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I.T.I.

Malignani

Cervignano

Corso di Telecomunicazioni, classe V

Linee di Trasmissione
Da usarsi esclusivamente come supporto al corso di Telecomunicazioni dellITI Malignani di Cervignano (UD). Ogni altro utilizzo espressamente vietato. Davide Mani 2 febbraio 2005 V1.1

Linee di Trasmissione
1. Introduzione
Nel corso di elettrotecnica il collegamento tra un carico ed un utilizzatore non oggetto di particolari considerazioni, se non per la resistenza ohmica in serie che causa una certa perdita di potenza. In particolare si considera istantanea la propagazione dellenergia lungo il collegamento. In realt lenergia non pu mai propagarsi ad una velocit superiore a quella della luce nel vuoto (circa 3*108 m/s). Questo comporta il trascorrere di un tempo finito prima che il carico senta una variazione imposta dal generatore. Consideriamo a titolo di esempio il semplice circuito qui sotto:

+ -

Nellistante in cui linterruttore viene chiuso la lampadina non pu accendersi (supponiamo che la lampadina sia ideale, cos da accendersi istantaneamente quando viene percorsa da corrente), perch lenergia del generatore non ha ancora avuto il tempo di raggiungerla. Questo significa, in termini circuitali, che la tensione sul conduttore in prossimit di essa nulla, mentre quella subito dopo il generatore non lo . Si crea un fronte di energia (tensione e di corrente) che si propaga lungo il conduttore fino a raggiungere, dopo un certo tempo, il carico. Solo in quellistante la lampadina pu accendersi. Lo studio classico dei circuiti detto anche costanti concentrate, perch in esso si individuano dei componenti con valori ben definiti di R, C ed L, e tutti i collegamenti fra questi si considerano ideali ed istantanei. Quando la frequenza dei segnali in gioco diventa tale che la lunghezza donda corrispondente comparabile con le dimensioni del circuito questa approssimazione non pu pi venir usata, in quanto gli effetti parassiti ed i tempi di ritardo introdotti dai collegamenti introducono degli effetti sostanziali. Storicamente la necessit di uno studio dettagliato delle linee di trasmissione si avuta con la nascita del telegrafo, che trasmetteva impulsi di tensione su linee lunghe centinaia di chilometri. Le deformazioni ed i ritardi subiti dai segnali erano tali che il filo usato per il collegamento non poteva pi essere considerato un semplice cortocircuito. I mezzi per trasportare energia da una sorgente ad un destinatario sotto forma di campo elettromagnetico sono molteplici (dalla trasmissione in spazio libero, alle fibre ottiche). Nel seguito ci occuperemo delle linee bifilari, costituite cio da una coppia di conduttori paralleli (piattina bifilare) o concentrici (cavo coassiale). I risultati ottenuti saranno comunque generali ed applicabili ad una vasta gamma di fenomeni.

2. Le costanti primarie
I cavi impiegati per realizzare linee di trasmissione non sono mai ideali, ma presentano dei valori di capacit, induttanza e resistenza parassiti che dipendono dalle loro caratteristiche fisiche e meccaniche. In particolare si possono individuare: una resistenza serie, dovuta alla resistenza ohmica del conduttore (che tiene conto anche della diminuzione dellarea utile al trasporto di corrente dovuta alleffetto pelle); 2

uninduttanza serie, presente in qualsiasi conduttore percorso da corrente; una capacit in parallelo tra i due conduttori, dovuta al fatto che questi, separati da un isolante (dielettrico) formano le armature di un condensatore; una conduttanza in parallelo che tiene conto delle inevitabili perdite nel dielettrico, che non mai perfetto.

Questi parametri dipendono ovviamente dalla lunghezza della linea che si sta misurando, si preferisce quindi fare riferimento agli stessi per unit di lunghezza. Si hanno quindi: R [!/m] resistenza per unit di lunghezza; C [F/m] capacit per unit di lunghezza; L [H/m] induttanza per unit di lunghezza; G [S/m] conduttanza per unit di lunghezza.

I parametri di cui sopra si dicono costanti primarie della linea, e assieme alla costante dielettrica dellisolante ne determinano il comportamento.

3. Modello della linea ed equazioni dei telegrafisti


Per studiare le linee di trasmissione pensiamo di suddividerne la lunghezza in un gran numero di segmenti molto piccoli. In ognuno di questi possiamo pensare di sostituire le costanti distribuite con componenti. Lerrore commesso sar tanto minore quanto pi il segmento sar piccolo. Al limite, se la lunghezza del segmento sar infinitesima, il risultato sar esatto. Si avr quindi un modello di questo tipo:

Per ogni trattino di linea possiamo individuare una tensione ed una corrente allingresso ed una alluscita. Andiamo dunque a scrivere le equazioni che legano le grandezze dingresso con quelle di uscita, analizzando il circuito con le regole note.

