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Atenagora di Atene

Supplica intorno ai cristiani


Apologia
CAPO I. Tutti i popoli dellImpero praticano liberamente i loro culti; solo noi, unicamente a causa del nostro nome di cristiani, siamo fatti segno a ogni vessazione e ad accuse infondate. Agli imperatori Marco Aurelio Antonino e Lucio Aurelio Commodo Armeniaci Sarmatici, e soprattutto Filosofi. 1. Nel vostro Impero, o grandi fra i re, vi sono vari popoli c e si reggono con vari costumi e varie leggi, e nessuno di loro o da legge o da timore di giusti!ia " impedito di osservare i patri usi, anc e se sono ridicoli# ma il $roiano dice c e %ttore " un dio, e riconoscendo %lena per Adrasteia l&adora# il Laced"mone venera Agamennone per 'eus e Fil(noe, figlia di $)ndaro, come %n(dia# l&Ateniese fa sacrifici a Posidone %retteo e cerimonie e misteri cele*rano gli Ateniesi ad Agraulo e a P+ndroso, le ,uali si riput( oprassero empiamente per aver aperto il cofano# in una parola, gli uomini delle varie na!ioni e popoli cele*rano ,uei sacrifici e misteri c e vogliono. -li %gi!iani poi credono dei, gatti e coccodrilli e serpenti e aspidi e cani. .. % a tutti costoro e voi e le leggi lo permettete, perc / insomma da. una parte stimate empio e non santo il non credere affatto in 0io, e dall&altra giudicate necessario c e ognuno veneri per dei ,uelli c e vuole, affinc / per timore della divinit+ si astengano gli uomini dal commettere ingiusti!ia. 1A noi invece 2 e non crucciatevi come il volgo nel solo udirlo 2 portate odio per il nome 314. Poic / non gi+ i nomi sono degni di odio, ma il delitto merita pena e suppli!io . % per( ammirando la vostra mite!!a e la mansuetudine e ,uell&animo pacato e *enefico c e mostrate verso tutti, i privati vivono in uguaglian!a di diritti, e le citt+ a propor!ione del merito sono partecipi di uguale onore, e tutto ,uanto l&Impero per la vostra sagge!!a gode di pace profonda. 5. A noi invece, c e siamo detti cristiani, non avete provveduto come agli altri, ma, al contrario, mentre non facciamo torto a nessuno, an!i, come sar+ dimostrato nel s/guito del discorso, a**iamo verso la divinit+ e verso il vostro Impero sentimenti di piet+ e di giusti!ia come nessun altro, permettete c e siamo vessati e spogliati, mentre solo a causa del nome il volgo ci com*atte. Per ,uesto a**iamo preso l&ardire di esporvi cose nostre 3e imparerete da ,uanto dir( c e ingiustamente e contro ogni legge e ragione siamo cos) trattati4 e vi supplic iamo di provvedere un po& anc e per noi, affinc / cessiamo una volta di venire scannati dai delatori. 6. Infatti il danno c e ci viene dai persecutori non a di mira solo le nostre sostan!e, n/ l&onta ci colpisce solamente nei diritti civili, n/ il nocumento si riferisce a ,ualc e altra cosa pur di rilievo 3,uesto noi lo dispre!!iamo, *enc / ai pi7 sem*rino cose di gran conto, poic / a**iamo appreso non solo a non renderle a c i ci percuote, an!i a non litigare con c i ci deru*a e ci spoglia, ma ,uand&anc e ci oltraggiassero percuotendoci in una guancia, a porgere, perc / la colpiscano, anc e l&altra parte della faccia e, se ci portassero via la tunica, a dare inoltre anc e il mantello4 ma ci attentano, ,uando a**iamo finito di poter pagare, nel corpo e nella vita, diffondendo un cumulo d&accuse c e nemmeno per sospetto ci toccano, mentre riguardano proprio ,uesti ciarloni e la gente della loro risma. CAPO II. Chiediamo anche per noi il trattamento equo che si usa per tutti gli altri, fondato non sul nome ma sulle nostre azioni, e determinato da un regalare giudizio. 1. C e se si a modo di convincerci di ,ualc e ingiusti!ia, o piccola o grande, noi non ricusiamo di venire puniti, vogliamo an!i sottostare al pi7 acer*o e crudele castigo# ma se l&accusa non va oltre al nome e, almeno fino ad oggi, ,uanto si va *laterando di noi non " c e il volgare e inconsulto rumore della gente, e nessun cristiano " stato convinto di operare contro giusti!ia, or tocca a voi, o grandissimi e umanissimi e dottissimi imperatori, togliere di me!!o con una legge le violen!e c e ci vengono fatte, affinc /, come tutta la terra " partecipe della vostra *eneficen!a, tanto i privati ,uanto le citt+, anc e noi vi siamo grati gloriandoci c e siano cessate le calunnie contro di noi. .. Non " infatti degno della vostra e,uit+ c e, mentre gli altri accusati di delitti non vengono puniti se prima non ne sono convinti, contro di noi invece il nome a**ia maggior valore delle prove in giudi!io# c / non ricercano i giudici se l&imputato a**ia ,ualc e colpa, ma si scagliano contro il nome come se si trattasse di un delitto. Ora un nome in s/ e per s/ non si reputa n/ cattivo n/ *uono, ma " ritenuto o cattivo o *uono a seconda delle a!ioni o cattive o *uone c e gli sottostanno. 5. % ,uesto voi lo sapete pi7 c iaramente degli altri, in ,uanto c e siete versati nella filosofia e forniti d&ogni dottrina. % per( ,uelli c e si presentano al vostro tri*unale, se**ene accusati di gravissime colpe, pure sono pieni di fiducia, e *en sapendo c e esaminerete la loro vita e non darete peso n/ ai nomi, ove siano vuoti nomi, n/ alle imputa!ioni degli accusatori, ove siano false, sono ugualmente disposti ad accogliere la senten!a c e li condanna come ,uella c e li assolve.

6. Pertanto anc e noi imploriamo lo stesso trattamento c e si usa per tutti, e cio" di non essere odiati e puniti perc / siamo detti cristiani 3come pu( infatti il nome renderci malvagi84 ma di venire giudicati su ci( per cui si " c iamati in tri*unale, e, o di esser mandati assolti, se ci purg eremo delle accuse, o di essere puniti se convinti di colpe, e non per il nome 3c / nessun cristiano " malvagio, a meno c e non simuli ,uesta dottrina4, ma per il fallo commesso. 9. Cos) appunto vediamo giudicati i filosofi. Nessuno di essi, prima della senten!a, viene ritenuto dal giudice per *uono o per cattivo a motivo della sua scien!a o arte, ma, ove appaia colpevole, viene punito sen!a attirare *iasimo alcuno alla filosofia, poic / malvagio " c i non coltiva la filosofia come si deve, ma la scien!a non ne a colpa# c e se poi riesce a purgarsi dalla calunnia, " rimandato assolto. %**ene, anc e con noi si faccia lo stesso: Si esamini la vita di c i " citato in giudi!io, ma il nome sia esente da ,ualun,ue colpa. ;. % ora c e sto per cominciare la difesa della nostra dottrina, mi " necessario pregarvi, o massimi imperatori, di volerci e,uanimemente ascoltare, e di non lasciarvi fuorviare e prevenire dalla volgare e inconsulta opinione, ma di concedere anc e alla nostra dottrina ,uell&amore c e avete per il sapere e per la verit+. % cos) n/ voi errerete per non conoscere, e noi, li*eratici dalle inconsulte dicerie del volgo, cesseremo di essere com*attuti. CAPO III. Se le tre accuse che ci muovono, ateismo, cene tiestee e accoppiamenti edipodei, sono vere, ci si punisca come meritiamo; se sono chiacchiere infondate, tocca a voi investigare sulla realt della nostra condotta. 1. $re delitti ci vanno imputando< ateismo, cene tiestee e accoppiamenti edipod"i. Ora, se ,ueste accuse sono vere, non la risparmiate a nessun genere di persone, levatevi an!i a vendetta di ,uesti delitti, e con le mogli e i figli uccideteci ed estirpateci fin dalle radici, se pur v&" tra gli uomini c i viva alla maniera delle *estie< *enc / neppur le *estie assaltano i loro congeneri, e secondo la legge di natura e nel solo tempo della procrea!ione e non gi+ sfrenatamente si accoppiano, e riconoscono c i fa loro del *ene. Se dun,ue v& a un uomo ancor pi7 feroce delle *elve, a ,ual pena per siffatti delitti dovr+ costui sottostare, perc / si giudic i punito secondo il merito 8 .. C e se poi ,ueste le sono ciance e accuse infondate, c / per una ragion naturale il vi!io si oppone alla virt7, e per legge divina le cose contrarie si com*attono a vicenda, e c e noi non commettiamo nulla di tutto ,uesto voi stessi siete testimoni, in ,uanto non volete c e confessiamo, " dun,ue ufficio vostro ormai in,uisire sul modo di vivere, sulle dottrine, sullo !elo e sull&o**edien!a c e a**iamo per la casa vostra e per l&Impero, e tosi concedere una volta a noi nulla pi7 c e ai nostri persecutori. Poic / noi li vinceremo, noi c e per la verit+ siamo pronti a dare anc e la vita . CAPO I=. infondata la prima accusa, di ateismo. !teo era "iagora, non noi, che distinguiamo fra "io e la materia, riconoscendo un "io unico, creatore di tutto. 1. Pertanto, c e noi non siamo atei 3risponder( alle singole accuse4 o paura c e non sia persino ridicolo confutare c i lo afferma: -iustamente infatti gli Ateniesi incolparono 0iagora di ateismo, non solo perc / metteva in pia!!a il culto orfico e propalava i misteri di %leusi e ,uelli dei Ca*iri, e perc / spacc( la statua d&%racle per cuocersi le rape, ma perc / sen!&altro a c iara voce affermava c e 0io non c&" affatto. A noi invece, c e distinguiamo 0io dalla materia e mostriamo c e altro " materia e altro " 0io e c e v&" una gran differen!a tra loro poic / la divinit+ " increata ed eterna, e soltanto con la mente e con la ragione si pu( contemplare, mentre la materia " creata e corrutti*ile 2 a noi, dico, non " irragionevole c e si affi**i la taccia di ateismo 8 .. C /, se la pensassimo come 0iagora, mentre a**iamo tanti pegni c e ci o**ligano a venerare 0io, e cio" il *ell&ordine, la perfetta armonia, la grande!!a, il colore, la figura e la disposi!ione del mondo, meritatamente ci verre**e apposta la taccia di non essere pii, e ci sare**e motivo di essere perseguitati. Ma poic / la nostra dottrina ammette per unico 0io il fattore di ,uest&universo, il ,uale non " stato fatto 3poic / ,uello c e " non si fa, *ens) ,uello c e non "4, ma tutte le cose a fatto per me!!o del =er*o c e procede da lui, due cose ci capitano entram*e irragionevoli, di essere cio" diffamati e perseguitati. CAPO =. #oeti e filosofi $e si citano qui versi di uripide e di Sofocle% non furono considerati per atei; eppure essi. respinsero la concezione volgare degli dei parlando di un "io unico. 1.. % poeti e filosofi non furono tenuti per atei, perc / investigavano su 0io. %uripide, incerto su ,uelli c e secondo il comune pregiudi!io per ignoran!a sono nominati dei, diceva< &on doveva 'eus, se pur in cielo esiste,il medesimo ridurre a triste sorte; ,uando poi senten!iava su ,uello c e / concepi*ile per me!!o della scien!a, cos) egli< (edi tu questo eccelso etra infinito che nellumide braccia il mondo accoglie) 'eus riconosci in lui, lui "io tu stima. .. 0i ,uelli infatti non vedeva n/ c e sussistessero le essen!e alle ,uali accade c e si dia il nome< Ch* 'eus, .

