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TERMINOLOGIA

Quante volte, leggendo una delle tante guide che descrivono un itinerario, ci troviamo a dover interpretare frasi del tipo "raggiungere la cengia..." oppure "un camino poco marcato..." ???Ed cos che quelle che dovrebbero essere preziose indicazioni sul miglior percorso da seguire, in realt si trasformano in dubbi ed incertezze "chi che devo raggiungere ?" oppure "ma chi che in montagna si mette a marcare un camino?".!l primo pensiero potrebbe essere "ma cosa cavolo ha scritto "sto personaggio?". #a successivamente, dopo una lettura pi$ attenta, ogni dubbio sciolto "cavoli, sono proprio ignorante %" &ediamo, allora, se alcuni dei termini comunemente usati e riportati nella figura possono chiarire un p' le idee a volte tante spiegazioni non servono a far capire %.

1 vetta 2 strapiombo 3 spigolo 4 tetto 5 cengia 6 terrazzino 7 nicchia 8 forcella

9 testa di roccia 10 guglia 11 bocchetta 12 costola 13 spigolo di contrafforte 14 torrione gendarme! 15 fenditura 16 masso incastrato

17 camino 18 barricata 19 ripiano 20 sponda 21 scarpata 22 declivio 23 canalone

" #$%" &'( )'*+(,"

"nnanzi tutto bisogna dire che qualsiasi attivit in montagna che richiede l"uso della corda, indispensabile indossare l"imbrago. (oltanto con questa attrezzatura permette di distribuire uniformemente su tutto il corpo le forze derivanti da un"eventuale caduta assorbendo anche una parte dell"energia solo con l"imbrago potremo avere la garanzia di non subire danni )escludendo ovviamente eventuali impatti contro la roccia*. +na volta in alpinismo si utilizzava la corda legandola semplicemente alla vita .... ma lo strappo che una caduta provocava sulla spina dorsale era tremendo %% -atta questa fondamentale premessa, vediamo quali sono i nodi utilizzati dai componenti di una cordata per legarsi tra loro , #$%$ %'))' *."%' )- .-/- 0/ -11- 2!30((01-* , #$%$ /.)"# )- 40((0 /"0#0.1E* ") #$%$ %'))' *."%'

#asce dal nodo savoia della figura 5 infilando il corrente nelle asole dell"imbrago e "ripassando" il savoia come in figura 6 )ossia seguendo in senso inverso il nodo gi fatto*, si ottiene un nodo che ha un"ottima tenuta in caso di strappo ma che pu' presentare qualche difficolt per essere sciolto. &ediamo i vari passaggi per realizzare il nodo di collegamento all"imbrago

-igura 1 0 "l #odo ,avoia #odo a otto!1 7ormare un nodo a otto )senza stringerlo, o meglio, senza "assucarlo"*

-igura 2 0 2ollegamento della corda all3imbrago1 7ai passare il capo della corda attraverso le asole dell"imbrago. E" importante "infilare" la prima asola dell"imbrago dall"alto verso il basso e la seconda dal basso verso l"alto in questo modo, a nodo ultimato, la corda in tensione terr il busto diritto8 diversamente, in caso di caduta, farebbe rovesciare il corpo.

-igura 3 0 2hiusura del nodo delle guide "2ipassare" il savoia seguendo, con il capo della corda che esce dall"asola dell"imbrago, lo stesso percorso dell"otto fatto in precedenza in senso inverso. (tringere )assucare*, tirando bene i lembi della corda che escono dal nodo. E" importante che il capo della corda )riconoscibile nella figura per il nastro bianco*, sia lungo almeno 59,5: c

") #$%$ /.)"# *+,,+ %3+4+#5'!

.na volta si eseguiva direttamente in vita, senza l"uso dell"imbrago

-ggi pu' essere ancora utilizzato facendo prima passare un capo della corda attraverso le asole dell"imbrago )sempre dall"alto verso il basso*, e quindi eseguendo il nodo con i passaggi illustrati nelle foto )quello indicato solo uno dei tanti metodi possibili*. 2ispetto al precedente nodo delle guide, pu' essere facilmente sciolto anche dopo una forte trazione.

0 -igura 1 0 7are un"asola dalla parte pi$ lunga della corda e, infilando il polso all"interno dell"asola stessa. 2iprendere la corda tra le dita.

0 -igura 2 0 7acendo passare la corda attraverso l"asola, formare una seconda asola.

0 -igura 3 0 !nfilare il capo della corda )il corrente* nella seconda asola.

0 -igura 4 0 3assando il capo sopra alla coda )dormiente*, infilare anche la prima asola.

- Figura 5 Non resta che stringere bene il nodo (assucare) facendo in modo che lo stesso rimanga ben vicino all'imbrago. E' importante che il capo della corda (segnato in rosso nella figura), sia lungo almeno 10 cm.

" #$%" %" .#"$#' (ervono per unire i capi delle corde siano essi i capi di due corde diverse o quelli di una stessa corda )ad esempio per fare un anello di cordino o di fettuccia.

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+tilizzato per la giunzione di due corde )ad esempio per calarsi con la corda doppia o per operazioni di soccorso*, o per realizzare anelli di cordino. 3er unire due corde pu' essere utilizzato anche il nodo piano non viene per' illustrato in quanto non ha una buona tenuta nel caso in cui le

corde da unire avessero diametri differenti. /eve essere utilizzato anche sul cordino che "chiude" le asole dell"imbrago )ad eccezione dell"imbrago basso che normalmente gia dotato di un anello di fettuccia cucita*..ell"esecuzione bene che i capi delle corde libere siano abbastanza lunghe ad evitare che si possano sfilare in caso di forte sollecitazione.0ccoppiare le due corde. 2ealizzare due o tre spirali )che avvolgano entrambe le corde* e quindi fare passare il capo dentro le spire e stringere )disegno 5*. 2ipetere la stessa operazione anche con l"altro capo )disegni due e tre*. (tringere bene il nodo tirando alternativamente tutti e ; i capi che si sono formati facendo in modo che le due spire realizzate si contrappongano )disegno ;* Torna a inizio pagina

") #$%$ -'55.22"+

3oich altri nodi di unione, effettuati su una fettuccia, tendono a sciogliersi, per costruire un anello di fettuccia si utilizza questo nodo. 0d ogni modo in commercio si trovano anche anelli di fettuccia gi pronti i cui capi sono cuciti.3er costruirlo si esegue un nodo normale con uno dei due capi senza stringerlo, avendo cura di avvolgere anche l"altro capo )disegni 5 e <*8 con l"altra estremit si segue in senso inverso lo stesso percorso "ripassando" il nodo )dis. 6*. (tringere bene il nodo tirando tutti i lembi della fettuccia assicurandosi che le code del nodo siano lunghe almeno ;,: cm.+na volta in tensione il nodo difficile da sciogliere " #$%" +.5$/)$22+#5" (i utilizzano in alpinismo mediante uno spezzone di corda )anello di cordino* che, avvolto a spirale la corda, scorre sulla corda stessa se accompagnato con la mano, ma si blocca automaticamente se sottoposto a trazione. !n pratica, realizzando un nodo autobloccante, l"anello di cordino avvolge la corda che utilizziamo per una calata o per la risalita e forma un"asola che, collegata al nostro imbrago, permette di fermare un"eventuale caduta accidentale. ! nodi utilizzati con queste caratteristiche sono due

") #$%$ &(.,"6 ") #$%$ 4+(27+(% ") &(.,"6 0utobloccante nelle due direzioni, ha maggior efficacia quanto pi$ elevata la differenza di diametro tra la corda e l"anello di cordino )quest"ultimo mai inferiore a = mm*. 3u' essere difficoltoso scioglierlo quando le corde sono bagnate o quando il nodo entra in forte tensione.3er la sua esecuzione sufficiente avvolgere la corda con l"anello di cordino effettuando almeno 6 giri. (i consiglia di controllare che le spire non si accavallino l"una sull"altra ma che rimangano ordinate come in figura. >"asola risultante pu' essere facilmente collegata all"imbrago utilizzando un moschettone. ") 4+(27+(%

0nch"esso autobloccante nelle due direzioni )se eseguito come in figura*, efficace anche quando non vi grossa differenza di diametro tra la corda ed il cordino. 3u' sempre essere facilmente sciolto.!n pratica sufficiente "avvolgere" la corda con l"anello di cordino )almeno ; spire*. ?on le due asole risultanti possibile 5. utilizzare un moschettone su entrambe le asole come indicato nel disegno in questo modo il nodo autobloccante in entrambe le direzioni8 5. far passare l"asola inferiore dentro quella superiore e, stringendo il nodo, utilizzare solo un"asola per il collegamento all"imbragatura in questo modo il nodo sar autobloccante in una sola direzione.

" #$%" &'( )3+,,"2.(+8"$#'

!niziamo intanto con qualche definizione l"autoassicurazione il vincolo che lega la cordata alla parete8

l"assicurazione la manovra che uno dei componenti della cordata effettua per fermare l"eventuale caduta di un compagno di cordata.

