You are on page 1of 7

lussuoso, tutte le bellezze e le comodit del castello, il maresciallo, parlando col principe di Metternich, esclam: Bisogna proprio che

quell'uomo fosse pazzo, per correre a Mosca quando aveva tan te belle cose! (MAZADE, Un chancelier d'ancien rgime). 1540. Era un uomo molto brutale. Entrato la seconda volta a Parigi dopo Waterloo , si stabil al castello di Saint-Cloud. Siccome i suoi ufficiali stavano ammirand o la bella biblioteca che era nel castello, Blcher disse loro: Anche i libri sono prigionieri di guerra. Potete perci farne quel che volete, e se vi piacciono, prendeteli pure. (LAROUSSE). 1541 Il secondo vincitore della battaglia di Waterloo era un giocatore arrabbiat o, e quando perdeva, diventava furibondo e si metteva a ingiuriare tutti. Il fig lio aveva preso, a quanto sembra, lo stesso vizio paterno del giuoco, ma Blcher c ercava di distogliernelo, assicurandogli che non aveva nessuna attitudine per vi ncere. Un giorno il giovanotto gli si present lieto in volto e, per dimostrargli che era abile a giocare, gett sulla tavola una manata di rubli che nella notte av eva vinto a un ufficiale russo. Pochi minuti dopo, il figlio aveva perduto tutto. E Blcher intascando il denaro, concluse: - Te lo avevo detto io che non saresti mai riuscito a vincere? (Chamber's Journa l, agosto 1910). BLUM Leone n. 1872 - m. 1950; uomo politico francese, contemporaneo 1542. Leone Blum, il famoso uomo politico francese, racconta che quando era giov ane amava molto il teatro, ma non sempre poteva trovare i denari per andarci. Un a sera, un suo amico, che era medico di un teatro e come tale aveva la sua brava poltrona in prima fila, si compiacque di cedergliela. Sul pi bello dello spettac olo, un inserviente viene a chiamar Blum di urgenza, perch la prima amorosa s'era sentita male. Imbarazzo del giovane, che non sapeva nulla di medicina, ma non p oteva intanto raccontare come stavano le cose, per non far perdere il posto al s uo amico. Entrato nel camerino, vede l'attrice che si torce in convulsioni. Ries ce con una scusa ad allontanare il direttore e gli altri astanti, per potersi co nfidare con la malata; ma prima che apra bocca, questa torna calma e dice: - Dottore, non sono malata; ma mi raccomando a voi, ordinatemi tre giorni di rip oso, ne ho assoluto bisogno. - Confidenza per confidenza, vi dir che, come voi non siete malata, io non sono d ottore; ma far di tutto per accontentarvi. Fu appunto cos. L'attrice ebbe i suoi tre giorni di riposo, e tutto fu salvo. (Il giardino d'Esculapio). BOABDIL ultimo re Moro di Granata; regn dal 1487 al 1492. 1543. Boabdil, re di Granata, quando gli Spagnoli assediarono la sua citt, and a p ortarne lui stesso le chiavi al re Ferdinando d'Aragona, che gli diede in conseg na un ricco e vasto dominio. Uscendo dalla citt coi suoi, Boabdil si volse a gett ar un ultimo sguardo alla magnifica citt su cui aveva regnato, e non potette trat tenere le lagrime. - giusto - gli disse sua madre - che piangiate come una donna quel trono che non avete saputo difendere come uomo (Encyclopdiana). BOCCACCIO Giovanni n. 1313 - m. 1375; il pi grande prosatore italiano. 1544. Giovanni Boccaccio arriv nei suoi viaggi a Montecassino, e trov che la famos a biblioteca del convento era aperta a tutti i venti: non c'era pi porta, non c'e ra pi chiave, e l'erba nasceva sulle finestre. A quello spettacolo, il grande scr ittore rest cos sconvolto che si mise a piangere. (MONNIER, Il Quattrocento). 