chiunque sia 'eus, non so se non per detto, n/ c e i nomi fossero predicati di realt+ sussistenti 3c e anno infatti di pi7 dei nomi le cose di cui non sussistono le essen!e 84# ma 0io lo intuiva dalle opere, considerando i fenomeni dell&ac,ua, dell&etere e della terra come manifesta!ione delle cose occulte. 5. >uegli pertanto di cui sono le cose create, e dal cui spirito sono guidate, ,uesti comprendeva essere 0io, concordando con lui anc e Sofocle ,uando cantava< +nico in verit, unico * "io che il ciel costrusse e lampia terra insegnando cos), a proposito della natura piena della *elle!!a di lui, ,ueste due cose< e dove dev&essere 0io e c e dev&essere uno. CAPO =I Come i poeti, cos, hanno professato lunit di "io, in diversi modi, i filosofi- i #itagorici, con la dottrina dei numeri; #latone, che parla dun .attore delluniverso e poi di altri dei generati; !ristotele e gli Stoici, con la teoria circa lanima del mondo. 1. % anc e Filolao 354, col dire c e 0io come da un posto di guardia a**raccia tutte le cose, dimostra c e egli " uno e al di sopra della materia. Liside poi e Opsimo, l&uno definisce 0io come numero ineffa*ile, l&altro come l&ecceden!a del massimo dei numeri su ,uello c e gli " pi7 vicino. % se numero massimo, secondo i Pitagorici, " il dieci, c e " la ,uaderna e c e contiene tutte le progressioni aritmetic e e armonic e, e se vicino a ,uesto sta il nove, 0io " la monade, cio" l&uno, poic / di uno il numero massimo supera ,uello c e gli " pi7 vicino, c e gli viene su*ito dopo per grande!!a. .. Platone poi e Aristotele 3e non gi+ con la pretesa di esporre per filo e per segno i placiti dei filosofi io passo cos) in rassegna le cose c e anno detto di 0io, poic / io so c e ,uanto per intelligen!a e per poten!a d&impero superate tutti, altrettanto tutti vincete anc e per il pieno possesso d&ogni disciplina, mentre in ogni ramo dello sci*ile riportate tal vanto ,uale non riporta neppure c i si " dato tutto a una sola parte di esso. Ma poic / non mi " possi*ile, sen!a allineare dei nomi, dimostrare c e noi non siamo i soli a ridurre 0io all&unit+, cos) mi sono rivolto alle senten!e4. 0ice dun,ue Platone< ?Il fattore pertanto ed il padre di ,uesto universo " difficile saperlo trovare, e c i lo a**ia trovato " impossi*ile c e lo indic i a tutti?, poic /, egli pensa, uno " il 0io non genito ed eterno. C e se ne ammette anc e altri, come il sole e la luna e gli astri , per( li ammette come generati< ?0ei figli di dei, dei ,uali io sono creatore e padre di opere c e sono indissolu*ili sen!a la mia volont+# tutto ci( invero c e " legato pu* sciogliersi?. Se dun,ue non " ateo Platone, c e concepisce come unico e ingenito 0io il fattore dell&universo, neppur noi siamo atei, noi c e riconosciamo e teniamo per 0io colui dal ,uale, per me!!o del =er*o, l&universo fu fatto e per me!!o dello Spirito suo viene conservato. 5. Aristotele poi e i suoi seguaci, affermando un solo 0io simile a un animale composto, dicono 0io risultante di anima e di corpo, ritenendo corpo di lui ,uello etereo e i pianeti e la sfera delle stelle fisse, le ,uali cose tutte si muovono circolarmente, e anima la ragione c e presiede al movimento del corpo, e ,uesta non gi+ mossa, ma causa del movimento del corpo. 6. % gli Stoici, *enc / con le denomina!ioni secondo le muta!ioni della materia 3attraverso la ,uale, dicono, penetra lo spirito di 0io4 moltiplic ino la divinit+ ,uanto ai nomi, nel fatto poi concepiscono un 0io unico. C e se 0io " fuoco artista c e procede con metodo alla genera!ione del mondo contenendo in s/ tutte ,uante le ragioni seminali, per cui ogni cosa " prodotta secondo il fato, e se, d&altra parte, lo spirito di lui pervade tutto il mondo, uno solo " 0io, secondo essi, c e " nominato 'eus a motivo della parte fervida della materia, %ra a motivo dell&aria, ed " c iamato con altri nomi secondo ciascuna parte della materia c e esso pervade. CAPO =II. Se i vostri scrittori hanno potuto dire intorno a "io tutto ci/ che loro pareva, convenendo tutti nellammettere un "io unico, perch* una legge * sancita contro di noi che professiamo una tal fede, e non, come i vostri poeti e filosofi, congetturando ciascuno a suo talento, ma seguendo i profeti divinamente ispirati) 1. >uando dun,ue tutti, arrivando ai principi di tutte le cose, s&accordano in massima a dire, anc e se non lo vogliono, c e una sola " la divinit+, e noi dal canto nostro sosteniamo c e c i a s) *ellamente ordinato ,uesto universo, ,uesti " 0io, per ,ual ragione sar+ lecito a costoro e dire e scrivere impunemente ci( c e vogliono di 0io, mentre invece " in vigore una legge contro di noi, i ,uali ci( c e pensiamo e rettamente teniamo per fede, esservi un unico 0io, *en lo possiamo dimostrare con motivi di fatto e con ragioni8 .. Poeti e filosofi, infatti, in ,uesto come negli altri campi, non fecero c e congetturare, mosso ciascuno dalla propria anima per una certa conformit+ dell&ispira!ione divina a ricercare se mai fosse possi*ile trovare e intendere la verit+, ma riuscirono soltanto a girarvi attorno, non gi+ a trovare la realt+, non avendo voluto apprendere da 0io ci( c e riguarda 0io, ma ciascuno da se stesso. 5. Noi invece di ci( c e pensiamo e teniamo per fede a**iamo a testimoni i profeti, i ,uali con lo spirito pieno di 0io alto anno parlato e di 0io e delle cose di 0io. Ora potreste dire anc e voi, c e per intelligen!a e per piet+ verso la divinit+ vera superate gli altri, come sia irragionevole trascurare di credere allo spirito di 0io, c e a mosso, come strumento, la *occa dei profeti, per *adare alle opinioni umane. CAPO =III 5

Si dimostra razionalmente lunit di "io. Se vi fossero pi0 dei, dovrebbero o costituire una certa unit o esistere separatamente- nel primo caso, dovrebbero essere del tutto simili, mentre lincreato non ha simile, oppure essere parti integranti dun tutto, e questo sarebbe fatto, corruttibile, composto, divisibile, mentre "io * tutto lopposto. Se poi esistessero separatamente, dato che il creatore del mondo sta intorno al mondo, intorno al mondo o nel mondo essi non avrebbero pi0 posto; se poi stessero fuori di questo mondo, sarebbero circoscritti e la loro provvidenza non si estenderebbe a noi. 1.. C e pertanto uno solo fin da principio sia il 0io creatore di ,uesto universo, considerate a ,uesto modo, affinc / a**iate anc e l+ dimostra!ione della nostra fede. Se da principio due o pi7 dei vi fossero stati, o sare**ero esistiti in una certa unit+ e identit+ o separatamente ciascuno da s/. .. Ora, essere in tale unit+ e identit+ non potevano# infatti, se sono dei, non sono simili, e non sono simili perc / appunto increati# c / gli esseri creati sono simili agli esemplari, mentre gl&increati non anno simile, non essendo fatti da alcuno n/ ad immagine di alcuno. 5. Se poi si dicesse c e 0io " uno a ,uel modo c e mano e occ io e piede riguardo a un medesimo corpo ne sono parti integranti, in ,uanto fra tutti fanno uno solo completo, *isognere**e osservare< veramente s) Socrate, in ,uanto " fatto e corrutti*ile, " composto e divisi*ile in parti, ma 0io " increato e impassi*ile e indivisi*ile# dun,ue non consta di parti. 6. Se poi ciascuno di essi sta da s/, mentre ,uello c e a creato il mondo se ne sta al di sopra delle cose create e al di l+ di ci( c e fece e dispose in ordine, deve star+ l&altro o gli altri8 C / se il mondo, formato a mo& di sfera, " racc iuso dai cerc i del cielo, e il fattore del mondo " al di sopra delle cose create e lo governa con la provviden!a c e a di esse cose, ,ual sar+ mai il luogo dell&altro o degli altri dei 8 Poic / non " nel mondo, c e " di un altro, n/ intorno al mondo, c / al di sopra di esso c&" il 0io creatore del mondo. 9. % se non " nel mondo n/ intorno al mondo 3poic / tutto ci( c e " intorno ad esso " occupato da ,uello4 dove " egli8 Al di sopra del mondo e di 0io, dentro e intorno a un altro mondo8 Ma se " dentro e intorno a un altro mondo, non " pi7 intorno a noi, poic / pi7 non signoreggia in ,uesto mondo, n/ per poten!a " grande, poic / si trova in un luogo circoscritto. ;. Se poi non " n/ in un altro mondo 3c / tutto " riempito da ,uesto4, n/ intorno a un altro 3c / tutto da ,uesto " contenuto4, neppur esiste, non essendovi luogo nel ,uale egli sia. Oppure c e cosa fa egli, essendovi un altro dov&" il mondo ed essendo egli ai di sopra del fattore del mondo, sen!a essere poi n/ nel mondo n/ intorno al mondo8 @. Ma vi " una ,ualc e altra cosa dove in ,ualc e modo possa stare. Ma sopra di lui vi " 0io e le cose di 0io. % ,ual sar+ il luogo, se ,uesti riempie ci( c e vi " al di sopra del mondo8 A. 0i pi7, " egli provvido8 No, c e non " provvido, se non l& a fatto. Ma se non fa, n/ " provvido, n/ v& a altro luogo in cui stia, ,uell&unico c e " da principio e solo facitore del mondo egli " 0io. CAPO IB. 1ltre che dimostrata dalla ragione, lunit di "io * attestata dai profeti; e si citano passi di 2os3 e dIsaia. 1. Per altro, se noi ci accontentassimo di siffatte considera!ioni, potre**e alcuno pensare c e sia umana la nostra dottrina# ma poic / le voci dei profeti danno fede ai nostri ragionamenti, 3e io penso c e anc e voi, amantissimi come siete del sapere e dottissimi, non siate ignari n/ di ,uelle di Mos", n/ di ,uelle d&Isaia e di -eremia e degli altri profeti, i ,uali nell&estasi dei loro pensieri, ,uando lo Spirito divino li muoveva, proclamarono ci( c e dentro li eccitava, di loro servendosi lo Spirito come un flautista soffiere**e nel flauto4 c e dun,ue dissero costoro8 .. Il Signore Iddio nostro# nessun altro sar+ paragonato a lui . % di nuovo< Io 0io primo e ultimo, e all&infuori di me non v&" 0io . Similmente< Prima di me non vi fu altro 0io e non sar+ dopo di me# io sono 0io, e fuori di me non ve n&" altro. % intorno alla sua grande!!a< Il cielo / mio trono, e la terra sga*ello de& miei piedi. >uale casa mi edific erete voi, o ,uale sar+ il luogo del mio riposo8 % lascio a voi di esaminare, applicandovi a ,uesti stessi li*ri, le loro profe!ie, affinc / con retto giudi!io diate fine ai soprusi c e ci fanno. CAPO B &on siamo atei, perch* affermiamo un "io unico e perfetto. Inoltre noi riconosciamo il .iglio di "io, il suo (erbo, per cui il #adre ha fatto ogni cosa, e lo Spirito Santo, emanazione di "io. !mmettiamo ancora una moltitudine di angeli e ministri di "io. 1. C e pertanto noi non siamo atei, ammettendo come unico 0io colui c e " increato ed eterno e invisi*ile e impassi*ile e incomprensi*ile e immenso, intelligi*ile soltanto dalla mente e dalla ragione, circonfuso di luce, di *elle!!a e di spirito e di poten!a inenarra*ile, dal ,uale tutto l&universo, per me!!o del =er*o suo, " stato creato e ordinato ed " conservato, io ve l& o fatto veder a sufficien!a. .. Si, noi pensiamo anc e a un Figlio di 0io. % non mi si reputi cosa ridicola c e 0io a**ia un Figliolo. Poic /, non come favoleggiano i poeti, c e mostrano gli dei per nulla migliori degli uomini, noi la pensiamo sia intorno a 0io Padre, sia intorno al Figlio< invece, il Figlio di 0io " il =er*o del Padre in idea e atto# c / ad immagine di 6

