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PROVO,
UTAH
LA PITTURA
LA MINIATURA
NELLA LOMBARDIA
DAI PI ANTICHI MONUMENTI ALLA MET DEL QUATTROCENTO
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FRONTESPIZIO DELLA BIBBIA DI NICCOL
l'ouscA, FtttiikA k
III
d'ESTE
Ulrico Hoepli
Editotii, Milatco
MiyiATVKA j.ombarda
613
y ^
f7
7/
Pietro Toesca
LA PITTURA E LA MINIATURA
NELLA LOMBARDIA
DAI PI ANTICHI MONUMENTI ALLA MET DEL QUATTROCENTO
CON 481 INCISIONI E 35 TAVOLE
Ulrico Hoepli
EDITORE libraio DELLA REAL CASA
MILANO
1912
PROPRIET LETTERARIA
TIPOGRAFIA SOCIALE
5.
AD ADOLFO VENTURI
CON PROFONDO AFFETTO
Milano
ho ricercato
regione,
i
e le terre vicine
i
formano
il
monumenti
Miniatura
vasta
nel corso
dei secoli, e
Per
il
periodo
pii antico,
il
nome
di
Lomle
ri-
bardia, la scarsezza
stessa dei
monumenti
consigli di
rivolgere
il
cerche a
un
pili
ampio
Milano era
centro
i
mag-
mare
ligure
variabili
termini vennero indicati dal vario estendersi delle forme artistiche imperanti nella regione eh' nucleo del territorio esplorato.
gi state
ri-
tratto,
le
vicende dell'Arte.
studio
non
si attende ch'io
il
mio proposito.
la conoscenza
per
Miniatura lombarda.
E
la
ho fiducia che
risultati delle
mie
per
comprensione delle
pili
INDICE GENERALE
Gap.
I,
pi antichi
monumenti.
Memorie
venna,
mosaici di
S.
pag.
Gap. il
Secoli oscuri.
Vicende della tecnica della Pittura sino al secolo X. Giovanni di Mnster, della grotta di S. Nazaro a Verona, di
di Givate
Gli allreschi
S.
Renedetto
pag.
monte
29
Gap.
III.
Monumenti
da Intimiano nella chiesa di S. Vincenzo di Galliano. S. Fedelino a Novale, e nella basilica ambrosiana. pi recenti dipinti della chiesa di Galliano, e altri avanzi di inferiori opere
Affreschi nell'oratorio di
41
pittoriche
pag.
Gap. IV.
La Miniatura
X
dal sec.
al Xll.
al XII.
- I
La Miniatura
miniati nella Lombardia: mss. bobbiesi; mss. liturgici ambrosiani; mss. vari. Le bibbie atlantiche. I mosaici dei
in Italia dal secolo
Manoscritti
Pavimenti
istoriati di chiese
lombarde
pag.
69
Gap. V.
Svolgersi dello
Monumenti
il
stile fra
sec.
in S. Michele di Oleggio, in
XI e il XII: avanzi di affreschi in S. Giorgio di Gonio, S. Carlo di Prugiasco. Gli affreschi della chiesa di L'influenza bizantina sulla Pittura nella LomGivate.
il
ambrosiana
INDICE GENERALE
Q^p yi
Persistere e svolgersi dello stile bizantineggiante affreschi vari; rispondenze con la Saltuaria influenza dello stile gotico affreschi vari. Pittura dell'Italia centrale. Gli affreschi del castello Manoscritti miniati di probabile origine lombarda. P^g- 135 di Angera
Gap. vii.
La Pittura
e la
Svolgersi di forme Ultime derivazioni dello stile bizantineggiante: affreschi vari. Inffussi dell'Arte toscana. S.Pietro. Castel nuove: affreschi di Como, Lodi, Varese, Manoscritti miniati Relazioni con l'Arte oltramontana: affreschi del Piemonte. pag. 171 lombarda origine di sicura e di probabile
Gap. Vili.
La Pittura
nella seconda
met
del Trecento.
:
affreschi vari. I dipinti Influenza dell'Arte giottesca nella prima met del Trecento Giovanni da Milano. II problema delle del tiburio della chiesa di Viboldone. Gli affreschi di Solaro, Viboldone, Bellinzona, ecc. sue origini artistiche. Svolgersi originale della Pittura raffronti con le opere di Giovanni da Milano.
lombarda
gli
Rapporti con
la
pag. 206
Gap. IX.
La Miniatura
nella seconda
met
del Trecento
Suoi rap-
Anovelo da Inibonate
Il " Tanumerosissimi anonimi miniatori lombardi. cuinum sanitatis . Raffronti cogli aifreschi di Franco e Filippolo de Veris. RoRaffronti manzi cavallereschi miniati. Svolgersi della illustrazione dei romanzi. gli affreschi di S. Maria dipinti vari tra le miniature e gli affreschi lombardi di Lodi pag. 275 Francesco di S. di Cremona, del duomo in Selva di Locamo,
Gap. X.
L'
Ouvraige de Lombardie
La Pittura
loro dominio Miniatura lombarda degli ultimi decenni del Trecento L' " ouvraige nell'Italia Superiore. Relazioni loro con l'Arte franco-fiamminga. de Lombardie . I miniatori lombardi e le " Trs riches Heures del duca pag. 407 di Berry
e
:
Gap. XI.
Arte e
artisti a
La Pittura
Milano fra il sec. XIV e il XV. Il duomo. La Scultura: tramutarsi del suo stile. Rapporti fra gli scultori e i pittori. Pittori lombardi del principio Relazioni del Quattrocento. Michelino da Besozzo. Disegni di artisti lombardi.
fra la Pittura
lombarda
pag. 429
Gap. XII.
La Pittura
nella
prima met
del Quattrocento.
figurata.
artistica.
Borromeo
discendenti di Michelino da Besozzo. Gli Zavattari. Loro origine Affreschi rurali pag. 469 di Milano.
INDICE GENERALE
XI
Gap. XIII.
La Miniatura
la Pittura. bibl.
nella prima
vari.
met
del Quattrocento.
II miniatore miniatore dell'ufiziolo di Filippo Maria Visconti. Sua influenza. Dissolversi della vecchia maniera nella seconda met del Quattrocento. Manoscritti vari pag. 517
Manoscritti
Tarocchi miniati.
ms.
it.
131 della
Il
Gap. XIV.
Vecchi Quattrocento.
inizi della
Persistere della vecchia maniera oltre la met del Quattrocento. Cristoforo de' Moretti. Dipinti e maestri vari. Primi seguaci dello stile del Rinascimento. Donato de' Bardi. Influenze della Pittura padovana. Paolo da Brescia. Benedetto
pag. 554
pag. 581
583
591
595
Errata- Corrige
,,
597
Fig.
1.
Milano,
S.
Aquilino
PI ANTICHI
MONUMENTI
Memorie
mosaici di
1'
S.
Aquilino
venna.
Nel
pomerio
di
si
stendeva un'area
col pietosala
il
il
tradizione chiam horliis Philippi, risuonava delle acclamazioni dei credenti che libavano sulle
tombe
dei
martiri, forse
decorate di cancelli
marmorei
'
e di
titilli
^.
F.
Swio,
.sa;i/i
1906,
pag. 121
e seguenti).
^ "
in vesperani bibunt
cfr.
Haec vota ad Deuni pervenire iudicant qui calices ad sepulchra martyruni deferunt atque illic S. Ambuogio (Palr. lai., XVH, 62). L'antica usanza fu proibita da -S. Ambrogio:
:
AudusTiNi Confessiones (Patr. Za/., XXXU, 719). Alla fine del IV sec.i vecchi cristiani milanesi ricordavano ancora di aver veduto il titolo dei SS. Gervasio e Protasio G. B. De Hossi, Dei sepolcreti cristiani (Bull, di Arch. crisi., H, 1864, pag. 29 e segg.).
:
le
mura
:
della citt
romana,
si
giun-
una
verso
vi era
il
cadavere, recavano
diverse
pitture.
In
una
in
^;
delle
tombe non
terza,
marmo; ma
altra, si
segni e
gli
in
una
il
il
monogramma
pitture'',
pavoni,
stelle,
mistico gallo,
Redentore
con certezza
dubbia per
i
l'et
lo
stile;
ma
la
a decorare
ci
sepolcri.
monumenti
superiore
*.
della Pittura
il
primo
diffondersi della
nuova fede
nell' Italia
Quando Milano
che
di
al
poeta gallico
^,
emula
Roma
parte-
dalle Gallie
all' II-
dei
per opera di
Ambrogio, anche
l'
Oriente,
combatt
brogio
si
supremi
sforzi del
i
paganesimo
in
Roma
intorno ad
Am-
stringevano
di
Como,
Rassano
Lodi, Savino
Sui primi cimiteri crsliani a Milano, cfr. V. Forcella, Iscrizioni crisi, in Milano. Codogno, 1897, tombe di S. Nazaro, L. Biraghi, Sopra alcuni sepolcri scoperti presso la basilica degli Apostoli, Milano, 1845; G. B. De Rossi, Roma soli., I, 29 e segg. 2 Ripr. da L. Biraghi (op. cit.) e da R. Garrucci (Storia dell'Arte crisi., Prato, 1873, 11, tav. 1056).
'
3 Non mi fu possibile di ritrovare nemmeno le copie che vennero tratte da quelle pitture quando furono scoperte. * Unico avanzo, a Milano e nelle regioni vicine, di pittura dell'et romana, forse del 1 sec. d. Cr., il basamento dipinto con figure di divinit conservato nel Museo Civico di Milano, importante monumento, sebbene alterato da restauri, di una tecnica raffinata nella quale non sono ancora le audacie, e le trascuratezze, della pi tarda pittura ellenistico-romana. Cfr. F. Malaguzzi- Valeri, Milano, Bergamo, 1906, 1, 13. * AusoNii Ordo nobiliuni urbiuni :
Et Mediolani mira omnia: copia rerum innumerae cultaeque domus, facunda virorum ingenia et mores laeti
C. Cipolla, Della giurisdizione metropolitica della chiesa milanese nella regione
1897, pag. 75 e segg.).
X (Ambrosiana, Milano,
PI ANTICHI
MONUMENTI
Sorgevano, nella
sacri al
citt
gli
edifci
nuovo
culto.
la
basilica
il
maior
iiitra-
luogo
Duomo.
L'hortiis
memorie
accanto a minori
e Felice, la
sacelli, vi si
basilica
che
dal
fondazioni e
nella
IV,
odierna chiesa di
al
secolo
Seguiva essa
la
due
serie di tredici
colonne
pareti
della
nelle
navata centrale
le
quali, probabilmente, si
ergevano
1
alte,
come
Roma,
sotto
lacunari del
tetto, e traforate di
ampie
finestre.
Non prima
un tempo
stiane,
del secolo
basilica
XVI
si
distici
inscritti
il
nella
ambrosiana
certamente a dilucidare
di
conte-
epigrafi crialtri
quali pur ci
tramandarono
;
edifici
di Milano, di indicare
altri.
non
il
li
avevano ricordati
li
primo
n
li
traeva,
questo
mai veduto da
Giungono pertanto a
quei
versi,
con
i
scarsissimo corredo di
prove
da legittimare
s
il
li
cir-
condano
chit
:
in
pi
valido
fra
il
documento
vecchio e
di antiil
sono inspirati
ai concetti di
comparazione
nuovo
Di alcune chiese cristiane anteriori a S. Ambrogio <N. Bull. d'Arch. crisi., 1896, pag. 163 e seLe basiliche di Milano al tempo di S. Ambrogio (Atti della R. Accad. delle Scienze di Torino, 1904, XXXIX, 888 e segg.) L. Biraghi, / tre sepolcri santambrosiani, Milano 1865. ^ G. La.ndria.ni, La basilica ambrosiana, Milano, 1889; L. Beltrami, La basilica ambrosiana {Ambrosiana, op. cit.). Secondo T. Rivoiua (Le origini dell'archit. lombarda, Milano, 1908, pag. 286) le basi ritrovate non risalgono che al tempo di Angilberto II. 3 Cfr. G. B. De Rossi, Inscript. christ., II, I, 184. Nel codice dal quale li ricav F. Juret i distici portavano l'intestazione " incipiunt disticha sancii Anjbrosii de diversis rebus quae in basilica ambrosiana
1
F. Savio,
;
guenti)
Id.,
gcripta sunt
Testamento che
scritti del
sacro dottore.
Se non dete
da Ambrogio
stesso,
com-
Che
distici
siano
stati
scritti
titilli,
commento
di
rappresentazioni
contenuto.
figurate, e
abbiano servito
di
lo
descrivono
sotto
la
Abramo, soggiungono
quoque
suscipit
Habran
Ora esplicano
riflettono
:
il
e intorno all'arca di
No,
arca
qui
Noe nostri typus est, et spiritus ales pacem populis ramo praetendit olivae.
un ordine continuato negli episodi
sacri
Se non
si
ritrova
che
essi
illustrano, ci
ricavati, o
anche
quando
gi
molte
i
^.
Una
gelo
le
:
parte di essi
si
riferisce al
vecchio Testamento,
l'altra al
Vanune
basilica
ambrosiana,
le
alle altre,
formando una
cenno nei
Fra
le
questi,
oppure
diverse opinioni intorno all'autenticit dei distici ambrosiani cfr. E. Dobbert, Das Abendder bild. Kunst (Rep. f. Kiv., 1891, pag. 180 e segg.) Id., Zur Gesch. der altciristl. Kunst (Rep. f. Kiv., 1898, 12); L. Bihaghi, Inni sinceri di S. Ambrogio, Milano, 1862; Baunaru, Hisloiie de St. Ambroise, Paris, 1872, pag. 307; R. Garrucci, op. cit., I, 461 e segg.; G. B. De Rossi, / versi atlribiiili a S. Ambrogio (Bull. d'Ardi, crisi., 1893, pag. 152 e segg.) E. Steinmann, Die Tituli und die kirclil.Wandmal., Lipsia, 1892 S. Merkle, Die ambrosianische Tiluli (Rm. Quartalschrift, 1896, pag. 185 e segg.) F. X. Kraus, Gesch. d. christl. Kunst, Freiburg i. B., 1896, l, 386. Cfr. anche L. Tuaube, De Ambrosii Tilulis (Hermes, 1892, pag. 158
'
Per
le
mahl
Clrisli in
e segg.).
Nei dipinti murali d'ogni epoca del Medioevo accade sovente di trovare quasi svanite le iscrizioni il resto della pittura conservato. Ci deriva dall'essere state, le iscrizioni, dipinte da ultimo quando l'intonaco gi disseccato non assorbiva pi il colore.
^
mentre
PI ANTICHI
MONUMENTI
secolo
S.
IV
la
basilica
di
Non
tali
ci
consentono
di
//-
ambrosiani
ricosl'ico-
truire
con sicurezza
danno
di sta-
schemi iconografici
usati in
arte
cristiana
il
^
;
tuttavia
ragionevole
i
credere che
pittori
avessero derivato
le
cli
gi
soprattutto
libri sacri.
miniare
Sono preziosa
d'
relicpiia
i
uno
a
di tali
d'
libri
iramritro-
menti
vati
una bibbia
Quedlingburg,
^.
ora
conservati a Berlino
'
Il
DoBBERT
(Rep.
f.
Kw.,
1891,
pag. 181) osserv che il distico relativo all'Ultima Cena riferisce che Giovanni
il
perch tale particolare non ha analogie con pitture anteriori al sec. Vili, concluse che i distici non possano appartenere all'epoca ambrosiana. In quella rappresentazione invece convien forse vedere
di Cristo e,
Fig.
2.
una
caratteristica
S.
iconografica locale
stesso, in
perch
2
Ambrogio
una sua
il
significato
con
gli stessi
Gescb. rf. EvangeSCHULTZE, Die Qnedlingbiirger Itala-Miniaturen Monaco, 1898; S. frammenti al i assegnare ad propende Schultze Lo lienbcher, Freiburg i. B, 1906, pag. 82 e segg.
Beissei,
secolo IV.
6
Il
che
fu
se>iita
anche
proha-
da
S.
Ambrogio;
della
e,
ai
luo}<hi
',
traduzione
lilif
Milihia fu niaj<}>iormente
all'Italia
nell'
diflusa
al
vi (jualche
che ai)parten<>ano
religiosa
il
superiore,
territorio
essi
la
cui
me-
tropoli
era Milano,
il
epoca
alla
((uale
le
sono da asse-
gnare; tra
IV e
secolo.
Possono perci,
ambrosiana.
Nei
testo
fogli miniati, divisi
ognuno
:
biblico copiosa
rapida
sono
storie
di
Saul,
;
di
Samuele, di
diluci-
iscrizioni
dano
qua
e
il
Le
scritte,
che s'intravedono
l,
intese
ad avvertire
a
il
miniatore
l'artista
di
ci ch'egli
fosse
sentare,
inducono
credere
che
non
stretto
potesse
sue composizioni
Si
(fig.
2)
*.
atteggiano vivacemente
l'et
le figure,
sono improntate
riassumere
allo stile
dif-
fuso durante
imperiale
in
tutto
il
una tecnica
chiamarsi
I
che,
per
di
le
sue audacie
nel
es])ressivi
ogni sensazione
luce
d'ombra
e,
di
distanza di movimento,
pu bene
Impressionistica;
forse,
meglio
si
direbbe: compendiaria'.
ma
Fuor
di
con
lo stile
|)lastica
documento
di ci
la
ca])sella
argentea ritrovata
nell' altare
'
A. Cbiuani, Le rfcensioni
S.
(Iti
L\X
e la uersiotie
li.
Istituto
LombardOt
1886,
BEiu^eii,
Ilistoire de la
Vulgate. Parigi,
pag.
6.
conveniente ricordare
che non abbiamo ar^^oinenti per i>tal>ilire con assoluta cerle/.za la provenienza del manoscritto. ^ Le scritte indicano niiniiziusamenle particolari che il miniatore doveva introdurre nella scena. .. K. g. dove Saul ritrova le asine, presso il monv,mestvm haliiel, si legge: ' facis inonumenlum ' Cfr. F. WicKnoFF, lite Wiener Genesis, Vienna, 1895. Fu, quella tecnica, un prodotto dell'arte romana, come il Wicjthoir s'ingegna a dimostrare, o non piuttosto dell'arte ellenistica? La seconda opinione, della quale valido sostenitore .1. Stuzvgowski iOrient oder Roni^ Lipsia, 1901), ci sembra assai pi prol>abile della prima. Anzi ci domandiamo se essa non possa trovare una nuova prova, e di grande importanza, in un passo di Petronio che sin qui non ha richiamata l'attenzione, a mio sapere. Sul principio del Sa/yricon, fra tiiolti lamenti per il degenerare delle altre arti, si dei>lora anclie la decadenza della Pittura * postquam Aegyptioruni audacia tam magnae artis conipendiariani invenit ,. Di certo, lo scrittore allude non all'arte egizia antica ma a quella <li lenipo prossitno al suo, dell'et ellenistico-romana. Nella quale soltanto la maniera illusionistica ci sembra * audace e compendiaria . come Petronio lamenta essere diventala la Pittura. L'Kgtlo era allora centro cosi attivo di arte e di cultura che non a meravigliarsi dell'allermazione di Petronio, la quale conferma le opinioni pii^ moderne della critica. Qualora l'interpretazione che proiiongo risponda al vero, sarebbe opportuno di sostituire al termine, usalo dal WickhotT, di * stile illusionislico , quello di * stile compendiario ,.
i
:
. .
PI ANTICHI
MONUMENTI
il
7
lui
chiesa
milanese di
'.
S.
Xazaro,
in
cui
rilievo
un
as])ctto
del tutto
pittorico
Sarebbe ozioso
tiva basilica
furono nella
prime
es])licazioni
monumentali
della
nuova ma-
poterono avere influenza nel susseguente svolgersi della Pittura a Milano, lungo primi secoli del Medioevo. Dei quali, non
i
soltanto
mancano
monumenti ma anche
Sapiiamo
bens,
le
significare
di Milano,
le
vicende della
avendo
egli
veduto rapbarbare
dipinto
-.
presentale in
palazzo
imperiale
])rovince
il
che
cos
che
vi
apparissero
la
romani
in atto di far
omaggio a un Barbaro
molti
Ma, ])assata
devastazione unna,
e
la citt
\'I
;
sul principio
del
furono allora
adornarono.
artistica
Il
Magno
ji-ofana,
Felice
Ennodio
'.
di Pavia,
celebrava
volentieri
nei
suoi carmi
dell'arte
coppe
cesellate, missoria,
dipinti
rifioriva
rappresentanti
in
mito di Pasife;
fede,
ma
e
servigio
di
:
della
Milano
Onorato, vedi
scovo
un tempio
j)agano
poeta
compone
l'epigrafe
dedicatoria
dell'edificio.
Un
un
certo
batti-
Armenio costruisce ad Agello forse in luogo campestre stero Ennodio canta le pitture che decorano quel luogo,
:
nelle quali
Cristo cui
gli
angioli presentano
spiranti
vita.
;
il
figliuoletto
del
e
fondatore,
le
stanno
:
martiri
quasi
Milano restaura
orna
sue chiese
il
diacono
le fregia di versi
inscrive un suo
epigramma
sotto
ognuna
delle
figure dei vescovi dipinte nell'abside della chiesa dei SS. Pietro e Paolo,
poi detta di
S.
Nazaro
H. Giuevbx, fin allchrisll. SilbcrF. UE Mely, Le cotTret de SI. Sa:aire (Momimenh Piol, 19011; Haseloff (Coilex Gerka3lea (ZeUschr. /. chrisll. K., 1899). Non ci sembrano giuslincall i ilublii mossi da .\. Irudianus, Treviri, 1901, png 49; intorno allaulenlicili'i Iella capsella ili .S. Nazaro. Oxford, 1896, III, 42. ' riferita da Siii<la: cfr. IIiimiKix, llalij ami Iter Iiwaders.
> <
M.
La notizia F Ennoui
Oliera ed.
reni|>la
Vojel. Clr. M. MniT[is, Gesch. ,1. chrisllich-laleiii. deo faciens ymnis decoruvit et auro
l'aesie,
Stutlgart.
1891.
et paries functi docmata nunc loquitur . pag. 83 e segg ). C Mbi.kel, Lepilallo .11 fnno.do Meni. deliAccvI. dei l.mcei. 1895, A quanto appare dai versi, le ligure dei Cfr i carmi di Ennodio relativi olle pitture ricordate. di caratteri Individuali forse come vescovi dipiate in S. Noiaro dovevano essere fortemente Improntate Paolo fuori le mura. poulcllci dipinti, circa il medesimo tempo, a Roma in S. 1 ritratti clipeati di
clr
rimasto delle pitture cantate da Ennodio, e di altre che orgli edifci sacri di
narono allora
fiorente
i
Milano,
vS.
ma
sono monumento
di quell'era
S.
mosaici dell'oratorio di
Lo-
renzo
11
sacello di
-,
wS.
in
origine
fu
dedicato
wS.
Genesio
nella
tonico dilfuso
gi
nel
IV
secolo anche
nell'Italia
settentrionale;
n vi
al
alla
tradizione
che lo assegna
da Galla Placidia ^
ch'era rag-
Le
che
la
pareti,
un tem])o incrostate
di
marmi,
e la cupola,
:
ornamento
non
vi
conservata
Da un
si
schiude
un
rialzo del
monogramma
la
e delle
lettere
vestito
di
davi purpurei
sua
tiene
schiuso
nella
sinistra
destra
gesto oratorio,
guardando
Grandeggia
lato del
i
apostoli,
Paolo
tutti
bian-
covestiti,
di
davi
con
pallii a
(fg.
formano intorno
un consesso solenne
' Molti problemi circoiulaiio ancora la storia della cliiesa di S. Lorenzo e degli edifici attigui: cfr. specialmente J. Komte, Die Kirche S. Lorenzo (Zeitschrift f. Bauiveseii, 1890, pag 12 e segg.) J. Strzygowski, Mschatla {Jahrb. d. pi: Kstslgn., 1904, pag. 232 e segg.). Ad essi potr venire qualche luce dagli scavi ora ini;
Doz[0,
Memorie
sul
cullo di S. Aquilino,
Milano,
1856.
Il
Kohte
{op.
cit.,
pag
22)
nega che
il
sacello abbia avuto ufficio di battistero, e crede pi probabile che fosse dapprima destinato a mausoleo: soltanto uno scavo potrebbe risolvere il dubbio. Sulla origine e difl'usione delle costruzioni poligonali, V.: J. Strzydowski, Kleinasien, Lipsia, 1903, pag. 70 e segg.
Allegranza, Spiegazioni sopra alcuni monumenti, Milano, 1757; diss. I. Latuaim, Descrizione di Milano, Milano, 1737, III, 313. La descrizione di G. Pennotto riferita dal Latuada, non concorda bene con quella lasciataci da Goffredo da Busser che pur scriveva nel XIV sec.
^
G.
S.
^ Nella ripr. data dall' Allegranza (op. cit., diss. II.) sotto i piedi del Cristo si vedono scaturire i quattro mistici fiumi ma di ci non v' traccia nel mosaico i piedi del Cristo posano sopra un soppedaneo orlato di rosso. Il mosaico restaurato in pi parti, e specialmente nelle vesti del Ciisto e nel viso di S. Paolo: l'ornato della fascia inferiore rifatto in molti luoghi a stucco dipinto. Sarebbe inutile trattenersi su alcune vecchie erronee interpretazioni cfr.: R. Garruccf, op. cit.,; F. X. Kraus, op. cit., I, 426 D. Ainalof, Mosaici del secolo IV e V, Pietroburgo, 1895, pag. 156 e segg.
;
:
PI ANTICHI
MONUMENTI
Ma non
zionali
e
deriva
la
fuori
della
quali
domineranno
])oi
l'Arte
medioevale.
Fig.
3.
Milnno,
S.
Aquilino: Cristo.
terreno
il
;
10
compatto,
schiera,
figure
reale. Collocati in
gli
il
doppia
non senza
et,
presso
di
sono vari di
di
espressione
taluno
essi
ha lineamenti cos
Fig.
4.
Milano,
S.
Aquilino: Apostoli.
compendiaria. Rari
a
contorni a segnare
le
forme
e
corpi sono
modellati rapidamente,
grandi
il
masse
di
ombre
di luci,
con forte
S.
giovine
;
apostolo
i
Pietro
ha
il
tratti
del naso,
degli occhi
non sono
l'energica e sprezzante
maniera propria
le
un
mento rotondo e saldo. Soltanto certe esagerate luci bianche, che pervadono le vesti, accennano gi al trasformarsi dello stile che avremo agio di seguire nella Pittura
guance,
il
medioevale.
PI ANTICHI
MONUMENTI
11
Il
mosaico
destra,
dell'altra
5).
absidiola
sime lacune
(fg.
nella
conca
dell'abside,
al
figurata
quale
si
seguita dal suo nato. Presso la fonte, sul terreno azzurrognolo, un giovine
guarda
le
accpie
veste
una tunicella
Nella parte
si
distinte
di
il
strie
azzurrine
del
(fg.
G) K
mediana
che
le
della
conca,
dei
caduto
d'
resto
mosaico,
non
scorgono
se-
tracce
piedi
sinistra,
Fig.
5.
- Milano,
S.
guta
da una pecora
un restauratore, traendo
di
sinistra,
vi raffigur
un
giovine giacente
da
acque
due agnelle
un pastore
alza la destra
reca al
lette
compagno che, vestito di lunga tunica, sottili nuvobraccio un vaso pastorale. Lo sfondo montuoso
parlando
al
suo
solcano
il
cielo,
'
Il
si
una
niappiila.
2
Del mosaico intieramente perduta la fascia superiore degli ornati, grande parte del mezzo le parti conservate, le lacune furono malamente riparate con stucco dipinto sovrapposte. anzich detergerle, si cerc di avvivarle con tinte
:
12
Non
vi
della
il
vita
di
Giuseppe
S.
ebreo,
;
l'annuncio
dell'angiolo
ai
il
martirio di
(enesio
iconografici
che lo ren-
Fig.
6.
Milano,
S.
dessero
tazione
pii
generica
pastorale, quale
la
Lo AiNALOF
cit.,
(op.
cit.,
il
il
Gauuucci
(op.
l'annuncio ai pastori; il Cavalcaselle (S/ori'a deZ/a Pittura, Firenze, 1886, 1, 51) il sacrificio d'Abramo il Dozio (op. cit), il De Dartein (Elude sur i Ardi, lombarde, Parigi, 1865-1882, II, 5 e segg), il Dobbeut (Rep. f. Kiv., 1898, 13 e segg.) vi vedono il martirio di S.
storia di
;
una
Giuseppe ebreo
altri
Genesio
PI ANTICHI
MONUMENTI
13
am
zione
raffigurare,
della
immagine
il
pastor bonus ^
alla stessa
Di certo,
se
mosaico appartiene
epoca e
Lo
di
non
al
medesimo mosaicista
cui
spetta
gli
E anche
sfondo
intenti
dell'Arte.
non
sotto
chiuso
cielo
da
uno
strato
di
oro,
anzi
dal
digradare
dalla
monti
un
vespertino ^
Le acque
luci
;
scaturienti
;
rupe,
le
pecore
il
giovine pastore
il
di
quiete,
cingendosi
:
capo
illusionistica
nel suo
comche
plesso, la
composizione
in
compenetrata
molte
delle
di tale
sentimento
del
agreste
miniature
Vergilio
Vaticano,
Ma
ad
se siffatti caratteri, in
li
entrambi
mosaici di
S.
Aquilino, accennano
alta antichit, e
congiungono
alla cultura
ed
non
l'et
in
cui
furono
deco-
due absidiole.
il
secolo V,
di
che
la
scena pa-
trova
parallelo
appunto
in
mosaici
di
quel
gli
tempo, a
apostoli
Roma;
e d'altra
parte, la rappresentazione
Cristo
fra
tema
sia
diffuso
evo
cristiano
pu essere comparata
secolo
sjDecialmente
con
pitture
cimiteriali
romane
il
del
IV e V,
loro
disporsi in duplice
S.
schiera
^.
Se
rilletta
dei
mosaici di
Aquilino
ed ha invece maggiore
di
quali
nel
mausoleo
al
Galla Placidia
Ravenna, appare
ragionevole
attribuirla
tempo
di questi ultimi.
E sembra
Prudenzio vide un mosaico raffigurante un pastore che conduacqua le pecore. Anche se il sacello di S. Aquilino fosse stato costrutto per mausoleo tale figurazione, che ha parallelo nel mausoleo di Galla Placidia, non sarebbe stata fuor di luogo. Cfr. G. B. De Rossi, Mosaici cristiani, Roma, 1899; G. Wilpeut, Roma sott., Roma. 1903, pag. 212 e segg. Nelle pitture cimiteriali romane sempre fra le pecore un solo pastore, ma nel mosaico del battistero lateranense, ove la scena aveva significato pi semplicemente idillico, come in S. Aquilino, vi erano fra
'
ceva
all'
gregge parecchi pastori. ^ Le nubi disposte sul cielo in fasce orizzontali si ritrovano in mosaici del secolo IV e V: rappresentate dapprima con sentimento naturalistico, quali sono nell'abside di S. Pudenziana e dei SS. Cosma e Damiano, a Roma, persistono poi, ridotte in forma del tutto convenzionale, nei mosaici medioevali romani. ' AiNALOF, op. cit., pag. 158. Per altre simili composizioni, cfr. Wilpert, op. cit., II, tav. 126, 148.2, 152, 155. 2, 177. 1. 2, 193, 225 e per il gesto oratorio del Cristo, non ancora irrigidito nella forma della benedizione, v. ibid. II, tav. 148, 2, tav. 153,
il
14
V anche
altri
lo
stile
degli
ornati,
nei
fregi
delle
monumenti
di Milano, che
non
si
possono
i
Aquilino
alla
stesso, all'incirca,
consenle
tendo in ci
con
l'antica
mosaici di
Pittura
S.
Aquilino sono
nella
il
pi antico
^.
della
cristiana
Liguria
e
S.
pi vivida
dell'
furono
la
nell'
epoca
Ambrogio, quando
nuova fede
aveva gi riportato
imagini profane,
le
ma
idee
mondo
classico
Ancora in
spirito
S.
Aquilino,
nella
i
entro la
antico,
serena
rappresentazione
nell'
:
apollineo
suoi apostoli
come
filosofo fra
discepoli
ancora
gli
ritraggono nei
modi
antichi la Realt.
S.
Aquilino
mosaici di
S.
Vittore in ciel
il
controverso se
il
sacello di
di
quella
loro ritrovamento,
E anche
dif-
ficile
piccolo edificio,
costruzioni
il
ambrosiana, non
l'absidiola,
tutta
libra
di frondi verdi-azzurre
con pomi
mosaico rappresentante Cristo fra gli apostoli fregiato nel basso con una fascia rosso cupa un ornato curvilineo composto di un nastro variopinto, con lemnisci terminati da foglie lobate. L'altro mosaico limitato da una fascia d'oltremare con fregio di cerchi d'oro campiti d'azzurro e di rosso. Tali motivi d'ornamentazione si ritrovano anche nei mosaici di Ravenna. Serbiamo il nome della regio romana per questo periodo nel quale l'influenza di Milano varc, come abbiamo osservato, anche i limiti della vastissima Liguria.
'
Il
''
"
al secolo
cfr. G. L.vndriani,
op.
cit.,
pag. 41 e segg.
T. Rivoira, op.
:
cit.,
pag.
18.
L'absidiola fu ricostruita
nel 1857!
Intorno al
ti-
Il
Biraghi, Ricognizione dei gloriosi corpi dei SS. Vittore, Mauro, ecc., pi antico ritrailo di S. Ambrogio {Ambrosiana, Milano, 1897); F. Savio, / Santi
L.
Tav.
I.
Milano,
S.
PI ANTICHI
MONUMENTI
dagli aculei
;
15
d'oro, stretta
il
di cinabro, di fiori,
di di
racemi,
di
spighe
da
una grossa
gemma
circonda
busto
:
di
un
ve-
manto azzurrino;
la
nella
nistra
ha un
aperto
inscritto
con
parola
victor,
ansata
il
^
;
dall' alto,
dicano
Il
cielo, la
mano
Vittore,
dal
la
quale
sacello
ha nome, appare
cos
glorificato
cielo,
recando
Lo
rarono
stile
S.
Aquilino.
Non una
il
sintetica rappresentazione
coloristica
delle
cose, bens
di segnare
colare, e di seguire
Il
digradare delle
tinte, nei
non dimostra un
largo di
rito
ombre
e di luci
profilato
vano
la
cupola dorata.
Quivi
com-
ombracoli
bianchi
avvivati
umani,
di
S.
uccelli.
in ugual
modo, comparabile
Aquilino,
sono pur eseguiti in altra parte quattro piccoli degli evangelisti, di monocromato, a forti luci bianche ^
Nella composizione della prima croce si pu ravvisare il monogramma 1 H Ihesus; cfr. L. Traube, Sacra, Monaco, 1907, pag. 151 e segg. Nell'asta orizzontale della seconda croce un'iscrizione che essere slata rispettata dai restauratori. L'Ainalof (op. cit pag. 163) la lesse gi abbastanza esattamente PANEGiRtAE FAVSTiNi il BiRAGHi (IUcogiiizione, op. cit., pag. 12) la decifr in modo del tutto arbitrario. " ecclesia Faustini e Essa potrebbe corrispondere, derivando la prima parola dal greco, al titolo non forse fuor di luogo il rammentare l'epigrafe inscritta nel libro del Redentore nel mosaico di S. Pudenziana ( Dominus conservalor ecclesiae pudentianae ,) per congetturare che anclie questa possa unirsi
'
:
Nomina sembra
:
al
nome
' Il
"
,.
Ma
tutto ci
noi
motivo ornamentale degli ombracoli o padiglioni ricorre anche nei pi antichi mosaici
ra-
vennati.
^
I
10.
tondi coi profili degli evangelisti recano inscritti in forma abbreviata i loro nomi: m.- mar.- lvcsimboli degli evangelisti furono rifatti interamente cfr. F. M. Rossi, Cronaca dei restauri e delle
:
al 1876.
16
Ma
laterali
si
occupano
sommo
delle pareti
ritrova lo stile
S. Vittore.
Entro
alte
gli
le
finestre \ stanno
santi,
di
fronte:
di essi
iscritto
a lato, in grandi
Il
capitali,
proprio nome.
ter-
lo
sfondo
di
azzurro uniforme, e su di
si
esso
di
qualsiasi
Le
le
vesti,
tutte sbiancate,
hanno
rigide strie
di
ombra, a segnare
pieghe
nascondono
tanto
di
ne deformano
i
proporzioni. Sol-
visi
vita,
improntati
carattere
personale
non meno
che
nella
di sile
Gervasio e Protasio,
Ambrogio
ambrosivs.
La
liturgiche,
:
informe
senza
nelle
rilievo
non ha movimento
membra
impacciate, e malamente
il
terreno
ma
Fig.
7.
meschino,
Milano,
S.
S.
Ambrogio.
essa spira tanta bont e tanta vita individuale che, con giusto entusiasmo.
' Le finestre sono senza strombatura. Una di esse decorata di un nastro variopinto, su fondo bianco, quale nel mosaico di S. Aquilino un'altra fregiata d'una ghirlanda di foglie lumeggiate d'oro sul fondo azzurro.
;
PI ANTICHI
MONUMENTI
17
fu
proclamata
il
pi
(fig.
verace
7) \
ritrailo del
Santo
Carattere vario
si
ritrova
altre
fi-
anche nei
gure,
i
visi delle
le
quali
rappresentano
alla
santi
pi
cari
antica
Chiesa milanese,
Gervasio e
(fi-
gura 8) e Materno
ma
ci
corpi
ne
siano
deformi e
senza
sone.
Il
vita,
segue
schemi
conven-
zionali.
La maniera impressio-
'
A. Ratti, op.
cit
pag. G e segg
ini-
La veste superiore comunemente creduta essere una ccisiihi o pianeta (cfr. L. Ambivuiu, La cappella di S. Vittore in
:
laccoia
milanese di Storia Geografia ed .1. Braun, Die lilurgische Gewandiing, Freiburg . B., 1907, pag. 388), e
;
sarebbe anzi nel mosaico la iii antica produzione di tale indumento; ma per
versi particolari quella veste
si
ri-
di-
difTerenzia
Damiano,
in
risvolto che
una
fibula
essa munita di un sembra trattenuto sul petto da a forma di croce ("cfr. anche A.
:
Roma
Ratti, op. cit., pag. 41 e segg.). In origine il santo doveva essere rappresentato in atto di tenere un rotulo ma il rotulo scomparso poi nei restauri subiti dal mosaico.
:
Ai
lati
della figura di
S.
Ambrogio,
GERVAsivs (giovane, imberbe, vestito di manto e di tunica chiara con davi bruni, munito di rotulo) e PROTAsivs (canuto, vestito come Gervasio e in atto forse di tenere sulla Fig. 8. Milano, S. Vittore in ciel d'oro: S Felice. sinistra, velata, una corona) Circa la difTerente et dei due santi, altra volta alTfrniati essere gemelli, cfr. A. Ratti, op. cit. Nella parete di destra rappresentalo nel mezzo il vescovo MATERNVS, con indumenti simili a quelli di S. Ambrogio. Ai suoi lati sono navor (canuto, con la palma destra dinanzi al petto, recante un libro aperto e inscritto nella sinistra) e i-elix (vestito anch'esso di tunica, di manto e con un libro aperto e inscritto). 11 Biia(;hi (Ricognizione, op. cit.) lesse in modo fanSi potrebbe osservare un leggiero tastico le iscrizioni dei due libri, decifrabili soltanto in piccola parte. variare di maniera nelle diverse figure, tra quelle pi improntate di carattere personale e altre, come sono quelle di Materno e di Protasio, miserrime nella espressione e nelle forme.
if
18
interamente
e pi
S.
Vite,
tore
Per
a un'altra tecnica
il
trascurando
forme a contorni
lineari.
tale aspetto,
mosaici di
S.
sono da asse-
di quello al quale
spettano
mosaici
di
S.
Aquilino
Tuttavia
altri
argomenti
il
del
al
nimho
secolo
il
dell'appellativo
sanctus
non permettono
di attribuirli
la
che
al
data,
confronto
stilistico
che
si
pu
e nel
^.
Come
mosaici di
S.
Aquilino hanno
di
stile
parti
pi an-
Apollinare
Nuovo
la
di
Vittore
basilica ravennate
specialmente
con
teoria
dei santi,
ugualmente manchevole,
neari e
i
il
contorni
S.
li-
mosaici di
Vittore in
ciel d'oro,
anche per
cos
la
trova
negli
ornamenti,
e,
da
potere
essere
attribuiti
ad epoca
alquanto pi precoce,
al
E come
le
le
S.
Apollinare
Nuovo
il
rispetto
S.
une
mosaici di
S.
Aqui-
un
secolo,
mutarsi
le
del contenuto
della
forma
:
dell'Arte,
dimostrano
in regioni
diverse
un rapido e progressivo
argomenti raccolti ingegnosamente da A. Ratti (op. cit pag. 17) per dimostrare clie i mosaici appartengono al sec. V e siano piuttosto anteriori che contemporanei a quelli di S. Aquilino, non sembrano sufficienti a far trascurare le ragioni dello stile. La mancanza del nimbo e dell'appellativo sanctus anche in monumenti del sec. VI. - Ci sembra tuttavia poco provata l'opinione di T. Rivoiha (op. cit., pag. 2) che al principio del S3c. V, trasferita la sede imperiale da Milano a Ravenna, le maestranze di arteflc milanesi, anch'esse (si noli) del tutto ipotetiche, lasciassero la vecchia per la nuova capitale! Confronti fra mosaici milanesi e quelli di Ravenna furono gi istituiti dall'AiNALOF (op. cit., pag. 166), il quale afferm che le figure dei mosaici di S. Vittore derivino direttamente dallo stile monumentale ravennate.
'
Gii
di S. Vittore
PI ANTICHI
MONUMENTI
vero,
19
un
prevalere delle
Di
fra
i
tali
stile
mosaici
si
di
Milano
e di in
Ravenna sono
territorio
si
svolgevano
ben
pi vasto che
superiore
nel
nel VI secolo
succedevano
forse
fu
rapidamente a
il
Roma
attivo
fattore
pi
profondo
tramutarsi
modo
di
concepire
rappresentare
le cose.
^^^K~"
'
W^*^^"**
con l'Oriente
anche pri-
ma
nisse
stasse
importanza
e dive-
tramite a Bisanzio.
^^^b
Fig. 9.
^^
'
x ^
**^
Milano,
S.
Arte ai mosaici di
S.
Vitil
Poi, la vicinanza
Gi sulla fine del IV secolo, quando S. Ambrogio si recava nella lontana Sirniio a consacrarvi e alzava i suoi rimproveri per fatti commessi sin nella Mesopolamia, influenze della cultura e delle usanze orientali irradiavano Milano (cfr. Augustini Confessiones, IX, va). Nel secolo V la sede milanese ebbe vescovo Marolo " extrenjae potator Tigridis undae ,, e altri vescovi venuti di Grecia e d'Oriente furono in altre citt dell'Italia settentrionale: cfr., per siffatte relazioni, L. Buiiier, Les colonies d'Orientaiix en Occident (Byz. Zeilschrift, 1903). Fra le Arti TArchiteltura soprattutto fu compenetrata d'influssi orientali cfr. J. Stuzygowski, A'/ei/iasien, op. cit., pag. 131 e segg. Id., Mschalla, loc. cit., pag. 232 e segg. Nella Plastica sono troppo scarsi i monumenti di sicura provenienza per giudicare s'essa abbia avuto a Milano un aspetto suo proprio gli studi recenti hanno disgregata quella serie di avori che si alfermavano lavorati da artefici milanesi: cfr. G. Stuiilfauth, Die altchristl. Elfenbeinplastik, Freiburg i. B., 1896, pag. 66 e segg. A. Haseloff, Ein altchristl. Relief (Jahrb. d. pr. Kstslgn. 1903,1); controversa l'origine delle imposte lignee della basilica ambrosiana (A. GoLDSCHMiuT, Die liirchenlir des hi. Ainbrosiiis, Strasburgo, 1902; J. Stuy(;c;o\vski, Kleinasien, op. cit., pag. 212). Alcuni sarcofagi di Milano accennano a forme distinte da quelle di sarcofagi di Roma, della Gallia, di Ravenna: un sarcofago nella chiesa di S.Ambrogio, nella cappella di S. Savina, e un altro nella chiesa di S. Maria presso S Celso. Altri sarcofagi hanno somiglianze di forme con quelli dell'Emilia e Un periodo di pi foi-te indell'Illirio: tale il sarcofago trovato a Lambrate, ora nel Museo Civico di Milano. lluenza orientale in Milano, e in tutta la Liguria, pot essere quello in cui la citt, liberata dai Goti, nel 568, fu restaurala da Narsete: c-fr. J. Kohte, Milano restaurata da Narsete (Raccolta milanese di Storia Geografa ed Arte, 1887, pag. VI) ma per quanto abbiamo osservato intorno alle precedenti influenze orientali, non crediamo necessario di ricorrere al tempo del diretto dominio bizantino (anno 555-567) per spiegare le forme stilistiche che prevalgono nei mosaici di S. Vittore e le loro relazioni coi mosaici di Ravenna. Anche l'importazione di piccoli oggetti d'arte pot favorire le influenze dello stile di regioni lontane; vedi
un vescovo
la pisside di
Bobbio e
la capsella di Brivio,
probabilmente lavori
siriaci
cfr. Pii.
Lauer, La
"
capsella
de
20
trasmigrare di
una
all'
altra citt,
Ravenna
il
Anche
Milano e
le
nella decorazione
pu trovare
traccia
delle
relazioni che
Era
Pietro, a
Como,
sotto
il
piano
dell'at-
Fig. 10.
Milano,
S.
Ambrogio
tarsia
marmorea.
tuale chiesa di
le pitture
S.
Abbondio
ambrosiana,
decorative fngevano
marmi
variopinti
marmoreo
Ravenna e della basilica Eufrasiana di Parenzo. E anche marmoree che, nello zoccolo dell'abside stessa, dovevano figurare
di candidi agnelli
di
una schiera
un mosaico
si
ritrova pur in
di Rre-
pavimento sottostante
suolo
della
Rotonda
'
Bullett.
Non mi
2
d'Ardi, cristiana, 1882, pag. 89; C. BoiTO, Arcliiteltura del Medio Euo, Milano, 1880, pag. 27. fu possibile trovar traccia di altre pitture che furono rinvenute negli scavi dell' antica basilica. F. De Dautiin, op. cit., 1, 59. L'abside attuale di S. Ambrogio generalmente ascritta al sec. VllI-IX,
sebbene la volta a botte che la precede abbia aspetto di pi remota antichit. Se quella datazione esatta, convien credere che nella ricostruzione dell'abside siano state copiate fedelmente le incrostazioni ole pitture che decoravano l'abside primitiva. Le pitture decorative furono del tutto ridipinte negli ultimi restauri,
PI ANTICHI
MONUMENTI
21
scia
(fg.
15)
10).
Dove
orientale,
poi,
nella
Liguria,
pi
direttamente
pot
irradiarsi
l arte
troviamo
pi recenti di
un documento, anche pi chiaro che nei mosaici Milano e di Ravenna, del progrediente mutarsi dello stile
delle
per l'impulso
guidato
l'Arte
dalla
deco-
Aquilino a quelli di
S.
Nella
vetusta
Albenga,
in
riva
al
mare
sta
ligure,
memorie
quando pot
l'antico
Barbari,
presso
la cattedrale
l'edifcio
opera di epoca
nei
pi
remota,
che
molti
particolari,
al
venuti
in
luce
recenti
felici restauri,
concorrono ad assegnarlo
quadrangolari
e
terno,
con
nicchioni
semicircolari
coperto
Nel mezzo del suo pavimento, variato di marmi, era incavata una vasca
ottagonale adorna, probabilmente, di un ciborio sostenuto da otto colonne;
le pareti, in
granito bigio
con un candido
sotto la cupola
di diverso colore.
;
La
si
diffondeva anche
delle
dei nicchioni.
In
una
nicchie
fronte
all'ingresso
(fg.
mosaici
11)^.
Pochi avanzi della decorazione antica restano sulla fronte del nicchione.
Quivi, sul fondo azzurro, orlato di fasce
verdi e bianche,
si
svolgevano
'
il
mosaico
e la
il
sec. V.
di Torino,
la
Mella,
Batlisteri di Agrale-Contiirbia e di
Dehio-Bezolo, Die
sec.)
kirclil.
tav. 3.
A escludere
data
sufficiente
del sec. Vili e IX, furono eseguite quando gi le finestre stesse erano state dimezzate in epoca perci di rimaneggiamento della costruzione primitiva. I restauri, compiuti da A. D'Andraoe {Relazione dell'Ufficio Reg. per la Conservazione dei Mon. del Piemonte e della Liguria, Torino, 1899, pag. 151) hanno rimesso in luce il piano primitivo, la vasca battesimale, la struttura dell'edificio, dando al battistero nuova importanza. La vera epoca della costruzione fu gi intraveduta
condo
lo
stile
da H. HoLTztNGER (Die altchrisll. Archilektur, Stoccarda, 1889, pagina 214). ' Nel pavimento della nicchia furono trovate le tracce di un cippo che doveva servire di sostegno alla mensa dell'altare. Le pareti, nel basso, sembra fossero decorate di uela dipinti. I mosaici vennero
restaurati nelle parti lacunose degli ornamenti.
22
posavano
diversi
uccelli.
Ancora a
:
alcune lettere
scs.
fecit
.i.'^ss^^^^ -os^TTR: :
Fig. 11.
una larga
fascia d'oltremare,
racchiusa fra
liste di
carminio, ingemmate di
un uso persistente
PI ANTICHI
MONUMENTI
fascia salgono
pistilli.
23
suirazzurro della
due ghirlande
con lunghi
Al
sommo,
ai
entro
alle
una
cartella,
un'iscrizione
la
quale,
fatti
avendo riguardo
nessi,
pu essere
cos decifrata
12)
NOMINAMVS
QVORVM
STEFANI
S.
IHOANNIS
LAVRENTI
NAVORIS
FELICIS
^ROTASI
GERVASI.
EVANGEL-
La
il
nicchione,
la
di fondo,
di foglie
svolge un ornato
con
steli
di carfiori
minio e con
cruciformi. Nel
grandi
mezzo
della
sparso
di
stelle
bianche
aureo, con
sta
lumeggiature bianche, vi
un monogramma
zurro
di Cristo
Fig. 12.
l'orlo di
un
monogramma;
e dietro ai
si
cupo
di tinte,
13)
^.
steriosa
d'oro, coperta
latines
Intorno agli errori coinniessi in epigrafi antiche, cfr. E. Le Blvnt, Palcographie iles Inscription du III siede la fin da VII {Reviie Ardi., XXIX, pag. 177 e segg.). Che la prima letlera sia una q ma convalidata dal nomessa da restauri, o male eseguita, non par dubbio. L'interpretazione " reliqiiiae catalogo dei santi nella susseguente iscrizione. - Anche dalla disposizione dei colori appare che le parole della epigrafe sono da accoppiare
'
:
:
,.,
verticalmente.
^
11
di colore bianco;
primo monogramma ha nel suo centro una gemma rossa, il secondo ha lettere d'oro, il terzo rossastre.
e ai
due
lati le
due mistiche
lettere,
24
di
gemme;
(fg.
finestra,
ornata
anch'essa di lauro,
tazioni
14).
Albenga
manifesta a
molti segni.
Fig.
13.
Albenga, battistero
mosaico.
Singolare
in
essi
che,
derivato
probabilmente dalla
S.
decorazione
dei
pavimenti,
e
^
praticato ancora in
in
Terra
d'
Otranto,
PI ANTICHI
MONUMENTI
di nessi
25
complicati,
cosi
la
Le
epigrafi,
commiste
di onciali e
da non
libera
et
troppo
remota,
accennano per
al
VI
dei
d'altro
lato, l'as-
dell'appellativo
sanclus,
dinanzi
ai
nomi
la
santi,
^
pu
invo-
Anche
lo stile
accorda
I
nel
designare
fine
del secolo V, o
la fronte
il
girali di
del nic-
ma
le
schematiche
e rigide
le
colombe, intorno
al
Fig. 14.
ma
i
sono contornate
fiori
di profili di tessere
nella lunetta
dello
sfondo,
hanno aspetto
del tutto
orna-
mentale.
Il
la
medesima
et.
Come
con
le
esso
il
decorazioni
che,
nel
secolo V,
:
cpiivi
pure
vedeva
il
monogramma
Sul carattere epigrafico nell'Italia superiore durante i primi secoli del Medioevo, v. C. Cii'oi.i.a, Sull'appellativo sanclus, v. A. Ratti, op. cit.; esso acII., III, 220 e segg.). compagna soltanto il nome di S. Giovanni, nella forma abbreviata gi in uso sin dai primi secoli (L.
'
//
Traube, op.
2
cit.,
pag.
194).
d'
1901,
Bijzani.
26
un lucido globo
si
e circondato
da dodici colombe.
al
possono assegnare
secolo V, offrono
sommo
della
il
Potrebbero adunque
S.
quelli di
Aquilino
;
ma
essi ci
richiamano ad una
nel
cammino
dell'Arte
verso
un nuovo
Redentore,
il
La
realt
vi
sostituita
ma non come
sesso figurato in
cesignato,
i
S.
Aquilino
Cristo rappresentato da
un disco croaudacia
E (nuova
dentro
i
il
che
tre
dischi, sovrapposti e
fregiati del
monogramma, vogliono
come
nei
significare
l'astratta
idea
teologica.
immagine
della vita
pastorale,
mosaici
di
S.
vengono
gli Eletti, in
forma
cos
L'Arte
si
tutta
e in
modo
di
le
nuove credenze;
e l'affermarsi
luogo
Ma
nuove forme
nostre
colle
l'Oriente,
stiana, dovette
avere
cos
la
quali
esso
nuova
estetica
si
Le prove pi note
di tale
ma
altre,
non meno
chiare,
ven-
gono
monumenti
dell'Italia
del battistero
di Albenga.
gi le altre
Quando
parti
della
Liguria
erano
in
mano
e
vi
dei
Lon-
dur sino
stare di
pag. 16. La rappresentazione del cielo, nel mosaico di Albenga, sembra consecondo l'iconografia orientale (cfr. W. de Gruneisen. Sltuli iconografici in Archivio della Soc. romana di Si. patria, 1908, pag, 443 e segg.) lo spazio azzurro in cui sono le colombe occulta in parte le stelle della restante zona del cielo.
'
A Haselokf,
due zone
op.
cit.,
distinte,
PI ANTICHI
MONUMENTI
prese,
27
nelle
non
la
desolandola tutta
sue
sua
che
il
diretto
verso l'Oriente
come pure
lo era stato
^.
per
le Gallie,
^
Strzygowski
In
Sardegna
possono trovare
da
ha lasciato
di
mosaici di Ca-
hanno con
quelli somiglianze
non
trascurabili di
composizione
sembrano derivati dall'arte siriaca^, anche i mosaici di Albenga accennano alla stessa fonte, sia nella loro rappresentazione della croce gemmata, che ritrae la croce trionfale eretta sul Golgota, sia per
e di stile; e se essi
la figurazione della Trinit,
moVI,
d'Albenga, della
fine
del
secolo
di
o del principio
nell'irrigidirsi
del
secolo
Milano
della
tecnica in
astratti
simbolo.
Ch. Diehl, Etudes sur l'adiiiinistr. bijzant., Parigi, 1888. Id., Hellenislische u. koptisclie Kunst (Bull, de I. Strzygowski, Kleinasien, op. cit., pag. 206 e segg. la Soc. d'Archol. d'Alexandrie, 1902, p. 69); Id., Der Doni zu Aacheu, Lipsia, 1904, pag. 44 e segg. ' Nella struttura e nei dipinti di una dimenticata costruzione sotterranea dei dintorni di Oristano nel territorio di Cabras cfr. D. Scano, Storia dell'arte in Sardegna^ Cagliari, 1907, pag. 23. * Pei rapporti dell'Italia meridionale con l'arte siriaca, v. A. Haseloff, Der Psaller Erzbischof Egberts, Treviri, 1901, pag. 139; P. Toesca, Reliquie d'arte di S. Vincenzo al Volturno (Bull. dell'Ist. Stor. II.,
'
XXV, 7); A. MuNOz, / mosaici del Battistero di S. Giovanni in Fonte (L'Arte, 1908, pag. 433 e segg.). ' D. AiNALOF, / mosaici, op. cit., pag. 523; Ch. Bayet, Rcherches pour servir a l'hist. de la peinture, Parigi, 1879, pag. 60. Il passo di Coricio di Gaza tuttavia di interpretazione dubbia, e non si pu affermare
che
le pitture descritte
corrispondessero appieno
ai
mosaici d'Albenga.
m^y^mKo^
d|#Ar'^^^^*'HGlHHHHB9BMii^r'**^
:^^|P|1
#
1
^^^^M^^II^J^yp??!
a^^2J2^a^g^^^^^^
Fig. 15.
Brescia,
Rotonda
mosaico di pavimento.
Fig. 16
Zemp-Durrer, Le Couvenl de
Si.
Jean).
SECOLI OSCURI
Vicende della tecnica della Pittura sino al secolo X. Giovanni di Miinster, della grotta di S. Nazaro a Verona, di
di Givate.
Gli affreschi
S.
Benedetto
monte
Si
secoli le tracce
delle
Longobardi invasero
1'
sollecitarono
ultimo
dissolversi
forse pi
profondamente
il
ferita
d'ogni altra fu la
e conservarlo per
loro
nome
vescovi di
popolazione milanese
di certo
con
la parte pi eletta ^
'
"
Effera
est,
atque
2
humanmn
Langobardorum gens de vagina suae habitalionis educta, in nostrani cerviceni grassata genus, quod in liac terra prae niniia multitudine quasi spissae segetis more surreferitate
,
xerat,
succisum aruit . Gregori Magni Dialogi, III, 38. Ancora nel 593 molti dei milanesi, " coacti barbarica ^IAGNI Epistiila ad Cqiistantiuiii,
risiedevano
a Genova. Gregori
30
nei
luoghi
forme della
seco
dalla
civilt attraverso
quei tempi \
Gli invasori
non portavano
consentite
;
lecito congetturare
vita,
che
le
umili industrie
loro
e la
essi
nomade
foggiare armi
forme che
fra
amavano
differissero
da quelle
ancora
trovavano
noi:
nella
l'Arte
cose amorfe
^.
Come
scrutare
fino
qual
stirpi
I
l'isterilirsi
suo alterarsi?
diretta, nell'Arte,
ma
barbarie.
Alle Arti pot tuttavia venire qualche impulso dai luoghi ove le condizioni
della
il
loro sussistere.
E quando
Teodolinda
in
Paolo
Diacono
^,
legge
delle
pitture
della
reggia
artefici,
di
Monza
di
una
ma
pi probabilmente educati
e
dall'arte
che
persisteva
nell'Italia
centrale,
doveva
gettar
riflessi
con
Roma
si
*.
Nel secolo
barie,
S.
VII,
uscendo ognor pi
regione
padana.
Colombano guidava
rosa dell'Appennino.
monaci a Bobbio, nella quiete opeMilano accoglieva di nuovo i propri vescovi, fra
suoi
Cfr. specialmente C. Cipolla, Della supposta fusione degli Italiani coi Germani (Rendic. della R. Accad. dei Lincei, 1901). ^ Cfr. P. ToEscA, Suppellettile barbarica nel Museo di Lucca {Ausonia, 1, 60 e segg.), e la bibliografa
ivi raccolta.
' Pauli Historia Lang., IV, 39: "in qua picliira manifeste oslenditur, quomodo Langobardi eo tempore comam capitis tundebant, vel qualis illis vestitus qualisve habitus erat.... . Le pitture descritte da Paolo Diacono, singolari per la determinazione etnica che vi avevano i personaggi, sono scomparse da gran tempo. Di tempo pi antico, forse della fine del sec. VI, potevano essere quelle ritrovate in certe tombe di Longone, in Brianza: cfr. S. Tagliasacchi, Tombe romane di Longone (Rio. Arch. per la prou. di Como, 1877, pag. 17). Ma il proprietario del luogo afferma non esisterne pi nessuna traccia. ^ Sono noti i doni inviati da papa Gregorio a Teodolinda, fra i quali una theca Persica (cfr. O. Dalton, On some points in the History of inlaid Jewellery in Archaeologia, vai, 237 e segg.); e probabilmente anche le ampolline, o eulogiu, del Tesoro di Monza che poterono servire a trasmettere nell'Italia superiore notizia dell'iconografa orientale, riproducendo composizioni di mosaici e di immagini venerate nella Palestina: J. Reil, Die frihchristl. Darstellung. d. Kreuzigung, Lipsia, 1904, pag. 35 e segg.; ma cfr. A. Sepulcri, / papiri della basilica di Monza (Arch. Si. Lombardo, 1903, XIX, pag. 241 e segg.). Intorno al ventaglio detto della regina Teodolinda, nello stesso Tesoro di Monza, cfr. A. Varisco, L'epigrafe del ventaglio monzese (Studi medioev., I, pag. 417 e segg.): gli ornati miniati sulla pergamena del ventaglio hanno scarsa importanza, e carattere incerto.
SECOLI OSCURI
quali fu Benedetto Crispo
31
arti
che
liberali
^
;
mezzo
con
la
con
le
chiese
che
attraverso
epoche oscure
^
:
ritmo
urbium
regina,
quam
Con
la
il
l'importazione di opere
quali
Roma
^
sul principio
a modelli orientali
artistica.
si
dovettero
che dal
"
meraviglioso
flavia
fiume
'^.
Longobardi:
Papia
re longobardi
S.
il
vi
Michele
;
vedeva
il
il
drago, l'aspide,
basilisco
si
Nella chiesa di
figurante
il
un mosaico
rafla
come
Roma,
Nei dintorni di Pavia, forse nel luogo detto ora Corte Olona, Liutprando
innalz accanto
e l'adorn di
al
proprio
palagio
S.
Anastasio,
ri-
marmi,
da Roma, come
cordano
le epigrafi trascritte
da antichi
A. Dresdner, Kiilliir iind Sitlengesch. der ital. Geisllichkeil, Breslau, 1890, pag. 238. E. DuMMLEU, Polae latini aevi car., Berlino, 1880, I, pag. 21 e segg. ^ Cfr. R. Garrucci, op. cit., lU, pag. 94 e seg.; J. Kurth, Die clirisll. Kunst unter Gregor d. G., Halle, \97, pag. b6 e segg.; A. MvNOz, Le pitture del dittico di Boezio (N. Bulletl. d'Arci. crisi., XIII;. Il Garrucci credette di poter leggere, sotto antiche rasure, inscritti nel verso del dittico i nomi dei vescovi bresciani ma di quei nomi non abbiamo trovato traccia. Lo stile delle miniature suggerisce che il dittico
'
dipinto in luoghi ove l'influenza orientale fosse fortissima, quali erano Roma e l'Italia meridionale A. MuNOZ, Ice. cit.) che il dittico sia stato portato ben presto in altre regioni e probabilmente nell'Italia superiore, indizio nei nomi barbarici che abbiamo decifrati, scritti anch'essi in onciale del Non indugio sul celebre PentaVII sec, nel suo verso: " vvyryca betgum; tatbug uuricom; uuadde... . (T/ie Palceographical settentrionale all'Italia attribuito teuco di Ashburnam, del sec. VII, sebbene gi Society, II, tav. 231 O. von. Gebhardt, The Miniatiiries of the Ash. Peni., Londra, 1883) perch tale provesia stato
(cfr.
:
L. M. G. B.
Hartmann, Gesch.
II,
294.
'^
G. B.
'
G. B.
,
De De De
155-168
33.
II,
I,
178; A. Riccardi,
Le vicende, l'area
gli
avanzi del
"
Regium
Palatium
1889.
32
Scarne notizie;
le
che
la Pittura
non soltanto
e vi
si
ma
nel
rifiorisse
in
quei
secoli
nella
tistica
Lombardia,
svolgesse
non
senza rapporti
largo
con
l'attivit ar-
Roma,
rilluirvi
dell'arte
orientale e bizantina.
S.
Salvatore, la cui
Vili,
costruzione
pu
ri-
ferirsi alla
sono alcuni
riquadri
sbiaditi avanzi di
affreschi che
stessa.
Le
pareti della
separati
da
fasce
come
si
vedono appunto
tali clipei,
in
monumenti
di
del
secolo
Vili
^
;
con busti
santi.
Ancora, in uno di
giata con largo disegno
si
ma
con
nel
gli
Maria Antiqua
di
un cacitt ^;
una
le
allo stile.
Pur sembrano
relazioni
comprovare
le
d'arte della
con Bisanzio ^
Non
avuto
all'arte
minore
la
la
storia
della
1'
Pittura
ufficio
molto importerebbe
e
in
di
conoscere
superiore,
fior
particolare
dalla
Lombardia, rispetto
che allora
Si
pu
penetr sin
nell'Italia
meridionale \ abbia esteso la sua influenza anche superiore (ove lasci monumento mirabile l'altare di Wolvinio
'
S. Salvatore, v.
cit.,
161 e segg.
Per l'epigrafia
Roma
ormai
possono decifrare nelle iscrizioni del S. Salvatore. ^ Nella scena del seppellimento, sul fondo bruno sorgono costruzioni gialle ornate di leniae rosse sono discretamente conservate le figure di alcune donne che assistono alla sepoltura. Le quali hanno il viso dipinto con preparazione di tinte giallastre, con rapidi lineamenti di ombre scure e di luci biancorosate. Avanzi di affreschi, anche pi evatiidi, si scorgono sulla parete dirimpetto. 3 Nelle monete tali relazioni appaiono chiaramente: cfr. L. M. Hartmann, Gesch. Italiens, op. cit., 11,32. * P. TOESCA, Reliquie d'arte della Badia di S. Vincenzo al Volturno (Bollett. dell' Ist. St. It., 1901, pag. 39).
si
:
SECOLI OSCURI
nella basilica ambrosiana)
^
33
pi ancora, sulla Miniatura,
sulla
Pittura
e,
trascritti
le
di
([uali
appaiono
nuove forme
di
scritture
elaborate
sostituiti
in
secoli anteriori
sono
da
Tra
della
il
rari nostri
monumenti
secolo
IX,
Miniatura
del
il
pi cospicuo
della
Liber
ca-
loinim
Biblioteca
scritto
Vallie
celliana di
Boma,
mi-
niato
verisimilmente
'l
nell'Italia
superiore
In
tinti
fogli
di porpora,
vergati di ca-
di iniziali
e di racemi,
riflette
tutto lo
forme pi particolari
altri
(fg. 17).
In
il Fig. 17.
due
fogli
rappresentato
Roma,
b.
curvano,
si
torcono in
strani
hanno
il
gesti-
il
manierismo
di disegno e di colore
(fg.
18)
*.
v'
ragione
suffciente di crei
propri
mo-
Influssi
carolingia
appaiono anche
in
affreschi
ritrovati
' Intorno all'et dell'aliare di Wolvinio consento con A. Ventuiu {Storia, anche: E. A. Stuckklbeikj, Der Aitar uoii S. Ambrogio (Moiiatsh. f. Kiv., 1910, 383 Vedi al capitolo IV.
'-
II,
e segg.).
3 P. ToESCA, Il " liber canonum della Bibl. Vali. (L'Arte, 1902, pag. 229 e segg.). Riflettendo alle frequenti relazioni della Lombardia con le Gallie, e all'altare di Wolvinio, splendida esplicazione dello stile carolingio, si pu congelturare che anche le miniature del Liber canonum siano state eseguite nella regione lombarda. * A. VENTuni, Storia, II, 314 e segg.
34
luogo che dipendeva un tempo dalla giurisdizione ecclesiastica milanese, unito alla Lombardia dal passo dello Spinga ^
Sull'arco trionfale
dell'abside
della chiesa
si
un affresco che rappresentava forse l'Ascensione. Il Redentore sta entro un disco sostenuto da angioli i quali accennano verso di lui, che gli Apostoli guardano in atti di agitazione l Le pareti della navata
menti
di
maggiore,
scompartite
in
ricpiadri
fitti,
Testamento
(fg.
'
\^:v'^^-'^''i'*^^^*^i^'''*^*''''^'' ''.'ijt^
Fig.
18.
Homa,
si
possono assegnare
di
alcune figure
l'arte carolingia in
una
movimenti.
Ma
si
sciamo
in
quell'arte:
pi
affreschi di
Mnster non
l'impressionismo antico,
larghe
masse
di
ombre
e di luci,
J.
karol.
Wandnial.
^
Zemp-R. DuRREn, Le Converti de SI. Jean a Mnsler. Ginevra, 1906; A. Schmarsow, Ueber die zi M. (Monatsh. f. Kw. 1908); E. A. Stjckelberg, Genuanisclie Friihkiinst {Monatsh. f.
lo
Kw.,
Secondo
Zemp
2,5
e segg.)
il
iiiaiestas
domini.
SECOLI OSCURI
35
od
orientali,
nelle
miniature carolingie
variare
:
nemmeno
in
altre
si
ritrova la
dei
minuprimi
i
ziosa
ricerca
del
delle
tinte,
come
pitture
secoli del
visi
Medioevo
invece
un disgregarsi
maniera
di tutte le tinte,
cos che
tale
Uguale
hadia di
S.
modo
di colorire si
al
Vincenzo
IX,
Fig.
19.
Zemp-Durrer, Le Couvent de
Si.
Jean).
e nei mosaici
di
Pasquale
I,
nei quali
;
il
colorito del
dirsi
diverse
pu
essere
illusio-
ultima conseguenza,
nistica.
alterazione
estrema,
dell'antica
tratti
maniera
conosciamo,
le seguenti
vicende
il
originato
unione
pi
di tinte,
artefici
antichi
di
esprimere
nel
modo
I
complesso
loro
tristo
vibranti
sensazioni
guazzabuglio di colori.
i
Roma documentano
diversi
stadi di
tali
36
scili di S.
Vincenzo
al
Volturno e di
S.
ai loro limiti
in
uno
Verona
si
quali,
sebbene
trovino oltre
non posLombardia
Fig. 20.
SS. Celso e
Nazaro
affresco.
La
tufo,
grotta, ora
dimezzata,
Il
tutta
incavata
entro
un grande masso
di
vimentario, a cerchi
pi
volte
di
gli
le
intonaco,
dipinte.
strati
che
erano
stati
sommo
sul
della
volta,
due angioli
seduto
la quale,
:
fondo
i
stellato, sta
Redentore benedicente
erano all'intorno
'
Una
iscrizione del
pag. 46 e segg. 996 e le pi antiche pitture veronesi (Ardi. Veneto, 1889). Il pavianteriore d'assai al sec. X; ed a notare che sotto l'intonaco del 996 si scorcit.,
antica.
SECOLI OSCURI
gelisti.
37
di angioli, di serafini,
si
veggono figure
e
pittura
due busti
di
santi
entro clipei
20) ^
queste due figure, preparati di terra gialla, hanno intorno alle guance
un
forte
il
naso
sottolineata,
stria di
da un
lato, di
rosso e
di
verde
di
una
chiaro
le
sopracciglia
sono formate
le
guance recano
Le forme
si
il
colorito
decompone in tinte diverse, intieramente dissonanti Al medesimo periodo stilistico, ma ad artisti di che non fosse nei pittori
della grotta dei SS. Celso
e Nazaro,
cultura pi elevata
vorremmo
asse-
abbia
Lombardia,
sull'altura re-
mota
di
S.
Pietro
di
Gi-
ove gi
un
^
%,.-
convento benedettino
^.
Accanto
l'
antico
monastero sorge
sacelli che, in
Givate, S. Benedetto
inlenio.
forma diversa,
esso
si
recinti delle
Benedetto.
Di
schema
centrale,
icnografa delle
a doppia stromattribuito
batura e per
altri caratteri
^.
costruttivi,
ad
et
troppo remota
quali
si
trasferirono
La volta tutta messa a dischi di colore rosato, orlati di nero, in ognuno dei quali inscritta la mezza figura d'un angiolo. Sebbene gli alTreschi siano guastissimi, cliiaro che essi furono dipinti da diversi artisti: nella volta l'esecuzione pi rozza che altrove. 2 L. Traube, Textgesch. der Regala S. Benedica (Abhandl. de k. buyer. Akad. Hist. CI. XXI, 642). ' Sono singolari nella struttura interna del sacello le lesene semitonde addossate agli angoli, le quali parebbero essere state costrutte per formare il sostegno d'una cupola; ma il vano del sacello
'
coperto a
tetto.
38
al
la costruzione
(fig.
non
sia pi re-
cente di quel
tempo
e risalga al secolo
21).
Le
d'ogni
decorazione,
ma
l'antico
rosse,
Fig. 22.
Givate,
S.
Benedetto
altare.
vrapposte,
fra
tinte di
il
ocra e di celeste,
(fig. 22).
dipinto
il
Cristo
ritto
in
piedi
egli
Maria ed
Battista
In aspetto di
uomo
maturo, barbato,
|iHS xps|
benedice
:
con lvx
la
libro
inscritto
ego
svm
Ha
tunica
azzurrina,
illuminata
con
densa
tinta bianca,
luci azzurrastre,
sovrapposte
La Vergine
in
un panno verde
le
spalle e
il
capo
volge verso
il
Cristo
protendendo
le
mani
SECOLI OSCURI
nello
viso,
39
il
stesso
gesto
del
quale,
nelle
vesti
e nel
ha
il
medesimo vivace
dell'altare, sul
cami
rale e
neri, e
sta
S.
Benedetto |hene-
DiCTVS scs]
tunica
bianca
munita
:
di cocolla azzurrina;
ha
il
pasto-
un
libro aperto,
con
i
la scritta
(fg. 23).
Nel
tratti
i
che
lo
illuminano,
me
N
dipinto
in
S.
altro
modo
[scs
Andrea
An-
aspetto
senile,
vestito e di
le
tunica
cerulea
manto
larghe
giallo, sul
quale
rosse,
tiene
un ro-
sull'omero una
(fg.
breve croce
24).
La rapida ed
maniera
di
efficace
superiore
Fig. 23.
Civaie, S. Benedetto
allresco dell'altare.
ha comune
che pensiamo
che
gli
determinarne meglio
l'et, sia
per
la
mancanza
di altri
possono
fare delle
forme
epigrafiche, le quali
al
Anche, differiscono
Givate da
li
quelli
della
informa. In essi
40
si
trovano
inag<Jori
sia
nell'esecu-
Se
S.
gli
affreschi
al
dell'altare
il
di
Givate
non
furono,
come
quelli
al
di
Vincenzo
Volturno,
mo-
ma
Lombardia, e
in
come verso
sepit-
Germania un
lombardo
ed
ragionevole
nissero ai pittori e ai
miniatori di Germania
che
opere loro
^.
^ RuPERTr Cliroiiicon (Moti, fenii. H. SS. VIH, 21)0 e segg.) Giovanni " gente Longobai-dus, ordine episcopus, et arte pictor egregiiis , fu cliianiato da Ottone III a decorare il Duomo di Aquisgrana. Il Clenien {Die romanische Wancmal. der Rlieinlande, Diisseldorf, 1905, tav. 3 e 4) congettura che sieno opera sua gli affresclii dei quali nel Duomo di Aquisgrana restano alcune tracce, ma cosi svanite da non potersene dare un ragionevole giudizio.
:
Vedi
il
capitolo seguente.
Fig. 24.
Givate,
S.
Benedetto:
all'resco dell'altare.
Fig. 25.
Galliano, S. Vincenzo
ornato.
da Intimiano nella chiesa di S. Vincenzo di Galliano. Affreschi nell'oratorio di S. Fedelino a Novale, e nella basilica ambrosiana. pi recenti dipinti della chiesa di Galliano, e altri avanzi di inferiori opere
pittoriche.
Dalla penoml^ra
dia
;
e in tanto
tumulto di
vita, ch'
da pensare
che
si
fossero apallora, le
civilt
oscuri le energie
erompono
continuo
fermento di
fra le altre regioni dell' Italia superiore. Nell'Arte, sul principio del
nuovo
periodo sta un
le ingiurie
monumento
non
di tale valore
l'
del tempo,
triste
evo trascorso.
si
esplica
a Milano
fra
6
violento
lottare
soverchiarsi
di
classi.
Campeggia allora
lo
42
scompiglio cittadino una grande figura, ostile dapprima alle cose nuove,
poi partecipe di esse e guida
:
Ariberto da Intimiano
^.
Prima
di
quando
egli
la cura, o la custodia,
origine.
il
Col rimane
ricordo di
lui,
tuttavia
del
sua
quand'egli
era
per dominarla.
mezzo
alla regione
coma-
Galliano,
S.
Vincenzo:
ambone
di
e scalea.
forme
assai
studiate,
forse per
mano
di maestri
inesperti
^.
Il
rustico
il
casamento vicino
battistero serviva
occupa
(fig.
plebana cui
26).
Il
ricostruita
allora,
le
Adeodato, presso
tombe
di Ecclesio e di
Manifredo
"
pre-
l'ufficio
di pieve. Dissacrata
nel
1801^;
distrutto
il
' L'energica figura di Ariberto risalta fortemente nelle cronache milanesi del sec. XI cfr. ArnulPHi Gesta Arch. Med.; Landulfi Historia Med. (Mon. Genn. H. SS. Vili, 11 e segg., 57 e segg.). V. anche: PuRicELLi, Ainbros. Med. Busilicae Monumenta, Milano, 1645, 1, 420 e segg. Giulini, Memorie, II, pag. 40 e segg.; G. Annoni, Monumenti della prima met del sec. XI spettanti all'are. Ariberto, Milano, 1872 opera di scarsa
:
critica.
T. RivoiRA, Arch. lomb., pag. 232 e segg. Circa lo stato della chiesa nel 1760, cfr. Allegranza, Opuscoli eruditi, Cremona, 1781, pag. 193 e segg. Sulle susseguenti vicende: C. Annoni, Monumenti e fatti politici e religiosi del borgo di Canturio, Milano, 1834; G. Moretti, La Conservazione dei Monumenti della Lombardia, Milano, 1908, pag. 191 e segg. Da molti mesi la Sovrainlendenza dei monumenti della Lombardia giunta a redimere anche gli avanzi della chiesa e ne ha intrapreso il restauro nel quale speriamo non siano per nulla completati
^
3
;
alterati
Qui manteniamo
la
visite, tra
il
1905 e
il
1907.
XI
43
chiesa
di
Cant
le epigrafi
antiche sepolture
vozione dei
villici.
Le
dell'edificio
furono allora
distrutte, o
La chiesa aveva
da
pilastri
Furono demolite
telle
le
nava-
le
gli
absidi
laterali,
murati
archi e le
della
am-
pie finestre
navata
fianco de-
more
parte
di contadini.
Ancora
giore. Al
sta,
sgombra una
della navata
magFig. 27.
termine di quedi
Galliano,
S.
Vincenzo: interno
(1906).
un'
ampia scalea
27).
sinistra
un tempo aveva
1'
ambone, ascende
al
pre-
(fig.
luogo
augusto
sebbene profanato
di
il
l'altare
ancora commesso
la
marmi;
tre
ampie
finestre,
le
antiche,
illuminano
Nell'alto, la
conca absidale
orlata di
nel basso, di un
meandro
e
giallo
e azzurro, limitato
di
fuseruole
bianche.
Il
campo
e
due zone
il
terreno
reca
bassi
cespugli
fioriti;
nel
mezzo,
ritto
il
in piedi, entro
un' aureola
azzurra,
circoscritta di
fasce
multicolori,
Cristo
(fig.
28).
'
L'iscrizione funebre di
si
della dedicazione
Adeodato era originariamente sull'altare della cripta della chiesa; quella trovava sulla fronte dell'altare stesso cfr. Puricelli, Ainbros. Med. Basilicae Monu:
menta,
^
I,
336.
44
In
parte
la
dell'intonaco
ma
dubbia esattezza
29) K
II
Cristo,
che ancora
ergeva
si
ampio
gesto solenne,
:
nella
un grande
libro
aperto e inscritto
la
ego pastor
di
OVIVM
RONVS
Il
suo
manto
bruno
tunica,
fregiata
gialli
larghi
davi
ingemmati,
azzurro
di
carminio
Sotto
la
nelle
ombre.
granin
de figura sta
nobili
scritto
capitali:
ecce ds
splendent.
Si
prosternano
di-
nanzi
feti
al
Redentore
pro-
Geremia
[ieremias]
sinistra,
ed
Ezechiele.
ali
tende verso
il
Cristo
:
un
rotulo inscritto
peticio.
A destra,
sorgeva un tem-
po r arcangelo Gabriele,
con un rotulo segnato:
Galliano,
S.
Fig. 28.
Vincenzo: abside.
posTVLATio
^.
ai
due
C. Annoni, Monumenti di Canlurio, op. cit., pag. 71, tav. Vili. L'Allegranza (op. cit., pag. 196 e segg.) lesse sul libro di Cristo le parole: " Pastor ovium-agnus L'Annoni (loc. cit.) ha due varianti dell'iscrizione, fra le quali la suddetta ci sembra meno probabile. * Quando, nel 1760, l'AUegranza visit la chiesa di Galliano era gi svanito il nome dell'arcangelo di destra che, per molti raffronti con altre consimili composizioni, a credere fosse l'arcangelo Gabriele: ancora nel suo rotulo si leggeva la parola ' postulatio . Presso Geremia si vedevano allora " due reali figure nimbate l'una maschio l'altra femmina con la loro corona in mano quasi in atto di offrirla , e l'AUegranza, seguito poi dall'Annoni, congettur ch'esse potessero rappresentare Enrico 11 e Cunegonda. Ma le tracce di nimbo rotondo che ancora si veggono nel luogo occupato dalla prima figura tolgono ogni verisimiglianza a quell'opinione: i personaggi rappresentati presso gli arcangeli erano dei santi.
'
Tav.
II.
Galliano,
S.
Vincenzo: Geremia.
XI
45
prosterna tendendo
le
delle sue
alla
membra:
e la
finezze,
sembra dar
sebbene
sovrap-
buon
fresco,
state
Il
il
bianco,
specialmente
siano
meno umido.
viso fu dap-
Fig. 29.
ecc.).
e segnato poi
con pro-
di
carminio
nei
suoi
lineamenti.
Ombre
la
di
modellano
fronte
:
naso
le
gli
occhi
guance.
Con
fatri-
tura consimile
sono
coloriti
anche
panni
la
tunica
ha pieghe
che fascia
lumegstrettratti
il
manto
rosso,
tamente
46
modo
di-
discernono a sten-
solida
larghezza di
si-
medesimo
pittore de-
Quivi, sopra
un
alto
zoc-
fascia di ornati
gialli e
due
listelli
verdi racchiudono
sulla quale
tra,
cornucopie variopinte;
si
e fra queste
celli
posano ucdei
cibarsi
pomi
multicolori.
Le
tre finestre,
che
si
aprono pi
in alto,
no orlate
con doppia
di
fasce
rosse
fila di
gocciole
finestra stanno
riqua-
dri
santo
,
titolare
S.
chiesa
di
Vincenzo,
La prima
Flg. 30.
storia, a si-
Galliano,
S.
Vincenzo
S.
Michele.
nistra,
quasi
del
tutto
d'
perduta a cagione
porta che venne praticata nel
una
muro ma
;
chi la descrisse
XI
47
Cora integra, vi scorse rappresentato Daciano che assisteva alla llagellazone del santo, e vi lesse la scritta:
xpiani vero vvlnera eivs oscvla-
BANTUR ^
E
VBI SCS
il
secondo
Il
affresco,
|s.
inscritto
SantO
VINCENTIVS]
Fig. 31.
Galliano, S. Viacenzo
martirio di
S.
Vincenzo.
coperto
sostiene
soltanto
i
di
un
perizoma,
sospeso
supino.
il
Un
carnefice ne
un terzo
sul petto,
fuoco sotto di
il
lui,
due
:
altri
|
versano
da
un'olla,
piombo
fuso [penaJ
in alto,
da un
lato,
un
gio-
'
L'
Allegranza
(op.
lenda
dell'ufficio di S.
le
48
vane tende
[xpiANi]
mano
verso
il
accennata con
un indistinto rotondeggiare
campo
sinistra,
torre rosea
un
edificio
(fg.
31).
La scena
particolari,
uno
stile
del
tutto simile
quello
conca absidale.
il
Non
CENTivs
contiguo riquadro:
Sulla riva
del
vbi
scs
vin-
arena inventvs
il
sepvltvs EST.
mare,
vicino
giace
gli
[scs vincentivs], e
gli
sta
;
ne tenne lontani
animali
voraci
a destra, entro
medesimo riquadro, figurata la scena del seppellisotto un loggiato, prossimo a un edificio a e tre fedeli un panno il sarcofago [sepvlchrvm] mentre altri tiene un cero,
|
.]
il
il
le pitture
che coprivano
il
della
si
quale
rcsta
leg-
Di cssc uou
clic
un
un
figura di
di S.
Ariberto
[aribert
svbdiac
in
],
atto di prei
arcangeli, fra
profeti
il
(fig.
32).
il
Si inchina
mo-
dello di
alto
della chiesa di
dilatati,
S.
Vincenzo. Volge in
quelli
e
verso
Cristo
suoi
occhi
come
conca;
dell'arcangelo
viso,
dirsi
nella
nel
dai
li-
neamenti
larghi,
ma
rigidi,
corrugato di bianche
luci,
pu
impronin
sia stato
raffigurato
egli
tale
modo perch
ordinate
non
gi
per averne
stesso
le pitture,
ma
il
dubbio
dissipato
da
un'iscrizione di grandi
la
la testa
dell'ultima
* ^
C. Annoni,
Il
Monumenti
di Canturio, op.
pag. 84.
sia
RivoiRA (Arch.
rappresentato anche
il
pronao del
XI
49
a
stento,
ora
potemmo
VSVM
decifrare
di
.
S.
Vincenzo^: ornat
;
x templi
DI
QVIA TE DECET
SE PER
VIRTVS MULTA
I
VEL
PLVRES VNDIQVE
DI
ONOREM
Fig. 32.