! temi sono poi ampiamente trattati nel corso roccia, ma questi concetti servono per capire che il nodo per l"autoassicurazione non permette scorrimento alcuno della corda che rimane quindi bloccata in caso di caduta di un componente della cordata8

il nodo per l"assicurazione permette di effettuare manovre permette lo scorrimento della corda ma funziona da "freno" e permette un rapido bloccaggio senza sforzo.

!n pratica per questi scopi vengono utilizzati < nodi il barcaiolo )per l"autoassicurazione* ed il mezzo barcaiolo )per l"assicurazione al compagno*. E" importante poi conoscerne un terzo che permette di "bloccare" il mezzo barcaiolo anche quando la corda in tensione l"asola di bloccaggio.#a vediamo la loro esecuzione

") #$%$ /+(2+"$)$

/i facile esecuzione, per' fondamentale saperlo realizzare in qualunque posizione, con una mano sola e con la corda passante nel moschettone )come nelle figure*. 3er questo non illustro altri metodi che consistono nel realizzare il nodo mettendolo successivamente nel moschettone. ?on la corda nel moschettone, prendere con due dita un capo e, incrociandolo con l"altro capo, formare un"asola da mettere nel moschettone. >a corda rimane cos bloccata in entrambe le direzioni, si pu' facilmente regolare per allungare l"uno o l"altro capo ed il nodo pu' essere sempre facilmente sciolto. Torna a inizio pagina

") #$%$ 4'88$ /+(2+"$)$

0nch"esso di facile esecuzione, permette di accompagnare i movimenti del compagno di cordata )sia per "dare corda" quando si allontana da noi, o meglio dalla sosta, sia per "recuperare" quando si avvicina*. !noltre permette di sostenenre totalmente il peso del compagno )in caso di caduta* senza bisogno di molta forza !n figura indicato con 0 il capo in cui legato il compagno e @ il capo della corda libero. 3rendendo con due dita la parte @ della corda, realizzare un"asola )senza incrociare i due capi* ed inserirla nel moschettone. ?ome si pu' notare, per eseguire questi due nodi, si compie il medesimo movimento utilizzando solo due dita di una mano. >"unica differenza consiste nell"incrociare i due capi per realizzare il barcaiolo. Torna a inizio pagina

)3+,$)+ %" /)$22+**"$

?onsente di bloccare lo scorrimento della corda anche quando questa in tensione e di liberare entrambe le mani per fare altre manovre. (upponiamo per un attimo che il nostro compagno, al quale stiamo facendo sicura con un mezzo barcaiolo, si trovi in difficolt per qualsiasi motivo e abbia bisogno del nostro aiuto ovvio che facendo sicura non possiamo lasciare il capo della corda, n abbiamo altre possibilit di movimento. Effettuando un"asola di bloccaggio )disegni da 5 a :*, possiamo liberarci dalla posizione, effettuare qualsiasi altro movimento o manovra e tornare nella posizione iniziale per sbloccare la corda e riprendere le manovre con il mezzo barcaiolo. .ei disegni sempre indicato con 0 il capo della corda in tensione )dove evidentemente appeso il nostro compagno*8 con @ il capo libero di manovra. 3er sciogliere l"asola sufficiente tirare il capo @.

Quando si esegue un"asola, per maggior sicurezza, si consiglia effettuare anche una controasola come indicato nel disegno =.

2$(,$ %" ($22"+ )ezione 19 2$4' )'*+(,"


3rima di tutto introduciamo due piccoli concetti la cordata A costituita dalle persone che sono legate insieme e progrediscono lungo la "via di

salita". /eve essere formata da due, al massimo tre persone che comunemente vengono detti "compagni di cordata". il capo cordata A il componente della cordata che "sale" per primo. !l compagno sar quindi il "secondo"0bbiamo detto che la cordata deve essere formata da due, al massimo tre persone vediamo, nei due casi, come si legano i compagni di cordata. cordata a due - 0vendo una corda intera, i compagni, utilizzano ciascuno un capo della corda per fare il nodo ad otto ripassato o "nodo delle guide" attraverso le asole del proprio imbrago. 0llo stesso modo, arrampicando con due "mezze corde", si utilizza uno dei capi di entrambe le corde per realizzare il nodo. ?os facendo la cordata avr a disposizione tutta la lunghezza di corda per la progressione e per le manovre. ..@. .-. +1!>!BB02E +. #-(?CE11-.E 3E2 ?->>E402E >0 ?-2/0 0> 32-32!!#@204-. )(icuramente gi stata visitata la pagina sull"attrezzatura da roccia non quindi il caso di soffermarsi sul significato di mezza corda o corda intera % (u come legare la corda all"imbrago, invece, invito i miei ospiti a consultare le lezioni dedicate ai nodi*. cordata a tre - !n questo caso si devono usare necessariamente due corde, anche se decidessimo di arrampicare con la corda intera il capo cordata utilizzer un capo di entrambe le corde sul proprio imbrago8 i compagni useranno, ciascuno, un capo di una delle due corde./a notare che, nel caso di cordata a due, il capo cordata potr essere indistintamente uno o l"altro compagno8 nella cordata a tre potr fare il capo cordata solo chi ha utilizzato entrambe le corde sull"imbrago. &rima ancora di iniziare ad indossare l3imbrago: non appena giungete ai piedi di una parete: 4'55'(' ") 2+,2$ ;

2$(,$ %" ($22"+ )ezione 29 +ssicurarsi


+na volta che la cordata si legata come spiegato nella 5D lezione, bisogna stabilire come i componenti intendono progredire )in base alle difficolt del terreno e al numero dei componenti*, e chi il primo di cordata )in base alle capacit*. &orrei sottolineare che la via di arrampicata )e quindi le difficolt che si dovranno affrontare*, deve essere scelta in base alle capacit tecnicoEfisiche di tutti i componenti della cordata. 3er un terreno estremamente facile, si potr decidere di progredire insieme senza "assicurarsi". !n tali percorsi sar sufficiente che i componenti della cordata siano legati alla stessa corda e si procede "di conserva". .ormalmente, nell"arrampicata, si procede uno per volta e, a seconda dei casi, formando la cordata nei seguenti modi

cordata a due - si individua chi ha le maggiori capacit tecniche per fare il capo cordata questi sar il primo a procedere in salita ed il secondo nelle discese. (e i componenti sono allo stesso livello tecnico, possono alternarsi nel condurre la cordata, ossia "a tiri alterni". cordata a tre - ?ome gi detto nella prima lezione, il capo cordata )ossia il migliore*, a legare nel proprio imbrago un capo di entrambe le corde salendo per primo, con entrambe le corde, pu' quindi "assicurare" e "recuperare" i compagni che lo raggiungono uno per volta )progressione "distesa" della cordata*, oppure contemporaneamente a breve distanza l"uno dall"altro )progressione a "forbice" della cordata*. !n tutti i modi la prima operazione quella di assicurare la cordata8 introduciamo perci' altri due concetti autoassicurazione , il modo per fissare la cordata )o uno dei suoi componenti* alla parete. (i utilizza a questo scopo il nodo barcaiolo ponendo degli ancoraggi nella roccia e collegandoli con un moschettone, su quest"ultimo si realizza il nodo utilizzando la parte di corda immediatamente vicina all"imbrago. assicurazione , il modo con cui un componente della cordata mantiene il compagno collegato alla propria autoassicurazione pur permettendogli di progredire. 0 questo scopo si utilizza il nodo mezzo barcaiolo che, con il minimo sforzo, permette sempre di bloccare un"eventuale caduta del compagno durante la sua progressione in salita o di "calarlo" in discesa. ..@. E" evidente la necessit di conoscere perfettamente i nodi, saperli eseguire in qualsiasi condizione e posizione essenziale quindi consultare il corso sui nodi ed esercitarsi %%%

2$(,$ %" ($22"+ )ezione 39 *li +ncoraggi e le ,oste


.elle prime due lezioni abbiamo formato una cordata che si assicurata alla parete. #a vediamo nel dettaglio cosa significa realizzare una sosta )prima cosa da farse prima di iniziare qualsiasi via di arrampicata*, quali aspetti non bisogna mai sottovalutare e come possono essere gli ancoraggi che sono i nostri "salvavita". 3er capire meglio questi concetti, ho suddiviso la lezione in : punti

311 0 &ropriet< delle soste 312 0 )e soste in linea 313 0 )e soste a triangolo

314 0 ,celta del tipo di sosta 315 0 )e soste gi< attrezzate

2$(,$ %" ($22"+ )ezione 39 *li +ncoraggi e le ,oste


311 0 &($&("'5+3 %" .#+ ,$,5+ >a sosta, dunque, il nostro punto di partenza ma anche il punto in cui arriva il primo di cordata per recuperare il compagno il punto che tiene sempre la cordata vincolata alla parete di roccia e che limita i danni in caso di caduta di un componente della cordata. >e caratteristiche di una sosta devono essere le seguenti sicura al 599F qualsiasi cosa succeda non deve staccarsi dalla roccia8

deve quindi resistere a tutte le sollecitazioni, in qualsiasi direzione )strappo verso il basso, tiro verso l"alto, tensioni ai lati...*8 quando la sosta costituita da pi$ di un punto di ancoraggio )situazione ottimale*, nel caso di cedimento di uno di questi, gli altri ancoraggi non devono subire strappi violenti che porterebbero all"effetto cerniera lampo )vedi foto 5*8 di semplice costituzione )facile da attrezzare e da smontare*, usando poco materiale, ma in grado di suddividere i carichi sui vari ancoraggi.