lui e per me!!o di lui tutto fu fatto, essendo il Padre e il Figliolo una cosa sola. %d essendo il Figlio nel Padre e il Padre nel Figlio per unit+ e poten!a di spirito, Mente e =er*o del Padre " il Figlio di 0io. 5. C e se voi, per la vostra eccelsa intelligen!a, amate indagare c e voglia dire ?il Figlio?, ve lo dir( in *revi parole< egli " la prima progenie del Padre, non gi+ come prodotto 3c / fin da principio Iddio, mente eterna, aveva in se stesso il =er*o, o ragione, essendo egli eternamente ra!ionale4, ma nel senso c e, ,uando tutte ,uante le cose materiali giacevano a guisa di materia informe e di terra inerte, mescolate le pi7 spesse con le pi7 leggere, egli procedette per essere riguardo ad esse modello e atto. % concorda con ,uesto concetto anc e lo Spirito profetico< Il Signore 3dice infatti4 mi cre( fin dal principio delle sue vie per le opere sue . =eramente anc e lo stesso Santo Spirito c e operava nei profeti noi lo diciamo effluvio di 0io, c e emana e ritorna come raggio di sole. 9. C i dun,ue non rimarre**e attonito nell&udire c e vengono detti atei ,uelli c e riconoscono 0io Padre e 0io Figlio e lo Spirito Santo, c e ne dimostrano e la poten!a nell&unit+ e la distin!ione nell&ordine8 N/ a ci( si ferma la nostra dottrina teologica, ma ammettiamo anc e un gran numero di angeli e di ministri, c e 0io, fattore e creatore del mondo, per opera del suo =er*o, distri*u) e ordin( a sovrintendere agli elementi e ai cieli e al mondo e a ci( c e v&" in esso, e al *uon ordine loro. CAPO BI 4a sublimit della dottrina morale del cristianesimo, che noi pratichiamo $mentre tutti gli artifizi della dialettica non riuscirono a rendere migliori gli uomini% e che anche glindotti dimostrano con la loro vita, * unaltra prova che noi non siamo atei. 1. C e se io cos) accuratamente vi espongo la nostra dottrina, non ve ne meravigliate# ne parlo accuratamente, perc / non vi lasciate anc e voi trascinare dalla comune e stolta opinione, e a**iate da conoscere il vero. Infatti anc e per me!!o dei precetti stessi c e noi osserviamo, e c e non sono gi+ sta*iliti dagli uomini, ma emanati da 0io e da 0io insegnati, noi vi possiamo persuadere di non tenerci per atei. .. >uali sono, adun,ue, i precetti in cui noi siamo allevati8 Io vi dico< Amate i vostri nemici, *enedite ,uelli c e vi maledicono, pregate per c i vi perseguita, affinc / siate figli del Padre c e / nei cieli, il ,uale fa sorgere il suo sole su cattivi e su *uoni, e piove su giusti e su ingiusti. 5. % ,ui, poic / la nostra dottrina " stata accolta con molto clamore, permettetemi c e io prosegua con piena li*ert+ di parola, giacc / faccio la nostra difesa davanti a imperatori filosofi. C i mai, infatti, di coloro c e spiegano i sillogismi e sciolgono le anfi*ologie ed espongono le etimologie o insegnano c e cosa siano le omonimie e le sinonimie e i predicati e i giudi!i e c e cosa sia il soggetto e c e cosa sia il predicato, i ,uali si promettono di rendere con ,uesti e altrettali discorsi del tutto felici c i li fre,uenta, c i mai, dico, " cos) puro d&animo da amare i nemici invece di odiarli, e invece 3ci( c e sare**e la cosa pi7 moderata4 di dir male di c i fu primo a coprirli di contumelie, dirne *ene, e pregare per c i attenta alla loro vita8 Costoro, al contrario, sempre continuano con malo animo a ricercare nel proprio interesse ,uesti segreti e a desiderare sempre di far male, stimando il loro mestiere un&arte di parole e non una dimostra!ione di fatti. 6. Presso di noi invece trovereste degli ignoranti e degli operai e delle vecc ierelle c e se sono incapaci di spiegare a parole l&utilit+ della loro dottrina, col fatto *en dimostrano l&utilit+ dei loro principi. Non parole vanno essi recitando a memoria, ma opere *uone mettono in mostra# se *attuti ecco c e non ri*attono, se deru*ati non muovono lite, danno a c i c iede e amano il prossimo come se stessi. CAPO BII. Si argomenta della precedente esposizione della dottrina e della vita dei cristiani che essi non sono atei- solo la fede in "io giudice spiega la loro condotta cos, intemerata. Sono lontani dal vero culto di "io i pagani solo avidi di godimenti sensuali, non i cristiani che aspirano unicamente a conoscere Iddio e amano anche i loro nemici. 1. Or dun,ue, se non credessimo c e 0io presiede al genere umano, vivremmo noi cos) puri8 No certamente# ma poic / siamo persuasi c e avremo da rendere conto di tutta la nostra vita di ,uaggi7 a ,uel 0io c e a creato e noi e il mondo, ci scegliamo ,uella vita moderata e caritatevole e facilmente oggetto di dispre!!o, giudicando c e non soffriremo ,uaggi7 nessun danno tanto grande, se anc e ci si privasse della vita, ,uanto " la mercede c e l+ riceveremo da parte del gran giudice in premio di una vita mansueta e *enigna e modesta. .. Platone aveva detto c e Minosse e Cadamante giudic eranno e puniranno i malvagi# ma noi 3ammesso pure c e ci sia un Minosse e un Cadamante / anc e il padre loro4 diciamo c e nemmeno costoro potranno sfuggire al giudi!io di 0io. 5. Ma c e8 A ,uelli c e fanno consistere ,uesta vita in ,uesto< Mangiamo e *eviamo, c / domani siamo morti , e la morte suppongono un sonno profondo e un o*lio 3?sonno e morte gemelli?4, si d+ credito d&esser pii# e noi, uomini c e della vita di ,uaggi7 facciamo poc issimo conto, e ci lasciamo condurre dal solo desiderio di conoscere il vero 0io ed il suo =er*o, ,ual sia l&unione del Figlio col Padre, ,uale la comunica!ione del Padre col Figlio, c e sia lo Spirito, ,uale l&unione e la distin!ione di ,uesti cos) grandi in uno congiunti, dello Spirito, 9

del Figlio e del Padre# noi, i ,uali sappiamo c e la vita c e ci attende " di gran lunga superiore a ogni espressione, se vi arriveremo puri da ogni misfatto# noi, c e siamo pieni di carit+ a tal segno da amare non solo gli amici 3poic / se amerete, dice, c i vi ama, e darete a prestito a c i presta a voi, ,ual mercede avrete8 Noi, tali essendo e tal vita vivendo per sfuggire la condanna del giudi!io, non saremo creduti pii8 6. >uesto dun,ue a**iamo detto, piccola cosa fra le grandi e poco fra il molto c e si potre**e dire, per non tediarvi di soverc io. C i assaggia il miele o il latte rappreso, da una piccola particella giudica se il tutto " *uono. CAPO BIII Ci rimproverano di non offrire sacrifici e di non riconoscere gli dei ammessi dalle varie citt. !lla prima di queste accuse rispondiamo che Iddio non ha bisogno di sangue n* dellodore delle vittime arrostite n* di profumi; il miglior sacrificio * riconoscerlo come creatore delluniverso e levare a lui sante le mani. 1. Ma poic / la maggior parte di ,uelli c e ci accusano di ateismo 3mentre non sanno neppur per sogno c i sia 0io, ignoranti e sen!a cogni!ione alcuna delle dottrine naturali e divine, e misurano la piet+ dall&uso dei sacrifici4 ci incolpano di non offrire sacrifici e di non tenere per dei ,uelli c e anc e le citt+ riconoscono, vogliate considerare, o imperatori, e l&una e l&altra cosa a ,uesto modo< e prima di tutto ,uella del non fare sacrifici. !. Il creatore e padre di ,uesto universo non a *isogno n/ di sangue, n/ di odore di carni rosolate, n/ della fragran!a dei fiori e degli aromi, mentre egli " la perfetta fragran!a c e di nulla necessita in s/ n/ fuori di s/# ma il pi7 grande sacrificio c e gli si renda " di conoscere c i distese a mo& di sfera i cieli e sta*il) la terra come centro, c i radun( le ac,ue nei mari e divise la luce dalle tene*re, c i orn( l&etere di astri, e fece si c e la terra producesse ogni semen!a, c i fece gli animali e plasm( l&uomo. 5. >uando noi pertanto, riconoscendo 0io creatore, c e conserva e governa con scien!a e arte per cui regge tutte le cose, leviamo a lui sante le mani , di ,ual ecatom*e a egli ancor *isogno8 6. % coloro con vittime e ama*ili voti e li*ami e profumi di carni li*ando li placa il mortale, se trasgred) giusti!ia e in fallo una volta " caduto. Ma c e o io a fare con olocausti di cui non a**isogna 0io8 Se**ene " pur necessario offrire un sacrificio incruento e cio" prestare il culto ra!ionale. CAPO BI= &on meno infondata laccusa di ateismo quando prende a pretesto il nostro rifiuto di riconoscere gli dei nazionali. #er tale motivo tutte le citt e popoli sarebbero atei, poich* gli uni non ammettono le divinit degli altri; particolarmente ridicole le credenze religiose degli giziani, che piangono gli dei come morti e frattanto li onorano. 1. % ,uel parlar c &essi fanno, c e noi non c&inc iniamo e non ammettiamo per dei ,uei medesimi c e le citt+ ammettono, " affatto sciocco. Ma nemmeno ,uei c e c&incolpano di ateismo perc / non riconosciamo gli del in cui essi credono, s&accordano fra di loro sulle divinit+. -li Ateniesi collocano fra gli dei C"leo e Metanira , i Laced"moni Menelao e gli fanno sacrifici e feste, ,uei d&Ilio, c e non ne vogliono udire neppure il nome, cele*rano %ttore, ,uelli di Ceo Aristeo, c e reputano lo stesso c e 'eus e Apollo, ,uelli di $aso $eagene, c e commise persino un omicidio nelle gare Olimpic e, ,uelli di Samo Lisandro, dopo tante stragi e tanti mali da lui perpetrati 1Alcmane ed %siodoD, Medea o Nio*e i Cilici, i Siciliani Filippo figliolo di Eutacide, Onesilao ,uei di Amatunte , Amilcare i Cartaginesi< e non mi *astere**e il giorno se facessi il catalogo di tanta moltitudine: .. Se dun,ue fra di loro non s&accordano sui propri dei, perc / ci accusano se non andiamo d&accordo con loro8 >uello poi c e avviene fra gli %gi!iani, non " anc e una cosa ridicola8 Nei loro templi si *attono il petto durante le sacre adunan!e come si fa per i morti e offrono sacrifici come si fa per gli dei. N/ ci( reca meraviglia, almeno per costoro, c e credono dei persino le *estie, e si radono ,uando muoiono e le seppelliscono nei templi e intimano pu**lico lutto: 5. Pertanto, se noi siamo empi, perc / non onoriamo la divinit+ allo stesso modo c e loro, empie sono tutte le citt+ e tutte le na!ioni, c / non venerano tutte gli stessi dei. CAPO B= !nche se i pagani venerassero gli stessi dei, il loro culto sarebbe egualmente falso, perch* reso a immagini materiali della divinit, mentre fra "io e la materia la distanza 3 infinita, e "io solo, che la materia plasm/, merita lode, come si loda il vasaio e non largilla da lui lavorata. 1. Ma ammettiamo c e venerino gli stessi dei. % c e per ci(8 Perc /, il volgo, non capace di distinguere c e sia materia e c e sia 0io, e ,uanta distan!a v&" tra essi, s&inc ina agli idoli fatti di materia, dovremo anc e noi, per fargli piacere, rivolgerci alle statue e adorarle, noi c e distinguiamo e separiamo l&increato dal creato, l&ente dal non ente, l&intelligi*ile dal sensi*ile, e diamo a ognuno il nome c e gli conviene8 .. C e se 0io e materia sono la stessa cosa, cio" due nomi d&una stessa realt+, noi c e non riconosciamo come dei la pietra e il legno, l&oro e l&argento, siamo empi# ma se immensamente si distan!iano l&uno dall&altra, e tanto ,uanto l&artefice e il materiale dell&arte sua, di c e ci si fa colpa8 A ,uel modo c e il vasaio e la creta 3materia " la creta e artefice il vasaio4 tosi 0io " il demiurgo , e la materia " ,uella c e a lui o**edisce a seconda dell&arte. Ma come la creta " incapace di per se stessa di divenire vaso sen!a l&arte, tosi anc e la materia di tutto ricettiva sen!a 0io artefice non avre**e preso n/ distin!ione n/ forma n/ ornamento. ;

