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A.M.

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Dott. Andrea Mandarino

UNO SGUARDO DINSIEME SULLA DINAMICA
FLUVIALE, SUGLI INTERVENTI ANTROPICI E SULLA
GESTIONE DEI CORSI DACQUA

Alcuni appunti


IL FUTURO ADESSO - CONOSCERE IL TERRITORIO ATTRAVERSO
LE AREE PROTETTE. Percorso di formazione 2014
Parco Fluviale del Po e dellOrba; Associazione Pro Natura - sezione di Alessandria



IL CONCETTO DI BACINO
Bacino idrografico: la porzione di superficie terrestre delimitata da una linea spartiacque (displuvio),
che drena le acque delle precipitazioni meteoriche, convogliandole in corsi dacqua, organizzati in
una trama di aste confluenti (reticolo idrografico), che convergono tutti in uno stesso fiume, in un
lago, o nel mare.
Il bacino pu e deve essere considerato lunit fisiografica fondamentale per lo studio e la
comprensione delle propriet ecologiche dei corpi idrici fluviali.
E un geosistema elementare, cio ununit dinamica con organizzazione geografica propria.
Diverso dal bacino idrografico risulta essere il bacino idrogeologico, che a differenza del primo,
raccoglie le acque nel sottosuolo; i loro limiti possono coincidere ma possono essere anche molto
diversi per forma e dimensione.

Il pi ampio bacino italiano quello del Fiume Po, che con unestensione di circa 74000 km2 (dei
quali 4000 ricadono in Svizzera e in Francia), ricopre il 24% del territorio nazionale.

Principali elementi di un bacino:
1. Topografici (superficie, forma, lunghezza, altezze, pendenza media)
2. Fisici (costituzione delle rocce, natura ed uso del suolo, precipitazioni)
3. Biologici (copertura vegetale)

Un bacino idrografico costituito da:
Linea spartiacque; Versanti; Reticolo idrografico; Fondovalle; Sezione di chiusura.
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CORSI DACQUA
Corso dacqua: una massa dacqua che scorre (pi o meno incanalata) da una posizione
topograficamente pi elevata ad una pi bassa entro sponde naturali (o artificiali).
Ex art. 74 D.Lgs 152/06: qualsiasi corpo idrico che fluisca o scorra.

Corso dacqua =NASTRO TRASPORTATORE
Erosione, trasporto e deposito sono (in generale) i processi che caratterizzano la dinamica fluviale
ed attraverso i quali i corsi dacqua svolgono la loro azione morfogenetica, ovvero modellano la
superficie topografica.
Le condizioni di un corso dacqua dipendono dallenergia in gioco; erosione e sedimentazione
tendono allequilibrio.
Un alveo fluviale, cos come espresso da Rinaldi e Rodolfi (1996), pu essere definito stabile
quando la forma e le dimensioni non variano significativamente, in una scala temporale
dellordine dei 10-100 anni. Questo non significa che debba essere immobile, ma che migrando
nella piana inondabile debba mantenere mediamente invariata la propria sezione, ovvero mantenere
costanti nel tempo i valori medi dei parametri geometrici (Gisotti e Zarlenga, 2004).
La differenza tra i cambiamenti che portano a definire la stabilit e quelli che invece indicano una
situazione di instabilit ricade nel fatto che i primi sono connessi a fattori locali e sono limitati nello
spazio e nel tempo, mentre i secondi vedono le loro cause in un generale disequilibrio tra portate
solide e capacit di trasporto esistente a scala di alveo o di sistema (Rinaldi e Rodolfi, 1996).

I tre tratti di un corso dacqua ideale
- tratto montano con alveo non molto ampio, con forti pendenze, velocit elevate della
corrente e conseguente facilit di spostamento per rotolamento e trascinamento di materiali
di grandi dimensioni;
- tratto intermedio, inciso nella conoide di deiezione (alluvionale), costituitosi per deposito
del materiale pi grossolano trasportato dalla corrente fluviale;
- tratto di pianura, nel quale lalveo normale inciso nelle antiche alluvioni pi sottili.