Le quando
pitture furono
egli era
di Ariberto,
in
1007,
anno
guasti
cui la
trionfale
dell'abside
altri
affreschi,
il
ora
per gran
occultato
compievano
frontespizio
'
L'Allegranza
non nel
tratto
pi importante,
l'iscri-
zione dedicatoria.
50
dalle
svolgeva
la
un meandro vivamente
crosta
di
colorito.
fra
spessa
il
polvere,
si
pu
ri-
conoscere
al
quale,
simile
rosseggiante, e volge
mano
divina benedicente,
Un
dell'abside
fra
due zone
verde e di bianco,
racchiusa
una larga
luci
fascia
con rapide
bianche e con
ombre
torcono,
di cristallo
(fg.
25).
anche l'ambone
di
meno
degli
evangelisti, centauri
tutte,
dai peducci
immagini
si
clipeate, al
fastigio,
veggono
zone
quasi
i
vi
si
vedeori-
primi
fatti
il
della Genesi
di
il
peccato
e
cacciata
dal
Paradiso,
lavorare
Adamo
d'Eva
di
nella seconda
altre
scene bibliche;
nella
destra,
Margherita.
Sulla parete
cui
vennero addossate
maggiore,
navata
sono
ancora numerosi
avanzi
antiche
della
de-
altezza
parete,
all'in-
vestito di
vesti
ingemmate:
santo.
riconoscerne lo
riquadri
si
stile
o intravederne la composizione
^.
una
figura di
L'Annoni, descrisse abbastanza accuratamente le pitture della navata quali pot vederle, gi molto deteriorate: err tuttavia nel voler collegare certa schiera di cavalieri dipinta nella parete di sinistra, forse a rappresentare un fatto biblico, con le supposte figure di Enrico li e di Cunegonda che si credevano dipinte nell'abside. * Dubitiamo molto delle interpretazioni che l'Annoni diede di queste pitture, i cui avanzi non potemmo decifrare con sicurezza perch troppo interrotti dai tramezzi della costruzione addossata alla parete. Forse i riquadri della prima zona si riferivano anch'essi, come quelli della parete dirimpetto, a fatti del Vecchio e del Nuovo Testamento. In uno di essi si legge: " in altro: ed concipies
'
.
. .
"
manne
XI
51
di tunica
chiara, ornata di
una
reca
pii
sulle
guance,
ombre verdine
(fg.
bianche
meno
Pi conservate sono
le
composizioni
seconda
uno
di essi in
il
santo
[scs xP0F0Rvs|,
aspetto
d'uomo maturo,
da
l'
condotto
imperatore che,
un
loggiato.
la
Le
figure
non
di
hanno
forma robusta
coi
segnati
vimenti,
entro
(fi-
spazi troppo
angusti
gura
34).
Il
medesimo
nei
stile
si
ritrova
l'
riquadri
delFig. 33.
Galliano,
S.
prima
balia
santo in
;
uno sgherro
re,
poi, in
atto di preghiera
altri
mentre due
carnefici,
al
cenno del
riquadri,
ora scomparsi, la
fedeli
Le
Cristoforo e
gli
affreschi
potrebbero
credersi derivate
cicli di affreschi,
non da
diversit di
52
loro, se
un
indizio,
estraneo allo
stile,
di-
corata
l'alside.
Al
sommo
ora
si
vedono,
dall' esterno,
deli-
simili
nella
aperte nell'abside.
Non
Fig. 34.
S. Ci-istoforo.
tristi
vicende della chiesa, anzi due di esse furono chiuse prima che
le storie di S. Cristoforo, le quali
si
di-
pingessero all'interno
perci
si
stendono
anche
giore
essi
affreschi
della navata
mag:
non appartengono
al
quando
fu turbato
il
Cfr. Annoni, Monitni. di Canturio, tav. X. Quivi la storia di dipinta in parte sopra una finestra murata.
:
Adamo
d'Eva
intenti al lavoro
appar
XI
53
ritmo armonioso delle ampie aperture che, come nelle antiche basiliche,
Non crediamo
same
dallo stile
affreschi
siano
di
molto pi re-
non avessimo
saremmo dubbiosi
due
se
non
:
si
cicli
Cristo-
dipinti di
Verona
essa invece pi prossima a quella che prevarr nel secolo XI e nel XII.
Causa
di tale inversione,
come
in altri
casi,
ch'era
due
una
delle quali
altra
sem-
cheremo.
A
per
i
decorare l'abside della sua pieve rurale Ariberto da Intimiano adomigliori artefici della regione, se pur
non
li
trasse
da Milano
i
stessa,
ove
pu
monumenti
pi brillanti
le
si
stese
ampio
e
lo
;
colori intensi
vivaci
giallo
e
le
il
gemme
sto,
e perle
ornarono
cornici preziose
il
finestre. Nell'alto,
Cristo, e
fedeli;
profeti,
quasi
atterriti, si
inchinavano
dava nome
Reden-
pio suddiacono.
alla nobile
E una lunga
scritta,
acclamava
opera compiuta.
importanza
all'analisi del
contenuto e dello
stile,
e alla
compara-
medesima epoca
vi
in altre regioni.
i
esame iconografico
pone
in chiaro
vari
colgono e fondono insieme. Nell'affresco della conca absidale l'apparizione del Cristo fra Gabriele e Michele trae origine da uno schema eia-
54
persistente
nel
Medioevo
^
:
anche
in altri affreschi di
Lombardia si ritrover il Redentore assistito Questi hanno l'ufficio che le credenze religiose asseS.
gnavano
tale a
loro, e
Vi-
l'Uomo
del
e la Divinit;
presentano
perci al Cristo
con
le
parole
postvlatio
forse
tempo
si
Lorenzo fuori
le
due arcangeli
parole
peticio
"
precatio
^.
Consentanee
alle
diffuse
tradizioni
iconografiche sono
S.
anche
le figure
senta
il
committente dell'opera
altri inusitati
^.
Tuttavia a
espressi
siffatti
elementi tradizionali se
ne uniscono
non
in
venuti a noi, cos che l'affresco dell'abside ha ora una propria originalit
iconografica.
Come
nei mosaici di
Roma,
il
ma
qui
santi, entro la
concavit dell'abside,
Galliano
essi
nei
dipinti
di
fanno
apocalittica.
Lo
con
stile si
accorda con
;
il
ma
conviene
richiesto
le
sia considerato,
come
a
noi,
evale,
estetici
quali,
vedute attraverso
concetti
pi
si
consueti
sogliono
apparire
talvolta
altro
osservassero in
con simpatia
^.
si
giova di mezzi
' Il tema iconografico del Cristo fra i due arcangeli gi nei mosaici di Ravenna, persiste poi nella Pittura e nella Miniatura inedioevale cfr. G. Stuhlfautu, Die Engel in dar allchristl. Kh/is*, Freiburg i. B., 1897 H. v. d. Gabelentz, Die kirchl. Kiinst in Hai. Mittelalter, Strassburg, 1907, pag. 59.
; ;
2 Bulletl. d'Arch. crisi., I, 47. Neil' abside della chiesetta di S. Eldrado, alla Novalesa, in vai di Susa, Redentore rappresentato seduto fra Michele e Gabriele. Sul cartello d'uno degli arcangeli si legge " parce de populo proprio quem sanguine cfr. C. Cipolla, Antichi inventari del monastero della No valesa (Mem. della R. Accad. delle Scienze, di Torino, 1894, XLIV, 172). ' G. B. De Rossi, Musaici cristiani, passim H. v. d. Gabelentz, op. cit., pag. 43. * Conviene intendere a dare ai monumenti medioevali non soltanto un valore storico, ma a vederli nella loro luce estetica, quali opere che a lor tempo soddisfecero ed espressero le comuni aspirazioni
il
artistiche.
e 0) u
a
o e
a.
e o o
o
e a
"3
XI
55
si
era
spogliata
demmo
le
imporsi
mosaicista di
S.
medi
glio rispondessero al
suo contenuto
E bene
a questo convengono
di
affreschi
:
dell'abside
Galliano
come
il
tanti altri
monumenti medioevali
terreno
schemi
ideali,
danno
al
di-
che in altro
potuto
delle
stili-
trova
Cristo
si
la
conca
con
del
manto
viso,
che quasi
ne
deforme,
delle forme,
tagliarsi
per
il
ri-
delle pieghe
panni,
il
pittore
imprime
in essa,
come
nella
figura
golare.
di
Geremia
negli
e in quella di Ariberto
Anche
stilistica e
affreschi
si
delle
storie
di
S.
la
tradizione
schematici,
iconografica
negli sfondi
nella disposizione dei diversi piani delle scene, negli atteggiamenti delle
figure
;
ma
di
le
forme
moti vi sono
espressi
Si
per
studio
gia,
prospettiva
nella
figura
cadavere
giacente
spiag-
enei due alberi digradanti quasi per varia distanza; originale per
struttura
r energica
loro
atti.
dei
seppellitori,
per
la
composta
gravit
dei
Donde deriva
nell'arte
il
pittore di Galliano
'?
medioevale?
si
Non
pu disconoscere
negli
affreschi dell'abside
Non abbiamo modo di determinare sino a qual punto il pittore si sia giovato di tradizioni iconografiche nel rappresentare le storie di S. Vincenzo. Per l'iconografia del martirio del santo cfr. le sculture della cattedrale di Basilea {Muse de Sculpture du Trocadro, II, 239) e certe pitture, del XIII sec, a mezzo della navata maggiore di S. Frediano di Lucca.
'
56
dell'arte bizantina
stile e di
iconografa,
pi
restii
ad ammettere un influsso
del
Xwpo?,
La
figura
dell'arcangelo
Michele fasciata
stola
in-
gemmata, com'
quella
occi-
nelle
ciel
l'
chiese di
S.
Michele
di
S.
^.
Pietro
in
d'oro
Pavia ove
ha aspetto
il
Nei profeti
atteggiamento ripete
e
il
gesto
della
proprio
all'arte
bizantina,
si
tipo
dei
visi
form a rappresenle
pieghe pro-
al pittore
erano
canoni
artistici bizantini
^.
Ma
pitture,
tali
una grandiosit
ieratica alle
pittore:
trasformano, esagerati
l'opera ha
nelle
forme robuste.
singolare. In
tratto
molte
parti,
ingemmate
meandri
diffusi
essa
si
ritrovano
per tutto
nella
Pittura
medioevale,
concetti.
ma
Forse
ispirata al pittore
decorazione; e
dallo
stesso
modello pote*.
noto quanto siano conlroversi i giudizi intorno all'influenza bizantina nell'arte occidentale. Rifuggendo a nostro potere da ogni preconcetto, cercheremo di affrontare il problema in ogni suo caso non per mezzo di impressioni generali ma con l'analisi di particolari stilistici e iconografici. Per l'arte bizantina, cfr. ora specialmente Cu. Diehl, Manuel d'Art byzanlin, Paris, 1910. ^ La foggia del X^poi cos comune nelle pitture medioevali italiane che non varrebbe a dimostrare una particolare influenza bizantina negli afl'reschi di Galliano se non contrastasse appunto con le rappresentazioni dell'arcangelo Michele nelle sculture lombarde. A Pavia, nella porta di S. Michele, l'arcangelo rappresentato vestito di lunga tunica, con globo e palma. 3 Per l'atteggiamento dell'adorazione bizantina, o 7r/->o7zjvsc;t; cfr. J. Strzygowski, Bj/zanf. Denfcnjd/er, III, 51, Vienna, 1903. Nel tipo dei visi specialmente la forma arcuata del naso corrisponde a un carattere saliente e comune delle figure bizantine. Per la forma delle pieghe dei panni e per le sue relazioni con l'arte bizantina, cfr.: Diehl, Manuel, passini. Nella tecnica del colorire le lumeggiature bianche applicate sopra le tinte del fondo si ritrovano in molti monumenti occidentali, ma soprattutto in quelli pi improntati all'arte bizantina che us e svolse quel procedimento nei modi pi raffinati: cfr. Toesca, /{e/igui>,
'
,
Anagni, passim. L'arte ellenistico-romana in mosaici e in opere di toreutica, si compiacque di rappresentare naturalisticamente gli esseri dell'acqua. Anche i grandi vasi di cristallo si veggono in decorazioni parietarie romane cfr. gli ornati del triclinio nella Casa di Livia sul Palatino.
41
;
Id., Affreschi di
*
XI
57
La
pu essere
in-
dizio dell'influenza di
un esemplare
antico.
altri atTreschi
Non
gione
tuttavia
senza riscontro in
romana
S.
e soprattutto ^
in
ranea di
Clemente
E siamo
monumenti
perci condotti
della
domandarci quale
di
rapporto ahl)iano
quelli e
gli affreschi
dell'ahside
chiesa
Ariberto
con
con
altri
coevi
Richiama
l'intiera
alla
mente
le
le pitture di
Roma
come
anche
ma
gi
se si cerchi di deter-
nell'iconografa
anche
scorge
come
S.
affreschi
di Galliano
in diretta relazione
con quelle.
Bastianello
S.
Gli
affreschi
di
sul Palatino
del
X
di
^,
quelli
Celio,
anteriori allo
di
scorcio
di
del
secolo XI
molti della
chiesa
di
S.
Elia
rigo-
Nepi,
ancora
incerta
datazione,
che
sono
prova
un
Roma
nei
suoi dintorni
durante
il
se-
colo
e XI,
;
bizantine
e anch'essi
si
hanno
gli
ma
per questi
Differiscono da questi
mente perch pi
e
liberi
gli
da influenze bizantine, pi
artistica dei loro
S.
nella
tecnica
nella
narrazione;
la
Nepi per
r Umbria,
se
minore cultura
dipinti
della nel-
Pietro di Ferentino,
non per
Trascorrendo sulle
parti
le
dell'Italia
si
Centrale
Superiore, che
al secolo XI,
quali
possano assegnare
'
Cfr.
anche
gli
ornati
ora
nel
Museo lateranense
quelli
in
S.
Elia
di Nepi.
Fedele, S. Maria in ' Pullara (Arch. della Soc. Romana di St. Patria, XXVI, 343-380). recentemente (Le Moyen Age, 1910) posta in dubbio la data, che noi accogliamo, di questi e di molti altri affreschi medioevali italiani, ma con tali argomenti che sarebbe ozioso combattere. Che suddetti affreschi di S. Clemente siano anteriori alla costruzione della basilica di Pasquale II appare
2
P.
stata
zona superiore, dal pavimento della nuova chiesa. Pietro di Ferentino, di data incerta, ma forse non posteriori al principio del sec. XII, pu compararsi cogli affreschi di Galliano il riquadro rappresentante No che riceve l'ordine di costrurre l'arca, ma il parallelo non pone in evidenza che certa generica somiglianza nella
Negli affreschi della chiesa di
S.
58
tra
gli
affreschi di Gal-
e nel
Fra
codici miniati in
Germania
Fig.
35.
Monaco,
Enrico
II
incoronato.
di Enrico
II
per
(fig.
come per
la
pode-
Ma
lo stile
sia
degli
affreschi
lombardi
al-
ha una
anche dove
maggiormente improntato
Cfr. G.
VIH.
XI
59
ci
sembra del
sia
tutto inverisimile
^:
Fig. 36.
Duomo:
all'Italia di
le
vi
appaiono nel
e nel
XI secolo.
la
Si
tali
scambi
di
forme
artistiche
St.
Sylvesterkapelle zu
G.
60
lente, essa
che era in
continui rapporti
Pittura,
con
paesi
d'oltralpe, e prosi
d'oltralpe
verso
Lombardia opere e influenze artistiche soprattutto nelle arti minori, negli avori (come pu dimostrarlo la sitiila del Duomo di Milano che
in
intagli
ha paragone
negli
lario
eburnei
dell' et
ottoniana
^)
nelle
di
oreficerie
smalti
(com'
provato dalla
preziosa rilegatura
alla
un evange-
chiesa
forse
metropolitana milanese
nell' Architettura,
(figura
nella
Pittura
invece,
come
una
corrente
inversa
^.
le
regioni
oltramontane
Anche
nei
monumenti
murale
in
Germania, negli
affre-
ma
non
adunque elementi
rivelano
nuovi e importanti
storia
della
sul
Pittura
medioevale. Essi
aprirsi del
come
nio,
fiorisse nella
stile
Lombardia, gi
elevato,
primo
di
nuovo millenintensa,
uno
assai
prodotto
una cultura
artistica
originale.
Tale
in
essi
la
perfezione
di
tecnica,
l'equilibrio
sicuro
delle
L'influenza bizantina nella Lombardia era favorita anche dai facili rapporti della regione col col Levante. Non mancarono anche delle occasionali, e pi dirette, relazioni tali le ambascerie di Liutprando di Cremona e di Arnolfo arcivescovo di Milano a Costantinopoli. Arnolfo al suo ritorno don alle chiese di S. Ambrogio e di S. Maria dei palili d'oro e d'argento ch'egli probabilmente aveva portato di Levante (Landulfi Hist. Mediai, in Mon. Gerin. H. SS. Vili, 55). ^ Il secchiello liturgico offerto dal vescovo Goffredo (cfr. Giulini, Memorie, I, 619-620), forse alla basilica ambrosiana sulla fine del secolo X, pu attribuirsi ad intagliatore tedesco, se si confronti con l'avorio della collezione Trivulziana rappresentante l'imperatore Ottone. ' Gli smalti della rilegatura dell'evangeliario di Ariberto possono mettersi a confronto con quelli di altra rilegatura, gi nella Badia di S. Denis, ora nel Museo del Louvre: numero D. 7. 11; vedi: L. Courajod, Exposilion iiiteni. de Milan (Gaiette des B-Arts, 1875, pag. 338 e segg). Il crocifisso di lamina lavorata a sbalzo, ora nel Duomo di Milano, ove rappresentato Ariberto |arib rt ind arc .| pu invece assegnarsi ad artista lombardo, il quale nella figura dolorosa del Redentore s'inspirava all'iconografia bizantina. Il crocifisso non pu essere lo stesso che Ariberto colloc sul suo carroccio, poich quello era dipinto (Arnulphi Gesta, loc. cit., pag. 16 cfr. Giulini, Memorie, II, 251) ma che esso sia opera posteriore ad Ariberto, ed eseguita in memoria di lui, escluso dalle parole dell'epigrafe (" indignus ar'
mare
chiepiscopus
) (fig. 37).
III sul finire del X sec. chiamasse in Germania dalla LomGiovanni che forse lavorava oltralpe ancora dopo il 1016 (cfr. Swarzenski, op. cit., pag. 38 e segg.). Lo Swarzenski inclina a credere che l'influenza dell'Italia sull'arte tedesca tra il X e il XI sec. abbia avuto ragione soprattutto nei mosaici e nei monumenti dell'antichit cristiana ch'erano allora fra noi: ma gli affreschi di Galliano mostrano che quell'influsso pot provenire da un'attivit pi vitale, che
bardia
pittore
persisteva in Italia.
^ 11 Kraus {Die Wandgem., op. cit., loc. cit.) afferma che gli affreschi di Oberzell, del X sec, rivelino l'inlluenza dell'arte benedettina italiana, anzi dell'Italia meridionale. Egli non conobbe gli affreschi di Galliano. Cfr. anche A. Schmarsow, Die Kompositionsgesetze in der Reichenauer Wandgem. (Rep. f. Kiv..,
:
1904, 260-281).
XI
61
di
si
tentativi
un'attivit
senza tradizioni,
ma
per vero
congiunge ancora
all'arte carolingia
cialmente
di S.
l'agitarsi eccessivo
delle
figure,
i
movimenti espressi
Fig.
37.
Milano,
Duomo
crocifsso di Ariberto.
di Miinster ^
si
ritrova l'uso delle lumeggiature bianche sovrapposte alle tinte di fondo che
il
con
tanta larghezza.
Ma
1'
arte carolingia
pu concorrere a spiegare
rapporti fra
gli affreschi
62
nuovi,
tratti
da
un complesso
di Galliano.
presso
le
fauci
e
il
della
un torrente alpestre
piccolo
S.
lago
di
Mezzola,
nel luogo
il
ove
Fe-
martirio,
di S.
Fe-
delino ^
il
del
martire
era
venerato,
al
termine
gli
del
lago,
sotto
rupi
caliginose^.
Circa
l'anno 964
raccontano
il
vescovo co-
mense fu avvertito miracolosamente di ricercare nel sacello, gi da lungo tempo dimenticato, le reliquie del martire. Ascese egli coi fedeli sopra una nave, e a lampade accese, con inni e cori, attraverso il quieto lago
pervenne all'oratorio; donde, ritrovate dietro
ritorn festosamente a
l'altare le reliquie sepolte,
^.
Como
riportandole seco
La
non cadde
traslazione,
alle
bandono:
dopo quella
ritrova
nominata
le sorti e
non ne assicur
non
la restitu alla
sia lo stesso
E una
con abside
La muratura
senza strombatura,
concordano a
il
rendere verisimile
secolo
l'
attribuzione
si
dell'oratorio
ad epoca antecedente
sebbene non
Storia, 1903, 6)
A. Cavagna Sangiuliani, Il tempietto di S. Fedelino, Pavia, 1902; Perrone, Chiesetta di S. Fed. {Arte e P. Buzzetti, Il millenario tempietto di S. Fed. {Rio. Arch. per la Prov. e antica Diocesi di Como, 1906, pag. 115 e segg.).
'
; '^
Ennodi Opera
(iVfo/i.
"
llic
mons
coruscat
,.
XI
63
dalle scorrerie
pu
ritenere che
il
sacello
primitivo,
distrutto forse
nel
secolo
VII od Vili a
contenere
le reliquie di S.
L' interno,
che
in-
veggono
le
vestige
di
uno
zoccolo dipinto con riquadri marmorei e con larghi intrecci tra fasce di
carminio e
bianche
al di
Fig. 38.
Novale,
S.
Fedelino: affresco.
rimangono tracce
figure che
un tempo erano
alcuni
santi,
fnestruola,
stavano
schierati
ma
gli
avanzi
delle
da un
Cristo,
il
stelle
bian-
Redentore
il
cui aspetto
e forse pi dal
'
la sola
opera poco lodevole compiuta nel ben riuscito restauro del sacello.
64
restauro
....
davi
gialli
ricamati, e di
manto
le ali,
un
ET VITA. Ai suoi
le
lati
s'inchinano
protendendo
mani
meno
con
pieghe
tinte
del
del
sovrapposte alle
e sia
la
forte
struttura delle
membra
Fig. 39.
Milano,
S.
Ambrogio:
airresco.
N mancano
una parte
nell'affresco
38) \
in
dipinto
altre
dello
zoccolo
non
ritrova
in
pitture
ma esaminando
Pu
nel
ragionevole assegnarli a
di
epoca
non molto
distante
Galliano.
credersi
' Nella composizione del Cristo fra i due angioli, la quale ha parallelo in quella di Cristo fra Michele e Gabriele; nell'atteggiamento degli angeli; nella disposizione dei drappeggi e nelle loro lumeggiature.
XI
65
sacello, tratto
:
Como, lantico
Fig. 40.
Milano,
S.
Ambrogio:
aflresco.
grafa,
non pi per
di
di
Galliano
alcuni
frammenti
siana
pitture
della
basilica
ambro:
che
anteriore
ricostruzione
sul
9
66
ultima campata
della
navatella di sinistra K
di foglie, stretta
Entro due
una ghirlanda
(fig.
39)
e quello
clipei
si
come
si
vede ove
la
decorazione
la
non
40).
si
chiesa di Galliano.
E anche
epoca
busti dei
due
Si
i
santi
hanno grandi
in
essi
i
affinit
con
gli affreschi
dell'
di
Ariberto.
osservino
grandi
visi
come
:
disegno
meno
ampio,
ma
le
somiglianze sono
tali
gli affreschi
ambrosiani
al
al principio del
giudicarli opera
di artista
prossimo
Ricomponendo omai insieme, piuttosto per qualit interne che nel loro succedersi cronologico, i monumenti della Pittura medioevale sin qui
ritrovati nella
Lombardia,
si
possono riunire
in
un gruppo
gli
affreschi
alle
arte
mentre per
elementi
sempre pi complessi
si
ch'essi
adunano, preparano
del secolo XII.
le
forme
stilistiche
che
D'altra parte
di
gli
affreschi di S.
Nazaro a Verona
attribuirsi
ad una sfera
infe-
riore,
tratto essi
forme
ese-
tali
dipinti
di
conviene riuGalliano,
affreschi
della
navata
ma
in
'
Cfr. L.
'^
evidente il distacco di quell'arco dalla prima delle volte del sec. XI nella navatella di sinistra. Beltuami, La basilica ambrosiana {Ambrosiana, op. cit ). Presso il busto si veggono avanzi di un'iscrizione [io la cui forma paleografica indica un'et
. .
molto antica.
XI
67
come
si
maniera adoperata
le
in parte
colore disgregato,
forme sono
negli
af-
con
nobile e corretta
di
S.
si
Vincenzo,
si
fa
rozza
disordinata
nella
leggenda di
S.
Cristoforo,
nelle
composizioni
fatti
del
nuovo
e del
vecchio
Testamento,
le
leggende dei
santi,
formarono nella
berto,
una complessa
in
come
di
altre
part
Como,
un pessimo ridipintore ^
Lorenzo
di
Mantova, pos-
sono essere
ne preparava
le
forme
'
che per
gli
dopo il restauro subilo, non hanno altra importanza che del contenuto iconografico. Nella Creazione di Adamo, Cristo, barbato, impone la destra su Adamo che gli sta dinanzi ignudo: nel fondo, due edilci. Nella Creazione d'Eva, Cristo prende per mano la donna che sorge dal fianco di Adamo dormiente. Nell'Annunciazione l'angiolo ad ali aperte, dinanzi alla Vergine che sta ritta in piedi presso uno sgabello munito d'un pulvino. I riquadri della Visitazione e della Nativit, alla quale pur unita la
della chiesa di Galliano,
scena dell'annuncio
ai pastori,
i^'SlMV
i
\Qiyf\
/^rr.,^-.
'
AN
'iV''
;
'.!./
^JStRTlfe iSxlBOj/^^
'.
.
'
vNE-^l^-mt
.STl\}S -^CLf
!fr?;{^^
STO DIS
sm^
Fig. 41.
''^'^
Fig. 42.
S.
XII
La Miniatura
al
Xll.
Manoscritti
mss. bobbiesi mss. liturgici ambrosiani; mss. vari. Le bibbie atlantiche. I mosaici dei pavimenti nell'et romanica. Pavimenti istoriati di chiese lombarde.
Dal
lia;
s
secolo
alle
X al XII nella Lombardia la Miniatura pi affine forme meno colte della Pittura che a quelle pi disciplinate
N
in
il
e complesse.
Lombardia
soltanto,
ma
riflettono esat-
1'
come
Roma non
si
basiliche urbane
^,
cos
non
vi nei codici
Fra noi, in ogni tempo, la Pittura murale dovette prevalere su tutte le altre arti figurative, mentre ove essa era anche meno favorita dalle condizioni del clima, ebbe forse minore importanza e lasci pi campeggiare la Miniatura. ^ Inutilmente cercammo a lungo nei manoscritti romani, eseguiti tra il secolo XI e il XIII, qualche traccia del mirabile divenire di stile che fu a Roma nella Pittura dagli affreschi della chiesa sotterranea di S. Clemente a quelli di P. Cavallini. Pei codici dell'Italia meridionale, alcuni dei quali corrispondono bene alle condizioni della Pittura, cfr. E. Bertaux, L'Ari dans l'Ilalie meridionale, Paris, 1904, pag. 201 e segg.
'
oltralpe,
70
eseguiti
per Ariberto
da Intimiano.
Le miniature
sembrano opera
tecnica
colorire
dei manoscritti italiani anteriori al secolo XIII molte volte piuttosto di calligrafi che
stessa rinuncia agli
di
miniatori.
ricercati
Vi prevale una
dai
pittori
;
che per s
pastoso,
al
effetti
al
modo
tintegdi
pergamena,
di solito
non
cose
figure
di
penna,
cenno delle
luci.
Anche
cos
oltralpe
tra noi
;
si
ritrova la stessa
maniera \
ma non
i i
prevalente
miniatori
come
adoperando
che
del
Ma
l'Italia
ha pur
impronta.
Tali,
per
molte
delle
miniature
Clironicon
e
Vulturnense
;
cultura
per ITtalia
ca-
tempo
del vescovo
Warmondo,
secolo
prodotti in
l'arte
uno
non mancavano
influssi del-
oltramontana,
^.
ma
anche
si
erano
par-
ticolari
Il
messale donato
da
Warmondo
*
aveva ricocomplessa,
strutta,
ricchissimo di miniature
vi
pu
dirsi
esempio
tipico di quella
maniera. Talora
chiesastica,
sono
rappresentazioni di un'iconografia
dettata
da
Il pi bel monumento della maniera " lineare della quale parliamo dovette essere l' Hortus deliciarum in esso l'influenza bizantina costituiva talora uno stile molto simile a quello dei miniatori italiani pi bizantineggianti cfr. C. M. Engelhardt, Hortus deliciarum, Stuttgart, 1818 Stuaub-Keller, Horlus del., Strassburg, 1901. ^ P. ToESCA, Reliquie d'arte, op. cit., pag. 76. Nulla ho da mutare nei risultati delle mie ricerche: V. A. MuNoz, Le miniature del Cliron. Vulturnense (Boll, dell' Ist. St. It. XXX). Singolarissimo documento di tale maniera nell'Italia meridionale tra il sec. XII e il Xlll il poema di Pietro da Eboli nell'Italia superiore, i manoscritti, rozzi ma caratteristici, della Vita Malhildis (Roma, Bibl. Vat.: cod. vat. lat. 4922; Lucca, Bibl. Gov. cod. 2508). 3 Sui codici di Warmondo (969-1001, 1002), cfr. Carta-Cipolla-Frati Atlante paleografico-artistico. Torino, 1889, pag. 21 e segg. L. Delisle, Mnioire sur d'anciens Sacramentaires (Mm. de l'Inst. Nat. de
:
France: Inscript. et B. Lelires, XXXlll, n. 90); Ebner, Geschichte d. Missale romanum, pag. 52 e segg.; C. Contessa, Un inventario della Bibl. Capii, di lurea (Atti della R. Accad. delle Scienze di Torino, XLIV). ^ Bibl. capii. cod. 86. Che il codice sia stato donato da Warmondo, ed eseguito appunto per lui, risulta dalle iscrizioni a e. 1, dalla miniatura rappresentante il vescovo stesso, cinto il capo del nimbo quadrato, e da quella che rappresenta l'imperatore Ottone incoronato (e. 160 v.) " pr bene defenso Warmondo Caesar diadematis Otto .
:
XII
71
Circoncisione di
Cristo
il
fatto
figura della
simile alle
e nella
gine,
bambino
lato,
in
braccio,
invece
fatto, e
da un
presso la Veril
Abramo con
il
il
fonte
battesimale. Talora
testo offre
occasione
:
al
miniatore
di
vivaci
rap-
dell'agonia e
forse
delle
esequie ^
del
Ma
il
vario contericavato
nuto,
sia
esso
derivato
dalla
dottrina
la
clero,
da
fret-
sul
sono contor-
Anche
di ornare
i
nella
al XII, fu
comune
tale
maniera
codici,
artefici sui
quali
ebbero qualche
azione
le cui
le
forme pi
opere
sono del
tutto
informi
ma come
in altre nostre
regioni,
Nello stesso
la
monastero
di
Bobbio,
ove
fior
il
trascrivere
codici,
modo
continuato, non
facile
potrebbe supporre
i
for-
vetusti codici
irlandesi posse-
offrire dei
modelli singolarissimi ^
Fra
luoghi
non vanno
altri
miniature
raramente risentono
come
Torino
(fg.
43)
*,
Rarissimo
riflesso della
'
206 V.)
2
Le miniature che illustrano le preghiere dei morti (ce. 191, 193, 198 v., 200 v., 201 v., 203 v., 205 v., sono documento di estrema importanza sia per la storia del costume sia per lo stile, che rivelano
vero.
Cfr.
specialmente C. Cipolla, Codici bobbiesi, Milano, 1907, tavv. XXXIX-XLI. ^ Cfr. e. g. nel quale le iniziali, zoomorfiche, hanno il ms. B, 159 sup. della Biblioteca ambrosiana colorature rozze e stridule come nei peggiori mss. merovingici v. The Palaeographical Society, II, 121. * Cfr. C. Cipolla, Codici bobbiesi, tav. Lll, LX, LXIII, LXXIV.
;
72
del secolo
(cod.
1).
sono
inf.)
^
in
le
84
purpuree
inscritte
d'oro,
gli
ornati
delle
iniziali e
specialmente
Ma
l'Italia
al XII,
magmantengono una
altri
povera semplicit
di tec-
In
un
salterio
vaticana
(cod.
fra
il
Yat.
secolo
miformi
di alcune iniziali
ornano
^;
codici
irlandesi
le figure
sono
profilate a penna,
giate di
stridenti,
tinteg-
colori a
guazzo,
condo
l'iconografa tradi-
cori,
la
Torino,
liilil.
miniatura
12.
campita
n
di
verde,
lorate
di
tinte acri,
i
le
vesti
sono col'oro,
visi
profuso
lorire
in varie
45).
parti,
riesce a
co-
(fig.
Fu certamente miniato
salterio della Biblioteca di
in
Lombardia
un
Monaco
(Staatsbibl.
cod.
lat.
'
cit.,
n. 112).
Vattasso e Franchi be' Cavalieri, Codices Vat. Latini: cod. 83. L'influenza degli antichi inss. irlandesi posseduti dalla badia di Bobbio si scorge anche in qualche altro codice: Cfr. C. Cipolla, Codici bobbiesi, tav. LX.
^
Cfr.
XII
73
Per
la
miniatura rappre-
modello un esemplare
seggio,
la tunica del
(tav. IV).
profeta ornata di
ociili,
e l'intiero
schema
della
composizione
Anche
gli
ornati e le
iniziali,
composte
di
figure,
;
ma
ed espressivo,
loro
siano
colori nei pi
afTreschi
di
inculti
Verona
(fig.
e di Galliano
46 e 47).
Fra
manoscritti
superiore,
dell' Italia
do
al
di rozzezza dal
tuno ricordarne
con certezza
alla
regione lombarda.
Un
libro di varie
decessore di Ariberto
Fig. 4J.
84, inf.
con
con tocchi
com48)
^.
Warmondo
d'Ivrea
(fig.
possono dar
' Che il ni'), provenga dalla Lombardia appare dalle molte note censuarie del sec. XI, inscritte " ambezago, a e. 1, nelle quali ricorrono nomi di piccoli luoghi dei dintorni di Milano cavanaco, caponago, concorezo, arculi, belusco, ronco, uximate, calugate ......
:
in parte
Burlington F. A. Club; Exhibition of illuminateci Mss., Londra, 1008, pag. 4. 11 ms., gi posseduto da Carlo Emanuele III re di Sardegna, appartiene ora al sig. C. W. Dyson Perrins. Non abbiamo ancora avuto occasione di studiarlo direttamente.
^
10
74
saggio della povert d'illustrazione nei libri liturgici delle pievi rurali. Nel
ini",
bis), forse
non
vi
sono che
iniziali, rozze,
trovano
iniziali
abilit, e di fronte al
canone
il
rozzamente
tra
delineato
la
crocifisso
il
Vergine e
Battista
men-
tre
gior correttezza, e
non sendi
za qualche
flusso
traccia
in-
bizantino, le
figure
(fi-
ambrosiano
(cod. D. 87
sup.),
chiesa di
Vittore di Be-
dero
spetta
in
Val Travaglia, e
ad epoca alquanto
di
pi
recente
quello
di
del crocifisso
e
si
maggiore,
sopra della
ma
esecuzione
trascurata, informe.
Fig.
-15.
Lombardia risentono delle fiorenti condizioni della Pittura una maggiore fermezza del disegno e per il migliorarsi del
In
un grande volume
di vario contenuto,
composto per
la cattedrale
Cfr. L. Delisle, Minoire, op. cit., n. 72; Ebner, Gescli. cedente questo ms. contiene non l'intiero messale ma soltanto sacramentario. Nella miniatura della Crocifissione (e. 182 v.) tracciate da mano pi sicura.
op. cit., pag. 71. Come il preorazioni da recitare nella messa; un le figure dei due ofTerenti sembrano essere
d. Missale,
le
Tav. IV.
Monaco, Staalsbibl.
cod
lat. 343.
XII
75
le iniziali
tinteggiati
:
ma
nelle
illustrazioni
maniera consueta
miniature
profili a
delle
delle
maggiori
feste
dell'anno
pi
frequenti
composizioni di un'inge-
nua
libert, tali
da ramminia-
mentare anche
le
War-
mondo Un
d'Ivrea.
salterio della ba-
Biblioteca civica di
tova,
Mandi
ha illustrazioni
quali
si
il
afferma chiara-
mente
consueto
stile,
lorito
in altre
nelle
Davide
50),
fra
il
musici
trasporto
dell'Arca
un'insolita
di
;
ricchezza
tinte
di
lumeggiature
in
il
altre
s'intravede che
miniaFig. 46.
Monaco, Staalsbibl.
cod.
lat. :l3.
con procedimenti pi
torici,
pitci
51)
^.
Saltuariamente, e in
tistica costante, si
modo
pi
complesso
pi importanti.
' Bibl. capitolare, cod. 65. A. Venturi, Storia, antica nota dell'obituario contenuto nel volume.
III,
pag. 453.
Ricaviamo
la
data del
1146 dalla
pi
1905.
A. Venturi, Storia,
III,
pag. 448
R. Bellodi, //
monastero
di S.
76
Un
colta,
manoscritto
ambrosiana
di
Milano ha
racsolita
Ambrogio
tracciata nella
di tinte
maniera
ma
52) ^
colorita con
una variet
che tende a
mouna
dellare le
forme
inf.),
(fg.
Una grande
ambrosiana
d'
(cod. B. 48
milanese
^,
ornata
:
il
Cristo
troneggia
tra
simboli
degli
Evangelisti,
venerato
da due devoti.
ro PNE
DAVID
1
i
,1
'
.j cizz
m uou tv d txcoo
cod.
lat. 343.
k.;*.
itrvcrvtfro
invxherM^^uLum dortiuirn^t^^
Staatsbibl.
:
Fig. 47.
Monaco,
dalla
Madonna
e dal Battista
atteggiati
secondo
lo
schema
della
orjats.
il
Il primo ms. contiene i Moralia di S. Gregorio il secondo, in due volumi, le opere di S. Ambrogio:' entrambi sono senza segnatura. Nel ms. delle opere di S. Ambrogio la miniatura (fig. 52) rappresenta prostrato ai piedi del santo il canonico Martino che fu preposto della basilica ambrosiana a mezzo il secolo XII. ^ Nel frontespizio si afferma che la bibbia secondo il rito ambrosiano ma non sappiamo per quali argomenti. Possono unirsi alla bibbia, per correttezza di forme e per influenza bizantina, un messale della Basilica ambrosiana {sec. Xl-XII), e un altro della Bibl. capitolare di Novara (cod. LIV) nel quale un'iniziale figurata ripete una composizione ch' pure nel precedente (fig. 54), e la crocifissione fortemente improntata all'arte bizantina (cfr. Cauta-Cipolla-Frati, Atlante paleografico, op. cit., pag. 28) un terzo della Bibl. ambrosiana (cod. T. 120 sup.), e infine, un altro messale della Bibl. capitolare di Piacenza (cod. 42), della seconda met del sec. XII, ove in una miniatura il Cristo troneggiante sull'oltremare vi'
;
(fig. 55).
XII
77
larga influenza dell' arte bizantina sul miniatore, che stimiamo operasse
nel secolo Xll
(fig.
53).
Ma
quale
altro
documento
forme
del
stile
il
rotulo
membranaceo
della
furono
ritratte le pitture
che ornavano
Eusebio in quella
^.
ij>trtc-xit
'"
-T:
>prcc-4.w^
, .*
,\Kiir!Xl1
i^iy>C
per
Fig. 48.
sig.
citt.
la fa-
cile
spontaneit propria a
siffatta
in questa parziale
enumerazione
^
di
ma-
lombardi
le
scritto l'anno
e.
le
bas.
di
S.
Eusebio (Misceli, di
St.
patria,
^
XXX, Torino,
F.
st.
lombardo,
78
1180 per la
nelle quali
il
Cremona, rappresentanti
la
le
figure
dei mesi;
disegno tortuoso e
coci, sel)bene
appena
sensibili, del
nuovo
stile
gotico
(fg.
56).
di
mae
noscritti
mato
atlantico, vergate in
loro lacunari
pei
fogliami,
niature figurate
^;
ma non
di
troviamo
tare
sia
modo
la
accerorigine
che
loro
lombarda.
Vi
tuttavia
ragione
di credere
che
gli
enormi
scritti e
volumi siano
sima regione
ora,
stati
medeper
la quale,
non
si
pu determiche fosse
rito
rammenta infatti
quello
Fig.^49.
di S. Elia di
Milano, Bibl. ambrosiana
:
Nepi
nel
cod. A. 24 inf.
raffronto
pur da osseri
sia
'
S.
Berger, Hisloirc de
la
Il
Avendo riguardo
cfr.
R. Bibl. cod. 386 1) Parma, ch'egli credette di origine milanese, anche altri volumi atlantici Garta-Cipolla-Fra.t[, Atlante paleografico, op. cit., pag. 29. 2) Monaco, Staatsbibl, cod. lat. 13001 Bibbia 3) Roma, Bibl. Val.: cod. vat. lat. 10405. Bibbia donata da Enrico IV al monastero di Hirsau (fig. 57). cod. B. 47 inf. Bibbia. 5) Milano, Bibl. Anibr. proveniente da Todi. 4) Milano, Arch. di S. Ambrogio
gruppo
6)
(sec. XII). la
bibbia della Bibl. di Perugia (cod. L. 59), che si pu assegnare al prindi alcune sue iniziali corrisponde agli ornati del suddetto gruppo. 2 Cfr. tale particolare nella bibbia tubertina (Cod. vat. lat. 10405) e in quella della Bibl. di Parma, che proviene probabilmente dall'Italia centrale.
Di tipo assai pi sviluppato
ma
ancora
la
forma
XII
79
lorando
di
non
tica
si
trattasse di
un solo indumento.
e
DifTerisce
della Biblioteca
ambrosiana (cod.
agilit
testo
in
leggieri
disegni,
avvivati
talvolta di
~-r^r"vr-e..--r.-~y..'.-.-r'^*ieT'--^-.n:it.7*,
meridionale durante
XII secolo,
ma non
eh' essa
si
pu escludere
po-
che da un artista
superiore, ove
i
dell'Italia
disegni del
di
rotulo
della
cattedrale
quali
si
scorgono pi chiari
vocate a confronto.
Mantova,
decorazione
eseguiti
sia in
quelli
si-
nistra dell'altare
maggiore
dipinta
l'effgie
un velo
bruni proflano
la figura, ch'
modellata
'
Il
ms. pu attribuirsi alla fine del sec. XII: esso va distinto dalle altre bibbie anche per
il
genere
degli ornali.
2 Anche a Siisa nella base del campanile di S. Giusto, del sec. XI (T. Rivoira, Origini, pag. 228), che sembra racchiudere avanzi d'una pi antica costruzione, le pareti hanno tracce di vela dipinti con figure di cavalieri profilate semplicemente di nero.
80
ma
una maniera
si-
comune
nelle miniature
stile
58).
Pi
si
in
altro
genere di decorazioni,
ijiT^-^rv
D\
\J
Fig.
5L
cod. C,
III, 20.
che non
si
il
Era
lora
citt,
tempo
di
in cui
la
la
vita
civile
rifiorente
il
materiava ed esternava
vari
propria forza e
regione,
le
regione
in
nelle
cattedrali
che sorgevano
nelle
popolavano
campagne.
la
Lombardia innalzava
Xll
ai
Como,
di Pavia,
Cremona,
di Piacenza, alle
artefici
princpi
la
fecondi
Scultura
nuove forme
d'architettura.
dopo
secoli,
anche
le cose,
;
ascendendo
e nella regione
Fig. 52.
Milano, Archivio di
S.
Ambrogio: Opere
di S.
Ambrogio.
circumpadana, dalle rudi decorazioni delle chiese di Milano e di Pavia, merc Wiligelmo, Nicolao e i maestri che uscivano dal bacino del lago
di
Como,
giungeva
all'
austero
possente
naturalismo
di
Benedetto
Antelami.
Sulle facciate delle cattedrali
storie della Genesi,
le
gli
scultori raffigurarono
profeti,
le
vite
umana
82
al
popolo prosternato
le stesse
cose familiari, o
:
gli in-
la cultura
il
pavimento,
di
Cremona
immagine
del volgo,
il
quale sostenta
Ancora per
superiore
restano
avanzi
di
pavimenti di
Marche, se
ve ne sono nelle
Romagne
e nelle
pu attribuirne
alla
l'
uso
specialmente
bardia,
Lom-
sebbene essa ne
Composti
di
tessere
e nere,
marmoree bianche
talvolta avvivati
anche
di
marmi
coprivano per lo pi
presbiterio
,
talora
tutta
gli
che
li
riquadraespressi
bi-
vano.
Vi erano
ne
Milano, Bibl. Ambrosiana: cod. B. 48 inf.
genere
le
pi
freri-
figurazioni
leggende cavalle
i
geografa e
di
cosmologia
la
comuni
o
rappreconcetti
vita
quotidiana
' SiCARDi Mitrale {Pati: lat. CCXIII, 40 e segg.): pavimentum, quod pedibus calcatur, vulgus est, cuius laboribus Ecclesia sustentatur ,. 2 Cfr. Bonn, 1873; E. Mntz Etndes E. Aus'm Werth, Dei- Mosaikboien in St. Gereoii zi Cln L'Art dans l'Italie meridionale, Bertaux, iconograpliques, Paris, 1887; A. Venturi, Storia, 111, 421 e segg.; E. op. cit., pag. 483 e segg.
,
,
83
arti.
morali
plici
Sem:
forme,
come
nelle miniature
non hanno
si
fermezza di segno e
canoni
stilistici
che
si
trovano
i
cos che
visi vi
deformano,
movimenti
e vi
vi
s'
appaiono disordinati
intravede
un certo
spirito
miniature.
diffcile
i
distribuire
mosaici
dei pavimenti in
una sicura
,
successione
cronologica
anche,
molte volte,
deter-
minarne
molto
secolo.
ristretti
del XI e XII
ci
scarso
aiuto
delle
iscri-
pu venire dall'esame
forme epigrafche nelle
zioni che sovente
si
trovano
meno
niti
incerti
di
quelli
for-
dallo
del
stile.
Nei
framdel
menti
pavimento
duomo
rali
spontaneit di disegno
li
Novara,
rende simili
alle
miniature
Warmondo
di
essi
potrebbero
tra
il
perci risalire
all'epoca
della
ricostruzione
e
il
quel
duomo,
i
secolo
e XI. Pi
pi recenti,
mosaici del
forse,
duomo
di
Acqui
volo
d'Icaro,
curiose
scene
di g-
' F. Patf.tta, Studi storici e note sopra alcune iscrizioni medioeuali (Ment. della R. Acc. di Se. Leti, ed Arti di Modena, 1909, pag. 247 e segg.). La data del 1067 inscritta nel pavimento si riferisce alla consacrazione del duomo di Acqui, ma probabile che il mosaico sia stato eseguito in tempo non molto po-
steriore a quell'anno.
84
ritrovati
duomo
di
Venti, riunite in
di varia
tf>ronifcrdominiticnibu9
^ tuf
S
clr.
V.
- ....
. ,
.. ..-
"r-V
4>;
Fig. 55.
42.
'^
ove sono
Fiumi
le figure dei
Torino (Bull. d'Arte, 1910, I e segg.). mosaici di Aosta furono assegnati all'et romanica da Aus'm Werlh e dal Venturi; i quali tuttavia non osservarono come essi appartengano a due epoche distinte e come la parte pi rozza con figurazioni dei Fiumi e di animali fantastici sia la pi recente: cfr. P. Toesca., Aosta {Catalogo
'
'
Giustamente
e d'antichit del
Regno
d'Italia,
Roma,
1911).
85
epoca sono
XI e
XII,
nei quali ricorrono gli stessi elementi iconografici che nei mosaici del Pie-
monte
le
figure
Forme, contenuto,
regione lombarda.
et
non
diversi
hanno
flttrtit
yf '^''
ta^caefti&*
\J^
Fig. 56.
Cremona,
Adone.
di
S.
Salvatore
in
un ospizio di
glorioso
il
' Coi pi noti mosaici di Piacenza, nella chiesa di S. Savino, ricordiamo il piccolo ritrovato nella chiesa di S. Eufemia, rappresentante un cavaliere che assalta un drago.
frammento,
abbia asse-
^ Per la forma dei versi e per l'iconografia, crediamo clie gnato a buon diritto quei mosaici, ora perduti, all'evo romanico.
il
Giuuni (Memorie,
1,
50-51)
86
Vercelli,
il
pavimento
funerale
di S.
Maria Maggiore
i
fu istoriato
con scene
la scritta:
bibliche,
con
la figura di
il
Davide
della
fra
musici
finta
vi si vedeva,
con
AD RiDENDVM,
volpe,
morta, celebrato
dalle gal-
ihurrt
ecmuciom ntxcumciectwmlnj
mmcatmx^cvLm nuncfixjrAnm c^at^^hx, cuUim f{Tcamwttr'dumadp(intrd'pi curhtfhnirp tipcf^h^bUani^t^auwi mficumppt flqnifuenraitd.tnt. ft0ma\om^ acua.eie$M>utwte:gtTma^i crdeMczeua
NCPP1WUO0VS
'IrM.-'CVM
I
S IFR^
ynTiiteimir
f >;
P11
Cii^ Pi^*' I
e 0 S
PBRIiNESAtAPTVP?HAPKoPHA.$VIDf
iS
K.
V,Vf
'
R.O
MF
PHAf
S tpuilrlu/>i^ufr'
mtafeoTcHmia
ifptrixfocKfiinztr
f '*'*
cujvgd mfcsn;mfaDu<unimcfajSblifTi
(nC1?ESA7AS PR^OTHAt
'";:' .T<T<-diAT^]timuf;
f.^-'.'^-
A cpnmu/ncfeiriM
tiiifiitn.-
aiutrpt-jttUa-ntibUJ'aitrtunf
Jg;<^*r
n/'.utejxrum ^t/ndtJaicUi.utfrrifanr
fVmtftrrionirnuroanri-Kurripruc
'*^' n^fi>nferaATtj,Dnmittnjmhoc.td!a
/^^ '
fttoq',
'"
^tcn*-xdliciktuiom^reai
Jri/ <'',Ioti\r^ua'-mtmf)<>f1iwJmtKdrinar' [/f^y . fnmunu:- nitiimtllt<av Minefurlc /y' savh^c(a,pait^ marUb; pti/n ma^
mirUfyatjhlhdwf'fl'cnrt
V^^ptcuaiaJifrptcgrAuiWtauiaa'
Fig. 57.
Monaco,
line ^
di
Novara
il
presbiterio
ornato di un
:
il
Pec-
' perduto il mosaico rappresentante David e i cori; molti frammenti di altre composizioni si trovano murati nell'atrio d'una casa di Vercelli altri giacciono, ancora scomposti, in un'arca del Chiostro di S. Andrea. Lo stile non d ragione di contestare (A. Venturi, Storia, 111, 433) la data del 1040: cfr. G.
;
Colombo, Docuin.
e notizie
intorno agli
87 Venti
la
i
Fiumi
simboli
organicamente
decorazione,
come
nella Pittura
murale
sono intercalati
Fig. 58.
Milano,
S.
Ambrogio:
affresco.
immagini
di animali diversi,
la
forma
mosaicista conobbe
le
forme ornamentali
i
bizantine ^
mosaicisti
'
le parli
conviene distinguere in
essi
88
rappresentarono storie di
Abramo
e di
e fattura
tra-
pur
e
si
unirono
immagini
denze o
di
"
monstra
di
giocolieri,
di
lottatori,
60) ^
Fig. 59.
fico,
il
di
San Benedetto
di Polirone
recante la
data del 1151, con figure delle Virt tracciate in sobrio e preciso disegno
di
meandri,
con
delle
preziose
stoffe
lavorate
dall'Italia
meridiosovente
di
nale
antichi inventari
(fg.
42)
^.
L'imitazione
' Nei mosaici di Casale il colore pi vario che nei tessere rosse e gialle; alcuni particolari di tessere rosse. * Aus'm Werth, op. cit., pag. 15.
precedenti:
le
>
89
simili modelli
possono essere
quanegra
anch' essi
all'
et
romanica \ ed
in quelli di
Ac-
sul Chiese.
affinit tra loro
i
pavimenti
Cremona
"
e di Pavia.
mosaico del
camposanto
.,
di
Cremona appartenne
forse
ad un
edificio anteriore alla ricostruzione della cattedrale, del principio del XII
secolo
non pu
i
tuttavia riferirsi
altri
mosaici perch
suoi ornati
e,
in parte,
sue
figurazioni
come
in stoffe orientali
Fig. 60.
Casale Monferrato,
S.
Ma
la fattura
vi
pi
Fra
altro, lo
strano
CENTAVRVS
lineati
di
giallo,
gambe. N meno
si
iMPiETASJ
trafiggono
[fides]
cit.,
tav. VII.
12
90
uccide
distinto
con
l'
asta
la
discordia,
giallo
ingemmata
(fg.
il
64).
Agata
^
;
anche a Pavia
fu
mosaico di
S.
e in quello di S.
il
Minotauro,
e di cla-
Davide
e Golia,
mide azzurra,
tra le personificazioni
mesi
(fig.
61)
^.
Fig. 61.
il
colorito
le
gareggiava
di
ricchezza con
della
lotta
mosaico
s'
di
Cremona ma
rappresentazioni
alla
dei
Psychomacha
di
Pru-
denzio
^.
sono ora nel Museo di Cremona. Dall'Acqua, La basilica di S. Michele, Pavia, 1875; C. Brambilla, La basilica di S. Michele, Pavia, 1876, pag. 42 e segg. Per il pavimento di S. Pietro in ciel d'oro cfr. Arie il. decorativa e ind., 1895. Secondo il Cipolla (Il velo di Classe in Gallerie Naz. II., Ili, 240) le date dei mosaici di Pavia e di Casale oscillano, per caratteri paleografici, tra il X e l'XI sec. ^ C. Brambilla, La basilica di S. Maria del Popolo e il suo mosaico, Pavia, 1876.
'
di S.
Agata
ornati a
II,
meandro
;
^ I.
Roma,
1699,
3 e segg.
G.
91
A
un
tale serie di
pavimenti
si
aggiunto
il
test,
altro vasto
della chiesa di S.
attuale.
Colombano di Bobbio assai pi bassa, un tempo, della Frammentario e lacunoso, diviso in pi zone istoriate, fregiato
di
meandri
di
dentellature.
Vi
erano figurati in
^
;
doppio ordine
vi
si
veggono anche delle figurazioni fantastiche, un centauro che combatte la chimera, un essere mostruoso |lemnasj che assale un drago (fg. 62). La maggior parte del mosaico occupata da alcune storie tratte dal Libro
dei Maccabei, le quali sono eseguite
con
singolare
variet di tinte e di
Fig. 62.
Bobbio,
S.
Colombano: mosaico
di pavimento.
particolari
hanno anche
varie,
delle
gualdrappe
variegate
guerrieri, muniti di
armature
Dei Mesi, cii'erano figurali sotto una serie di arcate, non conservata che la figura dell'Agosto con Novembre col Sagittario, e un tratto del Gennaio. Non sappiamo trovar ragione dell'apparente disordine in cui son disposte le figure. ^ Le scene bibliche occupano tutta una zona del mosaico, e si estendono anche per met della zona soprastante a quella. Nel mezzo della zona principale una citt munita di mura e di torri |antiochia| dentro la quale stanno alcuni saettatori mentre altri armati escono in gruppo a difendere le porte dai nemici [pagani] che muovono all'assalto coi cavalieri e con un elefante. Ad un estremo della stessa zona figurato Antioco [antiochvs rex| sotto un padiglione; all'altro estremo sta una figura seduta, forse Matatia, in atto di parlare a cinque armati: ma di tali parti, che furono scoperte nel 1911, non ho conoscenza diretta. Nella zona superiore i cavalieri di Giuda [ivdas macuabevs] inseguono quelli di Gorgia [gorcias] che riparano, fuggendo, entro una citt.
'
92
ma
tinteggiati
di
car-
anche
di
(fg. 63).
Per
la
mosaico
di
Bohhio
da riunire
coi mosaici di
Cremona
di Pavia,
ma
li
supera, sehhene
non possa
Fig. 63.
Bobbio,
S.
Colombano:
difensori di Antiochia.
stile
altri
pi
comune
^.
' Ricordiamo in questo luogo, a mo' di aggiunta, alcuni importanti manoscritti della biblioteca Capitolare di Vercelli di probabile origine lombarda (cfr. R. Pasti';, Ulto Eusebiano neVArchivio vercellese
93
Id., Manoscritti miniati della B ibi. Capitolare nelV Archiuio cit., 1910). Il cod. CLXV per l'iconografia e per lo stile dei disegni delle sue prime quattro carte. I quali si possono attribuire al secolo X-Xl, ma sembrano derivati, per la loro ampia maniera, da un esemplare assai pi antico, soprattutto nelle figure dei SS. Pietro e Paolo (ce. 2) e del Cristo, che seduto fra due angioli. Elena e Coslantino (ce. 4). Il cod. LXII del secolo Xl-XIl, anch'esso ornato di disegni a penna, con qualche tinteggiatura e in alcune parti (ce. 22 verso) dimostra, negli atteggiamenti contorti delle figure, l'inllusso di un esemplare carolingio. Il eod. CXXXVI della fine del secolo XII, fortemente bizantineggiante nel disegno della Crocifissione. Non potemmo esaminare il cod. CXLVII.
di Storia
ed Arie, 1909;
singolare
Fig. 64.
Fig. 65.
Milano,
S.
Ambrogio: mosaico
dell'abside.
Svolgersi dello
stile fra
il
secolo XI e
il
Como,
S. Pietro al monte di Givate. L'influenza bizantina sulla Pittura nella Lombardia iconi della Madonna; dipinti vari; il mosaico dell'abside della basilica ambrosiana.
:
Rare
di
una continua
nella
;
Lombardia durante
tempo ha
due primi
secoli del
nuovo millennio
i
valgono a congiungere
il
grandi
monumenti che
gli
ri-
uni dagli
riva
del
altri.
la
lago, la chiesa di
San
ruderi
del
vecchio
edilzio allora
il
al
nuovo, assai pi in
per
il
96
non
'.
li
restituirono alla
luce
sorte
comune
Le due absidole
paraste che
le
sono
ma
da un pi recente
;
affresco rappresentante la
Madonna
col
nella
vicina
parasta,
molte
storie di
stretti riquadri, e
mera
fasce
tutte,
reliquie di santi
La
figura
meglio
conservata
fra
orli
ingemmati
il
manto
le
copre a stento
al
gli
omeri, secondo
;
il
costume
XIII secolo
La santa
di
una
:
apre
la
mano
e
ha
ampi, a
leggiere
ombre verdi
(fig.
con brusche
luci
ocraceo
66).
sul
medesimo
una
strato di
veggono
altri resti di
decoradi
inserita
;
figura
una grande
volge in alto
viso barbato,
delle
sante
degli apostoH
(fig.
89).
prima della sua ricostruzione (1644), cfr. S. Monti, Visita di Ninguarda I, Como, Como, 1902, 107. Gi nel 1876 era slata scoperta una parte dei ruderi {Riv. Arch. della prou. di Conio, IX, 4) nel 1906, accondiscendendo alle mie preghiere, il benemerito architetto A. Giussani prosegu gli scavi con ottima fortuna (cfr. foglio comasco L'Ordine, 1906,
'
14 ottobre).
2
n Barelli
{Riv. Arch. di
Como,
XIV quelle
pitture che,
tulio discolorate, si
le
epigrafi, ai
Le otto figure rappresentano probabilmente le otto sante le cui reliquie erano deposte entro secondo l'iscrizione dipinta sull'attigua parete: ". Aldegundis Liberate et scar. Aff Fausline Paule Laurentie Veronce Cristine . * Forse il favoloso unicorno era figurato nello zoccolo sottostante all'iscrizione. Il velo bianco che avvolge il capo della figura d motivo di credere ch'essa rappresenti un profeta; e ripensando all'alfresco dell'arco trionfale di Galliano, si pu congetturare che il dipinto rappresenti Eliseo in atto di contemplare Elia rapito in cielo cfr. l'affresco di tale soggetto in una delle volte della cripta della Cattedrale di Anagni (P. Toesca, Gli affreschi della cattedrale di Anagni in Gallerie Naz. II., V).
^
l'altare,
XII
97
pu essere
fram-
Uno
....
dei
due
lati
incomincia con
.
le
parole
XXI
nome
del vescovo
di Gonio, Rainaldo,
sono coevi ad
essa,
dovrebbero pertanto
essere
attribuiti
Ma
l'iscrizione
po-
commemorativo
della deposizione
Fig. 66.
Como,
S.
Giorgio: Sanie.
delle reliquie,
come sembra
la
stilistici.
dell'epoca
pi
di
Ariberto
pii
da Intimiano
Como
la
complessa,
far
penetrata di quella
col
influenza
dell'arte
bizantina
che
si
sempre maggiore
del
tibicine
proce-
Ancora
bizzarra
figura
'
Fra
vescovi coiiiensi
il
cui
98
pole
trebbero essere
tratti
enormi del
sebbene
con
ma
in quella,
degli
Como,
l'esecuzione
pi
accurata,
e
ai
meno
vigorosa,
risponde gi interamente
canoni tecnici e
si
stilistici
che
affermeranno
sem-
Le forme
l'o-
non hanno pi
di
riginalit
aspetto
eh'
Galliano
sono pi comsi
poste; gi
tro
adagiano enva-
molto tempo.
sebbene man-
ombre verdastre
fusione
sui
sulle
carni,
giore
vesti-
consuete
ap-
lumeggiature
bianche
fondo.
nel
tratto
Oleggio,
Oleggio,
S.
Michele: Abramo.
montagne
dei
laghi
lom-
bardi, la vetusta
S.
chiesa di
una vastissima decorazione sotto la calce che ne ricopre le pareti. Per sue forme architettoniche l'edifcio risale al XI secolo, ma le pi ane forse
si
dubbio posteriori
di
alquanto
al
primo tempo
coprono
lo spazio di
sentano esse una scena non bene decifrabile, con due gruppi di cavalieri
XII
99
frammento d'una
mostrano
gli affreschi
affrescata
pendono corone
quali tiene
nel
tre patriarchi,
il
uno
dei
suo
modo,
diffuso
Fig. 68.
Prugiasco,
S.
Carlo: Cristo e
gli
probabilmente
seno di
dall'arte
(fig.
bizantina,
Il
di
rappresentare
Abramo
67) ^
disegno,
che s'intravedono
nelle pareti della chiesa, siano di epoca alquanto pi tarda di quelli dell'abside
essi
:
dei
tempo,
Carlo
di Prugiasco nel
Canton Ticino
(fig.
68)
^,
dove
sono
'
Vedi
duomo
stero di Firenze.
loro tipo diffuso anche nell'arte occidentale durante l'et romanica efr. A. Haseloff, Eine thiiringisch-sdchs. Malerschule des XIII Jahrh., Strassburg, 1897, pag. 183 e segg. ^ J. R. Rahn, Die miltelaU. Wandgem. in der ital. Schiveiz (Mitth. d. antiq. Gesellsch. in Zirich, XXI, 6). Per la forma delle iscrizioni propendiamo ad attribuire gli affreschi di Prugiasco al sec. XI-Xll.
100
della Pittura
Dinanzi
costa della
l'oratorio
d'affreschi.
alle
la brulla
montagna
di
S.
Benedetto
del
gi
osservammo
farsi
l'altare
coperto
Quando
pi miti
la vita
un monastero benedettino
laghi
Diacono
cospetto
cielo
^.
compose
il
dei monti
dei
specchio
al
Poi, cresciuta la
monte
ad
Albenga ^ E pot
di
meno numerosa
stabile
e
monaci mentre
Sul
convento
del
piano
offriva
pi
agiata
dimora.
incerte
costruzioni monastiche
di sostegno col
di
il
vestige
del
muri
dove
una torre
S.
fra le quali
sorgono l'oratorio di
S.
Benedetto e l'ampia
chiesa di
Pietro.
Le vicende
che
dato
il
della
la chiesa, nel
monastero
di Givate,
il
monastero del
la
In
tempo pi tardo
chiesa
si
' G. Longoni, Memorie storiche della chiesa di S. Pietro al Monte, Milano, 1856; V. Barelli, S. Pietro monti di Civaie (Riv. Arch. della prouincia di Como, 1881); M. Magistretti, S. Pietro al monte di C. {Arch. st. lombardo, \896, VI, 321 e segg.) Id., Appunti storici nell'abazia di C. (Ibid., 1899); D. Sant'Ambrogio S. Pietro al monte (Monitore tecnico, 1904). 2 L. Trauue, Textgesch. d. Regala s. Renedicli (Abhandl. d. k. haijer. Akad. Hist. CI. XXI, 1898, pag. 642. ^ Su tale traslazione, cfr. F. Savio La legende des SS. Faustin et Jovile (Analectu Boll., XV, 24). Secondo il Savio il trasferimento dei monaci dal monastero di S. Pietro a quello di S. Calocero al piano avvenne probabilmente tra l'anno 841 e il 1018; secondo il Magistretti (S. Pietro al Monte, Ice. cit., p. 329)
ai
Cfr. F.
Origini,
chiarite,
pag.
ma
l'architeclure lombarde, Parigi, 1865-1882; pag. 82 e segg.; T. Rivoira, Le vicende architettoniche della chiesa di S. Pietro non sono ancora intieramente qui non opportuno trattarne se non per quanto ha rapporto col nostro argomento.
210.
XII
101
come
da
rite-
sia
stata
mutata l'orientazione
costruendo
l'ingresso,
ed aprendo una
che ne fu
fu
All'esterno quest'abside
dare accesso
superiore ove
bifore e nel
alla
si
nuova
porta.
mezzo
La
presso
gli stipiti,
in alto, di
un meandro multicolore ha
le
(fig.
69). Sull'arco,
il
Re-
dentore
siccie
;
sta di fronte
il
duramente con
di strie rosse
le
;
tinte ros-
la
sua barba
sul
suo
manto
trite,
un davo verde,
Pietro
e
pieghe
a
sono
con
luci
che
le
irradiano rigidamente.
le
Paolo,
lato del
le
Redentore, protendono
e
il
chiavi
di
libro
loro
visi,
hanno
forti contrasti
colore, tra
il
il
verde
li
che
ri-
ombreggia
schiarano. Tal
modo
e
di colorire
non
giore fusione
Sulle
vesti,
le
ri-
corpi, le lumeggiature
sono sovrapposte
quasi
gidamente
ai colori del
frastagliati
fossero
mezzo d'un cartone traforato, non altrimenti che nell'abside di Galliano, e a Como, e ad Oleggio. Al sommo dell'affresco una lunga scritta, della quale non restano che
poche tracce
l'arco
si
:
illeggil)ili,
Redentore
intorno al-
CVLPE
STI TIRI
la
Spalancata
porta
consunta,
ecco
l'interno.
La chiesa ha una
quale sorge alto
il
sola
ci-
l'altare sul
le pareti
sono scialbate
si
non
v'
il
potrebbe dire
e
70).
Quivi era in
amplissima,
sovrastava
cripta
Magistretti,
S.
cit.,
duale (Monatsh.
f.
Kiv.,
102
piano inferiore
il
un muro sostenuto da
lo spazio
venne suddiviso
riserbando
la
cam-
pata di
spetto
mezzo per l'accesso alla porta e praticando due absidiole in prodelle campate laterali. Tale icnografia pu suggerire che la trasfor-
-''"
"'
;^
i'-
.^^';4sls>
1
U
'A
rig. 69.
mazione
sia
stata
si
fatta
la
porta
nell'abside,
proftto
questa non
prestava
culto,
ma
pur
si
volle
trarre
Le colonne,
capitelli, le scorniciature, le
transenne che
fiancheggiano l'andito della porta furono allora formate o rivestite di stucchi con ornati ricchissimi; le pareti e le volte fuono coperte di affreschi.
XII
103
due
lati
un
identici
nella
loro
composizione \
destra,
sul
campo verde
Fig. 70.
Givate,
S.
Pietro: nartece.
ar-
CELLVS A
una lunga
col
pastorale:
accenna con
Entrambi
gli affresclii
sono
coperti.
104
verso
lui
;
un gruppo
le
di
fedeli
che, intenti,
protendono
le
mani verso
una grande
di
e
:
sue
parole
sono
iscrizione
AVDITE
FILII
ET INLVMINAMINI ET SA
Fig. 71.
Givate, 8. Pietro:
S.
Gregorio e
penitenti.
sinistra,
S.
anch'egli reca
in
il
quali, stretti
:
gruppo, lo
venite
FILII
due affreschi
(fg.
71).
XII
105
di
Credalla
mona
si
assolvevano
penitenti
e coloro
Il
che erano
stati espulsi
peccatori, e
si
Fig. 72.
Givate,
S.
Pietro:
S.
Gregorio.
volgeva ad
essi e
li
chiamava dicendo
.
"
:
venite venite
flli,
audite me,
E appunto
per rammentare
ai fedeli la
ne-
la porta, sul
lat.,
CCXIII, 301-302).
14
106
umane,
le
riconciliazione
dei
condo
il
in
che sovrasta
le
dipinte, fu
Fig. 73.
Givate, S. Pietro: la
Gerusalemme
celeste.
'
Entro un recinto poligonale munito di alte torri, sorgono dal terreno azzurro due alberelli giallastri, fra i quali siede sopra un globo verde il
Cristo, in aspetto
d'uomo maturo,
un bastone pastorale
e nella
manto sinistra un
di
gli sta
dinanzi
(fig.
73).
XII
107
di
forti
visi,
naso, e
hanno
le
forme.
capolino da ognuno degli archi degli interturri; su ciascun arco incastonata una
gemma
distinta
col
nome
di
una
ciascun
enigmatiche ini-
Fig. 74.
Givate, S. Pietro:
mistici Fiumi.
ziali ^
la
celeste
Gerusalemme quale
si
fu
descritta
nell'Apocalisse di
tratto
Giovanni ^ Nell'affresco
ritrova
tuttavia
qualche
estraneo
al
'
Si
leggono ancora
nomi
il
significato
diaspis
s.\p
iniziali, delle
quali
non
SiMauagdvs sardonix
nella basilica
in
Hai.
SARDIVS
2
Apocal.
di S.
urbana
laller,
.... SPI .. .... PI .. CHRISOPRASSVS IACINT'. La celeste Gerusalemme, gi raffigurata nei mosaici del sec. IX Prassede, fu tema caro alla poesia (cfr. H. v. d. Gabelentz, Die kirchl. Kiinst.
CIIRISOLIT ..
.
XVI.
Mille-
Strassburg, 1907, pag. 123 e segg.) e all'arte medioevale (cfr. A. Delaborde, Les Mss. peintures de la Cit de Dieu, Paris, 1909, tav. IV; e per la Pittura, J. v. Schlosser, Quellenbuch. z. Kunstgesch. d. abemilnd. Mittelalt., Vienna, 1896, pag. 182 e segg.). Intorno alla rappresentazione delle pietre preziose, che ha sua ragione nell'Apocalisse, v. Barbier de Montault, Fragments d'un Physiologus dii siede a Monza {Reviie de l'Art chr., 1901, pag. 321 e segg.).
MI
108
(fi-
gura
73).
il
fondamento,
sono
scritti
nomi
(tem)pERANTiA
nei
PRVDENTiA
\-
ivstitia]
altre
epigrafi
:
riquadrano
commentano,
l'altra
VISIO
la terza si riferisce al
Redentore ed
simbolo
degli evangelisti
QVATTVOR
IN
TOTVM
appunto
Paradiso. Al
di
sommo
dal
vi inscritto entro
si
un
disco
il
bianco
monogramma
Cristo,
quale
dipartono quattro
di
queste,
sul
quattro Fiumi
livide,
[geon
EVFRATES
TiGRis
fison] Seminudi,
con
le carni,
ombregdelle loro
effondono acque
di
fuor
e
fuseruole
la
di
gemme
della
bianche, rivestono
sottarchi
(fg.
della
volta,
accrescono
vivacit
variopinta decorazione
74).
il
A
gelisti,
simboli degli
evan-
Fiumi erano
figura
poi,
attingendo pi direttamente
volta dinanzi all'absidiola
all'Apocalisse,
di sinistra
i
crociera, sopra
di
verde e di rosso
uno
degli angioli
(fig. 75).
loro visi
le
hanno un
ombre
i
verdi che
cerchiano
guance,
manti
tratti
gialli
membra, sono
da
bruni,
XII
109
nei
strati
^
:
candidi,
orli frastagliati.
Nei
PERTONAT ORE
Entro
la
ricopre,
la
figura
un cheruinno
due angioli
esialati
cos
come Siccardo
^
;
di
Cremona
e a far
corteo al Redentore,
Ogni gerarchia
mostra con
dei
quali l'uno
si
mani
in atto di orazione,
mentre dietro
sue
ali si
visi,
affacciano
due suoi
con
la variet di tinte la
entro
vicina volta
pur
sulle
vesti
nimbi,
le
nei
quali
il
colore
si
varia di gruppo
in
gruppo,
pili
di
(fig.
figura
76).
in
figura,
tinte
diverse
accordano
nei
toni
vivi
La decorazione
rete,
con
categorie
dei
forse seguendo
Ancora
coreti
[.
.
.
si
dell'
intonaco,
il
(fig. 77),
figure
dell' affresco
apocalittico nell'ampia
lunetta
tutta
sua ricchezza,
di
scanalature
nei
morbide
foglie di acanto
capi-
'
Le lacune delle
iscrizioni si
lat.,
vi lesse il
Longoni (op.
cit.,
pag.
7).
CCXIII, 40 e segg.).
110
telli,
circondano
quasi
le
e di
fibre
al
sottili
lavorate
metallo,
incorniciano
riquadrano l'arco,
Fig. 75.
Givate,
S.
sommo
del
quale,
entro un disco,
modellato
(fg.
il
mistico agnello.
Le
78).
si
snoda un
enorme
XII
111
La
bestia
sembra
cella,
svellere con la
coda
le stelle di
cielo
mentre con
ed ha
le fauci saettanti si
il
una
coltrice
Fig. 76.
ai
il
stende su di
un padiglione
il
di raggi.
Ma
Cristo troneggiante
entro
un'aureola fra
il
e mentre
uno
di
questi
gli
presenta
neonato
' Secondo Tu. Fuimmel (Die Apokalipse in den BilderliaiKschi: d. Millelalt., Vienna, 1885) tale maniera di rappresentare il drago distingue le figurazioni italiane da quelle tedesche, nelle quali il mostro rappresentato con sette lunghi colli che spuntano dal torso.
112
armato,
trafgge
col
labaro
la
quale pur
Due
Lunghe
iscrizioni,
:
non pi
presentazione
DOLET SENE
.... SED
MVNERE GAVDET
DE
....
DRAGO
ATOR AD
:
....
Fig. 77.
Givate, S. Pietro
triadi di Santi.
ma
si
figurazione.
la visione
di
tanto
con
esattezza
di
particolari,
ma
si
concepita
con animo
grande
'
Presso
la
puerpera, sul
campo
della lunetta,
legge anche:
mi fer mi aetas
XII
113
che lasciavano
nente non
la chiesa,
prima
appariva impodi-
meno che
anche da quei
si
e giudicare intollerabili,
proprio criterio
rappresentazione
del
movimento,
ci
si
accorda con
gli
intenti del
Fig. 78.
Givate, S. Pietro
visione apocalittica.
con
;
canoni convenzionali
il
se
modo
il
del colorire
suo
stile
non
trasformer interamente.
J5
114
Larghe zone
sfondo
;
di colore
ceruleo
si
verde
giallo
solcano
in
basso lo
e al di sopra di esse
l'azzurro d'oltremare
l'iride sulle
nel quale
vesti
campeggia
la
degli
angioli, nei
i
manti
e nelle
che avvolgono
Nei
visi,
campiti lievemente
di
ocra,
i
il
modellato
lieve,
ombre verdi
e livide;
sovente
:
lineamenti e
profili
sono segnati
di grossi
la
massa bruna
delle
chiome
le fronti
come diademi
ogni parte
il
di agata. In
Le
non hanno
sull'altare,
pitture,
ma
il
si
fregiato
nei
sua
quadruplice fronte con ornati e con figure dello stesso durissimo stucco
il
calce
nei
pennacchi vi
si
veggono
i
Giusti
candide
secondo
la visione dell'Apocalisse ^
E
tori
nella cripta, sottostante all'abside trasformata in nartece, agli sculla loro arte
che vi sfoggiarono
rivestendo
di fogliami e di grappoli,
coprendo
Presso
si
associarono
pittori,
colorendo
gli
stucchi, di-
pingendovi delle
altre chiese
iscrizioni.
una
delle
anguste finestre,
come
le
in
Vergini
sog-
sagge,
quasi a custodire
:
luogo contro
demoni
un'iscrizione
giunge
TERRITVS HINC HOSTIS FVGIAT CVSTODIBVS ISTIS VIRGINE SVBNIXA PREFVLGET VTRAQVE FENESTRA.
Ancora una
con
la
sta in atto
di preghiera
mano
aperta
dinanzi
al
petto,
con
la
fiaccola
accesa e munita
(fig.
79).
Intorno alla cupolelta del ciborio scritto; simplex tvrba dvm comitatvr semper et agnvm ervit NVLLIS CANTAT S CANTICA PLF.CTRIS IIII VENIVNT AGNT STOLAS IN SANGVINE LOTI ANTE DVNI PALMAS EX OMNI GENTE FERENTES.
.
. .
^ 11 Longoni (op. cit., pag. 20) lesse pi completa niente, corusce splendens felici lumine virtus .
l'epigrafe
con
le
seguenti parole:
"
sponso ve-
Tav. V.
Givate,
S.
Pietro
gli
XII
115
della
chiesa di
Pietro
di
Givate
non furono
il
comartisti
da
tanto affini
qualit
uni agli
del
altri,
nelle
stile,
essenziali
loro
mente insieme.
Il
due
una larghezza
lorire
di disegno e
un co-
rapido
quali
si
ritrovano
da
altri
di tutte
altre
pitture ^
il
Molto
pittore
diverso
da quello era
salemme
celeste,
con colori
profili
si
terrei
delle carni,
con
pi gros-
solani; al quale
possono asse-
gnare anche
sentanti
i
gli
affreschi rappre-
nell'abside di destra.
Singolare fra
ravvisare
tutti,
e facile a
per
1'
uso
di
energici
di
colori, l'autore
grande
Fig. 79.
del
drago
apocalittico.
lui
stilistici
secondari,
il
pittore
dell'
abside
'
Il
sec. Vili,
combe
Magestretti (S. Pietro al Monte, loc. cit., pag. 337) crede che la Vergine saggia sia pittura del ma osserva anche che gli afTieschi dell'andito hanno " affinit con qualche dipinto delle cataAnche il Venturi (Storia, li, 382) inclina a disgiungere quella figura dagli altri dipinti della chiesa.
116
mentre
nell' affresco
esterno,
sulla
porta
assai
della chiesa,
si
da un
artefice
disegno corretto e
il
colorito
armonioso propri
precisione
il
tempo
in
Per
gnati
il
S.
altri
assai lon-
Nazaro a Verona,
liano
e
il
ma
disciplinate
sempre meglio
da quei canoni
di
che
si
Ariberto da Intimiano,
affermano
in quelli di S. Giorgio
Como,
dei quali,
hanno
co-
una
gamma
sono pi
raffinati
di
nel
combinarsi delle
e di trapassi
tinte,
ombre
loristici di
Le
nino
iscrizioni, tutte di
al gotico quali
pur gi
di
S.
Giorgio
di
Como, potrebbero far congetturare un'et anteriore a quella accennata dallo stile se non giovasse riflettere quanto sia incerto il criterio fornito
dalle epigrafi dipinte e
come
talora
si
del se-
Argomento pi sicuro a datare gli affreschi fornito dagli stucchi che ornano la chiesa di S. Pietro, poich non dubbio che l'opera dei pittori non sia stata contemporanea, o di poco posteriore, a quella dei plastici.
Ci appare evidente se
si
ch'
fre-
' Il Venturi [Storia, II, 382) attribuisce gli affreschi " al sec. Xll avanzato o al principio del XIII . A. Feigel (loc. cit., pag. 216 e segg.) crede che la decorazione della chiesa sia stata iniziata nell'ultimo decennio del sec. XI, e compiuta sul principio del XII. La ragione ch'egli adduce per fissare quel primo termine preciso che Arnolfo eletto arcivescovo di Milano nel 1093, ma non riconosciuto dal pontefice,
per due anni in un convento, e ch'egli poi sia stato sepolto a Givate ha poco valore, perch se Arnolfo ebbe veramente ritiro a Givate (e ci non certo) egli dovette dimorare piuttosto nel monastero di S. Galocero che in quello, alpestre, di S. Pietro n vi argomento per attribuire alla ipotetica presenza dell'arcivescovo l'inizio dei lavori di decorazione.
si sia ritirato
:
XII
117
e
medesimi
ornati
pittori
al
del
nartece,
che
l'a-
gnello
mistico
plasmato
fra
gli
vertice
la pittura sottostante,
con
la visione
apocalittica.
Nemmeno
bene
si
gli
possano assegnare
bassorilievi
Tempio,
la Crocifissione e la
(fg.
80),
hanno
nelle
Fig. 80.
Civaie,
S.
esse dimostrano
di Wiligelmo,
uno
di
stile
pi arre-
non
Nicolao e dei
loro seguaci.
Ma
caratteri assai
pi
progrediti
sono
inducono a
di quei
alla
forma grossolana
primi bassorilievi.
Gli ornati stessi vi rivelano un'arte che padroneggia la tecnica, equilibrata nelle sue concezioni, libera dalla pesantezza che nel
primo periodo
romanico
si
nei
si
quali tuttavia
non
vi
cenno
di
forme gotiche
le foglie
di
acanto
arricciano morbide, profondamente solcate nei loro lobi, nelle fibre. Nelle
'
Le differenze
(loc. cit.).
118
ravano anche
composti con
il
presbiterio
dalla
:
gli
ornati sono
i
grande sobriet
i
fasce
con
grifo,
leggeri
racemi riquadrano
quali
un
Fig. 81.
Givate,
S.
Pietro
ciborio.
con fattura
Nei
da
far
sospettare
che
l'artista
imitasse
(fig.
81) vi
uno
e alla
stile
ampio
Wiligelmo
riferirsi
di
fine
Nicolao,
del se-
possa
XII
119
Il
SS. Pietro e
da due angioli,
la serenit di-
non
si
sente in quelle
sculture la pesantezza della materia, lo sforzo tormentoso ch' nella plastica dell'Italia superiore tra
il
il
XII.
Le opere
di
Wiligelmo,
rivolta,
rilievi di
tutta
i
faticosamente, a conquistare
il
modo
pi
esprimere
di
il
vero;
libera,
un
artista
colto,
che
si
stilistica
raffinata,
educato
nel
dall'arte
bizantina.
scorge non
soltanto
ma
hanno arcuate
e
labbra e incavate
narici
come
negli
avori
bizantini,
pur nel
che differiscano
le
Civaie da quelle del ciborio della basilica ambrosiana, sebbene questo sia
molto
simile
S.
a quello
per
forma
per
materia K
Nel
ciborio
della
et di
chiesa di
alla
medesima
carattere
e supera
ormai
forme
di
di Nicolao e di
si
Wiligelmo
invece
e
il
nel
ciborio della
chiesa
Pietro
Civaie
negli
riflette
nobile
avori
bizantini
che,
con
fre-
dell'influenza
dell'arte
bizantina,
apparir
sempre pi
nell'Italia
del
secolo XII
non soltanto
sin
meri-
ma
^
;
a Venezia, a Verona, a
Como,
in
nella
in
Novalesa, in Val
Susa
Francia e
Germania, quale
Duomo
di
berga
le
in
quelli di
Halberstadt
Bamcome
pu pertanto concludere, non senza ricordare che gli argomenti raccolti non possono condurre ad una approssimazione molto stretta, che
'
A. Feigel, op.
i
cit.,
pag. 212.
Non possiamo
zioni fra
due
ci
cijjori
ed
alla derivazione
dall'Italia
accettare la conclusione del Feigel intorno alle relameridionale dello scultore del ciborio di Givate il
:
trarrebbe ora troppo lontano dal nostro proposito. 2 Cfr. A. Venturi, Storia, IH, 359 e segg. 234 e segg. 148 98. ' W. VoGE, Ueber die Bainherger Doinsknlpluren (Rep. XXII, v(4 e segg.). f. Kw A. GoLDScuMiDT, Die Stilentwickelnng der roiiian. Skiilptiir in Sachsen {Jalirb. 225 e segg.). Sono da confrontare con i rilievi di Givate la lastra tombale di Adelaide un Cristo benadicente nel convento di Groninga.
discuterne
; ; ;
,
d. pr.
I
120
ciborio
e
il
altri
rilievi
di
Givate
appartengano
grado
di
alla
met del
se-
colo XII \
essi
che gi segnano
un
alto
elevazione estetica
ben superiore
quello cui
all'arte di
Wiligelmo
vie,
e di Nicolao, e quasi
comparabile a
giunger
per altre
nedetto Antelami.
La decorazione
si
contemporanea a
Xll.
quella,
o di poco posteriore
della seconda
elementi
;
erano gi
da tempo acquisiti
alla
Pittura
dell'oratorio
molto pi largamente
in quelli dell'abside
chiesa
di
S.