5. % in ,uella guisa c e noi non riteniamo la creta pi7 pregevole di c i l& a lavorata, n/ le fiale e il vasellame d&oro di c i l& a fa**ricato, ma, se vi scorgiamo un ,ualc e pregio artistico, lodiamo l&artefice ed " costui c e raccoglie lode per i suoi vasi, cos) anc e ,uando si tratta della materia e di 0io, non la materia a diritto alla gloria e all&onore della disposi!ione e del *ell&ordinamento delle cose, ma il suo artefice, 0io. 6. Sicc / se ritenessimo per dei le figure della materia, sem*reremmo di non aver nessun sentimento del vero 0io, uguagliando all&eterno ci( c e " soggetto a dissolversi e a corrompersi. CAPO B=I 5ello 3 il mondo, ma non esso * da adorare, bens, il suo artefice, come i vostri sudditi ammirano la vostra reggia ma solo a voi dnno gloria, come si onora non lo strumento ma lartista che lo suona. Comunque i filosofi definiscano il mondo, non si debbono adorare la materia e gli elementi, opere di "io; cos, tanto meno le statue degli dei, opere degli uomini. 1. S), *ello " il mondo ed eccellente per la sua grande!!a e per la disposi!ione cos) dello !odiaco come del settentrione e per la sua figura sferica# ma non esso, *ens) il suo artefice " da adorarsi. .. C / neppur i sudditi c e vengono alla vostra presen!a, tralasciando di mostrarsi osse,uiosi a voi, principi e padroni da cui potre**ero ottenere ci( c e loro a**isogna, ricorrono alla magnificen!a della vostra dimora# essi, se s&im*attono nel pala!!o imperiale, ne ammirano s) di passaggio la sontuosit+, ma a voi soprattutto ogni onore tri*utano. 5. % voi, o imperatori, per voi stessi ornate la sede imperiale# mentre il mondo non fu fatto ,uasi c e 0io ne avesse *isogno, poic / 0io " tutto a se stesso, luce inaccessi*ile, mondo perfetto, spirito, poten!a, ragione. Se pertanto il mondo " uno strumento *en intonato c e ritmicamente viene mosso, non lo strumento io adoro, ma c i lo armoni!!(, e ne trae le note, e canta su di esso la concorde melodia 3n/, infatti, nelle gare, i giudici trascurando i citaredi incoronano le loro cetre4# o sia esso mondo, come dice Platone, arte di 0io, io ammirandone la *elle!!a saluto il suo artefice# o sia sostan!a e corpo come vogliono i Peripatetici trascurando di adorare la causa del movimento di ,uesto corpo, non scendiamo a prostrarci ai mesc ini e de*oli elementi , adorando per l&aria, secondo essi, impassi*ile, la passi*ile materia# o sia c e si reputino poten!e di 0io le parti del mondo, non ,ueste poten!e, ma il loro fattore e signore noi c&inc iniamo a venerare. 6. Io non c iedo alla materia ci( c e non a, n/, trascurando 0io, venero gli elementi, cui non " dato di fare nulla pi7 di ,uanto fu loro prescritto# c /, se**ene siano *elli a vedersi per l&arte del demiurgo, pur sono soggetti a dissolversi per la natura stessa della materia. % fa testimonian!a a ,uesto discorso anc e Platone< ?>uello c e infatti, dice egli, a**iamo denominato cielo e mondo fu reso partecipe dal padre di molta felicit+, ma pure partecip( anc e del corpo# donde " impossi*ile c e non sia soggetto a muta!ione?. 9. Se io dun,ue ammirando il cielo e gli elementi dell&arte non li adoro come dei, poic / ne riconosco la legge della dissolu!ione c e " loro imposta, come mai potr( c iamar dei ,ueste cose c e io so essere opere d&uomini8 CAPO B=II I nomi degli dei sono recenti; tosi le immagini, conoscendosi glinventori delle varie arti e gli artefici delle singole divinit, che, appunto perch* fatte dalluomo, non sono tali. 1. % vogliate *revemente considerare ,uesto 3c / mi " necessario, mentre difendo la mia causa, di far vedere con maggior accurate!!a c e i loro nomi sono molto recenti, e c e le loro immagini sono state fatte, per modo di dire, ieri o ieri l&altro. % ci( voi lo sapete ancor meglio, perc / in tutti i campi e pi7 di tutto conoscete gli scrittori antic i. 0ico dun,ue c / Orfeo e Omero ed %siodo sono ,uelli c e con le genealogie diedero i nomi a coloro c e essi c iamano dei. .. % anc e %rodoto ne fa testimonian!a< ?Poic / io credo c e %siodo e Omero siano pi7 vecc i di me di ,uattrocento anni e non pi7< e costoro fecero la teogonia per i -reci e diedero i nomi agli dei e ne distinsero gli onori e le arti e ne indicarono le figure?. 5. Le immagini poi, fino a c e non furono inventate la plastica, la pittura e la statuaria, neppur si conoscevano. Ma, sopravvenuti Sauria di Samo e Cratone di Sicione e Cleante di Corinto e ,uella fanciulla, pure di Corinto, l&arte del disegnare a contorni fu trovata da Sauria ,uando disegn( l&om*ra d&un cavallo nel sole, 1a pittura fu inventata da Cratone c e dipinse in una tavola im*iancata le om*re di un uomo e di una donna 3e da ,uella fanciulla fu trovata l&arte di modellare figurine in terracotta< c / essendo costei innamorata di un tale, ne segn( nel muro i contorni dell&om*ra mentre dormiva, poi il padre, c e era vasaio, piaciutagli la somiglian!a perfetta della figura, intagli( il contorno e lo colm( di creta< e ancora oggi si conserva a Corinto ,uesta forma4# dopo costoro vennero 0edalo, $eodoro e Smilide, i ,uali inoltre inventarono la statuaria e la plastica. 6. Ora l&et+ delle immagini e della lavora!ione dei simulacri " tanto recente, c e possiamo nominare l&artefice di ciascun dio. Il simulacro infatti di Artemide in %feso e ,uello di Atena, 3o piuttosto di Atela, perc / Atele veniva detta la statua antica di legno d&olivo da coloro c e usavano un linguaggio pi7 misterioso4 e la Atena seduta furono fatti da %ndeo scolaro di 0edalo, e l&Apollo Pitio " opera di $eodoro e di $elecle , e l&Apollo di 0elo e l&Artemide sono lavori di $ecteo e di Angelione , e l&%ra di Samo e ,uella di Argo sono opera delle mani di Smilide, e l&Afrodite di Cnido " altra fattura di Prassitele, e 1&Asclepio di %pidauro opera di Fidia# e di Fidia sono altri simulacri. @

9. Per dirla in una parola, non ce n&" uno di ,uesti simulacri c e non sia stato fatto dalla mano dell&uomo. Se dun,ue sono dei, perc / non esistettero fin da principio8 e perc / sono pi7 recenti dei loro artefici8 c e *isogno avevano di uomini e dell&arte dell&uomo per esistere8 $erra sono essi, e pietra, e materia e inutile artificio. CAPO B=III Si dir che il culto reso agli idoli si riferisce agli dei chessi rappresentano e che la virt0 operativa di alcuni idoli lo giustifica. 2a proprio degli dei 1mero e 1rfeo raccontano che ebbero origine. 1. Per altro, poic / si dice da taluno c e veramente ,ueste sono immagini, e c e invece sono dei ,uelli a cui le immagini sono dedicate, e c e le processioni, c e ad esse si fanno, e i sacrifici, agli dei si riferiscono e per essi si cele*rano, e c e non v& a altra maniera all&infuori di ,uesta per accostarsi ad essi, ch* non facili sono gli dei a lasciarsi vedere, e c e sia cos) adducono in prova la virt7 operativa di alcuni idoli, esaminiamo dun,ue il valore dei loro nomi. .. Ma prima d&incominciare ,uesta tratta!ione io vi preg er( di perdonarmi, o massimi imperatori, se io vi parlo la verit+< non o infatti il proposito di *iasimare gli idoli , ma, dileguando le calunnie, voglio dar la ragione dei nostri principi. % da voi stesi potreste trarne argomento a ragionare del regno celeste. Poic / come a voi, padre e figlio, tutte le cose sono state date in mano, avendo ricevuto l&impero dall&alto 3c / l&anima del re " nelle mani di 0io, dice lo spirito profetico4, cos) al 0io unico e al suo =er*o, concepito da noi come Figlio insepara*ile, tutto l&universo " soggetto. 5. Considerate adun,ue, prima d&ogni altra cosa, ,ue2sto. Non fin da principio, come dicono, vi furono gli dei, ma ciascuno di essi nac,ue come nasciamo noi# e in ci( tutti convengono. Omero dice< 1ceano dei numi lorigine, e Teti la madre; e Orfeo 3c e per il primo ne trov( i nomi e ne descrisse i nascimenti e cant( le gesta di ciascuno di essi ed / creduto da loro il teologo pi7 veritiero, cui anc e Omero segui in molte altre parti e circa gli dei principalmente4 anc &egli sta*ilisce la prima loro genera!ione dall&ac,ua< Oceano, il ,uale per tutti l&origine / stato. 6. Secondo lui infatti fu l&ac,ua il principio di ogni cosa, e dall&ac,ua sorse il limo e da am*edue nac,ue un animale, un drago c e aveva attaccata una testa di leone e un&altra di toro, e in me!!o ad esse la faccia di un dio di nome %racle e Crono. 9. >uesto %racle gener( un uovo smisurato, c e essendo pieno della for!a del generante per attrito si spacc( in due. La parte superiore fu compiuta in modo da essere il Cielo, e la parte inferiore la $erra# e ne usci anc e un dio *icorporeo. ;. Il Cielo poi unitosi alla $erra genera delle femmine< Cloto, L+c esi e Atropo , e dei masc i< i Cent)mani Cotto, -ige, Eriareo, e i Ciclopi Eronte e St"rope e Arge, c e poi incatenati precipit( nel $artaro, perc / seppe c e i figli lo avre**ero s*al!ato dall&impero. Per( la $erra adiratasi gener( i $itani< 4a veneranda Terra l+ranide stirpe produsse, i quali appunto la gente suol anche nomare Titani, per ci/ che punirono +rano il gran cielo stellato. CAPO BIB Se gli dei hanno avuto principio, dovranno anche perire, come affermano pure #latone e gli Stoici. 1. >uesto fu il principio della genera!ione di ,uelli c e essi c iamano dei e dell&universo. C e significa dun,ue ci(8 Ognuna di ,uelle cose cui viene attri*uita la divinit+ dev&essere corrutti*ile poic / a principio . % per vero, se sono nati non esistendo prima, come dicono ,uelli c e intorno ad essi teologi!!ano, non sono, essendoc / una cosa o non " generata, ed " eterna, o " generata, ed " soggetta a perire. .. % non " c e io la pensi cos), e in altra maniera i filosofi. ?C e " ci( c e sempre esiste e c e non a origine, o c e " ci( c e diventa e non " mai8?. Platone, trattando dell&intelligi*ile e del sensi*ile, insegna c e ci( c e sempre ", l&intelligi*ile, non " generato, mentre ci( c e non ", il sensi*ile, " generato ed a principio e fine. 5. Per ,uesta stessa ragione anc e gli Stoici dicono c e l&universo sar+ preda del fuoco e di nuovo torner+ ad esistere, e il mondo avr+ un altro principio. C e se " impossi*ile 3*enc / secondo essi due siano le cause del mondo, una agente e ini!iale, come " la provviden!a, l&altra pa!iente e muta*ile, com&" la materia4, se " impossi*ile c e il mondo, c e " generato, resti nello stesso stato, anc e se governato dalla provviden!a, come mai pu( durare la costitu!ione di ,uesti dei c e non esistono per natura loro, ma furono fatti8 e perc / an da essere gli dei pi7 della materia, se ricevono la sussisten!a dall&ac,ua8 6. Ma, secondo loro, n/ l&ac,ua " il principio di tutte le cose, 3perc / da semplici e uniformi elementi ,ual cosa potre**e costituirsi8 % poi la materia a *isogno di un artefice e l&artefice della materia# o come mai potre**ero esservi le forme sen!a la materia o l&artefice84 n/ vi " ragione per cui la materia sia pi7 antica di 0io, poic / per necessit+ la causa efficiente a da precedere le cose fatte. CAPO BB I pagani raffigurano gli dei in maniera assurda e raccontano di loro gesta disonorevoli. 1. Pertanto, se l&assurdit+ della loro teologia giungesse solamente all&afferma!ione c e gli dei sono nati e c e anno la loro costitu!ione dall&ac,ua, io dopo aver dimostrato c e nulla vi " di generato c e anc e non perisca, sarei passato alle rimanenti accuse. A

.. Ma essi ci anno ancor descritti i loro corpi, raffigurandoci %racle come un dio2dragone avvolto a spire e ,uesti altri come Centimani, e ci dicono c e la figlia di 'eus, c &egli gener( dalla madre Cea, detta anc e 0emetra , avesse due occ i l+ dove vuole natura, e due altri sulla fronte e la faccia di animale sulla parte posteriore del collo, e c e avesse anc e corna , si c e Cea stessa spaventatasi della figura mostruosa della figlia fuggisse via sen!a porgerle la mammella, 3per il c e misticamente essa viene detta Atela , ma comunemente Persefone o Core, la ,uale per altro " diversa da Atena cui " dato il nome di ?Core?4. 5. 0&altra parte poi anno narrato con diligen!a, come essi si pensano, le loro gesta< e c e Crono recise i genitali del padre e lo rovesci( dal carro, e si fece reo di parricidio ingoiando i figli masc i# e c e 'eus leg( il padre e lo precipit( nel $artaro, come aveva fatto Frano coi propri figli, e c e guerreggi( coi $itani per l&impero, e c e perseguit( la madre Cea, la ,uale non voleva esser sua moglie, ma, divenuta ella una dragonessa, anc &egli si tramut( in dragone e legatala col nodo c e si dice erculeo si uni a lei, 3della ,uale unione " sim*olo la verga di %rmete4. Poi narrano c e si un) a Persefone c &era sua figliola, dopo aver in forma di serpente sfor!ato anc e costei, dalla ,uale e**e il figlio 0ioniso. 6. %ra pur necessario c e almeno ,uesto io lo dicessi: >ual dignit+ o *ont+ vi " in un racconto di tal sorta, perc / a**iamo da credere c e siano dei Crono, 'eus, Core e gli altri8 Le ,ualit+ dei loro corpi8 % ,ual uomo di giudi!io a*ituato a riflettere potre**e credere c e da un dio sia nata una vipera8 2 Orfeo< +naltra orrida prole dallutero sacro .anete di* alla luce, l chidna terribile mostro a vedersi; gi0 dal capo fluenti le chiome scendevano e bello era il volto a vedersi, ma il resto dal sommo del collo era di spaventoso dragone. O potre**e ammettere c e ,uesto Fanete, il ,uale " un dio primigenio 3perc / " lui c e usci fuori dell&uovo4, avesse o corpo o figura di serpente, o fosse ingoiato da 'eus, perc / 'eus fosse incomprensi*ile8. 9. Se infatti per nulla differiscono dalle *estie pi7 vili 3mentre la divinit+ deve naturalmente distinguersi dalle cose terrene e da ,uelle c e si ricavano dalla materia4, essi non sono dei. % allora, perc / c&inc iniamo ad essi, c e vengono generati come il *estiame e anno figura di *estia e sono di aspetto deforme8 CAPO BBI 6li dei sono soggetti alle stesse passioni che gli uomini, vengono fatti dagli uomini e servono a loro. 1. C e se anc e avessero detto soltanto c e ,uesti dei sono corporei e anno e sangue e seme e le passioni dell&ira e della concupiscen!a, anc e in tal caso converre**e ritenere siffatti racconti per sciocc e!!e e ridicolaggini, poic / in 0io non vi " n/ ira, n/ concupiscen!a o appetito e neppur seme per la procrea!ione. .. Ammettiamo dun,ue c e siano di carne< ma siano almeno superiori alla passione ed all&ira, affinc / non si veda Atena !l padre 'eus irata, e selvaggio furor linvadeva; n/ si osservi %ra cos) atteggiata< 2a non capiva ad ra la rabbia nel petto, e diceva; e siano anc e superiori al dolore< 71h8 un diletto guerriero dintorno alle mura inseguito con questocchi io veggo e per lui si rattrista il mio core7. Per me, ,uelli c e cedono all&ira al dolore li dico uomini ignoranti e sciocc i# ma ,uando degli uomini il padre e degli dei lamenta il figlio suo< 7!him*, 3 fatal che Sarp3done a me sovra tutti diletto per la man di #atr/clo figliolo di 2enetio soggiaccia7 e non " capace col suo pianto a strapparlo al pericolo< Figlio " Sarp"done a 'eus, ma aiuto non recagli il dio c i non dare**e *iasimo d&ignoran!a a costoro, c e con si fatte favole vogliono passare per cultori degli dei, e ne sono piuttosto i distruttori8 5. Ammettiamo c e siano di carne, ma n/ Afrodite venga ferita nel corpo da 0iomede< 2i fer, "iomede il superbo figliuol di Tideo o nell&anima da Ares< 2e, perch* zoppo sono, la figlia di 'eus !frodite sempre tien in dispregio, ed amor porta ad !res funesto; 9ed a lui lacer/ la bella cute. %gli, il terri*ile nelle pugne, l&alleato di 'eus contro i $itani, appare meno forte di 0iomede: infuriava com!res che squassa la lancia... $aci, Omero, 0io non infuria: $u invece mi descrivi un dio lordo di sangue ed omicida< !res, !res, lordo di sangue e di strage..., e ne vai narrando l&adulterio e le catene< d ambidue saliti sul letto dormiro, e del destro :festo le ritorte ingegnose sespansero intorno G

