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ettura cos oscena.

Ma Cristina, che s'era accorta della manovra, prese il libro e , avendone scorse alcune righe, si mise a ridere, e volle che una signorina del suo seguito glielo leggesse. Non ostante le proteste e i rossori della signorina , che si vergo- gnava di leggere cose tanto audaci, la regina se ne fece legger e alcuni passi, poi esclam: Oh, che bel breviario questo! Non vorrei leggerne mai altro. (E. CoLOMBEY, Ruell es, salons, etc.). 3687. Cristina di Svezia, stupita della leggerezza delle donne alla corte di Fra ncia, un giorno che esse discutevano sul modo di portare nello stesso tempo il m anicotto e il ventaglio, disse loro: Se fossi la vostra regina, proibirei i ventagli a una met di voi che gi troppo sve ntata. Quanto all'altra, non ha bisogno di manicotto, perch gi troppo calda! (DE L A BATUT, L'esprit des grands hommes). 3688. Cristina di Svezia, nel momento di partir da Parigi, riassunse cos le sue i mpressioni sulla Francia: Ho visto tanti letterati e accademici illustri, tante celebrit della scienza e de lla politica, ma non ho visto niente che potesse reggere il paragone con Ninon d e Lenclos. (E. COLOMBEY, Ruelles, salons etc.). 3689. La regina Cristina di Svezia soleva dire: - Io amo gli uomini non perch sono uomini, ma perch non sono donne. (BRING, Das gol dene Buch der Anekdoten). 3690. La regina Cristina di Svezia soleva dire: Nel mondo ci sono due sole nazioni: quella dei galantuomini e quella dei farabut ti. (Anecdotes du Nord). CROISSET (Francis de) nato a Bruxelles nel 1877, stabilito a Parigi dall'et di diciotto anni, commediog rafo francese. 3691. Il nonno avrebbe voluto farne un incisore come lui, ma il piccolo Francis era refrattario alla pittura e al disegno. Il padre voleva farne un ufficiale e lo mise alla Scuola Militare; ma il piccolo era refrattario anche alle matematic he. Un giorno (aveva allora quattordici anni) il padre lo sorprese a scrivere qu alcosa, che, al suo apparire, il ragazzo nascose gelosamente. Fammi vedere. Che cosa stavi facendo? domand il padre, messo in sospetto da quel contegno. Scrivevo dei versi rispose il ragazzo. Era vero. Allora il padre gli diede due schiaffi. Naturalmente questo fatto non fece che radicare pi profondamente nel ragazzo la passione per i versi. (Les nouv elles littraires, 29 giugno 1929). 3692. A diciassette anni. Croisset aveva scritto un libro di versi: Le notti di un giovane di quindici anni. Veramente diceva pi tardi Croisset a quindici anni la notte io dormivo e non face vo altro; ma, come i vecchi poeti fanno delle poesie su ci che rimpiangono, cos i poeti giovani fanno le poesie su ci che desiderano. Bisognava trovare un editore, e la cosa non era facile. Il giovane fu raccomanda to a Mirbeau. Lo and a trovare in campagna. - Sapete giocare a tennis? gli domand Mirbeau. Perbacco! il mio forte rispose il giovinetto. Ma gioc cos male, che Mirbeau, alla fine, disse: Ho deciso di leggere i vostri versi. Debbono esser molto belli; perch in quanto a l tennis, voi lo giocate male male, proprio da poeta. Lesse i versi e gli fece una prefazione: cosa che facilit la pubblicazione del vo lume. (Les nouvelles littraires, 29 giugno 1929). 3693. In un viaggio a Ceylon, Francis de Croisset si trov una sera in un circolo di ufficiali inglesi, e il discorso si aggirava sui costumi del luogo. . Curioso paese! esclamava un colonnello. Ogni cosa bella qui, meno le donne! A vent'anni sono gi vecchie. Oh, non tutte! protest, facendosi rosso, un giovane sottotenente. Ha ragione riprese un capitano. Io conosco una signora che molto bella e fresca ed ha ventisette anni.. - E la mia dice il giovane sottotenente ne ha ventitr.