7-1- 5 >a sosta costiuita da due punti di ancoraggio sui quali fissato un solo cordino ed un moschettone.!n questo caso, se cedesse ad esempio l"ancoraggio sul moschettone rosso, il secondo punto subirebbe uno strappo. +sando un cordino differente su ogni ancoraggio, riduremmo la sollecitazione nel caso di un cedimento parziale della sosta )infatti, il cordino posto sul secondo ancoraggio, sarebbe gi in tensione*. Questo concetto lo rivediamo comunque pi$ avanti.

#a andiamo con ordine ed iniziamo a vedere che materiale pu' servire per attrezzare una sosta. 3remesso che vi gi un capitolo dedicato ai materiali per l"attivit su roccia, aggiungiamo qualche indicazione specifica i moschettoni da usare sono di tipo a pera, larghi, e che garantiscano un"alta resistenza )<< G.*8

i cordini dovranno avere un diametro di almeno H mm. (ono consigliati anelli di cordino con una circonferenza compresa tra i 5<9 cm e i <99 cm8 le fettucce, preferibilmente del tipo a tubolare, non dovrebbero avere una larghezza superiore a < cm )misure maggiori possono creare tensioni laterali sui moschettoni*. >e lunghezze consigliate degli anelli sono le stesse gi indicate per i cordini8 chiodi e blocchetti dipendono essenzialmente dalla roccia e dalla lunghezza della via spesso sulle guide vengono date indicazioni su quale attrezzatura utilizzare e la quantit.

0ttrezzare una sosta significa creare pi$ ancoraggi sulla roccia da collegare insieme a seconda del tipo e conformazione della roccia, possiamo riassumere il tipo di sosta in due gruppi 5. sosta in linea <. soste a triangolo.

2$(,$ %" ($22"+ )ezione 39 *li +ncoraggi e le ,oste


312 0 )' ,$,5' "# )"#'+ #etodo di preparazione di una sosta usata prevalentemente nei seguenti casi i punti di ancoraggio sono molto distanti tra di loro8

i punti di ancoraggio non danno la stessa garanzia di tenuta.

E" soprattutto in quest"ultimo caso che dovremo porre maggiore attenzione a collegare i punti in modo da evitare l"effetto cerniera lampo )si dice cos quando, cedendo un punto di ancoraggio, quello successivo riceve una forte tensione a strappo che ne compromette la tenuta*. +n esempio di sosta in linea riportato nella figura <.

7!4+20 < Esempio di sosta in linea. .ella foto possiamo distinguere il moschettone 1 )pi$ in alto*, in questo caso rappresenta il punto di ancoraggio che d maggior affidamento su questo si autoassicura con un barcaiolo chi nella sosta )il capo + della corda legato all"imbrago di chi manovra*8 !l moschettone 2, posto sul secondo punto di ancoraggio, contemporaneamente collegato al moschettone 18 !l moschettone 3 sul quale assicuriamo il compagno di cordata con il mezzo barcaiolo )il capo / della corda legato all"imbrago del compagno* . /0 -((E2&02E ?CE

il tratto di corda tra i moschettoni 1 e 2 in tensione in caso di cedimento del punto <, sul primo punto non si trasmettono strappi8 i moschettoni 2 e 3 sono collegati insieme )preferibilmente con un nodo delle guide* se cede il secondo punto di ancoraggio il moschettone 6 comunque fissato al primo moschettone8 i moschettoni usati sono tutti del tipo a pera con ghiera.

!l mezzo barcaiolo sul moschettone 6 rappresenta il centro della sosta esso dovr trovarsi il pi$ possibile sulla verticale del punto 5. #entre in figura rappresentata una sosta in linea verticale )il secondo punto di ancoraggio praticamente sulla verticale del primo*, analogalmente potremo realizzare una sosta in linea orizzontale o in diagonale in questi casi il centro della sosta dovr necessariamente essere il punto di ancoraggio pi$ affidabile, che dovr essere il pi$ possibile sulla verticale della cordata per evitare il possibile effetto cerniera lampo. 1utte le soste in linea )orizzontale, verticale, diagonale*, potranno essere realizzate anche con pi$ di due punti di ancoraggio, la manovra rimane sempre la stessa posizionare un moschettone su ogni punto8

individuare il centro della sosta )l"ancoraggio pi$ solido*, sul quale la cordata sar legata, ponendo attenzione che questo risulti sulla verticale della cordata8 far passare la corda in tutti i moschettoni8 realizzare un nodo barcaiolo su tutti i moschettoni della sosta8 regolare i nodi in modo da avere la corda sufficientemente tesa in tutti i moschettoni8

2$(,$ %" ($22"+ )ezione 39 *li +ncoraggi e le ,oste


313 0 )' ,$,5' + 5("+#*$)$

/i uso molto frequente, si utilizzano quando i punti di ancoraggio offrono tutti buone garanzie di tenuta e non sono troppo distanti tra loro )circa :9 cm*. ?on la preparazione a triangolo, il centro della sosta, distribuisce il carico in modo pressoch uniforme su tutti i punti. 3er la costruzione utilizziamo come esempio una sosta semplice, costituita da due punti di ancoraggio come indicato in foto 5 5. si utilizza un moschettone su ogni ancoraggio )facendo attenzione che le ghiere di chiusura siano contrapposte*8 5. passiamo un cordino )di almeno H mm* nei moschettoni )il cordino pi$ dinamico rispetto alla fettuccia*8 5. con la parte superire del cordino facciamo un"asola8 5. passiamo un moscettone nell"asola e nella parte inferiore del cordino. 0>?+.E 0&&E21E.BE 3E2 >0 32E3020B!-.E. 5I !nnanzi tutto attenzione all"angolo che il cordino forma al centro della sosta un angolo molto ampio crea forti tensioni sugli ancoraggi. .ella seguente tabella, nel caso di sosta a triangolo con due ancoraggi, indicato come viene distribuito il carico su ciascun punto al variare dell"angolo consigliabile un angolo che non superi mai i =9I

+ngolo 69I =9I K9I 5<9I 5:9I 5J9I

%istribuzione del carico su ciascun ancoraggio :<F del carico :J F del carico H5 F del carico 599F del carico 5K6F del carico tende ad infinito

'sempio per un peso di 100 =g :< Gg :J Gg H5 Gg 599 Gg 5K6 Gg infinito

<I 3osizionare il cordino in modo che il nodo di chiusura rimanga ad una distanza intermedia tra il moschettone posto sull"ancoraggio e quello al centro della sosta.

2$(,$ %" ($22"+ )ezione 39 *li +ncoraggi e le ,oste


314 0 )+ ,2')5+ %') 5"&$ %" ,$,5+

0bbiamo visto solo alcuni esempi di come possono essere attrezzate le soste )forse i pi$ usati, ma sicuramente non sono gli unici%* vediamo ora alcune considerazioni. con le soste in linea possibile suddividere i carichi sui vari punti di ancoraggio in base alla loro resistenza, alleggerendo cos i punti che offrono minor garanzia8 mentre con le soste a triangolo si ottiene una suddivisione uniforme del carico8

le soste in linea, generalmente, si montano collegando i punti con la stessa corda la stessa che utilizziamo per arrampicare. (e da un lato questo permette di risparmiare l"uso di materiale )cordini o fettucce*, dall"altra riduce i metri di corda disponibili e crea una fatica aggiuntiva sulla corda da arrampicata8 la sosta in linea richiede, da parte di chi la attrezza, una buona valutazione sulla tenuta e resistenza degli ancoraggi per suddividere al meglio i carichi e per posizionare il centro della sosta8 le soste a triangolo richiedono degli ancoraggi che offrano identiche garanzie di resistenza

2$(,$ %" ($22"+ )ezione 39 *li +ncoraggi e le ,oste


315 0 )' ,$,5' *"+3 +55('88+5' !n molte delle vie di arrampicata in montagna e soprattutto nelle falesie, le soste sono gi attrezzate con dei cordini messi intorno ad un albero )tronco o radice*, o adirittura con delle piastrine di metallo cementate alla parete, magari unite anche da una catena a maglie o a trefolo )cordino in acciaio*. +(01E (E#32E +. #-(?CE11-.E .E4>! 0.E>>! /E>>E 3!0(12!.E E (+! 12E7->! /! 0??!0!- un cordino sottoposto a forte sollecitazione, difficilmente resiste al "taglio" della parte metallica !noltre fate sempre molta attenzione alle condizioni in cui trovate la sosta. !n generale )soprattutto in alta montagna*, il sole, il vento, la neve o adirittura il ghiaccio possono compromettere la tenuta di un cordino se non addirittura dell"ancoraggio. !noltre, soprattutto in falesia, non sempre chi ha chiodato la via un "esperto in opere murarie". !n certi casi quindi d"obbligo "rinforzare" la sosta.

2$(,$ %" ($22"+ )ezione 49 5'2#"27' %" +((+4&"2+5+


?on le precedenti lezioni abbiamo visto come ci si lega in cordata ora siamo pronti per affrontare la nostra via di arrampicata. 0bbiamo attrezzato la sosta alla base della parete )o meglio all"attacco della via*, il secondo di cordata legato alla sosta con un nodo barcaiolo ed pronto a fare le manovre di corda assicurando il proprio capo cordata con il mezzo barcaiolo.