Giorgio
i
Gonio,
in
modo
figure.
di
comporre
e
:
Ora
fanno
pi
forti,
accompagnano con
tipo dei visi
delle
altri
bizantina
figure,
l'andito del nartece e della cripta, gli atti degli angioli dipinti nell'abside
di sinistra, la rappresentazione della
alla
Madonna
che circonda
il
Gristo, offrono
sempre pi
gli
deformarono,
fnori,
ha un aspetto proprio
che
dipinse
due
suo pennelleggiare
libero
largo
e
dalla pi rapida
maniera che
fu
nella
multiforme arte
celeste
bizantina,
la altera
ben poco
dei
ma
il
pittore della
Gerusalemme
i
visi ci
suoi caratteri
e
bizantineggianti,
allo
stile
che
prevale
miniatura
nei
mo-
'
Il
Venturi
proclive ad assegnare
il
ciborio di S.
Ambrogio
al
XII
121
pavimentari
sua prevalgano pi
forti
carat-
Anche
sono
nell'iconografa
si
ritrovano commisti
gli
elementi che
pi
si
pos-
riferire a imitazione di
i
modelli bizantini e
la
altri in s
originali.
Mentre
porta
zioni bizantine
riconnettersi ai
scritti
la
rappresentazione
Gerusalemme
celeste
pu
diagrammi complicati che sovente si veggono in manooccidentali dell'et romanica^; nell'affresco della sconftta del
gli
drago apocalittico
angeli
si
accalcano intorno
al Cristo
come
sua
di
in
certe
miniature bizantine \
ma
l'artista
copiose illustrazioni
:
compomano-
grandezza
nuova
una apoteosi.
Ma
nuziose
in distanza,
monumenti
dell'Arte medioevale,
gli
si
senza
discendere a mi:
indagini
i
topografche,
affaccia
non
forse
monaci benedettini,
per decorare
cui
apparteneva
monastero alpestre
XI e XII? Non forse
di Givate, ricorsero
la chiesa
da quei luoghi
gli
alle
nobili
opere di scultura e di
dubbio, formulato gi
come
sicura opinione
'',
stenza
quando
si
coordinino
gli affreschi
lombarda
nei quali
dipinti di Givate
Mezzogiorno. Quivi,
S.
negli
affreschi di
Angelo
in
si
Formis, dell'oratorio di
sonia,
non
altri
casi
per
esempio, tra
mosaici di
veneto
il
dovute
'
mani
'^
caratteristico
dell'arte
bizantina
il
protendere
le
Cfr. A.
G. SwARZENSKi, Die Regensburger Buchmalerei, op. Venturi, Storia, II, 486 e segg. A. Feigel, loc. cit., pag. 212.
e.
g.
pag. 91 e segg.
16
122
all'azione di
un medesimo
non
Molte controversie sono sorte in passato tra coloro che hanno tentato di
valutare
si
il
grado e
modi
di
materiali
raccolte
che operarono
in Italia
durante
il
Medioevo,
concluse
afferm ch'essi
ebbero soltanto
artisti
un'azione
in
saltuaria,
altri
locali
modo
continuo,
e
il
profondo ^
Ma
e
la
paziente lavoro
di confronto
regioni
occidentali.
si
Ali-
fonde-
di
l'una
delle
quali
sembra
affie-
proprio dell'Oriente,
corso
del
Meclas-
si
tramand
la tendenza, ch'era
pur
stata nell'arte
tipi
di elaborare
perfetti
con
la
l'astrazione,
cultura
offriva,
Divina Liturgia,
il
Cristo Pantocratore.
artisti occidentali
quando
la
fortuna
commerci
col
Levante erano
i
attivi, fece
loro conoscere
iconi nei quali
agli intenti
si
smalti, le miniature,
di
mosaici
portatili,
le
la
sicurezza
univa ad
artifici di fattura
ignoravano o invano
si
1 R. Muntz, Les artisles byzanlins dans l'Europe latine (Reviie de l' Art. chi:, 1893); A. L. FnoTiirNGHAM, Byzantine Artisls in Italy {Amer. Journ. of Arch., 1894, pag. 32 e segg.) E. Dobbert, Znr byzant. Frage (Jahrb. d pi: Kstslgn., XV, 25 e segg.). Cfr. per un recente riassunto della questione, Ch. Diehl, Manuel, 668.
;
XII
123
mas-
simo splendore,
in cui l'arte
occidentale
affrettava
il
proprio
gli
divenire,
artefici,
der poi
sempre pi vasta
la
propria
azione
informando
un' intiera
aperta al Levante.
rivelano nei
Nell'et
romanica quelle
rela-
si
monumenti
Medio-
lembo
si
benedettine della
Campania
dal
penetra
nell'Italia Centrale, a
Roma, sempre
sua un'azione
:
pi profondamente
secolo
XI
al
si
XIII.
E non
la
meglio
costituiva,
sulla
Pittura
sembra
artisti
e,
spontaneit
Clemente,
ma
d poi
agli
una sicurezza
di tecnica,
una precisione
della
Roma, manifestandosi
il
tutta nella
badia
fornisce
mezzi per
Cimabue
le
N
non
al
l'Italia
sue
se se
gli
ne fregi anch'essa
rive del bacino ove
quando
volle pi magnifico
le
S.
Marco
sulle
approdavano
navi
levantine lo ricostrusse
simile
a chiese di Risanzio, e le
per opera di
loro discepoli.
lar-
gamente
bizantini
cercarono di emulare lo
la
artisti bizantineggianti, si
orn
'
Marlersch., op.
cil.
E.
zi
Gozlar
{Jahrb.
^
'
segg.).
124
dell' Italia
si
bizantina evidente
sin nel
si
modelli
stilistici
bizantini.
svolge la poderosa
attivit di arl'arte
del
artistica,
dipinti di Prugiasco,
i
Como,
di
Oleggio
appropriandosi
sempre meglio
come
si
nello
stile,
evi-
le
quali
possono riunire a
il
cammino
se-
guito dall'Arte.
S.
^,
si
conserva presso
Roma
ha lasciato
di
numerosi esempi
nicchietta
in S.
Maria Antiqua
San
Clemente. Scrostatosi l'intonaco dipinto del secolo XIV, appare ora nella
Non ancora bene studiate sono le relazioni di Genova con l'arte bizantina. Per le miniature Cronaca del Caffaro, vedi in sguito. I frammenti di affreschi che restano sulle pareti della cattedrale di S. Lorenzo rivelano l'arte di un nobile pittore bizantineggiante del sec. Xdl. Nel 1155 l'imperatore Emanuele Conimeuo promise di dare ogni anno al Comune e all'arcivescovo di Genova tre pallii dorati: cfr. L. C1BRA.R10, Nota sopra un pallio d'oro che si conserva nel Palazzo Civico di Genova (senza data). C. Cipolla, Antichi inventari della Novalesa, loc. cit., pag. 172. Non faccio che un cenno dei
'
della
'^
principali
dell'influenza bizantina nella Pittura dell'Italia Superiore nel Xll e XIII sec. prescindendo da Venezia, da Genova e dalla Lombardia. Bologna affreschi nelle chiese del gruppo di S. Stefano e nella chiesetta suburbana di S. Vittore. Modena affreschi in un nicchione del fianco destro del
: :
monumenti
Duomo
frammenti
Duomo. Parma: affreschi del Eremitani. Verona affreschi nel Museo Civico
della facciata del
^
:
Padova:
affreschi in
una cappella
laterale degli
GiuLiNi, Memorie,
I,
668.
XII
125
l'antico
le
chiome secondo
uso
forti
d'ombre
leggiere,
carminio
la
pi
che
alle
(fg.
dell'abside
82).
Fig. 82
Milano,
S.
Celso
Madonna.
Madonna dipendono
in
iconografia orientale,
seggio
col
ornato
bambino
in
nell'arte hi-
126
zantina
(fig-
Ma
le
sul
e
jxacppiov la
Vergine reca
e
la co-
rona come
in dipinti
anche
di
tempo
le
assai pi antico,
quali
tipo
bizantino secondo
cre-
denze occidentali che amavano di rappresentare la Madonna quasi regina. Imperiosamente, solenne, il bambino benedice e vi anche tanta no:
bilt
di
forme
e scioltezza
l'artista
di
fattura
nel
suo
aspetto
da muovere a
qualche
congetturare che
abbia avuto
presente nel
dipingerlo
immagine
mota.
di antichit re-
Nella chiesa di
S.
Teoquale
af-
doro
nel
di
Pavia
costrutta
la
secolo
XII,
di-
tipo
l'affresco di
Lambrate
stile
gura
84).
Lo
bizantino
la
fi-
impronta anche pi
gura della Vergine
,
e so-
bam-
bino, che ha
il
capo ro-
secondo
il
manierismo probizantini
i
Lambrate,
nel
SS. Faustino e Giovila:
rappresentare
fan-
Madonna.
ciulli.
Ma
l'affresco
la fascia
volge
le
chiome
Madonna
gemme
della corona.
la
Vergine
sola,
che ac-
Sopra un
di
medesima
chiesa, dinanzi a
un campo
gialle, azzurre, la
Vergine sta
ritta col
bam-
bino
braccio
(fig.
85).
'Sui tipi della Vergine nell'arte bizantina, cfr. specialmente: O. Wulff Die Koimesiskirche in Nica, Strassburg, 1903, pag. 251. ^ E. Natali, Le pi auliche pitture di Pauia (Boll, della Soc. pavese di SI. patria, 1907).
,
XII
127
ma
riproduce esattamente
il
tipo
bizantino
della
Madonna
Odigitria.
Si
il
pittore
abbia cercato
par-
appare se
con-
fronti r affresco
si
erge,
sola,
dell'
abside
del
duomo
(fg.
di Torcello,
secolo XIII
nelle
86).
Corrisponleg-
dono
sono
le
pieghe
che
conil
Ma
pit-
suo
,
esemplare bizantino
dove
questo
secondo
un convenzionali-
smo comune, recava impressa sulla fronte della Madonna una depressione
lievo
;
profonda, egli
e allo
sostitu
un
ri-
sguardo tolse
la fissit
ieratica dell'
dargli
Se talvolta
forma
esterna
modelli
di
bizantini,
altri
come
pur dato
di
vedere in
di
Hk.
Fig. 84.
affreschi
Pavia
Cremona \
e di
S.
Pavia,
S.
Teodoro
Madonna.
'
S.
Teodoro
Micliele
di
S.
Luca
nel
Museo. Forme bizantineggianti sono anche nei pi antichi e rozzi affreschi (XII-XIII sec.) ritrovati neldipinti che, per loro l'abside della chiesa di Piona, sul lago di Como. Ma non intendo di elencare tutti scarso valore, giovino poco a delineare le vicende dello stile.
128
interpretarono
nobilmente
di
S.
loro
esemplari.
dipinse,
secolo,
Cosi
sullo
Teodoro
del
in
scorcio
figura
del XII
una
in
Battista
atto
di di
ritto
piedi
orante
avanzo forse
una compobizantina
ma
della
biriaic,
del
Precursore
era
stato
ritraendolo
ideato
(fg.
quale
di
dall' arte
Bisanzio
87).
secolo
XI
al
XIII,
mostrano
diffusa
e
al
come
pari
fosse
allora
d' Italia,
zantina la
ampia
espli-
non pu adunque
tribuire
gioni.
dirsi
im-
ad
Pi ancora
si
essa
intanto
saico
di S.
basilica
(fi-
Ambrogio
65).
Milano
gura
Un tempo,
sotto
il
moaf-
un
fresco
Pavia,
S.
raffigurante
vescovi
Teodoro
Madonna.
che dipendevano
milanese,
raccolti
dalla
sede
quasi
indizio
cui
in
concilio
tra
la
vescovi
si
vedeva anche
ancora alla
quello di Genova,
probabile
la
che
pittura
apparteneva a et
soggetta
remota, all'epoca in
diocesi
genovese
era
XII
129
Milano ^
Le
pareti
della
marmoree
raffiguranti
della
Parenzo
Ravenna:
di
incrostature
marmoree,
una
colo VI.
Tali decorazioni, alle quali fu data sinora scarsa importanza, rendono
anche pi
intricati
comu-
nemente
ascritta,
colo successivo,
all'
epoca in cui
monaci
dovettero
i
provvedere a trasfor-
marla secondo
desima
et,
me-
nella
quale
la
basilica
venne
pur
mo-
abside
anzi,
una commissione
il
di periti
mo-
saico era
appunto
di quell'epoca,
trovando
in certi enig-
monogrammi che
si
^.
veggono entro
grandiosa de-
un riquadro
11
della cornice!
tempo ha devastato
la
Fig. 86.
Torcello,
duomo: Madonna.
mezzo da un'alta
^,
finestra e privo
i
di
lo fregiavano
il
mosaico sofferse
danni
pi irrimediabili quando
volle restaurarlo
rifatte
*.
rinnovate
altre
vennero asportate e
la
variet
di
'
^ i
G. P. PuRiCELLi, Anibros. Basii. Monumenta, Milano, 1645, pag. 175. PuRicELLi, op. ciL, pag. 113. Non abbiamo modo di sciogliere l'enigma di quei
monogrammi,
quali nella forma delle loro lettere richiamano alla grafia bizantina. ' Visita Il mosaico era allora del card. Federico Borromeo, nel 1608: Arch. della Bas. Ambr. * multis in locis confractum ,. * La quella testa originale della figura di S. Protasio si trova ora nel Museo Civico di Milano della figura di S Martino nelle esequie del santo si ritrova nel Museo cristiano di Brescia e in una cappella
S.
Ambrogio
sia l'originale.
17
130
maniera ch'
s'essa
ma
il
dubbio
state
provenga non
gi
in
dai
pi recenti restauri
ma
dall'essere
ricomposti o risarciti
composizione.
Il
poco
Fig. 87.
Pavia,
S.
Teodoro:
il
Battista.
domina
laterali
il
santi,
sembrano
di
intrusi
S.
due episodi
brogio
rappresentanti
miracoloso
intervento
Amsegna
ai funerali di S.
Martino
XII
131
fra le
Ma dopo
lunga osser-
come abbiano
lavorato nella grandiosa opera parecchi artefici, senza trovare nessun ar-
le
Fig. 88.
Milano,
S.
Ambrogio
Cristo, nel
mosaico absidale.
sommo
del quale
di
si
pinto e appare
grosse
gemme
:
in
rilievo,
il
fra
Cristo, benedicente
secondo
modo
un
libro
inscritto
ic
XG o BAGHAev
TiG
Gli
arcangeli
132
Michele
si
librano a fianco
del Pantocratore.
Le
figure dei
rifatte
ma
in-
tunica
di
il
viso
;
stranamente colorito
e tinte sanguigne
semfra le
brano imbrattar
la fronte,
(fig.
le
guance,
le
mani,
insinuarsi
anche
88).
accompagna
il
modellato,
si
mostra
faticoso
di
Roma,
da
di Venezia.
E
in
il
delle
carni ha
raffronto
eseguiti
artisti
corrisponde
tuniche
;
alle
orli
formule bizantine
l'
atteggiamento
delle
figure
le
con
gemmati,
le
clamidi tabiilatae e
orlate di
leggieri
racemi
le
convenzioni del riprodurre ogni forma, anche in partinel segnare la flessione delle
colari secondari,
come
gambe mediante
la
loro visi
hanno
lo stesso colo-
Anche
troppo
si
vita
di
S.
Ambrogio
riquadrano,
ragionevole at-
la
[s.
quale
S.
Ambrogio
[o a
anbpociocJ beil
nedice
il
cadavere di
S.
Martino
tre
feretro:
santo assistito
atti di
da
chierici
due giovani,
della
fanno
stupore mentre
nell'alto
torre
oscillano miracolosa-
mente
le
i
campane.
gravi restauri subiti
:
Per
il
osservazioni stilistiche
di destra. Quivi
S.
le
prosegue
di
colo edifcio a cupola [ecla favstaeJ, sorge la basilica ambrosiana con due
T3
o e
Ti
<u
o o
co
O U
C/5
XII
133
Ambrogio
gli
(s.
anbrosivs)
stanchi
addormentato,
si
mentre
in
fondo
;
della
navata
spettatori,
dell'attesa,
mostrano
stupiti
il
trovano paral-
forme pi progredite dell'arte bizantina^ la quale sovente illustr con altrettanto brio nei manoscritti ogni varia materia. E anche il tipo dei visi, soprattutto nelle figure delle donne velate che stanno fra i fedeli, risponde appieno allo stile dei mosaici e delle miniature della
nelle
(tav. VI).
mosi
saico ambrosiano,
centrale,
e
come non
di
dell'episodio
ma
latine
E
S.
pertanto
legittimo
il
concludere
il
mosaico dell'abside
di
Ambrogio, opera
dall'arte
^,
di diversi artefici,
di Givate
bizantina,
secolo XII
come pu dedursi da
sia
monumenti.
Appar
verisimile ch'esso
stato
eseguito da artisti
che provenis-
lo
sguardo
a
si
i
volge a Venezia.
mosaicisti
Da
III
chiam
Roma
che
ornarono l'abside di
la
Paolo fuori
dei
le
mura
i
vuole
:
tradizione,
alcuni
decoratori della
di col
forse
de-
Ambrogio. Fra
non
se ne trovano
tuttavia
della
basilica
siano
di in
improntati
tecnica.
Italia
,
dello stesso
medesima
perci
laboriosit
Il
mosaico
i
di
Ambrogio pu
i
dirsi
rappresentare
tra
mosaici
arte
siculi e
bizantina.
La
posizione
centrale,
S.
comMar-
'
Cfr.
specialmente
Molti
!,
attribuiscono
Pittura,
79.
Ma
miniature delle Omelie del monaco Giacomo: A. Venturi, Storia,!!, 482 e segg. il mosaico al sec. IX: cfr. F. X. Kraus, Geschichte, I, 603; Cavalcaselle, giustamente il Venturi (Storia, III, 432) lo rivendica al sec. XII.
le
134
tino, vi
ma
in
uno
dei suoi
ul-
timo periodo.
Cos nel cuore della Lombardia
la cui influenza
si si
afferm pi altamente
e
quell'arte
gi
da secoli compenetrava
di
sempre pi
la Pittura
Galliano a quelli
di S. Pietro di Givate.
Fig. 89.
Como,
S.
Fig.
90.
affreschi vari
rispondenze con
:
la
Manoscritti
di
Saltuaria influenza dello stile gotico affreschi vari. miniati di probabile origine lombarda. Gli affreschi del castello
Angera.
irabile
la
giovinezza impetuosa,
d'
;
ancora incerta di
scienza,
poi la maturit
nel
forte
neir azione,
la
segnano
S.
di loro
grandezza
!
Federico
II,
Francesco, Dante
Anche
la Pittura
tenne
il
cammino percorso
accolti
allora
da
altre
forme
si
nuovi elementi
esterni,
fatta dall'arte
Roma
;
ancora
molto
l'estetica dell'arte
si
Bisanzio,
il
segno
delle
sue
origini
da questa: poi
136
dell'arte
ebbe allora
la
forme meno
ricche di vitalit
ma
tempo
Roma
prima che
il
verbo di
Giotto vi risonasse.
Nell'Italia superiore,
specialmente
d
nella
Lombardia
dato
trovare
della
degli
molti e importanti
Pittura
inizi
monumenti
e
caratteri
del
ora
monumenti
non
in
una
e
serstili-
rata
stica,
successione
cronologica
che
la loro serie
bastevol-
dominano, trascorrendo
in traccia di
il
Dugento
sempre maggiore
delle
influenze
si
bi-
eser-
un
imma-
Milano,
S.
Ambrogio: Madonna.
gine della
Madonna
e di
un santo ve-
commissiede su
sione del devoto [bon' amic' taverna] che fu dipinto, in atto di preghiera,
sopra
il
medesimo
La Madonna
INIZI
DEL TRECENTO
si
?:
137
gemmato
col
bambino
inscritte
in
grembo,
e dal
menisco celeste
in
proten-
dono verso
velate
nessi
di
di lei
offerta, sulle
mani
due sferule
lettere
cifrabili ^
L' aspetto
il
del
bambino,
come
vescovo
del
;
devoto
Buonaopera
mico Taverna
ma
nell'
operava gi sugli
colo XIII
^
inizi
del se-
la
com' a credere
sua maniera
di
osservando
si
ritrova
di
coeve miniature
basilica
In
ENS.
dischi
si
legge la pa-
rola
in
Il
MaCiISTuetti (Delle
vesti ecclesiastiche
Milano in Ambrosiana, op. cit.) attribu l'affresco al sec. IX per considerazioni sulle vesti
liturgiche del santo vescovo, le quali tuttavia
non escludono, a mio parere, che il dipinto possa appartenere a et di molto pi recente, come crediamo. Nulla conferma l'asserzione del Magistretti che alcune parti della figura siano ridipinte. ^ V. specialmente: A. Haseloff, Etne
thiring. sachs. Malerschule, op. cit., tavole.
Indichiamo i frammenti principali di affreschi dell'atrio e dell'interno della basilica
Fig. 92.
Milano,
S.
di menzionare altrove. Nell'atrio: 1. Affreschi della quinta campata del fianco destro, divisi in tre registri, rappresentanti Cristo in trono fra santi, la crocifissione e due devoti XII sec. Guastissimi. 2. Affresco a sinistra della porta maggiore dell'atrio, rappresentante la tumulazione di un
:
18
138
il
Madonna
il
il
capo di bianco,
quale stanno
in atto di orante, e
due
figure, l'atteggia-
mento
anche
partico-
meno
vestiario,
indicano che
il
pit-
Ed
del
notare che,
nell' atrio
secolo XII,
quell'affresco
ap-
intonaco
si
dipinto:
argomento che
ratteri stilistici
associa ai ca-,
il
per designare
secolo XIII
'.
Un
altro
affresco
frani-,
quale raffigurato
il
Cristo se(fig.
duto
benedicente
94)
^,
tomba
abate
di di
Guglielmo
S,
de' Cottis,
Ambrogio, morto
aveva restaurato.
dell' atrio
Come
anche
neir affresco
nelle
pitture, assai
i
guaste, del
sepolcro dell'abate
Fig. 93.
copiosi caalterati
Milano,
S.
Ambrogio: un devoto.
ratteri
bizantini
SOUO
3. Frammenti di varia epoca (XII-XIII sec.) a sinistra cadavere: forse della fine del sec. XII. Guastissimo. della porta maggiore della chiesa. 4. Nell'interno della basilica, presso la porta di sinistra, avanzi quasi del tutto scolorati di affreschi rozzissimi che rappresentano in diversi riquadri la Visitazione di Maria e senza influenza alcune figure di sanie (S. Veritas .), nella peggior maniera trascurata del sec. XII ma non bizantina negli atteggiamenti. Il Feuraiuo (Monumenti sacri della bas. di S. Ambr., Milano, 1824, pag. 89) vide dipinti alla destra della porta maggiore i sette dormienti: ma di tale pittura non abbiamo trovato traccia. Potrebbe riferirsi anche a questo affresco un documento (G. Biscaro, Note e documenti Santambro.
ne stabilirebbe la data fra il 1261 e il 1306. Fa parte dello stesso affresco lo scialbo della lunetta sovrastante dipinto di grandi due stemmi, di forma dugentesca, a campo bianco con sbarra verde a risega.
stelle gialle e
con
INIZI
DEL TRECENTO
139
(fi-
profili
S.
Ambrogio
la
decorazione di
un sottarco
al
Da
HFig. 94.
Milano,
S.
Ambrogio
Cristo benedicente.
fondersi
di
acqua
un
uomo ignudo
e rossastro, a
la lenza.
'
G. Ferrauio,
dell'ab.
gli
IV,
220.
singolare nella
tomba
Monumenti sacri, op. cit., pag. 181 Cavalcaselle, Pittura, Guglielmo l'innestarsi delle pitture con le mensole scolpite che affreschi della tomba, sia quelli della vicina porta sono in pes;
simo
stato.
140
La scena
da
che
che
si
pu credere derivata
perpetuato,
all'artista
le
medioevale
rappresenta-
una
tradizione
ab])ia
deformate,
zioni della vita acquatica ideate dall'arte classica, trova intiero paragone
in
pittore bi-
stessi
strani esseri
marini ^
E perch
Mare possono connettersi con altri affreschi che illustrano la fisiologia dell'Uomo e la costituzione fisica dell'Universo, non troppo audace il con-
\wm Tom/
Fig. 95.
v,^.
cn
Milano,
S.
Ambrogio:
nozioni
general^,
mente
diffuse,
sia
la
anche
Pur
in luoghi
di
per
forti
riflessi
Anagni (Gallerie Naz. It., V, pag. 10). siamo proposti il problema se l'affresco del sottarco non sia coevo alle prossime pitture dell'ultima campata della navatella di destra che abbiamo attribuite al sec. XI, ma abbiamo dovuto concludere ch'esso differisce molto da quelle.
'
Ci
INIZI
DEL TRECENTO
141
che
si
metropoli
lombarda ^
Nella chiesa campestre di
S.
Giorgio di
Almenno
S.
Salvatore, presso
santa, dipinta
Bergamo,
una
probal)ilmente tra
Sul principio del secolo XIII diversi pittori lavorarono nella chiesetta
Fig, 96.
l'ultima Cena.
alpestre di
S.
Maria
vescovo di
Como
Guglielmo
promontorio
Lugano
^.
Erano
artisti
bizantineggiante
' Sono da ricordare i seguenti avanzi di affreschi bizantineggianti del sec. XIII, a Milano. 1. Museo del Castello, n. 74 Madonna col bambino, su fondo dorato (fine sec. XIII). 2. Ibid., n. 75; S. Giovanni B. affresco simile al precedente. 3. S. Eustorgio, secondo pilastro di sinistra una santa martire (sec. XIII-XIV).
:
4. Ibid.,
Madonna
5.
Madonna
in S.
Teodoro
di Pavia).
Ibid.,
6. S.
col bambino (prima met sec. XIII: cfr. le iconi della ultimo pilastro di destra: frammento di Crocifissione. Di 7. Chiaravalle, Babila, porta del lato destro avanzi di figura.
:
camposanto
2
avanzi nelle edicole. Guastissimi. Raun, Wandgem., 10; S. Monti, Storia ed Arte, op.
:
cit., 490.
142
decoratori affrescarono,
;
nella
la
donna moria
col
bambino
nella facciata,
e
una grande
figura di vescovo, in
S.
Mamedi
forse
del fondatore \
un gigantesco
Cristoforo
ornato
Fig. 97.
Galliano,
S.
Vincenzo
Madonna
e Santi.
corona
e di
manto
di vaio, col
bambino
sulle spalle,
seguendo
gli
schemi
bizantini
ma
alterandoli nella
gamma
Presso la figura del vescovo abbiamo decifrato alcune parole di una scolorata iscrizione in lettere " presul cumanus currebant ,. Essa si riferisce probabilmente alla costruzione della chiesuola. Alle antiche immagini di S. Cristoforo gi indicate dal Rahn {Waiidgeni., 13) a Monte Carasso e a Biasca nel Canton Ticino aggiungiamo il malconcio affresco della facciata della chiesa parrocchiale di Baveno che pu assegnarsi al principio del sec. XIII anche per il vestire della devota raffigurata a piedi del santo gigantesco gli avanzi di un dipinto nel sottotetto dell'oratorio di S. Ambrogio di Antoliva e quelli
'
gotiche:
ambrosiana dietro
il
mausoleo
di P. C.
Decembrio.
INIZI
DEL TRECENTO
stile
143
altri
del
quale
i
si
ritrovano
consueti
rozzi affreschi del coro e della sagrestia della chiesa del Gradaro a
tova, dipinti prohabilnienle nella seconda
Man-
(fg.
96) ^
medesimo
secolo
pu essere
un
affresco della
Vincenzo
Fig. 98.
Parma,
battistero
affresco (particolare).
ritrova
in
raffigurata la
97).
In strani
giochi
illumina
pi importante una rappresentazione, frammentaria, dell'Ultima Cena tra fasce di stoffe orientali. Le figure sono fortemente delineate di rosso, e lumeggiale con luci bianche. Le epigrafi, di carattere gotico, indicano il sec. XIII inoltralo. Uguale stile si scorge negli avanzi della decorazione della sagrestia. Cfr. D'Arco, Delle Arti e degli artefici di Mantova, Mantova, 1837, 20. Sono forse alquanto pi antiche, del principio del sec. XIII, ma appartengono al medesimo stadio stilistico, alcune rozze figure di santi ritornate in luce, fra dipinti pi recenti, nell'abside della chiesa della Badia
'
L'affresco
ornati imitali
da
di
144
tortuosamente
visi:
E un complesso
di
forme che
;
il
pittore
men
simi modelli che con molta maggior maestria furono seguiti dal decoratore della vasta cupola del battistero di
che
la Pittura bizantineggiante
(fig.
del
secolo XIII
superiore
98).
S.
Teodoro,
si
vede ancora una Madonna avvolta nel manto purpureo, col bambino benedicente
:
affresco
procedimenti
gli
Fig. 99.
Piacenza,
duomo: Madonna.
schemi bizantini. E
dipinse
nell'interno
i
in
modo non
con
il
dissimile
un
della
ciandone
dine,
lineamenti
secondo
vecchia
consuetusof-
ma
modellandone
viso con
nuova delicatezza
di tinte tenui
fuse di
ombre
prin-
una lunetta
sulla
duomo
'
di
Piacenza
99) K
La sua Madonna ha
manto cosparso
di
INIZI
DEL TRECENTO
145
lato
portando
Sia la composizione,
sia
di S.
Madonna
di Pietro Cavallini in S.
Maria in Trastevere
100).
vi
possano essere
state
cagionate
anche
nell'Italia
Fig. 100.
Roma,
S.
d'artisti,
Bologna,
allo stile
di
Cimabue
S.
^;
a Milano^
(fg.
un
^,
Eustorgio
101)
Francesco
l'af-
d'Assisi.
le
rispondenze tra
effetto di
fresco di Piacenza e
una
stessa
'
H. Thode, Franz oon Assisi, Berlin, 1904, pag. 237. Secondo la tradizione, il crocifsso proviene dall'Italia centrale.
19
146
guenza
nell'Italia
centrale e su-
costituirsi,
di-
stinta
per
tratti
di
un
grande
dell'
Giudizio
Universale
S.
abside di
(fi-
Michele di Cremona
Quivi,
gura 102) ^
entro
Cristo,
;
brandendo una
angioli
coi
si
spada
lavano
adunavano
probi, fra
si
i
beati e
re-
quali ancora
il
scorgono
giurista col
l'uomo d'arme,
il
colore,
un
lento
distac-
carsi dalle
forme consuete,
spirito natuil
un pi vivo
ralistico
nel riprodurre
no motivo
dipinto di
di collegare
il
Cremona
alle
del
Milano,
S.
Euslorgio: Crocifisso.
TreCCUtO
nell'Italia SCtteU-
me
bizantineggianti sono
commiste
di caratteri
^.
gersi
sempre pi
' L'interpretazione dell'affresco, ora guastissimo, non dubbia poich la figura clie grandeggia sul trono ha il costato e i piedi piagati. Ci riferiamo alle miniature dette di scuola bolognese (Ventuiii, Storia, III, 457) di alcune delle quali facciamo cenno pi oltre.
'^
INIZI
DEL TRECENTO
gli
S.
147
possono connettere a
della
tali
dipinti pi originali
anche
di
avanzi della
Giorgio
di
vasta decorazione
Almenno
S.
Salvatore, presso
si
il
e per lo stile
deve attribuire
pi
antichi elementi
decorativi
vi
pavoni,
nel
si
forme bizantineggianti
103).
Fig. 102.
Cremona,
S.
Michele
reprobi.
Al medesimo
momento
stilistico
spetta
il
raro
affresco
dell'antico
duomo
Bergamo rappresentante una scena della buona antica vita del Comune. Sopra un fondo bruno, scorniciato di verde, sul terreno giallo,
di
dipinta
una
delle caritatevoli
la
"
andate
che
fratelli della
Misericordia
propria regola
(fig.
104) \ Vien
primo un gen-
mani
Nel-
verso di lui
lo
pane
del
mendico
nelle
forme delle
vesti
vivamente lumeggiate
'
Bergamo, Bergamo,
148
persistono
i
bizantineggianti,
e
il
ma
visi gi
quanto personale,
anche
gli affreschi
della
tomba
a
di
Guglielmo de
accenna
al for-
dimo-
L'Italia, la
di
cultura
di
stile
altre
fu
corsa
trionfalmente
nel
secolo
XIII
dal
nuovo
Fig. 103.
Almenno
S.
Salvatore,
S.
Giorgio
affreschi.
basilica, a
Federico
II
Monte.
pi d'ogni
cultura
i
altra
nostra
l'
regione
dovette allora
essere
compenetrata
dalla
francese
Italia
superiore,
quando
si
risonarono
cantari
cavallereschi
gio
di
Francia,
la
quando
letterario in cui
lingua
d' oil
mescolava coi
dialetti
veneti e
lombardi.
Lo
stile
gotico quale
si
e soprattutto in miniature
vetrate
opposizione
di riprodurre reali-
rappresentarle
che a
pittori,
rifuggendo
modellare con
INIZI
DEL TRECENTO
"
149
^
ombre
e di luci
per
servirsi
invece
di
colori
piatti
Dodei
con
l'opera
esempi di
i
altri
versa,
perch
pittori e
miniatori
del
Nord volgessero ad
altre
vie,
preparassero
la
Fig. 104.
Bergamo,
duomo
fratelli della
Misericordia.
Ora, mentre lo
stile
sull'architet-
leggera traccia
ormai
tali
mezzi
di tecnica
Trecento.
ViTZTHUM, Die Pariser Miniatiirmalerei, Lipsia, 1907, 14. Intorno all'influenza dello stile gotico nella Pittura italiana del bildung der Trecentonialerei {lep. f. Kiv., 1904, pag. 91 e segg.).
'
Cfr. G.
O.
150
indizi
della
influenza di quello
stile.
1290,
visi
il
non ha
rilievo; e
anche
K
trovano pi evidenti
in affreschi, ora
di un'absidiola
molto
del
l'
ridipinti,
duomo
di
iconografia
ha
nel
riscontro
con rappresentazioni
^.
presenta, curiosamente,
gio che uccide
la donzella sta
il
Gior-
drago mentre
seduta in groppa
si
stringe al-
quali tuttavia
non
solito
rie-
ap-
sono a Pontasso
nella
S.
presso Voghera
decoraMaria,
zione dell'oratorio di
eseguita
Fig. 105.
sul
^
;
Pavia,
S.
Teodoro
Santo vescovo.
colo
doro, nella figura d' un santo vescovo
(fig.
XIV
;
a Pavia, in
Teo-
105)
Monastero Mag-
' Sono, nell'abside dell'oratorio di Solbiate ch' avanzo d'una pi vasta chiesa, alcune figure di santi presso una delle quali un cartello con la scritta: " mcclxxxx... fecit fieri hoc opus.. Non mancano in tali affreschi anche molti tratti bizantineggianti. 2 Venturi, Storia, III, 417. ^ V. Cerigli, L'oratorio di S. Maria del Pontasso {Rivista di Scienze storiche, 1908).
INIZI
DEL TRECENTO
151
e in
un
dipinto, rappresentante
S.
1'
Mad-
battistero
bambino
(flg.
106),
un santo
lo
atto di proteggere
un palazzo,
i
aflreschi dell'inizio
del
Trecento, nei
stile
contorni
del
un
-^
come
raro
di trovare altrove
durante
principio
fior
il
secolo
XIII
sul
del secolo
seguente,
periore,
pu credere siano
tendenze e grada-
state le stesse
predominare
della
e
un
saltuario
suo contaminarsi, in
diverso
gotiche
grado
con
le
*.
forme
oltramontane
Ma
la
scarsit di manoscritti
miniati
Fig. 106.
Varese, battistero:
Madonna
col
bambino.
CwALCASEi.LE, PUtiira, IV, 221. Anche per essere rappresentato fra gli altri santi S. Francesco, gli non possono assegnarsi alla fine del sec. XII o al principio del XIII come parve al Cavalcasene: essi sono da attribuire alla fine del Dugento o ai primi anni del sec. XIV. Le influenze bizantine, manifeste soprattutto nella Crocifissione, vi sono commiste a caratteri gotici, mentre deriva ancora dalla ornamentazione romanica il meandro che si svolge nell'alto. La suddetta Crocifissione e l'affresco delle stimmate di S. Francesco sono sincroni, e affini per stile alle figure dei santi schierati all'intorno: ma cfr. U. Nebbia, Note {Rassegna d'Arte, 1911, 15).
'
afTreschi
ma di tempo alquanto pi recente, la lunetta <lella porta maggiore del battistero, rappresentante la Madonna col bambino, il Battista e un devoto. Dimostrano anche una larga influenza dello stile gotico oltramontano alcuni frammenti di affreschi nella chiesa di S. Eustorgio di Milano, sul penultimo pilastro di destra (fine del sec. XIII), e un alfresco rappresentante le stimmate
'
del santo nella~chiesa di S. Francesco di Lodi, sul quarto pilastro di sinistra. A. Venturi, Storia, III, 453 e segg. Di particolare importanza per la commistione delle forme bizantineggianti e di quelle oltramontane sono le miniature degli Annali del Caffaro (Parigi, Bibl. Nat.:
*
ms. lat. 10136) eseguite tra il sec. XII e il XIII cfr. O. Wulff, Ziir Stilbildung der Trecenlomalerei (Rep. f. Kw., 1904, 95) Anche in molti mss. di " scuola bolognese si ritrovano forti riflessi dello stile gotico francese. Vedi, e. g. Lipsia, Bibl. dell'Universit, mss. 965 e 967 del XIII-XIV sec; cfr. Buuck, Malereien, pag. 96; Verona, Bibl. Capitolare: ms. CXCIV (a. 1317).
: :
152
Lom-
da
quelli cbe
sono
un codice
la
commiPolirona
15)
^
stione di
disegno angoloso \
come
in
III.
inf.).
Uttutmie-cnwiti^ ar5)(m
gnc.munratumtr U^
mlr (nmr ejy-pxcttpxt UumC'gnni^ mc^aucu
mtc^'Cce uullce noud txr Ugmnr incfAUttttu
ir- quc
gotcthmwnsjn^
tnr4utttnie oc^^mg^i
.
cmiitin
cntruiieanncr
CDii|>.igw
Fig. 107.
ms.
fr.
2631.
nuto
francese,
ma
la
"
scritti
miniati
la
in
Italia,
probabilmente
in
Lome
il
bardia,
"
quali
Conqueste de
furono
Terre
d'
outremer
(fig.
107)
Tristan
(fg.
108) che
del
castello
di
Pavia
^,
imitazione
di
miniature
si
'Intorno all' liilluenza dello siile gotico d'oltralpe nella Miniatura italiana del secolo XIII, cfr. M. Dvorak, Byz. Ein/hiss aiif die Hai. Minialiinnal. {Mitili, d. Insl. f. oeslerr. Gescliiclilsfor. Erganzb. VI, 792
:
e segg.).
^ Anche nell'iconografia della Crocifissione il messale dipende da un esemplare oltramontano (cfr. Venturi, Storia, III, 453): esso da attribuire ai primi anni del sec. XIII e a un miniatore mediocre, quale fu prete Isidoro che nel 1170 mini l'evangeliario del duomo di Padova. Parigi, Bibl. Nat.: ms. fr. 2631 ( Conqueste d'outremer ,): di scrittura italiana, del XIII-XIV sec. Ibid.: ms. fr. 755 (' Tristan ): di scritt. italiana del principio del sec. XIV.
''
INIZI
DEL TRECENTO
109),
153
del
poemetto
di
Pietro
Bescap
(fig.
della biblioteca
XIII, 48) \
per
per
il
disegno calligrafico,
come
in
volgare
it.
di
Ja-
Z. 13) ^
tne-fCicoKcititr
Itti
ambixBacc
u.Tqntaccfcfracontp. tccircotcB (TtHitfommrtclaeao itnwinr tUccfoiUfoitntnco: OiOe-ar il fy bicn qtl a aad bomt dVplne pnifif qilncfmr-car afftir qtl ne ieg[icitm'(r me gnc fi a empita fot fot ce fcr or attxeib? cr mp fXt fto-ifm
pa
\l inai
^m
i^:^'^!^?.:^-:'^
V^^'<
r
>:>
,ir.
Fig. 108.
.lic^iMdiiKrX.
Parigi,
Bibl. Naz.
:
ms.
fr.
755
"
Trislan
le
le
forme bizantineg-
gianti or verso le
nuove forme
gotiche, le quali
XIV
in
castello di Angera.
'
e libri
miniati
lella Bibl. di
Milano,
Roma,
Molto pi distesanienle potremmo studiare la Miniatura fra il secolo XIII e XIV se non volessimo limitarci ai codici di pi sicura origine lombarda: i quali sono rarissimi per tale periodo, e non sempre significanti. Ricordiamo un ms. dell'Ambrosiana (cod. P, 165, sup.) rozzamente miniato circa il 1280 per Olrico Scaccabarozzo (cfr. Magistretti, Vesti ecclesiastiche in Ambrosiana, op. cit. e alcuni mss. che gi appartennero al monastero lombardo di S. Maria di Morimondo, ora nel Seminario Teologico di Como. Non abbiamo potuto rintracciare il Libro d'orazioni di Antonio Gallina oste del Cappel Rosso di Milano (a. 1.301), che dalla Biblioteca Trivulzio-Trotti pass in America: cfr. F. Novati, / codici Triinilzio-Trotti (Giornale stor.
'^
della Leu.
It.,
20
154
di
la
storia dello
stile,
loro soggetti,
svolgono rappresentazioni
Non
dioevale
:
a credere,
nella
di
siffatto
con-
materia
si
iconografica
stata trascurata
trattata
dall'Arte
me-
ha notizia ch'essa
fu
anche nei
secoli pi
"'^::t^:^!^
f^oa"m02t
% 3' "W^
canojefaaqudtoiTraa
Fig. 109.
Milano, Braidense
cod.
AD.
allegoriche,
come
vedevano
pianeti,
la
Fortuna,
Parche,
Bacco, figure
astronomiche,
soltanto
tali
i
le Arti,
Virt l
Ma non
cari
alla
argomenti allegorici
tessuti
istoriati ci
vimenti e
Gir. J.
z.
INIZI
DEL TRECENTO
155
la vita
romanica
fior
e,
quando
degli
individuale e civile
rigogliosa,
pittori,
i
non meno
tal
scultori,
amarono
Fra
l'Italia
di rappresentarne le vicende e
le notizie
costumi.
Padova era dipinta la costruzione del carroccio del Cremona un affresco rappresentava la vittoria che i cittadini, nel 1213, avevano riportata sui milanesi ^ nell'atrio del duomo di Vercelli, sul
di
^
; ;
duomo Comune a
del
il
vassalli della
sua chiesa^; a Legnano l'atrio del palazzo di Ottone Visconti era ornato
anch'esso di pitture profane
II
'*,
palazzo del
Comune
di
Dugento dagli
Comuni
dell'Italia
settentrio-
nale per le pubbliche riunioni, reca ancora alcune vestigie di una deco-
si
la tinta vivida
Un
fregio istoriato
stendeva sotto
la
gronda.
Su un
campo
ture
:
veggono ancora tracce delle strane dipinun uomo combatte colla spada contro un leone una donzella, vedi colore giallastro si
;
stita di
si
stringe oscena
ad un giovane
si
due
cavalieri,
scontrano a colpi di
azzurro, mentre un'altra esce dal recinto: figurazioni che forse ricordavano
al
popolo
gli
che
cantastorie
narra-
vano
di
le
Comune
il
Novara,
altri scontri
d'armati,
popolani
che
duellano
coprendosi
cesti
forti
che pu
dirsi
prosegua
il
pi umile
stile
"^
coloro
che avevano
RoLANDiNi Patavini, De
fuctis in
^
'
(Rei:
It.
mento
'^
G. Colombo, Docuiii. e notizie intorno agli artisti vercellesi, Vercelli, 1883, pag. 40. A Legnano, nei pochi avanzi del palazzo visconteo non si vede pi nessuna traccia di affreschi. Venturi, III, 418. A Novara, in una volta attigua al chiostro della cattedrale un breve framdi affresco con figure di guerrieri combattenti: lavoro della fine del sec. XIII. Cfr. : D. Sant'Ambrogio, Lodi Vecchio, Milano, 1895. Le figure hanno i visi, di colore scialbo e
fortemente profilati. L'affresco appare pi grossolano delle altre pitture, sebbene sincrone, che compiono la decorazione della chiesa: v. al capitolo seguente. Nella medesima chiesa di S. Bassano di Lodi Vecchio un bassorilievo rappresentante un giovane a cavallo in atto di spingere due bovi, collocato
"
piatto
dal
"
paraticum boateriorum
156
come
nel
duomo
:
Piacenza
propri mestieri
pas-
sano nelle crociere di una delle volte della chiesa lodigiana, sul fondo tinteggiato di bianco, carri trascinati da bovi che recano grandi tronchi
Fig. 110.
Lodi vecchio,
S.
Bassano
affresco.
(fg.
110).
Fra
tali
rappresen-
pur da unire
1' "
il
duomo
di
Bergamo
raffigurante
andata
a noi siano giunte sono quelle degli affreschi del castello d'Angera.
lo
piano lombardo,
la
nitide
forme del
'
L.
Deltrami, Aligera
e la
1904.
INIZI
DEL TRECENTO
157
promontorio,
il
fra
il
cielo, e
La
lacerata
vetta del
colo XIII
quando Milano, tramutandosi di Comune in Signoria, fu pi dalle fazioni. Venne allora circondata di mura, ora dirute nel
;
mezzo
che
si
il
torrione
le
Leone arcivescovo di Milano, quando poi l'armata di Ottone Visconti veleggi sul lago, e Angera e Arona passarono con alL'arcivescovo Ottone Visconti,
quale
am
di
edificare
nobili
cala
stelli,
rocca di Angera
grandi
vanni Visconti,
il
cui
stemma
altri
si
vede
in alcune bifore
una parte pi
il
meno
accurata quell'edificio,
ampliamenti
^.
ora
formato
torre,
il
castello,
la
parte
di
pi nobile struttura
la
pi antica. La
aspra all'esterno, divisa nell'interno in ripiani, che dapprima docollegati soltanto per
:
vevano essere
rezza guerresca
e
mezzo
l'edificio
ha
l'aspetto sicuro
nelle
due grandi
al-
compone.
danno luce
si
cune
ac-
aprono
il
tre
grandi
profondo ondeggia
lago.
L'ampia
volte
aula, coperta di
un tempo
Ancora
nelle sue
un variare
di ornati
con
steli gialli
di bianco
che
formano losanghe
variopinti:
si
mutano d'una
'
2 ^ It.
Catalogus Archiep. Med. (Mon. G. H. SS. VIII, 108-109) Giulini, Memorie, IV, 762. Sull'attivit di Giovanni Visconti nel fabbricare v. Gualvanei de la Flamma De rebus
;
gestis
(Rer.
158
nell'altra
sono lacunari
il
verde
e
il
giallo
il
rosso
:
il
accozzano in forte
armoniosa sonorit
Fig. 111.
Aligera, castello
crociera dipinta la
biscia
dei Visconti
(tlg.
112) \
'
Il
Muu\TORi
,.
(Rei:
II.
"
rudes
certe,
illa
aetas ferebat
INIZI
DEL TRECENTO
negli
159
della
Le
loro
pareti, spoglie
per gran
tratto
dell'intonaco,
avanzi
decorazione splendono
un
si
avvolgono a
cerchi muldi rosso di
spirali
ticolori
e verdi,
strie e di
Ili),
una larga
fascia
di
azzurrastra
fra
zone
a
:
verde
di
giallo
di
bianco, adorna
ramoscelli
simili
quelli
degli
della
i
chiesa di Galliano
coloriti
margarite
e
codi
rami
di
verde vitreo
Kig. 112.
rosso
e tra
gli
ornati
si
posano
119) ^
Uguale vigore di
tali
tinte, e
le fasce
:
ornamensi
lunettoni delle
;
pareti
ora vi
si
ripete
scompone
si
nei quali
steli
schius'
dono
corolle variopinte
ora entro
bizzarre
riquadri formati da
che
in-
trecciano
sono
dipinte
figure,
un
deforme
vecchio
tricipite,
Ricordiamo in questo luogo gli avanzi di pitture decorative del secolo XIII nel castello di Magliaso (cfr. Rahn, Wandgeii., 15) le quali imitano una preziosa stoffa orientaleggiante, ornata intrecci con figure di animali.
'
160
un fauno che porta un fardello, una donna glauca nel viso, in atto di stringere due pesci, un uomo fulvo e cornuto che ammaestra un uccello
rapace
(fg.
112). Cinte
di
tali
pareti sono
divise in
con ro
che simulano
il
graffito,
diverso colore.
Entro
pianeti.
il
E sebbene
ora
sia
frammentario,
agevole
mezzo
Secondo
le cre-
come
in propria
suo influsso.
(fig. 90).
Il
un seggio recando
:
drago che
si
morde
la
coda,
simbolo del
[aqvarivs],
Tempo
ha da un
il
lato
dall'altro
quale
inscritto
anche
nome
del
mese
in
:
cui
esso
imperversa
una
scritta
commenta
della
egrecervntis et vrne.
La potente
degli
ornati.
sonorit
dei
colori
lunetta
si
Al di sopra
del
di
si
verde
il
vecchio Sa-
il
cui
;
colore
sbianca nel
sommo
il
lumeg-
giato di rosso
gli
chiaro.
:
Le pieghe
e
dei panni
schemi
l)izantini
in
ritrovano
XIII
affinit
cogli
affreschi
bizantineggianti
nel
secolo
o dei
forti
primi
nei
contorni
al
sommo
113)
:
dell' attigua
lunetta,
il
nel
sole e la
Sole [sol],
gigli,
guida
quadriga verso
il
segno
Leone
la
[leoJ
Luna
presso
-j-
quale sta
non
resta
che un breve frammento col segno dello Scorpione [scorfioJ e con tracce
INIZI
DEL TRECENTO
161
un cavallo galoppante
(fig.
112).
Ma
ciclo astrocostituito.
nomico
Le
che
si
iscrizioni delle
gli
larmente per
si
affreschi di
Angera
relazioni
pianeti e
lo
zodiaco.
Fig. 113.
Angera, castello:
il
Sole e la Luna.
Suonavano quei
in cui
versi
i
^,
disposti in ordine
furono dipinti
Est
tibi
pianeti nell'aula di
Angera
Saturne
Inde Jovi
Leo
Soli
ad
rati
anche Giove
tra
Pesci e
il
Sagittario,
Marte
tra l'Ariete
e
i
lo Scor-
Gemini.
Come
le
La quale am
raffigurarle
in
vario
Traggo i versi dal cod. ambrosiano E. 12 sup. (Tractatus de sphaera ms. del 1476), ce. 58 v. I versi sono preceduti dalle seguenti parole; " sciendum vero est quod omnes planetae in quibusdam signis fortius exercent operationes suas et illa signa dicuntur domus suae. Quae quiljus conveniunt bis versibus continentur
'
;
21
162
pi
gi ideati
dal-
di cui fu costellato
manto
dell'
imperatore Enrico
II
E come,
per
la
creduta influenza degli astri sulle sorti umane, l'Arte rappresent pi tardi
azioni
umane ed
XIV
pittorici del
e del
XV
Ragione
a Ferrara, in Schifanoia
di
Roma,
nell'ap-
pianeti
coi
segni
zodiacali
entro
lunetta, le
potenza viscontea.
Due
storie
la
lunetta di Saturno,
divise da
una
bifora che
un tempo aveva
Ottone
il
piano
Desio
si
lombardo. Dapprima
in cui l'arcivescovo
colp
irreparabilmente
Torriani
non
pu disconoscere che
scritto sotto la
quanto in-
scena
(fig.
114)
absolvit
EI
d.
napoleonem ab excomvnica-
VENIAM PETENTI.
le
Napoleone della Torre sta in ginocchio, ancora armato, e protende mani verso Ottone che si china verso di lui dal suo cavallo, benedi:
fanti armati, a
gnano l'arcivescovo
fra
di
Intorno a
Napo
fante
si
accalcano
nemici alzando
sembra
La rappresentazione
corri-
sponde a
ci ch' narrato
fine del
^.
Ancora
valgono
lo
con
le
consuete tinte di
azzurro oltremarino nel campo, di giallo nel terreno. In ogni parte prele
forme
nelle
proprie
e
ai
tardi
pittori
bizantineggianti
le
appaiono
quali
soprattutto
vesti
nelle
sono
tratti
lumeggiate di
rigidi
tinte
1
e radianti.
tinte
privi
hanno
scialbe,
talvolta
forti
contorni di
f.
christl.
^
Sulle ngurazioni dei pianeti, cfr: E. Maas, Iiischriften und Bilder des Mantels Heinrichs II (Zeitschr. Kunst, 1899, 321 e segg); Thiele, Antike Himmelsbilder, Berlin, 1898.
sub Olhone Vicecom. in Rer. II. SS. IX, 92) descrive appunto l'episodio rappreprostrato, l'arcivescovo in atto di parlargli mentre sopraggiunge il conte di Lomellina. Cfr. anche la descrizione dell'episodio in Catalogus Archiep. Med. (Mon. G. H. SS., Vili, 108).
Stefanardo (De
:
geslis
Napo Torriano
INIZI
DEL TRECENTO
dei
163
carminio a segnare
delli
lineamenti
il
moin
pur
si
vedono
il
in
;
minia-
secolo XIII e
la
XIV
anche
quelle del
manoscritto
della
"
Conqueste de
Terre d'outremer
gi
Fig. 114.
e,
pi ancora, nell'accurata
ri-
vi
cenno
di
Napoleone
:
nelle
splendide armi
di condottiero di acciaio
ha
azzurrino
fiorisse
con
sottili
ageminature bianche
e ci ri-
corda quanto
164
armaioli.
" "
Dove trovare
cos
in altra citt di
un popolo
bene armato
ferree
armature
In
guerra vedresti
di cavalieri
ma
pur
armi cor-
gam-
gnali,
....
citt e nel
sono molti
i
fabbri che tutto giorno lavorano armi d'ogni sorta che poi
numero
di cento
artefici
nelle
i
vicine
nelle lontane
di
citt
fabbricanti
corazze;
di
elmi,
il
circondano
il
duce inginocchiato
dei quali
primo, che ha
liera
;
la vipera
altri
porta un
bacinetto
altri
l'antica
foggia.
colori
vari
delle
funicelle
sul
campo
di vivo
al
oltremare.
luogo della
I
115).
vinti
cuffie,
con
lunghe tuniche
Uno
dei militi,
si
fiato a
un cavaliere
i
apaste
altri
ergono
pennoni,
le
munite
il
due alture
fra le quali
incede
corteo
sorgono alcuni
edifici;
e a sinistra
forse figurata, in
modo Como
con
la
di legno,
1278
^.
Frattanto l'arcivescovo
presso la
citt
egli fece
fermare
i
le
militi
promisero
di
obbedire
e si
mossero
in aspetto pacifico,
con
i
le
spade nel
cittadini, lieti.
F.
de' vecchi
-
S.
NovATi, De magnalibus urbis Mediolani (Bull, dell' Ist. St. It., 1898, pag. 148) Id., Poesia milanese tempi (Nuoua Antologia, 1909). Monti, Riforme degli statuti comaschi in odio ai Torriani (Perod. della Soc. St. per la prov. e
;
antica diocesi di
Como,
INIZI
DEL TRECENTO
che,
165
diviso
col clero
in schiere, intonava
sacri inni \
sottostante
attinto
di
alla
come
a fonte
di
altri
come
^:
il
poeta,
memoria
di quel giorno.
Da un
lato
(fig.
116),
sopra un caaccanto
dinanzi
gli
si
affollano in schiera
di
cavalieri e
fanti.
Il
primo
di questi
ha calzari
rosso vivo,
cervelliera
Fig. 115.
Angera, castello:
la
in capo sopra
la
leggera
cuffia
di
lino
sostiene alto
un pennone.
Il
primo dei
le aste
cavalieri,
altro,
ha purpuree
si
ergono
che un
munite
come
^,
Pi oltre figurata
la citt
un gruppo convenzionale
di tetti e di
cupole tinte di carminio e di ocra, di costruzioni di colore turchese e smeraldino (tav. VII). Alle porte sta la turba confusa dei cittadini
tra
gli altri,
collare
;
di
vaio,
una donna
si
velata,
fanin
col
i
capo
diversi
ingioiellato
sul
i
dinanzi
schierano
distinti
i
gruppi
fran-
'
Stefanardo,
Sotto l'affresco
legge: legge:
"
'
Sotto l'affresco
166
cescani,
domenicani,
gli
scalzi
alcuni
dei
monaci sono
in
atto
di
Sebbene
sgiputo
trattasse
agli
un
nuovo,
il
pittore
non ha
della
alle
sottrarsi
schemi
medioevale.
E un
duomo
cittadini
Fig. ne.
Angera, castello
S.
nuova materia,
sotto
rappresentare la
citt di
segno di Marte,
di figure
nell'altro,
morte
di
Napo. Vi
si
una parte
dell'iscri-
zione
obiit in carcere
qua
o
o
o.
C3
e o u
01
>
INIZI
DEL TRECENTO
il
167
citt,
fondo
occu-
di
atrio
benedi-
prelato, preceduto
da schiere di monaci
e
e di gentiluomini
il
con
cavalli di colore
cenerino rosso
grigio
aprono
corteo
le
schiere
dei fanti
(fig.
117).
altri
affreschi \
Ma
nella
parete
di
fondo
m
yL
Fig. 117.
^Xf
fi ! ^1 st
III
w^j
1
muil
una
reticella bianca, e
della figura di
un non
re che
i
sembra
assiso
sopra
quale s'indovinano
scarse
tracce
Dalle
troppo audace
il
si-
'
Secondo
il
l'iniagine di
alcuni elogi
latini,
il
comitum
(cfr. Graf.vius,
Thes. ant.,
168
gnifcato
morale
di tutte
le
rappresentazioni
dei
Stefanardo da Vimercate
minava
il
suo poemetto
quam dubio fortuna gradu mortalia ludis Heu quam praecipites humana rotatur in orbes conditio Nunc summa petit, nunc mergitur unus
!
!
Fig. 118.
suoi affreschi
pi complessi
ci
cicli di
rappresentazioni profane
dioevale
dello
come
singolare
il
monumento
XIV.
stile
il
secolo XIII e
Non rinnovano
pi
alta
lunga tradizione
;
stilistica
la
concludono, piuttosto
recano
elaborato. Nella
negli
gamma
ornati
;
nuovi
toni,
particolarmente
ma
il
colorire
permane
simile a quello di
monumenti pi
antichi, hi-
INIZI
DEL TRECENTO
169
non un
forme.
per profilare
le
di tinte vivaci
riempie
ancora
la
cinabro l'azzurro
gli
studiati intrecci.
:
Nell'ornamentazione
gi
i
una
;
delle volte
e le strane
si
assomiin-
figure
che incornicia
una
delle lunette
derivano certamente
Dugento
mi-
dag
Pi rare sono
In queste
i
le
gotico
nelle
figure.
caratteri bizantineggianti
predominano
ma
la
nuova variet
miniature di
nelle
codici dell'Italia settentrionale della fine del secolo XIII o dell'inizio del
Uguali caratteri
stilistici
di
castello, nel
quale
si
riconosce facil-
mente
la
maniera
di
un pittore assai
I
Ottone
visi delle
Madonna
tinteggiati
li
di
un antico
tipo iconografico
sono
ombre verdastre
hanno
pressa quale di
frequente
lo
si
stile
118).
loro caratteri
stilistici
;
Dugento o
al
ma
per
altri
argomenti se ne pu determinare
la sala
anche meglio
la data.
sia stata
come
fu
^.
'
che
si
Vatikaiiiscie Miiiialnren, Freiburg i. B., 1893, tav. XIX-XX. Beltrami, op. cit. Dal tempo di Giovanni Visconti possono essere alcune pitture di decorazione trovano in altra parte del Castello.
Cfr, S. Bbissel,
L.
22
170
il
ca-
Angera,
ma
il
suo
stemma appare
in
una parte
della
costru-
zione che per struttura intieramente diversa dal nobile edifcio nel quale
si
come vedremo,
gi
tene-
vano ormai
molto
superato di
Le
Ottone, cantano le origini della potenza dei nuovi signori, la disfatta dei
Torriani.
Non
i
si
potuto sussistere,
Visconti, che
pu pertanto credere che siano state eseguite, e abbiano prima che il castello fosse di incontrastato dominio dei
i
agli avversari,
dopo
la vittoria di Desio,
aveva
ma
questa,
come
propriet dell'ar-
civescovado milanese, venne poi nelle mani di Cassone della Torre, arci-
vescovo di Milano: e soltanto nel 1314 Matteo Visconti, rettore del Comune,
se ne insignor togliendola per
sempre
gli
ai
Torriani
^.
Non prima
del 1314
1
quali,
stile
dopo
non
si
possono
tempo molto pi
Fig. 119.
Angera, castello
ornati.
Fig. 120.
Varese, battistero:
Madonna
col
bambino
e devoti.
Ultime derivazioni dello stile bizantineggiante affreschi vari. Svolgersi di forme nuove: affreschi di Como, Lodi, Varese, Castel S.Pietro. Influssi dell'arte toscana. Relazioni con l'arte oltramontana affreschi del Piemonte. Manoscritti miniali di sicura e di probabile origine lombarda.
: :
Ottenuta
la
signoria
arti.
Visconti
amarono
il
di
circondarla dello
splendore delle
Broletto del
Comune
ammirazione ^ La
ornata d'oro e di
;
cappella,
ehhe poi
nome da
S.
Gottardo, vi era
e innalzava l'ar-
GuALVANEi DE LA Flamma De febus gi'slis ecc. (Rer. It. SS. XII, 1010 e segg.). Gi nella seconda met gli edifici di Azzone furono distrutti, ad eccezione della chiesa di S. Gottardo, e rifabbricati da Galeazzo Visconti cfr. Petri Azarii Clironicon {Rei: It. SS. XVI, 402).
'
del Trecento
172
quod videre
est
che
di
vessillo
vipera e
con
le cifre
adorno
di pitture: in
un
cortile, vi si
vedeva dipinta
la
guerra
az-
cartaginese
con
sottile arte e
con copia di
Fig. 121.
Lodi,
S.
zurro
Attila,
d'oro,
la
Vanagloria circondata
altri
da Ercole e da
molti
ai quali
pur
si
accompagnavano Carlo
la
Magno
Azzone
Visconti.
Forse in
pitture
173
Ma prima
diffuse dal
vi
fosse manifesta,
la
Pittura
lombarda mantenne,
primi decenni del Trecento, delle forme assai distinte dalle toscane seb-
riflesso di queste, in
ma
pur degne
di studio
trasformarsi
e
sia
curioso
sti-
diverse da quelle
che
giare
dovevano
poi
signoregtutto
per
nel
Trecento.
Le ultime derivazioni
dello stile bizantineggiante
si
veggono
un colorito pi complesso
di
quello
degli
affreschi
Fig. 122.
Lodi vecchio,
S.
Bassano: Apostoli.
di Angera, e pi
lontano
;
dalla
maniera bizantina
quelli
(fg.
Tra
di Cristo
battesimo
dipinti
Francesco di Lodi
^.
^,
una parte
dei
della chiesa di
La qual
chiesa conserva
'
12.
:
leggeva Taddeus a Laude f. , cfr. P. Biagini, Chiesa di S. Francesco, Lodi, 1897, pag. 88. Nella stessa chiesa di S. Francesco sono da assegnare alla medesima forma stilistica i seguenti affreschi: 1. Sesto pilastro di destra: santo vescovo. 2. Quarto pilastro di destra: S.Niccol. 3. Quinto
2
Sotto l'affresco
si
pilastro di sinistra: S.
*
Cfr.
174
110)
nel-
l'abside maggiore,
ove
al
sommo
di
troneggia
il
Cristo fra
gli
simboli degli
(fg.
mentre
in basso
sono schierati
apostoli
122)
con avanzi
un
Al medesimo stadio
"
stilistico
spettano
gli
affreschi
dell'abside della
gli
chiesa rossa
(fg.
123), nel
ornati e
Fig. 123.
Milano,
"
chiesa rossa
affresco dell'abside.
Il
Cristo
benedicente
gli
vi
schemi bizantineggianti
ma
il
colorito
ha nuova variet
e fusione di
che fanno parte del complesso della decorazione di S. Bassano sono opera di pittori l'affresco dell'ultima delle volte della navata maggiore (fig. 110). Qualche lieve riflesso giottesco s'intravede gi nelle prime volte della navata stessa e negli avanzi del dipinto dell'absidiola di destra. L'affresco della conca dell'abside maggiore in gran parte rifatto: sono Invece meglio conservate le figure degli apostoli, sotto le quali rimangono tracce di un'iscrizione, relativa forse alla dedicazione della chiesa (" consecrata. archiep.... med.... ). Altri affreschi, sulle pareti, sono di epoca pi recente della primitiva decorazione della chiesa, e di scarsissimo valore. 2 Beltuami - Santambrogio - Fumagalli, Reminiscenze della citt e suburbio di Milano, Milano, 1892.
'
Gli affreschi
di vario valore.
rozzissimo
..
175
ombre
S.
e di luci.
gli
Marco
124)
quel luogo mostrano nelle loro parti pi antiche, in molte figure di santi
(fg.
nella
Madonna
colo-
col
tutto
sebbene improntata
alle viete
ancora in parte
La regione comasca
conserva ancora numerosi
affreschi di
grande imporla
tanza
per
conoscenza
bizantineggiante
in cui
si
quelli
alta-
affermer
mente
vo
pali
l'influenza del
nuo-
stile
toscano.
quelli,
princi-
sono
ora col-
Co-
mo
S.
-,
coravano
monastero
di
si
di
Fig. 124.
Margherita
quella
Milano,
S.
citt.
Nei quali
narra la
^
Determinate di
sottrarsi alle
le
il
due
sorelle,
nascostamente
padre,
muo-
Si
Gli avanzi della decorazione constano di due zone di figure di santi, sotto delle arcatelle trilobate. possono attribuire al principio del Trecento e si connettono per alcuni caratteri anche agli affreschi di Como, di Lodi e di Varese, dei quali siamo per trattare. Alcuni dei santi furono rifatti nel corso del
'
secolo XIV.
''
Affrescii antichi
1898, 27).
;
'
P. L. Tatti,
berata e
L.
Dalla Porta,
176
vono
un
ritiro.
Varcano dapprima
i
il
Po
il
(fig.
125)
sulle
acque
pesci, passa
il
Guarda
egli, intento,
il
sacerdote
le
sante,
:
Liberata sta
delle
Paola,
compagna
Nell'az-
due
sorelle,
la
Fig. 125.
Como, Broletto:
ali
variopinte
indica la
Nel
confronto cogli
affreschi
di
Angera,
si
pu apprezzare quale
:
nel quale
caratteri di fattura e di
stile.
Ancora richiamano
177
mente
gli affreschi
di
Angera, e
secolo XIII,
figure del
Fig. 126.
Como,
Como.
il
il
colo-
rivede
brusco risaltare
quale
era
proprio
al
ci
apparve
della
sono
23
178
Fig. 127.
Como, Broletto:
la
179
per
loro
occhi,
segnati
colla
palpebra
inferiore
orizzon-
contratta,
Fig. 128.
Como,
Broletto
le SS.
dovunque
molti
l'arte
gotica
la propria
influenza.
pi la tecnica
secoli, pertinace
nell'uso dei
nella
distinzione dei
colori,
180
pittore mette
luci e delle
ogni studio
in
una pi
delle
ombre.
Guidate dal sacerdote Marcello,
riparo, secondo la leggenda, in
le sante
Alia nell'alto
un luogo appartato del suburbio (fg. 126). un angiolo sorridente, accennando la meta alle sante che
vanno lungo
edicolette, le
le
mura
della
citt,
ascoltano le
Poi, chiuse in
un claustro marmoreo nel quale s'innalzano alcune leggiere tre fanciulle, vestite ancora delle loro vesli principesche,
mentre fuori del recinto due donne fanno lamento
loro
parlano
cata-
che vestono
abiti
di
un monastero
128) ^
La
pinti. I quali
stile.
Vi
si
possono riconoscere
e
il
cui mescolarsi
produce
la
si
primo
degli affreschi, a
nelle
miniature
quali
si
combinano insieme quelli elementi medesimi ^. E appunto conviene attribuire gli affreschi
di
Como
al
principio del
secolo XIV, sebbene qualche particolare dei costumi possa suggerire una
assegnammo
riflettendo
al se-
il
loro
stile,
per
giudicarli
di
tempo pi recente
ma
che
s
che pur in
XIV fu epoca di vivo fermento nella una medesima regione poterono allora trovarsi
ligi alla
Pittura,
artisti
pi
strettamente
vecchia maniera e
altri
gli affreschi di
Como
al
primo quarto
del
ci
conferma in
tale
opinione
il
ritrova, in
medesimo
stile.
' Una vasta lacuna ch'era quasi nel mezzo del riquadro fu restaurata dipingendovi la figura del barcaiolo che porta il fardello delle sante. Originale invece il ponte e l'abside d'una chiesuola, a destra: particolari nei quali si manifesta l'attenzione rivolta dal pittore alla prospettiva e a determinare lo scenario. Ci appare anche meglio nel frammento di un altro affresco del medesimo ciclo, rappresentante l'interno di una chiesa a tre navate.
*
^
prima figura a
III,
sinistra.
Cfr.
Venturi, Storia,
471 e segg.
181
Poich
di
gli affreschi di
Como non
il
ci
presentano che
il
primo aspetto
forme
possiamo seguire
Trecento.
lombarda
sin oltre a
mezzo
Fig. 129.
Lodi
S.
S.
Francesco, tutto
di
tomba
cit.,
Antonio Fissiraga
F.
vecchio,
'
L. BiAGiNi,
;
Milano, 1887
G.
pag. 52 e segg.
De Angeu-A.
Timolati, Lodi,
182
signoria
di
la
sua
nel
citt,
che partecip a
le
e,
podest
Firenze,
1288 tenne
insegne
Arezzo ^
egli fu
Quando, nel
1327,
seppellito in S. Francesco
e al cittadino
^
Fig. 130.
Lodi,
S.
Francesco:
le
fu eretta
una nobile tomba, un grande avello lapideo che due colonne sorla parete
reggono contro
decorata di affreschi
la
(fig.
129).
(fig.
130).
un
cataletto coperto
G. Villani, Cronaca, VII, 110. L'elogio del Fissiraga, dipinto in lettere trecentesche a sinistra della tomba, sciogliendone le abbreservans lussa dei spem munde viazioni, suona: " f corde lime christum tumulumque conspicis istum nobils progeniey natn iacet liac parca fulgens antonius arca de fisiraga moriens pr lege beata
'
nec egenis trux nec avarus niilicie presul olisque fraudibus exul urbis curator populique laudensis amator cui tu posce deum veniam celique tropheuni f mi" ccc vicesimo vii" vicesima die raensis novembris obiit venerabilis railex dominus Antonius de Fisiraga .
et clarus
Tav. Vili.
Lodi,
S.
Francesco
183
dei
un drappo a ornamenti,
:
fra
i
lo
stemma
il
Fissiraga
gli
stanno
intorno
con
le
torce accese;
sacerdote
monotono
e terreo nel
pu
tuttavia
essere
fattura
per
il
Como
Con opera e concetto ben diversi fu decorata la parete che sulla tomba (tav. Vili). L'ampia superfcie azzurra, circondata di
multicolori, che
s'erge
fasce
forma
lo
pinta quasi
fosse
un tappeto disteso
si profla,
La quale
fu ideata
con prospettiva
adorna
di
trafori e di
merlature
S.
nel
bassorilievo, in
monocroma,
drago
nel laterale,
un vecchio
ed esso
artifcio
che sar caro anche ad alcuni grandi maestri del Quattrocento, a Piero
della Francesca e a
Bartolomeo Montagna,
nei loro
dipinti
Entro
lo scenario cos
le figure.
S.
Alla
Francesco
presentano
il
vecchio Fissiraga
di speroni, offre
il il
munito anche
Bamci
movimento
premuroso
ma
il
disegno e
nuovo
uso dei colori nelle carni dipinte con delicatezza grande, con tinte pasto-
vesti
ove
si
accordano
pi
gradevoli toni.
La
i
ombreg:
di giallo
profili
Non
che
contornino
le
il
viso tutto
un delicato
ha
il
pittore,
li
ripete
di
figura in figura:
le
Qui, come in molti altri luoghi, non posso trattenermi quando queste risultano evidentemente provate al lettore che
*
da
necessari confronti.
184
modo
calligrafico
gli
una
le fronti in
opposte rughe.
danno modo
di attribuire,
Fig. 131.
Lodi,
S.
Francesco: Madonna.
al
medesimo
pittore
un
chiesa di
Francesco di Lodi
il
una Madonna
tutta
Bambino
131).
ritto in
grembo
nobilis-
sima
sulla
figura, di
forme ampie,
Antonio
tomba
di
F'issiraga
185
con quesi
dipinti,
sebbene non
affre-
raffigura
Clemente
Elena.
Il
nendo aperto un
scritto
libro, in-
popolare nel
e nella
Medioevo
^
;
forma
degli occhi,
del-
Fissiraga
(fig.
tomba 132). La
gia
tezza di colorito.
masca donde
pittore della
movemmo
di
tomba
An-
dell' altare,
restano
alcuni
tomba
(fig.
134).
Fig. 132.
Lodi.
S.
Francesco
S.
Clemente.
Sotto un'edicola
marmorea,
monocroma
raffigurante
S.
Giorgio,
'
Il
motto:
"
est orientis
,,
si
ritrova di
messali. 24
186
Bambino
cui
si
il
Battista
forma convenzionale
degli occhi e dell' orecchio e la strana tensione dei muscoli del viso del
Battista corrispondono
appieno
tomba
del Fissiraga.
uguali forme
si
ritrovano anche in
altri
dell'altare,
mono-
133).
l'af-
Meglio conservato
fresco
della
lunetta
dello
d'
una
porta
laterale
stesso
so
anonimo maestro.
tutto
Il
fon-
do ne
ornato con lo
impresse
la
il
Vergine tiene in
braccio
Bambino che
si
particolari convenzionalismi,
nella
maniera, agli
altri af-
Lodi
(fig.
120).
Fig. 133.
Madonna
di Misericordia.
stessa della
si
morte
la
di
tardasse molto a
decorarne
la
tomba,
quale
sia
anche nei
capitelli
nel costume delle figure, sia nella iconografa, o in altri particolari, argo-
mento che
Non
Lodi.
stabilire
l'origine
artistica del
pittore di
col
Varese e di
nella
A non
riguardare che
S.
l'affresco della
Madonna
Bambino
navata destra di
Francesco
di
Lodi
si
187
Fig. 134.
Varese, battistero
affresco.
188
Trecento,
alle
ampie
Antonio
figure
di
Ambrogio
anche
il
e,
nell'affresco del
S.
mausoleo
di
Fissiraga,
monocroma rappresentante
tali
biamo potuto
dato
;
confronto
si
mostra infon-
si
scorge
come
essi differiscano
hanno
dalle
nel
disegno
una certa
si
per
la
forma
balenanti,
un
non
sia
in
senesi \
simile
quello che
osservammo
Como.
un
le
Anche
tra
tomba Como,
relazioni
dipinti suddetti
quelli
si
di
come
scorge
sia
per
il
colorito,
preannunciano
svolse
e
la
Varese. Questi
locale.
rese
pi
forme ch'ebbe
:
dall'arte
Non
da quelle
trasse
le
esempio
colorito.
E
listica
pi oltre ancora
ci
dato di seguire le
sti-
si
profilano verso
mezzod
colli di
Como
Le
di
vescovo comense
razione dipinta
in
^.
un
fregio di
:
mensole tracciate
prospettiva
santi
entro
tondi
Entro
la
conca absidale
si
sia
scolorata,
fra
i
la
sim-
nella
da una serie
'
Il
tratto
al quale mi riferisco si trova anclie nell'arte di Toscana e di nello stesso grado che nei dipinti dei quali parliamo: e d'altra parte, esso carattere concomitante di altri che nel loro complesso danno agli alTreschi che ora riu-
ma non
distinto da quello delle pitture di altre regioni. Rahn, Wandgem., 24 e segg. S. Monti, Storia ed Arte, pag. 208.
;
189
mensole dipinte
in prospettiva
e,
nel basso, da
un
veliim,
sono alcune
La scena
spiaggia
Andrea
assai
povera nella
Cristo
fa
Fig. 135.
Como,
S.
Abbondio
affreschi.
remi.
Non
nei visi
l'espressione vivace
e Faustina o di
del
di
i
Varese e di Lodi
colori verdi
forte e e
le
tinte delle
carni,
vesti
qui
livide e senza
gialli
stridenti
delle
possono compararsi
pitture
:
colla
gamma
delicata
del
colorito
di
quelle
ma
il
190
bizantineggiante, sia
in elementi
altri affreschi
del-
Chi analizzi
di parlare
la parte
che raffigura
S.
si
e in atto
verso
coloro
che
gli
avvicinano
^,
osserva nel
segno
degli
occhi,
nei
tratti
calligrafici
rigidi
s
delle
i
chiome,
di
molta
Castel
somiglianza
S.
stilistica
con
quelli
affreschi;
riflesso,
che
dipinti
Pietro
gli
appariscono come un
della forte
Fif<. 136.
Como,
S.
Abbondio: Annunziazione.
forme
di
decorazione
del coro
di
Sant'Abbondio
Como. Tutta
abside,
poligonale, della
lesene delle
costoloni
trecci e di
losanghe entro
cui
lacunari
azzurri
nocroma
bizzarri
animali favolosi.
Un grande
la
angiolo di-
'
S.
Pietro.
Segue ad esso
la
Lo
di
Madonna
col
un
191
sommo
dell'abside,
ove conver-
Sull'
arco
trionfale
sono
lesene, dipinto
nella
conca,
e
il
grandeggia
Battista,
il
Redentore
S.
fra
S.
la
Madonna
^
;
fra
Pietro e
Paolo
sulle pareti,
sono narrate
:
minutamente
che
gli
an-
rivestiti di
(fig.
racemi
135).
Vastissimo
monumento
di pittura,
gli
af-
e in
ognuno
La lunga leggenda
nunziazione
(fg.
136).
Sopra
il
campo azzurro
senti-
mento
esangue nel
viso, trat-
teggiato con
forme proprie
ai pit-
senesi.
Ma
sia
nella
quella
della
Le quali poi
si
scorgono pi evidenti in
altri
con
Fig. 137.
artisti
che eseguirono
le
il
137).
La secchezza
dei lineamenti,
'
192
il
di quelle figure
di
Lodi
e di Varese.
di Castel S. Pietro si
rivedano perS.
Abbon-
mensole
moAbdi
nocroma.
Vi adunque ragione di affermare che anche
gli affreschi di
S.
bondio siano
artisti
stati dipinti,
;
intorno alla
lombardi
si
delle quali
pu seguire
Pietro.
Fig. 138.
Como,
S.
Abbondio: Ingresso
di Cristo in
Gerusalemme.
che negli
contenuto
iconografico.
tale la
scena
coltrice,
(fig.
si
138).
nuova Pittura
Presentazione
toscana
del
la Visitazione,
al
(fig.
139), la
Bambino
quasi
tempio
lo
140), e
tutte
le
Ma
sempre
spirito
drammatico
senesi vien
meno
lombardo che
ad esso
193
una
espressioni,
come
si
Innocenti
(fg.
141), nella
Fig. 139.
Como,
S.
Abbondio
Fig. 140.
Como,
S.
al
tempio.
S.
Pietro
(fg,
142)
194
anche per
ristretti
svela
Abbondio
in certi
dei
magi
sogno dei
tentazioni di Cristo.
colorito
si
ritrovano
le qualit
;
stesse che
sono
esso d al pittore
Fig. 141.
Como,
S.
Abbondio
la strage degli
innocenti.
l'abilit di cui fa
ciante e
il
certamente
il
mo-
non
maniera bizantineggiante.
Ma
altri
caratteri, estranei
all'Arte
'
zione dell'abside di
2
Alcune leggiere differenze di maniera tra diversi affreschi lasciano supporre che nella decora S. Abbondio abbiano collaborato parecchi pittori. Si osservi specialmente l'affresco del Diniego di S. Pietro (fig. 142).
i
195
sovrappongono
agli
elementi toscani
una rigidezza
agli affreschi di S.
Ahhondio
il
un aspetto
nella scena
della
Fuga
in Egitto
Fig. 142.
Como,
S.
Abbondio:
il
diniego di
S.
Pietro.
un unico piano,
le
qualche
della quale
il
pittore
i
semsuoi
bra trar profitto pur nel comporre delle bizzarre drleres fra
ornati.
196
trovammo adom-
monastero delle
Abbondio
essi
teriore di sviluppo,
dominava anche
nella Pittura
lombarda.
rtl
"
ff>i
'|'
.il^'' 'i^'
'
'
w !ai^:'^--^^*^ ..:ya^i
''
-n
Fig. 143.
Como,
Broletto: affresco.
Potremmo indugiare
stilistica
nel
riunire altri
monumenti
della stessa
forma
ri-
ma d'uno
che
stadio
dipinto,
pi progredito e
nel Broletto
nella
di
meno
singolare:
non
cordiamo
giovine,
un
Como, rappresentante un
Trecento,
e
riccamente vestito
foggia
del
coronato
di
rose, al quale
un cadavere porge un
;
cartello
zione
(fg.
143)
un
medesimo
trova.
Reca
l'iscrizione:
alla
opus
fecit
Cania pilizarius
e,
anche per
il
costume della
figura,
pu assegnarsi
secolo XIV.
197
una Madonna
nella
col
di
bambino
S.
chiesa
Maria di Oleggio.
abbiamo
elementi
scorgere
stilistici
sono da
di
fra
gli
effetti
un
noi
ultimo
digradare
centrale
non
si
trovano
che
delle
tracce
trascurabili. Ci
to
concordano con
Pittura
tendenza a schemi
mentali),
lese
ornapa-
ma
si
diventa
quando
proceda ad
monumenti
dell' Italia
della
Pittura
superiore anche
della
oltre
confini
Lom-
bardia.
Movendo
il
allora da
questa verso
vicino Pie-
vivamente dal-
Fig. 144.
Vercelli, S.
questo medesimo gruppo di dipinti si pu riunire chiesa di S. Giorgio di Como, in Borgovico. Di un periodo antecedente, della prima met del Trecento, e con pi forti intuissi oltramontani sono gli affreschi, molto guasti, che ancora si veggono sopra il nartece della chiesa di S. Abbondio di Como, rappresentanti la Madonna col bambino fra due santi, ed alcune storie di S. Adalberto.
'
S.
Margherita.
l'affresco trovato
della antica
198
oltramontano
gione lombarda.
A
Gallo
di
S.
Andrea,
la
la
tomba
dell'abate
Tommaso
144)
di affreschi
Fig. 145.
Abramo.
le
composi-
consuete
ai
'
Lo
stile delle
mune che
la
tomba
cfr. E.
tomba designa il sec. XIV, e si oppone all'opinione Mella - 11. Paste, S. Andrea di Vercelli, Vercelli, 1907, pag.
co485,
199
suoi discepoli,
ma
per
il
modellato scarso
lombardi. Pi
rappresentante la
stile
Madonna
Bambino
i
fra
due angioli
si
avvicina allo
gotico francese
movenze contorte
delle figure ^
nella
4:
^ C tfnitttwrctuiit-cl?A)imut>6.(
C./Mlpi fif cmW' |*nn pJvtnjmte irnf. il nmcrtrta uttrt <*Cih ii<xrM<toi<C
e c
41
net ptta^pattKS
iieCxanfiiiflcpn;.
iJjnlnf ^xmoIl.;)pt^llrcmmgTT^f-
ti
tumrlowt/dlcbfniofcffrlifae.
J0 ',^|H
.
at grar f tfiifinta ^Mmi irUrtettr mehh'f. cnuinn bit oatur \xuiiibinOev*ne. oa iirttTf \ aeeb cdunt tfta te^t
.
nmp
-
fi
Jno
-x'
moirr
fa, -
'
'"
'$ ftnibrrvmw.JuOrt^.lmt.ffar.irtftr.l,
"
fil^'J
^i
vmiiinp VKU tly ni >ttnc ituiific%u4B Ivtj Anc j Imgt) .ifTync?!.. cchyK^n] irgnrttc np .ifvJ
notf ttgr.tj.i34l.
fr fia>ro<Hi tsgr. ir
T
7
0Vticqiu>Uiu|
Fig. 146.
lat.
4895
certi
S.
dipinti, della
di
tali
pitture
del
Piemonte
S.
si
scorgono pi chiari
Pietro, di
Lodi
Il
di
Vada
rese
il
riflessi,
medesimo
e,
stile
oltramontano.
quale non
ma
unendosi con
elementi, concorre
a formarne
il
carattere locale.
Cfr. L.
S.
Maria
di
Vezzolano (L'Arte,
1910, 338).
. ,
200
superiore durante
la
prima met
minia-
pi tarda, lo
stile delle
che
abbiamo osservato
Ttinv au>~w
fi
m<rtTaprT6in-''fiui'ntiUtt0,rtrtt. II* tutte et illn rtwitntt p fiftt yiant \xa \nxte oiguue nni tn- mt-tnoi*,
xma
jv(fo mrtnnr
rer<rhftui,-
aflu vicUm
iimiijiritao#iv^n4turoitfin4r.
coflT ifj
vfl-r
pvlDoTKnatta!?',,
dito a&uitA(1i4[ii<n>
txa-liiut.n^w
"
E.r ---
ttWwW
iw**r iiy
I****' **i***'*r
uc Xxue
fietie jtmnfir
n onev w**
TtmMiM ttAmir*mO0tniifl
nTrftrrTt<unm6<pTn<nirwgT0*
''^^;
.Vb
twttcfwno
TrrpbtnttTttrCr|?tnTi
.
.