- Forse la stessa osserv de Croisset. (L'esprit de Francis de Croisset). 3694. Si parlava, in presenza di de Croisset, di due persone che, appena s'erano vedute, s'erano innamorate l'una dell'altra. - t il famoso colpo di fulmine! disse uno dei presenti. - Si dovrebbe piuttosto chiamare corto circuito rispose de Croisset perch di soli to seguto dalla pi profonda oscurit. 3695. Un giovane amico di Francis de Croisset stava per sposarsi. De Croisset gl i diede, come regalo di nozze, questo consiglio: Non so se tua moglie bella o brutta. Ma stai bene attento. Se bella, non dirglie lo, perch inutile, e lei lo sa prima di te. Dille invece: Oh, come sei intelligen te! . E lei lo creder, perch lo spera. Se poi, per caso, fosse brutta, allora devi dirle a tutto spiano: Oh, come sei bella! Ed ella penser: Ho sposato un'anima di artista . (L'esprit de Croisset). 3696. Durante un viaggio in America, una sera Francis de Croisset si trovava con una signora americana, la quale, sebbene fosse gi al suo quinto divorzio e non a vesse ancora trent'anni, si scandalizzava di una coppia, loro vicina di tavola, perch i due colombi non erano sposati. De Croisset cercava di calmare i furori della signora divorziata, dicendole: Che volete? Sono cos giovani! E da giovani bisogna pur commettere qualche pazzia. la dama americana: Ma c' il matrimonio per questo! (L'esprit de Francis de Croisset). 3697. Una signora diceva un giorno a Francis de Croisset: Io amo soprattutto la sincerit. E de Croisset pronto: Per bisognerebbe dirlo senza belletto in viso! (L'esprit de Croisset). CROMMELYNCK Fernando commediografo belga contemporaneo. 3698. Un giorno una signora russa chiese a Crommelynck che volesse scrivere una commedia per la Russia sovietica. Oh, giusto appunto rispose l'autore teatrale ho saputo che in Russia hanno rappr esentato il mio Cocu magnifique, e non mi hanno mai dato un soldo di diritti d'a utore. - Naturale osserv la signora perch voi non siete comunista. - Dunque in Russia bisogna esser comunista per aver il diritto di diventare capi talista? (Gringoire, 1934). CROMWELL Oliviero n. 1599 - m. 1658; famoso capo della Rivoluzione Inglese. 3699. Il nonno di Oliviero, sir Enrico, era un cavaliere appartenente alla borgh esia ricca, e possedeva un castello chiamato Hinchingbrooke, con una vasta tenut a. Un giorno che il piccolo Oliviero era andato a trovare il vecchio nonno, una scimmia che costui possedeva rub il bambinetto e lo port sul pi-alto comignolo del castello, con grande spavento di tutti. certo che, se la scimmia avesse lasciato cadere il bambino da quell'altezza, la storia dell'Inghilterra sarebbe stata diversa. (DRINKWATER, Cromwell). 3700. Un giorno il re Giacomo I fu ospite di sir Enrico, figlio di Cromwell, nel suo castello di Hinchingbrooke, e port con s suo figlio Carlo, il quale, da quel bambino che ,era, si mise a giocare col nipote del castellano, il piccolo Olivie ro. Giocando tra loro, Cromwell diede una spinta a Carlo, il quale cadde a terra . Simbolo di quello che doveva accadere un giorno, assai pi tragicamente! (DRINKW ATER, Cromwell). 3701. Carlo I, per porre un argine all'eccessiva emigrazione degli Inglesi in Am erica, pubblic un editto che vietava ai capitani delle navi di accettare emigrant i che non fossero muniti di due paia di scarpe. Alla pubblicazione di quel decre to, Cromwell era gi imbarcato su una nave che faceva il viaggio per Boston, dove appunto Cromwell voleva emigrare in cerca di for- tuna. Egli per non aveva le due paia di scarpe prescritte, e il capitano della nave, per non aver seccature, lo fece sbarcare. Certo re Carlo non immaginava mai che il suo decreto tratteneva in Inghilterra colui che, appena dieci anni dopo, doveva essergli cos funesto. (G UERARD, Dictionnaire d'anecdotes). 3702. Le prime volte che Cromwell parl alla Camera dei Comuni non ebbe modo di fa r valere il suo fascino. Tuttavia la sua presenza non pass inosservata. Uno dei d

