 Grado

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Dire Scusa alla gente non costa niente, basta dirlo con amore, soprattutto con il cuore. Il Papa ha detto: per vivere bene ci vuole amore e rispetto. e degli altri lenire le pene. E semplice guadagnarsi il paradiso, basta donare a tutti un sorriso. Impariamo tutti a convivere con amore ed avremo sempre la pace nel cuore.

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Martina Fioletti e Ariele DAmici V^ A Roma Scuola Primaria 2 Grado

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"Rosso - Verde - Azzurro"


Se una giornata serena vuoi trovare, PERMESSO, SCUSA E GRAZIE sempre devi usare Sia in una reggia che in una semplice dimora: con queste tre parole la vita si colora. Saran colori accesi e pieni di armonia: usandoli, la vita si riempie di allegria. Se dico GRAZIE di ROSSO lo vorrei colorare e dentro un grande cuore mi ci vorrei tuffare. Un' ncora colorata di speranza mette il VERDE PERMESSO e toglie larroganza. Se voglio essere umile e non fare il saputello devo saper chiedere SCUSA sempre al mio fratello. Solo cos potr essere perdonato e sentirmi con gli altri riconciliato. Questo il perdono di Dio, come un cielo AZZURRO e quando sono triste mi consola col suo sussurro. Ecco qua: il mio disegno finito! con i colori che Papa Francesco mi ha suggerito. Cos la vita sar un successo ripetendo SCUSA - GRAZIE - PERMESSO. Caterina Di Chio Scuola Sec. 1 grado - 1 Media A Roma

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PERMESSO, SCUSA, GRAZIE


La festa della famiglia unoccasione per stare insieme e vivere unemozione. In questa festa lamore deve regnare e a tutto il mondo lo vogliamo dimostrare. Il cielo azzurro e soleggiato sembra che un ANGELO Dio abbia mandato. Brillano su in alto i palloncini colorati simili allarcobaleno che brilla sui prati. Balli, canti e acclamazioni riecheggiano nellaria come tromboni. Ed ecco, lontano vestito di bianco, appare una luce che sembra un incanto. il PAPA: a tutti vuol ricordare che nella vita sempre dobbiamo ringraziare. Se anche PERMESSO E SCUSA impariamo a dire tutta la comunit sar felice a non finire. Mattia Baldelli Scuola Primaria 1 Grado - V^ A Roma

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Festa della famiglia a Roma


MISCUGLIO DI COLORI E MERAVIGLIA! IL CIELO AZZURRO E SOLEGGIATO ILLUMINA LIMMENSO SAGRATO... LA PIAZZA DI GENTE GREMITA APPLAUDE AL PAPA E ALLA VITA... TANTA GIOIA, BALLI E CANTI COLMANO IL CUORE DI TUTTI QUANTI! IL PAPA BIANCO E LUMINOSO ANNUNCIA UN MESSAGGIO FAVOLOSO: OGNI COSA FATE COL CUORE, NON SCORDATE GRAZIE E PER FAVORE, CON AMORE CHIEDETE PERMESSO. E CON SCUSA OGNI PERDONO E CONCESSO... TUTTO QUESTO E PACE PER LUMANIT E CI RENDER FELICI PER LETERNIT!
Lorena Di Censi e Tommaso Dionisi V A Scuola Primaria di 2 Grado - Roma
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PERDONO - SCUSA - GRAZIE

di Gabriele Morlupi Ilary Sinibaldi e Francesco Placidi Scuola Primaria 2 grado - V^ A Roma

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In Piazza san Pietro abbiamo festeggiato il grande evento che era stato organizzato per le famiglie di tutto il mondo come in un grande girotondo. Anche noi alunni in tanti siamo andati e con i nostri genitori ci siamo l accomodati. In cielo i palloncini abbiam voluto lanciare, perch questa festa fosse tutta da colorare. Con canti, balli e slogan Papa Francesco abbiam chiamato cos, alla fine, in lontananza, come il sole spuntato. E arrivato in mezzo a noi per partecipare alla grande festa a carattere familiare e per ricordare a ciascuno tre magiche parole da usare per meglio vivere in armonia e saper con tutti dialogare . SCUSA - PERMESSO GRAZIE. Grandi e piccoli dobbiamo spesso pronunciare cos di gentilezza e garbo il mondo potremo inondare.