^-
rtmwt* titnm^^
(O xu\xA MAfA pmr psl? pftmif ohrHir. <J tncX<tcu trni flpmetnrmcfi waw
H
it
Ttfhmtcnn* picb' tttw cmr. e ^c-, - m^m>- patnAiiru- vfrf itiCO\'t'ro iiUl ^r^ cni < gr|m trU <J"? nrirtfc fMnffo ., ^mJffiTirmT J': -iefmntmttt^m'Iof -^ on{> gu Hopii- Oat ftttr miwr^ it <."'''' (t> Uia (cKCtn (b pbAutOTU' 3) uim'im>rt* tommimttitM-.'W
-a
'
^ UK tv
tr4ttnrt>nUitw.tf<ntcl4hw*| 'nun (vptu w^^rtt*. X\\ TTOAtunttri mitatnr AfturiU - _ uic t>t?dmi6rncfni<p1iiafrt fu
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<
Cuxi
'*^?^'':r
Uuijttmpunctc vnUlu:pwtnaoi^
grgTticrcviir<iafiocr|>:i'iiflcruii'L
-->
'
'
e5turtt^gtie<er.mipinow<|)<r3
rl(n
nUt tnatie or
Fig. 147.
lat.
negli affreschi
lombardi
dalle
forme bizantineggianti
pi
si
tramuta in una
dell'Arte
nuova maniera
nella quale
ha
caratteri
salienti,
quali
anzi
hanno una propria originalit talvolta esso fondamente dello stile gotico oltramontano.
201
le
forme bizanloro
mutano lentamente,
piuttosto
per
uno
svilupparsi
N diversamente
si
y
it
y*-
e.
xtuvH
r^CT^
^-pii. ir I
C^. ;yi1. UT. Oadvmcaviami iCUu dm ii\t>u3 9:fcq>tD Pp Ucttn |xUdhnojum at> \x Y\<
.
\
jc
gmyAfbmm cttaU>.ttie
ti*
'S>
,milUonctn^mvW9e.Otrimm-n^au
Fig. 148.
S.
Tommaso.
quanto
ci
dato di
vedere
in
alcuni
codici
di
probabilissima origine
Il
il
"
Pantheon
di Goffredo
' Venturi, Storia, V, 942. All'arte dei miniatori da connettere la maniera dell'ignoto maestro che dipinse, nei primi decenni del Trecento, nel battistero di Parma un affresco raffigurante il vescovo Gherardo Bianchi, morto nel 1302, presentato alla Vergine dal Battista. Il Lopez (Il Battistero di Panna, Parma, 1864, pag. 237 e segg.) attribuisce, senza ragione, l'affresco alla fine del secolo XIV o al principio del XV. Il dipinto nel terzo uicchione del battistero, a destra dell'altare, ha con quello strettissime somiglianze di stile.
26
202
Alcune delle
molto ^ In
di
assai
per lo
stile
che per
la tecnica,
ma
altre
ne differiscono
:
di
le tinte,
aspetto
carni
(fgg.
145-147).
il
testo
ne rapprepi pit-
modo
si
ture d'oro,
il
miniatore
studia di
segnare
la
Jo^me ere
ai iKnt)Tnnue
ftafll^
figurando
terreno
strati
;
roc-
alle pic-
cole
figure,
tratteggiate
egli
sommariagli
mente nei
con una
canto
visi,
avviva
occhi
ac-
bianca
iride
favilla
posta
y^
all'
nera, e d loro
una
vrmTiium^li arv^nfiicm
inInfcpyat
vivacit di gesti
tesca.
talora
quasi grot-
il
genuo, ricco
divagazioni e ana-
popolare
nelle
le
esequie
stri-
di Giacobbe,
Milano, Bibl. Ambrosiana, Fig. 149. ms. P. 165 sup. leggenda di S. Giorgio.
:
mentre
donne
IX)
Che
di
il
codice del
"
Pantheon
di
a Milano appare certo, anche perch possiamo unire alle sue le miniature
un
provenienza lombarda
un passionarlo, proprio
Ci notato nella postilla terminale dalla quale appare anche che il ms. fu eseguito per Azzone Visconti: cfr. L. Delisle, Le Cabinet de Mss., Parigi, 1868, I, 129. Il Venturi (Storia, V, 1011 e segg.) sembra non aver conosciuta la provenienza milanese del ms.; osserv tuttavia come le sue miniature ditTcriscano
dalla pi
^
comune maniera bolognese. Alla prima maniera appartengono soltanto le miniature delle ce.
1,
6,
6 v., 7
alla seconda, pi
..
(Vi' i
Al tiinr d(i0nrmcmc:<>n3j .
'
titep fACWm
^^
iinwc .tw<V -ff^. oftg rtteJi^nwufif ni.tiitl!ATniic. ~yj avpnu iiwiwUm ^^^ ti tltirej.tmTtm l ut ru5 fuitT imut rcnwfic'ittnu*.
"
l'i
.ihm ycnr.
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<inet
i
il
jcmfcwi
fiioStf rttprfrftiil.
( rigt tUmi no .tp.irjuM^ .tphuf .p ttjjinVtr. /i4i!i %>t moire .uir Olili .itmi Jcrcph f n itccVouc f>r iiictTvy
"
afemrmirjj>fenntrtcaAt4.
trg;
) Tic tiftrrfun)llo^<iuritmat
d
i
4-
(lf<i>
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Tav. IX.
PP^^J<?S
Morte di Giacobbe.
203
Ambrosiana (ms.
di
stile
P. 165 sup.) ^
Le miniature del
"
quale
hanno
tali
affinit
con
quelle
:
del
Pantheon
eguale
di
ideate
con
narrazione,
model-
E
il
sino
cos
singolare
miniature
148-150).
del
codice parigino
Ai
Milano,
che,
due
altri
i
manoscritti
se
miniati
ne possono
caratteri
unire
wittvj
per
loro
stilistici,
sono
di probabile origine
lombarda:
incttr.bu fttccdfeJ
della collezione
'^
Duca
^
;
di
Leicester
un Tito
tvmt^^itfifttr.i\ott^
codici
che
difTeriscono
da
Dimnft-.vt*fvvntr0i
quelli emiliani,
maniera
stilistica
hanno
maniera
^^*^^
le
miniature del
e
Tristan
(ms.
fr.
755)
"
quelle,
tuumtf CTrt
assai pi rozze,
delle
fr.
Expositions
de l'vangile
(ms.
187),
ora nella
' Il codice di vario contenuto. Vi sono inserite ce. 21 di un passionario di santi della chiesa milanese: SS. Babila, Ambrogio, Calocero, Tecla, Siro, ecc. Alla bibbia L. DoREz, Les Mss. peinl. de la Bibl. de Lord Leicester. Parigi, 1908, pag. 44 e segg. di Lord Leicester il Dorez ne unisce un'altra della biblioteca Comunale di Catania, da noi non veduta. ^ Bruck, Malereien, pag. 163: ms. LXX. Anche un volume di Decretali della Biblioteca vescovile di Klagenfurt (R. Eisler, Hdsclir. in Krnten, Wien, 1907, pag. 19) ha qualche relazione coi suddetti mss. * Per il ' Tristan II ms. delle " Expositions de l'vangile di scrittura italianeg,, cfr. capit. VI. giante, ha miniature di scarsissimo valore. Fra le quali tuttavia quella a ce. VI si direbbe eseguita da
^
del
"
Pantheon
,.
204
In
un messale
le
della
Biblioteca
Ambrosiana (ms.
di
C.
170
inf.),
micon
met del
Trecento,
miniature mostrano
affinit
colorito
di disegno
Fig. 151.
C. 170 inf.:
Roberto Visconti.
quelle dei
manoscritti
emiliani, se
si
osservi
soprattutto
151)
;
la
figura
del
un edicola
stile
(fig.
ma
esse recano
di
influenze dello
gotico d'oltralpe.
la
Del quale
essere
Lombardia un
205
brevi
i
scene
della
vita
di
Cristo
(fg.
152),
con
leggende
disegni,
Ambrosiana
loro
(nis. L.
58 sup.). Che
suoi
tracciati
ci
derivati
da un modello
francese non
raffinato
convenzionalismo,
sufficienti
per
le
forme
N troviamo
argomenti per
come
altri
vuole
^,
all'arte senese,
mentre
lo
"1
rm mitcncmrputnvnMmn4
Tiutnrcm.ct^cttlcntce4:o
ntf'^ iin^
cmt fuo'^.lSiliJwttce
cbtmcmtcnmneKu
Fig. 152.
Il Ceriani (Canonical Histories repr. froiii an Ambros. Ms., Milano, 1873) fu d' avviso che il codice appartenga alla prima met del sec. XV e sia opera d'arte toscana. A tale opinione contradiciamo intieramente in riguardo della data non della provenienza perch anche in opere minori dell'arte senese, soprattutto negli smalti (cfr. Venturi, Storia, IV, 940 e segg.), si potrebbe trovare qualche paragone a quei disegni. E ci fa esser anche pi perplessi l'aver trovato nel cuore stesso di Toscana, a S. Miniato al Tedesco, nell'Archivio del Duomo, una grande pergamena del 134.3, contenente un privilegio a certe monache del luogo, la quale ha una miniatura d'intestazione, di puro carattere francese. Per confronto dei disegni del codice ambrosiano con l'arte francese vedi specialmente: Monuments Pio<, XVI,
pag. 61 e segg.
206
miniature
(fg.
153) rende
non
sicuro, che
il
da un miniatore lombardo. Tali manoscritti mostrano come nella Lombardia, nella prima met del
Trecento, la Miniatura avesse un aspetto proprio, gi lontano dalle forme
bizantineggianti sebbene ancor poco penetrato di influssi toscani, talora irradiato dall'Arte oltramontana. Essi confermano che nella Pittura lo
stile,
svolgendosi
in
modo
analogo,
pot
giungere
forme
originali
come
al
Como, che
influssi
si
rivela,
in
pi
alta
perfezione,
pittore
accogliendo
ormai anche
toscani,
nelle
opere
del
della
tomba
di
Antonio Fissiraga,
di S.
e indi
digrada in vario
modo
Abbondio
di
Como
e di Castel S. Pietro.
Fig. 153.
L. 58 sup.: Cristo
dinanzi a Gerusalemme.
Fig. 154.
Piet.
affreschi vari.
dipinti
Giovanni da Milano. II problema delle del tiburio della chiesa Gli atlreschi di Solaro, Viboldone, Bellinzona, ecc. sue origini artistiche. Svolgersi originale della Pittura raffronti con le opere di Giovanni da Milano. Rapporti con la lombarda gli affreschi di Mocchirolo, Leniate, Albizzate, ecc.
Viboldone.
Non
non
si
Lombardia
nuovo
stile fiorente in
Toscana,
ma
vi
si
afferm
artefice, di Giotto.
il
sebbene
maestro lasci a
Milano
il
riflesso della
il
prelato
si
"
come
specchi
^.
' Vasari, I, 400 Giotto * lavor anco in Milano alcune cose, che sono sparse per quella citt, e che inslno a oggi sono tenute bellissime ,. Cfr. il capitolo precedente. Nel 1353 gli edifci di Giovanni Visconti son detti, in un documento GiuLiNi, Memorie, V, 377. ' noviter constructi . Nella cappella del palazzo Giovanni Visconti si era fatto dipingere in atto di orazione dinanzi alla Madonna (P. Jovi, Vilae XII Viceconiitum). Probabilmente risalgono al tempo del suo
:
''
arcivescovado (1342-1354) anche gli avanzi degli affreschi dei quali diamo notizia. ' Anonimo Morelliano, Notizie d'opere del disegno, Vienna, 1898: " in la corte archiepiscopale a fresco che rsplendono fin hoggidi come specchii furono de man de maestri vecchissimi ,.
le pitture
208
andarono
distrutti
ma
nella parte
di Gio-
prospetta
il
duomo,
si
reca all'esterno lo
solai,
stemma
conservarono
al
sommo
delle
Fig. 155.
aflresco.
soffitti
ora nascosti,
fregiati
anch' essi
di
:
sottili
ornamenti
di stucco.
qua
e l, di sotto la calce, vi
di pitture.
Da un
lato,
dinanzi a
un perso156): in
naggio seduto e assistito da pi altre figure, sta una donna velata, che
porta in braccio due neonati e sembra attendere giustizia
(fig.
IJEL
TRECENTO
sono
209
parte,
in
un
paesaggio
di
rocce
schematiche,
(fig.
due
guer-
uno
155).
Il
disegno sicuro.
Fig. 156.
hene determinate
il
colorito raffi-
due
hanno
caratteri di fat27
210
tura e di
stile
e si
artista
intieramente educato
all'
arte fiorentina.
S.
Trecento,
probabilmente di comple"
-""-'"
---"-"mma^mji^^gmt
q jj riparare quella
chiamato a
tal
i
lavoro,
dipingendo tra
santi
(fig.
vecchi
157), vi si
mostr gi
nuova
luore-
maniera toscana.
in molti
altri
ghi della
Lombardia
A
bia,
Mantova,
al
sommo
affreschi
della
;
prima
fra
i
Ges
Milano,
S.
Marco
Un
Santo.
in
vi
balenano
gianti
come
in
un
Museo Civico
Nella chiesa di
Francesco
di
primo
ma-
la croce
(fg.
158), in
Mantova, Pinacoteca:
essere attribuito alla
n. 6.
L'affresco rappresenta la
Madonna
col
Bambino
un santo vescovo,
pu
211
r Arte
e
semplice
sfumato
ma
nel drappeggiare
Il
vi
si
tratti
che
al-
drammatico
informa anche
Fig. 158.
Lodi,
S.
si
apre
il
sarcofago
vi steso
il
Redentore,
si
mentre all'intorno
sentimento,
lagnano
Non
soltanto l'intimo
243.
212
ma
della
tipo
delle
figure
gli
atteggiamenti
sono
il
tratti
dalla Pittura
fiorentina.
Ed esemplato
chiesa,
grande Crocifisso
medesima
centrale.
Riflessi dello stile
giottesco
nell'aspetto
delle
figure
nella solida
di
si
Legenda aurea
i
di
Ja-
Fig. 159.
Bergamo,
S.
di S.
Bonaventura.
si
adunassero a pre-
gare per
A Bergamo,
Maria Maggiore
la parete
del
affresco che
secondo
la dottrina
Bonaventura.
santo sta inginocchiato a pie del tronco gigantesco che stende in alto
suoi rami, fra
i
nuovo
' Jacobi \ Varagine Legenda Aurea: Per altre, non accettabili, spieDe feste omnium sanctorum. gazioni dell'affresco, cfr. D. Sant'Ajibrogio, Il grandioso dipinto d'una messa votiva {Rassegna d'arie, 1907,
:
62 e segg.),
Il
intieramente arbitraria l'identificazione di alcune delle figure con Teodosono figure di santi, hanno il capo fregiato di nimbo! dipinto appartiene, a nostro parere, alla prima met del sec. XIV.
notando come
sia
213
Testamento
si
S.
Francesco e
dolenti,
adunano intorno,
come
nelle Crocifissioni
stile giottesco stile si
159).
Sono
figure
la
loro
le
forte
struttura,
N da
quello
dipartono
veda
in par160).
(fig.
La lunga
Guido
recente;
scritta
che accompagna
affresco e lo dice
dipinto a spese
fra
i
di
de' Suardi
santi
si
ma
ripete
fonda
consente
bene con
la
Fig. 160.
Bergamo,
S.
S.
Bonaventura
(particolare).
Altre pitture di
del
1354 nell'antico
alle
convento di
suddette.
S.
Francesco di Vimercate
si
potrebbero aggiungere
Le
quali, se
non concedono
d'artista, offrono
di ricostituire nel
qualche individualit
prova
Lombardia
gi
nella
Cavalcaselle, Pittura, IV, 225. La figura del devoto non soltanto occupa il posto d'un'altra che ma ci sembra che differisca alquanto dalle altre parti dell'affresco cosi che potrebbe essere attribuita alla seconda met del secolo XIV, o all'opera di un pittore pi progredito di quello che dipinse il resto dell'affresco. Nella stessa chiesa di S. Maria Maggiore entro un'antica absidiola del transetto destro si trovano degli affresclii del Trecento di diverse mani. Alcuni dei quali possono connettersi alle pitture lombarde meno improntate dall'Arte toscana, altri manifestano l'influsso giottesco, specialmente una Madonna col Bambino fra santi e un'Adorazione dei Magi che in qualche parte possono compararsi coi dipinti di Giovanni da Milano. ^ GiuLiNi, Memorie, V, 386.
'
fu cancellala,
214
altri
milanese,
nell'anno
1349,
poco pi
un decennio dopo
il
soggiorno
di Giotto a
Milano \
di fondo, figu-
santi
(fig.
161).
Siede,
augusta,
sopra
un
gotici, grigio
il
su l'oltre-
mare
dello
sfondo.
L' azzurro
del
suo
manto,
le
roseo
delicato della
tunica, che
posti insieme
Sul
nimbo,
con
il
vivace,
tinte
i
Intorno
al
santi
S.
Bernardo e
un vescovo, contemplativi S. Giovanni che accenna verso il Bambino, il quale si volge dal grembo materno a benedire un devoto che l'arcangelo
Michele
gli
plasmata con
tale
potenza e verit
che superano
di
tisti
che pi
si
avvicinarono a quella.
schemi
;
adoperati
dai
toscani
negli
tipi
delle figure
anche
il
si
pu osservare
nel
colorito, soprattutto
riguardando
la
figura
del
santo vescovo, un
modo
suno dei
rati e
tutti
pi accu-
minuziosi:
chiesa
mediana
di
universale, la
quale
si
ora co-
troneggia
entro un'auil
da rammentare
Cristo
'
W.
Lombardia (Rassegna
;
Id.,
Viboldone
L.
e di
-
Beltuami
Venturi, Storia, V, 891 G. Gagnola, Gli aff'resci di Solaro (Rassegna d'Arte, 1907, pag. 37 e segg.). Intorno alla badia di Viboldone, cfr. anche: Sant'Ambrogio - Fumagalli, Reminiscenze, I, 43-45 D. Sant'Ambrogio, La lastra sepolcrale di
Kw., XXXI, 212)
;
Lomb. XX,
550).
215
216
Padova
(fg.
162).
E anche
gli
ricordano
lo
stesso lavoro
del
sommo
ove, da
dall'
pareti laterali
di santi, e
un
lato,
inginocchiata la Vergine
sta
il
con
una schiera
opposto lato
si
Battista con
tali
un coro
in
di patriarchi e di guerrieri
le
anche
veggono sotto
figure,
,
entrambe
parti,
due
^
santi
traluce la
medesima maniera
che at-
Fiff.
162.
Cristo giudice.
In
rito,
vero,
malgrado
osservammo
nel colo-
siamo
spinti a
domandarci
se
gli
affreschi di
Essi specialmente,
e
insieme
con
le
molte
Lombardia
nunciare
il
stile,
valgono a prean-
'
gli affreschi
sembran
la parete
terminale
ma
difricile affermare
dipinti da artista meno abile di quello che affresc che ci non dipenda dalle cattive condizioni delle pitture.
217
di
mezzi e
di tradizioni,
ma
rivolto
ad un
Circa
il
che dimo-
ravano a Firenze, un
probabilit quello
Johannes Jacobi de
che nel 1363
Como
di
il
quale,
con tutta
stesso
segnato nella
matricola dei
di
nome
di
Giovanni
Giacomo
Guido da
Como,
dipinto,
e in
un
atto del
1365 vien
indicato
Kaverzaio
segnato
con
la
data
stessa,
egli
firm
Giovanni da
"
Me-
lano
noi pervenuta
^.
Capitani
d'
Orsanmichele
vi
concedono a Giovanni da
dei quali
si
gli affreschi
era obbligato
dell'
opera ragguar-
essersi gi
molto affermato
nell' Arte.
nel tempio
alta,
ma
nuova.
soltanto la volta,
il
Santa Croce,
con
della
della
vita
di
Maria,
tre
come
Galleria dell'Ac-
cademia
anno
qualit
degli
affreschi della
cap-
Nella lunetta
della
si
parete
rivela
la
di
sinistra,
ampiamente
Gio-
da quelli degli
altri
Cavalcaselle, Pittura,
Vasari,
I,
II,
93 e segg.
W.
Venturi,
S/ori'a, V,
896 e segg.
572.
28
218
Giotto,
scene sacre,
le
spirito di
Padova dimostr
tale
della
Cacciata di Gioacchino,
con severit
tragica,
con
impareggiabile vigore.
I
del maestro,
che per
1'
arte
una necessit
per lungo
quelle
e per loro fu
gione.
Essa ostacol
idealistici,
tempo, imponendo
suoi
vincoli
nel
Trefio-
cento
furono
che dei
rentini.
Ma Giovanni da Milano
:
erano intorno,
Non dramma
E una
l'abside
ombre
sono adunati
offerenti.
il
Le movenze
si
delle lor
schiere sono
composte
succedersi
altri si
avanzano da
a
sinistra
;
protendendo
attendono
allontana
di
;
energicamente
il
le vittime,
gli
altri,
intenti,
loro
turno
senza volgersi
Gioacchino
le
che
vestite
si
doppia schiera,
ricolmi,
le
vedove
nelle
bruno e
di
giovani donne,
dai
seni
strette
ricche
in
vesti orlate
con
chiome
belle
gialline attorte
trecce e ornate
Le formose donne,
nelle
e
eleganti
danno
alla
quasi profana
le
figure che,
lunetta,
indu-
un
tratto d'
Bene
e forse lo
pittori di
Firenze poterono
guardare curiosamente,
non
:
con ammirazione,
giudicarono
lombardo
La
tecnica
stessa
vi
differiva
da
'
Lipsia,
1908,
pag. 52 e segg.
Il
o
.5 '5
a u
o
o
o a o
>
219
negli
effetti
da quella dei
cosa
pittori fiorentini
differiscano
attrae
estetici del
maestro.
chiaroscuro
;
sopra
ogni
altra
e
l'
attenzione
di
Giovanni
di quello
da Milano
pregio e
e per la sua
intensit
pittori
finezza
di
il
maggior
le
carattere pi singolare
,
del
maestro. Pi che
pittore studia
:
colo-
sino alle
ombre pi
sembrano avere
la
morbida
Poco variano
visi,
s
di
eh'
facile
orbite,
per
le
lunghe canne
concetti
che informano
l'arte del
maestro
si
come ben
si
vede nella
Quando
modellato e
hanno una
plasticit
le
opere
d'
del Trecento.
I
di
estetiche
di
tecniche
e
di
Giovanni da Milano.
Gioacchino
dell'incontro
con Anna,
del
di-
non
vero
vi
(fig.
movimento drammatico ma un'acuta e pacata osservazione 163). Il santo non si agita nella Visione come nell' affresco
egli si riscuote
pinto dal Gaddi nella vicina cappella Baroncelli, ove l'angiolo sfolgora fra
le
tenebre
un pa-
chiuso; entro
contro alla Porta Aurea, la figura che pi attrae lo sguardo quella del
servo che segue
zaglio
:
il
santo, portando
un
cesto,
tenendo un
cane
al
guin-
e se
il
Taddeo Gaddi nella cappella Baroncelli, egli vi raccolse un tesoro di nuove osservazioni; nell'andatura incerta, nel viso malizioso,
dipinto
da
il
220
casa
(fg.
164).
nale e che
non
sia vivificato
dell' artista.
Il
ma
altri particolari,
come
siano studiate
con cura
le
figure
la
donna
Fig. 163.
Firenze,
S.
S.
Gioacchino.
altre,
vestita
di
;
una tunica
la
leg-
ne scopre
vasoio
delle
le
membra
grevi
di
pinguedine
giovine che
nel
riceve
viso
il
vivande
disegnata
gentilissimo
colorito di
ombre dorate
flessuosa
del
corpo
per tutto
un dolce accordarsi
due ultime
al
dei
Ninna
e
lo
affinit si
pu trovare
Maria
storie
la
Presentazione
tempio
(fg.
165)
Sposalizio
di
dipinte
da un
mediocre
pittore
fioren-
221
che imit
le
Baroncelli.
Ma
l'
arte di Giovanni
le
della pa-
Maddalena
ai
si
prostra, accigliata,
e
mentre
il
cemente
convitati,
si
della peccatrice,
affaccendano all'intorno
atteggiato
servi.
Fra
ministra alla
mensa
con
sicura
naturalezza
colorito con
Fig. 164.
stuma
coi pi deli-
come
in
come
negli af-
Abhondio
di
W. SuiDA, Fior. Maler, pag. 31. Il Snida crede che nella Presentazione al tempio siano parti dovute a Giovanni stesso; nel che non possiamo convenire. Il Venturi {Storia, V, 908) opina che i due affreschi siano stati eseguiti da un allievo su disegni di Giovanni da Milano ma a ci contradice la povert della composizione. L'ignoto collaboratore o prosecutore dell'opera fu probabilmente il mediocre Giovanni dal Biondo.
222
Maddalena siede
composto
esso
si
maestro
apostoli,
16/): e se nel
affievolirsi
gruppo degli
il
quando
la
fanciulla
Fig. 165.
Firenze,
S.
fa atto
il
camino.
in
11
colore
sul
sfuma
dolci
ombre
desco apparecchiato,
(fg.
sui
il
visi,
nelle
vesti.
168) dimostra
come
pittore s'ingegni
forma
tale
aveva dato
alla scena.
Ma
in
sforzo l'arte
Giovanni da Milano
223
o
'u
b
"3
o
o
93
o
co
tao
224
manchevole
anche
di virt
:
sepolcro
il
ai
il
cessano
gli
si
acciglia
Cristo,
cui viso
gli
apostoli raggruppati da
citt,
Il
un
lato,
la
spettatori
sulla angusta
porta della
ingombrano
presentazione.
l'
affresco, e
il
la
dipinta
da
Fig. 167.
Firenze,
S,
Giovanni da Milano.
Il
quale
i
lasci
invece
le
due ultime
nel
storie
al
dappoco
e
due riquadri
opposta
i
anche
lesene
Ma
quivi,
sottarco,
busti degli
profondo signi-
' Per questi due affreschi siamo pi proclivi a credere che Giovanni da Milano abbia potuto fornire dei disegni, pei-ch la loro composizione ha un'originalit consentanea a quella del pittore lombardo, come bene ha osservato il Venturi. Essi furono tuttavia eseguiti intieramente dall'ignoto collaboratore.
225
morale, o
il
per
la
del
chiaroscuro
sono superiori
alle
opere
di
di ricercare quali siano state le sue origini, giova osservare le altre opere
stile,
sebbene
gli
Fig. 168.
Risurrezione di Lazzaro.
da Milano ha caratteri propri cos appariscenti che dove questi non riappariscano chiari, sarebbe temerario volere riconoscerla. Neghiamo pertanto
dipinti
lui
attribuiti,
il
nei
il
quali
non
si
colorito e
forte effetto
di chiaroscuro
affreschi.
qualit particolari
di
quelli
Non
Madonna,
si
vedono
tali caratteri
in un'anconetta
Roma
(n. 700),
226
Museo Vaticano
^,
nella
medesima
collezione,
storie
spetta
altro
mediocre
a
artista fiorentino
Maddalena
sione
'^ :
un
pittore
vennero
attribuite
al
Cavalcasene,
seguito
da
tutti
critici
pi
recenti,
indic
come opera
durezze
ha un drappeggiare a pieghe
acri
rigide, delle
pieno con
le pitture
S.
gli
affreschi
dei chiostri di
attribuirsi a
Croce
a Firenze, possono
stile
^.
Non possiamo
attribuzioni, e
altre
Metropolitano
al
*'.
Nella
Lombardia
poi, ove,
secondo
il
possa
non
gli affreschi
nei quali
non sono
maestro
non
altri,
che
ci
richiameranno
fra breve.
Ma
in altri dipinti
le
qualit
proprie
da Milano.
(fig.
Le due
segnalate da
tavolette
dell'Annunziazione
si
169),
nel
Museo
di
Pisa,
in
W.
Snida,
da Giovanni
915) e dal
dipinto fu attribuito a Giovanni dal Suida (Fior. Maler, 36), contradetto dal Venturi (Storia, V, Sirn (Monatshefl. f. Kiv., 1908, pag. 119) che lo assegna al Giottino. ^ Il Sirn lo assegna ora al Giottino (Giovino, loc. cit.): pi giustamente nella nuova Galleria Vaticana indicato come di scuola fiorentina. Rappresenta, nella sua parte mediana, la Crocifissione e l'Ultima Cena;
'
Il
negli sportelli, altre otto storie di Cristo. ^ Anche queste tavolette il Sirn assegna ora al Giottino (Giottino, loc. * Attribuita a Giovanni da Milano dal Sirn (Giottino, pag. 92).
^
cit.).
Cfr.
del Biondo.
O. Sirn, Giottino, op. cit., 91. Il Sibn (Monatsheft. f. Kw., 1908, 122) attribuisce a Giovanni da Milano anche un dipinto del Museo di Bonn, e un altro di propriet di R. E. Fry, che non abbiamo avuto modo di vedere. Gi il Venturi (Storia, V, 915) ha tolto dal novero delle opere del maestro una Madonna della collezione Tcher che il Cavalcaselle (Pittura 111, 334) aveva assegnata a Giovanni, e due tavolette dell'Accademia di Firenze.
'^
227
tempo anteriore
nata
;
agli affreschi di S.
meno
raffi-
e a
di
Museo
di Berlino e
una
tavoletta
Le Roy, a
Parigi ^
Le
tre
Galleria
Nazionale
di
mostrano
Fig. 169.
Pisa,
Bene
si
rivela
il
difetti ch'egli
ha negli
Nazionale di Roma,
scompartita,
non felicemente,
in diversi riquadri
(fg. 170).
Le composizioni
il
vi s'informano agli
pittore
dia
'
La
tavola,
erroneamente attribuita
(Catalogue de la
coli.
1909),
'^
Sono
fu gi assegnata dal Sirn a Giovanni da Milano. Cavalcaselle, Pittura, 11, 102. Le tre tavole rappresentano l'Eterno Padre, la Madonna e Isaia. prossime assai alla maniera di Giovanni da Milano una Madonna del Museo di Santa Croce (n. 18) a
433) della
Pinacoteca di Parma.
228
Fig. 170.
229
qualche nuovo
accento
l'Annunziazione
;
ha un pacato realismo
nella
Madonna
col
bam-
la solennit
nella
Deposiil
dolore
ha
espressioni
spontanee
ma
matica
secondo
1'
indole
Non
nome
lano
di
,
di
ora
Firenze
si
171).
Le
fi-
gure vi
stringono in un
ma
e
d'
di
una
passi
di
luce
ombra,
cos che
al
modellato
tavoletta
di di
Roma,
tutte le
qualit
somma
si
opere di
lano, che
in
Museo
Non molto
della Piet
pi
tardi
Fig. 171.
Piet.
dovette essere
di Prato,
dipinto
cetto
il
nel quale
il
con-
e se
non
si
allon-
'
230
va distinto da ogni
pro-
fondo chiaroscuro ^
Dove
l'arte di
nell'
la
concepire e
nel
polittico
degli
172)
^.
Fig. 172.
Quivi riappare
il
il
muovono
a schiera,
santi
con
lo
sguardo assorto
l'omhra ne infosca
'
II Il
polittico firmato.
polittico
Il
35) lo attribuisce a
75.
un periodo anteriore
al 1365.
frammentario
cfr.
W.
231
uno sfumare
dai Giotteschi, e
che preannunciano
rinnovarsi
del colorire che sar nella Pittura fiorentina per opera di Masaccio. Nella
ove
si
affollano
cori
dei
profeti
le
gerarchie
dei
santi,
il
riappariscono
tore
le
pit-
am
quasi a rammentare,
qualit fonda-
tra le
altre
figure d'
una solennit
ieratica e profetica, la
mentale
dell'arte di
rappresentazioni,
modo
di concepirle, e
sempre
si
Le poche
e
notizie che
al
abbiamo intorno
alla vita di
Giovanni da Miartistica
;
anche
le
di
tempo, non
si
pittore
trovava
vi
vi risiedeva
pos-
sedeva allora qualche fondo nelle campagne vicine, e otteneva coi suoi
figli
la cittadinanza fiorentina.
altri
lavorava a
Il
Roma
altro
sappiamo
di lui.
amato che n' ebbe raccomandati i figli perch li educasse nell'arte ^ Ma ci non confermato dalle opere dei due pittori, le quali non hanno siffatte relazioni fra di loro che dimostrino la discendenza
e cos
artistica di
rifletta
al
gli
stringere
stati.
di
loro
in
Che
non
si
se
si
quale pur
lienti dello
notammo
del
Ma
le qualit
sa-
maestro
trovano
la forza del
colore
e del
chiaroscuro,
nella
l'intenso
realismo
parallelo
pi
;
che
nella
fiorentina
'
Vasari,
I,
583 e segg.
232
Simone
come
il
ritratto di Guidoriccio
Giovanni da Milano.
Non
sa-
il
maestro lombardo
si
sia
svolta sotto
di
Siena
^,
influssi fiorentini.
Ma
si
ofTre
anche un'altra
ipotesi,
quale
ci attrae di pi,
di molti
argomenti seb:
modo
anzich
^,
prima
di recarsi a Firenze,
il
ove
cio
1350,
quando
decenni
della
propri princpi e la
propria influenza, cos che Giovanni pot informarsi ad essa prima del suo
il
quale
compenetrato
bili
esempi
egli
che
se
quando
si
singolare fra
pittori
dei
Giotteschi
ticolari
lit,
il
colorito, e
il
alla
pensiero di cercare se
tali
qua-
della
regione
Come,
pinti
di
nella seconda
di Pisa
si
Camposanto
mostra pi spontaneo
Antonio Veneziano ^
non altrimenti
fra
dipinti
Taddeo
Cavalcaselle, Pittura, II, 93 W. Suida, Fior. Maler, pag. 32. Affermai tal cosa gi alcuni anni or sono cfr. L'Arte, 1907, pag. 184. 3 Non vogliamo esagerare il contrasto fra la Pittura toscana e quella dell' Italia superiore attribuendo alla prima un puro carattere idealistico: e ripetiamo che i maestri del primo periodo dell'Arte Lorenzetti, cui da unire il pittore del Trionfo della morte nel Camposanto di senese il Martini e i superarono sovente nell'osservazione del vero i pittori dell'Italia settentrionale. Ma in questi il Pisa realismo pi puro, e scevro dalle forme idealistiche e convenzionali che si mescolano ad esso nelle opere dei Giotteschi fiorentini, dell'Orcagna, di Taddeo e Agnolo Gaddi, d'Andrea di Firenze e d'altri. Indi
'
;
sorge
la differenza tra
Giovanni da Milano,
Tommaso da Modena
ecc. e
fiorentini.
233
fiorentini
il
altri
contemporanei
E come
nell'Italia
questi a Firenze
volgeva tutta
sua attenzione
al
chiaroscuro e
al colorito,
dei Giotteschi,
lui,
non diversamente
superiore
coevi a
o di poco posteriori,
si
ma
:
maestri senesi,
un' importanza
chiaroscuro
a Modena,
non minore
d'ombra un
esplica
le
mezzo estetico, e Tommaso Barisini nella anche pi ampiamente il realismo umile e semplice
che informa
Per
tali
non abbia
avute
come
si
superiore;
pi verisimile
ma
anche gi
costituito
personalit.
E
il
tale
congettura
Lom-
bardia la Pittura
si
le stesse vie
che
maestro lombardo
fiorentini.
nell'Italia centrale, in
si
Lombardia
al-
pieno
fiorire.
Ed
da pensare ch'essa
citt,
esplicasse
ove
l'arte di secoli
pi recenti
aff'reschi
non da
artisti rusticani
ma
da
artefici tali
so-
che
l'arte locale
villaggio
di
Solaro, povero
dimenticato,
La parete terminale
fondo bruno
il
occupata
dalla
Crocifissione
:
(fig.
173).
Sul
;
Cristo irrigidito
dolore
fisico
che
'
D.
done
e di
Sant'Ambrogio, L'oratorio di Solaro (Ardi. Solaro (Rass. d'Arie, 1907, pag. 37 e segg.).
Si.
30
234
non mediocre.
il
All' intorno,
la
si
composizione
lamenta, ingi-
dramma
le
la
Maddalena
delle
la
braccia
pie
croci-
il
in alto
Longino, ornato
altri,
il
capo di una
appartato dagli
torvo
e scuro,
anche
Fig. 173.
Solaro, oratorio
Crocifissione.
la
figura
del
ha
le
carni colorite
con
forti
figure
il
differisca
non lionato
Anche
parti tali
nel
tipo
del
viso
degli
del
Crocifisso e del
di
centurione
si
danno
altre
somiglianze con
le figure
affreschi
s
Santa
Croce
1'
ma
in
affinit
scompaiono,
eh'
da escludere che
affresco
possa
essere opera di Giovanni da Milano. Anzi, per quel suo colorito la Croci-
235
prossima
che siamo
condotti a
altri
fosse
pot avere
composizione,
sentimento
si
drammatico impresso
anche nella
al
medesimo
pittore
anche
gli
af-
molto
del
figura
di
lo
S.
Am-
spazio
pittore a dividere
quelle zone in
il
modo
ci
irregolare
secondo
lui
bisogno
mancava quel concetto della divisione armonica dello spazio, che non fu mai trascurato dai decoratori toscani, anche se mediocri difetto ch'egli ha comune
diverse
composizioni
ma
segno che a
con
altri
si
Roma.
La prima
giottesca:
Anna
in atto di
di-
stribuire elemosine,
non
essa apparir
cento
lombarda
al
(fig.
174).
Dinanzi
raccolti
fa
diversi cibi
e altre vivande
Gioacchino
un
altro
il
di lui
e se le figure
degli
spettatori
di
quasi
in
opera
mendicanti
un aspro studio
pittore
si
fa abbreviata
schematica,
il
mostra
Milano. Vedasi
come
nella Cacciata
il
di
Gioacchino,
Giovanni
maestro di Solaro
riavvicini alla
236
semplicit giottesca:
in atto grave, e
il
non
altri
personaggi
che un fanciullo,
il
sacerdote
Non hanno
osservare
differente
carattere
affreschi
(fg.
della
parete
i
dirimpetto,
distribuiti
175) l
Fra
quali conviene
assai
come l'Adorazione
da quello consueto
povera
di figure, senza
Fig. 174.
Solaro, oratorio
slorie della
Madonna.
ai
nel
fogge di vesti
ch'erano in uso
ornate di
liste
si
Aurea,
'Seguono, nella medesima parete: l'Apparizione dell'angiolo a Gioacchino, l'Incontro alla Porta la Nativit di Maria, la Presentazione al tempio, Maria fra le ancelle del tempio, lo Sposalzio. Molti dei riquadri sono guasti dall'umidit. ^ I riquadri raffigurano la Visitazione, il Sogno di Giuseppe, la Fuga in Egitto, la Nativit del Bambino, l'Adorazione dei Magi e in parte son guasti.
;
237
stessa
nella
figura
rossa,
di di
S.
Caterina
eh'
dipinta sulla
di vaio,
il
parete, vestita
di
tunica
le
manto soppannato
verdoline.
adorna
viso.
Il
ombre
pittore
medesimo dipinse
si
le
i
figure dei
busti degli
poi
giov forse
di
Fig. 175.
Solare, oratorio
storie della
Madonna.
quali
appare anche
probabile che
Il
lo
stemma
di
la
torio.
gli aff'reschi
siano
appena costrutto
l'ora-
loro stile
meno
in
essi
ca-
LiTTA, Famiglie celebri, Vili: Famiglia Birago. L'oratorio Caterina, eponimi del fondatore e della sua consorte.
appunto dedicato
ai
SS.
Ambrogio e
238
ratteri
che
si
lombarda, che nell'epoca stessa nella quale veniva decorato il remoto oratorio campestre, gi pi chiaramente erano affermati a Firenze da
Giovanni da Milano.
Fs. 176.
Lombardia, appartengono
stesso
periodo
stilistico.
Sebbene non
tutti
sono riprova d'una forte influenza toscana, e mostrano talvolta qualche relazione con le opere di Giovanni da Milano, quantunque non per diretta
dipendenza.
239
Fig. 177.
Fio'. 178.
240
Tali
i
campata
vita
della
Quivi
le
prime
storie
della
di
Cristo
;
(fg.
176),
crociere
altrimenti da
del Trecento
:
un qualche mediocre
si
seconda met
battesimo di
osservino
forma
e per
animo
all'arte dei
minori se-
Quelle
danno novit
Ma
le altre
modificano alquanto
tale
vt^i
Fig. 179.
il
transito della
Madonna.
aspetto dello
stile
dell'ignoto
maestro,
perch,
(figg.
177 e 178).
di
La
Crocifissione
di
ha somiglianze
l'oratorio
Solaro
ma non pu
le
medesimo
si
pittore,
anzi dimostra chiaramente, pur nel suo misero stato, la maniera del
me-
desimo
artefice
la
che dipinse
campata, come
scorge
considerando
labbra
' Cfr. G. Gagnola, Gli affreschi di Viboldone, op. cit. Nelle crociere della volta sono dipinte l'Annunciazione, l'Adorazione dei Magi, la Presentazione al tempio, il Battesimo nella lunetta di destra, le scene della Passione; in quella di fondo, la Crocifissione; nella lunetta di sinistra, la Piet, l'Incredulit di S. Tommaso, l'Ascensione, la Pentecoste.
;
241
Milano
deiranonimo
pittore
di
Solaro.
le variate
logge di vestire.
che di certo, in
tale
artisti
Fig. 180.
toscani del Trecento, ma, sviluppandosi poi, e diventando una delle sue
due busti
nei
di
il
Adamo
d'Eva
figurati in
due tondi
quali
pallore diffuso
31
242
Lombardia era per avere una grande fortuna. Di non maggior valore estetico sono gli
badia di Chiaravalle presso Milano
quarto del Trecento,
al
^,
affreschi
del
tiburio della
eseguiti
dipinti della
Viboldone.
Due
l'uno,
con
tinte pi intense e
con modellato pi
avvicinandosi
dipinse
tratti
S.
lanese di
vita
Marco
di Maria, risentendo
anche pi
dell'Arte fiorentina
di colore
^.
delle
forme
toscane
in
dipinti
di
artisti locali,
non
essere cagionato
periore,
sa
da un
fluire
nell'Italia
artisti.
su-
per intervento di
Ci ri-
riflettersi sin
qui nella
Lom-
Como
^.
figurata
volano
ai
due
nei
visi
delicati e soavi,
sembrano
dipinti
che rammentarono
al
opere
di
Agnolo Caddi
180).
Cristo
atti,
(fig.
154)
come
Per certe durezze di disegno, soprattutto nelle labbra delle figure, questo pittore ha affinit con quello della navata maggiore di Viboldone. Il fare trito dei panni, e gli scorci difettosi mostrano il suo
2
scarso valore.
^
D.
S.,
La badia
111, 214)
D.
S.
(loc.
cit.,
parliamo
alla
XV
243
drammatica
iiorentino
figura di
di
Abramo
acanto,
dipinta
entro
che
181) \
si
Una
fresca
intreccia, in
modo
S.
singolare,
con
ad essa negli
affreschi di
Biagio di Bellin-
gigantesco
S.
Cristoforo, propizio
ai
viandanti,
dipinto
sulla fac-
un
Fig. 181.
di losanghe
si
direbbero dipinti
di disegno e di co-
Fra
gli altri,
uno
mo-
dellato
un colore
rammenta anche
particolari
di
182).
Ma
dall'Arte dell'Italia
Sul
fondo
azzurro sparso di
'
ognuna
2
Nella parete di sinistra, sotto la Piet, sono dipinte due storie di S. Benedetto. Nella volta, in delle crociere si trovava un tondo; ma il solo bene conservato ora quello del Sacrificio d'Isacco. Rahn, Wandgem., 28 S. Monti, Storia ed arte, 263.
;
244
I.A
l'ITTUllA
I.A
MINIATCHA
NEI.I.A
I.OMBAKDIA
afferra alle sue
il
Bambino
si
11
la
corta tonacella
la
luci, si
cupa nelle
rosso e di
di Ibrino
ombre
il
ornati
di
gialletto vivo
sono
le vesti del
Bambino. Nei
una durezza
Fig. 182.
Bellinzona,
S.
Biagio
un profeta.
che
(l
atte-
nuata tuttavia nella sua asprezza dal colorito roseo, dalle ombre intense
di
chiaroscuro.
dei quali
li
ornavano
contorni, sotto
ha co-
ora
i)i
non
i-A
.si:r.()x.)A
mkt
dei.
tbecexto
245
opera
aneli' essa
del
il
maeCritosto
S.
come appare
e
al
al colorito
singolare
aspetto
Snl
a
ciclo
stellato,
dinanzi
un
drappo
sottilmente
adorno
gile
acconciata
come
il
gentildon-
capo soave
mano
ve-
figlio,
un rantolino
stito di
lunghissima tunica,
sovente
i
(piale
jiillori
di
Siena
amarono
di ral'tgu-
Madonlo
gio e
sembrano aguzzare
chiome
arricciale
e
figure d'
uno strano
in-
dimenticabile manierismo.
(;ome nel
S.
Cristoforo,
il
visi
con
trajiassi
ombre
affreschi di S. Biagio
in
potrebbero indurre
spetto,
soin
per
il
disegno
qualche
parte
contorto e
calligrafico, d'essere
opera
Fig. 183.
Belltizona,
S.
Bingio:.S. Crislororo.
'arte
oltramontana.
ornati,
sia
Tuttavia
nelle
gli
elementi
toscani
(pici
che
vi
si
ritrovano,
e
le
affi-
sia
negli
figure,
dissolvono
dubbio;
nit ch'essi
hanno con
nel
246
li
loro pi prosla
cui
cam-
la volta restano,
ma
scolorate assai,
alcune
rappresentanti
le
Vergini
sagge,
le
quali
assomigliano
Milano
Croce
;
dipinse
e
in
Santa
perci
possono
suggerire,
approssimativa-
affreschi gi
la
seconda
del
met,
progredita,
porzioni per
gli
il
volgersi de-
pinte,
vanni da Milano.
Ma
ove
il
tempo ha pi
pera
dello
rispettato
l'o-
stesso
pittore,
maniera
di Giovanni;
Viboldone,
cliiesa della
mesote
un
tarco, nei
quali
il
ombre
tinte iridescenti, e
(fig.
185).
Uno
modo convennelle
ombre fumose,
ai
con
due
di S. Biagio di Bellinzona.
I
chiesa
di Vibol-
done, di
Biagio di Bellinzona
e,
in
altri
che anle
oc
ss
s
n o a
2:
>
247
clie
si
possa afFerniare
derivino
l'ipotesi
che
Toscana
egli
mantenne alcuni
lui
comuni
coi pittori
gli af-
Viboldone e
prima
indicati
in
Lombardia, gi verso
che
si
giottesca
concorse tanto a
di
rinnov pi volte
badia di
come appare
nei
dipinti della
Altri affreschi vi
si
pu
credere
siano
stati
dipinti
nel
corso
della seconda
met
uno
stile
diverso dal
sebbene
essi lo
preannuncino.
'^SBhS^^
rui
stica
all'
quale conserva
del
pi
nobili
affreschi
in
Trecento che
dipinti
siano
ora
Lombardia;
divulgati
gi
Fig. 185.
ben
conosciuti,
anzi
come
Quelli
un
profeta.
l'arte di
contado,
ma
per commissione
fra
gli
cui
stemma
ripetuto pi volte
ornati,
secondo
la
186)
sul
fondo az-
248
ziirro, dal
ancora nelle
angioli.
membra
;
delicate,
non
che
i
il
abbandona
si
piange, l'altra
La
forza
di
osservazione
psicologica e di espressioni,
ancor derivare
accompagna con
Fig. 186.
magistrale.
Cristo,
le parti
i
le
figure,
il
corpo
livido
forti
del
drappeggiamenti
nei visi le
con
vivamente illuminate.
Ed
tale
possiamo comprendere come anche alcuni critici acuti siano stati mossi ad attribuire a Giovanni da Milano il nobile affresco ^ Ma non ritroviamo
in questo
il
dai
visi
torpidi e quasi
assonnati, che fu
W.
' G. Carotti, Pitture giottesche neW oratorio di Mocchirolo (Arch. St. SuiDA, Opere di Giovanni da Milano (Rass. d'Arte, 1906, pag. 10 e segg.).
Lomb.,
1887,
249
piti
proprio a Giovanni
qui
il
disegno pi largo,
il
colorito
rosato
Non
tuttavia
negare
si
sim-
Fig. 187.
Mocchirolo, oratorio:
il
Redentore.
(fg.
187).
campo,
;
giallo vivido
dell'aureola,
il
rosso
le
nel
Cristo,
mani rassomigliano
assai al colorito
'
Gi
l'opera di
(Storia, V, 892)
artisti.
neg
dipinti di
32
250
Non
cos
solito di ripetere;
ne differiscono
si
per
il
pu notare
come tratto caratteristico la molle gonfiezza della palpebra inferiore. La volta incorniciata di un fregio del quale il pittore riquadra ogni
suo affresco dando nuova sottigliezza di forme
acanto che furono cari
trafori gotici,
ai
e di colori ai fogliami di
con
finti
Fig. 188
Mocchirolo, oratorio:
S.
di S- Caterina.
la parete di sinistra
(fig.
188).
Da un
il
lato
S.
Ambrogio, seduto
ai
in
una pianeta
in cui
rosso giunge
il
toni
pi
profondi, interrompe
;
questi
si
allon-
tanano spaventati.
in
molto
alla
Giovanni da Milano.
Ma
le
caratteristiche
del disegno
mocom-
strano che anche questo affresco, potente nella semplicit della sua
posizione, opera del
medesimo
artista
che dipinse
la Crocifissione.
Tav. XII.
Mocchirolo, oratorio:
S.
Caterina.
251
Caterina
il
pittore
adopera
pi ori-
modo
Il
ginale
il
si
allontana da Giovanni.
;
trono, di
marmo
gotici
;
messo a
tarsie, a ornati
si
la
Vergine vi siede
sulla
fronte,
la
traspaiono
sotto
s
avvolge tutta
ornata a
persona
ma non
l'arte
die non
si
frutti
d'ananasso.
Le mani, morbide,
una tunica
potrebbero anche
Bambino,
vestito di
malva
in giallo
verde, mirabile per le carni delicate, per la morbidezza dei suoi capelli.
Ma
la figura di S.
Caterina
(tav. XII).
Sta ginocchioni,
ombre
si
fiamma sono le carni del suo viso e del seno il colore non non che candore soffuso di roseo. Si aduna dietro le spalle,
;
stretto
da un anello,
scioglie
il
morbido volume
Il
poi
ondeggiando.
corpo
sono
fila
stretti
nella guaina
da una
tibile tinta di
Le maniche
ri-
stringono
il
braccio, e anche
casco d'ermellino. Nello splendore profano delle sue vesti, nella sensualit
del suo corpo fiorente, la gentilissima
dirsi
non
pu
ammirevole immagine
aspetto
si
lombarda.
A primo
mistico sia opera di artista diverso da quello che esegu le altre parti gi
osservate, tanto singolare nel colorito della figura di
S.
Caterina
ma
un
esame
delle particolarit dello stile fa ritenere che tutti gli affreschi del-
l'oratorio, sian di
un medesimo
maestria
si
pu concedere
colorito. Si osservi
come
la
sia
le
Mastata
donna
ampie
si
confrontino
il
forme
ammaccate
viso della
vi
in
particolare,
252
si
noti
modo,
la
E anche
tra la
mano, molle
del
tutto
le
simile a
somiglianze
mistico
Madonna
Fig. 189.
- Mocchirolo, oratorio:
la
Madonna
e l'ofTerente.
mani
che dobbiamo
anche
medesimo
pittore.
il
Nel dipingere
Caterina
il
maestro adoper
pi delicato rea-
animo
mano
Ma
ampiamente
le qualit della
sua arte
253
ove
figurato
il
fondatore dell'ora-
ornamenti
ove
si
alla certosina:
qualche lieve
filo
posano alcuni
sono
le figure
:
uccelletti.
la
Anche pi
petto,
Madonna
sorride, trattenendo
con ambe
le
mani
Fig. 190.
la
sua famiglia.
il
Bambino,
vispo,
benedice,
tende
il
le
mani, quasi
(fig.
gli offre
fondatore
189).
di certo
anni, vestito di
attillata, e fregiata di
cappuccio,
sta
ma
dietro di lui
sembra sorridere
giunte,
in
abiti
;
Bambino,
la
sua consorte.
mani
sebbene
meno
splendidi, la gentildonna
il
buona massaia,
pittore
ha sa-
254
190).
i
Sta
pi oltre ingifigli,
dapprima, in schiera,
lineamenti famigliari
;
quattro
le
nei cui
figliuole,
variano sottilmente
poi
cinque
dalla
madre
la
seconda pi rassomiglia
padre, grave
zione
come doveva
il
raccogliersi
un tempo dinanzi
all'
altare
del
suo
piccolo oratorio,
pittore
d'angioli che
volano in
cielo,
quasi a proteggerla.
leggieri
drano
tutti
preziosi dipinti.
Chi
non
con
se
sia
Giovanni da Milano,
al
disegno
ha
tuttavia
che
non
si
possono trascurare,
tra
non quali
tra
discepolo
e maestro, quali si
trovano
bisogna convenire che, sia nella fattura, sia nelle intime qualit estetiche,
una pi
tere
vario carat-
umano che
il
tipi delle
il
precursore
modellato robusto,
la
tinte
brune e
dove
il
da Giovanni da Milano
pu
dirsi iniziare
nella
Pit-
tura
tivamente,
in
cui
furono
eseguiti
gli
affreschi
dell'oratorio di
al ca-
Mocchirolo ^
quali
debbono essere
attribuiti a
tempo posteriore
di
agli affreschi
Santa Croce
figure,
ci che,
che gi diffefogge
della
risce
avvicina alle
gli affreschi di
S.
II Carotti (loc. cit., pag. 777) trasse argomento dalla rappresentazione dello Sposalizio mistico di Caterina per affermare che gli affresciii siano posteriori al 1360 ma convien riflettere clie iiop si tratta, com'egli crede, di S. Caterina da Siena bens di S. Caterina d'Alessandria,
'
:
255
o
a,
o B
OS
2
o
u
ci;
256
versi dai
monumenti
lo
della Pittura
lombarda
di quel
tempo, sebbene gi
ne preparino
che siano
stile.
forse
Stefano
costrutto
anch'esso
dalla fa-
cui
di
piccolo
;
tutto
coperto di affreschi
il
mausoleo, singoricorda
il
lungo
elogio metrico
Stefano, conte
il
mausoleo per
pei
figli
e per
la
consorte
Caterina ^
Il
Stefano,
ritto
in
piedi,
(fg.
conte
gli
presenta
Porro
non
differisce
devoto ha un
naso
ritto
^.
Ritratto con
occhi, dall'iride
verde, rivolti
il
verso
il
santo,
il
conte
Il
Stefano
sostiene
cautamente
mo-
Anche
la
si
vegga
il
forma
delle
mani
e delle orecchie
non
il
medesimo che
in quell' ora-
che ve-
demmo
le
N
di
si
pu confondere con
la severa
la
nell'affresco
Mocchirolo
che
sta
inginocchiata
nella
vestite quasi
'
cit.,
Carotti e
la
deduzioni per
Venturi credettero trattarsi della stessa persona, e dalla sua et diversa trassero data rispettiva dei due cicli di pitture.
il
257
medesima
guisa.
Nitidamente
si
profila sul
:
fondo bruno
il
colorito anch'esso
con
le
tinte
cli'
nella figura
figliuoli,
ben
differenti
Mocchirolo, sono
ritratti
tre
figli,
pros-
delicati,
coloriti
di
tinte
sfumate
anche nelle
i
capelli giallini,
rosa.
Fig. 192.
il
pittore
non uguaglia
Caterina
la
modellato
segue
se
che
ammirammo
nella
figura
di
S.
egli
tuttavia
con
mai come
ne scost
tinte,
pittore di Mocchirolo
il
tenue digradare di
medesimo
artista
affresc
anche
tutte le
il
altre
parti dell'oratorio,
la
ma
fu aiutato
da un compagno di lavoro
quale,
imitando
ai
tecnica
non ne raggiunse
la delicatezza,
diede
visi
contorni
'
Il
Venturi
nione
cfr.
anche
classificazione e le
migliore degli affreschi di Leniate al pittore che aftroppe diversit di stile non concedono di consentire nella sua opiSuida, Studien z. Trecentomal. (Hep. f. Kiv., XXXI, 212). Non possiamo poi accettare la date diverse proposte dal Carotti (loc. cit.) per le varie parti della decorazione.
ma
le
33
258
rigidi, talora
anche deformi,
il
adoper nel
colorirli certe
acri
ombre
verdi,
dove
La
appunto
dal
conte
Porro, e l'attigua
scena rappresentante
al collaboratore
mediocre,
Nella
il
le
Crocifissione
Flg. 193.
Leniate, oratorio
le Elette risorgenti.
l'ondo,
con asprezza,
tinteggiati di
ombre
ver-
dognole,
medesimo
artista
ritratti della
l'
notabile
animata composizione
le
certo
spirito
di
osservazione nel
ritrarre
con esattezza
doveva raccogliere
arte
defunti
della
nobile
1'
del
maestro migliore. Al
259
sommo
dell'arco sta Cristo giudice, entro un'aureola, fra angioli: alla sua
sinistra
una schiera
sono
la
mentre, nel
mani
giunte.
Sono ignudi
hanno un
colorito leggiero
con
ombre
giallo
dorate
e vi fra essi
un gruppo
anche
la raffi-
nata osservazione dei caratteri individuali rivela l'arte del pittore che ritrasse
maestrevolmente
i
la famiglia del
conte Porro
(fig.
193).
Le
fanciulle
hanno
di
tinte
tenui e quasi
Fig. 194.
Sgombre
spalle
il
di chiaroscuro
le lievi
chiome bionde
ignude.
si
sciolgono
loro sulle
membra
le
Il
disegno saldo
dei
corpi,
al-
l'affresco
dalle
ben
come
quello rappresentante
col
anche
260
altri
il
ha giudicato essere
stata
affrescata
in
nel
basso
dell'
arco
trionfale, tutto
nel suo
schema iconografico
;
di Mocchirolo
Quivi
le
pareti furono
la
che narrano
Fig. 195.
Leniate, oratorio:
il
zioni delle sue reliquie, con grande minuziosit di episodi, dichiarati anche
da epigrafi
(fig.
non
scrizioni particolareggiate,
261
ha per
gli
studi
il
il
come
aumentato
Fig. 196.
Leniate, oratorio
la
rivelazione di Luciano.
alla
Leggenda Aurea
di
Jacopo da Voragine,
in parte se ne scosta; e
non
agevole esplicarne
tutti gli
262
Alcune
di quelle
si
direb-
hanno scarso movimento drammatico, ristrette anche entro spazi angusti ma la narrazione, nella quale non v' la larghezza di concetto propria alla Pittura toscana, ha sovente un forte sapore reaLe
figure
;
listico
per
rizione del vecchio Gamaliele al prete Luciano, cui viene annunciato nel
sonno
il
luogo
ove
sepolto
il
santo
(fg.
195), o
anche
si
osservi
al
la
scena rappresentante
(fg.
vescovo
196)
Fig. 197.
Campione, Madonna
de' ghirli:
leggenda del
Battista.
di
quell'ingenuo
si
fece
suo santo
cui
in
venne
il
1368. Sono, in
spettano
stilistico
(il
che non
pu
ma sem-
di
modello
al
pittore
di
Leniate
nel
rappresentare
263
medesima epoca, o forse all'ultimo quarto del Trecento, sono da attribuire altri dipinti che hanno molta affinit cogli affreschi di Lentate.
A Campione,
di S.
Maria
Fig. 198.
Campione, Madonna
de' ghirli:
Salome ed Erodiade.
un tempo ne ornavano una cappella, poi diparte nel rimaneggiamento della costruzione \ I dipinti occustile,
uno
quelli
dell'ora-
' Rahn, Wandgein., 16; E. Gerspach, Gli affreschi di Campione {L'Arte, 1902, pag. 161 e segg.); F. M\laguzzi-Valeri, Campione (Ross. d'Arte, 1908, 167 e segg.).
264
sentimento drammatico
;
congiungono
ma,
il
d'altro lato,
delicato co-
con sfumature
Tutto
ci
lievi,
gi
si
appar chiaro,
altri
riquadri delle
(fig.
(fig.
197), nell'affresco di
Salome che
offre
ad Erodiade
la
Giovanni
occupano
lo sfondo,
:
come
nei
dipinti
di
Solaro,
ma
visi
sono
coloriti di
un roseo
annuncia
ritratti
la finezza di
Nell'oratorio
negli ultimi
di
Albizzate,
presso
gli
Varese,
costrutto
probabilmente
le
affreschi
d
che rivestono
pareti
r abside
quello
un periodo
assai pi progredito di
e
stile
adombralo
negli affreschi di
Campione
seduto
dipinto
sviluppato in
quelli di Leniate.
il
Cristo benedicente,
(fg.
entro un'aureola,
simboli
degli
evangelisti
199),
fu
da un
mediocre
artista,
ma
tacea, diffusa
modellata leggermente,
Un
pittore
componendone il drappeggio con una sovrabbondanza di pieghe che pu far sospettare ch'egli dipingesse nell'ultimo scorcio del Trecento.
quelle figure
i
gi
In
visi
tinteggiature
guazzose di
verde
nulla
in
Dal medesimo
chiesa
^
artista
furono dipinte
per
gran
e
parte
le
pareti della
di
un santo vescovo,
Anche sulla facciata dell'oratorio restano tracce di affreschi: vi erano dipinti S. Cristoforo, alcuni l'Annunciazione, e nel timpano, entro un rosone, lo stemma visconteo (che ricorre anche nelle pitture liell'interno) fiancheggiato dalle lettere: p-e. Queste potrebbero essere indizio che l'oratorio sia stato decorato da Pietro figlio di Gaspare Visconti che nel 1402 gi partecipava alle esequie di Gian Galeazzo: ma la genealogia dei rami collaterali viscontei forse non ancora ben sicura; cfr. Litta, Famiglie celebri,
santi,
1,
tav.
^
X.
in tre
zone di riquadri.
265
un collaboratore
di
minor maestria.
e so-
Le composizioni, per
vente indifferenti,
con
scarso
sentimento
drammatico,
ma
fine
con
ingenuo realismo.
catezza,
che
Fig. 199.
Albizzate, oratorio
il
Redentore.
Salome che presenta alla madre il capo del Battista, avviene entro una loggetta che ha uno sfondo di tinte variate (fig. 200) tutto un chiaro colore sulle figure, nella lunga tunica verde di Erodi
:
La scena
diade,
cinti
nella
veste
rosea
sfumature
chiare,
della
fanciulla
visi,
di capelli gialletti,
sono
nessuna mistura
d'ombre.
la
dispersione
delle
ossa
del Battista
sono riunite
le tinte
delle
vesti,
il
nelle pi sottili
modo
d'intendere
colore
i
del
tutto di-
vecchi frescanti di
34
266
mano
di
un grande maestro,
e di Leniate.
si
era svolta
Campione
HMiuMjmm
Fig. 200.
Albizzate, oratorio
Salome ed Erodiade.
Molti
ricordare
ma
'
Enumeriamo
tuttavia in
di
S.
altrove.
Cremona, chiesa
questo luogo alcune pitture delle quali non si porger occasione di dire Agostino Madonna col bambino (fig. 201). Di colorito tenue ma pi
:
267
si
le
qua-
tecniche ed
le
estetiche
dovevano
distin-
guere
artisti
d'ogni altra
regione.
Fig. 201.
Cremona,
S.
Agostino: Madonna.
consistente che negli affreschi di Leniate. Forse del penultimo quarto del Trecento. Pavia, Museo Malaspina coli. Reale, n. 65: tavola con figura di S. Agata. Dipinto da riunirsi cogli affreschi di Solaro per il forte colorire. Pizzocorno (Voghera), chiesa della badia: S. Giovanni B. Affine agli affreschi di Solaro. Milano, chiesa di S. Eustorgio, cappella di S. Tommaso resti di affreschi, guastissimi, con figure di santi e con un trionfo di S. Tommaso (cfr. G. Mongeri, L'Arte in Milano, Milano, 1872, pag. 55). Sono
;
della seconda
delle carni,
coteca di Brera;
i
Guastissimo
e mostrano qualche somiglianza coi dipinti di Solaro. Milano, PinaCristoforo e S. Francesco. Hanno qualche somiglianza, per il colore cretaceo Ibidem, n. 3: Madonna in trono col Bambino. dipinti della conca absidale di Albizzate.
2:
S.
sec.
XIV.
Brescia, Ateneo
S.
Cassiano
268
spetti
alla
Pittura
nella
lombarda
quale in
nell' Italia
superiore,
molti luoghi
dei pittori
fu
a opere altissime.
Potrebbe congetturarsi,
diversi artisti,
fatto
un raffronto
Fig. 202.
Lodi,
S.
Francesco: leggenda
di
un santo vescovo.
alla
pittori
che
l'Italia
settentrionale
e
abbia
avuto
del
Trecento
dei veronesi
Altichieri
Avanzo ^ Ma
Varese,
S.
Narrano
osservino (fig. 202 e 203) i lato le sue mani. Il loro stile molto complesso: vi si scorgono dei caratteri affini alla Pittura dell'Italia centrale; degli elementi derivati dalla Miniatura, anche oltramontana, nel tinteggiare con poco rilievo. Li crediamo eseguiti nel penultimo quarto del Trecento. Recentemente il Venturi (Storia, V, 999) ha osservato che le " relazioni dei maestri veronesi sono di Leniate e di Mocchirolo, piuttosto che altrove. Ma la Lombardia da ricercarsi verso ., negli affreschi
due campate della navata sinistra del S. Francesco un santo vescovo, con ingenuit e brio ammirevoli si riquadri rappresentanti la Madonna che restituisce nel sonno al vescovo mutigli
di
le
opere degli
altri
anonimi lombardi.
269
riflettere
che
l'influsso diretto di
Che
tale
poi
si
compongano
di
di
in
confronto diretto
le
d'Altichieri e
si
ritrova
caratteristiche
che
riveli
tra
quelli artisti
Fig. 203.
un santo vescovo.
dei vincoli
come
ma
si
Avanzo che in quella di Giovanni da Milano. I maestri veronesi gono direttamente alla fonte pi generosa della Pittura del Trecento
di
l'arte di Giotto,
risal:
nele
del
il
massimo capolavoro,
Verona aveva
tico
potente sentimento
dramma-
a Giovanni da Milano.
;
essa
mezzo
270
di
quale
ma non come
Fig. 204.
Mantova,
S.
Francesco: affresco.
Poterono quei
anche meglio
da
un
da
Tommaso da Modena
Cfr.
Tommaso
specialmente P. Schubring, Altichiero und seine Schule, Lipsia, 1898, pag. 90 e segg. J. v. Schlosser, da Modena (Jabrb. d. Kunst. Samml., XIX, 240 e segg.); Venturi, Storia, V, 956 e segg.
: ;
271
da
Tommaso
lorito
Non
Francesco
di
Mantova
^,
pensiamo siano
il
da
restituire al
Trecento e forse a
Tommaso da Modena,
quale
dif-
Fig. 205.
Bergamo, Accademia
affresco.
Mantova, Mantova, 1857, I, pag. 54 e segg.) credette che quelli Bernardino e li attribu perci alla met del Quattrocento; n fu sinora contradetto da alcuno. Le pareti erano decorate di pi zone di riquadri istoriati con la leggenda di un santo francescano che non abbiamo potuto identificare con piena certezza. conservato un frammento d'una scena rappresentante forse un concistoro, e intiero l'attiguo affresco della morte di un francescano circondato dai frati, tra i quali anche una suora, mentre due laici sono in atto di osservarlo. Gli ornati, i costumi delle figure, la fattura dell'affresco sono del tutto trecenteschi: il colorito caldo delle carni, il disegno largo dei visi e il loro aspetto realistico corrispondono strettamente ai caratteri degli affreschi di S. Niccol di Treviso cosi che se non a Tommaso da Modena i dipinti di S. Francesco sono da attribuire alla sua bottega. Giova infine ricordare che nell'antica cappella detta poi di S. Bernardino ove si trovano i suddetti affreschi, veniva tumulato nel 1369 Guido Gonzaga e in sguito avevano sepoltura i signori di Mantova: cfr. A. Patricolo, La chiesa di S. Francesco a Mantova (Rassegna d'Arie, 1911, pag. 35).
'
Il
D'Arco
272
fuse
COS
la
Lombardia (fg. 204) ^ Tommaso da Modena, pi che Giovanni da Milano, pu dirsi abbia preparato il cammino nel quale Altichieri e Avanzo incedono, forti del
propria
arte
anche
sui
limiti della
capolavori di
Giotto,
Fig. 206.
Bergamo, Accademia:
affresco.
Ma
se
neghiamo che
la Pittura
due massimi
artisti
veronesi del
Trecento
lombarda
pi prossima all'Emilia e a Verona che al cuore della Lombardia, fu con questa. Singolare documento di tal fatto una lettera scritta da Galeazzo Visconti a Guido Gonzaga, tra il 1365 e il 1369, per pregarlo di mandargli tutti i pittori di Mantova non bastandogli quelli che aveva per decorare il castello di Pavia, allora costrutto. Cfr. C. Magenta, / Visconti e gli Sforza nel Castello di Paula, Milano, 1883, I, 86. Appartengono probabilmente al tempo di Guido Gonzaga alcuni alfreschi or ritornati in luce nel palazzo Ducale di Mantova (fg. 208). I quali furono
'
Mantova,
citt ai-tisticainente
attribuiti dal
Venturi
(Storia, VII,
1,
210) a
Tommaso da Modena, ma
ci
sembrano molto
diversi dalla
ma-
273
del
riare
suo carattere
mausoleo
pitture
all'
un lento trapassare
sinora noverati. Tali
di
forme,
veronese
gli
affreschi
lombardi
due grandi
S.
Museo Civico
Nell'uno, sealla
Bergamo
con
dalla
chiesa di
1382,
gnato
anno
Francesco e da
S.
Caterina
sia
la
com-
con quelli
Fig. 207.
di
Mocchirolo e
;
il
rammenta anche
la
maniera
di
Giovanni da Milano
del
medesimo
artista, questi
il
pittore
di Mocchirolo, e accanto al
Vergine colloca, con un tratto di umorismo che forse aveva ragione nelle
il
manopole, dall'asta
206).
Anche verso la regione subalpina la Pittura lombarda della seconda met del Trecento digrada lentamente fondendovisi a poco a poco con le
Cavalcaselle, Pittura, IV,
227.
35
274
Domenico
Magi
di
Torino
e,
pi ancora, in
di
il
Vezzolano,
che raffigu-
rano Cristo in
dei tre morti,
affini
studio
accurato dei
delle
(fig.
fogge,
commisti a convenzionalismi
quale dominarono
207) ^
Tra
il
Piemonte
Tommaso
Lombardia ebbe nella seconda met del Trecento uno stile pittorico suo sebbene non senza rapporti con quello delle regioni vicine. La Pittura lombarda segu allora un proprio
Avanzo,
la
da Modena, Altichieri
documenti consen-
Giovanni da Milano,
alla
consona
minori
artisti
Il
che abbiamo
quale in qualche
ma-
secolo
XIV ha
'
Cfr.
i,'.4;7e, 1909,
il
Piemonte durante
e B. Arti,
Trecento:
Torino,
1901, p. 214);
Non mancano notizie di pittori lombardi che operarono nel Ronuolino, La pittura torinese nel Medioevo (Atti della Soc. di Arch. n altre di pittori forestieri che l.ivorarono allora in Lombardia: cfr. F. FiF.
LTPPiNT,
Andrea da Bologna
Fig. 208.
Santa.
Fig. 209.
xiii.
20 (Petrarca,
De remediis
utr. fortunae).
Giovanni
di
Benedetto.
lat. 757).
Giovannino
disegni. Mss. miniati da Giovannino e Salomone de' Grassi. Pietro da Pavia, Anovelo da Lnbonate e numerosissimi anonimi miniatori lombardi. Il " Tacuinum sanitatis . Raffronti cogli affreschi di Franco e Filippolo de Veris. Romanzi cavallereschi miniati. Svolgersi della illustrazione dei romanzi. Raffronti tra le miniature e gli affreschi lombardi dipinti vari gli affreschi di S. Maria in Selva di Locamo, del duomo di Cremona, di S. Francesco di Lodi.
In
le
altre
epoche
nella
si
possono credere
eseguiti
svolgersi dello
Lombardia non giovano che raramente a chiarire lo stile nella Pittura nella seconda met del Trecento,
:
sullo
1'
aspetto.
E sebbene
il
ad alcuni di
altri,
sono
di
cos
276
Gi verso
la
i
in
alcuni
manoscritti
lombardi
si
trovano
nitidi
riflessi dei
fondamente anche
In un
lat.
pai.
506)
Fig. 210.
cod. pai.
lat. 506.
volume
S.
circa
l'anno
1347,
^
:
offerto
gloria,
alla
chiesa
di
Maurilio di Milano
nell'una,
Cristo
in
entro un'aureola,
'
ce. 241 la
nota:
"
niccc xlvii
xiii
setembris ego pbr. Gervasius de bruzano capelanus ecclesie maioris m(ediolaneiisis) devovo hoc meum misale ecclesie sci
maurilii ecc.
al
sono inserite nel testo in un foglio a parte; ma ch'esse appartengano . Le due miniature messale sin dal tempo in cui fu donato alla chiesa di S. Maurilio si pu affermare anche osservando che a pie del crocifsso sta inginocchiato un sacerdote, il donatore.
277
(fg.
210)
Sono
simili
alle
211
e 212)
':
non hanno pi
dei
Fig. 211.
"
Pantheon
di
al
E un messale ambrosiano scritto per la chitsa cattedrale (Bibl. Gap. cartelle grandi, cod. 25), come appare dalle orazioni ch'esso contiene (cfr. la carta dirimpetto alla miniatura del Cristo in gloria). Le miniature dei due mss. sono opera di due diversi artisti, affini tra loro, dei quali il pi recente sembra esser quello che orn il ms. della Capitolare di Milano.
:
278
tempo
Azzone
bens una
maniera
di colorito e
in
opera di frescante.
molti valenti
che
operarono
in
Lom-
Fig. 212.
La splendida
corte
viscontea
diede
allora
grande favore
al fiorire
XIV non
ma
prn-
cipi stessi
loro libri di
Cfr. Bibliofilo (D'Adda.), Indagini storiche artistiche sulla Libreria visconteo-sforzesca del Castello di Pavia, Milano, 1875.
279
di
basterebbero
gli
ufizioli
di
che
la
fortuna
dalla
ci
ha
Lombardia
met
Nella
biblioteca
Reale
libro
di di
Monaco
si
trova
lat.
un
preghiere (cod.
23215) fre-
Offimim iiX)non.iTi..nn]?lx>.i.
ma
con
visconteo,
la
ch'
inquartato
udtn.icltnn>:in
croce di Savoia.
Non
al
v'
[mfiihimcmtcj
Trepntn ctfilio
Irinndumtnc
e lo di-
non
sino
crfpiuwncn^^
stato
miniato
per Bianca
di Savoia,
moglie di Galeazzo
la
Visconti,
quale
visse
al 1387. Si
pu anzi precisare
tra
il
fcmycrcrmfcai Li failoatTn.h lUclu u . >*iTmu6j2HS8SH r.tm rpx p.ifUo fimotlm^ Ubcmno nr pn* bAi e n o bi6 gandi7 p/iratn fxm r
anche
il
meglio,
il
1350
niato \
'm-'.
il
mi-
sua
:
arte, inscrisse
il
proprio
Flg. 213.
nome
lat. 23215.
lohanes
filius
Magistri benedicti
pinxit et ordinavit
de cumis
me
me
Virgo Maria.
Che
stile delle
si
la
sec. XIV appare dai suoi caratteri paleografici e dallo per Bianca di Savoia, la quale spos Galeazzo II nel 1350, sigla di Galeazzo [G-Z] presso lo stemma visconteo a ce. 53, e il nome di Bianca
alla
in un'orazione
I,
239.
questa oration de dire niadona poso lo officio de i morti. E quando eia vora pregare singularmente per la anima del so magnifico segnor Diga alo in silentio . E nell'orazione, si legge " libi queso domine deus noster pr anima famuli tui 1. consortis olim mei , dove l'iniziale non risponde a quella del nome di Galeazzo, ma forse abbreviatura di " illius per indicare genericamente, come si faceva in colali orazioni, il nome del defunto. Il foglio contenente la suddetta preghiera sembra esser stato inserito nel ms. (cfr. Central, f. Bibl., loc. cit.) dopo la morte di Galeazzo II, avvenuta nel 1378; e ci induce a determinare fra quest'anno e il 1350 l'esecuzione del codice. La quale, pei caratteri delle miniature, pu stimarsi alquanto lontana dal 1350, pur risalendo al penultimo quarto del Trecento.
ce. 212 scritto in
rubrica:
"
280
Giovanni di Benedetto da
gini di quasi tutti
i
Como
;
orn
il
mar-
grandi
Fig. 214.
lat. 23215.
egli nell'opera
ma
lui,
riflette in
modo
attraente lo stile
ci
prepara all'apparizione di
pi nuovi miniatori.
Fra
le
entrambe
lo
sfondo ideato in
modo
Tav. XIH.
Monaco,
Bianca Visconti).
281
tuttavia
lo spazio
che
la
vi
in cui
composta
ma
nell'altra
(fg.
214) con-
persona
delle
:
della Vergine
che,
inghirlandata
il
capo,
semhra
schermo
mani. La
fattura delicata
e
tinte tenere
le
sfumate coloriscono
archi;
bruni profilano
li-
visi
leggermente
il
piee
gare
dei
panni
semplice
proprio
dei
pittori
di
Solaro e di Campione.
Altre volte
gli
episodi sacri
comporre
delle
scene di genere.
Nella miniatura di Gioac-
(ta-
Fig. 215.
Monaco,
Staatsbibl.: cod.
lat. 23215.
(tav. XIII), al
alpe, pensoso,
pastori
muovono
ri-
Altrove
:
personaggi sfoggiano
le vesti
della
nell'
racolo di Cana
diato
dal
il
un vecchio
della
curiosamente stule
Passione,
quali
tutte
notevole
quella
(fig.
215).
Quivi lo scenario
determinato
presso
le figure
prin36
282
cipali, atteggiate in
modi
Nelle miniature della leggenda dei Magi e del contrasto dei tre vivi
e
funebre,
Giovanni di Benedetto
le
indulge
anche pi a
tale
tendenza di cogliere
nel
parvenze
superficiali,
ma
riprodurre
le vesti e gli
accordi
pi
tenui del
colore
naturalismo
ai frescanti
Mocchirolo
e di
Albizzate.
Talvolta
il
miniatore
si
av-
fii
nel
colorirne
stro e forte \
Crediamo perci
Milano
la Crocifissione
che gi
appartenne
taud
alla raccolta di
Ar-
de Montor,
nella
quale
per
e
quanto
si
pu giudicare
litografia
da una vecchia
le
amassai
(fi-
maccati
alle
corrispondono
eh' egli
forme
adopera
gura 217) l
Fig. 216.
Ma
Monaco, Staalsbibl.: cod.
23215.
pi sovente
del
il
colorito
libro
di
delle
miniature
Bianca
di
Savoia
degli
si
assomiglia, per
di
il
a quello
affreschi
Leniate e di Albizzate.
quali,
come
quelli
hanno anche
delle singolari
somi-
glianze
colle
miniature
nell'
aspetto
nella esage-
(fig.
216) e in
il
che
L'influenza di Giovanni da Milano si mostra chiaramente nella miniatura della Nativit di Maria molte altre carte: per es. nella scena del Cristo dinanzi a Caifa (fig. 215). E conviene ricordare miniatore era nativo della stessa regione di Lombardia donde usc il comasco Giovanni da Milano. W. SuiUA (Fior. Miller, 50) attribu la tavola a Giovanni da Milano.
283
delle
loro particolari,
dei
capelli,
labbra.
Per
tal
modo
ci
a chiarire, nell'origine e nei caratteri suoi, la maniera di Giovanni di Benedetto. La quale d'altra parte ha stretti rapporti con quella di altri
miniatori.
Fig. 217.
Maniera di Giovanni
di Benedetto: Crocifissione.
Un
lat.
757)
tanto
affine all'ufziolo di
Bianca
di
stessa bottega \
sebbene
riveli
un
artista
di
maggior talento
di pi
anch'esso un libro
di
orazioni
fu miniato per
un ignoto gentiluomo,
la cui
impresa ripetuta
'
L'affinit
dei
v.
284
in pi carte,
si
computi pasquali \
,._ .,
,
,
^^
realistica
nei
suoi
mezzi
gliano
tecnici. Si
rassomidi
nei
due codici
Monaco
e di Parigi le
com-
che fregiano
margini e
le
che riquadrano
minial'a-
sottilmente coe
Le rispondenze
artisti
si
tano evidenti se
con-
rappresentanti
Cristo
(fig.
di-
nanzi
al
giudice
si
215
e 218), e
osservi
come
Jj^^
'^'y
^^^K
Fig. 218.
nello
sfondo di architeti
tura,
lat. 757.
visi
abbiano mag-
le
fogge delle
' Conviene notare anche che la ratio lunae comincia con l'anno 1395 ma che qualche foglio antecedente potrebbe essere stato asporlato. Il codice di ce. CCCCXLIIl con molte miniature e ornati. In uno dei fogli di guardia fu dipinto nel XVI sec. uno stemma sotto il quale si legge: " Julian Regin. ,, " Anna Regin. ripetuto a ce. II v. con la scritta A ce. L e CVIII v. uno stemma a melagrana con . corona d'oro su campo azzurro, fiancheggiato dalla sigla B-E la quale ricorre anche a ce. CCCII. Tali stemmi, simili a quelli del foglio di guardia, sono del sec. XVI essi furono allora sostituiti a quelli del primo possessore del codice, del quale rimase soltanto la sigla |B-E| e il cimiero. Quella sigla ricorre infatti anche negli sfondi di alcune miniature, ove taloia unita a un'impresa di due cerchi intrecciati (fig. 224) appartenente al primo possessore dell'ufiziolo cfr. anche ce. CCCLVII. Dal calendario (ce. Ili v. XV) non si ricava nulla di certo intorno alla prima destinazione del libro, ma alcuni nomi di santi ri-
chiamano
all'Italia
centrale
SS.
285
armi
il
di Parigi esplic
sua fantasia
miniatura rappresen-
tante
S.
bioso, abilmente
composto
il
e del cavallo
un'aura
armi
candido corsadi
adorno l'elmo
cimiero,
e
un
bianco
nella
gnorilmente
coperta
di
con ampio
scollo,
cosparsa di
d'oro
(fg.
il
monogrammi
tempo che
le
219).
Era
che doveva
in
breve di-
za di forme, ora
loro
per
la
estrema
sensuale
semplicit.
sin dal
il
del
Trecento
Lombardia
soltanto di
n Lombardia
Flg. 219.
lat. 757.
modo. A Milano,
cos
donne
d'oro,
coperte di gioielli
le
Galvano Fiamma
i
gine o a
figlie di
re \
N bastavano
si
panni lavorati
altre
bardi,
dai
quali
pur
provvedevano
regioni,
ma
si
importa-
' Galvano Fiamma, Clironicon extravagaiis (Mise. St. II., VII, 481) in diebus quoque feslivis videres super portas fainiliares matronas et virgines sedere, quae lantis ornamenlis fulgent auri, argenti, smalti et perlarum sive inargaritarum, quod videantur esse reginae vel fdiae regum a capite ipsaruni usque ad pedes
:
protellantur ornamenta
286
vano dal
fuori
stoffe
di
scarlatto
Pur
nei primi
decenni
della
fogge fem-
Ne abbiamo
e
chiara
immagine
(liovanni
da Milano
nelle
pitture
della navata di
Le donne portavano
di
allora
una semplice
attillata,
d'altro
colore,
fregiata
di
panno o
ritrovano
di
maniche
e queste
si
aderivano
le
stesse fogge,
le
ma
gi
di ornati,
la tunica
chiusa
quali
notizia
anche
fine
in
documenti
Trecento
;
e inventari antichi \
Tali vesti
videro
sino
alla
del
^,
ma
le quali col
Nel 1388
donne
di
Piacenza
di tutta
Lombardia
il
di
per
loro
giro
vesti
erano
un
cos
ampio da giungere a
strette
le vesti
le
potevano essere
con cintura
il
munite
"
di
un breve cappuccio.
,
Erano quelle
altre,
che
le
cronista
chiama
le
honestae
che ve n'eran
dette
ciprianae,
quali,
con
di
consuete
maniche vastissime,
nel
chiuse
la
da pomelli d'argento o
perle,
ampie
basso,
in
serravano
su cos
strettamente
"
come
una guaina, ed
velini exire de
quod mamillae
earum
anche intrecciavano
filze di
Ma
tale foggia
appariva gi
forse
da
riconoscere l'uso del balzo che tante volte sar riprodotto dagli
della
artisti
prima met
del Quattrocento
capelli
venivano
legati
con
nastri
Annali della Fabbrica del Duomo di Milano, Milano, 1877, App. I, 1)4, 153. Galvano Fiamma (Chronicon in Rer. II. SS., XI, 1033) determina appunto al 1340 l'apparire a Milano d bizzarre mode d'ogni paese, e gi registra fra le fogge nuove le scarpe " rostrate ,. Johannes de Mussis, Chronicon placentinum (Rer. IL SS. XVI, 579 e segg.). Cfr. E. Verga, Le leggi suntuarie milanesi (Ardi. St. Lomb., 1898, pag. 1 e segg.).
'
=*
287
che
il
volume.
Non meno
giovani,
il
ora
si
corpo
portava grande
zazzera,
rasa
la
cervice.