1545. Boccaccio aveva repulsione per la politica e per gli affari pubblici, dice ndo che distoglievano la quiete. Per questo Nicol Acciaiuoli gli mise il sopranno me di Johannes tranquillitatum. (MONNIER, Il Quattrocento). BOERHAAVE Ermanno n. 1668 - m. 1738; celebre medico olandese, fondatore dell'insegnamento della ch imica. 1546. Uno dei pi illustri medici fu Ermanno Boerhaave. La sua fama era cos vasta,

che un mandarino cinese gli scrisse con questo solo indirizzo: Al signor Boerhaav e, medico, Europa, e la lettera gli fu recapitata. (PANCKOUCKE). 1547. Quando Boerhaave mori, lasci detto che nella sua biblioteca avrebbero trova to un grosso volume che conteneva tutti i segreti che egli aveva scoperto nell'e sercizio della medicina. Il libro infatti fu trovato, ma tutte le pagine, dalla prima all'ultima, erano bianche. (PANCKOUCKE). BOIARDO Matteo Maria n. 1441 - m. 1494; celebre poeta italiano, autore dell'Orlando innamorato. 1548. Il Boiardo, come signore feudale, doveva rendere giustizia ai suoi sudditi . Un giorno doveva giudicare un tale che aveva dato parecchie percosse a un suo nemico,, e perci avrebbe dovuto essere condannato, per la legge crudele allora im perante, al taglio di una mano. Il buono e gentile Boiardo disse allora al perco sso: - Dagliele indietro, che io mi volto dall'altra parte; e poi ve ne andrete pari pari. (BACCHELLI, La congiura di Don Giulio d'Este). 1549. Quando Matteo Maria Boiardo trovava un bel nome per qualcuno dei suoi pers onaggi, faceva sonare ad allegrezza le campane. Cos le campane salutarono i nomi di Fiordispina, Brunello, Sacripante, Gradasso... (PANZINI, Boiardo). 1550. Governatore di Reggio Emilia per conto del duca d'Este, era cos innamorato di quella terra che diceva: - Se io fossi imperatore, vorrei essere reggiano ed essere benvoluto dalla mia p atria. (Nuova Antologia, 1895). 1551. Come governatore era mite. Un fanatico tent di avvelenarlo. Scopertolo, Mat teo Maria Boiardo gli fece salva la vita non solo, ma avendo dovuto, per giustiz ia, condannarlo a lunga pena, gli ottenne la grazia dal duca d'Este e, dopo brev e prigionia, lo restitu alla libert. (Nuova Antologia, 1895). BOHRER Antonio nato a Monaco nel 1783, morto nel 1852; celebre violinista, scolaro di Kreutzer. 1552. Il famoso violinista Bohrer sonava una sera, in presenza di Berlioz e di t utto un pubblico di ammiratori, un adagio di Beethoven. Il violino sembrava anim ato dal soffio divino di Beethoven e, raddoppiando la forza espressiva, scoppiav a in accenti nuovi, commoventi. Tutti gli ascoltatori trattenevano il fiato, col cuore gonfio; quando a un tratto il violinista si ferm di colpo, pos lo strumento e fugg nella camera vicina. Berlioz e gli altri si precipitarono per sapere che cosa fosse successo. Un amico di Bohrer trattenne costoro e disse: - Non niente. Non ha potuto pi trattenersi. Lasciamolo piangere un po', che poi r icomincer. (BERLIOZ, Souvenirs de voyages). BOiELDIEU Francesco Adriano nato a Rouen nel 1775 - morto 1'8 ottobre 1834; insigne musicista francese. 