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Il governo bosniaco annuncia una battaglia serrata contro le aziende che eludono il fisco, servendosi della preziosa collaborazione di esperti croati #Balcani #Bosnia-Erzegovina #Croazia #evasione fiscale #fondi offshore #paradisi fiscali #fisco #magistratura #Goran Salihovic #Miro Dzakula #Bruxelles #disoccupazione <br/> L[b]evasione fiscale[/b] un fenomeno ormai fuori controllo in Bosnia-Erzegovina, una delle piaghe, insieme alla corruzione endemica, che contribuisce maggiormente a dissanguare le esauste casse centrali e delle due entit, la Republika Srpska e la Federazione BiH. Non un mistero, infatti, che migliaia di societ bosniache ricorrano regolarmente a [b]fondi offshore[/b] e [b]paradisi fiscali[/b], o architettino opache scappatoie per aggirare il [b]fisco[/b]. E il danno per lo Stato sta diventando insostenibile: gli analisti indipendenti ritengono che il buco nero causato da tali aziende si aggiri attorno ai 150 milioni di euro. Pressato dalle ong bosniache che da anni insistono sul problema, e messo allangolo da Bruxelles, il governo centrale di Sarajevo ha finalmente deciso di indossare lelmetto e ingaggiare una feroce battaglia contro gli evasori fiscali.<nr/> <br/>Promesse da tradurre presto in pratica, certo, ma imperniate su un obiettivo che, seppur ambizioso, garantirebbe una buona base di partenza per recuperare il sommerso. Il primo punto nellagenda governativa sulla questione ottenere una solida e costante cooperazione fra [b]magistratura[/b] e [b]fisco[/b]. Per questo il ministero delle Finanze sta reclutando, dalla scorsa settimana, un drappello di esperti che dovr sovrintendere il lavoro investigativo e giudiziario volto al contrasto dellevasione fiscale. Il gruppo - coordinato da [b]Goran Salihovic[/b], procuratore capo della Bosnia-Erzegovina, e [b]Miro Dzakula[/b], direttore dellAgenzia delle entrate centrale - si avvarr, inoltre, della preziosa collaborazione del Dipartimento di Zagabria per la lotta alla corruzione e alla criminalit organizzata (Uskok), che da oltre due anni sta impiegando tutti gli strumenti a disposizione per arginare il fenomeno in Croazia, con risultati evidenti.<br/>
<br/> Lufficio del pubblico ministero e lautorit fiscale coopereranno saldamente in modo da individuare e perseguire le aziende che eludono le norme fiscali. Le indagini dovranno essere rapide ed efficaci, garantisce Salihovic al sito internet SETimes. Riunire un team di esperti provenienti da entrambe le istituzioni subita apparsa come una mossa necessaria per avviare una seria lotta contro il fenomeno. Finora lattivit di contrasto stata lenta e inefficiente proprio perch mancava un costante e articolato lavoro di squadra. Solo cos possiamo sveltire il cumulo di inchieste e arginare lenorme nero causato dai reati finanziari, spiega Ratko kovacevic, un alto dirigente dellAgenzia delle entrate.<br/> <br/> La squadra intende concentrarsi specialmente sullincrocio di dati e sullinnovazione digitale, e a breve gli strumenti tecnologici di cui gi dispone lAgenzia delle entrate verranno ulteriormente potenziati. Innanzitutto verr predisposto un archivio dei rapporti bancari: un cervellone in cui banche e intermediari finanziari hanno fatto affluire cifre e dati. E in pi, il team promette unattenzione particolare verso le aziende che occultano i capitali mediante fondi offshore e paradisi fiscali.