Uomini
donne
Donde provenissero
tali
fogge
il
molto incerto.
frequenti scamhi
in
regione,
cenza dalle Fiandre, dalla Francia, dalla Spagna, arredi e utensili che prima
vi
le
propagarsi
mode
dalla
Lombardia, Violante,
figlia
di
Galeazzo
and sposa
Gian Galeazzo
seco
non
sol-
ma
un gran corredo
^.
di vesti
il
sma-
mode da una
a
regione nell'altra,
non
dagli
il
trovar
in
le stesse
fogge che
si
veggono, talvolta
anche pi frequenti,
mi-
del
Trecento potrebbero
servire
illustrare
descrizioni
del
delle miniature
lombarde
lo-
della
si
medesima epoca
che sarebbe ben
ed anche pi
Francia,
ritroveranno in
Italia, in
in
cali,
diffcile
determinare,
finire
bizzarre mode.
e
Ora
si
l'Arte, la
quale
sul
del secolo
XIV
XV
volgeva tutta
DE Mussis, loc. cil. Annales mediol. (Rev. It. SS., XVI, C41 esegg.; 80G e segg.). L'inventario del corredo di Valentina Visconti fra i pi preziosi documenti della vita signorile nelle corti di Lombardia. Insieme coi gioielli, colle vesti ricamate di perle, cogli avori, la principessa portava seco anche dei libri: ufi^ioli preziosamente rilegati, un salterio, un S. Cipriano, un Mandeville e un libretto di versi tedeschi. Cfr.: J. Camus, La venne en Frunce de Valentine V. (Mise, di Si. II., Ser. Ili, 5); G. Romano, Valentina Visconti e il sno mutiimonio (.Arch. St. Loinb., 1898, 5 e segg.); P. Arnauldet, Le niaritige de LoiJi.s de France et de Valentine Visconti (Bull, et
'
J.
Cfr.
288
essere delle
ritrarre
profondit
la
del
sentimento umano,
delle
cose, e nell'
si
trattenne a
con compiacenza
l'
superfcie
uomo, prima
il
di scrutarne
curioso ed
in
effimero involucro
sue
vesti,
pi
che non
avesse
fatto
altro
tempo.
Gi in antichi affreschi lombardi, e nei dipinti di Giovanni da Milano,
s'intravedeva la tendenza a dar grande importanza alla rappresentazione
vesti, la
si
dif-
modo
particolare
Come
cenza.
le
Nazionale di Parigi,
E
si
ci
bene
si
immediatamente
dal vero,
come
nella
scorge
in
di
molti
ufziolo e specialmente
all'artista
:
Nativit
Maria
XIV)
di
dila
gradano
lievi le tinte e le
ombre
letto,
una donzella
Passione
di
miniature
della
Benedizione del
compagne
e
(fg.
220)
alto
sono adunati
collare,
tuniche
attillate
con
di vaio
secondo
da
Giovanni de Mussis
sulle vesti a
Anche un
e
altro
dei
caratteri
salienti
dell'Arte
fra
il
Trecento e
si
il
manifesta,
precocemente rispetto ad
e
di
altri
sua medesima
sfera.
Prima
l'Arte,
atti
pi
come
Quattrocento,
esercit
feli-
non
la
cemente
ri-
Non
Tav. XIV.
757: Nativit
tli
Maria.
289
ma
del
si
sovrapponevano
stilistici
ch'essa seguiva
non
si
vero
che
Fig. 220.
lat. 737.
'
VON ScHLOSSER,
Intorno alle rappresentazioni di animali nell'Arte medioevale, e alla loro forma schematica, cfr. J. Ziir KeniUtiiss der knstler. Ueberlieferitng {Jalirb. d. kiinsthist. Samiil. d. a. Kaiserh., 1903,
37
290
Ma
mali.
assai
Lombardia, mostral'aspetto
la
di realisti nel
ritrarre
degli
ani-
documento precoce,
nel codice
parigino,
miniatura
Fig. 221.
lai.
757.
S.
Antonio
(fig.
221). L'eremita,
caduto
al
si
manierati,
animali
291
assai esatto
che
l'artista
pot ritrarre
dal
vero,
sono disegnati in
modo
ci
ed oggettivo ^
Per
tale
sua qualit
il
prepara alle
opere dell'artefice che dominer su ogni altro nella Lomhardia alla fine
del Trecento
;
d'altra
parte egli
si
pu collegare
allo
stesso
Giovanni da
Milano,
il
quale
negli
il
atTresclii di S.
modo
di osservare.
Fig,^222.
l'arte
di
l'anonimo miniatore del codice di Parigi con quella dei frescanti di Mocchirolo, di Lentate, di Albizzate, perch
si
accordano
e
le
nel
colorito
delicato
privo
di
modo
per
la
anche
in
qualche
particolare
delle
composizioni. Cos
il
devoto inginoc-
Le pi realistiche sono le figure dei cani. Il leone si potrebbe ancora paragonare a quello, stilizde Honnecoiirt: v. J. vox Schlosser, op. cit., 280. Si veggano anche gli animali in una delle scene della creazione (fig. 222).
'
292
Fig. 223.
ms.
lat. 757.
293
l'artista
223)
si
gli
Madonna
una schiera
di angioli
sopra
il
devoto.
le
d'oro ornato di losanghe, nel trono di delicato colore cinerino sta seduta
Fig. 224.
lai. 757.
Le proporzioni e gli intenti del nostro lavoro ci vietano di descrivere minutamente le miniature del codice, importantissime per variet e novit di iconografia che dimostra quanto fosse geniale il miniatore. Si osservino fra le altre miniature quelle rappresentanti S. Niccol da Bari (fig. 224), S. Michele che caccia il diavolo nella voragine infernale (ce. 350), il Battista che va cogliendo le locuste (ce. 376 v.).
^
294
azzurro
il
il
come
inginocchiato
il
ha calze rosse
nelle
attillate
molti
anelli
dita.
Sotto
la
minuta zazzera
bionda,
il
Madonna
Bambino che gli sorridono. Anche per lo studio dell'aspetto individuale umano,
mentre
per vivezza
dei fre-
modo
quali
della
chiesa
di
S.
Lorenzo, a
^
de-
Madonna
S.
in trono fra e
due devoti
S.
raccomandati da
Ambrogio
da
Lorenzo
XV). La parentela
si
dice di Parigi
nei lineamenti larghi ed esagerati dei ritratti dei devoti, nel colorito
curioso riscontro
il
ed
indi
trovarsi
Il
anche
nell'affresco
la strana raggiera
torno
al
frescante ha
con chiaroscuro
possente
nelle
forme contorte
vario carattere.
aggrottate del
ma
con uguale
ne ritrae
il
Fra
nel
di
si
adunarono a Milano
anche
primo periodo
parti
Lombardia
e dltalia, chiamati
auge
Giovannino
il
quale, per pi
' Che la tomba sia dei Robiani attestato da un'iscrizione del 1811. Il Malaguzzi (Piti, lonib., 92) not neU'afTresco delle affinit con la tavola di Cristoforo de' Morelli di propriet di B. Gabba ma crediamo che il dipinto sia di tempo anteriore al pittore cremonese, e appunto della fine del Trecento Cfr. P. ToEscA, Michelino da Besozzo e Giovannino de' Grassi (L'Arte, 1905, pag. 329 e segg ). Sarebbe ozioso il confutare l'opinione del Calvi [Notizie de' principali architetti, ecc., Milano, 1859,1, 85 e segg.) che Giovanni da Milano e Giovannino de' Grassi siano una sola persona (v. anche: Mongeri, L'Arte del minio nel ducato di Milano, nelVArch. st. Lonib., 1885, 531). Per tutte le notizie riportate intorno a Giovannino de' Grassi, cfr. Annali del Duomo, op. cit. ad annum, e indici.
'^
:
fa
o
a
>
>
295
un decennio, diede
ai
alla
grande intrapresa
la
mentre
attendeva anche
Il
la
Certosa di Pavia ^
la
prima
il
1389
si
immagine
maggiore.
i
tela
per
l'aitar
da quell'anno
in poi
vengono
Giovannino
de' Grassi
:
pi di-
versi lavori. Nel 1390 egli eseguisce disegni e dipinge varie cose
un'imma-
"
maest
una
Nel
insegne del
Comune
egli
di
Gian Galeazzo.
1391
S.
dimorava allora
Giovannino
comacina, parrocchia di
ramara
anno
stesso
non
lo
la
collocasse in opera
che
nel 1396
forse
appunto per
^.
tale
lavoro
Fabbrica
gli
concedeva
l'aiuto di
un garzone
nell'ufficio di
due
papa Bonifacio
la citt
andavano per
"
raccogliendo elemosine in pr' della Fabbrica. Nel 1392 perdurava nel suo
ufficio, e gli
vi
disegnasse dei
:
medros
il
pr fenestris
L'anno dopo
lo si
indora
duomo
di gotta
^.
Nel 1395
,
e doveva
Giovannino
de' Grassi
attese
L'anno sussecon
guente, disegn la tavola per l'aitar maggiore, orn di colori una figura
dell'Eterno nella sagrestia meridionale e
il
bassorilievo di Cristo
la
capitelli, e
un mappamondo.
della Fabbrica.
un anno, tacciono
documenti
Magenta, // Castello di Pavia, op. 11 Nebbia (La Scultura del Duomo qualche altro lavoro.
cU.,
di
I, 381 L. Beltrami, La Certosa di Pavia, Milano, 1895. Milano, Milano, 1908, pag. 9) riferisce il documento del 1391 a
;
3 ^
cit., 13.
Qualche traccia delle pitture decorative di Giovannino de' Grassi resta ancora nella scorniciatura del coronamento della porta verso la sagrestia aquilonare del duomo ma sono segni ormai quasi im;
percettibili.
296
Il
maestro.
La Fabbrica
del
duomo provvide
il
Salomone
" "
Grassi, miniatore,
Beroldo
secondo
et
il
com-
legalis
homo
amicus diete
deliljer
di legno
Grassi aveva costrutto, fosse posto in luogo riparato, cos da potersi con-
duomo
lomone de' Grassi i numerosi disegni paterni. Sono scomparsi i disegni, il modello, le tele che Giovannino esegu per il duomo; le pitture delle quali egli orn le porte delle sagrestie
sono scolorate
Samaritana,
al
:
non
quale
si
il
conservato che
il
225).
di
quali
emergono
che
e
la
motto
pax.
Ancora
l'arco
sua alta cuspide recano delle tracce scolorate di iscrizioni e di ornati, dei
quali l'artista miniatore aveva rivestito
i
marmi.
La composizione
la
del bassorilievo
non manca di originalit. La figura parte dal primo piano, roccioso e per ci
;
l'artefice,
pittore
piut-
doveva esser
de' Grassi
tratto a ricercare.
Le impacciate movenze
l'impetraspare
troppo accusano
Giovannino
nel
lavorare
il
marmo, ma pur
della
un vivace sentimento realistico nell'aspetto donna del popolo, vestita di umili panni, nel mente l'anima semplice e bonaria.
In quello che
il
Samaritana,
robusta
da un
effetto
puramente
pittorica, esso
corrisponde a tendenze
che
Scultura ^ e non in
Gi lo stesso
Lombardia soltanto. Bonino da Campione, che pur modellava con tanto rude
aveva ideato
il
mausoleo
a Verona, con
animo
componendo
le
' Cfr. A. G. Meyer, Lombardische Denkniler, Stuttgart, 1893, pag. 126 e segg. l'importanza di Giovannino de' Grassi nell'Arte lombarda della fine del Trecento.
:
II
297
tabernacoli, le
ombre
le luci
continuamente varie
varc
entro le archeggiature.
Giacomo da Campione,
orn
la
duomo
di
Milano,
Fig. 225.
la .Samaritana.
anche pi
la
Le
effetti pittorici
il
la parte principale,
il
bassorilievo
gran cerchio degli angioli, dei patriarchi e non ha pi l'unit di piano che sempre si era imposta ai maestri
38
298
campionesi
sue
come
maestri,
Si
quali modificarono
il
tedesco.
Lombardia
le
esplicavano meravigliosamente
mole
del
duomo.
vivamente
Esso
l'artista
nuove ricerche
ci
della
Plastica.
Eustorgio
^,
nelle quali
rilievo della
vorare
il
marmo, diede
pellini del
duomo
che
siano
stati ideati
navata maggiore
ornati di basi
di
baldacchini
e
226).
Ma
ci fu
che
Salomone, suo
:
tglio,
la
conservato
un
suo
biblioteca Civica
di
Bergamo
Il
i
ma gi tutti
il
quando
nel 1542
poscol
sessore
numer appunto
e
nell'ordine che
la
proprio
monogramma
con
data
essi
^.
In origine, probabilmente,
minore
stilistica
poich potrebbero
anche essere
di diversissima provenienza.
de' Grassi
un
U.
Nebbia, op.
cit.,
19 e 24
41.
taglio
del
marmo,
col
un
bassorilievo della
deambulatorio del duomo, troviamo qualche relazione con la maniera di Giovannino de' Grassi. " A. G. Meyer, op. cit., loc. cit. Anche queste sculture, le quali sono affini allo stile di Giovannino de' Grassi, mostrano un magistero fermo di scultore, non l'incertezza del marmo intagliato da Giovannino stesso. 2 Cfr. per la descrizione di tutto il contenuto del codice: P. Toesca, Michelino da Besozzo e Giovannino
Piet, nel
de' Grassi (L'Arte, 1905, pag. 338).
299
secolo
mano
della
fine
del
XIV:
(fg.
227). Vi
di animali, a penna,
con
tinteggiature
Un
leone, accovacciato
della
miniatura della
Tentazione di
S.
i
di preghiere
Fig. 226.
ma
le
altre
figure
acume
di
primo aspetto
:
si
indotti a crederle
da
artista
quattrocentesco
tale verit
nell'aquila la
movenza
ardita
della
colta
"
con
che
il
l'aspetto del
di
becho salvaticho
riprodotto
un
naturalista.
300
Ma non minor
de' Grassi,
valore conviene
dare
ai
disegni
contenuti nell'altra
medesima carta segnata col nome di Giovannino che per molte ragioni non dubitiamo di attribuire al mede-
Fig. 227.
Bergamo,
A.
va.
14.
Simo disegnatore
uniscono
dai quali
non
che
si
ma
si
da un
mentre ima
'J -3
>
w
if^f
5s%
.smMsm^
tmmmm.mtm.uMUffrini
>
301
compagna
di
le
si
avvicina
"
dall'altro
(ce.
.
. . .
4 recto)
,
una
la
fanciulla
canta
su
un libro:
domine
labia
mea
mentre
sua compagna
Che
delle
acconciature,
monumenti
il
di data si-
cura.
Che
essi siano
opera di Giovan-
cui
nome
segnato
si
uno
pu
di
duomo
si
potrebbero
tro-
con
le
di attribuire al
maestro e
al
suo pi
suo Salomone.
Sul fondo della pergamena
le fi-
pu
dire squisita
ombre
rosate e
i
visi,
d' in-
capelli
tinta giallina.
Le
vesti
ombre
azzurrine,
ora
di
Fig. 228.
A. vii. 14.
sottili
colorire che
ammirammo
ritrovammo predominante,
ma
per opera di
nelle miniature di
l'ufiziolo di Parigi,
segni.
ma un
continuo sfumare
di forme.
302
niera
disegnate
pote
In
un
altro foglio
terra, in atto
disegni, segnata
con
tinte diafane e
228)
appare
salvaticiis,
la
strana
deWhomo
bizzarro
del
la
Fabbrica del
duomo
"
ne faceva esegli
fantastici
si
giganti
dei
quali
allora
imporre
silenzio, e lo
tratteggi
An-
di
un velo
licate
pu
:
attribuirsi
a Giovannino
de Grassi
vi
si
pu riconoscere
assunta gi
Bergamo,
14.
me, un disegno
tante
(fig.
230) rappresen-
un vascello
sul quale
sono
certi
barcaioli
di
con un leopardo,
de' Grassi,
ma
maestria
Giovannino
Giova ricordare ch'era nel corredo di Valentina Visconti " fermalium unum auri ad unani domin da escludere , e ciie in altri gioielli erano colombe, pellicani, daini che qualcuno dei disegni di Bergamo sia stato eseguito appunto per lavori di siffatto genere o per imprese da ricamar sulle vesti. Mi sono anclie domandato se il taccuino di Bergamo debba considerarsi come un libretto di modelli simile a quelli illustrati da J. von Schlossir (loc. cit., 314 e segg.) o come una raccolta di schizzi originali; e osservando il naturalismo e la spontaneit di gran parte dei suoi disegni mi sembra di poter affermare che questi siano d'invenzione originale quasi tutti, salvo alcuni che si possono credere copiati anche da decorazioni parietarie (cfr. ce. 8, 16, 20). 2 Annali del Duomo, App. 1, 268. Anche in un'iniziale (ce. XLVIII) del libro di preghiere della Nazionale di Parigi, test illustrato, ricorre la strana figura, ch'ebbe gran fortuna nell'Arte oltramontana.
'
303
nome
del maestro, e
per
modo
di tinteggiare
sono pari
ai
oggettiva,
disegnatore ritrasse
modelli
ora animali
rari,
quali
Fig. 230.
Bergamo,
vii,
14.
loro giardini
e in gran
numero
se
ne trovavano,
^
sul
finire
del
Tre-
si
cavallo sta
'
I,
117 e segg.
304
il
mulo caparbio
cervo protende
il
suo
muso
ossuto e fine
(fig.
231)
levrieri, bracchi,
caprioli e daini.
In
un
foglio
(fig.
232) presso ad
un mastino incatenato
uno struzzo con le gracili gambe rosee, con il corpo lievemente ombrato dalle piume brune e accanto ha scritto, di mano antica " uno struzo che padisse lo ferro . In molti fogli, che per
tratteggiato sottilmente
;
:
nome
buire
di
al
Giovannino
si
possono
attri-
fedelissimo
variet di uccelli,
tici,
domestici e selva;
coloriti
l'upupa,
r avvoltoio,
gallo
(fig.
cardellino,
vi
si
il
pappa-
233)
specchiano di
mutevoli colori ^
foglio
Qualche
aveva lasciato
essere
tori
:
che
il
maestro
intatto,
pot pi tardi
altri
adoperato
tali
da
disegna-
le
carte
che contengono
a
un
alfabeto
ispirato
stampe
te-
trocento ^
dei
Ma
il
nella
maggior parte
eccezione di al-
suoi
fogli, fatta
cune
carte,
libretto di
Bergamo
fu
disegnato
Fig. 231.
da Giovannino
de' Grassi.
Ed
Bergamo,
Bibl. Civica: cod. A. vn. 14.
come
vedremo,
svolgersi dell'Arte nell'Italia superiore fra
il
Trecento e
Quattrocento, e
pone
in
allora la Lombardia.
Dalle ce. 9 alle 15, nelle quali la serie degli uccelli, il formato dei fogli alquanto minore che nel resto del codice, cosi che pu sospettarsi che quelle facessero, in origine, parte a s. * A ce. 26 e 27 certi foglietti ricuciti sopra quelle carte contengono un alfabeto miniato, con lettere bizzarramente composte di intrecci d'uomini e d'animali, che prosegue a ce. 29 v., 30, 30 v. L'alfabeto corrisponde intieramente in qualche iniziale alle incisioni del maestro E S. (cfr. P. Toesca, A proposito di
*
.
Giovannino de' Grassi ne L'Arte, 1906, pag. 56) e, dopo lungo studio, crediamo si debba attribuire ad artista della seconda met del Quattrocento non a Giovannino de' Grassi, anche perch questi nell'ornare le
iniziali spieg tutt'allra, e originalissima,
maniera.
2266
f),
con
iniziali
d'artista
oltramontano.
305
Se
e
il
non potesse
ad
altri
Bergamo monumenti
allo scorcio
del
alcuno
Fig. 232.
Bergamo,
Bibl. Civica
tempo pi tardo cos da non doversi mutare per nulla le linee, da tempo ciate, dello sviluppo dell'Arte nell'Italia settentrionale. Ma abbiamo
portati per attribuirlo a
Giovannino
assai tracaltre
opere
le quali
306
calo, e
il
taccuino di
codice
conte-
nente quel trattato di Beroldo intorno alle consuetudini della Chiesa mi-
Fig. 233.
A. vii. 14.
del
duomo aveva
e pel quale,
poco dopo
note
la
morte
di
Giovannino
figlio del
defunto,
che Giovan-
307
il
la
direzione
del
padre,
il
quale,
il
avendo
prezzo ^
Ed
il
prudenza
il
mantenere
tal
offra
un mezzo
quale a credere
si
Grassi
praticava
l'arte,
come
il
padre e
come
il
lo zio paterno,
il
Porrino
de' Grassi.
la
Negli
atti
duomo
suo
pagamento
21 settembre 1398,
servizio
un gonfalone da mandare a Verona, coloriva una statua della Maddalena, ornava una bandiera da collocare
nel 1399, dipingeva
in vetta
al al
campanile. Frattanto
egli
il
duca, upa
settimana
mese; e mantenne
tale impiego,
per la duchessa, anche nell'anno 1400, in cui pur esegu un disegno per
il
mausoleo
Il
"
di
lui
^.
Beroldo
della
biblioteca
grande
la
manoscritto
membranaceo, riproduce
lamentata in antico
codice che
conta 359
carte,
divise
;
appunto nei
rilega-
ha una
che
Fabbrica
ornato di innumerevoli
"
iniziali rosse e
azzurre
si
pu
parvae
1550
"
litterae
psalmorum magnoinfine,
,
rum
ha molte
le
"
litterae a
il
pennello
delle
e
il
non indica
,
numero
di
tale
preciso
computata
littera
magna prima
di
super
gran
lunga
E un complesso
concordanze
da rimuovere
Trascrivo testualmente, perch importante nella sua ambiguit, la deliberazione presa dalla Fabbrica ril agosto 1398. Archivio del Duomo: Libro delle Ordinazioni, ce. 208 v.: " Item providerunt quod
'
fiat reverendo magistro Salamoni, flius quondam magistri Johanni Inzigncrii fabrice pr eius solutione et remuneratione aminiature, et ordinature litterarum libri qui apelatur beroldus fabrice exemplatum a beroldi ecclesie maioris mediolani secundum formam expensarum. Inde factarum et remundatoris de aminiature, datum ut scriptum per ipsum magistrum Johanninum ad offtium deputatorum (segue la lista delle miniature) " attento quod magister Johannes predictus erat legals homo et amicus diete
fabrice qui
^
non dedisset
in scriptis
quaecumque
ultra veritatem
308
di
un
artista
iniziali
miniate
le
quali tuttavia
dimostrare che
lavoro fu diretto
il
da un solo maestro,
urniicrinrginic^cbnt
vitr^
quale dovette
i
i^
stile
i
suoi col-
ir
itplcmrr.ingiuncf
singolaris-
ccmmatotnrwnii
lojqunfincnctiitxt :^mimr nccpit p^cfhir e
simi
concetti
il
degli
ornati
a
che
fre-
giano
volume.
Non
dubitare
^TXvcwmanw
^
appunto Giovannino
ctjirrct>:c
^fUie^nctcr tomt
Ama
Fabil
GionAtibipAnrffio:\
brica
il
computo
delle
spese per
nmqtinto mmtmctoi
1"^
lavoro compiuto:
ma
si
soltanto in qual-
ai-
ritrova
tale
fi-
ni
nrf
disegno
di colorito
che
m;
f/^'
gamo; pi
le
paragone
de' Grassi,
coi disegni di
Giovannino
miniature
hanno forme
stridenti.
pesanti,
luci
troppo
probabile,
Ir
maestro stesso
che
ma
un discepolo
sua
bene
e,
ritraesse
della
ma-
niera,
crd
i
un terzo
nVwhcmm mgainb;
coevo collaboratore,
si
del
quale non
incci
La maggior
negli
ornamenti.
22G2.
cavati
miniatori
dall'Architettura,
che
pu dirsi che nel libro ornato per la Fabbrica del duomo si rispecchino le forme che allora fiorivano nella decorazione della mirabile cattedrale.
Cfr. M. Magistretti, Beroldus sive Ecclesiae Anibros. Ordines, Milano, Di alcuni miniatori lombardi (L'Arie, 1907, 190 e segg.j.
:
P.
Toesca,
309
E
per
ci serve di
de' Grassi,
le finestre
duomo,
le carte del
?^
JUgnuixlnnnimuii
cnmani nica
cTjnrprcni
.,j
ipcrc)?!
tilt
1!
Tufo
ai
mc.crccmfinn.ii1
CD b ir
iifhtgrhvmiTi
ciim.<r
na
ini
^
ifr ^aclnfcioTiiifo
OX CHIC
pieni;,
I (htitif
ft^it, filar.
tM
pc coni
m
111
imi
fini
p''
n .inic.innnusquiuiirc
finn
tei
fi
ai
crpliane conftnb:
navi
Ito
^
l
ai
it
ino
ni cine fllTO,
tcoi
ci
.TDxniiinmiu,qi
ncnirtiffiianft
^ncmacrgircton
lamrncinccpaii
XJcniG
licer
\x\(tx}i
gniTOuo (x
ae ccniics
cniib^l^caniu prtn&cU
nurn?tt> oilx nonlTnimi: muifa tincniiCduum ioni
Fig. 235 e 236.
cod. 2262.
tici (fg.
234)
marmorei con
foglie
rampanti e
trafori, simili
campo
dell'iniziale,
un giovane vescovo
il
partito
sobrio
della arpeggiatrice
disegnata
nel taccuino di
Bergamo
e le tinte delicate,
310
di colore,
corrispondono tanto
la
al colorito di
segno
che
miniatura
opera
dello
stesso
Giovannino
de'
Grassi.
Ora
in
(fig.
sono
del
figurati degli
di tratti
rassomigliano a quelli
aliante
sul
237),
un certo angelo
margine del
verso
figurette
un'iniziale,
di
due
profeti
pare
lumeggiare delicato,
tratteggi
di
biacca,
che Giovannino
de'
itrcptctcni^
miniapuofc
quuhTiflticc
'/*UfTDcfnnt>J
J]
Fig, 237.
Grassi
le
meno
come
si
Bergamo,
che
si
ma
composta
di
ornati
architettonici
(fig.
il
238)
entro
quale
un angiolo
di
vestito di color di
malva
e di azzurro, e
stranamente incurva
nelle finestre del
suo
baldacchino, appunto
le
come
duomo
Milano s'incurvano
cuspidi dei
r
^la
(xlTo-nim. 7\mi^iox}\:
iiKnsaaiicc;ipMiftj
tti fcx&
tVfif^ ci ciTamibnTgiucclci|ir
imctni
^
'
i-^
m^cCi
qfirni"
^IP^-
jrcngp
nu6 finmiaB
fiibucnt qwpr
fingiimeredaimni
[con,
trni dticX^tbi
'
.j,
mitm ItcrTnmnprncpmis
aicr^f-ffll ibi
Tic IxiTtiitnmiK.
:?|:
rrcg?
R^v
/T^'.
ictiivi
oin cs
i
j^^
*
.iiigrij
cr.icb4iigit
celi cr
uninfc p?tt{Yntx&.
116
n oin e mu
ITI
cni inn
d'
Tibi bcrubim
ccfa^ipW'.'*^
-cr in
fcftr, fci'ijQligii.iit
irrd iann:c|p|incm'5|^t
pA Tiuid:me
rulCcgio
^ ne ifto finepttcme n< ^ufhsdirJillTns nn dif fmb iuml^nrdiicniMtiu A\\\> nw qucTDmoii tpcM ;ium\ittc.| inrr due f]^i|l
i.
riofus J\x{Vrl climue, 'v -!cpplTnmm]fMut.ibiU ro.i3nnim n umcrul f anoro-inio inircnr mini?; fcj :, c\* pjhtni
IP
mnim
^Tt:mu.noncm ftinVmi Ac
4tn.ibiU6
p.m6 nn/lin
fi S
nonKibiinn
ccnfrUio nn pio^'.ffiuu
II
;ro
Ubcnndiim
fiicc
iTr
yj^
<
Tav. XVII.
311
grande pagina
iniziale,
smagliante di
fregi, di
Grassi,
vannino
la
xl
mm
2^
n-ir.i;:
pf mi ixniaT.
nonne
tuo CU
'
mimmc
ftccrm
uumiT
nmlilxi
mc.Ttu&
cv.indi
oincm
mcnii?v\ QnDin.iTii.ilian
itifiinrtiinrfiipmc crfiwrtr
mm 1^
v^.;
'
qudimiraifi mcnin/ctiir
u<xindi..i(nit.R-
^<^
pnn idhnc.
i|
m
%^
|4;
fol
fl^^awiumanlilxinmc/icnpc
Fig. 238.
(cg
Il
medesimo
volgere
dei pi
importanti
mo-
numenti della
niature e
Miniatura italiana
le
sul
del
Trecento,
ha anche
le
sue mi-
zione di
modo
di asse-
gnare
al
maestro e
ai suoi collaboratori
il
anche
Gian Galeazzo,
confini
cui
genio
politico
estese
dominio visconteo a
anche imgareggiare con
non mai pi
prendendo
312
la
duomo.
Egli
di
lasci
un intimo documento
gli
^
del suo
amore per
l'Arte
preghiere che
Un
bitarsi
ufziolo
posseduto dal duca U. Visconti di Modrone non pu duminiato appunto per Gian Galeazzo perch fra
vi si
le
che non
sia stato
vedono
le figure delle
Virt
allusione
stile
e in tre fogli
ripete
il
stesso.
Lo
conil
tpmtmts'm
5<vru-ui
oiiimnofltJlafurihnt
.
manoscritto appartiene
lo
al-
scorcio
del
Trecento.
al
m"""^*"*^' ''""
I,
.i"p li
crp iiinjSfMinur
d.tu
Anzi nell'assegnare
dice
co-
t
1
una
data,
si
pu
giun-
prossimazione osservando
vi sia
con linea-
ritratti
appartenenti
agli
vita,
ultimi
tempi di sua
fra
co-
E/;; Jt4,Cv*:,
-iv-VJ.-,
^:
dice fregiato
non
vi siano
-ZS^
Fig. 239.
sol-
quando ebbe
il
titolo
di duca, e
come
lo
stemma
Si
del biscione
non
sia
l'aquila imperiale.
epoca anteriore
*
al
pu perci concludere che l' ufziolo 1395, anno della incoronazione ducale.
;
Il codice si pu dire ignorato un cenno brevissimo ne fece il Mongeri (L' Arte del Minio, loc. cit., giudicandone le miniature " di stile giottesco ,. un ms. membr. (0,24x0,17) di ce. 124, completo, contenente un salterio e varie preghiere. Per la loro particolare importanza, crediamo conveniente di enumerarne le miniature. Ce. 1 Sposalizio di S. Anna. Ce. I v. Elemosina di Anna e Gioacchino. Ce. 2: Gioacchino cacciato dal tempio. Ce. 2 v.: Gioacchino fra i pastori. Nei margini l'impresa del leopardo.
p. 350)
Ce. 18: iniziale. Ce. 22 v. Incontro alla porta aurea. Ce. 36: iniziale. Ce. 45: Nativit di Maria. Ce. 45: iniziale. Ce. 56 V.: Ce. 57: iniziale. Ce. 72: Assunta. Ce 72 v. iniziale. Ce. 86: Sposalizio di Maria. Ce. 86 v. iniziale. Ce. 98 v. Annunciazione. Ce. 99: iniziale. Nel margine, ritratto di Gian Galeazzo. Ce. 102: iniziale. Nei margini, due Virt. Ce. 109: iniziale. Nel margine, ritratto di Gian Galeazzo. Ce. Ili v. iniziale. Ce. 114 v.: iniziale. Ce. 122 iniziale. Nel margine, ritratto di Gian Galeazzo. Ce 126, 130, 138, 140 v. iniziali.
Ce. 3: iniziale entro
il
raggiante visconteo.
Ce. 35 V.:
313
'^
cv fxc totnm
99^^ rv
Fig. 210.
'-
t'
40
314
S'inizia
il
che rappre di
sentano storie di
e di preghiere,
Anna
di
Gioaccliino
che
salmi
occupano
'-
' '-
'-
.JS.^
Fig. 241.
le
Nelle
sono frequenti
gli
migliano del tutto a quelli del codice trivulziano. Una di esse che potrebbe essere comparata con
altre
239),
del
codice trivulziano, in
315
monocroma azzurro
le Virt,
ha forma
di pilere,
veggono
della
un giovane
al
nel
campo
aibinonu
nu.|g|uroKmnim
mni.icii
cftccttittr (xiili
lini niitn.JiTcciito
mei uidtx]
qiunio
cDHM-'ti"Ti^'
1114
Fig. 242.
lettera,
i
tra
;
suoi
musici,
vestiti
con
le
variate
del
Trecento
presso al suo
dei
trono
cani.
Le
il
taccuino
Bergamo
gli
ma
anche pi convincente
animali
317
Pi
chiari
confronti col
taccuino
di
Bergamo
di
offre
la
miniatura
della Nativit di Maria (tav. XVIII). Nei margini del foglio, decorato delle
cervi accosciati
di
La
la
il
quale,
non per
composizione,
un sog-
//?^
Fig. 243.
Modrone
ufiziolo di G. Galeazzo.
getto
di
genere,
ma
per
le
fresche
di
osservazioni
di
di
cui
l'
artista
si
valso, sorpassa di
artista
molto quello
di
Giovanni
lor
Benedetto e dell'anonimo
di e
dell' ufiziolo
Parigi
nelle
miniature
la
ugual
soggetto.
ritratta
briosa
!
decrepita
su
vecchia
stanza
portando
il
alte le
vivande
il
ogni particolare
miniatore esercita
si
osservi
come
318
rgide che
lineata in
i
Giovannino
de' Grassi
si
avr
Altre miniature
stile e
hanno minor
finezza,
vulziano
e si
potrebbero perci
attribuire
Salomone
M.
'
Fig. 244.
alla porta
aurea
(fig.
(fig.
Annun-
244) e dell'Assunzione
245).
Ma
che di Salomone de' Grassi non abbiamo nessun'opera sicura che possa
servir di confronto,
s
che l'attribuzione a
lui di
ture
non pu
dirsi certa,
stile del
s
padre suo
da vicino,
se
E anche
potrebbe con-
319
ufiziolo, la-
Salomone
appunto a questo
incompiuto da Giovannino, quando nel 1399, e nel 1400, fu occupato lungamente a ornare dei libri per G. Galeazzo e per la sua consorte.
Fig. 245.
due preziosi codici miniati da Giovannino de' Grassi e dai suoi collaboratori possiamo riunire, con altri libri di minor valore, anche, una parte dell'ufiziolo di Filippo Maria Visconti, ora nella biblioteca della
Ai
villa
320
I.A
IMTTIKA E LA MINIATlliA
|)re<>hierc
le
NKI.I.A
I.OMIUUDIA
l'opera
di
da distinguere
artisti
di
ininialiirc pi recenti
le
i)iii
a|)i)artenf>ono,
come
ve(iaii
dremo,
l'esame
all'et di
'.
antiche a quella di
l'ondata
(ce.
(aleazzo
Il
testo
comprova
la
sulv.)
stilistico,
perch
"
la
sefjuentc orazione:
domino
in
viam
preziose parole
tanto che
codice
fu
ma
il
anche giovano
Conte
di
Virt
ebbe
il
titolo ducale.
le
sue miniature
pi
antiche
-':
furono eseguite
Maria Visconti,
il
il
cui
monogramma
inscritto in
uno
lavoro che
))iccola parte,
un
non soltanto
di|)inse di
niature,
ma
in
([ualchc
carta
innest
compiendo
ligure
che
((uelli
o avevano soltanto
tracciate.
gli
del
codice
di
rassomigliano del
preghiere di (ian
del
Heroldo
(aleazzo.
le
Le
sono
iniziali,
monocromato, hanno
;
singolari
manoscritti
e
margini
fogliami
(ian
dei fogli
di
rossi sopra
fondo dorato
appunto
si
(aleazzo
intiera verit
Iti).
In
una
delle
iniziali
(lig.
217)
figurato,
* Anclie questo codice niicora ilet tulio ignorato, ma fu inscritto neti' Kenco tieijli ofigetli ili sommo pregio (Roma, t904). . un ms. meinbr. (0,25 >' 0,]7) <li ce. 175 non numerate. Semina niutiialo del principio poich a ce. 3 scritto: * explicit iiiier psallerii, Deo gratias. .\mcn ,: ma salterio non v'c. Contiene, dopo diverse preghiere, un urt/.io ilelta Madonna, ruffl/io dei nioi-ti, le litanie, gli iiflizi dello Spirito Santo,
.litri reruiiiia, a ce. 17.^: ' explicit olilium sanctae crucis uinnris. Deo gralias .-Vinen .. segnato; * frnler Amadeus scripsit .. L'illustrazione strnor.linaiiauiente ricca <li ornati, di itliziali, ili grandi miniature con Intti del nuovo e del vecchio Testamento. Considerando che l'uliziolo probabilmente IVamnlentario, e che il suo Tormato corrisponde a quello del codice di Gian Galeazzo abbiamo sospetto ch'esso facesse [larte di questo. ' ICnunieriamo qui soltaulo le carte miniate da (iiovannino e da Salomone de' Grassi ce. 1,4 v., 5 v., 8, 9, 10, lo v., 11 (fuorch nel margine, miniato <lall'artista pi recente). Il v., 12 v., 14-16 v., 17, 18 (il margine soltanto), 19-32 v, 34-36 v, 38-40 v., 41 v.-l.'i v, 47 V.-49 v., 51, 52 v, 54-55 v. Indi succede sino al termine del codice il miniatore <li Pilippo Maria Visconti.
della passione, e
ce.
108
I.A
321
(lairac([iic
ra|)i(la
la
fattura,
con
nei
tinte
alquanto
acri, simile
si
per intiero
quella
delle
miniature
che
due
precedenti codici
foglio,
laterali
In altro
come
in
una carta
jresso
(ian
:
(aleazzo,
margini
stanno,
due
due Virt
e nel mezzo,
sul
fondo
Fig. 246.
ufiziolo
ili
I-'.
M. Visconli.
d'oro, sotto
con
di
tale
.S.
lini
Bergamo.
lutti
i" caratteri
si rivedono Nella grande miniatura della Nativit di Cristo Gian Gadi d'orazioni delle migliori pagine del libro
leazzo.
La scena
in
concepita con
il
tratti
la
Vergine
atto di aflidare
sia
322
intento
scaldare
un panno
alle
fiamme
teneri
di
un focherello
sul terreno
sfuma una
sulle figure,
Fig. 247.
ufiziolo di F. M. Visconti.
in
uno
possono
attribuire, a
norma
323
di
men
una
bibbia del
Museo
civico
Milano,
si
gigli; e
Fig. 248.
l'artista che orn un codice della Biblioteca Braidense (cod. AD. De remediis utr. fortunae) figurandovi il Petrarca in cattedra fra una scliiera di personaggi che rappresentano i diversi stati di fortuna (fig. 209). Altri niss. che appartengono a questo periodo della miniatura lombarda, e si possono per vario modo ricongiungere a quelli gi ricordati, sono i seguenti. 1. Milano, Bibl. Trivulziana cod. 509: Leggenda dei SS. Aimone e Warmondo. Miniature dello scorcio del Trecento, affini allo stile di Giovannino de' Grassi e a quello dei mss. dei quali terremo parola. 2. Ibid., ibid. cornice: iniziale L ed 1, affini alla maniera suddetta. 3. Ibid., Archivio della bas. ambrosiana " Horae canonicae ,. 4. Ibid., Bibl. Braidense ms. A E. XIV. 25-27. 5. Parigi, Bibl. Naz. cod. lat. 11727: Opere di Baldo. Ms. con stemmi viscontei; miniatura e ornati nella maniera di Pietro da Pavia. 6. Ibid., ibid.; cod. lat. 364: Nichelai de Lyra Postillae in Genesim. Ms. eseguito per Gian Galeazzo, proveniente dalla biblioteca del castello di Pavia, con stemma visconteo inquartato coi gigli di Francia
'
324
Prima
di inoltrarci in ricerche
Lombardia
sulla fine
risultati gi ottenuti.
Le opere
di
Giovannino
de' Grassi
di
stile
con quelle di Giovanni di Benedetto e dell'anonimo miniatore del libro di preghiere della biblioteca Nazionale di Parigi, sia negli intenti realistici,
sia in particolarit delle
forme
e del colorito.
-^^^ja^ ^ww^r^y?
^-^ **y
Fig. 249.
Ma
il
suo
compagno siano
stati
contemporanei
suoi seguaci.
Giovannino
difatti
i
de' Grassi,
Essi
non imitano
di
ch' pi singolare
nella sua
di
opera di miniatore,
curiosi
ch'egli
non
sia,
si
potrebbe
precursore,
il
miniatore
dell'ufiziolo di Parigi
ci
apparir, in
accompagnato dalla
lo
rapporto con
tanto tratteggiata
Creazione hanno qualche Salomone de' Grassi (fg. 248). Una parte delle illustrazioni fu sola penna dal medesimo maestro, che in quei disegni (fig. 249) dimostra un brio e una
sigla: G-Z. r>e miniature, rappresentanti le giornate della
stile di
Giovannino
325
Giovannino
del
maestro
del
quale
gli
atti
della
i
Fabbrica
caratteri
duomo
ch'erano
gi
quei
miniatori
e,
possiam
dire,
anche
in
della fine
ampliando
le
concezioni
fra gli
realistiche che
artisti della
predominavano
XI
uAor
PlfCOt
O^iau tpfieuiom
iVa itfctu*
r<Sniov tniKimiif
imnoi
timi il biiicn
cos
finca
.ti
quafcrtme miAftanrnncc
dello
essa
an fmiir.! re* ftt iir (trtiKptr d f trjf .ig.ltm pfttto p.uv ft.wr.ilntiinc'Tao
in
or
rawfl
imxtyi
ijnof^i
un nuovo cammino
i
Une
if
li
fni.uff
imcwi cqnos
fcfc
italTlir-^ivio
ch
01 gi ginir linow f
B tooniit ttoam
TOCpSi
ffautn
forme
suo
nf
Ca
tmrnc
KIT);
w
A
Presso
diretto
il
valente maestro, e
il
iSQiinu
'rti| ^>llnll
fcciiitri titlliJn'ftoxi-U,
..
r.tcomiiemJliar-
altri miniatori, di
eqmtnr
i-
n.injintg.-nr
noto
il
nome, operavano
,
Lombardia
I
cfiitnliOT
nicft
|co.Umiii;)
con
maniera
sotto
qualche aspetto,
h\a^ fpiraa
Icrfi't r.ijim
luuiir
hqed
covx
1
ne ttum.p
affine.
ounu
tcfim
L'anno 1389,
frate Pietro
da Pavia,
criifarow
'tKitthi iwUiniiip
4tiaqi
mici)!)
Imiiiogctu
cf<Um
ctia<
rumm
qiw
nroir
iniziali
di
,
una
ora
.1
e:da
cmtK
foca
Naturalis flistoria
di
Plinio
<t$Mt mte) anuinwfifttiU'd 4(14' UGO no ar.i iftim ciiTmWtti niiaf fe in.il!t A iiij Pernii mbaeaK fiorito
'
a;'
ntiiy .ilih
lu
ftxmtfef mitr
erf
cstiihi
Fra
gli
ornati del
codice,
si
rammentano
de'
disegni
di
Giovannino
insetti,
Fig. 250.
Grassi
uccelli variopinti,
inf.
fragili libellule
che
si
posano
sui
gini
testo
(fg.
ed ecco
pescatore,
il
vinaio
'
P.
TOESCA,
cit.,
185 e
,.
segg.
fu giudicato dal
Mongeri
530)
"
di
maniera giottesca
326
251),
il
villico
che
si
affatica
nel
campo,
intesse ghirlande di
Pietro da
252).
.qiumiitcainui?.
/
CApimlum .|!>iml
rcqnimr-v
jcmbozign^
fiiicfia^; !^
iit)i 11,1
fa
Fig. 251.
inf.
Poco dopo
un messale
chiesa di
S.
il
gi
scritto
Ambrogio ove
inthronizatus
e coronato
duca V
*'
MoNGERi, L'Arie
28.
cit.,
327
nate, segn
proprio
nome
sotto
una
suo
maieslas
stile
Domini che
nel
le
bcrocxvvin
tictuiC.
Ci
c\\\o
contxnmu \^mo&
gcneubiif:
corrisponde a tutte
C4pitiUum.p2mnt?^
logii&uettnt
Upmmcp
Artista
al
paragone di Giovannino e di
de'
Salomone
tuttavia
i|mb?opcr
cif
nani
compiace
di
di
contrasti
e
stri-
denti
colore,
sovente
iitimcfi
ieviarK
proporzioni
errate
ed
aspetto
^fUiincrof
ciux txncbic cv miCfC^ ccLupi fi
che
la
miniatura rappresentante
di
r incoronazione
leazzo,
Gian
GaesatFig. 252.
Fig. 253.
Milano,
S.
328
Non
diversa
appare
l'
Fig. 254.
Milano,
S.
di G. Galeazzo Visconti.
nel
1402,
al
prezzo di
89 e soldi
3,
con
la
' P. ToF.scA, Miniatori lomb., loc. cit., 195. Si conoscevano le spese occorse per il messale, credette che questo fosse perduto cfr. G. Ottino, Del costo di un messale nel 1M2, Firenze, 1884.
:
ma
si
329
a
256), la quale
corrisponde appieno
quella del
ma
inef-
corpo tormentato
del
Cristo,
la
cui
struttura
ossea esage-
Fig. 255.
Milano,
S.
attribuire
ad Anovelo stesso
il
(fig.
vecchio
il
"
canevarius
messale fu eseguito.
senile
La
fnezza del
tristezza
impressa
giori.
tavola, a fondo d'oro, sembra aver servito di cuspide a un dipinto di dimensioni magnostra attrbii/.ione si osservino specialmente la struttura anatomica del Cristo, e i lineamenti contorti dei visi.
'
La piccola
la
Per
42
330
nel
vecchio
che,
quasi
rompe
e di
la lettura, ci
ritratti di
Francesco Petrarca
che s'intravedono a
siana ^
I
sopra
una
Ambrole
quali ci
sembrano doversi
attribuire
non
all'Arte toscana
ma ad un
opere.
Fig. 256.
Tra queste
tenuta
in
pur da collocare
la
un messale, proprio della chiesa milanese, della biblioteca Ambrosiana (cod. E. 18 ini'.), composta con grandiosit degna di un
frescante
^
:
sul
campo
di
carminio,
'
A. Ratti,
Il
"
Ancora un rilratto di F. Petrarca (Rassegna d'Arte, 1907, pag. 6 e segg.). ms. ha pure un'iniziale Tigurata con l'elemosina di S. Martino (e. 1), e fregi di foglie spinose.
'
331
Fig. 257.
Milano,
S.
332
il
colori delicati-
di
di S.
Giovanni che
volge verso
di verdolino
Cristo
il
si
(fg.
Non mancano
e quella
maniera
di
Giovannino
de' Grassi
dell'anonimo miniatore
al
un codice
Fig. 258.
della
marchesa Soragna,
il
costume delle
gi all'inizio
fgure e
l'ornamentazione a ramoscelli
trocento
(fg.
accennano
del Quat-
260).
manoscritti miniati
di
sicura
prima
volta
abbiamo
raccolti insieme,
altri
di attribuire a
ma
gi
possiamo riunirne a
da determinare pi ampiamente
333
Fig. 259.
ini.
334
Roma
ha nel frontespizio uno stemma del secolo XV sebbene risalga alla fine del Trecento \ come si vede nella sua scrittura e nello stile delle miniature. Contiene un'enciclopedia di storia naturale in rapporto all'igiene e tal materia diede
;
argomento
alle
^.
eseguite
da parecchi
artisti
di
come
Fig. 260.
vien provato da molteplici riscontri con le opere che abbiamo gi attribuite al maestro lombardo.
In alcune carte
gli
ornati
architettonici
delle
iniziali, e quelli
dei
forme del
sue
tutto
vannino
de' Grassi
adoper nelle
altre
miniature
sono
le
stesse
Corvino ma non corrisponde intieramente a quello di altri made Hevesy, Les ininiaturistes de Mathias Corvin {Revue de l'Art, chr., 1911, I). 2 Sul foglio di guardia scritto: " Roderici Fonsecae Lusitani Historia plantarum . Ms. membr. di 0,43 0,28, di ce. 298. Non posso qui dare una descrizione delle miniature sebbene abbiano sovente molta importanza per il loro contenuto e per il modo delle rappresentazioni. Notiamo soltanto che, quasi sempre, i vegetali sono riprodotti non in forme naturalistiche ma come se fossero compressi fra le carte di un
Lo stemma
creduto di re Mattia
:
noscritti corviniani
cfr. A.
erbario.
'
335
261) che
si
si
veggono negli
miniatore
in
una carta
ritrova
un raro
a: v.-ire" liiiMni Jiii." fe lina :!Itf ficifr finrfiiiir iri?ipi> co^ ftiofrC in '^S* > qiiii laii^iiiif ei'QMr (jiwp'i^ tWknitX
potili
niiiiij^ici
rfiiriii
OdfO hll*
tlti
ICtllOJ'll
cdj
l-ili
O'W
l<iim-m
inj.>in
111
ym Chic
ti.infinf
fi
iJtv
(Jn ai* clcSinn aijJin iHmicn* r*^ ^otmi toUir f Piinnas ^imfoJr ttrt*ir liniatf ihoiti yif^ siOtnar
Jililtp i-f (Iqi i).inj<onr5 ij l'i diinjpiuinlJ* -/ niio!<! OKOI* cortili 'cUftijn t iiii'r (m< giir-liu.iiN ftrt^fioifwoiii cv.)* =0351! <} ff
1''
C'inm'^ i <n'ct (V^^io ^jcpniii ilmiM /-"^ ..:^ tjicpiiirt* iit>i iUinpi^i^.rf
'
fflmofiii
34*
v-lc/iiini<
mitttii <iMir
omnl
fine
liliftiirn'Kl'i faluia
Fig. 261.
Roma,
Bibl. Casanatense:
ms.
459.
de' Grassi
Anche
nelle figure
il
disegno e
il
colorire delicato
mostrano hene
(fg.
in
261),
336
le
donzelle disegnate
nel taccuino di
sentati in
Bergamo
il
XVI)
sono rappre:
modo
cane,
:
come
i
in
quel
i
taccuino
il
cam-
mello,
il
che digrigna
denti,
leopardi addomesti(fg.
cati (tav.
XIX) anzi
232),
sembra
J|^s^;*'
|0fi^t 6^'"^
Iftm^uO mi
Uuu
,:auirejm
Fig. 262.
Roma,
(fg.
nello stile \
Degli
altri
miniatori del
;
codice alcuni
di
Giovannino
de' Grassi
quelli
che pi
ragionevole crederli
medesima
il
distingue da
ogni
altro
il
miniatore
del
frontespizio,
quale
vedremo
Tra
propria opera
si
("
sudores
,)
fu eseguita
1 1 ali (%&
mnt
tti> itiwxf
vcfuKi* cannn
.i^
'\
Tav. XIX.
Roma,
337
volume,
e talvolta
in
un medesimo
altro
gotico,
prossimo a Giovannino
sue opere da quelle del
de' Grassi
da renderci
;
incerti
nel
distinguere le
maestro
un
accoglie
pi
largamente
nella
le
stile
come appare
curiosa
rate del
manto
altri colorisce e
disegna pi rozzamente
altri
possiede
gli
che
d di
264),
si
vetraio
(fg.
(fg.
265)
altri
in vario
modo
pi
differenzia da
Giovannino
de' Grassi ^
fiift
i^i"'*''
.^^
Fig. 263.
loina, Bibl.
Casanatense:
ins. 459.
artisti
che
l'ornarono,
il
codice casanatense
Lombardia sul finire del Trecento. E, quel che pi importa, esso d delle nuove prove a dimostrare che opera di artisti lombardi una serie di importantissimi codici dei quali
a quelli gi noti, siano stati nella
'
Abbozziamo
la classificazione di
una parte
1.
Miniatore
del frontespizio:
118 V., ecc., ecc.
ce. 1.
4.
prossimo discepolo (Salomone?): ce. 21,32,41,45, v., ecc., ecc. 3. Miniatore mediocre nel disegnare animali ce. 32 v., 69, 80 v., 81, Miniatore prossimo a Giovannino de' Grassi ma pi manierato nel disegno dei panni,
2.
Giovannino
v.,
147
v.,
mereiai
6.
co. 277-279.
da Giovannino de' Grassi: ce. 176, enumerare che collaborarono con quelli a illustrare
assai dilferente
ecc.
5. Miniatore delle figure dei Miniatore del colorito opaco, E pi altri artisti si potrebbero ancora
7.
volume.
43
338
gi in altri
modi potevamo determinare l'origine. Vi si trovano infatti alcune miniature che hanno con quella serie di codici non soltanto dei rapporti stilistici, come pur le altre, ma una perfetta somiglianza di
composizione
nel chiuso
e di particolari
;
poich
le illustrazioni raffiguranti
il
capraio
(fig.
una
di
gerla di zucche
267) corrispondono
sin
loro
scorniciature
minio,
singolarissime scene
raffigurate in
Dei quali
fu attrihuito
ad
veronesi da
J.
Roma,
contradire
all'opinione
dello
studioso
che primo
tracci in
modo
pi
stahile alcune delle linee dell'Arte della fine del Trecento, se molti argo-
ci, e se
non trovassimo ragione di quel giunel passato, non avevano ancora messa
'
artisti
diversi,
che
si
colorito.
^
Lo Schlosser identific lo stemma ch' nel codice con quello della famglia veronese dei Cerruti, e not anche esservi una bandiera con lo stemma di Verona anteriore al 1405. Ma entrambe le osservazioni sono state oppugnate (Madonna Verona, 1908, pag. 24); e la croce rossa in campo bianco, che ricorre anche nelle bandiere delle navi in una miniatura del " Theatrum santatis casanatense (ce. 110), potrebbe essere quella del Comune di Genova.
tliist.
Smmlgn.
d. a. Kaiserh., 1895,
339
il
luce
tutta
l'importanza che
la
Lombardia ebbe
altro
nell'Arte durante
secolo XIV.
Il
codice di Vienna,
come un
"
rinvenuto
in
nella
,
Casanatense
Roma, contiene
il
Tacuinum
sanitatis
medicina
un
trattato
umano
J fvumin;
Vili? .jD
Ufnnui oaiUrudvl
woim niiitmf
aimriinvm ai
Fig. 266.
Roma,
al
modo
di correggerlo o di aiutarlo.
Il
testo,
i
ricavato specialmente da
d'igiene erano gi
un
trattato
XII, nel
quale
in
precetti
ridotti in
forma schematica,
composto
modo
semplice ed uniforme
cos
illustra la
materia partico-
il
precetto di igiene
riferisce.
si
Non
trovano in erbari e in
trattati
passione del-
340
sione
dell'
animo,
di
vizio,
usanza
di
suggerisce
al
miniatore
in
la
rappreveste,
sentazione
una scena
genere
una
i
fanciulla,
ricca
va
per
(fig.
le
rami
sottili
del prezzemolo
le
si
(fig.
terreno,
volge
269)
festoso
cautamente un cesto
melagrane
fitv olire
l>i
fili
alu]'(Knma}
c\
uV^alTaK h
'
.tnu>Viirlnm
w aitanp cIim
Fig. 267.
m* t)iT 1 pajhi.
**
miii}
fuu aBa
Roma,
Bibl.
Casanatense: ms.
459.
frutti,
mentre salticchiano
sul
fra
1'
erbe
un
foglie
villico si
avvia
portando
delle
grasse
il
del cavolo
indugia in ciarle
presso
il
capanno,
la
il
massaia, tra
figli,
stringe
entro
un vaso
il
burro, e
cane sotto
ceri
all'
intorno
primavera, la fre-
341
d'
un verziere con
d'
siepi di rose,
il
270).
Or
inverno
(fig.
271)
entro
al
la
camera caminata
il
vecchio,
al
calore e molestando
la
il
fuoco
;
il
carne per lo
spiedo
la
riscalda. Nella
iXiioillum.
i^S^Ma^
f J^A#.!
jiMr
)Kni<rilliim|.Ui MTfu III- tt<:Wi\:tiiljir,w'iii.ihv'imumtuniPiuv4runn..in (h;j>v .(propiUn^.iuMiintiiiii innii iifii0j<l(li>> fallili irmi mviiiim nfaccw t^St
tJiiguini- cilh)
I
cm
r.fiic
biru>.Oiitb.Ki'ctnc.ciiiiiibi
n'unti)
Fig. 268.
Vienna, Hofmiiseum
"
Tacuinum
sanitatis
cucina della casa signorile son due donne vestite con eleganza
la pi giovane, in atto grazioso, attende a friggere le carni
(fig.
272):
l'altra
mentre
le
pronta coi
trippe,
piatti
(fig.
ed ha accanto
il
donna va
rimestando
verzieri,
alle
case
cittadine
ove
si
banchetta,
si
danza, e
si
342
vano
Tacuinum
del
Museo
di Vienna,
adoperando una
talora d a
il
mondo
di
esterno
che
noi
la
stessi
un realismo che
sovente, per
Diversi
artisti,
di vario valore
i
sebbene
tutti
intenti \ dipinsero
tra
i
106 grandi
fogli
conservati
codice
di
Vienna,
modo
particolare, quelli
Fig. 269.
Vienna,
Hofmuseum:
"
Tacuinum
sanitatis
95.
Non sono
:
questi
pi pregevoli fogli
i
ma
pi
importanti
per
la
perch
li
miniatore di
quelle
otto
carte,
che
alle
rimanenti parti del codice, alle quali esse corrispondono e nel formato e
nella scrittura, rifugge dall'accurata finitezza in cui
'
Si
da Pavia
ce. LXI).
distinguono per vario grado di finezza nel colorito e nel disegno. Ve n' alcuno possimo a Pietro XXIV, CV), altri pi afnni a Giovannino de' Grassi, altri di estrema rozzezza (cfr.
343
suoi
compagni
di lavoro
non corretto
stranamente
le figure,
ma
distribuisce
in grandi
masse
le
ombre
composizioni mira
fogli
trilli.',-! inciirivinv. ilaiiinnmi ooq> >imlnt'Uo-?nuv.tr pucir. |lcnu> nati ai iiih* lnanaT4|,ncnnim.<^iuiirtrnu3.fn.xccivvini.ftT.tj':iN.trt8.iciiwil.;.
.
Flg. 270.
Vienna,
Hofmuseum:
"
Tacuinum
sanitatis
dipinti
altri
primo
aspetto
sia
gli
che
l'artista
segue dei
nuovi princpi,
suoi
compagni
il
di lavoro
barocchismo dello
Nel foglio
dell'
"
Oleum amygdolarum
(fig.
274),
lo
speziale,
dal
barba manieratamente arricciata e toccata di tortuosi segni bianchi, versa cautamente il farmaco entro un bicchiere
344
LA PITTURA
il
mentre
giovine,
si
ncrl)onilo
tozzo,
{jI
indica la dose
con un gesto
sgangheralo, e
coinprinie
il
Zucharuni
(fg. 27.")),
inovinienti
delle
due bizzarre
figure
e si
iTjioniW
1
e
il
Fig. 271.
Vienna, Horinusouiii:
'
Taciiiiiuni banilalis
,.
ripete
il
chiari e di
ombre
paese
le
nelle j)ersone
i
barattoli, le candele, e
di
pani di cera-
l'artista rivela
scogliere, foggiate in
di
luci aspre.
345
Ora, con
tali
iiiiniadire
lianno
strettissima affinit
identit,
ai
di
stile,
sebbene
della
i)ro])ria
alcuni
(piali
ailreschi
Maria de'
(hirli
presso Campione,
il
parallelo che
OinicPiulirv:-
\Aym,^
alili fvn
TI
Fig. 272.
Vienna, llofmuseuni
"
;
lULinmim symtati
miniature da attribuire ad artisti lombardi e molli (|uaiito allermiamo. della Lombardia per meglio provare
fra le
dii)iiiti
murali
Un gran
da Franco
stessi
nellesterno, fu alTrescato tratto del lato destro della chiesa, come pittori de Veris da Milano, e da iMlippolo suo tiglio,
i
indicarono
in
una
iscrizione
dipinta,
la
(piale
un tempo recava
346
anche
stile
delle
Nello zoccolo
della parete,
l'inferno
figlio,
il
dove
il
tormenti delil
la
cattiva
madre uccide
proprio
ladro corre ignudo col sacco sulle spalle, Giuda ancora appeso
In
alto
all'alhero.
ticolari iconografici
quattro ele-
il
un esagerato
Intcftu.i.burcdM.
9^
.*r|
.-.--|
-k
* ^'1
^-
"-,^1
?*t^,k
"1
'
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'**'\
trrjr e
ir
iti rr f ^ T
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4r
/
re r
jt
r rr
fli- 1 fu-
ftotii
lUUr. J.
auw jiwr fl4 g-iaiTtimj cVucinia m^g. u"i flc. uiucmbi bvcmc i tmowmei^' mwnie n^'-i-
tnquoctUi Kuicr.fTaurtjnim lumb )U<i*i. groitt iini.ie^ iiioliiwa ifninh-ipiflftali ritpmintuv.l^ciii'o netti, fi fA-llifcimir bn iwYp.uniwr.cii Jcrtv pipt- icgj t finnlih
Fig. 273.
Vienna, Hofmuseuni:
"
Tacuinum
sanitatis
21 e segg. Gerspach, Une die ainbrosienne {Sances el Iravaux de V Acad. des LXII, 243-255); F. Malaguzzi-Valeiu, Campione (Rassegna d'Arie, 1908, 167 e segg.). Riportiamo quanto ancora ci riusc di decifrare nell'iscrizione " lioc op fecit fieri homines scola .... campiliono et denarior' lemoxinar, psone de campiliono franchus de . .... ulares veris de m(edio)l(an)o et tlipolus ei' fdius pinxit lice opus ...... 11 Gerspach (Gli affrciclii di
'
;
Rahn, V/andgem.,
et polii.,
Sciences niorales
Canpionc ne L'Arie, 1902, 168) riport l'iscrizione in italiano, con la da ta del 1400, traendola da un apografo " nel 1400 questa opera fecero fare gli scolari di S. Maria de Gliirli ed altre singolari persone di Campione coi denari delle elemosine fatte alla chiesa, Maestro Lanfran co e il di lui figlio Filippo de Veris dipinsero in quel millesimo terminarono il 23 giugno ,.
:
347
un trono
pittore
la cui bizzarra
(fg.
277)
sta
violento
ingombrato nelle
membra
dalle
rilassate
Le quali sono
'X^lann.itliigdoLi:u.
Fig. 274.
Vienna,
Hofmuseum
"
Tacuinum
sanitats
,.
di
gialletto
nella
di
chiaroscuro. Intorno
con
al
chiome ondeggianti.
recando
i
Altri angioli,
si
accalcano intorno
Cristo
hanno lineamenti
sinuosi, riccioli
massa oscura
delle chiome,
un
torcersi
348
277)
le
Tra
di
gli
"
Tacuinum
del
Museo
di
Vienna
le
figure
Franco
uni.
1-
'
,M^riUnTi<U:iHin^iVnnic\f.irf<>J-.'F'T'''^^''-
Fig. 275.
Vienna,
Hofmuseum:
"
Tacuinum
sanitalis
Si confrontino
il
mosse nervose
di
delle mani,
il
modo
di
colorire le vesti e
Soltanto
certa
maggior squisitezza
proprio
ai
colore
che
negli
le
affreschi
ci
vieta di attribuire
due
pittori
milanesi
anche
le
miniature.
Campione
somiglianze cogli
349
Tacuinuin
Fig. 276.
Campione,
S,
zione
di
,
movimenti
in
di di
contrasti,
un manierismo goticheggiante.
si
Gli
essi
ri-
Elementi
aspetto
vegliardi
si
torcono
i
stranamente anch'
slancia contro
350
versi
(fg. (fg.
le
braccia
279).
(fg.
280).
Un'elegan-
soppannata
di
azzurro, con
con un panno
nell'atto del
frastagliato
una ghirlanda,
sta
in ascolto
quanto simile
corpo
ch' tinto di
ombre
Fig. 277.
Campione,
S.
verdi
azzurrine
gli
"
Tacuinum
(fg.
275)
Un
giovine,
diabolico nei movimenti del corpo, nelle tinte vivaci delle vesti
tre
bianche penne
canta dinanzi a
lei,
facendosi acil
compagnare
gozzo che
sul liuto
deforme per
gli fa
collana.
Non
modo
di ideare la
351
collocarli
agli afFreschi di
Campione, per
nel lor giusto luogo tra le vicende della Pittura lombarda, perch, sebbene
si
successivo svolgersi dell'Arte nei primi decenni del Quattrocento. Le miniature degli otto fogli del
"
Tacuinum
di
Fig. 278.
Campione,
S.
trovano in
stile,
artista
lombardo
Franco
Filippolo de Veris, e derivante dalle stesse origini dei due pittori milanesi.
A
le
questo
fatto,
che crediamo
stabilito in
modo
certo,
si
aggiungono
i
352
Tacuinum
Le quali
in vero, contrastano
molto con
che ab-
biamo osservato. Non esagerazione di movimento una semplicit severa, un realismo bene equilibrato
e di espressioni,
ma
Fig. 279.
Campione,
S.
aflfresco.
dalla
quale
esse
ci
ci
siamo
inoltrati
Franco
Filippolo de Veris,
riconducono alla
artefici
altri,
eseguirono quelle
consentanei
miniature, rozzi
inetti
gli
uni,
ma
forme quasi
353
da un medesimo maestro.
miniature lombarde
;
con
i
le
dei quali
soltanto
pi importanti, e che
dei miniatori.
"
Granata acetosa
(fig.
269), la
gentildonna intenta
verde,
figure
disegnate
da Giovannino
miniatura e
de' Grassi
Bergamo.
Si confronti, nella
forma
Fig. 280.
Campione,
S.
ciatura,
il
segno
un po' incerto
:
dei visi,
le
tinte
gli
leggiere
rosee che
coloriscono le carni
grazia.
corrispondono anche
atteggiamenti, pieni di
di
(fig.
altre miniature,
"
colorito
268), la
alquanto pi denso
"
quelle
(fig.
raffiguranti
il
Petrosillum
Ruta
"
Hyemps
per
i
271)
in cui le affinit
;
con
lo stile di Giosi
vannino
de' Grassi
sia
e alcune di esse
il
potrebbero
comparare,
Plinio
dell'Ambrosiana \
'
E da
"
Plinio
ove
rappresentalo
45
354
Nella
che ha per
titolo
"
:
Carnes
sufrixe
(fg.
272)
si
l'
ar-
di
vedono
atti
Leniate
nelle
miniature
del
libro
di
preghiere di
Gian Galeazzo.
all'umile
bisogna,
con
che
danno un'impressione tanto penetrante della vita familiare, hanno un drappeggiar delle vesti e un colorito che risponde appieno ai disegni di e la scena pu anche compararsi con figura nel taccuino di" Bergamo
;
una miniatura
(ms. 459
:
lombardo
ce.
il
miniature del
"
stati
eseguiti
al viennese.
le fanciulle
disegni
di
Bergamo,
confanno col
Sonare
et
ballare
Tacuinum , in cui un foglio destinato n sembra alieno da quel ciclo il disegno che
Bergamo raffigura i poeti, e l'altro degli uomini che veleggiano su uno stagno portando seco un leopardo per la caccia. del " Tacuinum posseduto dalla biblioteca Nazionale di Il codice Parigi (ms. lat. Nouv. Acq. 1673) opera della medesima scuola di miniatori che orn quello di Vienna, col quale ha comune il sistema illunel libretto
di
strativo, lo stile, sovente le
Anch'esso fu miniato da
seguiva
il
quali nessuno
bizzarro
stile di
Franco
e di
alla
maniera
costoro,
ci
mentre alcuni
sono ben
"
:
noti.
Una
il
foglio intitolato
tinteggiata,
si
Rutab.
idest dactilus
(tav.
XX).
Sulla pergamena,
non
eleva una
modo
decorativo
i
come anche
in altri
fogli.
La
donzella, biondissima,
di
che coglie
nella
:
frutti,
lumeggiate a tratteggi
biacca
manira
il
colorito
tenue delle carni, anche l'accurato studio del costume suo e del cavaliere,
frutti,
ha
intiere rispondenze
con
le
miniature dei
'
Dblisle (Traits
d'
1896,
Uumb.i.i>nctir.
cr uan.
innono
ta cu
i
ntch
tv |>4}>.i!ta\%
iiHttMttHiNli
Tav. XX.
lat.
Nouv. Acq.
1G73.
355
le
"
Cepe
i
(fig.
281),
si
potrebbe confrontare
contadino con
ma
la
forma manierata
trova anche
fogli
ha riscontro specialmente
(fig.
colorito
leggiero
altri
del
"
Tacuinum
medesimo
artista.
r"
'''1St^~'
ci\ .iccfro
et
\,\'rt.
.,
Fig. 281.
ms.
lat.
Nouv. Acq.
1673.
Allo
stile di
Giovannino
e di
Salomone
"
de' Grassi
richiamano anche
alla briosa
Aqua
ordei
(fig.
282), nelle
anonimo, miniatore.
per l'incerto
Parigi,
la
pel
loro colorito
di
stridente e
;
maniera
Anovelo da Imbonate
356
altri,
una
due miniature del ms. casanatense 459, derivate certamente dalle illustrazioni di un " Tacuinum sanitatis . E in una delle pi belle carte
delle
inclino a riconoscere la
mano
dello stesso
757).
l'ufiziolo
lat.
Non
si
| ?\qtu
IW.
v.M.innt. f-.i.C.m--'.
"
.
>tumo\nm
qwn
lilKirliir
Fig. 282.
ms.
lat.
Nouv. Acq.
1673.
(fg.
283)
tra
il
verde
leggiero
del
prato
va l'uccellatore,
un gentii
luomo
portando
panioni e
viso,
con
la
voce
e nelle
mente
fg.
alle figure
miniatore di quell'ufiziolo
(cfr.
224).
potremmo
moltiplicare
perch ricorrono
ogni
sembrano
sufficienti a
Lom-
357
bardia fu ornato
il
come
proiettano con
realismo singolare
le
pi svariate
Ji*inrt
AT
Fig. 283.
ms.
lat.
Nouv. Acq.
1673.
campi
e delle citt
le
sono
i
botteghe,
pareti
quali
mercanti ven-
358
dono
(fig.
284)
interni
le
di
case signorili e
le vi-
borghesi
sale di
grande apparato
cucine ove
donne apprestano
nelle vesti
cittadini, artificiosi
negli
lattist. e. ui,l).i,i.incli
mtjnxifiar
creo
nJij;
Fig. 284.
atti,
corteggiando
le
dame
si
po-
per
valli
285),
il
nell'aia,
presso
si
contadino
altri
avvia alla
portando
(fg.
le
vimini
novella
intorno al fuoco
286).
359
nelle
ogni
giorno,
una
e di
delle cose.
stile
Non
Parigi
diverso di contenuto e di
il
"
dal
'
Tacuinum
di
Vienna
Theatrum
sanitatis
nella
biblioteca Casanatense di
Roma
% # i^
,/
fcgT.i.ltiii.iittfnni uiijthid
cr foPAnccttliMMn't Ijflwnr
Fig. 285.
ms.
lat.
Nouv. Acq.
1673.
(cod. 4182) ^
Fu miniato
i
i
anch' esso da
parecchi
artisti,
potrebbero credersi
e di Parigi.
Vienna e
molto
Fra
diversi miniatori,
altri
pi eletto
si
lombardi nell'adoperare
Il prezioso cod. fu ritrovato da G. Focolari (Il ciclo dei mesi nella Torre dell' Aquila a Trento in Tridentum, Vili, IV) e descritto da A. Munoz (Un Theatrum Sanitatis con miniature veronesi del sec. XIV in
Madonna
Verona,
che
lo
360
come bene
la
si
vede in
e
una miniatura
per lo
stile,
(fg.
287)
che
si
pu comparare, per
composizione
XIV) e di quello di
Fig. 286.
lat.
Nouv. Acq.
1G73.
per
il
altri,
usando
forti
contrasti
d'ombre
rammenta alquanto
altri, poi,
il
miniatore pi affine a
:
rozzissimo
colorisce
mala-
361
-''()ii^jM^^iam^-.jiii^^:....
i^.y. .^
4.
atud^ ^
^utteof^ cUitr *
lantir f.T.f
xm coicnco.ioaimcimu
Fig. 287.
cod. 4182.
46
362
mente
le figure degli
animali
come
"
se le
le variet di
le carte del
Theatrum
altri
aleggia
lo
stesso spirito
che
nelle
miniature
degli
due
Tiafon$^
WmxK.c.mi .1? m] .mclio:acif{ona\ rugoii anujii .unumicmni aamir fp^n.i ncuit cmc mimMm tinnua afis .uocuinctii o^ni Utioncc in uais i pnojanono noaimcn ti6 UCiniai aniilv
.
-
Fig. 288.
Roma,
'
Non
Il
pinse
76, 80, 88, 89, 97, 104, 124, 128, 144, 160.
il miniatore delle ce. 79, 82, 83, 84, 94, 9.5, 111, 122, 158, 159, Rozzissimo nel disegno delle figure, e pessimo animalista, fu il miniatore delle ce. 90, 91, 130-145, Si avvicina al miniatore che nel cod. viennese affine a Franco e Filippolo de Veris quello delle l''8-180, 182(.'), 183, 186(.'). Il testo e le miniature sono state molto ritoccate in pi luoghi.
363
convenzionali, acuta
nell'osservare
nel
ritrarre
le
cose or
che desta
vita
sovente in
noi delle
sensazioni
citt
profonde, rappresenti
la
delle
con
vero che d
^h.in
^
x.h
i:
lecito? arci-loiig:!
mjpi.
}nmtnc
iuvmtii
.c|:5>i(i-inorcm
m iicws.
:
Fig. 289.
ms.
Nouv. Acq.
1G73.
alle
miniature anche un
I
passato.
"
Tacuinum
sinora noti
sono certamente
(cfr.
G. Fogolari,
loc. cit.,
pag.
5),
non ho
364
uniti
fra di
lo stile
si
ma
cor-
anche perch
sia copia
anzi spesso
medesimi
soggetti vi
modo
del
m ftoTTudx).TDTioco nooimr
.
.,.
Fig. 290.
Roma,
Bibl.
Casanatense
cod. 4182.
tutto differente; e
anche quando
le
rappresentazioni
si
rassomigliano, esse
hanno
delle varianti
non
trascurahili.
e
in quello casanatense
si
rassomigliano
il
"
che illustrano
molti
.
Savich
pultes ordei
fra le altre,
ma
differiscono
"
poi
in
particolari,
appunto
come,
Napones
365
tre
un medesimo soggetto
sono svolte
in
si
codici
ma
modo
differente
cos a illustrare
"
Napones
figurata
ma
p.im
tiittu.
-7
f.
?
"^ . f,
\,iC\ meli'
cvco Aibnl'
'
bU
(xcrne^.]
niu>nair
f-mrATTOK mfttmwit^.
Fig. 291.
lat.
Nouv. Acq.
1673.
mentre nel
"
Tacuinum
il
di in
Vienna
quello
e nel
casanatense
(fig.
(fig.
288)
il
ven-
di
Parigi
289)
egli si
allontana
soggetto del
"
Confabulator
espresso
ma
in quelli di
Vienna e
di
36G
Roma
invece
milii
scena
l'interno
Parigi
"
una
tettoia
di
paglia
286).
La rappresentazione
:
del
Panis
varia intieramente in
ognuno
il
raffigura
mensa imbandita,
un forno rurale
potrebbe essere
290 e 291) \
Da
ci,
si
non per
da un esemplare
Fig. 292.
comune che
essi
alterino
in vario
tuttavia
molto
utile l'insistere
esemplare comune.
Giova soltanto
che, se esso
al
mai
i
esistito,
non apparteneva a
perch in
ogni
quale spettano
tre codici,
' Non sviluppiamo maggiormente il rafTronto iconografico delle miniature, pel quale occorrerebbe riproduzione integrale dei tre codici. Per le descrizioni del contenuto dei codici, cfr. gli autori citati. " gli Il MuNoz (loc. cit., pag. 17 ornamenti di alcune lampadine fanno pensare al modello orientale ) prende per lanterne orientali certi dischi appesi nella bottega dello speziale. Quei grandi dischi di ceralacca coperti di carta traforata si veggono anche nella Bottega dello speziale affrescata sul principio del Cinquecento nell'atrio del castello d'Issogne in Val d'Aosta (fig. 292). E ricordiamo quella rappresentazione perch vi da sospettare che il curioso ciclo degli affreschi di Issogne, raffiguranti l'Alterco dei soldati, il Mercato delle Erbe, la Bottega del sarto, la Speziarla, non sia una semplice raccolta di scene di genere ma derivi in qualche modo ancora dai cicli riflettenti l'igiene, dei quali il " Tacuinum la pi bella esplicazione. Cos nei dossali degli stalli del coro della basilica ambrosiana (fig. 293), e in altri del Museo Civico di Torino una serie di rappresentazioni di vegetali diversi, la quale probabilmente ha motivg nella cultura medica diffusa nel Quattrocento.
la
367
le
costume
delle
e
figure
consente
pienamente con
di
fogge
del
Trecento,
si
non
mostra traccia
nell'
mode
artisti
pi
antiche,
quali facilmente
copiato, o tenuto
al loro.
sarebbero insinuate
presente,
opera di
che avessero
un esemplare
di
Tacuinum
sani-
forse della
traccia
in
alcuni frammenti di
quali appunto
il
Museo
le
di
Verona \
e
nei
co-
Ma
quelli affreschi
non
hanno
relazioni di
stile
"
con
miniature
,,,
riguardo
poi
alle
vicende
dell'illustrazione
del
Tacuinum
J'ig. 293.
Milano,
S.
Ambrogio:
stalli intugliati.
ch'essa
nella
allo
si
sia svolta
dapprima
in altri codici,
decorazione
parietale,
la
quale
"
scopo che
le figurazioni del
Tacuinum
si
proponevano,
di servire
Verso
la fine del
Trecento
stile e
"
dalle
fogge rappresentate
nelle
miniature
l'illustrazione del
Tacuinum
artisti
superiore,
la vita
diede
occasione
agli
di
rispecchiare nell'opera
loro
con
'
G. Focolari, op.
cit.
368
unit di concetto
se
pure non
Quelli
si
appag
loro lavoro.
non furono
varianti, e talora
loro
programma
il
esplicarono
sebbene concordemente,
loro tema.
in
stile,
"
Tacuinum
fra
i
Non
in altro
modo
fu
tempo ancbe
molti
il
miniatori,
Grassi coi suoi discepoli e altri artisti die in alcuni fogli eseguirono delle
simili
"
Tacuinum
sa-
molte os-
Tacuinum , del quale anche la biblioteca del castello di Pavia possedeva un esemplare \ fu miniato da artisti lombardi, non soltanto nelle carte del codice di Vienna che offrono un paragone decisivo cogli affreschi di Campione ma in tutti i fogli dei tre codici sinora noti. I quali, pel loro stile, non trovano miglior riscontro
servazioni che
abbiamo
fatto. Il
"
Parigi, degli
artisti
che
ornarono
il
ms. 495
Giovannino
Miniatura veronese
alla
quale fu
attri-
buita
r illustrazione
si
del
"
Tacuinum
sicuro che
presti alla
comparazione
Tacuinum
nella
la
quale
suoi ca-
delicata
maniera
codici
Ai molti
del
"
artisti
che
ci
sono
Tacuinum
sanitatis
e di altri manoscritti
il
dobbiamo accompagnare
ufziolo
1390,
a.
un ricchissimo
7. 3) la
della
Modena
(cod.
lat.
^,
cui
origine
lombarda
stile.
vari
e soprattutto
con
ragioni di
'
L. Delisle, loc.
Il
cit.,
538.
codice reca a principio uno stemma del sec. XVI. Dal calendario che precede le preghiere non si ricava nulla d sicuro intorno alla sua provenienza ma la " ratio pasce preceduta dalla seguente nota, scritta dalla medesima mano che verg il resto del volume: " hec est ratio pasce composita per me. Anselmum rozium de mediolano in dum olio anno dni milesimo trecentesimo nonagesimo tibure recreationis causa vacarem ...... Il codice fu eseguito adunque, probabilmente, pel milanese An^
;
369
Tra
diversi
miniatori
del
codice estense
il
dell'arte di
Giovannino
le
de' Grassi
ritrae specialmente
forme amcolorito
maccate dei
"
convulse
delle
Tacuinum
(fg.
294). In
una
295)
S.
Dorotea
sta sul
Fig. 294.
Modena,
y..
7. 3.
gennello
chiome
giallette,
tutta
avvolta
maniera
di
Franco
il
Gualterii
il 1390 poich anclie gli esempi arrecati per calcolare le lune si riferiscono agli anni 1387 e 1394. All'ufiziolo, ricchissimo di ornali, seguono molte carte nelle quali le miniature a tutta pagina si alternano con brevi preghiere.
47
370
Anglici
Romuleae Fabulae
(fg.
296)
hanno
Tacuinum
Fig. 295.
Modena,
7. 3.
'
Rammentiamo
:
in questo
luogo anche
1.
Ms. B.
Statuta civitalis mediolanensis ; miniato sul finire del sec. XIV. Nel disegno delle pieghe dei panni vi appare gi una maniera affine a quella che prevarr sul principio del Quattrocento. 2. Ms. R. 49 sup. " Petrarcae De viris illustribus ; scritto a Roma nel 1426. La miniatura del frontespizio (ce. 2 verso)
19 inf.
"
maniera della
371
fiorito
nobili
forme
essa
gotiche,
uno
dei
maggiori tesori
signori
di di
manoscritti.
Arricchita
fu
sempre pi dai
preda
Milano
I
durante
il
Quattrocento,
di Luigi XII, re
Francia.
suoi codici
conservano tuttavia
che per
vente
riconoscersi,
oltre
altre ragioni,
dar
dei
di
Visconti e degli
altre
Come
sche
biblioteche principe-
italiane
ragguardevole
francesi
gi
quella
romanzi
^,
che
nell' Italia
superiore
nel
avuto
da
calligrafi
nostri e
Apparteneva appunto
prosa di
"
alla raccolta
Fig. 296.
^:J
1213.
Lancelot du Lac
confr.
'
I,
126 e segg.
visconteo-sforzesca
*
del
Castello
di
anche
" *
Nuove ricerche sulla libreria viscontea sulla storia della Miniatura lombarda.
Cfr.
:
F.
de'
G. Paris,
La
Hit. f'rancaise
au moyen
II,
345 e segg.
372
della seconda
Le miniature,
romanzo,
ma
pi spesso
si
espandono liberamente pei margini sempre si giovano per campo della tinta stessa della pergamena, cosi che appare anche pi tenue il loro
colorito, leggero e trasparente, nelle figure e nei particolari delle
sizioni.
compo-
Le scene sono ideate agilmente, da un artista di felice e spontanea fantasia, che riveste gli episodi del romanzo coi pi lieti colori
della vita signorile del suo tempo.
cos
e
novellatori
popolari
ripetono,
come
la
pause,
le
stesse
parole.
regina e Galahaz,
di
Lancellotto,
(fg.
d'una camera
curata
di
297)
D
:
bellezza alla
scena
le
;
la
rappresentazione actinte
d'ogni particolare
di
la
camera ha
pareti
nelle
delicatamente
colore
malva
il
bancale
ricamato
figure
sono riprofemminili
dotte con tutto scrupolo le fogge signorili della fine del Trecento.
La
chiome
fluenti
quali
nelle
figure
dipinte nell'oratorio
ornati d'oro
tare
;
tunica bianca a
il
descrizioni del
de
Mussis,
ha calze azzurre con punte lunghe ai calzari, corsaletto verde messo d'imprese di cuori trafitti, e anche la sua cintura nella foggia degli ultimi decenni del Trecento. Povere di espressione nella scarsa azione
le
at-
gesti cortesi,
le
per
sul
fondo eburneo
e di
della
pergamena,
loro
carni
sono toccate
di
un roseo tenue
sottili luci
e di
Salomone
dell'anonimo mi-
' Non diamo soverchia importanza alla provenienza del codice poich noto come G. Galeazzo trasportasse a Pavia la biblioteca carrarese di Padova. Conviene tuttavia di ricordarla, e di farne gran conto quand'essa concordi con altri argomenti. Cfr. P. Paris, Les mss. frane ais, Parigi, 1836, II, 363: n. 6964. Ms. membr. (e. 0,30x0,20) di ce. 106, mutilo al principio e alla fine, oV la solita postilla: " pavie,
au roys Louis XII . Dalle ce. 65 in poi molte delle illustrazioni sono tratteggiate soltanto a penna, per opera dello stesso miniatore che orn le carte precedenti.
^
373
Ma
altrove
riatissima all'illustratore.
elegante,
ma
quelle
del
/Ir
ctftc vurolc
irmcft^qcnulfe ne
oiirou
Fig. 297.
fr.
343
("
Lancelot
).
muovere
il
alla
(fg.
fermamente
ferreo
suo
;
un
gruppo
la
come alcune
chiese trecentesche di
'
Per
il
cfr.
1891
indici.
374
Lombardia. Partono
che
li
uouflircnr Ur^n cnir-U": meni 41I crcicni ilnw nnli qmcfi rt- ^vimitc] ca fcrotr tiop .jmncttdoiuutw uj ce lc0 uout'^Joir icmKnt jwr dn far
ApiirUtc
ti
Uioift
gtfotcn qcuoeTirt
tu>vr.
il Oicnr in le f nife tof ifi .mnc ai tftoKnr.crUfiuciic TTtpjiic ci pile fi nilcrcnrafcou liiiiifitx-lciStUitir.c
07C8 Idgmn; .im!t qc gt aiiotc aiicw cra oiUTce "IrS wc iwuciwo t>trc-6r n<fu(V inflt*uawbUdx>fc ncfcmi?
pm <\c (x(b itfnc6 cff en-pim A ficn; mcqunc yucv meo c(hr lct(tc4 telo
.
Anr Olir
cioic qc Ufainr ftiilTrtiir avx- of fwuc tour li" feiirnir .nifi cotti al fonr qi ctii^ftc triucnr cotte; .Gcle uoi( bicn
wfcc.<xU(.Mln onicaj ioi aUiotc pili ncfUifcna Txl iwaiinica.fr U) ra\c ou U roie cftoir ^t fi fii Icucc et urne
pi qUuoa plcft- fcr li tn. punici ne pucr cftrc. aucirmar 0;i fiiitr ae Hcrc a: Iccnt le fa
croitUrcnl.cbJO.uoo anmoct latin p alci on mcflc.^mnc fc Icmi Uroif. u cfuicfc unta ixjicc qc al qc tcuc roitv ncrad'uiirlccucl qil or mene
wu
rmtfire5.U
.
n>iiiajx.qclciihaita:r
tnonfcigntiu.aii.ecUritoacrincf'^i !t+-tifb:6 pinicTcmr cciVv qiic(\t."\\ric , auanr cefi fcrn le fcitumar oc ai -pijuwctic fxic c)i cn afte qvKftv i,tt>rj j
.
j
yW^rrciutts luum.
