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Appunti sulla fama dell'ode saffica dell'ostracon fiorentino tra i poeti latini Author(s): Luigi Alfonsi Reviewed work(s):

Source: Aegyptus, Anno 26, No. 1/2 (GENNAIO-DICEMBRE 1946), pp. 3-12 Published by: Vita e Penseiro Pubblicazioni dellUniversit Cattolica del Sacro Cuore Stable URL: http://www.jstor.org/stable/41215145 . Accessed: 17/04/2012 06:04
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Appuntisulla fama dell'ode saffica tra i poeti latini dell'ostraconfiorentino


Gi molte indagini sono state fattesull'ode famosa di Saffo contenutain un ostrakondel sec II a. C. (1). La fama di questa diffusa nell'antichit e ode veramentemagnificafu meritamente va da Orazio a Gregorio Nazianzeno (e. XIII) come ha mostrato il Cataudella e nelle scuole retorichedovette fornirecopia di imcome Ovidio stesso ci rivela nelmagini delicate ai descrittori, l'Epistola di Saffo a Faone (XV, 137 ss.) e come il Cazzaniga ha col fr.6, IV, 13, p. 124 Schepers indicato a proposito del raffronto di Alcifroneconcludendo assai bene che Sapphonis fragmentm illud apud veteres grammaticoset rhetorescelebratimifuisse constat e < sat erit huiuscemodi exempla in rhetorumscholis usitata ad primmfontem reduxisse (art. cit., pp. 41-2). Tanto pi che a parte la prima ispirazione in Omero (Odissea XVII, 208) e il passo certo notevole di Teocrito (VII, 135) pare che a Saffo in ultima istanza esse imitazionidebbano ricondursi.Natuscolastica e grammatiralmente ovvio che nella rielaborazfone ad alcunistudiin rimandiamo semplicemente (1) Per la bibliografia : Gallavotti, cui si trovianchel'indicazione degli altrilavorirelativi

St. it. di fil. cl. , 1942; Id., PoU ode saffica delVostracon fiorentino, stilla a nuovicarmi di Saffo e di Alceo, in La parola del passato , 1946; L. Massa Positano, Saffo, Napoli, 1945, pp. 120-21 e 154-5; A. Ardizdi Saffo e di Alceo, Roma 1944,pp. 7-9 nei quali zoni, / nuoviframmenti citati i lavori del Pfeiffer,del Theander, si troverannoesaurientemente dello Schubart, del Vogliano, del Krte, dello Schadewai.dt, del Setti, del Turvn, del Valgimigli (in Gazzetta del Popolo, 21 - VII - 42), del Bignone (in Giornale d'Italia, 15-V-40) e del Lavagnini. Sugli echi, oltre il Diehl, in Anth.Lyrica, Supplementum, Lipsia 1942, pp. 30-35 e 58-9, si veda Bartoletti, Saffo ed Orazio, in St. it. di fil. cl. , 1938; I. Cazzaniga, Varia, in Athenaeum, 1939, p. 42; Id., Varia graecoLombardoScienze e Lettere, vol. LXXII, latina,in RendicontiR. Istituto fase. I, p. 103 (confrontocon egloga II, 48); Q. Cataudella, Saffo, fr. 5 (4)-6 (5) Diehl, in Atene e Roma, 1940.