n* modo alcun pi0 vera di mover le membra... 6. Non *utteranno via ,uesto cumulo di empie sciocc e!!e sul conto degli dei 8 Frano viene evirato, Crono " legato e precipitato gi7 nel $artaro, i $itani insorgono a rivolta, Stige muore in *attaglia 3omai li presentano anc e soggetti alla morte:4 fanno all&amore fra di loro, fanno all&amore con gli uomini< nea che ad !nchise produsse la diva !frodite, poi che nei boschi Idei dea con mortale si giacque. Non fanno all&amore, no, non sono soggetti a passioni Infatti, se sono dei, la concupiscen!a non li tocc er+. % se 0io, per divina economia, prender+ umana carne, " gi+ per ,uesto sc iavo della concupiscen!a8 9. &on mai s, grande amore di dea o di donna diffuso nel mio petto il cuore dom/, n* quando la moglie io amai dIssione o la bella figliuola d!crisio "anae, o la fanciulla, dellampio famoso .enice, n* Semele od !lcmena la in Tebe, o "em3tra regina di vaghe trecce adorna, n* linclita 4eto o te stessa. -enerato egli ", corrutti*ile, nulla avendo di 0io: An!i ,uesti dei servono persino gli uomini< 1 dimora d!dmeto in cui sostenni servil mensa approvar, ancor che dio, e pascolano il *estiame< ! questa terra giunto, il gregge allospite pasceva e gli salvai la casa. 0un,ue Admeto era da pi7 del dio. ;. O indovino e sapiente, profeta agli altri del futuro, non vaticinasti per( la strage del tuo amasio, c e an!i di tua mano uccidesti c i amavi< Io pur di .ebo la divina bocca non bugiarda credeva, di profetica arte fiorente; cos) %sc ilo *iasima Apollo ,ual falso indovino< 2a chi linno inton/, chi questo disse nel genial convito, al figlio mio egli stesso si fa di morte autore. CAPO BBII &* serve dare degli dei una spiegazione fisica. Se gli dei sono elementi, sono materiali, mutevoli e perituri come la materia. 1. Ma forse ,ueste le sono a*erra!ioni poetic e# per( viene anc e data degli dei una certa, spiega!ione fisica di ,uesto genere< 'eus lo splendente come dice %mpedocle ed ra datrice di vita, con !de e &esti che la mortale sorgente di lacrime irriga. .. Se dun,ue 'eus " il fuoco ed %ra la terra e l&Ade l&aria e Nesti l&ac,ua 3e ,uesti, cio" il fuoco, l&ac,ua, l&aria, sono elementi4 nessuno di loro " 0io, n/ 'eus, n/ %ra, n/ Ade# poic / anno la consisten!a e il nascimento dalla materia c e venne distinta da 0io fuoco ed acqua e terra e la queta alta vetta dellaria e con essi lamore. 5. >uesti elementi c e, venendo confusi tra loro dalla discordia, non anno la capacit+ di persistere sen!a l&amici!ia, come dun,ue si potre**e dire c e sono dei8 Principio dominante, secondo %mpedocle, " l&amici!ia, e le cose concrete costituiscono ci( c e " dominato# ma " il principio dominante il padrone# cos), c e se noi ammettiamo c e una sola e la stessa " la virt7 del dominato e del dominante, sen!a accorgercene daremo alla materia, corrutti*ile, fluttuante e muta*ile, lo stesso pregio e valore c e a 0io, increato, eterno e sempre a se stesso conforme . 6. 'eus, secondo gli Stoici, " la sostan!a fervida, %ra " l&aria 3e anc e il suo nome viene pronunciato insieme con ,uello dell&aria, se esso si congiunge con se stesso4 e Posidone la *evanda. Altri poi in altro modo danno la spiega!ione fisica< e c i spiega 'eus masc io 2 femmina per l&aria *iforme, e c i per la stagione c e rimette a *ello il tempo, anc e perc / egli solo riusc) a scampare da Crono. 9. Ma con gli Stoici si pu( ragionare cos)< se voi ritenete per non genito ed eterno l&unico 0io supremo e per i corpi composti di parti ,uelle forme in cui avviene la muta!ione della materia, e dite c e lo spirito di 0io, il ,uale la materia pervade, a seconda delle sue muta!ioni assume ora un nome ora un altro, le forme della materia diventeranno il corpo di 0io, e ,uando periranno gli elementi per la conflagra!ione universale, di necessit+ insieme con le forme periranno i nomi, solo restando lo spirito di 0io. C i dun,ue vorre**e credere dei ,uesti corpi soggetti a perire per le muta!ioni della materia8 1H

;. A ,uelli poi c e dicono c e Crono " il tempo e Cea la terra, 3e c e ,uesta concepisce da Crono e partorisce, onde " creduta anc e la madre di tutte le cose, e c e ,uegli genera e consuma4 e c e la recisione dei genitali significa l&accoppiamento del masc io con la femmina, il ,uale distacca e immette il seme nella matrice e genera l&uomo c e a in se stesso la concupiscen!a, vale a dire Afrodite, e c e la pa!!ia di Crono significa il cam*iarsi della stagione onde periscono le cose animate e le inanimate, e c e i legami e il $artaro vogliono dire il tempo c e viene mutato dalle stagioni e sparisce, a costoro dun,ue diciamo< Se Crono " il tempo, esso si volge, se " la stagione, esso si cam*ia, e se " l&oscurit+, o il gelo, o la sostan!a umida, nulla di tutto ,uesto perdura< la divinit+ invece " immortale e immo*ile e immuta*ile. 0un,ue n/ Crono, n/ il suo idolo, " 0io. @. >uanto a 'eus poi, se egli " l&aria nata da Crono 3di cui la parte masc ia " 'eus e la parte femminile " %ra, c e per( gli " sorella e moglie4 " soggetto a cam*iamenti# se poi " la stagione, si muta< ma non muta e non cam*ia ci( c e " divino. A. Ma c e *isogno c&" di tediare di pi7 voi, i ,uali meglio sapete ,uel c e fu detto da c iun,ue si attenne a una spiega!ione fisica, col dire ,uel c e gli scrittori pensarono della natura, o intorno ad Atena, c e dicono essere il pensiero, o intorno a Iside, c e affermano esser la natura del tempo, dalla ,uale tutti nac,uero e per cui tutti esistono, o intorno a Osiride, le mem*ra del ,uale, poic / fu scannato dal fratello suo $ifone, and( cercando per le pianure Iside con Oro suo figlio e ritrovatele compose nel sepolcro c e fino ad ora viene c iamato il sepolcro d&Osiride8 G. C / mentre si vanno tormentando l&animo circa la specie della materia, perdono di vista ,uel 0io c e si contempla con la ragione, e divini!!ano gli elementi e le loro parti , dando a ciascuno un nome diverso, alla semina del grano ,uello d&Osiride 3onde dicono c e, nei misteri, per il ritrovamento delle mem*ra, e cio" dei frutti, si acclama ad Iside< ?A**iamo trovato, ci congratuliamo?4, e al frutto della vite ,uello di 0ioniso, alla vite stessa ,uello di Semele e ,uello di fulmine alla fiamma del sole. 1H. % veramente tutt&altro fanno pi7 tosto c e ragionare di 0io ,uei c e allegori!!ano sui miti e divini!!ano gli elementi, non avvertendo c e ,uanto si vuol far servire a difesa degli dei conferma le ragioni c e si arrecano contro di essi. 11. C e a da fare %uropa, il $oro, il Cigno e Leda con la terra e con l&aria, perc / l&impuro accoppiamento di 'eus con ,ueste donne a**ia da significare l&unione dell&aria e della terra8 1.. Ma avendo costoro perduto di vista la grande!!a di 0io e non riuscendo con la ragione ad assurgere pi7 alto 3non sentono infatti aspira!ione alcuna verso il luogo celeste4, marciscono sulle specie della materia e caduti gi7 in *asso divini!!ano le muta!ioni degli elementi, pari a c i tenesse la nave in cui naviga in luogo del pilota. Ma come la nave, anc e se fornita di tutto, a nulla vale ,ualora manc i il pilota, cos) nessun vantaggio recano gli elementi, ,uantun,ue *ellamente ordinati, se loro manc i la provviden!a di 0io. Poic / n/ la nave navig er+ da s/, n/ gli elementi si muoveranno sen!a il demiurgo. CAPO BBIII #er spiegare le virt0 operative di certi simulacri bisogna ricorrere ai demoni, che sono conosciuti anche dai filosofi, quali Talete e #latone. 1. Per altro, voi c e in perspicacia sorpassate tutti potreste dire< Per ,ual ragione dun,ue certi simulacri possiedono un&efficacia operativa, se non sono dei ,uelli ai ,uali erigiamo le statue 8 Non " infatti verosimile c e le immagini, sen!&anima e sen!a moto, a**iano possan!a di per se stesse se non v&" c i le muova. .. Certo, c e in alcuni luog i, citt+ e na!ioni si producano certi effetti in nome dei simulacri, neppur noi lo contestiamo# ma se alcuni ne a**iano ricevuto vantaggio, e altri, al contrario, nocumento, non per ,uesto crediamo siano dei ,uelli c e nell&uno o nell&altro caso operarono# c e an!i, noi a**iamo diligentemente esaminato per ,ual motivo vi pensate c e i simulacri a**iano poten!a di operare e c i siano ,uelli c e operano in loro, usurpandone i nomi. 5. Ma volendo dimostrare c i siano ,uei c e operano nei simulacri e c e essi non sono dei fa d&uopo valermi anc e di alcune testimonian!e tolte dai filosofi. 6. Primo $alete fa la distin!ione 3come ricordano ,uei c e *en conoscono la sua dottrina4 di 0io, dei demoni, degli eroi. Ora, 0io lo concepisce come la mente del mondo , i demoni come sostan!e animali, e gli eroi come anime separate degli uomini, i *uoni come le *uone, i cattivi come le cattive. ;. #latone poi, sospendendo quanto al resto il suo giudizio, anche lui distingue un "io increato e quelli che dallIncreato furono fatti per ornamento del cielo , cio3 e le stelle erranti e le fisse, e i demoni. <uanto ai demoni, disdegnando egli parlarne, vuole che si ponga mente a coloro che ne trattarono- 7"egli altri demoni poi dire e conoscere la generazione 3 impresa maggiore delle forze nostre, e bisogna fidarsi di quelli che ne hanno parlato prima, i quali erano discendenti degli dei, come affermavano, e certo ben li dovevano conoscere, si capisce, i loro progenitori. = impossibile pertanto non credere ai figli degli dei, sebbene parlino senza alcuna dimostra zione n* sicura n* probabile- ma poich* essi dicono che queste generazioni le riferiscono come cosa di famiglia, obbedendo alla legge, ci conviene crederle. ;. Pertanto sia pure la genera!ione di ,uesti dei anc e per noi come essi dicono, e come tale la si ripeta< dalla $erra e dal Cielo nac,uero Oceano e $eti# e da ,uesti Forco e Crono e Cea e ,uanti con loro, e da Crono e da Cea 'eus ed %ra e tutti ,uegli altri c e sappiamo esser detti fratelli loro, e poi ancora altri discendenti di ,uesti? . 11