?ome gi detto il mezzo barcaiolo permette alla corda di scorrere un capo della corda che esce dal nodo sar collegato all"imbrago del capocordata )mediante il nodo delle guide* e, chi manovra, dovr sempre tenere saldamente in mano la parte di corda che esce dall"altra parte del nodo. !n pratica, mentre il capo cordata comincia ad arrampicare, il compagno manovra utilizzando entrambe le mani con una mano "tira" la corda verso il compagno e contemporaneamente con l"altra mano "accompagna" la corda dentro il nodo. E" con quest"ultima mano che in caso di caduta del compagno, chi fa sicura, riesce a bloccare la corda praticamente senza sforzo.

.ella figura si riconoscono la mano destra, con la quale chi assicura "tira" la corda verso il capocordata e la mano sinistra, che contemporaneamente "accompagna" la corda favorendone lo scorrimento nel nodo. E" quest"ultimo lato della corda che non deve mai essere lasciato libero con la mano per essere in grado di bloccare il nodo in qualsiasi momento. /a sottolineare che le mani non devono mai essesre troppo vicine al nodo in caso di strappo improvviso le dita andrebbero ad incastrarsi nel nodo stesso dentro al moschettone. .el corso di questa lezione vediamo quali sono le principali tecniche utilizzate per la progressione su roccia )ez1 411 0 " -ondamentali

)ez1 412 0 )3 uso degli arti inferiori )ez1 413 0 )3 uso degli arti superiori )ez1 414 0 )e -orme (occiose

2$(,$ %" ($22"+ )ezione 49 5'2#"27' %" +((+4&"2+5+


411 0 -$#%+4'#5+)" (i definisce tecnica di arrampicata l"insieme delle posizioni e movimenti che ci permette di salire, con il minimo sforzo possibile, superfici verticali che presentano difficolt sempre maggiori. -gni tecnica richiede comunque un allenamento ed un"esperienza specifiche. #a iniziamo a precisare alcuni concetti dando qualche definizione per una progressione verticale se non adirittura strapiombante )cio che supera l"inclinazione della verticale* fondamentale capire immediatamente il concetto di equilibrio. >a posizione naturale di equilibrio si impara gi da piccoli, facendo i primi passi. #a alla base di un buon equilibrio deve esserci la conoscenza del termine di "baricentro", che tecnicamente non altro che il punto di applicazione della risultante di tutte le forzeEpesi che agiscono su un corpo. .el corpo umano, normalmente, il baricentro identificato con il bacino pi$ il bacino sulla verticale dei piedi )punti di appoggio*, pi$ avremo un buon equilibrio. .elle seguenti figure capiamo subito l"importanza di non restare con il corpo "aderente" alla superficie di una parete quasi verticale per mantenere l"equilibrio.

.ella prima figura vediamo come agisce, su qualsiasi corpo, la forza di gravit. !ndipentemente dall"inclinazione del terreno..el disegno di destra indicata la corretta posizione del corpo durante l"arrampicata il busto rimane staccato dalla parete, il bacino )e quindi il nostro baricentro*, rispetto ai piedi sulla stessa retta della forza di gravit, ottenendo cos un buon equilibrio. &iceversa se avvicinassimo il busto e l"anca verso la parete, mantenendo i piedi nella stessa posizione del disegno, la direzione bacinoEpiedi avrebbe un"inclinazione nettamente diversa rispetto alla forza di gravit )indicata dalla linea rossa tratteggiata*, causando la perdita dell"equilibrio )i piedi e di conseguenza il corpo tenderebbero a scivolare*.

#a se nella figura appena vista possibile mantenere l"equilibrio utilizzando quasi ed esclusivamente la forza delle gambe, quando la progressione avviene su un terreno sempre pi$

verticale, bisogna necessariamente ricorrere all"uso delle mani. .ella posizione indicata nel disegno, per mantenere l"equilibrio, indispensabile utilizzare anche gli arti superiori la freccia 6 indica la direzione del peso del corpo a causa della forza di gravit8 le frecce 5 e < indicano le direzioni degli sforzi che compiono rispettivamente gli arti superiori e quelli inferiori. /a sottolineare che fondamentale imparare a distribuire correttamente il peso del corpo le mani devono essere utilizzate in trazione solo per evitare la caduta, mentre la maggior parte del peso deve essere scaricata sui piedi che "premono" contro la parete. /urante la progressione saranno le gambe a spingere verso l"alto, mentre le mani accompagneranno il movimento di salita. .on dimentichiamo infatti che quelli delle gambe sono i muscoli pi$ forti e sono in grado di reggere grossi sforzi anche prolungati8 le braccia )e soprattutto le dita*, si stancano ben presto% >0 32-42E((!-.E >a posizione segnata in figura molto importante esaminiamola bene per capire i movimenti in progressione. >e mani sono circa all"altezza del viso, la gamba + praticamente distesa )e su di essa grava il peso del corpo*, mentre l"altra )indicata come /*, pronta ad effettuare il passo successivo il peso del corpo verr progressivamente caricato su quest"ultimo arto permettendo di salire fino a che che la gamba / risulti distesa. ?ontemporaneamente, mantenendo fermi gli arti superiori, anche la gamba + viene sollevata sino a portarsi all"altezza dell"appoggio dell"arto /1 0 questo punto abbiamo raggiunto una posizione in cui entrambe le gambe sono distese e le mani sono ad un"altezza inferiore rispetto le spalle muovendo una mano alla volta, cercheremo degli appigli pi$ in alto per ristabilire la posizione degli arti superiori come in figura )ossia all"altezza del viso*. 0ttenzione muovere solo un arto per volta per garantire la massima sicurezza. .ei disegni di questa pagina il nostro alpinista raffigurato durante un"arrampicata diretta9 posizionato frontalmente alla parete e, per la sua progressione, sfrutta le asperit della roccia poste sul piano che ha di fronte a s. (e oltre ad avere una parete davanti, ne avesse un"altra di fianco )come se si trovasse nell"angolo di una stanza*, durante la progressione potrebbe utilizzare le asperit di entrambe le pareti rocciose questo tipo di arrampicata si definisce arrampicata in opposizione1 &isti questi primi concetti, possiamo ora parlare delle tecniche che si utilizzano per salire su una parete di roccia sfruttando tutte le sue asperit che si distinguono in appoggi se sfruttate dai piedi8

appigli se utilizzate dalle mani.

2$(,$ %" ($22"+

)ezione 49 5'2#"27' %" +((+4&"2+5+


412 0 *)" +(5" "#-'("$("9 *)" +&&$**" ! piedi possono sfruttare le asperit rocciose lavorando in appoggio9 esempio di un gradino8

in aderenza quando il gradino non in piano ma pi$ o meno inclinato. 0 volte il gradino pu' essere quasi inesistente, come su placche inclinate in questo caso si sfrutta quasi esclusivamente l"attrito tra suola e roccia8 ad incastro se presente una fessura sufficientemente larga nella parete cercheremo di incastrarci il piede.

3iede su un appoggio marcato il "gradino" sufficientemente ampio, permette di appoggiare buona parte della pianta del piede.

3iede su un appoggio poco marcato in questo caso necessario usare la punta del piede

3remesso che in arrampicata vengono utilizzate quasi sempre le "scarpette" gi illustrate nell" attrezzatura da roccia, in generale vale il discorso che quando il terreno presenta molte asperit poco marcate )come nel caso del secondo disegno*, pi$ adatta una calzatura rigida, che aiuti a sostenere il piede. !n ogni caso in appoggio bisogna tenere il tallone del piede pi$ in basso rispetto alla punta in questa posizione infatti il muscolo del polpaccio rimane rilassato.

)3incastro di piede di uso frequente con le pedule o con le scarpette, come nella figura a lato. )?on gli scarponi rigidi, le fessure strette della roccia, sono difficilmente utilizzabili*.!n pratica si sfrutta sia l"aderenza e l"attrito tra la scarpa e roccia, sia la torsione dell"insieme piede e caviglia.

2$(,$ %" ($22"+ )ezione 49 5'2#"27' %" +((+4&"2+5+


413 0 *)" +(5" ,.&'("$("9 *)" +&&"*)" !n linea generale si pu' affermare che un appoggio pu' essere anche un appiglio ma non viceversa. 4li appigli possono essere a trazione la mano, posta pi$ in alto rispetto al resto del corpo, aiuta la progressione tirando verso l"alto a spinta la mano posta pi$ in basso rispetto al corpo e, generalmente con il palmo, aiuta la progressione spingendo dal basso verso l"alto.

0ppiglio in trazione la mano "prende" l"appiglio, che pu' anche essere costituito da una fessura o un incastro della roccia, facendo sforzo di trazione per "tirare" il corpo.

0ppiglio in spinta la mano preme sulla superficie rocciosa )sfruttando anche l"attrito tra mano e roccia*, "spingendo" il corpo.