Indichiamo con V(x) ed I(x) la tensione e la corrente in un generico punto della linea. Si ha: 3

#dV = $( Rdx + j%Ldx ) I = $( R + j%L) I dx " !dI = $(Gdx + j%Cdx )(V + dV ) = $(G + j%C )V dx

(3.1)

Dove V+dV si pone uguale a V trascurando linfinitesimo. Si ottiene:


$ dV ! dx = %( R + j&L) I (3.2) # dI ! = %(G + j&C )V " dx Si tratta di un sistema di equazioni differenziali la cui risoluzione permette di determinare, dopo aver assegnato le condizioni al contorno (costituite dalle modalit di chiusura delle due estremit della linea), i valori di tensione e corrente in qualsiasi punto della stessa. Dalla prima equazione si ha:

I ="

1 dV ! R + j#L dx

(3.3)

sostituendo nella seconda equazione si ottiene unequazione differenziale del secondo ordine nella sola incognita V:

d 2V = ( R + j!L)(G + j!C ) V dx 2
che, definendo la costante di propagazione " come

(3.4)

" = ( R + j!L) # (G + j!C )


diventa

(3.5)

d 2V = " 2 !V 2 dx
Allo stesso modo si pu operare per ricavare la corrente, che risulta

(3.6)

d 2I =" 2 !I 2 dx

(3.7)

La coppia di equazioni differenziali cos ricavate costituiscono la base matematica sulla quale si basa la teoria per lo studio delle linee, e sono dette equazioni dei telegrafisti. Si pu verificare immediatamente (derivando due volte) che una soluzione per la 3.6
V ( x ) = A " e #! x + B " e ! x

(3.8)

Dove i termini A e B sono delle costanti complesse da determinarsi caso per caso, che dipendono da come la linea chiusa alle due estremit (generatore e carico), mentre V(x) una grandezza complessa che rappresenta ampiezza e fase della tensione in un punto qualsiasi della linea, con la consueta notazione fasoriale. Lespressione della corrente si pu ricavare direttamente dalla 3.2 ottenendo 4

I ( x) =

A R + j "L G + j "C

# e $! x $

B R + j "L G + j "C

# e! x

(3.9)

Questultima equazione, definendo limpedenza caratteristica della linea come


Z0 = R + j !L G + j !C

(3.10)

diventa
I ( x) = A #! x B ! x "e # "e Z0 Z0

(3.11)

I termini " e Zo cos definiti costituiscono due parametri fondamentali per lanalisi della propagazione dei segnali lungo una linea di trasmissione. La costante di propagazione e limpedenza caratteristica si dicono costanti secondarie della linea. In particolare per quanto riguarda ", che in generale un numero complesso, si ha

# = " + j!
dove # detta costante di attenuazione e $ costante di fase.

(3.12)

4. Analisi nel dominio del tempo


Le equazioni ricavate al paragrafo precedente descrivono completamente il comportamento della linea, ma la loro interpretazione in termini pratici non immediata. Converr perci analizzare il loro significato ricavando lespressione di tensione e corrente nel domino del tempo. Consideriamo dunque il primo termine della 3.8
V ( x ) = A # e "! x

(4.1)

Si vede facilmente, ponendo x=0, che in questo caso A rappresenta la tensione V(0), cio quella allinizio della linea, coincidente con quella impressa dal generatore. Per ottenere la corrispondente tensione nel dominio del tempo bisogna prendere la parte reale del favore moltiplicato per ej!t. Si ha dunque:
V ( x, t ) = Re{V ( x ) " e j# t } = Re{ A " e$% x " e j# t }

(4.2)

Da cui, ricordando la definizione della costante di propagazione e la formula di Eulero per lo sviluppo dellesponenziale complesso, si ottiene

V ( x, t ) = Re{ A " e#$ x [cos(% t # &x ) + j sen(% t # &x )]} = A " e#$ x cos(% t # &x )

(4.3)

Se consideriamo anche laltro termine della 4.8, di forma analoga, otteniamo unequazione che ci fornisce il valore della tensione su tutti i punti della linea, per ogni istante di tempo. Si ha:

V ( x, t ) = A $ e %# x cos(" t % !x) + A $ e %# x cos(" t + !x)

(4.4)

Il primo termine rappresenta una sinusoide di tensione, con ampiezza esponenzialmente decrescente al crescere della distanza dal generatore, che si muove da sinistra verso destra. Il secondo rappresenta una sinusoide con ampiezza crescente, che si muove da destra verso sinistra. La sinusoide che si sposta dal generatore verso il carico viene detta onda incidente o diretta, laltra, che si sposta dal carico verso il generatore, onda riflessa.