1553. Boieldieu aveva patito la fame da ragazzo. Il padre gli dava sei soldi la settimana, che dovevano servirgli per un'infinit di piccole spesucce. Un giorno, mentre andava a scuola, incontr un povero vecchio che chiedeva l'elemosina. Il ra gazzo rest talmente impressionato dalla miseria del disgraziato, che gli diede tu tto quel che aveva in tasca, e cio i sei soldi che aveva avuti proprio quella mat tina da suo padre. Il vecchio mendicante non finiva pi di ringraziare il ragazzo di buon cuore e, tr a l'altro, gli disse: - Ragazzo mio, vedrai che tu avrai molta fortuna nella vita. Ebbene, quando sara i felice, ricordati di me. Questa scena rest sempre impressa nella mente di Boeldieu, e pi tardi, a ogni succe sso che aveva, la predizione del vecchio mendicante gli tornava alla memoria, ed egli borbottava tra se e se: Sono i miei soldi, i miei, sei soldi! (Manuel gnral, 1 2 gennaio 1935). 1554. Aveva sette anni, quando l'organista Broche, avendolo una volta sentito so nare al piano, esclam: - Ma questo ragazzo ha un vero temperamento di musicista e diventer una delle mag giori glorie musicali della Francia. Volete che lo prenda come mio scolaro? - Magari! - rispose il padre del ragazzo; - ma noi non abbiamo denari, e voi fate pagar care le vostre lezioni. - Le faccio pagare care a coloro che le prendono senza nessuna disposizione seri

a e come un passatempo; ma a vostro figlio intendo far lezione gratis. Egli mi r icompenser un giorno dicendo alla gente: Sono stato scolaro di Broche. (LAROUSSE). 1555. 'Se non che Broche aveva un curioso sistema d'insegnamento. Diceva che bis ognava esser molto severi con coloro che hanno ingegno e vera disposizione per l a musica, e perci era severissimo con Boeldieu, che percoteva a ogni piccolo error e, pretendendo dal ragazzo un'obbedienza assoluta. Alla madre del ragazzo diceva che il figlio riusciva benissimo nel clavicembalo, ma aggiungeva: - Non ditegli che sono contento di lui, mi raccomando! E gi botte da orbo, alla prima occasione, sul povero ragazzo! Tanto che un giorno che egli era restato solo a casa del maestro e aveva, per disgrazia, fatta una macchia d'inchiostro in un libro, per timore che il maestro inferocito l'uccides se, fugg e si diresse a Parigi, dove lo ritrovarono parecchi giorni dopo. (LAROUSSE). 1556. I genitori e il maestro lo volevano tutto dedito alla musica sacra, ma il piccolo sentiva invece una grande attrattiva per il teatro e metteva da parte tu tto quel che riusciva a guadagnare per pagarsi il biglietto d'ingresso alle oper e. Se non che i guadagni erano rari. Allora il ragazzo pens di entrar a teatro gr atis: ogni volta che c'era rappresentazione d'opera, entrava a teatro al mattino , quando le porte erano aperte per far entrare gl'inservienti e i fornitori; poi si nascondeva tutto il giorno dentro qualche palchetto, e la sera, appena la ge nte cominciava a entrare in teatro, andava a mettersi a un posto in piedi di pla tea, e cos assisteva gratis allo spettacolo. Ma un brutto giorno un macchinista l o colse che se ne stava tutto rannicchiato in un palchetto e, credendo di aver a che fare con un ladro, lo port dal direttore. Questi pure lo credette un ladronc ello e voleva farlo menare in prigione. Ma avendo detto il ragazzo d'essere scol aro di Broche, siccome il direttore era molto amico del vecchio organista, conse nt a far chiamare costui, perch dicesse se era vero o no che fosse suo scolaro. Broche gett le braccia al collo di Boeldieu, e allora maestro e direttore domandarono al ragazzo spiegazione della sua strana presenza nel palchetto. Quando Boeldieu ebbe raccontato la gherminella da lui inventata per entrare in te atro gratis, il direttore non pot far a meno di ridere. - Ma come! E stavi tutto il giorno senza n mangiare n bere? Ma dunque ami molto il teatro? - Tanto, tanto! - esclam il ragazzo. Questa volta il direttore non rise, ma si commosse. - Ebbene, ogni volta che vorrai entrare a teatro, vieni da me, ed io ti far avere un biglietto gratuito. Boeldieu quel giorno tocc la cima d'ogni felicit. (LAROUSSE). 