<br/> <br/> Come facilmente prevedibile, liniziativa stata subito lodata dalla delegazione Ue in Bosnia: [b]Bruxelles[/b] accoglie sempre con grande favore misure e strategie volte a rafforzare la lotta contro la criminalit e limpunit. Del resto lUe non ha mai smesso di incitare le autorit bosniache ad intervenire concretamente in materia di prevenzione e contrasto di simili reati, dichiara Andy McGuffie, portavoce della delegazione. Frenare levasione fiscale a ogni livello un compito obbligato per le autorit bosniache, che devono al pi presto raccogliere capitali freschi per diminuire la pressione fiscale. Le finanze pubbliche versano in condizioni terribili e la [b]disoccupazione[/b] ha raggiunto il tasso stellare del 40%. Lo Stato deve al pi presto raccogliere capitali freschi per diminuire la forte pressione fiscale, ribadisce McGuffie. Lo Stato bosniaco piombato in una situazione dove non c alcun controllo reale sui prezzi. Le economie mondiali pi sviluppate dispongono di solidi comparti per assicurare verifiche costanti in questo settore. Da qui deve partire la Bosnia-Erzegovina, osserva Zoran Pavlovic, illustre analista finanziario di Banja Luka.<br/>
#Balcani #Croazia #centrale termoelettrica #settore energetico #fonti rinnovabili <br/> Accanto al porto della splendida cittadina croata di [b]Ploce[/b], dovr sorgere al pi presto una [b]centrale termoelettrica[/b], e il governo dovr predisporre gli strumenti necessari per avviare i lavori. Solo cos, dunque, la [b]Croazia[/b] potr ridurre la dipendenza energetica dai mercati stranieri e mirare a un concreto sviluppo economico. questa la ricetta dettata dagli imprenditori del [b]settore energetico[/b] durante il Forum organizzato marted a Spalato, dallAssociazione degli imprenditori croati, sulle prospettive dello sviluppo energetico croato.<br/> <br/> I lavori di costruzione della centrale di Ploce necessitano di un investimento pari a circa 1,2 miliardi di euro. I fondi europei riusciranno a coprire il 40% dellimporto, ma il resto dovr essere finanziato dalle casse dello Stato e da altri finanziamenti stanziati dagli istituti mondiali. Del resto, in base lultimo studio di prefattibilit, il progetto non va incontro ad alcun rischio ambientale e sar estremamente redditizio , spiega Damir Begovic, ex amministratore delegato della societ croata fornitrice di energia elettrica (Hep), a quanto riferisce lagenzia Hina. Le autorit continuano ad avere un atteggiamento miope dinanzi alle smisurate opportunit offerte dalle [b]fonti rinnovabili[/b]. Serve pi coraggio per dare vita a importanti progetti energetici, osserva Marko Nuic, direttore generale della societ Adriasol.<br/>
come avvenuti. la posizione dell[b]Osce[/b] (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione europea) che marted intervenuta duramente contro il governo croato e i magistrati che stanno emettendo sentenze draconiane a carico di molti cronisti. S, perch in seguito alla [b]penalizzazione del reato di diffamazione[/b], avvenuta a fine 2012 ad opera dellesecutivo, ci sono state diverse condanne ingiuste e sono numerosi i casi penali pendenti dove un giornalista accusato di diffamazione. Con la nuova legge, infatti, i giudici hanno acquisito unampia discrezione sulla valutazione delloperato del giornalista, e procedere a sentenze di condanne solo in base a una controversa formuletta il resoconto non corrisponde allinteresse pubblico dei cittadini. LOsce fortemente preoccupata per quello che sta succedendo in Croaia, e invita il governo croato ad abrogare al pi presto il reato di diffamazione cos come introdotto nel 2012. gravissimo che giornalisti come Slavica Lukic o Vladimir Matijanic vengano condannati per resoconti assolutamente veritieri e conformi ai fatti. Ma ci sono oltre 40 casi di processi del genere ancora pendenti, e tutte le autorit del Paese devono collaborare affinch i cronisti possano semplicemente fare il proprio mestiere, recita la nota diffusa da Dunja Mijatovic, rappresentante dellOsce a Zagabria, a quanto riferisce lagenzia Hina.<br/>