LUIGI ALFONSI

maticale la schiettezzae purezza della primacreazione fu persa e le parole e le immaginidiventano... comunie prive di rilievo cos come i particolari del modello appaiono nelle imitazioni spogli di quanto di specifico e di personale essi avevano (1). Tanto pi che si complicano con descrizioni di luoghi riparati dall'estivacalura,(ed anche questo di Saffo un pomeriggioestivo, cfr. Oallavotti, L'ode saffica dell9ostracon, art. cit., p. 194 .), che facile si insinuinoin quella di un sacro recesso dve fresca acqua mormoritra i rami.... Vediamo qualche sia pur affievolito eco di questa descrizione nella poesia elegiaca. In Properzio I, 2, 9-12 c' la terra ricca di fiori,c' l'antro, c' l'acqua corrente: humusformosa colores aspice caos summittat ut venianthederae spontesua melius surgat et in solis formosiusarbutus antris et seiet indociles currerelymphavias e si cfr. v. 9 sv bi Xst[AO)v illxzi rSoCke, v. 1-2 ..... vauXov ayvov.... ypisvsv oCKgq v S'Swp^Q}rpov v. 5 ttsXSsi Naturalmente diverso l' assunto di Properzio che vuoi provare come le bellezze naturalisiano migliori delle artefatte : ma l'antica tradizione pu aver esercitatala sua suggestione. in I, 20, 35 ss. la descrizione del seducente paeAltrettanto in cui ritornano saggio grata domus Nymphishmida Thyniasin, i poma e il prato irriguo: quam supra nullae pendebantdebita curae roscida desertispoma sub arboribus et circumirriguo surgebantlilia prato e si cfr.v. 2-3 V. 5 X*?tsv o&<?o; SV 5' uXtop U UffScV %Zkbtl <|/pOV
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(1) Cataudella, art cit.,p. 200.

APPUNTI SULLA FAMA DELL'ODE SAFFICA ECC.

N si trascurino i passi dell'Ila teocriteo citati dal Rothstein (1) (XIII, v. 39 ss.) : bi 3-pu'a v (topem zolli kzwxzi Tfxvtoi 7rep xuvev yeXtSvtov, ' y^ospv StavTOv *ai -XXovra <7Xiva xai XtTVY) :
bi tpvaVVY)<7V t'fJX.

Nel li libro di Properzio si tratta solo di una immaginedi fiume,il Clitumno,e delle sue acque tra il sacro bosco : ma non diremmo si trattidi imitazione sia pur lontana risonanza da dello stesso fiume notate pure da Saffo, date le caratteristiche 8 i come Plinio, p. Vili, gi commentatorihanno avuto modo di rilevare(2) : qua formosa suo ClitumnusfLuminaluco integit(II, 19, 25-6). Immagine che ritorna in Properzio pi di una volta e che potrebbe ricondursiin ultima istanza ad echi di quest'ode di Saffo la seguente: sic me solae poterunt averteresilvae vaga muscosisfluminafusa iugis (II, 19, 29-30) libeat tibi, Cynthia,mecum rorida muscosis antra tenereiugis (II, 30, 26)

per cui come dal Rothstein(3) si pu richiamareOrazio, Ep. I, 10, 6 : ego laudo rurs amoeni rivos et musco circumlitasaxa nemusque e si cfr.appunto in Saffo >; /jxpiv e F vauXov (ammesso che cos sia) e FuStop ^Q/^pov. Nel IV libro di Properzio nell'incorniciatura d'ambiente che deve dare un suggestivo rilievo di passione al dramma di Tarpea la descrizionedi un paesaggio immaginario innamoratatraditrice 1erTeil, Berlin (1) Rothstein,Die Elegien des Propertius, erklrt, 1920, p. 197,. 35. Clarendon Press,Oxford1933,p. 223 e . 25-6. of Propertius,
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LUIGI ALFONSI

di fiaba, cos come precisamente nell'ode di Saffo(1) : c' il sacro bosco, il recesso, gli alberi e le acque : lacas erat felix hederosoconditas antro arbor Is maltaqae nativisobstrepit che gi dai commentatori come il Rothstein(2) viene avvicinato a Ovidio, am. Ill, 1, 1 e ss. : Stat vetas et maltos incaedaa silva per annos, credibileest UH namen inesse loco. Fons sacer in medio spelancaqae parnicependens e si ricordino1'vauXov, yvov,yptevaXso e proprio per il verbo usato da Properzio si cfr.anche Orazio, Epod. II, 27-8 in un passo che il Gallavotti (3) ha addotto appunto come eco da Saffo: maanabas obstrepant frondesqaelymphis levis somnosqaod invitet in pi la conclusione dei versi Silvani ramosa domas proprio chiaal finale di Saffo dove la dea direttamente corrispondente bordato forse in mata, e alla concezione del luogo come temevo; giro da una siepe di rose (cfr. v. 7 e 8 in cui Tazio vuoi recingere la fonte vallo acerno). in Properzio - sia pure ispirato dalla Altro passo interessante : in 81 realt stessa IV, 7, Ramosis Anio qua pomiferincubai arvis (4) hanno richiamatoproprio i versi oraper cui i commentatori 13: ziani, I, 7, et praeceps Anio ac Tibami lacas et uda mobilibuspomaria rivis
(1) Massa Positano, op. cit., pp. 154-5 sul paesaggio colorato di sogno e di fantasia. congetturadel Markland. per che frondes per /0/ztes
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che il luogo stesso r/Y.> pp. 364-5, n. 81-2. Non si esclude naturalmente le immagini. poetiche suggerisse