1557. Boeldieu scrisse un melodramma e lo fece rappresentare nella sua citt natale , Rouen. Ebbe tanto successo, che Broche gli consigli di tentar un viaggio a Pari gi. E il ragazzo, con trenta lire in tasca e la sua partitura sotto il braccio, si avvi a piedi a Parigi, dove arriv coperto di fango sino ai capelli, e senza un soldo. Non si scoraggi: cerc delle lezioni private di piano e riusc a sfamarsi alla meglio. And a portar la sua opera al direttore dell'Opera-Comique, che, dopo ave rla ascoltata, gli disse che aveva sbagliato assolutamente mestiere e che non av eva nessuna disposizione per diventar compositore teatrale. - Figlio mio, per comporre la musica, bisogna saper l'armonia, e tu non ne conos ci neanche l'abbic. Potrai essere un buon pianista, ma lascia assolutamente la co mposizione, per cui non sei nato. (LAROUSSE). 1558. Era riuscito a conoscere il famoso violinista Kreutzer: dapprincipio, esse ndo molto timido, non s'era fatto valere per quel che meritava, ma poi, rotto il ghiaccio, aveva raccontato tutte le sue miserie e la sua gran passione per l'ar te teatrale, con tale accento che Kreutzer se n'era commosso e gli disse che una volta al mese lui si trovava con Cherubini e con Mhul a pranzo in una trattoria, e l'invit a venirvi la prossima volta col suo spartito, per farlo sentire a quei due giudici cos competenti. Infatti Boeldieu si present e, alla fine del pranzo, s i mise al piano a sonare. Ma ecco che il terribile Cherubini ogni tanto gli si a

vvicinava e col dito indice segnava sullo spartito, inesorabilmente, ogni piccol o errore d'armonia. Il povero ragazzo tremava tutto. Ma poi il dito non comparve pi. Si vede dunque pensava il giovinetto che la seconda parte del mio lavoro migliore d ella prima ed esente da errori. Giunse cos alla fine dell'opera; se non che quando, finita l'esecuzione, si volt, vide che era rimasto solo. Cherubini, Mhul e Kreutzer se n'erano andati. Ebbe cos la spiegazione dolorosa del perch il dito di Cherubini non era pi comparso a segna re gli errori. (LAROUSSE). 1559. Tuttavia Mhul ebbe compassione di lui e lo present a Erard, il noto editore, in casa del quale Boeldieu divenne familiare. Un giorno mentre era l, entr il famo so cantante Garat, che rivolse la parola al giovanetto. Questi divenne rosso di vergogna, e la cosa piacque molto a Garat: - Bravo, arrossite pure; sono anch'io dell'opinione di Diogene, che il rosso il colore della virt. Avete composto mai nessuna romanza? Boeldieu ne aveva composte tre, e le port al divo Garat, che le esegu mirabilmente davanti a lui, poi disse: - Ragazzo, il grande Garat vi prende sotto la sua protezione. D'ora innanzi canter le vostre romanze nei salotti di Parigi, e gli editori faranno a gara per averle. E cos infatti avvenne. (LAROUSSE). 