Se una linea di trasmissione presenta R=0, G=0 su tutta la sua lunghezza, possiamo scrivere le sue costanti secondarie in modo semplificato:

L [$]" # C & = j% LC " ! Z0 =

(4.5)

In questo caso la linea si dice priva di perdite, e presenta unimpedenza caratteristica puramente resistiva ed una costante di attenuazione nulla. In una linea priva di perdite londa incidente una sinusoide che trasla rigidamente dal generatore al carico mantenendo costante la sua ampiezza, mentre londa riflessa si comporta allo stesso modo ma in direzione opposta. Percorrendo un tratto di linea lungo il segnale subisce unattenuazione pari a #%x ed una rotazione di fase pari a $%x. La minima distanza tra due punti con la stessa fase viene detta lunghezza donda e indicata con &, e corrisponde allo spazio necessario alla tensione per compiere un ciclo completo e ritornare al punto di partenza. Nella figura seguente si vede come avviene la propagazione dellonda diretta in una linea prova di perdite. La velocit con la quale si muovono le onde sulla linea corrisponde alla velocit che dovrebbe avere un osservatore per vedere sempre lo stesso valore di tensione, ed detta velocit di propagazione.

Nel tempo necessario alla sinusoide per descrivere un ciclo completo londa percorre, per definizione, una distanza pari ad una lunghezza donda. Si pu quindi calcolare la velocit di propagazione come

v=

" ="! f T

(4.6)

dove con T indicato il periodo del segnale e con f la sua frequenza. Tenendo conto che percorrendo una distanza pari ad una lunghezza donda il segnale subisce uno sfasamento di 2' radianti (un ciclo completo) si ha che

# $ " = 2!
e quindi

(4.7)

#=

2" !

(4.8)

utilizzando queste relazioni si pu scrivere la velocit di propagazione come

v=

2# " $f = ! !

(4.9)

La velocit v con la quale le onde elettromagnetiche si propagano lungo la linea minore o uguale a quella con la quale si propagherebbero nel vuoto, di conseguenza anche la lunghezza donda risulter essere minore di quella che si avrebbe, a parit di frequenza, nel vuoto. Nel caso di una linea priva di perdite si ha " = ! LC e quindi

v=

" = !

1 LC

(4.10)

Si pu dimostrare che per una linea omogenea (che presenta cio le stesse caratteristiche lungo tutta la sua lunghezza) si ha:
v= 1 # 1 " 1 = c

!r

! 00

!r

(4.11)

dove c la velocit delle onde elettromagnetiche nel vuoto ed (r costante dielettrica relativa del materiale usato come isolante tra i conduttori della linea bifilare.

5. Condizioni di non distorsione


Nella pratica le linee di trasmissione non vengono mai utilizzate per inviare segnali sinusoidali puri, ma devono trasportare segnali aventi una banda pi o meno ampia, composti cio dalla somma di sinusoidi a diversa frequenza. Affinch non si abbia distorsione del segnale trasmesso lattenuazione dovr essere la stessa per tutte le frequenze dinteresse, e lo stesso dovr dirsi del tempo necessario allattraversamento della linea. In caso contrario si avr distorsione dampiezza nel primo caso, di fase nel secondo. Ci equivale a chiedere che siano indipendenti dalla frequenza la costante di attenuazione # e la velocit di propagazione v. La seconda condizione in particolare soddisfatta se la costante di fase $ direttamente proporzionale alla frequenza. In generale ci non verificato, ma si pu dimostrare che, nel caso particolare in cui si abbia RC=LG (condizioni di Heaviside o di non distorsione) si ottiene

$ = RG # = " ! LC

(5.1)

e quindi un qualsiasi segnale pu attraversare la linea subendo unattenuazione ed un ritardo di propagazione, ma senza distorsioni. interessante notare che le condizioni di cui sopra sono sempre verificate per una linea priva di perdite, che quindi sempre non distorcente. Spesso le condizioni di cui sopra non sono soddisfatte, ad esempio nel caso delle linee impiegate per la telefonia analogica si aveva RC>>LG. Il problema veniva risolto aumentando artificialmente linduttanza mediante unapposita torsione dei cavi o con induttori distribuiti a distanza regolare lungo il percorso. Attualmente queste tecniche (Krarupizzazione e Pupinizzazione) hanno perso dinteresse con lobsolescenza della telefonia analogica.

6. Linee adattate
Si consideri una linea di trasmissione infinitamente lunga: in base allespressione 3.8 la tensione e la corrente dovrebbero, per x che tende allinfinito, diventare infinitamente grandi. Questo ovviamente incompatibile con un sistema fisico reale, nel quale lenergia non pu assumere valori infiniti. Nel caso di una linea infinitamente lunga quindi il termine B deve essere nullo. Seguendo questa considerazione si ottiene per la tensione e la corrente lungo la linea:

V ( x) = A % e $# x = A % e $" x % e $ j! x A $# x A $" x $ j! x I ( x) = e = e %e Z0 Z0

(6.1)

Una linea di lunghezza infinita assume, in ciascun punto di essa, un valore di impedenza Z(x) pari a quello dellimpedenza caratteristica. Si ha infatti:

Z ( x) =

V ( x ) A ! e "# x = = Z0 A "# x I ( x) e Z0

(6.2)

Questo significa che londa di tensione e quella di corrente sono in fase in ogni punto, e il rapporto tra le loro ampiezze sempre pari a Zo. Da un punto di vista circuitale una linea di lunghezza infinita pu essere considerata equivalente ad una linea con lestremit ricevente chiusa su un carico uguale allimpedenza caratteristica. In questo caso si parla di linea adattata.