Fig. 298.
fr.
343
("
Laucelot
): il
S.
Graal.
resta
(fig.
299 e 300)
;
robusti cavalli
hanno cimieri variati, armi leggiadramente colorate, una schiera di nobili armati d'una delle nostre corti
:
375
1
.-^'
Vln"
< ''
un me
TKpttTtr
tcMoe
ova
ymifl qcjit
o^qc
ffic
fr.
343
("
Lancelot
): la
partenza per
376
modo
opportunamente
il
contenuto
fantastico
del
romanzo,
e dimostra nell'artista
Si
e della grazia.
osservi
come fantasiosamente
figurato l'episodio
appare in forma
colorita di
Fig. 301.
Parigi,
BibL
Naz.,
ms.
fr.
343
("
Lancelot
):
la
di Perceval.
randosi con la
mano
;
le trecce
mentre Perceval,
sono
Nella
il
le
fa
le
un cenno risoluto
Perceval
all'intorno
i
le
piante
fra
funghi.
scena
della
di
la signora del
stata accolta
col
fratello,
con Bohort
sono
uno
cinta d'un
compagno che
le
renza
la scena.
C2
.5P
'E 0.
377
illu-
Il
di
il
chiaroscuro,
il
disegno delle
strazioni del
ai caratteri
Lancelot
anche
nelle
loro realismo,
corrispondono assai
che
trovammo
troviamo
tanti riscontri
il
"
stato ornato
Lancelot
dal
medesimo miniatore
del
dell'utziolo di Parigi,
come
nelle illustrazioni
romanzo
ritornino frequenti
e
si
mal
di-
segnate,
nella,
(fg.
pinne del
naso
stranamente
contratte,
quali
ben
vedono
nelle
delle
302)
molti
altri
fogli
le
medesime
303).
"
fattezze
ricorrono
il
figure
dell' ufiziolo
di
Parigi
(fig.
Si
confronti
gruppo
fanciulle
che stanno
miniatura di
sulla
S.
porta del
(fig.
304)
con
la
221)
nell' ufi-
visi e del
costume
di
siano fra
fili
due
codici.
vesti,
Anche
nel
fra
delle
figure
carni,
rosei, e delle
^
disegno
le
dei
animali
le
rispondenze
miniature
dei
due
manoscritti
sono
continue.
Ma
nelle illustrazioni
del
romanzo
gli
sfondi
non hanno pi un
il
colorito
pi raffinato
rigi (fig. 283)
"
Tacuinum
:
di
Pa-
che
ci
conviene perci
state eseguite in
miniature
del
romanzo siano
di
un miniatore lombardo
biblioteca viscontea
Lancelot
gi posseduto
dalla
di Pavia,
del tutto
proponiamo soltanto come cosa molto probabile, sebbene non sicura, che siano pur lombarde le miniature di un altro codice
Nazionale di Parigi,
"
della biblioteca
manzo
'
in
prosa di
Guiron
le
Courtois
(cod.
fr.
^,
si ritrovano talvolta (fig. 305) certe singolari sovrapposizioni di tinte come Nella miniatura (ce. 27) rappresentante Perceval che, accompagnato da un drago, i due animali sono del tutto simili a quelli della Tentazione di S. Antonio
ce. 92,
Cfr L. Delisle, Mss. latins mutilo del principio e della E. LSETH, op. cit., pag. 439 e segg.
:
el
frangais,
Parigi,
Ms.
membr.
(0,30
x 0,27)
di
:
fine, di scrittura
di
provenienza
italiana. Sul
suo contenuto,
cfr.
48
378
nelle quali
si
modo
di illustrazione e
il
medesimo
stile,
ma
del
Le composizioni
"
del
"
Guiron
Lancelot
si
Esse
dando
talora l'impressione
zio indefinito;
il il
d'uno spa-
loro disegno e
tratti di finezza
colorito
hanno
squisita.
sovente
la
fantasia
l'ar-
trae
dall'
osservazione,
lo
compone
tante
in
nuova maniera.
di
r arrivo
un cavaliere
corte
di
sconosciuto
(fg.
alla
Art
306).
Presso
la spiaggia scogliosa
il
ormeggiato
si
:
navicello
tre aste
sulla
cui prora
ergono
con
un
pavese
un' asse
alla
terra.
Il
gettata
dalla
nave
cava-
liere, catafratto,
attende
immo-
bile,
cor-
CQ<ft^iLU nrtwitM
guardano
di loro.
Il
).
intenti e parlano
fra
;
terreno fiorito
al-
Parigi, Bibl.
Naz ms.
,
fr.
343
("
Lancelot
beri
:
cultati in parte
dalle
colonne
si
del
testo
dall' alto
un palco, coperto
che tingono
alle
di drappi, le donzelle
Il
protendono curiose.
esatto,
elegante
colori
maggior delicatezza
a quello del
"
forme
,
di
molto
affine
Lancelot
sia
tratti parti-
379
cavalli,
;
Si
confrontino
grevi,
infatti nei
due manoscritti
arti
il
disegno dei
delle figure
le
mosse
inferiori
anche
delle
nelle
vesti
corrispondono
al colorito
miniature del
"
Lancelot
e dell'ufiziolo di Parigi.
Fig. 303.
lat.
757 (ufiziolo).
Di scena in scena
l'illustratore
la
attinge
con
al re
donzella confida
Fieramonte,
nella
si
sui
letti,
;
ed uno di loro
hevanda
da un don-
zello
modo
380
nello
stesso
nobilt
l'episodio del
In
castello
di
romanzo.
miniatura,
la
altra
"
tre
cavalieri
,
fine
del
de
doloreuse garde
(fg.
camera parata
nella quale
drappo azzurro
donzelli, che
307)
pende dal
una lanterna
torcia
fissata
uno
Il
stanno
i
in
ascolto,
innalza
una
gocciolante.
momento,
lo spazio,
Dove
tastico
si
narra
come
la
donzella conduca
il
cavaliere
in
nella
camera
pi fansta
il
composto
;
modo anche
notte
Il
la
castello
cavallo.
lo
cavaliere,
per
mano
dalla donzella
che
dimostra un
alto
l'espressione
sario
308).
la
Un
caduto,
fanciulla
che
lo
accompagna
si
accascia al
suolo
Fig. 304.
fr.
343
("
Lancelot
,): il
381
Tcnrctu tuinc.6r gc fui aptrcUltQ fixil^ C.qt tP V"' crlV-TOinc qi a niu imene mc.a>!'iucTr cnconcrc uoe.cr p<oiio pii: fiitcou- pu folce a Umilile <^e lo toc Xitmcrotraiiou Icrcaugt qiutrmar
UT
Fig. 305.
fr.
343
("
Lancelot
,).
ttft
pwitctftiu fitiivi('<vnttH?tnh.fit
|
itwmicrt^TtttCf ni/>iiicnr.-nfcc(W<Jtcfr
tnon1c,fcJ^<VutI*c
V)>;
utetifctTiAf
o gtfiu
cft-
{jcri\ktfrt>lt.Vecii.
lettoti twt
Fig. 306.
fr.
("
Guiron
):
382
volgendo
scena.
colore,
viso
dolente
darsi
verso
colui
Non potrebbe
come
il
maggior grazia
a
il
Sopra
veste,
sfumature,
il
si
adagia la bianca
ricamata di
che stringe
-ctmijjtiiolnJ6.ojwe'ciw<iiiTttucs>fr
cir ut
hlwcc^'^ece<yc<)h.rrtJtlxllctblc<^ltltc
tri
uUi
piiw
([\
Kiufoit Iw^nt^t^x
AftiK(Vfr/i renir
miiif l mi atcfhc n l
"0fcciitct<ti
iilttt
tn d 1 ininc
t
m tttr/:
(e
"cp
it
tv
H cr
Tc/ifcrif
!rt
uCttmc
fwnrt^
7\ ittfc
-frtiKTmtiitrotlltuifctrufpKUliCUirtrrf
Irtcofhtttic
it-tiAiutr-^uu
_
Uit(rbniiMitulcufc"atii?MTt<ji(nsc liccio
.,
Fig. 307.
fr.
Guiron
).
fanciulla
che a stento
velano
il
Guiron
le
la
Pittura
ultima e logica conseguenza dell'opera dei frescanti e dei miniatori lombardi della fine del Trecento.
di illustrazione del
soltanto
per
ci,
ma
perch
il
modo
romanzo assomiglia
del
tutto
quello
seguito dal-
' Il colorito, sebbene pi raffinato, trova riscontro con le opere dell'anonimo miniatore dell' ufiziolo di Parigi, anciie per certi vibranti accozzi di tinte diverse nelle vesti (ornati rossi su fondo azzurro, ecc,
;
>
7,
S
C8
383
il
Lancelot
v'
"
buona ragione
di credere
che anche
Guiron
sia stato
un lombardo.
alla
diffusione
avuta
dai
romanzi cavallereschi
Lombardia, e che
illustrarli.
artisti
ad
Anche
ragionevole
che nel
continuato
e le loro
testi
romanzi francesi
-
--?r5.-^jf^
ti
cote
-sjtc|*(iu flmfliurt-rtft"CcTa
dwutl 'jjlttcnc f Ce tvdutnc>n fi gmf rtltii ccuptc la fpcc ttncKi> qi.- cit cft
1
r<
mtmam
Fig. 308.
fr.
("
Guiron
,).
redazioni franco-italiane ebbero grande voga gi dalla fine del secolo XllI
si
sia presto
formata, e diffusa
di
di
commentare graficamente
d'
racconti,
che
il
modo
gersi,
d' illustrazione
abbia a presentare,
erano
e d'arte.
si
debba scindere
ci
il
e dimostrata
da molti
fatti,
un medesimo
384
iconografa, quali
si
formano anche
stadi
in
ma
hrevemente,
in
Italia,
diversi
della
illu-
cavallereschi
del
valore dei miniatori lombardi che attesero a tale compito sulla fine del
Trecento, e
mente
se
come
calligrafi italiani
copiarono
testi francesi,
non
forse
miniatori anch'essi
artisti
oltramontani.
fi (V
"ocfbi
rf'i
mClfme<fA^vU^tt<tltftrovn poiirc
.1(lgt.c)ct11MvVlvtu^ ypTitiioiii'cc
Ticurt-iUcific<ii*ntxKnc^cfvfidiiejfiV
fc ne firfrii TTl'Vttai^/ilKttttt^lwdJAHft,
Fig. 309.
fr.
("
Guiron
).
pi antichi
romanzi cavallereschi
alla fine
trascritti
in
Italia,
sinora a noi
noti,
appartengono
del
secolo XIII,
illustrazioni.
biblioteca
calligrafo
Marciana un
"
Giron
li
courtois
(cod.
fr.
IX) trascritto
da
italiano, e forse in
Lombardia
vi tracciarono lo
stemma
tinte
del biscione
non ha
se
non
rozzi disegni a
penna
s
coloriti di
da rammen-
' Cfr. D. CiAMPOLi, / codici francesi della Bibl. di ultimi anni del sec. XIII o del principio del XIV.
S.
Marco, Venezia,
1897,
pag. 26.
Il
ms.
degli
385
talvolta le
XIII e
il
XIV
secolo
racconto,
ma
talora dimostrano
una qualche
libert
di
composizione,
danno indizio
tiva e
ad
esse,
per
stile,
sono
le
miniature di un
altri
"
Lancelot
XI) della
e
medesima epoca
e piuttosto
che
modo
d'illustrazione che
dipinti murali ^
altri codici di
contenuto caval-
in
Italia,
si
ritrovano
composizione e nella
biblioteca
fattura.
Un
i
"
Tristan
fr.
pervenuto anch'esso
dal
castello
alla
Nazionale
di
Parigi
(ms.
755)
si
visconteo
di
caratteri che
fine
manoscritti
lombardi della
vi
del
Trecento
;
L'illustrazione,
non pi schematica,
sebbene in qualche
una
le
(fg.
108) la
di
miniatura
si
laterali del
codice
sullo sfondo
in
ornamenti,
manierato,
fra
nel
alberi
rocce
sono
disegnate
modo
le figure
da un
fiato a
lato,
su un bianco cori
scarlatto,
un corno mentre
cani
atterrano
il
cervo, ed
colorire
pu
trovar confronto nelle miniature emiliane del principio del sec. XIV,
ma
Pantheon
di
Azzone
Visconti.
sull'illu-
Sebbene manchino
strazione
del
"
sicuri riscontri,
non
improbabile che
Tristan
abbia
del
come
il
codice del
fr.
romanzo
Graal
di
della
:
biblioteca Nazionale
ci
di
Parigi (ms.
95), gi nel
castello
Pavia
appare anche pi
stadio del
la
modo
Terre
la
"
Conqueste de
' Cfr. per la pittura murale gli affreschi di S. Floret d'Alvernia (P. Gems-Didot et H. Laffile, La peinlure decorative en France, tav. 33) e quelli di Siiialkalden (P. Weber, Die Iweinbilder aiis deni XIII Coi mss. italiani Jahrh. ini Hessenhofe zu Smalkalden in Zeitschr. f. bild. Kunst, 1901, pag. 72 e segg.). surricordati si possono confrontare anche, per la loro semplicit illustrativa, alcuni codd. tedeschi del Tristano. Ibid. cod. gemi., 19: Parsifal). sec. XIII (Monaco, Staatsbibl. cod. germ. 51 ' Cfr. pag. 152. A ce. 2 uno stemma a fasce bianche e rosse.
49
386
d'oiitremere
biblioteca
fr.
2631)
^,
"
Historia
l'intlusso
Alexandri
della
Lipsia
(ms.
CCCCXYII) ^
propria
Ma
oltramontano
stilistica
pstiftri
Pfcntr
n m: iti
'Wr
a,.;
ari*
'.1'!
H.ttiwn e inn^
,
vi^ W Jtfhncc.
fi
lcnfl>wr.
nu5i. r--.
tonf temiSfi \ncc. tt?.3c (toner. hvJiM- tnmmc qc aie enpP'nc 1 a tour
^&
ton.-.
f^(S-.
Fig. 310.
fr.
xx[
("
Entre de Spagne
).
svilupparono
l'illustrazione
della
' II cod. proviene anch'esso dalla Biblioteca viscontea d Pavia. tanto in pccola parte. Cfr. pag. 152. ^ Cfr. Bruck, Malereien, pag. 176.
sol-
387
in
breve, in
un ro-
manzo composto
che
le
materia
cavalleresca
Le miniature
del manoscritto
fr.
de
"
l'Entre de
Spagne
dai
posseduto
XXI), e un
tempo
Gonzaga, sono
imXxi ictiTiwc
jfc-'ti"
--,
..-J>'-f,o,._.
Fig. 311.
fr.
rjicordiamo alcuni dei mss. marciani pi importanti per la storia della illustrazione dei romanzi cavallereschi nell'Italia superiore. 1. Ms. fr. XIII (romanzi vari) rozze miniature della met del sec. XIV che servono a connettere le pi antiche illustrazioni del ms. fr. IX e XI con quelle della seconda met del Trecento. 2. Ms. fr. Ili (Lanceloti: mediocri miniature della seconda met del sec. XIV, che per
'
qualche parte precorrono quelle dei mss. lombardi di Parigi. 3. Ms. fr. XV (Le roys Artus) miniature di diversi tempi e artisti fra le quali le pi antiche sono del principio del sec. XIV. Da ce. 81 v. a ce. 91, miniature e disegni delicatissimi, della seconda met del Trecento, affini all'arte lombarda ma probabilmente opera di un artista veronese-padovano. Fra i mss. non lombardi, del XIV sec, importanti per lo svolgersi del sistema illustrativo dei romanzi notabile il ms. 2571 della Hofbibliothek di Vienna: un romanzo di Troia, della met del Trecento, con miniature forse di scuola bolognese.
:
388
opera di
diversi
tntti
stile
ma
fra
segue
miniatori emiliani
le
XIV
(fg.
310)
egli suol
campire
anche
con esattezza
il
e s'industria
Ma
,
tra
miniatori de
r Entre de Spagne
gi pi prossimo, nelle
complesse composizioni,
agli illustratori
lombardi
del
"
"
Lancelot
le
del
,
Guiron
courtois
della
Biblioteca
di
NazioIl
nale
Parigi.
pi
pittorici
che con
gli
adopera in
e
tratti
rapidi
audaci,
vive
riesce
a dare
im,
pressioni
della
larsi
dello
spazio
forma,
delle
dell'affol^.
figure
Con
egli
ardore d'invenzione,
compone
Fig. 312.
assalti di
cava-
lieri,
passi del
:
poema
pi fantastici e
ora raffigura
come
soudoiers de
rome
e furent bien
Cfr. CiAMPOLi,
codici francesi,
miniature.
2
artista; e
3
Questo miniatore lavora da ce. 1 a ce. 29 v., ove tuttavia la miniatura a pie del foglio di altro anche nelle due grandi miniature a ce. 160 v. e 161. La sua opera incomincia a ce. 84 v. e giunge sino al termine del volume, salve le ce. 160 v. e 161.
389
passar sul ponte levatoio, stipati in una schiera variopinta, con bale-
muovono
dove
"
i
all'assalto di citt o al
combattimento
tono
cielo azzurro, l
dipar-
311).
Le miniature
quelle del
"
dell'ottimo illustratore
de
l'Entre de
Spagne
per
Lancelot
e del
Guiron
opere
:
di
Il
Parigi
nello
il
svolgersi della
colorito denso
;
illustrazione dei
romanzi cavallereschi.
dalle
loro disegno e
dei
miniatori lombardi
ai quali
non
si
anzi
probabilmente
esse
furono
Fig. 313.
coti. 1076
("
Divina
Commedia
).
artista
XIV
si
ma-
sviluppandosi
in
prime povere
alle
della
fine
,
del
Dugento
complesse e
pittoriche
de
"
l'
Entre
de
Spagne
miniatura nel Veneto v. specialmente le illustrazioni di un Tito Livio della biblioteca G. Fogolari, La prima Deca di Liuto iU. nel Trecento a Venezia (L'Arte, 1907, pag. 330 e segg.). Con quel codice hanno rapporti le illustrazioni di un De viris illusirbus del Petrarca nella Bibl. di Darmstadt (cfr.: Jahrb. d. kuiislhist. Sininlgn. d. a. Kaiseri., 1895, pag. 183 e segg.) e pi ancora (fig. 312) il cod. H. 86 sup. dell'Ambrosiana (Guidi de Columna De bello Trojano). I disegni dei tre mss. possono anche compararsi colle miniature dei mss. che abbiamo attribuiti alla Lombardia, dai quali differiscono per fattura e per forza di modellato. Considerandoli ci si presenta il sospetto che la preziosa tela stampata con storie della vita di Edipo, ora in parte nel Museo di Basilea, non sia opera toscana come altri ha voluto, bens lavoro della regione veneta cfr. L. Venturi, Sulle origini della xilografia {L'Arte, 1903, pag. 228) A. Michel, Histoire, III, 331.
'
Per
la
Ambrosiana
390
realismo, e
per
la
fantasia
degli
artisti,
^
la realt e la finzione
romanzesca,
singolari
esplicazioni dell'Arte
lom-
barda nel tempo ch'essa dava cos bella forma anche all'illustrazione del
"
Tacuinum
sanitatis
la
giustezza dell'attribuzione
alla
Lombardia
di
il
come
i
loro
stile trovi
Franco
di
fogli
del
Taccuino
Fig. 314.
Hanno slretle affinila di stile col gruppo " lombardo , del romanzi miniali nella fine del Trecento anche le miniature di una Divina Commedia della biblioteca Trivulziana (cod. 1076; cfr. Batines, li, 139) che crediamo eseguile da artista lombardo, per la grande delicatezza del colorilo (fig. 313). Nella Galleria Wallace di Londra una miniatura ritagliata, rappresentante la Cattura di Cristo (n. 69: " veronese; prima met del XV sec. ,), e da riunire anch'essa ai suddetti mss.
'
391
Vienna,
S.
tra
l'affresco
della
chiesa di
Lorenzo
di
Milano
e le
miniature del-
l'ufiziolo di Parigi.
distrutta
de' Servi
,
chiesa
milanese
di
S.
Maria
ora
secondo
un' iscrizione
morto nel 1382, presentato alla Madonna da alcuni santi (fg. 314). Recava
un tempo
pittore:
"
inscritto
anche
il
nome
fecit
del \
sia
lavoro
molto accurato,
forme,
poco consistenti
le
fogge
San
con-
arti
inferiori,
offre
motivo
di
fronto
con
le
romanzi cavallereschi.
cerchia
Bassanolo
de Magneris, rappresentante
in
la
Madonna
della
trono
fra
S.
santi,
nell'
interno
^
chiesuola di
Cristoforo
si
sul Naviglio
che tratto
al
dipinto
tomba
dei
Lorenzo.
dipinti
si
appressano
di
magde'
Fig. 315.
giormente allo
stile
Giovannino
mul-
' Qualche rispondenza col dipinto di Simone da Cfr. M. Caff[, Teodorico da Coir, Milano, 1845. Corbella ha un affresco sulla porta della chiesa di S. Giorgio, a Sellano, rappresentante la Madonna fra due santi; ma opera anche pi dozzinale. ^ lavoro dello stesso Bassanolo de' Magneris la Crocifissione sottostante all' affresco descritto. Gli avanzi dell'antica decorazione della facciata di S. Cristoforo sono da attribuire alla prima met del
:
secolo XV.
392
ma
anche
la Pittura.
Un
S.
(fg.
Eufemia
per
le
forme
di
quella
architettura
Grassi.
pu paragonarsi
A
affinit
S.
Savino, che
si
possono
ri-
per
il
con
le
miniature del
citt,
"
Tacuinum
Pi notabile nel
duomo
della
destra,
fra
medesima
entro
la
un grande dipinto che raffigura la Madonna in trono col Bambino pi santi, i quali le presentano un vescovo inginocchiato (fg. 316).
vi
Le fogge muliebri
secolo seguente
;
indicano
la fne del
Trecento o
primi anni
del
il
senza
Fig. 316.
Piacenza,
duomo:
affresco.
'
Sono due
la
in piedi, l'altro la
presentante
due diversi maestri, distaccati dal muro: l'uno rappresenta una santa ritta Madonna seduta a leggere. Un affresco trasportato ora nell'Episcopio di Piacenza, rapMadonna col Bambino e un santo monaco, appartiene anch'esso al principio del sec. XV,
affreschi, di
ma
393
morbidezza, e anche
il
fine
dise-
alla
ma-
Giovannino
de'
Grassi.
Una
dente
Bambino mentre
tra di loro
il
i
sorri-
dono pure
Forse
dipinse
santi.
medesimo maestro
e ora
servata nel
Museo Civico
a
di Pia-
cenza
tenui,
nello,
(fig.
317),
colorendo di tinte
e
il
quasi
punta di pen-
done
le
nel-
l'atTresco, in
modo
simile a quello
Con
le
miniature del
"
Tacui-
num
sanitatis
di
pi prossime alla
si
maniera
volta
Giovannino
gli
possono
connettere anche
e
affreschi della
della
lunetta
S.
terminale
in
Maria
Selva
nella
Locamo, che
il
di essere
eseguiti
tra
secolo
XIV
eh'
XV
mentre un'iscrizione,
,
frammentaria
sembra
assegnarli
all'anno 1400 \
Nella lunetta
(fig.
318),
le fiil
gure
dei
fedeli
raccolti
di
sotto
manto
della
Madonna
Miseri-
Fig. 317.
'
Cfr. Rahn,
Wandgem.,
34 e segg.;
W.
Suida, Studien
z.
f.
(Rahn, loc. cit.), anzi s debbono assegnare alla fine del Trecento o ai primi anni del secolo seguente, come bene disse il Suida (loc. cit.) sia per il loro stile, sia perch si pu ancora decifrare questa scolorata iscrizione: "
della
sec.
.
. .
non sono
met del
XV
fecit
fieri
,.
Sembra che
la
394
cordia
hanno riscontro
in
"
Tacuinum
^
,
;
sia
nel
loro
un
tinteggiare
senza
ombre
Le crociere
dipinte
dal
medesimo va-
Fig. 318.
Locamo,
S.
lente
maestro,
nuovi accordi
ornati
pittore
hanno
degli
sfondi
^
listati e
come
si fa
fossero
delle
lo stile del
come
quello di
ma
in altre
:
pi prossime a Giovannino
santi.
de' Grassi
Fra
quali
una martire
due
cavalieri
319
sembrano
figure ricavate
"
Tacuinum
appunto l'anno
1400,
perch in una Crocifissione dipinta sotto quella lunetta da un altro e pi mediocre (" Bernardus filius macagnini fecit fieri .... mcccci die primo septembris ).
forse
Il
fra
due
parete di sinistra. Ma quelli affreschi sono troppo guasti perch si possano giudicare con sicurezza. Sulla parete di destra le Esequie della Madonna, rozzo lavoro della met del sec. XV, sono " Jacobinus de Vaylate pinxit . Altri affreschi sono anche pi rozzi e recenti. segnate ' Si confrontino specialmente alcune delle devote con le figure di qualche miniatura del " Tacuinum ((ig. 273). Nell'Annunziazione, figurata ai due lati della Madonna di Misericordia, il medesimo maestro usa delle forine pi manierate, che pur si ritrovano in alcune parti della volta.
santi nella
:
Fra gli ornati dei costoloni sono intercalati dei motti in volgare. Soprattutto nelle crociere ove sono l'Incoronazione della Madonna e
gli
Apostoli.
395
Fig. 319.
Locamo,
S.
Fig. 320.
Locamo,
S.
396
il
loro
soggetto con le
esercitarono
miniatori lombardi.
una casa
rustica
nasconde
gli
avanzi di
campagna
Ancora
si
dominava da quella altura l'incantevole scorgono, sulle pareti di una sala ruinosa, i resti
;
in altra camera,
rimangono
nei
cui
fregi,
di
riappare
lo
stemma
di quella
famiglia dei
Fig. 321.
di Isacco.
gli
loro
XIV
Erano scene
di caccia.
Da un
lato
una donzella,
guarda, e un levriero
slancia dinanzi a
lei.
sfinito, si
accoscia a terra
330).
'
e ani.
Diocesi di
Como,
1906, 51-52).
397
Ma
offerto
in
il
le
miniature del
la
"
Tacuinum
modo
Nel
duomo
di
Cremona
le
storie
pi antiche pitture
conser-
mezzo
Fig. 322.
il
Trecento ^
Prohahilmente
tale
opinione,
che
desiderio di riferire
nome
i
dell'antico
noto
dipinti
non
possano credersi del principio del Trecento, ch'essi anzi siano della se-
1394. tutti
di una grande Madonna nella volta del coro dello stesso duomo, della XIV. ^ B. ViDONi, La pittura cremonese, Milano, 1824, pag. 18; L. Lucchini, // Duomo di Cremona, Mantova, Cfr. anche: G. Rosini, Storia della Pitt. it., Pisa, 1848, li, 88; Cavalcaselle, Pittura, IV, 238. Quasi gli affreschi sono in pessimo stato a cagione dei danni del tempo e dei restauri.
^
398
Fig. 323.
Lodi,
S.
Francesco
Madonna.
399
timi decenni,
pu affermare
vestiario delle
osservando
il
figure, la tecnica
che affine
a quella
degli
affreschi ultila
mamente
sona
alle
studiati,
forma
la Pit-
tendenze che
ebbero sulla
Il
XIV.
pittore
fece
campeg-
uno sfone
do bianco, quasi
sulla perga;
mena
d'
un codice
si
come
miniatore che
attenga stretle
tamente
al
testo,
accom-
pagn
di
:
plicative
cessaria,
che
mai,
nel
Tre-
cento, le
state
sacre
storie
erano
mutate
tanto
schietta-
mente
di
in scene di genere.
Nell'Incontro di Isacco e
Rebecca
(fig.
321), figu-
rata nel
mezzo una
bella fon-
una
due
guidano
il
l'idria
che
le
vacit,
ed
vestito,
pari
Fig. 324.
Lodi,
S.
Francesco:
S.
Caterina.
presentante la nascita
d'
Ismaele
"
la
composizione
Sanitatis
del tutto
simile alle
di-
Tacuinum
(fig.
322)
una donna,
segnata non senza certa piacevolezza nel bizzarro profilo flessuoso della
400
pingue persona
senta alla
e del
il
viso,
pre-
madre
neonato av-
solana dinanzi
il
camino torcendo
della
viso
dal
calore
vampa
;
un panno
paiolo.
sono appesi
colare
Il
il
alla
mestolo ed
colorito, affrettato,
visi delle
il
ma
il
pur
di-
tenue nei
figure,
segno
agile,
realistico
si
delle
stile
Giovannino
de' Grassi e
:
lombardi
talora,
maniera
Yeris.
di
di
Franco
e Filippolo de
Nell'affresco
e di
dell'Incontro
Esa
Giacobbe,
meno
al-
ap-
inferiori,
quasi deboli
di solito nelle
nelle giunture,
come
che
Bonino
Scala
da
Campione
visi
gnorio
della
sono
ri-
lievemente
traggono
il
coloriti
le
fogge
vero.
duomo
di Cre-
Lodi,
S.
Francesco:
S.
M. Maddalena.
il
divenire
della
Lombardia,
con
chiara e semplice arte fece delle sacre leggende nitido specchio alla vita
del suo tempo.
di
Come
poi lo stesso
stile
fosse diffuso,
si
non senza
variet
luogo
in luogo,
nella
Pittura in Lombardia, e vi
svolgesse sino ai
401
Quattro-
gli affreschi
dornano
S.
la bella chiesa di
Francesco di Lodi.
Nella chiesa apparata
d'affreschi,
pilastri,
entro un alto
in cui
il
quadro
terreno
moree
pettiva,
tracciate
in
pros-
figura
Madonna
(fi-
stume
del
Trecento
lunga e
attillata
pelliccia
bianco
di
manto
soppannato
tenue
questo
certa
verde
la
viso,
sebbene
con
profilato
durezza
:
nei
lineaella
menti
leggermente
il
sostiene
vispo
Bambino
egli
offrendogli
di
un ramoscello
ha
di
fiore
rose,
mentre
gi in
cipolla.
mano un
Lo
stro,
stesso elegante
il
maestile
che per
suo
il
rammenta alquanto
miFig. 326.
Lodi, S. Francesco:
Madonna.
in altre
Si
debbono
seguenti affreschi.
1.
Secondo
pilastro di destra:
Madonna
51
402
Prossimo a quello
particolare
colorire,
che
suoi affreschi
di
di
importanza
ultimo
pilone
destra,
('.aterina,
l'et,
1411
^;
mentre
i
stile
indicano
lo scorcio del
Trecento, o
primi
Fig. 327.
Lodi, S. Francesco
Madonna.
Dinanzi
al
consueto
(fig.
sfondo
di
verde e di azzurro, sorge l'elegante d'una tunica rosea dalle ampie mad'ogni restauro
^,
324),
vestita
niche
la
sua
mano
sinistra,
monda
ha
la
forma propria
col
bambino
col
di sinistra:
donna
e un santo vescovo. 2. Terzo pilastro di destra: Visitazione. 3. Termine frammento d'una Madonna biancovestita col bambino. 4. Chiostro presso bambino.
della navatella
la chiesa:
Ma-
E. BiAGiNr,
La Chiesa
di S.
90.
invece
ridipinta la
mano
403
si
duomo
di Piacenza
il
viso,
morbi-
di
rosa
Fig. 328.
Lodi,
S.
Francesco: un devoto.
lineamenti alquanto
Tacuinum
la gentile figura
Dal medesimo pittore, ch'era dotato di una grande grazia nell'atteggiare le persone e di
un modo
primo
Maria Maddalena,
tutta fiorente
404
325).
Il
ammira-
zione
nella figura
di
S.
Mocchirolo,
che seguimmo
cento, che
nel
vedemmo
di
:
dall'ufiziolo di
Giovanni
Benedetto
le
Tacuinum
viso,
il
perviene in questo
affresco
;
a
il
forma elettissima
mani,
il
Fig. 329.
lombarda.
della chiesa di S. Francesco
la
(fig.
il
326 e 327),
pilastro di destra: 1. Quinto seguenti affreschi. 3. Quinto pilastro di siS. Elena; Madonna col bambino. di destra: S. Caterina. 2. Settimo pilastro nistra: Piet. Madonna col bambino; S. Caterina; S. M. Maddalena, 4. Primo pilastro di sinistra: 5. Navatella di sinistra frammento della Presentazione al tempio.
'
debbono
attribuire all'anonimo
pittore
405
s'impor-
da
certi
manierismi
Pittura
della
gotici,
nel
panneggiato,
principio
e
quali
in
breve
ranno
altro
alla
lombarda
del
del
Quattrocento.
la
Qualche Lodi
dipinto
stessa chiesa \
specialmente
decorazione che
^,
copre
Dovera
colorito,
(fig.
329), presso
ci
rivelano
men
delicati
ma
forme
sostanziali,
nel
disegno e
nel
abbiamo raccolte
opere
stile.
E da connettere alla maniera del pittore suddetto quella di un altio maestro, del principio del Quattrocento, che dipinse nel settimo pilastro di sinistra due santi con un devolo inginocchiato fig. 328), e altri due santi nel terzo pilastro di sinistra. Un altro pittore, assai rozzo, seguace di quel primo, dipingeva gi nel 1408 (la data fu malamente letta dal Biagini, loc. cit., 83) un S. Fercolo sul secondo pilastro di destra. Artisti variamente affini ai suddetti dipinsero i seguenti affreschi della chiesa di S. Francesco. 1. Terzo pilastro di destra: S. Francesco, S. Bernardo, S. Antonio, un santo vescovo. 2. Quarto pilastro di destra: S. Bernardo, S. Ambrogio. 3. Sull'entrata della cappella di S. Bernardino: Sposalizio mistico di S. Caterina. 4. Quinto pilastro di sinistra: santa monaca. 5. Quarto pilastro di sinistra: S. Lorenzo, S. Giuliano, S. Lodovico. 2 La decorazione della facciata dell'oratorio ha grande importanza anche perche conservata nel suo complesso, con le gigantesche figure di S. Antonio e di S. Cristoforo che fiancheggiano la porta. Pu essere attribuita al principio del sec. XV. Gli affreschi nell'interno della chiesuola sono tutti ridipinti.
'
Fig. 330.
Fig. 331.
L' "
OUVRAIGE DE LOMBARDIE
La Pittura
e Miniatura
lombarda
degli
ultimi
loro
dominio
"
nell'Italia superiore.
de Lombardie
di Berry.
Relazioni
I
L'
ouvraige
del
miniatori
lombardi
duca
Sullo
scorcio
del
Trecento
si
lomaveva
Romagna erano
Galeazzo
nome
^,
cui
1'
abilit
politica di
il
Gian
dominio visconteo.
caratteri
Anche
con
l'Italia centrale.
Come bene
vato da
J.
von Schlosser
^,
modo
loro
a rappresentazioni realistiche,
rivolti a espri-
mere
concetti
intellettuali
vita
del
vita
tempo.
Ed
Toscana una
splendida, e
corti
principesche di
men Lom-
'
hauses, 1895).
d. kunsthisl. Sanimlgn. d. allerhch. Kaisercontrasto nell'Arte tra l'Italia superiore e la centrale si pu ridurre in molti casi a un diverso grado di realismo piuttosto che a una profonda differenza di intenti estelici e di contenuto: vedi le decorazioni profane, anche con scene di genere, nel palazzo Davanzali di Firenze.
^ J.
Il
408
bardia, bench
il
fasto
mascherasse a stento
la
mediocrit intellettuale e
costumi grossolani.
ai
maestri di
esplicarono in
modo
singolare, sebbene in
una
sfera estetica
non semnelle
pre molto
elevata,
regione che
abbiamo
le
esplorato, la qua-
era
il
nucleo, a cos
quella
dire,
di
maggior
dipinti
Lombardia
di
dai
Giovanni da Milano a
della cattedrale
di
quelli
Cremona,
del
"
dalle miniature
Pantheon
di
di
Az-
Giovannino e
de' Grassi, dei
"
Salomone
romanzi, del
Tacuinum
da
sanitatis
va-
cos
costituire
entro
una delle
pi
di
stile
impor-
tanti e
meglio distinte da
tutte le altre.
Gi in riguardo a Gio-
vanni da Milano e
ai
pi
mo come
gione
fossero
artistica
lombarda
bene
abbastanza
definiti, sia
Fig. 332.
a ponente, ver-
Verona,
S.
Anastasia:
S.
Eligio.
^^
jj
levano certe forme oltramontane che trovammo soltanto di rado e attenuate nella Lombardia, sia a levante ove
del Trecento
si
i
Anche
in
che domina nella Miniatura lombarda degli ultimi decenni del Trecento
OUVRAIGE DE LOMBARDIE
409
A Verona
l'arte di Altichieri e di
quale
si
sottile
pi
i
compiti
ai quali attesero
maestri veronesi ^ Per giudicare quale sia stata la Miniatura, sulla fine del
Fig. 333.
ma
le
' Questi caratteri pongono una certa differenza anche fra le miniature del " Tacuinum e un affresco Anastasia di Verona, rappresentante S. Eligio nella sua bottega, che per la sua forma di scena di genere pu mettersi al paragone di quelle miniature meglio d'ogni altra pittura veronese della fine del
di
S.
Trecento
(fig. 332).
52
410
Civica di
Padova
hanno
un aspetto
assai diverso
Lombardia.
viris
illu-
E
lat.
se
a queste
assomiglia
"
De
stribus
di
F. Petrarca,
ora
biblioteca
pu dubitarsi che quella miniatura sia stata eseguita da artista che risentiva l'influsso dei maestri lombardi ^. Altri manoscritti miniati durante la seconda met del Trecento nella
6069),
i
quali
^,
principali
sono r
"
Entre de Spagne
inf.)
della
delle
biblioteca
Marciana
un Tito Livio
(ms. C. 214
teca nel
e
*,
un Guido
i
Colonne (ms. H. 86
Ambrosiana
Museo
di
Rovigo
Museum
modo
Lombardia.
a
Come
Cremona
irradiava lo
stile
lombardo
la
nella Pittura
affine a quello,
ma
pi
,
arretrata,
maniera dei
miniatori del
(cod.
e
"
"
Mondo
fr.
II)
'^,
un manoscritto
Baldus,
biblioteca
Nazionale di
Parigi
(ms.
lat.
11727
niature
del
(fig.
stessa provenienza,
ha ornamenti e micerto
in
Pietro da Pavia. In un
la
affresco
Madonna
col
Bambino
si
grembo
le
Quattrocento
ritrovano
tinte
A Parma,
in
un
uno
Venturi (Storia, V, 927) le crede derivate dagli affreschi del Guariento. codice proviene dalla libreria viscontea ma fu certamente eseguito pei Carrara di Padova come dimostrano gli stemmi (ce. 1). 11 Venturi (Storia, V, 1046) attribuisce la miniatura del frontespizio alla
'
11
11
Le miniature del frammento di Londra, e in parte anche quelle del frammento di Rovigo, si distinguono molto dalle miniature lombarde per il loro colorito denso, e hanno un carattere pi popolare. Nel cod. di Rovigo le illustrazioni da ce. 39 in poi furono eseguite da un artista pi abile nel colorire, e pi brioso nella narrazione, ma anch'esse non possono connettersi con
A. Venturi, Storia, V, 999.
quelle dei mss. lombardi. ^ Cfr. CiAMPOLi, / codici frane, op. cit., 2. Le miniature del ms. sono opera di diversi artisti, e parte hanno caratteri di stile anteriore a Giovannino de' Grassi (cfr. ce. 11), parte gi si approssimano al maestro lombardo (cfr. ce. 88). Anche il ms. LXIV (' La Passion de Yesu ,) della biblioleca Marciana appartenne ai Gonzaga: e le sue mediocri miniature hanno qualche lontana somiglianza con quelle del suddetto ms.
"
11
Venturi
(Storia, VII,
i,
maniera degli
Zavattari,
ma
caratteri del
dipinto
comparare con
quelli degli
L
stero sono delle
fine del
"
OUVRAIGE DE LOMBARDIE
411
forme del
lombardi della
Ma
duomo
caratteri
il
lombardi come
vide
e ci
sembra che
il
disegnare fermo, e
modellare robusto
vi
si
cento.
Anche
si
maniera dei veronesi della fine del Trepotrebbe comparare quei dipinti cogli affreschi della
^,
ancor pi
segno, e congetturare che tutti sian lavoro di diversi artisti emiliani operosi tra
il
secolo
XIV
il
XV.
Lombardia,
la
povera
possiamo deterepoche,
lombardi, mentre
probabile che,
come
'\
nelle
altre
anche
in quel
l'Arte
lombarda abbia
il
terreno
dominarono pi
schiette le
affini
forme
stilistiche
ed
alla Miniatura
lombarda,
per
bene individuate in s per molti caratteri particolari, conviene affrontare un arduo problema ebbero esse qualche relazione con l'Arte
periore
:
ma
con
la
Trecento e
il
Quattrocento
E
essere
domanda
se
si
Ma
il
problema deve
rapporto
due
distinti
momenti
separatamente,
L'affresco rappresenta la
Battistero di
Parma, op.
cit.,
Madonna di Misericordia e la Crocifissione fra diversi santi. pag. 224) vi lesse quella data, ora frammentaria.
Il
Lopez
(//
2 W. SuiDA, Studien zar lombard. Muterei (Monatsh. f. Kiv., 1909, pag. 470) ; L. Testi, Pier Ilario e Michele Mazzola (Boll. d'Arte, 1910, pag. 81). Cfr. A. Venturi, Storia, VII, i, 223. Anche gli affreschi della cappella Ravacaldi nel duomo stesso hanno un colorito diverso da quello comune nelle pitture lombarde.
i,
208.
Curiosissimo documento della Miniatura nella Liguria, sulla fine del Trecento, un ms. del British Museum (ms. 27695: " De septem vitiis ; cfr. The Palaeographical Society, 149-150) miniato, probabilmente a Genova, da artisti di diverso valore fra i quali potrebbe compararsi coi lombardi quello che sui margini di alcuni fogli (ce. 6 v., 8 v., 9, 11) ritrasse delle figure di insetti e di vari animali. Gli altri miniatori del ms. sono tutti molto differenti dai lombardi e singolarissimo l'artista che per rappresentare il vizio della gola si valse di modelli dell'Arte dell'Estremo Oriente (ce. 13).
^
;
412
quale riguarderein
sguito), poich
mo
ci
sembra condurre a
nelle
due diverse
epoche.
Durante
la
prima
l'in-
ristretta
regioni pi esposte ad
essa,
come osservammo
Piemonte
e
nel
in
anche
alcuni
monumenti
della
in
Lombardia. Anzi,
specialmente di Simone
Martini e dei suoi seguaci, penetr in
cia,
Fran-
rivelandovi un rea-
proprie
ai pittori
I
miniatori locali.
quali,
si
minghi
nella
seconda
za
Parigi,
dell'
Arte senese, la
Museo
propria
volsero anch'essi a forme pi naturalistiche, sebbene, per
maniera, e
il
si
persistere di
le figure,
nell' atteggiare
e nel
drappeggiar
L'
"
OUVRAIGE DE LOMBARDIE
lo
413
loro
spazio, le opere
siano
da formule,
ampie
e nobili nel
prova un confronto
1364 e
1377
una
il
(fig.
della
v'
problema
alquanto diversa;
ma
bisogna distinguere nelle opere dei miniatori certe parti che potrebsuperficiali
bero dirsi
modi
di
le
di
fattura
potendo
miniatori
trasmettano
Durante
e le usanze
il
voga
la coltura
francesi
^.
Abbiamo,
fra altro,
notizia di
libri
di preghiere,
la
contessa
di
Virt
di
*.
Forse
anche
italiani.
lavor
per ordine
committenti
si
trova un pre-
dei
cui
Morti
scritto
sicuramente in
i
ornato per
le
Visconti,
stemma
fogli,
mentre
stile
335)
^.
Ora
la
conoscenza
di tali manoscritti
si
francesi
gli
volgessero a imitarne
ornati ch'essi vi
ammi-
'
Cfr. specalineiite
d. a. Kaiserh.,
1906,414);
ma
M. Dvrk, Das Rtsel der Kunst der Brder van Eyck (Jahrb. d. kunsthist. Sanimi, XXIV, pag. 265 e segg.) H. Semper, Die Altarlafel im Kloster Stanis (Zeitschr. d. Ferdinandeuni, v. anche D. Burckhardt, Stiidien zur Gesch. der altoberrhein. Molerei (Jahrb. d. pr. Kstsnimlgn,
:
XXVII, 179 e segg ). ^ A. Michel, Histoire, III, 118. ^ E. Levi, Francesco di Vannozzo, op. cit., pag. 281. L. CiBRARio Economia politica nel Medio Eoo, Torino, 1842, III, 343; A. Dufour et F. Rabut, Les Peinlres et les peintures en Savoie (Meni, et doc. piiblis par la Societ sauoisienne d'hist. et d'ardi., XV). ^ La scrittura del cod. intieramente italiana. II Durrieu (Jacques Coene in Les Aris anciens dans la Fiandre, II, i) riunisce il suddetto ed altri mss. cli'egli assegna a Jacques Coene, il quale nel 1399 si era recato a Milano. Abbiamo ritrovato cinque iniziali miniate dallo stesso artista, e tolte forse a quel libro di preghiere, nel cod. n. 74 della stessa biblioteca Reale di Torino. ^ Tra i codici con miniature franco-fiamminghe gi nel castello di Pavia si possono ricordare i mss. fr. 169 (Evangeli) e 158 (Bibbia) della bibl. Nazionale di Parigi.
,
414
ravano.
si
ritrovano
difatti
in
miniato
da Pietro da Pavia
suoi
compagni,
lobi
ai
molte
iniziali
ed
ispidi,
con
una imitazione
consueti
miniatori francesi \
i^if^
t-v!
\'
'
e
"V
""^
-::;
^j
^
K^^^^J(^
vi
\tj
t^
'g
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nJvamcrftUoctrptnnn(4ctt>.eic
.
v-
crannpniia>n07itniic 7 rcipcn*7itifC' mia icmlmuiTi . hncn allchiyj .Tio aiii>itiii cft. q: aucui)M . nonDiann . 4 rc^mi4gciriiii4 i\fc\% Av irf iintcnoiicm /t!Oimnt.e^x>iani:lcco cm6.l4tts ubi J}tciitcc| l 'xomYtJC irr ctcnic jcioilc
^f'T^
>;?
t^'
^W
,^<ii
>--
Fig. 335.
(ufiziolo).
Giovannino
Salomone
de' Grassi
furono alieni da
tali
i
imitazioni, sebbene
' Cfr. fra gli altri codici il " Maiideville della biblioteca Trivulziana (cod. n. 816) e il ms. fr. 170 della biblioteca Nazionale di Parigi nei quali le foglie spinose degli ornati sono colorite in modo del tutto simile a quelle del Plinio di Pietro da Pavia, con vive lumeggiature negli apici,
l' "
OUVRAIGE DE LOMBARDIE
415
Anche si pu attribuire ad imitazione di miniature oltramontane l'uso di comporre le scene sopra campi messi a disegni geometrici d'oro
e di colore, quale
si
vannino
e oltralpe sinch,
nel
Quattrocento, non
la luce
Ma
se
si
non sappiamo
stato
in
senso
inverso,
della
Miniatura
lombarda
sulla
oltra-
montana.
Nel corso della seconda met del Trecento, mossa dall'impulso dell'Arte senese, la Miniatura franco
fiamminga
"
si
XV,
del duca di
gloria
delle
Chantilly,
preparando
la
Heures
di Torino, l'apparire di
la
non hanno opera alcuna che possa essere comparata nemmeno lontanamente con le " Trs riches Heures le quali
sul principio del Quattrocento,
;
Ma
se
si
posson recare
paragone
di quelle dei
francesi.
^,
Di fronte
alle
V
le
Francia
a quelle attribuite
^,
Jacquemart de Hesdin
illustrazioni
di
stanno soprattutto
i
miniature
i
lombarde
dei
romanzi cavallereschi,
disegni e
il
"
manoscritti miniati
Giovannino
e di
Salomone
de' Grassi,
quelle,
gli
ancora
Non hanno
che
disegno,
si
questa
romanzi cavalle-
CHEL, Histoire,
71
recenti studi sulla Miniatura francese, data dal Durrieu A. Mi-' anche H. Martin, Les peintres des mss., Paris, 1909. ^ Cfr. L. Delisle, Fac-siniil de liures copis et enUimins pour le roi Cliarles V, Paris, 1903. ^ R. DE Lasteyrie, Les minialures d'A. Beauneueu et de Jacquemart de Hesdin {Monuments Plot, 111, e segg.). Ma nell'incertezza e nelle controversie che sono ancora intorno agli artisti franco-fiamminghi
'
Cfr. la
155; v.
III, 155.
416
reschi
agli
illustratori
francesi, o
esponga
precetti del
"
Tacuinum
sanitatis
"
con
tale
realismo
termine di
"
che
la
sua natura
sia
parole che l'opera era inspirata in qualche parte a modelli italiani ? anzi,
propriamente, a
modelli lombardi
^,
Miniatura lombarda
ouvraige de Lombardie
un
o quel
riferiva a
i
romanzi
termine
miniati e
il
"
Tacuinum
Non
"
possibile
dare
ma
ci che
il
ouvraige de
Lombardie
che
non
dichiari
l'in-
fluenza cio della Miniatura italiana, e specialmente lombarda, sui miniatori francesi e
franco-fiamminghi quando
essi
ampliarono
delle
"
il
loro realismo
illustratori
Chantilly
delle
"
Heures
di
fra
Torino
la
trova
conferma nei
fre-
quenti
rapporti
d'arte
ch'erano
Francia e
l'Italia,
per opera di
prncipi che facevano ricerca di prodotti dell'Arte nostra, per opera anche
di artisti e d'impresari
che
li
procuravano
loro.
Sul principio del Quattrocento, appunto nel periodo in cui la Miniatura franco-fiamminga
"
si
di Chantilly e delle
i
Heures
di Torino,
il
duca
di
Erano medaglie;
la
semplicit
aveva forme
eburneo
agili
le
del
Museo
di
Cluny
(n.
112), gi
elevano
figure, in vesti
d'una mirabile
drappeggiamenti propri
duca
H. BoucHOT, ^'ouvraige de Lombardie (L'Arie, 1905, pag. 18 e segg.> Id., Un ouvraige de Lom(Reuiie de l'Art anc. et mod., XIV, 417 e segg.). Non occorre rammentare come sovente oltralpe il nome della Lombardia abbia servito a indicare tutta l'Italia. Perci il termine ' ouvraige de Lombardie potrebbe signiTicare, con amplissima accezione, un'opera alla foggia italiana.
'
;
bardie
'^
A. DE Champeaux, Les relalions du due Jean de Berry avec V Art italien (Gazelle des D.-Arts, 1888,
li,
409 e segg.).
l' "
OUVRAIGE DE LOMBARDIE
vi
417
gli
"
E
^,
quali
il
milanese
procedi-
e a diffondere ricette e
a calligrafi e a miniatori,
come appare
nel
noto manoscritto
Giovanni Le Begue \
Nelle
"
da
compongono,
in quell'opera
pu scorgere quanto largamente abbia concorso a preparare i mirabili miniatori. Che non
si
la
tempio
vi
prendono modello da
dipinti
di
Simone Martini
di
Taddeo Gaddi, ma lo stesso largo naturalismo che anima i miniatori sembra aver avuto impulso dall'Arte nostra, trova in questa un degno
preludio e la sua preparazione.
ScHLOSSER, Die Werkslalt der Embriachi in Venedig (Jahrb. d. kiinstliist. Sanimi, d. a. da tenere particolar ricordo dei lavori degli Embriachi, sia per il loro stile, sia per l'iconografia, la quale pu dare pi completa immagine di quella coltura profana delle corti dell'Italia superiore, che si esplica nei mss. test illustrati. Le grandi arclie di avorio, gi nella Certosa di Pavia, lavorate probabilmente per Gian Galeazzo Visconti, hanno anche nei loro fregi certe figure di animali ritratte con tanto realismo che possono compararsi ai pi abili disegni lombardi. ^ H. BoucHOT, L' ' ouvraige de Lombardie (L'Arte, 1905, 18 e segg.). ^ Non si pu dubitare dell'origine milanese dell' Alcherio cfr. P. Duhrieu, Jacques Coene, loc. cit., pag. 8 A. Venturi, Storia, VI, 36. Per il suo singolare valore in rispetto alle relazioni artistiche internazionali verso la fine del Trecento e sul principio del Quattrocento, diamo qualche particolare notizia del ms. lai. 6741 della bibl. Nazionale di Parigi (cfr. Merrifield, Originai Treatises, Londra, 1849). 11 ms 6741 (cartaceo, " ex bibliotheca Lud. Martelli 1587 ) contiene vari trattali intorno ai colori, raccolti nel 1431 da maestro Giovanni Le Begue, come segnato al termine del suo indice. L'esemplare ch'egli copiava portava delle note intorno alle sue fonti. Nel 1409, a Genova, il primo raccoglitore delle ricette aveva avuto da frate Dionisio de.... un quaderno con ricette per colori di miniatore (ce. 32 v.) nel 1410, quello stesso aveva fatto copiare altre ricette imprestategli da Thederigo di Fiandra " rechamatorem solitum operar! in castro papi in vita condam incliti ducis mediolani quas receptas idem Thedericus dicit habuisse in londonia in anglia e son ricette, in francese, per preparare acque tinte da dipinger su tela (ce. 33-34 v.). Un altro ricettario (ce. 35) quel primo raccoglitore, del quale il Le Begue si giova, aveva fatto copiare a Bologna, " a quodam libello magistri Johannis de Modena pictoris habtantis in bononia ed erano ricette, in italiano, per preparare colori. Michelino da Besozzo, a Venezia, nel 1410, comunic a colui un suo processo per preparare l'azzurro oltremarino. Nel 1411, a Parigi, maestro Giovanni normanno " commorans in domo magistri petri de verona diede un'altra ricetta per l'azzurro allo stesso curioso, che era appunto Giovanni Alcherio (ce. 39 v.). A tali ricette, raccolte dall'Alcherio nei suoi rapidi viaggi, seguono nel ms. del Le Begue i trattati di Teofilo e di Eraclio, indi (ce. 81 v.) altre ricette che Giovanni Alcherio aveva avuto a Parigi, nel 1398, da ' Jacobus Cona flaniingus pictor , ed altre dategli dal miniatore Antonio de Compendio, a Parigi, in casa del quale dimorava dopo esser ritornato di Lombardia (ce. 87), e anche una ricetta per l'inchiostro confidatagli nel 1382, a Milano, da maestro Alberto Porzello " perfectissimus in omnibus modis scribendi et formis litterarum . Non si pu negare che tali notizie illuminino curiosamente la figura dell'Alcherio e l'intrecciarsi
'
Cfr.
J. V.
P.
Durrieu, Les Trs riches Heures de Jean de France due de Berry, Paris,
1904.
le
Poco persuadono le osservazioni del Durrieu (loc. cit., pag. 60 e segg.) intese ad attenuare glianze tra questa miniatura e l'affresco del Gaddi, o il noto disegno della Galleria del Louvre.
^
somi-
53
418
Le miniature
finire del
del
"
Tacuinuin
sanitatis
composte
in
Lombardia
sul
diventano pi complesse
Fig. 336.
Chantilly,
Museo Cond;
"
,: il
Febbraio.
maggiormente elaborate, hanno talora meno fresca ingenuit. Le rappresentazioni dei mesi, che nelle " Trs riches Heures sono una piena rivelazione della nuova estetica che l'Arte fiamminga
ma
non pi vivaci
e,
L'
"
OUVRAIGE DE LOMBARDIE
419
seguir nel Quattrocento, potenti per senso intimo della vita degli uomini
e delle cose,
il
"
Tacuinum
sanitatis
ma
miniature lombarde.
le
La
si
curvano
fanciulle
cercare
giovani
i
donzelle amoreggiano
insieme
ha paral-
prima
degli
artisti del
duca
di Berry,
con grazia
le
meno
,
preziosa
ma
pi
spontanea,
dame
e gentiluomini
campagne. La miniatura
che rappresenta con
del Febbraio
(fig.
336) nelle
"
profondo sentimento
e
lo squallore
il
ampia
ci
nel
rispecchiare
vero
ma non
"
^
'
che
gli
Tacuinum
"
Hyemps
:
il
burrascoso
Ventus
che assale
gi
viandanti
miniature lombarde
miniatori franco-fiam-
vi
sono delle
anzi
il
taccuino
di
Bergamo
il
ci
offre
^.
un'inaspettata identit
uno
una
di
di quelle miniature
raffigurare
mese
Dicembre
belle.
Sotto
cielo
azzurro,
sul limitare
d'un bosco ch' arrossato dall'estremo autunno, la frotta dei cani dilania
il
corno per
ri-
chiamo
di cani
dei cacciatori
in
(fig.
337).
Anche
di
Bergamo
(fig.
raffigurata
una muta
che sbranano
un cignale
atterrato
medesima posa che nella miniatura del Dicembre, i con movenze analoghe a quelle ritratte dal miniatore
mostrano persino
le
medesime
variet di
razza. Se
^ Anche nell'audace verismo usalo nel rappresentare la contadina che del duca di Berry fu prevenuto da quello del " Tacuinum , (fig. 271).
si
scalda al fuoco
il
miniatore
cembre
Mentre questo volume era in corso di stampa fu esposto da altri (Tlie Burlington Magazine, Di1910) il riscontro tra la miniatura delle " Trs riches Heures , e il disegno di Bergamo riscontro, del quale avevo dato notizia da pi anni ad alcuni studiosi, ad H. Semper, a L. Dorez. Intorno alla rappresentazione degli animali nella Miniatura francese sulla fine del sec. XIV, cfr. P. Durrieu, La Bible du Due Jean de Berry {Reuue de l'Art ano. et mod., 1909, 1).
^
;
420
tra la
miniatura e
il
uno
dei
mancano due dei cani che bracchi alza il muso non perch sia
nel quale
da un cacciatore,
ma
Non
v'
dubbio che
tra
la
miniatura e
il
disegno
vi siano
delle
Fig. 337.
Chantilly,
Museo Cond;
"
: il
Dicembre.
somiglianze strettissime.
serv di
diverse
domande sorgono
perci
la
si
miniatura
modello
al
rassomi-
sinora ignorata ?
La grande bellezza
pu indurre
ad affermare senz'altro che l'opera del miniatore sia indipendente dal disegno, anzi che questo derivi da quella, o direttamente, o anche per
OUVRAIGE DE LOMBARDIE
421
mezzo
delle antiche riproduzioni che furono fatte del ciclo dei mesi con-
Se cos
se
il
disegno
non pu essere
attrihuito
a Giovannino
Fig. 338.
"
Bergamo,
Ma
ci
stile di
quale
lo
conosciamo
sia
gli altri
'
Cfr. P.
DURRIEU, op.
cit.
422
figure di animali
nell'iifiziolo di
Gian Galeazzo
Visconti.
Fu adunque
Immediato
ai
il
miniatori
duca
di
Berry
Non
esitiamo a rispondere
lamic
eros binrc
.
pingtice iiuuiicn
'
Flg. 339.
- Roma,
miniatori franco-
al
Rimane
oppure, se
il
pi
plausibile:
miniatura e disegno
si
rassomigliano
mezzo
di
qualche copia
ora perduta.
E abbiam modo
di
far
congetture anche
intorno a quel-
OUVRAIGE DE LOMBARDIE
Gi alcuni
a preparare
fogli del libretto di
423
Bergamo
del
"
ci
alcune
delle
illustrazioni
Tacuinuni
si
ora,
al
riallaccia
agevolmente
'
Tacuinum
In
scene di caccia
:
vatiche
(fig.
ora per
terreno
alpestre
cani inseguono
caprioli
gazzelle
340),
ora atterrano
la
selvaggina e la dila-
niano. In
gli
(fg.
uno
di tali fo-
del
codice
il
viennese
341)
gruppo dei
cani
che
atterrano una
gazzella
pu compararsi
disegnato
di
;
quello
nel
libretto
Giovannino
e vi figu-
de' Grassi
rato anche
in atto
di
un cacciatore
strappare un
cane
dalla
preda
le
affer-
randolo per
orecchie
Trs
ri-
ches Heures
Non
che
del
in
"
inverosimile
codice
r.
qualche
^r. i.;Micli^
.
ct'et
Tacuinum
gruppo
gli
ora
colUvv |?.wilcfi
n. Ct'n>l*(>
iiiXittiicB}.
.
nono arficiirijHfmon*!
n<
T .Tfcwfl
nis. lai.
che orn
Nouv. Acq.
1G73.
esemplari
pervenuti a noi, un foglio fosse dedicato alle qualit delle carni del cignale,
e contenesse
in tutto a
Giovannino
codice,
i
composizione
Berry
si
quali,
come
gli artisti
priarsi
da
altri
propria arte ^
'
Cfr.
J.
V.
slhist.
Sanimi,
d. a.
ScHLOssER, Zur Kenntniss der knsllei: Ueberliefening Kaiserh., XXIII, pag. 279 e segg.).
ini
d.
kun-
424
Tacuinum
servito
di
il
miniatori
disegni
e
delle
(come
uso presso
gli artisti,
passavano
Jccn w
.luipjuwr
Fig. 341.
Vienna,
Hofmuseum:
"
Tacuinum
sanitatis
facilmente
di
luogo
in
luogo),
quali riproducessero
il
cuino di Bergamo o una composizione del tutto simile. Cos in un prezioso libretto della Galleria Nazionale d
Roma,
del quale
avremo a
far
parola tra breve, un artista lombardo della fine del Trecento o dell'inizio del
Quattrocento, disegn una scena che pu compararsi anch'essa con la mi-
OUVRAIGE DE LOMBARDIE
niatura delle
"
425
questa le
:
Bergamo
alcuni
come
nella miniatura
(fg.
342).
disegni
del
-.m-^^
Fig. 342.
Roma,
Museo
(fg.
membranaceo
che
si
raffigurante
una scena
della
di caccia
fine del
soggetti,
i
esplicavano
ne sono esempio
dipinti di Brianzole
426
Possiamo concludere
riches Heures
,
i
miniatori delle
di
"
Trs
quali
fogli
si
giovarono
composizioni di
Simone Martini e di Taddeo Gaddi, nella rappresentazione del mese di Dicembre trassero partito da qualche miniatura o disegno lombardo,
della
fine
del
Trecento,
prossimi allo
stile
di
Giovannino
de' Grassi,
Fig. 343.
Parigi,
disegno
del
libretto
di
Bergamo
lombardo.
l'arte loro,
Ma
al
modello
miniatori
del
il
duca
di
Berry sovrapposero
esplorato
ampliarono immensamente
campo d'osservazione
la
vista
mirabile della
l'
"
OUVRAIGE DE LOMBARDIE
427
campagna
lombardi
Non
miniature, l'arte loro fu preannunciata nel suo intimo da quella dei maestri
ch'essi
pur superarono
il
di tanto.
barda dimostrano che veramente, negli ultimi decenni del Trecento, questa
influ sugli artisti
ter-
mine
"
ouvraige de
Lombardie
Grassi,
si
modo
di
Giovannino
,
dei miniatori
dei
romanzi
del
"
Tacuinum
sanitatis
realistico pi vivido
e pi libero
' Tracce d'influenze italiane si potrebbero indicare, se per dimostrarle vi fossero argomenti cosi materiali da persuadere altrui, nei seguenti mss.: 1. Londra, British Mus. cod. Karl. 1319 (Cronaca di Jehan Creton) cfr. E. Maunde, A conteiuporarij Account of the Full of Richard the Second (Burlington Magaz., 1904, pag. 160 e segg). Il ms. del principio del sec. XV e mostra influssi dei romanzi illustrati italiani, anche nel sistema illustrativo. 2. Parigi, bibl. de l'Arsenal, cod. 664: cfr. H. Martin, Le Terence des Ducs, Paris, 1907. Cod. del principio del sec. XV. Alcune miniature offrono particolari riscontri con quelle del
;
:
" Tacuinum : cfr. tav. 50. 3. Parigi, bibl. Naz., cod. fr. 811 (Vision da prieur de Salon): ms. presentato a Valentina Visconti. La miniatura del frontespizio francese ma pu compararsi con le lombarde della fine del Trecento. Un confronto fra le opere di Giovannino de' Grassi e i disegni attribuiti ad A. Beauneveu (R. E. Fry, a. Drawing bij A. Beauneveu in The Burlington Magazzine, 1910, 51 P. Leprieur, De quelques nouueaux dessins du Muse de Louvre nella Revue de l Art anc. et mod., XXVIII, 168) rende evidenti le relazioni e le differenze tra i maestri lombardi e franco-fiamminghi dello scorcio del sec. XIV. La Miniatura lombarda della fine del Trecento dovette estendere la sua influenza anche sui miniatori tedeschi, a quanto appare da una bibbia del Gabinetto delle Stampe di Berlino che si potrebbe dire traduzione tedesca di un esemplare lombardo di quel tempo (cfr. J. Springer, Die Toggenburg-Bibel in Jahrb.
;
d.
Milano,
duomo: mensola.
Fig, 314.
Como, duomo:
paliolto d'altare.
Arte
Milano fra il sec. XIV e il XV. 11 duomo. La Scultura tramutarsi del suo stile. Rapporti fra gli scultori e i pittori. Pittori lombardi del principio del Quattrocento. Michelino da Besozzo. Disegni di artisti lombardi.
e
artisti
Sorgeva
aveva innalzato
sempre pi
in alto dal
cuore della
citt
il
la cattedrale.
Ideato con
magnanimo
Alpi
le
ardire,
immenso,
duomo
di
Milano
fu deliberatamente
al di l delle
miracolose creazioni. Di ci
chiaro segno l'insistente ricerca di architetti oltramontani, nel primo dubitoso periodo della sua costruzione. Gi nel 1389, Niccol de' Bonaventuri
da Parigi
sivo,
nominato ingegnere generale della fabbrica. L'anno succesegli vien licenziato, lo scultore
quando
"
inca-
per cer-
carvi
unum maximum
sebbene
inzignerium
gli
si
un
nel
1391
Giovannino
fosse
nominato
ingegnere, e
modo
di
di fare
di
opposizione conaltri
tinua ai forestieri,
artisti d'oltralpe,
architetti e
di
Gmnd,
430
"
magistri ad
,
picandum
che usci-
marmor
"
magistri
accorreva d'oltre
l'Alpi alla
grande impresa.
Non bastavano
a questa
gli scultori
de Hostaricha
terio e Pietro
Francia,
Ludovico
de
effondevano
allora
gi
di
regione in regione
lia e
ch'esse s'intrecciassero e
del
nuovo
che cos
ambiente
Flg. 345.
artistico^,
si
Milano,
era formato
nella citt,
duomo; un
gigante.
quale
gi
osservammo
duomo
ornata da Gio-
' Cfr. C. BoiTO, Il Duomo di Milano, Milano, 1889; A. G. Meyer, Oberitalienische Frihrenaissance, Berlino, 1897, pag. 19 e segg. Annali del Duomo, passim.
;
pose bene in luce le vicende dello stile nella Scultura e nella Architettura a Milano sul principio del sec. XV, ma non diede sufficiente peso all'influenza transalpina. Meglio questa fu indicata dal Venturi (Storia, VI, 50 e segg.) bene oppugnando gli asseriti influssi della Scultura toscana,
^ Il
Meyer
(Ice. ct.)
LA PITTURA SUGLI
INIZI
DEL QUATTROCENTO
431
vanni da Campione, quale possiam misurare meglio nella sua vastit quando si paragoni alle opere dei maestri campionesi del secolo XIV la
statua di
nel 1421.
papa Martino V che Iacopino da Tradate comp per il duomo Alla scultoria semplicit che dominava ancora nelle opere di
si
Bonino da Campione
pino da Tradate,
si
il
sostituisce
intieramente, nella
al
scultura di Iaco-
sentimento pittorico;
di
rilievo,
nasconde
forme con
le
poteva
tracciare piuttosto
l'Arte italiana
un pittore che uno scultore alla sobria chiarezza cui del Trecento aveva mirato, succedono le forme pi esubedelle
il
ranti ed oziose che fossero oltralpe nell'estremo fiorire dello stile gotico,
cos
come
alla severit
chiese
gotiche italiane
si
contrapponeva
allora nel
duomo
di
Milano
e di struttura.
dello
stile
tra la
maniera
la
grandiosa
del
sculture
primo periodo
costruzione del
duomo,
di cui fu
porte delle due sagrestie alle statue di Matteo Raverti e ai fantastici giganti
popolato
il
Quatsvol-
trocento la tendenza ad
sero
il
manierismo gotico
si
si
dovettero essere
stilistici,
dal frequente
intervento di pittori
agli
scultori, distraendoli
sempre pi
dagli intenti propri della Scultura. Giovannino de' Grassi aveva dato dei
e gli scultori
avean
obbligo di riprodurre quei disegni con tutta fedelt, sotto pena di vedersi
detratta
figure la
Cos,
quando
si
volle decorare di
mediana
di
quelle
'
Fra tutte
le
sculture del
duomo sono
singolari per
il
Marco Carelli, le quali ricordano, per la loro intensa espressione, quelle di Claus Sluter nel Pozzo di Mos. Monumento, sinora ignorato, dell'arte borgognotta a Milano, nel Quattrocento, sono alcune statuette di monaci piangenti, simili al " pleurants dei mausolei francesi, dimenticate in una cappella della basilica ambrosiana. Richiama invece all'arie tedesca del principio del sec. XV un paliotto (fig. 344) della cattedrale di Como che lia rapporti stilistici con qualcuno dei giganti
statuette di profeti nella guglia di
del
duomo
S.
porta di
con alcuni dei rilievi dei fnestroni del S. Petronio di Bologna; ma cfr. A. Venturi, Sono da comparare col paliotto di Como anche le figure d profeti nel protiro della Alessandro nella chiesa di S. Maria Maggiore di Bergamo.
(fig.
345) e
432
mentazione
gotica
spiega
si ri-
corse,
nel
1402, a disegni
legnano
poi
ad
altri
"
di
Isacco da Imbonate,
opti
;
mum
pictorum Mediolani
e nel 1404,
quando furono
scul-
aggiudicate a diversi
tori, fra
i
disegno di quepit-
venne fornito da un
tore,
da Paolino da Mon-
torfano K
N
ci
dipinti
disegni
danno modo
di
cono-
succedettero a Giovannino
de' Grassi nel servizio della
Fabbrica del
duomo
^.
Vi
getturarsi
dei pittori
per
il
duomo
del Quattrocento
tile
Fig. 346.
un sot-
Annali del Duomo, passim A. G. Meyf.r, loc. cit., 57 e segg.; U. Nebbia, Fai sciillura nel Duomo, op. cil. Si vuole opera di Isacco da Imljonale un allresco rappresentante la Crocifissione, nel deambulatorio del duomo (A. Nava, Memorie e documenti intorno al Duomo, Milano, 1854, 193). L'afTresco opera mediocre
1 2
;
della
LA PITTURA SUGLI
di oreficeria
INIZI
DEL QUATTROCENTO
433
ma
induce ad attribuirlo
(fig.
lombardo ad un oltramontano
disegni.
Si
346) K
Non
la
poi facile
maniera dei
pittori
che ne fornirono
pu
(fig.
del
duomo
da Isacco da Imbonate,
pi complicato che non
sia
la
figura dell'angiolo
ha un drappeggiare assai
vannino
gi
Grassi,
al
conforme
trionfante
gotico.
nuovo manierismo
N abbiamo documento
altri
dell'arte di molti
pittori
che
sul
principio
del
Quattroil
duomo,
intenti a minia-
re immagini, a
colorar
Ed
erano presso
ai
lombardi
e agli italiani
di varie regioni
quali
Me_
Capitanei
Giovanni
da,
e Stefano
Lanfranco da Lecco,
^.^ g^^
Mi,ao^
Stefano
Paolino
da Montorfano,
Antonio da Pa-
da Cremona,
di
pittori e
maestri
di
vetri
gli
stranieri
di
Jacopo Coene
pittori.
Zannino
Nor-
mandia, Corner
ci
Alemagna, pi
tardi
Guglielmo di Francia,
stile
vetrai.
Ma
della Pittura in
Nella collezione Albertina di Vienna (" Scuola romana 3-3) un disegno, a penna, d'una arcata e d'una cuspide gotica indicato come lavoro tedesco pel duomo di Milano; ma ch'esso sia stato fatto appunto pel duomo non v' nessuna certezza.
'
55
434
Lombardia
Il
contrasto
della
Campione.
due maestri
pittori
fine
Trecento pi
prossimi a Giovannino
Si
*>*
Kjg. 348.
Campione,
S.
corrisponde
al
Quattrocento
S.
nel
Maria
de'
Milano. Si
in
alcune
tali
forme dello
gotico con
LA PITTURA SUGLI
eccessi
di
INIZI
DEL QUATTROCENTO
quelli
dell'
435
d' oltralpe.
(fg.
^
Arte
La
276) con le
squilibrio
la strana cuspide,
il
d indizio
in
di
uno
quale
poi
ricorre
nelle pieghe
(fg.
348).
Non
pi la sobria e naturalistica
sem-
Tacuinum
un maniesi
si
adagia e
del
che l'Arte
seguita.
e
fu
Filippolo de Veris,
portato anch'egli
un maestro che
^
nei primi
il
decenni del
di Milano.
duomo
la
de Mulinari da Besozzo
menzionato
prima volta
si
duomo
Egli
il
13 luglio 1404,
quando
deliber
altri lavori,
sommo
gi
nel
e nel 1394
la chiesa di S.
Mustiola
Queste date,
del
pittore
dall'
Pavia,
come
sopra ogni
altro, fosse
appunto
"
lo stesso
excellentissimo
si
omnes
pictores
mundi
era a Venezia
nel 1418,
trovava a Mi-
'
Sugli airreschi di
Campione,
cfr.
Molte
"Tacuinum
sanitatis
del ms. Casanatense 459, del cod. lat. a. 7, 3 della biblioteca Estense di Modena, e in qualche tratto anche i disegni e le miniature di Giovannino de' Grassi (cfr. pag. 300 e segg.) segnano diversi stadi di transizione
Giovanni da Milano, di Mocchirolo, di Solaro e la maniera Franco e Filippolo de Veris. E giova qui rammentare anche gli affreschi di S. Maria in Selva, a Locamo. 2 G. D'Adda, Les Besozzo (L'Art, 1882, pag. 81 e segg.) P. Toescv, Michelino da Besozzo e Giovannino de' Grassi (L'Arie, 1905, pag. 321 e segg.); F. Malaguzei-Valeri, Michelino da B. (Thieme-Becker, KimsllerLex, II. 532). ' Foulkes-Maiocciii, Vincenzo Poppa, Londra, 1909, pag. 22. * C. Magenta, La Cerlosa di Pavia, Milano, 1897, pag. 32. * Cos giudicato da Giovanni Alcherio, nel ms. del Le Begue alla bibl. Naz. di Parigi: vedi pag. 417, in nota. In tale giudizio, ch' continuamente ripetuto nelle deliberazioni della Fabbrica del duomo
tra la semplicit trecentesca degli affreschi di
di
436
lano, e riceveva
al cui servigio
duomo
affidava a
pictorem
supremum
duomo,
et
magistrum a
vitreatis
di risolvere
1421,
da Cremona; nel
nel
maestro lavorava in
;
l'altare di S. Giulitta
nel nel
di-
1429, per
un gonfalone
altri
una immagine
le
ancora per
vetri
Cessano quindi
notizie
di
Fabbrica, forse a
Michele
^,
da Pavia
il
il
1457 e
il
1465, lavorava a
Mantova
il
il
traccia alcuna
non
o da
certa tavoletta
non
attribuita al
falsificata,
sebbene
gli
suo
stile
accenni
*
;
un suo
ritratto
di
posizione
di
genere
Lomazzo
sono
quasi intieramente
nei
scolorati gli
Borromeo
hanno
quali
si
dice
fosse inscritto
nome
e
medesimo
differenti
cortile
in
caratteri
il
stilistici
da quelli che
nome
di
Michelino.
Nella
"
Pinacoteca comunale
fecit
,
di
si
Michelinus
la
con dipinti
(Annali del Duomo, op. cit. deliberazione del 13 luglio, 1404 " summus fertur esse in arte pictorie et designamenti deliberazione del 29 agosto 1420 " Michelinum de mulinariis de besutio pictorem supremum et magistrum a vitreatis ), s'accorda ancora il Lomazzo (Trattato, Milano, 1585, pag. 359: " Michelino vecchissimo pittore milanese, gi di centocinquanta anni, et principale di quei tempi in Italia ,). Cfr. Annali del Duomo, passim.
;
:
'
D'Arco, Delle arti e degli artefici a Mantova, op. cit., I, 26 e segg., Il, 276. Affermai tale fatto gi da molto tempo cfr. L'i4;-/e, 1905, 325. Cfr. anche A. Venturi, Storia, VII, i, 274. * Lomazzo, loc. cit.: " egli s'imagin quattro villani che ridono insieme, due maschi e due femmine; e finse il pi vecchio tutto raso, il quale sta guardando d'ogni intorno e ridendo, come che goda oltra misura, che non si trova uomo cos melanconico e tristo, che non si muova a riso in rimirarlo, mentre con la sinistra tocca lascivamente la villana che si tiene alla sinistra, la quale ha nel braccio un gatto che sembra anch'egli d'allegrarsi, ecc. ecc. Ma quello che d loro grandissima grazia, sono certe berrette fatte all'antica, col resto delle vestimenta che allora si usavano dai villani . Sembra esser copia o, meglio, ricostruzione di tal dipinto una tavola del XVI secolo posseduta dall'Accademia di B. Arti di Genova. Nel 1825 G. Cattaneo avrebbe scoperto il nome di Michelino inscritto negli affreschi del portico (G. D'Adda, Las Besozzo, loc. cit.), ma di tale iscrizione ora non si ritrova nessuna traccia.
^ ^
Cfr.
''
Tav. XXin.
Siena, Pinacoleca
di S. Caterina.
LA PITTURA SUGLI
INIZI
DEL QUATTROCENTO
437
ch'essa
tutto
sia
indi-
il
Bam-
Caterina
il
Battista
Antonio eremita
si
curvano
intenti presso
il
suo seggio
(tav. XXIII).
La Madonna, avvolta
ture
sulla
tutta nel
quasi
impercettibili,
sull'apice del
un
lieve
chiarore
Il
fronte,
sulle
palpebre
socchiuse.
morbido
lievi,
corpicino del
si
Bambino
che
alle
la S.
Caterina, di
un roseo
;
manto
di colore di
malva rosata
anche
colorito,
colorire adoperato dai pittori e dai miniatori lombardi della fine del
morbidezza delle
sfumate che
dipinto
il
direbbe che
il
i
corpi,
le
pieghe
sinuose, che
compongono manieratail
mente
il
affreschi di
Franco
pervade
e di Filippolo
tutto,
il
de Veris, sostituisce
realismo
di
dei
Trecentisti,
dipinto
opera
timido,
il
Bambino
inanella
la
santa
che
lo
gli
si
appressa
sgranando
Madonna
accarezza con un
profetica
lungo sguardo, e
solennit.
due vecchi
hanno una
Un
assai
dipinto del
Museo Civico
stile,
di Verona,
prossimo di
tavola
di Michelino.
Entro un verziere,
coperte
dagli
steli sottili
dei rosai, aliano gli angioli, eterei, quasi evanescenti nell'aria; altri stanno
sul prato
un magnifico tappeto
cielo.
altri,
quasi
invisibili,
oro
del
Tutto
indefinito,
quasi irreale.
La rappresentazione
allo
studio di
438
Fig. 349.
Madonna
del roseto.
LA PITTURA SUGLI
INIZI
DEL QUATTROCENTO
il
439
comporre
complesso
alle leggi
in
modo
decorativo lo sfondo
drappeggiare non
che un
sottratte
di linee
convenzionali
;
le
anatomiche
(fg.
il
colorito
non intende che ad una morbida desia fatta quasi col soffio, tanto vi leg-
licatezza
349).
la tavola di
Sebbene
giero
il
Verona
abbia
forme pi pesanti
una
ispirazione disegno,
meno lirica, due dipinti si rassomigliano strettamente nel lor come appare al confronto delle figure del Bambino e della Maanche nel
colorito,
donna
che
la
quando
dai
guasti,
il
non del lombardo Michelino da Besozzo ma nella Pittura lombarda della prima met del Quattrocento troveremo
un pittore veronese,
e
la nostra congettura,
in-
adunano ormai
pu
il
dirsi certezza.
Nel
1402
funerale
del
Milano, fu recitata
un'ora-
zione funebre
in
lode
del
defunto
dal
monaco
agostiniano Pietro da
Castelletto, degli
Eremitani di Pavia.
viscontea
ad essa
fu
stesso ^
(nis. lat. 5888).
Ch'esso sia stato compiuto nel 1403, appare certo dalle indicazioni intorno
all'et di
al
termine della
l'epoca stessa,
dei
probabile
due
figli
di
Gian Galeazzo.
Il
primo
e
fregiato
d'
armoniosamente
si
di
ornati
figure
(tav.
oro
svolgono pei
margini,
sconteo
si
collegano
insieme
medaglioni
Si
nei
quali
lo
stemma
fiosci
i
vi-
protendono
recando dei
con
scritte in
hanno
li-
'
Cfr.
anche
^
dell'Elogio funebre di G. Galeazzo Visconti (Rassegna d'Arte, ottobre 1910). pubblicazione di G. Zappa {Michelino da Besozzo miniatore ne 1-,'Arte, novembre 1910). Nell'intestazione delia genealogia viscontea (ce. 7) detto ch'essa fu composta da Pietro da Castella posteriore
1403.
P. ToESCA, Le miniature
letto
appunto nel
440
neamenti del
lunghe
pi
e deholi le
mani, come
due
Ma
chiare
ancora appaiono
le
rispondenze tra
ziale. Quivi,
manoscritto e
il
inistrie
sopra
di
cherubini rossi
sfumature.
! C'Cprotojnc a qua ocffmoir wmu* vicocomitui tiP^ vofttrt \T linCiim >Y<Tniii vitTuiTte colUrcmUbne
TfR.Rf.V.^
.4o'^'''j-',,
'.K'"^mnnn>
^^cc-
i5.ex.
Fig. 350.
di aspetto fanciullesco
come
quello della
Virt,
S.
Pinacoteca senese.
Le dodici
nascondono
i
che
fanno
alla
di
Vergine,
di
malva,
le vesti
persone sotto
Recano
le
esse
propri simboli
S.
un
cero,
un cumulo
specchio,
bilance
tutte
portando
Gian Galeazzo,
mentre
Tav. XXIV.
LA PITTURA SUGLI
INIZI
DEL QUATTROCENTO
441
Fig. 351.
lat.
56
442
il
quale tutto
morbido,
pu competere
coi capolavori
Uguali caratteri
stilistici
si
me-
figurato
i
frati avvolti
profondamente nelle
e
lor
cappe brune,
sei
come
pleiirants delle
tombe borgognone,
si
anche
si
riveggono nei
(fig.
fogli della
351)
stipite
leggendario, ove
(fig.
di
coniugare Venere
ed Anchise
350), giun-
Le
affinit tra le
un
in
artista
lombardo,
di Michelino
il
codice fu copiato
quella
verisimilmente a Pavia,
citt,
dall'artista
un
Come
del
"
Gian Galeazzo
miniatori
stile,
di fronte a quelle
Tacuinum
sanitatis
e degli altri
lombardi trecenteschi,
in-
dimostrano un
medesimo
variare dello
Qualche
Arti di
altra
possiamo raccogliere
dell'arte del
celebrato maestro.
Non
come
di
S.
Maria Podone,
attrii
dial
Borromeo che
ostina ad assegnare
medesimo
pittore
^.
D'Arco,
loc. cit.
che il D'Arco, il Muntz esita ad ammettere che Michelino da Besozzo sia lo stesso che che avrebbe eseguito quei ritratti, e sarebbe stato pittore della Corte dei Gonzaga tra 2 Cfr. A. Perat, La peintiire italienne (A. Michel, Histoire, III, 631).
1458 e
il
1465.
LA PITTURA SUGLI
INIZI
DEL QUATTROCENTO
443
si
XIV
modo
pili
delicato, a tinteggiature
rosee
nei
visi,
lievi
gradazioni di
Ma
tra
la
pittori e miniatori
franco-fiamminghi
la
cui
maniera
di
ci
Michelino da
La
figura di S.
Tommaso
S.
(fig.
352) in
uno
dei fogli
ha gran sola
di Siena,
anche per
Fig. 352.
Parigi,
disegni.
e delle
si
possono comparare
iniziale
di
Michelino
ai
Fra
scuola
un
foglio
meme
Pisanello,
schizzi di figure
uno
sotti-
con
'
Vienna, Albertina:
"
Cfr.
K.
v.
cit., 178.
444
Fig. 353.
LA PITTURA SUGLI
INIZI
DEL QUATTROCENTO
445
Fig. 354.
disegno.
446
gliezza estrema
353).
Madonna
e le
due
si
confronti specialmente
snelle dei corpi.
panneggiato nelle
la
due Madonne,
le
proporzioni
Leziosamente,
S.
Vergine
abbandona
la
sua
mano
Giuseppe. Questi
ha l'aspetto sparuto e
di Michelino
;
le
come
i
il
S.
stessa e
con
le
due
Madonna
gno e
col
Bambino
in
disegni del
Louvre
il
la
dise-
le pitture
rammenMichelino e la Magiova
ma
donna
disegni di Giovannino
ansanti, nel
la
de'
Grassi,
anche pi
sottile
nelle
narici
muso
(fg.