eputati domand al deputato Hampden: Ditemi chi costui che ha parlato poco fa? Dal calore che ha messo nelle sue paro le, capisco che deve essere dei nostri. Hampden rispose: - Quell'uomo dall'aspetto trasandato non parla in verit troppo correttamente; ma se un giorno, che Dio non voglia, dovremo venire a lotta aperta col Re, egli sar uno dei primi uomini del regno. (DRINKWATER, Cromwell). 3703. Il giorno che Cromwell spos Elisabetta Brenton, il 22 agosto 1620, i due sp osi all'uscita dalla chiesa di San Giles, videro alcuni scolaretti che uscivano dalla scuola vicina; tra essi era un ragazzino dall'aspetto selvaggio, che aveva una cartella nuova sotto braccio: era Giovanni Milton, il futuro grande poeta c he fu partigiano di Cromwell. (DRINKWATER, Cromwell). 3704. Aveva sposato Elisabetta Brenton, molto bella e d'ingegno vivace. Ella riu sc a piacere a un vescovo puritano, Giovanni Williams, che era Ministro di Stato e aveva un gran credito presso il re Carlo I. Sembra che Elisabetta sia diventat a presto l'amante del Ministro, e questi, in riconoscenza, fece far fortuna al m arito. I primi passi di Cromwell sarebbero perci dovuti. alle grazie di sua mogli e. Non si sa se egli si accorgesse della tresca di Elisabetta; a ogni modo non f u mai geloso di lei. (Dictionnaire de l'Amour). 3705. Le truppe-repubblicane erano venute a battaglia con quelle di Carlo I nell a pianura di York, e stavano per avere la peggio. Cromwell, allora semplice uffi ciale, apprese la notizia della disfatta mentre stava in un posto di medicazione a farsi curare una ferita che aveva avuta al braccio destro. Rimont subito a cav allo per correre nella mischia; e avendogli il medico detto che almeno gli faces se finire di bendar la ferita, egli rispose: A che mi servirebbe questo braccio, se perdessimo la battaglia? (Encyclopdie mthod ique). 3706. Il 19 aprile 1653 Oliviero Cromwell si present con un drappello di soldati ed, entrando nel Parlamento di viva forza, impose al Presidente di lasciare il s uo seggio e ai deputati di andarsene, che gi fin troppo li aveva tollerati. Poi s tette l a vedere i deputati che se ne andavano, usc lui per ultimo e fece chiudere a chiave la sala. Il giorno dopo fece affiggere sulla porta del Parlamento una scritta: Casa da affittare . (CESANO, Storia aneddotica del Parlamento inglese). 3707. Durante la famosa Rivoluzione Inglese, Oliviero Cromwell rese celebre il m otto: Preghiamo Dio, s; ma teniamo anche asciutte le polveri. (Nuova Antologia, 1895). 3708. Filippo di Pembroke, uomo molto spiritoso, visse ai tempi della Rivoluzion e Inglese, alla quale era ostile, essendo partigiano della monarchia. Quando mor, si trov un suo testamento ironico che fece parlar molto di lui. Esso, tra le alt re cose, diceva: Lascio tutta la selvaggina delle mie tenute a lord Salisbury, perch ho notato che , sebbene si proclami un gran cacciatore, non ha mai ucciso un animale: cos sar si curo che la selvaggina delle mie tenute sar premurosamente conservata. All'illust re lord Saye non lascio nulla, sicuro che egli non mancher di distribuire questo mio legato ai poveri. A Tommaso May, a cui ruppi il naso durante una discussione , lascio cinque scellini, e avrei voluto lasciargli di pi, ma tutti coloro che ha nno letto la sua Storia del Parlamento sanno che non merita di pi. Finalmente lascio a Oliviero Cromwell una delle mie p romesse, delle quali egli deve aver gran bisogno, poi che non ha mantenuto mai l e sue . (Chambers's Journal, dicembre 1910). 3709. Si era innamorato di Akata, moglie di un generale di nome Lambert e ne div enne l'amante. Se non che Akata lo tradiva con Enrico Rich conte d'Olanda che er a nemico di Cromwell, appartenendo al partito realista. Siccome Cromwell aveva c onfidato all'amante la sua intenzione di assediare Colchester, costei lo ridisse a Rich, il quale fece fare fortificazioni nella .citt. Poich Cromwell non aveva c onfidato la sua intenzione ad altri che ad Akata, cominci ad aver sospetti su di lei, e corrompendo una cameriera della signora, scopr tutto l'intrigo. Qualunque altro avrebbe fatto delle scene di gelosia. Cromwell invece finse di non saper nulla e continu come prima a veder l'amante e a farle confidenze: se non che le f aceva false confidenze per ingannare i realisti, e ci riusc. Si deve a questa pol