Alcune definizioni (ex PAI)
Alveo inciso o alveo attivo. Porzione della regione fluviale associata a un corso d'acqua compresa
tra le sponde dello stesso, sede normalmente del deflusso di portate inferiori alle piene pi gravose.
In conformit alla circolare n. 780 del 28.2.1907 del Ministero LL.PP., il limite dell'alveo
appartenente al demanio pubblico ai sensi dell'art. 822 del Codice Civile viene determinato in base
al livello corrispondente alla portata di piena ordinaria.
Piena ordinaria. Livello o portata di piena in una sezione di un corso d'acqua che, rispetto alla serie
storica dei massimi livelli o delle massime portate annuali verificatisi nella stessa sezione,
uguagliata o superata nel 75% dei casi (da "Memorie e studi idrografici", Ministero LL.PP.,
Consiglio Superiore LL.PP., Servizio Idrografico, 1928).
Regione fluviale. Porzione del territorio comprendente un corso d'acqua e le aree confinanti sede dei
fenomeni morfologici, idraulici e naturalistico-ambientali connessi al regime idrologico del corso
d'acqua stesso.
Golena o area golenale. Porzione di territorio compresa tra l'alveo inciso del corso d'acqua e gli
argini
Argine. Opera di difesa dallesondazione
Difesa spondale. Opera di difesa dallerosione (primate, massicciate)

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PIENA =evento durante il quale si ha un sensibile e relativamente rapido aumento della portata che
attraversa la sezione di un corso dacqua seguito da una diminuzione, di solito pi lenta, che riporta
allincirca alle condizioni precedenti.
Tempo di ritorno Indica la probabilit che, in un determinato anno, avvenga una piena con una
certa portata (ed eventualmente una inondazione di un dato livello).
Per esempio: una piena di x m3/s ha un tempo di ritorno di circa 10 anni; ci significa che, in un
qualunque anno, la probabilit che una piena di questa portata si verifichi del 10% (cio 1 su 10).

LA NORMATIVA DI SETTORE (BREVE CENNO)


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Competenze AdB:
programmazione, pianificazione e attuazione degli interventi destinati a realizzare finalit di
difesa del suolo, risanamento delle acque, fruizione e gestione del patrimonio idrico e per gli usi
di razionale sviluppo economico e sociale e per la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi.
LAutorit di bacino lunico soggetto istituzionale esistente che opera a livello territoriale di
bacino, a cui sono state attribuite funzioni e competenze sovraordinate rispetto ai confini
amministrativi in cui un territorio pu essere suddiviso.
Il D.Lgs 152/06 abroga la L.183/89; le Autorit di Bacino sono soppresse e sostituite dalle Autorit
di Distretto.
Lunitariet del bacino idrografico costituisce il fondamento della difesa del suolo perch
giustamente stabilisce la prevalenza dei limiti geomorfologici ed idrogeologici su quelli
amministrativi. Si tratta di una prevalenza essenziale per una adeguata pianificazione e gestione
di bacino, soprattutto perch solo in questo modo si supera la tradizionale tendenza a scaricare
a valle ogni problema. (E. Mariotti, M. Iannantuoni,2011 tratto da una sentenza della Corte
Costituzionale)
Piano di bacino
Art. 17 L.183/89 Il piano di bacino ha valore di piano territoriale di settore ed lo strumento
conoscitivo, normativo e tecnico-operativo mediante il quale sono pianificate e programmate le
azioni e le norme d'uso finalizzate alla conservazione, alla difesa e alla valorizzazione del suolo e
la corretta utilizzazione della acque, sulla base delle caratteristiche fisiche ed ambientali del
territorio interessato.
- un piano di sviluppo sostenibile
- uno strumento tecnico-normativo che orienta le politiche di pianificazione territoriale
- destinato a tutti i soggetti (pubblici e privati)
- Definisce gli interventi da realizzare, caratterizza il territorio, impone vincoli, , sempre
operando in unottica di gestione integrata dellintero bacino idrografico.
- un piano sovraordinato: ex art. 17 commi 5 e 6 della L.183/89, tutti gli strumenti di
pianificazione (PTP, PRGC, ) devono essere adeguati alle disposizioni dettate dal Piano
I piani di bacino idrografico possono essere redatti ed approvati anche per sottobacini o per stralci
relativi a settori funzionali.