1560. Boeldieu, che dapprincipio aveva mostrato una grande facilit nella composizi one, diventava sempre pi di gusti difficili, e ora componeva faticosamente e lent amente, e quando aveva finito un'opera, prima di consegnarla, la faceva sentire a tutti i suoi amici e conoscenti; e se, eseguendola, si accorgeva, dalla faccia dell'ascoltatore, che non era piaciuto un pezzo, esclamava: - Lo sapevo io che questo pezzo non valeva niente! Gli altri non sono che degli adulatori: voi s, che mi avete mostrato la verit! E cancellava il brano, rifacendolo da capo. (LAROUSSE). 1561. Era diventato critico severo delle proprie opere. Rifece per ben tre volte una romanza di Cappuccetto rosso, e non era molto soddisfatto nemmeno della ter za. Mentre componeva, teneva presso il pianoforte un cestino, nel quale gettava senza piet ogni suo scritto che non gli piaceva. Qualche Volta, come pentito di q uella strage, indicava il famoso cestino agli amici, dicendo: - In quel cestino c' tanta musica, da poterne fare un'opera eccellente. Ma poi lo ripigliava la sua modestia abituale e gettava tutto al fuoco. (MAURICE, Histoir e anecdotique du thtre). 1562. A Francesco Adriano Boeldieu, quando era diventato il celebre autore del Ca liffo di Bagdad (1830) e della famosa Dama bianca (1825), e alcuni Parigini pret endevano fosse superiore a Rossini, un ammiratore disse, una volta: - Ma voi siete molto al disopra di Rossini, vero? E il Boeldieu, argutamente, diede questa saggia risposta: - Senza dubbio! Abitiamo, difatti, nello stesso stabile: Rossini al secondo, ed io al terzo piano... (Rassegna Fonografica, aprile 1930). 1563. Per non so pi che festa in onore del re Luigi XVIII, avevano pregato Boeldie u di scrivere un pezzo di musica di circostanza. Egli la scrisse infatti, per no nmostrarsi sgarbato: e dopo l'esecuzione, gli dissero che il re gli dava la croc e d'onore. Sebbene da molto tempo il musicista desiderasse vivamente quell'onori ficienza, ora non voleva accettarla, sembrandogli che la musica scritta per l'oc casione non meritasse affatto quest'onore. In queste cose, egli era di una cosci enza scrupolosissima. La cosa fu riferita subito al re Luigi XVIII, che era pres ente; e questi and diretto verso Boeldieu e, presentandogli la decorazione, gli di sse: Signor Boeldieu, accettatela. Non ve l'ho data per quel che avete fatto oggi, ma per quel che avete fatto in passato. Allora il musicista l'accett. (MAURICE, Histoire anecdotique du thtre). 1564. Il musicista s'era recato a riposare per un paio di mesi a casa di suo fra tello, che abitava un villaggio presso Parigi. Il fratello, che aveva un tempo u n negozio di musica, aveva capricciosamente tappezzato la camera dove fece dormi re il musicista, con le pagine di alcuni spartiti che gli erano avanzati, e il c

aso volle che le pagine fossero tutte dell'Otello di Rossini. Siccome la camera era molto stretta, Boeldieu poteva, restando a letto, leggere benissimo quei fogl i di musica; e li lesse infatti con avidit. Il fratello, accortosi che Boeldieu gu ardava insistentemente quelle pagine, voleva ricoprigliele con un'altra tappezze ria, temendo che imbarazzasse la sua ispirazione. - Niente affatto - gli disse Boeldieu; - anzi questa musica di Rossini quello che ci vuole per eccitarmi al lavoro. (MAURICE, Histoire anecdotique du thtre). 