>e strutture rocciose offrono una variet infinita di appigli che spesso, per poter essere sfuttati, richiedono allenamento e preparazione specifica, soprattutto quando per la loro conformazione richiedono molta forza nelle dita. 1ra le varie tipologie di appigli i pi$ utilizzati sono quelli orizzontali, verticali ed obliqui, rovesci )quando uno spuntone di roccia inclinato verso il basso e si sfruttano facendo trazione dal basso verso l"alto*, ad incastro )a seconda della larghezza della fessura possiamo incastrare le dita, la mano o il pugno*. >"importante cercare gli appigli pi$ comodi rispetto alla linea di salita piuttosto che per la conformazione spesso gli appigli pi$ invitanti e marcati sono distanti e in posizione tale da richiedere movimenti faticosi.

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413 0 )' -$(4' ($22"$,' (alendo una via di roccia necessario modificare la tecnica da utilizzare in funzione del tipo di roccia e della sua conformazione. 2iguardo quest"ultima, possiamo trovarci ad arrampicare in

302E1E /!E/2?0#!.7E((+20 (3!4->- E ?2E(10 1E11- E (1203!-#@-

)+ &+('5'

E" la conformazione rocciosa pi$ semplice sufficiente pensare ad un muro o alla facciata di un edificio. E" quindi sviluppata essenzialmente su un unico piano )sul quale sale chi arrampica*, pur avendo inclinazioni differenti, buchi o asperit, fessure ed offrire appoggi e appigli pi$ o meno evidenti o frequenti. >e situazioni che presenta una parete sono comunque confrontabili con quelle delle altre formazioni rocciose descritte di seguito, identiche sono quindi le tecniche utilizzabili. torna a inizio pagina

") %"'%($
E" costituito da due pareti che formano un angolo pi$ o meno aperto. 3ermette un"arrampicata molto varia. >a pi$ classica l"arrampicata in opposizione si sfruttano entrambe le pareti avendo l"accortezza di mantenere gli arti inferiori in spaccata: ossia sufficientemente distanti e non all"interno dell"angolo che porterebbe a sbilanciare il corpo e ad affaticare eccessivamente le braccia.

Esempio di arrampicata in diedro. /a notare che non viene sfruttata la fessura )se pur molto larga* presente in fondo al diedro che porterebbe il corpo a sbilanciarsi o ad incastrarsi tra le due pareti del diedro. ! piedi molto distanti )posizione in spaccata*, permettono di scaricare il peso del corpo senza affaticare eccessivamente i muscoli.

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") 2+4"#$
E" cos detta quella conformazione costituita da du pareti contrapposte, quasi parallele, sufficientemente distanti tra loro da permettere a chi arrampica di muoversi al loro interno. 0nche nel camino si usa una tecnica di opposizione, il cui stile comunque in funzione dell"ampiezza del camino stesso.

Esempi di arrampicata in opposizione in un camino torna a inizio pagina

)+ -',,.(+
(paccatura della roccia di diversa inclinazione ma sufficientemente larga da poter essere sfruttata da parte di chi arrampica per la progressione, sia essa in verticale o in traverso. .on abbastanza larga da poterci entrare con il corpo ma per incastrare, con tecniche differenti, le dita, la mano, le braccia o i piedi. >e fessure possiamo trovarle nelle pareti, nei diedri )generalmente sul fondo* o nei camini

1ipica arrampicata in fessura, per altro anche estremamente faticosa, la tecnica alla "?omici" le mani esercitano una forte pressione sulle labbra della fessura )come per allargarla*, mentre i piedi all"esterno lavorano in appoggio o in aderenza.

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)$ ,&"*$)$ ' )+

2(',5+
(u di esso si svolgono arrampicate generalmente molto esposte )verso il vuoto*, e nel contempo esaltanti. E" possibile proggredire "cavalcando" lo spigolo )sfruttando appoggi e appigli posti sulle pareti che formano lo spigolo*, oppure utilizzando altre tecniche come la "/ulfer" mentre le mani "tirano" lo spigolo verso il corpo, i piedi lavorano in appoggio o in aderenza sulla parete. !l corpo disposto lateramente su una delle due pareti e leggermente appoggiato )inclinato*, verso la parete stessa. 0nche questa una tecnica faticosa )non consente situazioni di riposo*, e richiede piccoli ma rapidi movimenti.

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") 5'55$ ' )$ ,5(+&"$4/$


(ono costituiti da tratti di roccia orizzontali o molto al di fuori della verticale e, quindi, sporgenti rispetto alla superficie della parete. 1endono a sbilanciare l"arrampicatore e a farlo cadere all"indietro. 3er superarli sono necessarie elevate condizioni di allenamento )sia fisico sia tecnico*, e richiedono molta energia, movimenti rapidi ma precisi e coordinazione.

+n passaggio sotto un tetto

2$(,$ %" ($22"+ )ezione 59 )+ &($*(',,"$#' %'))+ 2$(%+5+


$ra possiamo attaccare la la nostra via ma in che modo bisogna procedere? 3rima di tutto non dimentichiamoci della cosa pi$ importante la cordata deve sempre essere assicurata ad una sosta, dopo di ch i passaggi principali nel corso dell"arrampicata sono i seguenti la sosta un punto di partenza dove un componente della cordata deve essere legato8

il capocordata inizia ad arrampicare mentre il compagno lo mantiene collegato alla stessa sosta con delle manovre di corda8 il capocordata, arrampicando, raggiunge la sosta successiva )che in questo caso un punto di arrivo*, dove si lega ed assicura la cordata8 ora il compagno si libera dalla sosta di partenza e raggiunge il capocordata a quella sucessiva8 la seconda sosta diventa ora di nuovo un punto di partenza e ricomuncia lo stesso ciclo ...... sino ad arrivare in vetta. .ei seguenti paragrafi di questa lezione, vediamo in che modo proggredisce la cordata 511 0 " tiri di corda 512 0 &osizionare un rinvio 513 0 " comandi 514 0 "l fattore di caduta

2$(,$ %" ($22"+ )ezione 59 )+ &($*(',,"$#' %'))+ 2$(%+5+


)'8"$#' 5119 " 5"(" %" 2$(%+ E" al primo di cordata che spetta il compito pi$ difficile. #entre arrampica, infatti, deve prestare molta attenzione a diversi aspetti, tra cui 5. osservare quali appoggi e appigli possono essere sfruttati lungo la via di salita. 0 questo scopo importante guardare pi$ in alto rispetto al passaggio che si sta affrontando intanto per aver sempre presente la direzione della via, e poi per dare continuit di movimenti all"arrampicata. !l fatto di fare un passaggio e fermarsi per studiare quello successivo

significa interrompere sempre la progressione )ripartire ad ogni passo maggiormente stancante*, e spesso ci si ferma in posizioni scomode e quindi faticose8 <. guardare cosa offre la roccia per posizionare delle protezioni intermedie )nuts, friends, chiodi, cordini da incastrare in qualche spuntone di roccia ecc.*. (pesso le vie sono gi abbondantemente protette sono gi attrezzate con spit o chiodi posizionati lungo la via e nei passaggi pi$ impegnativi. !n questo caso il primo dovr solo posizionare i propri rinvii nelle protezioni esistenti, il suo compito reso pi$ agevole anche perch non deve "cercare" la via )a volte si pone il problema "e adesso da che parte bisogna andare???"*, ma baster seguire il percorso dei chiodi esistenti. )sempre che questi siano sufficientemente ravvicinati %%* .ella foto rappresentata una via gi chiodata )punti di protezione indicati dalle frecce*.

#a cosa significa esattamente "proteggersi" la via di arrampicata ? Quando il primo di cordata inizia ad arrampicare allontanandosi dal punto di sosta, in caso di caduta, soggetto ad un volo pari al doppio del dislivello che ha percorso )senza tener conto dell"allungamento della corda*. .el momento in cui posiziona un punto di protezione intermedio )utilizzando un un rinvio*, azzera la caduta il suo volo arrestato dall"ultima protezione. 3roseguendo l"arrampicata si ripete la sitazione gi descritta sino alla protezione successiva.