@. O dun,ue Platone c e ragion( intorno all&eterno Iddio c e con la mente e con la ragione si concepisce, e c e dic iar( apertamente i suoi attri*uti, vale a dire il vero ente, l&unit+ di natura, il *ene c e da lui si effonde, cio" la verit+, Platone c e parl( della prima poten!a dicendo< ?tutte le cose sono intorno al re dell&universo e per lui sono tutte e di tutte egli " la causa?, e del secondo e del ter!o 3?il secondo intorno alle seconde e il ter!o intorno alle ter!e?4 credette egli c e fosse superiore alle sue for!e il conoscere la verit+ intorno alle cose c e si dicono generate dalle sensi*ili, cio" dalla terra e dal cielo8 No, certo, non lo si pu( dire. A. Ma poic / riput( impossi*ile c e gli dei generassero e venissero partoriti, dal momento c e ci( c e nasce deve di conseguen!a avere una fine , e c e ancor pi7 difficile di ,uesto " di far mutare opinione al volgo, il ,uale accetta sen!a prove siffatte favole, appunto per ,uesto egli disse c e era superiore alle sue for!e conoscere e parlare della genera!ione degli altri demoni, non potendo n/ pensare n/ parlare di una nascita degli dei. G. % ,uel suo detto ?'eus il gran duce nel cielo, c e guida il carro alato, procede per primo l&universo ordinando e curando, e a lui tiene dietro l&esercito degli dei e dei demoni? , non si riferisce allo 'eus c e si dice nato da Crono, ma con ,uesto egli voleva indicare il nome del facitore dell&universo. 1H. % lo fa capire anc e Platone stesso il ,uale, non avendo modo di c iamarlo con altro voca*olo, si serv) del nome popolare non gi+ come proprio di 0io, ma per c iare!!a, poic / non " possi*ile far intendere 0io da tutti, per ,uanto se ne possa dire, aggiungendo l&epiteto di ?grande?, affine di distinguere il celeste 'eus dal terreno, il non generato dal generato, pi7 giovane del cielo e della terra e pi7 giovane dei Cretesi stessi, i ,uali lo trafugarono perc / non venisse ucciso dal padre. CAPO BBI= &oi cristiani, come conosciamo il vero "io, cos, abbiamo il vero concetto dei demoni, angeli creati da "io e ribellatisi a lui e anime di giganti nati dallunione di quegli angeli con le vergini. 1. Ma c e *isogno c&" c e a voi, in tutto lo sci*ile versati, io stia a ricordare i poeti o a esaminare le dottrine altrui8 Sol ,uesto mi *asti dire< se anc e poeti e filosofi non avessero riconosciuto c e 0io " uno, e poi, ,uanto a ,uesti altri dei, non avessero pensato, alcuni, c e fossero demoni# altri, materia# e altri, uomini c e gi+ furono, meriteremmo noi davvero di essere proscritti, poic / la nostra dottrina fa distin!ione e di 0io e della materia e della loro essen!a8 .. Come infatti, affermiamo esservi 0io e il Figlio, il =er*o di lui, e lo Spirito Santo, un essere solo per natura, il Padre, il Figlio e lo Spirito, perc / Mente, =er*o e Sapien!a del Padre " il Figlio, ed emana!ione come luce da fuoco lo Spirito, tosi a**iamo compreso esservi anc e altre nature c e esplicano la loro attivit+ sulla materia e per me!!o della materia. 0i ,ueste l&una " nemica a 0io, non gi+ nel senso c e un ,ualc e essere possa contrapporsi a 0io, come la discordia all&amore secondo la teoria di %mpedocle , o la notte al giorno secondo ,uel c e appare 3perc / se ,ualc e cosa si fosse opposta a 0io avre**e cessato di esistere, andando distrutta la sua sussisten!a dalla poten!a e dalla for!a di 0io4 ma nel senso c e ,uesto spirito occupato circa la materia, creato da 0io, come furono creati da lui anc e gli altri angeli, e al ,uale fu affidato il governo sulla materia e sulle specie della materia, contrasta alla *ont+ di 0io la ,uale " suo attri*uto e in lui coesiste come il colore al corpo, sen!a di cui non pu( essere 3non perc / sia ,uasi parte di lui, ma perc / " ,uasi una conseguen!a c e necessariamente coesiste in lui, unita e incorporata come il colore fulvo col fuoco e l&a!!urro con l&etere. 5. Poic / la costitu!ione di ,uesti angeli fu fatta da 0io per provvedere alle cose da lui ordinate e disposte, affinc / 0io avesse la provviden!a universale e generale di tutte le cose, e la particolare l&avessero gli angeli deputati alle .cose particolari. 6. % come fra gli uomini, i ,uali dotati di li*ero ar*itrio nella scelta del *ene e del male 3c / voi n/ onorereste i *uoni n/ punireste i cattivi se in loro potere non fosse il far male o il far *ene4 gli uni si dimostrano pro*i in ,uelle faccende c e loro voi affidate, e gli altri infedeli, simile " anc e la condi!ione degli angeli. 9. Fna parte di essi 3come dotati da 0io di li*ero ar*itrio4 rimasero fermi in ,uello per cui 0io li cre( e li sta*ili# altri invece fecero grave oltraggio e alla essen!a della loro natura e al loro principato, tanto ,uesto principe della materia e delle sue specie ,uanto altri sta*iliti a ,uesto primo firmamento 3e voi sapete c e nulla noi diciamo sen!a testimonian!e, ma c e esponiamo ,uanto fu pronunciato dai profeti4 . >uelli sono gli angeli c e caddero nella concupiscen!a di vergini e si lasciarono vincere dalla carne, e il primo " colui c e trascur( e si mostr( malvagio nella sovraintenden!a di ,uanto gli era stato affidato. ;. Pertanto da ,uelli c e si unirono alle vergini nac,uero i cosiddetti giganti# e se di costoro anc e i poeti in parte fecero parola non meravigliatevi, c / tanto differisce la sapien!a profetica dalla mondana ,uanto la verit+ dalla pro*a*ilit+, e l&una " celeste e l&altra terrena e secondo il principe della materia< 5en sappiam dire molte menzogne che han forma di vero . CAPO BB= <uesti demoni e il principe della materia operano contrariamente alla bont di "io, s, da indurre taluni a dubitare della sua provvidenza; e gli uomini spesso liberamente si lasciano trascinare dietro di loro. 1. >uesti angeli adun,ue, caduti dai cieli e aggirantisi intorno all&aria e alla terra, n/ capaci pi7 di al!are lo sguardo alle cose sovracelesti , e le anime dei giganti, sono i demoni c e vanno errando intorno al mondo, producendo movimenti conformi, gli uni, cio" i demoni, alle nature c e presero, gli altri, cio" gli angeli, alle 1.

concupiscen!e c e e**ero. Il principe della materia poi, come / dato di vedere dai fatti stessi, dirige e amministra le cose contrariamente alla *ont+ di 0io< ! me spesso un pensiero ange i precordi, se le vicende umane il caso regga o. un demone, ch* contro speme o contro giustizia altri piombar dallalto io vidi ed altri sempre aver prospera sorte. .. Se l&esser o no fortunato contro speran!a o contro giusti!ia rese %uripide impotente a sta*ilire di c i sia ,uesto governo delle cose terrene in cui potre**e dire taluno< come, ci/ mirando, esser dei numi direm la schiatta, o seguirem le leggi) ci( fece s) c e anc e Aristotele affermasse non essere governate da provviden!a le cose c e sono sotto il cielo, *enc / la provviden!a eterna di 0io ugualmente perseveri su noi< la terra a forza, voglia oppur non voglia, produce lerbe ad ingrassarmi il gregge; mentre la provviden!a particolare si stende secondo verit+, non a capriccio, sui degni, e tutto il resto " governato per legge di ragione secondo la comune costitu!ione della natura . 5. Ma poic / i movimenti e le opera!ioni demoniac e c e derivano dallo spirito avverso producono ,uesti impeti disordinati 3vediamo infatti c e muovono anc e gli uomini dall&interno e dall&esterno ,uali in un modo ,uali in un altro, o individualmente o per na!ioni, partitamente o insieme a seconda della influen!a della materia o dell&affinit+ col divino4, per ,uesto alcuni, pur di non poca dottrina, credettero c e ,uesto universo stia insieme non per un certo ordine, ma sia trascinato e messo a so,,uadro da cieco caso, e non sanno c e di ,uanto appartiene alla costitu!ione di tutto il mondo nulla v& a di disordinato e di trascurato, ma ogni cosa fu fatta con ragione, s) c e neanc e trasgredisce l&ordine c e le / sta*ilito. 6. L&uomo poi, per ci( c e dipende da c i lo a fatto, anc &egli conserva il *uon ordine e ,uanto alla natura della genera!ione c e mantiene una medesima e comune ragione di procedere, e ,uanto alla disposi!ione della forma del corpo c e non trasgredisce la legge impostale, e ,uanto al fine della vita c e resta uguale e comune a tutti# ma riguardo alla sua propria ragione e all&opera!ione del principe imperante e dei demoni c e gli tengono dietro, gli uomini, c i in un modo e c i in un altro, sono trascinati e mossi, *enc / tutti a**iano in se stessi la medesima facolt+ di ragione. CAPO BB=I I demoni son quelli che operano nei simulacri, come dimostrano le azioni contro natura che essi compiono, anche se i simulacri sono eretti a personaggi noti, come &erillino, !lessandro e #roteo. 1. >uelli poi c e li attirano intorno agli idoli sono i demoni an!idetti, i ,uali si attaccano al sangue delle vittime e vanno attorno lam*endole# e ,uegli dei, c e piacciono al volgo, coi nomi dei ,uali vengono c iamate le immagini, sono stati degli uomini, come si pu( sapere dalla loro storia. .. C e poi siano i demoni ,uei c e usurpano i nomi, ne fa fede l&attivit+ di ciascuno di loro 3!4. C i infatti recide i genitali, come ,uelli c e assumono il nome di Cea, c i li taglia dentro o li cincisc ia, come ,uelli c e si nominano da Artemide 3e ,uella taurica scanna gli ospiti4 tralasciando di dire di coloro c e con coltelli o con flagelli di osso deturpano se stessi, e ,uante sono specie di demoni . Poic / non " proprio di 0io l&eccitare ad atti contro natura, c / quando sciagure il demone apparecchia alluomo, la mente offende egli da prima 0io, al contrario, c e " perfettamente *uono, " anc e eternamente *enefico. 5. C e altri pertanto siano ,uelli c e operano nei simulacri, e altri ,uelli cui essi vengono eretti, sono massimo argomento la $roade e Pario< la $roade a le immagini di Nerillino, nostro contemporaneo, e Pario ,uelle di Alessandro e di Proteo. 0i Alessandro v&" ancora nel foro e il sepolcro e l&immagine. Pertanto, le altre statue di Nerillino sono un ornamento pu**lico 3se pure siffatte statue sono ornamento d&una citt+4# una per( ve ne a c e si crede renda oracoli e guarisca gli ammalati, motivo per cui ,uelli della $roade e gli fanno sacrifici e ne coprono d&oro la statua e la incoronano. 6. % delle statue di Alessandro e di Proteo 3e voi non ignorate c e nei dintorni di Olimpia costui si gett( nel fuoco4, ,uesta pure, si dice, da oracoli# e a ,uella di Alessandro #aride sciagurato, bellissimo il volto, di donne seduttor si fanno pu**lici sacrifici e feste come a un dio c e presta orecc io a c i c iede. 9. Sono dun,ue Nerillino e Proteo e Alessandro c e cos) operano nelle statue o piuttosto " la natura della materia8 Ma ,uella materia, " *ron!o# or c e cosa pu( il *ron!o di per se stesso, il ,uale si pu( trasformare di nuovo in un&altra figura, come, presso %rodoto, fece Amasi col *acino da lavare i piedi8 % Nerillino e Proteo e Alessandro c e altro possono fare per gli ammalati8 Poic / ci( c e l&immagine si dice c e operi al presente, l&operava anc e ,uando Nerillino era vivo e ,uando era ammalato. CAPO BB=II 15