1565. Boeldieu mor stoicamente. Poco prima di morire, volle farsi la barba da s, di cendo: - La morte non una buona ragione perch si trascuri la propria persona. Egli voleva essere seppellito sotto un albero, in aperta campagna; e ci volle de l bello e del buono per dissuaderlo. (MAURICE, Histoire anecdotique du thtre). BOILEAU DESPREAUX Nicola n. 1636 - m. 1711; illustre critico letterario francese. 1566. Quando era giovane, Boileau, d'umore simpatico e generoso, ma tutt'altro c he precoce d'ingegno, non dava affatto a capire quel che sarebbe stato un giorno . Suo padre diceva di lui: - Nicola un bravo ragazzo, che non dir mai male di nessuno. (PANCKOUCKE). 1567. Boileau, dopo aver fatto cattiva prova come avvocato e come teologo, si de dic tutto alla critica. Un suo amico l'avvert che si sarebbe fatto molti nemici. - Ebbene - rispose Boileau - io sar sempre un gran galantuomo, e la mia onest non avr nulla da temere da essi. E mantenne la parola. (Encyclopdie mthodique). 1568. Il grande critico francese Boileau, che sotto il regno di Luigi XIV tirann eggi per decine d'anni l'arte poetica di Francia, riceveva di frequente le visite di un gentiluomo di Corte, senza mai renderle. Il cavalier gliene chiese un gio rno la ragione. - C' una differenza fra noi - rispose Boileau; - lei, quando fa visita, guadagna tempo, mentre io lo perdo. (BRNING, Das goldene Buch der Anekdoten). 1569. Il fratello di Boileau era stato invitato a pranzo da due ricchissimi ebre i; e mentre era sul punto di entrare nel loro palazzo, incontr suo fratello. - Vieni a pranzo con me - gli disse; - essi saranno felicissimi di conoscerti. - Oib! - rispose, scherzando, il gran critico - io non voglio trovarmi a tavola c on coloro che hanno crocifisso Nostro Signore. - E perch - esclam suo fratello - me lo ricordi proprio adesso, che il pranzo pron to e i poveretti mi aspettano? (LEON VALLE, La Sarabande). 1570. Boileau era stato curato da Perrault, che come medico non aveva una gran f ama. Un giorno, i due amici litigarono, e il Perrault si lasci andare a qualche m inaccia contro il terribile critico. - Io - rispose secco secco Boileau - temo le vostre ricette, ma non le vostre mi nacce. (Encyclopdiana). 1571. Si parlava di un paralitico, e Boileau disse: - La differenza che c' tra un paralitico e un morto questa sola: che il paralitic o un morto che soffre, mentre il morto un paralitico che non soffre pi. (Encyclopd iana). 1572. Boileau, incontrando un giorno Chapelle, lo rimprover del vizio che egli av eva di bere e di ubriacarsi. L'altro si mostrava contrito e dispostissimo a lasc iarsi convertire; ma, essendo stanco di camminare, propose a Boileau di sedersi in qualche luogo, per continuare con pi calma quel discorso. Il caso volle che a pochi passi di l ci fosse una osteria. Sedettero e ordinarono da bere, poi che il caldo era grande. Bevendo e discorrendo, passarono parecchie ore; intanto i lit ri di vino si succedevano l'uno all'altro e non si contavano pi: a farla breve, i due amici, l'uno predicando la sobriet, l'altro promettendo di praticarla, si ub riacarono, e bisogn riportarli a casa. (GRIMAREST, Vie de Molire). 1573. Il dotto La Chambre, curato di San Bartolomeo, compose in tutta la sua vit a un solo verso, e lo recit un giorno a Boileau. - Che ve ne pare? - gli domand. Signor curato, -rispose malizioso il critico - il vostro verso ha una bellissima rima. (Encyclopdiana). 1574. Luigi XIV lesse un giorno a Boileau alcuni suoi versi, e gliene chiese un giudizio.