(e il nostro alpinista salito < m rispetto all"ultimo rinvio, in caso di caduta far un volo di ; metri )oltre all"allungamento della corda in base alla sua elasticit*. 3er questo motivo la distanza C5 )tra il 5I ed il <I rinvio* deve essere minore di C )cio della distanza del 5I rinvio dalla sosta. Quando il primo di cordata raggiunge la sosta successiva, dopo averla attrezzata, chiama il compagno che lo raggiunge arrampicando per il medesimo percorso. -vviamente durante l"arrampicata il secondo di cordata recupera tutto il materiale lasciato dal compagno che l"ha preceduto )rinvii, cordini ecc.*. !n questo frangente il primo di cordata che esegue le manovre, recuperando la corda attraverso il mezzo barcaiolo durante la progressione del compagno la corda, sempre tesa, impedir al secondo di subire qualunque volo in caso di caduta.Quando anche il secondo avr raggiunto la sosta, la cordata potr proseguire con il tiro di corda successivo. 2iassumendo i passaggi essenziali per fare un tiro sono i seguenti 5. ! componenti della cordata sono assicurati entrambi alla stessa sosta il "secondo" attrezza un moschettone )a pera con ghiera* e con un mezzo barcaiolo assicura il compagno. !l primo di cordata si appresta ad arrampicare8 <. /urante la sua progressione, il primo di cordata, protegge la via creando )se non sono gi esistenti*, dei punti fissi intermedi posiziona un rinvio in ogni punto fisso, attraverso i quali scorre la corda8 6. la lunghezza del tiro in funzione della lunghezza della corda a disposizione )in genere con corde da :9,=9 m si riescono a fare tiri da ;9,:9 m*, al termine dei quali il primo dovr attrezzare una nuova sosta8 ;. legatosi alla sosta con un nodo barcaiolo, ed una volta eseguito il mezzo barcaiolo per assicurare il compagno, permette al secondo di salire, recuperando via via la corda che sar sempre tesa8 :. il secondo raggiunge il compagno alla sosta, recuperando il materiale che ritrova nei punti fissi intermedi. .ormalmente, quando anche il compagno giunge in sosta, lo stesso riparte per il tiro successivo, diventando quindi il primo di cordata. !n questo modo )procedendo quindi per tiri alterni*, la cordata riduce il tempo necessario per fare le manovre e, contemporaneamente, si d modo ad

entrambi di non affaticarsi eccessivamente. #a soprattutto di d ad entrambi la possibilit di divertirsi %

2$(,$ %" ($22"+ )ezione 59 )+ &($*(',,"$#' %'))+ 2$(%+5+


)'8"$#' 5129 ("#>"+(' ?on il termine "rinviare" si intende posizionare un punto fisso lungo la via di salita e collegarlo alla corda utilizzando un rinvio. Questo, come abbiamo detto, serve a ridurre "il volo" derivante da un"eventuale caduta. #a vediamo nel dettaglio come viene posizionato un rinvio e come bisogna moschettonare la corda.3arlando dell"attrezzatura da roccia abbiamo visto che un rinvio costituito da due moschettoni semplici )a "/" senza ghiera*, collegati tra loro mediante una fettuccia. !n genere i moschettoni usati sono uno a leva diritta ed uno a leva curva

.ella foto possiamo osservare che 5. il punto fisso costituito da un chiodo )in alto a sinistra* piantato nella roccia )del chiodo spunta solo l"occhiello nero* <. il moschettone con leva diritta inserito con la leva di chiusura opposta all"occhiello del chiodo )qualsiasi movimento del rinvio non rischia di aprire il moschettone*8 6. la leva del moschettone in basso opposta al moschettone in alto8 ;. la leva curva del moschettone in basso opposta alla direzione di salita )cosa molto pi$ importante rispetto al punto precedente*8 :. la corda "entra" dall"interno )tra roccia e moschettone*, ed esce verso l"esterno del moschettone )tra moschettone ed alpinista)

2$(,$ %" ($22"+ )ezione 59 )+ &($*(',,"$#' %'))+ 2$(%+5+


)'8"$#' 5139 " 2$4+#%"

+n aspetto molto importante durante l"arrampicata rappresentato dai "comandi" in che modo i compagni di cordata comunicano. (pesso la sola presenza del vento, sommata alla distanza che li separa e all"impossibilit di vedersi, impedisce alla cordata di comunicare adeguatamente e pu' capitare di chiedersi "perch non prosegue? .on chiede pi$ corda, sar arrivato alla sosta? #i ha detto di salire ? .....".Ecco allora che se urlare diventa obbligatorio, usare pochi termini e chiari imperativo. /urante l"arrampicata il primo pu' usare termini come "corda" A non tenere la corda troppo tesa, dammi un p' di corda8

"recupera" A la corda troppo molla, tirala verso di te8

3oi ci sono i comandi canonici che rappresentano i passaggi fondamentali dell"arrampicata. Quando il primo giunge in sosta, la prima cosa da fare quella di assicurarsi e rendersi indipendente dalla sicura del compagno. 0 questo punto deve avere la possibilit di essere lui a fare le manovre gridando "libera", il secondo capisce che il compagno arrivato in sosta e non pi$ necessario utilizzare il mezzo barcaiolo.

!l secondo di cordata, quindi, libera la corda dal mezzo barcaiolo e recupera il moschettone che stava utilizzando. 2imanendo legato alla sosta d il segnale al compagno "recupera". !l primo capisce che la corda libera e pu' essere recuperata sino a quando non viene pi$ significa che la corda in tiro e il compagno, che legato all"altro capo, ha la corda tesa legata all"imbrago.!l primo deve perci' utilizzare un moschettone sulla sosta dove assicurare il compagno con il mezzo barcaiolo. Effettuata questa manovra, deve comunicare che tutto pronto gridando "sali" e, mantenendo ben ferma la corda sul mezzo barcaiolo, attende la risposta del compagno. E" solo in questo momento che il secondo di cordata pu' liberarsi dell"autoassicurazione e recuperare tutto il materiale utilizzato per montare la sosta tranquillo che in questo momento assicurato dal compagno. 7atto questo, apprestandosi ad arrampicare, comunica al primo che pronto gridando "salgo". -ra il primo al corrente che il compagno inizia la salita per raggiungerlo via via che la corda si allenta e diventa molla, la recupera prontamente facendo scorrere il mezzo barcaiolo.

!n queste manovre )che bisogna saper eseguire rapidamente, senza incertezze e soprattutto senza errori*, molto importante l"affiatamento dei compagni, la pazienza ed il reciproco rispetto. !n genere i compagni non si vedono la fiducia reciproca e l"affiatamento fanno s che ad un movimento dell"uno corrisponda una manovra dell"altro. Pu anche capitare (e non di rado), che i componenti della cordata abbiano difficolt a sentirsi a causa, magari, del vento, o per la distan!a tra i due. Possono esserci tanti metodi per "cercare" di sopperire a #uesto inconveniente$ dal fischietto all'uso di radioline ... %n genere si usa "tirare la corda". &e il primo di cordata tira con for!a due volte la corda significa che ' arrivato in sosta ... (asta mettersi d'accordo prima e restare vigili e sensibili ai movimenti della corda. )na raccomanda!ione$ cerchiamo di non rendere la montagna un

mercato del pesce$ la presen!a di pi* cordate i cui componenti continuano a "gridarsi" segnali ... creano solo confusione e possono portare all'errore un'altra cordata (oltre a rovinare la #uiete dell'ambiente montano ++)

2$(,$ %" ($22"+ )ezione 59 )+ &($*(',,"$#' %'))+ 2$(%+5+


)'8"$#' 5149 ") -+55$(' %" 2+%.5+ +n breve cenno ad un concetto fondamentale per l"uso corretto dell"attrezzatura d"alpinismo, per capire anche con quali caratteristiche meccaniche la stessa viene costruita.!l fattore di caduta -c il rapporto tra l"altezza 7 di caduta libera e la lunghezza ) della corda coinvolta dal volo. 3er meglio comprendere questa definizione prendiamo in esame alcuni esempi.

1? 2+,$1 ?i troviamo in una sosta in parete )punto ( in figura*, il primo di cordata sale 6 m rispetto al punto di sosta )senza aver collocato nessun rinvio*, e cade il suo volo sar di =m )i 6 m che ha percorso pi$ i 6 m di corda libera come rappresentata in figura dalla linea blu tratteggiata*, mentre la corda utilizzata per il tratto di salita ha una lunghezza di 6 m )rappresentata in figura dalla linea blu intera*.3er cui avremo che -2 @ 6A3 @ 2.!l fattore di caduta uguale a <

2? 2+,$1 ?i troviamo in sosta come in figura il primo di cordata posiziona alcuni rinvii durante l"arrampicata e cade quando si trova a 59 m di altezza dalla sosta ma a soli 6 m di altezza dall"ultimo rinvio messo.0nche in questo caso il suo volo sar di = m, tuttavia la lunghezza della corda interessata dal volo )e quindi sottoposta a sforzo* di 59 m )ossia tutta la lunghezza di corda impiegata per la salita*.3ertanto avremo che -2 @ 6A10 @ 0:6.!l fattore di caduta uguale a 9,=