354). Ora,
anch'essa
nome
di Michelino,
poich bene
si
accorda con
le notizie
che Uberto
animali,
che
membranaceo pieno
Michelino
da Besozzo ebbe in
genere
di
de'
studi
il
proprio pre:
Grassi
anzi
il
pro-
compagno
egli
di ricerche
Giovannino
aver vinto
sua
attivit,
Michelino sembra
pure ogni
somma
dei pittori della fine del Trecento, colla quale per altre parti essa contrasta.
Giovannino
l'acutezza
degli animali,
de' Grassi e
dell'osservare, e nella
il
fermezza del
fissare
sui
fogli
l'aspetto
Pisanello, affermando
anche
in
quelle qualit
l'impor-
>
1884, 221
"
el
libretto in
li
animali coloriti de
mano
de Michelino milanese
LA PITTURA SUGLI
tanza
della
INIZI
DEL QUATTROCENTO
alla
447
cui
Pittura
il
lombarda
e
di fronte
veronese,
per troppo
supe-
tempo
fu dato
il
stile nell'Italia
riore tra
secolo
XIV
il
XV.
l'attivit di
Molti
altri fogli
appressano, per
il
loro
stile,
ora a Giovannino
Fig. 355.
Parigi,
suoi seguaci.
Tra
dal
parte
della
posseduta
Museo
hanno
affinit
' Una classiTicazione dei disegni del cod. del Vallardi fu tentata da F. Burger (Francesco Laitrana, Strassburg, 1907, pag. 67 e segg.), e, meglio, dal Manteuffel (Die Geni, uiui Zeiehii., op. cit.).
448
Bergamo
rale
(fg.
d'
argento,
343 e 355),
di
di uccelli,
coloriti al natutrattati
tutti
come
nel
libretto
Giovannino
de' Grassi,
del
movimento
grandissimo Pisanello.
libretto
quelli
possono unirsi
E. di Rothschild
disegni di animali in
e altri, di
un
^,
maniera pi
Fig. 356.
Parigi,
cademia
anche
357)
^.
si
del taccuino di
Bergamo
(fg.
'
seguenti.
N.
opera
una
N. 2391: scimmie.
N. 2123:
disegni pi prossimi al taccuino di Bergamo sono, a mio credere, del sec. XV (Manteuffel, Zeichn., 124: Pisanello ?). N. 2387 topi. volpe. N. 2126: id., id. N. 2425: leopardo. Fine del sec. XIV.
su pergamena. Nn. 2472-2476: id., id. N. 2497: cerbiatto. Alcuni fogli della raccolta (Nn. 2526, 2532, 2536), con disegni di trafori di finestre fanno pensare ai lavori cui attese Giovannino de' Grassi pel duomo di Milano, ma non offrono elementi sufficienti per un giudizio sicuro. - Cfr. A. Venturi, Storia, VII, i, 253. ^ Venezia, Accademia: cornice I, fogli 1-14. Le fogge delle vesti (ii. 1, fig. 358) e lo stile dei disegni indicano la fine del sec. XIV o il principio del XV il foglio n. 9 di artista diverso da quello che disegn le altre carte, fra le quali si trovano probabilmente gli 11 fogli a punta d'argento gi attribuiti a Michelino da Besozzo nella raccolta di Giuseppe Bossi (cfr. G. D'Adda, Les Besozzo, op. cit., 85).
al naturale,
'
LA PITTURA SUGLI
In
INIZI
DEL QUATTROCENTO
Galleria Nazionale
si
449
di
un
altro
libretto
posseduto
S.
dalla
Roma
Antonio eremita
prestano a comdel
Trecento che
;
la ristrettezza degli
sfondi architettonici
disegni di animali
(fig.
-^
f
il\
Jf'^f
f/'
-^
9x
^^^^H
1
1
^^^^^
"5
.-.sr
\
;'
^f
^^^^^^^^l
'
'
4,
Fig. 357.
Bergamo,
ma
le
figure
di
si
Giovannino
Si
osservi
specialmente
come
il
mulo
Michelino e
'
G. Bariola descrisse
l'Italia settentrionale
il
3t0
LA PITTURA SUGLI
INIZI
DEL QUATTROCENTO
451
di per-
lombardi
^.
In
un tondo
gamena,
e
sottili tratti di
penna
distribuire
chiaroscuro,
le
e la delicata fanfrusti
tasia dell'artista
d nuova
vita
ad elementi iconografici gi
dalla
Madonna
maniera
di
Giovannino
Fig. 359.
Roma,
suoi seguaci
ma
il
morbido
del
mente alcuni
chiesa di
S.
degli affreschi
votivi
e
del
il
nella
Francesco di Lodi,
disegno
corpo
del
Bambino,
quello
del
putto della
Tra i disegni del codice, ora scomposto nei suoi fogli, possiamo attribuire con sicurezza a un maestro lombardo soltanto due che indichiamo. Fra gli altri, alcuni possono anche compararsi con le opere di Michelino da Besozzo (fig. 361) ma, dubitiamo che siano piuttosto veronesi che lombardi. Certanaente veronese, e tutto prossimo alla maniera di Stefano da Zevio il disegno attribuito agli Zavattari da A. Venturi (Storia, VII, i, fig. 158).
' i
452
Il
altro foglio
tracci,
elementi
(fg.
362)
come
vi in quel
disegno
alterata
Fig. 360.
A un
leria di
fine del
Quattrocento
Snida
Gal-
gli illustratori di
romanzi
(fg.
364).
Ricorda invece
maniera
di
Miche-
(fig.
363) di
un
altro artista
che in
altri
fogli del
codice ritrasse
delle figure da
2
marmi
G.
W.
SuiDA, Studien
identificare
con
rammenta specialmente la scuola veronese. 473). Non vi sono sufficienti argomenti per
personaggio principale rappresentato nel
Suida,
il
disegno.
LA PITTURA SUGLI
lino
INIZI
DEL QUATTROCENTO
453
un
altro
Uno
stile
pi progredito
nel
ritrarre
l'aspetto
degli animali
nel
frammento d'una preziosa cintura viscontea posseduta dal Museo (Civico di Torino (fg. 331), opera probabilmente della prima met del Quattrocento, nella quale
di fattura,
il
sul
campo laminato
un
grifo
veltri
sbrana una
le-
pre,
due
latrano ed esi-
affronta
accosciandosi,
con
tanta vivacit di
movimento che
ormai piutto-
sembra
rifiettere
Se Michelino
prosegu
l'arte di
da Besozzo
aspetto
per
qualche
Giovannino
de' Grassi,
stile si
nella
allontan
dalla
molto da
lui
fres-
del
Trecento, suoi
Fig. 361.
contemporanei, abbandonando
gli intenti
la Pittura
lombarda.
A
pu
il
meglio dichiarare
il
trasformarsi
nella
dello
stile,
dirsi
^,
massimo rappresentante
finitime, quali
Lombardia
le
secolo
XIV
XV
giova considerare
regioni
al di l del territorio
oltre
le
erano allora
Pittura.
Vienna, Albertina, "Scuola romana 13-13. Nel recto: figura di S Caterina nel yerio: alcuni levrieri. Le lodi altissime che i contemporanei tributarono a Michelino crediamo sian nate in gran parte dalla novit del suo stile rapporto a quello che per l'innanzi era stato nella Pittura dell'Italia superiore.
'
;
454
Un
pre
Courajod vide ed espose per primo \ ci sembra semmeglio determinarsi e confermarsi col procedere degli studi sullo
fatto
che
il
omogeneit
gi
il
di
stile nella
Pittura
Non
tenne
la
Pittura
diventasse
e
vi
si
monotona
anzi, essa
man-
colorito locale,
Fig. 362.
diverse
schiette
individualit
di
artisti
ma,
pur multiforme,
ebbe
comuni
nella
forma
tendenze estetiche.
artisti gi nello
;
L'osservazione degli
pliato di
am-
molto
il
proprio raggio
prima
trascurati erano
stati osservati
si
tratteneva
'
L.
l'ecole
du Louvre, Paris,
LA PITTURA SUGLI
INIZI
DEL QUATTROCENTO
455
che l'intimo
nel Quattrocento.
Nell'uomo, quelli
artisti
ritraevano pi amorosamente
che
le
passioni
delle
la
forma esterna;
fogge che
involucro
bizzarre
erano
ed
in
uso
nelle
cose,
essi
si
oggettive pi che
non miras-
prima
molti
ne erano pi immuni,
si
sovrapposero a
tali
intenti
naturalistici
Fig. 363.
manierismi
(i
propri
dell'
ultimo
stadio
dello
stile
gotico
oltramontano
^)
:
quali
si
essi
imponendosi
riconoscibili
spirito realistico
ch'era
tratti
allora
nell'Arte,
e
quasi soffo-
pi singolari
apertamente
quel periodo
stilistico.
E non
in
ma-
Italia
come
giato
nella Scultura lombarda il mutarsi del modo di trattare il pannegsemplicit trecentesca di Boniuo da Campione alla manierata esuberanza di Jacopino da Tradate. E in ogni parte d'Italia si potrebbe ritrovare allora una medesima variazione di stile. La quale (poich risponde ai caratteri propri dello stile oltramontano) il pi chiaro indizio dell'intluenza dell'Arte d'oltralpe in Italia, nella prima met del Quattrocento, sia nella Scultura, sia nella Pittura.
*
Gi
delle
dalla
456
ma
la
anche
si
maniera
colorire
mediante
i
sfumate
senza
chiaroscuro,
del
maestri
lomhardi della
meglio di
fine
Treche
prima
Con
in
tale
complesso
di caratteri intimi
regioni
diversissime
unendole
in
Fig. 364.
del
Quattrocento, piena
di rappresentare
di
alacrit giovanile
nel-
amante
di
delle
di
umorismo, contenta
le
immedia-
tamente
la
vita,
ci
ha lasciato
pi
vive
attraenti
immagini del
dei
tempo
miniatori
nuova
Broederlaem,
LA PITTURA SUGLI
a Jean Malouel,
il
INIZI
DEL QUATTROCENTO
i
457
libri
miniati per
"
il
duca
Berry
fra
Trs
:
riclies
i
Heures
mostrano chiaramente
il
([ualit
di
quello
stile
convenzionalismi
gotici,
po' superficiale,
e dell'uomo.
Boemia,
cento,
si
ritrovano
nella
i
medesimi
in
caratteri,
come
uno
variet
stile.
locali
di
stesso
Il
(piale
fu
pur
fra
noi, e diede
una
fioritura
lungamente.
In Italia, tra
il
Tre-
cento e
il
Quattrocento, la
regione umbro-marchigia-
na
si
avanza inaspettatasul
mente
campo
ma
le
della
di naturalismo e di gotici
pronta
attivit.
Nelle opere
di Ottaviano Nelli
di
Lorenzo
forme
e di
Jacopo da Sanseverino,
tanto
delle
ad opere
^
!
'
Cfr.
et mod., 1908); A. Michel (E. Bertaux), Sui fratelli da Sanseverino, cfr. A. Venturi, Storia, VII, i, 167 e segg. A. Colasanti, L. e
;
58
458
anch'egli in convenzionalismi
qualit del
adun
nelle
sue
opere
le
pi alte
nuovo
stile
cantevole fantasia, e
le diffuse nel
da Venezia a Roma.
Intanto fra
i
toscani, e
nelle
dove
sue
le
da Panicale seguiva,
tardi
prime opere,
tendenze cui pi
altri
mi-
vano pur
Il
essi
il
medesimo
stile
"^.
si
A
il
Bologna,
Petronio, dipinti
dopo
Giovanni da Modena
^,
corrispondono pienamente
per
fra
il
anche per
per
rismi gotici
alla
forma
stilistica della
quale enumeriamo
il
monumenti
forme.
maggiori
ma vanno
distinti
questi
contrasti di luce e di
certa
E
*
;
si
colorito
arido e rossastro
coevi
si
differenziano
(fig.
niera
seguita
si
dai
maestri di Lombardia
tali
365).
N Antonio da
gli
Ferrara
delle
allontana di molto da
forme
^;
delle
quali
affreschi
di
Parma mostrano
un' altra
singolare
variet
for-
mazione dei
del
principio
del
Quattrocento,
si
l'
arte
di
Michele
Giambono,
stile
di
ricollega
col
nuovo
Ra-
E anche
S.
J.
Salimbeni da
40'J
e segg.).
Il
CoLASA.NTr
(loc.
cit.,
pag. 447)
non
esalto
da alcuno le relazioni artistiche dei Sanseverinati con pittori d'altre regioni d'Italia e d'oltralpe. Gi pi anni or sono (L'Arte, 1905, pag. 337) io lio affermato quelle relazioni, che poi ho esposto anche pi ampiamente {Masolino, Bergamo, 1908, 44).
quando afferma
essere un fatto
mai
rilevato
ToESCA, Masolino, op. cit., 18 e segg. Venturi, Stona, VII, i, 152 e segg. ^ C. Ricci, Guida di Bologna, Bologna, 1900, 18. Non dubbio che lo stesso maestro non abbia dipinto gli affreschi della prima cappella, a sinistra, di S. Petronio, sebbene siano mollo guasti da restauri. E appunto consta che in della cappella lavor Giovanni da Modena. Dello slesso maestro abbiamo trovalo altri dipinti nella chiesa del S. Sepolcro. Cfr. A. Venturi, Storia, VII, i, 204. Ci risulta dal pi antico graffito che abbiamo trovalo nelle pitture, sulla parete di sinistra. Cfr. A. Venturi, Storia, VII, i, 220. Cavalcaselle, Storia, IV, 93. Cfr. L. Testi, Pier Ilario e Michele Mazzola (Boll. d'Arte, 1910, 59 e segg.). ' Cfr. L. Venturi, La Pittura Veneziana, Venezia, 1907, pag. 58 e segg.
'
P.
Cfr. A.
''
'
'^
LA PITTURA SUGLI
INIZI
DEL QUATTROCENTO
459
Fig. 366.
Roma,
Madonna.
460
molti guasti,
gli
elementi
stilistici
divulgati
Quattrocento ^
^
A
zione
nuovo
stile e in
prinfra le
drammatica ch'era
si
stata
pi che altrove
effetti
piuttosto
lasciando
maestri
Trecento,
raffinato
compone
un
idealismo
curiosa variet di
uno
stile
naturalistiche a viete
del vero.
Stefano da Zevio
che
l'Altichieri,
altri
esprime
in
modo
chiarissimo
nuovi
intenti,
modo
pi grossolano.
Galleria
di Brera, la
Vergine della
Colonna
(fig.
di Stefano
dalla realt,
eppur plausibili
e
'^
per
il
sapiente accordo
forma
il
contenuto.
degli an-
Fermo
di
Verona
vesti rilassate
che
li
ricoprono
sono forse
nei
al
la pi lirica, alta e
si
manierata
in
disegni,
quali la forma
scompone
di
un
linee,
e si adatta
capriccio
gli
della fantasia,
rendono
Stefano
idealistici
intenti dell'arte
da Zevio \
{Storia, VII, i, 240) nell' affermare che vi sieno relaicioni fra coeve miniature veronesi del " Tacuinum sanitatis . Gli affreschi appartengono a uno stadio stilistico posteriore a quello delle miniature lombarde del " Tacuinum . ^ Cfr. specialmente: G. F. Hill, Pisanello, Londra, 1905. Le recenti scoperte di G. Biadego (Pisanus pictor in Atti del l. ht, Veneto di Se. Leti, ed Arti, LXVII, 837 e segg.) assegnando la nascita del Pisanello intorno al 1395, non pi al 1380, mostrano sempre meglio che il maestro fu piuttosto un mirabile esplicatore che un pioniere dello stile del quale parliamo. Cfr. anche L. Testi, Vittore Pisano (Rassegna d'Arte,
'
col
Venturi
le "
gli affreschi
i,
236.
maniera di Stefano da Zevio un disegno della Galleria di Dresda (G. FmzzoNi, Ricordi di un viaggio ne L'Arte, 1901, 238) la cui attribuzione al maestro appar certa per il raffronto con l'Adorazione della Galleria di Brera. A Stefano giustamente sono da poco attribuiti alcuni disegni della Galleria degli Uflizi gi detti di Farri Spinello e un disegno del Museo del Louvre (n. 2031). Singolari sono le rispondenze che si trovano con quella maniera nell'oreficeria veneziana della prima met del Quattrocento. Cfr. Londra, South Kensington, 631-1868: calice; Vienna, Hofmuseum, XVII: croce della Scuola di S. Teodoro di Venezia.
^
caratteristico per la
LA PITTURA SUGLI
INIZI
DEL QUATTROCENTO
461
con pi cura
ritroviamo
monumenti
della
nel
Piemonte importanti
stile
l'esagerato
ma-
il
panneggiato delle
ai visi
_
\
un aspetto
le
grottesco,
pu
del-
arcaici
Trecento e
il
Quattrocento,
s
che
riet pittoriche
oltramon-
qualche
poi,
il
figura
(fig.
367)
Masolino da
di
Panicale
Michelino
del castello di
Manta
presFig. 367.
so Saluzzo ^
offrono un saldo
francese;
ma
anche
altre
hanno molti rapporti con le forme oltramontane, e valgono a stringere viepi in una unit stilistica il vastissimo terreno che abbiamo corso
:
come
del
Piemonte,
anche a Milano
Verona
la
'
Cfr.
P.
D'Ancona,
Manta
462
Pittura
cos che
oltramontana e
i
la
Pittura
locale
digradano
si
l'
una verso
l'altra
loro confini
non sono
precisi ed esse
stile.
un trapasso quasi
insensibile di
Fig. 368.
Trento, castello:
il
Giugno.
Da Verona,
risalendo
il
corso dell'Adige,
si
posson
seguire le tracce
le
dipinti
LA PITTURA SUGLI
della torre dell'Aquila
^,
INIZI
DEL QUATTROCENTO
stati eseguiti nei
(fig.
463
primi decenni
del secolo
XV,
dubbi
pareti
della
vide ancora,
Fig. 369.
Trento, castello:
il
Luglio.
'
G. Focolari, IL ciclo dei mesi nella Torre dell'Aquila (Tridentum, Vili, lasc.
4).
Non ho potuto
fig.
stu-
il
di decorazioni nel castello di Lichtenberg nel Tirolo (K. Atz, Kunslgesch. i>on Tirol, Innsbruch, 1909,
da raffrontare, per
il
contenuto, con
miniature del
"
Tacuinuni
464
nel loro estremo fiorire, le fogge signorili che appaiono in qualche minia-
tura
del
"
Tacuinum
sanitatis
Ma
quelle miniature
travestita in
un esagerato convenziona-
l'arte
di
lasci
delle
opere
del
Kampill
di
^,
in
duomo
di
Bressanone
si
la
Verona
affini
a Stefano da Zevio
mescola a caratteri
Una miniatura
medesimi
dubi)i
ai
370):
come
un
raffinato
manierismo
maestro
ma non
^
rag
capolavoro
del
veronese, anzi
Pi
oltre
stile, si
perviene
Museo
di Francoforte
'',
il
motivo
a
trattato
da Stefano da Zevio
questa con
di quelle
le
nella
pu
servire
congiungere
bens
come derivazione
di
una
che
nei
vari luoghi
e colore,
sebbene consistesse di
elementi omogenei.
A
la
duomo
si
palesano tanto
le relazioni
ch'erano tra
Lombardia
quelli,
Michelino
da Besozzo, di
Franco
da
e di Filippolo
de Veris e degli
in
altri
pu connettersi
ugual
Gli
modo,
con
lo
stesso
le
misurato
miniature
affreschi
di
Campione,
' Alludiamo agli affreschi di S. Giovanni in Dorfe (K. Atz, loc. cit., 659 e segg.), degli ultimi decenni del Trecento, nei quali giustamente H. Sem per ha notato molti caratteri italiani. ^ K. Atz, loc. cit., C58 H. Buaune, Die kirchUche Wandnial. Bozen zuni IMO (ZeUschr. des Ferdinan;
K. Atz, loc.
cit.,
fig.
7C1
G. Fiuzzoni, Ricordi di
un viaggio
G. FiiizzoNi, loc.
cit.
H.
J.
Hermann (Wickuoff,
Besclireibeiides
Verzeichnis,
I,
109)
attribuisce la
F.
Ora comunemente
Germania meridionale;
cfr.
C.
f.
Kw.,
LA PITTURA SUGLI
INIZI
DEL QUATTROCENTO
465
della Galleria
Madonna
non escono
del
la diffusione in
molte regioni
ma
lato pi
profondo verso
la Pittura transalpina.
Fig. 370.
Innsbruck, Ferdinandeum:
il
Giardino
celeste.
Si confronti la tavola di
la
Madonna
delle
della
collezione
al dipinto
Aynard
del
di
Lione
371). In questa
la
corrispondono di molto
figure,
il
maestro lombardo
il
Bambino. Anche
il
dittico franco-
di Firenze offre
argomento
di confronti
59
466
venne pur
attribuito,
di
nel
(fg.
Museo
di
Maria
372) che
un
mingo
si
affine
all'autore
potrebbero
paragonare
Siena e
le
scuole
tedesche
per scoprirvi
delle
affinit,
derivate sia da
della
Pittura
d' oltralpe
a Milano con
tisti
concorrervi d'ar-
d'
di Fiandra,
cogli attivi
anche
di Colonia, e
commerci.
di
La comunanza
con
le
relazioni
i
regioni transalpine, e
ree
ciproci
rapporti
tra
Verona
no
di
Michelino e
quello
di
Stefano
da Zevio, e
altri
pittori
veronesi e lombardi.
Al periodo
Fig. 371.
nel
quale pre-
domin
Lione, Coli. Aynard: Madonna.
lo stile di cui
abbiamo
frutti diversi.
il
fratelli
preparazione,
diedero
una potente
originale
tutto
il
impronta
Pittura
oltramontana,
che persistette
durante
Quattrocento, distinguen-
Cfr. specialmenle O. Fischer, Die altdeulsche Malerei in Salzbiirg, Lipsia, 1908. L'altare di Pahl, ora nella Gallera di Monaco, lia riscontri con la maniera di Stefano da Zevio e di Michelino, come, per il colorito, le miniature del cod. lat. 15701 (Bibbia) della Staatsbibl. di Monaco, attribuite anch'esse alla scuola di Salisburgo (lg. 373).
'
:
LA PITTURA SUGLI
INIZI
DEL QUATTROCENTO
467
lo stile del
Rinascimento. Ecco
a F'irenze, dapprima, Masaccio aprir d'un tratto nuove sfere d'Arte, e lasciato
il
fca-
Fig. 372.
Berlino,
Museo: Incoronazione
di Maria.
di
Gentile
Andrea Mantegna
e
Pisanello liberarsi
dal
lirismo manierato e
fissare
i
per
468
forme
stilistiche
che
si
svolsero lentamente
si
,^^^g^^^j0m^^m^m^
r?r7^ ^*nmtmtt8<pmemtttttmtiTOttt
Fig. 373.
Monaco,
Fig. 374.
Cremona,
S.
discendenti di Miclielino da Besozzo. Leonardo da Besozzo. La sua Cronaca figurata. Gli Zavattari. Loro origine artistica. Gli affreschi della casa Borromeo di Milano. Affreschi rurali.
I
Sono
di
copiose
le notizie
di pittori
Quattrocento \
ma
scarse le opere,
anonime
vente anche
tali
da doversi attribuire ad
artisti cosi
mediocri che
N dimostrano
stile.
accor-
dano
La maniera
De
Veris,
affine
nell'intimo
quella di Michelino,
ma
e continuatore.
da ricollegare ad essa
(fig.
il
chiesa di
S.
Francesco di Lodi
375). Sullo
'
Cfr.
specialmente
F.
cit.,
passim.
470
eleva
il
ha bizzarre forme
con
gialle,
gotiche
fogliami
nella
sventolano
come banderuole. La
Vergine,
finezza
:
leziosamente
il
elegante
persona,
dipinta
gran
l'av-
di
verde a iridescenze
stile
rocche
rente
di
si
;
la tunica, di
verde azzurrastro,
il
seno e
il
chiome
gialline,
sono
tinti
in ogni parte
;
una
virtuosit che
trasparenti,
i
compiace
di tentare ogni
compito
difficile
e ritrae niml)i
vesti sottili
l'indefinito.
come
veli
limiti del-
Anche
Madonna
gi
il
pittore
si
maniera convenzionale
osservata negli
De
nuove
dell'affresco egli
mostra
tale
ricatura,
ma
venuto forse
11
S.
Antonio eremita
376),
ammantato
il
di
porpora scura
il
corpo
cranio deformemente
l'artista
enorme,
mostra come
;
giunga all'espressione
soltanto per
mezzo
di esagerazioni
ma
Il
anch'esso disegnato
con finezza
sul
non volgare.
devoto inginocchiato
le
terreno
:
orecchie, flaccide le
mani
ogni
de Veris,
quasi
discendente da loro,
S.
appare privo
Altra maniera segu Antonino de F'eraris da Pavia che, nel 1419, di-
pinse
la
nella
chiesa
di
S.
Luca, a
Cremona
' Lo Zaist (Notizie istoriche di piti, acuii, ed ardi, cremonese, Cremona, 1774, pag. 28) riporta da una raccolta ms. (ii antiche iscrizioni l'intiera epigrafe ch'era dipinta su quelle pitture, le quali ai suoi tempi pi non si vedevano. Negli affreschi ora scoperti tornato in luce anche un frammento di iscrizione che
corrisponde a quella (.... et mercator crem.. natus quondam domini bartholomei.... ,) cos che l'identificazione dei dipinti con quelli eseguiti da Antonino de Feraris non dubbia. 11 Caffi (// Castello di Pavia in Ard. SI. Lomb., Ili, pag. 543) afferma che nel 1419 Antonino lavorava a Pavia.
..
471
Fig. 375.
Lodi,
S.
Francesco: alVresco.
472
Fig. 376.
Lodi,
S.
Francesco:
S.
Antonio eremita.
473
di
S.
Luca,
rappresentanti
cos
entro
sono
di azzurro e di scarlatto
che
vi
l,
(fg.
Fig. 377.
Cremona, Museo
Civico": affresco.
guasti dipinti
i
designano
Un
tomba scopere
quali giungono
tiene
i
con leo-
un fante che
Nel disegno delle figure non v' nulla delle gonfiezze gotiche proprie di
Michelino da Besozzo e dei De Veris alquanto secco, che rammenta lo
bardi della fine del Trecento.
;
miniatori lom-
Non
mento
tre
morti
377)
un framche incli-
Museo Civico
di
Cremona
(fig.
niamo ad assegnare
allo stesso
Antonino de Feraris ^
Opere di transizione fra le forme stilistiche di Giovannino de' Grassi e quelle dei pittori lombardi prima met del Quattrocento possono dirsi una tavoletta della Madonna fra due santi nel Museo Civico di Pavia (coli. Reale, n. 80; cfr. A. Cglas.xnti, Gentile da Fabriano, Bergamo, 1909) e un'altra Madonna del Museo Correr (II, 8) di Venezia.
della
60
474
Si
diffondeva
intanto
sempre pi ampiamente
altra
lo
stile
che aveva
;
in breve
tendenza da informare, in
ci
dipinti
lombardi che
ci
azione
del
maestro che
ogni altro,
il
Lom-
una vasta
profonda
che possa
Leonardo da Besozzo,
Nel 1421,
di
egli era
il
figlio
di
Michelino,
non
colui
maniera paterna.
Io
duomo
Milano
ma poco
nell'Italia
propria arte ^
S.
Gianni Caracciolo in
Giovanni
Carbonara
di
Napoli
'^,
guiti
dopo l'anno
;
mausoleo
del Caracciolo
quelli
la^
ed
che non
non
La cupola
;
le
zona, di scene della vita di Maria, di figure di santi a lato delle finestre
nel basso, di
una
fascia
afferma che
la
cappella
;
il
sepolcro
di
dipinti
da Leonardo da Besozzo
il
ma
in altro affresco,
Vita
degli
eremiti, ricorre
nome
da Benevento
conviene
Leonardo da Besozzo
della Vergine
si
possono osser378),
(fig.
che
reca
' Gir. P. ToEscA, Michelino da B., op. (Tiiieme-Becker, Kinstl.-Lex., Ili, 532).
cit.
{L'Arte,
1905,
323)
F. Malaguzzi- Valeri,
Leonardo da
B.
H. Brockiiaus, Leonardo da Bisticcio {Gesamni. Sludien z. Kstgesch. fi'ir A. Springer, Lipsia, 1885); Rotonda di S. Giov. a Carbonara {Boll. d'Arie, 1909, 121 e segg.). ^ Sotto la Nativit scritto " Leonardus de Bissucio de Mediolano hanc capellam et lice sepulcruni pinxit , nel primo riquadro della Vita degli eremiti ' Perinect(us) de benivento pinxit ,.
2
475
a a
C3
O
V5
6C
476
il
nome
le
propor-
anche errate
di
tuttavia
ritrovano nel-
non trascurabili
un realismo che
in alcune parti
nell'episodio
della
nel
gruppo
degli spettatori
delle architetture,
azzurri prevesti:
hanno
visi
coloriti di ro-
ad ammaccature.
Ritroviamo
i
medesi-
mi
in tutti
altri
:
alfreschi
della
cappella
nelle
fi-
mausoleo
nell'
del
Caracciolo,
An-
nunziazione
(malamente
architetto-
Esequie della
la
Madonna. Soltanto
sentazione
di
Pre-
Maria, pi
si
pu
lombardo
che
anch'essa ha
di
le tinte
chiare e azzurrine
lui predilette
con
la
collaborazione
Perinetto
da Benevento,
il
quale,
nome uno
(fig.
degli
Perinetto
da Benevento
si
dimostra,
;
in
codesto afTresco
dal
379),
discepolo
di
Leonardo da Besozzo
distinto tuttavia
maestro, per
' Ma cfr. A. Venturi, Storia, VII, primi riquadri della Vita eremitica.
i,
275.
Sono
tre
477
crudezza
di
colorito e di disegno.
attribuirgli
E bene osservando
alcuni
dei
gli
non
tutti
un sermone, a costrurre un
caratteri
stilistici
edifcio
veggono
di bel
nuovo
propri
che spetti
al
pittore
Leonardo da Besozzo. anche verisimile lombardo l'aver ideato tutte le singolari scene, che
a
hanno
denti
iconografici
Arte
che
della
in
ogni
altro
in
cappella,
quello
della
Incoronazione
nardo da Besozzo
si
esplica
poco consentanei
alla
(fi-
gura 382).
Quivi
sforzo
di
non
v'
nessun
lo
rappresentare
sfondi architettonici: la
comun
Fig. 380.
medesimo piano,
intieramente con
artista
ideata
di
al
Napoli,
S.
Giovanni a Carbonara.
gli eremiti.
Leonardo da Besozzo:
spirito
decoratore.
Intorno
gruppo centrale
nel
quale
le
persone
coorti degli angioli, gaiamente fiorite d'ogni colore. Svaria d'una in altra
schiera
il
delle
vesti
vi tale
Il
ricchezza di
tinte,
che
fa rassomigliare l'affresco
ad una miniatura.
'
Nelle rappresentazioni della vita eremitica in tavolette bizantine, negli afl'reschi del Campo Santo di malamente attribuita ad Ambrogio Lorenzetti.
478
angioli, le quali
hanno
tale
le figure
N meno
delicati di colorito
sono
santi e
con
l'esagerazione
che
si
era
Michelino e degli
vita
;
altri
lombardi
la
senza
la rilassatezza dei
Fig. 381.
Napoli,
S.
gli eremiti.
al pittore dalla
la
ha parallelo
in dipinti
tali
Ma, osservate
la Pittura lomJ)arda,
pur da
ri-
hanno
assai
pi somiglianza con quelle proprie ai pittori senesi della prima met del
le fantastiche
esili
Francesco
di
Lodi
degli
Zavattari. In alcune
'
Nei dipinti di Biandrate, che fra breve ricorderemo, e in decorazioni absidali di chiese campestri.
479
Fig. 382.
Napoli,
S.
di Maria.
480
figure
il
la
lombardi
rentini
:
rammentano
in
qualche
il
modo
lo stile dei
nuovi maestri
fio-
osserva soprattutto
chiaroscuro
d'un
tondo, sotto
tratti e di
(fig.
di
Masolino da Panicale
383).
Fig. 383.
Napoli,
S.
In
un
S.
le
influenze
l'artista
dipinse non
mausoleo
di re Ladislao, segnate
anche
'
481
nome
ma
))ens
anche una
meglio
384).
La composizione
vi assai
che
;
nell'ugual
soggetto
sia
S.
Caracciolo
ma
gli
il
che l'affresco
opera di Leonardo
da Besozzo appare
con
maestro e vi osservi
il
particolari
manie-
rismi gotici,
Fig. 384.
erompono
il
raggi di luce
dipinte.
mentre
L'an-
puro
il
candore
del viso
che
il
di
Michelino
pi
'
Sotto la figura di
),
un santo vescovo,
la
("
diolano ornavit
ma non
61
482
tratto
profitto,
dell' arte di
Masolino da Panicale.
e forse
sia posteriore di
qualche tempo
ai dipinti della
anche a un vasto lavoro di miniatura che pose Leonardo da Besozzo in pi intimo contatto con l'Arte toscana.
Appartiene ora alla famiglia Crespi
figurata che reca scritto al suo termine:
di
Cronaca
Bissutio pinxit
scrizione
^,
Nei
si
svolge
storia
celebri,
tradizionale
dell'umanit,
rappresentata
colle figure
di
uomini
disposte
cronologicamente, e precedute
animali.
Ognuno
campeggiano
assai
figure miniate.
La prima
altra
carta
mostra uno
diverso
da quello d'ogni
nei quali anche
parte
del
libro ^
Le
figure
vi
il
meno semplice
anzi tale
si
XXVI).
svelte, linea-
personaggi
hanno proporzioni pi
in S.
menti delicati;
affreschi di
in essi
per vero
si
cogli
Leonardo da Besozzo
mente con
germente
La
fat-
le
carni
dei
visi, tinte
leg-
come
bianchi,
nelle vesti,
e
al
una
gamma
al
roseo
giallo
vivo,
vermiglio,
con
tinte
cangianti.
impacci
gotici,
ma
l'artista
appar gui-
gli affreschi di S.
Giovanni a Carpersole
bonara non facevano presagire, se non forse nell'angiolo annunziante inghirlandato di rose. Sono dignitosi in aspetto
naggi
illustri
;
profeti,
la
saggi antichi,
;
chioma
Priamo, coperto
'
H. Bkockhaus, loc.
cit.
Anche
il
Brockhaus
ma
l'attribu a
TtMKTiV
lAVTV-^i^^
COH'C
!*
Tav.
WVII.
lii
Leonardo da Hesozzo.
483
Fig. 385.
Milano,
coli.
484
armi argentee
bianco
;
di
giallo e
soppannato di
;
Eliseo,
illuminato di tenui
calzari di carminio,
Sardanapalo,
al
con
385).
roseo
(fig.
armoniosamente
son
pi
le tinte;
il
carattere sovente
Dove
tico, se
le
figurazioni
complesse, pi appare
raffinata l'arte
Anteo sembra
tratto
da un
marmo
an-
del
Quattroi
cento
Europa passa
sul
Fig. 386.
Milano,
coli.
ha
il
rapidamente segnato
esile
di
bruno
nelle ciglia,
nella bocca
386)
Proserpina,
si
malva
di
carminio,
l'erbe;
fiori tra
Priamo tende
;
gli
s'inchina presentata
da
Paride
(tav.
(fig.
Scipione
vi
sta
XXVII);
un
Bambino
un senso della
che
che suggerisce
nomi
di
Lorenzo Ghiberti
e di Masolino.
la
sia
un
esemplare
toscano
il
sospetto
si
485
cittc,
in
imagin un
Il
edifcio
l'ar-
rappresentare figure
significar
con esse
le
varie
la
Cronaca
sia stata
da
una
lunga
preparazione iconografica.
fu
opinato
eseguiti
dal dal
modello
certi
atTreschi
fiorentino
Giusto
della
Menabuoi,
degli
nella
seconda met
di
del dei
Trecento, in una
quali un codice
cappella
chiesa
Eremitani
Padova,
membranaceo, posseduto
gli schizzi originali.
Roma, conterrebbe
Fig. 387.
Milano,
coli.
Leonardo da Besozzo.
Ma non
turi, al
il
codice
romano
e di
averne proclamata
grande importanza.
negli Eremitani
di
Padova una
frammentaria-
anche
Brockhaus (op. cit. pag. 22) trasse argomento dal vedersi sulla cupola di S. Maria del Fiore lanterna, e da particolarit di una veduta del Pantheon per dedurre che l'artista abbia eseguito quelle miniature, o gli schizzi d cui si giov, tra il 1436 e il 1442.
'
Il
la
2 A. Venturi, // libro di Giusto ne Le Gallerie Naz. II., IV, 345 e segg.; Io., Storici, VII, i, 274. Cfr. sulla controversia sorta in proposito dell'attribuzione del Venturi: J. vox Schlosser, Zar Kenntniss der kinstler. Ueberlieferung (Jahrb. d. Kstliist. Sanimi, d. ali. Kaiserh., XXIII, 327 e segg.); L'Arte, 1903, pag. 79 e segg.;
L.
DoREz, La canzone
Bergamo,
1903.
486
antica
aveva affrescato
luogo
le
Arti
liberali, le Virt,
Vizi, e figure di
Ora non
di Giusto
dubitare
che alcuni
codice
romano, conte-
bene non
o dalla
comune derivazione
lo
da un medesimo
stesso
Giusto Menabuoi
consentono
loro caratteri
stilistici,
quali accennano
appunto
alla
Ma
nel codice
romano bisogna
gli
uomini
famosi. Quelle
J.
hanno
schietto
aspetto
al
trecentesco, queste,
come osserv
armi e delle
si
possono stimare
Fig. 388.
Milano,
coli.
Fra questi ultimi disegni quattrocenteschi e la Cronaca di Leonardo da Besozzo si trovano veramente gli stretti rapporti notati dal Venturi non somiglianze generiche di composizione, ma perfette rispondenze di
:
'
J.
VON Schlosser,
loc. cit.
Gli
argomenti
sono dei pi
una parte dei disegni del codice romano non pu essere del Trecento.
lav.
XWI.
Mil:.ii<., coli.
Hes../,zo.
487
anche
suggeriscono
dirette,
che
disegni e la Cronaca,
se
non sono
pre-
da relazioni pi
(fig.
mune
388 e 389).
occorre vagliare
diverse ipotesi
che
si
sentano.
DAVID
LXXXIX
'-'^l
W
-;-v.
GOUAS-
RfXVSA^-
OViNTAETAS-
u Vi s
M:\UA
Fig. 389.
Roma,
"
Libro di Giusto
Leonardo da Besozzo abbia servito di modello al von Schlosser; ma a tale opidisegnatore del codice romano, afferma nione contrasta l'osservare come nei disegni si trovi una maggior robu-
Che
la
Cronaca
di
.1.
stezza di forme che nelle miniature: nelle figure degli eroi e delle eroine
il
romano ha un'energia
il
488
proporzioni
dei
corpi.
Ora, sembra
il
forme
non
si
pu
dire che
V.
tir
".:^-
Fig. 390.
degli
eroi
ch'
il
nel
codice
di
Leonardo da Besozzo,
sia
perch
nella
Cronaca anche
chiarissime
colorito
l'uso dei
cangianti, la predilezione
di tinte
si
attenne ad un
a contorni.
Tutto considerato,
la
congettura
della
pi verisimile
che Leonardo da
fu
Besozzo abbia
tratto e
partito
copiata in parte,
489
romano. Quella cronaca, ora perduta \ doveva esser stata eseguita a Firenze nei primi decenni del Quattrocento, da artista seguace delle nuove
tendenze, affine agli ultimi maestri goticheggianti, a Masolino,
al Ghiberti,
ma
gi partecipe
anche dello
stile
dei nuovi
pittori
realisti,
quali Paolo
Attendendo
familiare
l'
al
farsi
pi
Arte
toscana,
quale
forse
gi
aveva
esercitato
qualche
influsso su di lui,
come appare
Fig. 391.
ciolo, e pi
S.
Giovanni
si
a Carbonara.
egli
al-
vedemmo
preva-
Pu nascere sospetto che Io slesso perduto esemplare abbia servito a un'altra copia, debolissima, met del Quattrocento, ora nella Biblioteca Reale di Torino (cod. n. 102). questa un codicetto cartaceo nel quale le figure non sono disposte in zone diverse come nella Cronaca di Leonardo da Besozzo ma occupano ciascuna un foglio. Gli atteggiamenti dei personaggi, e molte volte anche i colori delle loro vesti, corrispondono a quelli della Cronaca milanese ma non senza qualche leggiera variante come puoi vedere confrontando nei due codici la scena raffigurante .Scipione dinanzi al Senato (fg. 390 e tav. XXVIl). Anche il codice torinese contiene un prospetto della citt di Roma come quello della Cronaca di Leonardo da Besozzo illustrato dal Gregorovius {Una piemia di Roma nel Boll, della Cornili, arch. coni, di Roma, 1881).
'
della seconda
62
490
ma non abbiamo
fu
modo
e
si
di seguirlo in altre
lunghissima
suo prossimo
conservato
miniature di
Universitaria
un codice ebraico
di
di
Avicenna
^,
nella
biblioteca
ma
l'attribuzione che
proponiamo non pu
Nella
Fig. 392.
(fig.
391)
si
osservi
l'atteggiarsi
incerto delle figure, simili a quelle di alcuni spettatori nella Nativit della
cappella
pinte
di
il
suolo coperto di
maioliche die
la fattura
come
Annunziazione
di S.
Giovanni a Carbonara,
' Il SuiDA (Stiidien z. lomb. Malerei in Monatshefle f. Kiv., 1909, 471) compara alle opere di Leonardo da Besozzo, attribuendole a scuola lombarda, due tavolette dell'Accademia di Bergamo che altri, con miglior ragione, riferi alla maniera di Jacopo Bellini (G. Focolari, Dipinti ignoti di I. B. nel Boll, del Museo
491
come
medesimo codice
(fg.
Quattrocento, riappaiono
variamente
alterate,
in
diverso
grado
di
Fig. 393.
Milano,
S.
Maria presso
S.
Celso: affresco.
suola di
S.
di
figure di
in
pi
chiaramente
si
scorgono
un
la
Madonna
col
Bambino,
nel quale
il
modellato gonfio
morbido
dei corpi
rammentano
Giovanni
Museo
civico di Milano,
si
tentati
alle
pronunciare
nome
il
corrispondono
disegno e
E,
Madonna
S.
il
col
Bamun
santi.
pur a Milano,
Maria presso
Celso,
pu compararsi per
si
492
stilistico ai
le
393).
La decorazione
della
il
cappella
detta
della
regina
a
duomo
Pittura
di
Monza,
pi cospicuo
monumento
secolo XV.
noi pervenuto
inscritta
lombarda
della
met
del
Un'epigrafe,
dai
che
le pareti della
accenna che
la
volta nella quale sono affrescate, sopra sfondi di stucco dorato, le figure
degli evangelisti e di alcuni santi seduti in alti troni \
Le
stanti pareti
sebbene
:
non
e
se n'allontanino
tendenze d'arte
le
bizzarre
la
grottescamente contorte,
vi
seguito dagli
sebbene
sia
Al
Battista
benedicente
del
Quattro-
cento
da un
il
falco sul
pugno,
-,
al re
Autari e alla
duomo
Quivi
uno
sfolgoro d'oro,
un chiarore
di tinte limpide
delicate
tutti
come
nelle pagine di
un
sono
di paese,
le
ma
soltanto
qualche tratto
convenzionale
citt
lontane
d un aspetto fantastico,
di
maniera
alle
Siamo
di bel
nuovo richiamati
e
conven-
che Michelino
da Besozzo
:
Stefano
non
atmosfera che dia vita alle cose, anzi un affollarsi di figure, sovente
nella
incerte
loro
struttura,
malamente
ristrette
insieme entro
edifici
Suspice qui transis ut vivos corpore vultus Peneque spirantes et signa simllima verl)a hanc ornavere capellam Preter in excelso convexe piet truine . Cfr. L. Beltrami, La Cappella della Regina Teodolinda, Milano, 1891 A. Venturi, Storia, VII, i, 282 e segg.
'
"
1444.
De
Zavatariis
2 Gli affreschi della volta sono molto ridipinti. affine alla maniera dell'anonimo tavola dell'Annunziazione nell'Oratorio della Pia Casa di Monza.
pittore
una
493
studio di
d'una
esiguit
il
irreale,
non
riprodurre
rilievo delle forme, gli effetti vari della luce sui corpi, anzi
;
non ricerca
di
espressioni
varie,
ma
con atteg-
giamenti di maniera.
v^e\
,'
.1
jimmi-jot-
Fig. 394.
di Autari.
Eppure, con
tale stile,
il
racconto
un colore leggendario
uno splendore
;
dargli
talvolta, anche,
grosso involucro di
di osservazione
realt,
sente scorrere
del
leggenda alla
senza spo-
494
la fantasia
dei
pittori
mostra ora
il
suo
una certa spossatezza, fanno capolino continuamente le scene di genere, in particolari impreveduti, in gesti, in costumi ricavati curiosamente dalla vita reale.
La leggenda, copiosissima
episodi, probabilmente
di
ha sue
fonti
si
che
riferivano al
duomo
di di
pliando
il
racconto
cono \
Giungono dapprima
ribaldo. Accolti in
fcio,
s'
gli
ambaGaedi-
un fantastico
fra
i
inginocchiano
i
corti-
giani
i
mentre
donzelli trattengono
cavalli
nella
si
Il
campagna, ove un
in salvo
lepratto
pone
fuor dai
rumori.
mescersi di fantastico e
rende
attraente la composizione
non
spiacevole
degli
atti
si
la
graziosa
incoerenza
delle
persone,
i
che con
essa
accordano
molti manieridi-
vano
Vanno
con
le
muovono
Fig. 395.
dalle
citt
colorite
se-
dolinda
si
fra
il
^ A. Venturi, Storia, loc. cit. Non credo sia conveniente dilungarsi nel descrivere e interpretare molte scene, il soggetto di alcune delle quali non abbastanza determinato.
le
495
strane
uomini
dame
di
sfoggiano
le
vesti
pi ricercate
al)iti
ricamati,
acconciature di veli
non mancano
prestamente
veste fluente; e
lo scudiero
che
la precede. Si
Fig. 396.
la
corte di Teodolinda.
duomo
di
il
aspetto
individuale,
sono
dal vero,
;
come
si
vede
in
394)
496
hanno
visi
rotondeggianti,
quasi
infantili,
con
iridi natanti.
volte
composizioni.
Cos,
scena,
come
in
Fig. 397.
il
altri episodi,
attigue,
l'angolo
:
che
queste l'ormano
si
Fra
una
atti e
fanciulla
vestita
di
lunghissima
(fg.
395).
497
il
Di tratto in
colore degli
tratto,
specialmente ove
l'arte
il
tempo
pii
ha risparmiato
atrreschi,
degli
i
Zavattari
avvince l'attenzione.
(fg.
Nella
snoi consiglieri
396)
si
alternano
ritratti e
tipi
ma
la regina, vestita
incomparabile
Fig. 398.
afTresco.
del
del Quattrocento:
i
mensa,
alla
quale siedono
i
gli
sposi e
i
convitati,
e
le
trombettieri
di
paggi
portano
vassoi
coppe ricolme
vigorosa
397). Nella
fondazione
(fg.
del
duomo
;
Monza,
pii
si
manifesta
vasto
una
fon-
tasia
398 e 399)
ancor
nel
affresco
che rappresenta
il
come un eremita
dei
regno
Longobardi
400).
Quivi
la
scena
498
a
N
a o
e
o s o 3
T3
o a e
o
a
e
499
irti
di
armi
con
la
afTaccia
dal suo
recinto
di stuoie fa contrasto
d'armi,
che
un tempo dovevano
brillare di argento.
Fig. 400.
Per
vesti,
davano
brillante
cos
intatta dai
guasti
la
cagionati dagli
gli orafi
anni e
regina fra
:
che preparano
il
duomo
401).
di
Monza
compagne
di
modellato
500
Non
con
che
sicurezza quali
fra
Zavattari,
operarono a mezzo
^
il
gii affreschi di
Monza
Che
questi siano
lavoro di pi
artisti,
come
che
appare anche da
:
in alcune parti
il
colorito
meno
delicato
e ci indica
^.
tisti
di diverso valore
Fig.
101.
Donde
terminare.
nel
essi
Il
abbiano derivata
la loro arte
non
ormai arduo
il
de-
loro
stile
non pu meravigliare
' Gi il Beltrami (loc. cit., 11) ha raccolto dagli Atti della Fabbrica del Duoino di Milano notizie dei diversi pittori clie la famiglia degli Zavattari ebbe nel Quattrocento: nel 1404 lavorava pel duomo di Milano Cristoforo Zavattari; nel 1414 e 1417, Franceschino nel 1456 e 1459 Ambrogio dipingeva delle immagini. Nel 1465 i fratelli Zavattari dipngevano gli alfreschi, ora scomparsi, di S. Vincenzo in Prato a Milano
;
(Ffoulkes-Maiocchi, V. Poppa, op. cit, 2.3). Pi tardi, nel 1475, Gregorio Zavattari eseguiva un affresco nel Santuario di Corbetta. Ma non abbiamo nessuna opera firmata dei tre primi che ci dia di vedere a quali tra loro spetti la decorazione della cappella di Monza. Il Cavalcaselle (A Hislorij of Painling in A, Ilaly, Londra, 1871, II, 63) l'altribu a Cristoforo e Francesco Zavattari. ^ P. ToESCA, Disegni di antica scuola lombarda (L'Arte, 1907, 53),
501
osservammo
;
nella
si
Pittura
di
del Quattrocento
con
la
quale
conlanno anche
del
propensione a ritrarre
naturalistica
costume,
la ricerca
Per
anche
le
siffatti
richiamano
alla
mente
scorci
in
come
certi
di cavalli
S.
Anastasia. Gi
di
Milano,
collahorato
decorazioni
le
delle
sale
del
Castello
Pittura
le
essere fra
maggiori intraprese
della
Lombardia
estetiche
qualit
pur
gi
difTuse
fra
pittori
lombardi,
influire
sugli
artisti locali.
Non
si
ritrovano tuttavia
la
negli
affreschi
degli
Zavattari
la
riflesse
le
potenza drammatica,
forte percezione
al
dello spazio,
che non
maestro di
Verona
zione
Monza.
N sarebbe
artistica
come taluno ha
il
fantasticato.
Il
maestro
e,
toscano,
che gi verso
1424
l'anno
1435, vi
aveva composto
del
battistero,
Pisanello,
aveva dato in
al
proprio
stile,
personale,
pionieri della
Monza,
quali, se per
il
con questi n
n l'elevatezza di concetto,
comune e nem-
meno
diretta
Da
di
muovono
frescanti di
Monza
dall'arte di Michelino
di Siena, e le
gli
miniature dell'Elogio
affreschi del
duomo
il
di
Monza:
manierismo
goticheggiante,
che persistono
nelle
anche
il
una mi-
502
o u
n
a
u
o"
c a
i
I
503
Monza
che di quella
si
la
pi hella derivazione.
un
ora
nella
biblioteca Capitolare
del
Monza,
in cui lo
sfondo dorato,
il
colore
delicato
Cristo
e degli
rispondono appieno
alla loro
maniera.
E anche
altre
opere
ci
Fig. 403.
afl'resco.
A
cortili,
che
raro
esempio dell'antica
si
grande porta
tutto
accede
in
due
ove
pi interno
un
tempo era
e
muro
di fondo,
nell'attigua parete
fiorire e lo scrostarsi
il
degli
intonachi.
:
il
Cattaneo lesse
nome
di
Michelino
da
Besozzo
504
al)l)ianio
ci
ha
lasciato.
Ma
rimane ancora un
tratto
ben con-
servato degli
antichi
sebbene esso
non manchi
di affinit
con
la tavola di
freschi di
Monza,
(fig. ,402).
una brigala
di'
giovani
con
falchi,
vestiti
dei
bizzarri e signorili
delle figure
e
la
Fig. 404.
Milano,
S.
Euslorgo: affresco.
forma dei
visi,
spondono
il
Monza, sebbene
che
in questi
modellato
alcun poco
meno
vigoroso.
di
Due
tolti
altri
fanciulli
suonano
il
liuto,
la
417) ^
affreschi, assai malconci,
Non
diverso
stile
appare negli
che decorano
'
piccoli
505
una
Borromeo, attigua
tile.
cor-
Sulla
parete
meglio
onde impetuose
buttano
a
le
merci, o
si
pregare,
mentre
librati
tre santi
appaiono
presso
(fig.
nel cielo
r albero
maestro
il
403).
sia
Sebbene
diventato
colo-
rito
opaco
si
Fig. 405.
pei
Milano,
S.
Maria presso
S.
Celso: disegno.
riconosce
dalle
forme gonfie
in cielo
e flosce, nel
panneggiato composto in
altre figure
modo
la
convenzionale,
Fra
specialmente
ba perfetto paragone
negli
della
cappella di Monza.
Ad
artista
molto prossimo
agli
Zavattari
nella
appartengono
di
S.
gli
affrescbi
cappella Torriani
tuttavia
cbiesa
Eustorgio di Mi-
quali
giudizio, perch
sono in
pessimo stato
essi
(fg.
401).
Ad
di-
furono
riferiti,
quasi ne
fossero degli
schizzi,
due
Museo
del Louvre,
non handi
no piena rispondenza
com-
ma
possono credere di
un maestro lombardo ^
Dimostrano molto
ramente
tari
i)ii
chia-
lo stile
degli Zavat-
due
Fabbrica della
chiesa mila-
'
L.
DE
T.\uziA, \illor
Pisano (L'Art,
1882, 224).
Fig. 400.
Milano,
S.
Maria presso
S.
Celso: disegno.
64
506
nese di
S.
Maria presso
S.
una donzella seduta, con l'ampia fronte scoperta e i una delle fogge che usavano a mezzo il Quattrocento,
e
pugno
un cagnolino
(fg.
in
grembo
(fg.
405)
nell' altro,
rappresentata la Giustizia
delle
405).
Le forme
due
ligure
sembran
riflettere la diversit
di
maniera ch'
Fig. 407.
Lome
da
antiche descrizioni, sono raro esempio quelle conservate nel palazzo del
cardinale
Branda a Castiglione
le pareti
d'
Olona.
Col
Masolino
da
Panicale
conser-
aveva dipinto
coronate
sala con
campestri, a cogliere frutti dagli alberi che sorgono sul fondo rosso scuro
delle pareti,
507
Ma
pi
prezioso saggio
gli
delle
decorazioni ch'erano
saletta a terreno
ci
frequenti
nel
nelle
di-
affreschi d'una
i
cortile
([uali
ancora
schiudono
la [)i
vaga visione
Fig. 408.
Sotto
il
soffitto
travi,
con
lacunari
dipinti
di
motti
imprese,
verso
il
cortile,
sono coperte di
la
affreschi.
Il
tempo
le
ha
sfiorate,
ha
tolto
mezzo a
508
campagne erbose
ticelli,
sorgono
degli
alti
gli alberi e, in
mondelle
s'intravedono
stagni
la
giovani e donzelle
attendono a lor
giuochi.
fanciulle
(fg.
Ora
si
una
percuote con
palma
mano
di
407).
Le loro
svelte
Fig. 409.
zella che
una bianca
suoi
tunica,
mente
di
di
malva rosata
capelli
biondi,
raccolti
;
in
incerta
membra,
al
tuttavia
il
piena
408). L'altra
donzella
che percuote
giuoco
giovane
409)
;
nell'acconciatura
(fig.
si
509
per
viso
le alte
:
mani
e del
soltanto
afTreschi di
Monza
palla,
donzelle,
sole,
sono intente
al
gioco
della
melagrano
(fig.
410).
Scarso
il
movimento
Fig. 410.
il
vita,
eppur
ci
attraggono per
il
delizioso
manierismo
bianca
delle loro persone, per l'eleganza dei colori e delle vesti. L'agile fanciulla
che percuote
tunica
la palla
col
mazzuolo,
nel
lungo
iluire
(fig.
della sua
:
appare inverisimilmente
esile e graziosa
411)
le
sue
com-
pagne, atteggiate con monotonia, uniformi anche nell'aspetto del viso, sono
leggiadre pei colori chiari e cangianti delle loro vesti variate.
Indi
si
adunano giovani
il
donzelle
(fg.
un tavolo,
:
nel
mezzo
della
figure,
campagna, per
412 e 413)
sono eleganti
solidamente formate,
510
della
(tav.
del
passato, ne manifestano
curiosamente l'aspetto
esteriore
XXVIII).
Delle svariate congetture fatte
intorno al pittore
della
sala
di
casa
Fig. 411.
furono eseguiti
il
la
quale
si
pu, ap-
Nei libri maslri conservati nella stessa sala di casa Borromeo non abbiamo potuto trovare nessuna I pi antichi (nn. 1, 2, 3, 4 del 1421, 1424, 1427) sono registri di Vitaliano Borromeo tesoriere ducale: vi si trovano notate delle vendite di azzurro d'Alemagna (mastro n. 4, fol. 24: vendita al pittore Gerolamo da Corbetta). Nel mastro di commercio degli anni 1451 e 1452 si trovano segnati dei conti del pittore Cristoforo Moretti, che pi oltre ricorderemo; ma non possiamo assegnare al Moretti
'
Tav. XXVIII.
il
511
un antico
graffito
XV
Che gli afTreschi siano opera di Michelino da Besozzo quando ancora non si conosceva nessun'opera sicura del
bardo
:
fu
afi'ermato
pittore
^.
lomEssi
e l'asserzione,
infondata,
si
di Siena,
un colorire meno
leggero,
nello svolgersi
Fig. 412.
il
della Pittura
di
Michelino.
Anche
il
nome
di
Masolino
da Panicale
si
fu
pronunciato da chi
fra
si
possono osservare
alcune
delle figure femminili negli affreschi dei giuochi e l'Erodiade dipinta nel
battistero di Castiglione d'Olona, cagionate dalla identit delle
acconcia-
stile.
il
Manca
al
Borromeo
la finezza di fattura,
'
-'
Pebat, La peinture
il.
Ili,
632).
512
saggio e dei
N occorre
distinti
si
come
gli affreschi
della
sala
siano
da
per
la
precisione del
disegno,
autore.
Fig. 413.
Se
Monza
Borromeo
si
gano
qualche affresco
il
della
cappella
di
il
disegno
pi secco e
si
avvicina a quello
la
decorazione della
513
compiuta
della
verso
la
pittori
cappella
Monza, inspirato
ai
loro
medesimi
princpi,
ma
Le medesime forme
variamente
in
stilistiche
diretti seguaci di
si
rifrangono
numerosi
affreschi
della
])rima
met del
Quattrocento,
Fig. 414.
Monzoro, chiesa:
afiresco.
opportuno
di
enumerare
sticani.
Nella chiesa
il
di
Crocifsso
fra
diversi
pu
comporsi
414)
:
fra
dipinti
affini
allo
stile di
(fig.
di
segno
delle
figure e
di
una sobriet
proprie.
Cos
affreschi
un'absidiola
della
Lucia di
Cremona,
angioli,
si
514
la
maniera
Antonino de Feraris
si
(fg.
ora trasportati
nel
Museo cremonese
approssimano invece
Fig. 415.
Cremona,
S.
Lucia: affresco.
e nel modellato,
allo
stile
i
degli Zavattari
SS.
sopra
tutti,
un
affresco
rap1448.
Cosma
515
Lodi
fra
S.
Francesco \ alcuni
d'estrema roz-
zezza
Bernardo
di Montecarasso,
presso Bellinzona, eseguiti in parte nel 1427^; nei dipinti, di varia epoca,
della chiesuola del
-^
Fig. 416.
col
assai prossimo alla maniera degli Zavattari un affresco rappresentante la ^ladonna seduta a terra Bambino, al termine della navatella sinistra. Su altre iiitture del S Francesco di I.odi, spettanti alla prima met del Quattrocento, vedi pag. 534.
'
^ Rahn, Wandgein., 39 e segg. Singolare per la persistenza delle tradizioni iconografiche la rappresentazione dei mesi dell'anno dipinti nello zoccolo della parete ove si trova anche la Crocifissione con la data suddetta. Cos nella chiesa di S. M. de' Ghiri) a Campione gli alfreschi trecenteschi delle storie del Battista hanno uno zoccolo dipinto con le figure dei mesi. ^ Sul sinistro fianco della chiesuola, all'esterno, in un allVesco della Adorazione dei Magi segnato dipinti riflettono, ma in modo rozzisl'anno 1431, sotto la figura di un santo vescovo il 1439: entrambi smo, lo stile lombardo della prima met del Quattrocento. Nell'interno conservata la decorazione di una delle volte con storie di S. Bartolomeo dipinte, forse nel secondo quarto del sec. XV, da un maestro mediocre che mostra qualche affinit cogli Zavattari, ma ha un disegnare rigido e un colorire senza riNotiamo che il rozzissimo trittico di Battista da Legnano conservato nella stessa chiesa non ha la lievo. data del 1429 (cfr. F. Malaguzzi-Valeri, Pittori loiub., op. cit., 207) ma del 1529. Cosi sono del 1512, non
i
S.
Giacomo
di Livo.
516
forme grossolane
degli affreschi
trascurare
Ma
forse le tendenze
dero
nobile
umile che a
Milano
stessa,
decorava
le
pareti
razione di Magi
(fig.
416)
^.
'
chiesa di
S.
Colombano
la
Anche pi prossima
^
di Biandrate recano inscritta la data 1444. decorazione dell'abside d'una chiesa campestre
Ricordiamo
al
tengono
tuttavia, come pi notevoli fra molti rozzissimi, anche i seguenti dipinti che apparmedesimo periodo stilistico. 1. Abbiategrasso, facciata del duomo: affresco della Madonna in
Ascona, chiesa del collegio: affreschi nel coro. 3. Cavenago sec. XV). 4. Livo, cappelletta sulla strada di Peglio avanzi della decorazione dell'abside (Cristo fra i simboli degli evangelisti). 5. Oggebbio, oratorio di Cadesino affresco dell'Ultima Cena (singolare forma rustica dello stile lombardo del principio del sec. XV). 6. Vespolate, chiesa di S. Giovanni: affresco della Madonna fra i SS. Cosma e Damiano. ^ L'affresco, ritrovato in una casa di via Bigli, fu trasportato in parte nel Civico Museo.
trono col Bambino, ridipinto in parte.
S.
2.
in Brianza,
:
Maria
in
campo:
Fig. 417.
---V-.._5-,
.^..-^H,-'
Fig. 418.
it.
Il miniatore miniatore dell'ufziolo di Filippo Maria Visconti. Sua influenza. Dissolversi della vecchia maniera nella seconda met del Quattrocento. Manoscritti vari.
la Pittura.
Manoscritti
vari.
Tarocchi miniati.
Nazionale
di Parigi.
Suoi seguaci.
11
L
Lo
latione
'
prima met
del
:
Quattroe
accord con
stile,
se
non
divenire dello
ritrova, in vari
gradi
del
Un Boezio
II
"
:
De consonella
philosophiae
di
sua
Nel frontespizio
si
trova lo
stemma
dei
molte
518
prima carta
fiori,
XXIX) con
si
dei conigli
pascono
una scimmietta
filosofo
cerbiatti
stanno
in
un prato. Entro
il
l'iniziale a
(fig.
419), le
Muse circon-
dano
cione,
chiome bionde,
;
delle loro
la
malvacee
rammentano
in.i
qmo
-C'^m
'arato
nic'hx^ ccxpi
fi'
;innt
Ili
ere.,
/i
hi
KOXVh
r uciit? clcqi
fcnbxi
amale
K
j'^\^
Fig. 419.
S. xiv. ii
fine del
Trecento
e,
sebbene
si
il
assai pi
sem-
plici e sobrie,
anche
avvicinano
nelle
dell'Elogio
quali
vedemmo
damente
l'arte di
Michelino da Besozzo.
Pi prossimo a questa un foglio con la figura del Battista, conservato nel Museo Civico
di
Torino,
franco-fiamminga,
ma
morbido segno
del viso
si
.
ibi ftii.uiito,0--"<rt'"^'""lr-i''
hjbiiiioj'-nl]'>
Hjlciini. pch
111(^.1
TJiiiritiii jiKvifhro memi icinvip l'punu l'UiKXirlhjni Ine imlcac pjticiins lipfii htc pCKUttftUiar.inii ibi. ine
Omo
'
*,
^
l!
uciti.(iaim)ii'.-''ii'
pioiu;
Txftiiii?
'''1
iiciV Olii
*5ciiiir
.Ulti pfoii.r?
/\-
1^1
l^
ivptou \ d raiicnuwplouno
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Wpriiuraa'
"
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Il
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^miiciitw Iniuiicr
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nciii.TD.IViicgtiii:
flHWli.iTH'.lLl.f.
biU^ coju:
uk. i.uil
ii^nc- tiKihtf
mom'
i-u.
imicftusiiioriiU
MiiOhiij 'loikuit. i.lac criaviiiV)
.iure mcttti
!libu
hiU 'yb
17.
liiiii
11-111
ta iiicTO
i'tifj
^F
.vniJ
lcMi
hnoT
ijiicul li iiiifijui
,
itipira
.^iiotu nidi
np!i>- cr
n(a ixcibiit;
-j
II.
ju-duuiu v*
.;r
iin:nl\i.'.<;ro. .Cif-
"cUtinrlvfit; .ib-iim q'cft-ioiitr.i ctt'tflffiilino Qj ip.rocKiMn vPiitm unii ^uiiu^'jimo puci jtm^ ii-niiiu iviMK !i!cnu> MiOni- )rr.j ^1:01. junir i iic iuiirruVcii^ rnitiiti rtAcnn:ii).(l Tcinoc
i!!ri'>'it
.
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'1
pKi,i;:i:.'iuti\npit>-i>i"c.!ai[U
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4 nn^ir
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k'-xi' v, ol
^
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^ ccan
<}Mitait. ifji
ccBibihVu>mritf."nttitis
alHl^4IIf
Tcvn. ivi>MrvT3iar.(5.Yc.q.uiiipiin cfr.cimafl UictcCiiiKiCTiiniiinK iiiiift >)iiJ^^vcR iiyii cj;miMiiniriu<p:b.iiircnjii-d?.)iirctmci;to. cinoitcd .liiicnt crurimur qiufouT! 4!t rf.ijf
crpnu
Ioikij et
qucroiiioDiiciimis Alcirjiir.iiiiin.,1:i.iiu
/;
iijpiruuv'iiirc-'.fflliii- crt-iisininl.ibi
.MWrcc
j<
mi
" tf
'
ii-biiii
fc.c
AUixinx
qiiij
^
r^:
Kuoiu
UTTi^'.io
-;^^
S-llf Itili CJT
w>)-.rihqiiiiic]:;i:oii:.:
qu-nn
C!:;-'ni-v}
.-lir
pili UT
ringitt^Lv
Tav. XXIX.
nis. S. xiv. II
519
(fg.
420)
e giova
Museo
1 1
del
Louvre
(fig.
352) che
abbiamo
le
Derivano
dall'arte di Michelino
IO nella biblioteca
da Besozzo
mediocri miniature di
un codice
del
Ambrosiana
Fig. 420.
il
duomo
biblioteca
Universitaria
(cod.
'Sl)
di
Bologna,
miniato
circa
'
"
b.
Ambrosii
La miniatura dell'intestazione
piuttosto dozzinale.
520
l'anno 1446 ^
scano
lombarda
dimostrata
da considerazioni
lineamenti
poich
di
il
dai
rilassati, e
modo
pittori
colorire
spondono appieno
Michelino.
In
alla
che discendono da
una
delle miniature
il
tremare denso
del
cielo
verde
la
il
Bambino
iMiiJ-3J^^rMJ^:^^7A
v:"^ i---
ivdcniproj oniinMin.cci
-
PM
^#^ Jli--
thmicovc
-r : iouo h\\\v:
ri
Fig. 421.
un pavone spiega
;
suoi colori
degli uccel-
stanno entro
nell'alto.
la
siepe viva
impacciati,
appaiono
nierata
ma421).
arte
di
Stefano da Zevio
Michelino da Besozzo
i
(fig.
(fig.
422) ricorrono
'
Cfr.
Carta-Cipolla-Frati, Atlante puleografico-artistico, Torino, 1899, tav. LXVI. L'anno U46 numeri aurei (tomo li, ce. 268) in una tabella aggiunta da altro calligrafo (11,
;
computo comincia
col 1466.
521
vedremo
fra
i
persistere
caratteri
a lungo
ed
essere
pi singolari ^
Giovanni
di
Ugolino
da Mile
compi
mi-
duomo
Fermo
^,
bardi
affini a quelli,
come
V ano-
nimo
Lodi
frescante del
(fig.
S.
P'rancesco di
375), le
forme grottescadell'architettura
mente complicate
la
Madonna
(fig.
424),
avvolta in
e
un panneggiato
dimostrano
barda.
la
convenzionale,
bene
sua
altre
origine
lom-
Ma
in
miniature del
colore, le quali
forse
si
deb-
come
dell*
"
l'illustra-
un codice
Acerba
ma
337.
Deriva anche dalla maniera di Michelino la miniatura conlenuta in un ' Colleclarium oralionum , dei frati di S. Eustoigio, ora nell'Archivio della basilica ambrosiana. Per determinare meglio le forme della Miniatura nella Lombardia sul principio del Quattrocento di fronte a quelle ch'erano in regioni
'
rammentiamo il cod. it. 81 della Staatsbibliothek di Monaco (" Rime del Petrarca ) che fu scritto Bologna nel 1414 e miniato probabilmente da un artista veronese, come da supporre pel carattere dei disegni (fig. 423) che hanno affinit con quelli di Stefano da Zevio. A Bologna nel 1432 il miniatore Giovanni Antonio che orn un codice di Decretali della biblioteca Nazionale di Napoli (ms. XIV A. 21) perpetuava ancora le forme del trecentesco Niccol da Bologna. " L. Mariani, La cavalcata deliAssiinta in Fermo (Arch. della Soc. ioni, di SI. patria, 1890, V); A. Venfinitime
a
turi, Storia, VII,
i,
17G.
66
522
della Fabbrica di
Maria presso
Miniatura
S.
Celso,
^.
per
il
coloritr)
tenne delle
stile
Monza
si
Ma
il
riflesso
pi nitido dello
Zavattari
nella
.
ritrova in alcuni
mazzi
di
tarocchi
miniati ^
La
serie pi cospicua
di
tarocchi,
di
quella
U. Visconti
Modrone,
l,X nane dx
C
I
ht ffcnf*
Fig. 423.
Monaco, Staatsbibl.:
coti.
it.
81 (Petrarca;.
che,
e
secondo
narra
P. C.
Decembrio,
mazzo
Le
come
'
Le miniature di un
(fig. 426).
Zavattari
salterio del Museo civico di Rimini sono anch'esse prossime alla maniera degli Furono probabilmente eseguile a Cremona, come si pu arguire da una annotazione al
E. di
il.
523
erano
illustrate
con figure
di
divinit
di
animali
ad esse
;
non
gi
con
a
la serie
e ras-
somigliavano
l'orse
Museo Imperiale
di
Vienna e
Non
si
dei
Fig. 424.
Tuttavia, che anche questo sia stato miniato per Filippo Maria Visconti
Come
le altre,
'
Cfr. M.
278.
d. I;gl.
Sammlung
Ventuiu, Storia,
VII,
I,
A. A., Marziano da
1905).
Tortona
(Boll, della
di
economia
Tortona,
524
Amore bendato
vola
al di
motto
;
("
a bon droyt
gli
stemmi
della
Fig. 425.
Savoia che
si
due
personaggi sono appunto Filippo Maria Visconti, del quale in altre carte
degli stessi tarocchi sono riprodotte le
monete d'oro \
Maria di Savoia
Anche gli eredi del senatore Fontana, a Torino, posseggono una carta di tarocchi nella quale sono quattro impronte di monete di Filippo Maria Visconti.
525
miniati fra
sposa a
della
lui.
tarocchi
liirono
;
pertanto
1428 e
in
il
1447,
anno
anzi
il
molto prohal)ilsignificato
vi
mente
epoca prossima
alla
prima
427).
data,
sia
per
nuziale
dimosuo
strano entrambi
gli
sposi
(fg.
Con
arte sottile,
ma non
senza audacie,
il
miniatore condusse
il
il
rammenta
figurata,
maniera seguita da
pi
Leonardo da Besozzo
nella sua
Cronaca
ma
ancora quella
visi.
Fig. 42C.
Riniini,
Museo
Civico: salterio.
In Ogni carta
il
miniatore
signorili
lo
splen-
suo
tempo.
Sono
esili figure
femminili
diverse
lo
l'Imperatrice troneggia
;
fra
le
ancelle,
una
un'amazzone passa
roseo sfumato
d'una tunica
le
d'una
il
chiome
giallette,
sozzo
(fg.
428).
tutto
Sono
il
Re
il
di
spade siede
corusco d'armi
il
ed ha accanto a s
il
piccolo paggio
biz-
coperto grottescamente
526
Museo
di Ber-
gamo
il
Re
degli
Fig. 427.
Milano,
coli,
Modrone: carta
di tarocchi.
Non
altra
maniera
si
trova
nei
tarocchi
miniati,
appartenenti
ad
un'altra serie,
ma
eseguiti anch'essi
<
6
B
a
bc
u
a>
03
527
parte di
e nella collezione
Fig. 428.
Milano,
coli,
Modrone: carta
di tarocchi.
Colleoni di
Bergamo
(tav.
XXX). Fra
528
un tempo possedute dalla biblioteca Nazionale Torino spettavano ad artista lombardo di minor valore \
il
Pisanello,
che
si
dovette
Pavia se
cmtnoto
omo -fu
atuUo pe
"rumi
. tum foa coCi Uauu iitvfSi confgiio oc la wacn uiu granfie ni<ttitac*IU|icnatodK qucTto fb(Tc fi^
Fig. 429.
ins.
it.
al
suo tempo
numerosi
di Cristo
codici,
che appar-
monogramma
i
sormontato d'una
miniatori.
di
un medesimo miniain
tore
il
non scarsa
influenza, poich
pi
codici
possono attribuire
alla sua
mano, sono
tuttavia chiari
'
Torino,
I,
1881, tav.
XXXII.
-'
131 e segg.
529
determinare bene
"
lo stile
dice delle
Vitae imperatorum
poich
scritto,
il
imprese viscontee.
it.
Il
mano-
iniziali
di architettura e
gotica
de'
ornamenti
trovano
da Giovannino
altri codici
da Salomone
pur
si
molti
L
r*
^^ ^
^ \%
liconnnoA
Capitolo pruno dcUcra yaw Uutrrc'ct: il'\ \jS come mgicnc ^ufpinic.ii^yjiv^^Kciniiu^l^
11U
CIO
ni.1
Ut
IVI
fi-
n nu
Fig. 430.
-ci
it.
18
(Dillamondo).
il
campo
delle iniziali
:
la
maniera del
ombre
la
modo
le
colorita
disegnata
vignetta
rappresentante
Eliogabalo
sue
donne
(fig.
volume.
Pavia e ora nella biblioteca
Nazionale di Parigi,
si
debbono
attribuire
it.
al
medesimo miniatore
un
118), nel
quale certe
figure d'angioli
67
530
(fg.
rapporti
stilistici
it.
del miniatore con Michelino e cogli del 1447, nelle cui miniature sono
il
Zavattari
la
un Dittamondo (ms.
atti,
(fig.
18),
prontezza di
l'energica espressione e
propri all'artista
430) \
la
cantica dell'Inferno
massima parte
2017),
e
la
Parigi (ms.
it.
biblioteca
32)
ha un
'Cina>
-
uif ci qiuil
conncnc coniot)ifccro"D4ntr
liinln irniii
Parigi, Bibl. Naz.:
nd p:uno ccr
fKirt
rmito
nd
nuiinnmtnrDt iimmr<!riiirir
ms.
it.
Fig. 431.
2017 (Divina
Commedia).
minor frammento
sono evidenti
nel
-.
"
Vitae imperatorum
disegno
nel colorito
delle
poema,
le
quali
hanno una
commentare
di
la
visione
dantesca,
ma
tale ricerca
espressioni
'
W.
SuiuA, Stiiiien
z.
f.
Kw., 1909,
472).
C. MouEi.,
Une
229).
Novati
Leti,
it.,
XXVIII,
531
veementi che pu
fine del
dirsi
preannunzino
Quattrocento
il
(fg.
Anche lume
con
Savoia,
seconda moglie di
Il
medesimo
fregiato
miniatore.
prezioso vo-
Chambry, ornato
di
anche
molte
drleries,
rtro
^U!ai.i
td tmnonxniro crxxriccnnun.
Fig. 432.
Commedia).
Madonna
la
duchessa
:
di
Milano inginocchiata
accompagnata da un
di angioli scarlatti.
corteo di santi
sul
e le figure
si
Vitae
Imperatorum
le fattezze
li
dei
visi,
colorano.
F.
la
1894, 27 e segg.
532
medesimi
della
"
caratteri di stile,
dimostrano
.
la
Vitae
Imperatorum
Il
quale
met del Quattrocento poich orn anche il messale, ora nella biblioteca Ambrosiana (ms. A. 257 inf.), donato nel 1459 da Bianca
della seconda
Maria Sforza
al
duomo
di Milano.
'
cvfx^liaonxrU qiulc !mKipj:foit non litcjrir hnd\i u* ingrgiio Regina nel trito.
Fig. 433.
it.
2017 (Divina
Commedia).
rudezza
e
di
disegno
di
la
colore,
dallo
stile
di
dei
loro
seguaci,
maniera dell'anonimo
segnato col
maestro
biblioteca
Braidense (cod.
;
A F.
XI. 10)
nome
di
Ambrogio da Marliano
lombardo Gui-
Ricordo soltanto i seguenti mss. 1. Holkham Hall, bibl. del duca di Leicester: ms. 345 (Tito DoREz, Les mss. peintures de la bibl. de lord Leicester, Parigi, 1908, 65 e segg. 2. Roma, bibl. Vaticana cod. vat. lat. 1903 (" Vitae diversoruni principum ), anteriore al 1457 (fig. 434). 3. S. Paul in Lavanthal, badia benedettina ms. XXV, 2, 5 (Valerio Massimo) cfr. F. Wickhoff, Beschreibendes Verzeichnis, op. cit.. Ili, 77. 4. Torino, bibl. Nazionale: ms. D, II, S (Flavio Ebreo). 5. Verona, bibl. Capitolare ms. CCXXIX (Plutarco).
^
Livio). Cfr. L.
533
^
;
palazzo di
della
Schifanoia a Ferrara
nelle illustrazioni di
(2"
un
"
Filocolo
biblioteca Pubblica di
Cassel
ms. Poet. 3)
'\
figure, in quelle
di
un Quinto Curzio
43), tradotto
da
P. C.
nella
^.
biblioteca
Reale
Torino (ms.
131), e
di
molti
manoscritti
Da
Fig. 434.
Roma,
'
Cfr. H. J.
Hermann,
(Di'
Ziir Gesch. d.
d.
kiinsthist.
Il
;
D'Ancona
letana
^
ma non vediamo
ne ha assegnato
le
Ricordo soltanto i seguenti mss. di diverse mani. 1. Cremona, Museo Civico: Privilegio della chiesa di S. Sigismondo (anno 1464). 2. Ferrara, bibl. dell'Universit: ms. II, 190 (messale di S. M. delle Grazie di Milano). duca di Leicester: ms. 34 (messale romano); cfr. 3. Holkham Hall, bibl. del 4. Milano, bibl. Braidense cod. AG, Xll. 3 (messale della chiesa di L. DoHEz, Les mss., op. cit., 63.
5. Ibid., Stefano in brolo); cfr. F. Cauta, Codici corali e libri della bibl. Naz. di Milano, Roma, 1895, 43. 6. Parigi, bibl. Naz. ms. lat. 760 (breviario). 7. Ibid., bibl. Capitolare: cart. gr. 4 (messale ambrosiano). 8. Ibid., ibid. ms. it. 973 (" Guilielmi de Arie ibid. ms. lat. 7855 (' Oratio Ludovici Mariae , del 1463).
S.
Milano nel 1463. A una diversa maniera appartengono i seguenti mss. dei quali teniamo memoria in questo luogo non avendo occasione di naenzionarli altrove. 1. Parigi, bibl. Naz.: ms. lat. 4772 (" Libellus feudorum ,), proveniente dal castello di Pavia. Fu offerto a Filippo Maria Visconti (1442), che vi rappresentato fra i suoi cortigiani in una mediocre miniatura. Ha delle iniziali con motivi architettonici. 2. Ibid., ibid. ms. lat. 6041 d. (" Historia Angliae ). La miniatura rappresentante Filippo Maria Visconti cui offerto il codice da Galassio da Correggio potrebbe compararsi anche cogli affreschi dei giuochi nella casa Borromeo. Cfr. CouDERC, Album de portraits, lav. LXXIV.
tripudi!
),
scritto a
534
illustratore di
un
Quinto Curzio,
intlusso
Comunale
si
di Siena (ms.
I.
VII. 23),
d'
non senza
(fg.
illustrativo
proprio a manoscritti
Oltralpe
436 e 437).
aff-
LAl'jtft'uiliimi ^|..ui>.>-
->
,-
Can>-^u4t
or J
Jf-cTio
Fig. 435.
ms.
nit
camsanti
S.
Francesco di Lodi,
438),
per
le
loro
fattezze
ammaccate
il
colorire vivace e
535
"
Vitae Imperatornm
la
un
ebbe
il
compito
di
poi
ci X- olii ti* tu te
f<i
i'
iohc4n
l>.i
tv
due
.itloiK
tio
("
U uuj prtttctpto
dit
Hcrcule.- a
.1.0 tvr
Fig. 436.
Siena, Bibl.
Comunale: ms.
I.
vii.
23 (Q. Curzio).
miniare
il
ultimandone
la de-
Salomone
de' Grassi
536
Landau-Finaly
di
biamo ricordato
scontee
le
uno
di
appunto
(tav.
fra
stemmi
Si
imprese visui
iniziali
Filippo Maria
XXXI).
elevano
suoi
Salomone
muniti
de' Grassi,
ma
vigilanti,
dei
pavesi
viscontei,
hi
de
plxitxix'cho
peimai
ro eie lilbonA
Candido
iLk^
'^^'&,^f^~
-3x1
J.
vnqueiho ^nY iTiodo olcImfiriTiitntcfu*j.eiciiptD. a o-uniit del e fCa II enoie oli f r fc%>%i dccdCcircino. ci U q;\cci ci m cfe oial uj a||xJla. ^1^ old h^tT\%o txencndo (a fetn^^v
.
,
Fig. 437.
Siena, Bibl.
Comunale: ms.
I.
Non sono
a Giovannino de' Grassi, adoperate anche da Michelino, dagli Zavattari e dai loro pi fedeli seguaci, bens sono colori di roseo vivo e
ombre brune
i
visi, otTu-
scandone
le
guance
medesimo
Tav. XXXI.
537
rappresentante No in
e violacea
le
atto di
spingere nell'arca
gli
animali, una
ombra fumosa
tano vivamente
sizione,
avvolge
la figura del
parti illuminate: vi
una
gamma
;
violacei, metallici
che in
altri fogli
addensano delle
Lo
niera,
molti
fogli del
ma-
Fig. 438.
- Lodi,
S.
Francesco: affresco.
alle volte
si
attenne
per quanto
si
pu congetturare
alle
ai
disegni
e
ch'essi gi
da
Salomone
iniziali,
trasse
modello
anche
congiungendo cos
da quei maestri
suo
stile,
si
ma
il
sorpassa
Zavattari, supera
,
anche l'anonimo
del comporre.
In
artista
che
mini
le
"
Vitae Imperatorum
dei
colori,
col
mo-
gamma
rinnovata
con
la fantasia
uno
538
(fg.
Le
il
violaceo e
il
rosso
fulvo prean-
nunciano gi
la
composizione ancora
;
giati gotichegganti
richiamano bene
le
e agli
Zavattari,
l'aspetto.
ma
il
'**!^Y
Fig. 439.
composizione
il
sono
in
tutte
le
l'artista fregi
modellati
foglio
ove
Adamo
e
le
ed
440)
le architetture
im-
539
441)
come
potentemente figurato
manto svolaz-
442). (]on
uguale originalit di
la
Fig. 440.
ufziolo di Filippo
Maria Visconti.
A E.
si
XIV,
una miniatura
in
riconosce
suo
stile,
per
gamma
il
affilati,
larit
convenzionali
disegno nei
panni
lievi,
a pieghe compresse, e
nelle
la
duomo
di
540
Mantova.
il
quali
pi recente gi seguiva
il
nuovo
stile
veronese,
pi antico fu senza
si
dubbio
in
ritrovano
molte carte
:
maestro
gli
strani
rialzi dentati,
;
con
le
castelli
lumeggiati
d'oro,
che
si
frondi
;
nelle
verde e
il
giallino
le figure
atti e
nei
Fig. 441.
visi dagli
sguardi lampeggianti,
e
il
colorito,
con
tinte violacee,
con iridescenze
con-
Nell'Entrata di Cristo
Gerusalemme
irti
(tav.
XXXII)
il
cielo
digrada
di fantastiche castella
lumeggiate
d'oro
le
' Il codice mutilo della fine, non ha indicazioni di provenienza, reca uno stemma dipinto dal miniatore pi recente. Questi esegui moltissime vignette e la Crocifissione del canone con una maniera assai prossima a quella di Liberale da Verona.
541
agitano,
sul
si
che,
fosche
atti
nei
visi
luci, si
curvano con
rampicanti
esagerati.
Risurrezione
il
(tav.
XXXIl)
terreno
splende roseo
sepolcro,
ornato di verdi
alle pie
l'angiolo,
candido,
donne,
colori
il
Cristo
Fig. 442.
un santo apostolo
le
(fig.
il
444)
sta assorto
tra
il
balenare dell'oro
che lumeggia
sue
vesti,
prodig in
iniziali.
ognuna
di
delle
la-
negli
di
ornati
dei
margini, delle
gi
Nei quali,
sciando
motivi
architettura
adoperati nell'ufiziolo
Filippo
542
445),
ora dei
nero
smagliano
le
tinte
vivissime
delle figure
446).