Linea infinitamente lunga

Linea terminata con limpedenza caratteristica (adattata)

7. Linea chiusa su un carico arbitrario


Consideriamo una generica linea di lunghezza finita l, chiusa su di un carico arbitrario di impedenza Zu. Assumiamo lasse x delle lunghezze orientato dal carico verso il generatore, con lorigine x = 0 in corrispondenza del carico. La diversa convenzione per il verso dellasse x comporta un cambiamento nel segno degli esponenziali associati allonda diretta e a quella riflessa.

Linea chiusa su un carico arbitrario. Si noti il verso assunto per lasse x 9

Nel caso di linea non adattata (Zu ) Zo) non possono essere rispettate simultaneamente le condizioni imposte dalla linea, che impongono un rapporto tra tensione e corrente pari a Zo, e quelle del carico che impongono per le stesse grandezze un rapporto diverso, con la presenza della sola onda diretta. Affinch siano soddisfatte entrambe le relazioni necessaria la creazione di unonda riflessa sul carico, che poi si propaga da questultimo indietro verso il generatore. Riassumendo: Sulla linea possono esistere due onde, che viaggiano in direzioni opposte, e per entrambi il rapporto tra tensione e corrente vincolato ad un valore ben preciso:

V ( x) = Z 0 per l' onda diretta I ( x) V ( x) = ! Z 0 per l' onda riflessa I ( x)

(7.1)

Se qualche disomogeneit della linea, come ad esempio un carico di valore diverso dallimpedenza caratteristica, rende impossibile soddisfare le relazioni di cui sopra con una sola onda (incidente o riflessa) si genera anche laltra, che poi si propaga in direzione opposta. Indicando con V+(x) londa di tensione incidente e con V-(x) londa riflessa si ha
V ( x) = V + ( x) + V " ( x) = Vu+ # e ! x + Vu" # e "! x

(7.2)

dove Vu+ e Vu! sono la tensione incidente e riflessa sul carico (basta porre x = 0 per averne la conferma). Per quanto riguarda invece la corrente si ha
I ( x) = I + ( x) + I " ( x) = Vu+ # e ! x Vu" # e "! x " Z0 Z0

(7.3)

Si definisce coefficiente di riflessione, indicato con il simbolo *, il rapporto tra la tensione dellonda incidente e quella riflessa. Il coefficiente di riflessione una grandezza complessa, che in generale dipende da x e quindi dal punto della linea nel quale viene calcolato.
#( x) = V $ ( x) = # ( x ) " e j! ( x ) + V ( x)

(7.4)

Tranne casi particolari (amplificatori per microonde a resistenza negativa) i carichi con i quali vengono terminate le linee sono sempre passivi, e questo comporta che londa riflessa non pu mai essere di ampiezza maggiore rispetto a quella incidente. Questo implica a sua volta che il modulo del coefficiente di riflessione * sia sempre minore o uguale ad 1. Considerando la generica sezione x della linea si ha:
$( x) = V " ( x) Vu" # e "! x = + ! x = $u # e " 2! x + V ( x) Vu # e

(7.5)

10

Dove si posto
"u = Vu! (coefficiente di riflessione sul carico) Vu+

(7.6)

Limpedenza della generica sezione x pu essere espressa in funzione del coefficiente di riflessione attraverso la relazione
) V " ( x) & + V ( x ) '1 + + $ + V ( x) V + ( x) + V " ( x) ( V ( x) % = V ( x) # 1 + !( x) = Z # 1 + !( x) Z ( x) = = + = 0 I ( x) 1 " !( x) I ( x) + I " ( x) I + ( x) 1 " !( x) ) I " ( x) & I + ( x) '1 + + $ ( I ( x) %

(7.7)

invertendo questultima relazione si pu esprimere il coefficiente di riflessione in funzione dellimpedenza:

"( x) =

Z ( x) ! Z 0 Z ( x) + Z 0

(7.8)

In particolare in corrispondenza del carico, dove x = 0, si ha Z(x)=Zu e

"u =

Zu ! Z0 Zu + Z0

(7.9)

8. Casi particolari
Verranno ora analizzati alcuni casi particolari di terminazioni (linea adattata, aperta e in cortocircuito), e determinati i corrispondenti coefficienti di riflessione. Nel caso di linea adattata si ha Zu = Zo, ne deriva che il coefficiente di riflessione nullo in corrispondenza del carico e quindi in tutti gli altri punti. Questo coerente con quanto visto in precedenza, infatti in una linea adattata lampiezza dellonda riflessa nulla.