APPUNTI SULLA FAMA DELL'ODE

SAFFICA ECC.

che sempre il Galla votti (1) ha avvicinato alla nostra ode saffica e cos Ovidio, am. Ill, 6, 45 ss.: te praetereo,qui per cava saxa volutans Tiburis Argei pomferaarva rigas e si cfr.v. 5
v S' 'j'Scop l/jyoovKS^Sst S utSouv

Infinequalche sia pur leggera e lontana suggestione , semin Properzio, in IV, 9, 24 e ss. in cui pure c' un sacro bosco pre ed un recesso, e larghe frondeed ombre,per descrivereun luogo sacro: lucus ab umbroso fecerat orbe nemus femineaeloca clausa deae fontesquepiandos Populus et longis ornabatfrondibusaedem multaquecantantesumbra tegbataves e si veda appunto nel greco ^otsv-jAsv e svauXov X<ro; (2) iyvov e wai; y?o<;* e uScop ^^pov ^ elementicostanti della tradizionedescrittivasono sempre gli stessi e, ripetiamo, risalenti forse a Saffo nella lunga elaborazione retorico-scolastica(3). A questa stessa tradizione crediamo possa essere ricondotto : cos in I, 3 qualche passo di Tibullo, seppure meno significativo
(1) Gallavotti, Postilla ecc. (art. cit.), p. 120. tanto pi qui con il confrontodi un culto e di un rito,a intenderev<xunel senso appunto di recesso sacro proprio Xov,magari come ]sv auXov, degli dei: cfr. anche Gallavotti, Postilla ecc. (art. cit.), p. 121, . 1. E per il richiamoagli uccelli,come motivo di tali descrizioni si veda pure Orazio, Epod. II, 26. retta di Saffo ricordando analogamente come Catullo pur studioso ed imitatoredegli alessandriniabbia "poi parafrasatoliberamente la famosa vetouocKTjvo ode cpou ... di Saffo. Di Saffo poi diffusasianche nella tradizione ellenisticae dei suoi carmi rielaborati, fanno fede,anche a nostro avviso, i versi di Valerio Edituo dicere cum conor ecc. (Cfr.anche Q. Pascoli, Lyra romana, Livorno 19293,p. 19, n. 4).
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61-2 una descrizione delle naturalibellezze che allietano l'Elisio degli amanti: .... totosqueper agros terra benigna rosis odoratis floret e si cfr.in Saffo il luogo tutto ombrato di rose : v. 6 SpSoiciS /poc
Z<7V.OL<7Z' T5a*X ./.. v.SreTbv, zi X* vy)to', / [jWv/, TTvoiaiv

cos come in II, 3, 72 Venere che compare dolce a largire gioie in una valle ombrosa praebebataperte mitis in umbrosagaudia valle Venus che ricordaproprio la nostra ode in cui pure Venere da nei calici dolcementeil nettarecon le gioie :
abtatet v/ 1 [[.sj/.S/fAsvov

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Mentre assolutamentegenerici mi paiono i versi iniziali della 5a elegia del IH libro di Ligdamo, in cui si parla di fonte e di : sacre acque e di purpurea primavera manat quae fontibusunda mine autem sacris baiarum maximalymphis humus (1 ss.) cum se purpureovere remittit tanto pi se si accetta la congetturadel Vogliano, v. 9-10:
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Altrettanto, pure in situazione del tutto diversa, giacch s tratta di acque di gelide bufere invernali (seguendo la lezione degli Excerptaparisina), mentreil poeta riposa nel tiepido giaciglio in compagnia della sua donna :

APPUNTI SULLA FAMA DELL'ODE

SAFFICA ECC.