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In Piazza san Pietro - Roma

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* * * Mi presento! Sono Shana, frequento la III Media A a Milano. Bene! Prima di esprimere il mio pensiero sullargomento, vorrei specificare che le immagini qui sotto riportate rappresentano alla perfezione il tema che abbiamo voluto svolgere sulle tre ormai famose parole: PERMESSO GRAZIE SCUSA. Molto spesso si pronunciano, ma altrettanto spesso lo si fa per abitudine, senza ponderarne il valore. Personalmente, devo dire che le uso con una certa frequenza sia in famiglia che fuori casa, quando ad es. sono sui mezzi pubblici, chiedo permesso per poter passare e ringrazio successivamente le persone che mi hanno fatto spazio. A casa, la parola SCUSA serve in quasi tutte le circostanze in cui si fa qualcosa di poco gradito o dopo una parola detta con poco garbo. Ed bello avere questa abitudine, perch si porta facilmente la pace in tutta la famiglia. Al giorno doggi, sembrano dimenticate le buone regole di educazione, specialmente fra i giovani che si credono un poco i padroni del mondo, ma se ci si sforzasse minimamente di ripetere alloccasione giusta queste parole, la societ diventerebbe senzaltro migliore, ingentilirebbe non solo il suo vocabolario, ma anche i rapporti tra persona e persona. Questo il mio semplice parere.
P.S. Le immagini e le vignette sono state composte dalla sottoscritta che spera siano di gradimento ai nostri lettori. Shana Ded - 3^ Media A Scuola Secondaria 1 Grado Milano

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Permesso, posso passare?

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la Pagina degli Alunni


La speranza: forza della vita
(dalla scheda programmatica della Scuola) anno scolastico 2013-2014
(pensieri di un alunno della 3^Media A ScuIstituto San Paolo Torre Gaia Roma)

Dopo tre mesi di meritate vacanze, rieccoci ad affrontare una nuova avventura, un nuovo anno scolastico, quello 2013-2014. Questanno, per noi di terza, lanno della verit, quello degli esami: facciamo un passo importante, e gli insegnanti devono aspettarsi da noi un pizzico in pi di maturit, anche se i due anni precedenti si sono rivelati assai duri e impegnativi.

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Francesco Benacquista Scuola Secondaria 1 Grado - 3^ Media A Roma


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Ma per fortuna non siamo mai soli, perch ogni anno ad accompagnarci e a sostenerci c sempre un nuovo motto, pronto a far valere il principio del Tutti per uno, ed uno per rutti. Mentre per il primo anno lo slogan era Avanti insieme, per il secondo stato La bellezza, una porta verso linfinito, questanno lo slogan : La speranza, forza della vita. Sembra una frase banale, semplice e scontata come tante altre, ma non bisogna leggerla superficialmente: basta riflettere un attimo, e ci si aprir un mondo sconfinato, con mille significati da scoprire.. Spesso, ad accompagnare questa caratteristica frase, c anche unillustrazione, che ce la fa comprendere in modo pi semplice e diretto. E accaduto nei due anni passati, ed stato cos anche per questo: la nostra professoressa di arte Anna Maria Mastrangelo, ci ha di nuovo stupiti tutti, credo che non la smetter mai di deliziarci con i suoi capolavori artistici.. Il disegno riproduce un tipico paesaggio di montagna. Protagonista indiscusso della scena un fiume, stretto e lungo, dalle acque fresche e azzurre, limpide e cristalline, che simboleggiano la purezza della vita. Non forse vero che dove c vita c anche speranza? Dalla superficie delle acque, lievemente increspate, affiorano numerose pietre, sparse un po dappertutto, di dimensioni differenti, che rappresentano gli ostacoli della vita, le difficolt, che grandi o piccole che siano, vanno superate con impegno e determinazione. Sulle sponde del corso dacqua spiccano numerose piante: pini, abeti, cespugli, tutti di una tonalit che definirei verde speranza. Alcune si intravedono attraverso fenditure nella roccia. Il fiume diretto al mare simboleggia da una parte anche il nostro scopo nella vita: correre, correre, senza mai fermarci n voltarci, per raggiungere la vera felicit. Sullo sfondo si stagliano alcune montagne innevate, illuminate dai raggi del sole. Le montagne sono ghiacciate, un po come i nostri cuori, che dobbiamo cominciare a sciogliere per godere delle emozioni che la vita ci offre. La spiegazione del motto evidente: bisogna lottare sempre e perseverare, se non vogliamo che le tenebre vincano sulla Luce, sulla bont di Dio. Possiamo riscontrare un briciolo di speranza praticamente dovunque: in un malato che prega affinch un giorno possa guarire; in una candela, che anche nelloscurit cerca di espandere un po di luce; in un bambino affamato, che spera di vedere il suo piatto riempirsi di cibo; in ognuno di noi, che aspira ad un futuro migliore. Certo, pu capitare di cadere, ma limportante sapersi sempre rialzare. Si dice che la speranza sia lultima a morire: guai il giorno in cui si perde la speranza! sarebbe la fine. Per concludere in bellezza, voglio riportare le parole di Papa Francesco, che ha parlato della speranza alla vigilia della giornata mondiale dei giovani a Rio. Cos ha detto: Giovani, non vi scoraggiate, il Diavolo sempre in agguato. Il segreto di una vita felice... non farsi rubare la speranza.