In
si
un antifonario
al
della biblioteca
Malatestiana (Ant. n. 5)
artista,
di
Cesena
facil-
medesimo
che vi riconosci
altri
mente
(fg.
"
modo
di
lumeggiare d'oro
agli
suoi caratteri
lat.
447)
come
in
VI.
XXXII
Apollinaris Quaestiones
coloriti
(fg.
454)
sono
obncbii'n
cndxn.i h
b.buir \v
ucb.O
ni deb i c\
quittm
Mxtxm
1.1
ST.icn iun
cob-Tclv
lonion
n.iTi?.in
Lvlr cv
ti
T.iccc[yr
Fig. 443.
20.
tinteggiatura di azzurro.
dul)ito di attribuire
un
da
miniatore francese
^.
bens
ma
scritta
codice porta lo stemma del Bessarione come altri antifonari della Malatestiana, uno dei quali fu miniato certamente anch'esso da un maestro lombardo come dimostrano le forme delle iniziali (fig. 448), con motivi d'architettura, lo stile del panneggiato e il colorito.
'
Il
(ant. n. 6)
^ Il ms., cartaceo, dell'opera del cremonese Apollinare de Offredi, dedicata a Filippo Maria Visconti, fu terminato nel 1462. Soltanto la sua prima carta, quella ove sono le miniature, membranacea; e crediamo appartenga ad et alquanto anteriore. ' A. Venturi, Una bibbia francese del principio del sec. XV (Annales Intern. d' Histoire Congrs de
Id.,
Storia, VII,
i,
132 e segg.
543
il
Appartenne
identificare
agli
Estensi
giustamente
1434
il
Venturi
dimostr
doversi
con
la bibbia
che nel
marchese
jO
Ctiftccrp'^coiii
i,.k.J
icn iiuTf
Fig. 444.
i|;iotloli
Niccol
III
iniziali e in
mancava
intatti,
544
Fig.
1)5.
545
(ce. 281),
non
che
vi
che una
sola
miniatura d'intestazione
o
il
capitolo
da
tutte
le
altre illustrazioni, e
numero
Fig. 446.
Nella prima
carta
la
si
osservi la
forma dei
visi affiil
curioso
Gerolamo risana
grave ed espressivo
composta
in pieghe sinuose
69
546
e lumeggiata d'oro
secondo
la
consuetudine
sua canizie.
manto
e la
osservano
la
Fig. 447.
5.
Fig. 448.
n. 6.
gialletto
capricciosamente segnati
come
suol fare
il
miniatore dell'ufiziolo
547
Maria Visconti. Le
tinte di azzurro,
il
volume
e
riscontri
con
fetti,
le
altrettanto per-
una
mirabile fantasia dando forma iconografica originale alle scene, rivestendole della pi nuova
gamma
Vedi come
(fg.
449)
w|
l^ btblc .^p.
!>'^.<
A,f
--!.*
Fig. 449.
Roma,
lilla,
innalzando
due
dei
astri
azzurro
il
cielo
intorno
al
sole,
dalla
felice
luna piovono
la
vapori
E non
meno
La bibbia
meglio
costituita,
si
pu affermare che
siano
state
mi-
eseguite assai
miniatura dell'antifonario di Cesena (fig. 447) con quella riprodotta dal Venturi vignetta rappresentante No che introduce gli animali nell'arca ripete la composizione di una miniatura dell'ufiziolo di Filippo Maria Visconti (tav. XXXI).
Cfr.,
per
I,
es., la
(Storia, VII,
134).
ce. 13 v. la
548
prima
d'uno
poca.
di
Mantova,
medesima sua
L'origine
da prove
di diversa natura
adopeprove
stile
un portato
Re. Erttopi notte Tiiet lamu^|{eit:cjef Kc apamir t uno bcdtfrmio ftpliolc a! auale ci l\e trce Tncrrcrenomc
col
lolipliat!.
Fig. 450
Visconti l'anonimo
miniatore connette
come
gi
abbiamo
de'
rispetta,
Salomone
;
volume
compie
in parte, le
ne ritrae modello
alle
margini e delle
il
Ma
in queste
manierismo
delle
nuove forme
stilistiche
seguite
da Michelino,
robustezza
del
chiaroscuro pu esser comparata con quella ch' nella maniera del mi-
549
toni
Vitae imperatorum
Nuova
composizioni
che di pi nuovo
e
i
personale
quali
fu
pone
non
montana
duomo
di
Mantova
e nella
modo
lombardo,
che a
ma
ma-
niera originale, in
si
modo
in
lui
pi
singolare fiorire
Miniatura
nella
neir Emilia
nella
Quattrocento.
il
1455 da
forse
Taddeo
Crivelli
si
^,
eh' era
un
lombardo,
scorge nelle
composi-
^55^^^
-pft. inauuig{ialt:;&n <U<lle hduuSK V^J^iguiocic dmttnnonequeftc(cbcme<iia-p*
<3hvn
bibbia
di
Niccol
III
d'
Este
/^
e
u^uA pnoduta de
U pietra
i(7u<^ Tnavfo.clo
sebbene
lo stile del
miniatore sia gi
alla
ferro cbetMffcdd profima <Uljuioilje^(o.mlo (lare (JprA Lu^iul- yicxxv vn U ofcedicnnA dticovuo (4(A
profondamente improntato
maniera padovana,
de' Predis
all'
nuova
m lo punto cW morte <fct ntrmoo aero damd. efi mt AkUiiB cl4u<hi hrnxo fi<c piCTo (jd. (j>irito cl^tun G"tjroruJ U uift
.
L
fs- ^^i.
ricordano sovente
iv. 13.
Mantova
e della
bibbia estense negli sfondi lumeggiati d'oro, nelle vive tinte iridescenti di
come anche
Ci pu dar ragione dell'attribuzione a un miniatore francese proposta dal Venturi Ooc. cit.). Credo doversi attribuire a influsso della Miniatura oltramontana il grande uso di monocromati con lumeggiature d'oro che ricorre in tutti i codici dell'anonimo miniatore. Non mancano curiosi riscontri anche con le opere di Lorenzo Monaco, ma li crediamo fortuiti. 2 H. J. Hermann, Zar Gescli. d. Miniatiirinal., op. cit., 149. ^ Si veggano specialmente molte delle miniature del codice miniato da Cristoforo de' Predis ora nella bibl. Reale di Torino (ms. 124).
'
550
Quattrocento
si
affievoliscono
nella
sempre pi
Ancora
niato al
in
le
forme
si
e le
Minia-
tura lombarda,
tramutano
del
Rinascimento.
un Petrarca
di
mi-
tempo
Galeazzo M. Sforza,
del
miniatore
Vitae
in
Imperato-
rum
la
un codice deldi
Leggenda
Barlaam,
stile
degli
Zavattari
il
(fi-
ma-
XV, codella
me
in
un volumetto
"
:
biblioteca Civica di
ManVita
Benedetto
nei cui
(fi-
briosi disegni a
penna
gura 451)
riflessi di
sono gi vivi
nuove forme
^;
nel frontespizio di
un co-
Ambrosiana (ms. H.
"
:
33
Fig. 452.
inf.
Francisci Lucani
principis
),
xii. 1
(messale).
De regimine
le
sfumature
giallo in
lumeggiature d'oro,
il
candore roseo
1 II codice fu miniato per Bona di Savoia probabilmenle prima del 1473; miniatures, op. cit., 2li.
cfr. F.
S. Benedetto di Polirone, pu essere attribuito alla met del Quattrocento. probabilmente a Bergamo poich nello sfondo di uno dei suoi disegni (fig. 451) rappresentata appunto quella citt, con molti particolari topografici.
^ Il
codice, proveniente da
Fu
illustrato
551
dell'ufiziolo di Filippo
Maria Visconti,
come
(ms.
452) di
un messale
altro
della
biblioteca Braidense
G. XII. 1) eseguito da
un un
maestro \
'
-'^i7
'r
tirtilit.ifl
uifnnl pr fortinidino"
iiicio
dtictfco
et-
rcidio*
itfcl dt-
piti*
duXJ clotliJtttn
.^jirc
cfumari
jH
'
aiti ctoc*t
ouffuin
i-rc
tnclttM'^ le nuoinl>u.
V.xhrua et fabricot;
,;
f-;v'
^'
I
dcrt,r;ttTdtcittt-.1jupcicrt Cjt-t.^ f
JjP
*.-.';/
Mp
v\fru:.t et
tuHW t"
Vitf|j^M.^
'^>.
Fig
453.
Ma
Cremona da Lo75)
di
ora
nella
biblioteca
Reale
(ms.
Torino,
A complemento di quanto ho esposto raccolgo qualche notizia di alcuni altri minori miniatori lombardi della prima met del sec. XV. Un Ambrogio da Germenate segn del proprio nome un ufiziolo della biblioteca Trivulziana (cod. 479), di assai mediocre fattura. Nella biblioteca Capitolare d'Ivrea
'
552
ritratti
di
personaggi
artista
maestro
nuove tendenze
dell'Arte.
un messale, del 1436, miniato da un Bertoloto de Mayns di Milano poco dopo quell'anno. Il lombardo Giovanni da Desio lavor nella met del Quattrocento a miniare libri pel duomo di Torino (F. Rondolino, // Duomo di Torino, Torino, 1898, 60).
Fig. 454.
ms.
lat.
VI. xxxii.
Fig. 455.
VECCHI E NUOVI PITTORI SUGLI INIZI DELLA SECONDA MET DEL QUATTROCENTO
Persistere della vecchia maniera oltre la met del Quattrocento. Cristoforo de' Moretti. Dipinti Primi seguaci dello stile dei Rinascimento. e maestri vari. Influenze della Pittura padovana. Paolo da Brescia. BeneDonato de' Bardi.
detto
Ora,
cento
si
al lento
si
intreccia
primo apparire
delle nuove,
di artisti
mescola
la
momento
lombarda non
nei nostri
maggiori.
Non
pochi pittori
educati
dai
s
vecchi
nella seconda
554
un addentellato
do-
importanza
cremonese Cristo-
Di
lui
abbiamo trovato
di
il
mastri
menzione
di pittori ch'erano in di
"
az-
zurro della
magna
il
come per
al-
l'appunto anche
maestro cre-
monese
\ Questi
dimorava
intervalli,
poi lasci,
ritornandovi
per
no 1485
'.
La
sia a noi
sola
la
tavola
di
collezione
Gabba, a Micol
^.
lano
inscritta
(fig.
nome
del
maestro
456)
Su un trono
gotico, ornato
di alcune fgurette, la
Madonna
^ Nel mastro n. 12 (1-151-1452) sono le seCe. CX guenti annotazioni, ancora inedite. verso " (1451) Chrlstol'oro de inoreti da Cremona depintore su la piazza de la ringho de' dare ....; ce. CXI " christoforo de moreti da Cremona de' bavere a di febr. 1452 per vaMilano, coli. Gabba. C. de' Moretti: Madonna. Fig. 456. lutta di una cassettina i. spechio i. Stefania et una majest ...... ^ Cfr. F. Malaguzzi- Valeri, Pilt. lombardi, op. cit., 81 e segg. ; F. Negp.i, Il santuario di Crea (Fiv. di A. Venturi, Storia, VII, i, 288. SI. Arie e Ardi, della prov. di Alessandria, 1902, 21) ^ Non abbiamo trovato traccia di un polittico segnato col nome del Moretto che era nella chiesa milanese di S. Lorenzo ancora nel sec. XVIII: efr. G. Allegranza, Spiegazioni sopra alcuni monumenti, Milano, 1757, diss. I. Nel castello di Casale non rimane nessun avanzo degli alTreschi che il Moretto vi
:
aveva eseguito:
cfr.
555
grembo
in linee
il
Bambino. Le sue
sinuose,
vesti, di
;
rosso e di azzurro,
pongono
goticheggianti
il
suo viso, e
le
commani, hanno
si
una forma
lo
stile di
Mi-
come
disegno gonfio,
circa
pu credere eseguita
adunque opera
lombarda,
in-
tieramente
alla
affine
fu-
del
lombarda
e la veronese. Essa
opere che
:
vennero attribuite
certi
affreschi nel
duomo
S.
di Cre-
mona,
della chiesa di
Antonio di
piemontese
Distinte dalla
maniera
di
Cristoforo
de'
Moretti sono
della
colle-
pure
la
tavola
devoto
certosino
(fig.
457),
Fig. 457.
Milano,
coli.
Crespi: Madonna.
il
rante un miracolo di
Benedetto
nell'
interno
d'
una
chiesa, dipinte
da
due diversi
artisti
opere
^.
' 2
F. RoNDOLiNo, A. Venturi,
La pitlura
La
torinese nel Medioevo (Atti della Soc. d'Ardi, Galleria Crespi in Milano, Milano, 1900, 220.
556
Calimero
di
Mi-
Madonna
ma
per
lineamenti rilassati e
le
mani
inerti, alla
Madonna
458)
:
della tavola
firmata
(fig.
sebbene tro-
Zavattari
differiscono
da
intensi
l'af-
Probabilmente
di
fresco di
S.
Calimero
tardo
tempo
alquanto
pi
della tavola,
perch
il
attivit,
che
pi profondamente
proprio
stile,
vano, non
meno fedelmente
le
del
Moretto
tradizioni
stilistiche
secolo.
all'an-
un ignoto maestro
(fi-
disegna
Milano,
S.
Calimero
affresco.
al
di
sopra
della
Madonna,
i
sul
corpi dalle
anche
il
panneggiato della Vergine, alquanto rigido, posquella tavola le opere dei miniatori
della
'
SoiiJA,
Studien
z.
loiiib.
Malerei (Monatsh.
f.
Kw.,
il
1909, 495).
{Storia, VII,
il
I,
182) nell'attribuire a
un maestro umbro-marchigiano
trittico della
Suida
(loc.
cit.,
475)
assegn a un lombardo.
557
di
Pavia rappresentante
la
Madonna
due
santi'. Soltanto
il
ritratto del
Un
affresco della
Madonna
una
Crocifs-
Fig. 459.
Monaco,
antiq. Bhier:
Madonna.
sione, sull'altar
di S.
Calocero
^
;
tardi
dipinti dell'abside
mediana
di S.
(fg.
460) ^
^ '
Il
mediana con
l'In-
558
mostrano
vattari.
persistere e
il
E pu
essere
attribuita
ad
artista della
medesima
di
sfera
anche
la
tavoletta
conservata
il
nel
Tesoro
del
duomo
un
falsario scrisse
nome
di Michelino
da Besozzo ^ Per
per
il
del
visetto
convenzionadi
essa
pu
recarsi a confronto
degli affreschi
Fig. 460.
Gravedona,
S.
il
Cristo e le turbe.
Monza
(fig.
461).
nella
scena
della
Presentazione
del
Bambino
al
tempio, ove certi ornati dell'altare indicano gi un'epoca tarda del Quat-
coronazione della Madonna e molte storie del Battista, dipinse anche in parte la fronte del coro. Suo l'affresco dell'Adorazione dei Magi, con costumi quattrocenteschi, che la tradizione confortata da antiche notizie crede anteriore all'anno 823 (cfr. V. Baruelli, S. Maria del Tiglio nella Riv. Aicb. Coinense, 1873, 1). Spetta invece a un pittore dello scorcio del Trecento l'affresco della Madonna di Misericordia nell'absidiola di sinistra, ch' da raffrontare con le opere dei maestri affmi a Giovannino de' Grassi. L'affresco del Giudizio Finale opera rozzissima della prima met del sec. XIV. ^ Negli atti del duomo {Annali della Fabbrica, op. cit., II, 272) vi notizia di una maesl dipinta da ambe le parti, che fu commessa nel 1471 al pittore Gottardo Scotti. Ma lo stile di questo artista, che ci noto per un trittico firmato del Museo Poldi Pezzoli e per una pala nella collezione Cologna, a Milano, ben distinto da quello della maest del Tesoro deUduomo.
559
a
E
V a o
'n
*^
CS
o 3 o
s
o 3
560
trecento,
i
il
dipinto
462).
nella
chiesa francescana
di
Lodi, che gi
abbiamo ricordato^,
vescovile di
certi
Como
^,
una tavola
208) del
Museo Civico
di
Cremona
Fig. 463.
(fig.
sono saltuari e minori documenti del perdurare nella seconda met del Quattrocento delle forme stilistiche degli Zavattari e dei loro
463)
3
'
V. pag. 521.
Si
vuole che
gli alreschi
ma
essi ci
^
sembrano
che fu vescovo di
Como
sino al
1445,
Un
autorevole storico ha scorto nel dipinto delle relazioni coi pittori modenesi Degli Erri,
a ritrovarle.
ma
noi
non riusciamo
561
compagni.
brioso
Le
quali,
pur attenuandone
a
manierismi,
e
seguiva anche
il
narratore
che dipinse,
sempHci contorni
nei
con qualche
soffitto,
tinta
riquadri di un
(fg.
ora
464).
Nelle
figure
occhi rotondeggianti,
delle
il
anche
semplice realismo
scene
concordano del
con
la
maniera
nella
Wilczek
465), a
Fig. 4G1.
storie di Giuseppe.
luaestro
tedesco
il
^,
la
quale probabil-
mente
fu dipinta dal
medesimo
artista
che decor
soffitto di
Cremona,
e fece parte di
un
soffitto
d'ugual
genere
come
Di altre tavolette
di
soffitti,
di eroine, ori-
pu sospettare un'uguale
sia
per
il
tipo
delle
figure,
per
il
colorito a tinte
'
Le tavolette del
,1.
provengono da una casa demolita di Cremona; sono incorniil motto: " usque quo .
Meder, Die Handzeichn. alter Meisler aus li. Albertina, tav. 208. Nel soffitto del Museo di Cremona manca, con altre parti, la tavoletta rappresentante il Peccalo originale. Per all'ermare che quella della collezione Wilczek appartenesse al suddetto soffitto bisognerebbe osservarne le misure e altri particolari il che non abbiamo potuto fare.
:
71
562
limpide
senza
forti
ombre
di
ricordiamo
,
soffitti
frammentari
Nazionale
di
conservati
Museo Civico
Milano
nella
Galleria
Fig. 465.
Kreuzenstein,
coli.
Wilczek:
il
Peccato originale.
Roma,
di
nel
Museo
di
Cluny a Parigi e
nell'
Museum
gli
Londra.
Genova, nella
citt cui in
artefici della
563
Leonardo da Pavia \ rappresentante la Madonna in trono fra alcuni santi, per il colore chiaro dei volti, che hanno forme tondeggianti e occhi
quasi natanti, deriva anch'essa dall'arte di Michelino e degli Zavattari
:
il
A
vario
se
ne possono coordinare in
modo
secondo
il
^.
nocchiato dinanzi
santo
Eustorgio
di
Milano
forme lom-
Pisanello nel
za
(fg.
il
ritratto
del
devoto
466) l
In
un piccolo
trittico
nome
maestri
affini
loro,
vitale
si
mostra
continua
ancora
a
svolgersi
nei
Flg. 466.
Milano,
S.
Eustorgio:
S.
'
identificare
(ove
La tavola, molto ridipinta, Iia una data frammentaria che altri lesse: 1466. Forse il pittore da con Leonardo Vidolenghi da Pavia: cfr. Ffoulkes-Maiocciii, Vincenzo Poppa, Londra, 1909, 22 del tutto incongruente l'osservazione che la tavola inferiore all'affresco dell'abside di S. Michele
di Pavia).
2 Doveva essere molto prossimo alla maniera degli Zavattari lo stendardo della repubblica Ambrosiana (1447-1450) del quale ci conserva una mediocre riproduzione il " Fahnenbuch della Biblioteca di Friburgo cfr. Fribourg artisliqiie, 1893, I. Sono anche da ricordare una custodia per libro, nella Pinacoteca Ambrosiana, con un ricamo della Incoronazione della Madonna, di maniera lombarda della met del sec. XV, e i rozzi affreschi dell'abside della chiesuola di S.Siro presso Milano, tutti della seconda met del sec, XV (cfr. U. Nebbia, Milano che sfugge, Milano, 1909, 42).
:
Il
1462,
intieramente
rifatta.
564
propri caratteri.
vulzio,
trittico,
non
tra
(Jli
artisti
seguendo una pratica che nel secolo XIV e XV fu diffusa d'oani regione d'Italia ma ebbe certamente la sua massima
applicazione nelle decorazioni del
castello
di
Pavia,
quando
in
una
delle torri fu
tutta di piccoli
con figure di
fiori, la
uomini, di animali, di
quale
clie
aml)asciatori
fio-
Nel
trittico
di
XXXIII).
La
Crocifis-
ma
tenti di
decorazione predominano
:
intieramente
peggi a pieghe rilassate o complicate e goticheggianti, nelle evanescenti figure degli angioli che aliano
sono
applicati
Fig. 467.
J.
Milano,
:
coli.
Trivulziana.
Cietario
Madonna.
della
Madonna
le
467)
forme
special-
occhi umidi, le
mani segnate in modo convenzionale, il modellato poco solido, mente nel molle corpo del putto, rispondano ancora appieno ai
P. ToESCA, Vetri italiani a oro
caratteri
'
con
Tav. XXXIII.
Milano,
coli. Trivulzio.
Jacopino Cetario
trittico di vetro a
565
prima met
eh' egli
angiolo Gabriele e
dell'
qualche
impronta propria
orafo
il
allo
stile
disegnando
i
con
;
fermezza di
visi
e nella
mossa
Fig. 468.
Ninna
pittori
notizia, e nessun'altra
lare artefice,
ma
al
si
dalla
sua
arte
altri
anche pi recenti
1472
Intorno
la
cappella a
Vismara ^ Le decorazioni
tendenze
anche
di varie
d'arte.
L.
227 e segg.
1894,
81.
283;
F.
Malaguzzi- Valeri,
Piti,
lombardi, op.
cit.,
566
Il
volta
della
cappella
presso
la
le
Risurregerarchie
;
pi antiquato nello
stile.
Compone
pieghe goticheggianti
Fig. 469.
Genova,
S.
come un
i
miniatore,
gli affreschi
(fig.
che
ci
rammenta persino
Leonardo da Besozzo
e per
il
suoi angioli
468)
567
af-
assomigliano a quelli
fresc
di
.Iacopino Cietario \
Ma un
altro pittore
che
una parete
diversa
maniera
gi nella
gamma
mae-
stro innovatore
che pi
d'
ogni
altro
doveva
mino
di
Vincenzo Foppa.
Prima
bardia
s'
Lom-
erano
vano
risentito
in
cpialche
modo
del
grande
gli
studi di
W. Snida
([nasi
fama
di
un
artista
Donato
(lonte
de' 3ardi,
affer^.
mando
quale
la
Il
doveva
essere
operoso a principio
suo
se
non
da documenti che
si
il
pittore
di
era gi
sarebbe
tentati
attribuire
ad epoca molto pi
i
tarda,
alla se-
sono
noti.
Museo
linee,
di
sue
quantunque schematiche,
nelle
distanze
Fig. 470.
del paesaggio
montuoso
il
modellato, conse-
coprono
la
' Il Venturi (Storia, VII, i, 278) ascrive l'affresco del soffitto della cappella agli Zavattar, con la cui maniera esso mostra veramente grandi affinit. Le figure della Resurrezione, guastissime, sembrano esser state dipinte da un artista diverso da quello che affresc l'aureola degli angioli. W. SuiDA, SUidien z. loiiib. Malerei (Monalsh, f. Kw., 1909, 47G e segg.) Id., Donato Conte de' Bardi
'^
(Thieme-Becker, Knsll.-Le.v.,
II, 486).
568
trama della
mai sinora non abbiamo trovato nella Pittura lombarda della prima met del secolo XV sembra gemere il Cristo fra gli angioli dolenti, che aleg:
chiesa
di
S.
Giuliano
il
d'Albaro a Genova,
si
de' Bardi,
paesaggio
determina
citt
ampio, col
corso
d'un
e le
Fig. 471.
S.
Lorenzo.
colline e
il
muove
a meraviglia,
se
si
rifletta
che
la tavola
certamente anteriore
la struttura
^
;
minate vivamente,
nella tela di
l'espressione
sono anche pi
tutto
che
Savona
le
sgombre da manie-
' 11 SuiDA (Sludien, loc. cit., 477) accenna a relazioni tra la tavola di S. Giuliano d'Albaro e un ritratto della collezione di Palazzo Rosso (sala V) a Genova, attribuito a Giovanni Bellini, nel quale sospettiamo piuttosto l'opera di un artista oltramontano.
a
a.
o
C3
03
o o
<u
a a o >
a
1/3
X
>
569
antiquati
vi nel dipinto
di
una
libert di
disegno, un'ampiezza di
concezione e complessit
l'Arte del Rinascimento.
Quale
sia stata la
educazione
a
artistica di
Donato
nuove forme
Fig. 472.
Bembo:
S.
Nicomede.
due dipinti
si
la
Pittura
gli
lombarda,
specialmente
considerino
nella tela di
:
Savona
le
angioli volanti,
ma
per
contenuto
estetico,
le
sue opere
distaccano intiera-
mente
nel
dalle
tradizioni
seguito.
Alcuni
particolari
che
il
570
ma
il
S.
Giuliano
di
Fig. 473.
Bembo
Madonna.
Albaro, per
il
nuova Pittura
fiorentina.
Uscito dalla
il
Lom-
venuto
in contatto
con
maestro pavese
571
cammino
forse'
prima
Rinascimento.
Fig. 474.
A
la
Brescia,
donde
gi era
mosso
alle sue
prime opere
il
Poppa, verso
met del Quattrocento alcuni pittori, senza dipendere dal giovane maestro, gi risentivano della nuova Arte che fioriva a Padova nelle
572
nome
di
Paolo da Bre-
elementi do,
vuti
alla
tradizione
lombarda
della
nel
470),
riflessi
:
niera squarcionesca
si
veggano
di-
Madonna, ed
piccoli
della
al
nuovo
stile
471).
11
bresciano
Benedetto
Bembo
polit-
da Padova
1462, nel
^.
Il
suo
castello di l'orre-
struttura
delle
figure,
che risaltano
sfondi,
statuariamente
sugli
per
la
alcuni personaggi
il
vecchio
S.
Ni-
comede
lit (fig.
472)
le
nosceva
Squarcione, e
ne inspirava pur
propri caratspecial-
mantenendo
Fig. 475.
certi suoi
quali
predominano
Benedetto Bembo:
della parte
'
Cfr. P.
Ffoulkes-Maiocchi, V. Poppa, op. cit., 27. Kristeller, a. Mantegna, Londra, 1901, 51; F. Malaguzzi-Valeri
Ili, 283;.
B.
Bembo (Thieme-Becker,
Knstl.-Lex.,
573
Madonna
i
in trono col
bambino
S.
un devoto
fra S.
Antonio e
caratteri stilistici
di
Benedetto
(fg.
Bembo
:
^ Confronta la
Ma-
donna
filo
di Torrechiara
lezioso,
col
naso
ritto,
l'
altissima
la
del tutto
si
Anche
del
rassoi
nel
(fg.
S.
Giorgio
si
trittico
di
Cremona
475)
ritrova la traspa-
e delle
carni, che
sono nel
S.
Nicomede
(fg.
472)
si
corrispondono
nei
due
cremonese,
tratti
fluenza della
altri
forme gotiche
e nelle fgure
Madonna,
natanti
dei
Fig. 476.
come
rotondeggianti dei
degli occhi,
rammentano
trittico di
dipinti
Benedetto
Bembo
S.
Pietro.
Forse
il
Cremona
di
al polittico
'
Il
Venturi
(Storia, VII,
i,
288)
S.
assegna il trittico a Bonifacio Bembo, ma il confronto cogli affreschi Agostino di Cremona (flg. 479) non conferma tale attribuzione.
574
di
quale
invece
si
coteca di
rappresentante
S.
(figura 476) \
che riteniamo
opera di Benedetto
Bembo, paragonando
dal
gli
impacciata
dalle
ma
mani
poderosa
fi-
panneggiato rigido,
occhi,
bitorzolute,
capelli,
cristallini
con
il
S.
Nicomede
del polittico
del 1462.
Fig. 477.
E
la
al
decorazione della
Vi bens
un documento
del 1475
pittore
cremonese Fran-
cesco Tacconi avesse dipinte per Pier Maria Bossi tre camere della torre
di quel castello,
ma
esso
La tavola non
il
esposta al pubblico.
Si
pu connettere
alla
ma
lontanamente,
O/O
stile
del
tutto
che troppo
dal
tempo
i
essi
suoi amori
del
dinanzi
al cielo
gura 455)
reti
,
nelle
gli
ampie lunette
episodi
del
delle pa-
sono
suo
placido
gono
altri
castelli,
d'
terreno coperto
scherzano insieme;
risuona
.
il
motto:
"
digne
et
in
eterna
A
la
non
si
pu
giudicare dello
che ossernelle
vando
le
figure
dei
putti,
dipinti
nare svariati
strumenti
(fig.
1'
481),
altri
erbe
fiorite (fisi
scimmie
pavoni che
Fig. 478.
Bergamo,
dipinto
Accademia:
angioli.
colorite
con larghezza,
al
tinte
rassomigliano
per
la
Bambino
:
del
e gli
polittico
da Benedetto
nella strutcollo
Bembo
con
strette
brevis-
'
F. Malaguzzi-Valeiu
il.
Thieme-Becker, Knsll.-Lex., III, 283) assegna al Tacconi li attribu giustamente a Benedetto Bembo.
gli affreschi,
ma
gi
576
chiome ispide
arcuate.
il
con
gambucce
ci
Tali rispondenze
persuadono che
il
quale in essi
probabile
che non
diverse
si
anche
il
bresciano
Bonifacio
Bembo
come
pu intravedere
477), ch'egli
dipinse
in
Agostino di Cremona
ove ritrasse
personaggi
della
corte
servitori,
^.
ampiamente
proprio
si
stile.
possa attribuire
al
maestro bresciano,
gli
Noseda,
ele-
La composizione ripete una scena cara ai pittori e ai ininiatori della Lombardia e di Verona nella prima met del Quattrocento entro un giardino chiuso da uno steccato degli angioli inginocchiati circondano la Madonna che, seduta sul terreno, tiene il Bambino in grembo. E anche i particolari del dipinto corrispondono alla vecchia maniera lombarda: le forme morbide del Bambino, la mano inerte della Madonna, e soprattutto il panneggiato del manto che ricopre il capo della Vergine occultandone il
menti
stilistici
comuni
gli Zavattari,
il
Snida
com-
par quella Madonna con altra tavola di artista lombardo della met del
' In un desco da parlo della collezione Martin Le Roi (cfr. E. Muntz, Les plateaux d'accouches nei Monuments Plot, II, 222), attribuito a scuola fiorentina del sec. XV, qualche somiglianza con la maniera di Benedetto Bembo, con la quale ha pur relazione l'anonimo maestro lombardo-veneto che dipinse alcune tavolette (n. 204-206) dell'Accademia di Bergamo con santi e angioli che portano i simboli della
:
Passione
^ I
(flg. 478).
due ritratti di S. Agostino di Cremona si potrebbero forse comparare, se fossero meno guasti, con le due tele della biblioteca Capitolare di Monza rappresentanti gli stessi personaggi. Di Bonifacio Bembo abbiamo copiosissime notizie d'archivio (cfr. F. Malaguzzi-Valeri, Pili, lomb., op. cit., 95 e segg. Ffoulkes-Maiogchi, V. Poppa, op. cit. passim) come di molti altri artisti lombardi dello stesso tempo dei quali non facciamo memoria perch non si conservata, o ancora non identificata, nessuna opera. Rammento soltanto che non v' sufficiente ragione per attribuire al lombardo Zanetto Bugalto, che fu discepolo di Ruggero van der Weyden, il trittico sforzesco del Museo di Bruxelles (cfr. J. Mesnil, Le
;
et
holL, 1908).
577
gli
Quattrocento
stretti
(fg.
480),
clie
il
giova
render sempre
'
pi
evidenti
con
la
lombarda
della
>
"
mm^mmmmmrmm
Ma
collezione di A.
Noseda
chiaro
uno studio
lo
di
modellare vigo-
di
luce,
giovane
maestro
lo
dalla
tra-
dizione che
aveva educato.
,
Nella
nella
stile
Crocifissione
del
1456
lo
Galleria
di
di
Bergamo,
V.
Foppa
omai
assai
gli intenti
che in quella
erano
appena accennati,
sono
profondamente l'opera
fondit
dello
la
pro-
spazio
segnata
le
figure
hanno
torio.
dalla luce
un
rilievo sculle
Assomigliano in vero
quelle
di
disegni di
la
Jacopo
Bellini,
ma
poderosa archiil
tettura
che inquadra
primo
robusta
la
suggeriscono che
1'
artista
abbia
avuto
al
il
massimo incitamento
divenire
dalla
suo
nuova
Flg. 479.
Cremona,
S.
Agostino. Bon.
Bembo Bianca
:
Sforza.
Ffoulkes e R. Maiocciii {V. Foppa, op. cit., 5 e segg.) hanno esagerato le relazioni della tavoletta della collezione Noseda con la vecchia scuola veronese mentre sono assai pi evidenti quelle coi dipinti e le miniature lombarde della prima met del Quattrocento.
1
J.
73
578
Arte padovana ^
mediocri insegnamenti,
qualit che poi
educ
la
propria
arte,
costituendola nelle
Fig. 480.
Vienna,
coli. Snida,:
Madonna.
In
le forze
maggiori a
Gi
il
ritorcere
un nuovo cammino
la
Pittura
lombarda.
suo
'
L'influsso della
cit., 17).
maniera padovana
da
altri
(Ffoulkes-Maiocchi,
V.
Poppa, op.
579
mescola
all'antica
maniera negli
tutti,
Portinari
di
li
compenetra
al
irradia gi
nella
1472.
stile
del Rina-
scimento
'
Specialmente nell'affresco dell'Annunziazione, nel quale non sappiamo trovare niun rapporto con
:
l'Arte toscana
^
ma
cfr. Fi-oulkes-Maiocciii,
V.
Foppa, op.
cit., 66.
Le nuove forme del Rinascimento nella Lombardia si affermano nell'Architettura col Michelozzo e il Filarete, nella Scultura, Pittura e Miniatura con la crescente influenza dell'Arte toscana e padovana, la quale dovette avere molti e agevoli tramiti anche per opera di pittori lombardi che lavorarono a Padova sulla met del Quattrocento (cfr. V. Lazzarini, Docum. di pilt. padovana nel N. Arch. Veneto, 1908, 75 e segg.).
j-
^f;-^:^r t-mrj
,-e?-.?^
Fig. 481.
AGGIUNTE E CORREZIONI
Pag.
Intorno alla incerta denominazione e divisione delle regioni d'Italia nel sec. V, cfr. Th. Hodgkin, Itahj and her nvaders, Oxford, 1892, I, 623. 35. Sul trasformarsi della tecnica nella Pittura dell'alto Medioevo, in Italia, dovettero aver parte anche le influenze orientali, e soprattutto nell'esagerato uso dei contorni. Intorno al pittore Giovanni, chiamato in Germania da Ottone III, cfr. J. von 40. ScHLOssER, Qaellenbuch zar Kiinstgesch., Vienna, 1896, 149. Sul principio del sec. xi un altro pittore, Nivardo, fu chiamato dall'abate di Fleury " a Langobardorum regione (J. von Schlosser, loc. cit., 188). 72. Le miniature del cod. D. 84 inf. della biblioteca Ambrosiana derivano certamente dalla scuola di Reichenau. 176 e segg. Negli affreschi del Broletto di Como vi sono anche molte rispondenze di stile con la Pittura dell'Italia Centrale nella fine del Dugento: si osservino specialmente le figure degli angioli volanti. Tali somiglianze si possono spiegare anche per la comune derivazione dallo stile bizantineggiante, ma non da escludere una qualche diretta influenza della Pittura romana e toscana dello scorcio del
14.
sec. xni.
274.
276.
323.
Ai monumenti della Pittura lombarda del Trecento sono da aggiungere gli affreschi decorativi del cortile del castello di Pandino e altri del castello di Abbiategrasso. Hanno scarso pregio gli affreschi della fine del sec. xiv presso la chiesa di S. Gervaso a Bormio (cfr. E. Bassi, La Valtellina, Sondrio, 1907, 156). Non hanno importanza le iniziali dell'Iliade del Petrarca (Parigi, Bibl. Naz.: ms. lat. 7880) miniate a Milano, nel 1369, secondo una postilla del poeta. I mss. AE. XIV. 25-27 della biblioteca Braidense formano parte della bibbia il nel cui primo volume (ms. AE. XIV. 24) conservato Museo Civico di Milano. Anch'essi furono miniati nella bottega dei
De
iniziali ese-
guite in
350.
L'affresco descritto rappresenta pi probabilmente una scena di danza. 468 e segg. Ha affinit coi dipinti lombardi della prima met del sec. xv la' Madonna eseguita da Giovanni di Francia per Antonio di Melzi nel 1429 (cfr.
tempo pi
recente.
481.
L'affresco dell'Annunziazione
384.
il
non
fig.
530.
ms. it. 2017 (Divina Commedia) della biblioteca Nazionale di Parigi sia appartenuto a Filippo Maria Visconti risulta dal trovarsi a ce. 97 Io stemma visconteo fra le iniziali di quel principe.
Che
582
Pag. 539.
AGGIUNTE E CORREZIONI
cod. AE. XIV, 20 della biblioteca Braidense il secondo volume della " Vitae Sanctorum il cui primo tomo, ora nel Museo del Castello di Milano (ms. AE. XIV, 19), ha una miniatura dell'Annunziazione eseguita anch'essa dal miniatore delIl
l'ufiziolo
Filippo Maria Visconti. I due volumi furono scritti nel 1431 cfr. F. Carta, Codici corali e libri a stampa miniati della bibl. Nazionale di Milano,
di
:
548,
Roma,
Il
1891.
Carta (Codici corali, op. cit,, pag. 153 e segg.) ha pubblicato una serie di culettere riguardanti il miniatore Belbello da Pavia e le sue relazioni con la corte di Mantova verso la met del Quattrocento. Nel 1448 il Belbello lavorava intorno a un messale, gi intrapreso a miniare da altri, commessogli da Gianlucido e nel 1451 attendeva forse ancora al medesimo lavoro figlio di Paola Gonzaga mentre Ludovico Gonzaga si preoccupava di trovar modo di rifiutare al Re d'Aragona, che voleva richiederglielo, il volume " molto bello et ornatissimo . Nel 1460 Francesco Gonzaga acquistava a Milano un altro messale e lo dava a miniare ^llo stesso Belbello; nel 1161 egli mandava alla propria madre Barbara di Brandeburgo la parte gi miniata, annunciando che il Belbello si sarebbe recato a Mantova per
riose
;
551.
556.
al figlio di trattenere il Belbello, avendo compiere il lavoro da un " zovene di questa terra, el quale minia molto bene , e che doveva prender accordi con Andrea Mantegna. Invano il Belbello supplic di poter proseguire l'opera sua. Poco dopo, nel 1462, il miniatore pavese si rivolgeva per lavoro a Bianca Maria Visconti dicendosi disposto a lavorare a Pavia o nella Certosa. Ci domandiamo se il Messale del Duomo di Mantova, le cui miniature pi recenti appartengono ad un seguace del Mantegna mentre le pi antiche sono del miniatore dell' ufiziolo di Filippo Maria Visconti, che lavor anche per la Certosa di Pavia, non sia appunto quello di Francesco Gonzaga. L' anonimo miniatore sarebbe in tal caso il Belbello. N vi sono ragioni di cronologia che contrastino a tale ipotesi poich nel ms. lat. VI, XXXIl della Marciana (vedi pag. 542), ch' del 1462, si trovano ancora delle miniature dell'anonimo artista. Il codice Braidense AG, XII. 1, ora nel Museo del Castello di Milano, soltanto nella miniatura della Crocifissione (fig. 452) fu ornato da un artista che deriva dal miniatore dell'ufiziolo di P'ilippo Maria Visconti, Le altre miniature del codice sono molto affini alla maniera di Cristoforo de' Predis. Sono da ricordare in questo luogo anche gli aff"resch del castello di Malpaga, della seconda met del secolo xv, rappresentanti Bartolomeo Colleon a cavallo, in compagnia della sua donna, accolto da una brigata di giovani e di donzelle. 1 costumi delle figure, e anche lo stile, hanno ancora somiglianze cogli aifreschi dei
miniare
il
resto.
Ma Barbara rispondeva
deliberato di far
giuochi nella casa Borromeo di Milano. Di forme e di epoca anche pi progredito il grande frammento di un alTresco rappresentante una schiera di gentiluomini e di donzelle, ora nell'Accademia
di
572,
Bergamo,
sicuro l'attribuire a Benedetto Bembo un affresco della Madonna tra angioli recentemente ritrovato nella chiesa di S, Francesco di
passata
Non mi sembra
576,
bambino Ma non ho conoscenza diretta del dipinto, La tavola di V, Foppa ch'era gi nella collezione di A, Noseda che tempo nella collezione di B, Berenson, a Firenze.
col
Brescia,
da qual-
numeri indicano
le
ABBIATEGRASSO
Castello
-
AUSONIA
:
Duomo
Affresco
S.
Maria
Affreschi
(sec. xii)
121.
BAMBERGA
Duomo
-
Mosaici
(sec. xii ?)
89.
Sculture
119.
Manto
di Enrico
II
162.
AGLIATE
Chiesa e Battistero
-
BASILEA
Affreschi (sec. xi)
:
07.
ALBENGA
Battistero
-
55 n.
:
389 n.
Mosaici
(sec. v-vi)
21 e segg.
BAVENO
Chiesa
-
ALBIZZATE
Oratorio
-
Affresco (sec.
xiii)
142 n.
BELLANO
Giorgio
-
ALMEXNO
S.
SALVATORE
:
Giorgio
XIV), 147.
Affreschi
(sec. xiiiS.
BELLINZONA
Biagio
-
Affreschi
(sec. xiv)
243 e segg.
ANAGNI
Cattedrale -Affreschi
(sec. xiii)
:
BERGAMO
96 n, 123, 140, 166.
Accademia
Affreschi
I.
ANGERA
Castello
-
Dipinti Dipinti
1.57
fissione,
di
-
V.
Poppa
^.
577.
:
BiBL. Civica
Cod.
-
VII. 14
ANTOLIVA
S.
Ambrogio
142 n.
Collez. Colleoni
Tarocchi
527.
:
Duomo
AOSTA
Cattedrale
-
S.
Maria
Affresco (sec. xiii-xiv) 147, 156. Maggiore - Affreschi (sec. xiv) 212 e segg.
:
Mosaici
Sculture
431 n.
AQUISGRANA
Duomo
-
BERLINO
?)
:
Affreschi (sec. x
40 n.
ASCONA
Chiesa del Collegio ASSISI
S.
-
BiBL. Reale - Bibbia di Quedlingburg 5 e segg. Museo - Dipinto di Gio. da Milano 227. Disegno di Gio. da Milano 229. Bibbia 427 n. Dipinto
:
: : :
510 n.
attr.
a Michelino
406.
BERNA
-
Francesco
145.
Biblioteca
Poema
di Pietro
da Eboli:
70 n.
584
BIANDRATE
S.
Colombano
Affreschi
ii
BIASCA
Chiesa
-
142 n.
S.
CASALE MONFERRATO
EvAsio
-
Mosaici
(sec. xi-xii)
88.
BOBBIO
S.
Colombano
91 e segg.
Pisside
19 n.
Mosaici
(sec. xii
?)
CASARANELLO
Chiesa
-
Mosaici
(sec. v)
21 e segg.
BOLOGNA
BiBL. Universitaria
337
:
CASSEL
BiBL. Pubblica
-
- Cod. 1213: 369 e segg. Cod. Cod, 2197 490. S. Maria de' Servi - Dipinto (sec. xiii-xiv): 145. Af431 ii. S. Petronio - Sculture dei fnestroni freschi della capp. Bolognini (sec. xv) 458. Po574 ii. littico nella capp. di S. Brigida
'
Ms. Poet. 3
533.
519 e segg.
CASSINO
S.
Benedetto
Affreschi
(sec. xi-xii)
121.
CASTEL
S.
S.
ELIA
'?)
:
S.
Stefano
458.
Affreschi Affreschi
(sec xv),
Elia
Affreschi (sec. xi
S.
.57,
78.
S.
Vittore
(sec. xi-xii)
124
;i.
CASTEL
S.
PIETRO
Pietro
515.
BOLZANO
S.
(dintorni)
-
Giovanni in Dorfe
464 n.
CASTIGLIONE D'OLONA
ji.
BONN
Museo
-
226
501.
(sec. xv)
506.
BORMIO
S.
CATANIA
Affreschi (sec. xiv)
:
Gervaso
581.
Bibl. Civica
Bibbia: 203
n.
BRESCIA
Ateneo Affresco (sec. xiv) 267 n. Museo Cristiano - Dittico di Boezio
:
CAVENAGO BRIANZA
S.
:
Maria
in
Campo
516
;i.
31.
Mosaico
(sec. xii)
129
ii.
CESENA
v-vi)
:
Rotonda
S.
21
:
(sec. xiv)
517 e segg.
S.
Salvatore
32.
CHAMBERY
Bibl. Pubblica
-
BRESSANONE
Duomo
-
Ms. 4
.531.
464.
CHANTILLY
Castello
:
"
BRIANZOLE
Castello
-
396.
CHIARAVALLE MILANESE
Abbazia
e segg.
:
BRUXELLES
Museo
-
Affreschi
576.
GIVATE
BUDAPEST
S.
Benedetto
120.
Affreschi (sec. x
?)
37 e segg.. 61,
Galleria
Disegno
452.
S.
Pietro
e segg., 157.
Sculture
(sec. xii)
117 e segg.
CABRAS
Cripta
-
Dipinti
(sec. iv-v ?)
27 n.
COMO
Broletto
CAMPIONE
S.
581.
- Affreschi; (sec. xiv): 263 e segg., xiv-xv) 345 e segg., 434 e segg.,
:
Maria
281, 515
de' Ghirli
n.
;
Duomo
Scultura
431 n.
:
(sec.
464.
Palazzo Vescovile - Affreschi (sec. xv) .560. S. Abbondio - Affreschi (sec. vi), 20 (sec. xiv). 190
:
:
CANNOBIO
Chiesa del Carmino
Trittico di Battista
-
S.
Giorgio in Borgovico
-
Affreschi
:
(sec.
xv)
515.
96 e
da Legnano
515 n.
Seminario
Codd. di Morimondo
CAPUA
S.
CORRETTA
in
Angelo
Formis
Santuario
Affresco di G. Zavattari
500 n.
585
CREMONA
BiBL. CvpiTOLAiiE
-
GALLIANO
Martirologio
:
:
78.
Duomo
Mosaico
(sec. xi-xii)
;
89.
Affreschi
(se-
S.
Battistero Vincenzo
(sec. xi)
-
42.
:
Affreschi
colo xiv), 397 e segg. (sec. xvi), Museo Civico - Mosaici (sec. xii)
(sec. xiii), 127
S.
555.
90.
101, 116, 124 e segg., 134; (sec. xiii). 143 e segg., 159.
Affresclii
n
:
(se.
Privilegio di
GENOVA
Accademia
di B.
-
Sigismondo
:
533 n.
Tavola
:
degli ZavatTrittico di
tari)
560.
Soffitto
dipinto
561.
Bibl. Civica
ti.
Ben.
S.
Bembo
-
573 e segg.
:
Agostino
di Bon.
-
266 n.
Affresco
Bembo
:
573 n, 576.
:
S. I.ucA.
A.
S.
S.
De
Ferraris
-
127 n.
Affreschi di
Cattedrale - Affreschi (sec. xiii): 124 n. Palazzo Bianco - Tavola di Leonardo da Pavia 563. Palazzo Rosso - Dipinto attr. a Giambellno 568 n. S. Giuliano d'Albaro - Dipinto di Donato de' Bardi
: :
568 e segg.
:
Lucia
Michele
GRAVEDONA
Maria del Tiglio
colo xv),
557.
-
Affreschi
;i
(se-
DIGIOXE
Certosa
"
GROTTAFERRATA
Pozzo di Mos
431 n.
Badia
123.
DOVERA
Oratorio
-
405.
HALBERSTADT
Chiesa
:
DRESDA
Galleria
-
Sculture
119.
460 n.
holkhamm hall
Ribl. del
345
:
Duca
ii.
di
Leicester
:
Bibbia
203.
Ms.
532
Ms. 34
533 n.
FENIS
Castello
-
FERENTILLO
Badia
di S.
IMOLA
Bibl.
Comunale
Pietro
Affreschi (sec. xi
?)
57.
FERMO
Duomo
-
INNSBRUCK
Ferdinandeum
:
Messale
Miniatura
464.
521.
FERRARA
BiBL. Universitaria
-
ISSOGNE
Ms.
II.
190
Castello
:
533 n.
ScHiFANOiA
Graduali:
533.
IVREA
Bibl. Capitolare
83.
- Codd. di "SVarmondo Messale 552 n. Seminario - Mosaico (sec. xi ?) 83.
:
FIRENZE
Battistero - Mosaici (sec. xiii) 99 n, 132 e segg. BiBL. Landau-Fixaly - LTiziolo di F. M. Visconti 319
:
70 e segg.,
e segg., 536 e segg. 547. BiBL. Laurenziana - Cod. esp. 1263: 550.
- Tavola di V. Foppa: 576, 582. Galleria dell'Accademia - Dipinti attr. a Gio. da Milano 226 n. Piet di Gio. da Milano 229, 235. Galleria degli Uffizi - Polittico di Gio. da Milano
:
CoLLEz. Berenson
RAMPILE
Chiesa
-
464.
230 e segg.
Disegni
(sec.
xiv-xv)
304 n, 460
ii.
KLAGENFUBT
Bibl. Vescovile
-
Decretali
203 n.
457,465.
KREUZENSTEIN
CoLLEZ. WiLczECK
-
Museo
Croce - Dipinto (sec. xiv): 227 n. Palazzo Davanzati - Affreschi (sec. xiv): 407 n. S. Croce - Cappella Baroncelli, affreschi: 219, 221.
di S.
Tavoletta di
soffitto
561.
LAMBRATE
Oratorio
-
S.
Affresco
125.
FRANCOFORTE
Museo
"
s.
M.
LEGNANO
464.
Giardino celeste
Palazzo visconteo
Dipinti: 155 n.
FRIBURGO
Biblioteca
"
LENTATE
Fahnenbuch
563 n.
Oratorio
Affreschi
(sec. xiv)
74
586
LICHTENBERG
Castello
-
463 n.
LIONE
CoLLEz.
Aynard
Tavola franco-fiamminga
4C5.
MILANO
Archivio
di
ii. :
S.
Ambrogio
Mss. miniati
76,
79 n.
LIPSIA
BiBL. Civica
-
323 n, 521
Ms. lxx
-
203.
Ms. ccccxxvii
:
386.
BiBL.
BiBL. Universitaria
151 n.
LIVO
Giacomo - Affreschi (sec. xvi): 515 n. Cappella - Affreschi (sec. xv) 516 n.
S.
:
LOCARNO
S.
Maria
in
Selva
393 e segg.
LODI
S.
Cod. 159 sup. 71 n. Cod. D. 84 Cod. A. 24 inf. e inf. bis 74. Cod. D. 87 sup. 74. Cod. B. 48 inf. 76. Cod. T. 120 sup. Cod. B. 27 inf. 79. Cod. B. 28 inf. 152. 76 Cod. P. 165 sup. 153 n, 203. Cod. E. 12 sup. 161 n. Cod. C. 170 inf 204, 278. Cod. L. 58 sup. 205 e segg. Cod. E 18 inf. 330 e segg. Cod. E 24 inf. Cod. B. 49 sup. 370 n. 325. Cod. B. 19 inf. 370 Cod. C. 214 inf. 389 n, 410. Cod. H. 86 sup. 389 n. Cod. H. 86 sup. 388, 410. Cod. H. 266 inf. 519. Cod. A. 257 inf. 532. Cod. H. 33 inf.
Ambrosiana
72, 581
:
inf.
II.
ii.
Francesco
colo XIV),
Affreschi
e
(sec.
xiii-xiv), 151
(se:
550.
173, 181
BiBL. Braidense
XIII. 20
:
323 n.
:
LODI VECCHIO
S.
Bassano
Affreschi
(se-
AF. XI. 10 XIV. 19-20 AG. XIII 552, 582. BiBL. Capitolare - Cart. gr., cod. 25 Messale di Anovelo da Imbonate
:
: :
Ms. AD. Xlll. 48: 153. Ms. AD. Ms. AE. XIV. 24-27 323 n., 581. - Ms. 532. - Ms. AG. XII. 3 533 n. - Ms. AE. 539, 582. - Ms. AN. XIV. 21 550. - Ms.
:
:
277 e
segg.
328 e segg.
LONDRA
BiBL. C.
;i.
:
BiBL.
SoRAGNA
:
Ms. miniato
332.
:
W. Dyson Perrins
73.
:
BiBL. TiuvuLziANA
nolfo
British Miseum
Ms. Harl. 1319
226
Ms.
-
1.5277: 410.
Cod. 2202 306 e segg. Cod. 509 e iniziali 323 n. Cod. 1076 390 n. Cod. 816 414 n. Disegno 433. Cod. 1021 521. Cod.
427 n.
479
attr. a Gio.
552 n.
Collez. R. e. Fry
II.
Dipinto
da Milano
Modrone
Ufiziolo di
CoLLEz.
Miniatura 390 n. Galleria Nazionale - Dipinto di Gio. da Milano 228. Victoria and Albert Museim - Calice 460 n. Sof: : :
Wallace
Tarocchi
522 e segg.
Casa Borromeo
fitto
dipinto
562.
LONGONE
Villa Tagliasacchi
-
Affreschi (sec. xv) 436, 503 e segg., Libri Mastri 510 ;i, 554. Affreschi (sec. xv): 557,565 e segg.
:
174.
Tombe
dipinte
30
zi.
LUCCA
BiBL.
Governativa
Cod. 2508: 70 n.
nardo
MAGLIASO
Castello
-
159 n.
Tarocchi 527. CoLOGNA - Dipinto di Goti. Scotti 558 n. Crespi - Tavola attr. a C. de' Moretti 555. Eredi Crespi - Cronaca figurata di Leoda Besozzo 482 e segg. B. Gabba - Tavola di C. de' Moretti 554. A. Noseda - Tavola di V. Foppa: 576 e segg. Sessa - Tavola attr. a C. de' Moretti 555. Trivulziana - Avorio (sec. x) 60 n. AffreBr.vmbilla
: : :
:
504 n.
Trittico di
J.
Cietario
,563
MALPAGA
Castello
-
Duomo
:
582.
MANTA
Castello
-
461.
MANTOVA
BiBL. Civica
152.
-
Cod.
C. Ili
:
20: 75.
Cod. D.
Ili
15:
Ms. B. IV 13
di
442.
550 e segg.
-
Camera da B.
Commercio
Affreschi
attr.
a Michelino
143.
Chiesa del Gradaro - Affreschi (sec. xiii) Duomo - Messale 540 e segg., 542, 582. Palazzo Ducale - Affreschi (sec. xiv) 272 Pinacoteca - Affreschi (sec. xiv). 210 n
: : : :
60. Evangeliario e crocifisso di Bassorilievo di Gio de' Grassi 296 e segg. Portali delle sagrestie 295-298. Piet, bassorilievo 298. Statua di S. Martino V 431. Giganti 431. Sculture della guglia Carelli 431. Affresco (sec. xv) 432 n. Sculture dei finestroni: 433. Tav. attr. a Michelino da B. 436, 558. Museo Civico Affreschi romani: 2 n. Mosaico di S. Ambrogio (sec. xii) 129 n. Affreschi (sec. xiii) 141 (sec. xv), 491, 516. Bibbia (ms. braidense AE, XIV. 24) 323. Soffitto dipinto 562. Ms. braidense AE. XIV. 20 582. Ms. braidense AG.
-
Situla
:
Ariberto
60.
71.
XII. 1
n.
(sec.
582.
-
Museo Poldi-Pezzoli
xivsegg.
Palazzo Arcivescovile
XV), 410.
587
MONZORO
Chiesa
-
513.
Ricamo
563 n.
:
MORCOTE
S.
Pinacoteca di Rrera - Affreschi (sec. xiv) 267 n, 391, 392. Tavola di Stefano da Zevio 460. Tavola
:
Maria
segg.
di
Torrello
141 e
di Ben.
S.
Bembo
574.
Ambrogio -Mosaici:
128 e segg.
MUENSTER
S.
cristiano
66, 79
Giovanni
Altare di Wolvinio
:
32 e segg.
(sec. xiii)
119 e segg.
326 e segg.
S. S. S. S.
S.
Imboliate
NAPOLI
Bibl.
S.
Badila - Affresco (sec. xiii) 141 Ji. Calimero - Affresco (sec. xv) 556. Calogero - Affresco (sec. xv) 557. Celso - Affresco (sec. xi) 124. Cristoforo - Affreschi (sec. xiv), 391
:
:
Nazionale - Ms. XIV. A. 21 521 n. Giovanni a Carbonara - Affreschi di Leonardo da Besozzo e Perinetto da Benevento: 474 e segg., 581.
:
NEW-YORK
;
(sec. xv),
Museo Metropol.
226.
Dipinto
attr.
a Gio. da Milano
491.
S.
EuSTORGio - Affreschi
(sec. xiv)
,
7t,
151 n,
267
145.
colo xiii)
tro mart.
S.
(se-
NOVALESA
S.
Pie-
Eldrado
124.
563.
-
NOVARA
Bibl. Capitolare
S.
Lorenzo
(sec. XIV)
:
Mosaici
294, 391.
(sec. v)
8 e segg.
Affresco
Cattedrale
colo xiii)
:
n.
86.
155 n.
-
S. S.
S.
Marco
Affreschi (sec.
S.
Maria della Porta - Affresco (sec. xv) Maria Podone - Affresco 442. Maria presso S. Celso - Sarcofago 19 n.
: :
NOVATE
S.
Affre-
Fedelino
491.
Disegni
7.
506, 522.
:
Nazaro
151.
Capsella
OGGEBBIO
-
S.
"
Siro
Affreschi
di
;i.
Torre
Ansperto
Oratorio
di
Cadesino
MOCCHIROLO
Oratorio
-
OLEGGIO
S.
:
98 e segg., 101,
MODENA
BiBL. Estense - Cod. lat. z. 7. 3 368 e segg. Duomo - Affreschi (sec. xiii) 123 n.
:
PADOVA
MONACO
Pinacotca
-
DI
-
BAVIERA
:
Arena
556.
:
Antiq. Bhler
lat.
Cod.
23215
:
lat.
343: 72.
- Affreschi di Giotto 216. - Codice Carrarese 410. Civica Bibl. Duomo - Evangelario del 1170: 152 n. Eremitani - Affreschi (sec. xiii), 124 n
: :
(sec.
xiv),
279 e segg.
lat.
485 e segg.
Codd. germ. 51 e 19
385 n.
Cod.
15701
460.
466 n.
Cod.
it.
81
521 n.
PANDINO
MONTECARASSO
S.
Castello
:
Bernardo
515.
Affreschi
(sec. xiii),
142
(sec. xv),
PARENZO
Duomo
-
Incrostature
20, 129.
MONZA
Bibl. Capitolare
-
Affresco
(sec.
xv)
503.
Ritratti
:
PARIGI
Bibl. dell'Arsenale Bibl. Nazionale
"
sforzeschi
576 n.
"
:
31 n.
492 e segg.
Tavola di
se.
lombarda
Michele
Affresco
Ms. lat. 4895 Ms. lat. 757 277. Ms. 299, 301, 302 n, 360, 377 e segg. - Ms. Ms. lat. 11727 323 n. Ms. lat. 364
Ms.
fr.
Ms.
lat.
Ms.
fr.
2631
:
152, 163.
755
152, 203.
:
201 e segg.,
fr.
187
203.
fr.
291 n.
323 n.
Ms.
588
lat.
:
Nouv. Acq. 1673 354 e segg. Ms. fr. 343 371 Ms. fr. Nouv. Acq. 5243 377 e segg. - Ms. e segg.
:
fr.
755
385.
- Ms.
fr.
95 385.
:
- Ms.
fr.
f r.
2631
386.
lat.
Ms.
427
it.
170
414 n.
lat.
- Mss. 413 n.
fr.
267 n.
PONTASSO
Oratorio
-
811
Ms.
Mss.
it.
4772 e
lat.
6041
150.
PRATO
Museo Civico
segg.
S.
-
it.
Polittico
di Gio.
da Milano
:
[229 e
533 n.
Ms.
282.
7880: 581.
-
CoLLEz.
Artaud de Montor
Dipinto
attr.
a Gio. da
Niccol
Affresco
attr.
a Gio. da Milano
226.
Milano
CoLLEZ. E. DE RoTHSCHiLD - Disegni 448. CoLLEz. Martin Le Roy - Dipinto di Gio. da Milano: " Desco da parto 576 n. 228. Capsella di Brivio 19 /i. Museo del Louvre.
:
PRUGIASCO
S.
Carlo
QUEDLINGBURG
Sculture: 119 n.
Parement de 60 n. Disegno di T. Gaddi: 417 ii. Disegni della raccolta Vallardi 425, 448. Disegni 443, 519. Disegno di di Michelino da Besozzo Stefano da Zevio 460. Piet 466. Disegni della coli. His de La Salle: 505. Museo di Cluny - Trittico eburneo 416. Soffitto
Evangeliario di St-Denis
: 413.
:
"
Narbonne
RAVENNA
Battistero degli Ortodossi - Incrostature 18. S. Apollinare Nuovo - Mosaici S. Vitale - Mosaico: 54.
:
:
dipinto
562.
20, 129.
PARMA
Battistero - Affreschi:
201 n, 410.
(sec. xiii), 124 n, 144; (sec. xiv),
REGGIO
Duomo
-
Duomo
Affreschi
-
124 n.
Pinacoteca
227 n.
REICHENAU
PAVIA
Museo Malaspina
n. 65
S.
:
S.
- Mosaici (sec. xii): 90. Dipinto Dipinto n. 80 473 n, 557. Scultura: 56 /i. Mosaico (sec. xii): 90.
Giorgio di Oberzell
60.
267 n.
-
ROMA
BiBL.
368.
Michele
Affreschi
:
Casanatexse
Ms. 459
-
Ms. 4182
-
359 e segg.
S.
Scultura: 56 n.
Mosaico
Cod. A-5
33.
S.
Teodoro
144, 150.
126 e segg.,
PERUGIA
BiBL. Civica
-
Chro13. 70 n. 70. Cod. vat. lat. 4922 nicon Vulturnense Cod. vat. lat. 83 72. Cod. vat. lat. 10405 78 n. Omelie del monaco Giacomo 132 n. Cod. pai. 276 e segg. Cod. vat. lat. 1903 532 n. lat. 506
Vergilio Vaticano
"
Cod. L. 59
78 n.
"
56
ti.
PIACENZA
BiBL. Capitolare
-
Cod. 65
75.
Cod. 42
76
zj
Decretali: 152.
Galleria Colonna - Tavola di Stefano da Zevio: 460. Galleria Nazionale - N. 700 225. Dipinto di Gio. da Milano 227 e segg., 235. Quaderno di disegni: 424 e segg., '449 e segg., " Libro di Giusto 485
:
Duomo
e segg.
Soffitto dipinto
-
562.
ti.
Museo Lateranense
lano
S.
:
Episcopio - Affresco (sec. xiv): 392 n. Museo Civico - Dijiinto (sec. xiv) 393. S. Eufemia - Mosaico (sec. xii) 85 n. S. Savino - Mosaico (sec. xii) 85 n. Affreschi
:
: :
Pinacoteca Vatican.^^
226.
Dipinti
556 n.
attr.
a Gio. da Mi-
Trittico
-
Bastianello
Affreschi (sec. x)
:
57.
(se-
S. S.
Clemente
57,
69 n, 123 e segg.
coli xiv-xv)
392.
PIEVE TERZAGHI
Chiesa
-
Mosaico
(sec. xii)
89.
PIGNA
Badia
-
Costanza - Mosaici 24. 32, 124. S. M. Antiqua - Affreschi 145. S. M. IN Aracoeli - Mosaico (sec. xiii) 145. S. M. IN Trastevere - Mosaici (sec. xiii) 7 n. S. Paolo fuori le Mura - Affreschi (sec. v-vi) Mosaico (sec. xiii) 133. 32 n. - Mosaico S. Prassede - Affreschi (sec. viii-ix)
: : :
127
n.,
143 n.
(sec. ix)
Ss.
107 n.
-
PISA
Camposanto - Affreschi di A. Veneziano 232 e segg. Museo Civico - Dipinto di Gio. da Milano 226.
:
Quattro Coronati
123.
ROVIGO
Museo Civico
-
Bibbia:
410.
589
-
ANTONIO DI RANVERSO
-
BiBL. Nazionale
Cod. F, IV. 12
71.
Tarocchi
:
528.
Chiesa
S.
555.
Cod. D.
BiBL.
II.
532 n.
"
Heures
distrutte
413 n.
415.
Reale
71.
BENEDETTO
-
IN
POLIRONE
489
533.
Ms. Ms. 75
:
102:
552.
Chiesa
S.
Mosaici
88.
FLORET D'ALVERNIA
-
CoLLEZ. Fontana - Tarocchi: 524 n. Museo Civico - Mosaici (sec. xii): 83 e segg. sali intagliati 366 n. Cintura viscontea Miniatura 518 e segg.
:
Dos-
453.
Castello
S.
385 n.
572.
MIMATO AL TEDESCO
TORRECHIARA
-
Miniatura: 205
n.
Castello
Polittico
(sec.
di Ben.
:
Bembo:
572 e segg. --
PAUL
-
IN
LAVANTHAL
2.
5.
:
Affreschi
xv)
574 e segg.
Badia
S.
Ms. XX.
532.
TRENTO
Castello
-
VINCENZO AL VOLTURNO
-
462 e segg.
Badia
35.
TREVISO
S.
SAVONA
Museo Civico
segg.
-
Loggia de' Cavalieri - Affreschi (sec. xiii) 155. Niccol - Affreschi di Tommaso da Modena:
:
271.
SIENA
Comunale - Ms. I. VII. 23 534. Palazzo Comunale - Affresco di Simone Martini 232. Pinacoteca Comunale - Tavola di Michelino da B.
BiBL.
: :
VARESE
Battistero - Affreschi (sec. xiv): 151, 185 e segg. S. Maria del Monte - Affreschi (sec. xiv) 268 n.
:
VENEZIA
SMALKALDEN
Castello
-
385 n.
Accademia - Disegni 448. BiBL. Marciana - Cod. it. Z. 13 153. Cod. fr. IX 384. Cod. fr. XI 385. Codd. fr. IH, XIII, XV
: : :
SOLARO
Or.^torio
-
385
e
:
11.
:
Cod.
Ir.
XXI
387 e segg.
II
410.
542.
Cod.
lat.
LXIV
410 n.
233
segg., 240
VI,
XXII:
-
segg., 281.
Museo Correr
S.
SOLBIATE INFERIORE
Monastero
-
Marco
129, 150.
VERCELLI
BiBL. Capitolare
-
SPOLETO
S.
Rotulo figurato
:
77.
Ms.
CLXV,
Paolo
Affreschi
LXII,
(sec. xii ?)
:
CXXXVI, CXLVII
-
93.
:
78.
Casa privata
S.
STRASBURGO
Biblioteca
:
Andrea
Gallo
:
n.
-
Tomba
di T.
198 e segg.
ciarum
70 n.
VERONA
BiBL. Capitolare
:
STUTTGART
R. Collezioni
-
Ms.
CXCIV:
151 n.
Ms.
CCXXIX:
273,
Carte da gioco
523.
532
II.
SUBIACO
S.
296, 400.
:
Speco
123.
Grotta dei
36, 53, 116.
Ss.
Celso e Nazaro
Affreschi: (sec.
Affreschi (sec. x)
SUSA
S.
Museo Civico
-
.^iii),
Francesco
Giusto
-
199.
:
367.
79.
S.
Tavola
-
di Stefano da Zevio
S.
Anastasia
S.
Fermo
Zeno
-
S.
(sec. xiii)
124 n.
TORCELLO
Duomo
-
VERTEMATE
:
Mosaici
99 n., 127.
Badia
TORINO
BiBL. Capitolare
-
VESPOLATE
Mss. miniati: 552 n.
S.
Giovanni
516 n.
590
VEZZOLANO
Badia
-
199, 274.
ste
549.
VIBOLDONE
Badia
-
Collez. Suida - Tavola di se. lombarda: 577. Collez. Tuecher - Dipinto attr. a Gio. da Milano
226 n.
:
Affreschi (sec. xiv) nel tiburio, 214 e segg., nella navata maggiore, 240, 242, 282
;
HoFBiBLiOTHECK - Ms. 2571 387. HoF.MUsEUM - " Tacuinum sanitatis Croce di S. Teodoro di Venezia
:
339 e segg.
460.
Carte da
VICOLUNGO
Chiesa Rurale
-
gioco
Affreschi (sec. xv)
:
523.
515 n.
VIMERCATE
Antico convento
di
S.
VIENNA
CoLLEZ. Albertina
-
B'rancesco
Affreschi (se-
Disegni:
colo XIV)
213.
numeri indicano
le
n,
rimandano
alle note.
Affreschi rustici
513 e segg.
Arte
(1')
germanica: e
;
la
Lombardia, nel
sec.
x e
:
xi
Alcherio
(G.)
417, 435 n.
58 e segg.
e gli affreschi di S.
Ambrogio
137.
Altichieri, pittore:
Arte
(1')
268 e segg.
148
gotica oltramontana: sua influenza in Italia, nella Miniatura 151 e segg., 204 e e segg.
:
segg., 406;
nella Pittura
;
Amedeo
Animali
(fra'),
calligrafo
320 n.
(gli): loro rappresentazione nell'Arte del secolo xiv-xv, 288 e segg.; nell'Arte lombarda
a Milano sul principio del sec. xv 429 e segg. Arte (1) orientale sua influenza in Italia, 27, 581.
: :
Arte
(1')
della fine del sec. xiv, 290 e segg., 299 e segg., 303
e segg., 325
;
Attila e
dipinti di Milano:
7.
:
nell'Arte
lombarda
:
sul principio
Avanzi
(J.)
bolognese, pittore
233.
446 e segg.
Angera: vicende del suo castello, 157, 170. Anovelo da Imbonate, miniatore: 327 e
360, 369.
Bardi (Donato
segg.. 355,
de'), pittore,
567 e segg.
Anteiami (B.), scultore: 81, 120. Antonio da Ferrara, pittore 458. Antonio Veneziano, ijittore: 232.
:
Barnaba da Modena, pittore: 233. " Basilica Fausta 14, 15 n; sua raffigurazione, Battista da Legnano, pittore 515 ii. Beauneveu (A.) pittore: 427 n. Belbello da Pavia, miniatore 582.
: : :
132.
Apocalisse
81
(1')
Bellini
(J.),
Architettura
;
(1'): nella Lombardia nell'et romanica, oltramontana e il Duomo di Milano 429. Ariberto da Intimiano, are. di Milano: dipinti nella sua chiesa di Galliano, 42 e segg. suo ritratto, 48 croce ed evangeliario suoi, 60 n.
Bembo Bembo
575.
Armi
Arte Arte
164.
Bibbie " atlantiche 79 e segg. Biblioteca viscontea di Pavia: predata da Luigi xii, 152 suoi codici 152, 203, 278, 329 n, 368, 371, 385,
;
:
coi
(1')
monumenti
bizantina:
Sua influenza
32
;
in
:
Lombardia
;
nell'alto
medioevo
:
nel sec. x
40
negli af-
Biraghi (A.) e l'oratorio di Solaro 237. Bobbio suo monastero, 30 suoi codici
:
33, 71
e segg.
freschi di Galliano
56 e segg., 60
n
:
nelle minia:
in affreschi del sec. xii 97 e segg. nella Scultura del sec. xii 119 negli affreschi di Givate: 120 e segg.; nella seconda met del sec. xii 124 e segg. nel sec. xiii 136 e seguenti, 145 e segg. a principio del sec. xiv 169,
ture
75
segg.
Bonino da Campione, scultore: 273, 296, 431. disegni da lui attr. a Michelino da BeBossi (G.)
:
sozzo, 448
21.
Broederlaem
(M.),
pittore: 456.
Bu gatto
(Z.),
pittore: 576 n.
Sua
pittore: 69 n, 145.
pittore: 527, 552.
Cicognara
(A.),
592
Cietario
(J.),
Cimabue,
Givate
:
Giovanni da Modena, pittore: 417 n, 458. Giovanni del Biondo, pittore: 221 n, 226 n. Giovanni di Benedetto da Como, miniatore: 279 e
segg., 284, 323, 415.
Coene
pittore
Giovanni
sec. xiii
: :
di
Coltura
(la)
416.
Costume
(il)
negli affreschi di
Angera
xiv
:
161 e segg.
sec.
Giovanni Giovanni
di di
521.
nella Miniatura
e
segg., 301,
lombarda del
e segg.
se-
colo
XIV
281
367, 372
:
287 e segg.
:
e in af-
e scultore: 294
:
freschi
leo, 138.
lombardi del
sec.
S.
xv
492 e segg.
:
Ambrogio
:
suo mauso-
Crispo
(B.),
Crivelli (T.),
Cronaca
e
(la)
;
segg.
;
segg.
e segg.
sue relazioni col " Libro di Giusto suo prototipo fiorentino, 489.
;
487
sue sculture, 296 e segg., 431 suoi disegni, 298 e segg. sue miniature, .306 e segg., .334 e segg., 435 n singolari ornamenti delle sue iniziali, 308 e segg., 334, 414; sua derivazione, 325: sua influenza nella miniatura, 325 e segg., 3.53 e segg., 309, 372, 535 e segg. sua influenza nella Pittura, 391 e segg. I suoi disegni e le " Trs riches Heures , 419 e segg. e la rappresentazione degli animali in disegni lombardi, 446 e segg. Grassi (Porrino de) pittore e miniatore: 295. Grassi (Salomone de), pittore e miniatore: sua collaborazione col padre, 306 e segg., 355, 372, .535 e
: : ;
Decorazioni dipinte in case lombarde: 506, 575. Disegni di artisti lombardi del sec. xiv-xv 447 e
:
segg., 548.
533.
segg.
Duccio, pittore:
123, 135.
3.
Egitto
(1')
e la pittura nell'et
:
romana
6.
Embriachi avori attr. alla loro bottega: 416 e segg. Ennodio (M. F.) i suoi carmi e l'Arte, 7 e segg.
:
Iconografia: negli affreschi di Galliano, .53 e segg. nei mosaici dei pavimenti, 82 e segg. negli af;
304 n.
:
Eyck
nel sec. xii e xiii, 125 e Pittura medioevale, 147, 154 e segg. Incrostature marmoree: 20.
Iniziali: loro
Fedeli
(S.
Ferraris (A.
forma singolare nei mss. di Giovannino de' Grassi e dei suoi seguaci, 308 e segg.,
Fernach
Foppa
Gaddi Gaddi
(V.)
567
Itala
6.
(A.),
(T.), pittore: e le " Trs riches Heures , 417. Galla Placidia e l'oratorio di S. Aquilino: 8, 14. Gallina (A.), oste: suo ufziolo, 153 n.
Jacopino d'Arezzo, miniatore: .543 e segg. Jacopino da Tradate, scultore: 431. Jacopino da Vallate, pittore: 394 n. Jacopo da S. Severino, pittore: 457.
Genova e l'Arte bizantina: 12.3. Gentile da Fabriano, pittore: 458. Cerini (N.), pittore: 226.
Gerolamo da Corbetta, pittore, 510 Gerolamo da Cremona, miniatore
Ghiberti
(L.),
Landolfo, are. di Milano (sec. x) suo messale, 124. Leonardo da Besozzo, pittore e miniatore 430, 474
:
:
n.
:
e segg,
,525,
5.52.
e l'Arte
e l'Arte
Giambone
Giotteschi
(M.),
(i):
Leonardo da Pavia, pittore 563. Le Begue (G.) suoi ricettari d'arte, 417. Liberale da Verona, pitiore e miniatore 540 n. Liguria (la): in dominio di Bisanzio, 26; e l'Arte
:
:
lombarda
40
n.,
411.
60 n,
Liguria , regione romana: 7, 14, 581. Liturgia (la) e l'iconografa: negli affreschi di Gi"
;j.
Giovanni da Campione, scultore: 297, 431. Giovanni da Milano, pittore: 217 e segg.; sua formazione artistica, 231 e segg. relazione delle sue opere con affreschi di Lombardia, 246 e segg. sua influenza sulla Pittura veronese, 268 e segg. sue relazioni con Giovanni di Benedetto, 282.
;
Liutprando
re:
(la):
Lombardia
suo palazzo e chiesa a Corte Olona, 31. estensione geografica del suo nome
Longobardi (i) e l'Arte: 29 e segg. Lorenzo da S. Severino, pittore: 457. Lorenzo Monaco, pittore 457.
:
Narsete e Milano
Nicolao, scultore:
19
ii.
Malouel
(I.),
pittore: 457.
118 e segg.
Manoscritti francesi in Italia nel sec. xiv: 413. Mantova; sue relazioni artistiche con la Lombardia,
272 n, 410.
Novalesa; mss. della sua badia, Nuxigia (G, de), calligrafo: 202.
33.
Martini (S.), pittore 231,417: sua influenza sulla Pittura franco-fiamminga, 412.
:
Marziano da Tortona, miniatore: 522 e segg. Masolino da Panlcale, pittore: 255, 458, 461, 467,
482, 484, 489, 506
;
Orcagna
Oriente
(A.),
pittore
:
226, 233.
151.
:
480,
Orflnio da Lodi
suo poema,
e gli
(1) e l'Italia
nel sec. v e vi
sec.
26 e segg.
vi, 14 n, 15, 23;
.57,
;
affreschi di Casa
zione,
Borromeo,
v e
66,
nelle
Michele da Pavia, pittore: 435, 436, 442 n. Michelino da Besozzo, pittore 417 n, 435 e segg., 513, 532. ,538, 548, 555: giudicato dai contemporanei, 435 II sue opere perdute, 435, 436 sue opere,
: : ;
sculture di Givate, 117: in affreschi del sec. xiii e xiv, 139 e segg., 157 e segg., 169; nelle miniature di Giovannino de' Grassi e dei suoi seguaci, 308 e segg., 314 e segg.
"
437 e segg.
Giovannino
Sua
Ouvraige de Lombardie
derivazione stilistica, 453 e segg., 464 e l'Arte oltramontana, 465. Suoi seguaci, 474 e segg. e
:
gli
Zavattari, 501
segg.
;
Casa Borromeo,
503, 511
Milano: nei primi secoli cristiani, 1 e segg.: nei secoli V e VI, 7 e segg. nell'et longobarda, 30 e segg.: a princii^io del sec. xi, 41; sulla fine del sec. XIV, 429 e segg. Sua rappresentazione negli affreschi di Angera, 165. Miniatore (il) dellufiziolo di F. M. Visconti: ,535 e segg.: sua influenza sui miniatori dell'Italia su:
Paolino da Montorfano, pittore: 432. Paolino vescovo di Nola: 25. Paolo da Brescia, pittore; 572. Paolo Diacono 100. Pavia suoi monumenti nell'et longobarda, 31
:
suo
Pavimenti
;
istoriati
82 e segg.
Perlnetto da Benevento, pittore: 474 e segg. Pianeti loro rappresentazione, 160 e segg. Pietro da Pavia, miniatore; ,323 ;i, 325 e segg., 353,
414, 517 n.
410,
Pisanello
:
(il)
Miniatore
segg.
:
delle
"
lombarda,
l)ardi
:
446.
.501, ,512,
563.
e segg.
Miniatore
(il)
del ms.
;
7,57
della
Bil)l.
Xaz. di Parigi:
324 e segg.
sua collaborazione nel " Tacuinum di Parigi, 356; e il ms. fr. 313 della Bibl. Naz.
del mausoleo di A. Fissiraga; 181 e segg. Pittori a Milano nella prima met del sec. xv 433. Pittori chiamati da Mantova a Pavia nel sec. xiv
Pittore
(il)
: :
272 n.
Pittura
:
(la) in
Italia: nell'et
longobarda, 30 e segg.
nel sec.
xi, 57
e segg.
nella seconda
il
met del
se-
e l'illustrazione
del
"
Tacuinum
colo
xiir, 135 e
il
e ol-
367 e segg.
tralpe fra
sec.
xiv e
nel se-
Miniatura
33
;
(la) nella Lombardia: suoi incerti monumenii nei primi secoli cristiani, 6; nel sec. ix,
colo XV, 467. Pittura (la) nella Lombardia: nei primi secoli cristiani, 2 e segg.
gia, 30
;
dal sec. x al
xii, 69
e segg
nel
nell'et
nella
la
segg.,
prima
:
segg. e
nel
;
Miniatura
e la
colo
nella
XII, 95
segg.
nel sec.
xiii,
134
e segg.
Miniatura oltramontana nel sec. xiii, 152 e segg.; e la Miniatura nell'Emilia nel sec. xiv, 200; e la Miniatura franco-fiamminga, 415 e segg. e la Miniatura a Genova nel sec. xiv, 411 e la Miniatura nel Veneto, 389 ;i, 409 e segg.
nella
prima met
del sec. xv, 469 e segg a mezzo il sec. xv, 553 e segg.; e l'Arte orientale, 20 e segg.; e l'Aite
e l'Arte caroGermania
alla
e la Pittura,
.391
70, 151
e segg., 200 e
segg.
e e
l'Arte
in
colo xi-xiv,
segg.
;
.56
Morimondo; mss.
Mosaici
8
;
e la Pittura dell'Italia centrale nello scorcio del sec. xiri, 145 e segg., 581 ~ e l'Arte gotica
;
oltramontana nel
179 e
segg., 274.
loro
relazioni
venna,
di
sec. XII a
Mussis
(G.
colo xiv; 188 e segg., 207 e segg., 242 e segg. e la Pittura veronese del sec. xiv e xv, 268 e segg., 466 e la Pittura in Piemonte nel sec. xiv, 274
;
Napo
della Torre;
e l'Arte franco-fiamminga nel sec. xiv e xv, 411 e segg., 464 e segg. e la Pittura in Italia nel
;
segg.
e l'Arte del 75
594
Rinascimento, 4G8, 567 e segg. e la Scultura e la Miniaa Milano nel sec. xv, 431 e segg.:
;
Pittura
a Verona: sue relazioni con la Pittura lombarda, 268 e segg., 466 e la Pittura re(la)
;
Torriti
(.1.),
pittore: 123.
Predis
(Cr. de),
miniatore:
.549,
.5,52,
.582.
Venezia: e l'Arte bizantina. 123: suoi mosaicisti, 1,33. Veris (Franco e Filippolo de), pittori: 345 e segg.,
354, 360, 369, 400, 434 e
Rainaldo, vescovo di
Como:
97.
,521;
"Tacuinum
sanitatis,,,
4;?4
Raverti (M.), scultore: 431 e segg. Roma: sua veduta prospettiva nella Cronaca di Leo-
345 e segg.
e segg.
nell'Italia su-
Vidolenghi
Visconti
(i)
(L.).
:
pittore: 563.
tralpe, 287.
Sanctus 25. S. Ambrogio: 2 e segg., 16. S. Benedetto d Polirone: mss. della sua badia,
"
:
Visconti (Bianca di Savoia): suo ufiziolo, 279 e segg. Visconti (Fili])po M.) suo ufiziolo, .320 e segg., .535 e
:
75,
.522
1.52.
.551
n.
:
segg.
30.
.5.58
S.
Colombano
(G.),
Scotti
pittore:
nella
Scultura
(la)
102. 117 e
Sforza (Bianca M.) 532. Sforza (daleazzo M.): 550 e segg. Siccardo, vescovo di Cremona: 82, Simone da Corbetta. pittore: 391. Sluter (C), scultore: 431 n.
:
suo ufiziolo, 311 e segg., suo Elogio f unelirc. 439 e segg. Visconti (Giovanni) 157, 170, 206. Visconti (Giovan M.) 4.39. Visconti (Maria di Savoia): .522 e segg. suo ufiziolo.
Visconti (Gian Galeazzo)
320
:
.531.
105, 109.
Visconti (Ottone)
157, 167
af-
lombardi: 561 e segg. Stefanardo da Vimercate: il suo poema e gli schi di Angera, 162. Stefano da Zevio, pittore 460, 451 n, 464, 520. Stendardo della Repubblica Ambrosiana .563
Soffitti dipinti
:
:
Visconti (Roberto): suo messale, 204. Visconti (Valentina): 287, 289, 302 n.
Vitale
;i.
201.
Tacconi
"
(I".),
Warmondo, vescovo
Wiligelmo
70.
Tacuinum
Sanitatis
(il):
e la Pittura
Wolvinio, orafo:
e le
"
418 e segg.
e gli
.538,
550.
di Trento, 464.
555, 576
segg.
Taddeo da
loro
seguaci, 557
e segg.
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Samml.
= Jahrbuch
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W.
um
die
Vasari.
G. Vasari,
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Venturi, Storia.
ERRATA-CORRIGE
pag.
ERROKI
3
CORREZIONI
Liguria
21 lin.
Liguria
23
10
1
IHOANNIS
che
la
lOHANNIS
lettera sia
23 nota
prima
che
la
prima
sia
lettera della
seconda
li-
nea
32 42
49 56
fg.
teniae
taeniae
e scalea
26 32
10 e 35
ambone
esterno (1906)
Ariberto Intimiano
7rpo7)4uvsois
Ariberto da Intimiano
Trpooxu-jr.at;
lin.
60
13
2
di Oberzell e di
Reichenau
di Oberzell a
Reichenau
62 nota 83
fig.
inserta
inserto
54
Novara, ecc.
Milano, Archivio di
sale,
S.
Ambrogio: Mes-
153 nota
2
2 13
op.
cit.
op.
cit.)
169
Dal tempo
Del tempo
lin.
d'un medesimo
d'un altro
12
6
documenti
tanto
(fig.
s.
monumenti
cosi
(fig-
lin.
15
17
221)
220)
550 576
XV
477)
secolo
(fig.
XV
10
(fig.
479)
O'
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