secarum somnos imbreiuvantesequi (1) (I, 1, 48)


e cfr. v bfubo}Q ^OpovAzkizi S uaSwv [aXiav .... atS'uao'oj/.sviov o cpuX^cov xwaa xTsppov

e nella stessa elegia I del I libro, sia pure mista al motivo collaterale dell'estiva calura, l'aspirazione a ripararsi all'ombra presso un ruscello: .... sub umbra arboris ad rivos praetereuntis aquae Anche nelle Bucoliche virgiliane stata segnalata qualche risonanza di quest'ode di Saffo: qualche altra forse speriamo di poter addurre noi, sempre tenendo presente i tramitiindirettidi scuola per cui tali influenzepossono essersi determinate. Nella I egloga a prescinderedai poma pendentiin arbore e dodici giorni all'anno (2), ci sono i fiumie dagli altara fumanti i sacri fonti,e la fresca ombra e il sonno al dolce sussurro: .... hie interflumina nota et fontissacros frigs captabis opacum e susurro (I, 51 e ss.). suadebit inir saepe levi somnum nella V egloga (40 ss.) c' immagine della terra Altrettanto fioritae delle fontiombrose: spargile humum fonfoliis, indurite
<p6X*X<ov tibus umbras e cfr. 'Scop / .| ^Qypov,e xt^ixjaop-vcov il carattere definendosi <><7' e versi e dopo, poi pochi ttdcTsppov del carmen del poeta, lo si equipara a sopor fessis in gr amine e a

per aestum / dulcs aquae saliente sitim restinguererivo con la solita aggiunta dell'elementodescrittivodell'estate.

Wien. 1930, p. 121 che contro la (1) Cfr. Schuster, Tibullstudien, lezione accettatada noi. Su Tibullo si ricordi ancora I, 3, 61 fert cosiam non culta seges dell'elegia sopra citata,in versi proprio contigui a quelli ' vecon fr.55 D v. 2 [cpovilj ricordatie confrontati, ]1 kx/ixt^otvo /.e^vuTO. () Fer lo stesso si ricordiurazio, /.in, i, /-: vems ora muuo richiamato fumai odorecomunemente dagli studiosi dell'ode per confronto di Saffo.

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invocazione ai muscosi fontes et Assolutamentelontana 1* somno molliorherba di egL VII, 45 : mentredi alquanto interesse nell'egloga IX, 19-20 la ripresa del motivo della V (v. 40 ss.). herbis .... quis humum florentbus ? vridi umbra et aut inducer et sparger fontes e pi ancora, pi avanti nella stessa egloga, il suggestivo canto di Meri: varios hic flumina circum hic ver purpureum, humus fundit flores, hic candida populus antro .... imminet Va bene che questi versi sono ispirati al celeberrimoidillio teocriteo(XI, 42 ss.) in cui c' proprio l'espressione ^u^pv^WP (v. 47) ma, le immaginidella primavera e dei fiori attorno alle acque, questa solo arte di Virgilio e di Saffo:
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Mentre l'immaginedell'antro pure in Teocrito con connessa l'idea del trascorrerela notte: Stov v TcovTpwi tv v6xtx iix^zlc(ib., 44). zap' fAtv Ultima e suggestiva visione delle attrattivecampestrifissata si direbbe in una poeticissima tipologia tradizionale in egloga e V iXio; : X, 42-3 con 1'tfSop 0ypov,col >x[/.wv hic gelidi fontes,hic molila prata, Lycori hic nemus sar anche cogliere quaiche eco nel VI libro delInteressante Enide, l dove si parla dei beati prati degli Elisii : devenerelocos laetos et amoena virecta nemorum fortunatorum sedesque beatas (638-9) lacis habitamusopacis toros et riparumque prata recentiarivis incolimus(673-4) e pi espressivi ancora, perch vi compaiono e valle appartata e bosco (z><7o)e il fiumeLete stesso (*t5a), sono i versi '{svaiAov) 703 e ss. :

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.... in valle reduca seclustn nemus et virgulta sonantia silvae Letkaeumqae domos placidas qui praenatat amnem (1).