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Limportanza del silenzio nella vita


Composizione di Francesco Benacquista
Il silenzio, la lingua comune ed eterna delluniverso, la pi adatta a comunicare i sentimenti pi profondi che si esprimono attraverso di esso. Posso affermare che lincontro con il silenzio mi ha cambiato la vita e ha trasformato profondamente il mio modo di comunicare. E nel silenzio che ho imparato ad ascoltare, a comprendere, a leggere oltre le parole. Dopo gli anno della comunicazione verbale e quelli della comunicazione non verbale, oggi di silenzio ne ho bisogno, il mio compagno, il piacere di stare con me stesso, il luogo dove il mio spirito trova ristoro, dove recupero le energie, un amico fidato al quale faccio ricorso ogni volta che una svolta, una scelta, una prova o una nuova sfida attraversano la mia vita, sicuro che nel raccoglimento e nel silenzio trover le risposte, la giusta via, larmonia, le parole per comunicare ci che sento e penso. Il silenzio diventato uno strumento fondamentale anche nel mio lavoro: sto scrivendo in compagnia del silenzio. Molti credono che comunicare sia parlare bene, ma comunicare essenzialmente sapere ascoltare, lascolto che permette di costruire relazioni di qualit. Senza il silenzio non pu esserci vera comunicazione: il silenzio sempre presente anche... tra le parole. Il silenzio lascolto della propria anima, la condizione per ogni tipo di comunicazione. La disponibilit allascolto degli altri nasce proprio dalla capacit di ascoltare se stessi, i propri bisogni, e ci da lopportunit di crescere. Saper ascoltare significa comprendere le esigenze di chi ci sta di fronte, rispettando i sentimenti e le opinioni altrui e considerando la realt individuale di ciascuno. Possiamo imparare ad utilizzare il silenzio come strumento di benessere. E solo nellassenza di tensione, con un po di quiete, che comunicare un movimento semplice come il respiro, che si articola in una fase di espansione, la parola, e in una di assorbimento, lascolto. Nellessenzialit la comunicazione ritrova la propria magia ed esprime il nostro essere e l parola, senza sforzo, viene fuori con le giuste pause, la giusta intonazione, come il fiore della consapevolezza. In un mondo di rumore e caos parlare del silenzio pu sembrare anacronistico. Per la maggior parte delle persone il piacere e la vita risiedono nelle attivit frenetiche e il rumore costituisce un modo di fuggire da se stessi, specialmente da quelle realt che sono traumatiche e frustranti, o anche dal confronto con il proprio essere. Eppure, in mezzo a questa realt, il silenzio pu costituire un prezioso cammino, nel senso che offre la possibilit di comprendere meglio gli avvenimenti che ci circondano e che toccano la nostra vita. Il silenzio spesso spaventa proprio perch viene equiparato ad una pausa investigativa della coscienza. Una coscienza che nellattuale epoca post-moderna, non riesce pi a dare senso alla propria esistenza e preferisce conformarsi alle mode del momento, rinunciando alla propria elusivit per diventare anonima in una massa indifferenziata di uomini. Gli esseri umani cercano in ogni modo di non rendere, di non sentire, attraverso il distrarsi da se stessi, per non guardarsi dentro e scoprirsi tanto vuoti e infelici. Il silenzio essenzialmente unespressione di uno stato interiore. Ma
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Francesco Benacquista Scuola Secondaria 1 Grado - 3^ Media A Roma