itica la vittoria che riport a ' Naesby, dando a intendere ad Akata che avrebbe f atto una spedizione in Scozia, cosa non vera. (Dictionnaire de l'Amour). 3710. Giunto ai fastigi del potere, Cromwell non era felice. Tutt'altro! - Vedete diceva a un suo amico come sono occupato? Non ho mai un momento libero. Oh, non capisco davvero come si possano ambire le grandi cariche e il potere! I o per me non li ho cercati. (DRINKNVATER, Cromwell). 3711. Cromwell dovette subire parecchi attentati, ma dopo aver fatto imprigionar e i colpevoli e averli fatti ammonire, voleva che si rilasciassero in libert. (DR INKWATER, Cromwell). 3712. Nella battaglia di York, tra realisti e puritani, questi ultimi avevano la peggio, e il generale Manchester stava fuggendo, a capo delle sue truppe, quand o s'imbatt in Cromwell. Costui gli disse soltanto questo: Badate, generale, che sbagliate direzione: il nemico, dalla parte opposta. Il generale, messo sul punto d'onore da questo ingegnoso rimprovero, torn sui suo i passi e riport una bella vittoria. (Vie de Cromwell). 3713. Durante la battaglia di Dumbar vennero ad avvertire Cromwell che Ireton, s uo genero e generale che comandava l'ala destra dell'esercito, era caduto gravem ente ferito e che tutte le truppe ai suoi ordini, spaventate dall'avvenimento, s i davano alla fuga. Cromwell rest imperturbabile a quella terribile notizia, e pe r tutta risposta esclam: Che merito ci sarebbe a vincere, se non ci fossero difficolt? E, volando in socco rso dei suoi, riusc a trattenere i fuggiaschi e a cambiare le sorti della battagl ia. (E. GUERARD, Dictionnaire d'anecdotes). 3714. Dopo la battaglia di Dumbar, il comitato dell'esercito di Londra voleva fa r coniare in suo onore una medaglia con la. sua effigie, e l'universit di Oxford voleva dargli la carica di cancelliere di quello studio. Cromwell mwell pre- g il comitato di rinunciare all'idea della medaglia e all'universit rispose che non s i sentiva degno, per molte ragioni, dell'onore che volevano fargli, e proponeva che in sua vece fosse nominato a quella carica un dottore che, avendo combattuto sotto i suoi ordini, si era distinto per coraggio. (DRINKWATER, Cromwell). 3715. Davanti alla folla che, alla sua entrata trionfale a Londra, si pigiava su l suo passaggio, per applaudirlo, Cromwell osserv: Se mi conducessero al patibolo ce ne sarebbe altrettanta! (DE LA BATUT, L'esprit des grands hommes). 3716. Cromwell aveva saputo che il Parlamento voleva ritirargli il titolo di Pro tettore. Entr alla Camera dei Deputati a testa alta e, con gran fierezza, disse: Mi hanno detto che volete levarmi il titolo di Protettore. Ecco qui il decreto c he me lo accordava. Vorr vedere chi di voi sar tanto ardito di prenderlo. (Encyclo pdie mthodique). 3717. Cromwell si abbandonava talvolta a buffonate e a scherzi di bassa lega. Qu ando l'Alta Corte di Giustizia stava firmando la sentenza di morte di Carlo I, a tto indubbiamente della maggiore gravit, Cromwell, prendendo in mano la penna per firmare, fece con l'inchiostro, per scherzo, un largo baffo sul volto del suo v icino ed amico Martin. E, tutto contento di quella dubbia spiritosaggine, si mis e a ridere. Spesso anche invitava a pranzo degli ufficiali e, quando le vivande erano messe in tavola, a un suo segno uscivano dalle stanze vicine dei soldati c he vi aveva messo lui, e portavano via tutto ai convitati, con grande stupore di questi. (PANCKOUCKE). 3718. Si dice che Cromwell volle vedere il cadavere del re Carlo I, dopo la deca pitazione. Sollevando la testa del re, egli pronunzi queste memorande parole: - Era di costituzione forte, e sarebbe vissuto a lungo! (WARWICK). 3719. Quando Cromwell aveva da dettare qualche lettera importante il cui contenu to doveva restare segreto, dettava ai suoi segretari quattro o cinque lettere di fferenti e contraddittorie, e non diceva loro quale delle tante egli sceglieva p er spedire. In questo modo il segreto era mantenuto. (E. GUERARD, Dictionnaire d 'anecdotes). 3720. Gerolamo Withrite, povero cappellano inglese, aspirava alla mano di France sca, figlia di Cromwell. Costui cap le idee ambiziose del cappellano e lo sorvegl i. Un giorno infatti lo colse che stava inginocchiato ai piedi di Francesca, e di ventando, per tanto ardire, furibondo, stava per pronunziare terribili parole di