- Maest, - rispose Boileau - voi avete cos dimostrato ci che noi sapevamo gi, che ci o niente vi impossibile. Avete voluto fare dei pessimi versi, e ci siete riuscito . (Encyclopdiana). 1575. Nella corte di Francia avevan preso l'abitudine di dire grosso invece di gran de. Luigi XIV domand un giorno a Boileau se tra i due aggettivi ci fosse molta dif ferenza. - Sire, - rispose Boileau - per me c' sempre una gran differenza tra Luigi il Gro sso e Luigi il Grande. (Encyclopdiana). 9 1576. Boileau dava questo consiglio ad un giovine abate che si destinava alla pr edicazione: - Andate a sentire Bourdaloue e Crottin: il padre Bourdaloue vi insegner ci che bi sogna dire, l'abate Crottin, che un pessimo predicatore, ci che bisogna evitare. (DE LA BATUT, L'esprit des grands hommes). 1577. Boileau, quando seppe che il figlio di Racine si occupava di poesia, gli d isse: - Sappiate e ricordatevi che l'immortale Omero non ha avuto figli poeti, e il di vino Virgilio nemmeno, e l'inimitabile Racine non ne avr mai! (DE LA BATUT, L'esp rit des grands hommes). 1578. Il giorno che il presidente Mesmes fu ricevuto tra gli Accademici, Boileau gli si fece vicino e gli disse: - Presidente, sono venuto vicino a voi per ricevere i vostri complimenti, avendo d'ora innanzi la fortuna di potermi chiamare vostro g collea. (PANCKOUCKE). 1579. La Pulzella di Chapelin fu una delle pi grandi delusioni della Francia di L uigi XIV. Boileau, Racine, La Fontaine ed altri amici si radunavano spesso in un a specie di circolo privato, dove, in mezzo al tavolo, era una copia del famiger ato poema. Quando qualcuno dei convenuti faceva qualche errore, o arrivava in ri tardo all'adunanza, era punito; e la punizione consisteva in questo: che il disg raziato doveva leggere qualche verso della Pulzella; nei casi di recidiva o di g ravissime colpe, si arrivava sino a far leggere al condannato una pagina intera del poema, ma non mai di pi, perch - dicevano - la pena sarebbe stata troppo feroc e. (PANCKOUCKE). 1580. Il padre Bouhours, per dimostrare a Boileau la grande stima che aveva di l ui, non fece che citare in un suo volume, quasi ad ogni pagina, il nome del crit ico illustre. Avendo incontrato dopo qualche tempo Boileau, gli fece notare la c osa. - vero, e vi ringrazio - rispose il critico; - ma mi avete messo in cattiva comp agnia. (Encyclopdie mthodique). 1581. Boileau, spirito caustico e satirico, era invece, nella vita, mite, umano, generoso. Perci la signora Svign diceva di lui: - Boileau crudele soltanto in versi. (Encyclopdie mthodique). 1582. Un giorno La Fontaine, Molire e. Boileau discutevano vivacemente sulla vero simiglianza degli a parte, di cui si fa tanto uso a teatro. Il pi accanito avversar io di essi era La Fontaine che sosteneva calorosamente la loro inverosimiglianza . Mentre egli parlava, Boileau diceva: - Che testardo, che stravagante quel La Fontaine! E La Fontaine, tutto preso dalla discussione, non sentiva. Era gi un buon quarto d'ora che Boileau continuava a dire ingiurie contro il buon La Fontaine, e tutti ridevano. - Perch ridete? domand La Fontaine. - Perch - rispose Boileau; - mentre voi sostenete l'inverosimiglianza degli a part e, io sto facendo un a parte contro di voi, e voi non ve ne siete accorto. (Encyclo pdiana mthodique). 1583. Ad ogni nuova opera di Boileau, i critici ne parlavano male. I suoi amici ne erano dispiaciuti; ma Boileau li confortava, dicendo: - Come! E non sapete che le buone opere sono quasi sempre accolte male, e che delle opere cattive non si parla affatto? (Encyclopdie mthodique). 1584. In una satira, Boileau aveva chiamato il pasticciere Mignot avvelenatore. Mi gnot voleva ricorrere al magistrato; ma gli dissero che avrebbe avuto torto, per