da qualsiasi richiamofilosfico Prescindiamonaturalmente (2) in evidenza il persistere pi vasto,teniamo solo a mettere quanto si voglia assottigliato di una ode celeberrima,le cui immagini maliose e suggestive divennerooggetto di elaborazione scolastica ed inconsapevolmente (forse) risorseroin novelli doni di poesia. Oltre quelli gi segnati forse possono avere qualche valore oraziani: nell'ode I, 5 in cui il puer gracias alcuni riferimenti presso Pirra (3) grato sub antro c' il ricordo delle rappresentato dalmolte rose multa ... in rosa ma assolutamenteindipendente ispirazione di Saffo: come pure con essa non certo collegato il gelidum nemus delle Muse in I, 1, 30: mentrea proposito di questa immagineforse ha pi valore il passo di IV, 3 dove precisamenteil ricordo delle acque che lambisconoTivoli e delle spesse connesso con la menzione chiome delle boscaglie strettamente del carme eolico, mostrandociforse in Orazio un voluto ricongiungersi ai temi di quella poesia (4). sed quae Tibur aquae fertilepraefluunt comae et spissae nemorum nobilem(v. 10 e ss.). Aeolio carmine fingent
(1) E si confrontilonga oblivia potant. t. ancora, Norden, Fublius Vergilius Maro, Aeneis Buch VI, Leipzig-Berlin 1926*,p. 295 in cui si richiamanoi precedentilirici e la theologische Poesie , p. 296 e 305 dove a proposito di in valle reduca si ricorda Orazio, Epod. Il, 11 gi con Saffo. Si dal Gallavotti, Postilla ecc, p. 120 citato per raffronto ricordino inoltresempre in questa sezione 887 aeris in campis latis concon gli -j AE'.fAuSva; frontati ,; (reXiqvY);, 28, plutarchei(. - tolemaico, 943C-945D). Il Lavagnini, Ancorasull'ode di Saffo dell'ostrakon in Annali R. Scuola Normale Superiore di Pisa 1942, ricorda il noto fr.129 di Pindaro sul terrestre paradiso dinnanzialla citt dei beati,entro Ed anche simili prati nel culto eleusinio rose. di fiammanti vestiti prati Ranae, vv. 448-9 (cf. p. 14 e n. 4). Aristofane, Enide di Virgilio,Palermo, 1924, p. 12 e ss. tomba neW
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Bari, 1941, pp. 97-101.

rilievi sul resto dell1ode: si ricordi per che Orazio ha preso lo spunto dell'ode da un epigrammasepolcrale di Callimaco.

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come ispirazionepoeII quale motivodell' vz'jov e dell' . tica si trova anche nel dialogo degli oratori IX, 6 : adice quod poetis, si modo dignumaliquod elaborare et efficerevelint,relinquenda conversanoamicorumet iucunditasurbis, deserenda cetera in nemoraet lucos, id est in solitudinem officia,iitqae ipsi dicunt, del tutto diverso qui atteggiasecedendamest. Naturalmente mentodi Tacito meglio l'interlocutoreApro parla da un punto di vista puramenteretorico,ma forse l'immagine ricondotta alla sua prima origine dipende da motivi lirici. nella Sat. II, 6 in cui Orazio mette bene in eviAltrettanto et in arcem ex urbe come ispidenza il suo distaccarsi in /nontis razione della sua poesia, ritorna con naturalezza spontanea iugis aquae fons et paullum slvae (v. 2-3) e nella stessa satira,sia pure con tono di alta passione e nostalgia, ricorrela figurazionedella campagna e del riposo che essa da: o rus, quando ego te aspiciam quandoque licebit mine veterum libris mine soninoet inertibushoris ia vitae? (Il, 6, 60 ss.) ducere sollicitae incutidaobliv che, pur mancantedel gorgogliare della fonte ripete motivianaloghi a Epod. II, ma con in pi - schiettezza della poesia oraziana - un senso di stanchezzaamara per la travagliosavita ed un pensoso anelare di quiete che viceversa nell'ode di Saffo mancano assolutamentenell'illusione fiabesca. Anche da questi esempi oraziani,come dagli altri,risulta che i singoli poeti - appunto perch grandi poeti e creatori - attingendonei pi diversi modi il sug se vogliamo la suggestione di Saffo- l'hanno per gerimento, liberamente rivissutacon la massima liberte secondo le pi vere e profondeispirazioni dei loro animi.
Luigi Alfonsi

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