condanna contro l'audace, quando costui, con subita prontezza di spirito, suppl ic: Generale, aiutatemi anche voi a persuader vostra figlia che mi permetta di sposa re la sua cameriera. Cromwell rest cos sorpreso e ammirato di questa presenza di spirito, che combin sed uta stante il matrimonio del giovane con sua figlia. (Encyelopdiana). 3721.Una volta Cromwell, parlando con alcuni suoi amici, disse: Si va veramente molto lontano, soltanto quando non si sa dove si va. (VOLTAIRE). 3722. Quando Cromwell era sul letto di morte, diceva a quanti venivano a trovarl o: Non temete, non morr: Dio mi ha fatto sapere che non ancora giunta l'ora della mi a morte. E, appena rest solo con un amico, gli spieg la ragione di quelle sue strane parole , cos: Che cosa vuoi? Se non muoio, passer per profeta; e se muoio, che m'importa se si penser che ero un impostore? (Encyclopdie mthodique). 3723. All'epoca di Cromwell, il fanatismo repubblicano era tale che s arriv a camb iare nel Paternostro le parole: Venga il regno tuo . con queste altre: Venga la t ua repubblica . (PUFFENDORF). 3724. Riccardo Cromwell, alla morte di suo padre, gli succedette pacificamente n el Protettorato; ma, anima mite e generosa, si dimise poco dopo. Tornati gli Stu art, egli credette prudente di fare un viaggio fuori dell'Inghilterra. Viaggiand o in incognito, sotto un falso nome, conobbe il principe di Conti, e si mise con lui a chiacchierare dei fatti della sua patria. Il principe dimostr molta ammira zione per Cromwell, che egli diceva coraggioso, audace e pieno di genio. Poi dom and: E di quell'imbecille del suo figliuolo Riccardo, che se n' fatto? Lo stupido non ha saputo tirar partito n della fortuna n dei delitti di suo padre! Quell'imbecille del figlio rispose Riccardo ha preferito andarsene, piuttosto ch e conservare il potere col delitto e con l'ingiustizia. (Encyclopdie mthodique). CUIACCIO (Giacomo de Cujas, detto) n. 1522 - m. 1590; giurenconsulto francese, il maggiore giurista del suo secolo. 3725. Cuiaccio aveva una figlia molta carina, a cui piacevano non poco gli uomin i. Figuratevi se gli scolari del padre marinavano volentieri la scuola per far l a corte alla bella ragazza! Essi dicevano allora: Andiamo a commentare le opere di Cuiaccio. (MENALE). 3726. La figlia del grande Cuiaccio si chiamava Susanna, ma era tutt'altro che la casta Susanna : fu famosa anzi per la sua impudicizia. Venne maritata a soli q uindici anni; ma allora non era gi pi vergine. Dopo il suo matrimonio, le sue gala nterie divennero anche pi sfacciate, tanto che il marito ne mori di crepacuore. U n collega di Cuiaccio, che era conte, era diventato uno dei tanti amanti di Susa nna. Voi venite spesso a trovar mia figlia gli disse una volta Cuiaccio. Che diamine f ate insieme? Oh! noi facciamo dei conticini... rispose il conte, ridendo. (Dictionnaire de l' Amour). 3727. Un giorno uno scolaro port a far leggere a Cuiaccio un suo epigramma. Cuiac ci lo lesse e rilesse e poi disse allo scolaro: Amico mio, ma io non riesco a trovare il verbo in questa proposizione. Ditemi vo i dove l'avete messo. Ma io rispose lo scolaro, confuso ero venuto appunto a farvi leggere l'epigramma sperando che il verbo, che neanche io riuscivo a trovare, lo avreste trovato vo i! (Diversitez curieuses). CURIE Pietro e Maria illustri coniugi scienziati, scopritori del radio: Pietro nato a Parigi nel 1859 , vi mor nel 1906: Maria, nata a Varsavia nel 1867, mor a Parigi nel 1934. 3728. Erano creature semplici, come tutte le grandi anime. Mentre continuavano l e estenuanti ricerche che portarono all'importante scoperta del radio, nella gel ida baracca in cui avevano impiantato il loro laboratorio, Maria e Pietro Curie di quando in quando abbandonavano per qualche minuto gli apparecchi scientifici