Linea con carico Zo (adattata) Sul carico sar presente quindi solo londa diretta, il cui valore pu essere calcolato mediante la 4.1
Vu = V (l ) = V + (l ) = Vi # e " j! x

(8.1) 11

Se la linea terminata con un cortocircuito (Zu = 0) il coefficiente di riflessione risulta

"u =

Zu ! Z0 = !1 Zu + Z0

(8.2)

Londa di tensione riflessa sul carico ha quindi la stessa ampiezza di quella diretta, ma fase opposta. Si ha sul carico una riflessione completa. La tensione su questultimo, data dalla somma della tensione diretta e di quella riflessa, nulla (come deve essere trattandosi di un cortocircuito). Londa di corrente riflessa ha ancora la stessa ampiezza di quella diretta, ma questa volta in fase con essa. Questo comporta che le due correnti si sommino sul carico, dando luogo su di esso ad una corrente risultante non nulla.

Linea con uscita in cortocircuito Se infine si considera una linea terminata aperta (Zu = +) per il coefficiente di riflessione si ha

"u =

Zu ! Z0 =1 Zu + Z0

(8.3)

La situazione analoga al caso precedente, con la differenza che questa volta londa riflessa di tensione in fase con quella diretta, dando quindi luogo ad una tensione non nulla sul carico. Sar invece londa riflessa di corrente ad essere in opposizione di fase con quella diretta, soddisfacendo cos le condizioni imposte dal carico (in un circuito aperto non pu esservi passaggio di corrente).

Linea con uscita aperta Dallesame di questi casi particolari risulta evidente che, poich limpedenza di carico pu variare in modulo da 0 ad + per il coefficiente di riflessione si ha
"u ! 1

(8.4)

12

Nota: Esistono casi particolari (amplificatori per microonde a resistenza negativa) nei quali la tensione riflessa in modulo maggiore di quella incidente. Questi dispositivi, usati come amplificatori perch da essi si pu estrarre un segnale maggiore di quello immesso, presentano un coefficiente di riflessione tale che
!u > 1

resta inteso che lenergia necessaria viene assorbita da una batteria o altra sorgente di alimentazione in continua. In un corso introduttivo di telecomunicazioni queste situazioni esotiche possono venir ignorate.

9. Onde stazionarie
Come si potuto osservare, in una linea adattata non si ha riflessione sul carico, e lampiezza della tensione (e della corrente) lungo la linea decresce esponenzialmente, o rimane costante nel caso in cui le perdite siano trascurabili. In una linea disadattata, a causa dei fenomeni di riflessione sul carico, si ha la presenza contemporanea di unonda incidente e di una riflessa, che si muovono in versi opposti. Le due onde interagiscono tra loro, generando un segnale risultante che prende il nome di onda stazionaria, cos denominata perch non si propaga lungo la linea. Lampiezza dellonda stazionaria varia lungo la linea assumendo valore massimo in corrispondenza dei punti (detti ventri) nei quali londa incidente e quella riflessa interferiscono in maniera costruttiva sommandosi in fase, ed un valore minimo nei punti (detti nodi) nei quali le due interferiscono in maniera distruttiva trovandosi in opposizione di fase. I casi estremi si verificano quando lestremit ricevente della linea aperta (Zu = +) oppure in cortocircuito (Zu = 0). In questi due casi lampiezza delle onde incidente e riflessa sono uguali, per cui ci saranno dei punti in cui i due segnali si annulleranno completamente, ed altri dove lampiezza sar pari al doppio di quella dellonda incidente. In generale landamento della tensione e della corrente lungo la linea esprimibile, a partire dalle 7.2, 7.3 e 7.4, come

V ( x) = Vu+ (e ! x +# u e "! x ) Vu+ ! x I ( x) = (e "# u e "! x ) Z0


Nel caso di linea senza perdite, ricordando che " = j$ e che (formule di Eulero)
e j! x = cos( !x) j " sin( !x)

(9.1)

(9.2)

si ottiene

V ( x) = Vu+ [cos( !x) + j sin( !x) + #u (cos( !x) " j sin( !x) )] V+ I ( x) = u [cos( !x) + j sin( !x) " #u (cos( !x) " j sin( !x) )] Z0
da cui deriva immediatamente che

(9.3)

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V ( x) = Vu+ [(1 + "u ) cos( !x) + j # (1 $ "u ) sin( !x)] V+ I ( x) = u [(1 $ "u ) cos( !x) + j # (1 + "u ) sin( !x)] Z0

(9.4)

Queste equazioni rappresentano landamento del segnale complessivo lungo la linea, comprendente londa incidente, quella riflessa e le onde stazionarie formate dalla loro interferenza. Considerando il modulo di quanto sopra si ha landamento dellinviluppo del segnale lungo la linea. Si ottiene:

V ( x) = Vu+ 1 + $u + 2 cos(2 "x # !u ) V+ 2 I ( x) = u 1 + $u # 2 cos(2 "x # !u ) Z0


dove "u = arg(!u ) Nei punti in cui si ha cos(2 #x ! "u ) = 1 , cio quando
x=n

(9.5)

! #u ! + $ 2 2" 2

(9.6)

la tensione e la corrente sulla linea valgono

V ( x) = Vmax = Vu+ (1 + !u ) V+ I ( x) = I min = u (1 " !u ) Z0

(9.7)

ci troviamo quindi in un ventre di tensione ed un nodo di corrente. Viceversa, nei punti per i quali cos(2 #x ! "u ) = !1 , cio quando
x = (2n + 1)

! #u ! + $ 4 2" 2

(9.8)

si ha

V ( x) = Vmin = Vu+ (1 " !u ) V+ I ( x) = I max = u (1 + !u ) Z0

(9.9)

corrispondenti ad un nodo di tensione ed un ventre di corrente. Dalle 9.6 e 9.7 si deduce che la distanza tra un nodo ed un ventre sempre &/4, mentre due ventri (o due nodi) consecutivi distano tra loro &/2. Limpedenza della linea data dal rapporto tra la tensione e la corrente presenti in quel punto. Si ha quindi:
Z ( x) = (1 + "u ) cos( !x) + j (1 # "u ) sin( !x) Z + jZ 0 tan( !x) V ( x) = Z0 = Z0 u I ( x) (1 # "u ) cos( !x) + j (1 + "u ) sin( !x) Z 0 + jZ u tan( !x)

(9.10)

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Si osservi che la funzione Z(x) periodica. Essa assume lo stesso valore per ogni spostamento di &/2 lungo la linea; infatti essendo la periodicit della funzione tangente uguale a ' si ha

! (9.11) 2 Si pu pertanto affermare che per distanze dal carico pari a multipli interi di &/2limpedenza della linea assume lo stesso valore di quella del carico. interessante constatare che nei punti della linea in cui si ha un ventre di tensione (ed un nodo di corrente) limpedenza puramente reale ed assume il valore #x = n" $ x = n
Rmax = Z 0 1 + !u 1 " !u

(9.12)

analogamente nei nodi di tensione (corrispondenti ai ventri di corrente) limpedenza assume il valore
Rmax = Z 0 1 " !u 1 + !u

(9.13)

dalle 9.12 e 9.13 si ottiene immediatamente che


Rmax ! Rmin = Z 02

10. Casi particolari


Si consideri una linea, priva di perdite, terminata con un corto circuito. Si osservi in proposito la rappresentazione grafica della figura seguente. Essendo Zu = 0, si ha che *u = -1; sostituendo questo valore nelle 9.3 si ottengono le espressioni della tensione e della corrente lungo la linea nella generica sezione x:

V ( x) = j 2Vu+ sin( !x) V+ (10.1) I ( x) = 2 u cos( !x) Z0 Le onde stazionarie si distribuiscono lungo la linea con un andamento periodico, avente come valori massimi e minimi i seguenti: Vmax = 2 ! Vu+ Vmin = 0 I min = 0 2 ! Vu+ I max = Z0

(10.2)

In corrispondenza del carico, cio per x = 0, si ottiene


Vu = Vmin = 0 2 ! Vu+ I u = I max = Z0

(10.1)

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Rappresentazione dellimpedenza e delle onde stazionarie di tensione e di corrente lungo una linea priva di perdite chiusa in cortocircuito

siamo quindi in presenza di un nodo di tensione ed un ventre di corrente. Limpedenza della linea ad una generica distanza x dal carico si pu calcolare come
Z ( x) = jZ 0 tan( !x)

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si osservi come essa sia puramente reattiva e vari lungo la linea, passando da valori induttivi a valori capacitivi e viceversa, con periodicit pari a &/2. In particolare la linea mostra un comportamento induttivo se la sua lunghezza minore di &/4, capacitivo se compresa tra &/4 e &/2.

Se la linea terminata aperta (Zu = +) si pu seguire un ragionamento duale a quello appena visto. In particolare si avr
V ( x) = 2 " Vu+ cos( !x)

(10.2) (10.3)

I ( x) = j 2 "

Vu+ sin( !x) Z0

Z ( x) = " jZ 0

1 tan( !x)

(10.4)