3ossiamo quindi osservare che 5. il valore massimo che il fattore di caduta pu' raggiungere nella pratica alpinistica pari a < )come visto nel 5I caso*8 <. tale valore massimo si riduce notevolmente se, allontanandoci dalla sosta e avendo quindi una lunghezza maggiore di corda a disposizione, interrompiamo la possibilit di volo posizionando dei rinvii. E" doveroso fare anche alcune considerazioni 5. gli esempi riportati non tengono conto dell"allungamento della corda. 2icordo che per questo sport devono essere usate sempre corde dinamiche )non statiche*, proprio per la loro capacit di deformazione e di assorbire quindi una parte dell"energia creatasi con la caduta8 <. gli stessi esempi presuppongono che la corda sia bloccata nel punto di sosta e non tengono conto dell"uso di altra attrezzatura che ha comunque una funzione di freno. /a notare che in realt esiste un"attivit in montagna in cui il fattore di caduta supera abbondantemente il valore di < nelle vie ferrate. (ono cos detti i percorsi su roccia, attrezzati con funi e corde metalliche, scale o gradini in ferro. 1ali attrezzature sono fissate stabilmente alla roccia mediante chiodi ed anelli in acciaio )ancoraggi o fittoni*, ad una distanza variabile dai tre ai cinque metri. 3ensiamo quindi ad una fune metallica, disposta verticalmente sulla parete rocciosa, fissata ogni : metri alla parete stessa. !n questo caso l"alpinista non legato insieme ad un compagno, ma procede singolarmente assicurandosi direttamente alla fune. 0 questo scopo si potrebbero utilizzare due spezzoni di cordino legati all"imbragatura e dotati, all"estremit, di un moschettone ciascuno. #a cos legato cosa accadrebbe in caso di caduta ?3remesso che non lo scopo di questa lezione illustrare la progressione sulle vie ferrate, diamo solo una breve descrizione dei passaggi principali, tralasciando le avvertenze e le raccomandazioni che sono d"obbligo per questa attivit nonch la tipologia dell"attrezzatura specifica.3ercorrendo una via ferrata, utilizzando uno degli spezzoni di corda citati )che sono legati

all"imbrago*, mediante il moschettone ci assicuriamo alla fune raggiunto il primo fittone, per proseguire, sar necessario togliere il moschettone dalla fune. +tilizziamo allora il secondo spezzone di corda inseriamo il secondo moschettone nella fune a monte del fittone e,successivamente, togliamo il primo moschettone posto a valle del fittone stesso. 0 questo punto possiamo proseguire la nostra salita sino all"ancoraggio successivo dove ripeteremo la stessa manovra. .ella figura sono indicati con i diversi colori .ero la parete di roccia8

@lu il cavo in acciaio ancorato alla parete8 &erde i punti di ancoraggio )fittoni* sui quali fissata la fune8

(upponiamo che il nostro alpinista abbia raggiunto il punto + deve ancora mettere il secondo moschettone a monte del fittone ed in quel momento cade. !l moschettone che sta utilizzando, posto a valle del punto 0, scorre lungo il tratto di cavo sino ad incontrare il fittone posto nel punto @ dove si blocca arrestando la caduta dell"alpinista. Quest"ultimo ha quindi fatto un volo di oltre : m a fronte di uno spezzone di corda di assicurazione che generalmente non pi$ lungo di J9,K9 cm. 3er comodit di calcolo poniamolo lungo 5 metro. 3ertanto avremo che -2 @ 5A1 @ 5. !l fattore di caduta uguale a : !n conclusione, un volo cos fatto porterebbe al collasso dello spezzone di corda causandone la rottura e comunque l"impatto subito dall"alpinista )dovuto all"arresto improvviso del volo*, sarebbe eccessivamente elevato. 3er ovviare a questa situazione, i due spezzoni di corda utilizzati sono provvisti di un ulteriore tratto di corda che passa attraverso ad un dissipatore una piastra metallica costituita da alcuni fori entro cui pu' scorrere la corda stessa in caso di cadute violente. >"energia creata dalla caduta viene cos "dissipata", assorbita, dal tratto di corda che scorre il fattore di caduta viene cos drasticamente diminuito. >"attrezzatura descritta )dissipatore L spezzoni di corda L moschettoni*, viene chiamata M!1 /0 7E22010 )il Mit viene messo in commercio preassemblato e garantito dal costruttore*. 3enso sia superfluo dire che in caso di caduta )con conseguente scorrimento della corda nel dissipatore* il Mit deve essere necessariamente sostituito.

2$(,$ %" ($22"+ )ezione 69 )a %iscesa


>a nostra via terminata non ci resta che goderci un p' il panorama, fare una foto di vetta )obbligatoria%%*, mangiare qualche cosa e prepararci per tornare alla base. 4i, ma non sempre c" il sentiero che ci riporta a valle. E allora? !n questo caso, sicuramente, ci sono delle soste attrezzate anche per calarsi con la corda.

+na bella discesa in doppia sempre divertente. !noltre, salvo intoppi, anche molto pi$ veloce rispetto al sentiero. >e manovre da eseguire sono semplici ma sempre delicate la minima disattenzione pu' essere fatale. #a eseguita con la giusta attenzione, la corda doppia, permette di superare agevolmente in discesa qualsiasi tratto che in salita sarebbe impercorribile. 3rocediamo con ordine e vediamo i vari passaggi 5. (iamo sull"ultima sosta e ben assicurati legati alla sosta in modo da non tenere impegnata la corda in alcun modo )con un cordino od una fettuccia*. 3er prima cosa garantiamoci che la corda non possa cadere in basso se la perdiamo non abbiamo pi$ alcun modo per scendere% <. si utilizza ora l"anello della sosta si fa passare dentro un capo della corda, e la si fa scorrere sino a giungere alla sua met. (e invece utilizziamo due corde, si infila l"anello dello sosta con la prima corda, il capo di questa deve essere collegato alla seconda corda con il nodo doppio inglese ) quello pi$ utilizzato, anche se esistono altri metodi*8 6. ora necessario raccogliere gli estremi della )o delle* corda, facendo degli anelli di avvolgimento, e si lanciano le corde nella direzione di discesa )verso la sosta sottostante nel caso di pi$ tiri, o comunque verso la base della parete*. +l momento del lancio: gridare sempre B2$(%+B se un"altra cordata fosse sotto di voi, potrebbe pagarne le conseguenze% .el caso utilizzassimo due corde, collegate con il nodo, facciamo molta attenzione a quale capo bisogner recuperare una volta terminata la discesa tirando il capo sbagliato il nodo si incastrerebbe dentro l"anello della sosta e sarebbe impossibile recuperare le corde.

!n genere, le calate gi attrezzate, sono costituite da vere e proprie catene con un grosso anello all"interno del quale quale vengono fatte passare le corde per la discesa. .el caso raffigurato nella foto si tratta, invece, di una calata costituita da doppio cordino con un moschettone. !n ogni caso importante che la met della corda sia posta sul moschettone della calata per poter sfruttare tutta la lunghezza della corda )Questo problema non si presenta nel caso usassimo due corde, di pari lunghezza, unite tra loro*. >a corda quindi sistemata per iniziare ad allestirci la doppia. 3er ricordarci che ogni passaggio deve essere eseguito con molta attenzione, tranquillit e con un certo ordine, li illustro uno per volta 610 0 %iscesa 611 0 +ssicurarsi 612 0 "l discensore

613 0 2alarsi

2$(,$ %" ($22"+ )ezione 6119 +ssicurarsi per la %iscesa


+na volta attrezzata la corda sulla sosta, necessario assicurarsi sulla corda stessa per poterci liberare dalla sosta. @isogna pertanto utilizzare un cordino, realizzare un nodo autobloccante sulla corda e legarlo all"imbrago

!l nodo autobloccante viene eseguito sulla corda doppia immediatamente a valle dell"anello della sosta.

!l cordino deve essere quindi collegato all"imbrago utilizzando un moschettone. 2icordatevi sempre di chiudere la ghiera del moschettone.

0 questo punto possiamo togliere la nostra assicurazione dalla sosta in caso di caduta l"autobloccante ci fermerebbe sulla corda di calata 610 0 %iscesa 611 0 +ssicurarsi 612 0 "l discensore

613 0 2alarsi

2$(,$ %" ($22"+ )ezione 6129 "l %iscensore


-ra bisogna posizionare il nostro discensore sulla corda. Esistono diversi attrezzi adibiti a questo scopo per il loro corretto utilizzo necessario consultare le istruzioni allegate all"attrezzo al momento dell"acquisto. !n questa sede mi limito a descrivere l"utilizzo del discensore ad otto. !n tutti i casi importante che il discensore venga posizionato a monte del nodo autobloccante tra il nodo e l"anello di calata.

7are passare la corda doppia dentro l"anello pi$ largo del discensore. !n questo modo si crea un"asola.

7ar passare l"asola intorno all"anello pi$ piccolo del discensore.

#ettere un altro cordino dentro l"anello pi$ piccolo del discensore e collegare il cordino all"imbrago con un secondo moschettone

1utto pronto bastano poche e semplici manovre per scendere vincendo, almeno le prime volte, la paura di "buttare" la schiena verso il vuoto. 610 0 %iscesa 611 0 +ssicurarsi 612 0 "l discensore 613 0 2alarsi

2$(,$ %" ($22"+ )ezione 6139 calarsi in doppia


-ra s che viene il bello %% >a doppia l"abbiamo allestita non resta che mettersi nella posizione corretta e in pochi istanti scendiamo di una lunghezza di corda senza nessuno sforzo. !nnanzi tutto, con la faccia rivolta a monte, facciamo in modo ce la corda di calata non passi in mezzo ai piedi ma da un lato. Quindi teniamo, con una mano, il nodo autobloccante l"altra mano deve restare libera, non bisogna assolutamente aggrapparsi alla corda.