ch si trattava di uno scherzo innocente. Allora, per vendicarsi, avendo saputo ch e l'abate Crottin aveva scritto una satira feroce contro Boileau che nessun edit ore voleva pubblicare, la fece stampare a sue spese, e se ne serviva per incarta re i pasticcini che uscivano dal suo negozio. Boileau rise molto di questa vende tta, e mandava spesso a comprare i pasticcini di Mignot, per avere il piacere di ridere coi suoi amici di quella strana maniera di nuocergli. Infine Mignot smis e di esitare la satira del Crottin, perch s'avvide che col suo sistema aveva reso anche pi popolare e stimato il nome, del suo nemico, (PANCKOUCKE). 1585. Capit una volta a Boileau di questionare col fratello, che nel calore della discussione profer parole molto aspre contro di lui. Gli amici si misero di mezz o per rappaciarli, e supplicarono Boileau di perdonare. Volentieri - rispose il critico; - perch io mi sono contenuto e non ho detto ness una sciocchezza; ma, se mi fosse uscita di bocca una sciocchezza qualunque, non gliela avrei pi perdonata. (PANCKOUCKE). 1586. La gloria sempre relativa. Per grande che fosse la fama e la popolarit del Boileau, gli capit una volta che, nel riscuotere la pensione elargitagli dal re, p erch soddisfatto della sua opera (come diceva testualmente il decreto), colui che doveva pagargliela domand che razza di opere avesse fatte. - Opere di muratura - rispose il Boileau; - perch io faccio il capomastro. (Encyc lopdie mthodique). 1587. Avendo Boileau saputo che il celebre Patru, avvocato di grido e accademico di Francia, era ridotto in tale miseria da dover vendere la sua cara biblioteca , e che alcuni speculatori stavano per comprarla per pochi denari, egli and a tro varlo, gli offr il doppio degli altri e volle che Patru conservasse l'uso della b iblioteca per tutta la vita. (Encyclopdie mthodique). 1588. Boileau domand una volta al poeta Chapelle che cosa pensava della sua opera . - Oh, , fece Chapelle - va l, che tu sei un bue che fa bene il suo solco! (GUERAR D, Dictionnaire d'anecdotes). 1589. Racine, quando disputava con qualcuno, voleva avere ragione a tutti i cost i e sosteneva il suo punto di vista con molta presunzione. Una volta che disputa va col Boileau, questi tagli corto alla disputa, esclamando: - Amico mio, preferisco aver torto, piuttosto che aver ragione cos orgogliosament e. (BOUHIER, Souvenirs). 1590. Boileau aveva, nella sua Art potique, criticato Perrault che da medico s'er a fatto architetto. Il Perrault se ne lament col ministro Colbert, che infatti ri mprover il poeta. Questi, qualche giorno dopo,- mand al Perrault la sua giustifica zione, che sonava cos: - vero, nei miei versi ho detto che un celebre assassino, da, medico igno. rante che era, divenne un abile architetto. Ma non intendevo affatto alludere a voi. Voi si, siete un medico ignorante, ma non avrei mai commesso l'errore di chiamar vi abile architetto. (Encyclopdiana). 1591. Boileau era sempre preciso agli appuntamenti, e a chi gliene richiedeva la ragione, diceva: - Perch ho osservato che coloro che attendono non pensano ad altro che ai difetti di coloro che li fanno attendere. (Encyclopdiana). 1592. C'era a Corte un uomo potentissimo, ed era il gesuita Ferrer, confessore d el re, e naturalmente la sua anticamera era sempre piena di sollecitatori. And una volta a fargli visita Boileau, e Ferrer lo accolse premurosamente domanda ndogli in che cosa poteva essergli utile. - Reverendo, - rispose Boileau - vengo ad offrirvi uno spettacolo inaudito: quel lo di un uomo, e sono io, che non ha nulla da chiedervi! (Manuel gnral, 29 giugno 1935). 1593. Il duca d'Orleans aveva invitato a pranzo Boileau in un giorno di magro; m a, essendosene il principe dimenticato, furono servitiGSPLIT:uPalazzi-Zanichelli 1 9< .txtArchivio GSplit&{5F9160D1-68ED-4692-9DC5-DA0556BA26AC}sm >

You might also like