In corrispondenza del carico, cio per x = 0, si ottiene


Vu = Vmax = 2 ! Vu+ I u = I min = 0

(10.5)

siamo quindi in presenza di un ventre di tensione ed un nodo di corrente. Limpedenza che la linea presenta di tipo capacitivo se la sua lunghezza minore di &/4, induttivo se compresa tra &/4 e &/2. La situazione rappresentata graficamente nella figura seguente. Nota: Nella pratica la realizzazione di un cortocircuito allestremit di una linea non presenta grosse difficolt. Ad esempio in un cavo coassiale si tratta di collegare il conduttore centrale alla calza esterna, avendo cura di mantenere il collegamento il pi corto possibile, o meglio ancora avvolgendo uniformemente la calza sul centrale. Nel caso di una guida donda un cortocircuito quasi ideale si ha chiudendo lestremit della guida con una piastra metallica. Il circuito aperto non si pu realizzare semplicemente lasciando aperto il cavo o lestremit della guida, in quanto si ha uninevitabile irradiazione di energia nello spazio, che corrisponde ad unimpedenza di carico di valore generalmente elevato, ma imprevedibile. Per questo spesso si preferisce realizzare un circuito aperto quasi ideale con una tratto di linea in cortocircuito lungo ! della lunghezza donda.

Quando si lavora con frequenze elevate non possibile trascurare gli elementi parassiti presenti nei circuiti. I collegamenti devono essere brevissimi per evitare che questi si trasformino in linee di trasmissione o antenne. Non riservare lopportuna attenzione questi aspetti, che a prima vista potrebbero sembrare secondari, porter ad un comportamento del circuito finito apparentemente inspiegabile, che sar causa di sicura frustrazione!

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Rappresentazione dellimpedenza e delle onde stazionarie di tensione e di corrente lungo una linea priva di perdite terminata con un circuito aperto. Se la linea terminata su un carico puramente resistivo lampiezza delle onde stazionarie nei ventri sar minore di quella vista nei due casi precedenti, e quella nei nodi non nulla. Limpedenza varier tra un valore minimo ed uno massimo, entrambi finiti, in accordo con le 9.12 e 9.13. In particolare se Ru < Zo si avr sul carico un nodo di tensione ed un ventre di corrente, viceversa se Ru > Zo sul carico si avr un ventre di tensione ed un nodo di corrente.

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11. Rapporto donda stazionaria


Nello studio delle linee di trasmissione risulta particolarmente conveniente introdurre una grandezza, denominata ROS (rapporto donda stazionaria) o SWR (standing wave ratio), che descrive lentit della variazione dellampiezza della tensione lungo la linea; tale grandezza, indicata con il simbolo S, il rapporto tra i valori massimo e minimo dellonda stazionaria:
S=
+ Vmax Vu (1 + !u ) 1 + !u = + = Vmin Vu (1 " !u ) 1 " !u

(11.1)

Si pu constatare immediatamente che, essendo "u ! 1 si ha


1" S " !

(11.2)

dove il valore S = 1 corrisponde ad una linea adattata, mentre il valore S = + si ottiene con una linea chiusa in cortocircuito o terminata aperta. Il grado di disadattamento di una linea risulta tanto maggiore quanto pi elevato il ROS. Limportanza di questo parametro risiede principalmente nel fatto che la sua misura sperimentale particolarmente agevole. opportuno ricordare che se le perdite della linea non possono essere trascurate (# ) 0) la distribuzione dellonda stazionaria varia secondo una legge esponenziale; in questo caso il ROS non costante lungo tutta la linea, ma varia da punto a punto. Dalle 9.12 e 9.13 si ricava che

Rmax = Z 0 ! S Z Rmin = 0 S

(11.3)

Se limpedenza del carico puramente resistiva, deve corrispondere ad Rmax o ad Rmin, a seconda del valore della resistenza stessa (se maggiore o minore dellimpedenza caratteristica), visto che in questo caso il carico un ventre o un nodo di tensione. Questo comporta che

S=

Ru Z oppure S = 0 Z0 Ru

(11.4)

la scelta tra le due viene fatta ricordando che deve essere sempre S > 1

12. Potenza sulla linea


Alle onde incidenti di tensione e corrente associata unonda di energia, che si propaga nella stessa direzione. In ogni punto della linea la potenza associata allonda incidente pu essere calcolata come
2 1 1 P + ( x) = V + ( x) ! I + ( x) = V + ( x) 2 2Z 0

(12.1)

se la linea priva di perdite londa incidente ha ampiezza costante, e lo stesso si pu dire per la potenza:

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2 1 (12.2) V+ 2Z 0 Anche allonda riflessa associata unenergia, che si propaga dal carico verso il generatore:

P+ =

P! =

1 V! 2Z 0

(12.3)

in una linea adattata la potenza riflessa nulla, e viene quindi massimizzata lefficienza nel trasferimento della stessa al carico. Ricordando la 7.6 si vede che, per una linea priva di perdite,

P! =

1 #uV + 2Z 0

= #u " P +

(12.4)

e per quanto riguarda la potenza effettivamente ceduta al carico

Pu = (1 # "u ) ! P +

(12.5)