per riposarsi, e in quelle pause conversavano tra loro... parlando il pi delle vo lte di quella sostanza ancora ignota, di cui erano tutt'e due innamorati, e i lo ro discorsi passavano talora dal sublime al puerile. Mi domando disse un giorno Maria al marito, con l'ansiosa curiosit della bimba a cui stato promesso un nuovo balocco quale aspetto avr. E tu, Pietro, come te lo i mmagini? Non so proprio rispose con dolcezza lo scienziato. Ma vorrei tanto tanto che ave sse un bel colore. (IRENE CURIE, Vie de Madame Curie). 3729. Questo aneddoto riassume assai bene le reazioni dei coniugi Curie dinanzi a quelli che Pietro chiamava i favori della fortuna . Diventati celebri e alla mo da, i due coniugi pranzavano un giorno all'Eliseo, invitati dal Presidente della Repubblica di allora, che era Emilio Loubet. Nel corso della serata, una signor a si avvicina a Maria e le domanda se vuole essere presentata al re di - Grecia. Maria, distratta chi sa dietro quali pensieri, non riconobbe la signora, e ingen uamente, con dolcissima voce rispose queste troppo sincere parole: Non ne vedo la necessit. Ma, appena pronunziate meste parole, si accorse improvvisamente che la signora e ra nientemeno la signora Loubet. Arross, si confuse, e riprendendosi disse: Oh, certo... certo... s. Far come voi volete! (IRENE CURIE, Vie de Madame Curie). 3730. Nel 1903, a Londra, ufficialmente invitati alla Royal Institution, i coniu gi dovettero partecipare a ricevimenti e a banchetti organizzati in loro onore. Sempre vestita di scuro e senza un gioiello, Maria si compiaceva tuttavia di gua rdare i gioielli magnifici che sfoggiavano le altre signore; e una sera si accor se con stupore che persino suo marito, sempre tanto distratto, studiava attentam ente le collane, i diademi, gli orecchini e i braccialetti delle signore. Non avrei mai creduto dise Maria, mentre si preparava per coricarsi che al mondo esistessero tanti gioielli e cos belli. Hai visto che splendore? Pietro scoppi allora in una grossa risata. Figurati che, nel corso della cena, non sapendo come ingannare il tempo, avevo i nventato questo giochetto: di calcolare quanti laboratori chimici si potrebbero costruire vendendo i gioielli che quelle signore portavano addosso. Il momento d ei brindisi in nostro onore venne a interrompere il mio divertimento: ebbene, il numero dei laboratori aveva gi raggiunto cifre astronomi che! (IRENE CURIE, Vie de Madame Curie). CURZON Giorgio n. 1859 - m. 1925; uomo di Stato e scrittore politico inglese, che dal 1898 al 1 905 fu Vicer dell'India. 3731. Teneva lord Curzon una conferenza a Londra, alla Societ di Geografia, in pr esenza di re Edoardo, quando, a un dato momento, sullo schermo delle proiezioni che accompagnavano il suo dire, apparve una giovane Annamita vestita solo delle sue grazie naturali. L'apparizione inattesa specialmente inattesa dal conferenzi ere gitt la sala nell'ilarit. E, quando, torn la calma, lord Curzon imperturbabile comment: Debbo constatare, o signori, che questo incidente, pur assicurando il successo d ella mia conferenza, ha immediatamente distrutto il mio prestigio di conferenzie re serio. CUVIER Giorgio nato nel 1769; morto nel 1832; celebre naturalista francese. 3732. Trattava tutti gli scienziati, anche i pi giovani, come suoi eguali. Un gio rno, discutendo un'ipotesi scientifica con un giovanissimo professore di storia naturale, questi, intimidito, non osava contraddirgli e non faceva che ripetere, con evidente imbarazzo: - Signor barone, signor barone! - Qui, caro mio, rispose Cuvier non ci sono baroni. Ci sono due scienziati che s i preoccupano solamente di scoprire la verit. (LAROUSSE). 3733. Cuvier amava moltissimo gli asparagi, che mangiava di preferenza all'olio. Un giorno egli fece preparare un piatto della vivanda preferita e invit un abate suo amico, anch'esso amante degli asparagi, che per li preferiva al burro. Perci Cuvier aveva ordinato di servire gli asparagi met all'olio e met al burro. All'improvviso Cuvier vede l'amico abbattersi con la testa sul tavolo. Spaventat