I demoni si giovano dei movimenti irrazionali dellanima per inondarla di strane idee come se fluissero dai simulacri. 1. 0un,ue8 C e si a da dire8 Innan!i tutto i movimenti dell&anima non diretti dalla ragione, ma dalla fantasia, circa le opinioni, or ,uesta or ,uell&altra immagine traggono dalla materia, o se le plasmano e concepiscono da se stessi. A ci( va soggetta l&anima specialmente ,uando accoglie lo spirito della materia e s&immedesima con esso, mirando non alle cose celesti e al loro fattore, ma gi7 in *asso verso le terrene, per parlare in generale, ,uasi divenendo solamente carne e sangue e non pi7 puro spirito. .. Pertanto ,uesti movimenti dell&anima non diretti dalla ragione, ma dalla fantasia, generano delle pa!!e immagina!ioni per gli idoli< ,uando poi l&anima, tenera e facile a guidarsi, ignara e inesperta di sode dottrine, non avve!!a a contemplare la verit+, e incapace di considerare c i sia il padre e creatore dell&universo, resta dentro impressionata da false opinioni su se stessa, allora i demoni della materia, c e sono g iotti del fumo odoroso e del sangue delle vittime e c e ingannano gli uomini, giovandosi di ,uesti erronei movimenti dell&anima dei pi7, e ossessionandone i pensieri, inondano ,ueste anime di strane idee come se fluissero dai simulacri e dalle statue# e ,uante volte l&anima di per se stessa, come c e immortale, si muove guidata da ragione, o prevedendo il futuro, o rimediando al presente, di ci( raccolgono vanto i demoni. CAPO BB=III I pretesi dei erano in realt uomini, come dimostra la tradizione dei sacerdoti egiziani riferita specialmente da rodoto. 1. Ma forse " necessario, per ,uanto si " detto precedentemente, far ,ualc e parola sui nomi degli dei. %rodoto, pertanto, e Alessandro figliolo di Filippo nella lettera alla madre 3e di am*idue si narra c e in %liopoli e a Menfi e a $e*e si a**occassero con ,uei sacerdoti4 dicono c e da essi impararono c e gli dei sono stati degli uomini. .. %rodoto scrive< ?% pertanto mi dimostrarono c e ,uelli di cui erano le immagini erano tali, ma di gran lunga diversi dagli dei. % mi narrarono c e prima di ,uesti uomini gli dei furono ,uelli c e signoreggiarono l&%gitto, a*itando con gli uomini, e c e uno fra essi tenne sempre l&impero ma c e per ultimo vi regn( Oro, figlio di Osiride, c e i -reci c iamano Apollo. Costui, a**attuto $ifone, fu l&ultimo re dell&%gitto. Osiride poi in lingua greca " 0ioniso?. 5. 0un,ue e gli altri e l&ultimo furono re dell&%gitto# e da ,uesti vennero ai -reci i nomi degli dei. Apollo " figlio di 0ioniso e di Iside, come dice lo stesso %rodoto< ?% raccontano c e Apollo e Artemide siano figli di 0ioniso e di Iside, e c e Leto 1i a**ia allevati e salvati?. 6. >uesti pertanto, c e furono di origine celeste, essi li e**ero per primi re, e parte per ignoran!a del vero culto verso la divinit+, parte in gra!ia del loro imperio li credettero dei insieme con le loro mogli. ?% tutti gli %gi!iani sacrificano i *uoi puri e i vitelli, per( non " loro lecito sacrificare le femmine, ma sono sacre ad Iside# poic / la statua d&Iside c e a forma mulie*re " fornita di corna *ovine allo stesso modo c e i -reci dipingono Io? . 9. % c i in tali racconti potre**e meritare maggior fede di ,uelli c e per la successione naturale di padre in figlio anno ricevuto con l&ufficio di sacerdote anc e la cogni!ione di ,ueste storie8 Non " infatti verosimile c e ministri i ,uali venerano i simulacri mentiscano nel dire c e furono uomini. ;. Se dun,ue %rodoto diceva c e gli %gi!i intendevano parlare degli dei come fossero uomini, non sare**e da credere a %rodoto, come a mitologo, ,uando anc e dice< ?I divini racconti, ,uali io li udii, non sono disposto a narrarli, all&infuori dei soli nomi degli dei?. Ma poic / Alessandro ed %rmete soprannominato $rismegisto , c e congiunge la propria stirpe con la loro, e infiniti altri, per non enumerarli uno per uno, dicono la stessa cosa, pi7 non resta ragione alcuna perc / essi non vengano riputati dei per aver regnato. @. C e poi fossero uomini, lo dic iarano anc e i pi7 colti degli %gi!i, c e dicendo dei l&etere la terra, il sole, la luna, tengono gli altri per uomini mortali, e per templi i loro sepolcri< e lo dic iara anc e Apollodoro nel suo li*ro sugli dei. A. %rodoto poi c iama anc e misteri i loro casi< ?% del modo con cui si cele*ra la festa d&Iside nella citt+ di Eusiride o gi+ detto pi7 sopra. $utti, uomini e donne, dopo il sacrificio fanno il corrotto, e sono molte miriadi di persone. Ma in c e modo fanno il corrotto la religione mi vieta di dire?. Or se sono dei, sono anc e immortali# ma se si compiangono e se le passioni sono i loro misteri, sono uomini. G. % ancora lo stesso %rodoto< ?Nella citt+ di Sai nel tempio di Atena, dietro la cella, addossato a tutto il muro del tempio v&" anc e il sepolcro di colui c e non credo religioso nominare in ,uesta occasione. % trovasi li vicino uno stagno ornato in giro di un margine di pietra, d&ampie!!a uguale, a ,uanto mi sem*ra, al cos) detto lago circolare in 0elo. % in ,uesto stagno gli %gi!i anno nottetempo le rappresenta!ioni dei casi di ,uel dio, le ,uali essi c iamano misteri?. 1H. % non solo si mostra il sepolcro di Osiride, ma anc e la sua mummia< ?>uando viene loro portato un cadavere mostrano ai portatori delle riprodu!ioni in legno di cadaveri dipinte al naturale, e dicono c e la pi7 perfetta sia di colui c e non credo religioso di nominare in ,uesto proposito?. CAPO BBIB 4a stessa cosa affermano i poeti e gli storici greci riguardo ai loro dei. 1. Ma anc e fra i -reci ,uelli c e sono sapienti nella poesia e nella storia dicono di %racle< 16

&* pavent/, liniquo, de numi lo sguardo, n* quella mensa rispett/ chegli innanzi gli porse, e luccise, e cio" Ifito. Fn individuo di tal fatta era naturale c e desse in pa!!ie, era naturale c e appiccasse il fuoco alla pira e vi si a**ruciasse: .. % di Asclepio cant( %siodo< degli uomini il padre e dei numi pieno dira scagli/ dall1limpo la folgore ardente e luccise, di .ebo 4atoide lo sdegno eccitando; e Pindaro< !hi che dal lucro anche saggezza avvincesied anche lui col generoso prezzo loro sedusse, quando in man gli apparve; ma con le man tra lor scagliando, lalito 'eus dai lor petti emunse, e il fulmin rosso la morte piant/. 5. 0un,ue costoro o erano dei, e in tal caso non *adavano all&oro< 1ro, ai mortali dono graditissimo; diletto ugual non offrono n* madre n* figli. 3c / la divinit+ non a *isogno ed " superiore alla cupidigia4, n/ potevano morire# o erano uomini, e allora furono malvagi per ignoran!a e si lasciarono vincere dall&avidit+ delle ricc e!!e. 6. C e *isogno c&" c e io pi7 spenda parole ricordando o Castore o Polluce o Anfiarao , i ,uali ieri o ieri l&altro, per modo di dire, nati uomini da uomini, vengono tenuti per dei 8 ,uando anc e Ino stessa dopo ,uella sua pa!!ia e ,uanto le accadde in ,uello stato , pensano c e sia diventata una divinit+ quei cherrano sul mar, e di 4eucotea la chiamano col nome, come pure il figlio di lei c e divo #al3mone i nocchier diranno. CAPO BBB I pagani, che divinizzarono esseri detestabili, tanto pi0 ritennero dei quelli che si distinsero per limperio, per la forza o per larte, attribuendo la divinit a esseri soggetti a nascere e a morire. = dunque dimostrato che i cristiani non sono atei. 1. C e se pur essendo tanto detesta*ili e odiosi a 0io e**ero fama di esser dei, e se la figlia di 0erceto Semiramide, donna lasciva e sanguinaria, fu ritenuta ,ual dea sira, 3e i Siri in gra!ia di 0erceto venerano i pesci e in gra!ia di Semiramide le colom*e, poic /, ed " cosa assurda, in colom*a fu mutata ,uella donna, come vuole la favola c e trovasi in Ctesia4# ,ual meraviglia se alcuni per l&imperio o per la tirannide c e esercitarono, siano stati c iamati dei dai loro contemporanei8 0ice la Si*illa, ricordata anc e da Platone< d era allor la decima et della schiatta mortale da che il diluvio de lacque inond/ le primissime genti, e regnarono Crono e Titano e 6iapeto, robusta de la Terra progenie e del Cielo, che s, li chiamaro gli uomini quando al Cielo e a la Terra imponevano il nome, poi che costoro i primi comparver di tutti i mortali, e se altri parimenti furono tenuti per tali o per la loro for!a, come %racle e Perseo, o per la loro arte, come Asclepio8 .. Costoro pertanto, ai ,uali o i sudditi o gli stessi principi tri*utarono onore, parte per timore, parte per rispetto, conseguirono il nome di dei 3cos) anc e Antinoo per la *ont+ e umanit+ dei vostri antenati verso i sudditi ottenne d&esser tenuto come un dio4 ,uelli poi c e vennero dopo di loro sen!&altro esame li accettarono per tali. 2endaci sempre i cretesi, la tomba teressero, o sire, essi, i cretesi8 2a tu non se morto89 Mentre, o Callimaco, presti fede alla nascita di 'eus, la neg i al suo sepolcro, e mentre ti pensi di gettare un&om*ra sulla verit+, anc e a ,uei c e ignorano tu *andisci c e " morto# e se volgi gli occ i all&antro, ric iami alla memoria il parto di Cea# se poi guardi alla tom*a, di tene*re avvolgi la sua morte, e non sai c e solo eterno " il non genito Iddio: 6. O sono falsi infatti i racconti del volgo e dei poeti su gli dei, e allora " inutile il loro culto 3c / non esistono ,uelli di cui non pu( esser vera la storia4, oppure sono vere le genera!ioni, gli amori, gli omicidi, i furti, le evira!ioni, le folgori, e in tal caso pi7 non esistono, avendo finito di essere, poic / e**ero anc e nascimento mentre prima non erano.

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9. % ,ual ragione v&" infatti di prestare fede ad alcuni di ,uesti racconti e ad altri no, mentre i poeti narrando degli dei anno cercato di mettere in luce ci( c e " pi7 rispetta*ile8 Coloro per cui me!!o essi furono tenuti per dei, col renderne tanto imponente la storia, non avre**ero certo con l&inganno inventato i loro casi. ;. C e dun,ue noi non siamo atei, riconoscendo come 0io il creatore di ,uesto universo, e il =er*o di lui, secondo le mie for!e, se**ene non adeguatamente al merito, resta da me dimostrato. CAPO BBBI 4e accuse di empi conviti e accoppiamenti non ci meravigliano- anche tra i filosofi i virtuosi furono sempre perseguitati. 2a basterebbe la nostra persuasione della presenza di "io e della vita futura per confutarle. 1. Ma, ancora, vanno inventando a carico nostro certi pasti e accoppiamenti empi, e per poter credere di odiarci con ragione, e pensando, col farci paura, di allontanarci dal nostro tenore di vita, o di renderci i magistrati duri e inesora*ili per l&enorme!!a delle colpe. Ma perdono il tempo con c i sa esser costume fin dall&antico, non solo alla nostra et+, per una certa legge e ragione divina continuato a seguirsi, c e la malvagit+ faccia guerra alla virt7. .. Cos) anc e Pitagora fu arso vivo insieme con trecento compagni , %raclito e 0emocrito furono *anditi l&uno da %feso, l&altro da A*dera perc / accusato di pa!!ia, e Socrate gli Ateniesi condannarono a morte. Ma come ,uelli perc / il volgo ne avesse ,uesta opinione non furono da meno nei rispetti della virt7, cos) neppure la nostra rettitudine di vita verr+ offuscata per l&inconsulta maldicen!a di alcuni, poic / noi siamo in onore presso 0io. $uttavia anc e ,ueste accuse io voglio affrontare. 5. Io pertanto *en so c e davanti a voi anc e con ,uanto sono venuto dicendo o scolpato me stesso. =oi infatti, c e tutti superate per acute!!a d&ingegno, sapete c e coloro, la cui vita si regola, ,uasi a fil d&arc ipen!olo, su 0io, affinc / ciascun di noi sia davanti a lui uomo scevro di colpe e irreprensi*ile, voi, dico, *en sapete c e costoro mai accoglieranno in mente nemmeno l&idea del pi7 lieve peccato. 6. C e se fossimo persuasi di dover vivere solo ,uesta vita, allora ci sare**e forse motivo di sospettare c e noi traviassimo col renderci sc iavi della carne e del sangue o col lasciarci vincere dall&utile o dalla passione. Noi invece sappiamo c e 0io notte e giorno / presente ai pensieri e alle parole nostre, e c e egli, c e / tutto luce, vede anc e nel cuor nostro# noi siamo persuasi c e, li*eratici di ,uesta vita, un&altra vita vivremo migliore della, presente e tutta celestiale, non pi7 terrena, se uniti a 0io e con l&aiuto di 0io persevereremo saldi e impassi*ili nell&anima, non gi+ come corpi, pur avendo anc e ,uesto, ma come spirito celeste# oppure, se con gli altri precipiteremo a rovina, l&avremo ,uesta vita in condi!ione peggiore e nel fuoco# 0io infatti non form( anc e noi come pecore e giumenti, ,uasi opera accessoria e perc / perissimo e vanissimo nel nulla. % per( non / verosimile c e noi vogliamo deli*eratamente il male, n/ c e ci diamo da noi stessi in mano del grande giudice per essere puniti. CAPO BBBII I pagani accusano noi dei delitti chessi stessi attribuiscono ai loro dei. <uanto a noi, ci * vietato da "io anche il pensiero, anche lo sguardo impuro. .ra noi ci chiamiamo figli e faglie, fratelli e sorelle, padri e madri secondo let in perfetta purezza; anche il bacio * regolato ed * soprattutto un atto di reverenza. 1. >uanto a costoro, non fa dun,ue nessuna meraviglia se inventano sul conto nostro ,uel c e essi dicono dei loro dei. Le loro passioni infatti le presentano come misteri# per altro se vogliono giudicare enorme scellerate!!a l&accoppiamento licen!ioso e sen!a restri!ioni, sare**e giusto c e essi o a*orrissero 'eus, c e da Cea sua madre e dalla figlia Care procre( dei figli e c e tolse in moglie la sua propria sorella, o a*orrissero Orfeo il cantor di ,uesti misfatti, perc / rappresent( 'eus ancor pi7 empio e scellerato di $ieste# c / costui almeno si congiunse alla figlia per un responso dell&oracolo, *ramando di esser re e di vendicarsi . .. Noi invece siamo tanto lontani dall&essere indifferenti , c e non ci " neppur lecito di guardar con desiderio voluttuoso, perc / " detto< ?C i guarda una donna per fine disonesto a gi+ commesso adulterio in cuor suo?. 5. Costoro, adun,ue, cui non " permesso di mirare nulla pi7 di ,uello per cui 0io form( gli occ i, cio" affinc / ci fossero di lume, costoro cui il guardare con compiacen!a " adulterio, c / per altro uso gli occ i furono fatti, costoro c e verranno giudicati fin nei pensieri, come mai costoro non sare**ero creduti casti8 6. Noi non facciamo i conti con leggi umane, alle ,uali un malvagio potre**e anc e sottrarsi 3e fin da principio, o imperatori, io vi affermava c e la nostra dottrina " insegnata da 0io , 3ma noi a**iamo una legge , c e sta*ili come norma di giusti!ia noi stessi e il nostro prossimo . 9. % per( a seconda dell&et+ consideriamo gli uni ,uali figli e figlie, gli altri ,uali fratelli e sorelle, e ai pi7 vecc i di noi tri*utiamo l&onore di padri e di madri. >uelli pertanto c e c iamiamo fratelli e sorelle e con gli altri nomi di parentela, a**iamo massima cura c e rimangano sen!a oltraggio e inviolati nella persona, mentre la dottrina nostra ci dice ancora< ?Se alcuno per ,uesto una seconda volta dar+ il *acio perc / n&e**e piacere?, e soggiunge< ?e cos) dun,ue conviene moderare il *acio o, diciamo meglio, l&atto di reveren!a?, come ,uello c e, se mai per poco venisse intor*idato dal pensiero, ci esclude dalla vita eterna. CAPO BBBIII 1;