13. Adattamento di impedenza


Dallequazione 12.5 si vede che la percentuale di potenza ceduta al carico tanto maggiore quanto pi piccolo , in modulo, il coefficiente di riflessione. Per realizzare un efficiente trasferimento energetico pu essere necessario adattare il carico alla linea. Per effettuare gli adeguati adattamenti di impedenza alle due estremit della linea (generatore e carico) si interpongono degli opportuni trasformatori di impedenza, come illustrato nella figura seguente:

Inserimento di trasformatori di impedenza alle estremit della linea I trasformatori di impedenza possono essere realizzati con componenti discreti, utilizzando le reti ad L con uninduttanza ed un condensatore, oppure con tecniche che vedono unapplicazione dei principi delle linee di trasmissione. Dando per note le prime, nel seguito sono esposte le seconde. Consideriamo un tratto di linea chiuso su un carico Zu, di lunghezza pari a &/2:

20

Dalla relazione 9.10 si ricava che limpedenza Zi vista allingresso del tronco di linea vale
Z 02 Zi = Zu

(13.1)

Nel caso in cui il carico sia resistivo (Ru), ladattamento con una linea di trasmissione di impedenza caratteristica Zo ) Ru si ottiene interponendo fra essi un tratto di linea (avente impedenza caratteristica Zos ) Zo) di lunghezza pari a &/4, come illustrato nella figura seguente:

La linea principale vede allora un carico Zi il cui valore si pu ricavare con lausilio della 13.1. Affinch si realizzi ladattamento deve essere Zi = Zo. Imponendo questa condizione si ricava che

Z os = Z 0 ! Ru

(13.2)

Nel caso in cui il carico non sia puramente resistivo ladattamento con limpedenza caratteristica Zo della linea principale si ottiene in due fasi: prima si provvede a cancellare la parte reattiva del carico, compensandola con una reattanza opportuna, poi inserendo il tratto di linea lungo &/4 come descritto pocanzi. Di solito si provvede alla cancellazione con un componente in parallelo al carico, di ammettenza uguale in modulo e di segno opposto a quella in esso presente. In questo modo limpedenza di carico diventa puramente reale, e si pu procedere alladattamento. Ricordando che un tratto di linea chiuso in cortocircuito pu presentare al suo ingresso un qualsiasi valore di 21

impedenza, reattiva o capacitiva, a seconda della sua lunghezza, lo si pu utilizzare per cancellare la parte reattiva del carico, come indicato nella figura:

Anche qui dopo aver reso il carico resistivo ladattamento va completato con linserzione di un tratto di linea lungo &/4. Il tratto di linea in cortocircuito viene denominato stub. Dovendo analizzare due rami in parallelo conveniente esprimere le impedenze del carico sotto forma di ammettenze. Si ha
Y p = Yu + Ys = Gu + jBu + jBs

(13.3)

dimensionando opportunamente la lunghezza l dello stub, in modo tale che la sua ammettenza risulti uguale e di segno contrario alla suscettanza del carico (ossia imponendo Bs = -Bu) il carico diventa puramente resistivo. Deve essere

Ys = jBs = ! jBu " Z s =

1 1 1 = = j Ys ! jBu Bu

(13.4)

dalla 9.10 si ricava che limpedenza dello stub vale


Z s = jZ 0 tan( !l )

(13.5)

da cui si ricava immediatamente la sua lunghezza


l= & 1 # 1 arctan$ $B Z ! ! ' % u 0"

(13.6)

In alternativa, ricordando che lungo la linea in corrispondenza di ogni nodo e ad ogni ventre di tensione limpedenza puramente resistiva, si pu interrompere la linea in corrispondenza di uno di 22

questi punti e l inserire lopportuno tratto di linea lungo &/4. La figura seguente ne illustra lapplicazione:

dove d la distanza dal carico del primo ventre (o nodo) di tensione. Ricordando che valgono le 11.3, si hanno le relazioni
Z 0 S = Z 0 Rmin < Z 0 Z 0 S = Z 0 Rmax > Z 0

(13.7)

la prima valida se ci si trova in un nodo di tensione, la seconda per un ventre. Nota: Le tecniche di adattamento dimpedenza viste, come pure quelle con L e C discrete, realizzano ladattamento solo in un ristretto intervallo di frequenze. Questo perch a parit di dimensioni fisiche delle linee la lunghezza donda cambia al variare della frequenza, e con essa limpedenza dello stub. Inoltre un tratto di linea lungo &/4 pu ovviamente esserlo ad una sola frequenza (per la precisione si tratterebbe di infinite frequenze, per le quali la lunghezza del tratto corrisponde a &/4, &/2, "& e cos via, ma non una situazione interessante se non in casi molto particolari). possibile realizzare un adattamento a larga banda utilizzando solo resistenze, qualora sia accettabile la conseguente perdita di potenza (ad esempio in alcuni strumenti di misura). Non possibile avere un adattamento che sia contemporaneamente efficiente dal punto di vista energetico e della larghezza di banda.

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