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pensare che il silenzio si risolva nel semplice silenzio delle labbra, un banalizzare il reale spessore spirituale, un coglierne solo laspetto esteriore. Il vero silenzio deve essere allinterno di noi, deve penetrare nel profondo. Ma a cosa serve il silenzio? Il silenzio necessario per ritrovare e ascoltare se stessi. Il vero saggio si esprime in poche parole, e nello stesso tempo la sua parola silenzio, ci che egli dice viene dal cuore e non soltanto dalla punta della lingua. Le sue parole scaturiscono da una profonda meditazione, un po come per la preghiera. Ognuno di noi ha bisogno del silenzio per equilibrare la mente. Il silenzio non ha mai fatto male a nessuno, la tregua necessaria dal tumulto dei pensieri che a volte ci travolge come un mare in tempesta, che ci fa sentire ansiosi e incapaci di calmarci. Solo lo stato del silenzio e quindi il suo valore, ci permettono di visitare pensieri ed emozioni con una diversa predisposizione, riportando la mente ad uno stato di quiete. Il silenzio serve anche come relazione: oltre a favorire la riconciliazione con se stessi, utile nei rapporti con gli altri. Anche un discorso, non sarebbe tale senza le pause di silenzio, ma solo un monologo di frastuono. Il silenzio il momento di incontro tra due persone, per questo non deve essere inteso come strumento dietro cui barricarsi e nascondersi, ma dovrebbe assicurare ali altro la possibilit dellascolto. A volte purtroppo il silenzio separa e divide, e la distanza da esso causata pu difficilmente essere ricolmata: lunico esempio di silenzio distruttivo anzich costruttivo. Il silenzio un prezioso strumento che luomo pu utilizzare, per attribuire un giusto ed autentico valore alle parole a volte logore e superficiali, la possibilit di avere qualcosa da esprimere e scegliere di non farlo. Il silenzio utile per recuperare le nostre energie. Le parole consumano un certo quantitativo di energia; il respiro, che dovrebbe portare nuova vitalit al corpo, viene ostacolato nel suo ritmo normale, se si parla costantemente. Da sempre luomo ha ricercato il valore del silenzio; nelle tradizioni di tutto il mondo, veniva insegnato alla gente, durante i festeggiamenti, di tacere, per un po di tempo. I veggenti, i saggi e i profeti hanno udito la voce che viene dallinterno, diventando silenziosi. Non deve sorprenderci che alcune persone hanno cercato i silenzi delle foreste o delle montagne, preferendo le regioni impervie alla vita mondana: hanno cercato qualcosa di prezioso. Ma larte del silenzio si pu imparare dovunque: per quanto impegnati, in ogni attimo della nostra vita possiamo mantenere il silenzio. Questo qualcosa che, consciamente o inconsciamente, cerchiamo in ogni momento della nostra esistenza. Non vi dobbiamo fuggire: una volta raggiunto ci dar la possibilit di entrare in contatto con le nostre emozioni pi profonde. Il rumore invece come lacqua agitata della sorgente che ci impedisce di vedere la nostra immagine riflessa. Vorrei concludere con le parole di Charlie Chaplin: II silenzio un dono universale che pochi sanno apprezzare. Forse perch non pu essere comprato. I ricchi comprano rumore. Lanimo umano si diletta nel silenzio della natura, che si rivela solo a chi lo cerca.

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Il Miracolo di San Francesco


La recita di Natale dei ragazzi della Quinta A dellIstituto San Paolo di Roma
Una cosa raccontare la storia del poverello di Assisi, le gesta, la conversione, il donarsi ai bisognosi e ai sofferenti. Unaltra portare in scena tutta la sua vicenda e farla recitare ai bambini e alla bambine di una quinta elementare in occasione del Natale. E per di pi al tempo di un Papa che per la prima volta ha scelto di chiamarsi proprio Francesco e di ispirarsi alla vocazione di Giovanni di Pietro Bernardone. Ma, si sa, dove c Francesco c santit, devozione, costanza e c soprattutto miracolo. Ed proprio un miracolo quello accaduto nel teatro dellIstituto San Paolo in occasione della performance di fine anno, arrangiata e musicata dalla maestra Anna Maria Tennenini. Una scenografia essenziale ha descritto i luoghi della memoria del Patrono dItalia in unatmosfera mistica, ma pur sempre ritmata e animata da suoni e canti che hanno rievocato i passi pi importanti della santit di Francesco. I costumi hanno immediatamente proiettato lo spettatore allinizio del Duecento e il saio del protagonista e dei suoi adepti hanno fatto capire che si stava facendo sul serio. Parole e musica, preghiera e quotidianit: uno spaccato di vecchia Italia dove la povert e la miseria, prima di allora opportunamente evitate e condannate, diventano come dincanto quinto vangelo per un ex ricco che decide di spogliarsi e farsi

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Davide Dionisi (Pap di Tommaso)