-ra necessario che il nostro peso gravi sul discensore basta "buttare" il sedere indietro e puntare i piedi contro la parete. !n pratica bisogna letteralmente "sedersi" sull"imbrago. >e prime volte far sicuramente impressione pensare di buttarsi all"indietro senza sapere con precisione cosa succede o in che modo possa essere sorretto il nostro peso ..... ma dopo le prime titubanze vi assicuro che prendere dimistichezza con questa tecnica estremamente facile e divertente @isogna tenenre presente che per rallentare od aumentare la velocit di discesa sufficiente compiere pochi movimenti con il braccio con cui si tiene in mano l"autobloccante avvicinando ed allontanando corda, lateralmente rispetto al corpo, possiamo regolare il ritmo di discesa. !noltre, in caso necessit, sufficiente lasciare il nodo perch questo entri in funzione come freno e ci fermeremo immediatamente %%%

!l peso del corpo deve gravare sul discensore bisogna appendersi al cordino che collega il discensore con l"imbrago )quello blu nella foto*. ?ontemporaneamente, con una mano, prendiamo il nodo autobloccante permettendogli di scorrere lungo la corda. 0 qusto punto sar sufficiente allargare ed avvicinare il braccio per regolare la velocit di discesa

610 0 %iscesa 611 0 +ssicurarsi 612 0 "l discensore 613 0 2alarsi 2)+,,"-"2+8"$#' %'))' %"--"2$)5+3 .elle guide alpinistiche, vengono usate sigle o numeri per indicare la difficolt dell"itinerario o della via descritto ma cosa vogliono dire ? &ediamo nel dettaglio le difficolt nelle attivit in montagna %"--"2$)5+3 ',2.(,"$#",5"27' %"--"2$)5+3 +)&"#",5"27' %"--"2$)5+3 ,. #'>' ' *7"+22"$

%"--"2$)5+3 ',2.(,"$#",5"27' (i utilizzano le sigle ?0! per distinguere l"impegno richiesto dagli itinerari e per definire il limite tra difficolt escursionistiche ed alpinistiche 5 @ 5uristico , !tinerario su stradine, mulattiere o larghi sentieri. ! percorsi generalmente non sono lunghi, non presentano alcun problema di orientamento e non richiedono un allenamento specifico se non quello tipico della passeggiata. ' @ 'scursionisti , !tinerari su sentieri od evidenti tracce in terreno di vario genere )pascoli, detriti, pietraie...*. (ono generalmente segnalati con vernice od ometti )pietre impilate a forma piramidale che permettono di individuare il percorso anche da lontano*. 3ossono svolgersi anche in ambienti innevati ma solo lievemente inclinati. 2ichiedono l"attrezzatura descritta nella parte dedicata all"escursionismo ed una sufficiente capacit di orientamento, allenamento alla camminata anche per qualche ora. '' @ 'scursionisti 'sperti , sono intinerari generalmente segnalati ma con qualche difficolt il terreno pu' essere costituito da pendii scivolosi di erba, misti di rocce ed erba, pietraie, lievi pendii innevati o anche singoli passaggi rocciosi di facile arrampicata )uso delle mani in alcuni punti*. 3ur essendo percorsi che non necessitano di particolare attrezzatura, si possono presentare tratti attrezzati se pur poco impegnativi. 2ichiedono una discreta conoscenza dall"ambiente alpino, passo sicuro ed assenza di vertigini. >a preparazione fisica deve essere adeguata ad una giornata di cammino abbastanza continuo. ''+ @ 'scursionisti 'sperti con +ttrezzatura , &engono indicati i percorsi attrezzati )o vie ferrate*, richiedono l"uso dei dispositivi di autoassicurazione. 1orna incima alla pagina %"--"2$)5+3 +)&"#",5"27' >e valutazioni si riferiscono a condizioni montane e meteo ottimali. >e capacit e la preparazione tanto fisica quanto psicologica deve essere adeguata. %ifficolt< su roccia1 Esistono numerose scale di difficolt che indicano un percorso su roccia per semplicit viene descritta la valutazione dei passaggi secondo la scala +!00 )espressa in numeri romani*, mentre di seguito la stessa viene raffrontata con la scala francese e la scala +(0. " @ &rimo *rado 0 E" la forma pi$ semplice dell"arrampicata si devono usare frequentemente le mani per mantenere l"equilibrio e richiede una valutazione preventiva della qualit della roccia prima di apporgiarvi il piede. "" @ ,econdo *rado 0 !nizia l"arrampicata vera e propria necessario spostare un arto per volta con una corretta impostazione dei movimenti. 0ppigli )per le mani* ed appoggi )per i piedi* sono abbondanti """ @ 5erzo *rado 0 >a struttura rocciosa pi$ verticale, appigli e appoggi sono pi$ radi ma con una certa possibilit di scelta nei passaggi e nei movimenti. "> @ Cuarto *rado 0 0ppoggi ed appigli cominciano ad essere esigui richiesta una certa tecnica nel superare passaggi con strutture rocciose particolari )camini, fessure, spigoli...*.

> @ Cuinto *rado 0 >"arrampicata diventa delicata e tecnica )placche ecc.* e richiede anche forza fisica )opposizione di forze con i diversi arti*. !l passaggio deve essere esaminato preventivamente. >" @ ,esto *rado 0 .ecessita di allenamento speciale e continuo per sviluppare pi$ forza nelle braccia e nelle mani l"arrampicata pu' essere molto delicata con combinazione di movimenti ben studiati, o di forza per la presenza di strapiombi. >"" @ ,ettimo *rado 0 0ppoggi e appigli sono molto distanziati doti di equilibrio e tecniche di aderenza sono fondamentali unite ad una preparazione specifica che sviluppi molta forza anche nelle dita./a qui le difficolt aumentano sino a superare )ormai*, il N 4rado. 0 partire dal quinto ogni grado di difficolt ha un"ulteriore suddivisione inferiore ),* o superiore )L*.

5+/'))+ 2$4&+(+5">+ %'))' %"--"2$)5+3


,2+)+ ."++ ,2+)+ -(+#2',' ,2+)+ .,+

!&, !& !&L &, & &L &!, &! &!L &!!, &!! &!!L &!!!, &!!! &!!!L !N, !N !NL N, N NL N!, N!

;a ;b ;c :a :b :c =a =aL =b =bL =c =cL Ha HaL Hb HbL Hc HcL Ja JaL Jb JbL Jc JcL Ka

:.: :.= :.H :.J :.K :.59 a :.59 b :.59 c :.59 d :.55 a :.55 b :.55 c :.55 d :.5< a :.5< b :.5< c :.5< d :.56 a :.56 b :.56 c :.56 d :.5; a :.5; b :.5; c :.5; d

+rrampicata in artificiale1 -ltre alle difficolt precedentemente descritte, in arrampicata, si possono trovare difficolt valutate in arrampicata artificiale, ossia superate con l"uso di mezzi artificiali che si sfruttano per la progressione )dal semplice rinvio alle staffe*. +0 @ 7orma pi$ semplice dell"arrampicata artificiale che prevede la progressione prevalentemente in libera ma chiodi, cordini o dadi vengono utilizzati come appiglio od appoggio )la frase "tirare un rinvio" in pratica indica un passaggio in 09*. 0nche farsi tenere in trazione sulla corda o fare dei pendoli con la corda, rientrano in questa classificazione. .on sono necessarie le staffe. +1 @ ?hiodi ed altri mezzi artificiali si posizionano con relativa facilit8 il passaggio richiede poca forza ed sufficiente una staffa. +2 @ >a roccia compatta o friabile o altre conformazioni non consentono una facile posa dei mezzi artificiali. !l passaggio faticoso )spesso su placche liscie o leggeri strapiombi*. (ono necessarie < staffe ed una buona tecnica per il loro uso.

+3 @ 0lle maggiori difficolt gi descritte, si aggiunge la presenza di strapiombi molto pronunciati o tetti. (ono necessarie almeno < staffe ed una buona tecnica per il loro recupero.0ll"aumentare della precariet dei mezzi artificiali )posizionamento e recupero*, posizioni scomode da assumere e sforzo fisico, le difficolt aumentano )+4: +5 ... ecc.*. Quando in un passaggio sono indicate entrambe le difficolt )ad esempio 05 e &L*, significa che la progressione pu' avvenire sia in artificiale sia in libera. 2aratteristiche della via1 .elle guide vengono generalmente fornite insieme al grado di difficolt sono precisazioni riguardo alla lunghezza della via )dislivello*, sviluppo )quando la via non presenta uno svolgimento lineare*, continuit delle difficolt, qualit della roccia o variabilit delle condizioni del terreno nel caso di "misto" )roccia e neve*, stato della chiodatura, esposizione, possibilit di ritirata e quant"altro. >alutazione d3insieme1 E" una valutazione complessiva dell"itinerario che tiene conto delle difficolt tecniche, fisiche e psicologiche. .ella valutazione di insieme non vengono incluse in maniera specifica i fattori di rischio e di pericolo come avviene in una valutazione puramente tecnica.>0 valutazione espressa con delle sigle, ed completa dell"indicazione dei passaggi di massima difficolt - @ facile &% @ 3oco /ifficile +% @ 0bbastanza /ifficile % @ /ifficile 5% @ #olto /ifficile '% @ Estremamente /ifficile 'D @ Eccezionalmente /ifficile 1orna incima alla pagina %"--"2$)5+3 ,. #'>' ' *7"+22"$ (i considerano condizioni mediamente buone della montagna )non ottime* e del suo innevamento con indicazione della pendenza massima della via espressa in gradi.0nche per questo tipo di ascensione la difficolt espressa con le sigle precedentemente descritte )7, 3/, 0/ ecc.*. !n caso di misto )tratti di roccia che si alternano a percorsi innevati eEo ghiacciati*, vengono indicate anche le difficolt dei passaggi rocciosi.

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