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LE MODIFICHE ANTROPICHE DELLA DINAMICA FLUVIALE
Luomo intervenuto pesantemente sul territorio, andando inevitabilmente ad interferire con
levoluzione e la dinamica dei sistemi fluviali.
Interventi: in alveo inciso, nella regione fluviale, nel bacino (in generale).
Perch?
- ottenere maggiori superfici sfruttabili (agricoltura, urbanizzazione sia industriale che
residenziale)
- ottenere materiale litoide
- ridurre il rischio idraulico e geomorfologico ()
(cause strettamente connesse, e spesso discutibili)
Conseguenze: Le distruzioni degli ambienti naturali fluviali, operate dagli interventi umani
pubblici e privati, aggravano anche le piene e le magre. (Tratto da I fiumi italiani e le calamit
artificiali, Ente Riserva Naturale Garzaia di Valenza e di Bosco Marengo, 1988)





Si rimanda ai documenti allegati:
1) Mandarino A. (2013). La valutazione della qualit morfologica dei corsi dacqua. Applicazione
dellIndice di Qualit Morfologica (IQM) al Torrente Orba (confine regionale confluenza T.
Stura). Collana informativa tecnico-scientifica Quaderno n. 22. ARPA Piemonte, Torino.
(ESTRATTO)
2) Rinaldi M., Surian N., Comiti F., Bussettini M. (2011). Manuale tecnico operativo per la
valutazione ed il monitoraggio dello stato morfologico dei corsi dacqua Versione 1, Istituto
Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, Roma. (ESTRATTO)

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Per ulteriori approfondimenti:
Autorit di Bacino del Fiume Po (2009). Il territorio del fiume Po. Levoluzione della
pianificazione, lo stato delle risorse e gli scenari di riferimento. Edizioni Diabasis, Reggio Emilia.
Biancotti A. (1994). Corso di geografia fisica - vol. 2. Nuove Edizioni del Giglio, Genova.
Cannata G. (1990). I fiumi della terra e del tempo. Franco Angeli, Milano.
Castiglioni G.B. (1989). Geomorfologia. Seconda edizione, UTET, Torino.
Colombo A., Filippi F. (2008). La conoscenza delle forme e dei processi fluviali per la gestione
dellassetto morfologico del fiume Po. Biologia Ambientale, 24 (1): 331-348, 2010. Atti del XVIII
congresso S.It.E., Parma 1-3 settembre 2008, sessione speciale Aggiornamento delle conoscenze
sul bacino idrografico Padano.
Ercolini M. (2006). Fiume, paesaggio, difesa del suolo: dal paesaggio altro al paesaggio
terzo. Riflessioni, indirizzi, criteri guida. Atti del convegno internazionale Fiume, paesaggio e
difesa del suolo. Superare le emergenze, cogliere le opportunit. Firenze, maggio 2006. Firenze
University Press, 2007.
Fenoglio S., Bo T. (2009). Lineamenti di ecologia fluviale, Citt Studi edizioni, Novara.
Ghetti P.F. (1993). Manuale per la difesa dei fiumi. Edizioni Fondazione Giovanni Agnelli, Torino.
Gisotti G., Zarlenga F. (2004). Geologia ambientale Principi e metodi. D. Flaccovio editore,
Palermo.
Mandarino A. (2013). La valutazione della qualit morfologica dei corsi dacqua. Applicazione
dellIndice di Qualit Morfologica (IQM) al Torrente Orba (confine regionale confluenza T.
Stura). Collana informativa tecnico-scientifica Quaderno n. 22. ARPA Piemonte, Torino.
Marchetti M. (2000). Geomorfologia fluviale. Pitagora ed., Bologna.
Parco fluviale del Po e dellOrba (1988). I fiumi italiani e le calamit artificiali. Tipografia
Dominioni, Como.
Rinaldi M. (2006). La prospettiva geomorfologica e le applicazioni nella gestione degli alvei
fluviali. Atti Giornate di Studio: Nuovi approcci per la comprensione dei processi fluviali e la
gestione dei sedimenti. Applicazioni nel bacino del Magra. Sarzana, 24-25 Ottobre 2006, Autorit
di Bacino del Fiume Magra, 39-58.
Sansoni G. (1995). Idee per la difesa dai fiumi e dei fiumi. Tipografia G.F. Press, Pistoia.


La presente dispensa costituisce materiale non divulgabile, esclusivamente da utilizzarsi nellambito del corso di cui
alla prima pagina. Gli allegati sono stralci di materiale gi pubblicato.

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