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misero tra i miseri. Una ricetta vincente che ha lasciato posto alla commozione e ha rinverdito ricordi sbiaditi di una storia (autentica!) raccontataci quando indossavamo pantaloni corti da un catechista, da un sacerdote o dalla tv. Scontato il giudizio dei genitori e dei parenti accorsi numerosi allo spettacolo, per non perdere neanche una battuta dei francescani in erba. Parlano addirittura il latino!? ha commentato qualcuno, colpito da tanta cultura assorbita in cos poco tempo. Ma poco importa se nel futuro a venire il Cantico delle Creature sarebbe divenuto uno dei pi importanti documenti scritti in volgare e che avrebbe fatto da apripista allidioma italico. Limportante era comprendere il senso di un Natale diverso, dellultimo Natale trascorso nella scuola elementare, di un Natale pi composto e meno esagerato. Insomma di un Natale allinsegna di Francesco e del messaggio che ci ha lasciato. E tutto questo belo, no? Avrebbe sicuramente esclamato il suo primo successore (in termine di nome, si intende) alzandosi al termine dello spettacolo con la sua tonaca bianca un po logora, recandosi con il suo tipico passo flemmatico dietro le quinte ad abbracciare regista e protagonisti. Lo stesso gesto che, ne siamo certi, avrebbe fatto lui, il vero protagonista, intonando ad alta voce Laudato si, mi Signore et cetera, et cetera.

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Torre Gaia Roma Istituto San Paolo Dicembre 2013

IL MERCATINO DELLA SOLIDARIET


Come ogni anno, in occasione del S. Natale, alcune mamme dei nostri alunni si sono prodigate nellallestire un mercatino al fine di raccogliere fondi da inviare ai bambini che vivono sotto le cure amorevoli delle nostre eroiche suore missionarie. Con un largo anticipo sul calendario, le signore Carmela, Sandra e Antonella si sono messe in moto, bussando alla porta di alcuni commercianti della zona che, con grande generosit e gentilezza, hanno donato tutto ci che potevano, nonostante il grave periodo di crisi in cui stiamo vivendo. Con frenesia ed entusiasmo, si riusciti ad allestire nellantisalone dellIstituto un piacevole mercatino, che ha allietato soprattutto i nostri alunni. E iniziato cos un via vai di acquisti: per la mamma, per il pap per i nonni . Ognuno, come per magia, riuscito a trovare tra i diversi oggetti esposti, il regalo giusto per la persona cara poich, in questo periodo dellanno, aleggia nellaria una particolare atmosfera di generosit ed amore. Tutti sono felici: i commercianti nel donare, le mamme e le suore nellallestire nel modo migliore gli oggetti ricevuti, i bambini e le loro mamme, compreso tutto il personale dellIstituto, nellacquistare regali per i loro cari. Ma i pi felici di tutti saranno quei bambini che, anche questanno, per Natale, avranno, oltre a un bel pasto abbondante, anche tanti dolci di alta qualit, che la signora Dorita, come al solito, invier da Trani. Grazie a questa gara di solidariet, con quanto raccolto durante questi anni, si sono potuti inviare aiuti in molte parti disagiate del mondo. In Congo, si sono comprati alimenti, vaccini e ogni tipo di generi necessari a soddisfare le esigenze
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la maestra Anna Maria Tennenini San Paolo Roma


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di pi di 300 persone, tra bambini ed anziani, che le nostre suore assistono sistematicamente. Inoltre, si contribuito a terminare una scuola, che offre unassistenza scolastica addirittura fino al Liceo. In Ruanda, si sono inviati regolarmente alimenti e generi di prima necessit (compreso i medicinali) per 150 bambini orfani, che sono stati affidati alle amorevoli cure delle nostre suore. Anche nelle Filippine, tanto si potuto fare per portare sollievo alle popolazioni colpite dalla furia dello tsunami. Tutto ci stato possibile grazie allinfinita generosit dei responsabili delle ditte che ci hanno aiutato tutti gli anni, dedicandoci tempo e oggetti di vario tipo: il sig. LIONELLO della Ditta EUROMONDO; il sig. MARCELLO della Ditta ALMA; il sig. ERMES della Ditta VENDOLA; il sig. MAX della Ditta BIRBA; il sig. STEFANO e la sig.ra DANIELA della Ditta IGLAMOUR; e la Sig.ra DORITA MASSARO della CASA DEL CAFFE di Trani (Bari). Ognuno sembra abbia fatto propria la frase di madre Teresa di Calcutta: Fate che, chiunque venga a voi, se ne vada sentendosi meglio e pi felice. A tutti loro va un GRAZIE grande, come grande sar il sorriso che faranno tutti i bambini che, anche questanno, potranno festeggiare il Natale in un modo diverso. Tutti si sentiranno amati e legati nellamicizia e nelle preghiera in questa catena dellamore che, grazie alle Suore Angeliche di San Paolo e a coloro che seguono il carisma di SantAntonio Maria Zaccaria, ci collega da un confine allaltro della terra.