#er la speranza della vita eterna noi cristiani disprezziamo i piaceri del senso; il matrimonio * monogamico e regolato dal suo fine, che * la procreazione; molti preferiscono astenersene per vivere pi0 uniti a "io. !nche le seconde nozze sono un adulterio mascherato. 1. Avendo pertanto la speran!a della vita eterna, noi dispre!!iamo le cose di ,uesto vivere presente, e fin anc e i piaceri dell&anima, riputando ciascuno di noi per sua moglie ,uella c e spos( secondo le leggi sta*ilite da voi e considerandola tale solo per la procrea!ione dei figli. .. Poic / come l&agricoltore, una volta seminato il campo, aspetta la messe sen!a tornar pi7 a seminare, cos) anc e per noi la misura della concupiscen!a " la procrea!ione della prole. Potresti an!i trovare molti dei nostri, uomini e donne, c e sono invecc iati sen!a sposarsi, per la speran!a di unirsi pi7 strettamente con 0io:5. C e se il rimanere vergini e celi*i pi7 ci avvicina a 0io, e se, al contrario, il solo giungere al pensiero e alla concupiscen!a ce ne allontana, molto pi7 sc iviamo ,uelle opere di cui gi+ fuggiamo il pensiero. 6. Poic / non in eserci!i di elo,uio ma nella mostra e nell&insegnamento di opere sta la nostra norma di vita < o rimanersene ,uale uno si nac,ue, o appagarsi di un solo matrimonio, c / il secondo " un decoroso adulterio. 9. 0ice infatti< C i rimander+ la propria moglie e ne sposer+ un&altra, commette adulterio, non permettendo con ci( n/ di rimandare via colei cui si tolse la verginit+, n/ di prenderne un&altra. ;. % invero c i si priva della prima moglie, anc e se " morta, " un adultero dissimulato c e prevarica contro la mano di 0io 3perc / 0io da principio form( un solo uomo e una sola donna4, e c e dissolve la comunione di carne con carne c e si esplica nell&unione per la mescolan!a dei sangui. CAPO BBBI= Costoro, che fanno mercato del vizio, anche contro natura, e lattribuiscono ai loro dei, accusano di tali infamie noi, osservanti della castit; essi, che sono crudeli come le bestie, perseguitano noi che non ci vendichiamo, tutto sopportando pazientemente. 1. % pure, tali essendo, 3e perc / de**o dire cose nefande8 udiamo avverarsi il prover*io< ?la *agascia alla pudica:? .. Poic / ,uelli c e anno fatto mercato della fornica!ione, c e anno eretto infami locande di ogni turpe piacere per la giovent7, c e, non risparmiando nemmeno i masc i, commettono, masc i con masc i, orri*ili atti c e oltraggiano in ogni maniera ,uanti anno il corpo pi7 degno di rispetto e pi7 formoso, disonorando anc e la *elle!!a, creatura di 0io 3c / non da s/ si " fatta la *elle!!a sulla terra, ma vi fu mandata dalla mano e dalla mente di 0io4, s), costoro *rutalmente rinfacciano a noi ,uelle infamie di cui essi stessi sono consci e c e dicono dei loro dei, gloriandosene come di no*ili fatti e degni degli dei. 5. %ssi, gli adulteri e i pederasti, vituperano ,uei c e vivono castamente o c e una sola volta sposarono, essi, c e vivono come i pesci , ingoiando c i loro capita davanti, e il pi7 forte perseguitando il pi7 de*ole... 3e ,uesto si " fare stra!io della carne umana, e cio", mentre vi sono leggi c e voi e i vostri antenati promulgaste, dopo averle ponderate a rigore di, giusti!ia, fare violen!a a ,ueste stesse leggi, cos) c e neppur *astano ai processi i governatori delle na!ioni mandati da voi4, essi, dico, vituperano ,uelli cui non " neppur lecito di non offrirsi a c i li percuote, e di non *enedire a c i ne dice male . Non *asta infatti esser giusto 3e giusti!ia " rendere pari per pari4 ma ci " inoltre proposto di essere *uoni e tolleranti. CAPO BBB= Ci si accusa di cannibalismo. 2a nessuno ha mai osato dire daverci visti a fare quanto ci si rinfaccia, nemmeno i nostri servi; inoltre, noi che non vogliamo vedere luccisione, anche giusta, dun uomo, che rifuggiamo dalle lotte dei gladiatori, che condanniamo laborto e lesposizione dei neonati, non ci macchiamo di tale delitto. 1. C i dun,ue, c e a**ia fior di senno, potre**e dire c e noi, tali essendo, siamo omicidi8 Poic / non " possi*ile ci*arsi di carni umane se prima non si uccida ,ualcuno. .. %**ene, pur mentendo nel primo caso, ,uanto al secondo, anc e se alcuno li interrog i se an visto ci( c e dicono, nessuno v& a cos) spudorato c e osi dire d&averlo visto. 5. %ppure anc e noi, c i pi7 c i meno, a**iamo dei servi, ai ,uali non " possi*ile restare celati< ma anc e di costoro nessuno mai afferm( tali men!ogne sul conto nostro. 6. C i infatti potre**e accusare di omicidio e di canni*alismo coloro dei ,uali essi *en sanno c e non tollerano nemmeno di vedere l&uccisione d&un uomo anc e giustamente condannato8 % c i di voi non fa gran conto delle gare dei gladiatori e delle lotte con le fiere, specialmente poi di ,uelle indette da voi8 9. Noi invece, stimando c e lo stare a vedere l&uccisione d&un uomo " ,uasi lo stesso c e ucciderlo, a**iamo rinunciato a siffatti spettacoli. Come mai, adun,ue, siamo capaci di sgo!!are un uomo, noi c e neppure assistiamo agli spettacoli per non contaminarci e macc iarci di grave delitto 8 ;. % in ,ual modo saremo omicidi noi, c e diciamo c e ,uelle c e usano di medicamenti a*ortivi commettono omicidio, e dell&a*orto dovranno rendere conto a 0io 8 Fn uomo infatti non pu( nello stesso tempo pensare c e anc e un feto sia essere vivente, e c e per ,uesto motivo 0io ne a**ia cura, e poi ucciderlo ,uando " venuto alla 1@

luce# n/ non esporre il neonato, perc / c i lo espone si rende infanticida, e poi toglierlo di vita ,uando sia allevato. Noi invece siamo in tutto e per tutto uniformi e uguali, perc / serviamo e non comandiamo alla ragione. CAPO BBB=I I cristiani non sono cannibali, perch* credono nella risurrezione e sanno di dover rendere conto a "io; * naturale, invece, che non abbiano alcun ritegno coloro che fanno morire lanima nel corpo. <uanto alla risurrezione, che non * qui il luogo di dimostrare, essa * conforme alla dottrina di molti filosofi, particolarmente di #itagora e di #latone. 1. % c i mai, credendo nella risurre!ione, offrire**e se stesso come sepolcro ai corpi c e anno un giorno da risorgere8 Non pu( il medesimo uomo aver fede nella risurre!ione dei nostri corpi e mangiarli come se non avessero da risorgere# credere c e la terra de**a restituire i suoi morti e poi c e uno non a**ia a rendere conto di ,uelli c e seppell) in se stesso. .. Al contrario, " naturale, da una parte, c e c i non crede n/ di dover rendere conto della vita, *uona o cattiva, menata ,ui in terra, n/ c e vi sia una risurre!ione, ma si pensa invece c e anc e l&anima a da morire col corpo e, per cos) dire, a da estinguervisi dentro, non si tratterr+ da alcun eccesso# per altra parte, non vi " nessuna ragione c e c i " convinto c e nulla si sottrarr+ allo scrutinio di 0io, e c e verr+ coinvolto nel castigo anc e il corpo c e servi alle sregolate voglie e passioni dell&anima, a**ia da commettere anc e la pi7 leggera colpa. 5. C e se parr+ a taluno pura favola c e il corpo andato in putrefa!ione e dissolu!ione e svanito del tutto possa ricomporsi di *el nuovo, non certo di malvagit+ ma se mai di stolte!!a dovremmo essere tacciati da c i non ci crede, perc / con ,uelle dottrine con cui inganniamo noi stessi non facciamo torto a nessuno. $uttavia, c e i corpi non solo secondo la nostra dottrina, ma anc e secondo molti filosofi, avranno da risorgere, " superfluo dimostrarlo ora, per non sem*rare di aggiungere argomenti estranei al nostro proposito sia parlando dell&intelligi*ile e del sensi*ile e della costitu!ione loro, sia dimostrando c e gli esseri incorporei sono prima dei corpi, e c e le cose intelligi*ili precedono le sensi*ili, *enc / percepiamo prima le sensi*ili 3essendo c e i corpi intelligi*ili anno la loro consisten!a dalle cose incorporee per aggrega!ione, e le cose sensi*ili dalle intelligi*ili . Niente infatti impedisce, secondo Pitagora e Platone, c e avvenuta la dissolu!ione dei corpi, ,uesti a**iano poi di *el nuovo a ricomporsi da ,uegli stessi elementi di cui da principio constavano. CAPO BBB=II >iconoscete, o imperatori, il valore della mia apologia e accogliete la supplica- lo meritiamo noi cristiani, che preghiamo per la prosperit vostra e dellImpero, la quale ridonder anche a vantaggio nostro. 1. Ma il discorso sulla risurre!ione si differisca ad altra occasione. %d ora voi, c e in tutto e fra tutti per natura ed educa!ione siete *uoni e moderati e *enigni e degni dell&imperio, col regale capo fatemi cenno d&acconsentimento, or c e o dileguate le accuse e dimostrato c e noi siamo e pii e mansueti e d&animo castigato. .. C i infatti pi7 di noi " in diritto di ottenere ,uanto c iede, di noi c e preg iamo per il vostro imperio, affinc / di padre in figlio, come " giustissimo, ne assumiate il dominio, e ,uesto si amplific i e si dilati per la sottomissione di tutte le genti8 5. % ci( ridonda anc e a nostro vantaggio, onde possiamo condurre una vita ,uieta e tran,uilla, e facciamo di *uon animo ,uanto ci viene comandato.

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