o, gli si precipita accanto, tenta di soccorrerlo, ma si deve subito convincere che l'abate morto. Un colpo di apoplessia lo ha fulminato. Allora Cuvier corre in cucina e grida: - Tutti all'olio, gli asparagi! (BRING, Das goldene Buch der Anekdoten).. 3734. Sul letto di morte, il grande scienziato disse ad un amico, il cancelliere Pasquier, che era andato a trovarlo: Me ne vado... Mi rincresce di non aver avuto il tempo di finire un lavoro che av rebbe potuto essere utile. (P. MNIRE, Journal). D'ACHIARDI Antonio n. 1839 - m. 1902; insigne naturalista e mineralologo italiano. 3735. Il professor Antonio D'Achiardi, caratteristica figura, che gli studenti c hiamavano Il padre Anchise , aveva da giovane, in seguito ad una pericolosa esper ienza di chimica, perduto un occhio; perci ne aveva uno di vetro. Severo, ma gius tissimo, era uno di quei professori che non si potevano prendere a gabbo. Una vo lta un suo amico gli raccomand uno studente un po' duro e termin dicendo: Insomma... sta bene... ne sapr poco... ma potresti anche chiudere un occhio! Al che, pronto, il D'Achiardi: Caro mio, se chiudo un occhio resto cieco! (VINASSA, Aneddoti universitari). DACIER Andrea n. 1651 - m. 1722; filologo francese; insieme con la moglie attese alla famosa p ubblicazione degli autori classici conosciuta sotto il nome . ad usum Delphini . 3736. Dacier fu richiesto quale preferisse dei due poeti, Omero o Virgilio. Omero rispose pi bello di almeno mille anni. (PANCKOUCKE). 3737. Pregarono la dotta signora Dacier di scrivere un pensiero in un album. Ell a, vedendo che quell'album conteneva autografi dei pi sapienti uomini d'Europa, s i scherm, dicendo che si sarebbe vergognata di aver tanta audacia di mettere il s uo povero nome con quello di tanti illustri signori. Ma poi che s'insisteva a ci che ella scrivesse nell'album qualche cosa, essa vi scrisse il verso di Sofocle: Il silenzio il pi bell'ornamento delle donne . (Encyclopdiana). DAENS Giovanni ricco negoziante di Anversa, rimasto celebre per un atto di suprema adulazione v erso l'imperatore Carlo Quinto. 3738. Giovanni Daens, celebre mercante di Anversa, era molto ricco, tanto che pr est due milioni a Carlo Quinto. Qualche tempo dopo, invit l'im Aeratore a casa sua e gli serv un pranzo sontuosissimo, alla fine del quale si fe ce portare un braciere di fuoco sul quale bruci la ricevuta dei due milioni che C arlo Quinto gli aveva rilasciata. Alle meraviglie del sovrano, Daens, rispose con molta semplicit: Gran principe, l'onore che mi avete fatto, accettando di mangiare in casa mia, m i paga a usura di quel che posso un giorno avervi prestato. (BLANCHARD, Ecole de s moeurs). DALBONO Edoardo nato a Napoli nel 1841, morto nel 1915; insigne pittore italiano. 3739. Dalbono amava molto i gatti e ne teneva sempre in casa un , paio di dozzin e. Un amico una volta pens di giocargli un tiro birbone. Scrisse a suo nome a un not o commerciante di cani, invitandolo a presentarsi nel suo studio con qualche ese mplare di cani da caccia. Il negoziante naturalmente abbocc, e una mattina si rec allo studio del Dalbono co n tre cani. Venne ad aprire la domestica; e appena aperta la porta, i cani vider o alcuni gatti che passeggiavano nell'interno. Sebbene tenuti al guinzaglio, i c ani, a quella vista, non si tennero pi e, trascinando seco il padrone, si slancia rono addosso alle care bestiole. Non si descrive il putiferio che ne nacque: fu una caccia movimentatissiGSPLIT:uPa lazzi-Zanichelli 1.txtArchivio GSplit&{5F9160D1-68ED-4692-9DC5-DA0556BA26AC}sm{ xM

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