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Preghiamo per i nostri morti


Murhesa (Congo): Lwali pap di M. Ivette Lwali asp. Roma: P. Giovanni Zoia Barnabita Prizren (Kosovo): Pjeter Oroshi (affiliato alla nostra Congregazione) Napoli: P. Antonio Miedico (collegio "Densa")
Mentre la rivista va in stampa, riceviamo la notizia che il carissimo Padre Giuseppe Cagni Barnabita ci ha lasciato ed ritornato alla Casa del Padre. In unione di preghiere, le consorelle Angeliche porgono le pi sentite condoglianze ai Rev.di Padri Barnabiti per la perdita di cos valido Confratello, splendido esempio di glio di Antonio M. Zaccaria. Se ne parler in modo pi esteso nel prossimo numero del Sicut Angeli. (a.m.a.)

"Io ritengo che le sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla gloria futura che dovr essere rivelata in noi. La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei gli di Dio; essa infatti stata sottomessa alla caducit - non per suo volere, ma per volere di colui che l'ha sottomessa - e nutre la speranza di essere lei pure liberata dalla schiavit della corruzione, per entrare nella libert della gloria dei gli di Dio"
(dalla Lettera di san Paolo Apostolo ai Romani 8. 18,20)

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Amici del Sicut Angeli e delle Missioni


Guardamiglio (Lodi): Magnago (Milano): Milano: Napoli: Roma: SantAngelo Lodigiano: San Giuliano Milanese: Trani (Bari) Vizzolo Predabisssi (MI): Wiesbaden- Biebrich (Germania) Giovanna Perotti - Maria Modomutti Mina Guerrini Rocco Benedetta Guzzi Triulzi Liliana Lagan Anna Maria Guaschino Tarcisio Cerri Graziella Bellomi - Piergiorgio Morelli Esterina Castoldi - Gabriella Sala Nicola Covelli Rosalba Busso Gilbert J. Schoenen

IL NOSTRO GRAZIE
Ringraziamo i carissimi lettori che vorranno far pervenire la loro offerta a sostegno della nostra rivista. , fra laltro, un segno di buon gradimento, mostra anche il desiderio di conoscere da vicino limpegno della nostra Congregazione che, senza azioni eclatanti, si pone in semplicit al servizio della Chiesa nelle pi svariate mansioni. La nostra preghiera, densa di gratitudine e fatta di amicizia, raggiunga ciascuno di voi e vi ricolmi di ogni consolazione divina.

AMICI DELLE MISSIONI:


Le Angeliche Missionarie, dai luoghi di missione, porgono vivissimi ringraziamenti per gli aiuti generosi che, in diverse forme, ricevono dai carissimi benefattori (famiglie, Istituti, alunni delle varie Scuole, Oratori, gruppi missionari e simpatizzanti).
Labbonamento e le offerte per le varie iniziative missionarie e vocazionali possono essere inviate tramite il cc. postale n 31216005

Direzione e Amministrazione: Via Casilina , 1606 - Torre Gaia - 00133 Roma - Tel. 06.20.50.221 Direttore Responsabile: L. Alghisi Propriet letteraria riservata con approvazione ecclesiastica e dei Superiori Scritto al N. 3096 del Registro della Stampa - Add 30 Gennaio 1953 CINELLI Stampa - Via Casilina, 1747 - Borghesiana (Roma) - Tel. 06.20.71.120

Vorrei vedere tutti i bimbi felici

Vorrei vedere tutti i bimbi felici, ovunque nel mondo; vorrei vedere i loro occhi sorridere; vorrei vederli giocare e saltare pieni di gioia, vorrei vederli sognare e realizzare i loro sogni. Vorrei vederli inseguire un aquilone, vorrei sentire il canto festoso delle loro risate. Non vorrei vedere i loro volti tristi e spenti, n le loro braccia stanche. Vorrei vederli bambini, bambini soltanto.
(Alessia S. Lorenzi da Come il Canto del Mare) Ottobre 2013

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